UNACOLLEZIONED’ECCELLENZA UNACOLLEZIONED’ECCELLENZA Il patrimonio artistico della Fondazione Cariplo

a cura di Giovanna Ginex Domenico Sedini In copertina Nessuna parte di questo libro può essere Angelo Morbelli, Battello riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma sul Lago Maggiore, 1915, particolare o con qualsiasi mezzo elettronico, meccanico o altro senza l’autorizzazione Design scritta dei proprietari dei diritti Marcello Francone e dell’editore. Progetto grafico © 2013 Fondazione Cariplo Luigi Fiore © 2013 Skira editore, Milano © Filippo De Pisis, Mario Sironi Redazione by SIAE 2013 Emanuela Belloni Tutti i diritti riservati Silvia Carmignani Seconda edizione Impaginazione Paola Pellegatta Finito di stampare nel mese di dicembre 2013 Fotografie a cura di Skira, Ginevra-Milano Archivio Fondazione Cariplo, Milano Printed in Mauro Ranzani Sandro Roberto Scarioni www.skira.net Per la valorizzazione della propria raccolta d’arte – che Diversi e complementari sono i linguaggi adottati, con si compone di 767 dipinti, 116 sculture, 51 oggetti e l’obiettivo di contribuire ad avvicinare un più ampio arredi, a cui si aggiungono i palazzi storici Melzi d’Eril pubblico al mondo dell’arte, accrescere la sensibilità e Confalonieri – Fondazione Cariplo ha elaborato un nei confronti del comune patrimonio culturale, attivare insieme di proposte culturali meglio conosciute come iniziative collaterali di studio, didattica, ricerca e progetto Artgate. incoraggiare la promozione di future espressioni Il presente volume, anche in questa edizione rinnovata, artistiche e intellettuali. si inserisce nella logica di divulgazione culturale Affermava Lev Nikolaeviˇc Tolstoj: “L’arte è l’attività adottata. Offre una lettura critica originale, suggerendo umana il cui fine è la trasmissione ad altri dei più eletti al lettore un percorso trasversale a epoche, stili e e migliori sentimenti a cui gli uomini abbiano saputo autori: una traccia ricca di stimoli storici e visivi con assurgere”. I sentimenti, dunque, sono in grado di accostamenti di forte suggestione, pur rimanendo perpetuarsi nel tempo attraverso le forme artistiche aderente alle ragioni della storia delle arti. Il percorso e architettoniche che sono giunte fino a noi. E sono non è legato a criteri puramente cronologici, ma il valore più importante che possiamo trasmettere ancorato a “tematismi” che rendono possibile a chi verrà dopo di noi. Dobbiamo caricarci di questa racchiudere all’interno di una cornice unitaria responsabilità, con un vantaggio: che oggi i metodi l’eccellenza della raccolta di Fondazione Cariplo. e gli strumenti per rendere possibile tutto ciò sono Oltre ai percorsi d’arte, in una sezione dedicata sono molto più evoluti ed efficaci di un tempo. descritte le diverse attività in cui si articola il progetto Artgate, quali l’allestimento di un sito dedicato (www.artgate-cariplo.it), l’esposizione permanente del nucleo ottocentesco presso lo spazio espositivo delle Gallerie d’Italia - Piazza Scala, a Milano, i prestiti di opere d’arte a prestigiose mostre in Italia e all’estero, la partecipazione ad altri eventi culturali in collaborazione con varie istituzioni culturali e le attività didattiche rivolte alle scuole (progetto Giuseppe Guzzetti didattico ArtL@b). Presidente della Fondazione Cariplo SOMMARIO

11 Il patrimonio artistico della Fondazione Cariplo. Una collezione d’eccellenza Giovanna Ginex e Domenico Sedini

127 Palazzo Melzi d’Eril, sede della Fondazione Cariplo

135 Palazzo Confalonieri, Centro Congressi

Appendice a cura di Lucia Molino

142 L’universo di Artgate 144 Alle Gallerie d’Italia Piazza Scala: da Canova al Novecento 146 ArtL@b: i giovani incontrano l’arte 148 La Collezione viaggia nel mondo 150 Share Your Knowledge: arte e creatività condivise 152 Le R’accolte delle altre fondazioni 154 Catalogo delle opere Giovanna Ginex ILPATRIMONIOARTISTICODELLAFONDAZIONECARIPLO. Domenico Sedini UNACOLLEZIONED’ECCELLENZA

iversi sono i fattori che hanno contribuito, istituto bancario confluito in Cariplo nel 1991 e dal nel tempo, a formare e costituire la collezio- Lascito Marcenaro, l’importante collezione che la sto- D ne d’arte di Fondazione Cariplo: in partico- rica dell’arte genovese Caterina Marcenaro affidò a lare, ricostruendo le vicende collegate alle acquisizio- Cariplo nel 1975. Negli anni tra il 1991 e il 1998, con ni delle singole opere, emerge di fatto, almeno sino a il processo di separazione tra la Banca e la Fondazione, tempi molto vicini a noi, l’assenza di un progetto uni- le opere passarono di proprietà a quest’ultima assieme tario, tipico invece delle “gallerie” costruite secondo ad altri due edifici siti a Milano, Palazzo Melzi d’Eril, gli orientamenti del collezionista privato. Ne conse- ovvero la sede di Fondazione in via Manin, e il Palazzo gue che, come avviene comunemente per le collezioni Confalonieri, attuale sede del Centro Congressi bancarie, a un primo approccio essa appaia un con- Cariplo, in via Romagnosi. glomerato di raccolte diverse per epoche, gusti e qua- Lo studio approfondito delle opere ha consentito ora lità: fra tutte spiccano i raggruppamenti di opere di prendere una sempre maggiore confidenza con le dell’Ottocento, lombardo in primo luogo, e del raccolte e di riconoscerne una struttura intima, quasi Novecento storico, spesso frutto di acquisizioni ope- celata allo sguardo superficiale, che ha permesso di fa- rate dalla Cassa di Risparmio delle Provincie re affiorare dalla penombra un numero notevole di Lombarde fin dai primi anni del terzo decennio del opere significative: in particolare, al di là dei capolavo- Novecento, mediante acquisti diretti nel corso delle ri dell’Ottocento già noti, un gruppo di dipinti ricon- frequenti manifestazioni espositive di arte contempo- ducibili a importanti artisti italiani fra Seicento e ranea, oppure nel secondo dopoguerra fino agli anni Settecento. Le risultanze delle ricerche storico-artisti- ottanta del secolo scorso. Altri nuclei di notevole con- che sono confluite nelle schede scientifiche ospitate sistenza sono costituiti dai dipinti provenienti da IBI, nel sito Artgate www.artgate-cariplo.it, di libera con-

11 sultazione. Per evitare inutili ripetizioni e per non an- alcun dubbio a Roma da questo artista. Forse, si era sta- noiare il paziente lettore con una sequela sterile di no- bilito nell’Urbe o Adriano l’aveva portato con sé da mi e date, abbiamo preferito far confluire in questo vo- uno dei suoi viaggi. La scultura è d’una finezza estrema: lume suggestioni e sottili linee di congiunzione che le- i pampini di una vite incorniciano di teneri arabeschi gano tra loro opere apparentemente lontane, sia per quel viso giovane, malinconicamente chino; non si può epoca sia per soggetto. Ne è scaturito un percorso che fare a meno di pensare alle vendemmie d’una breve esi- si è rivelato in corso d’opera, come da una matassa ag- stenza, all’atmosfera opulenta d’una sera d’autunno. grovigliata che lentamente si dipana, facendo emerge- L’opera reca le tracce degli anni trascorsi in una canti- re collegamenti nuovi e arditi, ma mai banali, scontati na durante l’ultima guerra: il candore del marmo è mo- o peggio ancora azzardati, fra antico e moderno. mentaneamente scomparso sotto le macchie di terra; tre dita della mano sinistra sono state spezzate. Così Eredità e suggestioni dall’arte classica soffrono gli dei per la follia degli uomini”. Nei Taccuini di appunti pubblicati nel 1953 in appen- Nel 1958 Yourcenar aggiunse queste parole: “Le dice al suo romanzo Memorie di Adriano, Marguerite righe qui sopra sono state pubblicate la prima volta sei Yourcenar annota le principali raffigurazioni di anni fa; nel frattempo il bassorilievo di Antoniano è Antinoo, il giovane bitinio amato dall’imperatore, e da stato acquistato da un banchiere romano, Arturo profonda conoscitrice della produzione artistica del Osio, un personaggio singolare che avrebbe interessa- periodo adrianeo osserva che “tra tutte queste immagi- to Stendhal o Balzac [...]. Dietro il consiglio di esper- ni le più belle sono due, le meno conosciute e le sole ti, il nuovo possessore del bassorilievo di Antoniano che rivelano il nome di uno scultore: una è il bassori- l’ha sottoposto a una pulitura delicata da parte d’una lievo firmato da Antoniano di Afrodisia, che fu trovato mano abile. Una frizione lenta e leggera fatta con la una cinquantina d’anni fa in un terreno appartenente a punta delle dita ha liberato il marmo dalla ruggine, un istituto agronomico, ‘I Fondi Rustici’, e attualmen- dalle macchie di muffa e ha reso alla pietra la sua te- te si trova nella sala del consiglio di amministrazione. nue lucentezza di alabastro e di avorio”. Dato che nessuna guida di Roma ne segnala l’esistenza Dalla collezione di Arturo Osio, raffinato colle- e la città è stracolma di statue, i turisti la ignorano. zionista di antichità e banchiere – nel 1927 fondatore L’opera di Antoniano è stata intagliata in un marmo ita- e direttore generale (fino al 1942) della Banca liano e dunque fu certamente eseguita in Italia, senza Nazionale del Lavoro e della Cooperazione (Banca

12 1. Antonianos di Afrodisia, Antinoo 2. Antonio Canova, La Giustizia, nelle sembianze del dio Silvano, 1784 - 1792 130 - 138 d.C.

13 3. Achille Funi, La Gloria, 1940

14 4. Achille Funi, Minerva, 1940

15 5. Antonio Canova, Offerta del peplo a Pallade, 1784 - 1795 (particolare a seguire)

16

Nazionale del Lavoro dal 1929) – l’opera ha seguito di Roma Abbondio Rezzonico – ora conservati in col- un percorso che la accomuna a molti altri capolavori lezione, il rilievo de La Giustizia, studio originale del- confluiti nella collezione della Fondazione Cariplo, l’artista, assente nelle altre serie di gessi canoviani co- lungo un cammino che attraverso il Novecento intrec- nosciute, è esemplare per l’equilibrio di tali elementi. cia la storia delle nostre istituzioni bancarie con le ra- Il puro profilo della posa classica ripresa da gioni del grande collezionismo d’arte. Canova si replica nella Minerva di Achille Funi, con La plastica classica, romana, o ellenistica come il La Gloria cartone preparatorio per una delle figure marmo di Antoniano, fornì dall’ultimo quarto del destinate a decorare il soffitto della Sala riunioni nella Settecento concrete suggestioni al fiorire del neoclas- nuova ala della “Ca’ de Sass” – sede della Cassa di sicismo, alimentate anche dal rinnovato fervore per gli Risparmio delle Provincie Lombarde – progettata da- scavi archeologici. Antonio Canova ne è tra i principa- gli architetti Giovanni Muzio e Giovanni Greppi nel li interpreti, forte di una committenza cospicua di cen- 1932, ultimata nel 1941. L’opera, realizzata a mosaico, so, patrizia o proveniente dalle libere professioni, che rappresenta l’Età dell’oro, e si ispira a un’iconografia gli richiede a più riprese opere di grande decorazione di tradizione greco-romana che tra le due guerre fun- adatte a figurare nelle nuove dimore borghesi o nei pa- se da modello nelle imprese di grande decorazione lazzi di più antica nobiltà. Un vero e proprio collezio- murale che lo caratterizzarono, di cui Funi fu tra i nismo di opere canoviane si concentra per oltre un massimi interpreti rivendicando l’attualità poetica del ventennio – tra il Veneto e il Lazio – sulla richiesta di rapporto tra modernità e classicità. rilievi che interpretino temi morali, raffigurazioni alle- goriche e mitologiche, episodi tratti dai testi greci: a L’antico, il potere, il proibito tale scopo il bassorilievo in gesso era particolarmente Sgombrando il campo da secoli di pregiudizi, gli studi adatto, permettendo sia una ripetizione del soggetto, recenti dimostrano finalmente come la culla del lin- sia eventuali varianti. A ciò si aggiunga la purezza ot- guaggio artistico occidentale sia da collocarsi nell’al- tenuta nel modellato, gli effetti virtuosistici nei pan- veo nella rinascita promossa da Federico II nel meri- neggi, l’efficacia nella resa dei profili delle singole par- dione d’Italia: il recupero di forme classiche, derivate ti compositive, la misura nei rari elementi ornamenta- dalle immagini degli imperatori e delle divinità, divie- li. All’interno della serie di tredici gessi donati dall’ar- ne per il sovrano svevo messaggio simbolico destinato a tista a uno dei suoi influenti committenti – il senatore rimarcare l’autorevolezza di un’investitura la cui consa-

18 6. Scultore federiciano, Busto virile crazione affonda le sue origini nell’antichità romana. Il incoronato, 1225 -1250 nuovo Cesare assume quindi le sembianze degli augusti predecessori fino a essere connotato da fattezze quasi divine: con questi canoni si interpreta il Busto virile in- coronato, proveniente dalla raccolta di Caterina Marcenaro, che già Federico Zeri aveva situato nel- l’ambito del classicismo federiciano, nel secondo quar- to del Duecento. Collocato probabilmente all’interno di una struttura architettonica, forse la porta d’ingresso a una città, la scultura, ottenuta riutilizzando un marmo antico, è testimone di una congerie culturale che tro- verà rapida diffusione: di forme simili si ricorderà Nicola “de Apulia”, cioè Nicola Pisano, quando scol- pirà il capitello Jupiter nel Duomo di Siena. Ancora a un modello greco-romano, il Fauno Barberini, fa riferimento più di quattrocento anni do- po, di nuovo in ambito meridionale, Luca Giordano nel Sonno di Bacco: ma in questo caso emerge l’in- terpretazione ellenistica, quasi anticlassica, nella figu- ra scomposta della divinità, abbandonata a un sonno ubriaco. L’episodio mitologico offre all’artista il prete- sto per una raffigurazione in cui ninfe, satiri, amorini, con animali d’ogni tipo – anche una tigre tenuta a guinzaglio – si muovono liberi all’interno della scena, creando una sensazione di equilibrato disordine. L’insieme viene ricomposto dal paesaggio descritto al tramonto, con un gusto tonale che rimanda alla pittu- ra veneta.

