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LAn -EO CERl A- CRlSTI A Q AlTRI I

PER E IN SANTA MARIA DI BRERA CON UNA NOTA SULLA CAPPELLA BOTTICELLA IN SAN TOMMASO A PAVIA

2 ] . L A ' M ADO 1 A DEL TAPPETO' E LA UA l O PIA poco prima del 1884 > per portare nel mu eo acca­ demico un importante e empio dell'antica cuoia La 'Madonna del tappeto' di Vincenzo Foppa p.ittorica lombarda, che fo se d i Bramantino come 3 ( 1485 ), che oggi i con erva nella Pinacoteca di pensava Bianconi, di Zenale come riteneva Caffi, > o 4 Brera, non è altro che la sottilissima pell e uperficia­ di Butinone secondo il Mundler, > o infi ne di Foppa le di un affre co proveniente dall'antica chiesa degli come avevano già intuito Crowe e Cavalcaselle nel 1 5 Umi liati di Santa Maria el i Brera (fig. l ), > staccata 1871. >

l -MILANO, PII ACOTECA DI BRERA - VINCE ZO FOPI'A: MADO NA DEL TAPPETO (AFFRESCO TACCATO DALLA CHIESA DI SANTA MARI A DI BRERA) (foto Museo)

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2- MILANO, ACCADEMIA DI BELLE ARll DI BRERA- VINCENZO FOPPA: MADONNA DEL TAPPETO (SI OPIA DELèAFFRESCO GIÀ l S TA MARIA DI BRERA) (foto Accademia)

Il massello di tale pittura è rimasto nella nuova sagre­ mento del nudo anche durante i rigidi inverni milanesi. stia gesuitica, dove e come era stato ricollocato circa nel Ancor oggi la sagrestia, prowista di nuove fin estre e 1690, conseguentemente alla nuova facies richiniana barbaramente soppalcata con una soletta cementizia conferi ta alla fabbrica con la rifondazione ad opera mantiene le medesime funzioni didattiche. Così la sino­ della Compagnia di Gesù nel 1591.6l Al sommo della pia di Foppa, relegata a far da sfondo alle modelle e testata della volta a botte della nuova sagrestia verso la ripercorsa quasi solo dagli sguardi distratti degli all ievi, chiesa, è tuttora incastrato quanto rimane in situ di que­ è rimasta per lungo tempo dimenticata. sta pittura, la sinopia

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E::] INCISIONI IQ) SUPPORTO IN MATTONI D SPOLVERO ~ MALTE DI ALLENTAMENTO ~ GIORNATE = ALLOGGIAMENTI DEGLI ELEMENTI LIGNEI = INFISSI PER IL TRASPORTO DEL MASSELLO IZJ CREPE EJ DISEGNO PREPAAAlOAIO (2] LACUNE

3 - GRAFICO DELLE GIORNATE DEL MASSELLO DELLA MADO A DEL TAPPETO (SI OPLA.) DI VI NCENZO FOPPA (Tealizzazione di Giuseppina Suanli)

le imbracarlo e farlo salire fmo al sommo della nuova Resta così insoluta la domanda da quale parte del parete). Qui l'immagine rimase, evidentemente, come convento venga il massello: infatti, non è certo che reliquia artistica, priva tuttavia della sua efficacia pro­ l'affresco fosse in origine nella vecchia agrestia che spettica disu·utta dalla nuova quota. I Gesuiti dovette· esiste ancora, sebbene u·asformato fin quasi all'irrico­ ro salvare questa immagine, legata al cenobio dei loro noscibilità in una congerie di spazi di servizio in uso predecessori, certamente spinti da un'abitudine all'e­ all'Accademia di Belle Arti. Il vano era in origine a rudizione religiosa e storica più che da poco meno pianta quadrangolare, coperto con vo lta a crociera cogenti ragioni devozionali. con costoloni chiusi da una chiave scolpita con

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!"Agnello mi ti co', imbolo usuale dell 'Ordine degli que to locale vi fo e un'apertura della quale la miliati dedito alla lavorazione dei panni di lana. Lo 'Madonna del tappeto' co ti tuisse il coronamento. tato attua le dell 'ambiente e dell e murature, pesante­ Ma po iché la vecchia agrestia non i abbatté per mente ri fatte e intonacate, non permette di coprire co o·uire la nuova, vengono a mancare le ragioni di un e l'ampio ma ello della decorazione foppesca sia tale costoso po tamento, che comunque avrebbe ·tato tolto da qualche punto della muratura, né e in po to la pittura a molti metri dal uolo, in posizione di diffi cile visibil ità. Sembra poco probabil e, poi, che l'af­ fresco fos e sul muro e terno cui i addossa la nuova fabbrica eicente ca: solo una coll ocazione interna può rendere fo rte l'illusione di un arco aperto ver o un cielo dipinto ma limpidamente azzurrino, come conferma anche la diretta citazione del tema propo ta da Ambrogio Bergognone alla Certo a d i Pavia. 11l Allo stato attuale delle conoscenze po iamo up­ porre che l'immagine fo se in un luogo non precisabi­ le del convento o della chiesa, in una zona dell'edificio destinata ad e ere pe antemente ristrutturata, se non del tutto abbattuta: fu dunque per que ta ragione che si decise lo spo tamento. Si sarebbe tenta ti di coll egar­ lo - ma per ora rinunciando ad ogni certezza - alla Cappella dell a Vergine, situata al centro del lato destro, particolarmente eminente per esservi conser­ vata una reliquia famosa: la fascia servita a Maria per trasportare il piccolo Gesù durante la fuga in Egitto, portata da Gerusalemme nel 123 7 dal generale degli 4- ~ Il i NO, ACCADH I IA DI BELLE ARTI DI I~ R ERA 12 VI NCENZO FOPPA: MA DONNA DEL -IAPPETO U mi! iati Pietro Guicciardi. l (PA RTICOLARE DEL CA PITELLO EL MAS ELLO DELL'AFFRESCO Qui avrebbe potuto degnamente trovar posto una GIÀ lt ANTA MARIA DI BR ERA) immagine mariana impressionante come quella foppe­ sca, a sovrastare la nicchia della reliquia chiusa da una (jolo A cca d e mi a) grata; solo più ta rdi i bellissimi marmi dipinti dal bre­ sciano sarebbero stati sostituiti con un sontuoso para­ mento di pietre vere salvando l'affre co or i gin a l e. 1 ~l Recentemente il massello, vittima di un lungo abbandono e deturpato dalla sporcizia, dagli effetti delle imbian cature parietali e dal vandalismo degli studenti, è stato sottoposto ad un intervento di restau­ ro14l che ha permesso una serie di approfondite osser­ vazioni. Come si evidenzia dal grafi co qui riprodotto (fig . 3), si sono potute studiare a fondo le caratteristi­ che dell'intervento seicentesco- dal metodo di taglio della muratura all 'ingabbiatura !ignea della te sa - e le caratteristiche della muratura sottostante; infine, i sono scoperti alcuni piccoli ma cruciali frammenti, i quali, essendo protetti dalla cornice del secolo XVI I, sono arrivati a noi completamente intatti. Come i può vedere dalla legenda, nel grafi co si trovano regi­ strate l'esatta sequenza delle dod ici giornate necessa­ rie a dipingere la parte di affresco conservatasi, l jJ il segno delle fittissime incisio ni praticate per coso·uire l'architettura e il tappeto, la notevole quantità di spol­ vero, nonché i danni accidentali occorsi nel tempo, crepe e cadute della superfi cie pittorica e, nelle parti ove l'intonaco è caduto, la disposizione dei mattoni nel massell o. Il profondo, ampio e acutissimo studio che Vincen­ zo Gheroldi 16l ha condotto sulla tecnica foppesca, pro­ 5 - l'ARTICOLARE DI CAPITELLO DEL TRA SETr O ELLA prio a partire da questo non grande - nei suoi aspet­ CIII ESA DI SAN A-llRO, ~ II LANO ti strutturali - ma conservato frammento di affresco, (da E CASSINA. Le jàbbriche più cospiwe di Milano, esenta da lla necessità d i approfondire qui le caratteri­ M ilano l 40, 1av. XLVIII) stiche di questa sorta di palinsesto.

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Quel che conta ricordare è che nell'operato del nato della volta a botte e con il convergere dello scia­ maestro cresce, in questa metà degli anni Ottanta, il me di linee prospettiche delle modanature.22> tentativo di applicare alla pittura su muro la comples­ Di passaggio, varrà la pena di notare che misteriose sità tecnica e la molteplicità di stesure sperimentate rimangono le ragioni vere dell'anacoluto spaziale cui nella pittura su tavola, per ottenere una superficie sottostanno i due San Giovanni in adorazione ai lati compattamepte smaltata e insieme un colorito chiaro della Vergine: la loro dimensione, assai più piccola di e brillante. E altamente significativo, inoltre, che pro­ quella del gruppo cenu·ale, ha una sua credibili tà prio nel momento di massimo avvicinamento del mae­ "empatica" - per gran parte favorita dal legante stro bresciano a Bramante, nei dipinti di Santa Maria architettonico - ma mina inesorabilmente il razioci­ di Brera appunto, simili mezzi tecnici -come le vela­ nio generale dell'immagine. Una possibile spiegazio­ ture grigie finali - siano riscontrabili sulle opere sia ne è che l'artista bresciano abbia qui voluto, o dovuto, dell'uno sia dell'altro pittore.17> ricalcare un'immagine preesistente e molto cara alla Non sarà qui il caso di soffermarsi ancora su di una devozione umiliata, un'immagine medioevale della lettura minuta del lessico architettonico adottato da Madonna fiancheggiata da santi gerarchicamente Foppa, un lessico altamente complesso come già più diminuiti, traducendoli in una sintassi tanto sottile da volte ribadito, 18> se non per confermare che le princi­ riuscire ad eludere lo iato provocato dalle misure delle pali linee di costruzione che segnano il forte scorcio figure. Appena al di sopra dell'apertura, sulla superfi­ della cornice superiore sono già perfettamente trac­ cie rosso intenso che faceva da sfondo all'edicola mar­ ciate, sia nella parte destra che in quella sinistra, a morea, quasi a suggerire un cocciopesto antico o una rammentare che fin dall'origine questa sorta di dome­ stesura preziosa a cinabro, appeso a un chiodo - e stica Loggia delle Benedizioni aveva la struttura di un come disinvoltamente dimenticato sotto l'immagine protiro ben rilevato dalla parete di notevolissima evi­ denza plastica e illusiva. Questo dovrà esser tenuto a mente nel riconnettere gli elementi emersi ai margini del massello, frammentari, purtroppo, e finora inedi­ ti. Anzi, tutto quanto dei capitelli è riemerso dalla cor­ nice seicentesca permette di ricostruire un tipo a dop­ pia S con una valva di conchiglia al centro al posto della palrnetta (fig. 4): è un tipo che Francesco di 19 Giorgio Martini nel suo trattato chiama corinzio, > e che Bramante usa nella chiesa di San Satira a Milano, probabilmente considerandolo anch'egli allo stesso 20 modo (fig . 5). > Il particolare della conchiglia testimo­ nia una volta di più che il repertorio architettonico della macchina foppesca è strettamente ricalcato sul modello dell'urbinate, poiché un capitello simile torna anche nel transetto della chiesa milanese. Ma ciò che ha rivelato lo studio del massello è che l'affresco, come dimostrano i mattoni della fùa inferio­ re al centro, sovrastava una apertura centinata, che poteva essere una nicchia o una porta. Si è tentata per­ tanto una ricostruzione volutamente sommaria (fig. 6), per non forzare i pochi dati conosciuti, e che reintegri l'apertura come porta, accettando l'ipotesi che la deri­ vazione dipinta nella sia fedele non solo nell'iconografia ma anche nella funzione: fintanto che nulla si riesca a sapere della eventuale nicchia della Cappella della Vergine, questa prima proposta è quella rafforzata dallo stemma delle derivazioni. Disegnando dunque una porta simile a quelle ancora esistenti nel presbiterio della chiesa umiliata, e che si può pensare diano qualche indicazione sui varchi della fabbrica 21 duecentesca, > e completando le paraste che reggeva­ no l'edicola sul modello di quelle della "sagrestia" di San Satira, lo schema diventa del tutto credibile, le proporzioni sono ragionevoli e la qualità bramantesca dell'edicola ha una sua pacifica evidenza. Non solo, ma in base a tali misure l'occhio di chi si 6 - IPOTESI RICOSTRlJITIVA GRA FICA DELLA MADO NA trovasse a passare per la porta coinciderebbe quasi con DEL "lì\l'PETO ( PRIMA DELLO S"lì\CCO) DI VI CENZO FOI'I'A il punto di fuga delle linee di costruzione del cassetto- (Tealiuazione grafica di ETic B01-ella)

