Pubblicata all’albo pretorio del Comune

Il _____4.05.2011______

COMUNE DI COLLEPASSO Registrata al n. Provincia di _____422______

IL MESSO COMUNALE

______F.to G. Longo _ DELIBERAZIONE N . 5 DEL 17.3.2011

COPIA DI DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO COMUNALE

Sessione STRAORDINARIA URGENTE Adunanza in PRIMA convocazione

OGGETTO : CONFERIMENTO CITTADINANZA ONORARIA AL DOCENTE UNIVERSITARIO PROF. ANTONIO FINO. .

L’anno duemilaundici, il giorno Diciassette, del mese di Marzo alle ore: 16:30 nello spazio antistante il Palazzo Municipale. Convocato nelle forme prescritte dal vigente Statuto e con apposito avviso spedito a domicilio di ciascun Consigliere, si è riunito il CONSIGLIO COMUNALE.

Presiede l’adunanza il PRESIDENTE DEL CONSIGLIO Dott.ssa Francesca Galignani

Fatto l’appello nominale sono risultati:

Cognome Nome Presenti Assenti

1 PERRONE VITO 2 CICCARDI ANTONIO 3 DE SIMONE PASQUALE 4 NUZZO ROBERTO 5 GIANFREDA PANTALEO 6 GIANFREDA ALFREDO 7 MARRA MONICA 8 FRASSANITO LUIGI

9 SINDACO CECILIA MARTA 10 GALIGNANI FRANCESCA 11 SEDILE POMPEO 12 MALORGIO MAURIZIO 13 MENOZZI PAOLO 14 GRASSO MARIA ROSA 15 MAZZOTTA LORENZO 16 PERRONE SALVATORE 17 FELLINE LUIGI

Partecipa il Segretario Generale DOTT. ssa ANNA TRALDI

Il Presidente, riconosciuta la validità del numero legale degli intervenuti per poter validamente deliberare, dichiara aperta la seduta.

COMUNE DI COLLEPASSO

CONSIGLIO COMUNALE DEL 17 MARZO 2011

PUNTO 2 O.D.G.

Conferimento cittadinanza onoraria al docente universitario prof. Antonio Fino.

PRESIDENTE – Ora passiamo al conferimento della cittadinanza onoraria di Collepasso a due illustri cittadini salentini, il professore Antonio Fino, professore ordinario di Storia contemporanea e già preside della Facoltà di Lingua e Letterature Straniere dell’università del , che ha vissuto gli anni della sua infanzia, dal 1945 al 1956, a Collepasso, e il noto regista Edoardo Winspeare, autore di numerosi film, recentemente anche attore nel film di Martone sui moti del Risorgimento, il film “Noi credevamo” proiettato anche a Collepasso nell’ambito del cineforum il 3 marzo scorso, con il quale l’amministrazione ha inteso aprire ufficialmente i festeggiamenti dei 150 anni dell’unità d’Italia. Invito sia il professore Fino che Edoardo Winspeare a sedere qui in Consiglio. Grazie.

ASSESSORE GIANFREDA P. – Signor Presidente del Consiglio, signorI consiglieri, signor vicePresidente del Consiglio provinciale, signor Dirigente scolastico, rappresentanti delle Forze dell’Ordine, delle Associazioni militari e delle altre associazioni, cittadini tutti, illustri professore fino e dottor Winspeare, sono particolarmente onorato, e ringrazio il Sindaco per questo, di introdurre due punti particolarmente qualificanti ed esaltanti per la nostra comunità in questa giornata che ricorda e festeggia i 150 anni dell’unità Italia: il conferimento della cittadinanza onoraria del Comune di Collepasso a due illustri personaggi salentini, il docente universitario Antonio Fino e il registra Edoardo Winspeare. Ringrazio entrambi per l’onore che ci hanno fatto nell’accogliere l’invito a fare parte di piccola comunità di gente laboriosa e onesta, di giovani talenti, che vuole sempre più aprirsi al mondo, alla cultura, alle culture, alla conoscenza, all’ospitalità, alle solidarietà. Non è casuale la decisione di conferire la cittadinanza onoraria al professore Fino e a Winspeare. Con questa decisione, condivisa da tutte le forze politiche e sociali, l’Amministrazione comunale intende celebrare degnamente questo 150° anniversario esaltando alcune caratteristiche italiane più apprezzate nel mondo: la cultura, l’arte, la storia e il paesaggio come testimonia l’azione di Winspeare da sempre impegnato nella difesa del territorio e dell’ambiente salentino tramite l’associazione Coppula Tisa. Al contempo intende delineare percorsi e obiettivi ambiziosi per la nostra piccola comunità, coinvolgendo personaggi significativi della cultura nella prospettiva di una comunità attrattiva, vivace, solidale, ospitale, attiva. Personaggi e uomini di grande levatura, come il professore Antonio Fino, docente di Storia Contemporanea e già preside dalle 2001 al 2008 della Facoltà di Lingue e Letterature Straniere dell’Università del Salento, come Edoardo Winspeare, regista affermato, il quale in una veste, seppure per lui inconsueta, ha interpretato da attore la parte dell’aristocratico Barone Nisco nel recente e epico film di Mario Martone “Noi Credevamo” sui moti nel Risorgimento. Un film che, come già ricordava la Presidente Calignani, è stato presentato a Collepasso lo scorso 3 marzo nell’ambito del Progetto Cinema 2011 e che ha aperto, di fatto, i festeggiamenti ufficiali del 150° anniversario dell’unità d’Italia nel nostro Comune. Il film è stato presentato con competenza e dottrina dal professore Antonio Fino.