19 7. Luca Giordano, Restando a Napoli, qualche decennio prima, Gli italiani, la Francia e la primavera Il sonno di Bacco, 1680-1690 (particolari a seguire) Andrea de Lione raffigurò una scena con protagoni- “Ed ella un giorno indi passò: splendeva sti il vino e l’antico: si tratta di una iconografia rara, Sua gioventute, ed era bianca il petto, tratta dal Vecchio Testamento, in cui Salomone adora E bruna gli occhi, e sulla guancia neve gli idoli, rinnegando la fede ebraica. Il soggetto è co- Fioría di rose, e biondeggiava il crine; struito ponendo in primo piano, insieme a putti dan- … e sulle terse chiome zanti, il gruppo di giovani donne discinte, che offro- Spargeva odor vaga di fior ghirlanda; no vino e sangue di un agnello all’erma cinta di fiori: E di fior nembi seminava intorno un busto di satiro direttamente trasferito nel dipinto La man leggiadra: ove fermava il piede da qualche giacimento archeologico. Verdeggiava la piaggia … Come avviene frequentemente, la citazione di un E facean crespi, e via più freschi i rivi” racconto sacro permette all’artista e ai suoi dotti com- mittenti di illustrare episodi bacchici e orgiastici, al- Chissà se, mentre dipingeva l’Allegoria della Primavera, trimenti proibiti. Bartolomeo Guidobono riecheggiava le Rime con cui il La componente dionisiaca dell’arte classica, ce- suo conterraneo savonese Gabriello Chiabrera descris- lata dall’apparente raffigurazione di un episodio di se un secolo prima l’esaltazione della natura che rinasce. genere, riaffiora prepotente in una monumentale tela La descrizione per la bellezza dei fiori e delle divinità del napoletano Vincenzo Migliaro, presentata nel femminili che sbocciano ad aprile, passate attraverso il 1896 all’esposizione della Società Promotrice di Belle filtro di una classicità levigata ed elegante, accomunano Arti di Napoli. di fatto queste espressioni artistiche, apparentemente Con il pretesto di evocare al pubblico parteno- distanti nel tempo, ma vicine nello spirito. Anche i rife- peo la festa popolare di Piedigrotta che l’anno prece- rimenti alla cultura francese, la Pléiade per Chiabrera, i dente era stata celebrata con particolare ricchezza di pittori di Versailles del secondo Seicento per eventi in occasione della seconda edizione delle Feste Guidobono, sottolineano questa continuità di ispirazio- Estive di Napoli, il pittore compone un baccanale, di ne che attraversa tutto il secolo. Il dipinto, probabil- cui la testa di capro contornata da ghirlande di fiori e mente realizzato per una importante committenza sa- avvampata da rossi bagliori non è che uno degli ele- voiarda, costituisce una sorta di testamento dell’artista, menti iconografici rivelatori. in cui vengono esaltate le capacità tecniche nella resa

20 21 22

8. Andrea de Lione, Salomone adora gli idoli, 1640 - 1650 (particolare a seguire)

24

9. Vincenzo Migliaro, Piedigrotta, 1895 (particolare a seguire)

26 dei particolari: nello sguardo malinconico della dea che nel 272 d.C., dopo vari scontri armati, sconfisse sembra celarsi la consapevolezza di una felicità fugace, Zenobia, portandola prigioniera a Roma, dove le fu con- di una vita destinata ad avviarsi, lungo la prospettiva del cesso di vivere alla stregua di una matrona. Morì a Tivoli viale alberato, a un finale dall’esito indefinito. tre anni più tardi. Il riferimento alla pittura francese è decisivo anche L’assonanza del nome della regina con quello della nella produzione di Filippo Palizzi, più volte a Parigi da famiglia Zenobio, di origine greca, trapiantatasi prima Napoli per incontrare il fratello pittore Giuseppe che vi nel Veronese, poi a Venezia, dove assurse al titolo nobi- si era trasferito nel 1844, e che diventerà il tramite con liare nel 1647, offre il pretesto agli Zenobio di far risali- la pittura di paesaggio francese, in particolare della re la loro origine alla famosa regina; conseguentemente Scuola di Barbizon. Tornerà nella capitale transalpina presta lo spunto ad Alvise Zenobio per commissionare anche in occasione dell’Esposizione universale del 1867 al giovane Giovanni Battista Tiepolo, astro nascente del- dove ottiene una medaglia d’oro per Dopo il diluvio, la pittura lagunare, un ciclo di tele che raccontassero la ora al Museo di Capodimonte di Napoli, commissiona- vicenda della presunta progenitrice. Dell’insieme, di- togli dal re Vittorio Emanuele II e con il quale si aggiu- sperso in importanti raccolte pubbliche – Washington, dica la medaglia d’oro. L’anno seguente dipinge La pri- National Gallery; Madrid, Prado; Torino, Galleria mavera ora in Collezione Cariplo, che di quel capola- Sabauda – sono pervenuti alla Fondazione Cariplo due voro riprende il naturalismo descrittivo di stretta ade- episodi minori, probabilmente degli “entre fenêtre”, renza al vero nell’attenzione per il mondo animale – raffiguranti un Cacciatore a cavallo e un Cacciatore con aspetto caratteristico in tutta l’opera dell’artista – com- un cervo. L’uso acceso del colore e il forte contrasto ponendovi in realtà un paesaggio allegorico, popolato chiaroscurale denotano una derivazione dalla maniera da elementi iconografici e gruppi di figure di colto ri- di Gregorio Lazzarini, maestro di Tiepolo. Tuttavia nel- mando alle pastorali del mito d’Arcadia. la leggerezza dell’impianto scenico e nella ricerca del movimento, che appare in tutta la sua evidenza nel ca- La magnificenza della grande decorazione valiere che si volge di scatto verso lo spettatore, mentre Zenobia, regina di Palmira, vedova di Settimio la testa del cavallo compie il medesimo gesto in senso Odenato, promosse una politica di espansione nei terri- opposto, si scorgono già gli esiti della maturità, quando tori dell’Asia Minore, fino a occupare l’Egitto. Questo l’artista farà librare i suoi personaggi in un mondo ete- provocò la reazione dell’imperatore romano Aureliano reo e lieve.

28 Le grandi imprese pittoriche di Tiepolo, e con ogni raffigurazione in dipinti di media dimensione del probabilità anche le veneziane Storie di Zenobia poste Redentore, della Vergine, dei dodici Apostoli e di San sul mercato antiquario nel 1905, erano certo ben note a Paolo, effigiati a mezza figura. Presente soprattutto in Giulio Aristide Sartorio che nel primo decennio del edifici religiosi, l’Apostolado era collocato o all’inter- Novecento è impegnato in importanti committenze no delle chiese oppure in ambiti monastici, come i re- pubbliche di grande decorazione: nel 1903 realizza fre- fettori, andando in qualche caso a sostituire la consue- gi decorativi per la V Esposizione Internazionale d’Arte ta immagine dell’Ultima Cena. Raramente questi cicli di Venezia; nel 1906, a Milano, è alla Mostra nazionale si sono conservati integri: più di frequente ritroviamo di Belle Arti; tra il 1908 e il 1912 completa a Roma l’im- le figure dei santi, isolate dal loro contesto, nelle col- ponente fregio di Palazzo Montecitorio, sede del lezioni o presso gli antiquari, come i volumi della li- Parlamento italiano, opera grandiosa che segna l’apo- breria del manzoniano don Ferrante “dispersa su per i teosi del virtuosismo eclettico e della fama dell’artista. muriccioli”. La Fondazione conserva cinque tele pro- Affreschi e tele in cui la figura umana assume massima venienti da un Apostolado (il Redentore, la Vergine, evidenza plastica e costituisce il filo conduttore di ogni San Giovanni Evangelista, San Pietro e San Paolo) rea- narrazione, epica, storica o mitologica. lizzato da Nicola Grassi, un interessante artista veneto Le imponenti tele di Risveglio e Sagra, rimaneggia- che aggiorna il modello iconografico secondo un gusto te più volte dall’artista tra il 1906 e il 1923, fino alla ver- tipicamente barocchetto; nell’impostazione delle figu- sione finale dedicata alla partecipazione vittoriosa re in movimento e nelle strutture prospettiche richia- dell’Italia alla prima guerra mondiale, offrono inoltre ma i modi di Tiepolo. Appaiono inoltre significativi, uno straordinario compendio delle innumerevoli fonti e nella pennellata un po’ sfatta che attenua i contorni, i suggestioni visive di cui si nutriva Sartorio: dai fregi del rimandi alla tradizione veneta del Seicento e le sugge- Partenone ai corpi michelangioleschi, attraversando stioni che derivano da Bernardo Strozzi, il cappuccino Tiepolo e la cultura figurativa tedesca contemporanea, genovese fuggito in laguna nel 1630. Un altro riferi- assimilata negli anni trascorsi a Weimar. mento alla pittura genovese di primo Seicento, l’ange- lo dalla bionda chioma, costituisce uno degli indizi Santi, angeli e un contadino che ci conduce sulle tracce di Pietro Novelli, il Nasce nel Seicento, nell’ambito della riforma cattolica, Monrealese, che realizzò l’Estasi di San Francesco pre- la tipologia iconografica dell’Apostolado, ovvero la sumibilmente nel periodo compreso tra il 1624 e il

29 10. Bartolomeo Guidobono, Allegoria della Primavera, 1705 - 1709 (particolare a seguire)

30

1630. Il dipinto, proveniente dalla collezione Mar- sentimento doveva risultare davvero vivace; anche cenaro dove era attribuito a Murillo, nell’occasione Francesco Rustici ne era consapevole: morirà a soli degli studi che hanno portato alla redazione di questo trentaquattro anni e forse la Maddalena fu una delle volume e della scheda storico critica destinata al sito sue ultime fatiche. web Artgate viene per la prima volta ricondotto con Un senso di allegria e di calore sembra invece ragionevole certezza al Monrealese, il massimo espo- promanare dal Contadino di Angelo Inganni, dipinto nente del barocco siciliano: artista eclettico, egli rac- nel 1850, prototipo di un gruppo omogeneo di scene coglie in unità esperienze diverse, da motivi genovesi a di genere di ispirazione neofiamminga eseguite dal- elementi vandickiani e caravaggeschi, che potè assimi- l’artista a Brescia nel sesto decennio del secolo. Anche lare attraverso lo studio di importanti opere realizzate qui la figura emerge virtuosisticamente dall’oscurità dall’artista fiammingo e da Michelangelo Merisi per le grazie al chiarore di un’unica e intensa fonte lumino- chiese di Palermo. sa, che permette al pittore di giocare tutta la tela sui Ritroviamo i forti contrasti chiaroscurali e il gio- contrasti chiaroscurali. La dettagliata descrizione del- co della luce di derivazione fiamminga in un’altra tela la fisionomia del volto e dei più minuti particolari del- appartenuta a Caterina Marcenaro, la Maddalena di l’abbigliamento rivelano l’abilità di un artista che at- Francesco Rustici, la cui maniera si riferisce in modo torno all’antico gioco di luce fiammingo compose un diretto ai modelli di Gerrit van Hontorst (Gherardo intero repertorio pittorico. delle Notti) assai ricercato dalla committenza dei pri- mi decenni del Seicento per la sua capacità di resa del- Dame e gentiluomini l’illuminazione notturna. Il Rustichino declina questo Una elaborata corazza da parata i cui riflessi metallici luminismo attraverso un classicismo tutto toscano: il brillano all’accendersi improvviso di una luce, la sciar- volto della santa, preso di tre quarti, che emerge dal pa finemente intessuta allacciata ai fianchi; un fiocco buio rischiarato da una lucerna, rivolto verso il teschio vistoso e sgargiante che sembra quasi sostenere un vol- che la mano sinistra solleva da sopra un libro, esprime to giovane, ben consapevole del rango sociale, che si un atteggiamento di meditazione, al cospetto di una volge a tre quarti verso lo spettatore, le mani curate Vanitas tanto cara all’iconografia dell’epoca che ricor- appoggiate a un bastone, coll’indice della sinistra ad dava la precarietà della vita. A quei tempi, quando la additare qualcosa o qualcuno al di fuori del campo vi- prospettiva di giungere alla vecchiaia era limitata, il sivo. Siamo di fronte a uno straordinario modello che

32 11. Filippo Palizzi, La primavera, 1868 (particolari a seguire)

33

35 12. Giovanni Battista Tiepolo, Cacciatore a cavallo, 1718 - 1730 (particolare a seguire)

36

13. Giulio Aristide Sartorio, Dittico: Risveglio, 1906 - 1923

38 39 14. Giulio Aristide Sartorio, Dittico: Sagra, 1906 - 1923

40 41 introduce a un’epoca di grande sfarzo e di grandi con- meno di costume condiviso anche dai foresti, che ac- traddizioni, raffigurata in modo esemplare da Pier correvano in laguna attratti della feste che si protrae- Francesco Cittadini nei numerosi ritratti dedicati alla vano ben oltre il periodo canonico. È la Venezia di nobiltà bolognese, e non solo, di metà Seicento. Casanova, Pietro Longhi e Goldoni, con la sua arte Giunto ancora adolescente da Milano nella città felsi- immagine della decadenza e presaga della dissoluzio- nea, che divenne la sua patria d’adozione, si spostò poi ne imminente, così come si dissolvono i tenui colori di per qualche anno a Roma, entrando in contatto con gli un pastello a un refolo di vento. artisti fiamminghi e francesi, da cui ereditò il gusto per Il Settecento fornì alla pittura di genere del seco- il dettaglio elegante e prezioso. L’unione tra il natura- lo successivo infiniti spunti e soggetti, sia nella pittura lismo di ascendenza lombarda e il fasto transalpino prospettica di interni monumentali, sia nell’ambito di crea un linguaggio pittorico assolutamente originale: il temi intimisti e “galanti”, quasi che l’evocazione di an- Ritratto di gentiluomo con corazza e fiocco rosso, dalle ni la cui memoria diretta era ancora impressa nell’e- labbra carnose, il mento pronunciato, il naso che fa sperienza dei padri ne favorisse una lettura privata, una piccola gobba all’attaccatura con l’arcata soprac- più vicina ai sentimenti che alla storia. cigliare ci trasmette l’essenza della sua epoca: ci pare Gran parte degli artisti attivi nella seconda metà di vederlo esposto nel salone di qualche palazzo, con dell’Ottocento dipinse infatti tele di soggetto settecen- la sua corazza assolutamente inutile, incapace di para- tesco, che in più varianti incontravano grande fortuna re i colpi dei fucili e del tempo. di mercato non solo in Italia ma anche all’estero, in È il sentimento analogo che pervaderà qualche Francia soprattutto. La lezione di geografia dipinta da decennio dopo le impietose rappresentazioni di Fra’ Eleuterio Pagliano appositamente per l’Esposizione Galgario e del Pitocchetto, o in modo diametralmente nazionale di belle arti tenutasi a Torino nel 1880 è in opposto, i ritratti dei signori e delle damine di Rosalba questo senso esemplare: il pittore riproduce infatti sul Carriera. La tecnica preferita dalla pittrice, il pastello, grande formato un dipinto precedente, di piccole di- accentua questo senso di etereo e di effimero nell’epo- mensioni. Il critico musicale e scrittore d’arte Filippo ca delle candide parrucche e della ciprie e risponde Filippi, attento e sensibile osservatore del mondo del- parimenti al gusto di una committenza internazionale. le arti, non gradì l’operazione, giudicandola negativa Il Ritratto femminile con maschera testimonia il riferi- per la grazia generale della composizione. A ciò si ag- mento alla vita della sua terra, e al carnevale, un feno- giungeva a suo dire la particolare tavolozza adottata

