LA PROVINCIA 16 VENERDÌ 18 MAGGIO 2012

L’impresa Dalla Grigna all’Himalaya

Prima cima nell’88: il Mario Panzeri ha salito il suo primo settembre ’92. Quattro anni dopo, i cesso del maggio 2005 all’Annapur- slu nel maggio del 2009, lo Shisha ottomila nel 1988: era il Cho Oyu, af- sorrisi sul diventati pianti per il na. E ancora nel 2006, nel volgere Pangma (al terzo tentativo!) nel lu- frontato con una spedizione uffi- mancato rientro all’ultimo campo di due mesi, il e il Gasher- glio 2010, il e il Ga- Un’avventura lunga 24 anni ciale dei Ragni di Lecco. Poi una coc- di un grande amico: Lorenzo Maz- brum 2. Nel 2008, altro uno-due cla- sherbrum 1 tra il maggio e il luglio ciuta sequenza di tentativi all’Eve- zoleni. Nel ’97 il Lhotse, prima di moroso: il in giugno, dello scorso anno. Restava solo il nel regno dell’aria "sottile" rest, coronata con il successo del una lunga pausa interrotta dal suc- il in luglio. Poi il Mana- , a quel punto. Fatto. Ieri. a Mario Panzeri scala anche il Dhaulagiri Nel mito con 14 ottomila senza ossigeno L’alpinista di Mandello corona il suo sogno: l’ultimo assalto partito da quota 7300 è durato 17 ore Con lui il trentino Giampaolo Corona, Marco Confortola ha rinunciato a 7500 metri per il freddo

