Programma Operativo FESR 2007-2013 Obiettivo Convergenza Asse II-Linea di Intervento 2.3 - Azione 2.3.2

Città di Provincia di

Piano Comunale di Protezione Civile ottobre 2014

Capitolo 1 Analisi e Dati Territoriali

IL SINDACO: Dr. Cosimo C. Tiziano CATALDI

IL RESPONSABILE SETTORE SERVIZI ALLA CITTA’: Arch. Mauro LEONE

Redatto da: Gianfranco Garzia architetto Viale Italia, 25 – 73046 Matino LE Tel 3496412764 – Fax 0833643111 e-mail: [email protected]

Piano Comunale di Protezione Civile Città di Matino Ottobre 2014

Capitolo 1 - ANALISI E DATI TERRITORIALI

pagina 1.1 Ubicazione e Caratteristiche Generali 2 1.2 Caratteristiche Climatiche 3 1.3 Popolazione 6 1.4 Caratteristiche Geomorfologiche e Sismicità 7 1.5 Caratteristiche Idrogeologiche 13 1.6 Sistema infrastrutturale e viabilistico 15

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Ubicazione e Caratteristiche Generali

Il territorio comunale di MATINO è ubicato a Sud di Lecce da cui dista circa 40 Km. E’ posto alle falde della Serra di S. Eleuterio e il suo territorio è compreso fra 40°00’ e 40°04’ di latitudine Nord e fra 5°37’ e 5°44’ di longitudine est dal meridiano di Roma (Monte Mario).

Il centro abitato sorge sulle pendici di una delle ultime propaggini della Murgia Salentina a 10 km dalla costa ionica ed a circa 30 km dall'estrema punta della penisola italiana rappresentata dal Capo di Leuca.

Il clima di tipo spiccatamente mediterraneo è caldo-umido durante l'estate, con primavera ed autunno molto miti e non di rado caldi e un inverno piovoso e breve caratterizzato da temperature che quasi mai scendono sotto lo zero.

Confina nelle sue immediate vicinanze a sud con , a nord con , a est con Collepasso, a nord-ovest con i Comuni di e Gallipoli ed a sud-ovest con i comuni di e .

Il territorio comunale ricade nella Carta Tecnica Regionale nei fogli 526102, 526113, 526131, 526132, 526141, 526142, 526143, 526144, 526154, 536021 e 536024.

Fonte www.sit.puglia.it

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1.2 CARATTERISTICHE CLIMATICHE

Il territorio in esame ricade nella “ regione litoranea ligure-tirrenica, medio adriatica e ionica ”, così come riportato nella Carta del Clima in Italia. Più in dettaglio ricade nel clima Temperato subtropicale che interessa le aree più calde di ristrette fasce costiere dell’Italia meridionale e insulare e nel clima Temperato caldo che interessa la fascia litoranea dalla Liguria alla Calabria, la fascia meridionale della costa adriatica e la zona ionica, come si evince dalla sottostante legenda:

Il clima della Puglia è tipicamente mediterraneo, le zone costiere e pianeggianti hanno estati calde, ventilate e secche e inverni miti e piovosi. Le precipitazioni, concentrate durante l'autunno inoltrato e l'inverno, sono scarse e per lo più di carattere piovoso. Si segnala la presenza di dieci stazioni meteorologiche presenti in Puglia tra cui quelle più vicine di Taviano e Collepasso. In base a uno studio condotto dall’Università di Bari (Vegetazione e clima della Puglia F. Macchia, V. Cavallaro, L. Forte, M. Terzi, Dipartimento di Scienze delle Produzioni Vegetali Università degli Studi di Bari) è possibile riconoscere la presenza di almeno cinque aree climatiche omogenee, di varia ampiezza in relazione alla topografia e al contesto geografico. In ragione della sua posizione geografica il Comune di MATINO presenta le caratteristiche climatiche tipicamente mediterraneo-marittime, con estati lunghe e secche e inverni relativamente freddi e piovosi. La piovosità media annua risulta pari a 627.4 mm . Tra i fenomeni meteorologici estremi della Puglia ed anche del basso , si registra l'insolita ondata di alta pressione africana che a giugno 2007 in tutta la regione portò le temperature ben al di sopra dei 40°C .