42 dal pittore: “Le teste diafane, trasparenti e tutte le tin- glio di costume e di arredo. Le prime esposizioni d’ar- te delle carni fredde, senza sangue” che appunto spic- te postunitarie furono, in ogni regione, il terreno nel cavano data l’ampiezza della tela, contraddicevano gli quale questa particolare declinazione della pittura di assunti del realismo di fine secolo, fatto proprio dal genere – adatta anche nel formato all’arredo di am- critico e ormai rivolto a suo estremo esito nel verismo bienti borghesi – incontrò grande consenso di pubbli- sociale. Tela a olio dai toni del pastello, l’opera era co- co. È questo il caso, in ambito macchiaiolo, di Non po- munque giudicata inattaccabile per “gli accessorii, stu- tendo aspettare, presentato nel 1867 dal fiorentino pendamente fatti”. Telemaco Signorini all’esposizione della Società Pagliano, artista colto e raffinato, nel 1873 è con Promotrice di Firenze, e di Visita allo studio di pittura il gruppo di artisti che, riconoscendosi nelle ricerche dell’amico Odoardo Borrani. di Federico Faruffini – scomparso nel 1869 –, fonda a Milano la Famiglia Artistica. Egli è ricercato interpre- Pittura urbana prospettica te della tendenza dominante la pittura lombarda del Tra il 1836 e il 1838 lo storico Cesare Cantù pubblicò decennio precedente, che attraverso la riscoperta ro- la Lombardia pittoresca o Disegni di ciò che la Lom- mantica del Medioevo e del Settecento – paggi, scene bardia chiude di più interessante per le arti, la storia, la medioevali, astrazioni a volte fiabesche e simboliche, natura, levati dal vero da Giuseppe Elena: due tomi ar- filiazioni laterali della più rigorosa pittura di storia de- ricchiti da duecento tavole litografiche tratte appunto finita da precise regole accademiche – unisce le rivo- da disegni di Elena, pittore, litografo e scrittore codo- luzionarie intuizioni formali della Scapigliatura con i gnese. L’impresa editoriale, che vide altre ristampe al- primi esercizi en plein air, di cui La lezione di geogra- meno sino al 1861, rispondeva a una precisa esigenza Alle pagine seguenti fia offre un saggio aggiornatissimo nello sfondo aper- commerciale, volta a soddisfare a livello popolare e di- 15. Nicola Grassi, San Giovanni Evangelista, 1725 - 1735 to sul paesaggio, racchiuso tra le quinte di drappi e co- dascalico l’interesse del nuovo pubblico borghese per 16. Pietro Novelli, detto il Monrealese, lonne. il vedutismo pittorico di dettaglio d’ambito locale, ge- San Francesco sorretto da due angeli, 1624 - 1630 Nel grande formato della sua tela, Pagliano dila- nere destinato entro una manciata di anni al confron-

17. Francesco Rustici, La Maddalena, tava un modulo compositivo, iconografico e formale to epocale con la presunta verità oggettiva offerta dal- 1620 - 1626 preferibilmente riservato a piccole scene d’interni, la fotografia. Tra le illustrazioni del primo tomo, edito 18. Angelo Inganni, Contadino che nelle quali il gusto intimista e raccolto del frammento nel 1836, fu inserita anche la trascrizione in incisione accende una candela con un tizzone, 1850 del quotidiano si coniugava all’attenzione per il detta- della Veduta della piazza della Vetra in Milano, dipinto

43 44 45 19. Pier Francesco Cittadini, Ritratto di gentiluomo con corazza e fiocco rosso, 1650 - 1670

20. Rosalba Carriera, Ritratto femminile con maschera, 1720 - 1730

46 presentato dal pittore in occasione della sua prima partecipazione a un’Esposizione di Belle Arti di Brera, nel 1833. Il soggetto architettonico urbano, animato dalle scene di vita quotidiana che si intrecciano nei di- versi piani della composizione, si inseriva nel già vasto repertorio della veduta romantica lombarda, della quale Elena fu assiduo divulgatore. Il modello era cer- tamente rappresentato dalle magistrali vedute del più anziano maestro Giovanni Migliara, di cui la Collezione conserva un consistente nucleo di opere di grande qualità, che dal 1813 inviava in progressione crescente alle esposizioni braidensi vedute prospetti- che con figure, arricchendo negli anni anche il reper- torio tematico e geografico. Il Prospetto della facciata del duomo di Milano vi comparve nel 1829 assieme ad altre sette vedute di diverso soggetto, ad ampliare il campionario tipologico dei luoghi fatti coincidere nel Novecento con la “vecchia Milano”, ma in realtà rife- riti alla città spagnola e neoclassica che sopravviverà – sebbene non integra – giusto un secolo, sino all’attua- zione del Piano Regolatore Generale del 1929. La pit- tura urbana di Migliara, connotata da scenari ricor- renti, mette a fuoco in questo caso la piazza del Duomo, così come si presentava prima delle demoli- zioni e dei rifacimenti compiuti nei due decenni po- stunitari: il Coperto dei Figini, in primo piano sulla si- nistra, e l’isolato del Rebecchino sul lato opposto. Ma l’attenzione del pittore, e quella dei contemporanei, si

47 21. Eleuterio Pagliano, La lezione di geografia, 1880 (particolare a seguire)

48

22. Telemaco Signorini, Non potendo aspettare, 1867

50 23. Odoardo Borrani, Visita allo studio di pittura, 1865-1875

51 sofferma soprattutto sulla descrizione accuratissima, Anche La confessione di Giuseppe Molteni, data- da miniaturista, dei personaggi che affollano la piazza to 1838, proviene dalla collezione dell’imperatore e sulle loro azioni, offrendo una colta rilettura del più Ferdinando I. Il pittore penetra nel segreto del con- antico repertorio dei mestieri e dei costumi cittadini fessionale, catturando e ingrandendo in una ripresa raccolto dalle stampe popolari, che diverrà presto pro- ravvicinata e in formato “al vero”, un dettaglio comu- tagonista assoluto della pittura di genere. ne a gran parte degli interni sacri della coeva pittura Tipi e personaggi che ne L’interno del Duomo di prospettica. L’aspetto più apprezzato dell’opera consi- Milano ultimato da Luigi Bisi nel 1840 cogliamo as- steva per i contemporanei nella maestria e delicatezza sorti o distratti, alla conclusione di una celebrazione con cui l’artista raffigura un episodio di vita reale, un sacra: anche in questa tela il pittore inserisce in primo dramma intimo e familiare entrato allora nelle crona- piano annotazioni di costume e di cronaca, descritte che. La scena coglie infatti con estremo realismo e pre- con eccezionale vivacità narrativa. Per Bisi, che fino al- cisi dettagli di costume una giovane donna, moglie e la sua ultima produzione, nella prima metà degli anni madre, che rivela al confessore di avere ceduto alle lu- ottanta, ripeterà in infinite ma lievi varianti questo me- singhe di un cugino. Il formato – ancora insolito all’e- desimo soggetto, il grande dipinto rappresentò un’im- poca per i soggetti di genere – il soggetto romantico e portante occasione nella sua carriera pittorica. La tela la raffinatezza della tecnica pittorica, contribuirono al- gli fu infatti commissionata nel 1838 dall’imperatore la fortuna dell’opera e al prestigio del suo autore. d’Austria Ferdinando I, in occasione della sua visita a Ancora negli anni settanta del secolo la veduta Milano, a settembre, per l’incoronazione in Duomo a prospettica era un passaggio obbligato per un artista re del Lombardo-Veneto, e destinata alla sua galleria che avesse voluto seguire tutte le tappe di una tradi- di arte contemporanea nel Palazzo del Belvedere a zionale carriera pittorica. Inserita tra gli insegnamenti Vienna. Consacrato come erede di Migliara, morto accademici, tema d’esame e di premi annuali, essa rap- l’anno precedente, Bisi declina questa ampia composi- presentò per non pochi dei futuri, maggiori protago- zione prospettica sull’alternanza di zone di luce e di nisti della pittura antiaccademica di fine secolo, un im- ombra, documentando ogni singolo elemento architet- portante banco di prova. La Collezione Cariplo con- tonico e decorativo, come a rievocare il luogo della re- serva uno di questi saggi di pittura: quello riferito a cente cerimonia imperiale, ora riportato alla quotidia- Giovanni Segantini, che ventunenne e ancora allievo na dimensione rituale e di aggregazione civile. all’Accademia, con Il coro della chiesa di Sant’Antonio

52 24. Giovanni Migliara, Veduta di piazza del Duomo in Milano, 1828

53 25. Giuseppe Elena, Veduta della piazza della Vetra in Milano, 1833 (particolare a seguire)

54

26. Luigi Bisi, Interno del Duomo di Milano, 1840 (particolare a seguire)

56

27. Giuseppe Molteni, La confessione, 1838 (particolare a seguire)

58

28. Giovanni Segantini, Il coro della chiesa di Sant’Antonio in Milano, 1879 (particolare a seguire)

60 in Milano, accettato nel 1879 al concorso braidense Collezione conserva una Bagnante sorpresa, Giovanni per il Premio Principe Umberto, esordisce nelle espo- Strazza, Abbondio Sangiorgio, Pietro Magni e In- sizioni pubbliche. La struttura compositiva della tela nocenzo Fraccaroli, che presentava tre opere fra cui rientrava nei canoni della pittura prospettica secondo Davide che lancia la fionda. In quel momento e in quel l’insegnamento impartitogli a Brera dall’oramai anzia- contesto il soggetto biblico, raffigurante un fanciullo no Luigi Bisi; tuttavia il giovane interpreta il tema in che sconfigge il gigante, evocava le recenti vicende del maniera nuova, mostrando un interesse naturalista per Risorgimento italiano, così come Giuseppe Verdi pro- gli effetti della luce e una stesura e un uso del colore poneva gli stessi temi nel melodramma. Il successo del che si contrappongono al freddo nitore degli interni marmo di Fraccaroli fu tale da far produrre all’artista prospettici accademici. Il dipinto, i cui elementi com- diverse repliche, di formato minore, adatte all’arredo positivi, cromatici e iconografici trovano riscontro nel delle residenze di famiglie spesso legate al sentimento San Gerolamo nello studio di Antonello da Messina, antiaustriaco ormai prevalente nel Lombardo-Veneto. incunabolo della pittura prospettica quattrocentesca Tra queste i conti Melzi d’Eril, cui apparteneva la ver- di derivazione fiamminga, fu notato nelle affollate sale sione datata 1858, ora in Collezione. di Brera dal mercante, critico d’arte e pittore Vittore L’opera presenta elementi di realismo, poi svilup- Grubicy, determinando l’avvio della fortuna del giova- pati dalla generazione successiva, che raggiungeranno i ne pittore. massimi vertici con il ticinese Vincenzo Vela, alfiere della battaglie risorgimentali e liberali, la cui dimora Dall’epopea alla ferialità nella villa-studio di Ligornetto fu meta di patrioti in Nel gennaio 1851 Giuseppe Mazzini faceva ritorno a esilio. È un esempio del nuovo sguardo sulla realtà il Londra, dopo il fallimento della Repubblica Romana. Ritratto della marchesa Virginia Busti Porro adolescente, In quegli anni la capitale inglese ospitava una nutrita del 1871, la cui interpretazione stilistica si avvicina alla colonia di esuli italiani, tra cui molti intellettuali; il pri- figurazione di genere dei fratelli Induno. Il ritratto, in mo maggio si inaugurava “The Great Exhibition of marmo bianco di Carrara, appartiene a una fortunata the Works of Industry of all Nations”, allestita nel serie di opere di destinazione privata realizzate da Vela Crystal Palace, edificato per l’occasione. La galleria fin dagli anni cinquanta del secolo. Nella figura adole- delle statue raccoglieva centinaia di opere, molte di scente della marchesa Virginia Busti, poi andata sposa scultori italiani: Giovanni Emanueli, di cui la a Giovanni Angelo Porro Lambertenghi, lo scultore

62 29. Innocenzo Fraccaroli, Davide che lancia la fionda, 1858

30. Vincenzo Vela, Ritratto della marchesa Virginia Busti Porro adolescente, 1871

63 31. Francesco Hayez, L’ultimo abboccamento di Giacomo Foscari figlio del doge Giuseppe colla propria famiglia prima di partire per l’esilio cui era stato condannato, 1838 - 1840 (particolare a seguire)

64 compone una delicata immagine della giovinetta, che prezzarono l’interpretazione stilistica caratterizzata con un gesto elegante porge un fiore, strappato dal dalle tonalità calde e dalle velature dorate e trasparen- bouquet trattenuto sulle ginocchia, affidandosi a una ti di impronta neoveneta, cifra inconfondibile di que- meticolosa e realistica descrizione dei particolari fisio- sta fase della produzione hayeziana, non cogliendone gnomici e del costume, dall’acconciatura ai pizzi, alle la probabile sfumatura patriottica. morbide pieghe dell’abito, fino alle calzature. Il tema dell’esilio ricorre anche ne L’ultimo abboc- Vent’anni dopo Gerolamo Induno ci conduce nel cuo- camento di Giacomo Foscari figlio del doge Giuseppe re di un’azione bellica risorgimentale. La celebrazione colla propria famiglia prima di partire per l’esilio cui era delle lotte che avevano condotto alla nascita della na- stato condannato di Francesco Hayez. La grande tela, zione è documentata in Collezione con diverse tele, tra eseguita tra il 1838 e il 1840, offre la versione pittorica cui una delle prime realizzate in dimensioni monu- di un episodio di storia veneta allora popolarissimo, la mentali, destinata a inaugurare un filone inedito con cui fortuna è testimoniata dalla tragedia di Lord cui la pittura italiana si porrà in competizione con la Byron, del 1821, e dal melodramma di Giuseppe Ver- pittura storica internazionale. La Battaglia della di, di poco successivo alla sua stesura. Nel dipinto, uno Cernaia, presentata all’Esposizione di Belle Arti dei capolavori dell’artista, proveniente dalla collezione dell’Accademia di Brera del 1859 e acquistata da dell’imperatore d’Austria Ferdinando I, il pittore rie- Vittorio Emanuele II, è divenuta un modello di riferi- voca l’atmosfera della Venezia quattrocentesca, am- mento anche per la sua collocazione originaria nella bientando la scena nel portico al primo piano di collezione di Casa Savoia, custodita nel castello di Palazzo Ducale, con la chiesa di San Giorgio ancora in Racconigi. Il dipinto è condotto dal vero sulla base dei stile gotico sullo sfondo. Vi domina la presenza cen- numerosi schizzi realizzati dal pittore al seguito dell’e- trale della solenne figura del doge, padre del condan- sercito piemontese, inviato nel 1855 in Crimea al fian- nato, contrapposta a quella del figlio supplicante, cui co di quello anglo-francese per difendere l’impero fungono da completamento e contrappunto le figure Ottomano contro la Russia: Induno partecipa alla spe- della moglie e della madre dell’esiliato, sulla sinistra, e dizione come bersagliere. Dipinta nel 1857, l’opera quelle dei bambini. Infine, in secondo piano, il gruppo raffigura la battaglia combattuta tra le truppe franco- dei persecutori e traditori. Il dipinto ottenne l’am- piemontesi e le russe nei pressi dell’omonimo fiume, il mirazione negli ambienti artistici viennesi, che ne ap- 16 agosto del 1855.