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7 - MILANO, MU EO AZIO A LE DELLA SCI E ZA E DELLA TE ICA LEO ARDO DA VI CI ( 1 DEPOSITO DALLA l'l ACOTECA DI BRERA)- BERNARDI O LUIN I : MADO NA COL BAMBINO TRA l SANTI A TO IO ABATE E BARBARA E UN Al'\/GELO I USICAl'\/TE ifoto Museo)

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- pendeva un enigmatico oggetto Un'ultima notazione sull'ambiente del cenobio umi­ liato di Brera: non è certo stupefacente u·ovarvi all 'o­ pera uno degli artisti ufficiali della corte sforzesca, poiché sono ben noti i rapporti assai stretti di recipro­ co appoggio tra l'ordine e la dinastia,25> ma è certo singolare coincidenza che la 'Madonna del tappeto' rechi la data della morte del generale dell'ordine Gia­ como Landriani cui succederà l'anno seguente un altro membro della stessa potente famiglia, Gerola­ mo.26> Quest'ultimo fu legatissimo agli Sforza e fece parte, nel 1499, del governo provvisorio di Milano. Accusato di essere u·a i fautori della rivolta antifrance­ se del gennaio 1500 trascorse poi molto tempo alla corte dell'imperatore Massimiliano ed ebbe un ruolo attivo nella restaurazione di Ercole Massimiliano Sfor­ za fra il 15 12 e il 1515, ricoprendo in quel periodo la carica di conservatore e deputato del denaro. Negli inverni fra il 1506 e il 1507 o fra il 15 10 e il 15 11 fu a MADONNA COL BAMBINO TRA l A T I ANTONIO ABATE E Bologna al seguito di Giulio II con Bramante.27> BARBARA E N ANGELO WSICANT E Secondo il Tiraboschi Gerolamo aveva trasformato, ( TUDIO PER L'AFFRESCO GIÀ l S TA MA RIA DI BRERA) nei primi anni del Cinquecento la chiesa braidense.28> (foto Banca) Altrettanto importante, per l'eccezionale livello delle commissioni artistiche degli Umiliati in quegli anni, è Ludovico, nipote di Gerolamo e figlio di Antonio influente, ma odiato, tesoriere sforzesco.29> Questo grandemente quel gioco illusionistico: esso, da quanto Landriani, preposto fino al 1523 dell'abbazia di Vibol­ si vede, poteva tener testa in quei primi anni Ottanta done, dove gli si riferisce la committenza degli affi·e­ anche a uno "pro pettico" specialista come Donato schi nella casa del priore, sarà lodato da Cesariano Bramante. come «non solum docto et liberalissimo: ma gran cognitore di Arithmetica et Geometria e di Architettu­ ra, et amatore et suffragioso de li electi virtuosi».30>Fu 2. DA VI CE zo FOPPA A B ERNARDI o L UI 1: L'ALTARE probabilmente coinvolto insieme a Gerolamo nel rin­ DELLA FAM IGLIA TO SI I SANTA MAiuA DI BRERA novamento del chiostro dell'importante convento cre­ monese di Sant'Abbondio, dove in un capitello con la Sull'affresco braidense raffigurante la 'Vergine col data 15 11 è inserito il suo stemma,3 1l mentre è verosi­ Bambino, i Santi Antonio Abate e Barbara e un ange­ mile che fosse ancora lui a ideare il ciclo di Francesco lo musicante' e suii"Eterno benedicente' (figg. 7-9) Casella con ritratti di filosofi e di astronomi, teste di firmato da Bernardino Luini e datato 1521, esiste un imperatori e storie di Ercole nel soffitto di un ambien­ lungo equivoco che dalla monografia di Luca Belu·am_i te del convento dove è iscritta la data 15 13.32> del 1911 si è trasmesso alla letteratura successiva. M> E Se l'affresco di Foppa era davvero collegato alla reli­ così avvenuto che l'attenzione degli studiosi sia stata quia mariana di Santa Maria di Brera, o almeno ne distolta da alcuni indizi che fanno risalire alla commit­ ricordava l'esistenza in qualche parte del monastero tenza non solo di quest'opera, ma anche di alcuni 33 - peraltro il principale dell 'ordine > - è probabile degli interventi di Vincenzo Foppa provenienti che l'immagine fosse stata approvata personalmente anch'essi dalla chiesa soppressa di Santa Maria di da Giacomo Landriani in qualità di generale e che suo Brera.

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9- M l l.AJ\10, M SEO AZIONALE DELLA SCI Et ZA E DELLA TEC ICA LEO ARDO DA VI NCI (IN DEPOSITO DALLA Pl ACOTECA DI BRERA)- BERNARDit O L l 1: ETERNO BE EDICENTE (foto Museo)

Beltrami scrisse che il dipinto eli Luini, entrato in ta, pas ò alla morte di questi nella collezione di Gian Pinacoteca nel 1808 diviso in due frammenti, i trova­ Giacomo Melzi e poi con l'attribuzione a Luini in va in origine nella Cappell a dei Santi Giacomo e Filip­ quella Roverselli, dove fu descritto da Otto Mi.indler, po, in ieme alla tavola da lui creduta dello stes o arti­ poi se ne persero le tracce. 3ìJ sta raffigurate la 'Vergine in trono col Bambino, i Luini, dunque, era intervenuto su lla parte cenu·ale Santi Giacomo e Fi lippo e la famiglia di Antonio di una orta di trittico ad affresco di Foppa. Dalla Busti', con dedica del 1515, ora nella stessa galleria e descrizione di Carlo Torre, il quale riprendendo per la pre enza di Sant'Antonio Abate ritenne che il Lomazzo riferisce al bre ciano il 'San Sebastiano' «con committente fosse il mede imo. altre figure, e con le vicine pro pettive>>, i può pre u­ Le fonti, in realtà, indicano una differente ubicazio­ mere che l'immagine sostituita da Bernardino fosse 38 ne del quadro e dell'affresco aU'interno di Santa inserita in una cornice di architetture dipinte. > Che Maria di Brera.35> Luini abbia dipinto sopra una precedente composizio­ La pala, di un pittore che esibisce uno stile a mezza ne di Foppa è dimostrato inequivocabilmente dal via fra Zenale e Luini, stava in origine sul terzo altare recupero del timpano col 'Busto di Cristo' ifig. 10), a sinistra entrando in chiesa, presso il quale si vedeva avvenuto quando nel 190 l il suo 'Eterno benedicente' ancora nel Settecento la lapide posta dal Busti a com­ fu trasportato su tela. memorazione della moglie Pasina, scomparsa nel Si può immaginare in parte l'impaginazione dell'o­ 1513; un pagamento del 1518 appena pubblicato la pera del pittore bresciano ricorrendo a esempi più tardi collega al Zenale e a un Bernardino da Legnano che e periferici, come la Cappella di San Rocco in San con ogni probabilità si deve identificare con l'intaglia­ Lorenzo a Berzo Inferiore, dipinta da Giovan Pietro da tore che nel 1490 firmò l'armadio della sacrestia di Cemmo nel 1504, o il ciclo dell'oratorio del Carmine a San Pietro Martire a Vigevano ed è documentato nel Montagna Valtellina, realizzato da Sigismondo de' 15 13 per il modello ligneo di Santa Maria sopra San Magistris nel 1515, dove pale ad affresco trovano posto 39 Celso a Milano e nel 15 19 per la stima eli quelli di Cri­ fra scene narrative con ambientazioni architettoniche. > stoforo Solari e di Tommaso Rodari per l'abside del È degno di nota che Luini abbia rispettato il lavoro 36 Duomo di Como. > Dopo la soppressione degli Umi­ compiuto oltre trent'anni prima dal maestro più liati e il passaggio del convento ai Gesuiti essa fu anziano, sostituendo soltanto la parte centrale presu­ rimossa e le figure dei devoti furono trasformate nei mibilmente perché danneggiata e forse riprendendo­ Santi Ignazio e France co Saverio, per e ere recupe­ ne l'iconografia e l'ambientazione all'interno di un rate da un re tauro di Andrea Appiani al momento edificio. Questa scelta te timonia la fama di Foppa a dell'enu·ata a Brera. qualche anno dalla sua morte, avvenuta fra il 15 15 e il I.:affre co, invece, si trovava sul primo altare dello 15 16, e fa pensare a una continuità consapevolmente stesso lato (che era privo di cappelle), fra due compo­ voluta dalla committenza. 40 sizioni di Foppa: il 'Martirio di San Sebastiano' di La raccolta di epigrafi di Vincenzo Forcella > ripor­ Brera sulla sinisu·a (fig. 11) e sulla desu·a un 'San ta i testi di due lapidi del 1540 e del 1541, che si tro­ Rocco', stando a Bianconi sormontato da una raffigu­ vavano in corrispondenza di questo altare: razione della Santa Casa di Loreto. 11 'San Rocco', che narra Bianconj stesso strappato poco tempo prima dal •• D.O.M/ CAMILLAE RARISSIMAE/ PROBITATIS FOE­ canonico Veneziani per salva rlo dall'umidità di risali- MI N BE EDICTI TO SI SE ATORJS/ OLIM I TE-

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I O- MILANO, M EO NAZIONALE DELLA Cl ENZA E DELLA TEC ICA LEO A RDO DA VINCI ( IN DEPOSITO DALLA PI NACOTECA DI BRERA) - VINCENZO FOPPA: B STO DI CRISTO (foto Museo)

