della Nora

Corvara

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Piano intercomunale di Protezione Civile

COI SIGETER II°

Procedure Operative Standard Intercomunali e Gestione dei rischi

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Indice Argomenti 1) Introduzione e Parte Generale Pagine 1.1) Composizione del C.O.I. 6-7 1.2) Riferimenti Normativi 8-10 1.3) Suddivisione Amministrativa\idrografia 11-13 1.4) Sedi COC\COI\Edifici strategici 14-16 1.5) Vie di Connessione e Punti critici 17-19 1.6) Hazard 20 1.7) Reti di comunicazione viaria e ferroviaria 21 1.8) Cancelli 22 2) Sistema di Allertamento 23-26 3) Sistema di Comunicazione per il superamento delle emergenze 27-41 3.1) Fase di Normalità 3.2) POS comunicazione Fasi di Pre-allerta, Attenzione e Pre-Allarme 3.3) POS comunicazione Fasi di Allarme 3.4) Richiesta COC-COI supporto organizzativo, burocratico e di coordinamento dell’emergenza 3.5) Attivazione Sala Situazioni Intercomunale 3.6) COI struttura e metodo di attivazione delle sale 3.7) POS comunicazione P.T.-P.O. e referenti di funzione COC\COI Fasi di Pre-allerta, Attenzione e Pre-Allarme 3.8) POS comunicazione referenti di funzione Fasi di Allarme COC\COI 3.9) Comunicazione con la catena di CO.CO. in emergenza di cat. b) 4) Pianificazione generale Viabilità\Ponti e Sottopassaggi 42-44 4.1) PONTI SU VIABILITA’ PRIMARIA 4.2) SETTORI COI 4.3) Movimentazione interna ai settore e POS monitoraggio\intervento 5) Rischio meteorologico 45-71 3

5.1 Scenari di rischio e danno idrogeologico 5.2 Scenari di rischio e danno idraulico 5.3 Analisi dei rischi idrogeologici 5.4 POS per attivazione “catena di comando e controllo” rischio idrogeologico 5.5 Modello di intervento Fasi di Pre-allerta, Attenzione, Pre-Allarme e ALLARME 5.6 Modello di intervento in ALLARME 2 5.8 Modello di intervento Evento idrogeologico da ALLARME 2 a ALLARME 3 5.8.1. Allarme 1 5.8.2. ALLARME 2 indotto 5.8.3 ALLARME 3 indotto 6) Rischio incendio di interfaccia 72-76 6.1) SCENARIO DI RISCHIO 6.2) MODELLO DI INTERVENTO 7) Rischio Sociale 77-84 7.1) Definizione dell’emergenza da gestire 7.2) Il Modello 7.3) Emergenza 7.4) Normativa 8) Rischio blackout 85-88 8.1) Scenario di evento e POS 8.2) Blackout collegato ad altri rischi e POS 8.3) Blackout non connesso ad altri rischi e POS 9) Rischio industrie ad incidente rilevante 89-96 9.1) Le tre Zone di rischio 9.2) Comunicazione e POS referenti di funzione 9.3) Modello di Intervento 9.4) Fase di Allarme 9.5) Prima dell’arrivo dei supporti intercomunali e dalla Co.Co. 10) Rischio Ferroviario 97-102 10.1) Scenario d’evento 10.2) sistema di gestione chiamate d’emergenza 10.3) modello d’intervento incidenti che coinvolgono convogli passeggeri 10.4) modello d’intervento incidenti che coinvolgono convogli che trasportano

4 sostanze pericolose. 11) Rischio sismico 103 - 118 Modello di intervento Gestione Popolazione e Area Accoglienza Area accoglienza e gestione Predisposizione Area Accoglienza POS previste dai P.E.C. VIII MCS Gestione IX-XII MCS

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Introduzione e Parte Generale C E COMPOSIZIONE DEL CENTRO OPERATIVO INTERCOMUNALE Grazie alla volontà di 10 Sindaci viene istituito con delibere di Consiglio Comunale il secondo Centro Operativo Intercomunale della Provincia di , N denominato COI SIGETER II°. Il C.O.I. grazie al Know How dei Comuni che ne fanno parte, possiede competenza, conoscenza e preparazione per affrontare sia i T temi propri della Protezione Civile -Prevenzione e Gestione del Rischio Residuo- che di elaborazione di specifici studi/analisi, per una più efficace ed efficiente pianificazione nell’interesse e di intesa con i cittadini, oltre che di un migliore e competete intervento in caso di eventi calamitosi. R Nel Centro Operativo Intercomunale attualmente afferiscono le 10 seguenti amministrazioni comunali: Alanno, Brittoli, Corvara, Civitaquana, Carpineto della O Nora, Cugnoli, Pietranico, Nocciano, Vicoli e Rosciano come Capofila

O Assemblea dei Sindaci. Composto dai 10 Sindaci e\o Assessori-Consiglieri delegati afferenti al C.O.I. Decide e sviluppa gli indirizzi e P le linee guida per la gestione associata del servizio di Protezione civile. Gestisce l’attività dell’Ufficio Unico di Protezione civile. E Organi decisionali R Presidente COI. Rappresenta il Centro nei confronti degli enti sovra comunali. Convoca e Presiede l’Assemblea dei Sindaci. Attiva le A fasi di gestione dell’emergenza e Attiva e presiede ai Lavori nella S.O.I.. In casi urgenti può prendere decisioni operative per conto T dell’Assemblea dei Sindaci. Si assicura che L’ufficio unico di protezione civile sia efficiente e risponda alle necessità dei Comuni afferenti al C.O.I. I

V Ufficio Unico di Protezione civile (anche detto ufficio intercomunale di protezione civile o centro intercomunale). SI O occupa dell’erogazione del servizio di Protezione civile in periodo ordinario. Esegue gli ordini del Presidente del C.O.I. e gli indirizzi e le linee guida emesse dall’Assemblea dei Sindaci. Coadiuva i Comuni nello svolgimento del servizio di protezione civile, elabora la pianificazione I intercomunale e la tiene aggiornata, supporta i Comuni nella pianificazione comunale ed esegue progettazioni di livello intercomunale. In periodo emergenziale segue le P.O.S. del Piano d’emergenza Intercomunale. E’ composto da funzionari ed un dirigente del servizio che ricopre il ruolo di N Organi Operativi Coordinatore del C.O.I., ossia la figura che coordina tramite l’ufficio unico e la Sala Operativa Intercomunale le azioni del Centro Operativo T Intercomunale in periodo emergenziale e ordinario. Si raccorda direttamente con il Presidente del C.O.I. e presiede all’Assemblea dei Sindaci di E cui ne è segretario verbalizzante. R C Sala Operativa Intercomunale S.O.I.: Struttura Operativa di coordinamento dei CC.OO.CC.. Luogo e struttura operativa in cui O sono presenti i referenti di funzione di livello intercomunale, i Sindaci dei Comuni colpiti da un evento indesiderato, Il Responsabile dell’ufficio unico di protezione civile. Si attiva in emergenza secondo le P.O.S. del Piano Intercomunale. M U N

A L E

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Opera in periodo ORDINARIO

Ufficio Unico di Protezione civile (anche detto ufficio intercomunale di protezione civile o centro intercomunale). E’ uno Strumento Operativo del Centro Operativo Intercomunale. Opera in periodo EMERGENZIALE come Presidio Operativo Intercomunale nelle fasi di PreAllerta-Attenzione - PreAllarme

E’ composto dal Responsabile dell’ufficio unico e da Funzionari scelti dall’Assemblea dei Sindaci e\o dal Presidente e successivamente ratificati dall’Assemblea stessa.

Il C.O.I. è dotato di un gruppo intercomunale di volontariato di protezione civile che è un organismo operativo per il controllo del territorio in fase di emergenza ed ordinaria. Tale gruppo intercomunale è gestito direttamente da un coordinatore che si raccorda Organi Operativi direttamente con il Coordinatore del C.O.I. o solamente con il Referente della Funzione F3 di livello intercomunale quando attiva.

E’ composto dal Responsabile dell’ufficio unico, da i referenti di funzione F1-F2-F3-F4-F5-F6-F7-F8-F9 e dalla segreteria di coordinamento. Tali figure sono individuate dall’Assemblea dei Sindaci o dal Presidente e successivamente ratificati

Sala Operativa Intercomunale S.O.I. Opera solo in periodo EMERGENZIALE nelle E’ uno Strumento Operativo del Centro Operativo fasi di PreAllerta- Attenzione – PreAllarme - Intercomunale. ALLARME

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1.2) Riferimenti normativi

Si riportano, per quanto non in maniera esaustiva, le principali norme di legge, disposizioni ministeriali e direttive prefettizie che definiscono ruolo e funzioni del Comune e del Sindaco in protezione civile.

Normativa Regionale L.R. 14 maggio 1985, n. 37 Attività ed iniziative urgenti per la Protezione Civile. L.R. 20 luglio 1989, n. 58 Volontariato, associazionismo ed Albo regionale per la Protezione Civile. L.R. 18 giugno 1992, n. 47 Norme per la previsione e la prevenzione dei rischi da valanga. L.R. 18 giugno 1992, n. 47 Norme per la previsione e la prevenzione dei rischi da valanga. L.R. 14 dicembre 1993, n. 72 Disciplina delle attività Regionali di Protezione Civile. L.R. 9 Febbraio 1996, n. 12 Norme per la previsione e prevenzione dal rischio sismico. Collaborazione con il gruppo nazionale per la difesa dai terremoti del consiglio nazionale delle ricerche. L.R. 11 Novembre 1998, n. 127 Interventi in materia di Protezione Civile e riconoscimento delle attività dell'Associazione Nazionale Alpini - Sezione Abruzzi. L.R. 14 settembre 1999, n. 77 Norme in materia di organizzazione e rapporti di lavoro della Regione . L.R. 27 Dicembre 2002, n. 34 Interventi urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico sul territorio della Regione Abruzzo e interventi di somma urgenza relativi alle varie ipotesi di rischio. L.R. 12 agosto 1993, n. 37 Recepisce i principi sanciti dalla Legge quadro sul volontariato. L.R. 29 marzo 2005 n. 438 Indirizzi generali e disposizioni di attuazione dell'OPCM n°3274 del 20 marzo 2003 su: Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zona sismica. DELIBERAZIONE 13.01.2015, n. 19 Piani di emergenza di livello comunale ed intercomunale. Approvazione Linee Guida Normativa Nazionale - Circolare n. 16 M.I.P.C. (81) del 16 aprile 1981 del Ministero dell'Interno, "Regolamento di esecuzione della legge 8 dicembre 1970, n. 996"; - D.L. 26 maggio 1984, n. 159 convertito con modificazioni, dalla legge 24 luglio, n. 363, recante interventi in favore del volontariato; - Circolare n. 1/D.P.C./85 del 19 aprile 1985 del Dipartimento della Protezione Civile, "Competenze nel settore della Protezione Civile"; - Ordinanza 30 marzo 1989, n. 1675/F.P.C. del Ministro per il coordinamento della protezione civile, "Attuazione dell'articolo 11 del decreto legge 26 maggio 1984, n. 159, convertito con modificazioni, dalla legge 24 luglio 1984, n. 363, in materia di volontariato di protezione civile e misure volte alla sua tutela" (G.U. n. 81 del 7 aprile 1989); - Legge 18 maggio 1989, n. 183 "Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo"; - "Piano comunale di protezione civile - Schema tipo" 1991 - Ministero dell'interno - Legge 11 agosto 1991, n. 266 "Legge Quadro sul volontariato" (G.U. n. 196 del 22 agosto 1991); - Decreto 14 febbraio 1992 del Ministero dell'Industria, del Commercio e dell'Artigianato "Obbligo alle organizzazioni di volontariato ad assicurare i propri aderenti che prestano attività di volontariato, contro gli infortuni e le malattie connessi allo svolgimento dell'attività stessa, nonché per la responsabilità civile, per i danni cagionati a terzi dall'esercizio dell'attività medesima" (G.U. n. 44 del 22 febbraio 1992) e successive modificazioni; - Legge 24 febbraio 1992, n. 225 "Istituzione del servizio nazionale della protezione civile" - Circolare n. 2 /DPC/S.G.C./94 del 13 aprile 1994 del Dipartimento della Protezione Civile, "Legge 24 febbraio 1992, n. 225 - criteri per l'elaborazione dei piani di emergenza approvati dal Consiglio Nazionale della protezione civile"; (BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE ABRUZZO N. 19 del 30 dicembre 1993) - "L'informazione preventiva alla popolazione sul rischio industriale - linee guida", gennaio 1995, del Dipartimento della Protezione Civile;

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- D.L. 26 luglio 1996, n. 393, convertito, con modificazioni, dalla Legge 25 settembre 1996, n. 496, recante interventi urgenti di protezione civile, da disporre in ordine alla partecipazione delle organizzazioni di volontariato alle attività di protezione civile e prevede la predisposizione di un apposito elenco. - "Piano nazionale delle misure protettive contro le emergenze radiologiche" – luglio 1996, del Dipartimento della Protezione Civile; - "Attività preparatoria e procedura d'intervento in caso di emergenza per protezione civile" II edizione - dicembre 1996, del Dipartimento della Protezione Civile; - "Il metodo Augustus" dell'11 maggio 1997, del Dipartimento della Protezione Civile e della Direzione Generale della Protezione Civile e dei Servizi Antincendi; - Legge 19 maggio 1997, n. 137 "Sanatoria dei decreti-legge recanti modifiche al decreto del Presidente della Repubblica 17 maggio 1988, relativo ai rischi di incidenti rilevanti connessi con determinate attività industriali" (G.U. n. 120 del 26 maggio 1997); - Circ. n. 1/DPC/97 del 10 luglio 1997 del Dipartimento della protezione civile Ufficio Emergenza Sanitaria - "Linee - guida sull'organizzazione sanitaria in caso di Catastrofi Sociali"; - D.L.vo 31 marzo 1998, n. 112 "Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle Regioni ed agli Enti locali, in attuazione del Capo I della legge 15 marzo 1997, n. 59"; - Legge 3 Agosto 1998, n°267 "Conversione in legge del decreto legge 11/6/1998, n°108, recante misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella Regione Campania”; “Linee guida per la predisposizione del piano comunale di protezione civile - rischio idrogeologico" novembre 1998 C.N.R. - G.N.D.C.I.; - D.L.vo. 30 luglio 1999, n. 300 "Riforma dell'organizzazione del governo a norma dell'art. 11 della Legge 15 marzo 1997, n. 59", (G.U. n. 203 del 30 agosto 1999); 71 - Legge 3 agosto 1999, n. 265 "Disposizioni in materia di autonomia e ordinamento degli enti locali, nonché modifiche alla legge 8 giugno 1999, n. 142" (G.U. n. 183 del 6 agosto 1999 - Suppl. Ord. N. 149); - D.L. 17 agosto 1999, n. 334 "Attuazione della direttiva 96/82/CE relativa al controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose " (G.U. n. 228 del 28 settembre 1999 - Suppl. Ord. N. 177/4); - D.L.vo. 18 agosto 2000, n. 267 "Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali"(G.U. n. 227 del 28 settembre 2000); - Dipartimento P.C. - Circ. gennaio 2001 "Ruolo e funzioni del Comune e del Sindaco in protezione civile"; - D.P.R. 8 febbraio 2001, n. 194 "Regolamento recante nuova disciplina della partecipazione delle organizzazioni di volontariato alle attività di protezione civile" (G.U. n. 120 del 25 maggio 2001); - D.M.I. 13 febbraio 2001 "Adozione di criteri di massima per l'organizzazione dei soccorsi sanitari nelle catastrofi" (G.U. n. 81 del 6 aprile 2001); - Dipartimento P.C. - Servizio Emergenza Sanitaria "Criteri di massima per l'organizzazione dei soccorsi sanitari nelle catastrofi" (G.U. n. 109 del 12/5/2001); - Legge 9 novembre 2001, n. 401 "Conversione in legge del decreto legge 7/9/2001, n.343, recante disposizioni urgenti per assicurare il coordinamento operativo delle strutture preposte alle attività di protezione civile"; - Dipartimento P.C. - Circ. n. del 9 aprile 2002 "La struttura operativa di coordinamento delle attività di emergenza di protezione civile"; - Dipartimento P.C. - Circ. n. DPC/CG/0035114 del 30/09/2002 "Ripartizione delle competenze amministrative in materia di protezione civile”; - Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274 del 20 marzo 2003 "Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zona sismica”; - Presidenza del Consiglio dei Ministri "Indirizzi operativi per fronteggiare eventuali situazioni di emergenza connesse a fenomeni idrogeologici" (G.U. n. 220 del 22/09/2003); - Dipartimento P.C. - Ufficio Emergenze - "Criteri di scelta e simbologia cartografica per 'individuazione delle sedi dei Centri Operativi e delle aree di emergenza"; - Dipartimento P.C. - Ufficio Emergenze - "Struttura e gestione delle sale operative di protezione civile"; - Presidenza del Consiglio dei Ministri – “Indirizzi operativi per la gestione organizzativa e funzionale del sistema di allertamento nazionale e regionale per il rischio idrogeologico ed idraulico ai fini di protezione civile” (27 febbraio 2004 –Suppl. Ord. n. 39 alla G.U. n. 59 del 11 marzo 2004); - Dipartimento P.C. – Ufficio interventi strutturali ed opere di emergenza – “Linee guida per l’individuazione delle aree di ricovero per strutture prefabbricate di protezione civile” (2 febbraio 2005); - D.P.C. 25 febbraio 2005, n. 40 – “Linee guida per la predisposizione del piano di emergenza esterna di cui all’art. 20, comma 4, del Decreto legislativo 17 agosto 1999,n. 334” (Suppl. Ord. Alla G.U. n. 62 del 16 marzo 2005; - Decreto Legge 31 maggio 2005, n. 90 "- "Disposizioni ungenti in materia di protezione civile" (G.U. n. 125 del 31 maggio 2005); - Dipartimento Protezione Civile – “Indirizzi operativi per fronteggiare il rischio incendi boschivi” (G.U. n. 134 del 11 giugno 2005); - Decreto legislativo 21 settembre 2005, n. 238 - Attuazione della direttiva 2003/105/CE, che modifica le direttive 96/82/CE, sul controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose; 9

- Presidenza del Consiglio dei Ministri Atto di indirizzo recante: "Indirizzi operativi per prevenire e fronteggiare eventuali situazioni di emergenza connesse a fenomeni idrogeologici ed idraulici" (G.U. n. 244 del 19 ottobre 2005); - Ministero della Salute – Direzione Generale Prevenzione Sanitaria – Centro Nazionale Prevenzione e Controllo Malattie – “Linee guida per preparare piani di sorveglianza e risposta verso gli effetti sulla salute di ondate di calore anomalo” – 4 luglio 2005; - Direttiva del Dipartimento della Protezione Civile n. 1636 del 02 maggio 2006 –“INDICAZIONI PER IL COORDINAMENTO OPERATIVO DI EMERGENZE DOVUTE A: 1. Incidenti ferroviari con convogli passeggeri – Esplosioni o crolli di strutture con coinvolgimento di persone – Incidenti stradali che coinvolgono un gran numero di persone. 2. Incidenti in mare che coinvolgono un gran numero di persone. 3. Incidenti aerei. 4. Incidenti con presenza di sostanze pericolose”; - Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri 13 giugno 2006 – “Criteri di massima sugli interventi psico-sociali da attuare nelle catastrofi” (G.U. n. 200 del 29.8. 2006); 73 - Comunicato della Presidenza del Consiglio dei Ministri Atto di indirizzo recante: "Indirizzi operativi per fronteggiare eventuali situazioni di emergenza connesse a fenomeni idrogeologici ed idraulici" (prot 379/P.C.M./2006 del 27 ottobre 2006). - Decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti del 28 ottobre 2005 – pubblicato nel Supplemento Ordinario alla G.U. 8.4.2006, n. 83 – Sicurezza nelle gallerie ferroviarie (in vigore all’8.4.2006). - Direttiva 27 gennaio 2012 Presidente del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Protezione Civile. - Circolare Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento della Protezione Civile n. DPC/RIA/69899 del 12.10.2012. - Legge 12 luglio 2012 n. 100 - “Disposizioni urgenti per il riordino della Protezione Civile” (G.U. n. 162 del 13 luglio 2012).

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1.3) Suddivisione amministrativa, estensione territoriale, popolazione residente

QUADRO DI UNIONE

Comuni Residenti Superfice kmq

1 Alanno 3517 32,53 2 Brittoli 302 15,99 3 Cugnoli 1542 15,96 4 Corvara 264 13,73 5 Civitaquana 1280 21,88 6 667 24,08 7 Nocciano 1826 13,76 8 Rosciano 3889 27,79 9 Pietranico 500 14,77 10 Vicoli 389 9,33 Tot. 14,436 Tot. 189,92 I

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Comuni del COI SIGETER II° Alanno, Brittoli, Carpineto della Nora, Civitaquana, Corvara, Cugnoli, Pietranico, Nocciano, Rosciano, Vicoli Provincia Pescara Regione Abruzzo Autorità di Bacino Autorità dei Bacini di rilievo regionale dell’Abruzzo e del Bacino Interregionale del Fiume Sangro Altimetria L’escursione nel territorio COI va dai 68 m s.l.m. di Rosciano ai 1.801 m s.l.m. delle Montagne sotto cui sorge il Comune di Carpineto della Nora

Comuni in terreno prevalentemente pianeggiante da 0 a 300 m Rosciano; Comuni in terreno prevalentemente collinari da 300 a 700m Alanno; Cugnoli; Corvara; Civitaquana; Carpineto della Nora; Nocciano; Pietranico; Vicoli Comuni in terreno prevalentemente montano da > 700 m Brittoli; Idrografia Minore Nome corso d’acqua Nome del bacino Comuni percorsi e caratteristiche Torrente Cigno Aterno-Pescara Affluente di sinistra del fiume Pescara presso Rosciano, km 28 da Pescara, bivio sulla SS. 81. Affluente di sinistra: torrente Bonanno Torrente Nora Aterno-Pescara Torrente schiavone da , attraversa Vicoli e in Civitaquana confluisce da destra nel Torrente Nora; IL Nora confluisce nel Pescara nel Comune di Rosciano Rete idrometri non rilevata Dighe\Invasi Alanno Ente gestore ENEL

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IDROGRAFIA PROVINCIA DI PESCARA

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1.4) Sedi COC e COI

Comune C.O.C. Localizzazione Alanno sede municipio Piazza Trieste, n° 2 Brittoli sede municipio Via Garibaldi, n° 5 Cugnoli sede municipio Via Roma, n° 5 Corvara sede municipio C.da Vicenne, n° 25 Civitaquana sede municipio Piazza Umberto I°, n°26 Carpineto della Nora sede municipio Via Regina Margherita, n° 6 Nocciano sede municipio Via San Rocco, n° 24 Rosciano sede municipio Piazza Enrico Berlinguer, n° 8 Pietranico sede municipio Via Adua, n° 1 Vicoli sede municipio Via A. Ciarrocca, n° 1

C.O.I. Sede Rosciano Sede S.O.I. in Piazza Enrico Berlinguer, n° 8 (sede Temporanea)

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In questa tabella si vuole evidenziare la presenza degli Edifici strategici (E.S.) di ogni singolo Comune e le linee di connessione con la viabilità principale, in ambito di area vasta. Le distanze sono state calcolate con il GIS e\o tramite google Heart e google maps, possono quindi presentare errori di lettura. Individuazione edifici strategici per Comune E Viabilità Strategica per gli E.S. comunali Comune Edifici strategici comunali Vie di Comunicazione MUNICIPIO - SEDE C.O.C. Piazza Trieste, n° 2; P. Trieste – Corso Alighieri (Via D. Alighieri)– Via Garibaldi – SP64 – fino a Piazza Umberto I°, (Tot m 454), da cui dipartono due strade di accesso: 1) P.Umberto I° - Via G. Marzoli – Via M. Pomilio, St. consortile – SP64 (Via P. Fara - Via P. Borsellino – Via G. Matteotti – Via San Cassino) – Via Maiella – Rotatoria direzione casello Alanno\ (largh > 4 m; lungh: 7,30 km) 2) P.Umberto I° - Via XX settembre – Via G.D’annunzio – Via G. Sasso - SP64 (Via P. Fara - Via P. Borsellino – Via G. Matteotti – Via San Cassino – Via Maiella – Rotatoria direzione casello Alanno\Scafa (largh > 3 m; lungh: 6,55 km) Su Via G.Garibaldi, tra inc Via E.Ruggieri superato Via G.Marconi e l’arco fino a SP64, strada < 3 m. Alanno Magazzino\ Rimessa mezzi Via Circonterranea Località S. Antonio – Via Ponte Fara – Via P. Borsellino – Via G. comunali Matteotti - Via San Cassino – Via Maiella – Rotatoria direzione casello Alanno\Scafa (largh > 3 m; lungh: 4,9 km) Carabinieri Via D'Annunzio, 45 Vigili de fuoco Via E. Fermi ,14 364A Confraternita Misericordia Via S.M. del Carmine Altro luogo: Sala Polifunzionale 1) Piazza Ghandi Alanno scalo – Via delle Nazioni Unite – Via S. Cassiano – Via Maiella – Rotatoria direzione casello Alanno\Scafa largh > 3 m; lungh: 2,4 km); 2) Piazza Ghandi Alanno scalo – Via della stazione – Via G. Matteotti – SS5 - direzione casello Alanno\Scafa (largh > 3 m; lungh: 9,6 km); Altro luogo: Palestra Via G. Matteotti Alanno scalo - Matteotti - Via San Cassino – Via Maiella – Rotatoria direzione casello Alanno\Scafa (largh > 3 m; lungh: 3.5 km); Brittoli MUNICIPIO - SEDE C.O.C. Via Garibaldi, n° 5; Via Garibaldi – SS602 tot 75 m; largh > 3 m Magazzino\ Rimessa mezzi Non indicato dal Comune comunali MUNICIPIO - SEDE C.O.C. Via Regina Margherita, n° 6; Via. R. Margherita – SP50 – SS602, (largh > 3 m; lungh: 2,38 km) Magazzino\ Rimessa mezzi Non indicato dal Comune Carpineto della Nora comunali Corpo Forestale dello Stato Non indicato dal Comune MUNICIPIO - SEDE C.O.C. Piazza Umberto I°, n°26; Piazza Umberto I° - Corso V. Emanuele – Via Roma – SS602, (largh > 3 m; lungh: 900 m); 15

Civitaquana Magazzino\ Rimessa mezzi Contrada Colle Quinto strada e civico non segnalata dal Comune; comunali Carabinieri non segnalata dal Comune; MUNICIPIO - SEDE C.O.C. C.da Vicenne, n° 25; C.da Vicenne – SP25 (largh > 3 m; lungh: 3,57 km); Corvara Ex municipio Via Trappeto MUNICIPIO - SEDE C.O.C. Via Roma, n° 5; Via Roma – Via G. Marconi - Via S. Anatolio – SP2 (Nocciano), (largh > 3 m; lungh: 2.4 km); Cugnoli Magazzino\ Rimessa mezzi Via Italia - Via S. Anatolio - Rotatoria incrocio SP2-Via S.Antonio (largh > 3 m; lungh: comunali 1.9 km); MUNICIPIO - SEDE C.O.C. Via San Rocco, n° 24; Via S. Rocco – Via Roma – SP2 – SS602, (largh > 3 m; lungh: 3,5 km); Magazzino\ Rimessa mezzi Non indicato dal Comune Nocciano comunali Altro luogo: Palazzetto dello sport C/da Casali limitrofa a SP2 Altro luogo: SME SEL Via Aldo Moro limitrofa a SP2 MUNICIPIO - SEDE C.O.C. Via Adua, n° 1; Largo Castello – Via V. Emanuele – Piazza Libertà – Via Roma – Via Umberto – Via s.p. per Cugnoli – SP25 (largh > 3 m; lungh: 527 m); Magazzino\ Rimessa mezzi Via Oratorio – Via Madonna delle Croce - Via Madonna delle grazie – Via XX settembre Pietranico comunali (Alanno), (largh > 3 m; lungh: 5.2 km); Via Oratorio – Via della Fonte – Via Umberto I – Via s.p. per Cugnoli – SP25 (largh > 3 m; lungh: 3.4 km); MUNICIPIO - SEDE C.O.C. Piazza Enrico Berlinguer, n° 8; Piazza E. Berlinguer – Largo Calvario – Piazza Matteotti – Via V. Emanuele III – SP19 – SP19 (C.da Piano della Fara)- Strada di Bonifica Ponte di Rosciano Villanova, (largh > 3 m; lungh: 4,09 km); Piazza E. Berlinguer – Largo Calvario – SP19 – C.da Tratturo incrocio C.da Sant’Andrea, (largh > 3 m; lungh: 1,9 km); Magazzino\ Rimessa mezzi Magazzino Comunale Villa S.Giovanni Via Chieti-Via Tratturello; comunali MUNICIPIO - SEDE C.O.C. Via A. Ciarrocca, n° 1; Via A. Ciarrocca – SP1 – SS602, (largh > 3 m; lungh: 3,83 km); Vicoli Magazzino\ Rimessa mezzi comunali Non indicato dal Comune

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Via di interconnessione primarie esterne

Le vie di interconnessione primarie con l’autostrada A25-Pescara sono: • SS602 • Strada di Bonifica Ponte di Villanova. • SS81 che da si dirama creando 2 vie di interconnessione: - La prima da Catignano arriva a Penne e successivamente fino alla Provincia di Teramo, - La Seconda da Catignano arriva all’incrocio con la SP4 in C.da Passo Cordone e si immette nella SP4. La SP4 attraversa: - Via Vestina – - fino alla SS16 (limitrofo al casello di Città Sant’Angelo).