66 32. Gerolamo Induno, La battaglia della Cernaia, 1857 (particolari a seguire)

67

33. Sebastiano De Albertis, L’artiglieria della IX Divisione all’attacco durante la battaglia di San Martino, 1887 (particolare a seguire)

70

34. Domenico Induno, L’arrivo del bollettino di Villafranca, 1861 - 1862 (particolare a seguire)

72

35. Emilio Magistretti, Il 9 gennaio 1878, L’opera è caratterizzata da una composizione poraneo alle modalità più aggiornate e spontanee della 1879 suddivisa in due parti: il campo in cui si svolge la sce- pittura di genere, ricavandone un repertorio iconografi- na, affollata da personaggi e comparse, e il cielo terso co assolutamente personale, tradotto con una pennella- e rosato. L’episodio centrale trova il suo fulcro nella fi- ta libera e mossa su delicati accordi cromatici dagli ef- gura del generale Alfonso La Marmora a cavallo, cui si fetti quasi cangianti. affianca una serie di episodi minori, disposti sull’inte- Resta ancora un’eco dell’afflato risorgimentale ne ro e ampio piano prospettico. Il 9 gennaio 1878 di Emilio Magistretti, apprezzato da Sebastiano De Albertis, altro pittore patriota e Umberto I e da lui acquisito per le raccolte d’arte del garibaldino, illustra invece la Battaglia di San Martino, Quirinale grazie all’interessamento del patriota Cesare che determinò, nel 1859, le sorti della seconda guerra Correnti. L’episodio, riferito alla morte di Vittorio d’indipendenza. L’opera in Collezione fu realizzata Emanuele, è ambientato allo sbocco della galleria per l’esposizione nazionale di Venezia del 1887, in un Vittorio Emanuele II sulla rinnovata piazza della momento in cui De Albertis si era ormai specializzato Scala, in un luogo simbolo di Milano che in quegli an- in scene di battaglia risorgimentali, nelle quali spicca- ni andava assumendo il ruolo di capitale morale della va la sua abilità nel rappresentare la cavalleria ed epi- nazione e un nuovo assetto urbanistico. sodi di crudo realismo. Sono ormai passati vent’anni L’evento storico luttuoso è appena accennato dal dallo svolgimento dei fatti e l’epopea si confonde nel- manifesto che riporta la notizia e dai fogli di giornale la descrizione di dettagli di genere. in distribuzione, mentre l’interesse del pittore si sof- Appartiene all’importante serie di episodi risorgi- ferma sulla folla di figure in primo piano che com- mentali presenti in Collezione anche L’arrivo del bollet- mentano il fatto. tino di Villafranca di Domenico Induno. Il dipinto è La ricerca del frammento della vita quotidiana ispirato all’episodio dell’armistizio di Villafranca, impo- domina anche, seppure con ben altri esiti artistici, Una sto da Napoleone III agli italiani il 14 luglio 1859 e nel- via di Milano di Luigi Rossi, presentato all’Esposizio- la sua versione originale ora conservata al Museo del ne Nazionale di Milano del 1881. Il pittore ticinese Risorgimento di Milano fu presentato all’Esposizione di considerato uno dei maestri del naturalismo lombardo Brera del 1861, dove ottenne uno straordinario succes- sceglie un taglio compositivo e un formato che danno so. Induno, anch’egli come il fratello Gerolamo patrio- il massimo risalto alla fuga prospettica e al tempo stes- ta e garibaldino, adegua un soggetto storico e contem- so la città e i gruppi di figure. Questi descrivono ognu-

74 75 36. Luigi Rossi, Una via di Milano, 1881 (particolare a seguire)

76

37. Arturo Ferrari, Nella vecchia via (Il vicolo San Bernardino alle Ossa), 1912

78 no una situazione e una realtà urbana contemporanee, ta la sua produzione: quando stava a Roma, nelle pau- attraverso le quali emerge con forza la sensibilità uma- se fra le lunghe assenze, in Italia settentrionale e a na e sociale dell’artista. Firenze prima, a Napoli poi, ce lo immaginiamo sedu- Nella vecchia via di Arturo Ferrari coglie invece to sulle sponde a scegliere scorci prospettici singolari la città, nel 1912, con uno sguardo nostalgico che si e panoramici, sempre diversi. Nel frattempo la co- sofferma sull’aneddoto narrativo e sul dettaglio di ge- scienza della sua arte era profondamente mutata: dal- nere. la pura registrazione topografica, veloce, fatta en plein air, alla rielaborazione in studio di motivi appuntati Paesaggi d’acqua sulle carte dei taccuini. “Mes tableaux demandant du La pittura di veduta, così come la scena di genere e la temp et beaucoup de patiance”, scriveva a un com- natura morta, venne considerata, fin dalla sua codifi- mittente stanco di attendere la consegna di un’opera. cazione come genere pittorico, una tipologia minore Non si tratta di una semplice variazione tecnica: è l’ap- rispetto alla pittura di storia e a quella di soggetto sa- proccio nuovo, che di fatto darà vita alla grande sta- cro. In particolare nel Seicento gli artisti che si dedi- gione del vedutismo italiano, veneziano ma non solo, e cavano alla descrizione del paesaggio rispondevano a che solleverà il genere e l’artista a un rango superiore: un desiderio molto pratico e comune anche ai nostri durante il soggiorno napoletano, padrino al battesimo giorni, il souvenir: non è un caso che proprio a Roma del figlio di Gaspard, colui che sarà il grande architet- fiorisca dalla metà del secolo un’attività di pittori e in- to Luigi Vanvitelli, fu il vicerè stesso, Duca di cisori che producevano immagini dell’urbe, destinate Medinaceli. In fondo possiamo trovare tutto ciò sinte- ai tanti viaggiatori che la visitavano. Anche Gaspard tizzato nella veduta del Tevere a Castel Sant’Angelo, vi- van Wittel non sfuggì a questa prassi: giunto a Roma sto da sud, per la quale in questa sede ci sentiamo di dalla nativa Olanda nel 1674, fu impiegato dal conna- togliere ogni riserva sull’attribuzione. Il rigore nell’im- zionale ingegnere Cornelis Meyer per effettuare i rilie- postazione prospettica, la straordinaria descrizione vi grafici del corso del Tevere, avvenuti nel 1675: da dell’agglomerato di case sulla riva opposta rispetto al- qui sarà scaturita l’attrazione di Vanvitelli per il fiume, la mole della fortezza pontificia, la minuzia nella defi- che egli iniziò a raffigurare a partire dagli anni ottan- nizione dei particolari sono indizi importanti per in- ta, dapprima con la tecnica della tempera su pergame- tuire la mano di van Wittel: la sua impronta si ricono- na; tale richiamo accompagna come una costante tut- sce nella studiata collocazione delle cose e delle perso-

79 38. Gaspard Van Wittel, Il Tevere 39. Angelo Dall’Oca Bianca, a Castel Sant’Angelo visto da sud, Pescatori di sabbia, 1884 1700-1715

80 81 40. Leonardo Bazzaro, ne, definite nelle loro attività positive, tale da condur- Orazione (a Chioggia) del milanese Leonardo Orazione (a Chioggia), 1897 re la visione in uno spazio atemporale e idealizzato. Bazzaro è una tela che forse oggi affascina chi la am- È intimo il rapporto tra dipinto di paesaggio e mira più di quanto appassionasse i contemporanei che corsi d’acqua, siano essi fiumi o canali lagunari: da nel 1897, al momento della sua partecipazione alla II Vanvitelli stesso con l’Adda, il Canal Grande e l’Arno Esposizione Internazionale d’Arte della città di fino a Canaletto e Bellotto. Ancora sul finire del- Venezia, erano ormai avvezzi al motivo del compianto, l’Ottocento un pittore veronese, Angelo Dall’Oca sul quale il pittore insisteva almeno dal 1882. È invece Bianca, ritrae uno scorcio della sua città con il Ponte legata alla fortuna iconografica della descrizione di della Pietra sull’Adige utilizzando parametri costrutti- moli e di banchine di mare o di laguna, dai quali par- vi dell’immagine pressoché identici a quelli di tivano migliaia di emigranti o i pescatori per lunghe Vanvitelli. Il fiume crea una diagonale prospettica e assenze stagionali, la presenza in Collezione di altre conduce l’occhio direttamente verso le arcate del pon- opere di analogo registro figurativo. Sul tema indugia- te. Il movimento è assecondato dalla fuga verso il fon- rono in tempi e con esiti distinti, con intenzione docu- do della sottile striscia di assi che formano un precario mentaria o illustrativa, molti artisti, ma dagli ultimi an- pontile su cui bambini di strada pescano o si appre- ni dell’Ottocento si rafforza la lettura simbolica del stano al bagno. In primo piano i due uomini armeg- soggetto, per favorire la quale si modifica la gestualità giano con dei retini su una barca, intitolando così il di- delle figure, preferendo l’icasticità delle pose alla mol- pinto Pescatori di sabbia. È evidente l’intento naturali- tiplicazione degli elementi narrativi – come avveniva stico dell’artista, volto a descrivere una situazione fe- nella traduzione realista del tema –, e la centralità del- riale e popolare attraverso una stesura pittorica fratta la figura femminile. e vibrante. Si veda un’opera come La partenza del marinaio, eseguita dal veneziano Alessandro Milesi nel 1901 ri- La suggestione del gesto e l’accostamento tra figure prendendo un soggetto presentato a Brera dieci anni femminili e superfici d’acque legano invece altri di- prima o la più teatrale variante compositiva sperimen- pinti in Collezione con il filo estremo di un’eco d’im- tata da Cesare Laurenti per La meraviglia in attesa, an- magine che ritorna, sospesa tra il realismo della rap- ch’essa in Collezione e di poco precedente, dove ritro- presentazione, ancora saldamente legata a forme pla- viamo la balaustrata in legno posta a scandire i piani stiche naturalistiche, e il suo valore simbolico. prospettici, mentre la figura ne viene proiettata oltre,

82 83 41. Alessandro Milesi, La traversata, 1901 (particolare a seguire)

84

42. Cesare Laurenti, La meraviglia in attesa, 1891-1897

43. Beppe Ciardi, La preparazione alla festa del Redentore, 1910 - 1915

86 87 in primo piano, relegando a uno sfondo evocativo il viene consuetudine degli ambasciatori delle potenze paesaggio lagunare. È bene anche sottolineare che en- di allora – Francia, Inghilterra, Impero asburgico – trambi gli artisti giunsero a questi lavori di suggestio- farsi immortalare sulla tela in occasione dei loro solen- ne simbolista dopo un felice avvio di carriera nel segno ni ingressi in Palazzo Ducale per presentare le lettere della più tradizionale pittura di genere di soggetto ve- credenziali al Doge. L’inventore di questo specifico fi- neto; non sono dunque i soggetti a mutare, bensì le in- lone che assembla la veduta di Venezia, la scena di ge- tenzioni degli artefici e dunque la traduzione figurati- nere e l’evento storico ufficiale è Luca Carlevarijs, va di temi conosciuti, ora volti in un linguaggio che friulano trapiantato ancora giovinetto nella capitale tende a omologarsi a esempi internazionali. della Serenissima, dove venne preso sotto l’ala protet- Il tema lagunare, l’evocazione dei gesti del saluto trice della nobile famiglia Zenobio, nome che nella e dell’addio, si perpetuano nel Novecento con la tela raccolta della Fondazione ricorre anche – come già vi- di Beppe Ciardi, La preparazione alla festa del sto – per via delle due Scene di caccia che Tiepolo di- Redentore nella quale il pittore conferma la sua bril- pinse per uno degli Zenobio. Il legame tra la famiglia lante maniera pittorica. Figlio d’arte ed erede, con la veneziana e Carlevarijs fu tale che il pittore acquisì il sorella Emma, della fama del padre Guglielmo e delle soprannome di “Luca di Ca’ Zenobio”. Proprio que- fortune della scuola pittorica veneziana del secolo pre- sto riferimento troviamo nell’antica etichetta posta sul cedente, l’artista dedicò almeno un’altra tela al mede- telaio del Capriccio con scene di vita in una città por- simo soggetto, da secoli caro alla cultura figurativa la- tuale, opera di grande qualità stilistica che rappresen- gunare in quanto legato alla ricorrenza popolare che ta Carlevarijs pittore di “capricci”, per lo più di sog- ancora oggi ricorda ogni anno, ai veneziani e al mon- getto marino. Anche questo genere trovò grande for- do, il flagello della peste che nel 1576 colpì l’intera tuna sul mercato internazionale, soprattutto per la Europa, e con essa il voto solenne per invocare la fine strana commistione tra l’ambiente naturale, la costa della pestilenza e la salvezza della città. mediterranea, e città ideate e fantastiche, con torri, cu- pole, mura possenti, sotto le quali si svolge la vita ani- La fortuna della pittura veneziana in ambito interna- mata di mercanti e marinai. La loquace etichetta testi- zionale è legata alla vocazione cosmopolita e mercan- monia come la nostra tela abbia dovuto prendere pre- tile della città lagunare: la straordinaria unicità del sto la strada per l’Inghilterra, dove era approdata, con luogo fa il resto. Così, nei primi anni del Settecento di- la sua gemella andata dispersa, nella collezione Tur-

88 nor, in una villa del Lincolnshire, nelle cui sale, ce lo ponte di San Marco in Milano ne è uno degli esempi rivela sempre l’etichetta, era ritenuta una veduta di più convincenti, rivelatrice inoltre della conoscenza Venezia. della tradizione paesaggistica del nord Europa, ap- In un errore simile non sarebbe stato possibile in- prezzata dall’artista nel corso di una lunga serie di correre davanti alla veduta raffigurante Il Campo viaggi. La qualità pittorica della tela si somma oggi per dell’Arsenale realizzato da Francesco Albotto utiliz- il fruitore all’interesse topografico e di costume della zando un precedente dipinto di Michele Marieschi, composizione, una delle più note e caratteristiche rap- che di Albotto fu non solo maestro: infatti alla morte presentazioni della città nella prima metà del- del primo, a soli trentatré anni nel 1743, il discepolo l’Ottocento. Dipinta nel 1834, essa illustra con una re- ventitreenne ne sposò la vedova; così Albotto fu due sa accuratissima di ogni dettaglio il tratto del Naviglio volte erede, materiale e spirituale. Succedendo nella all’altezza della conca di San Marco, delimitato dalla gestione della bottega, egli ripropose a volte fino alla chiusa in primissimo piano e dal ponte Medici sullo contraffazione i soggetti dello sfortunato Marieschi. sfondo; al centro, due comballi, i barconi utilizzati per Nella tela di Fondazione Cariplo ritroviamo tutti gli il trasporto dei marmi e dei graniti destinati agli scul- elementi tipici della veduta veneziana: il rigore pro- tori che dimoravano a Ca’ Medici – raffigurata sulla ri- spettico, qui accentuato dai quadrati della pavimenta- va sinistra del canale – e ai laboratori della vicina zione del campo, il canale con il veliero che l’attraver- Accademia di Belle Arti di Brera. sa, gli episodi di vita quotidiana. Elementi di composizione e narrazione tornati vi- La definizione del paesaggio naturale tali e attualissimi dalla prima metà dell’Ottocento con Luigi Alessandro Omodei, di nobile famiglia milanese, il vedutismo prospettico trionfante a Milano sotto la divenuto cardinale nel 1652 e stabilitosi definitiva- guida di Giovanni Migliara: genere che il pressoché mente a Roma, soleva recarsi per ritemprarsi e per gli coetaneo e rivale Giuseppe Canella, che non a caso esercizi di penitenza presso l’Eremo di Camaldoli, mo- aveva condotto a Venezia, su Canaletto e Bellotto, una nastero nascosto nei boschi dei Castelli, presso parte significativa della sua formazione di vedutista, si Frascati, edificato agli inizi del Seicento sotto gli au- sforza di rinnovare, riservando una maggiore attenzio- spici del papa stesso, Paolo V. Appare consueta la fre- ne ai valori atmosferici e luministici. La luminosità ab- quentazione del romitorio da parte dei membri delle bagliante della Veduta del canale Naviglio preso sul maggiori famiglie romane, e nel 1656 la regina Cristina