GERRIMI/ AMPLISSIMISQVE HO ORIBVS/ PEFRVNC­ Ludovico, il terzogenito, già capitano di cava lleria e TI/ CONTVG I FIDISSIMAE/ REPE T I O FATO/ luogotenente di Prospero Colonna nell'esercito impe­ EXTINCTAE/ MJ CHAEL ET ALEXANDER TO SI/ FILIJ riale in Piemonte, era stato creato da France co II PIE T ISS IMI/ MATRI DVLCISSIMAE POSVERVNT/ Sforza conte di Asti come un altro fi·atello Francesco. OBIJT DJE VLTIMO IANVARI1/ MCCCCXXXX» Giovanni Battista, anch'egli giureconsulto, deteneva la prepositura di Santa Maria di Brera, della quale a •• D.OM./ SVSANNAE ARCHINTAE/ MAT PIIS QVAE! quanto riporta Fagnani era stato investi to in giovane liCHELEM TONSVM I.C./ CO TVGEM/ BENEDICTVM età da Leone X nel 15 17. La stes a prepo i tura areb­ SE ATORH/ AC M[AR]CV[M] ANTO IV[M]/ QVAESTO­ be pa ata nel 1554 al figlio Ton o, nominato insieme RIS O RDT NIS FILIOS LVXIT/ SVPERSITES FRANCISCVS/ a lui conte palatino da Carlo V nel 1541, e poi, secon­ BAPTISTA I. C. AC HVTVS/ COENOBII PRAESVL ET do T iraboschi, a un altro figlio eli nome Giovanni, LVDOVICVS MOES [MILES] P./ ATA AN OS LXXX entrato nell'ordine degli Umiliati da adolescente e OBIIT MENSE APRILIS MDXLI». morto nel 1578; infine, un figlio legittimato eli Miche­ le Tonsi, Giovanni Maria, dal 1522 canonico di Santa Queste iscrizioni sono state il punto di partenza per Maria della Scala (dove venne sepolto nel 1550) e in un'indagine a riu-oso sul pau·onato dell 'altare, per la seguito vicario della Chiesa milanese.42> quale sono state fondamentali le notizie riportate da Benché non sia stato possibile rinu·acciare notizie in varie fonti, in primis dal Fondo Fagnani della Bibliote­ merito, è possibile che i -ronsi avessero cominciato a ca Ambrosiana, una raccolta di attestati di nobiltà risa­ tramandarsi già nel corso del Quattrocento una pre­ lente agli anni ottanta del Cinquecento, da Paolo positura che doveva essere assai ambita, analogamen­ Morigia nella Histm·ia dell'antichità di Milano, dalla te a quanto avveniva con quella eli Viboldone per i Bibliotheca scriptorum rnediolanensiurn dell'Argelati e Landriani, altra famiglia fedele prima ai Visconti e poi da una lapide posta nel 1541 in Sant'Angelo Nuovo agli Sforza e assai bene inserita nei ranghi degli Umi­ dai fratelli Gabriele, Francesco, Benedetto e Marco liati.43> Da questi indizi si pau-ebbe supporre che il Antonio Tonsi a ricordo dei genitori Gerolamo e committente di Foppa sia stato Michele l o nsi, mentre Terenzia Panigarola e di altri membri della famiglia, l'intervento di Luini è da mettere in relazione con u·ascritta dallo stesso Argelati e tuttora esistente.'11 > Giovanni Battista. La figura di Sant'Antonio Abate La nobildonna ottantenne Susanna Archinto e n ell'affresco potrebbe anche far pensare a un coinvol­ Camilla Zanchi (il cognome è fornito da At·gelati) gimento di Marco Antonio, ma, come si dirà, non è erano vedove di due illusu·i membri della famiglia questa l'unica spiegazione possibile. Ton i (altrimenti menzionata anche come Tosi), il La famigli a Tonsi, originaria di Pisa, si era u·apian­ giureconsulto Michele, morto nel 1508, e il suo pri­ tata a Milano verso la fin e del Trecento con Antonio, mogenito Benedetto, deceduto nel 1528 a Cremona nonno di Michele. È con quest'ultimo che sembra dove rivestiva la carica di pretore. Marco Antonio, il avere inizio un'ascesa del casato destinata a proseguire secondogenito della coppia, fu anch'egli dottore in senza rovesci di fortuna sotto i Francesi, Francesco II legge e fu insignito delle cariche di commissario Sforza e gli Spagnoli. generale dell e entrate nel 1521, di magistrato ordina­ Avvocato fiscale, autore di un commento alla Istitu­ rio nel 1524 e di commissario generale dell 'esercito tiones eli Giustiniano edito a Milano nel 1478,44>i scri tto nel 1526. al Collegio dei giureconsulti nel 1480, vicario generale

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Il - IILANO, Plr A OTECA DI BRERA - VINCE ZO FOPPA: AN SEBAS-n i\J\1 0 (jolo Museo)

nel 1486, prefetto dell 'annona, consigliere ducale sotto atto di lesa maestà; arrivava anche a sostenere che Ludovico Sforza, Michele Tonsi era un personaggio Mi lano fos e stata fondata dai Gall i, a evocare Carlo 45 assai autorevole del patriziato cittadino. > Il venerdì Magno vincitore su Desiderio e Barbarossa che aveva santo del 1500, conclu o il breve tentativo di restaura­ sconfitto i milanesi nel l 176, e infine a chiedere che la zione di Ludovico iJ Moro, dopo una processione orga­ nobiltà milanese potesse mantenere i propri privilegi e nizza ta per chiedere perdono ai Francesi, fu lui a tene­ che fossero puniti i soli colpevoli della rivolta. Il testo re al cospetto del cardinale Charl e d'Amboise una fu tramandato e in segui to più volte pubblicato assie­ famosa orazione nella quale defin iva la ribellione un me a quello tenuto per la conu,oparte dal napoletano

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Michele Ri zio, consigliere oltremontano del parlamen­ lppoli ta Sforza. Laffresco di Santa Maria di Brera apre to di Milano.46> una fitta serie di lavori succedutisi nel corso del terzo I Tonsi non conobbero alcun declino sotto Luigi XII decennio del XVI secolo, che comprendono !"Incoro­ e Francesco I e neppure quando nel 1521 avvenne la nazione di spine' nell'antica sede del Pio Luogo di restaurazione di Francesco II Sforza. Lo dimostrano le Santa Corona (1521-1522), il polittico in San Magno a brillanti carriere dei figli di Michele e in particolare di Legnano, i cicli di Santa Maria dei Miracoli a Saronno Benedetto, confermato nel 15 12 in tutte le cariche che (pagamenti fra il 1525 e il 1529) e di Santa Maria erano state del padre, la cui posizione di influente cor­ degli Angeli a Lugano ( 1529), e infine la Cappella tigiano è testimoniata dagli omaggi alla sua fama di Besozzi nella stessa San Maurizio ( 1530).53> «graziosissimo avvocato» che gli tributa Matteo Ban­ Lultima opera databile con sicurezza a monte del­ della dedicandogli anche una novellaY> l'affresco di Santa Maria di Brera è la pala di San Proprio il ruolo ufficiale di Michele Tonsi potrebbe Gerolamo del Duomo di Como, eseguita nella secon­ avergli permesso di affidare la decorazione dell'altare da parte del 1517 per Scaramuccia Trivulzio: ritratto di famiglia a Vincenzo Foppa in un momento nel con la porpora, fu eletto cardinale nel luglio del 151 7 quale averlo al proprio servizio non era facile e poteva e vescovo della città lariana fra il 1508 e 1'8 gennaio essere necessario doversi rivolgere a Gian Galeazzo del 1518.5 4> N e i riferimenti a Bramanti no, Zenale e Sforza.48>La commissione avvenne presumibilmente in Andrea Solario quest'ancona è ancora vicinissima alla un momento non distante dal 1485 della 'Madonna decorazione della Cappella del Santissimo Sacramen­ del tappeto', che col 'Martirio di San Sebastiano' to in San Giorgio al Palazzo a Milano, realizzata da segna il punto di massima tangenza dell'artista con Luini nel 1516. A ulteriore dimosu·azione della conti­ Donato Bramante, e dal 1486 termine post quem per guità delle commissioni, la scena delle 'Esequie di San l'opera che il 'Martirio' sembra riflettere più diretta­ Gerolamo' della predella contiene, nel giovane biondo mente: il ciclo degli 'Uomini d'arme' realizzato dal piangente sulla sinistra, la citazione di una pia donna maestro montefeltrino nel pai_azzo acquistato in quel­ della tavola del 'Compianto' del ciclo milanese, a sua l'anno da Gaspare Visconti.49>E stato inoltre già ipotiz­ volta derivata dal dipinto dello stesso soggetto realiz­ zato da Jocelyn Ffoulkes e Renato Mai occhi che la zato fra il 1505 e il 1509 da Zenale per San Giovanni scelta dei Santi Rocco e Sebastiano sia da mettere in Evangelista a Brescia.55> relazione con le epidemie che colpirono il territorio di Rispetto alla fase stilistica rappresentata dalla Cap­ Milano fra il 1486 e il 1489.50> pella del Santissimo Sacramento e dalla pala di Como Non è dato sapere se la parte centrale dell'affresco l'affresco di Santa Maria di Brera testimonia il compi­ di Foppa presentasse lo stesso soggetto e forse un'am­ mento di una svolta, che sembra da leggere alla luce bientazione architettonica simile a quello che poi della testimonianza di Cesare Cesariano, il quale nel Luini dipinse sopra di essoY>Se così fosse, la figura di suo commento a Vitruvio - pubblicato nello stesso Sant'Antonio Abate potrebbe rimandare ad Antonio 1521 -annovera Bernardino fra i lombardi che ave­ Tonsi, l'avo di Michele col quale la famiglia si trasferì vano compiuto il viaggio a Roma.56> a Milano. Al pari delle 'Sante vergini' alla base del lato pubbli­ Pare che la parete fosse interessata da umidità di co del tramezzo di San Maurizio, e in particolare delle risalita, che stando alla testimonianza di Bianconi 'Sante Lucia e Apollonia' sorelle della 'Santa Barbara' aveva provocato l'ammaloramento del 'San Rocco'; è che è difficile immaginare eseguite nello stesso possibile fosse stata quella la causa che portò nel 1521 momento dell'ancona comasca,57> l'affresco di Santa a ridipingere la parte centrale della composizione. Maria di Brera appare una delle prime testimonianze Dell'affresco di Luini si conserva uno studio a penna dell'incontro di Luini con le opere di Raffaello.58> La e matita nera lumeggiato a biacca per la 'Sacra con­ discesa di Luini nella città papale, anteriore all'edizio­ versazione', pubblicato per la prima volta da Beltrami, ne dell'opera di Cesariano (1521 ), dovrebbe essere transitato nelle raccolte Dubini e Rasini e oggi di pro­ avvenuta all'incirca fra il 1518 e il 1520. A ridosso del­ prietà della Banca Fideuram (fig . 8).52> l'affresco di Brera, il primo effetto della visita ai can­ Il disegno presenta alcune varianti rispetto alla tieri romani si percepisce sotto forma di echi degli redazione finale: Sant'Antonio diversamente dall'af­ interventi di Peruzzi e Raffaello alla Farnesina nelle fresco è a capo scoperto e sono inclinati in modo lie­ 'Storie d'Europa' della Gemaldegalerie di Berlino, vemente diverso il pastorale e il volto dell'angelo, provenienti come le 'Storie di Cefalo e Procri' della mentre Santa Barbara regge il simbolo della torre, National Gallery di Washington dal palazzo cosUìJito sostituito poi dal calice e dalla palma del martirio. sul 1516 da Cristoforo Solari per Gerolamo Rabia.59 > Quest'ultima modifica avvenne forse in corso d'opera, Quest'impresa, che comprendeva anche la decorazio­ come farebbe pensare un esteso pentimento visibile ne della facciata. Essa era forse già in corso quando osservando la superficie dell'intonaco. Bernardino inu·aprese il viaggio a Roma, come fareb­ Quando ricevette questo incarico Bernardino dove­ be pensare il tono meno aggiornato delle 'Storie di va ormai, essere considerato il pittore più in vista di Cefalo e Procri'. Milano. E almeno in parte coevo al ciclo di San Mau­ Tra l'intervento di Foppa e quello di Luini per Santa rizio nel Monastero Maggiore, strettamente legato alle Maria di Brera aveva lavorato Zenale, autore negli vicende della famiglia di Alessandro Bentivoglio e ultimi anni del Quattrocento delle tavole col 'Concer-