Vie di interconnessione primarie interne

- SP25 che parte da Corvara incrocia la SP57, (strada provinciale secondaria di collegamento per Pietranico), arriva al Comune di Cugnoli attraversandolo fino all’incrocio con la SP2 (strada provinciale che collega Alanno a Nocciano attraversandolo fino alla SS602; - SP57 collega Pietranico alla SP25. - SP2 collega Cugnoli a Nocciano fino alla SS602

Vie di Connessione con le primarie interne ed esterne

- SP57 collega Pietranico alla SP25; - SP50 collega Carpineto della Nora alla SS602; - SP1 collega Vicoli alla SS602; - SP19 collega Rosciano alla SP85 e SP Coccetta-Rosciano; collega Rosciano alla Strada di Bonifica Ponte di Villanova passando per C.da Piano della Fara; - SP Alanno-Catignano collega Alanno alla SP2; - SP64 collega Alanno alla SP Alanno-Scafa, passando per Alanno scalo. La SP A-S arriva al casello A25 Scafa-Alanno.

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Caratteristiche delle Vie di interconnessione primarie esterne

• La SS602 da Villanova a Brittoli C.da Cona. La SS602 rappresenta quindi una via di collegamento che dalla Uscita della A25 Villanova passa per -Catignano-Civitaquana-Brittoli ed arriva fino alla Provincia Di Aquila (Comune di Villa S.L.d.Abruzzi). La SS602 attraversa 3 Comuni e ne collega altri 3 tramite brevi tratti di strade provinciali SS602 Strada statale forca di penne da Cepagatti in particolare da Via A Forlani – Via Unesco – Via Val Di Nora – il percorso principale è: SS602 – Zona Industr. Nocciano – SS602 – Inc SS81 – Inc SP1 – Comune di Civitaquana – Inc SP50 (C.da Case Cesarie Carpineto della Nora) – Inc strada C.da Tappetta – Comune di Brittoli – Inc. C.da Cona Comune di Brittoli – Confine Prov Aquila (direzione Villa Santa Lucia degli Abruzzi). La SS602 attraversa i seguenti Centri Urbani: - Civitaquana, - Brittoli. La SS602 fornisce rapidi collegamenti ai Comuni di Carpineto della Nora e Vicoli tramite Vie di Interconnessione secondarie, quali: Carpineto della Nora con: - SP50 dal Centro Storico alla SS602 presenza di un ponte circa 570 m da Via R. Margherita (ubicazione del COC), attraversa la C.da Case Cesarie, distanza Centro Storico a SS602 di 2,38 Km circa Nocciano con: - SP2 strada molto lineare, con pochi alberi e case interferenti, distanza Centro Storico a SS602 di 3,84 Km circa - SP85 e SP Coccetta-Rosciano direzione SS602, strada con due curve all’inizio del centro Storico, presente una diramazione ad incrocio con SP Coccetta-Rosciano direz Villa Oliveti, passaggio in una C.da di Rosciano (Villa San Giovanni), distanza Centro Storico a SS602 di 7,28 Km circa - SP85 e SP Coccetta-Rosciano direzione Villareia, strada con due curve all’inizio del centro Storico, presente una diramazione ad incrocio con SP Coccetta-Rosciano direz Villa Oliveti, passaggio in due C.de di Rosciano (prima Villa San Giovanni e poi Villa Oliveti), distanza Centro Storico a SS602 di 11,53 Km circa La SP2 è la Strada di interconnessione Secondaria con minor distanza e interferenze. Vicoli con: - SP1 dal Centro Storico alla SS602 presenza di 4 curve e di un ponte a 1,65 km circa, distanza Centro Storico a SS602 di 3,82 Km circa

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Punti Critici Principali della SS602: Tre ponti, tutti localizzati nel tratto della tra Cepagatti e Catignano. Da Catignano direzione Cepagatti si incontra il primo ponte a circa 1,10 km prima di arrivare a C.da Cerasa di Nocciano. Il Secondo ponte da Catignano direzione Cepagatti si trova tra C.da Cerasa di Nocciano e Località Villa Badessa di Rosciano a circa 700 metri superata C.da Cerasa. Il terzo ponte si trova superando Località Villa Badessa di Rosciano, nel territorio del Comune di Cepagatti tra l’incrocio SS602-Strada Vicinale Diamante e l’incrocio SS602- Via Piano Molino.

• La Strada di Bonifica Ponte di Villanova. Dall’incrocio Cepagatti, incrocio strade Via Ada Negri-Via Matilde Serao-Via Elisa Morante dal proseguito di Via S. Aleramo, parte la Strada di Bonifica Ponte di Villanova la quale attraversa la zona industriale di Rosciano e successivamente la zona industriale Madonna del Carmine di Alanno scalo fino ad arrivare alla SP64.

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1.5) Principali rischi sul Territorio COI (Hazard)

Sintesi descrittiva del territorio dal punto di vista dei principali Hazard Il territorio della Provincia di Pescara di interesse del COI, è soggetto, ad hazard sia di tipo naturale che di tipo antropico, con altissima capacita di danno. Il territorio è interessato da grande attività sismica per effetto di famiglie di faglie sismo genetiche attive e di grande sviluppo, sia Hazard Sismico superficiali che profonde. La confluenza nella gola dei Tre Monti delle propagini subsidenti del massiccio del Gran Sasso, caratterizzato da simili fatturazioni della crosta, amplia le probabilità di occorrenza di eventi rilevanti. Il territorio è caratterizzato da una valle fluviale che in percorso mediano vede il fiume Pescara, nella zona di interesse del progetto scorrono i suoi affluenti tra cui il Torrente Cigno ed il Torrente Nora. IL primo è un affluente di sinistra del fiume Pescara presso Rosciano, km 28 da Pescara, bivio sulla SS. 81. Con un affluente di sinistra che è il torrente Bonanno. Il Torrente schiavone da Civitella Casanova, attraversa Vicoli e in Civitaquana confluisce da destra nel Torrente Nora; IL Nora confluisce nel Pescara nel Comune di Rosciano Hazard Idrologico La rete idrografica si arricchisce di rii e torrenti stagionali e a tutta una serie di sottobacini imbriferi montani ad alta frequenza di precipitazioni. A causa della particolare geologia si rinvengono diffuse sorgenti di acqua dolce. La Presenza di un territorio montano espone i comuni di interesse a rischi puntuali di isolamento in caso di forti precipitazioni specie nel periodo invernale. La Presenza di un territorio montano espone i comuni di interesse a rischi puntuali derivanti oltre cha dalle caratteristiche idrauliche e geologiche di sito anche dal depauperamento antropico e di attività tradizionali di gestione dei versanti: questo comporta - Hazard Idrogeologico specialmente in occorrenza di eventi sempre più severi derivanti da un assetto meteorologico mutazionale- l’alta probabilità sia di eventi puntuali di tipo tradizionale (crollo di roccia, frana e smottamento) sia di eventi di nuova generazione (Debris Flow, Flash Flood,…) Hazard Incendio Gran parte della superficie territoriale è coperta da fitta vegetazione caratterizzata da prevalenti resinose da rimboschimento nella boschivo prima parte valliva, querceti nelle fasce pedemontane e faggeti di quota, La presenza della strettoia della Gola dei Tre monti genera la compresenza di infrastrutture di grande comunicazione sovrapposte (linea ferroviaria Pescara-Roma / Autostrada Pescara Roma, strada statale 5 “Tiburtina”) e di infrastrutture di servizio (cavidotti, Hazard Tecnologico acquedotti, elettrodotti…) in cui alla propria capacità intrinseca di incidente l’effetto domino genera un potente moltiplicatore di danno (economico e sociale). Nel Territorio Comunale di Alanno è inoltre presente uno stabilimento chimico di processo a rischio rilevante la cui sensibilità intrinseca diventa alta vulnerabilità per Not Risk. Tutto il territorio è interessata da opifici di piccola e media dimensione. Nel territorio è inoltre presente un industria ad incidente Hazard Industriale rilevante.

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1.6) Reti di comunicazione viaria e ferroviaria

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1.7) Cancelli

La legge 225/92 suddivide gli eventi calamitosi in tre categorie a) comunale, b) provinciale –regionale, c) nazionale. Nella costruzione dei cancelli si è tenuto conto sia dello sviluppo del C.O.I e del relativo piano intercomunale, sia delle esigenze di controllare il traffico veicolare dei singoli comuni. Per tanto sono stati sviluppati due tipi di cancelli:

- cancelli di categoria a) - cancelli di categoria b) e c)

Essi devono regolare il flusso dei soccorsi, indirizzandoli anche quando necessario nelle idone aree di emergenza e coordinamento. In un primo studio dell’analisi della forza ci si è accorti che molti Comuni non sarebbero in gradi di approntare, per la grande estensione territoriale e per il numero di strade secondarie che lo attraversano, la messa in opera, in caso di necessità, di tutti i cancelli di categoria a) necessari ad isolare il proprio centro urbano e le frazione componenti il tessuto urbano del Comune tutto. In tal caso si è provveduto ad immettere nel gis solo i cancelli utili alla chiusura delle strade principali, che comunque garantirebbero un sufficiente controllo del traffico veicolare in ingresso. Evidente è altresì apparso, tramite l’analisi della forza ed approfondendo lo studio per la creazione e posizionamento in GIS, (GIS: software con cui Il COI PORVAPE ha elaborato la cartografia e che ci permette di elaborare grandi quantità di dati geografici), dei cancelli di categoria b), c), il dato di possibile autosufficienza delle amministrazioni nella messa in opera di tali cancelli di categoria superiore, evidenziando come la creazione di una gestione unificata garantisce un più efficiente controllo locale del traffico veicolare in ingresso e quindi una maggiore efficienza nel gestire inoltre il flusso dei soccorsi.

CANCELLI a). CANCELLI b), c) caratteristiche:

Una volta definiti i tratti critici e i cancelli per la viabilità strategici sono emersi una serie di vie secondarie che, pur non essendo sede di flussi di traffico importanti, si sono rivelati potenziali valvole di sfogo importanti per permettere l’accesso al centro abitato senza obbligare a lunghe deviazioni. Lo scenario così composto fornisce una fotografia dei principali punti deboli della viabilità comunale e rappresenta un mezzo per gestire il traffico in emergenza, ma non garantisce di evitare disagi per gli automobilisti, che vengono amplificati dalla possibile concomitanza, per esempio, con eventi meteorologici estremi (caldo intenso o gelo).

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2)Sistema di Allertamento

Comprendiamo come primo passo la differenza tra evento con preavviso ed evento improvviso: • evento con preavviso, causato da fenomeni direttamente connessi con la situazione meteorologica (fenomeni meteorologici, rischio idrogeologico e idraulico), la cui previsione consente l'attivazione delle diverse fasi operative, funzionali ad una crescente criticità. L’intervento di protezione civile si sviluppa per fasi, che servono a scandire temporalmente l’evolversi del livello di allerta e, conseguentemente, il livello delle azioni di risposta • evento improvviso, fenomeno non prevedibile o ad evoluzione estremamente rapida, richiede l'attuazione delle misure per l'emergenza.

Si comprende così la differenza tra: • rischi prevedibili: sono rischi dove grazie all’analisi dei dati si riesce a comprendere dove, quando e che intensità • rischi non prevedibili: in questo genere di rischi invece uno dei tre punti dove, quando e che intensità, viene a mancare creando cosi l’imprevedibilità dell’evento.

Se consideriamo infatti i vari tipi di rischi distinti in maniera classica tra: naturali: sismico, idrico, idrogeologico, ed antropici: sociale, ferroviario, industriale, trasporti, incendi.

Si comprende come i rischi siano articolati e ben presenti sul territorio in cui viviamo. Tra i rischi non prevedibili abbiamo per esempio il sismico, il ferroviario e gli incendi. In quest’ultimo infatti il fattore di innesco più comune è l’azione umana, che rende non prevedibili l’analisi dei tre fattori dove, quando e che intensità in quanto legati all’individuo, con variabili difficilmente comprensibili ed analizzabili, e al contempo a fattori ambientali. Per il rischio sismico abbiamo l’impossibilità di definire il dove, che intensità e soprattutto il quando. Un rischio poco prevedibile è la frana da crollo e le frane in generale, soprattutto per la scarsità di risorse economiche impiegate per analizzarlo, il che rende in fase di pianificazione, senza accurate ricerche appunto, difficile calibrare le operazioni di coordinamento e soccorso operativo da predisporre con efficacia in “quando e con che intensità” in maniera reale. Come nel caso precedente e per: • precipitazioni intense di natura temporalesca; • fenomeni di inquinamento dell'ambiente per: incidente chimico-industriale; incidente nei trasporti; • evento sismico; • interruzione rifornimento idrico; • emergenze legate alla vita sociale dell'uomo; • incidente ferroviario, stradale, fluviale, aereo, esplosioni, crolli di strutture; 23

• black-out elettrico; • emergenze sanitarie; Indicheremo provvedimenti da adottare, che se pur avendo probabilità di accadimento minori e\o con carattere improvviso nel territorio in esame, richiedono comunque tempestive risposte operative.

La previsione, con l’individuazione di soglie pluviometriche per aree omogenee, il monitoraggio e la sorveglianza meteo, sono e devono essere effettuate a cura del Centro Funzionale Regionale. Esiste un Centro Funzionale (C.F.) a livello nazionale ed un C.F. per ogni Regione D’Italia. IL C.F. della Regione Abruzzo istituito con D.G.R. n. 816 del 26.9.2003 è un organismo del servizio di Protezione Civile regionale con funzioni tecniche scientifiche. I C.F., attraverso le proprie reti di monitoraggio composte da radar e dal satellite Meteosat, raccoglie ed elabora i dati metereologici. In fase di pianificazione ha suddiviso il territorio in Zone di allerta. Il sistema di Allertamento del rischio idraulico e del rischio idrogeologico è riportanto nella seguente tabella.

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IL Centro Funzionale elabora inoltre delle soglie, dei livelli, oltre il quale l’evento ha un progressione e\o regressione dell’intensità, quindi un dato scenario. Al raggiungimento e/o superamento delle soglie, soglie pluviometriche, ossia della quantità di pioggia precipitata, sono state individuati diversi livelli di allertamento che corrispondono a diversi tipi di fasi di gestione dell’evento. Per le zone di allerta (all’interno delle quali rientra il territorio provinciale e quindi il territorio del COI SIGETER II°), il cui avviso è diramato dal centro Funzionale, anche alla prefettura la quale allerta le sue strutture, i diversi livelli di allerta del sistema di Protezione Civile sono i seguenti:

La strategia operativa del piano di emergenza comunale e quello intercomunale, dunque, si articolerà nelle seguenti fasi:

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La preallerta si ha in caso di emissione Bollettino di criticità con previsione di criticità ordinaria conseguente alla possibilità di fasi temporalesche intense, in considerazione del possibile passaggio all’allertamento al manifestarsi dell’evento; Allerta: a. attenzione, in caso di emissione di Avviso di criticità moderata, al verificarsi di un evento con criticità ordinaria e/o (nel caso di bacini a carattere torrentizio) all’aggravarsi della situazione nei punti critici monitorati a vista da presidi territoriali e/o al superamento di soglie riferite a sistemi di allertamento locale, ove presenti; b. preallarme, in caso di Avviso di criticità elevata, al verificarsi di un evento con criticità moderata e/o all’aggravarsi della situazione nei punti critici monitorati a vista da presidi territoriali e/o al superamento di soglie riferite a sistemi di allertamento locale, ove presenti; c. allarme, al verificarsi di un evento con criticità elevata e/o all’aggravarsi della situazione nei punti critici monitorati a vista da presidi territoriali e/o al superamento di soglie riferite a sistemi di allertamento locale, ove presenti. La varie azioni di gestione delle fasi si rimandano nel capitolo “Centro Operativo Comunale, POS nelle fasi di allerta”.

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3) Sistema di comunicazione per il superamento delle emergenze

3.1 Fase di normalità 1. Ogni Comune in tempo ordinario DEVE definire il proprio livello di soglie oltre il quale la probabilità di accadimento di un evento raggiunge la quasi certezza, o che comunque per soglie millimetriche simili verificatesi in passato, si siano verificati eventi indesiderati (di Protezione civile) nel territorio comunale; 2. Ogni Comune afferente alla struttura Intercomunale deve compilare e aggiornare i database UOMINI-MATERIALI E MEZZI; 3. Ogni Comune individua uno o più volontari, non solo tra associazioni e gruppi comunali di protezione civile, che in fase di attivazione delle fasi di allerta diano supporto alla struttura nella fase di comunicazione con l’esterno, (compilazione moduli attivazione P.O.-P.T.-COC , elenchi interventi, elenchi uomini, mezzi e materiali impiegati, e altro necessario); 4. Ogni Comune deve nominare i referenti di funzione e il personale utile allo svolgimento di cui al punto 2, con decreto di nomina e firma per accettazione; 5. Ogni Comune deve Aggiornare il proprio Piano di Protezione civile, ogni quale volta venga effettuata un azione di mitigazione del rischio nel proprio territorio; 6. Ogni Comune deve spedire l’aggiornamento del proprio Piano di Protezione civile al COI, Prefettura, Provincia e Regione; questo passaggio viene effettuato con un’unica azione dal COI qualora richiesta dall’Assemblea dei Sindaci, la quale individua il personale che deve effettuare tale azione entro e non oltre 10 giorni dalla consegna degli aggiornamenti dei piani comunali; 7. Ogni Comune deve Aggiornare il proprio Piano di Protezione civile almeno una volta all’anno e\o qualora vi siano cambiamenti nell’assetto amministrativo e urbanistico del Comune. 8. Ogni Comune deve trasmettere le eventuali variazioni riscontrate in fase di aggiornamento in tema di Materiali, Mezzi, Volontariato, referenti di funzione, reperibilità del personale operative ed amministrativo, comunicandolo per mezzo PEC al Comune Capofila, entro e non oltre 7 giorni dall’avvenuto aggiornamento. Lo stesso deve essere legittimato con atto amministrativo del Comune ed inviato al COI; 9. Ogni Comune può effettuare richiesta di supporto in periodo ordinario al COI SIGETER II° (consulente esterno e\o ufficio unico di protezione civile) tramite un fax all’indirizzo del Comune Capofila, intestando la richiesta al Presidente ed al responsabile dell’ufficio unico di protezione civile e mandandone uno contestualmente al Comune di appartenenza del Coordinatore all’attenzione del Coordinatore stesso; 10. Ogni Comune deve effettuare una sessione all’anno di formazione teorica specifica sul piano comunale ed intercomunale per referenti di funzione, può chiedere il supporto del COI tramite un fax all’indirizzo del Comune Capofila, intestando la richiesta al Presidente e mandandone uno contestualmente al Comune di appartenenza del Coordinatore all’attenzione del Coordinatore stesso; 11. Ogni Comune deve effettuare una sessione di esercitazione di Co.Co. simulata all’anno in coordinamento con la struttura intercomunale; 12. Ogni Comune DEVE, tramite PEC al Comune Capofila, avvisare qualora nel proprio territorio Vi siano progetti in esecuzione inerenti alla mitigazione dei rischi (dragaggio fiume, pulizia spondale, potenziamento argini, pulizia boschi, reti paramassi);

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13. Ogni Comune può usufruire della consulenza del COI mandando una mail all’ufficio unico di protezione civile. Nella mail va specificata la tipologia di richiesta di supporto: • Aggiornamento dei Piani d’Emergenza Comunale; • Aggiornamento della cartografia GIS; • Aggiornamento delle tabelle dei scenari di danno; • Rapporto con gli enti sovra comunali; • Creazione e supporto per sessioni di formazione referenti di funzione, Giunta e responsabili uffici comunali; • Creazione e supporto per sessioni di formazione per Volontariato di Protezione civile; • Supporto per l’elaborazione di progetti di mitigazione dei rischi comunali; • Supporto, con invio di una squadra di tecnici, per sopralluoghi utili alla revisione d’aree a rischio; • Supporto per modifica e revisione delle POS dei Piani di emergenza; • Creazione e sviluppo d’esercitazioni di Protezione civile full scala; • Creazione e sviluppo d’esercitazioni di Protezione civile simulata COC; • Creazione e sviluppo d’esercitazioni di Protezione civile simulata COC-COI; • Creazione e sviluppo di giornate informative alla popolazione.

Ogni Comune deve prevedere uno o più numeri per la raccolta delle chiamate d’emergenza dai cittadini. Le chiamate devono passare per essere evase dal numero di emergenza. Il numero deve essere comunicato al COI tramite mail all’indirizzo [email protected]

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3.2 POS comunicazione Fasi di Pre-allerta, Attenzione e Pre-Allarme: il C.O.I. può attivare il Presidio Operativo Intercomunale (P.O.I.), ossia l’ufficio unico di protezione civile in fase emergenziale, ed i Presidi Territoriali Intercomunali (P.T.I.). Quest’ultimi devono garantire un costante monitoraggio del territorio e comunicare al P.O.I. l’evoluzione dell’evento. Il P.O.I., ossia l’ufficio unico di protezione civile in fase emergenziale, deve registrare l’evoluzione degli eventi nel territorio, fornendo un maggior controllo nelle zone indicate nelle tabelle dei scenari di danno presenti anche nei piano d’emergenza comunale e comunque dove richiesto dal Coordinatore e\o la funzione relativa 1) Il Presidio Operativo Intercomunale (P.O.I.), ossia l’ufficio unico di protezione civile in fase emergenziale, svolge le seguenti funzioni: - interfaccia con il presidio territoriale Intercomunali (per capire l’andamento dell’evento) - costituisce in fase di Pre-ALLARME\ALLARME o quando richiesto dal Presidente del C.O.I. o dal Responsabile dell’Ufficio unico, la Sala operativa Intercomunale S.O.I. con la convocazione dei referenti di funzione di livello intercomunale; - censisce le richieste di supporto dei CC.OO.CC. e\o dei Presidi Operativi; - esegue il coordinamento con enti esterni e presidio territoriale intercomunale; - Comunica con la Prefettura (Centro Coordinamento Soccorsi C.C.S.); - Comunica con la Sala Operativa Unificata Permanente (SOUP); - Esegue tramite contatto via filo, fax e mail le comunicazioni delle attività.

2) Presidi Territoriali Intercomunali (P.T.I.). svolge le seguenti funzioni: - Monitora il territorio prima, durante e dopo l’evento e comunica costantemente lo sviluppo dell’evento stesso al Presidio Operativo Intercomunale o alla Sala operativa Intercomunale S.O.I. direttamente al responsabile dell’ufficio unico qualora non attiva la funzione F3 di livello intercomunale; - Esegue interventi di soccorso qualora competente ed autorizzati dal Presidio Operativo Intercomunale o dalla Sala operativa Intercomunale S.O.I.; - Comunica costantemente con il Presidio Operativo Intercomunale o con la S.O. I. l’evoluzione dell’evento in atto; - Esegue controlli ed operazioni specifiche in comunicazione ed in accordo con il Presidio Operativo Intercomunale o con la Sala Operativa Intercomunale S.O.I.;

Nel FAX O PEC di attivazione devono essere inseriti solo ed esclusivamente: Per il Presidio Operativo Intercomunale (P.O.I.), ossia l’ufficio unico di protezione civile in fase emergenziale, le persone presenti nella sede municipale del Comune Capofila che sono già indicati come referenti di funzione nel piano di emergenza intercomunale approvato con delibera di Consiglio Comunale del Comune Capofila. I referenti devono essere stati nominati dall’Assemblea dei Sindaci e poi nominati con decreto sindacale di nomina del Sindaco del Comune Capofila e aver firmato un atto di presa consapevolezza dei loro obblighi. Per il Presidi Territoriali Intercomunali (P.T.I.). Il personale in servizio, dei Comuni afferenti al C.O.I., facente parte della Polizia Locale, Operai comunali, Volontariato, comunque non potranno costituire il P.T.I i referente di funzione. La stessa Operazione deve essere effettuata qualora l’attivazione dei sopra citati Presidi avvenga via filo

Il Presidio Operativo Intercomunale può eseguire qualsiasi azioni di coordinamento di personale – materiale e mezzi di tutti i Comuni afferenti al C.O.I.. Il Presidente del C.O.I., o per sua assenza e\o per sua delega il Responsabile dell’ufficio unico di protezione civile, può attivare la Sala Operativa Intercomunale anche nelle fasi di Pre-allerta, Attenzione e Pre-Allarme.

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3.3 Procedure Operative Standard comunicazione Fasi di Allarme:

Nel sistema di comunicazione lungo la catena di comando e controllo i C.O.C. DEVONO comunicare l’attivazione o il rientro delle fasi, tramite FAX e\o PEC e\o altro mezzo agli enti sovra comunali, Quando il Presidente del C.O.I., o per sua assenza e\o per sua delega il responsabile dell’ufficio unico di protezione civile, reputa di dover attivare, e quindi comunicare alla Catena di comando e controllo COM-CCS-SOUP, una fase di gestione superiore alla PRE-ALLARME attiva e comunica l’attivazione della fase di ALLARME.