I due, seppure in maniera diversa, sono legati a Collepasso da lungo tempo. Il professore Fino ha vissuto dal 1945 al 1956 e vi ha frequentato le scuole elementari. Molti suoi antichi compagni e amici sono oggi qui presenti. Questo suo antico legame ed affetto per Collepasso fu scoperto alcuni anni fa dal giovane Francesco Ria, già amministratore di questo Comune, che sedeva nel Senato accademico dell’università di Lecce accanto al preside Fino. Fu da questa amicizia che trae origine l’odierna decisione della cittadinanza onoraria all’illustre docente universitario, che ha accettato con grande slancio. Soprattutto, io credo, per quella naturale e ancestrale attrazione verso le radici, quel ritorno alla fanciullezza e ai suoi tempi felici, i tempi dei primi studi, della chiazzicheddra per il professore Fino, perennemente legato, come tutti noi, ai luoghi del proprio oriente. Con Edoardo abbiamo intessuto rapporti di profonda amicizia e affetto nella scorsa estate allorché lo invitammo alla presentazione di alcuni suoi film nell’incantevole atrio del palazzo baronale. In quell’occasione però scoprimmo che i rapporti con Culupazzu , come dice lui, erano legati all’amicizia con lo scomparso Biagio Maggiulli, Biagio rapido, presente in uno dei suoi film, Sangue Vivo credo che sia, e con Salvato Specchiarello, Lu Padruddru come lo chiama lui, con il quale nel passato il creativo e popolare Edoardo ha spesso interloquito. Questi ha, inoltre, coltivato per anni un intenso rapporto culturale e umano con un altro illustre e compianto personaggio di origine collepassase, al quale anni fa fu concessa la cittadinanza onoraria, oggi sepolto nella sua Collepasso, don Grazio Granfreda. A don Grazio, di cui mi onoro di essere nipote, Edoardo ha dedicato un bellissimo cortometraggio proiettato a Collepasso l’estate scorsa, Il Miraggio Battriano di don Grazio Gianfreda. Don Grazio, parroco della cattedrale di per vari decenni, illustre studioso del mosaico pavimentale della stessa cattedrale. Tra il professore Fino e il regista Winspeare c’è inoltre un rapporto di collaborazione come si conviene a due uomini di cultura. Da preside della Facoltà di Lingue e Letterature Straniere dell’Università del Salento il professore Fino volle per un certo periodo Winspeare come docente in un corso di Tecnica del linguaggio cinematografico nella sua Facoltà. Come vedete, uomini esperienze, culture, affetti, amicizie provenienti dai mille rivoli carsici del nostro inesauribile Salento oggi si riversano in questa piccola sorgente di fresca creatività e di nuovo - speriamo e ci auguriamo - giovanile Rinascimento che ambisce essere questa nota piccola comunità collocata al centro di un Salento tra Otranto e Gallipoli, che guarda, grazie proprio a uomini come Fino e Winspeare, con più fiducia e ambizione al proprio futuro e al destino dei propri figli. Il professore Antonio Fino nasce a nel 1944 e con la famiglia si trasferì bambino a Collepasso il 25 aprile 1945, proprio il giorno della liberazione dell’Italia dal giogo nazifascista. Oggi alla soglia della pensione è professore ordinario di Storia Contemporanea all’Università del Salento. In anni diversi e per periodi diversi ha insegnato Storia dell’Italia Contemporanea, Storia Moderna, Storia dei movimenti e dei partiti politici, Storia degli operai e dei contadini, Storia Contemporanea. Dal primo novembre 2001 al 31 ottobre 2008 è stato preside della Facoltà di Lingue e Letterature Straniere presso l’Università del Salento. Ha proposto lo sviluppo della facoltà con una serie di concorsi pubblici nazionali che hanno portato il corpo docente da 43 nell’anno 2001 a 80 unità nel 2008. Si è adoperato attivamente per la crescita qualitativa della facoltà, riuscendo ad ottenere per il corso di Laurea in Scienze e Tecnica della mediazione linguistica l’attribuzione della certificazione di qualità Uni Iso 9001. In tutta Italia, si pensi, sono solamente tre i corsi di laurea con tale riconoscimento. Per molti anni è stato componente del collegio dei docenti del dottorato di ricerca in Storia economico sociale e religiosa dell’Europa dal medioevo all’età contemporanea nato da un consorzio tra l’università di Bari, Lecce e della Basilicata.