89 44. Luca Carlevarijs, Capriccio con scene di vita in una città potuale, 1710 - 1715 (particolare a seguire)

90

45. Giuseppe Canella, Veduta del canale Naviglio preso sul ponte di San Marco in Milano, 1834 (particolare a seguire)

92

94 46. Francesco Albotto, Il Campo di Svezia, convertita al cattolicesimo, poté visitarlo ro, come omaggio a e alla specializzazione dell’Arsenale, 1742 - 1750 grazie a una speciale dispensa. Il monastero deteneva del più maturo pittore. quindi un particolare prestigio: questo spiega il moti- Nell’opera matura del Piccio – come fu chiamato vo per cui il cardinale Omodei volle che fosse rappre- fin da fanciullo Carnovali, allievo alla Carrara – il pae- sentato in un dipinto – Veduta dell’Eremo di Camaldoli saggio assume legittimità autonoma, nella piena con- presso Frascati – che, come testimonia un inventario, sapevolezza dei rinnovati valori cromatici e luministici passò agli eredi. Prestigioso è il nome dell’artista a cui offerti dalla pittura en plen air. Da questi esempi tras- fu commissionata l’esecuzione, Gaspard Dughet, di sero forza e ispirazione i pittori della “nuova scuola” origine francese ma italiano di fatto essendo nato e lombarda, come fu denominato dalla critica ufficiale il morto a Roma, famoso anche perché cognato di gruppo dei giovani artisti che nel naturalismo cercava Poussin: la sorella di Gaspard aveva infatti sposato il la via per svecchiare un genere altrimenti cristallizzato pittore transalpino. La composizione risente degli in- nelle repliche del vedutismo prospettico. Tra questi si flussi della pittura di genere: la veduta dell’eremo, raf- annovera il milanese Eugenio Gignous, di cui la Col- figurata con esattezza, viene però inserita in un conte- lezione conserva quattro tele rappresentative di diver- sto bucolico, con la consueta scena di genere dei due si momenti e soggetti della sua ricerca pittorica sul contadinelli che intrecciano un dialogo amoroso. paesaggio. Dintorni di Milano, inviato all’Esposizione La compenetrazione del paesaggio reale con in- della Società Promotrice di Torino nel 1870, è una del- terpretazioni idealizzanti di un mondo bucolico è il fi- le testimonianze più precoci della sua attività artistica, lo conduttore che accomuna la produzione di molti ar- avendo il pittore, ventenne, esordito proprio in quel- tisti italiani e stranieri dalla metà del Seicento ai primi l’anno, con un nucleo di paesaggi realizzati dal vero, due decenni dell’Ottocento. Ne fu uno dei protagoni- anche a Firenze, a Genova e all’Accademia di Brera, sti il bergamasco Pietro Ronzoni, nato a Sedrina nel dove aveva appena ultimato i suoi studi. La scena, am- 1781, formatosi a Roma alla scuola di Giovanni bientata ai limiti estremi della città moderna, con gli Campovecchio, quindi attivo a Verona e a Bergamo alti edifici urbani da un lato e la roggia campestre dal- dove ricoprì all’Accademia Carrara la cattedra della l’altro a segnarne l’ormai fragile confine, acquista vita- Scuola di paesaggio. In questo contesto lo ritrae nel lità grazie al movimento impresso alla composizione 1825 un giovanissimo Giovanni Carnovali, inserendo dalla linea curva della strada sterrata, che dal primissi- il bel volto in uno sfondo naturalistico ripreso dal ve- mo piano raggiunge la piccola figura sullo sfondo. Il

95 47. Gaspard Dughet, Veduta dell’Eremo di Camaldoli presso Frascati, 1670 - 1675 (particolare a seguire)

96

48. Giovanni Carnovali, detto il Piccio, Ritratto di Pietro Ronzoni, 1825

98 49. Eugenio Gignous, Dintorni di Milano, 1870

99 50. Mosè Bianchi, Il ritorno dalla sagra, 1880 (particolare a seguire)

100

51. Achille Formis, Pascolo nella pianura, 1880-1890

102 realismo analitico che ancora contraddistingue la resa moralismo – risalta in maniera prepotente il racconto pittorica del soggetto, forse ultimato in studio, è com- legato al fenomeno dell’immigrazione: Dagli Appen- pletamente superato solo dieci anni dopo in una tela nini alle Ande, una delle novelle mensili maggiormen- molto simile per ambientazione e struttura compositi- te note, che narra la vicenda di un bambino alla ricer- va: Il ritorno dalla sagra, presentata da Mosè Bianchi ca della madre partita per l’Argentina a lavorare. nel 1880 alla Promotrice di Genova e all’Esposizione Ritroviamo una situazione speculare nel dipinto di di Belle Arti di Brera. Qui, il punto di vista del pitto- Adolfo Feragutti Visconti, Ricordati della mamma, re si stringe però sulle figure, ora in primo piano, la- presentato alla V Esposizione Internazionale d’Arte sciando il paesaggio sullo sfondo di una scena che della città di Venezia del 1903; l’artista, esponente di rientra a pieno titolo nel repertorio della pittura di ge- punta del realismo sociale, ci mostra in modo assai di- nere, e che infatti come tale fu intesa all’epoca, spin- retto e crudo il momento in cui una madre dà l’addio gendo l’artista a ripetute repliche della composizione. al figlioletto poco più che bambino, prima che egli Nello stesso decennio Pascolo nella pianura, gran- parta per l’America. Il molo, la prua del bastimento, il- de tela di Achille Formis, riporta invece l’interpre- lustrano con immediatezza l’episodio. Il dipinto, in tazione naturalista del paesaggio lombardo a toni più equilibrio tra la poetica degli affetti e l’impegno civile, tradizionali, almeno nell’impianto compositivo e nel- denuncia la tragedia comune a tanta gente del meri- l’inserimento di quieti brani narrativi di genere, men- dione, ma anche del Veneto e di altre regioni italiane, tre nell’esecuzione rivela, specie nel gesto pittorico e e la situazione di miseria che portava anche i ragazzet- nella matericità del colore nel primissimo piano, un’a- ti a cercar fortuna all’estero, alla ricerca di fonti di so- desione se non altro formale alle sperimentazioni tec- stentamento per l’intera famiglia. niche del più maturo naturalismo. Quasi tre secoli prima un anonimo pittore fran- cese illustrava nella Madre che cuce e due figli una si- L’infanzia tra miseria e sogni tuazione di povertà: un interno con una donna e due Nel 1888 Edmondo De Amicis pubblicava Cuore, te- bambini piccoli, i vestiti stracciati della donna, i pove- sto che fu, almeno fino al secondo dopoguerra, una ri resti di un pasto frugale evidenziati nella straordina- lettura pressoché obbligatoria nella scuola italiana. ria natura morta composta da una brocca, un piatto e Accanto ai temi più cari al tardo Ottocento – il pa- un tozzo di pane, ai piedi della culla. La pittura di ge- triottismo, l’educazione civica venata da un malcelato nere assai praticata nella cultura nord europea, fiam-

103 minga e francese, ma anche in Italia, si carica qui di l’arte di Antonio Mancini è evidente anche nell’uso di un’attenzione, quasi di una partecipazione alla fatica una tecnica caratterizzata da tratti di colore puro, nel- quotidiana dei contadini. In questo modo assistiamo a le figure dai contorni indefiniti ma dalla gestualità vi- una anticipazione della poetica dei pitocchi, proposta vacemente espressiva. da Giacomo Ceruti un secolo dopo. In fondo ritrovia- mo ancora le medesime suggestioni nel primo Van Contadini e operai Gogh dei Mangiatori di patate. A Milano, il pittore bresciano Francesco Filippini, co- Altri bambini, altre situazioni ai confini tra realtà me decine di altri lombardi e non solo, fu accolto e sogno sono proposti da Antonio Mancini in una giovanissimo e si integrò nel tessuto culturale d’avan- grande tela esposta con altre diciannove all’interno di guardia del capoluogo. L’avvio artistico del giovane, una mostra personale nell’ambito della XII parallelamente alla sua esperienza umana, avvenne Esposizione Internazionale d’Arte della città di sotto il segno dell’ultima Scapigliatura, nell’ambiente Venezia del 1920. Due ragazzine, probabilmente le ni- intellettuale vicino al socialismo umanitario di Filippo poti dell’artista, sono raffigurate in un ambiente bo- Turati, allora molto influente in città, e nel milieu so- scoso e guardano davanti a loro quasi a rimirarsi in ciale della più avanzata borghesia imprenditoriale e uno specchio, che restituisce i Riflessi (questo il titolo delle professioni, in un intreccio di influenze, amicizie dell’opera) della realtà. È evidente il gioco di rimandi e rimandi personali che Filippini condivise con gran simbolici, per cui sulla tela si impressionano i riflessi parte degli artisti lombardi della sua generazione. della luce che gioca nel sottobosco e al tempo stesso i Ecco dunque che all’Esposizione nazionale di rimandi della memoria e del sogno: le figure della gio- belle arti di Roma del 1883 Filippini, oltre a ripresen- vane violinista e di una seconda persona vestita di tare una pittura di storia sacra, si fa notare anche per i chiaro si inseriscono nella trama come un’apparizione. paesaggi. Appunto in quest’occasione la critica mila- L’elemento musicale, ancora un violino, e il fatto- nese ne sancisce la connotazione di paesaggista, inse- re simbolico declinato in un contenuto religioso sono rendolo a pieno titolo nel gruppo della “nuova scuo- proposti nel dipinto di Vincenzo Irolli L’angelo musi- la” lombarda dei naturalisti. Il giovane artista deve cante, il quale avendo appena terminato di suonare questa nuova visibilità al critico Luigi Chirtani che re- una ninnananna si protende a donare il bacio della censendo sul “Corriere della Sera” la rassegna romana buonanotte al bambino addormentato. Il legame con loda la sua abilità di colorista, riservandogli gli onori

104 52. Adolfo Feragutti Visconti, Ricordati della mamma, 1903

105 53. Scuola francese del XVII secolo, Madre che cuce e due figli, 1600 - 1650

106 54. Vincenzo Irolli, Alle pagine seguenti L’angelo musicante, 1900 - 1905 55. Antonio Mancini, Riflessi, 1918-1920 (verso della tela e particolare a seguire)

107 108 dell’occhiello del titolo accanto ai nomi di Gignous genere, rimandano inoltre all’impronta civile e sociale (già suo compagno all’Accademia di Brera), Leonardo della sua coeva pittura di figura. Bazzaro, Guido Boggiani, Pompeo Mariani. Maestro ed esempio per tutti i giovani della L’eccellenza come paesaggista sarà poi conferma- “scuola lombarda”, il milanese Filippo Carcano ci ta alla prima esposizione della Società Permanente di conduce alle soglie di quelle povere case in una tela di Milano, nella primavera del 1886, mentre la presenza figura grande al vero: Tipi di una famiglia di contadini alla prima Triennale di Brera del 1891 è modulata su nel Veneto, presentata nel 1885 all’esposizione annua- più generi, segnando anche l’adesione ai temi del veri- le di Brera. Pittura naturalista dal gesto libero e di im- smo sociale, esperienza assolutamente opportuna alla pasto corposo sui toni poco più che monocromi dei vicenda milanese del pittore e agli sviluppi della pittu- bruni e delle terre, per un soggetto aspro che al di là ra lombarda. A questa data la compattezza della “nuo- della titolazione di tipo documentario e classificatorio va scuola lombarda”, formatasi attorno alla Sca- assolutamente in sintonia con lo spirito positivista del pigliatura e poi cresciuta nell’ambiente dell’Acca- tempo, si colloca nella compagine della prima pittura demia di Brera da cui derivava la sua forza rappresen- di verismo sociale. A questa, esplicitamente, fa riferi- tativa a livello nazionale, è ormai un dato di fatto rico- mento il Muratore che nel 1891 Giovanni Sottocornola nosciuto anche dal pubblico, e il paesaggio era consi- presenta alla Prima Esposizione Triennale di Belle Arti derato il genere maggiormente rappresentativo della di Brera, riprendendo i canoni della ritrattistica antica recente evoluzione delle tendenze dell’arte contempo- e volgendoli all’impegno sociale. Per l’opera in colle- ranea, ormai svincolata dalla tirannia del soggetto e zione il pittore cerca il suo modello sul vero, con ogni della figura nella ricerca sempre più estrema del “ve- probabilità in uno dei cantieri che affollavano la città. ro”. In quegli anni la ricerca di Filippini si concentra Realizzato con una pittura scabra e veloce di convin- sulla valenza espressiva del tono-colore e della luce co- cente efficacia verista, e con una tavolozza prevalente- me mezzo per ridisegnare gli sfuggevoli contorni del mente scura, tipicamente lombarda, accesa dai gialli vero, nel paesaggio come nella figura. del pane di frumento e dai bianchi calcinati del muro, Prime nevi è un esempio magistrale della maturità il dipinto si distingue per la rinuncia dell’autore a del pittore: la crudezza estrema della rappresentazione qualsiasi facile richiamo emotivo o aneddotico; in que- del paesaggio e delle povere abitazioni che lo misura- sto senso non è senza significato che dal tema icono- no, entrambi privi di ogni concessione al costume e al grafico sia eliminata la convenzionale e accattivante