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12 e 13 - PAVIA, CHIESA DI SAN TO~IMASO , CAPPELLA Bo·n -IGEll.A, AFFRESC HI DELLA VOL1ì\ BARIULOMEO BONONE (?): Al'IGEU (PARllCOLARI) (foto Soprintendenw PSAD, lvii/ano)

to d'angeli ' ora nell a collezione Sormani a Lurago ti nel 1486, aveva voluto l'altare con la pala di Vincen­ d'Erba e come ora appiamo della pala Busti nel zo Foppa, e le reliquie de lla beata Sibillina Biscossi. 11 1515.60! In un momento imprecisato Bramantino dipinto, ora ai Musei Civici di Pavia, raffigura la Vergi­ aveva eseguito le ante dell'organo con figure di 'Profe­ ne col Bambino in trono tra i Santi Matteo, Giovanni ti ', una lunetta di cu i parlano le antiche guide raffigu­ Battista, Stefano e Girolamo, nonché i due commit­ rante la 'Vergine col Bambino' e alcune figure di tenti pre entati dai beati Domenico di Catalogna e 'Santi' rimaneggiate all'epoca dei Gesuiti e stando a Sibillina Biscossi. Benché il saldo finale per il montag­ Vasari una ' atività della Vergine' sul tramezzo.6 1> gio della cornice da parte di Giovanni Siro Cattaneo Tutte queste presenze sembrano riflettere un preciso sia stato versato nel 1487 dal fi gli o di Giovanni Matteo orientamento di gusto condiviso nei primi decenni del Bottigella, Filippo, la pala fu certamente ordinata Cinquecento dagli Umiliati e da alcuni detentori del alcuni anni prima e modificata in corso d'opera con giuspatronato delle cappelle. In questa direzione l'aggiunta delle immagini dei due beati e con la tra­ ricerche future potranno for e mettere meglio a fuoco sformazione dell'abito della Visconti in abito 64 la committenza di Giovan Battista Tonsi nel lungo vedovile. > Di recente Giovanni Romano ha proposto periodo in cui tenne la ricca prepositura di Santa che la pala ia tata impostata verso la metà anni ses­ Maria di Brera. santa del Quattrocento, in concomitanza con l'esecu­ zione degli affreschi della Cappell a Portinari in Sant'Eustorgio e poi trasformata in quello che ora si 3. l L SOFFITTO A FFRESCATO DELLA CAPPELLA B OTTICELLA vede tra ottavo e nono decennio: ma una tale datazio­ IN SA TOMMASO A PAVIA ne è difficilmente condivisibile per motivi sia storici 65 sia stilistici. > Se da un lato pare arduo credere che il Prima ancora che cominciassero i restauri nella Foppa, per quanto lento nell'operare fino all'esaspera­ Cappella di Giovanni Matteo Bottigella annessa alla zio ne, abbia fatto attendere più di venti anni a un sagrestia della chiesa domenicana di San Tommaso a committente tanto influente per una tavola dopotutto Pavia, ombre scure sotto lo scialbo facevano intravve­ di nemmeno due metri di altezza, dall'altro, nell o stile dere le sagome di creature angeliche di varie dimen­ nulla sembra imporre una tale retrodatazione: ciò vale 62 66 sioni in alcuni settori de lla volta. l Ne veniva confer­ per l'architettura del sacello > e anche per le fi gure mata la testimonianza dell 'erudito settecentesco della 'Vergine' e di 'Santo Stefano' (titolare della cap­ Francesco Bartoli , il quale nel descrivere la chi esa pella e pertanto certamente previsto fin dall'origine), aveva ri cordato tali decorazioni e le aveva descritte le quali si confrontano bene con la tornitura impecca­ come di «fl orido colorito»: una qualità che compensa­ bile e con la sicurezza di impo tazione della 'Madonna va un poco l'areai mo dell o stile, per il quale e se del tappeto'. Del resto, il colorito saturo e ve lato di erano attribuite al capostipite della cuoia pittorica ombre fumate non embra richiamare la chiara e per­ pavese, Andrino d'Ede ia.63> lacea gamma della Cappella Portinari o di quel subli­ ln quella cappella il vecchio cortigiano dei Visconti me capolavoro finalmente ricollocato dalla mostra e poi degli Sforza, morto con la moglie Bianca Vi con- bre ciana del 2002- al posto che gli compete- che

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decennio il culmine della ua influenza e del uo pre­ tigio nello tato milanese, lascia nel te tamento del 12 novembre del 1507 milleduecento lire imperiali «pro depingi faciendo et ornando capellam>> .G9l Ora i primi ta elli di pulitura (figg. 12 e 13) hanno messo in luce quanto era campar o otto lo scialbo nel secolo XIX: ono così emerse fi ionomie di angeli assai pungenti e caratterizzate, dipin te con una mate­ ria compatta e smaltata. I visi con la pelle te a, quasi porcellanata, risultano definiti da un contorno cap­ zio o, con gli guardi esageratamente estatici, le boc­ che carnose appena increspare a formare una caratte­ risti ca ombra tra il mento e il labbro inferiore, i capelli arricciolati con sottili fi li di lumeggiature e le bordure delle vesti ricamate di motivi a meandro e di gemme prezto e. Già quel p oco che ora si vede richiama immediata­ mente alla memoria lo stile di un p ittore romagnolo, Bernardino Zaganelli da Cotignola documentato nel 1506 a Pavia,7°>d ove era stato chiamato per dipinge­ re un polittico per l'altare degli studenti della nazio­ ne straniera presso l'ateneo pavese nell a chiesa del Carmine/l) istall ato nel 1507. Il confronto visivo tra l'angelo che suona la viola e quello analogo (fig. 14) dell a pala con la 'Madonna col Bambino tra due angeli ' ora nella Galleria Franchetti all a Ca' d'Oro è parlante: tanto che non pare necessario dilungarsi oltre.72> on è ancora tato chiarito come mai sia stato chiamato a Pavia proprio Bernardino; ma pro­ babilmente è un fatto che va mes o in relazione con la decorazione della Cappella Sforza nel San France­ sco di Cotignola. 73>S i rammenterà, inoltre, che Gio­ vanni Siro - nella bottega del quale lo Zaganelli lavorava al suo polittico- era stato colui che aveva montato l'ancona foppesca su incarico di Fi li ppo Bottigella e che un Cesare Bottigella, certo il figlio di Corradino di Tomaino e nipote di Giovanni Matteo, era testimone al contratto del polittico del Carmi­ ne.74> 1ùttavia la stesura dell'affresco, per quanto oggi si vede, fa dubitare che ci si trovi davvero davanti a un'opera di mano del Cotignola: semmai 14- VENEZIA, GALLERIA FRANCH ETTI ALLA CA' D'ORO questi potrebbe in una prima fase aver lasciato delle BERNARDINO ZAGANELU: MADONNA COL idee che al committente piacquero e vo ll e messe in BAMBI NO E ANGELO MU SICANTE (PARTICOLARE) pratica. (foto Museo) Tra quanti a Pavia potevano in quegli anni realizza­ re un si mile progetto il più credibile sembra Bartolo­ meo Bonone: questi, proprio nel 1507, firmava e datava una pala in San Francesco a Pavia, ora al Petit è la 'Presentazione al Tempio' della Pinacoteca di Palais di Avignone (fig. 15),7 j>l a quale non solo è un Brera.67> Ha invece certamente ragione Romano6 > apice insuperato nella produzione dell'artista, ma quando sostiene che le aggiunte dei due Beati e del­ anche segna l'abbandono di un'onesta accademia l'ammodernamento dei committenti, fatte in ultimo pavese all'ombra delle pitture della Certosa (si veda, nella pala, hanno una stesura assai diversa che appare ad esempio, la pala nella chie a di San Francesco a inferiore di qualità, così come le imbarazzanti scritte Moncalvo) e l'adesione improvvisa e incondizionata coll ocate a caso e con una forma epigrafi ca assai allo stil e di Bernardino Zaganell i, all a per picuità in oddi facente. ottica di a cendenza ferrare e, alla lucentezza nella Al la morte di Giovanni Matteo (1 486) molto nella re a dei metalli, dei gioielli e delle stoffe, alla accen­ cappell a gentilizia doveva ancora essere fatto: tanto è tuazione sentimentale e fi ionomica dei personaggi. vero che il fi glio Filippo, rappresentante di una fami­ D'altra parte il Bonone aveva potuto as i tere alla glia che aveva già raggiunto e oltrepa ato da qualche creazione dell a pala degli Scolari Oltremontani al

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15- AVlG1 ONE, MUSÉE D PETIT PALAIS- BARTOLOMEO BONO• E: MADONNA COL BAMBI 0 TRA SANT'AMBROGIO, S· N FRANCESCO E IL FRATE FRANCESCO CAVAZZI DELLA SOMAGL LA (folo Museo)

Carmine fin dall'inizio, fin dalla confezione della cot·­ Desideriamo ringraziare Letizia Anangeli, Alessandm nice. 76> Le dita dell 'angelo vio lista, tubolari e prive di BallaTin, Roberta Battaglia, Eric Barella, Eugenia Bianchi, anatomia ma espres ive nell a loro languida inanità, Giovanni Campanini, Andrea De Marchi, Andrea Di Loren­ sono assai simili a quell e del San Francesco nella pala zo, Letizia Lodi, Luigi Panna, Giuseppina Suardi, France­ del Bonone ad Avignone; co ì anche il volto della sca Valli, Massimo Zaggia. Vergine con i capelli lucidati da sottili lumeggiature. Solo quando il affitto arà del tutto scoperto, però, i l paragrafi nn. l e 3 (La 'Madonna del tappeto' e la sua potrà dire con certezza se sia stato proprio questo bel­ inopia; Il offitto affrescato della Cappella Bottigella in San lissimo, piccolo mae tro locale a u·adurre lo stile del­ Tommaso a Pavia) sono di MATI'EO CERiANA; il paragrafo n. l'artista forestiero sulle volte dell a Cappella di Filippo 2 (Da Vincenzo Foppa a Bernardino Luini : l'altare della fami­ Bottigella. glia Tonsi in Santa Maria di Brera) è di CRiSTINA QUATTRINI.

