2. La Corsica Xviii Secolo

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2. La Corsica Xviii Secolo Fabrizio Dal Passo IL SISTEMA SOCIALE ED ECONOMICO DELLA CORSICA ALLA FINE DEL XVIII SECOLO CAPITOLO I LA SOCIETÀ CORSA E LA SUA EVOLUZIONE PRIMA DEL 1789 1. dati generali Le fonti storiche relative alla società corsa ed al suo sviluppo tra l’XI ed il XIX secolo sono scarse e solo recentemente sono stati affrontati studi in grado di fornire un quadro esauriente delle realtà isolane in età moderna. Le forme d’organizzazione sociale del lavoro agricolo hanno sempre avuto una struttura dualista: coltura ed organizzazione familiare da un lato; dall’altro, gestione-regolamentazione comunitaria dei beni, dei mezzi di produzione e degli spazi agrari, nella scala della pieve, del villaggio e della pieve ed, in seguito, solo del villaggio. Questi sono i poli opposti della vita sociale nelle campagne corse. Con un’evoluzione fatta sia di permanenze, che di mutazioni e di tensioni, questa struttura si ripete dall’XI al XIX secolo; tuttavia, sia la proprietà ed i modi di gestione familiare, sia i diritti e le regolamentazioni comunitarie, nei loro rispettivi rapporti, subiscono dei cambiamenti nel lungo periodo. Il processo si accompagna all’evoluzione dei rapporti tra le classi, che si organizzano nel quadro della struttura dualista. Questa struttura subisce, a sua volta, una trasformazione interna, come accade per i conflitti agrari di cui essa è, ad un tempo, causa ed effetto: nel corso dei secoli, infatti, il lavoro produttivo si perfeziona ed acquista maggiore complessità. Le tappe sono lunghe e diverse a seconda delle regioni, con grande disparità tra il Diquà ed il Dilà 1. Questo lento processo permette di comprendere l’indissolubilità di due fenomeni paralleli: da un lato la permanenza, nel lungo periodo, delle unità familiari direttamente attaccate alla produzione e delle diverse forme di cooperazione in comunità rurali e, dall’altro, le forti differenziazioni in classi ed in compartimenti sociali che si manifestano nei villaggi dall’XI al XVIII secolo. Da quest’evoluzione prendono origine delle forme particolari come, ad esempio, il ruolo 1 Con i termini Diquà e Dilà si indicano rispettivamente le regioni del Diquàdamonti , nel Nord-Est dell’isola, e del Dilàdamonti , nel Sud-Ovest, separate dalla Catena centrale corsa (M. Cinto, 2710 m.), corrispondenti agli attuali dipartimenti dell’Haute Corse (cap. Bastia) e della Corse-du-Sud , (cap. Ajaccio). 1 delle capitanerie rurali e delle strutture comunitarie della pieve nella genesi, nell’evoluzione e nella caduta (alla fine del XIV secolo nel Diquà ed alla fine del XV nel Dilà ) delle signorie banali; ed ancora, a partire del XV secolo, l’ascesa di una classe dominante di grandi proprietari (che presenta dei tratti originali rispetto alla nobiltà tradizionale) e l’entrata in gioco di rapporti sociali vicini a quelli dell’Italia meridionale. La società corsa si inserisce, dunque, in maniera originale nell’evoluzione generale delle strutture economiche, sociali e culturali delle campagne europee. Il quadro in cui si organizzano nel 1770 i rapporti sociali, con delle caratteristiche legate, in Corsica e nel Mediterraneo, allo sviluppo della produzione ed al movimento degli scambi, si lega strettamente ad un sistema di tipo feudale. Il polo dominante qui è costituito dall’aristocrazia dei grandi proprietari fondiari, che si era stabilita a partire dal XV secolo. Attraverso frequenti conflitti tra clan, questa classe di capopopoli, di principali , di prepotenti , si è trovata associata alla gestione ed al funzionamento della struttura amministrativa statale, dalla dominazione genovese alla monarchia francese. L’aristocrazia fondiaria ha avuto, fino al 1770, la possibilità di rafforzare la sua influenza ed i mezzi di coercizione extra-economici sulla vita dei contadini e di pesare sull’evoluzione generale dell’isola. Lo sfruttamento dei produttori rurali avviene in maniera complessa. Un ruolo importante deriva dai prelievi operati indirettamente sui contadini con un rapporto di lavoro salariato misto, soprattutto con i contratti verbali di mezzadria e con la divisione a metà dei profitti: il proprietario si attribuisce una parte della produzione, il mezzadro riceve il resto. Questi contratti si basano sulle terre con il terratico , o sul bestiame, con prelievi che vanno da un quarto alla metà della produzione. Un altro metodo di sfruttamento delle famiglie contadine è l’usura, come anche la confisca diretta o indiretta dei beni comunali; essa accresce ed estende il controllo dei grandi proprietari, costringendo i contadini autosufficienti a pagare diritti ed affitti – generalmente il terratico e l’ erbatico per la cultura o il pascolo – per l’uso di spazi di godimento comunitario, indispensabili al funzionamento del sistema agro-pastorale. Esisteva anche una frequente forma di controllo fiscale da parte dei Principali e delle istituzioni politiche, inseparabile dalla confisca operata sulle istituzioni municipali. Il tipo di dominazione e di sfruttamento del lavoro contadino operato dai