Dal 1999 al 2010 è stato membro del collegio dei docenti del corso di dottorato in Mezzogiorno tra Europa e Mediterraneo, territorio, istituzioni e civiltà dal medioevo all’età contemporanea organizzato dal Dipartimento di Studi dell’università di Lecce. Dal 2004 al 2009 è stato componente del collegio dei docenti del dottorato di ricerca in Storia delle relazioni e organizzazioni internazionali che vede coinvolte oltre all’università di Lecce anche quelle di Pavia, Perugina, Bari. Ha partecipato al progetto interdisciplinare internazionale Storia promesso dal Dipartimento di Studi storici dal Medioevo all’età contemporanea dell’università di Lecce in collaborazione con l’università di Coimbra in Portogallo per la costruzione di una banca dati storico/geografica e per la realizzazione di un modulo di cartografia dinamica che consenta di studiare i tempi e le modalità delle trasformazioni prodottesi nel territorio dell’antica provincia di Terra d’Otranto e nei più diversi settori della vita associata nei secoli XIV e XX. Ha partecipato al progetto di ricerca Problemi misura, indicatori sociali ed economici nella storia del Mezzogiorno d’Italia nei secoli XVIII e XX in collaborazione con l’università Federico II di Napoli e con l’università di Foggia. Ha partecipato al progetto di ricerca comune del Dipartimento di Studi Storici del (incomprensibile) sulle classi dirigenti meridionali dal Risorgimento al Fascismo. Su invito dell’Istituto Italiano di Cultura di Rio De Janero nel 2004 ha tenuto lezioni sull’Italia repubblicana presso l’Università della capitale brasiliana. È stato membro del comitato didattico scientifico del quarto settore dell’Isufi, patrimonio culturale, conoscenze e valorizzazione. È stato direttore del master internazionale di secondo livello in valorizzazione del patrimonio culturale. In momenti successivi ha compiuto varie ricerche, ha pubblicato saggi e volumi sui seguenti temi: Presenza e attività delle strutture ecclesiastiche secolari e regolari e della rete caritativo assistenziale dell’Italia meridionale tra XVI e XVII; Storia ecclesiastica, Storia religiosa e storia civile nel Mezzogiorno tra XIX e XX secolo; Presenza e attività politica del laicato cattolico del Mezzogiorno tra il XIX e XX secolo. Da alcuni anni ha rivolto i propri interessi allo studio della formazione dell’Italia democratica repubblicana con particolare attenzione alla lotta politica, ai problemi istituzionali, alla ricostruzione di una struttura amministrativa che riflettesse e al tempo stesso sostenesse lo sviluppo democratico del paese. Il professore Fino ha insegnato ed educato intere generazioni di giovani, anche di tanti nostri concittadini; alcuni, sempre grati al loro maestro di vita, hanno assunto posti nella società civile e scolastica. Per tutti mi piace citare la nostra brava dirigente scolastica dott.ssa Filomena Giannelli. Voglio chiudere questa parte dedicata ad Antonio Fino con una testimonianza di uno dei suoi antichi compagni di scuola e di giochi in quei felici anni collepassesi, Orazio Antonaci, già capo dell’ufficio tecnico del Comune e autore con il professore Salvatore Marra di opere storiche su Collepasso. Ringrazio pubblicamente il geometra Antonaci per aver voluto rendere a nome anche di tutti i vecchi compagni di scuola questa testimonianza. Scrive Orazio: “Quando ho saputo che l’Amministrazione comunale di Collepasso aveva deciso di concedere la cittadinanza onoraria al professore Antonio Fino ne sono stato molto felice e in un lampo la memoria ha cominciato a rispolverare i ricordi dell’infanzia quando frequentavo la scuola elementare e la casa di Antonio a pochi passi dalla mia. Io abitavo in piazza della Vittoria, dove tuttora risiede mia madre, e lui appena svoltato l’angolo della stessa piazza. I suoi genitori Costantino e Pietrina provenienti da Nociglia vennero a Collepasso con il piccolissimo Antonio, di appena cinque mesi, il 25 aprile 1945 e sistemarono la loro residenza dapprima in via Tenente Cesari e poi in via Cairoli. Mi sono ricordato di avere tra le tante carte del mio archivio privato una foto ricordo della quinta classe elementare che ho frequentato insieme ad Antonio. Trovatela ho incominciato a guardare i volti di bambino che avevamo in quel periodo. Ho rivisto me stesso, Antonio, Vito, Tonino, Agatuccia, Carla, Graziella e tutti gli altri compagni e compagne di scuola, nonché il volto della felice memoria della nostra maestra l’indimenticabile signora Giulia Resta.

Ho pensato a quel periodo felice e spensierato dell’infanzia ed anche al fatto che, terminate le scuole elementari, la famiglia di Antonio si trasferì a Nociglia e i nostri rapporti, considerata anche la nostra giovane età, di interruppero. Ognuno ha percorso la propria strada. Io ho conseguito il diploma di geometra mentre Antonio si è laureato in Lettere, ha pubblicato molti libri ed oggi è docente di Storia Contemporanea presso l’università del Salento. Con Antonio mi sono incontrato dopo tanto tempo in un cineforum a Lecce, seduti casualmente uno davanti all’altro e ancora nella sala Convegni Porta d’Oriente ad Otranto. Ora, l’Amministrazione comunale ha voluto concedere ad Antonio Fino la cittadinanza onoraria e ha pensato bene di scegliere un giorno particolare per festeggiare l’evento, lo stesso giorno in cui si celebra il 150° anniversario dell’unità d’Italia”. Aggiungere, Orazio, una nota molto interessante: “Antonio è la 12^ personalità non residente in ordine cronologico alla quale il Comune di Collepasso, da quando si è costituito in Comune autonomo, si onora di conferire questa onorificenza”. Edoardo Winspeare è una delle punte di diamante del cinema meridionale italiano e secondo molti massima espressione artistica del Salento. A dispetto del nome è italiano tutto d’un pezzo da intere generazioni, anche se nelle sue vene scorre sangue di varie nazionalità. Nato in Austria nel 1965 da Riccardo Winspeare Guicciardi e da Elisabeth del Liechtenstein discendo da una antica famiglia originaria dello Yorkshire che si è trapiantata per via delle guerre di religione nel Regno di Napoli. La madre Elisabeth, come è stato scritto, è una Liechtenstein nata a Vienna con sangue boemo, polacco, magiaro, tedesco, veneziano. Una scheggia di Mitteleuropa proiettata per amore nel Salento. Lo stesso amore che ha trasmesso la madre al figlio Edoardo. Ma nemmeno il papà scherzava. Erede di cattolici inglesi che 300 anni fa scelsero di trapiantarsi nel Regno di Napoli dove arrivarono a possedere ettari a migliaia, miniere e perfino una ferrovia in Sicilia. La famiglia Winspeare con un ramo napoletano e uno settentrionale - Edoardo rappresenta un po’ il simbolo vivente dell’Italia unita - per generazioni si è fatta onore con i Borboni, con Gioacchino Murat e i francesi, con lo Stato unitario, non disdegnando di fornire alti ufficiali perfino ai zar. Un Winspeare fu Sindaco di Napoli, un altro Prefetto di Milano nel 1898 in contrasto con Bava Beccaris e la lasciò la carica dopo gli spari sulla folla, un altro ancora fu ammiraglio imbarcato con il Duca degli Abruzzi nella circumnavigazione del globo. Ci sono stati Winspeare amministratori, ambasciatori, giureconsulti, letterati e naturalmente latifondisti, soprattutto possessori di vigneti e tabacco. Nella storia di questa nobile famiglia c’è la grandezza della storia dell’Italia preunitaria e postunitaria. Ora Edoardo, lu fiju ti lu barone come dicevano a Depressa frazione di dove è cresciuto. Da giovane si sposta a Firenze per gli studi, trasferendosi successivamente a New York per studiare fotografia e poi a Monaco di Baviera dove si diploma in regia presso la Hochschule für Fernsehen und Film. Comincia la sua carriera come assistente regista, poi diventa operatore alla macchina e si completa come montatore e tecnico del suono lavorando in diversi cortometraggi ed in alcuni documentari. “Cosa c’è dietro il miracolo del cinema meridionale?” si chiede un critico cinematografico in una raccolta dedicata ai cineasti di Puglia. “Cosa ha fatto Edoardo Winspeare per essere il primo regista pugliese in concorso alla mostra di Venezia nel 2003, 35 anni dopo Carmelo Bene? Dove vive quando non gira il mondo il giovane autore del sud?” si chiede questo critico. La verità è che non si vuole raccontare il Winspeare né il suo cinema né, aggiungo io, la sua personale luminosità senza inquadrarlo in particolare set ambientale, umano, storico che è il Salento di ieri e di oggi. Salento regione nella Regione Puglia.