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l) Si veda la scheda di M. A"lf\LE, in Pinacoteca di Brera. due gesuiti, anticamente umiliati, della scuola di Lionardo Scuole lombarda e piemontese I300-I535, a cura di F. ZERI, [la pala Busti ora in Pinacoteca]. Sopra il Redentore con S. Milano 1988, cat. IlO, pp. 172-175; S. FACCHI NETrl , Bra­ Ignazio di Stefano Legnanino». Per il dipinto di Legnanino mante e Foppa, in Vincenzo Foppa, catalogo della mosu·a ora disperso cfr. M. DELL0 MO, Il Legnanino, Ozzano Emilia (Brescia), a cura di G. AGOSTI, M. A'lf\LE, G. ROMANO, Mila­ 1998, p. 229. no 2003, pp. 194-197 e ca t. 56, pp. 200 e 20 l, con biblio­ Il ) NATALE, in Pinacoteca di Brera .. ., cit., cat. 11 0, p. grafi a precedente, da integrare con il contributo d i P. C. 174; nel transetto della Certosa di Pavia, sulle porte che MARAN I, in Leon Battista Alberti, catalogo della mostra vanno verso le cappelle laterali c'è, da una parte, la ' Madon­ (Mantova, l O settembre - Il dicembre 1994), a cura di J. na col Bambino' entro una lunetta dec01·ata da un tappeto e RYKWER·r, A. E 'GEL, Milano 1994, pp. 529 e 530, e la più aperta su di un cielo paradisiaco gremito di cherubini rossi e puntuale scheda dello stesso MARAN I, in Pittura a Milano. solcato da raggi d orati, datata su di un pilastro " 148[. .. ]", Rinascimento e Martierismo, a cura di M. GREGO RI , Cinisello dove l'ultima cifra no n è leggibile; dall'alu·a, lo 'Ecce Homo' Balsamo 1998, p. 200. Per la fortuna otto-novecentesca del­ su di un cielo assai più terreno: cfr. J. SH ELL, Ambrogio Ber­ l'immagine è illuminante quanto scritto da F. VALLI, L'arche­ gognone: una nuova biografia, in Ambrogio Bergognone. tipo, in Due secoli di pmgetto scenico. Prospettive d'invenzio­ Acquisizioni, scoperte e Testauri, a cura di P. C. MARA 1, j . ne I802-1861, catalogo della mosu·a (Milano, 18 dicembre SHELL, Firenze 1989, pp. 20-25, in particolare pp. 2 1 e 24 1997 - 28 febbraio 1998), a cura dell'Isti tuto di Storia del­ nota 15; M. ALBERTAR IO, in Ambrogio da Fossano detto il l'Arte e dell 'Istituto di Scenografia dell'Accademia di Belle Be1gognone. Un pittore per la Certosa, catalogo della mostra Arti di Brera, Milano 1997, pp. 134 e 135. (Pavia), a cura di G. C. SCIOLLA, Milano 1998, pp. 280-283, 2) VALLI, L'archetipo, cit., p. 172. che propone una cronologia della decorazione della secon­ da porta ai primi anni Novanta (ante 1493, data registrata 3) M. CAFFI, Dubbi nell'arte, in Arte e Storia, III, 1884, in una dell e decorazioni architettonich e della navata). Tutta­ pp. 13 1 e 132. via è probabile che queste due cornici siano state piuttosto 4) O. MO DLER, The Travel Diary of Otto Miindler eseguite subito dopo l'mTivo del pittore nel cenobio, forse I855-I858, u·ascritto e curato da C. T OGNERI Dowo, con già nel 1488 (riassuntivo è l'intervento di M. G. ALBERTINI introduzione di J. Anderson, in The Walpole Society, LI, OTTOLEN GHI, Il Be1gognone alla Certosa e le ancone quat­ 1985, p. 99. tmcentesche, in Amvmgio da Fossano ... , loc. cit., pp. 173-192, in particolare p. 173), a sottolineare subito le parti 5) j . A. CROWE, G. B. CAVALCASELLE, A History of Painting più importanti della chiesa, inglobate nella zoccolatura suc­ in North , [1 871], edizione a cm a di T BORE IUS, 2 cessiva. Una data più vicina a quella dell'affresco braidense voli., London 19 12, II, p. 324. renderebbe ragione di una ripresa così puntuale del prototi­ 6) V. FORCELLA, Iscrizioni delle chiese e degli altri edifici di po foppesco da parte di Bergognone. Milano dal secolo VIII ai giorni nostri, 12 voli., Milano 12) S. LATUADA, Descrizione di Milano ... , 5 voli ., Milano 1889- 1893, IV, 1890, p. 285 n. 407: la lapide di fondazione 1737- 1738 (ri st. Milano 1995-1998), V, 1738, pp. 232-235, del convento ricorda la posa della prima pieu·a da parte del in particolare p. 233. padre provinciale Paolo Oliva; il convento era stato assegna­ to da Carlo Borromeo a i Gesuiti nel 1572 (ibidem, p. 286); 13) Ibidem, p. 233, riporta la notizia ch e nella chiesa vi era A. MEN ICHELLA, Illzwgo, in Due secoli di progetto .. . , cit., p . una Cappella della Madonna ornata da un ricco altare di 133; C. TORRE, Il ritratto di Milano, diviso in tre libri, Mila­ «lisci marmi», le venature dei quali formavano un'immagine no 1714, edizione anastatica, Bologna 1973, pp. 268- 270, naturale della Verg ine, e dove era collocata la statua della vide la chiesa durante il suo ammodernamento ad opera del Madonna. Qui si conservava in una nicchia chiusa da una Richino e registrò nella sua guida questa fase edilizia. Sulla grata la fascia che ervì alla Madonna per trasportare Gesù chiesa si veda, infine, il riassuntivo intervento di M. CACIA­ durante la fu ga in Egitto. Il TORRE, op. cit., p p. 268-270, spe­ GLI, Santa Maria di Brera, in ID EM, Milano, le Chiese scom­ cifica che «Se alcuni lasciarono scritto, esser d i Bramante i.l parse, Milano 1997, pp. 100- 14 1. San Sebastiano, che vedete contiguo, non lo credete perché Gio. Paolo Lomazzi nella sua !storia della pittura ricorda, 7) Per questo ambiente, che nei progetti di Giuseppe haver queste con alu-e figure, e con le vicine Prospettive dipin­ Bossi avrebbe dovuto servire da deposito per le pitture della te Vincenzo Foppa Milanese Pittore.»; pur tuttavia, il termine Pinacoteca, si veda: A. ME ICHELLA, Le trasformazioni del "prospettive" è troppo vago per poter suppon-e stùla sola base Palazzo di Brera nell'età napoleonica, in Milano, Brera e di questa affermazione che anche la 'Madonna del tappeto' Giuseppe Bossi nella Repub6lica Cisalpina, Atti del conve­ facesse in qualche modo parte dello stesso insieme. Per quan­ gno (Milano, 4-5 febbraio 1997), Milano 1999, pp. to riguarda l'altare della Vergine, si sarebbe tentati di identifi­ 217-280, in particolare pp. 230 e 23 1. care l'«I'Efl:igie di rilievo» ivi descritta da Carlo Torre con il 8) Ricognizione, descrizione e stima degli aTredi sacri, e busto in terracotta raffigurante la 'Madonna col Bambino' che supellettilz esistenti nella Chiesa e Sagristia in Brera (Como, nel 1808 ve1me donata con alu·i arredi dall 'asuu nomo ed Archivio di Stato, Loc. Mil. 45), citato in MEN ICHELLA, Le ex- gesuita Giovanni Angelo de' Cesaris alla parrocchiale di trasformazioni del Palazzo ... , cit., p. 231, n. 26. Ossago Lodigiano dove è tuttora conservata, e che sotto le pesanti ridipinture sembrerebbe essere un pezzo amadeesco. 9) VALLI, L'archetipo, cit. Sulle vicende di quest'opera cfr. G. AGNELLI, Lodi e il suo ter­ l O) C. BIANCONI, Nuova Guida di Milano per gli amanti ritorio nella storia, nella geogra.JW e nell'arte, Lodi 19 17, p. delle Belle Arti, Milano 1787, rist. Bologna 1980, p. 392. Il 6 11 ; L. GAB BA, Riconlo dell'astronomo Giovanni Angelo Cesa­ passo recita: ••In Sagristia internamente sopra la porta èvvi ris, in Memorie della Società Astronomica Italiana, XXVIII, una Madonna sul muro di Bramantino prime cose. Nell'alta­ 1957, 3, pp. 148-154, i.n particolare pp. !53 e 154; E. TEA, re un bel quad ro in asse con la Madonna e santi laterali e L'Accademia di belle Arti a Brem, Firenze 1941, p. 25 1.

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14) Tale imervento è stato condotto da Giu eppina Suardi razione la 'Madonna del tappeto'. Il aggio, pure apprezza­ sotto la direzione di chi scrive ed è lato finanziato con fondi bile, sembra ba ato su fotogra fi e e riproduzioni, no n su rico­ dello Stato negli anni 1999-200 l. Il massello è stato consoli­ struzioni prospettiche operate dal vero sulle linee di incisio­ dato soprattutto nella parre inferiore, che era fortemente ne o di spolvero originali, come sarebbe ormai necessario a de tabili zzata per la carbonizzazione della cornice lignea a fondare storicamente un di corso critico sulla pratica pro­ causa della ri a lta del calore dalla canna fumaria della stufa, spettica di un arlista rinascimentale . e rinsaldato l'appoggio della ma sa muraria all a parete che 23) Sulle vesti degli Umiliati: G. TIRAHOSCH I, ~tera ora la ospita con frammenti di mattoni e calce. Per fare que- HwniliatO"J'IUn Monumenta, annotationibus ac dissertationi­ Lo è stata staccata una po rzio ne della comice seicentesca ma bus prodomis illustrata, 3 voli., Milano 1766-1768, l, 1766, in modo tale che alla fin e dell'o perazione si potesse rimon­ p. 84, dove tuttavia non si cita espressamente un copricapo tare al suo po to. Si è poi provveduto a fissare tutte le parti tipico dell'ordine. Un copricapo, dalla forma di un floscio di intonaco decoese accertandosi che ovunque la muratura e berretto frigio, si può vedere in un disegno del XVI secolo gli strati di imonaco fossero solidali. Si è eseguita una puli­ ra ffigurante un umiliato: il documento è conservato presso tura fortemente d ifferenziata della superficie, a econda de i l'Archivio di Stato di Milano, e pubblicato da A. AMBROSIOt 1, danni, delle pani su cui imervenire, ecc. Infine si è rimonta­ Umiliate\Umiliati (ad vocem), in Dizionario degli Istituti di ta la cornice seicentesca senza adesivi di sorta ma solo con Pafezione, a cura di G. PELLI CCIA, G. RoccA, 9 voli., Roma viti e tasselli facil mente removibili e la si è completamente 1968-1997, IX, 1997, pp. 1490-1508, in particolare p. polita per recuperare la bellissima qualità materica dello 1502. stucco originale. 24) Si veda la scheda di S. BUGANZA, in Vincenzo Foppa ... , 15) Le giornate comprendono zone abbastanza ampie cit., cat. 40, p . 168, con bibliografia precedente. de lla densissima superficie cromatica: una giornata è dedi­ cata alla testa della Madonna e una al tappeto. La tecnica 25) M. Lu ARI , Appunti per una stmiogmfia sugli Umi­ foppesca, per la quale si veda la nota seguente, permetteva liati tra Quattro e Cinquecento, in Sulle tracce deglt Umilia­ di lavorare piuttosto a lungo la stesura d 'intonaco di una ti, a cura di M. P. ALBERZO l, A. AMUROSIONI, A. LUCIO l, giornata. Mi lano 1997, pp. 45-66, sulle committenze arli tiche in par­ ticolare le pp. 62- 65. 16) V. GHEROLDI, Tradizione, modelli e attese. Le tecniche di pittura murale di Vincenzo Foppa, intorno al 1485, in 26) Giacomo Landrian i muore 1'8 novembre 1485 (TIRA­ Vincenzo Foppa. Tecniche di esecuzwne, indagini e restauri, HOSCHI, op. cit., p . 142) e gli succede, nel 1486, Gerolamo Atti del Seminario internazionale di studi (Brescia 200 l), a (ibidem, p. 44); per quest'ultimo e Ludovico Landriani cfr. cura d i M. CAPELLA, l. GIANFRANCESC HI, E. LUCCHES I RA.GN I, M. TAGUAUUE, Gli Umiliati a Viboldone, in L'Abbazia di Milano 2002, pp. 15- 36. Viboldone, Cinisello Balsamo 1990, pp. 27 e 28 (Ludovico); Lu ARI, in Sulle tracce .. ., cit., pp. 58 e 59, n. 4 1; L. ARCA - 17) GHEROLDI, ibidem, pp. 28 e 29. GELI, Esperimenti di governo: politica fzscale e consenso a 18) M. CERIA A, Osservazioni sulle architetture plastiche o M ilano nell'età di Luzgi Xll, in Milano e Luigi XII. Ricer­ dipinte a M ilano tm il 14 7O e il 152 O, in Bm mante mila­ che sulj11i mo dominio jrancese in Lombardia ( 14 99-1512), nese e l'architettura del Rinascimento lombm·do, a cw·a d i a cura di L. ARCANGELI, Milano 2002, pp. 322-324, in parti­ CH. L. FROM~ IEL, L. GIORDANO, R. SCHOFIELD, Venezia 2002, colare p. 327. Su Gerolamo Landriani, maestro generale pp. 11 1-146, in particola1·e p. 123, con bibliografia prece­ dell'ordine fino 1524, si vedano inoltre le invettive nel dente sull 'argomento. poema del frate Mario Pizzi, pubblicato da S. SCI-lENONE, Frate Mario Pizzi e la decadenza degli Umiliati, in Sulle 19) Si veda il disegno del capitello corinzio nel codice Magliabechiano fiorentino, pubblicato in FRANCESCO DI tracce ... , cit., p. 95. GIORGIO MARTit 1, Trattati di m·chitettura, ingegneria, arte 27) R. J. Tmu:, julius II and Bramante in Bologna, in militare, a cura di C. MALTESE, trasCI·izione di L. Maltese Le arti a Bologna e in Ernilia dal XVI al XVII secolo (24'" Degrassi, 2 voli ., Milano 1967, Il, p. 560. lnternational Congress of the Histor-y of Ar-t), a cura di A. EMILIAN I, Bologna 1982, pp. 3- 8; ora anche R. j. TUTTLE, 20) L illustrazione è tratta da F. CASSINA, Le fabbriche più cospicue di Milano, Milano 1840 (rist. Milano 1862), tavv. Un progetto di Giulio Il per la. Romagna: lezione magistra­ LXI-L, in particolare tav. XLVl ll. le a conclusione del I anno dei corsi della Scuola Superiore in Organizzazione della città stmica, del territorio e dei loro 21) Sulla fase duecemesca di Santa Mar ia di Brera: A. M. modelli di rappresentazione (Ravenna I l luglio 2000), ROMAN IN !, L'architettura gotica in Lombmdia, 2 voli., Mi lano Ravenna 200 l . 1964, l , pp. l 16-121 ; la luce delle due porte, che attualmen­ te si aprono ancora nella cappella maggiore della chiesa, sep­ 28 T!RABOSCHI, op. cit., p. 330. pur pesantemente restaurate e affogate nel pavimento 29) Per An~o n io Landriani _cfr. AR~NG ELI , Esperimenti di sopraelevato, misu ran o all 'incirca due metri d i altezza per governo .. . , czt., pp. 256-263, P. MERZAGORA, 1[ palazzo per uno di larghezza (la più ba sa, a cornu evangelii, è di cm 177 Ber-gonzio Botta, in Bramante milanese ... , cit., pp. di altezza, l'altra, a cornu epistolae, di cm 205). ella restitu­ 266- 268, e, per la sua committenza, C. Q UA"TTRI NI, Il Mae­ zione si è data per buona una proporzione di uno a due. stro delle 01-e Landriani, un rniniatore del tempo di Ludovi­ co il Moro, in Lib?i & documenti, XXI, l 995, n . 2, pp. 22) M. DAI.AJ EM ILIA 1, Per- la prospettiva "padana": Foppa r-ivisitato, in Arte Lombanla, XVI, l 971 , pp. 117-136, 14-27. in particolare pp. 126 e 128; ma 01·a anche: A. LillA MODI ­ 30) VITR UVIO, De ar-chitectura, traslato, commentato et CNA 1 P! COZZI, A. Q UA DRI, C. Q uAD RI , Considemzioni geome­ a./figurato da CaesaTe Caesariano, Como 1521, edizione a triche su alcune oper-e di Vincenzo Foppa, in Solchi, VII, cura di A. BR SCI-Il, A. CARUGO, F. P. FLORE, Milano 1981, fY, 2003, 1-2, pp. 69-73, che tuttavia non prendono in conside- r. ex r-- v.