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Precipitazioni: si evidenzia che nel Comune di Collepasso è stato da tempo posizionato un pluviometro a cura del Centro Funzionale Regionale Decentrato (CFD) che permette, ad oggi, di rilevare puntualmente precipitazioni e temperature. Sulla base di tali dati sono state elaborate le soglie pluviometriche inserite nelle procedure del Sistema Regionale di allertamento per il rischio idraulico ed idrogeologico di protezione civile recentemente aggiornate con D.G.R. n° 2181 del 26.11.2013 (Pubblicate con Boll. Reg.le n° 162 del 23.12.2013).

Dal documento “Mappe climatiche anno 2011” (periodo 1976-2005) pubblicato dalla Regione Puglia risulta: • per la stazione di Taviano la precipitazione massima mensile è stata di 452 mm a novembre 1993 • per la stazione di Collepasso la precipitazione massima mensile è stata di 300,8 mm nel mese di Novembre 1998;

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Temperatura: lo studio dei dati termometrici storici, in particolare del trentennio 1972-2001, relativi ad alcuni comuni delle province di Lecce, Brindisi e Taranto ha messo in evidenza alcuni aspetti orografici e climatici che caratterizzano il Salento e il sud della Puglia.

Innanzitutto, dal confronto annuale tra le tre province si nota che il Brindisino, con una temperatura media annua di 16.40°, rappresenta di fatto la provincia più fredda del sud della Puglia, mentre il valore medio più elevato pari a 16.67° spetta alla provincia di Taranto. Stesso andamento per le temperature massime. La provincia di Lecce, invece, presenta la temperatura minima media più elevata.

Dalle Mappe climatiche anno 2011 pubblicato dalla Regione Puglia si evince che alla stazione di , la temperatura media annua minima è pari a 2,2 °C nel 1994 e quella massima pari a 34°C nell’Agosto 2013.

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1.3 POPOLAZIONE

I dati di popolazione rientrano tra quelle informazioni minime che il sistema di protezione civile deve conoscere.

La popolazione residente a MATINO da fonte ISTAT a febbraio 2014 risulta composta da un totale di 11.661 abitanti di cui 5.606 maschi e 6.055 femmine.

Unità in Saldo più/meno Popolazione Nati Saldo Popolazione Mese Morti Iscritti Cancellati migratorio e per dovute a inizio periodo Vivi Naturale fine periodo altri motivi variazioni territoriali

Totale

Gennaio 11693 8 9 -1 18 33 -15 0 11677

Febbraio 11677 5 5 0 11 27 -16 0 11661

Maschi

Gennaio 5626 4 5 -1 7 18 -11 0 5614

Febbraio 5614 2 2 0 4 12 -8 0 5606

Femmine

Gennaio 6067 4 4 0 11 15 -4 0 6063

Febbraio 6063 3 3 0 7 15 -8 0 6055

Oltre al numero totale di residenti, è importante il numero di abitanti che richiedono maggiore attenzione in caso di emergenza: in particolare persone anziane non autosufficienti e disabili.

NEL RISPETTO DELLA NORMATIVA SULLA PRIVACY L’ELENCO DEI NOMI E DEGLI INDIRIZZI DELLE PERSONE ANZIANE NON AUTOSUFFICIENTI E DISABILI SARA’ REDATTO E CUSTODITO DALLA FUNZIONE DI SUPPORTO F2 . (ASSISTENZA SOCIALE E SANITA’). TALE ELENCO NOMINATIVO SARA’ MESSO A DISPOSIZIONE DEL SINDACO QUALE AUTORITA’ DI PROTEZIONE CIVILE IN CASO DI NECESSITA’.

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1.4 CARATTERISTICHE GEOMORFOLOGICHE E SISMICITA’

Per gli aspetti geomorfologici, si cita in stralcio quanto riportato nella relazione redatta dal geologo Dr. Cimino nell’anno 2010, nell’ambito dello studio geologico del territorio di Matino, propedeutico all’elaborazione del nuovo PUG.