Una parlata che prima, per tutti, somigliava al siciliano e che ora è quasi una lingua, somiglia a se stessa. Un mondo e una moda il Salento del sole, del mare e del vento che, grazie a Edoardo, da profondo sud rischia di diventare sud profondo. Winspeare è uno degli artifici del successo simbolico nonché turistico che il Salento sta ottenendo da qualche anno in Italia e nel mondo, è l’inventore del Revival Pizzica, il guru delle visioni e dei ritmi del sud est come ha scritto qualcuno, e a me piace questa di definizione. Il rapporto di Winspeare con le tradizioni, i riti, i folklore della terra del rimorso è esplicito ma non paralizzante. L’antropologia cara a Francesco De Martino, al fotografo Franco Pinna, lo stesso di molti film di Fellini, resta sullo sfondo. È il paesaggio umano l’orizzonte che scrive le storie di Winspeare ossessionate dall’energia della pizzica. I suoi film sono il prodotto di una cova antropologica del folclore e di una cultura finora sconosciuta anche ai più, ma che si deve confrontare con crisi economiche, mafia, morti bianche e industrializzazione. Insomma come mettere una piccola realtà fiammeggiante davanti ad uno sfondo sociale e familiare ben descritto e delineato. Winspeare debutta sul grande schermo con il film Pizzicata nel 1996, poi per qualche anno si eclissa dal cinema preferendo la musica. Infatti è il fondatore della band Zoe composta insieme al compianto Pino Zimba di ed altri. Torna alla regia con Sangue Vivo nel 2002, candidato al nastro D’Argento per il migliore soggetto. Replica con un buon successo critico con il Miracolo nel 2003, vincitore del premio nella Città di Roma come miglior film e del premio FEDIC. dopo quasi cinque anni di assenza dal grande schermo torna con la direzione di Galantuomini nel 2008, che abbiamo trasmesso nel nostro cineforum due anni fa. È del 2010 il lungometraggio Sotto il Celio Azzurro sull’integrazione, che è molto bello. Fare un elenco completo di tutte le opere di Winspeare ci porterebbe ancora molto tempo. Oggi sta lavorando ad un nuovo ed ambizioso progetto cinematografico e è reduce da un incontro impegnativo su questo progetto. Concludo. Qualcuno ha scritto di un Winspeare delicato ed insolito, dirige pellicole luminose, anche laddove si inoltrano nei labirinti della crudeltà, della carnalità del sangue, confermandosi un regista da seguire attentamente nel suo percorso artistico costantemente in bilico tra cosmopolitismo e nazionalismo. Introspettivo, evocativo, struggente, racconta con stile i momenti vivi dei suoi personaggi, che diventano anche i nostri quando la cinepresa e quindi il suo occhio li registrano con finezza, coraggio ed eleganza. Edoardo è persona semplice per cui di grande intelligenza, luminoso, alla mano. Permettetemi una annotazione personalissima, mi pare di vedere in lui perenne fanciullino pascoliano: curioso, vivace, amichevole, di grande umanità e amicizia - io così l’ho conosciuto questi mesi -, alla perenne ricerca di uomini, di cose, di personaggi, caratteristiche e fatti del mondo che lo circonda, che lui da salentino verace vive con semplicità, creatività, amore. Cittadini, signori consiglieri, signori ospiti, siamo onorati ed orgogliosi di conferire la cittadinanza onoraria a uomini come Antonio Fino ed Edoardo Winspeare. Saremo umili e volenterosi discepoli e attori nel contribuire a costruire insieme a loro, se loro vorranno e ci aiuteranno a farlo, una comunità migliore, aperta, ospitale, solidale dove i nostri giovani possono guardare e costruire con fiducia il loro futuro e tutti i cittadini vivere in pace e prosperità. Grazie e benvenuti nella nostra comunità.