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3 1) B. ADo R. 1, M. TAr Rl , Il chiostro del convento di in Archivio Storico Lombardo, s. II, XVI II, 1891, pp. Sant'Abbondio a Cmnona. Un'inte1pretazione eccentrica del 5 -874, in particolare p. 872 (con varie impreci ioni). La modello bramantesco del Belvedere, in Arte lombmda, 69, d ifferente ubicazione originaria degli affreschi di Foppa e 1986, 4, pp. 85-98; B. ADORNI, Un lascito bramantesco nel­ Luini e d ella pala Busti è segnalata da NATALE, in Pinacoteca l'architettu·ra "lombarda" fra Quattrocento e Cinquecento: di Brem. ... , cit., cat. I li, p. 176, e da M. C. GEDDO, G. SIRO­ l'alzato camtterizzato da decomzioni geometriche, in Bra­ NI, Luini o Zenale? Un pagamento per la pala Busti, in mante milanese ... , cit., pp. 99- 11 0, in panicolare p. 103. Archivio Stmico Lombardo, CXVIII, 2004, pp. 3 13-324, in particolare pp. 3 13- 3 15. Per Bernardino da Legnano si veda 32) M. T NZI, Francesco Casella e le congiunture tm Cre­ M. CERIANA, mona e Piemonte all'inizio del Cinquecento, in l tinerm'i. L'annadio della sacrestia di San Pietm Martire Contributi alla Storia dell'Arte in memoria di M. L. Fe·rra1·i, a Vigevano, in Artes, 6, 1998, pp. 2 1-43. 111 , Fire nze 1984, pp. 2 1-32, in particolare pp. 3 1 e 32; 36) cr.~ GEDDO, SIRONI, Luini o Zenale? Un pagamento IDEM, Girovaghi, eccent1ici, "ponentini". Francesco Casella, ..., cit., con bibliografia precedente. Di recente, il canone Cremona 1517, catalogo della mostra, a cura di V. MADERNA, dell'arazzo raffigurante 'Cesare riceve la testa di Pompeo' del C. QuATTRI 1, Brera mn.i vista, X l, Milano 2004, in corso d i Mu ée cles Arts Décoratifs di Parigi è stato attribuito al pitto­ stampa. Sulle committenze artistiche sostenute da Ludovico re della pala Busti (con identificazio ne del committente nel Landriani nel convento di Sant'Abbondio a Cremona, che decurione d i Como Gian Giacomo Rusca) da . FORTI GRAZ­ resta una fabbrica notevolissima nonostante il chiostro "bra­ ZI 1, Arazzi lombanii, italiani e fiamminghi a Corno nell'epo­ mantesco" sia quasi del tutto un fantasio o restauro ottocen­ ca dei vescovi 1hvulzio, in Le m'li a Corno dumnte i vescovi tesco (ADORNI, in Brarnante milanese ... , cit .), si veda: ADoR­ Trivulzio, Atti d el Convegno (Como I 996), Como 1998, pp. NI, TAFURI, art. cit., pp. 92 e 93; cfr. anche: M. Ross1, Episodi 179-198, in particolare pp. ISO e 189, e da Maria Cristina figurativi fra Cinquecento e Seicento, in L'Abbazia di Vibol­ Geddo in GEDDO, S1R01 1, loc. cit. p. 321. In precedenza le done, cit., pp. 2 15-228. due opere erano state accostate f•·a loro, con attribuzione a Luini, da W. SUIDA, Leonardo und sein Kreis, Mi.inchen 1929, 33) T IRABOSCH I, op. cit., p. 50. edizio ne italiana Leonmdo e i leonardeschi, a cura di M. T 34) L. BELTRAM I, Luini. 1512-1532. Materiale di studio FIORIO, Vicenza 200 l , p. 273. Quanto ad Antonio Busti, il mccolto a cura di Luca Beltmmi, Milano 19 11, pp. 136-143, cui testamento del 1524 è stato ora reso noto da GEDDO, inoltre: A. OrnNo DELLA CHIESA, Bernardino Luini, ovara SIRONI, loc. cit., pp. 315 e 316, è possibile che si tratti del 1956, ca t. l 18, p. 98; S. CoPPA, in Pinacoteca di Brera ... , personaggio documentato come maestro ordinario delle cit., catt. 133 e 134, pp. 263- 266 (con bibliografia preceden­ e ntrate del governo francese fra il 1502 e il 15 12 (cfr. ARCAN­ te completa); F. AUTELLI, Pitture mumli a Brera, Milano GELI, Esperimenti di governo ... , cit., p. 302). 1989, pp. 75 e 76 cat. 1.5.6. R. SACCHI, Berna1dino Luini, in 37) M01 DLER, op. cit., p. 95; e fACCHI NETTI, op. cit., cat. Tesori d'arte delle banche lombarde, Milano 1995, cat. 40, p. 56, p. 204. 28. Tutti gli affreschi sono ora in depo ito presso il Museo della Scienza e d ella Tecnica; sono stati restaurati tra il 1990 38) TORRE, op. cit., p. 269. e il 1991: il 'Red entore' di Foppa da Paola Castell etti e la 39) Cfr. M. L. f ERRARI, Giovan Pietm da Cemrno. Fatti di 'Madonna col Bambino, tra i Santi Antonio Abate e Barbara pittum bresciana del Quattrocento, M ila no 1956, pp. e un angelo' e !"Eterno benedicente' di Luini da Paola Zano­ 100-107, fig. 106; S. COPPA, La pittura nel Quattrocento e lini e Ida Ravenna. Alla fine del Settecento la pala era stata nella p1ima metà del Cinquecento, in Civiltà artistica in Val­ spostata sopra l'altare della sagrestia come ci testimonia tellina e in Valchiavenna. Il Medioevo e il primo Cinquecen­ BLANCO l, op.cit., pp. 231 e 232. to, a cura di S. COPPA, Milano 2000, pp. 135-181, in partico­ 35) G. P. LOMAZZO, Idea del Tempio della Pi!tura, Milano lare p. 167. 1590, ed. cons. G. P. LOMAZZO, Scnttz sulle artz, a cura d 1 R. 40) fORCELLA, op. cit., pp. 283 e 284. P. CLARDI, Firenze 1973, p. 236; A. SANTAGOSTINO, L'immor­ talità e gloria del pennello (167 1), ed . cons. a cura di M. 41) Milano, Biblioteca Ambrosiana, Fondo Fagnani, m s. T BONA CASTELLOTn, Milano 1980, p. 63 (con ignificativa 117 sup., vol. 15, ff. 108-120; P. MORIGIA, Historia dell'anti­ attribuzione degli affreschi di Foppa a Bramante); L. ScARA­ chità di Milano, Venezia 1591, edizione anastatica Bo logna MUCCIA, Le finezze de' pennelli italiani, Pavia 1674, edizione 1967, pp. 661-665; F. ARGELATI, Biblioteca scriptomm a cura_di ~ · G I U B~I N I ,_M il a no 1965, ~- 13:; TORRE, 0'/J. cit., mediolanensium, 2 tomi., Mila no 1745, t. li, vol. l , pp. p . 269, LArUADA, op. czt., pp. 232-234, A. F. ALBUZZI, Memo­ 1499-1503; Tosi (ad vocem), in G. B. D1 CROLLALA.I\IZA, rie per servire alla storia de' pittori, scultori e architetti mila­ Dizionario storico- blasonico delle famiglie nobili e notabili nesi, manoscritto pubblicato nel 1775-1776, edizione a cura italiane estinte e fiorenti, 3 voli., Pisa 1886-1890, m, 1890, d i G. icodemi, in L'Arte, LI, 1948-1951, pp. 1-14; LII, p. 38. 1951-1 952, pp. 15-52; LIII, 1954, pp. 53-74; LV, 1956, pp. 42) TIRABO CHI, op. cit., pp. 304 e 305, per Tonso e Gio­ 75-124; vol. LI I, pp. 18 e 19; F. BARTOLI, Notizia delle pittu­ vanni; per G iovanni Maria, FORCELLA, op. cit., p . 239. Nel re, sczdture ed architetture che ornano le chiese e gli altri 1533 quest'ultimo com pare in u n accordo fra la Fabbrica del Luoghi Pubblici di tutte le più rinomate città d'Italia di non Duomo e Antonio Maria Bozzolo incaricato di tessere una poche terre castella e ville d'alcuni rispettivi distr-etti, 2 voli., serie di arazzi Q. SHELL, Pittori in bottega. Milano nel Rina­ Venezia 1776-1777, l, 1776, p. 186; BIANCON I, op.cit., pp. scùnento, Torino 1995, doc. 21 p. 272. 390-392. Cassenza d i cappelle su questo lato d e lla chiesa si deduce dalle descrizioni di Lomazzo e (più chiaramente) da 43) Si veda la bibliografia citata alla nota 40. Scaramuccia, Latuada e Torre. Parlano invece di cappe lle 44) j ustiniani Istitutiones, a cura di M. T ONSI, Milano SANTAGOSTINO, op. cit., e D. SANT'AM BROGIO, R icerche intor­ 1478 (edito da Leonardo Pachel e Ulderico Sceizenzeler), no alla distmtta chiesa e facciata di Santa Mmia di Brera, Hai n *9506, IGI 550 l ; il colophon dell'incunabolo recita:

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«Hoc lstitutionum opus summa cum d iligentia per spectabi­ no, i Santi Antonio Abate e Barbara e un a ngelo' (cm 275 x le m virum dominum Michaelem de Tonsis legum doctorem 226); il ' Redentore' e )"Eterno benedicente' misurano cm 55 civesque mediolanensem emendatum ···"· Nelle raccolte x 185. Tutti e quatu·o g li affreschi sono stati decurtati e pri­ milanesi l'incunabolo è presente sia a lla Biblioteca Ambro­ vati al momento del distacco delle a rchite tture dipinte che li siana, che alla Biblioteca Nazionale Bra idense. E ino lu·e: incorniciavano; i due di Luini (e di conseguenza il 'Redento­ ARGELATI, op. cit., tomo l, pp. CIY, DLXIX. re' d i Foppa) subirono un'ulterio re riduzione dei margini probabilmente a l momento del trasporto su tela dell"Eterno 45) C. SANTORO, Gli uffici del dominio sforzesco, benedicente', com e si ved e dal confronto con le incisioni 1450-1500, Milano 1948, pp. 87, 1047; EADEM, J registri pubblicate da M. BISI, R. GIRO 1, Pinacoteca del Palazzo delle lettere ducali del periodo sforzesco, Milano l 961, pp. Reale delle Scienze e delle Arti, 3 voli. , Milano 1833, lll, tav. 190 e 191 , reg. 5, n. 26, e p. 253, reg. 6, n. 90. LXXXIII. 46) J. D'AuTON, Chroniques de Louis XII. a cura d i R. DE 52) BELTRAM I, Luini ... , cit., pp. 137-14 1; OTnNo DELLA MAULDE LA CLAVlÈRE, 4 voli., Parigi 1889-1895, l, 1889, pp. CH IESA, Bernardino Luini .... cit., cat. 27 p. 147; SACCHI , 270- 274; L. LE GE ORE, Vze du Cardinal d'Amboise, Rouen Bernardino Luini ... , cit .• con bibliografia precede nte; G. 1724, pp. 405-421; J. C. LùNIG, Codex Italiae Diplomaticus, 2 AGOSTI, Disegni del Rinascimento in Valpadana, catalogo voll., Francoforte-Lipsia l 725, I, coli. 497-504; R. W. SCHEL­ della mostra, a cura di G. AGOSTI, Firenze 2001, p . 2 14 . LER, Gallia Cisalpina: Louis XII and Italy 1499-1508, in Simiolus, XV, l 985, pp. 5-60, in particolare p. 13; L. ARCAN­ 53) Per i cicli di San Maurizio, Saronno e Lugano cfr. P. C. GELI, Ludovico tiranno?, in «Io son la volpe dolomsa». Il MARAN I, Gli affreschi di Bernardino Luini in San M aurizio ducato e la caduta di Ludovico il Moro, settimo duca di Mila­ tra circoli letterari, tradizione lombarda e classicismo cen­ no (1494-1500), catalogo della mostra, a cura d i E. SAlTA, tro- italiano, in Bernardino Luini e la pittura del Rinasci­ Mila no 2000, pp. 29 e 30, ripubblicato in L. ARCANGELI, Gen­ mento a Milano. Gli affreschi di San Maurizio al M onaste­ tiluomini di Lombardia. Ricerche sull'aristocrazia padana del ro Maggiore, a cura d i S. BANDERA, M. T FIORI O, Milano Rinascimento , Milano 2003, in particolare p. 123. 2000, pp. 53- 77; D. TRENTO, Alessandro e Ippolita Bentivo­ 47) M. BANDELLO, Novelle, edizio ne a cura d i G. BROGNO­ glio in San Maurizio, ibidem, pp. 37-44; ID EM, Alessandro LIGO, 5 voli., Bari 19 1 O. Benedetto Tonsi è me nzionato nella Bentivoglio, Bernardino Luini e la sua scuola in San Mau­ novella XXXIV della prima parte (Il, p. 34), nei proemi rizio al Monastero Maggiore, in R icen:he di Storia dell'Arte, della novella XLIV de lla prima parte (Il, p . 44), della novel­ 77, 2002, pp. 6 1-83; M. T BI NAGHI OLIVARI, Luini, Bernar­ la XXVII della seconda parte (III, p . 155) e della nove lla dino, in The Dictionary ofArt, a cura di J. T URNER, 35 voli., LVI I della seconda parte (IY, p. 100). La novella a lui dedi­ X IX, New York l 996, pp. 793-796; P. C. MARANI, Pittura e cata è la LVI della seconda parte (IV, p . 9 1) . decorazione dalle origini fino al 153 4. Giorgio da Saronno, Alberto da Lodi, Bernardino Luini e Cesare Magni, in Il 48) Nel 1489 Galeazzo Maria Sforza richiede a i rettori di Santuario della Beata Uirgine dei Miracoli di Saronno, a Brescia che Foppa si rechi a Milano per o norare la commis­ cura di M. L. GATTI PERER, Milano 1996, pp. 137- 184, in sione d ella Cappella Grifi nella chiesa di San Pieu·o in Ges­ particolare pp. 140- 163. Per il polittico di Legnano si veda sate (poi passata a Zenale e Butinone); lo stesso anno Era­ S. COPPA, Note a margine del restauro del polittico di San smo Trivulzio da Pavia informa il duca di avere ingiumo al Magno di Legnano dz Bernardino Luini, in Raccolta Vzn­ pittore d i recarsi a Savona per portare a termine La 'Maestà' ciana, XXX, 2003, pp. 219-238, con bibliografia p receden­ del Duomo; in proposito si veda: G. AGOSTI, Vzncenzo te. Per la cronologia di Luini cfr. F. FRANGI, Una traccia per Foppa, da vecchio, in Vzncenzo Foppa, cat. cit., 2003, pp. la storia della pittura a M ilano da 1499 al 1535, in Pittura 5 1-69, in particolare p. 52; A. GALLI, La Maestà di Vzncenzo a Milano .... cit., p. 30, con biografia e sched e alle pp. Foppa per Lazzaro Doria: precisazioni sulla committenza e il 229- 231. contesto , in Vzncenzo Foppa. Tecniche ... , cit., Mila no 2002, pp. 2 13-222; IDEM, Una commissione dei Doria per Giovan­ 54) M. T BINAGH I OuvARI, I vescovi Trivulzio e il Duomo ni M azzone (e una precisazione su Vzncenzo Foppa a Geno­ di Como, in Le arti a Como ..., cit.,. pp. 15- 19, con identi­ va), in Prospettiva, 101, 2001, pp. 68- 80, in particola re pp. ficazione del donatore e indicazione degli estremi per la 75 e 76; ID EM, In Liguria, verso la fine del Quattrocento, in datazione. Vincenzo Foppa, cat. cit., 2003, pp. 219- 223, in particolare 55) Per La datazione di quest'opera cfr. S. BuGANZA, Ber­ p. 221; S. L EYD I (a cura d i), Regesto dei documenti, ibidem, nardo Zenale, in Due collezionisti alla scoperta dell'Italia. docc. 73 e 75, pp. 3 11 e 3 12; G. ZANELLI, Una svolta rina­ Dipinti e sculture dal Museo J acquemart- André, catalogo scimentale: Vincenzo Foppa e la produzione pittorica ligure della mostra (Milano 2002), a cura d i A. DI LORENZO, Cini­ del secondo Quattrocento, in Vzncenzo Foppa. Tecniche ... , sello Balsamo 2002, pp. 94 e 95, n. 27. cit., pp. 223- 252. 56) VITRUVIO, op. cit., f. XLVIllr. 49) M. NATALE, La maturità di Foppa, in Vzncenzo Foppa. cat. cit., 2003, pp. 5 1-69, in particolare pp. 46 e 47; FACCHI­ 5 7) Questa datazione è stata ultima mente proposta da NETTI, op. cit., p. 194, catt. 54- 56, pp. 200- 204, con biblio­ TRENTO, Alessandro e lppolita Bentivoglio, in Bernardino grafia precedente sul 'San Sebastiano' e la 'Madmm a del Luini ..., cit., pp. 6 1- 63, ipotizzando che la d ecorazione tappeto' di Foppa e sugli 'Uomini d'arm e' d i Bramante. dalla fascia anteriore del lato pubblico del tramezzo e quella no n documentata delle cappelle latera li coincida con l'in­ 50) C. J. FFOULKES, R. MAlOCCHI, Vincenzo Foppa of Bre­ gen te lascito effettuato a l monastero ne l 15 18 da Alessandro scia, Founder of the Lombard School. His Life and Work, Be ntivoglio e Ippoli ta Sforza, da intendersi come dote London- New York l 909, pp. 143 e 144. mo nacale della figlia Bianca, e con l'inaugurazione della 5 1) I..:altezza del 'Martirio dj San Sebastiano' (cm 265 x chiesa l'anno successivo, data trasmessa da un perduto Libro 170) è d i poco inferiore a quella della 'Madonna col Bambi- di ricordanze consultato presso San Maurizio da ALBUZZ I, op.