****** Morfologicamente il territorio di Matino è costituito da due aree subpianeggianti poste a quote differenti e raccordate da un gradino di origine tettonica. Segno di tale gradino è il ciglio di scarpata di faglia che si sviluppa con direzione NNO-SSE, con una pendenza che a tratti supera il 26%. Questi rilievi, indicati nella toponomastica locale con il nome di "Serre Salentine", sono il risultato di una tettonica disgiuntiva, che si è sviluppata prevalentemente lungo allineamenti SSE-NNO e SSO-NNE e che in più riprese, dalla fine del Cretaceo sino al Pliocene inoltrato, ha dislocato il basamento cretaceo della regione generando una struttura a piccoli pilastri e fosse tettoniche. I terreni calcarei cretacei caratterizzano il rilievo, indicato nella toponomastica locale con i nomi di serra “S. Eleuterio", “S. Ermete”, “S. Salvatore”. Gli eventi tettonici hanno prodotto nella formazione dei "Calcari di Altamura" una serie di discontinuità, sotto forma di fratture, tali da frammentarne l'originaria compattezza. Il territorio in esame giace tra quote comprese tra 45 (porzione occidentale), e 199 m s.l.m. (porzione orientale); le aree occidentali si presentano quasi pianeggianti e/o blandamente ondulate con parti di territorio leggermente inclinato verso ovest e con pendenze inferiori al 5%; a queste aree si contrappone il versante occidentale dominato dalla S. S. Eleuterio e caratterizzato da pendenze che a luoghi superano i 15°. I terreni affioranti nella regione vanno dal Cretacico al Quaternario; il Cretacico, calcareo-dolomitico è rappresento in prevalenza dal Turoniano Sup (?)–Maastrichtiano, seguono sedimenti Plio-Pleistocenici che occupano le aree topograficamente più basse, i quali, per la generale concordanza esistente tra morfologia e tettonica corrispondono anche ad aree basse strutturalmente. Il lembo cretacico affiorante si estende nell’area occidentale dell’abitato di Matino con direzione NNW-SSE per una lunghezza di oltre 5 Km sin oltre gli abitati di , a nord, e di Casarano, a sud. Presenta una larghezza massima di 3 Km. Lungo quasi tutto il suo margine i terreni cretacici s'immergono regolarmente sotto i depositi più recenti quaternari. Una scarpata limita anche il fianco occidentale; essa è interpretata come la conseguenza di una faglia, la quale però non altera, salvo qualche eccezione, le generali condizioni di giacitura degli strati. Questa regolare immersione degli strati ha permesso di raccogliere elementi sufficienti per far ritenere che si tratta di un'unica ampia e dolce anticlinale fagliata verso ovest e verso est. Nell’area di studio sono presenti due spartiacque che corrono in direzione approssimativa NNO-SSE: il primo passa per la cima della “Serra S. Eleuterio” procedendo in modo sinuoso verso sudest in località “Ferraioli”, mentre il secondo, delineato sempre in modo flessuoso, è individuato tra le località “Biancolezzi” a nord e “S. Emiliano“ a sud. I versanti delle serre sono sottoposti ad intensa azione di dilavamento: le acque scorrendo liberamente su tratti ad elevata pendenza hanno “scorticato” la superficie topografica, portando giù, verso le aree più depresse, il terreno vegetale che si è accumulato con spessori che a luoghi superano i 4 m. L’idrografia superficiale del territorio di Matino è qui rappresentata dai alcuni “canali di bonifica” posti nella parte occidentale e sviluppata su terreni pleistocenici e da diversi “canaloni” rilevati nella porzione occidentale dell’abitato di Matino posti tra le località “Villa” e “S. Salvatore”. I “canaloni” si sviluppano con andamento trasversale rispetto alla serra, in senso NE-SW, laddove il rilievo di superficie mette in evidenza la presenza della formazione dei Calcari di Altamura. L'area orientale di studio presenta inoltre evidenze superficiali di uno stato di carsificazione esercitato dalle acque ______Gianfranco Garzia architetto Capitolo 1 – ANALISI E DATI TERRITORIALI