La FASE di ALLARME si può istituire: 1) All’innalzamento della soglia del Pre-allarme con evento non verificato nei territori comunali afferenti al C.O.I.; 2) Ad evento verificatosi anche solo su uno dei territori comunali afferenti al C.O.I.

Un Sindaco può chiedere l’attivazione della S.O.I. con comunicazione di “Non autosufficienza” qualora verifica che la capacità di gestione dell’evento in atto della propria struttura comunale è ormai compromessa o la stessa non è sufficientemente preparata per gestire un evento che sta per verificarsi o l’evento previsto è superiore alla capacità della propria struttura comunale di protezione civile. A tale comunicazione il Presidente del C.O.I. o per sua assenza e\o per sua delega il responsabile dell’ufficio unico di protezione civile, attiva immediatamente la Sala Operativa Intercomunale con la convocazione dei referenti di funzione di livello intercomunale necessari;

L’amministrazione comunale, qualora ravvisa sul proprio territorio comunale il superamento della soglia che determina il passaggio da pre-allarme ad allarme o per accadimento di un evento anche improvviso, deve attivare Il Centro Operativo Comunale, C.O.C., sia che riesca a gestire in autosufficienza l’evento sia che necessiti di supporto. Il personale operante nel Presidio Operativo diventerà automaticamente operante nel C.O.C. con la propria funzione. Si rammenta che il personale che opera nel Presidio Operativo DEVE essere referente di funzione del COC (la nomina come da procedura deve avvenire con decreto sindacale). Il C.O.C. può essere aperto a seconda delle necessità con l’attivazione di tutte o di una sola funzione con la presenza obbligatoria in entrambi i casi del responsabile del COC o suo sostituto. Il C.O.C. può decretare la non sufficienza della propria organizzazione richiedendo l’apertura al COI della Sala Operativa Intercomunale. Il C.O.I. esegue la comunicazione di tale attivazione a Tutti i Comuni afferenti al COI tramite mail o FAX e contemporaneamente via filo o sms dal Presidente o Responsabile ufficio unico di protezione civile o dalla Funzione F8 SOI.

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3.4 Richiesta COC-COI supporto organizzativo, burocratico e di coordinamento dell’emergenza I Centri Operativi Comunali devono richiedere supporto organizzativo, burocratico e di coordinamento dell’emergenza alla Sala Operativa Intercomunale via filo o tramite l’allegato 6 Attivazione COI\SOI. La richiesta può avvenire via filo per aumentare la velocità delle comunicazioni, ma successivamente e non oltre i 15 minuti da tale azione, il C.O.C. deve mandare, tramite mail o FAX, la richiesta scritta con descrizione sintetica dell’evento, (locazione, danni, presenza sull’evento). Le successive richiesta devono avvenire esclusivamente tra referenti di funzione del metodo Augustus dei centri lungo la catena di comando e controllo.

TUTTI i referenti di funzione S.O.I. devono registrare le comunicazioni da e verso l’esterno che avvengono via filo.

Al verificarsi di una fase di allarme, e quindi all’accadimento di un evento indesiderato, deve essere aperto il C.O.C. senza il quale la S.O.I. non potrà dare supporto operativo.

3.5 Attivazione Sala Situazioni Intercomunale Al peggiorare degli eventi la S.O.I. emette sotto ordine diretto del Presidente del C.O.I., tramite PEC o FAX e contemporaneamente via filo o sms, la convocazione dei Sindaci nella sala situazione della SOI. I Sindaci convocati presso la S.O.I., per aumentare l’efficienza del coordinamento delle strutture comunali, devono convergere nella S.O.I. entro un’ora dalla convocazione. La S.O.I. è composta da: - Presidente del C.O.I.; - Responsabile ufficio unico di protezione civile; - Sindaci dei Comuni interessati dall’evento con superamento della soglia di allarme e di autosufficienza; - Coordinatore del gruppo intercomunale di volontariato di Protezione civile; - Segretario Comunale di turno; - Volontari di Protezione civile di supporto logistico; - Tecnici di turno e\o consulenti esterni; - Referenti di funzione intercomunale;

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3.6) ATTIVAZIONE COI, FASI

3.6.1) Fase di Normalità:

- il Centro Operativo Intercomunale nella fase di normalità attraverso l’ufficio unico di protezione civile: - Tiene aggiornato il Piano d’emergenza intercomunale; - Aggiorna i database essenziali per aumentare l’efficienza del sistema in emergenza; - Elabora progetti di mitigazione del rischio; - I referenti di funzione di livello Intercomunale mantengono vive le informazioni ed i dati delle proprie funzioni; - Crea Tavoli Tecnici con gli enti lungo la catena di Co.Co. ed enti preposti all’erogazione dei servizi essenziali; - Coadiuva le Amministrazioni Comunali nell’erogazione del Servizio di Protezione civile ed in particolare nella redazione e\o aggiornamento dei piani d’emergenza comunale secondo le ultime normative ed i cambiamenti del territorio comunale; - Coadiuva le Amministrazioni Comunali in tema di Protezione civile nella comunicazione con gli Enti sovraccomunali; - Coadiuva le Amministrazioni Comunali per il monitoraggio del territorio; - Esegue sessioni di informazione ed aggiornamento alle amministrazioni comunali; - Organizza e coordina il gruppo intercomunale di volontariato di Protezione civile e coadiuva le amministrazioni comunali nella gestione del gruppo comunale di volontariato; - Organizza ed elabora esercitazioni operative e di comando e controllo, simulate e reali; - Analizza le allerte della Regione Abruzzo e ne diffonde le informazioni ai Sindaci; - Nello specifico ogni referente di funzione deve provvedere nel mantenere le informazioni della propria funzione vitali;

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FUNZIONARI COI PRINCIPALI

Funzione C.O.I Deve tenere aggiornate, tramite le relative F COC tutte le informazioni necessarie in emergenza: Coordinatore SOI Verifica che i referenti di funzione eseguano costantemente gli aggiornamenti, ogni funzione per il proprio campo di coordinamento. Fa eseguire tramite l’assemblea dei Sindaci ai Comuni la formazione ogni qual volta vi siano modifiche sostanziali del piano intercomunale. Elabora e organizza esercitazioni simulate della Catena di Co.Co. almeno una volta all’anno Funzione 1 Tecnico mantiene aggiornati i numeri telefonici, fax e PEC degli enti sovra comunali in riferimento alla propria funzione - viabilità a rischio Scientifica – per l’elaborazione della viabilità alternativa - localizzazione cancelli - verifica censimento persone delle aree a rischio – aggiorna Pianificazione elenco e verifica disponibilità delle società private convenzionate – controlla che i PRG siano coordinati, come previsto dalla normativa vigente, dai piani di Pro.civ. esegue quindi supporto tramite squadre tecniche in tal senso Funzione 2 Sanità, mantiene aggiornati i numeri telefonici, fax e PEC degli enti sovra comunali in riferimento alla propria funzione e delle strutture Assistenza Sociale e sanitarie – aggiorna elenco e verifica disponibilità delle società private convenzionate – tiene aggiornato costantemente l’elenco Veterinaria delle persone non autosufficienti – aggiorna costantemente l’elenco delle attività zootecniche con precisazione del tipo di bestiame ed il numero – si assicura, qualora vi siano variazioni delle aree a rischio dei piani di emergenza comunale, che gli venga comunicata la presenza di persone disabili e comunque il numero di persone coinvolte nell’area - verifica il n° per Comune di macchinari “di sostituzione” per il continuo dell’erogazione temporanea dei servizi essenziali e ne censisce l’insufficienza in riferimento al n° di persone disabili avente necessità e di Comune (in collaborazione con la F5 COI) Funzione 3 Volontariato mantiene aggiornati i numeri telefonici, fax e PEC degli enti sovra comunali in riferimento alla propria funzione - aggiorna elenco e verifica disponibilità del personale dei gruppi comunali, del gruppo intercomunale e delle Associazioni di volontariato di Pro.civ. convenzionate con il COI – confronta il n° minimo di volontari con l’analisi delle forze e se non coincidenti coadiuva le F COC nel riparare il gap – controlla che i gruppi comunali, il gruppo intercomunale abbiano mezzi e materiale idonei per gli interventi soprattutto sotto il profilo della sicurezza personale - Funzione 4 Materiali e mantiene aggiornati i numeri telefonici, fax e PEC degli enti sovra comunali in riferimento alla propria funzione - aggiorna elenco e mezzi verifica disponibilità dei mezzi e materiali dei Comuni afferenti al COI, del gruppo comunale e intercomunale e delle Associazioni di volontariato di Pro.civ. convenzionate con il COI - verifica lo stato di funzionamento tramite le funzioni omologhe COC dei mezzi delle figure sopra citate - aggiorna elenco e verifica disponibilità dei mezzi delle società private convenzionate con il COI Funzione 5 Servizi mantiene aggiornati i numeri telefonici, fax e PEC degli enti gestori dei servizi essenziali - mantiene aggiornati i numeri telefonici, essenziali e attività fax e PEC degli enti sovra comunali in riferimento alla propria funzione – si assicura di avere aggiornati i numeri di telefono dei scolastica capi squadra degli enti gestori dei servizi essenziali – verifica il n° per Comune di macchinari “di sostituzione” per il continuo dell’erogazione temporanea dei servizi essenziali e ne censisce l’insufficienza in riferimento al n° di persone disabili avente necessità e di Comune (in collaborazione con la F2 COI)

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Funzione 6 Censimento mantiene aggiornati i numeri telefonici, fax e PEC degli enti sovra comunali in riferimento alla propria funzione – si assicura tramite danni a persone e cose le F6 COC che ogni Comune provveda nel redigere le schede di segnalazione rischio incombente in fase di normalità e la scheda“checklist interventi” - aggiorna elenco e verifica disponibilità del personale dei gruppi comunali, del gruppo intercomunale e delle Associazioni di volontariato di Pro.civ. convenzionate con il COI di carattere specializzato- aggiorna i scenari di danno comunali - verifica dei rischi comunali (evoluzione del rischio comunale) - verifica censimento persone delle aree a rischio Funzione 7 Strutture mantiene aggiornati i numeri telefonici, fax e PEC degli enti sovra comunali in riferimento alla propria funzione – Con la F omologa operative locali viabilità del CCS verifica e mantiene aggiornato il n° delle F.d.O e la loro localizzazione e mezzi – si assicura tramite la F CCS omologa che le F.d.O. abbiano la check list delle aree prioritaria, ossia a rischio a maggior vulnerabilità - si assicura tramite la F CCS omologa che le F.d.O. abbiano la check list dei cancelli – crea e aggiorna l’elenco delle specializzazioni presenti tra le F.d.O. Funzione 8 mantiene aggiornati i numeri telefonici, fax e PEC degli enti sovra comunali in riferimento alla propria funzione, dei mass media Telecomunicazioni locali e\o convenzionati – tramite le F omologhe COC si assicura che ogni Funzione COC abbia un n° di cellulare attivo e registrato - si assicura che ogni Funzione COI abbia un n° di cellulare attivo e registrato, compresi i coordinatori dei COC e del COI – aggiorna i contatti dei referenti del gruppo comunale e intercomunale e delle Associazioni di volontariato di Pro.civ. convenzionate con il COI – Si assicura che i contatti dei referenti di funzione e dei coordinatori siano costantemente aggiornati ad ogni variazione dei piani comunali Funzione 9 Assistenza mantiene aggiornati i numeri telefonici, fax e PEC degli enti sovra comunali in riferimento alla propria funzione – si assicura che le alla popolazione aree di pro.civ siano attivabili sempre e che siano come previsto dalla norma sicure e ricompre nel prg (quest’ultimo tramite la F1) – si assicura che in ogni Comune sia effettuata la campagna di informazione alla Popolazione e che sul sito sia ben visibile e consultabile il piano di emergenza comunale e le info alla popolazione

I referenti di funzione, in periodo ordinario, aggiornano costantemente i dati della loro funzione. In questa azione i Comuni hanno l’Obbligo di dare risposta al referente della funzione che chieda nelle varie forma, gli aggiornamenti delle informazioni e dei dati. Qualora un referente di funzione COC o COI al terzo richiamo non abbia provveduto nel mantenere vitale la propria funzione il Coordinatore (COC- COI) deve segnalarlo al Sindaco di competenza. Dopo tale azione e superati i 5 richiami il Coordinatore (COC-COI) deve provvedere nel segnalarlo all’Assemblea dei Sindaci tramite il Presidente o il Responsabile dell’ufficio unico del COI

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3.6.2) Fase di Pre-Allerta La fase di pre-allerta può essere dichiarata - dal Presidente o il Responsabile dell’ufficio unico del COI, sentito il Presidente, qualora siano stati inviati dal Centro Funzionale regionale dei bollettini di criticità ordinaria nella Zona C - dal Presidente o il Responsabile dell’ufficio unico del COI, sentito il Presidente, quando uno o più Comuni si mettono in fase di Pre- allerta;

In Questa fase il Presidente o il Responsabile dell’ufficio unico, sentito il Presidente, può attivare l’ufficio unico di protezione civile come P.O.I. in fase di Pre-Allerta, cosi da iniziare ad elaborare un piano di monitoraggio sul territorio (VEDI POS cap. 4 Pianificazione generale Viabilità\Ponti e Sottopassaggi) , organizzare le squadre di volontariato e quelle dell’ F.d.O., per esaminare la vulnerabilità della rete viaria principale il Presidente o il Responsabile dell’ufficio unico comunicano con il Centro Funzionale regionale per avere aggiornamento sulla criticità emanata; Qualora il bollettino evidenzi un miglioramento delle condizioni meteo e il territorio non comunica esigenze particolari, il C.O.I. comunica ai Comuni il rientro nella fase di Normalità mezzo fax. Se invece il bollettino evidenzia un aumento di intensità nei giorni a seguire dell’evento ordinario o vi sia comunicazione che l’avviso fornisce una criticità moderata, il livello della fase può salire da pre-allerta ad ATTENZIONE.

3.6.3) Fase di Attenzione La Fase di attenzione può essere dichiarata - dal Presidente o il Responsabile dell’ufficio unico del COI, sentito il Presidente, qualora siano stati inviati dal Centro Funzionale regionale dei bollettini di criticità moderata nella Zona C; - dal Presidente o il Responsabile dell’ufficio unico del COI, sentito il Presidente, quando uno o più Comuni si mettono in fase di Attenzione o Pre-Allarme e\o facciano richiesta di supporto come da Procedura;

In Questa fase il Presidente o il Responsabile dell’ufficio unico, sentito il Presidente, può attivare l’ufficio unico di protezione civile come P.O.I. in fase di Attenzione o attivare la S.O.I. convocando i referenti di funzione necessari, cosi da aumentare il flusso di comunicazioni lungo la Catena di Co.Co. (F8), per predisporre misure di salvaguardia della popolazione e la sua informazione (F9), per la predisposizione di squadre sanitaria (F2), per la predisposizione dei mezzi e materiali utili al superamento dell’emergenza in atto (F4), per predisporre azioni utili in caso di interruzione dei servizi essenziali, ed iniziare con gli enti gestori un flusso di comunicazioni (F5), cosi da iniziare il flusso di comunicazioni necessarie per predisporre tutte le azioni utili al superamento di un emergenza, predisporre la necessaria quantità di uomini, predisporre con i database i mezzi ed i materiali utili ed effettuare quindi una rianalisi della Forza in real time. Si elaborano turnazioni per il personale di coordinamento e operativo, si coadiuvano i Comuni nella predisposizione di tutte le misure necessarie per la fase di allertamento successiva. il Presidente o il Responsabile dell’ufficio unico o la F1 S.O.I. comunicano con il Centro Funzionale regionale per avere aggiornamento sulla criticità emanata; Qualora il bollettino decreta un miglioramento delle condizioni meteo e il territorio non evidenzia esigenze particolari, il COI può comunicare ai Comuni il rientro nella fase di Pre-Allerta o Normalità mezzo fax; 35

Se invece il bollettino evidenzia un aumento di intensità nei giorni e\o ore a seguire dell’evento e\o l’evento sia in atto con intensità moderata, il livello della fase sale da attenzione a PRE-ALLARME.

3.6.4) Fase di Pre-Allarme: La Fase di Pre-Allarme può essere dichiarata - dal Presidente o il Responsabile dell’ufficio unico del COI, sentito il Presidente, qualora siano stati inviati dal Centro Funzionale regionale dei bollettini di criticità elevata nella Zona C - dal Presidente o il Responsabile dell’ufficio unico del COI, sentito il Presidente, se in fase di attenzione vi sia un bollettino che evidenzi un’ aumento di intensità nei giorni e\o ore a seguire dell’evento e l’evento sia in atto con intensità elevata - dal Presidente o il Responsabile dell’ufficio unico del COI, sentito il Presidente, se vi è in atto un evento con criticità moderata - dal Presidente o il Responsabile dell’ufficio unico del COI, sentito il Presidente, quando uno o più Comuni si mettono in fase di Pre- Allarme o Allarme e faccia richiesta di supporto come da Procedura;

In Questa fase se operante ancora l’ufficio unico di protezione civile, come P.O.I., il Presidente può attivare, anche tramite il responsabile dell’ufficio unico di protezione civile, la Sala Operativa Intercomunale ed i referenti di funzione.

Qualora il bollettino decreta un miglioramento delle condizioni meteo e il territorio non evidenzia esigenze particolari, il C.O.I. comunica ai Comuni il rientro nella fase di Attenzione mezzo fax;

Se invece il bollettino evidenzia un aumento di intensità nei giorni e\o ore a seguire dell’evento e\o l’evento sia in atto con intensità moderata\elevata, il livello della fase sale da Pre-Allarme a ALLARME.

3.6.5) Fase di ALLARME La Fase di ALLARME può essere dichiarata - dal Presidente o il Responsabile dell’ufficio unico del COI, sentito il Presidente, qualora siano stati inviati dal Centro Funzionale regionale dei bollettini di criticità elevata nella Zona C; - dal Presidente o il Responsabile dell’ufficio unico del COI, sentito il Presidente, se in fase di Pre-Allarme vi sia un bollettino che evidenzi un’ aumento di intensità nei giorni e\o ore a seguire dell’evento e l’evento sia in atto con intensità elevata; - dal Presidente o il Responsabile dell’ufficio unico del COI, sentito il Presidente, se vi è in atto un evento con criticità elevata; - dal Presidente o il Responsabile dell’ufficio unico del COI, sentito il Presidente, quando uno o più Comuni si mettono in fase di Pre- Allarme o Allarme e faccia richiesta di supporto come da Procedura;

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IL Presidente o il Responsabile dell’ufficio unico del COI, sentito il Presidente, fa predisporre l’attivazione della S.O.I. e la convocazione dei referenti di funzione. In questa fase la Sala operativa intercomunale potrebbe già essere stata predisposta in fase di pre-allarme ed essere in servizio i referenti di Funzione; qualora la fase non derivi dal passaggio di una fase inferiore ma sia improvvisa, il Presidente il Responsabile dell’ufficio unico del COI, sentito il Presidente, effettuano l’attivazione. Le POS di interfaccia con le Funzioni di livello superiore o inferiore e quelle dei modelli di intervento dei vari rischi sono descritte nel Cap. 4 e nei capitoli riguardanti i rischi. IL Presidente e\o il Responsabile dell’ufficio unico o la F8 del SOI comunicano con il Centro Funzionale regionale per avere aggiornamento sulla criticità emanata; Qualora il bollettino decreta un miglioramento delle condizioni meteo e il territorio non evidenzia esigenze particolari, il COI comunica ai Comuni il rientro nella fase di Pre-Allarme mezzo fax Se invece il bollettino evidenzia un proseguimento nel tempo della situazione di criticità e\o un peggioramento in intensità la SOI rimane attiva fino alla cessazione dell’emergenza in atto. Qualora Sia superato il sistema di Allarme il COI per il tramite del Comune Capofila dichiara la propria non autosufficienza alla Provincia e Prefettura decretando cosi un aumento del livello di emergenza come previsto dalla legge 225 del 92 e dalla legge 100 del 2012.

Il sistema intercomunale di coordinamento dei CC.OO.CC. può essere attivato direttamente dal PRESIDENTE del COI. L’Attivazione può essere disposta a causa di: - Un evento diffuso anche senza richiesta dei Comuni; - Un evento per cui la fase di allertamento preveda: • Una situazione di criticità ordinaria • Una situazione di criticità ordinaria diffusa • Una situazione di criticità moderata, • Una situazione di criticità moderata prolungata • Una situazione di criticità moderata prolungata e diffusa • Una situazione di criticità elevata • Una situazione di criticità elevata prolungata • Una situazione di criticità elevata prolungata e diffusa • Una situazione di criticità elevata anche non prolungata - Una situazione in cui si riavvisa il rischio di isolamento di almeno uno dei Centri Abitati dei Comuni facenti parte del COI

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3.7) COI struttura e metodo di attivazione della sala operativa Quando il Presidente del COI o il Responsabile dell’ufficio unico, sentito il Presidente, decidono di attivare la S.O.I. IL Presidente deve convocare - Tutti i Referenti di Funzione o quelli reputati necessari; - Il Coordinatore del Gruppo Intercomunale di Volontariato di Protezione civile, che può coincidere con il Referente della funzione F3 COI; - I Consulenti, se previsti; - I funzionari dell’ufficio unico; - IL Segretario comunale di Turno; - Assistenti di sala Operativa (uno per referente. Tali figure sono da nominare i periodo ordinario con decreto di nomina del Presidente del COI e\o dall’Assemblea dei Sindaci);

L’Apertura della S.O.I. avviene con le seguenti Procedure: 1) IL Presidente o il Responsabile dell’ufficio unico, sentito il Presidente, qualora i referenti non abbiano ancora preso servizio, convoca i referenti di funzione S.O.I. via filo. 2) IL Presidente o il Responsabile dell’ufficio unico, sentito il Presidente, qualora i referenti non abbiano ancora preso servizio, comunica alle amministrazioni comunali TUTTE, mezzo fax e PEC o se necessario via filo ai Sindaci e\o Vice Sindaci, L’apertura della S.O.I., ALLEGATO 6 Attivazione COI\SOI; 3) il Responsabile dell’ufficio unico provvede all’apertura della S.O.I.; 4) il Responsabile dell’ufficio unico provvede a predisporre la Sala Situazioni.

Qualora il COI venga attivato per un periodo superiore alle 8 ore il il Responsabile dell’ufficio unico del COI provvede, con il supporto di un Assistente di sala Operativa, alla predisposizione di una turnazione delle seguenti figure: - I referenti di funzione con i sostituti referenti di funzione; con turni di 6\12 ore; - il Coordinatore del Gruppo Intercomunale di Volontariato di Protezione civile con il Vice Coordinatore del Gruppo Intercomunale di Volontariato di Protezione civile; con turni di 6\12 ore - I Consulenti con turni di 12 ore - Il Tecnico di turno con i responsabili dell’ufficio intercomunale o con i rappresentanti del gruppo di lavoro di Pianificazione; con turni di 8 ore - IL Segretario di Turno con i segretari comunali di turno; con turni di 8 ore - Assistenti di sala Operativa (uno per referente ogni tre referenti di funzione) con sostituti di sala Operativa; con turni di 8 ore

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3.8) POS comunicazione referenti di funzione Fasi di Allarme COC\COI: Funzione F1: - Ad accadimento di un evento comunicatogli dal P.T.I, determina la chiusura della zona (determinazione zona rossa) ed una viabilità alternativa a quella interessata dall’evento e la comunica alla S.O.I. se attiva in caso contrario al P.O.I.. Se senza corrente tramite filo. - Si accerta, tramite la F7 della presenza sul luogo dell’evento delle strutture preposte al soccorso tecnico urgente, se ne fa comunicare sigla e n° presenti (per il coordinamento); - Se raggiunto l’Allarme si coordina con la F1 della SOI per interfaccia e richieste supporto Funzione F2: - La F1 gli comunica la Presenza di persone potenzialmente interessate dall’evento, la F2 COC si interfaccia con la F2 SOI se attiva in caso contrario al P.O.I., per richieste di supporto in termini di uomini, mezzi e materiali. - Predispone l’assistenza sanitaria e psicologica delle persone potenzialmente interessate dall’evento. La F2 COC si interfaccia con la F2 SOI se attiva o in caso contrario al P.O.I., per richieste di supporto in termini di uomini, mezzi e materiali. - Ad accadimento di un evento, Coordina le squadre per l’assistenza sanitaria e psicologica degli evacuati. La F2 COC si interfaccia con la F2 SOI se attiva o in caso contrario al P.O.I., per richieste di supporto in termini di uomini, mezzi e materiali. - Ricorda la presenza e localizzazione di disabili alle squadre di volontari in Allarme, coordina le squadre di volontari presso le abitazioni delle persone non autosufficienti se coinvolte. la F2 COC si interfaccia con la F2 SOI se attiva o in caso contrario al P.O.I., per richieste di supporto in termini di uomini, mezzi e materiali. - Coordina l’assistenza sanitaria presso le aree di attesa e di accoglienza o PMA. - Provvede alla messa in sicurezza del patrimonio zootecnico. - Si Assicura, coordinandosi con la F1 e F3, che Vi siano squadre di volontariato nelle aree di protezione civile. Funzione F3: - Contatta i Responsabili dei Gruppi Comunali di Protezione Civile o associazioni convenzionate per assicurare l’assistenza alla popolazione presso le aree di accoglienza della popolazione; - coordinandosi con la F2 invia squadre nelle aree di Protezione civile a supporto della cittadinanza, coadiuva e facilita tramite le squadre lo spostamento da e verso le aree; - Allarme la F3 COC si interfaccia con la F3 SOI se attiva o in caso contrario al P.O.I., per richieste di supporto in termini di uomini. Qualora non vi siano le possibilità di sopperire con il numero di volontari la F3 del SOI Contatta la Sala Operativa della Regione Abruzzo SOUP per disporre dell’ausilio dei Gruppi Regionali di Protezione Civile; - Attiva le organizzazioni di volontariato Comunali specializzate in radio comunicazione di emergenza se presenti sul territorio comunale Allarme. Qualora non vi siano effettua richiesta alla F3 della SOI. Qualora non vi siano a livello COI, la F3 della SOI attiva la Catena di Comando e controllo (CCS, SOUP).