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cit., pubblicaLO da G. N!CODWI, in L'Arte, LI, 1948-1 95 1, cantano e suo nano, opere antiche ma anche di El orido colo­ pp. 1-1 4; LI!, 195 1-1 952, pp. 15-52; Llll, 1954, pp. 53-74; rito, e assai ben conservate, e che si credo no delle migliori L\~ 195G, pp. 75-124, in particolare Lll, 195 1- 1952, p. 50. di cose di Andrino d' Edesia». Una relazione notarile del 1785, te a da Carlo mbrogio Casati, de crive la volta come 1 5 ) L.:accenlo raflaellesco deiJ'affre co di Santa 1aria di ,,fà tta a lunete con ba irig lievi d'oro dipimo con ornamemi Brera è sottolineato in modo particolare da S IDA, p. op. cit. , e figure d'angeli e sibille», in ZAGGIA, MULAS, CE RlANA, op. 277. cit., pp. 259 e 260. 59) Per chi crive la datazio ne degli affreschi di Pa lazzo 64) CERIANA, L'alta.1e della Beata ... , cit., pp. 267-294 Rabia cade intorno al 15 19-1520 e sussisto no motivi per (per il documento sul mo ntaggio, pp. 271 e 272). poterl a svincolare dal termine jJost que111 indicato da M. T BI NAG li! OuvA RI , in Pinacotera di Brera ... , cit., pp. 267 e 65) G. Ro~ IANO, Vincenzo fòpjJa: gli anni di fo-rmazione , 268. Le 'Storie di t::u ropa', ora a lla Gemaldegalerie di Berli­ in Vincenzo Foppa, ca.l. cit. , 2003, pp. 35 e 36 e cat. 53, p. no, sono da con iderare autografe e fra i primi riflessi del 152. soggio rno romano de ll'artista, menu·e le 'Stqrie di Cefalo e 66) Restano da spiegare - se si nega ogni influsso bra­ Procri ' della ational Gallery di Washington sembrano piut­ mantesco a ll 'architetnu·a - no n solo la verità stereometrica tosto imputabili alla bottega. Rimando a C. Q ArrRI NI, Per della volta e la densità mu1·aria delle membrature architetto­ l'attività di Be·rnmdino Luini nel secondo decennio del Cin­ niche, come la conchig lia profondamente incavata del cati­ quecento , di prossima pubblicazione in Riasa, per una trat­ no absidale, ma anch e il particolare dell'as enza di basi nei tazione più approfondita dell 'argomento. pilastri, come si a, una delle caratteristiche specifiche del 60 Gli interventi di Zenale in Santa Maria di Brera ·ono San Satiro milanese (CE RIANA, L'altare della Beala ... , cit., ricordati da LO~ IAZZO, ojJ. cit., p. 136, e TORRE, ojJ. cit., p. pp. 280-284). Assai difficile appare ritenere in uno stesso 269. na datazione della cantoria di Santa Maria di Brera ambito cro nologico la chiesa "genovese" della 'Presentazio­ agli ultimi anni del Quam-ocento è stata pmpo ta da Ales­ ne al Tempio' di Brera, o le gracili colonne del tempio nella sandro Ballarin e ripresa da R. BAliAGLIA, in Da Bellini a scena del 'Miracolo della falsa lado nna' nelle 'Storie di San Tinloretto. DijJinti dei Musei Civici di Padova dalla metà del Pi etro Martire' in Sant'Eustorgio, e questo possente sacello Quallrocenlo ai primi del Seicento, catalogo della mostra della Madonna Bottigella. Al confronto di que t'ultima (Padova), a cura di A. BALLAR! , D. BANZATO, Milano l 991, architettura, che come quella degli 'Uomini d'arme' di casa p . 108; FRANG I, in Pittura a Milano ... , ci/., p. 25; BUGANZA, Visconti (ora Pinacoteca di Brera) ha una presenza significa­ in Pittura a Milano ... , cit., p. 220; EADEM, in Vincenzo tiva, dialettica con le fig ure, il padiglione della pala Calagra­ FojJjJa , cat. ril., 2003, p. 266 (ante 1502). Un termine ante ni di Bergogno ne (posl 1484), richiamato da RoM o , in quern. è fornito dalle citazioni di Pedro Fernandez neii "Ado­ Vincenzo Foppa, cal. cit., 2003, p. 37, n. 44, sembra uno di razio ne dei pastori' della collezio ne della Duchessa di Vil­ quei baldacchini posticci, da processione di devoti, gracile la hermosa a Pedmla (Saragozza), riferibile agli anni nel lessico architettonico ma rutilam e di dorature d isutili a 1504-1505, come indicato da A. BALLARI N, Riflessioni sull'e­ conferirgli una qualunque nobiltà tettonica, che non sia sjJerienza rnilanese dello Pseudo-Bmmantino, conferenza quella di uno sfondo da teatro. tenutasi a Girona, Museu d' Histora de la Ciutat, 6 novembre l 987, in A. BALLAR! N, Problemi di leonmdismo milanese lm 67) BuGANZA, in Vincenzo Foppa, cat. cit., 2003, cat. 40 p. Qnattro e Cinquecento. Giovanni Antonio Boltmffio prim.a 168, con una datazione sicuramente condivisibile nel quin­ della jJala Casw, Cittadella (in corso di stampa); IDEM, Pittu­ quennio 1465-1470. Un dato interessante, se potesse venir ra del Rinascimento nell'Italia settentrionale (1480-1539). confermato da un esame condotto su di una lucidatura accu­ Milano nell'età di l:udovico il Moro. Altri problemi di leo­ rata, è l'identità del carto ne del volto della Vergine nella nardi mo milanese di fine Quattmcento, appunti delle lezio­ pala Bottigella e nell 'altare delle Grazie di Bergamo, ora a ni dell 'a.a. 1998-1 999, a cura di F. MASTROPASQUA, G. Brera, databile tra il 1500 e il 1505 per via di ricordi docu­ MATRECANO, l. ORLA DO, L. PI ERRO, rivisti da P. D'AJconzo, mentari (ma cenameme anch'esso di no n breve gestazione), Padova 2000, pp. 4 1 e 42; M. TANZI, Pedm Fernàndez da identità ipotizzata in Ln"TA MODIGN Nl PlCOZZI, QUADRI, Mmàa, lo Pseudo-Bmmanlino, catalogo della mosu·a Q UADRI , ar-t. cit., p. 71. Ma per quanto 1:-ò ppa sia uno di que­ (Castelleone 1997), Mil ano 1997, pp. 13 e 11 6. In preceden­ gli artisti dei quale la carriera è singolarmente difficile da za una datazio ne a l 1508 circa era tata proposta da P. seriare in base a una nozione semplicistica e univoca di AsTRUA, in Zenale e Leon01do. Tmdizione e rinnovamento aggiornamento stilistico, l'uso di w1 cartone approntato nel nella jJittura lombmda, catalogo della mostra, Milano l 982, 1465 per un'opera di quasi mezzo secolo posteriore avrebbe cau . 45a-d, pp. 159-164. un sapore leggermente anacronistico. 6 1) G. VASAR I, Le vite de' più eccellenti pittori, scu.ltmi e 68) ROMANO, in Vincenzo Foppa, cat. cit., 2003, p. 35. an:hitettori, Firenze 1568, edizione a cura di P. BAROCCH1 , R. 69) Documento pubblicato da chi scrive in ZAGG IA, BETiì\RI NI, 6 voli. , Firenze l 966-1987, V, l 984, p. 432. Va a­ M ~. CERlANA, OjJ. cit .. p. 263. ri è l'unico a parlare di una ' atività della Vergine' di Bra­ mantino sul tramezzo. 70) FFOU LKES, MAJ OCCI-II , op.cit. , p. 192; si veda ora l'otti­ mo studio di M. ALBERTARI O, Intagliatori e pittori a Pavia nel 62) M. CERIANA, L'altme della Beata Sibillina. Biscossi e la primo Cinquecento, in Bollettino aella Società storica pavese, pala di Vincenzo FojJpa, in M. ZAGGlA, P. L. M L-\5, M. CIII, 2003, pp. 71 - 11 5, specialmente pp. 107-112. Bernar­ CERL-\1 A, Giovanni J\ilatteo Bottigella cortigiano, uomo di dino da Cotignola è rammentato i1 30 ottobre 1506 nella bot­ lette1e e committente d'ar-te. Un jJercorso nella cultum lom­ tega di Giovanni Siro Cattaneo dove era ospite per dipingere bmda di metà Quattrocento, Firenze l 997, pp. 267-294. l'ancona per g li Scolari Olu·emontani de ll 'Università di 63) BARTOLI, ojJ. cit, p. 55: << •• • nel vòlto v'è la SS. Trinità Pavia. Un documento del 1505, 29 settembre, testimonia ch e in un tondo, e in quattm riparti all 'intorno due ngeli che la cornice del polittico era preparata da Giovanni Formemi.

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71 ) A. DE MARCI-Il, Bernmdino Zaganel/i, in Da Biduino 163), che riproduce la pala della Ca' d 'Oro, giustamente con­ ad Algardi. Pittum e scultmv a confronlo, catalogo della siderato un d'après sia dal De Marchi sia dalla Zama, non mostra, a cura di G. ROMA1 o, Torino l 990, pp. l 00-1 13, in possa e ere, con le sue fi sionomie un poco addormentate e particolare pp. l 08-1 l l, ricostruisce il trittico già nel Car­ con gli occhi sgranati e il segno più allentato, una copia lom­ mine di Pavia 1506, diviso, per quanto ne rimane, tra la barda dell 'invenzione che Bernardino poté concepire già aùonal Galle!)' di Londra e una collezione privata, già nel durame il soggiorno pavese. Il disegno è invece riferito a Collegio dell a Guastalla a Monza. Si veda anche R. ZAMA, Francesco Zaganelli da H-T11 . S HUITZE ALTCAPP I::' BERG, Die Gli Zaganelli (Francesco e Bernardino) jJiUori, presentazio­ italienischen Zeichnu.ngen cles 14. u:nd l 5 Ja lnhu.nderts im ne di F. Zeri, Ri m ini 1994, pp. 132-1 35; A. DE MARCII!, Berliner Ku.pfeTstichkabineU, Berli n l 995, p. 98. Francesco di Bosio Zaganelli, e IDEM, Bema1dino di Bosio 73) ZAMA, op.cit., pp. 110-11 5. Zaganelli, in loanes lspanus. La pala di Viadana. Tracce di cla sicismo jnecoce lungo la valle del Po, catalogo de lla 74) Su Giovanni Siro Cattaneo ora si veda AGOSTI, Vincen­ mostra, a cura di M. T\NZI, Viadana 2000, pp. 107-11 0 e zo Foppa, da vecchio, cil., in Vincenzo Foppa, cat. cit., 2003, 147- 15 1. La lapide di dedicazione della cappella era datata p. 65, n. 47, e ALBERTARI O, fnlagliatori e jJitto-ri ... , cit. , p. 1507. Cfr. a nche M. TANZI, Da Vincenzo Foppa al Maeslro 87. Si fa una certa fatica a pensare che i antini pubblicati delle Slorie di Sant'Agnese, in Pittura a Pavia dal R omanico dallo studioso (p. 66, lì gg. 32 e 33) possano essere apparte­ al Settecento, a cura di M. GREGO RI , Cinisello Balsamo l 988, nuti fin dall'origine alla cornice "all 'antica", con colo nne o pp. 74- 86 e, in particolare p. 2 17. semicolonne, della pala Bottigella, nono tante si trovino - come mi fa notare Cristina Quamini- diversi livelli di qua­ 72) Ringrazio l'amico Andrea De Marchi per aver esami­ lità anche nelle parti secondarie del poli ttico della Rovere di nato le fotogra fi e di questi tasselli e avermi confermato la Savona. Parrebbe forse più agevole pensarli inseriti nella esu·ema vicinanza a Bernardino. Sulla datazione della p ala cassa reliquiario della Beata Sibillina Bi scossi. veneziana appena dopo il soggiorno lombardo non sembra ci siano d iscussioni tra gli studiosi. Si veda: DE MARCI-fl, Ber­ 75) M. LACLOTrE, E. Moc ETil, Avignon Musée du. Petit naldino Zaganelli, cit. , p. Ili, che opera una sottile lettura Palais. Peintu.Te ltalienne, Paris 1977, p. 37; T Zl, Da Vin ­ degli innussi lasciati ul romagnolo dalla conoscenza del cenzo Foppa ... , cil., pp. 2 14-2 16. polittico peruginesco alla Certosa; ZAMA, ofJ. cil., pp. 76) ALBI::RTARI O, Intagliatori e pittori ..., cil. , p. Il i ; su 136-138. Viene da chiedersi se il disegno di Berlino (Staatli­ Cesare Bottigella cfr. CERIANA, La Cappella Bouigella ... , che Museen, Kupferstichkabinett, Bestandsven eichnis Nr. cit., p. 255 e n. 67.

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