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Piano Comunale di Protezione Civile Città di Matino Ottobre 2014 acidule sul suolo calcareo; sono state riconosciute superficialmente forme sub circolari che potrebbero celare o far pensare a cavità sotterranee: di queste forme ne sono state riconosciute due, ubicate sulla “Serra di S. Eleuterio”, dove è stata ritrovata la grotta basiliana che si dirà dopo. Nell’area posta ad occidente dell’abitato di Matino, tra le località “Rimi”, a nord, e “Motta”, a sud, si evidenziano delle ampie aree avvallate che durante gli eventi di piogge eccezionali tendono ad allagarsi. La causa del ristagno superficiale risiedere sia nell'eccezionale volume d'acqua che arriva nell'unità di tempo sia alla bassa permeabilità dei terreni presenti. Tali ristagni pur avendo carattere di temporaneità e diventano problematici in quanto tendono a ripetersi con frequenza o a prolungarsi nel tempo. In generale i ristagni superficiali di poche ore, come eventi sporadici, non destano preoccupazioni, mentre hanno ripercussioni più o meno gravi se si prolungano per più giorni o se si ripetono con una certa frequenza. Il ristagno superficiale si verifica quando la velocità d'infiltrazione nel terreno è inferiore all'intensità di pioggia o alla portata dell'acqua che tracima in un terreno e la superficie non è dotata di un'adeguata pendenza necessaria per smaltire l'acqua in eccesso con il deflusso superficiale. Nelle altre zone, le acque meteoriche lasciano solo sul terreno dei deboli solchi erosivi, mal distinguibili anche da foto aeree, raccogliendosi verso le aree più depresse. Nel presente studio è stato condotto inoltre un accertamento conoscitivo specifico sulla presenza di canali, grotte e vore….

…. aspetti geomorfologici rilevati nel territorio di Matino.

I canaloni carsici I canaloni sono delle incisioni nelle pareti rocciose. In geografia fisica vengono indicati anche con nomi come gola, forra o canyon. Si tratta in definitiva di una valle più o meno profonda con pareti ripide. Questi canaloni sono il risultato di fenomeni erosivi che si riscontrano quando un torrente incide vigorosamente il proprio letto in rocce coerenti e molto resistenti, per cui si generano valli strette e profondamente incassate nelle formazioni erose, con pareti molto ripide, talora strapiombanti. La formazione dei canaloni può concentrarsi preferenzialmente in masse rocciose indebolite da faglie o fratture o più in generale da discontinuità nelle quali tende a canalizzarsi lo scorrimento delle acque. L'erosione avviene soprattutto per azione meccanica abrasiva da parte del carico solido (massi e ciottoli) che il corso d'acqua trasporta al fondo, per saltazione e trascinamento, durante gli eventi di piogge estreme. L'effetto di tali eventi erosivi, proiettato nel tempo, ha generato delle forme spettacolari sotto il punto di vista scenico. Canale Reale I grande canale carsico segna in modo ben visibile il territorio della collina di Matino. L’incisione, per quel che resta visibile e non edificata, si sviluppa per circa 120 metri biforcandosi a nord con due profondi solchi ulteriormente allungati per circa 120 metri ciascuno. La parte inferiore, di via Montenero, è stata totalmente coperta: le acque, prima della sistemazione idraulica, dopo aver percorso in sotteraneo tramite uno scatolato in cemento delle dimensioni di circa 2x2 mt , venivano a riversarsi nella cava prodotta dall’estrazione del tufo, ora di proprietà De Luca, dove si disperdevano naturalmente. Durante gli eventi di massima intensità di pioggia accadeva però che le acque ristagnavano sino a lambire e a volte allagare le abitazioni circostanti. Nell’anni scorsi, tale situazione è stata sistemata dal punto di vista idraulico, realizzando delle opportune canalizzazioni di fognatura bianca che hanno portato le acque più a valle. Canale Universo Questo canalone si sviluppa su una stretta valle per oltre 100 metri. Nella parte sommitale i costoni rocciosi sono a picco e mostrano evidenze di un incipiente distacco

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Piano Comunale di Protezione Civile Città di Matino Ottobre 2014 di massi; più sotto se ne possono individuare diversi che sono già distaccati; di particolare bellezza scenica lo spettacolo che si può godere dal ciglio della scarpata. Verso valle sfocia attraverso delle abitazioni su via Vittorio Emanuele. Canale spartifeudo Tale canale, sviluppato per oltre 500 m, è ubicato al confine con il Comune di Parabita ed è collocato in località “Villa”. Percorrendo a piedi tale canale è possibile rilevare come nella parte terminale è stato incanalato e dove, incredibile a dirsi, scorre sotto le abitazioni tra via Extramurale di Levante e viale d’Italia, sfociando al di la di via Extramurale di Ponente sui terreni posti a valle.