110 56. Francesco Filippini, Prime nevi, 1889

Alle pagine seguenti 57. Giovanni Sottocornola, Muratore (figura al vero), 1891

58. Filippo Carcano, Tipi di una famiglia di contadini nel Veneto, 1885 (particolare a seguire)

111 112 presenza femminile propria della pittura di genere. realtà visiva serve soltanto come punto di partenza. L’artista si concentra sull’unica figura dell’anziano ma- Egli è il solo grande artista che abbia intuito da più di novale in atteggiamento di riposo, indirizzando l’at- trent’anni che l’arte fuggiva il verismo per innalzarsi tenzione sugli attrezzi del cantiere e documentando allo stile. Egli è più grande di Segantini, il quale in un con l’efficacia di un’istantanea fotografica una condi- panteismo un po’ elementare aveva intuita la necessità zione di vita e un preciso ambiente di lavoro urbano. della fermezza dello stile, ma lo aveva cercato nella Sottocornola appartiene, da protagonista, al gruppo di chiusura dei contorni, perdendo quello che doveva di- artisti formatisi negli ultimi decenni dell’Ottocento al- venire definitivo, nella finitezza dell’esecuzione, nell’a- la scuola di Raffaele Casnedi e di Giuseppe Bertini nalisi [...]. Previati è stato il precursore in Italia della presso l’Accademia di Brera. Interprete tra i più alti rivoluzione idealista che oggi sbaraglia il verismo e lo della stagione del realismo lombardo di fine secolo, studio documentato del vero. Egli ha intuito che lo sti- per oltre un decennio il pittore privilegia il tema ico- le comincia quando sulla visione si costruisce la conce- nografico dei lavoratori delle fabbriche milanesi e dei zione, ma mentre la sua visione si è rinnovata nella mo- nuovi tipi urbani, elementi di identificazione della me- dernità, la concezione è rimasta, come ossatura, al vec- tropoli, ormai in piena industrializzazione. Fin dagli chio materiale elaborato del Rinascimento italiano [...] anni ottanta del secolo, infatti, la presenza in città di l’ultimo artista del Rinascimento italiano [...]. Un so- migliaia di manovali, badilanti e muratori stagionali gno che svanisce nella luce della modernità”. Con que- occupati negli innumerevoli cantieri edili aperti nella ste parole appassionate nel marzo del 1916 Umberto Milano postunitaria aveva reso “visibile” questa cate- Boccioni offriva il suo ultimo omaggio al maestro fer- goria operaia, fortemente politicizzata e spesso prota- rarese: a quella data, ancora una volta e inconsapevol- gonista di scioperi che avevano un’eco nazionale. mente, i due uomini erano più che mai vicini, prossi- mi alla fine della loro vita personale e artistica. Aspetti del Novecento Sogno, luce e modernità si coniugano in uno dei “Quando finirà questa infame noncuranza, questa ver- vertici della pittura di Previati: La danza delle ore, di- gognosa incoscienza artistica e nazionale verso il più pinto presentato alla III Esposizione Internazionale grande artista che l’Italia ha avuto da Tiepolo ad oggi? d’Arte della città di Venezia del 1899. Nella grande te- [...] Previati è il solo grande artista italiano che abbia la l’artista congiunge con un cerchio luminoso le Ore, concepita l’arte come una rappresentazione in cui la personificazioni mitologiche delle stagioni e dell’ordi-

114 ne temporale, danzanti fra il sole e la terra in uno spa- si trasforma, chiede spazio, si muove più libera negli zio cosmico inondato di luce, in un moto circolare che abiti di nuova foggia, esplicita i propri sentimenti e al allude al continuo e infinito susseguirsi del giorno e contempo richiede un adeguato ruolo sociale; negli della notte. La danza diventa quindi l’allegoria del stessi anni la donna diviene tema iconografico eclatan- tempo, legge che governa la vita, in un universo per- te anche nella nuova comunicazione visiva di massa e cepito come pura luce e pura musica: concetto ricor- in particolare nell’arte pubblicitaria, affollata da rente nel simbolismo europeo e nella poetica del divi- silhouettes femminili strizzate nel “corset mystère” sionismo in particolare, dei quali Previati fu uno dei che occultava il ventre spingendo in avanti il busto e massimi teorici ed esponenti. Sul finire del secolo, a slanciando la figura. Seppure quasi mai consciamente, pochi mesi da una svolta calendariale che aveva assun- questa nuova figura di “donna moderna” in continuo to toni messianici e positivi anche a livello popolare, il divenire, poi identificata dalla critica come uno dei tema era inoltre di grande attualità: tuttavia, al mo- simboli del multiforme quanto inafferrabile “stile mento, il dipinto non fu unanimemente apprezzato Liberty”, era percepita dagli artisti come simbolo, ico- dalla critica, che in quella edizione della mostra vene- na del mondo in piena trasformazione, anche e a di- ziana si trovava a confrontarsi con ogni accezione di spetto del travestimento in costume o della trasfigura- un’arte internazionale ormai avviata alla pluralità di zione allegorica. Le eleganti dame di Emilio Gola, fre- linguaggi che saranno il sale del Novecento. quentatore del bel mondo per nascita e per censo, fu- La Collezione Cariplo ne accoglie alcuni, e con si- rono tra le più apprezzate; tele che, come questa in curi capolavori, lasciandone in ombra altri, offrendo Collezione, superata la superficie effimera del sogget- tuttavia uno spaccato affascinante dei primi cin- to, rivelano una raffinata modernità anche nella de- quant’anni del secolo. Il grande Ritratto di signora di strutturazione della forma e nella cromia. Emilio Gola, presentato nel 1903 alla V Esposizione La pittura di paesaggio assume in Italia negli stes- Internazionale d’Arte della città di Venezia, offre un si anni sfumature simboliche che si accentuano nel- convincente esempio della ritrattistica alla moda che l’interpretazione del genere resa con tecnica pittorica fu carattere saliente della produzione pittorica euro- divisionista. Primavera in alta montagna, del 1912, di pea e statunitense fino allo scoppio della prima guerra Emilio Longoni e Battello sul Lago Maggiore di Angelo mondiale. La modernità dell’immagine femminile è in- Morbelli, del 1915, ne costituiscono due modelli si- terpretata attraverso le pose di una donna ideale, che gnificativi, cronologicamente posti sulla linea estrema

115 116 59. , La Danza delle ore, 1899

60. Emilio Gola, Ritratto di Signora, 1903

117 61. Emilio Longoni, Primavera in alta montagna, 1912

62. Angelo Morbelli, Battello sul Lago Maggiore, 1915

118 119 63. Leonardo Dudreville, Amore: discorso primo, 1924 (particolare a seguire)

120

64. Filippo De Pisis, Fiori di campo, 1935

65. Mario Sironi, Composizione, 1955 - 1957

122 123 della sperimentazione tecnica della prima generazione Da questa esperienza, il pittore nato a Venezia ma divisionista. Entrambi composti entro uno spazio formatosi a Brera passerà sotto la guida della critica chiuso da una centina, che delimita anche simbolica- d’arte Margherita Sarfatti a una pittura profondamente mente la raffigurazione, i due dipinti condividono ol- legata alla figurazione, esplicitata sotto l’insegna dei tre alla tecnica la suggestione di uno spazio sospeso, “Sei pittori del Novecento”, con i quali nel 1924 nel quale il dato naturale non è immediatamente do- partecipa alla XIV Esposizione Internazionale d’Arte minante. Morbelli riporta lo spettatore alla concretez- della città di Venezia, dove espone Amore: discorso za della storia e dell’attualità con la bandiera tricolore primo, ora in Collezione Cariplo. Dudreville, che era mossa dal vento all’estrema sinistra della tela: un inno anche superbo illustratore e non disdegnava l’arte del alla patria nell’anno in cui l’Italia dichiara guerra al- cartellonismo, padroneggiava la narrazione tramite le l’impero austro-ungarico. figure; in quest’opera monumentale egli svolge il tema Mentre Morbelli – anziano maestro appartenen- dell’amore scandendo lo spazio pittorico in quadri te alla generazione che aveva aperto la strada alle distinti, come era uso nell’antico linguaggio iconico avanguardie artistiche del Novecento – dipingeva il destinato al popolo, dall’affresco prerinascimentale alle suo tricolore, Leonardo Dudreville (classe 1885) fon- composizioni figurate dei cantastorie. Un dipinto dai dava a Milano il gruppo di “Nuove Tendenze” con molti rimandi, nel quale le vicende personali e i ricordi Adriana Bisi Fabbri, Achille Funi, Carlo Erba, familiari dell’artista si trasfigurano in episodi che Antonio Sant’Elia, Antonio Possamai, Mario potrebbero aprire la strada a una lettura psicoanalitica Chiattone, Antonio Arata, Marcello Nizzoli, Alma dell’opera: troppo complessa e imperscutabile nella sua Fidora, presentatosi nel 1914 in un’unica esposizione solo apparente semplicità descrittiva per essere accolta allestita presso la Famiglia Artistica a Milano. Il grup- all’interno della poetica di rigore classicista propugnata po si proponeva come alternativa alle intransigenze da Sarfatti, che infatti non la apprezza. del futurismo – Dudreville non era stato chiamato a Alla potenza plastica di Dudreville fa da contral- firmare, nel 1910, il Manifesto dei pittori futuristi, e il tare la poesia fragile dei Fiori di campo di Filippo de successivo sviluppo figurativo della sua ricerca ne Pisis, anch’egli, alla metà degli anni venti, cooptato da chiarirà i motivi profondi – proclamandosi tuttavia in Margherita Sarfatti nel variegato gruppo degli artisti aperta rottura programmatica rispetto a ogni tenden- con cui ella lavorava per un “ritorno all’ordine” che ri- za passatista. portasse l’arte italiana alle vette della figurazione clas-

124 sica. Il dipinto, datato 1935, fa parte di una serie di na- – nel dopoguerra e sino alla sua morte, nel 1961. ture morte di fiori realizzate durante il soggiorno pari- Tramontati gli anni della grande decorazione murale gino, condotte con una pittura magra, essenziale, nel- di committenza pubblica, Sironi si rivolge alla pittura la quale ogni pennellata descrive e riassume il vero. di cavalletto, realizzando negli anni cinquanta una se- Mario Sironi, il più grande tra gli artisti del Novecento rie di opere quali la Composizione della raccolta Italiano di Sarfatti, il gigante del muralismo tra le due Cariplo, nelle quali la figurazione plasticamente mo- guerre, il teorico geniale e appassionato di un’arte di numentale che negli anni trenta aveva caratterizzato i regime che fosse politica e sociale a un tempo, pagherà vertici della sua produzione si tramuta in un’iconogra- la propria passione e il diretto coinvolgimento con il fia di gusto arcaico, in corpi immobili come antichi fascismo con un feroce isolamento impostogli – ma idoli, racchiusi in nicchie che proteggono e isolano a anche voluto, fino alle soglie di una cupa depressione un tempo.

Nota bibliografica Milano, in “Gli Avvenimen- collezioni d’arte. Dal classico al • Sergio Rebora, a cura di, Le • Gabriello Chiabrera, Rime, ti”, a. II, n. 14, 26 marzo – 2 Neoclassico, Fondazione Cassa collezioni d’arte. Il Novecento, vol. 3, Dalla Società Tipogra- aprile, Milano 1916. di Risparmio delle Provincie Fondazione Cassa di Rispar- fica dei Classici Italiani, • Marguerite Yourcenar, Mé- Lombarde, Milano 1998. mio delle Province Lombar- Milano 1808, XVII, Il Verno, moires d’Hadrien, suivis des • Sergio Rebora, a cura di, Le de, Milano 2000. pp. 101-105. Carnets de notes des Mémoires collezioni d’arte. L’Ottocento, • , Le espo- d’Hadrien, Le Club du meil- Fondazione Cassa di Rispar- sizioni collettive di Gaetano leur livre, Paris 1953. mio delle Provincie Lombar- Previati e Carlo Fornara a • Maria Luisa Gatti Perer, Le de, Milano 1999.

125 PALAZZO MELZI D’ERIL, SEDEDELLAFONDAZIONECARIPLO

l palazzo risale in origine al Settecento e rispecchia- aperto, si trova il busto marmoreo di Francesco duca di va infatti nella sua forma originaria il gusto neoclas- Lodi, personaggio assai particolare. Fu protagonista del- I sico. La contrada in cui sorgeva l’edificio era detta la politica italiana durante l’epoca napoleonica e, in par- “cavalchina” perché vicina alla dimora della famiglia ticolare, divenne vicepresidente della Repubblica Italiana Cavalchino nei pressi di Porta Nuova, ma la storia del dal 1802 alla trasformazione della stessa in Regno d’Italia palazzo è legata alla famiglia Melzi d’Eril, una delle più a opera di Napoleone (1805). Si è persa la memoria della antiche dinastie nobili del capoluogo lombardo. La di- sua personalità, rilevante nella vita politica milanese. Fu mora fu acquistata infatti, durante il periodo napoleoni- anche uomo di lettere e si è occupato della pubblicazione co, da Francesco Melzi d’Eril, duca di Lodi, che vi morì di vari carteggi; affetto da gotta inguaribile si ritirò a vita il 15 gennaio 1816 e passò poi in eredità al pronipote Lo- privata nel 1814 proprio nell’abitazione di via Manin, ge- dovico, che provvide a una totale riedificazione. Fu Gia- loso delle opere d’arte ivi contenute e della sua bibliote- como Moraglia a occuparsi del rifacimento, intorno al ca, negandosi completamente ai visitatori. L’interno del 1840, dell’intero fronte comprendente un portone ar- palazzo è stato oggetto di un totale rinnovamento da cuato decorato da una protome con figura di Ercole e parte del Moraglia che provvide a eliminare qualun- con draghi nei timpani. La facciata prospetta su via Ma- que particolare di gusto neoclassico a favore di una nin ed è rivestita di granito rosa a bugnato a livello del maggiore fastosità del salone e a rielaborare la siste- piano terreno, anch’esso frutto dell’intervento ottocente- mazione degli appartamenti privati in vista di una sco. Attraversato il portone, per un vestibolo ovale, si ar- maggiore funzionalità. Quello di Moraglia è un inter- riva al cortile a pianta rettangolare con portico architra- vento decisamente “moderno” che si ritrova negli vato a colonne doriche sovrastato da due piani coperti da spazi esterni precedentemente descritti. Oggi il pa- un terrazzo. Proprio di fronte all’ingresso, in un vano lazzo è sede della Fondazione Cariplo.

127

130

132 133 PALAZZO CONFALONIERI, CENTROCONGRESSI

a storia del palazzo settecentesco si lega alle vi- te esposte nelle sale. Particolare attenzione merita il sa- cende della famiglia Confalonieri, nobile casata lotto del Settecento veneziano, in lacca verde, oro e L milanese devota all’Austria. Costruito tra la fine bianco con fiori a cesello in colori vivacissimi, ma tutti del Seicento e gli inizi del Settecento, nei primi anni gli ambienti godono di una splendente policromia; alle dell’Ottocento il palazzo venne abitato da Federico riunioni e ai congressi è dedicato invece il Salone Confalonieri (1785-1846), il cui nome compare ancora dell’Economia Lombarda. oggi sulla facciata, e dalla moglie Teresa Casati; il conte Gli interni sono stati più volte rimaneggiati, pur fu arrestato proprio qui nel 1821 per cospirazione pa- conservando inalterato lo spirito decorativo originale e triottica e in seguito venne condannato all’ergastolo e il palazzo è stato soggetto ad almeno due fondamentali poi alla deportazione in America. ristrutturazioni: una ai primi del Novecento – quando La facciata dell’edificio prospetta su via Monte di fu acquistato insieme ad altri edifici dell’isolato dalla Pietà ed è decorata da finestre con cornici sagomate e Cassa di Risparmio per poi essere destinato per alcuni balconcini di ferro battuto, in stile barocchetto. Il bel decenni all’Esattoria civica – e un’altra più recente, ter- portone con archivolto a rilievi di stucco è sormontato minata nel 2006, che ha aggiornato tecnologicamente da un balcone con eleganti mensole; la parte superiore l’edificio utilizzato da tempo come Centro Congressi della facciata è delimitata da una gronda in legno con della Fondazione Cariplo, con ingresso da via mensoloni anch’essi lignei e da un cornicione sagomato. Romagnosi. Proprio la particolarità e ricchezza degli L’interno del palazzo è indubbiamente fastoso e ambienti del palazzo ne hanno fatto il luogo di “rappre- contribuiscono a questa ricchezza i soffitti a cassettoni sentanza” della Fondazione che è riuscita a conservare con rosoni dorati, l’arredamento Luigi XIV – con spec- anche il piccolo ma prezioso spazio verde prospiciente chiere e preziosi lampadari di Murano – e le opere d’ar- l’ingresso.