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Funzione F4: - Invia i materiali e i mezzi necessari ad assicurare l’assistenza alla popolazione presso i centri di accoglienza; - Mobilita ed indirizza le ditte e/o le società presenti sul territorio comunale preventivamente individuate per assicurare il pronto intervento; - Coordina la sistemazione presso le aree di accoglienza dei materiali forniti dalla SOI, Regione, dalla Prefettura – UTG e dalla Provincia. Funzione F5: - Richiede invio, per la F5 del COI, sul territorio dei tecnici e le maestranze per verificare la funzionalità e la messa in sicurezza ed il ripristino degli elementi delle reti dei servizi comunali; - Si interfaccia con le squadre degli enti erogatori di servizi essenziali e ne relaziona le evoluzioni alla F5 della SOI; - La F5 COC Contatta le aziende erogatrici dei servizi essenziali per garantire la continuità dei servizi fino a ripristino della normalità. Funzione F6: - Esegue, tramite il P.T.I specializzato, un censimento dei danni riferito a: persone, edifici pubblici e privati, impianti industriali, servizi essenziali, attività produttive, opere di interesse culturale, infrastrutture, pubbliche, agricoltura e zootecnica e lo comunica alla F1, anche al sindaco in fase ALLARME; - Richiede alla F6 della SOI personale per il censimento dei danni. Appena inviato lo coordina integrandolo nel P.T. specializzato Funzione F7: - Posiziona uomini e mezzi presso i cancelli individuati in fase ordinaria e ricontrollati in Allarme per gestire il deflusso della popolazione; - Accerta l’avvenuta completa evacuazione delle aree a rischio che potenzialmente saranno interessate da un Allarme; - Evacuazione delle aree colpite tramite il P.T. ed i P.T.I. e le forze in campo; - Predispone le squadre per la vigilanza degli edifici che possono essere evacuati anche per limitare i fenomeni di sciacallaggio; Funzione F8: - Si coordina con La F8 SOI per supporto nelle comunicazioni e per richiesta di supporto aiutanti di sale - Si coordina con La F8 SOI per comunicazioni lungo la Catena di Co.Co; - Gestisce ed attiva i sistemi alternativi di telecomunicazione; Funzione F9: - Coordina le attività di evacuazione della popolazione delle aree a rischio si interfaccia con le funzioni COC necessarie. la F4 COC, su richiesta della F9 COC, si interfaccia con la F4 SOI, per richieste di supporto in termini di mezzi, materiali; la F3 COC su richiesta della F9 COC, si interfaccia con la F3 SOI per richieste di supporto in termini di uomini; - Provvede al censimento della popolazione evacuata evidenziando l’eventuale presenza di stranieri specificandone la nazionalità; la F4 COC, su richiesta della F9 COC, si interfaccia con la F4 SOI, per richieste di supporto in termini di mezzi, materiali; la F3 COC, su richiesta della F9 COC, si interfaccia con la F3 SOI per richieste di supporto in termini di uomini; - Garantisce la prima assistenza nelle aree di attesa interfacciandosi con la F3, F2 e F7 COC. - Richiede l’interfaccia alla F2,F3 e F7 COC alle relative FCOI per richieste di supporto in termini di mezzi, materiali e uomini;

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- Garantisce le informazioni nelle aree di attesa interfacciandosi con la F3 e le altre F necessarie del COC. Richiede l’interfaccia alla F3 e F necessarie COC con le relative FCOI per richieste di supporto in termini di mezzi, materiali e uomini; - Garantisce il trasporto della popolazione verso le aree di accoglienza Allarme 2. Richiede l’interfaccia alla F2,F3 e F7 COC alle relative FCOI per richieste di supporto in termini di mezzi, materiali e uomini; - Garantisce l’assistenza continua alla popolazione nelle aree di attesa e nelle aree di accoglienza; Richiede l’interfaccia alla F3 e F necessarie COC con le relative FCOI per richieste di supporto in termini di mezzi, materiali e uomini; - Provvede al ricongiungimento delle famiglie Allarme 2; Richiede l’interfaccia alla F3 e F necessarie COC con le relative FCOI per richieste di supporto in termini di mezzi, materiali e uomini; - Garantisce la diffusione delle norme di comportamento in relazione alla situazione in atto. Richiede l’interfaccia alla F3 con la relativa F3 COI - 3.9) Comunicazione con la catena di CO.CO. in emergenza di cat. b)

Qualora Sia superato il sistema di Allarme dal punto di vista operativo per insufficienza di forze e\o dal punto di vista economico, il COI, per il tramite del Comune Capofila dichiara la propria non autosufficienza con atto di Delibera di Giunta inviando tale comunicazione alla Provincia, alla Prefettura, alla Regione ed al Dipartimento Nazionale di Protezione civile, come previsto dalla legge 225 del 92 e dalla legge 100 del 2012. Tramite una delibera di Giunta dichiara quindi la propria non autosufficienza.

I Comuni dovranno riprendere l’atto e ripete l’operazione di approvazione e comunicazione agli enti sopra citati, nell’arco delle 3 ore dall’informativa del COI del superamento dell’ALLARME

Qualora avvenga l’attivazione dei COM i Referenti COI effettueranno la Comunicazione di richiesta delle necessità direttamente ai referenti di funzione COM i quali, come previsto dal Metodo Augustus, effettueranno il passaggio di comunicazione ai referenti di funzione del CCS.

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4) Pianificazione generale 4.1) Viabilità\Ponti e Sottopassaggi Scenari e Modelli Tra i punti essenziali di gestione dell’emergenza c’è il settore della viabilità. Il controllo e la sicurezza della rete viaria è fondamentale per permettere i flussi in uscita della popolazione e la circolazione dei soccorsi. Si vuole qui di seguito analizzare il modello di intervento utile alla chiusura di ponti e sottopassaggi ed all’analisi di una viabilità alternativa. Per il Rischio Idrogeologico: E’ fondamentale che i ponti e sotto passaggi siano aggiunti nella lista dei punti critici che il Presidio Territoriale del Comune e\o del COI devono controllare. Il modello di intervento è semplice nella sua attuazione, quanto difficoltoso per le reali dinamiche del traffico e della sicurezza delle strade alternative. Il P.T.I comunica al P.O.I l’evoluzione dell’evento idrogeologico secondo le POS descritte al paragrafo 4.6. AL peggioramento dell’evento il P.O.I, con il Sindaco, dichiarano: - Il passaggio di fase da Pre-Allarme ad ALLARME; - Alla catena di comando e controllo il passaggio di fase da Pre-Allarme ad ALLARME; il P.T.I comunica costantemente lo stato del territorio, dei punti critici, dell’asta fluviale e le “condizioni di piena” della stessa. Il COC, F1, vista la pericolosità, può se lo reputa, suggerire al Sindaco la chiusura del Ponte. IL Sindaco decide • Non chiusura; • Chiusura: determina cosi il passaggio ad ALLARME. In questo caso la F1 allerta la F7\F3, la quale deve provvedere ad inviare una squadra con personale idoneo per la chiusura del ponte. La F1 deve comunicare la posizione dei cancelli. Il ponte sarà chiuso al traffico con due cancelli che diano la possibilità al flusso del traffico di circolare in sicurezza. La Cancellazione può anche fare in modo che il flusso veicolare sia indirizzato direttamente nei nodi autostradali. La F8 deve sempre avvertire UTG (CCS), SERVIZIO SANITARIO, settore viabilità della Provincia, SOUP, COI, Comuni Limitrofi; La F9 deve provvedere ad informare la Popolazione residente notiziandola per la viabilità alternativa fornitagli dalla F1 COC. Se il Ponte è su strada provinciale, il COC effettua immediata comunicazione alla Provincia delle azioni da intraprendere o già intraprese, al fine di migliorare il coordinamento ed il flusso delle informazioni. Se il Ponte è su strada ne Provinciale ne Comunale, il COC esegue le stesse procedure appena descritte verso l’ente proprietario\gestore della strada ove è presente il punto critico. Medesime procedure operative sono valide per la gestione dei sotto passaggi.

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4.2) PONTI SU VIABILITA’ PRIMARIA Tali informazioni verranno riportate sul Piano Mercurio. Per Alanno:

Per Brittoli:

Per Corvara:

Per Carpineto della Nora:

Per Civitaquana:

Per Cugnoli:

Per Nocciano:

Per Pietranico:

Per Rosciano:

Per Vicoli:

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4.3) SETTORI COI Il Centro Operativo Intercomunale denominato COI SIGETER II° attraverso l’analisi: - dei Centri abitati, - del PAI e PSDA, - della presenza di punti critici, - della viabilità - ed altre variabili interne al territorio intercomunale, provvederà, entro i 6 mesi dalla data di attivazione dell’Ufficio intercomunale, nell’eseguire uno studio utile nel dividere in settori operativi il territorio del C.O.I. e nel creare Procedure Operative Standard idonee nella gestione in fase di emergenza, sia della viabilità interne sia del sistema di movimentazione del materiale-mezzi e personale dei Comuni afferenti al sistema intercomunale.

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5) Rischio meteorologico Scenari di rischio e danno idrogeologico Fenomen Scenario d’Evento tipico Effetti e Danni i Eventi − possibilità di innesco di fenomeni di scorrimento − allagamento dei locali interrati; meteo GEO superficiale localizzati con interessamento di coltri − interruzioni puntuali e provvisorie della viabilità idrologici detritiche, cadute di massi ed alberi. in prossimità di piccoli impluvi e a valle dei localizzati − fenomeni di ruscellamento superficiale, rigurgiti fenomeni di scorrimento superficiale; IDR ed anche fognari, piene improvvise nell’idrografia secondaria − occasionali danni a persone e casuali perdite di O intensi ed urbana. vite umane. Eventi − frequenti fenomeni di instabilità dei versanti di tipo − interruzioni puntuali e provvisorie della viabilità meteo superficiale di limitate dimensioni in prossimità di piccoli impluvi e a valle dei GEO idrologici − localizzati fenomeni tipo colate detritiche con fenomeni di scorrimento superficiale; intensi e possibile riattivazione di conoidi − danni a singoli edifici o piccoli centri abitati

45 persistenti − allagamenti ad opera dei canali e dei rii e fenomeni interessati da fenomeni di instabilità dei di rigurgito del sistema di smaltimento delle acque versanti; piovane; − allagamenti e danni ai locali. − limitati fenomeni di esondazione connessi al passaggio della piena con coinvolgimento delle aree prossimali al corso d’acqua e moderati fenomeni di IDR erosione; O − fenomeni localizzati di deposito del trasporto con formazione di sbarramenti temporanei; − occlusione parziale delle sezioni di deflusso delle acque; − divagazioni dell’alveo, salto di meandri, occlusioni parziali o totali delle luce dei ponti. − diffusi ed estesi fenomeni di instabilità dei versanti; − possibilità di riattivazione di frane, anche di grande dimensioni, in aree note legate a contesti geologici GEO particolarmente critici; − localizzati fenomeni tipo colate detritiche con − danni alle attività agricole e agli insediamenti Eventi parziale riattivazione dei conoidi. residenziali ed industriali sia prossimali che meteo − divagazioni d’alveo, salto di meandri, occlusioni distali rispetto al corso d’acqua; idrologici parziali o totali delle luci dei ponti − danni o distruzione dei centri abitati, di rilevati diffusi, − ferroviari e stradali, di opere di contenimento, intensi e allagamenti diffusi con coinvolgimento anche di aree urbanizzate; regimazione o di attraversamento; persistenti IDR − sormonto di passerelle e ponti; − possibili perdite di vite umane e danni a persone O − fenomeni di esondazione connessi al passaggio della piena; − erosione spondale e rottura degli argini dei fiumi; occlusione delle sezioni di deflusso delle acque.

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Le zone dei Comuni a rischio idrogeologico sono indicate nelle successive tabella. Tali aree, possono essere interessate da eventi la cui entità presunta è riportata nella tabella “Scenari d’evento”. Le aree a rischio saranno oggetto di particolare attenzione durante tutte le fasi di emergenza

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5.1 Scenari di rischio e danno idrogeologico Il Centro Operativo Intercomunale denominato COI SIGETER II° provvederà, entro i 6 mesi dalla data di attivazione dell’Ufficio intercomunale, nell’analizzare e raccogliere i dati sul rischio idrogeologico presente nelle rete viaria intercomunale, ossia sulle linee di interconnessione, (strade comunali, Provinciali, statali).

Fino all’elaborazione di tale studio verranno inseriti nel Piano Intercomunale le tabelle degli scenari di danno di ogni singolo Comune afferente al C.O.I.

Comune Località Tipologia Persone Famiglie

Scuola Elementare e 120 155 Materna Oratorio - Strada per Pietranico Edifici Civili; strada 4 - comunale Costa delle Plaie Edifici Civili; strada 150 1 comunale Oratorio - Fonte del Fiasco Edifici Civili; strada 60 40 comunale Oratorio - Racanella Edifici Civili; strada 25 12 comunale Racanella - Piccianesi Edifici Civili; strada 16 7 comunale Fonte S. Angelo (Colle Grande) Edifici Civili; strada 50 4 comunale Alanno Case Fraticelli Edifici Civili; strada 20 15 comunale Case Cantucci/Perna Edifici Civili; strada 80 7 comunale Centro Storico Edifici civili; strade 338 20 comunali Scuola Elementare e 120 155 Materna Carpineto della Fratte 20 Capoluogo 250

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Nora Contrada Fratte 20 Contrada Fratte 60 Versante al bosco 50 Maddalena 30 Colle 15 Contrada Fara 10 Civitaquana Stramignano – SC - Colle Vertieri – SC Bonifica Androna – SC Solagne 6 C.da Plaie – SC C.da Ginestre 10 Capoluogo 60 Corvara Chiusole 4 Chiusole 3 Canzoni Sc 2 Fonte Venice 6 Chiusole 5 Fonte Piazza Sp 54 3 Pretara 17 Colle Codella 3 Colle Prato 5 Centro urbano Edifici civili 8 2 Andragona Strada comunale Centro urbano Strda provinciale Cugnoli diramazione per Cugnoli Santa Maria degli Angeli Strada provinciale Cugnoli-Corvara Andragona Edifici civili -Strada 5 2 comunale Fosso Occhio di gufo Stada comunale Colle San Luca Discarica comunale

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Nocciano Colle Maggio Edifici civili Strada 6 2 comunale Colle Maggio Edifici civili Strada 5 2 comunale Pietranico Vasca 18 Valle Grazzetti 10 Ripaldi Strada della Rinascita 35 Contrada Villa D’Addario e Via 9 San Martino Boccacci 20 Vicoli Decontra/Piano Vanardo Vicoli Vecchio/Parco 6 Attrezzato Torrente Nora Presso Ponte Tornanti - SC Collegamento 6+15 Vicoli - Civita Quana Fosso della Selva - SP

Catignano - Vicoli Rosciano Pescara Secca Strada comunale del Molino

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5.2 Scenari di rischio e danno idraulico In questa tabella “Tabella rischio frane Centri Urbani, Contrade e Frazioni” si considerano solo le frane presenti nei Centri Urbani o limitrofe (che possono recare potenzialmente un rischio alla Popolazione). Il rischio idrogeologico sulle strade di interconnessione, (strade comunali, Provinciali, statali), si trova nell’allegato Allegato 1 Analisi dei rischi idrogeologici “Linee di interconnessione” Comune Località Tipologia Persone Famiglie

Vicoli Mulino Brandolini (Idraulico) 3 Pescara Secca Attività produttive 200

Piano Fara Attività produttive 15 -

Rosciano Nora, Torrente Nora SSn. 602 km 45 Ristorante ricettivo - -

Pescara Secca Attività produttive 200

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5.3 POS per attivazione “catena di comando e controllo” rischio idrogeologico

5.3.1 Introduzione sistema allertamento Il Sistema di Protezione Civile è strutturato in modo che ad ogni livello di allerta, comunicato dal Centro Funzionale d’Abruzzo o da segnalazioni di fenomeni imminenti o in atto, corrisponda una fase di allertamento che il Sindaco deve attivare. Pertanto, per ogni fase di allertamento, il Sindaco svolge delle azioni che garantiscono una pronta risposta al verificarsi degli eventi. Il modello di intervento in caso di rischio idrogeologico prevede una fase di normalità, una fase di preallerta e tre diverse fasi di allerta. Tali fasi, che attivano le azioni previste dai Piani di emergenza comunali e intercomunale di protezione civile, corrispondono ai livelli di allerta secondo il seguente schema:

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5.3.2 Fase di normalità

Nella Fase di normalità il Comune deve svolgere, per garantire l’erogazione del servizio di Protezione civile i punti citati nel paragrafo 3.1.Fase di normalità

5.3.3 POS Attivazione Comunale Fase di Pre- Allerta Il Sindaco può attivarla dopo il ricevimento del Bollettino di criticità con previsione di criticità ordinaria conseguente alla possibilità di fasi temporalesche intense, in considerazione del superamento delle soglie d’allertamento al manifestarsi dell’evento.

La fase di allerta è composta tre distinte fasi: ATTENZIONE; scatta con PRE-ALLARME; scatta con ALLARME; scatta con ricevimento dell’Avviso di Avverse Condizioni ricevimento dell’Avviso di criticità verificarsi di un evento con criticità elevata Meteo e/o dell’Avviso di criticità moderata elevata verificarsi di un evento con criticità ordinaria verificarsi di un evento con criticità aggravarsi della situazione nei punti critici moderata monitorati a vista dai presidi territoriali aggravarsi della situazione nei punti critici aggravarsi della situazione nei punti superamento di soglie riferite al sistema di monitorati a vista dai presidi territoriali attivati critici monitorati a vista dai presidi allertamento locale, ove presenti territoriali del superamento di soglie riferite a sistemi di superamento di soglie riferite al sistema allertamento locale, ove presenti di allertamento locale, ove presenti. Lo stato di allarme cessa automaticamente alla data prevista per la fine dell’evento/criticità e dall’avviso di criticità.

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Tenendo sempre in considerazione che il Comune, come previsto nel piano di emergenza comunale, ha la seguente struttura di risposta e gestione di un evento

STRUTTURE DI COMANDO STRUTTURE DI OPERATIVO CONTROLLO

PRESIDIO OPERATIVO PRESIDIO TERRITORIALE

CENTRO OPERATIVO COMUNLAE

Attivazione in caso di Aumento della Criticità Aggiornamento costante e continuo dello scenario in atto

Le fasi di pre-allerta, pre-allarme e allarme sono accompagnate da una comunicazione, come previsto dalla norma e dai protocolli di intesa, da parte della Prefettura e della Regione con un bollettino meteorologico che decreta una situazione di criticità ordinaria, moderata ed elevata. Ad esse corrispondono, se analizzate ed elaborate, delle soglie scientifiche o storiche (casistica) dell’evento sul territorio. Al probabile raggiungimento delle soglie sopra citate, che può essere comunicata dalla struttura Intercomunale o analizzata dalla struttura comunale stessa tramite l’analisi dei dati del sito CETEMPS, accompagnate sempre da un bollettino meteo-idrogeologico della Prefettura e Regione, l’amministrazione deve applicare l’apertura dei Presidi, e se necessario del C.O.C. (il COC va aperto anche al verificarsi di emergenze senza preavviso).

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5.4 Modello di intervento Fasi di Attenzione, Pre-Allarme e ALLARME Evento idrogeologico

Modello d’intervento: Presidi territoriali intercomunali

Si specifica che i P.T. intercomunali sono gestiti dal Coordinatore del COI SIGETER II O dal delegato del Coordinatore O dal Presidente

qualora non specificato altrimenti

in caso di allarme 3 dal referente della funzione F7 SOI.

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Ricevimento bolletino meteoidrogeologico. IL SINDACO fa attivare la fase d’attenzione Per attivare i Presidi il Comune deve spedire i faxsimili Allegato 3 P.O. e Allegato 4 P.T. SPECIFICA: il personale facente parte del P.O. deve essere scelto tra i referenti di funzione del COC. Il personale facente parte del P.O. non può svolgere mansioni del P.T. e viceversa fasi Presidi Operativi Presidi Territoriali Comunali attivazione I componenti dell’Amministrazione comunale e\o nulla comunque le persone presenti in servizio del Comune provvedono nel mandare mezzo fax la comunicazione d’apertura P.O. e P.T.

Completamento All’arrivo del personale del P.O. nel luogo della Arrivo del personale del P.T. nel luogo della convocazione attivazione convocazione Fase di Pre Allerta Inizio flusso mezzo fax informa dell’attivazione del P.O. e P.T.: comunicazioni IL COI, i sindaci dei comuni limitrofi, le strutture operative locali presenti sul territorio, la Prefettura, la Provincia, la Regione, il Centro Funzionale d’Abruzzo. L’informativa viene eseguita mandato tramite FAX i moduli di attivazione P.O e P.T. Indirizzi operativi provvede nel fornire al responsabile del P.T. gli Il responsabile del P.T. recepisce le coordinate segnandole indirizzi prioritari in cui effettuare i sopralluoghi su apposito modulo Determinazione letto il bolletino metereologico effettua la turnazione Il responsabile del P.T. deve garantire nel tempo della turnazioni per il tempo necessario all’attività del P.T. e propria turnazione il sopralluogo dei luoghi d’interesse e comunica orario di rientro al P.T. delle aree a rischio comunicatogli dal P.O. Il P.O. determina d’avere n° sufficiente di personale per il mantenimento del P.T. comunale, per la durata presunta dell’evento determinato dal bollettino regionale

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Il P.O. determina di NON avere n° sufficiente di personale per il mantenimento del P.T. comunale per la durata presunta dell’evento determinato dal bollettino regionale Il P.O. effettua fax al COI e contatto telefonico al Coordinatore per chiedere supporto nella costituzione del P.T. esecuzione effettua la ricognizione con senso di priorità. Dall’area più a rischio (individuata dal P.O. e comunicatagli nella fase precedente) Valutazione soglie segna sia gli esiti positivi che negativi dei comunica ad ogni sopralluogo l’esito al P.O.. Comunica il sopralluoghi del P.T. su apposito modulo e ne peggioramento o il miglioramento della situazione. comunica ipotetiche variazioni di percorso. Il P.O. valuta il superamento o meno delle soglie Determinazione determina il cambio del personale in turno del P.T. all’approssimarsi del fine turno effettua graduale rientro turni qualora superato l’orario di turnazione prevista lungo il percorso indicatogli dal P.O. Ad esito positivo dei sopralluoghi il P.T. continua i sopralluoghi fino a conclusione dell’allerta o alla decisione del Sindaco di conclusione delle attività di monitoraggio Ad esito negativo dei sopralluoghi per aggravarsi dell’evento Il P.O. valuta il grado di peggioramento dell’evento. Continuità fasi di pre-allertamento o attiva le POS dell’allarme 1 COC fasi Presidi Operativi Presidi Territoriali Comunali valutazione valutato il graduale peggioramento della situazione effettua la ricognizione con senso di priorità. Dall’area più a per il persistere dell’evento, senza variazioni di rischio a seguire. carattere o quantità, indica al P.T. di svolgere normale pattugliamento Inizia attività effettua il contatto con il centro funzionale d’Abruzzo Il continua azioni di monitoraggio con senso di priorità. E d’Interfaccia Centro per essere ragguagliato sul perdurare dell’evento registra eventuali variazione del percorso del monitoraggio, Funzionale (peggioramento, miglioramento), si fa trasmettere i comunicatogli dal P.O., su apposito modulo dati pluviometrici in tempo reale Fase di Attenzione

Pre-allertamento contatto via filo i referenti di funzione del COC per referenti funzione informali dell’evento in atto e se necessario per COC metterli in stato di pre-allertamento per rapido raggiungimento della sede COC

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esecuzione segna sia gli esiti positivi che negativi dei comunica ad ogni sopralluogo l’esito al P.O. Comunica il sopralluoghi del P.T. su apposito modulo e ne peggioramento o il miglioramento della situazione. Esegue comunica ipotetiche variazioni di percorso monitoraggio con senso di priorità, dai punti critici, (aree a rischio, luoghi ove sono segnalate persone disabili, viabilità principale), segnalatigli dal P.O. al resto del territorio. Controllo Si accerta che non vi siano eventi sociali o che essi Con l’ordine del P.O. Provvede nel sospendere le manifestazioni non siano programmati per il tempo in cui è prevista manifestazioni presenti nel territorio ed accertarsi l’allerta. Qualora siano previsti devono essere sospesi dell’allontanamento della popolazione Informazione Verifica la funzionalità dei sistemi di allarme popolazione predisposti per gli avvisi alla popolazione.

Determinazione determina il cambio del personale in turno del P.T. all’approssimarsi del fine turno effettua graduale rientro turni qualora superato l’orario di turnazione prevista lungo il percorso indicatogli dal P.O. Allerta referenti di Il responsabile del P.O. con il benestare del Sindaco funzione allerta i referenti di funzione. tutti Ad esito positivo dei sopralluoghi il P.T. continua i sopralluoghi fino a conclusione dell’allerta o alla decisione del Sindaco di conclusione delle attività di monitoraggio Ad esito negativo dei sopralluoghi per aggravarsi dell’evento Il P.O. valuta il grado di peggioramento dell’evento. Continuità fasi di pre-allertamento o attiva le POS dell’allarme 1 COC fasi Presidi Operativi Presidi Territoriali Comunali attività d’Interfaccia contatta il centro funzionale d’Abruzzo per essere Centro Funzionale ragguagliato sul perdurare dell’evento (peggioramento, miglioramento), si fa trasmettere i dati pluviometrici in tempo reale e la durata Fase di dell’evento per determinare le soglie. Pre- Allarme

Controllo Si accerta che non vi siano eventi sociali o che non Con l’ordine del P.O. Provvede nel sospendere le manifestazioni siano programmati per il tempo in cui è prevista manifestazioni presenti nel territorio ed accertarsi l’allerta. Qualora siano presenti devono essere dell’allontanamento della popolazione sospesi

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Comunicazione alla Autorizzato dal Sindaco da le coordinate al P.T. per Rispettando le coordinate ed i metodi datigli dal P.O. popolazione comunicare lo stato di preallarme alla popolazione comunica lo stato di preallarme alla popolazione presente presente nelle aree a rischio e la possibilità del nelle aree a rischio e la possibilità del verificarsi di un verificarsi di un evento evento valutazione Il P.O. valuta il graduale peggioramento della IL P.T.. effettua la ricognizione con senso di priorità. situazione per il persistere dell’evento Dall’area più a rischio a seguire. Determinazione Il P.O. determina il cambio del personale in turno del Il P.T. all’approssimarsi del fine turno effettua graduale turni P.T. qualora superato l’orario di turnazione prevista rientro lungo il percorso indicatogli dal P.O. Il P.O. avverte il Sindaco, qualora non facente parte del presidio, del peggioramento della situazione.

Flusso informazione Seganal mezzo fax il raggiungimento dela fase di Catena di CO.CO. pre-allarme. Relaziona brevemente lo stato dell’evento. Info da mandare a COI, i sindaci dei comuni limitrofi, le strutture operative locali presenti sul territorio, la Prefettura, la Provincia, la Regione. Allertamento pre Si mette in stato di pre-allarme le ditte convenzionate emergenza ed ogni altro ente convenzionato con il Comune; calcolo dei cittadini nelle aree a rischio; allerta le strutture ricettive nel n° sufficiente per l’accoglienza del n° di cittadini in area a rischio; verifica l’elenco delle persone disabili e la loro presenza preparandone l’evacuazione; contatta la Catena di CO.CO. per pre- allertare il sistema di aiuti; attività d’Interfaccia contatta il centro funzionale d’Abruzzo per essere Centro Funzionale ragguagliato sul perdurare dell’evento (peggioramento, miglioramento), si fa trasmettere i dati pluviometrici in tempo reale e la durata dell’evento per determinare le soglie di gestione dell’emergenza. Allerta referenti di Il responsabile del P.O. comunica ai referenti di funzione funzione il peggioramento della situazione. Mettondoli in stato di pre-allarme per rapido raggiungimento della sede COC.