Le Grotte Grotta di S. Ermete è situata nella parte orientale della serra di Matino, a sinistra della strada che da Matino conduce a Casarano. La grotta è un'importante testimonianza archeologica poiché sono state attestate in essa le prime frequentazioni dell'uomo di Neanderthal. La grotta, che dà il titolo anche alla circostante collina, è dedicata a Sant'Ermete; sia la grotta che la collina sono chiamate dai matinesi col nome di Santa Palmeta, per via di un'immagine anticamente affrescata sulle pareti della grotta; oggi tale immagine non risulta visibile. La parete destra della grotticella si prolunga in una formazione a breccia ossifera che si allarga a semicerchi occupando buona parte del pianoro antistante e costituisce un probabile residuo della grotta originaria molto più ampia di quella attuale. In superficie si trovano numerose ossa che rivelano un grado molto alto di fossilizzazione e sembrano appartenere ad un complesso pleistocenico-olocenico di notevole interesse.

Grotta S. Eleuterio si trova al di fuori del centro abitato, dal quale dista 5 km; per raggiungere il sito è necessario imboccare la via vicinale, parallela alla S.P. 361 che da Collepasso porta a Parabita, e poi risalire verso la parte più alta della serra dove sono ubicate le antenne dei riperitori radio-televisivi. La grotta è la cripta di un monastero; presenta un ingresso ad arco e un piccolo ambiente interno nel quale oggi non sono più visibili le tracce di affreschi. La grotta di Sant'Eleuterio è la testimonianza della presenza dei monaci basiliani nel territorio matinese. È ciò che rimane dell'antico monastero di Sant'Eleuterio sorto nel X secolo. Appartenuto fino al XIII secolo ai basiliani, il sito, passò poi sotto il controllo del clero locale che lo frequentò sino alla metà del Seicento. In origine comprendeva, oltre la cripta, le celle dei monaci, i granai e una chiesa.

Grotta Marra è ubicata a NE rispetto al monumento ai caduti, alle spalle della Scuola Elementare, su per vico Menotti. La grotta appare di origine naturale/artificiale e risulta interamente scavata nel tufo. Sono ancora visibili tracce di frequentazione umana risalenti a una quarantina di anni fa quando era ancora abitata e forse, in tempi più remoti anche adibita a frantoio.

Le Vore Il termine dialettale “vora” o “ora” deriva da "voragine", e indica cavità carsica più o meno grande, in cui confluiscono le acque meteoriche. Queste vore rappresentano il recapito finale di bacini endoreici, in genere poco estesi e coincidenti con modeste conche di cui la vora rappresenta il punto più depresso. Uno studio, svolto nel 2000 dal geologo M. De Donatis e dal perito agrario T. Carlino per conto del Comune di Matino, è rivolto proprio alla fattibilità per la sistemazione di scoline, canali e voragini esistenti nel territorio comunale. Dalla relazione emerge la necessità di provvedere ad un risanamento idraulico dell’intera aerea posta ad ovest dell’abitato in quanto soggetta ad allagamenti. Sono state individuate e ______Gianfranco Garzia architetto Capitolo 1 – ANALISI E DATI TERRITORIALI