PRESIDENTE – Ci sono interventi? Prima di passare la parola ai nostri graditi e illustri ospiti leggo due interventi pervenuti, uno è dell’assessore Monica Marra: “Cara Presidente e cari consiglieri, è con enorme dispiacere che oggi sono assente dal Consiglio comunale con il quale si vuole festeggiare solennemente l’unità nazionale, ma importanti motivi mi tengono lontana di Collepasso in questi giorni. Il 150° della nascita dell’Italia deve essere momento di profonda gioia per la nostra comunità, per onorare al meglio tutti quei giovani compatrioti che perseguirono l’ideale Italia e permisero così la nascita di uno Stato unito e libero. Sono molto contenta della scelta del Sindaco di voler conferire la cittadinanza a due persone illustri del mondo della cultura che ogni giorno onorano il loro paese con spirito di servizio e dedizione.

Ringrazio il professore Fino per l’impegnativo lavoro che tutti i giorni svolge nella nostra Università del Salento. Insegnare non vuol dire solo trasmettere nazioni e conoscenza, ma liberare le menti, farle crescere e soprattutto rendere l’uomo indipendente e capace di senso critico. Altrettanto ringrazio il maestro Winspeare per l’immane lavoro di sponsorizzazione che fa del nostro Salento e della sua cultura. Grazie alla sua arte è riuscito a portare nel mondo la cultura e la storia del nostro territorio ridandogli dignità dopo anni di oblio e alterata narrazione. Dare la cittadinanza collepassese a due esponenti della cultura in un periodo in cui questa è messa a dura prova da tagli indiscriminati e scelte discriminanti vuol dire dare primaria importanza a quelle che sono le fondamenta del nostro paese. Viva l’Italia”. Poi c’è un intervento pervenuto dal dottore Francesco Ria, ex assessore e consigliere di questo Comune: “Caro Presidente, apprendo con gioia la sua iniziativa di convocare il Consiglio comunale in occasione della ricorrenza del 150° anniversario dell’unità d’Italia. La storia è fatta da tante microstorie ed è giusto che anche in un piccolo Comune del meridione la massima assise cittadina ricordi il lavoro, il sacrificio, i sogni di tutti coloro che hanno contribuito a consegnarci la nazione nella quale oggi viviamo. Una patria, una bandiera, uno Stato con un ordinamento costituzionale dei più moderni e socialmente avanzati del mondo. L’Italia è figlia del Risorgimento e della Resistenza. La nostra cultura è figlia del Rinascimento con tante, tantissime contaminazioni che ci hanno consegnato il più importante e ricco patrimonio cultuale e artistico del mondo. Sopperire alla carenza di materie prime con l’intelletto e il genio artistico e scientifico è riuscito solo agli italiani e tranne poche parentesi politiche e sociali, come quelle che stiamo vivendo, la presenza di sovrani, per anni politici illuminanti, ha consentito di incentivare sapere e conoscenza riconoscendo in essi l’unico strumento di sviluppo e di crescita della nostra nazione. Apprendo con gioia la proposta di conferimento della cittadinanza onoraria a due nostri conterranei che si sono distinti in settori di studio e artistici nel solco della migliore tradizione italiana. A loro i miei migliori auguri. Al Consiglio tutti i complimenti per questa scelta. Sono sinceramente dispiaciuto di non poter assistere ai lavori del Consiglio. In particolar modo rivolgo i miei auguri al professore Antonio Fino, studioso e docente tra i più apprezzati del suo campo, che ha iniziato il suo lunghissimo percorso di studi proprio nella nostra Collepasso, il cui ricordo è sempre rimasto nei suoi pensieri. Con ancora maggior piacere accolgo la notizia del conferimento della cittadinanza onoraria al professore Fino perché nel periodo della mia appartenenza al Consiglio comunale di Collepasso fui il primo a proporre tale iniziativa al gruppo consiliare al quale appartenevo ed ebbi il piacere di chiedere personalmente la disponibilità al professore Fino di poter fare il suo nome per questo gesto piccolo ma carico di tanti significati. Il modo in cui venni a conoscenza dei suoi trascorsi collepassesi indica un legame mai spezzato con il nostro paese e la sua gente. Chiacchierando con alcuni suoi studenti, infatti, venne fuori che ogni qualvolta il professore Fino si trovasse a interrogare uno studente di Collepasso ricordava l’infanzia e il periodo trascorso nella nostra comunità. Incuriosito mi permisi di chiedere a lui qualcosa in più su quegli anni. Scoprii come il suo lunghissimo percorso di studi, che lo ha portato a ricoprire i più importanti ruoli accademici fino ad essere tra le personalità proposte per il ruolo di magnifico rettore dell’università del Salento, ebbe inizio proprio a Collepasso. In quei giorni conobbi, meravigliato, anche i tanti riconoscimenti avuti come studioso e i tanti traguardi scientifici raggiunti e con orgoglio assistetti ad un suo intervento in una trasmissione televisiva che si occupava di storia trasmessa dalla RAI. È un onore ritrovare concittadini così illustri e illuminati. La sua attività di preside della Facoltà di Lingua e Letterature Straniere dell’Università degli Studi di Lecce, infatti, trovava ampi consensi, soprattutto tra gli studenti che gli hanno sempre riconosciuto un ruolo di guida improntato al grande senso di responsabilità, all’attenzione nei confronti di tutti, ad una grande volontà di condividere ogni decisione con tutte le componenti coinvolte.

A Lei, signor Presidente, e ai consiglieri tutti gli auguri di un buon lavoro. Al professore Antonio Fino e al regista Edoardo Winspeare i migliori auguri per questo riconoscimento nella speranza di potersi ritrovare, da buoni concittadini, alla chiazza per vivere ancora una volta Collepasso che in questa occasione si arricchisce di due personalità di indubbio valore umano e professionale. Francesco Ria”.