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Inizio flusso servizi Esegue contatto con gli enti gestori dei servizi Il P.T esegue contatto con persone disabili per determinare essenziali essenziali, manda con fax (per p.c. al COI) l’elenco il reale fabbisogno delle criticità (disabili, aree pro.civ., edifici stratigici); esegue analisi dei fabbisogni in relazione al rischio blackout, idrico.

Verifica sistema di Verifica la funzionalità del sistema di allertamento; Verifica con il P.O. il sistema di allertamento e esegue allertamento verifica che vi siano n° sufficiente di personale del comunicazione di conferma sul sistema da adottare per P.T. per rapida diramazione dell’allarme. l’allertamento dei cittadini (con senso di priorità) segna sia gli esiti positivi che negativi dei Il P.T. comunica ad ogni sopralluogo l’esito al P.O. sopralluoghi del P.T. su apposito modulo e ne Comunica il peggioramento o il miglioramento della comunica ipotetiche variazioni di percorso situazione del territorio con particolare riferimento ai punti critici. Ad esito positivo dei sopralluoghi il P.T. continua i sopralluoghi fino a conclusione dell’allerta o alla decisione del Sindaco di conclusione delle attività di monitoraggio Ad esito negativo dei sopralluoghi per aggravarsi dell’evento Il P.O. valuta il grado di peggioramento dell’evento. allarme attivazione COC

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Modello di intervento in ALLARME

fasi COC P.T. attivazione IL responsabile del P.O. qualora non coincida IL P.T. rimane in collegamento con il responsabile del P.O. con il Sindaco, lo avverte per convocarlo ed fino a comunicazione dell’attivazione della F7 comunale, ALLARME aprire la struttura. IL Sindaco convoca i con cui si interfaccia fino a conclusione dell’evento. Qualora 1 referenti di funzione concordato tra P.O. e Sindaco il P.T. provvede nel chiudere gli accessi ai sottopassaggi ferroviari, autostradali, etc...e monitora con priorità le principali via di accesso al Comune (provinciali, statali, etc..) comunicazione IL Sindaco DEVE comunicare l’apertura del COC, anche per le vie brevi, al COI. Le POS del modello di intervento in allarme 1 coincidono con le POS descritte nel capitolo 3.1.4 POS comunicazione Fasi di Allarme Paragrafo Fase di Allarme “raggiunta” Referenti di funzione

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5.5 Modello di intervento in ALLARME Evento geologico Questa specifica fase si attiva nel momento in cui avviene un’evoluzione negativa, ossia in cui da un condizione meteorologica avversa, sviluppatasi da una fase di attenzione-Preallarme ad una di ALLARME, si venga a verificare sul territorio un danno di varia entità che sia in grado di interrompere la “normalità”.

L’amministrazione in questa fase sta decretando una sua autosufficienza nella gestione dell’emergenza.

Comunicazione di un evento nel territorio La comunicazione di un evento nel territorio può arrivare da: 1. P.T. comunale 2. P.T. intercomunale 3. Forze dell’ordine 4. Cittadinanza Nel punto 1) e 2) il responsabile del P.T. comunica al referente della funzione F7 del COC - Il tipo di evento - La magnitudo, con specifica della porzione di strada interessata nel caso di rete viaria - Le coordinate precise - Presenza di persone coinvolte o potenzialmente coinvolte

5.5.1 In assenza di popolazione coinvolta o potenzialmente coinvolta Qualora il P.T. sia composto da Vigili Urbani provvedono all’immediata messa in sicurezza della strada, mentre attendono comunicazioni dalla F7 e all’avvenuto contatto con la F7, spiegano le azioni nel frattempo intraprese. (in questo caso la F7 COC comunica alla F8 le azioni intraprese, la quale comunicherà tali azioni al SOI). La F6 determina il grado di danno verificatosi tramite una squadra tecnica o il P.T. La F1 determina il sistema di cancellazione per ristabilire una viabilità idonea alla circolazione della cittadinanza e dei soccorsi Qualora il P.T. sia composto da soli volontari provvedono all’immediata messa in sicurezza della strada, mentre attendono comunicazioni dalla F3 e all’avvenuto contatto con la F3, spiegano le azioni nel frattempo intraprese. La F3 richiede alla F7 di provvedere nell’inviare in breve sul posto le Forze dell’ordine per la cancellazione. (in questo caso la F7 COC comunica alla F8 le azioni, la quale comunicherà tali azioni al COI. La struttura intercomunale a sua volta avverte le altre amministrazioni collegate a quel segmento di rete viaria, e se di dovere la Provincia settore viabilità e comunque sempre il 118 dettando la viabilità alternativa per il superamento dell’ostacolo). La F1 comunica la necessità alla F4 del mezzo idoneo alla rimozione dell’ostacolo. La F4 provvede a reperire il mezzo necessario e lo concede alla funzione che ha il personale idoneo all’utilizzo del mezzo stesso. La F4 predispone i mezzi per la rimozione dell’evento e la funzione con il personale idonea all’’utilizzo ne coordina le attività sul campo. 62

5.5.2 In presenza di popolazione potenzialmente coinvolta dall’evento in atto • Sindaco o Vice Sindaco assicura l’attivazione del C.O.C., nel caso non si sia passati per la fase di PREALLARME e garantisce la presenza di un rappresentante presso il Punto di comando avanzato (luogo del verificarsi del danno); • Sindaco o Vice Sindaco firmano l’ordinanza di evacuazione della popolazione; • F3 se volontariato F7 se F. dell’ordine; Organizza e coordina le attività delle squadre del presidio territoriale. • IL Coordinatore del COC Mantiene per il tramite della F8 i contatti con la Regione (SOUP), la Provincia, la Prefettura-UTG; Riceve gli allertamenti trasmessi dalla Regione e/o Prefettura. • La F9 Attiva il sistema d’emergenza e coordina le attività di Assistenza e allontanamento della popolazione dalle zone abitate individuate a rischio dalla F1. il trasporto della popolazione verso le aree di accoglienza o verso le strutture ricettive, avviene garantendo la priorità alle fasce più deboli. • La F6 determina il grado del danno tramite squadra tecnica o P.T. • La F1 determina il sistema di cancellazione per ristabilire una viabilità idonea alla circolazione della cittadinanza e dei soccorsi; stabilisce la cancellazione per la chiusura della zona rossa, ossia della zona in cui sta avvenendo l’evacuazione delle abitazioni soggetta al rischio; • La F1 determina con la F9 il n° di cittadini da evacuare e predispone quindi il piano di evacuazione con il n° di soccorsi tecnici e sanitari e Forze dell’ordine necessari all’allontanamento in sicurezza; • La F9 attiva le aree di protezione civile tramite le funzioni operative F2\F3\F7; la F9 attiva se necessario e possibile le strutture ricettive; • La F3\F2\F7 attivate dalla F1 in coordinamento con la F9 ed il Responsabile del C.O.C., seguono e gestiscono operativamente l’uscita dei cittadini dalle abitazioni fino ad un luogo sicuro in cui devono essere in attesa i mezzi per l’allontanamento. Seguono inoltre l’operazione di imbarco della popolazione sui mezzi e si assicurano che l’operazione avvenga ordinatamente e non separando i nuclei famigliari. Devono anche scortare i mezzi con la popolazione fino all’area di accoglienza o alla struttura ricettiva; • La F9 Provvede al censimento della popolazione allontanata per il tramite della F3 e F7o la F7; • La F9 organizza la prima assistenza e le informazioni nelle aree d’attesa e\o accoglienza e\o le strutture ricettive, per il tramite della F2 e F3; • Nell’area di attesa la F9 per il tramite della F2,F3 e F7 Favorisce il ricongiungimento delle famiglie e fornisce le informazioni sull’evoluzione dell’evento e le risposte attuate; • L’F9 per tramite della F3 (operatori psicologi con supporto del volontariato) Provvede alla diffusione delle norme di comportamento nella situazione in atto, tenendo in considerazione l’eventuale presenza di persone di lingua straniera; • La F8 Mantiene i contatti, e riceve gli aggiornamenti, con la SOI, la Regione (SOUP), la Provincia, la Prefettura-UTG, i Comuni limitrofi, informandoli dell’avvenuta attivazione della fase d’allarme; • La F3 con volontariato la F7 con le F.dell’Ordine Mantiene i contatti con le squadre sul posto per coordinarli ed avere aggiornamenti;

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• La F1 Organizza sopralluoghi per la valutazione della situazione e per avere feedback sulla buona riuscita di tutte le operazioni; • La F2 Coordina l’assistenza sanitaria presso le aree d’attesa e d’accoglienza. Ne comunica sempre con la F9 le evoluzioni; • La F4 Coordina la sistemazione presso le aree d’accoglienza dei materiali e dei mezzi utili; • La F4 si assicura che nelle aree indicategli dalla F1 siano inviati i mezzi per l’allontanamento della popolazione; • La F4 assicura l’arrivo ai Presidi territoriali del materiale e mezzi utili ad effettuare le cancellazioni; • La F7 dispone e gestisce uomini e mezzi presso i cancelli per il controllo del deflusso del traffico. Accerta l’avvenuta completa evacuazione dell’aree a rischio; • La F9 predispone l’allontanamento della popolazione, previa Ordinanza del Sindaco; • La popolazione viene scortata dal P.T. attivato ed operante in loco o dalle Forze presenti già in loco che risponderanno per tipologia alle diverse funzioni del COC; F2 sanitario; F3 volontariato; F7 Forze dell’ordine, operai del Comune; • I cancelli di viabilità chiudono il segmento di viabilità interessata. Cancelli e segmento di viabilità individuati dalla F1, predispone il personale dei cancelli e li gestisce la F7; • La F9 si assicura, con un censimento che devono operare le forze in loco, che tutte le persone siano in fase di evacuazione e stiano eseguendo l’azione; che tutti i cittadini censiti arrivino all’area di attesa o direttamente nell’area di accoglienza e\o strutture ricettive, indicatagli dalla F1; • In presenza di persone disabili l’allontanamento viene eseguita sempre con mezzo idoneo dalle forze sanitaria Volontari e\o Enti statali di competenza in coordinamento con la F2; • La F9 predispone, in congrua area di accoglienza o in strutture ricettive pre indicate, la permanenza dei cittadini interessati da danneggiamento parziale o totale del proprio immobile o comunque soggette al rischio; • La F7 predispone le ronde in accordo con la Prefettura per la sicurezza dell’area sgomberata; • La F9 predispone, in congrua area di accoglienza o in strutture ricettive pre indicate, la permanenza dei cittadini interessati da danneggiamento parziale o totale del proprio immobile; • La F7 predispone le ronde in accordo con la Prefettura per la sicurezza dell’area sgomberata;

IN entrambi i casi nelle aree di attesa e nella fase di allontanamento dovrà intervenire n° adeguato di personale psicologi specializzati coadiuvato da personale del 118 e\o volontariato e\o Forze dell’Ordine.

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5.6 In presenza di popolazione coinvolta dall’evento in atto

Il Sindaco sentito il referente della F1, il quale tramite il censimento dei cittadini dell’area colpita ha il n° massimo di persone coinvolte e con gli aggiornamenti della F7,F2,F3,F9, decide:

5.6.1) di mantenere l’allarme • Il Sindaco da Immediata Comunicazione lungo la catena di comando e controllo; • La F1 determina viabilità alternativa e stabilisce la posizione dei cancelli, determina se necessario la zona rossa e relativa cancellazione; • La F6 si accerta tramite il P.T. della consistenza e la gravità dei danni subiti; e crea un censimento; • La F1 e La F6 trasmettono i dati al Coordinatore, si decidono la quantità e la qualità dei soccorsi da richiedere; • La F7 chiude l’area interessata con la cancellazione, tramite le F.dell’Ordine presenti; • La F7 chiede agli enti preposti l’invio di squadre per il soccorso tecnico nel numero necessario stabilito con la F1; • La F7 coordina i soccorsi tecnici alla popolazione colpita; • La F2 coordina i soccorsi sanitari alla popolazione colpita; • La F3 coordina il volontariato per i soccorsi alla popolazione colpita; • La F5 censisce i danni ai servizi essenziali e le comunicazioni per la chiusura o riattivazione di un dato servizio essenziale. Organizza l’attivazione o riattivazione dei servizi essenziali presso le aree di accoglienza, i luoghi strategici, i luoghi sensibili; • La F4 attiva e coordina i materiali ed i mezzi richiesti dalle altre funzioni di supporto; • La F2 chiede agli enti preposti l’invio delle squadre sanitarie nel numero necessario stabilito con la F1; coordina le squadre sul territorio; allerta le strutture sanitarie locali dell’evento e del numero di ricoveri previsti, fornendo più informazioni possibili sullo stato dei malati; • La F3 con priorità predispone: il n° adeguato di volontari per l’allontanamento della popolazione; predispone le squadre di volontariato per coadiuvare i soccorsi degli enti preposti; qualora siano presenti forze di volontariato specializzate, esse verranno subito indirizzate nelle zone colpite dall’evento; • La F8 si assicura che il sistema di comunicazione funzioni, qualora sia necessario attiva e coordina canali alternativi di comunicazione; supporta le funzioni nelle comunicazioni; • La F9 con priorità: coordina le attività di Assistenza e allontanamento della popolazione, coordina il trasporto della popolazione verso le aree di accoglienza, con priorità alle fasce più deboli, organizza la prima assistenza e le informazioni nelle aree di attesa per il tramite rispettivamente della F2 e F3, per il tramite della F2,F3 e F7. Favorisce il ricongiungimento delle famiglie. Fornisce le informazioni sull’evoluzione dell’evento e le risposte attuate, per tramite della F3 (operatori PEA con supporto del volontariato) provvede alla diffusione delle norme di comportamento nella situazione in atto, tenendo in considerazione l’eventuale presenza di persone di lingua straniera. • La F9 predispone l’allontanamento della popolazione, previa Ordinanza del Sindaco;

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5.6.2) decretare il livello di ALLARME in insufficienza. Con questo passaggio di allertamento il Comune sta dichiarando la sua impossibilità nel gestire l’evento dal punto di vista Comunicativo e\o Operativo. • Il Sindaco contatta via filo il Coordinatore del COI e comunica l’evento e le problematiche derivate, • Il Coordinatore del COI da immediato ordine di apertura della Sala Situazioni lungo la catena di comando e controllo, i referenti di funzione intercomunali sono convocati in fase di ALLARME COI. IL Coordinatore del COI da comunicazione di apertura della Sala Situazioni lungo la catena di comando e controllo tramite la F8, la quale relaziona brevemente l’evento ed il danno agli enti preposti; • Il Sindaco Si dirige nella Sala Situazioni dove sarà coadiuvato nelle scelte operative, gestionali, burocratiche e di comunicazione da: consulenti, Coordinatore del COI, Coordinatore del gruppo Intercomunale, dalle figure presenti in Sala Situazione attivate per il dato evento; I referenti di Funzione del COI si attivano e iniziano a comunicare secondo le POS in ALLARME con i referenti di Funzione del COC e del CCS se attivato. • F1 COI, se richiesto dalla F1 COC da supporto nell’individuare la viabilità sicura e la viabilità alternativa, revisiona i cancelli e si coordina con le altre Funzioni COI; Analizza l’evoluzione dell’evento stabilendo i Comuni “neutri”. Con essi crea una la linea di comunicazione facendo attivare i C.O.C. ed i necessari referenti di funzione; • F2 COI attiva, per le necessità della F2 del COC richiedente, le comunicazioni con la F2 in primis del CCS e poi in caso negativo con quella della SOUP, con quest’ultima solo se la prima non è attiva; • F3 COI attiva il gruppo intercomunale di volontariato e organizza i presidi territoriali di monitoraggio-soccorso tecnico-supporto logistico- supporto nelle sale operative; • F4 COI supporto la F4 del COC per il reperimento di Mezzi e Materiali utili per il ritrovamento persone, assistenza in area di attesa e accoglienza, predisposizione di cancelli, supporto nelle Telecomunicazioni, e tutto ciò che necessità nel dato evento, consultando i database Intercomunali; • F5 COI, se attiva la F5 COC, supporta quest’ultima nelle comunicazioni con il referente di funzione F5 del CCS, per il ripristino dei servizi essenziali o per la loro interruzione. In interfaccia con la F1 analizza i servizi essenziali da mantenere per le persone non autosufficienti; qualora necessario si interfaccia con la F4 COI per la movimentazione di mezzi e materiali indispensabili alla F5 del COC; • F6 COI supporta la F6 COC, nel censimento dei danni. Invia il personale specializzato a disposizione e\o lo richiede alla F6 di livello superiore. Usa i database Intercomunali per avere conoscenza della presenza dei tecnici specializzati e per stabilire delle turnazioni da effettuare anche post evento per la raccolta di tutte le schede di censimento dei danni che le F6 COC gli inviano; • La F7 COI supporta la F7 COC interfacciandosi con il CCS per l’invio di squadre utili per: effettuare le cancellazioni, supportare l’allontanamento della popolazione, governare la viabilità, assistere la popolazione colpita, mettere in sicurezza gli immobili evacuati, creare assistenza alle squadre di soccorso tecnico e sanitario e quanto richiesto specificatamente dalla F7 COC. • La F8 COI supporta la F8 COC nelle Comunicazioni con i mass media, Comunica per aggiornamenti con i Comuni limitrofi e gli enti preposti, Assiste il Sindaco ed il Presidente nelle comunicazioni da e verso il COI. Richiede l’attivazione di canali alternativi di comunicazione e ne coordina l’attivazione e la gestione;

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• F9 COI supporta la F9 COC per l’invio di volontari, squadre sanitarie, Forze dell’Ordine per l’assistenza alla popolazione, l’evacuazione e gli altri compiti sopra descritti della F9 COC.

Le squadre del Soccorso tecnico, Sanitario, Forze dell’Ordine e Servizi Essenziali dovranno, qualora non stabilito differentemente dalla Funzione relativa, arrivare nella SEDE COC per essere indirizzati.

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5.7 Modello di intervento Evento IDRAULICO in ALLARME a ALLARME in insufficienza Qui di seguito si vuole predisporre il modello di intervento per evento IDRAULICO fermo restando che il sistema di comunicazione tra le Funzioni COC-COC e COC-COI e le POS sopra descritte per L’evacuazione della popolazione, F9, rimangono inalterate.

5.7.1. Allarme • La F1 individua le zone a rischio esondazione e ne determina con la F6 la pericolosità per persone, beni e ambiente; determinano viabilità alternative alle strade in zona rischio esondazione individuando viabilità alternative a quelle che presentano ponti e sottopassaggi; stimano la quantità di pioggia che precipiterà, prevista per le ore successive, fino a fine emergenza e determinano il reale rischio di esondazione e\o allagamento; predispongono con la F7, che può chiedere supporto alla F3,la chiusura dei sottopassaggi; determinano azioni di messa in sicurezza delle aziende e delle case o l’evacuazione in caso di mancanza di tempo o impossibilità in tale azione: determinano il n° di persone eventualmente da evacuare e stimano il n° di mezzi, materiali e uomini utili a tale azione; determinano in collaborazione con la F9 la predisposizione delle Aree di Attesa e\o Accoglienza e\o strutture ricettive; • La F8 contatta il Centro Funzionale per avere aggiornamenti sull’evoluzione dell’evento in tempi e carattere e lo comunica alla F1 ed al Sindaco e\o Coordinatore del COC; la F8 contatta il servizio dighe per avere i tempi di riempimento delle dighe; Ogni Funzione attivata dal Sindaco deve allertare e verificare i propri “strumenti” • La F2 allerta le strutture sanitarie necessari, ne determina n° e tipo in possesso formando delle squadre in stato di pre-allarme; allertando in caso negativo o sufficienza di presenza il Coordinatore del COC; • La F3 allerta i volontari, ne determina n° e tipo in possesso formando delle squadre in stato di pre-allarme; allertando in caso negativo o sufficienza di presenza il Coordinatore del COC; • La F4 attiva mezzi e materiali richiesti e necessari per l’allontanamento e l’assistenza alla popolazione e ne da info su n° e tipo alla F1; allertando in caso negativo o sufficienza di presenza il Coordinatore del COC • La F5 in coordinamento con la F1 determina i servizi essenziali a rischio e ne da comunicazione agli enti gestori • La F7 predispone le proprie strutture operative ne determina n° e tipo in possesso formando delle squadre in stato di pre-allarme; determina con la F1 il n° necessario, allertando in caso negativo di presenza o sufficienza il Coordinatore del COC; • La F8 continua le funzioni comunicative • La F9 determina con la F2 il n° di anziani e disabili eventualmente da gestire, il n° di cittadini da gestire nel complesso; calcola le distanze tra le zone a rischio e le aree di protezione civile più vicine determinando le modalità di allontanamento; determina il n° sufficiente di personale per le azioni da intraprendere; determina con il Sindaco il migliore sistema d’ informazione alla popolazione dell’evoluzione negativa dell’evento predisposto in periodo ordinario;

Il Sindaco dall’analisi sopra descritte dalle proprie funzioni determina di gestire l’evento in ALLARME 2 O 3

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Al peggiorare della situazione delle aste fluviali il Sindaco può: 1) Ricevere info dal Centro Funzionale di una stima oraria prevista per la probabile esondazione del fiume: • Il Sindaco riceve l’informazione; • La F1 evidenzia le zone a rischio esondazione; • La F6 ne determina le stime di danno;

Il Sindaco può, con i dati rilevati in fase di ALLARME 1 e gli aggiornamenti ottenuti, determinare l’evacuazione delle abitazioni nelle zone a rischio e altre azioni di messa in sicurezza facendo scattare L’ALLARME 2 O 3 anche prima dell’evento

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5.7.2. ALLARME indotto I referenti di funzione, il Coordinatore ed il Sindaco determinano di gestire con propri mezzi, materiali e uomini l’evento • IL Sindaco effettua l’atto di evacuazione e lo comunica lungo tutta la catena di comando e controllo tramite la F8 • La F1 da alla F2,F3,F4,F7,F9 i dati sulle zone da evacuare; si assicura che le vie di collegamento da e per le aree di attesa e le abitazioni a rischio siano in sicurezza tramite un P.T. (coordinandosi con la F3 e\o F7); • La F1 predispone la chiusura di ponti e sottopassaggi e la viabilità alternativa tramite cancellazione • IL Coordinatore del COC predispone con la F2,F3 e F7 una serie di squadre miste di volontari di protezione civile (F3), sanitari (F2) e Forze dell’Ordine (F7), per coadiuvare i cittadini nell’evacuazione; ogni squadra avrà un caposquadra nelle figure di Carabinieri o Corpo Forestale dello Stato o Guardia di finanza o Polizia di Stato o Polizia Municipale o Vigili del Fuoco (in caso di compresenza il caposquadra sarà il più alto in grado delle forze dell’Ordine presente). • La F4 coordina i mezzi di trasporto necessari nell’area indicatagli dalla F1 per il prelevamento dei cittadini • Qualora il Sindaco con la F9 decidano di evacuare i cittadini in strutture diverse dalle aree di accoglienza, La F8 contatta le strutture alberghiere in cui mandare gli evacuati • La F9 garantisce che il n° di persone determinate da evacuare corrisponda ai cittadini evacuati tramite le squadre miste inviate per tale azione. Tale controllo deve avvenire grazie ad un’azione di continuo scambio di INFORMAZIONI con le squadre addette all’evacuazione “casa- mezzo”. Il caposquadra (squadra “casa-mezzo”) comunica il raggiungimento d’ogni singolo nucleo famigliare individuato da evacuare nel momento in cui il nucleo famigliare sia sopra il mezzo preposto per l’evacuazione; Ogni aggregato strutturale deve essere trattato come un’entità separata dagli altri, quindi si provvede ad individuare il primo aggregato strutturale (La F1 con la F9 in fase di Pre-Allarme), con il maggior numero di bambini-disabili-anziani fino ad arrivare all’aggregato strutturale con minor numero di tali soggetti, tenendo in considerazione inoltre la viabilità per arrivare dallo stabile all’area ove sono in attesa i mezzi; Le squadre di evacuazione “casa-mezzo” iniziano con il primo aggregato strutturale, dall’ultimo piano al primo piano o seminterrato. Quindi avvertono i cittadini e seguono il nucleo famigliare dell’appartamento fino al mezzo, Comunicando l’esito alla F9 a cui dovranno comunicare n° di persone e cognome del nucleo servito. Successivamente possono eseguire l’evacuazione degli ulteriori appartamenti con le stesse modalità fino ad aver evacuato tutto lo stabile; successivamente le squadre possono passare al secondo stabile, segnalato dalla F1, con le modalità sopra descritte • La F9 in collaborazione con la F2 determinano il metodo d’allontanamento di persone non autosufficienti con squadre che effettueranno esclusivamente quest’azione e ne coordinano l’allontanamento con le modalità sopra descritte • La F8 garantisce la funzionalità delle TLC tra referenti e P.T. ed il flusso di comunicazioni lungo la catena di comando e controllo in particolare delle evacuazioni, chiusura ponti-sottopassi anche ad autostrade e ferrovie • La F7 garantisce il controllo delle zone evacuate da parte delle Forze dell’Ordine e la viabilità tramite i cancelli, supporta inoltre l’arrivo dei mezzi (se necessario) e l’allontanamento, degli stessi con i cittadini prelevati, tramite scorta • La F5 garantisce in real time l’erogazione dei servizi essenziali o tramite la F5 del CCS la loro sospensione, anche per garantire la sicurezza in caso di esondazione e allagamento degli immobili; qualora le vie di fuga siano limitrofe a linee elettriche a rischio crollo per scalzamento del

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pilone la F5 COC comunica alla F5 CCS la necessità di interrompere immediatamente l’erogazione del servizio per il tempo necessario al passaggio dei mezzi per l’evacuazione;

5.7.3 ALLARME in insufficienza indotto 2) Determinare la messa in sicurezza dei cittadini sentite la F1, F7, F3, F9 • Il Sindaco può determinare l’evacuazione preventiva delle abitazioni in ALLARME in insufficienza indotto. In questa tipologia di gestione dell’evento il Sindaco del Comune coinvolto raggiunge la Sala Situazione. Le azioni sono quelle descritte in ALLARME indotta, in cui le Funzioni COI supportano quelle del COC nel • F2 Supporto per attivazioni associazioni sanitarie convenzionate con il COI e attivazione catena di comando e controllo • F3 Supporto per attivazione del gruppo intercomunale di volontariato di Protezione civile • F4 COI Reperimento su i 18 Comuni di mezze idonei e con tempistiche di intervento ottimali • F4 COI Reperimento su i 18 Comuni di materiali idonei e con tempistiche di intervento ottimali • F5 COI supporto interfaccia servizi essenziali collegamento con la F4 COI per supporto ai servizi essenziali • F6 COI reperimento su i 18 Comuni di personale idoneo al censimento danni • F7 COI supporto interfaccia con CCS e reperimento di personale idoneo e con giusta qualifica su i 18 Comuni • F8 COI interfaccia comunicazione lungo la Catena di Comando e Controllo e diffusione delle info e dei dati • F9 COI supporto alla F9 COC nel superamento delle necessità per assistenza alla popolazione

Si specifica che mezzi, materiali e personale inviato dal COI al COC sono di responsabilità della Funzione richiedente.

