Andrea Solario

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Andrea Solario 43. Andrea Solario tecnica/materiali scheda storico-artistica (Milano, post 1470 ? - 1524) tempera e olio su tavola Cristina Quattrini Madonna con il Bambino (Madonna dei garofani) dimensioni relazione di restauro 1495 ca 77 × 64 cm Delfina Fagnani, Roberto Buda 97 × 83 cm (con cornice) restauro provenienza Delfina Fagnani; Roberto Buda Venezia, Carlo Merlo, fino al 1701; (supporto) Venezia, Scuola di San Pasquale con la direzione di Cristina Quattrini Baylon presso San Francesco (Pinacoteca di Brera) della Vigna collocazione Milano, Pinacoteca di Brera (Reg. Cron. 315) Scheda storico-artistica Questa era ritenuta precedente- del Cinquecento, tuttavia, si abbat- la fase migliore è quella giovanile mente opera di un ipotetico Andrea te la scure di Bernard Berenson, che veneziana. La Madonna dei garofani entra nella da Milano di cultura veneziana e di nel volume North Italian Painters of Se per Gustavo Frizzoni (1899b) è Pinacoteca di Brera il 7 settembre generazione precedente a Solario the Renaissance (1907, pp. 108-109, una «tavola di umile apparenza», la 1808 dall’Intendenza Generale dei (Albuzzi s.d. [ca 1773/1778], ed. 120-121, 293) li bolla come imita- Madonna dei garofani è valutata po- Beni della Corona (Inventario Na- 2015, p. 94; Bisi, Gironi 1812- tori stucchevoli e ripetitivi di Leo- sitivamente da Francesco Malaguz- poleonico [1802-1842]; Inventario 1833, IV, tav. XXXVI; Passavant nardo. C’è solo Bernardino Luini zi Valeri (1908) e da Adolfo Venturi generale, s.d.). Viene da Venezia, dal- 1838, ed. it. 2014, pp. 42-43, peggio della pittura di porcellana di (1915) il quale, pure in un giudizio la soppressa Scuola di San Pasquale con un giudizio alquanto ridut- Andrea sotto l’influsso leonardesco; generale sul pittore affine a quello di Baylon presso San Francesco della tivo). L’attribuzione ad Andrea è Vigna. Verrà poi identificata con fatta propria da Giovanni Morelli la Madonna su tavola di Giovanni (Lermolieff 1880, ed. it. 1886), Bellini lasciata alla confraternita da e di seguito Giuseppe Molteni, di- Carlo Merlo, con testamento redatto rettore della Pinacoteca, decide la il 15 maggio 1700 e pubblicato il 25 rimozione dell’iscrizione apocrifa aprile 1701 (Attardi 1989). All’ar- (Frizzoni 1899b). Il riferimento rivo a Brera il quadro reca sulla fascia a Solario nella fase veneziana è poi neutra lungo il margine inferiore accolto nella gran parte degli studi. una firma falsa, «Johannes Bellinus», Fanno eccezione Lisa De Schlegel che sarà a lungo ritenuta autentica. (1913), che non include la Madon- Essa è ben visibile nell’incisione di na dei garofani nel catalogo dell’arti- Michele Bisi contenuta nella Pina- sta, e Kurt Badt (1914), che pensa a coteca del Palazzo Reale delle Scienze un allievo. Tancred Borenius (1914; e delle Arti di Milano, dove un breve 1916), invece, recensendo le loro commento di Robustiano Gironi, monografie insiste sull’autografia. pur mantenendo il nome di Bellini, Tra la fine del XIX secolo e i pri- dichiara qualche perplessità a causa mi del XX Andrea Solario gode di di «quella secchezza propria de’ tem- buona fortuna critica. Per Morelli pi più che del pittore» (Bisi, Gironi (Lermolieff 1880, ed. it. 1886, p. 1812-1833, I). 9) «era innanzi a tutti i suoi contem- I primi a riconoscere nella Madon- poranei lombardi per la maniera di na dei garofani una delle più antiche modellare le sue teste», in debito con prove di Andrea Solario sono Gio- il fratello scultore Cristoforo detto il vanni Battista Cavalcaselle e Joseph Gobbo; Herbert Cook (1899, pp. Archer Crowe (1871), che la avvi- XVII-XIX, LXI) e Francesco Mala- cinano a un altro dipinto di Brera, guzzi Valeri (1908) lo considerano la Madonna con il Bambino e i santi il migliore dell’ambito leonardesco; Giuseppe e Simeone proveniente nel 1914 Badt gli dedica una mono- dalla cappella Ballarin in San Pietro grafia, con una severa revisione del Martire a Murano, firmata e datata catalogo. Sui pittori milanesi della «Andrea Mediolanensis F. 1495». fine del Quattrocento e dell’inizio Prima del restauro Dopo il restauro Berenson, vede in una certa incer- tezza giovanile un punto di forza di quest’opera, in cui coglie l’influen- za di Jacopo de’ Barbari. Wilhelm Suida (1929) propone una datazio- ne posteriore al 1496, quando An- drea, tornato a Milano, si confronta con temi leonardeschi, e segnala in una collezione fiorentina (quella dell’antiquario Eugenio Ventura) una Madonna con il Bambino che si protende verso un vaso di ciliegie si- mile per stile e impostazione. Ettore Modigliani (1935), Franco Mazzini (1957), Fritz Heinemann (1962) e Maria Teresa Fiorio (1982) pongo- no la Madonna dei garofani fra il 1490 e il 1495. Luisa Cogliati Ara- no (1966) ridimensiona il rappor- to con Jacopo de’ Barbari a favore di Dürer e propone una datazione fra la paletta di Brera del 1495 e la Crocifissionedel Louvre