GIORGIO SPREAFICO scalatore della Valfurva che era a La Dama Bianca e il ca- al fianco dell’amico lecchese nel- ARecord per gli italiani valiere, una storia d’amore chiu- la scalata, ma che a 7500 metri sa a tre mandate dentro una sto- ha rinunciato per il freddo ai pie- ria apparentemente diversa, fat- di, mutilati dopo il dramma dei Nel mondo ta di attese, sofferenza, fatica congelamenti al K2 nel 2008, sconciante, asfissia sfiorata a nelle ore della strage costata un- ci sono ogni respiro, e poi volontà, una dici vite. volontà senza limite e più forte riusciti di ogni cosa. La notizia sul Web Sembra una favola ma la favo- Confortola, dunque, rientrato al solo altri 12 la questa volta è un pezzo straor- campo base ha raccolto la noti- dinario di vita che conosce e ri- zia da altri alpinisti che avevano A vela tutta la verità solo all’ultimo probabilmente equivocato qual- Con il successo di ieri al Dhaulagiri, passo, sulla vetta di una monta- che comunicazione radio e l’ha Mario Panzeri ha coronato il suo so- gna gigantesca, la settima più al- subito rilanciata sul web, parlan- gno ma ha anche consegnato un ta del pianeta Terra. È lassù, a do di cima anche per il trentino primato all’alpinismo italiano. quota 8167, sul Dhaulagiri che Giampaolo Corona, per lo sher- Sono tre ora gli scalatori del nostro per le genti delle vallate nepale- pa Dawa e per due scalatori del- Paese ad avere salito tutti i quat- si è appunto la Dama la repubblica ceca. tordici ottomila senza mai fare uso Bianca, che Mario Solo due ore dopo, in di ossigeno supplementare: prima Panzeri, lecchese di 48 realtà, la chiamata della guida di Mandello, avevano anni, guida alpina ori- degli alpinisti final- centrato l’exploit solo Reinhold ginaria di Costa Ma- mente e davvero arri- Messner nel 1986 e Silvio Mondi- snaga ma trapiantata vati in cima. nelli nel 2007. E l’Italia ora si lascia a Mandello, è entrato Confortola, deluso appunto alle spalle il resto del mon- ieri nella leggenda del- per la nuova rinuncia do e in particolare la Spagna e il Ka- l’alpinismo italiano e (gli era già accaduto zakistan, che la appaiavano con mondiale: quattordici al Lhotse per lo stes- due successi a testa. ottomila, che poi si- so motivo, due anni A potersi fregiare della "Corona gnifica tutti gli ottomi- Mario Panzeri fa) dopo un anno di dell’Himalaya" ottenuta "by fair la, saliti senza mai fa- allenamenti e nono- means", cioè con mezzi leali, sono re uso di ossigeno ar- stante si fosse fatto soltanto altri dieci alpinisti di otto tificiale, scalati respi- preparare speciali nazioni. Gli spagnoli sono Juanito rando solo aria così scarponi riscaldati Oiorzabal e Alberto Inurrategi; i ka- "sottile" cda rendere grazie a resistenze zaki, Maksut Zhumayev e Denis ogni ascensione anche elettriche alimentate Urubko. E poi lo scomparso svizze- una lotta per la so- da batteria, ha parla- ro Erhard Loretan, l’americano Ed pravvivenza. to di vento forte e ge- Viesturs, l’ecuadoriano Ivan Val- Ci erano riusciti lido anche al di sopra lejo, il portoghese Joao Garcia, la non più di due italiani: del campo 3. Una tedesca Gerlinde Kaltenbrunner, il Reinhold Messner e Marco Confortola conferma del fatto finlandese Veikka Gustafsson. Silvio Mondinelli. Ci che il Dhaulagiri non Quindici, invece, gli scalatori che erano riusciti, nel mondo, sol- ha fatto sconti fino all’ultimo, do- hanno salito i 14 ottomila facendo tanto altri nove uomini e una po avere accompagnato le prime Mario Panzeri e il Dhaulagiri, diventato ieri il suo quattordicesimo ottomila senza ossigeno talvolta uso di respiratori. G.SPR. donna. E adesso è toccato a lui, fasi della salita decisiva con ne- Panzeri, tutto fuorché un perso- vicate (una costante, nel mese a naggio mediatico, con il suo ap- abbondante di permanenza al proccio semplice alla vita, da uo- campo base) e addirittura, al 14,30 italiane, le 18 passate in Ne- mo normale incapace di darsi campo 2, con tuoni e fulmini. pal, il tempo era bello, soffiava importanza, eppure capace di fa- Una telefonata nella notte ancora vento. La montagna era re cose eccezionali. Il terzo tentativo avvolta dal buio ma c’era una lu- Era il terzo tentativo di vetta do- ce sfavillante accesa negli occhi Condizioni critiche po quelli della scorsa settimana «Paola, non trovo la cima» e nel cuore di due innamorati ca- Come quella di ieri, appunto, riu- e della precedente, andati a vuo- paci di sentirsi vicini, abbraccia- scita in condizioni ambientali to prima per il meteo impossibi- ti stretti stretti, anche a quelle in- critiche. Un’impresa grande in le e poi per il rischio valanghe. a «Non trovo la cima! Gnaro, cioè Silvio Mondinelli, nepalesi. Invece per il fortissimo commensurabili distanze. sé: diciassette ore filate per l’ul- Probabilmente anche l’ultima Non trovo la cima!». Una chia- con il quale Paola si è subito mes- vento hanno dovuto rimandare timo balzo verso la vetta nella chance a disposizione per Pan- mata drammatica quella giunta sa in contatto chiedendogli di te- la partenza all’una di notte. A Discesa al buio neve alta, al quarto giorno di sa- zeri, visto il permesso per la sca- nel cuore dell’altra notte a Man- lefonare a Mario per dargli indi- 7500 metri hanno avuto grossi Mario a quel punto aveva davan- lita su una montagna ostinata- lata con scadenza a fine mese. dello, nella casa di Mario Panze- cazioni (dopo la cresta finale il problemi per il ghiaccio e sul tra- ti una lunga e delicata discesa, mente difesa dal maltempo, due Tutto indica infatti che non ci sa- ri. Al satellitare c’era lui, e appe- Dhaulagiri allinea tre punte, e ha verso sono stati costretti ad at- per la quale avrebbe dovuto tro- campi raggiunti e letteralmente rebbe stato abbastanza tempo, sa alle sue parole in arrivo dall’al- proprio nell’ultima la "vera" ci- trezzare alcuni passaggi. Per que- vare altre forze e infinite atten- dissepolti, un terzo installato da quand’anche fossero rimaste tro capo del mondo c’era la mo- ma), ma che nonostante ripetu- sto, oltre che per la neve alta e per zioni. Sua moglie si preparava a zero a 7300 metri e diventato energie fisiche e mentali, per un glie Paola Sozzi, buttata già dal ti tentativi non ci è riuscito. il vento la salita è stata ancora più un’altra attesa, quella di una nuo- l’ultimo trampolino di lancio. ulteriore attacco. letto alle 2,30 italiane, precipita- lenta, ma io sapevo che niente va chiamata dal primo campo E un’impresa ingigantita dal fat- Un successo in extremis dun- tasi a rispondere ed esplosa in un Partenza ritardata avrebbe potuto fermare Mario». raggiunto: «Stai attento, eh! Stai to di essere l’atto finale di un per- que, come molti altri nella gran- «Sei su? Sei su?» prima ancora di Panzeri aveva però avuto al- Poi l’attesa, lunghissima e insop- attento...» «Sì, sì. Ciao». «Ciao». corso verticale di infiniti passi, diosa avventura himalayana del- dire «ciao». meno il tempo di spiegare che i portabile per Paola Sozzi nono- Ancora Paola, con un sorriso mossi alle quote dei jet e comin- l’alpinista lecchese. Una confer- Cosa stava accadendo sul piani di salita avevano dovuto es- stante l’abitudine fatta a situazio- beato: «Mi ero preparata una fra- ciato ventiquattro anni fa, nel ma della sua formidabile capa- Dhaulagiri? Stava accadendo che sere cambiati. ni così estreme. E finalmente la se bellissima per il Mario, dopo 1988, sul Cho Oyu. cità - frutto di esperienza e di in- lo scalatore lecchese era alle pre- «Mercoledì lo avevo sentito do- telefonata dalla vetta di Mario. tutto quello che abbiamo passa- Ad annunciare il successo di tuito - di cogliere l’attimo, di non se con dubbi di orientamento nel po il suo arrivo a campo 3, a 7300 Non con il suo satellitare, che era to rincorrendo questo sogno, ma Panzeri quando in realtà la vetta perdere l’occasione quando si tratto finale della scalata. «Chia- metri - ci ha raccontato la moglie davvero scarico, ma con quello di non sono riuscita a dirgliela. È non era ancora stata raggiunta è presenta, di farsi trovare sempre ma Gnaro!» ecco la sua richiesta dell’alpinista - e mi aveva detto Giampaolo Corona: «Sono con- stata un’emozione troppo gran- stato nella tarda mattinata italia- al posto giusto nel momento giu- di aiuto alla moglie prima che la che avrebbero tirato un po’ il fia- tento! Sono contento! Sono in ci- de, ecco. E adesso sono euforica, na di ieri Marco Confortola, lo sto. La dote dei fuoriclasse. ■ comunicazione cadesse. to e che si sarebbero mossi alle 21 ma! Sono in cima!». Erano le euforica a palla». ■ G. Spr.