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6) Rischio incendio di interfaccia

Questo particolare rischio si verifica quando: • si sviluppa un incendio nel territorio comunale ed esso è limitrofo a strutture antropiche; • Si sviluppa un incendio boschivo ed il fronte fuoco va in direzione di un insediamento urbano o di strutture antropiche; • Si sviluppa e si propaga un incendio in un insediamento urbano; L’Antincendio boschivo è in tutte le sue fasi di competenza della SOUP che gestisce e coordina le strutture di volontariato e gli enti preposti allo spegnimento. Le amministrazioni comunali ed il COI possono essere di supporto, se viene effettuata richiesta da parte della SOUP di apertura del COC e di tutte o specifiche Funzioni, nello spegnimento e\o in altre azioni richieste.

Quando l’incendio è di interfaccia • o da boschivo lo diviene; • o è sensibile a farlo; • o l’incendio ricade nella zona gialla o rossa della cartografia “rischio incendio d’Interfaccia”; L’amministrazione comunale in Pre-allarme o ALLARME Assume tramite l’apertura del COC il coordinamento per la messa in sicurezza della popolazione a rischio. La pericolosità aumentata dell’evento o il passaggio da Incendio boschivo ad interfaccia può essere decretata: - dal DOS in loco che lo deve comunicare tempestivamente al Sindaco o suo referente; - dal Sindaco del Comune interessato o da un tecnico predisposto tramite lettura della cartografia GIS;

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6.1) SCENARIO DI RISCHIO: E’ impossibile definire uno scenario di rischio a livello intercomunale per la quantità di variabili da prendere in considerazione, tra cui: • variabile umana, per quanto concerne la modalità di innesco di incendio, dove e quando. • Variabile vento, sul territorio sono presenti venti dominanti, ma la complessità del sistema non permette di determinare al verificarsi dell’evento quale sarà la direzione del vento e quindi del fronte fuoco ne è possibile determinarne la velocità • Variabile geomorfologica In linea generale si riconduce il rischio ad una sua evoluzione da evento dannoso per l’ambiente ad uno dannoso o potenzialmente dannoso per le fasce perimetrali dei Centri Urbani e comunque dei manufatti antropici. Un Incendio Boschivo a molte probabilità di diventare di interfaccia, in quanto il territorio presenta una urbanizzazione diffusa ed anche frammentata sul territorio.

6.2) MODELLO DI INTERVENTO:

ALLARME con Livello di allarme determinato dall’incendio boschivo in atto sensibile nell’investire la “fascia perimetrale” a media ed alta pericolosità

L’amministrazione Comunale effettua “adeguata” apertura del COC, avendo individuato nell’evento un rischio per la popolazione. • La F1 COC individua una viabilità di sicurezza per l’allontanamento della popolazione fino alla prima area di attesa utile. La F1 individua i cancelli di viabilità per vietare l’ingresso ai cittadini nella zona a rischio e facilitare l’ingresso dei soccorritori; il cancello di viabilità deve essere eseguito da personale delle Forze dell’ordine o dal P.T.. La F1 comunica i cancelli utili alla F7 la quale opportunamente predisporre i cancelli con le Forze dell’Ordine presenti e\o in supporto richiesto. La F1 indica alla F3 o F7, che attivano o iniziano a gestire, i P.T. e le squadre esterne per il monitoraggio nei punti critici, per la ricognizione delle aree interessate esposte a rischio nella direzione di avanzamento del fronte. Verifica l’agibilità e la fruibilità delle vie di fuga e la funzionalità delle aree di emergenza, ed effettua una valutazione dei possibili rischi. La F1 Stabilisce i collegamenti con le imprese preventivamente individuate per il pronto intervento; • La F4 COC assicura la predisposizione di mezzi per l’allontanamento della popolazione, mentre attende il dato certo di cittadini interessati dall’evento dalla F9, tramite il dato già presente nel piano, predispone il numero idoneo di mezzi. La F4 potrà, qualora vi siano più cittadini di quelli previsti dal piano comunale, richiedere l’intervento di ulteriori mezzi. La F4 Predispone i materiali e mezzi necessari e compresi quelli destinati alle aree di accoglienza. Mantiene i collegamenti con la F4 SOI anche per l’eventuale invio, se necessario, di ulteriori materiali e mezzi per l’assistenza alla popolazione; • La F3 COC Mantiene i collegamenti con la F3 SOI, per l’eventuale invio, se necessario, di ulteriori volontari per l’assistenza alla popolazione e per i compiti di soccorso tecnico;

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• La F2 COC individua cittadini con criticità e le comunica alla F3 COC ed alla F9 COC che predisporranno tramite la F4 COC l’allontanamento su mezzo idoneo. In alternativa contatta il COI per l’invio del mezzo e\o personale idoneo. Qualora risultasse assente DEL MATERIALE E\O DEI MEZZI, la funzione di livello COI provvederà ad effettuare richiesta lungo la catena di comando e controllo. La F2 Verifica da se o se attivata per tramite della F8, che le strutture sanitarie siano allertate in caso di allarme per l’eventuale evacuazione ed accettazione dei pazienti. La F2 Censimento in tempo reale anche della popolazione presente nelle strutture sociosanitarie a rischio e delle persone non auto sufficienti presenti per il tramite del P.T. e\o squadre esterne in loco; • La F9 COC Si assicura della disponibilità dei centri e aree di accoglienza e ricettive per l’assistenza alla popolazione per il tramite della F1 COC e\o con l’invio per il tramite della F3 o F7 di una squadra di sopralluogo. Predispone il sistema di allarme per gli avvisi alla popolazione e Allerta le squadre individuate per la diramazione dei messaggi e le misure adottate, qualora non previste per vario motivo la F9 COC per il tramite della F3 e\o F7 COC assicura l’informazione con un megafono. La F9 COC, per tramite della F2, F3,F7 e F4 di livello comunale, effettua il posizionamento degli uomini e mezzi per l’eventuale trasporto della popolazione nelle aree di accoglienza e la loro gestione nell’area. La F9 provvede a censire la popolazione e tramite la F2 la popolazione disabile; • LA F5 COC individua con la F1 i servizi essenziali a rischio e ne allerta i gestori per il possibile danneggiamento e intervento di ripristino; • La F7 COC Predispone la vigilanza degli edifici che potrebbero essere evacuati. Predispone ed effettua il posizionamento degli uomini e mezzi ai cancelli per il deflusso del traffico e lungo le vie di fuga della popolazione. Coordina gli interventi di soccorso tecnico;

ALLARME con Livello di allarme determinato dall’incendio boschivo in atto interno alla “fascia perimetrale” a media ed alta pericolosità o nel caso in cui le autorità preposte allo spegnimento ritengono inevitabile la propagazione del fuoco alle abitazioni\infrastrutture ovvero se i fumi sprigionati da esso rendono l’aria irrespirabile, ed essi mettono in atto i provvedimenti per la salvaguardi delle persone e dei beni emanando apposite “Ordinanze di evacuazioni della popolazione dalle abitazioni localizzate nelle aree a rischio (art.54 comma 2 del D.Lgs 267\00) secondo modalità e POS prestabilite dal Comune

• Sindaco o Vice Sindaco assicura l’attivazione del C.O.C., nel caso non si sia passati per la fase di ALLARME 1, Garantisce la presenza di un rappresentante presso il P.C.A. • F3 se volontariato F7 se F. dell’ordine; Organizza e coordina le attività delle squadre del presidio territoriale . • IL responsabile F8 o del COC Mantiene i contatti con la Regione (SOUP), la Provincia, la Prefettura-UTG; e se in ALLARME 3 con la F8 SOI. Riceve gli allertamenti trasmessi dalla Regione e/o Prefettura. • La F9 Attiva il sistema di emergenza e coordina le attività di allontanamento della popolazione dalle zone abitate individuate in accordo al D.O.S, previa Ordinanza del Sindaco. il trasporto della popolazione verso le aree di accoglienza, avviene garantendolo la priorità alle fasce più

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deboli. La F9 Provvede al censimento della popolazione allontanata per il tramite della F3 e F7. Organizza la prima assistenza e le informazioni nelle aree di attesa per il tramite rispettivamente della F2 e F3. Nell’area di attesa la F9 per il tramite della F2,F3 e F7 favorisce il ricongiungimento delle famiglie e fornisce le informazioni sull’evoluzione dell’evento e le risposte attuate. L’F9 per tramite della F3 garantisce la presenza di operatori psicologi con supporto del volontariato. Provvede alla diffusione delle norme di comportamento nella situazione in atto, tenendo in considerazione l’eventuale presenza di persone di lingua straniera. • La F8 Mantiene i contatti, e riceve gli aggiornamenti, con la SOI la Regione (SOUP), la Provincia, la Prefettura-UTG, i Comuni limitrofi, informandoli dell’avvenuta attivazione della fase di allarme. Predispone su ordine del Sindaco la conferenza stampa, con allestimento sala e convocazione stampa • La F3 con volontariato la F7 con le F.dell’Ordine Mantiene i contatti con le squadre sul posto. • La F1 Organizza sopralluoghi per la valutazione del rischio residuo e la F6 per il censimento dei danni • La F2 Coordina l’assistenza sanitaria presso le aree di attesa e di accoglienza in coordinamento sempre con la F9 • La F4 Coordina la sistemazione presso le aree di accoglienza dei materiali anche di quelli eventualmente forniti dalla Regione, dalla Provincia, dalla SOI, ecc. • La F1 Coordina, in accordo con la Sovrintendenza, il recupero e la messa in sicurezza di beni storico culturali. • La F7 dispone e gestisce uomini e mezzi presso i cancelli per il controllo del deflusso del traffico • La F7 Accerta alla F9 l’avvenuta completa evacuazione dell’aree a rischio • La F9 predispone l’allontanamento della popolazione, previa Ordinanza del Sindaco. Nelle aree di attesa e nella fase di allontanamento dovrà intervenire n° adeguato di personale specializzato nella gestione della psicologia in emergenza coadiuvato da personale del 118 o volontariato e\o Forze dell’Ordine. Rimane di competenza della SOUP la Lotta attiva all’incendio. Qualora l’incendio sia dichiaratamente pericoloso per il territorio intercomunale, quindi abbia un fronte vasto e di difficile controllo, La SOI può essere aperta sotto richiesta del Presidente del COI e\o dal Coordinatore dello stesso. In tal caso si procede con la gestione in ALLARME, con le procedure di comunicazioni tipiche dell’ALLARME 3. I Sindaci dei Comuni interessati e\o potenzialmente interessati si recano nella Sala Situazione della SOI e da Lì si attiva la gestione della Catena di comando e controllo COI\COC e l’attivazione del sistema di comunicazione per REFERENTI DI FUNZIONE. I dati per il recupero e movimentazione di materiali, mezzi e uomini per l’allontanamento dei cittadini viene effettuato dal referente della funzione interessata direttamente dal database presente in questo piano e nel piano comunale I dati per il recupero e movimentazione di materiali, mezzi e uomini per il censimento della popolazione viene effettuato dal referente della funzione F9, che prende tali info direttamente dal database presente in questo piano e\o dal database del piano comunale; I dati per il l’assistenza ai disabili e loro movimentazione nonché per il censimento loro censimento viene effettuato dal referente della funzione F9 in collaborazione con la F2, che prendono tali info direttamente dal database presente in questo piano e\o dal database del piano comunale 75

I database presente in questo piano e\o il database del piano comunale, sono entrambi elaborati nella forma dal gruppo di lavoro “volontariato mezzi e materiali” e compilati dagli uffici comunali dei Comuni afferenti al COI.

RIENTRO DALL’EMERGENZA – PASSAGGIO A FASI SUCCESSIVE E/O PRECEDENTI Il Sindaco, in accordo il D.O.S., accerta l’esistenza delle condizioni per il passaggio da una fase alla precedente, o per la conclusione dell’emergenza.

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7) RISCHIO SOCIALE

Nel territorio del Centro Operativo Intercomunale ci sono Comuni che in periodi dell’anno, organizzano eventi che vedono grandi flussi di persone in ingresso, Per il tipo di costruito e la tipologia di viabilità dei Centri Storici, per la mancanza di POS precise, per la necessità di pre-organizzare un sistema di assistenza alla popolazione in caso di evento indesiderato coincidente con un evento in cui sono previsti grossi flussi di visitatori, ed in base alla legge del 24 febbraio 1992 n. 225 istituzione del Servizio Nazionale della Protezione Civile s.m.i., per le Linee Guida sull’organizzazione Sanitaria in caso di Catastrofi Sociali a cura della Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento della Protezione Civile Servizio Emergenza Sanitaria Pubblicazione giugno 1997 n. 52. e per la Legge 12 luglio 2012, n. 100 Disposizioni urgenti per il riordino della Protezione Civile, è stato elaborato il seguente modello di intervento a cui i Comuni devono riferirsi per inserire il rischio nel piano di emergenza comunale.

7.1) Definizione dell’emergenza da gestire: L’emergenza può essere definita come una qualsiasi condizione critica che si manifesta in conseguenza ad un evento non voluto, sia esso naturale o non, (ad esempio un terremoto, un incendio, atto terroristico) che determina una situazione, potenzialmente pericolosa, per l’incolumità delle persone e dei beni pubblici e privati e che richiede interventi eccezionali ed urgenti per essere gestita. Pertanto, si può confermare che le emergenze possono derivare anche da comportamenti umani quali gli errori, le negligenze, le incurie e violazioni, o come conseguenza di eventi naturali tipo terremoti, etc.. La gestione di un’emergenza consiste nell’attuare una serie d’azioni finalizzate a contenere danni a persone o cose ed a ripristinare condizioni di normalità il più velocemente possibile. Quindi gestire l’emergenza significa, prima di tutto, gestire il momento tra il rilevamento dell’emergenza stessa e l’arrivo dei soccorsi strutturati, al fine di salvaguardare, l’incolumità delle persone e i beni presenti nella zona interessata dall’evento limitando al minimo le conseguenze negative determinate dall’evento. La gestione può anche intendersi come attuare una serie d’azioni di prevenzione atti a mitigare fattori che potenzialmente potrebbero generare emergenza. Lo scopo è di: • identificare gli scenari in cui si possono generare emergenze durante lo volgimento della manifestatone e come intervenire; • pianificare una serie d’interventi di prevenzione atti ad annullare o mitigare gli effetti non desiderati; • organizzare una struttura che possa raccogliere le informazioni, e dare una risposta rapida in caso d’emergenza

7.2) Il Modello All’approssimarsi dell’evento il Comune, per il tramite del proprio F1 deve avere le seguenti analisi ed informazioni: • Descrizione dell’evento dall’orario d’inizio a quello di fine • Descrizione dell’evento nelle sue modalità giornaliere • Percorso dell’evento • Aree d’accumulo • Strettoie di percorso, • Vie di deflusso dal percorso dell’evento e strade in sicurezza 77

• Vie di deflusso dalle aree di accumulo a strade\aree di sicurezza • Giorni, Orari d’inizio e fine evento • Giorni, Orari di massimo afflusso • Vie di deflusso per emergenza che determini ALLARME dal centro urbano in aree di attesa e accoglienza • Prescrizioni previste • I turni orari dei referenti di funzione; • Localizzazione aree di ristoro; • La presenza quali-quantitativa delle forze operative per la gestione dell’evento; • Presenza attesa della quantità di visitatori Qualora il Comune intenda richiedere supporto alla struttura intercomunale, deve 15 giorni prima dell’evento consegnare al COI le analisi e le informazioni sopra citate e 7 giorni prima effettuare briefing tra il Coordinatore del COI e le strutture organizzatrici dell’evento e l’amministrazione comunale. Due ore prima dell’Evento si prevede l’apertura del COC (per gli eventi che il Comune dichiara come a rischio sociale). La costituzione del COC con le procedure POS standard previste. Il COC è la struttura di coordinamento dei soccorsi, è in grado di interfacciarsi efficacemente con il sistema permanente di soccorso, sia sanitario che non, Provinciale e Regionale. Il Comando di Polizia Municipale e\o il Referente della F1 indicherà quali aree possono essere utilizzate per il posizionamento di punti di ristoro mobili. Tali aree devono soddisfare questi criteri non devono trovarsi a ridosso delle aree di accumulo. COC struttura: Il Coordinatore del Centro o il Sindaco vi debbono partecipare, su indicazione del Sindaco: • I Referenti di funzione; o comunque Il referente della F1, F2, F3, F7, F9 • un rappresentante del comitato della Festa; • un rappresentante della UTG;; La struttura operativa è costituita dai dipendenti comunali e/o volontari della PC e Forze dell’Ordine. F3 Coordina sul territorio le Forze del Volontariato tutte. La Forze dell’Ordine sono coordinate dal Rappresentante dell’UTG e\o comunque dal referente della F7.

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7.3) Emergenza: gli eventi che si risolvono sul posto sono trattate dal personale sul territorio. IL flusso è solo di informazione tra il capo squadra operante ed il referente della Funzione. Intervento di coordinamento del COC: si verifica un evento indesiderato, le informazioni registrate fanno prevedere danni alla persone ed alle cose, occorrono soccorsi, si devono allertare i mezzi di soccorso sanitari e non. L’emergenza si divide in 1. Localizzata: interessa un punto del percorso e la causa che ha generato l’emergenza è da ricercare in fattori propri all’evento, elementi che sono parte integrante della manifestazione (grave malore più persone lungo il percorso, rottura della macchina da festa con danno alle persone, panico localizzato per rissa, per caduta di calcinacci, ecc. ) 2. Diffusa: interessa un’area estesa del percorso e/o anche tutto il territorio comunale; la causa, che ha generato l’emergenza, è da ricercare in fattori anche esterni all’evento (evento da catastrofe naturale)

Al punto 1) l’intervento si divide in due blocchi: • Primo blocco: intervento di supporto al deflusso delle persone non direttamente interessate dall’evento ma comunque in stato psicologico alterato, supporto sanitario predisposto nella strada e\o area in sicurezza o nelle aree di attesa precedentemente individuate; Coordinatori interessati in maniera complessa: F1,F2,F3,F7, F9 Coord. COC, rappresentante UTG • Secondo blocco: intervento diretto nel perimetro dell’evento indesiderato; chiusura del tratto; elaborazione percorso alternativo; invio squadre soccorso tecnico, sanitario e di sicurezza pubblica; ripristino della sicurezza, Coordinatori interessati in maniera complessa: F1,F2,F3, F6 ,F7, e se necessario F9 Coord. COC e rappresentante UTG Al Punto 2) l’intervento si divide in 2 blocchi: • Primo blocco: intervento di supporto al deflusso delle persone, anche di quelle non interessate in maniera diretta dall’evento, supporto sanitario predisposto nella strada e\o area in sicurezza o nelle aree di attesa precedentemente individuate; invio squadre soccorso tecnico, sanitario e di sicurezza pubblica; Coordinatori interessati in maniera complessa: F1,F2,F3, F6 se necessario,F7, F9 Coord. COC, rappresentante UTG • Secondo blocco: intervento diretto nel perimetro dell’evento indesiderato; chiusura del tratto; elaborazione percorso alternativo; ripristino della sicurezza; deflusso della popolazione in aree di protezione civile per i residenti, deflusso dal perimetro del Centro Urbano per i visitatori; Coordinatori interessati in maniera complessa: F1,F2,F3, F6,F7, se necessario F9 Coord. COC, rappresentante UTG

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L’emergenza può derivare da • Catastrofe naturale; Fenomeni connessi ad alterazioni ambientali, spontanee o provocate dall’uomo. • Catastrofe sociali; Situazioni legate alla vita sociale dell’uomo, intesa come esigenze ed occasioni di svago, cultura o di lavoro.

Le due tipologie d’emergenza, sopra citate, assumono aspetti importanti in relazione al numero dei presenti che diventa un aspetto determinante. In queste condizioni la pianificazione per affrontare questi contesti, che si manifestano all’improvviso, non potendo la risposta basarsi su un rapporto ottimale tra i presenti ed i mezzi da mettere a disposizione, va articolata su due direttrici: • pianificazione di azioni di prevenzione e informazione che assicurino una risposta rapida dei soccorsi. • risposta sanitaria immediata, utilizzando la metodologia e le tecniche riportate el presente documento e\o nei documenti comunali.

7.3.1) Emergenze provocate da catastrofe naturale Condizioni meteorologiche Le condizioni meteorologiche possono compromettere il regolare svolgimento della manifestazione

7.3.2) Manifestazione Temporalesca Il rischio va affrontato con la prevenzione Si analizzano i bollettini meteorologici del territorio, emessi dalla Protezione Civile Regionale, per i giorni della manifestazione. In relazione delle previsioni, con riferimento, ai livelli di rischio definiti dalla P.C. Regionale il responsabile del servizio di Protezione civile comunale, nei giorni precedenti la manifestazione, segnala al Sindaco gli eventuali rischi prevedibili. In casi particolari, con un elevato e prolungato rischio nel tempo, si può anche giungere alla sospensione temporanea della manifestazione. Qualora il manifestarsi delle precipitazioni sia improvviso e con carattere violento si deve procedere secondo il modello di intervento “fenomeni temporaleschi improvvisi”, con l’allontanamento ordinato dei visitatori dal territorio Comunale. L’allontanamento deve procedere con il supporto delle forze presenti che eseguono a distanza tra un Presidio ed il successivo un cordone di indirizzo verso la via di fuga (F3 e F7) e comunque verso l’area di parcheggio delle macchine. Le navette qualora presenti, dovranno partire a distanza temporale non troppo ravvicinata e far salire con supporto del volontariato prima le famiglie con bambini e persone disabili. Per i Residenti si deve regolare il deflusso verso le via di fuga interne per consentirne il rientro in casa.

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7.3.3) Onda di calore Questa si può verificare, nella sua pericolosità in relazione ai bollettini della Protezione Civile Regionale in casi particolari, con un elevato e prolungato rischio nel tempo, si può procedere all’informazione della popolazione tramite le squadre sanitarie che saranno messe dalla F2 nei luoghi di flusso principali I rischi sono in particolare per gli anziani ed i bambini. Per ondata di calore con singolo interessato si procede con POS tipiche dell’evento localizzato. Per evento con più soggetti si deve provvede con le POS dell’evento diffuso.

7.3.4) Emergenza terremoto Il territorio del COI è in zona sismica. Molte delle manifestazioni con rischio sociale si svolgono in Comuni ove la viabilità del Centro storico è estremamente limitata in larghezza e non Vi sono Censimenti aggiornati su azioni di miglioramento sismico o rafforzamento locale, che possano far supporre un aumento della resilienza degli edifici ad un evento sismico. Caratteristiche: Emergenza sociale Diffusa. Per eventi di intensità tale da creare danneggiamenti e crolli di beni immobili e la presenza di persone ferite e\o morte e\o potenzialmente interessate da crolli anche parziali, ALLARME 3 anche senza richiesta da parte del Comune Per eventi di intensità tale che il fattore da gestire sia la Popolazione ferita da caduta non diffusa di calcinacci e parti di tetto, e popolazione presa dal Panico ALLARME 3, anche senza richiesta da parte del Comune, Per eventi di intensità tale che il fattore da gestire sia la Popolazione presa dal Panico, ALLARME immediato; Si deve celermente spostare la Popolazione nelle aree di Attesa. La F6 predispone immediato accertamento delle condizioni del centro urbano per sicurezza. La popolazione deve essere assistita da F9 che coordina la F2,F3 e F7. Non appena sia stato dato il via libera da un operatore specializzato in psicologia dell’emergenza, la popolazione deve essere divisa. I visitatori saranno fatti allontanare dal Centro Abitato per le vie di deflusso fino al Primo Casello autostradale. La popolazione residente, non appena ricevuto il benestare della F6 e da un operatore specializzato in psicologia dell’emergenza viene fatta rientrare nelle proprie abitazioni. La Catena di Comando e controllo seguirà le normali POS di comunicazione ed operative e di gestione dell’emergenza.

7.4) Quantità minima di Soccorritori Sanitari Le linee guida indicano che durante le manifestazioni pubbliche il rapporto tra la squadra sanitaria e gli spettatori deve rispettare il seguenti parametri: fino a 5.000 spettatori - 1 squadra sanitaria; da 5.000 a 10.000 - 2 squadre sanitarie; da 10.000 a 20.000 - 3 squadre sanitarie. In particolare, sulla stima delle persone presenti nei vari momenti della manifestazione.