del 1503. Al tempo stesso lascia aperte le ipotesi che Andrea abbia svolto un’attività di scultore accanto al fratello Cri- stoforo e che l’irreperibile dipinto segnalato da Suida sia invece di un pittore da lui influenzato. Anche Mauro Natale (1982) considera la Madonna dei garofani di poco posteriore al 1495 della Madonna con il Bambino e i santi Giuseppe e Simeone, riscontrandovi una com- ponente foppesca e bergognonesca spia di un’esecuzione dopo il ritor- no a Milano, come pure la piccola Madonna con il Bambino del Museo Poldi Pezzoli (Milano) e quella dalla collezione Kress presso il Columbia Museum of Art. David Allan Brown (1987; in Pinacoteca di Brera 1988) colloca il dipinto sul 1493-1494, insieme alla Madonna già Ventura e sottolinea i rimandi a Giovanni Bellini e alle sculture del fratello Dopo il restauro, particolare con il Bambino Cristoforo e la familiarità – a livello iconografico più che di stile – con te le figure nell’incisione dellaMa - berga e rileva l’assenza di caratteri Andrea Solario appartiene a una ra- modelli della cerchia leonardesca, donna della scimmia (1498). Franco stilistici lombardi. Alessandro Bal- mificata famiglia di architetti, scul- tale da fare pensare a sporadici ri- Moro (1990) accoglie la datazione larin (2010a) ritiene anch’egli la tori e muratori originari di Carona, torni di Andrea a Milano durante il intorno al 1493-1494 e ribadisce nostra opera di poco successiva alla in Canton Ticino. Figlio di Bertola, periodo trascorso a Venezia. Pietro il rapporto con Jacopo de’ Barbari. Madonna con il Bambino e i santi è fratello, presumibilmente minore, Marani (1987) pone l’accento sulla Anche Giulio Bora (1992b) ritiene Giuseppe e Simeone e mette in lu- di Alberto, Giacomo, Pietro e Cri- derivazione del Bambino dagli studi che la Madonna dei garofani prece- ce la corrispondenza della posa del stoforo. Le sue vicende si intreccia- di Leonardo per una Madonna del da quella datata 1495 e sottolinea la Bambino ai cartoni di Boltraffio per no soprattutto a quelle di quest’ul- gatto e ipotizza che Dürer abbia vi- forte componente dureriana di en- una perduta Madonna del fiore del timo, scultore di grandissima fama sto quest’opera fra il 1494 e il 1495 trambe. Ritiene plausibile la diretta Louvre e della collezione del duca che come lui muore nella peste che e ne abbia riproposto in contropar- conoscenza del maestro di Norim- del Devonshire a Chatsworth. colpisce Milano nel 1524 (Agosti ro 1912, p. 76; Shell 1987, pp. 291-292, docc. 5. 6; Morscheck 2016, p. 437). Andrea e Cristofo- ro si trovano da tempo a Venezia quando l’8 aprile 1494 il priore del monastero camaldolese di San Michele in Isola a Murano, l’uma- nista Bernardino Gadolo, invia una risposta a una richiesta di informa- zioni su Cristoforo del cardinale Francesco Todeschini Piccolomini, protettore dell’ordine e futuro pa- pa Pio III (Meneghin 1970, pp. 360-361). Gadolo scrive fra l’altro di avere saputo da Giovanni Bellini che Andrea e Cristoforo Solari ap- pena giunti a Venezia erano molto legati, ma poi erano stati divisi dalla rivalità e dalla gelosia di certi pittori. Cristoforo torna in patria quando, fra ottobre e novembre 1495, Lu- dovico il Moro decide di chiamarlo alla Certosa di Pavia per sostituire il defunto Antonio Mantegazza. Per trovare di nuovo Andrea attestato a Milano bisogna attendere il 31 gen- naio 1500, quando con Cristoforo affitta una proprietà a Francesco Vi- mercati (Shell 1987, p. 292, doc. 7); dunque non è dato sapere se si sia fermato a Venezia più a lungo del fratello o se siano tornati insieme, come si crede solitamente. Nelle opere del periodo lagunare – oltre alle Madonne di Brera e già Ventura, la piccola Madonna con il Bambino del Museo Poldi Pezzoli, il Ritratto d’uomo del Museum of Fine Arts di Boston, il Davide con l’arpa di collezione privata, il Ritratto di genti- luomo con un garofano della National Gallery di Londra – è difficile indo- vinare una precedente formazione di Solario a Milano. Andrea si muove nello stesso contesto in cui avviene la Dopo il restauro, particolare con il volto della Madonna formazione di Giorgione. Guarda a Giovanni Bellini e ad Alvise Vivarini 1986; Markham Schulz 1988- Alberto, Giacomo e Pietro Solari di distato quinquennale di Cristoforo e pare conoscere opere fiamminghe 1989 e 2013; Zanuso 2000; Ce- volta in volta agiscono da procura- presso il cugino Francesco Solari (in particolare di Memling); nel Ri- riana, Markham Schulz 2011; tori per gli altri fratelli, compresi lui del 1483 (Schultz 2013) porta a tratto di gentiluomo con un garofano Morscheck 2016; Zanuso 2018 e Cristoforo (Biscaro 1912, p. 76; collocarne la nascita verso il 1470; registra la presenza del Perugino a con bibliografia precedente). Di Shell 1987, pp. 290-291, docc. quella di Andrea dovrebbe dunque Venezia, del quale dà a vedere di co- Andrea si ignorano anno di nascita, 1, 2, 3).
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