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Piano Comunale di Protezione Civile Città di Matino Ottobre 2014 ubicate 13 voragini e sono stati delineati i canali e le scoline esistenti. Del citato studio ho personalmente verificato quanto riportato. Dai sopralluoghi effettuati è emerso che nessuna voragine indicata può essere effettivamente ricondotta a tale termine: si tratta più che altro di depressioni o conche naturali. Una di queste che era stata ubicata in località “Motta” è stata ormai inglobata dalle abitazioni, laddove sono perimetrati i terreni di riporto nella cartografia geologica proposta. Per tre di queste voragini sono presenti delle opere di genio civile con sistemazioni approssimative eseguite in cemento armato: una si trova tra le località “Dammali” e “Rimi” e presenta un’opera in c.a. a sezione quadrangolare profonda più di 5 m; un’altra è ubicata tra le località “Carro” e “Sprono”, delle altre sono ubicate tra le località “Motta” e “Blasi”. In quest’ultima area sono anche presenti le opere terminali di fogna bianca, con vasca di raccolta e sedimentazione e alcuni pozzi assorbenti anidri. Dallo studio condotto da foto aeree, sopralluoghi di dettaglio e dalla cartografia al 5.000, dove sono state individuate le isoispe con intervallo di 1 m, è possibile riconoscere tre ampie superfici alluvionali poste ad ovest dell’abitato di Matino. Queste aree sono state perimetrate come zone ad alta pericolosità di inondazione perché ricorrono le seguenti condizioni:  · vi sono notizie storiche in merito a precedenti inondazioni;  · si riscontrano condizioni favorevoli al ristagno;  · sono poste in situazione sfavorevole dal punto di vista morfologico rispetto alle aree adiacenti, di norma a quota altimetrica inferiore a 1 metro….

….accertamento conoscitivo sulla presenza di cavità artificiali.

Le cave La parte centro orientale dell’abitato di Matino, per la sua conformazione geo-stratigrafica, è stato interessato, da un’intensa attività estrattiva sia a cielo aperto che in sotterraneo, laddove sono presenti i depositi calcarei e calcarenitici. I depositi calcarenitici, essendo dotati di buone proprietà meccaniche, erano utilizzabili sia per la produzione di conci di “tufo” sia come pietra ornamentale, mentre le pietre calcaree erano utilizzate sia come pavimentazione sia come produzione di breccia per massicciata. Il sistema di coltivazione delle pietre locali risultano di due tipologie: 1) coltivazione a gradone unico: adottata in presenza di strati affioranti (o scarsamente coperti) sub-orizzontali o sub-paralleli all’assetto topografico locale; è tipicamente applicata per la coltivazione della pietra calcarea; 2) coltivazione ad imbuto: è applicata a rocce coerenti; alla base di una fossa imbutiforme coltivata a gradini si apre un fornello comunicante con una sottostante galleria, da cui viene evacuato il materiale sbancato all’interno dell’imbuto per condurlo direttamente a giorno oppure per sollevarlo mediante un pozzo d’estrazione; questa è invece la caratteristica coltivazione delle calcareniti. L’unica cava di pietra calcarea ancora attiva è quella ubicata al confine col territorio di Casarano di proprietà della “De Luca Costruttori srl”. Le altre riconosciute sul territorio risultano inattive e abbandonate. Le più grandi per dimensione di coltivazione sono ubicate sulla sommità della Serra di S. Eleuterio; due più piccole, una ubicata a nord del canale Universo nei pressi dell’abitato di Matino e l’altra a sud al confine del paese in agro di Casarano, sono forse state utilizzate durante la costruzione della ferrovia per l’estrazione di pietra per la massicciata.

Le cave di estrazione dei conci di calcarenite (tufi, piezzi, cuzzetti, pietra te grutta, ecc.), usati nelle costruzioni di case, sono tutte abbandonate e antropizzate. Sono tutte ubicate

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Piano Comunale di Protezione Civile Città di Matino Ottobre 2014 nel nucleo storico del paese. Si ritiene che molte sono le microcave non più riconoscibili sia perché è stato edificato sopra o perché ricolmate. La più grande e ancora riconoscibile, ubicata ai piedi del canale Reale è di proprietà dell’Ing. De Luca, che ci ha concesso gentilmente di poterla ispezionare. In generale la potenza del giacimento calcarenitico è variabile tra 2 e 10 metri. L’attività estrattiva in sotterraneo si è sviluppata dapprima con la tecnica “a pozzo” e successivamente a cielo aperto. Il giacimento coltivato era raggiunto attraverso dei pozzi verticali comunemente chiamati a “campana” per la loro forma, che erano di forma sub-circolare, con diametro di circa un paio di metri nella parte sommatale che si allargava progressivamente verso il basso, raggiungendo un diametro di 5 metri in corrispondenza del giacimento. Il banco di tufo coltivabile presenta, in genere, per quanto è stato riferito dai locali, uno spessore di 14-16 linee, cioè di circa 3.5-4.0 metri.