135 136

138

APPENDICE L’UNIVERSO DI ARTGATE

Fondazione Cariplo, alla prevalente attività di partecipazione ad altri eventi culturali in grant making, affianca alcune proprie iniziative, collaborazione con varie istituzioni culturali e le proponendosi pertanto non solo come organismo attività didattiche rivolte alle scuole (progetto filantropico che ha il compito di valutare e didattico ArtL@b). sostenere economicamente progetti di altri, ma Il sito Artgate www.artgate-cariplo.it è stato il anche come istituzione in grado di disegnare primo e significativo tassello delle attività di proprie politiche e di elaborare proposte nel valorizzazione condotte dalla Fondazione. settore della cultura, dell’ambiente, della ricerca, Costituisce il luogo virtuale in cui i contenuti della dei servizi alla persona. raccolta sono indagati e appresi con diversi gradi Tra queste iniziative, denominate Progetti della di approfondimento, grazie all’utilizzo di differenti Fondazione, si colloca il progetto Artgate, criteri di ricerca e accurate schede storico-critiche complesso di interventi incentrati sulla collezione sia di opere sia di artisti. d’arte della Fondazione, articolato in varie Alla messa online del sito Artgate sono seguiti proposte culturali e didattiche destinate al più ulteriori momenti di diffusione dei contenuti della ampio pubblico, quali l’allestimento di un sito raccolta, anche in collaborazione con altre dedicato (www.artgate-cariplo.it), l’esposizione istituzioni, nell’ottica di accrescere la sensibilità permanente del nucleo ottocentesco presso lo nei confronti del comune patrimonio culturale, spazio espositivo delle Gallerie d’Italia - Piazza attivare iniziative collaterali di studio, di didattica Scala, a Milano, i prestiti di opere d’arte a e di ricerca. E dello sforzo compiuto le pagine che prestigiose mostre in Italia e all’estero, la seguono desiderano lasciar traccia.

142 66. Attilio Pratella, Pescatori sul molo, 1900

67. Pompeo Mariani, Marina a Bordighera, 1908 68. Lodovico Cavaleri, Mattino in Liguria, 1925

143 ALLE GALLERIE D’ITALIA PIAZZASCALA:DACANOVAALNOVECENTO

Il polo museale Gallerie d’Italia - Piazza Scala nipote di Papa Clemente XIII, e si conclude con Sala 1. Il genio di Canova nei bassorilievi Rezzonico. Tra epica nasce a Milano nel novembre 2011, frutto della quattro capolavori di Umberto Boccioni – tra cui omerica ed etica socratica, tra virtù partnership, nel segno dell’arte, tra Intesa la straordinaria tela con le Tre donne – che cristiana e filantropia illuminata Sanpaolo e Fondazione Cariplo. Due le sezioni rappresentano la nascita, proprio nel capoluogo Gallerie d’Italia - Piazza Scala, Milano in cui è strutturato: Ottocento e Novecento. lombardo, del Futurismo. Vengono dunque Sala 9. Gerolamo Induno, Sebastiano De Albertis e la grande epica del La pittura dell’Ottocento trova una collocazione documentati, con opere eccezionali, due periodi Risorgimento ideale nell’insieme formato dai palazzi Anguissola fondamentali della storia dell’arte italiana: il Gallerie d’Italia - Piazza Scala, Milano Antona Traversi e Brentani, di proprietà di Intesa Neoclassicismo, contrassegnato dal genio di Sanpaolo. Canova che, riprendendo la lezione degli antichi, Sala 12. L’immagine di Milano nella veduta urbana e nella pittura Gli interni degli edifici, in virtù della loro restituisce alla scultura italiana il suo primato nel prospettica. Il Duomo monumentalità, possiedono in se stessi una grande mondo; e l’esperienza esaltante del Futurismo, Gallerie d’Italia - Piazza Scala, Milano valenza museale; la loro contiguità, d’altro canto, che spalanca nuovi orizzonti alla pittura Sala 16. Il revival del Settecento nel li rende particolarmente adatti per valorizzare le guadagnandosi un prestigio internazionale. salotto borghese Gallerie d’Italia - Piazza Scala, Milano raccolte d’arte in essi ospitate. La pittura dell’Ottocento lombardo, per l’alta E qui sono raccolte le testimonianze artistiche qualità e il significato storico, testimonia come ottocentesche della Collezione Cariplo. Milano sia stata il maggiore centro artistico Il percorso espositivo si apre con una magnifica italiano dell’epoca, la laboriosa officina di una sequenza di tredici bassorilievi di Antonio Canova pittura che intendeva interpretare le istanze di una – ispirati all’epica omerica e alla vita di Socrate – società in rapida trasformazione e le aspirazioni appartenuti al principe Abbondio Rezzonico, stesse della nascente nazione italiana.

144 Sala 1 Sala 9

Sala 12 Sala 16 145 ARTL@B: I GIOVANI INCONTRANO L’ARTE

Il patrimonio artistico costituisce uno Le classi partecipanti sono affiancate da operatori straordinario strumento per motivare gli studenti, didattici che coprogettano i percorsi con i docenti accrescendone la sensibilità verso i valori del e conducono incontri laboratoriali con i ragazzi, presente e del passato, e avvicinarli, in veste di guidandoli nella produzione di elaborati originali protagonisti, all’arte. di carattere scientifico o artistico (pannelli Per tali ragioni, da Artgate è scaturito il progetto espositivi, ipertesti multimediali, installazioni e didattico ArtL@b, che vede coinvolte le scuole video). I giovani artisti vedono ‘esposti’ i loro secondarie di secondo grado della Lombardia e lavori sia sul sito www.artgate-cariplo.it sia delle province di Novara e del Verbano-Cusio- all’interno di una mostra allestita nei prestigiosi Ossola. L’obiettivo è portare il patrimonio artistico spazi delle Gallerie d’Italia - Piazza Scala. di Fondazione Cariplo all’attenzione di un vasto pubblico di giovani, proponendo loro di utilizzarlo come risorsa di studio e veicolo per la sperimentazione di una metodologia didattica innovativa, basata sulla laboratorialità e sull’interdisciplinarietà.

146 69. Vincenzo Migliaro, 70. Riccardo Pellegrini, Popolana all’arcolaio, 1900-1910 Il ponte medievale sul Ticino a Pavia (Ponte Ticino a Pavia), 1900-1915

147 LACOLLEZIONEVIAGGIANELMONDO

Nel corso degli anni, numerose opere appartenenti alla collezione di Fondazione Cariplo sono state esposte all’interno di mostre temporanee, in Italia e all’estero. In tal modo, il pubblico ha potuto apprezzare dal vivo la magnificenza di un patrimonio d’arte che, diversamente, avrebbe goduto di ben minore fruibilità. L’aver aderito a prestigiose iniziative culturali ha consentito, infatti, una diffusione capillare della raccolta. I dipinti della collezione sono stati ospitati da importanti sedi espositive: Scuderie del Quirinale (Roma), Palazzo Reale (Milano), Musei San Domenico (Forlì), Guggenheim (New York), Museo dell’Orangerie (Parigi), Palazzo Imperiale di Innsbruck (Austria), per citarne alcune. Per un maggior dettaglio delle mostre si invita a consultare l’apposita sezione del sito www.artgate-cariplo.it.

148 71. Guglielmo Ciardi, Canal Grande, 1899-1905

72. Pietro Fragiacomo, Armonie verdi, 1920

149 SHAREYOURKNOWLEDGE:ARTEECREATIVITÀCONDIVISE

Ogni istituzione possiede, produce e commissiona la realizzazione di contenuti culturali: pubblicazioni, ricerche, database, musica, opere d’arte, saggi, documentazione, pièce teatrali, video, immagini, comunicati stampa, biografie di artisti e autori, materiale didattico. Questi contenuti sono una delle risorse più importanti delle istituzioni culturali. Aderendo al progetto Share Your Knowledge della Fondazione lettera27, tali istituzioni hanno la possibilità di diffondere e valorizzare i propri contenuti, attraverso Wikipedia e l’applicazione delle creative commons (licenze di diritto d’autore redatte e messe a disposizione del pubblico dal 16 dicembre 2002 dalla Creative Commons (CC), un ente non-profit statunitense fondato nel 2001). Fondazione Cariplo ha partecipato al progetto Share Your Knowledge rendendo consultabile la propria raccolta d’arte su Wikipedia. Tutte le schede di opere d’arte e le biografie degli artisti della collezione, presenti attualmente sul sito Artgate (www.artgate-cariplo.it), trovano in Wikipedia un canale privilegiato di accessibilità e visibilità, favorito dal multilinguismo.

150 73. Emilio Gola, 74. Guglielmo Ciardi, Sulla spiaggia di Alassio, 1917 Laguna di Venezia con pescatore (Pescatore in laguna), 1880-1885

151 LE R’ACCOLTE DELLE ALTRE FONDAZIONI

L’Acri è l’organizzazione che rappresenta le Casse Ciascuna Fondazione – a rotazione – diventa di Risparmio Spa e le Fondazioni di Origine promotrice di un percorso espositivo che Bancaria, nate all’inizio degli anni novanta con la condivide con le altre fondazioni, ospitandone le “legge Amato” n. 218/90. eccellenze. È un percorso condotto nel segno Con il progetto R’accolte (http://raccolte.acri.it), dell’arte, che consente di svelare e diffondere l’Acri ha promosso il censimento del cospicuo capillarmente l’unicità delle collezioni, oggi patrimonio d’arte delle Fondazioni, allo scopo di consultabili sul sito di R’accolte. catalogare le opere presenti nelle varie collezioni, Fondazione Cariplo ha aderito al progetto, realizzare una banca dati di informazioni da rendendo consultabile la sua collezione e mettere in rete, nonché creare ulteriori sinergie contribuendo a dare una visione unitaria del più con le altre Fondazioni e con diversi soggetti ampio patrimonio artistico delle fondazioni di operanti nel territorio. origine bancaria. Il catalogo collettivo prevede la messa on line delle immagini e dei dati sintetici relativi a varie tipologie di beni culturali quali dipinti, sculture, disegni, ceramiche, stampe, monete e arredi, conservati dalle Fondazioni di origine bancaria presenti sull’intero territorio nazionale. Il progetto non è solo catalogo on line, ma prevede anche momenti di esposizione delle raccolte.

152 75. Giovanni Sottocornola, Gioie materne, 1894 - 1896

76. Bocchi Amedeo, Bianca, 1932 Proprietà: Fondazione Monte di Parma

153 CATALOGO DELLE OPERE • Francesco Albotto (Venezia, 1721-1757) • Amedeo Bocchi Il Campo dell’Arsenale, 1742-1750 (Parma, 24 agosto 1883 - Roma, 16 dicembre 1976) olio su tela, 44  59 cm Bianca, 1932 ill. 46 pastello su carta, 740  590 mm • Antonianos di Afrodisia Collocazione: Parma, Palazzo Sanvitale (Asia Minore, II secolo d.C.) Proprietà: Fondazione Monte di Parma Antinoo nelle sembianze del dio Silvano, 130-138 ill. 76 d.C. marmo pentelico, 143  68,7  8 cm • Odoardo Borrani (Pisa, 1833 - Firenze, 1905) Iscrizioni sull’ara: ANTONIANWS Visita allo studio di pittura, 1865-1875 AFPODEICIEUC EPOIEI olio su tavola rinforzata con palchettatura, ill. 1 20,7  27,8 cm • Leonardo Bazzaro (Milano, 1853-1937) Firmato in basso a sinistra: “O. Borrani”. Orazione (a Chioggia), 1897 Sul verso, sulla cornice, in alto al centro a penna: olio su tela, 162  200 cm “Lucca 1975 [o 1970]”; sulla tavola, in alto a Firmato e datato in basso a destra: sinistra firma a inchiostro: “O. Borrani” “L. Bazzaro/ Chioggia 97” ill. 23 ill. 40 • Giuseppe Canella (Verona, 1788 - Firenze, 1847) • Mosè Bianchi (Monza, 1840-1904) Veduta del canale Naviglio preso sul ponte di San Il ritorno dalla sagra, 1880 Marco in Milano, 1834 olio su tavola rinforzata, 75,5  48,2 cm olio su tela, 65  81,5 cm Firmato e datato in basso a sinistra: Firmato e datato in basso a destra: “Canella/1834” “Mosè Bianchi/1880” ill. 45 ill. 50 • Antonio Canova • Luigi Bisi (Milano, 1814-1886) (Possagno, Treviso, 1757 - Venezia, 1822) Interno del Duomo di Milano, 1840 La Giustizia, 1784-1792 olio su tela, 181  139 cm bassorilievo in gesso a forma persa, 129  129  14 cm Firmato e datato in basso a destra: “Bisi 1840” ill. 2 ill. 26

154 • Antonio Canova • Lodovico Cavaleri • Pietro Fragiacomo (Possagno, Treviso, 1757 - Venezia, 1822) (Milano, 1867 - Cuvio, Varese, 1942) (Pirano d’Istria, Trieste, 1856 - Venezia, 1922) Offerta del peplo a Pallade, 1784-1795 Mattino in Liguria, 1925 Armonie verdi, 1920 bassorilievo in gesso a forma persa, olio su tela, 133  125 cm olio su tavola intelaiata, 78,5  117,5 cm 125  278  16 cm Firmato e datato in basso a destra: Firmato in basso a destra: “Piero Fragiacomo”; ill. 5 “L. Cavaleri/1925”; sul retro della tela in alto a sul verso, sul telaio, in basso a destra e al centro • Filippo Carcano (Milano, 1840-1914) destra: “L. Cavaleri/ 1925/ ‘Mattino in Liguria’/ a sinistra etichetta a stampa con numero: “237”; Tipi di una famiglia di contadini nel Veneto, 1885 Vernazza (Riviera Levante)” sulla tavola, in alto a sinistra, etichetta cartacea olio su tela, 202  141,5 cm ill. 68 a stampa della XII Esposizione Internazionale Firmato al centro a sinistra, sul muro, • Beppe Ciardi d’Arte di Venezia con iscrizione a penna: diagonalmente: “Carcano F.” e sul verso della tela (Venezia, 1875 - Quinto di Treviso, 1932) “Armonie verdi/ [Proprietà] dell’autore” in alto a sinistra: “Carcano F” La preparazione alla festa del Redentore, 1910-1915 ill. 72 ill. 58 olio su tela, 94,5  129,5 cm • Pier Francesco Cittadini • Luca Carlevarijs (Udine, 1663 - Venezia, 1730) Firmato in basso a destra: “Beppe/Ciardi” (Milano, 1613 - Bologna, 1681) Capriccio con scene di vita in una città portuale, ill. 43 Ritratto di gentiluomo con corazza e fiocco rosso, 1710-1715 • Guglielmo Ciardi (Venezia, 1842-1917) 1650-1670 olio su tela, 87  131 cm Canal Grande, 1899-1905 olio su tela, 111  84,5 cm ill. 44 olio su tela, 55  100 cm ill. 19 • Giovanni Carnovali, detto il Piccio Firmato in basso a sinistra: “G. CIARDI • Angelo Dall’Oca Bianca (Verona, 1858-1942) (Montegrino Valtravaglia, 1804 - Cremona, 1874) VENEZIA”; sul verso, sul telaio, in basso a destra, Pescatori di sabbia, 1884 Ritratto di Pietro Ronzoni, 1825 a pastello: “15” olio su tela, 71,5  110,5 cm olio su tavola, 37  30 cm ill. 71 Firmato in basso a destra: Firmato in basso a destra: “Piccio/1825” • Guglielmo Ciardi (Venezia, 1842-1917) “Angelo Dall’Oca Bianca” ill. 48 Laguna di Venezia con pescatore (Pescatore ill. 39 • Rosalba Carriera (Venezia, 1675-1757) in laguna), 1880-1885 • Sebastiano De Albertis (Milano, 1828-1897) Ritratto femminile con maschera, 1720-1730 olio su tela, 47  82 cm L’artiglieria della IX Divisione all’attacco durante la pastello su carta, 55  45 cm Firmato in basso a sinistra: “CIARDI” battaglia di San Martino, 1887 ill. 20 ill. 74 olio su tela, 166  353 cm Firmato in basso a sinistra: “De Albertis S.” ill. 33