Se non ci sono interventi, leggo lo schema di delibera. [Legge proposta di delibera allegata agli atti]

Applausi

PRESIDENTE – Passiamo alla votazione. Chi è favorevole?

VOTAZIONE UNANIMITÀ

PRESIDENTE – Leggo la delibera che riguarda il maestro Winspeare. [Legge proposta di delibera allegata agli atti ]

Applausi

PRESIDENTE – Passiamo alla votazione. Chi è favorevole?

VOTAZIONE UNANIMITÀ

PRESIDENTE – Prego, Sindaco.

SINDACO – Sono onorato e sinceramente emozionato per trovarmi di fronte e accanto a queste due altissime personalità. Saranno da questo momento nostri concittadini e saremo onorati di poterci vantare di questo. Grazie per avere accolto questo nostro invito.

Applausi

SINDACO – È stato già letto, ma lo ripeto:- Viene conferita la cittadinanza onoraria al professor Antonio Fino con la seguente motivazione: “Per l’impegno profuso negli anni dal 2001 al 2008, quale preside della Facoltà di Lingue e Letterature straniere, allo sviluppo e al rilancio dell’università del Salento, per avere dato lustro con la sua apprezzata attività scientifica di studioso e di docente universitario alle sue origini collepassesi, per legale affettivo e professionale con le diverse generazioni di studenti della nostra comunità”. Al professore Fino consegno anche il certificato originale di stato anagrafico da dove risulta la sua iscrizione tra i registri dell’anagrafe di Collepasso, è una riproduzione.

Applausi

SINDACO – Al maestro Winspeare: “Per avere esaltato nelle sue opere cinematografiche la bellezza e la magia del Salento, l’umanità e l’accoglienza della sua gente, per aver contribuito allo sviluppo e al rilancio del territorio”

Applausi

PRESIDENTE – Prego, professor Fino.

ANTONIO FINO (Preside Facoltà di Lingue e Letterature straniere) – Il Sindaco ha parlato di onore che io avrei fatto alla cittadinanza. In realtà io voglio ringraziare il Sindaco, l’Amministrazione comunale e il Consiglio tutto per l’onore che hanno voluto loro fare a me attribuendomi la cittadinanza onoraria di Collepasso. Tramite loro io voglio ringraziare tutti i collepassesi perché il Consiglio, i consiglieri esprimono e rappresentano tutti i cittadini di Collepasso e il mio pensiero grato va a tutti i collepassesi. Come è stato detto, io non sono nato proprio a Collepasso però ci sono venuto, mio fratello, invece, è nato qui nel 1947. Io sono venuto o meglio i miei genitori mi hanno portato qui perché avevo poco più di cinque mesi quando sono venuto e qui a Collepasso e qui ci sono rimasto fino all’età di 11 anni. Siamo andati ad abitare in una casa a sotta a Sichilì , me la ricordo bene. Lì siamo rimasti per molto tempo, poi abbiamo cambiato, come è stato ricordato nell’intervento che con tanto affetto Orazio Antonaci ha voluto fare, e siamo andati ad abitare qui vicino alla piazzetta della Vittoria. Devo dire che noi, che i miei genitori hanno conservato sempre un grande ricordo di Collepasso, anzi posso dirvi che il loro cuore è rimasto qui, veramente. Mio padre ancora qualche anno fa, ve lo posso testimoniare sinceramente, mi diceva: “Se io dovessi lasciare Lecce, se dovessi la mia casa qui e dovessi andare da qualche altra parte mi piacerebbe andare a Collepasso” perché qui a Collepasso ha conosciuto persone che hanno testimoniato a lui, a mia madre e a noi quello spirito di solidarietà e quello spirito di generosità che da quanto mi ha raccontato lui e da quanto io stesso posso ricordare credo che sia davvero la caratteristica dei collepassesi. Le persone che noi abbiamo conosciuto sono tante, io non le ricorderò anche per non fare torto a nessuno, anche perché di anni ne sono passati, persone adulte e compagni di scuola, alcuni sono stati ricordati, io li ricordo perfettamente anche se non sono qui. So che alcuni non sono più neppure a Collepasso. Mi sia consentito però di ricordare solamente due persone, due persone che abitavano anch’esse a sotta a Sichilì, e che erano Annunziata Specchiarello e Paolo Giovanni Menozzi. Hanno trattato me e mio fratello come loro figli accanto ai figli più grandi Angelo, Angiulino e Maria. Il mio affetto nei loro confronti era tale che io, piccolino, li chiamavo mamma ‘Ndata e tata Ninu . Mia madre mi raccontava che il loro affetto nei nostri riguardi era tale che “i primi acini di uva matura, i primi fichi non li davano i loro figli li davano a voi”. Io ricordo anche come faceva il formaggio e quando mi dava la ricotta calda, mi faceva bere il siero caldo. Io sono veramente - lasciamo i ricordi che commuovono - sono veramente onorato di questo riconoscimento che avete voluto tributarmi e sono commosso ancor più perché avevo voluto fare coincidere questo riconoscimento con questa data “17 marzo 2011”, 150° anniversario dell’unità d’Italia. I miei maestri - qualcuno è stato ricordato qui, è stato ricordato nella testimonianza di Orazio Antonaci - i miei maestri, i miei genitori mi hanno insegnato ad amare l’Italia. I miei studi, le conoscenze che io ho acquisito, le riflessione che ho fatto sul passato hanno approfondito questo amore per la nostra Patria. Oggi questa consapevolezza di una identità comune di tutti gli italiani, dalle Alpi fino all’estremità della Sicilia, oggi questa consapevolezza appare in alcune aree della nostra società appannata. Io mi auguro che le celebrazioni di questi giorni siano non una festa come tante altre feste ma siano l’occasione per una riflessione sulle ragioni profonde del nostro stare insieme, che ci comunichino queste celebrazioni la consapevolezza di una storia comune, di una nostra storia comune, di un nostro presente comune e anche la consapevolezza che tutti abbiamo lo stesso destino. A questo punto voglio rinnovare la mia gratitudine, i miei ringraziamenti a tutti voi sul valore di questo anniversario, una riflessione sul Risorgimento e sui 150 anni dell’unità d’Italia e anche dell’Italia unita. Mi è stata già chiesta, mi pare per il 3 aprile, e siccome ormai io sono cittadino collepassese devo obbedire a quello che il Consiglio mi chiede, a quello che l’amministrazione mi chiede.