I frantoi Ipogei Si tratta di un tipo d’impianto sotterraneo per la lavorazione delle olive. In alcuni casi i frantoi per le olive sono ricavati nel sottosuolo, sia scavando i locali nella roccia, sia sfruttando opere preesistenti o cavità naturali. Il fatto di essere sotterraneo non richiede costi per il materiale da costruzione e consente di riscaldare facilmente l’ambiente, mantenerlo secco e a temperatura costante; difatti l’olio tende a solidificarsi attorno ai 6° e per la spremitura necessita di un ambiente tiepido e non umido. A seguito di ricognizione effettuata con il Sig. Giorgio Romano, cittadino di Matino e cultore della memoria storica del proprio paese, sono stati rilevati i seguenti frantoi ipogei:

1) Frantoio “S. Antonio” 2) Frantoio “Giannelli” 3) Frantoio “Petra te S. Giorgio” 4) Frantoio “Barone” 5) Frantoio “Giannelli” (Il frantoio è provvisto di ruota incastonata nella muratura, di una grandiosa cisterna e di grandi cave ora non aperte al pubblico e dalla quale i sono estratti tufi di buona qualità fino al 1940). 6) Frantoio “Madonna del Rosario” 7) Frantoio “Raffaele Gentile….

….Classificazione Sismica Il territorio comunale di Matino (LE), prima del 2003, ai sensi del D.M. 19.03.1982 non era classificata sismico. L'Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274 del 23.03.2003 ha riclassificato l’intero territorio nazionale. In tale quadro il Comune di Matino viene classificato in zona sismica 4 (atto di recepimento da parte della Regione Puglia D.R.G. 2/3/2004 n. 153 dell’Ordinanza PCM 20 marzo 2003 n. 3274)….

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….Parametri Sismici di Riferimento Dalla Mappa di pericolosità sismica del territorio nazionale, redatta dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, possiamo individuare l’accelerazione massima del suolo (amax) con probabilità di eccedenza del 10% in 50 anni riferita a suoli molto rigidi (Vs30>800 m/s):

Il territorio amministrativo di Matino ricade dunque in zona compresa tra 0.050 ÷ 0.075 g…. ******

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1.5 CARATTERISTICHE IDROGEOLOGICHE La penisola Salentina è caratterizzata dall’affioramento di rocce permeabili o semipermeabili per carsismo da cui deriva una scarsità o assenza di un’idrografia superficiale. Tale condizione la si riscontra anche nel Comune di MATINO che è quasi privo di solchi pluviali, così come si rileva dal sito istituzionale dell’AdB-Puglia, ad eccezione di un modesto canale (consorzio di Bonifica) nella parte Nord-Ovest del territorio Comunale, inoltre sono presenti numerosi inghiottitoi carsici (vore).

Nonostante l’assenza di idrografia superficiale anche per il Comune di MATINO esiste il rischio idrogeologico legato ad eventi meteo-climatici eccezionali. Gran parte della Regione Puglia e quindi anche del Salento, seppur in misura minore, è interessata da aree soggette a dissesto idraulico e idrogeologico, determinato dall’attività delle acque meteoriche, dalla conformazione del paesaggio e dalla presenza sul territorio di elementi vulnerabili. L’analisi storica sugli eventi alluvionali o di dissesto frane, condotta nell’ambito di alcuni progetti tra cui AVI (Aree Vulnerate Italiane) e VAPI (Progetto per la Valutazione delle Piene in Italia), ha rilevato che nel passato si sono verificati, nel Salento, eventi con effetti dannosi sia per la popolazione che per i beni. Questi eventi tendono, inoltre, a ripetersi nel tempo con conseguenze sempre più gravi a causa non solo della particolare vulnerabilità delle zone ma anche e soprattutto di fattori antropici legati ad un non corretto utilizzo del territorio. L’attuale conformazione del paesaggio salentino è quindi influenzata dall’attività delle acque meteoriche che, su base annua, oscillano tra i 600 e 900 mm, e dal fenomeno carsico, dovuto alla presenza di rocce a composizione prevalentemente calcarea.