155 • Andrea de Lione (Napoli, 1610-1685) • Adolfo Feragutti Visconti • Achille Funi Salomone adora gli idoli, 1640-1650 (Pura, 1850 - Milano, 1924) (, 1890 - Appiano Gentile, 1972) olio su tela, 99  126 cm Ricordati della mamma, 1903 La Gloria, 1940 ill. 8 olio su tela, 154  116 cm carboncino e tempera su cartone applicato su tela, • Filippo De Pisis (Ferrara, 1896 - Milano, 1956) Firmato in basso a sinistra verso il centro: 295  209,5 cm Fiori di campo, 1935 “A. Feragutti Visconti” ill. 3 olio su tela, 92  73 cm ill. 52 • Achille Funi Firmato e datato in basso a sinistra: “Pisis 35” • Arturo Ferrari (Milano, 1861-1932) (Ferrara, 1890 - Appiano Gentile, 1972) ill. 64 Nella vecchia via (Il vicolo San Bernardino Minerva, 1940 • Leonardo Dudreville alle Ossa), 1912 carboncino e tempera su cartone applicato su tela, (Venezia, 1885 - Ghiffa, 1975) olio su tela, 102  149 cm 292  209,5 cm Amore: discorso primo, 1924 Firmato e datato in basso a destra: Firmato a destra verso il centro sullo scudo: olio su tela, 266  364 cm “Arturo Ferrari 12” “A. Funi” Firmato in basso al centro: “Leonardo Dudreville” ill. 37 ill. 4 In basso a sinistra verso il centro dedica: • Francesco Filippini • Eugenio Gignous (Milano, 1850 - Stresa, 1906) “A mia madre, a mio padre/finito il giorno 23 (Brescia, 1853 - Milano, 1895) Dintorni di Milano, 1870 marzo 1924” Prime nevi, 1889 olio su tela, 55  42 cm ill. 63 olio su tela, 115  80 cm ill. 49 • Gaspard Dughet (Roma, 1615-1675) Firmato in basso a destra: “F. Filippini” • Luca Giordano (Napoli, 1634-1705) Veduta dell’Eremo di Camaldoli presso Frascati, ill. 56 Il sonno di Bacco, 1680-1690 1670-1675 • Achille Formis (Napoli, 1832- Milano, 1906) olio su tela, 245  327 cm olio su tela, 73  95,5 cm Pascolo nella pianura, 1880-1890 ill. 7 ill. 47 olio su tela, 124  200 cm • Emilio Gola (Milano, 1851-1923) • Giuseppe Elena Firmato in basso a destra: “Formis” Ritratto di Signora, 1903 (Codogno, 1801 - Milano, 1867) ill. 51 olio su tela, 190,5  110 cm Veduta della piazza della Vetra in Milano, 1833 • Innocenzo Fraccaroli Firmato e datato in basso a sinistra: “E. Gola 1903” olio su tela, 75  100 cm (Castelrotto di Valpolicella, 1805 - Milano, 1882) ill. 60 Firmato e datato in basso al centro: “Elena/1833” Davide che lancia la fionda, 1858 ill. 25 marmo, 133  57  28 cm ill. 29

156 • Emilio Gola (Milano, 1851-1923) • Gerolamo Induno (Milano, 1825-1890) • Emilio Magistretti (Milano, 1851-1936) Sulla spiaggia di Alassio, 1917 La battaglia della Cernaia, 1857 Il 9 gennaio 1878, 1879 olio su tela, 80,5  126,5 cm olio su tela, 292  494 cm olio su tela, 110,5  149 cm Firmato e datato in basso a destra: “E. Gola / Firmato e datato in basso a destra: Firmato e datato in basso a sinistra: 1917” “Ger.mp Induno/1857” “E. Magistretti 1880” ill. 73 ill. 32 ill. 35 • Nicola Grassi • Angelo Inganni (Brescia, 1807 - Gussago, 1880) • Antonio Mancini (Roma, 1852-1930) (Formeaso, Udine, 1682 - Venezia 1748) Contadino che accende una candela con un tizzone, Riflessi, 1918-1920 San Giovanni Evangelista, 1725-1735 1850 olio su tela, 180  144 cm olio su tela, 75  55 cm olio su tela, 102,5  75 cm Sul verso, sul telaio, due etichette della XII ill. 15 Firmato e datato in basso a destra: Esposizione internazionale d’arte della città di • Bartolomeo Guidobono “Angelo Inganni 1850” Venezia con iscrizione a inchiostro: “Antonio (Savona, 1654 - Torino, 1709) ill. 18 Mancini/Riflessi/Alfredo Mancini/Via Parioli 7 Allegoria della Primavera, 1705-1709 • Vincenzo Irolli (Napoli, 1860-1949) Roma”; sulla tela, scritte autografe: “Europa arte pei olio su tela, 190  176 cm L’angelo musicante, 1900-1905 paesi [...] grigi e neri. Fini artisti e geni immortali...” ill. 10 olio su tela, 89,5  191,5 cm ill. 55 • Francesco Hayez Firmato in basso a sinistra: “V. Irolli” • Pompeo Mariani (Monza, Milano, 1857 - (Venezia, 1791 - Milano, 1882) ill. 54 Bordighera, Imperia, 1927) L’ultimo abboccamento di Giacomo Foscari figlio • Cesare Laurenti Marina a Bordighera, 1908 del doge Giuseppe colla propria famiglia prima di (Mesola, Ferrara, 1854 - Venezia, 1936) olio su tavola, 61,2  45,7 cm partire per l’esilio cui era stato condannato, La meraviglia in attesa, 1891-1897 In basso a sinistra: “P. Mariani Bordighera / 1838-1840 olio su cartone applicato su telaio, 171  99,5 cm 1908”; sul verso, al centro, timbro: “Manzoni olio su tela, 165  233 cm Firmato in basso a destra: “C. Laurenti” S.A.S. Galleria d’arte” ill. 31 ill. 42 ill. 67 • Domenico Induno (Milano, 1815-1878) • Emilio Longoni • Giovanni Migliara L’arrivo del bollettino di Villafranca, 1861-1862 (Barlassina, 1859 - Milano, 1932) (Alessandria, 1785 - Milano, 1837) olio su tela, 89,7  115 cm Primavera in alta montagna, 1912 Veduta di piazza del Duomo in Milano, 1828 Firmato in basso a sinistra: “D.co Induno” olio su tela, 69  102,5 cm olio su tela, 47  61 cm ill. 34 Firmato in basso a destra: “E. LONGONI” ill. 24 ill. 61

157 • Vincenzo Migliaro (Napoli, 1858-1938) • Pietro Novelli, detto il Monrealese • Attilio Pratella (Lugo, 1856 - Napoli, 1949) Piedigrotta, 1895, olio su tela, 240  160 cm (Monreale, 1603 - Palermo 1647) Pescatori sul molo, 1900 Firmato e datato in basso a destra: L’estasi di San Francesco, 1624-1630 olio su tavola, 36,5  21,5 cm “V. Migliaro/Napoli/1895” olio su tela, 128,5  101 cm Firmato in basso al centro: “A. Pratella” ill. 9 ill. 16 ill. 66 • Vincenzo Migliaro, attribuito • Eleuterio Pagliano • Gaetano Previati (Ferrara, 1852- Lavagna, 1920) (Napoli, 1858-1938) (Casale Monferrato, 1826 - Milano, 1903) La Danza delle ore, 1899 Popolana all’arcolaio, 1900-1910 La lezione di geografia, 1880 olio e tempera su tela, 134  200 cm olio su tela, 164  77,5 cm olio su tela, 125,7  180 cm Firmato in basso a sinistra: “Previati” ill. 69 Firmato e datato a destra verso il centro: ill. 59 • Alessandro Milesi (Venezia, 1856-1945) “E. PAGLIANO/1880” • Luigi Rossi (Cassarate, 1853 - Biolda, 1923) La traversata, 1901 ill. 21 Una via di Milano, 1881 olio su tela, 101,2  137 cm • Filippo Palizzi (Vasto, 1818 - Napoli, 1899) olio su tela, 171  110,5 cm Firmato e datato in basso a destra: La primavera, 1868 Firmato in basso a sinistra: “Rossi L.” “A. Milesi 1901/Venezia” olio su tela, 83,5  108,5 cm ill. 36 ill. 41 Firmato e datato in basso a sinistra: • Francesco Rustici (Siena 1592-1626) • Giuseppe Molteni (Affori, 1800 - Milano, 1867) “Filippo Palizzi 1868” La Maddalena, 1620-1626 La confessione, 1838 ill. 11 olio su tela, 80  73,8 cm olio su tela, 173,5  141 cm • Riccardo Pellegrini ill. 17 Firmato e datato in basso: (Milano, 1863 - Crescenzago, Milano, 1934) • Giulio Aristide Sartorio (Roma, 1860-1932) “G. MOLTENI P./1838” Il ponte medievale sul Ticino a Pavia (Ponte Ticino Dittico: Risveglio, 1906-1923 ill. 27 a Pavia), 1900-1915 olio su tela, 178,4  396 cm • Angelo Morbelli olio su tela, 70  131 cm Firmato e datato in alto a destra: (Alessandria, 1853 - Milano, 1919) Firmato in basso a destra: “Riccardo / Pellegrini”; “G. A. SARTORIO/MCMXXIII” Battello sul Lago Maggiore, 1915 sul verso, sulla tela a sinistra: “Riccardo ill. 13 olio su tela, 58,5  103 cm /Pellegrini”; a destra: “Il ponte medievale • Giulio Aristide Sartorio (Roma, 1860-1932) Firmato e datato in basso a sinistra verso il centro: sul Ticino a Pavia” Dittico: Sagra, 1906-1923 “Morbelli 1915” ill. 70 olio su tela, 180,5  398,5 cm ill. 62 Firmato e datato in alto al centro: “G. A. SARTORIO MCMXXIII” ill. 14

158 • Scultore federiciano • Giovanni Sottocornola • Vincenzo Vela (Ligornetto, 1820-1891) Busto virile incoronato, 1225-1250 (Milano, 1855-1917) Ritratto della marchesa Virginia Busti Porro marmo, 43  24,5 cm Gioie materne, 1894-1896 adolescente, 1871 ill. 6 olio su tela, 120,3  64,6 cm marmo bianco di Carrara, 125  60  78 cm • Scuola francese del XVII secolo Firmato e, datato in basso a destra: Firmato e datato lateralmente a destra: Madre che cuce e due figli, 1600-1650 “GSottocornola [con le iniziali intrecciate]/ “V. VELA. F. 1871” olio su tela, 102  193 cm 1896”; sul verso, sulla tela, in alto al centro, ill. 30 ill. 53 etichetta cartacea a stampa: “REMATE/ POR/ • Giovanni Segantini PEDRO NOCETTI & C.ÍA/ Venta Artistica/ (Arco, 1858 - Schaffberg, 1899) Diciembre de 1898 [Asta indetta da Pedro Nocetti Il coro della chiesa di Sant’Antonio in Milano, & C. Vendita artistica. Dicembre 1898]/ [N°] 90” 1879, olio su tela, 119  85,5 cm ill. 75 Firmato in basso a destra verso il centro: • Giovanni Sottocornola “G. Segantini” (Milano, 1855-1917) ill. 28 Muratore (figura al vero), 1891 • Telemaco Signorini (Firenze, 1835-1901) olio su tela, 215  126 cm Non potendo aspettare, 1867 Datato e firmato a destra verso il centro: olio su tela, 46,6  37,5 cm “1891 G. Sottocornola” Firmato in basso a sinistra: “T. Signorini” ill. 57 ill. 22 • Giovanni Battista Tiepolo • Mario Sironi (Sassari, 1885 - Milano, 1961) (Venezia, 1696 - Madrid, 1770) Composizione, 1955-1957 Cacciatore a cavallo, 1718-1730 olio su tela, 70,3  100 cm olio su tela, 262  148 cm Firmato in basso a sinistra: “SIRONI” ill. 12 ill. 65 • Gaspard Van Wittel (Amersfoort, 1653 - Roma, 1736) Il Tevere a Castel Sant’Angelo, visto da sud, 1700-1715 olio su tela, 36  91 cm ill. 38

159 Progetto Artgate Traduzione schede, biografie artisti e filmati Scriptum srl, Roma Gruppo di progetto Coordinamento laboratori didattici progetto ArtL@b Fondazione Cariplo OPERA d’ARTE, Milano Lucia Molino, Project Leader Pier Mario Vello, Segretario Generale Mario Romano Negri, Presidente Si ringrazia Commissione consultiva Arte e Cultura Fondazione Cariplo - Iniziative Patrimoniali Cristina Chiavarino, Direttore Area Arte e Cultura Renato Ravasio Comitato Scientifico Intesa Sanpaolo Francesco Frangi Paolo Grandi Giovanna Ginex Andrea Massari Domenico Sedini Laura Feliciotti Ricerche scientifiche, redazione Aurelio Eremita schede e biografie degli artisti Giovanni Morale Stefano Bruzzese Archivio storico Intesa Sanpaolo Laura Casone Francesca Pino Antonella Crippa Barbara Costa Emma Dalla Libera Elena Lissoni Un ringraziamento particolare a: Susanna Zanuso con la collaborazione di Fernando Mazzocca: curatore dell’allestimento Giulia Berbotto “Da Canova a Boccioni. Le collezioni della Fondazione Cariplo Alessandra Gabola e di Intesa Sanpaolo” di Gallerie d’Italia – Piazza Scala Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia: per la partnership www.artgate-cariplo.it nel progetto ArtL@b T-Systems S.p.A Engitel S.p.A. Studenti e corpo docente delle scuole partecipanti Worksys nel progetto ArtL@b BonsaiNinja Studio Fondazione lettera27 per il progetto Share Your Knowledge Mab.q srl Acri per il coinvolgimento nel progetto R’accolte