Chiudo anche perché immagino che voi cominciate a sentire un po’ di freddo. Quando io stavo seduto di là sentivo un bel venticello. Grazie di nuovo a tutti.

Applausi

PRESIDENTE – Grazie, professore. Naturalmente l’onore è tutto nostro di averla come nostro cittadino. Come ha già detto il 3 aprile ci sarà una manifestazione durante la quale il professore terrà una lezione di storia. Prego, maestro.

EDOARDO WINSPEARE (Regista) – Buona sera. Come il professore Fino anche io sono onorato di ricevere la cittadinanza onoraria di Collepasso. Prima, ascoltando le parole del mio amico Pantaleo, volevo scomparire sotto il tavolo perché erano a mio avviso un po’ esagerate e immeritate, però le accetto perché dettate dall’amicizia e dall’affetto. L’unica cosa che possa dire: vedendo i miei film, con il senno di poi, me ne scordo un po’ perché l’unica che c’è di vero nei miei film è un sentimento di autenticità e di profondo amore per questa mia terra. Se potessi ritornare indietro li cambierei al 90%, ma è sempre così per un artista. Nei primi anni Novanta vagavo per il Salento cercando personaggi interessanti, soprattutto che avessero a che fare con la musica popolare e mi imbattei, grazie a Pino Zimba, in Biagio Rapido , Biagio Maggiulli si chiamava, che stava in un autolavaggio e siamo diventati molto amici. Mi ricordo che Fiore era appena nato, era piccolissimo. A proposito di personaggi che trovato, una volta avevo preso un cazzafittaro di e la mia sceneggiatrice gli aveva messo una frase rivolta ad uno che aveva dei problemi, Donato in Sangue Vivo, e la frase era “Lu problema è ca è mutu sensibile” e lui diceva “il ploblema è ca è muto sensibale”. Gli dissi: “Non sei capace di dire sensibile?”, mi rispose: “ Fiju meu, non l’aggiu mai tittu a fijuma e lu dicu a questu quai! ”. Io ribattevo: “Ma non hai mai detto sensibile o amore a tua moglie?”. “Amore a mia... a mujerema amore!? Camina, camina”. Anche questo è il Salento. I sentimenti venivano trasmessi non tanto dalle palore , però dagli guardi dagli atteggiamenti, anche dai gesti, dall’essere presenti. In queste peregrinazioni conobbi Biagio Maggiulli e diventai abbastanza amico suo e poi Salvatore Patruddhu, che sta qui. Specciarello l’ha saputo e mi ricordo che faceva sempre le feste e mi chiamava all’una di notte o a mezzanotte e cantavi dei versi rappando. Ho conosciuto, quindi, un Collepasso artistico, originale, interessante, un po’ eccentrico, se mi posso permettere, Salvatore, io direi anche spirituale, che comunque si chiede anche i perché della nostra presenza qui. Con Salvatore ne abbiamo discusso tante volte. Abbiamo fatto anche delle iniziative qui, abbiamo fatto una festa tanti anni fa. Abbiamo fatto presentazioni dei miei film al cinema, per questo sono molto legato a Culupazzo . La mia coreografa in Pizzicata si chiama Cristina Ria, anche lei di Collepasso. Infine la persona a cui veramente debbo moltissimo, il mio amore per il Salento, è un illustre collepassese che è don Grazio Gianfreda. Don Grazio Gianfreda lo chiamato “l’ultimo archemandrita di Terra d’Otranto” perché secondo me lui era uno di quei – se mi posso permettere, Pantaleo - di quei folli lucidi salentini alla Carmelo Bene perché lui veramente andava al di là dei settarismi tipici italiani, perché noi italiani a volte… Sono contento di parlare il giorno della celebrazione dell’unità d’Italia perché comunque siamo fratelli italiani e a volte siamo prima di tutto cattolici, comunisti, liberali. Don Grazio Gianfreda andava al di là, infatti lui era molto interessato al dialogo con l’oriente ortodosso, con l’islam, l’ebraismo e “tutto questo” lui diceva “esisteva già in Terra d’Otranto, esisteva a Casole, esisteva ad Otranto con il mosaico di”, moh se ne vene, Pantaleone. Nell’albero della vita c’era tutto, c’era lo scibile umano per il popolo.