Le acque meteoriche , che si manifestano spesso con precipitazioni a carattere violento, raramente si organizzano in canali per un regolare deflusso ma avendo un regime tipicamente stagionale possono causare allagamenti nelle aree caratterizzate da depressioni alluvionali. I reticoli sono poco gerarchizzati anche a causa di elevata permeabilità dei litotipi affioranti e il loro deflusso a mare è molto limitato, scomparendo spesso all’imboccatura di un inghiottitoio carsico (denominato “voragine” o “vora”) e, a tal proposito si segnala lo studio dell’Università degli studi di Lecce -Dipartimento di Scienza dei Materiali - Prof. Paolo Sansò - dott. Gianluca Selleri - Osservatorio di Chimica, Fisica e Geologia ambientali – Caratterizzazione geomorfologica degli inghiottitoi carsici (vore) della provincia di Lecce, riguardo ai corsi d’acqua endoreici presenti sul territorio e lo studio dell’Autorità di Bacino della Puglia e Politecnico di Bari - Dipartimento di Ingegneria delle Acque e di Chimica Laboratorio di Ricerca e Sperimentazione per la Difesa delle Coste (LIC) “Studi propedeutici per la predisposizione del Piano Stralcio della Dinamica delle Coste”. Il quadro dell’idrografia del Salento è completato da tracce di vecchi reticoli in gran parte cancellati dalla tettonica.

Il fenomeno degli allagamenti, con notevoli danni all'agricoltura e alla viabilità è originato sia dal reticolo idrografico esoreico che da quello endoreico. Questo aspetto è stato aggravato negli anni da un’eccessiva impermeabilizzazione del terreno, dovuta a una considerevole urbanizzazione e cementificazione e dallo stato delle “vore” che, se non mantenute efficienti, non riescono ad assolvere alla loro funzione di inghiottitoi naturali. Ad aggravare il fenomeno contribuiscono le deboli pendenze che caratterizzano l’intero Salento in quanto rendono poco agevole il deflusso delle acque verso i recapiti naturali, favorendone il ristagno.

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Piano Comunale di Protezione Civile Città di Matino Ottobre 2014

L’autorità di Bacino della Puglia , di cui il Comune di MATINO (LE) fa parte, non ha, ad oggi, perimetrato nell’ambito del Piano di Assetto Idrogeologico (PAI), aree soggette a Pericolosità Idraulica :

 (AP) Alta Pericolosità  (MP) Media Pericolosità  (BP) Bassa Pericolosità e di conseguenza non sono state individuate aree soggette a Rischio, come risulta dalla videata estratta dal portale webgis dell’Autorità di Bacino della Puglia (www.adbpuglia.it), riportata di seguito.

MATINO

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Piano Comunale di Protezione Civile Città di Matino Ottobre 2014

1.6 SISTEMA INFRASTRUTTURALE E VIABILISTICO

I principali collegamenti stradali sono rappresentati da:

• S.S. 475 da nord a sud che, attraversando il centro abitato, costituisce la principale arteria di collegamento con i comuni limitrofi Parabita e Casarano;

• S.P. 334 da nord a sud (Collepasso-Casarano) che, passando ad est del territorio comunale, costituisce la principale arteria di collegamento per la zona industriale di Matino;

• S.P. 321 da nord-est a sud-ovest (Matino-Taviano), che costituisce anche il principale collegamento per raggiungere la S.S. 274 (scorrimento veloce nella direttrice S.Maria di Leuca-Lecce)

• S.P. 223 da est a ovest, detta anche via del “mare”, è la principale arteria per i lidi estivi di Gallipoli, oltre a permettere un ulteriore collegamento con la S.S. 274;

Per un maggiore dettaglio cartografico si rimanda alla “Tavola 1” allegata al presente piano.

LINEA FERROVIARIA La cittadina è servita dall'omonima stazione ferroviaria posta sulla linea delle Ferrovie del Sud Est (FSE) che collegano a livello locale alcuni centri delle province pugliesi.

Fonte: sito web istituzionale delle Ferrovie Sud-Est

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