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Riferimenti per l’attivazione del Volontariato di protezione civile

Indirizzi operativi volti ad assicurare l'unitaria partecipazione delle organizzazioni di volontariato all'attività di protezione civile IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI Visti gli articoli 117 e 118 della Costituzione; Vista la legge 24 febbraio 1992, n. 225, e successive modifiche ed integrazioni e, in particolare, l'articolo 18, che al comma 1 disciplina le modalità per promuovere la più ampia partecipazione delle organizzazioni di volontariato di Protezione Civile alle attività di previsione, prevenzione e soccorso in vista o in occasione di calamità naturali, catastrofi o degli altri eventi oggetto della legge medesima, e che al comma 3 rinvia la definizione dei modi e delle forme di partecipazione delle organizzazioni di volontariato alle attività di Protezione Civile ad un apposito regolamento, da emanarsi con decreto del Presidente della Repubblica secondo le procedure di cui all'articolo 17 della legge 23 agosto 1988, n. 400; Visto il decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112, recante «Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle regioni e agli enti locali, in attuazione del capo I della legge 15 marzo 1997, n. 59» e, in particolare, l'articolo 107, comma 1, che stabilisce la competenza dello Stato in materia di indirizzo, promozione e coordinamento delle attività delle amministrazioni dello Stato, centrali e periferiche, delle regioni, delle province, dei comuni, delle comunità montane, degli enti pubblici nazionali e territoriali e di ogni altra istituzione ed organizzazione pubblica e privata presente sul territorio nazionale in materia di Protezione Civile, e l'articolo 108, comma 1, lettera a), punto 7), che attribuisce alle regioni le funzioni relative agli interventi per l'organizzazione e l'utilizzo del volontariato; Visto il decreto del Presidente della Repubblica 8 febbraio 2001, n. 194, recante «Regolamento recante nuova disciplina della partecipazione delle organizzazioni di volontariato alle attivita' di Protezione Civile», con il quale e' stata data attuazione alla richiamata disposizione contenute nell'articolo 18, comma 3, della legge n. 225/1992; Considerato che il predetto Regolamento contiene la disciplina generale delle modalita' di partecipazione delle organizzazioni di volontariato alle attivita' di Protezione Civile relativamente alla definizione e al riconoscimento delle diverse tipologie di organizzazioni di volontariato di Protezione Civile, alla promozione e realizzazione delle attività formative ed addestrative finalizzate al miglioramento della capacita' operative delle organizzazioni e dei volontari ad esse appartenenti, nonche' alla partecipazione delle organizzazioni alle attivita' operative in vista o in occasione degli eventi di cui all'articolo 2, della legge n. 225/1992; Visto l'articolo 5, comma 2, del decreto-legge 7 settembre 2001, n. 343, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 novembre 2001, n. 401, e successiva modificazioni ed integrazione, recante «Disposizioni urgenti per assicurare il coordinamento operativo delle strutture preposte alle attività di Protezione Civile e per migliorare le strutture logistiche nel settore della difesa civile», che prevede, in particolare, che il Presidente del Consiglio dei Ministri predispone gli indirizzi operativi dei programmi di previsione e prevenzione dei rischi, nonche' i programmi nazionali di soccorso e i piani per l'attuazione delle conseguenti misure di emergenza, di intesa con le regioni e gli enti locali; Visto l'articolo 8, comma 1, del decreto-legge 31 maggio 2005, n. 90, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 luglio 2005, n. 152, che prevede che il Presidente del Consiglio dei Ministri, al fine di assicurare l'unitaria partecipazione delle organizzazioni di volontariato all'attivita' di Protezione Civile, predispone i relativi indirizzi operativi ai sensi dell'articolo 5, comma 2, del decreto-legge 7 settembre 2001, n. 343, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 novembre 2001, n. 401; Ritenuto necessario adottare i predetti indirizzi operativi, anche al fine di migliorare il coordinamento operativo nelle attivita' del volontariato di Protezione Civile, precisando, anche alla luce dell'applicazione pratica riscontrata a partire dall'entrata in vigore del Regolamento medesimo, ambiti operativi e modalita' di attuazione di talune delle disposizioni in esso contenute; Dato atto che sono comunque fatte salve le competenze delle Province Autonome di Trento e di Bolzano secondo quanto previsto dallo Statuto speciale di cui al decreto del Presidente della Repubblica 31 agosto 1972, n. 670, e relative norme di attuazione; Viste le note del 5 marzo 2012, del 29 marzo 2012 e del 20 febbraio 2012 con le quali hanno espresso il proprio parere favorevole, rispettivamente, il Presidente della Consulta Nazionale delle Organizzazioni di Volontariato di Protezione Civile, istituita con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri in data 25 gennaio 82

2008, il Commissario Straordinario della Croce Rossa Italiana ed il Presidente del Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico, per quanto di interesse delle due strutture operative; Considerato che taluni temi trattati nei presenti indirizzi operativi sono stati oggetto di approfondimento in occasione degli «Stati Generali del Volontariato di Protezione Civile», svoltisi a Roma dal 13 al 15 aprile 2012 e che nel documento conclusivo approvato dall'assemblea dei delegati sono contenuti auspici conformi al contenuto dei medesimi; Acquisita l'intesa della Conferenza Unificata istituita con il decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, nella seduta del giorno 21 giugno 2012; Adotta i seguenti indirizzi operativi finalizzati ad assicurare l'unitaria partecipazione delle organizzazioni di volontariato all'attività di Protezione Civile Premesse e finalità. Il volontariato di Protezione Civile costituisce una componente fondamentale del Servizio nazionale della Protezione Civile e dei sistemi regionali e locali che lo compongono. La qualificazione come struttura operativa consente alle organizzazioni di volontariato di Protezione Civile di prendere attivamente parte a tutte le attivita' previste dalla legge: la previsione, la prevenzione, l'intervento di soccorso ed il supporto per il rapido ritorno alle normali condizioni di vita nei territori interessati. La legislazione tutela l'autonomia del volontariato, anche nel particolare settore della Protezione Civile, e pone la sua promozione tra gli obiettivi primari in capo allo Stato, alle Regioni e agli Enti locali. Il Regolamento adottato con il decreto del Presidente della Repubblica 8 febbraio 2001, n. 194, (di seguito «Regolamento») e' uno strumento di straordinaria efficacia per assicurare la piena partecipazione delle organizzazioni di volontariato agli interventi in emergenza, alle attivita' di previsione e prevenzione dei rischi nonche' a quelle di pianificazione delle emergenze. Gli istituti in esso contenuti hanno consentito di conseguire risultati positivi sia nelle attivita' preparatorie e formative che in quelle di intervento operativo, anche nelle emergenze di piu' vaste dimensioni. E' ora necessario procedere al consolidamento dei risultati conseguiti ed alla contestuale stabilizzazione del ruolo del volontariato di Protezione Civile nell'ambito del Servizio nazionale istituito nel 1992. I presenti indirizzi operativi si focalizzano sulla partecipazione delle organizzazioni di volontariato di Protezione Civile, nelle diverse forme associative che la legge consente, alle attivita' di previsione, prevenzione e soccorso da svolgere in vista o in occasione degli eventi individuati dall'articolo 2, comma 1, della legge 24 febbraio 1992, n. 225, nonche' alle attivita' di formazione ed addestramento nella stessa materia. Gli eventi individuati dalla predetta disposizione sono articolati in tre tipologie, le prime due delle quali (lettere a. e b.) possono essere attribuite latu sensu al mondo dell'operativita' su scala locale o regionale. L'ultima (lettera c.) e', invece, rappresentativa del mondo dell'operativita' su scala nazionale. Nelle more della piena attuazione delle disposizioni contenute in materia di Protezione Civile nel cosiddetto «federalismo amministrativo», varato con la legge 15 marzo 1997, n. 59, e successive modifiche ed integrazioni, nonche' disciplinato dagli articoli 107 e 108 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112, il regolamento ha ritenuto opportuno assimilare ed omogeneizzare la trattazione di tutte le attivita' da svolgersi a cura dei volontari di Protezione Civile, indipendentemente dall'ambito territoriale ed operativo di riferimento, introducendo un apposito periodo di supplenza dello Stato, in attesa che, secondo quanto previsto dall'articolo 15 del decreto del Presidente della Repubblica n. 194/2001, le Regioni e le Province Autonome legiferassero sul tema, garantendo la piena funzionalita' degli istituti contenuti nel regolamento anche a livello locale. Tutto cio' premesso, in attuazione di quanto previsto dall'articolo 5, comma 5, del decreto-legge 7 settembre 2001, n. 343, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 novembre 2001, n. 401 e dall'articolo 8, comma 1, del decreto-legge 31 maggio 2005, n. 90, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 luglio 2005, n. 152, al fine di assicurare l'unitaria partecipazione delle organizzazioni di volontariato all'attivita' di Protezione Civile, nel predetto quadro ordinamentale vengono emanati specifici indirizzi operativi con l'obiettivo di perseguire le seguenti finalita': • valorizzare la partecipazione delle organizzazioni nello svolgimento di tutte le attivita' previste dalla legge n. 225/1992;

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• promuovere l'assunzione da parte delle Regioni e degli Enti locali della piena responsabilita' delle funzioni ad esse attribuite dalle disposizioni vigenti in materia di organizzazione ed impiego del volontariato di Protezione Civile, dando attuazione a quanto previsto dall'articolo 15 del Regolamento; • semplificare ed agevolare l'applicazione degli istituti contenuti nel Regolamento, con particolare riguardo alle disposizioni previste dagli articoli 8, 9 e 10 e finalizzate a consentire la piena partecipazione delle organizzazioni alle attivita' di previsione, prevenzione ed intervento in vista o in occasione degli eventi oggetto della legge n. 225/1992, nonche' le attivita' formative ed addestrative nei medesimi campi; • promuovere l'integrazione dei sistemi di riconoscimento e coordinamento delle organizzazioni di competenza dello Stato e delle Regioni, riconfigurando in tal senso la struttura dell'elenco nazionale previsto dall'articolo 1 del Regolamento. Benefici normativi a favore dei volontari di Protezione Civile e delle loro organizzazioni (Articoli 9 e 10 d.P.R. n. 194/2001) Casi particolari - Specifiche tipologie di eventi di rilievo regionale o locale Sulla base dell'analisi delle questioni trattate negli ultimi anni si ritiene opportuno fornire indicazioni specifiche relativamente a due specifiche tipologie di eventi di rilievo regionale o locale: - eventi diversi dalle emergenze che, seppure concentrati in ambito territoriale limitato, possono comportare un rilevante impatto con possibili rischi per la pubblica e privata incolumita' (eventi a rilevante impatto locale); - attivita' di ricerca di persone disperse al di fuori dei contesti previsti dalla legge n. 225/1992 e in ambiente diverso da quello montano o impervio. In occasione di tali eventi, l'eventuale applicazione dei benefici normativi previsti dagli articoli 9 e 10 del Regolamento avviene secondo le modalita' indicate al precedente paragrafo 2.2.2. Eventi a rilevante impatto locale La realizzazione di eventi che seppure circoscritti al territorio di un solo comune, o di sue parti, possono comportare grave rischio per la pubblica e privata incolumita' in ragione dell'eccezionale afflusso di persone ovvero della scarsita' o insufficienza delle vie di fuga possono richiedere l'attivazione, a livello comunale, del piano di Protezione Civile, con l'attivazione di tutte o parte delle funzioni di supporto in esso previste e l'istituzione temporanea del Centro Operativo Comunale (C.O.C.). In tali circostanze e' consentito ricorrere all'impiego delle organizzazioni di volontariato di Protezione Civile, che potranno essere chiamate a svolgere i compiti ad esse affidati nella summenzionata pianificazione comunale, ovvero altre attivita' specifiche a supporto dell'ordinata gestione dell'evento, su richiesta dell'Amministrazione Comunale. L'attivazione del piano comunale di Protezione Civile e l'istituzione del C.O.C. costituiscono il presupposto essenziale in base al quale l'Amministrazione Comunale puo' disporre l'attivazione delle organizzazioni iscritte nell'elenco territoriale ed afferenti al proprio Comune nonche', ove necessario, avanzare richiesta alla Regione territorialmente competente per l'attivazione di altre organizzazioni provenienti dall'ambito regionale e per l'autorizzazione all'applicazione dei benefici normativi previsti dagli articoli 9 e 10 del Regolamento. In tale contesto sara' necessario anche determinare con chiarezza il soggetto incaricato del coordinamento operativo delle organizzazioni di volontariato. In considerazione della particolarita' dell'attivita' di cui trattasi, si raccomanda di contenere il numero delle autorizzazioni all'applicazione dell'articolo 9 ai soli casi strettamente necessari per l'attivazione del piano di Protezione Civile comunale. L'attivazione della pianificazione comunale non deve interferire con le normali procedure previste da altre normative di settore in relazione alle modalita' di autorizzazione e svolgimento di eventi pubblici. Qualora l'evento sia promosso da soggetti diversi dall'Amministrazione Comunale e aventi scopo di lucro, permanendo le condizioni oggettive di rischio sopra richiamate, l'attivazione della pianificazione comunale ed il coinvolgimento delle organizzazioni dell'area interessata e' consentito, avendo tuttavia cura che i soggetti promotori concorrono alla copertura degli oneri derivanti dall'eventuale applicazione dei benefici previsti dagli articoli 9 e 10 del Regolamento.

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8) RISCHIO BlackOut

Questo rischio è connesso generalmente a rischi quali • Sismico • Meteorologico • Idrogeologico Esso può anche verificarsi singolarmente senza essere connesso direttamente con i rischi sopra elencati

Questo particolare rischio sarà quindi allacciato agli altri nelle • POS di interfaccia P.O.- P.T. • POS di monitoraggio da parte del P.T. • POS di comunicazione tra i referenti di funzione dei livelli COC\COI • POS di interfaccia con F3 volontari F7 Forze dell’Ordine • POS d’assistenza alla popolazione e per sistemazioni temporanee alternative

In fase di normalità ogni amministrazione comunale deve provvedere nell’acquisto di mezzo idoneo a garantire, anche in caso di balckout generalizzato, l’erogazione della corrente della Propria struttura comunale di coordinamento, ossia del COC. Deve provvede nel censire le persone disabili (F2) con particolare riferimento a quelle persone per cui la mancanza di corrente prolungata potrebbe creare un rischio maggiore rispetto agli altri cittadini, fino anche al pericolo di vita per problemi di salute.

8.1 Scenario di evento e POS

1) L’evento balckout può verificarsi per collegamento diretto con altri rischi 2) L’evento balckout può verificarsi non connesso ad altri rischi 3) L’evento balckout può verificarsi a livello locale o diffuso

8.2 Blackout collegato ad altri rischi e POS

In questo particolare caso il sistema comunale e\o intercomunale si trova per la gestione dell’emergenza, connaturata ad un rischio, ad un livello di Pre- Allarme o Allarme. Al verificarsi del balckout il livello di allarme deve essere ALLARME 2 o 3. In questa fase particolare il livello Comunale ha • già attivo il COC con le relative funzioni;

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• messo in funzione il sistema di monitoraggio del territorio da parte del P.T. e\o P.T.I.; • attivato le funzioni, ognuna per le proprie attività, nel predisporre i piani di intervento; • attivato le funzioni, ognuna per le proprie attività, nelle relative verifiche di efficienza ed efficacia di ruolo; • Attivato i P.T. Attività COC\COI Tutti i referenti di funzioni sia COC che COI al momento del ricevimento di una chiamata di soccorso e\o indicazione di un intervento da eseguire, da parte della cittadinanza e\o al recepimento di tali info dal proprio P.T. devono: 1) verbalizzare nell’allegato 8 la comunicazione. 2) L’allegato 8 è un file word su cui il referente dovrà annotare info su tutti i campi. 3) Nel momento dell’attivazione della omologa funzione, ma di livello COI, il referente COC spedisce mezzo Mail e\o fax l’allegato 8 compilato 3.1) qualora anche la sala operativa dovesse essere sprovvista di corrente elettrica il referente di funzione COC comunica le info dell’allegato 8 tramite cellullare o telefono fisso Procedure specifiche: • La F9 indirizza, tramite il censimento eseguito in periodo ordinario, i P.T della F3 e\o la F7 nelle zone ove si ha dato certo di presenza della persona non autosufficiente, a seguire le funzioni 3 e 7 dovranno eseguire tramite i P.T. attento controllo dei tutto il centro urbano. • I P.T. devono relazionare gli esiti in maniera continuativa alle funzioni relative. • I referenti di F3 e F7 al recepimento delle info, per il tramite dell’ausiliare di sala, compilano l’allegato 8 dandone costante aggiornamento alla F9 e consegnandone i dati ad ogni aumento di domanda di soccorso • La F9 comunica alla F5 l’elenco degli interventi • La F1 determina percorsi migliori per il transito dei soccorsi e determina se necessario creare i cancelli. • La F5 attiva la comunicazione con l’ente gestore per determinare il grado di risposta dello stesso in termini di efficacia e tempistiche per ogni singolo intervento richiesto • La F5 comunica all’ente gestore le priorità • la F5 nella propria checklist degli interventi annota le tempistiche di intervento dell’ente gestore e gli interventi da essi coperti • La F5 evidenzia alla F9 gli interventi su cui l’ente gestore non riesce a garantire una risoluzione con tempi idonei o comunque con tempi di sicurezza per le persone non autosufficienti • La F2 si coordina con la F9 COC per elaborare il piano di soccorso delle persone non autosufficienti e\o diversamente abili e a seguire di tutte le richieste evidenziate dalla F5 come non risolvibili dall’ente gestore con tempi idonei o di sicurezza per le persone non autosufficienti • La F9 esegue tramite la F4 COC il rapporto: materiali utili persone con necessità La F4COC utilizza il proprio database materiali e mezzi per valutare l’esito del rapporto. qualora tale rapporto risulti essere positivo la F4 fa convocare i P.T., con personale idoneo, e consegna alle squadre il materiale ed i mezzi necessari richiesti dalla F9. La F9 da ai P.T. la lista degli interventi da eseguire con le priorità.

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qualora tale rapporto risulti invece essere negativo la F4 deve comunicare tale esito al Coordinatore del COC il quale, esaminati i fatti con il Sindaco, esso decide se: • contattare ditte anche non convenzionate presenti sul territorio • passare dal livello di allarme 2 al 3 con richiesta di attivazione delle Comunicazioni con la SOI e conseguentemente la relativa comunicazioni referente su referente • Al passaggio di livello ad ALLARME 3 la F8 COC Comunica secondo le POS descritte nel cap. 3 la decisione del Sindaco al COI • Il Sindaco si reca presso la Sala Situazioni • IL referente della F4 contatta l’omologa F4 del COI per chiedere i mezzi ed i materiali necessari • La F4 COI utilizza il proprio database materiali e mezzi e contatta in base alla disponibilità riscontrata sul documento, le F4 COC o se non aperto il COC, i P.O.. Se i Comuni contattati non hanno aperto neanche il livello base per la gestione dell’emergenza, la F4 COI contatta il Sindaco del Comune a cui deve fare richiesta • Il referente F9 COC, con 1 assistente di sala dedicato, crea contemporaneamente all’evoluzione dell’evento una checklist degli interventi e relativa priorità, Allegato 8 “checklist interventi” da comunicare alla F9 COI • La F5 COI comunica con la F5 del CCS per gli aggiornamenti sullo stato del balckout e ne da informazione alla F8COI la quale provvede per mezzo mail, se tutti i COC hanno corrente elettrica, o tramite le vie brevi in caso contrario alle funzioni omologhe di livello COC • Le funzioni F3 e F7 continuano l’azioni di coordinamento dei P.T. e fanno richiesta qualora necessario alle omologhe funzioni COI di supporto per aumento numerico dei P.T. o per richiesta di personale specializzato utile al superamento dell’emergenza in atto. • La F9 COC analizzato le info prese dalla F8 COC e tenuta in aggiornamento dalla F8 COI la quale fornisce in primis le tempistiche di ripristino date dalla F5 del CCS e poi l’evoluzione sulla situazione del blackout, • La F1 COC determina percorsi migliori per il transito dei soccorsi e determina se necessario creare i cancelli e lo comunica alla F1 COI la quale lo comunica alle funzioni 3 e 7 COI. Quest’ultime provvedono ad informare le omologhe funzione COC • La F9 determina qualora l’evento ha carattere severo e con tempi lunghi di sistemare la popolazione richiedente in strutture ricettive. la F9 COC in contatto con il Sindaco del proprio Comune, determina se eseguire tale azione. La F9 COI quindi provvede nel contattare le strutture ricettive presenti in altri Comuni attraverso le omologhe funzioni COC o se non attive attraverso i Sindaco. Le strutture da contattare sono contenute negli allegati dei piani Comunali. • La F8 Predispone su ordine del Sindaco la conferenza stampa, con allestimento sala e convocazione stampa

Tramite questo meccanismo si gestisce l’evento con scale di priorità d’intervento, si mantiene una rete di comunicazione nel territorio per il reperimento di uomini-materiali e mezzi utili al superamento dell’emergenza, si crea l’interfaccia con il livello di coordinamento Prefettura, si mantiene un contatto con l’ente gestore in maniera dettagliata e di efficienza sotto il profilo delle tempistiche delle risposte e di gestione delle richieste di soccorso non superabili. Si mantiene un quadro generale delle richieste ed una maggior organizzazione delle risposte e si aumenta la velocità delle richieste lungo la catena di Co.Co.

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8.3 Blackout non connesso ad altri rischi e POS IL Sindaco contatta l’ente gestore per determinare l’entità dell’evento in tempi e grado di severità. Il Sindaco deve quindi ottenere una risposta chiara dall’ente prima di poter decidere di: 1) attivare il P.O. ed il P.T. per controllo delle persone autosufficienti e\o diversamente abili e per un controllo generico su tutto il territorio. a. Se L’ente gestore ha determinato la durata dell’evento essere inferiore alle 8 ore e di bassa severità 2) Attivare il COC funzioni F2, F3, F7,F4,F9 in Allarme 2 o attivare tutte le funzioni qualora vi siano problematiche legate alla presenza di persone vulnerabili a. Se L’ente gestore ha determinato la durata dell’evento essere superiore alle 8 ore ma comunque inferiore alle 24 ore e di medio\ alta severità 3) Attivare il COC con tutte le funzioni in Allarme 3 a. Se L’ente gestore non sa determinare la durata dell’evento Al punto 1) Il Sindaco ordina: • al personale presente in Comune di attivare il COC e di predisporre il P.T. • IL Sindaco avverte per le vie brevi il Presidente del COI • IL COC attiva il P.T operativamente per la predisposizione di un gruppo elettrogeno per l’erogazione della corrente nel posto di coordinamento (sede COC in genere) • Il COC fa partire il sistema di comunicazione verso l’ente erogatore del servizio interrotto, tramite mail invia i modelli compilati, allegati 3 e 4, lungo la Catena di Co.Co. • IL COC da le coordinate al P.T. delle zone in cui sono presenti persone non autosufficienti e\o diversamente abili per avere notizie dello stato di salute e ordina il percorso per il controllo generale • Il COC chiede informazioni all’ente gestore dell’andamento dell’evento e con il Sindaco determinano se l’evoluzione sia negativa quindi prevedere la continuità delle attività del COC o invece positiva con la chiusura dello stesso al rientro delle fasi emergenziali.

Al punto 2) e 3) le POS sono quelle al paragrafo 8.2 in quanto non vi è pre-allarme e la gestione avviene con le stesse modalità operative e di comunicazione Al ristabilirsi della situazione di normalità nel territorio il COC o P.O. deve comunicare lungo la catena di Co.Co. il passaggio di allertamento da pre- allarme-allarme a normalità.

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9) Rischio industrie ad incidente rilevante

La nuova normativa di settore (D.Lgs. 334/1999) è più chiara della precedente (D.P.R. 175/88) e impone al gestore, fra gli altri adempimenti, anche quello di fornire all’Autorità Preposta (Prefetto, salve eventuali diverse attribuzioni derivanti dall’attuazione dell’art.72 del D.Lgs. 112/98 e dalle normative per le province autonome di Trento e Bolzano e regioni a statuto speciale), tutti i dati di interesse per predisporre il PEE (Piano di Emergenza Esterno), con particolare riguardo alla redazione del Rapporto di Sicurezza e della Scheda informativa per la popolazione di cui all’allegato V del D.Lgs.334/99.

IL COI si rifà fedelmente, per la pianificazione di questo rischio e per la creazione del modello di intervento, al D.P.C.M. 25 febbraio 2005 (S.O. n.40 alla G.U. n.62 del 16 marzo 2005) “DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 25 febbraio 2005 Linee Guida per la predisposizione del piano d'emergenza esterna di cui all'articolo 20, comma 4, del decreto legislativo 17 agosto 1999, n. 334.” Questo documento affronta anche il tema del linguaggio della pianificazione di emergenza esterna nel rischio industriale al fine di favorirne l’uniformità sul territorio nazionale, agevolando le attività di controllo e di coordinamento delle Amministrazioni centrali e periferiche coinvolte nell’attuazione del D.Lgs.334/1999. Queste Linee guida costituiscono, altresì, un utile riferimento per la stesura di un piano di emergenza per altre attività produttive.

L’efficacia di un PEE si può valutare in funzione della capacità di rispondere in modo tempestivo ad una emergenza industriale senza far subire alla popolazione esposta gli effetti dannosi dell’evento incidentale atteso ovvero mitigando le conseguenze di esso attraverso la riduzione dei danni. I requisiti minimi che concorrono a rendere efficace un PEE riguardano i tre elementi di seguito descritti che devono essere contemporaneamente presenti nel documento di pianificazione: • sistemi di allarme - indispensabili per avvertire la popolazione e i soccorritori del pericolo incombente; • informazione alla popolazione - effettuata dal Sindaco per rendere noti tutti i dati relativi alle sostanze pericolose, agli incidenti rilevanti e agli effetti di questi sulla salute umana nonché alle misure di autoprotezione e alle norme comportamentali da assumere in caso di emergenza; • vulnerabilità territoriale – cartografia degli elementi

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Il perseguimento degli obiettivi enunciati dal D.Lgs.334/1999 richiede l’attivazione di un insieme di attività da parte dei vari soggetti pubblici e privati –indicati nella norma– al fine di prevenire gli incidenti rilevanti connessi a determinate sostanze pericolose e di ridurre e mitigare le conseguenze di tali incidenti sulla salute umana e sull’ambiente. Per minimizzare le conseguenze provocate da tali eventi incidentali è prevista la redazione di appositi piani di emergenza: interni (PEI) ed esterni (PEE) allo stabilimento industriale. I primi sono volti a individuare le azioni da compiere, in caso di emergenza, da parte del gestore e dei suoi dipendenti, mentre i PEE organizzano e coordinano azioni e interventi di tutti i soggetti coinvolti nella gestione degli incidenti rilevanti, raccordandosi con i PEI. I PEI sono predisposti dai gestori degli stabilimenti ai sensi dell’art. 11 del D.Lgs. 334/1999, mentre i PEE sono compito esclusivo dell’AP, ai sensi dell’art. 20 dello stesso decreto.

Il PEE è predisposto dall’AP d’intesa con la Regione e gli enti locali interessati, previa consultazione della popolazione da concordare con il Sindaco, fino all’individuazione delle forme di consultazione di cui all’art.20, comma 6, del D.Lgs. 334/1999. individuano le zone a rischio ove presumibilmente ricadranno gli effetti nocivi dell’evento atteso. Il PEE è costruito con una serie di dati reperiti presso le regioni e i vari enti locali, nonché con le informazioni fornite dal gestore dello stabilimento riportate nel Rapporto di Sicurezza (RdS) e nella Scheda informativa di cui all’allegato V del D.Lgs.334/1999 (portata a conoscenza della popolazione a cura del Sindaco).

In Fase di Normalità i Comuni che abbiano nel proprio territorio industrie ad incidente rilevante

9.1) Le tre Zone di rischio Dall’Autorità Preposta sono individuate 3 zone a rischio. Le prime due sono denominate di “sicuro impatto e di danno”, contigue allo stabilimento industriale e sulle quali possono ricadere gli effetti dannosi di un evento incidentale. La terza zona è detta di attenzione. Delimitazione delle zone a rischio “Attenzione” riveste importanza solo nel caso in cui si considerano gli effetti acuti sull’uomo in relazione a scenari di dispersione atmosferica di rilasci tossici e qualora nel territorio di interesse siano presenti centri sensibili.