grandi proprietari fondiari, instauratosi a partire dal XV secolo, diventa a poco, a poco analogo al sistema signorile. Si assiste all’innalzamento dei prelievi su una parte dei contadini con il contratto a mezzadria e alla presenza – grazie al controllo delle istituzioni politiche 2 e giudiziarie dei villaggi e delle pievi dell’isola – di obblighi extra-economici che permettono ai grandi Principali di pesare sull’insieme delle comunità rurali. Così si ritrova nella Corsica del 1770 una particolare categoria di rapporti di produzione, che partendo da un tipo di produzione tipicamente feudale poteva avviarsi al capitalismo attraverso una sorta di mezzadria generalizzata. Con notevoli differenze, storiche e geografiche, questo sistema seguirà un percorso simile a quello delle altre regioni del bacino occidentale del Mediterraneo, non subendo modifiche sostanziali nemmeno durante la Rivoluzione francese. 2. La ripartizione ddellaella popolazione Le caratteristiche demografiche generali dell’isola alla fine del XVIII secolo, ad un primo sguardo, testimoniano i tratti essenziali del livello tecnico raggiunto. Questi i due aspetti maggiori: 1. la Corsica, anche se poco popolata, è composta di una popolazione prevalentemente rurale. La popolazione varia dai 148.000 ai 150.000 abitanti (dopo il Plan Terrier 2). Si tratta di un aumento generale (vedi tabella 1), che ha fatto passare la Corsica dai 120.000 abitanti del 1740 ai 130.000 del 1770 ed ai 186.000 del 1786. La densità media è scarsa 3. Il tasso di urbanizzazione per l’isola è dell’11,5%. Le sei città principali (vedi tabella 2) nel 1786, hanno un numero di abitanti compreso tra gli 809 di Sartena ed i 5386 di Bastia. La struttura sociale è essenzialmente rurale ed i primi insediamenti “industriali” vengono installati nelle campagne. 2. La ripartizione regionale della popolazione verso il 1786-1789 presenta una netta disparità tra il Diquà ed il Dilà . Nel 1786 quest’ultimo raggruppa il 34% della popolazione contro il 66% del Diquà . Il fenomeno attesta il mantenimento nel 1789 dell’ineguale sviluppo delle forze e delle capacità produttive che caratterizza l’evoluzione storica delle due grandi regioni insulari. Il Plan Terrier attribuisce così al Dilà il 46% della superficie totale della Corsica, il 53% della superficie coltivabile e soltanto il 34% della superficie coltivata. Il Diquà , con il 54,70% della superficie totale insulare, detiene il 45% della terra incolta coltivabile ed il 66% della 2 Cfr. P. Simi, Démographie et mise en valeur de la Corse , in «Mélanges d’Études Corses offerts à Paul Arrighi», Aix en Provence, Publications Universitaires de Lettres et Sciences Humaines, 1971, p. 248-249. 3 Corrisponde a 15 ab/km 2. Sul continente all’epoca la densità media era di di 50 ab/km 2. Cfr. Roger Lemée, “Un dénombrement des Corses an 1770”, in Problémes d’Histoire de la Corse (de l’Ancien Régime à 1815) . Actes du Colloque d’Ajaccio. Société des Études robespierristes, Société d’Histoire moderne. Parigi, 1971, p. 22-43. Vincent-Pierre Comiti, La géographie médicale de la Corse à la fin du XVIII siècle , Ginevra, Parigi, 1980, cap. VI, p. 65-81. 3 superficie coltivata (Tabella n° 3). Giurisdizioni 1740 1770 1786 I. Diquadamonti : Bastia 28841 33 508 1 36528 Corte 14766 16158 17965 Aleria 9087 9 523 2 10457 Balagna 13910 14902 16476 Nebbio 5148 5066 5630 Capo Corso 10366 9662 3 11 046 Totale 82118 88819 98102 II. Diladamonti: Vico 4888 6900 7756 Bonifacio 2500 3374 4410 Ajaccio 21246 20 249 4 23390 Sartena 9627 10894 5 14514 Totale 38261 41417 50070 CORSICA 120379 130236 148 172 TABELLA n° 1. — Risultati generali dei censimenti del 1740, 1770 e 1786 (Cfr. R. Lemée: «Un dénombrement des Corses »,. p. 39.) 1. Lo stato ricapitolativo conservato agli Archives nationales nel fondo Q(l),298(4) riporta un numero complessivo di 33658 abitanti. A questa somma bisogna sottrarre il numero di abitanti della pieve di Brando (2398) compresa tra il 1740 ed il 1786 nella giurisdizione del Capo Corso, aggiungere quello della pieve di Moriani (2248) associata eccezionalmente nel 1770 alla pieve d'Aleria. 2. Sottrazione fatta dalla pieve di Moriani. 3. Aggiunta dalla pieve di Brando. 4. Sottrazione dalla pieve d'Istria (2936) considerata nel 1740 e nel 1786 con la giurisdizione di Sartena, e tenuto conto della mancanza di dati per La Mezzana e la pieve di Bocognano (+4000). 5. Cifre comprensive del feudo d'Istria (2936) accorpato nel 1770 nella giurisdizione di Ajaccio. Città Popolazione nel 1786 Bastia 5286 Corte 1378 Calvi 1042 Ajaccio 3907 Bonifacio 2468 Sartena 809 Totale 14 890 TABELLA 2. — Le principali città corse nel 1786. Superficie totale Superficie coltivata Superficie incolta coltivabile Diquà 50,70 % 66 % 45 % Dilà 46% 34% 53 % TABELLA N° 3 . — Parte della superficie totale, della superficie coltivata ed incolta coltivabile della Corsica relativa al Diquà ed al Dilà (in base al Plan Terrier). Diquà Dilà Corsica % di suolo coltivato 36,20 % 22% 30 % % di suolo incolto 23,10% 34 % 47,80% 4 % di suolo 41 % 44 % 42% TABELLA N° 3 bis.
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