Lui aveva scritto, non so quanti libri, 35/40, e vi racconto un episodio divertente di don Grazio. Io andavo sempre da lui, poi ogni tanto mi tirava gli orecchi perché non era d’accordo, era molto simpatico. Gli portai una ragazza che si chiamava Costanza Ricasoli che era diretta discendente del barone di ferro Bettino Ricasoli, siccome era interessato alla storia gli dissi: “questa è la discendente del barone di ferro… la Toscana patria del Rinascimento, culla del Rinascimento”, lui la prese per il braccio come facevano i preti di una volta, un po’ strattonandola, e disse: “Ma quale Rinascimento! ma quale Toscana! Sai è nato il Rinascimento?” e io dissi: “Non lo so, dove?”, “A Otranto!”. Don Grazio anche in questo mi sorprende So l’importanza di Otranto, ma quando l’Italia ancora era nei secoli bui si traducevano Casole i testi neoplatonici e c‘era una scuola di poesia a Nardò. Questo è un po’ il mio incontro con i collepassesi che hanno influito sicuramente moltissimo nel mio percorso artistico. Io ringrazio tutti, ringrazio moltissimo il Consiglio comunale, il Sindaco, il Presidente del Consiglio comunale, sono onorato di ricevere questa cittadinanza assieme al mio amico professore Antonio Fino, con il quale ho avuto l’onore di collaborare un anno, voglio ringraziare il mio amico Pantaleo Gianfreda che mi ha invitato qui. Grazie a lui e anche grazie a te sono qui Culupazzo.

Grazie tante. Viva Collepasso, viva il Salento e viva l’Italia.

PRESIDENTE – Grazie. Io ringrazio ancora il maestro Winspeare, il professore Fino, il dirigente dell’Istituto Comprensivo, il vicepresidente del Consiglio provinciale Giovanni Tundo, tutti i consiglieri comunali, l’Arma Aeronautica, l’Associazione dei Carabinieri, grazie a tutti cittadini che sono intervenuti ad assistere a questa bella celebrazione. Buona sera a tutti. La seduta è chiusa.

IL CONSIGLIO COMUNALE

Visto che l’Amministrazione Comunale ha organizzato per la giornata odierna, 17 marzo 2011, le celebrazioni per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia;

Rilevato che, nell’ambito delle manifestazioni pubbliche, il Comune di Collepasso intende conferire al professore universitario Prof. Antonio Fino, docente di storia contemporanea all’Università del Salento, la cittadinanza onoraria;

Considerato che il Prof. Antonio fino ha trascorso l’infanzia nella Comunità Collepassese mantenendo nel tempo rapporti di amicizia con cittadini collepassesi e rappresentando un punto di riferimento per numerosi studenti universitari che hanno frequentato e frequentano l’Università del Salento;

Visto che il prof. Antonio Fino è, inoltre, Presidente del Comitato scientifico per le celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia;

Ritenuto in segno di riconoscenza, di stima e di apprezzamento di conferirgli la cittadinanza onoraria per rendere ancor più indissolubile il suo legale con la Comunità di Collepasso;

Ad unanimità di voti espressi per alzata di mano;

D E L I B E R A

DI CONFERIRE AL DOCENTE UNIVERSITARIO PROF. ANTONIO FINO LA CITTADINANZA ONORARIA per le seguenti motivazioni:

“PER L’IMPEGNO PROFUSO, NEGLI ANNI DAL 2001 AL 2008, QUALE PRESIDE DELLA FACOLTA’ DI LINGUE E LETTERATURE STRANIERE, ALLO SVILUPPO E AL RILANCIO DELL’UNIVERSITA’ DEL SALENTO, PER AVER DATO LUSTRO CON LA SUA APPREZZATA ATTIV ITA’ SCIENTIFICA DI DOCENTE UNIVERSITARIO ALLE SUE ORIGINI COLLEPASSESI, PER IL LEGAME AFFETTIVO E PROFESSIONALE CON LE DIVERSE GENERAZIONI DI STUDENTI DELLA NOSTRA COMUNITA’”.

Di rilasciare al prof. Antonio Fino il documento che attesta l’iscrizione simbolica nel registro della popolazione del Comune di Collepasso.

C O M U N E D I C O L L E P A S S O Prov. di Lecce

CONFERIMENTO DELLA CITTADINANZA ONORARIA AL

PROF. ANTONIO FINO Docente di storia contemporanea presso l’Universita’ del Salento

Con la seguente motivazione:

“PER L’IMPEGNO PROFUSO, NEGLI ANNI DAL 2001 AL 2008, QUALE PRESIDE DELLA FACOLTA’ DI LINGUE E LETTERATURE STRANIERE, ALLO SVILUPPO E AL RILANCIO DELL’UNIVERSITA’ DEL SALENTO, PER AVER DATO LUSTRO CON LA SUA APPREZZATA ATTIV ITA’ SCIENTIFICA DI DOCENTE UNIVERSITARIO ALLE SUE ORIGINI COLLEPASSESI, PER IL LEGAME AFFETTIVO E PROFESSIONALE CON LE DIVERSE GENERAZIONI DI STUDENTI DELLA NOSTRA COMUNITA’”.

(Deliberazione del Consiglio Comunale n.5 del 17.3.2011)

Iscritto al n. 3 del registro dell’Anagrafe onoraria.

Collepasso, 17.3.2011 IL SINDACO Dott. Vito PERRONE

LETTO, APPROVATO E SOTTOSCRITTO

IL PRESIDENTE IL SEGRETARIO GENERALE F.to Dott.ssa Francesca GALIGNANI F.to Dott. ssa ANNA TRALDI

CERTIFICATO DI PUBBLICAZIONE

Il Segretario Comunale attesta che copia della presente deliberazione è stata

Pubblicata all’Albo Pretorio del Comune il giorno __4.5.2011___ e vi rimarrà affissa per 15 giorni consecutivi.

Collepasso, ______4.5.2011______

IL SEGRETARIO GENERALE

F.to Dott. Ssa Anna TRALDI

Copia conforme all’originale per uso amministrativo e d’ufficio.

Collepasso, ____4.5.2011______

IL SEGRETARIO GENERALE

__F.to Anna TRALDI ____