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9.2) Comunicazione e POS referenti di funzione ALLARME F1 - TECNICA E DI PIANIFICAZIONE dovrà mantenere e coordinare tutti i rapporti tra le varie componenti scientifiche e tecniche per l’interpretazione fisica del fenomeno e dei dati relativi alle reti di monitoraggio. Attiva i percorsi viari alternativi e stabilisce il luogo delle cancellazioni. F 2 - SANITÀ, ASSISTENZA SOCIALE E VETERINARIA Fase di normalità: Particolare cura dovrebbe essere prestata a divulgare una informativa agli ospedali locali per far conoscere a priori il possibile scenario incidentale e le sostanze che eventualmente potrebbero essere coinvolte nell’incidente. Ciò permetterebbe una preparazione alla gestione dell’emergenza in modo mirato dal punto di vista delle cure e degli antidoti da somministrare ai feriti e agli intossicati. In ALLARME: Attivare l’organizzazione necessaria per la tipologia dell’evento verificatosi. F3- VOLONTARIATO Fase di normalità: Il coordinatore provvederà, in «tempo di pace», ad organizzare esercitazioni congiunte con altre forze preposte all’emergenza al fine di verificare le capacità organizzative ed operative delle suddette Organizzazioni. In ALLARME: presupposto essenziale per la partecipazione del Volontariato all’emergenze di natura chimica è il grado di qualificazione e specializzazione tecnica del personale che deve operare munito dei Dispositivi di Protezione Individuale di legge. Coadiuva la F9 per l’allontanamento della popolazione. F4 - MATERIALI E MEZZI Fase di normalità: Censisce i materiali ed i mezzi in dotazione alle amministrazioni; sono censimenti che debbono essere aggiornati costantemente per passare così dalla concezione del “censimento” delle risorse alla concezione di “disponibilità” delle risorse. Questa funzione deve verificare la disponibilità o reperibilità (anche attraverso convenzioni) dei materiali e mezzi specifici per i singoli eventi incidentali. In ALLARME: Si tratta di avere un quadro delle risorse suddivise per aree di stoccaggio. Per ogni risorsa si deve prevedere il tipo di trasporto ed il tempo di arrivo nell’area dell’intervento. Alla gestione di tale funzione concorrono i materiali e mezzi comunque disponibili. Nel caso in cui la richiesta di materiali e/o mezzi non possa essere fronteggiata a livello locale, il coordinatore rivolgerà richiesta a livello centrale. F5 - SERVIZI ESSENZIALI Aggiorna la situazione circa l’efficienza e gli interventi sulla rete. Coordina il personale addetto al ripristino delle linee e/o delle utenze. Gestisce le emergenze circa l’erogazione dei servizi essenziali con particolare riguardo nel ripristino dei servizi in immobili ove risiedono persone disabili o non autosufficienti F6 - CENSIMENTO DANNI A PERSONE E COSE Effettua censimento dei danni a persone e cose riveste particolare importanza al fine di fotografare la situazione determinatasi a seguito dell’evento calamitoso, coordinandosi con la F7, per determinare sulla base dei risultati riassunti in schede riepilogative gli interventi d’emergenza. Il responsabile della suddetta funzione, al verificarsi dell’evento calamitoso, dovrà effettuare un censimento dei danni riferito a: • persone • edifici pubblici 91

• edifici privati • impianti industriali • servizi essenziali • attività produttive • opere di interesse culturale • infrastrutture pubbliche • agricoltura e zootecnia Per il censimento di quanto descritto il coordinatore di questa funzione si potrà avvalere di funzionari dell’Ufficio Tecnico del Comune o del COI in allarme 3 o del Genio Civile e di esperti del settore sanitario, industriale e commerciale. E’ ipotizzabile l’impiego di squadre miste di tecnici per le verifiche speditive di stabilità che dovranno essere effettuate in tempi necessariamente ristretti. si evidenzia che devono essere individuati anche i danni ambientali intesi come inquinamento o degrado delle differenti matrici ambientali. A tale scopo, ci si dovrà avvalere di esperti ambientali. F7 - STRUTTURE OPERATIVE Il responsabile della suddetta funzione, dovrà coordinare le varie strutture operative presenti sul posto • Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco • Forze Armate • Forze dell’Ordine • Corpo Forestale dello Stato • Servizi Tecnici Nazionali • Gruppi Nazionali di Ricerca Scientifica • Croce Rossa Italiana • Strutture del Servizio sanitario nazionale • Organizzazioni di volontariato • Corpo Nazionale di soccorso alpino In supporto alla F9 e in coordinamento con la F3. Indirizza le squadre per attivazione dei cancelli. Indirizza le squadre e coadiuva l’allontanamento della popolazione F8 TELECOMUNICAZIONI crea interfaccia di comunicazione lungo la Catena di Comando. Effettua il Controllo e diffusione delle info e dei dati F9 - ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE Per fronteggiare le esigenze della popolazione che a seguito dell’evento calamitoso risultano senza tetto o soggette ad altre difficoltà, si dovranno organizzare in loco delle aree attrezzate per fornire i servizi necessari. Dovrà presiedere questa funzione un funzionario dell’Ente amministrativo locale in possesso di conoscenza e competenza in merito al patrimonio abitativo, alla ricettività delle strutture turistiche (alberghi, campeggi etc.) ed alla ricerca e utilizzo di aree pubbliche e private da utilizzare come aree di ricovero della popolazione.

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Per quanto concerne l’aspetto alimentare si dovrà garantire un costante flusso di derrate alimentari, il loro stoccaggio e la distribuzione alla popolazione assistita. Si dovranno anche censire a livello nazionale e locale le varie aziende di produzione e/o distribuzione alimentare. Questa funzione rappresenta la parte più delicata per gestire nel corso dell’emergenza eventuali situazioni di caos, panico e quant’altro possa inficiare l’efficacia della risposta di protezione civile. Le misure di autoprotezione da fare adottare alla popolazione da parte del Sindaco per garantire una riduzione delle conseguenze degli effetti dell’incidente devono tenere conto delle caratteristiche del rilascio e delle condizioni meteo-climatiche esistente al momento. I sistemi di mitigazione delle conseguenze sono: - rifugio al chiuso; - evacuazione assistita Se la popolazione, a seguito dell’evento incidentale dovesse essere allontanata dalle proprie abitazioni si dovranno organizzare strutture attrezzate dove fornire ogni tipo di assistenza (psicologica, alimentare, sanitaria, etc.).

9.3) Modello di Intervento

Fase di normalità: Il sistema di divisione del territorio comunale e il numero di soccorritori necessari, “nel peggiore dei casi”, per stabili da evacuare, deve essere eseguito da tutta la struttura COC. La struttura comunale può eseguire richiesta di supporto al COI per la pianificazione di dettaglio

Al verificarsi dell’evento indesiderato, quindi al verificarsi di una situazione di pericolo per la vita umana e per l’ambientale il COI si attiverà con immediatezza a livello di ALLARME come anche il Comune oggetto dell’evento.

Si avrà l’operatività suddivisa in due casi: A. Messa in sicurezza della popolazione B. Allontanamento della popolazione

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9.4) Fase di ALLARME: Messa in sicurezza della popolazione ZONA Scafa-alanno

La F1 COC deve comprendere tramite relazione con il gestore dell’impianto e la Prefettura, la gravità dell’evento, e determinare insieme al gestore dell’impianto e la Prefettura se l’evento è d’intensità tale da dover evacuare la popolazione. In caso contrario preso atto della relazione data dal gestore dell’evento e della Prefettura, per il tramite della lettura delle POS del Piano interno ed esterno, la F1 comunica al Sindaco ed al Coordinatore del COC che l’evento non è di intensità tale per cui la popolazione debba essere evacuata, ma solo messa in sicurezza ed informata (azione effettuata dalla F9 che coordina le F2,3,7 e 4). Verranno quindi emessi tramite ordinanza i divieti idonei per la messa in sicurezza della popolazione e la F7 farà in modo che la popolazione rispetti gli stessi, tramite i propri P.T. La F2 allerta le strutture ospedaliere. La F8 si interfaccia con la F8 COI a cui relaziona le caratteristiche dell’evento e la sua evoluzione, nonché le info determinate dalla relazione tra F1 COC - gestore impianto e Prefettura. Predispone su ordine del Sindaco la conferenza stampa, con allestimento sala e convocazione stampa. Le Funzioni COC si interfacciano, secondo le POS al capitolo 3, con le F COI per richiesta di supporto e scambio di informazioni e se del caso per l’allargamento dei divieti sui territori comunali limitrofi. Il Comune attiva la fase direttamente in ALLARME con le procedure previste al Cap. 3. La F1 provvederà alla elaborazione dei cancelli e la F7 deve provvedere, per il tramite delle squadre proprie ed esterne al rispetto della cancellazione (isolamento totale, filtro soccorsi). La F1 elabora viabilità alternativa e la predisposizione dei cancelli e dei presidi. Le Funzioni 2,3 mettono quindi le proprie squadre a supporto della F9, la prima funzione sarà coordinata dalla F9 con maggior riguardo alle persone disabili e non autosufficienti, la seconda funzione per l’assistenza alla popolazione, evacuazione e assistenza in area di attesa. La F7 deve eseguire supporto alla F9 e garantire il coordinamento delle squadre per la cancellazione elaborata dalla F1. la F9 COC si interfaccia con la F9 COI per la messa in sicurezza della popolazione tramite le giuste procedure in base alla tipologia di fattore chimico a cui potenzialmente la popolazione potrebbe essere esposta. Operazioni effettuate una volta appurata la non necessità di evacuazione della popolazione residente e limitrofa al nucleo industriale di Bussi Officine. F5 deve garantire il mantenimento dell’erogazione dei servizi essenziali con riguardo alla popolazione disabile e non autosufficiente. Le funzioni DEVONO sempre garantire il flusso di informazioni dal livello COC a quello COI, ognuna per le azioni intraprese e quindi per le proprie competenze. L’obbiettivo principale del modello di intervento quindi è: • ISOLARE L’AREA INTERESSATA DALL’EVENTO “industriale” F1-F7 COC, con supporto COI • Filtrare il traffico veicolare in entrata ed in uscita F7 COC, con supporto COI, • Assistenza alla popolazione in maniera capillare F9 COC, con supporto COI, tramite squadre F2-F3 • Scambio info e comunicati lungo la catena di CO.CO. F8 attivazione • Mantenere erogazione dei servizi essenziali F5 COC, con supporto COI,

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A. Allontanamento della popolazione ZONA Scafa-Alanno

La F1 COC deve comprendere tramite relazione con il gestore dell’impianto e la Prefettura, la gravità dell’evento, e determinare insieme al gestore dell’impianto e la Prefettura se l’evento è di intensità tale da dover evacuare la popolazione. In caso positivo preso atto della relazione data dal gestore dell’evento e della Prefettura, per il tramite della lettura delle POS del Piano interno ed esterno, la F1 comunica al Sindaco ed al Coordinatore del COC che l’evento è di intensità tale per cui la popolazione debba essere evacuata. Verranno quindi emessi tramite ordinanza i divieti idonei per la messa in sicurezza della popolazione e per il suo allontanamento e la F7,F3 e F2 farà in modo che la popolazione rispetti gli stessi, tramite i propri P.T. La F8 si interfaccia con la F8 COI a cui relaziona le caratteristiche dell’evento e la sua evoluzione, nonché le info determinate dalla relazione tra F1 COC - gestore impianto e Prefettura. Predispone su ordine del Sindaco la conferenza stampa, con allestimento sala e convocazione stampa Le Funzioni COC si interfacciano, secondo le POS al capitolo 3, con le F COI per richiesta di supporto e scambio di informazioni e se del caso per l’allargamento dei divieti sui territori comunali limitrofi. Il Comune attiva la fase direttamente in ALLARME con le procedure previste al Cap. 3. La F1 provvederà alla elaborazione dei cancelli e la F7 deve provvedere, per il tramite delle squadre proprie ed esterne al rispetto della cancellazione per isolamento totale in entrata della popolazione e filtro soccorsi autorizzati. La F1 elabora viabilità alternativa e la predisposizione dei cancelli e dei presidi. La F2 allerta le strutture ospedaliere. Procedure per l’allontanamento ed evacuazione della popolazione: L’Evacuazione della popolazione avverrà tramite mezzi. La F1 in collaborazione con la F7 divide il Territorio Comunale in settori di viabilità principale e aree di attesa presenti. La popolazione viene fatta evacuare in maniera ordinata dalla zona più vicina all’industria alla più lontana. La F4 predispone ricevuta la conferma dalla F1 e dal Sindaco i mezzi di trasporto e ne fa richiesta alla F4 COI fino al n. sufficiente per i residenti. La F4 COC Ne individua il percorso e le tempistiche con la omologa funzione intercomunale. I mezzi vengono fatti affluire nelle aree di attesa. Le Funzioni F2, F3 e F7 sentita la F1 richiedono alle omologhe funzioni COI il n. sufficienti di personale per l’operazione. La F7 COC Ne individua il percorso e le tempistiche con la omologa funzione intercomunale. La F9 coordina con le funzioni sopra descritte, le richieste lungo la catena di comando e controllo avendo la conoscenza del numero e tipo di popolazione.

9.5) Prima dell’arrivo dei supporti intercomunali e dalla Co.Co.: La F9 per il tramite della F2,3, e 7 elabora squadre miste di F.d.O. volontari di pro.civ e sanitario per l’evacuazione degli immobili limitrofi all’industria. Evidenziata, dalla F1 COC, l’area degli aggregati strutturali limitrofi, le funzioni COC F2,F3 e F7 coordinati dalla F9 creano le squadre miste e li indirizzano per l’evacuazione.

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Ogni squadra in campo operante l’evacuazione di uno stabile deve essere coordinata dal Carabinieri più alto in grado o in loro assenza dalle altre F.d.O. presenti Squadra di evacuazione: Carabiniere coordinatore (o altro in loro assenza) + 2 volontario di pro.civ + squadra sanitaria. Provvede all’evacuazione Squadra di attesa: Carabiniere coordinatore (o altro in loro assenza) + 2 volontario di pro.civ + squadra sanitaria. Provvede nel caricare la popolazione nei mezzi per l’allontanamento. La F9 ottenuto il n. di soccorritori presenti, crea le squadre ed avvia l’evacuazione. All’arrivo dei supporto crea successive squadre per l’evacuazione e di attesa. Li indirizza negli immobili limitrofi ai primi in evacuazione. La F1 crea la cancellazione per l’esclusione del traffico “cittadino” ed il filtraggio del traffico di soccorso garantendo il rapido arrivo al COC degli stessi. La squadra di evacuazione opera dall’ultimo piano dello stabile fino al completo svuotamento dello stesso. La squadra di evacuazione prima di eseguire lo svuotamento dello stabile successivo limitrofo attende che la squadra di attesa abbia completato il carico del mezzo e il conseguente allontanamento. Nel piazzale la Squadra di attesa (una squadra anche per più stabili) esegue il carico della popolazione su i mezzi predisposti in loco dalla F4. L’operazione deve essere eseguita su tutto il territorio comunale fino al completo svuotamento o fino allo svuotamento dell’area a rischio di contaminazione. Qualora l’evacuazione sia avvenuta spontaneamente dalla popolazione le squadre di evacuazione e di attesa dovranno indirizzare le persone ai mezzi per l’arrivo nell’area sicura individuata dalla F1. La F9 COI non appena ricevuta l’attivazione provvede nell’attivare le strutture ricettive dei Comuni di : , Sant’Eufemia a Maiella, , , , per prima fino al completamento delle capacità recettive ripetendo poi l’operazione di richiesta presso i Comuni di , San Valentino in A.C..

• L’operazione avviene direttamente tra la F9 COI e le F9 COC dei Comuni sopra citati.

• In caso di evacuazione come al punto 10.3 lettera B infatti la F8 COI provvede nel Comunicare ai Comuni del COI l’apertura dei propri COC.

• Qualora le F2,3,4,7 del Comune interessato dall’evento abbiano ricevuto dai settori limitrofi COI il supporto necessario, comunque la F8 comunica ai sopra citati Comuni l’attivazione del COC con l’attivazione della Funzione F9.

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10) Rischio ferroviario

Le cause o concause di incidenti, come per gli incidenti che interessano i trasporti di merci pericolose, possono essere originate da: - fattori meteorologici - fattori antropici - avarie tecniche o di manutenzione dei veicoli o delle strade. Un simile evento può coinvolgere un alto numero di persone, può provocare altri scenari di rischio quali esplosioni ed incendi ed emergenza sanitaria, e non consente l’individuazione in via preventiva di punti di vulnerabilità.

Gli incidenti ferroviari fanno parte di quelle emergenze che richiedono procedure e modalità operative in sinergia con componenti tecniche nella gestione dell’ evento, in particolare con la Rete Ferroviaria Italiana (RFI). Gli incidenti ferroviari possono essere suddivisi in due grandi categorie: 1. incidenti che coinvolgono convogli passeggeri; 2. incidenti che coinvolgono convogli che trasportano sostanze pericolose. Sono da valutare anche come rischio la sosta prolungata di treni per effetto di altri eventi sul territorio, dove sarà cura della unità di crisi l’attenta valutazione di presenza umana, animale e/o di sostanze pericolose nelle vicinanze delle zone colpite. Va rilevato che la densità del tessuto edilizio urbano industriale ed artigianale espantosi dagli anni cinquanta in poi ha fatto si che gli scali e la rete di comunicazione ferroviaria si trovino quasi inglobati e va altresì rilevato che le aree di rispetto siano per certi versi molto ridotte o quasi del tutto assenti. Alla luce degli avvenimenti di Viareggio si dimostra che il grado di pericolosità per i trasporti di sostanze esplodenti ed altamente infiammabili è elevato.

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10.1) Scenario d’Evento Nel territorio del COI SIGETER II° Vi è 1 stazioni ferroviaria - Alanno (Alanno scalo).

I modelli d’intervento saranno cosi suddivisi: 10.3) Modello di intervento incidenti che coinvolgono convogli passeggeri 5.6.3) Qualora vi sia un incidente prima della stazione e del centro urbano 10.3.2) Qualora vi sia un incidente nella stazione e centro urbano 10.4) Modello di intervento incidenti che coinvolgono convogli che trasportano sostanze pericolose.

10.2) sistema di gestione chiamate d’emergenza

L’Allarme può pervenire • Dalla Popolazione • Prefettura - U.T.G. • Dipartimento Regionale di Protezione Civile Non appena all’amministrazione interessata dall’evento arriva la segnalazione si attivano le POS di gestione dell’evento di cui al capitolo 3 in ALLARME 2 o 3. Il personale che riceve la chiamata deve richiedere: - nominativo e numero telefonico - luogo dell'avvenimento segnalato - ogni altra informazione utile per meglio circostanziare il fatto. In Allarme 2 quindi, acquisita la segnalazione d’evento, • il personale che riceve la chiamata assume tutte le informazioni possibili ed informa il Sindaco. Il Sindaco attiva immediatamente il C.O.C. con convocazione di tutti i Responsabili delle Funzioni di Supporto qualora i dati ed elementi acquisiti facciano ritenere una situazione peggiorativa e non temporanea; • o se nel caso direttamente il sindaco Il Sindaco attiva immediatamente il COC con convocazione di tutti i Responsabili delle Funzioni di Supporto qualora i dati ed elementi acquisiti facciano ritenere una situazione peggiorativa e non temporanea;

Nel caso sia il Comune il primo ente nel raccogliere l’informazione dell’incidente immediatamente il Sindaco Apre il COC in ALLARME 2 o 3 e allerta la catena di Co.Co. tramite la F8. La F8 allerta la Catena di Comando e controllo per l’attivazione del livello di ALLARME 3 98

10.3) Modello di intervento incidenti che coinvolgono convogli passeggeri 10.3.1) Qualora vi sia un incidente prima della stazione e del centro urbano Nei Comuni di cui al paragrafo 10.1) le amministrazioni comunali dovranno Sindaco: Convocare i referenti di funzione Attivare il COC con i referenti di funzione subito presenti ed integrarli con i referenti “in arrivo”. Attivare il COC lungo la Catena di Co.Co., comunicazione tramite la F8 Coordinare le attività nel tempo d’attivazione del servizio dei referenti tramite i P.T. per recupero informazioni Preparare la conferenza stampa tramite la F8 F1: Predisporre la viabilità alternativa Predisporre le cancellazioni F2: Attivazione squadre per predisposizione aree di Pro.civ, con priorità su i punti successivi, coordinata dalla F9 Attivazione squadre sanitarie in supporto alla Prefettura Attivazione sistema di comunicazione nella catena sanitaria Attivazione e\o richiesta a SOI di squadre specialistiche in psicologia dell’emergenza F3: Attivazione squadre per predisposizione aree di Pro.civ, con priorità su i punti successivi, coordinata dalla F9 Attivazione squadre in supporto alla Prefettura

Attivazione squadre in supporto alla F2 Attivazione squadre in supporto alla F7 F4: Attiva i mezzi\materiali utili alla predisposizione dei cancelli Attiva i mezzi\materiali utili alla predisposizione delle aree di Pro.Civ. F5: Mantiene il Contatto con le FS tramite il CCS o direttamente per avere informazioni sul servizio ed i tempi di ripristino Se necessario raccoglie informazioni sulla ipotetica sospensione di servizi essenziali, nel caso positivo informa il Sindaco per la predisposizione delle azioni utili alla gestione di rischi derivati F6: Coadiuva il CCS nel reperimento di dati su danni avvenuti Si accerta che non Vi siano danni ulteriori a quelli prevedibili da un incidente treno con convogli passeggeri F7: 99 esegue le direttive della F1 coordinando i P.T.C. (volontariato e Pol.Mun.) o P.T.I. in supporto alle F.d.O. F8: coadiuva le altre F nelle comunicazione che non riguardino comunicazioni tra funzioni omologhe coadiuva il Sindaco nel sistema di comunicazione delle info e delle direttive Predispone su ordine del Sindaco la conferenza stampa, con allestimento sala e convocazione stampa F9: Coordina le F2 e F3 per la predisposizione delle aree di Pro.Civ. Predispone le strutture ricettive all’accoglienza della popolazione coinvolta residente Si assicura dell’intervento delle squadre di psicologi dell’emergenza In Questo particolare scenario, in cui non si ha certezza che vi sia coinvolta la popolazione del Comune in cui è attivato il COC, ovvero in cui è avvenuto l’incidente stesso, le Funzioni devono supportare la Prefettura in ogni modo e reperire informazioni su le persone coinvolte cosi da stabilire azioni di assistenza in loco dei residenti coinvolti. Qualora la popolazione coinvolta sia tutta non residente i referenti di funzione devono supportare la Prefettura in ogni modo e assistere la popolazione nelle prime ore dall’incidente fino allo smistamento della stessa presso ospedali o Comuni di appartenenza. Tutti i referenti di funzione all’attivazione dell’ALLARME possono secondo le modalità previste al capitolo 3, richiedere al livello intercomunale supporto logistico, amministrativo ed operativo. 10.3.2) Qualora vi sia un incidente nella stazione e centro urbano Sindaco: Convocare i referenti di funzione Attivare il COC con i referenti di funzione subito presenti ed integrarli con i referenti “in arrivo”. Attivare il COC lungo la Catena di Co.Co., comunicazione tramite la F8 Coordinare le attività nel tempo d’attivazione del servizio dei referenti tramite i P.T. per recupero informazioni Preparare la conferenza stampa tramite la F8 Tramite la F6 determina il grado di danno su persone e immobili Convocando il Segretario Comunale Predispone le ordinanze di chiusura strade Predispone le ordinanze di evacuazione degli immobili danneggiati Predispone le ordinanze del caso specifiche per il superamento dell’emergenza La F1 dispone che la Polizia Municipale o le altre F.d.O., per il tramite della F7, si attivi per Controllo della zona, Presidio dei "cancelli" attraverso cui transitano i soccorsi, chiusura totale del passaggio di cittadini, pedonale e veicolare Qualora di concerto con la F7 determini una insufficienza di personale per la cancellazione, fa richiesta di supporto di uomini e mezzi lungo la catena di comando e controllo. 100

Indirizzare il traffico verso itinerari alternativi Comunica alla F9 l’area in cui è avvenuto l’incidente e la relativa zona limitrofa da mettere in sicurezza La F2 mette a disposizione le squadre sanitarie alla F9 per Assistere, se del caso, la popolazione disabile e\o non autosufficiente per l’evacuazione e accompagnamento nelle aree di Protezione civile, mette a disposizione le squadre sanitarie al responsabile dei VV.F da priorità alla F9 per il supporto allerta gli ospedali Qualora, di concerto con la F9, determini un’insufficienza di personale fa richiesta di supporto di uomini e mezzi lungo la catena di comando e controllo. La F3 Predispone il Volontariato a supporto della F9 per Assistere l’evacuazione e accompagnamento nelle aree di Protezione civile Predispone il Volontariato a supporto della F7 a seconda della tipologia di specializzazione e di mezze e materiali; La F4: Predispone i mezzi\materiali utili alla predisposizione dei cancelli Predispone i mezzi\materiali utili nelle aree di Pro.Civ. Predispone i mezzi, ed il relativo personale, utili all’evacuazione della popolazione La F5: Mantiene il Contatto con le FS tramite il CCS o direttamente per avere informazioni sul servizio ed i tempi di ripristino Se necessario raccoglie informazioni sulla ipotetica sospensione di servizi essenziali, nel caso positivo informa il Sindaco per la predisposizione delle azioni utili alla gestione di rischi derivati La F6 Determinati gli immobili danneggiati, Con la F9 determina il n° di residenti coinvolti dall’incidente La F7 Esegue le direttive della F1 coordinando i P.T.C. (volontariato e Pol.Mun.) o P.T.I. per il controllo della zona Esegue le direttive della F1 coordinando i P.T.C. (volontariato e Pol.Mun.) o P.T.I. per la cancellazione Supporto la F9 se da essa richiesto F8: coadiuva le altre F nelle comunicazione che non riguardino comunicazioni tra funzioni omologhe coadiuva il Sindaco nel sistema di comunicazione delle info e delle direttive Predispone su ordine del Sindaco la conferenza stampa, con allestimento sala e convocazione stampa La F9 in base al calcolo eseguito con la F6 determina l’aree di attesa da allestire 101 in base al calcolo sopra eseguito determina il n° di squadre sanitarie\psicologi dell’emergenza e volontari necessari all’accoglienza delle persone presso le aree di attesa inoltre La F9, tramite la F2 e F3, dispone: L’allontanamento, previa ordinanza del Sindaco, della Popolazione residente limitrofa all’incidente con le modalità previste nei capitoli precedenti. L’intervento nella zona per prestare assistenza alle persone coinvolte, Emana comunicati informativi diretti alla popolazione tramite la F8; Avvisa la F2 per l’assistenza, a livello fisico e psicologico, alle persone coinvolte, prevedendo l’ospitalità all'interno di strutture sanitarie od altre similari; Qualora pervengano segnalazioni da parte dei cittadini di famigliari scomparsi presenti nel treno, la F9 gira la segnalazione Tramite la F7 ai VV.F.; la F9 predispone assistenza psicologica qualora l’esito sia positivo o qualora la risposta alla segnalazione dovesse protrarsi per più di 3 ore. Se necessario richiede lungo la Catena di Co.Co invio di forze specializzate Tutti i referenti di funzione all’attivazione dell’ALLARME possono secondo le modalità previste al capitolo 3, richiedere al livello intercomunale supporto logistico, amministrativo ed operativo.

10.4) Modello di intervento incidenti che coinvolgono convogli che trasportano sostanze pericolose. In Questo specifico caso la struttura COC attivata dal Sindaco deve tramite la F6 determinare - con contatto al CCS - con contatto a FS la sostanza presente nel convogli e direttamente il grado di coinvolgimento della Popolazione. I Referenti di funzione F2,F3,F7 coordinati dalla F1 che ne determina i percorsi e le viabilità, nonché le cancellazioni, con il Supporto della F9 per l’assistenza alla popolazione e gestione delle strutture di accoglienza, dovranno provvedere all’allontanamento della Popolazione secondo il tipo di materiale presente nel convoglio e comunque sempre in coordinamento con i VV.F e la relativa funzione CCS. Tutti i referenti di funzione all’attivazione dell’ALLARME possono secondo le modalità previste al capitolo 3, richiedere al livello intercomunale supporto logistico, amministrativo ed operativo.

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11) Rischio sismico 11.1) Modelli d’intervento

Per il rischio sismico si dividono 4 tipi di procedure (POS) di gestione dell’evento a secondo dell’intensità dello stesso.

11.1.1) L’assistenza alla popolazione sotto il profilo psicologico e d’alloggiamento temporaneo nei casi di necessità, collegamento rapporto tra scuole e Amm. Comunale, gestione rientro della Popolazione nelle residenze. Questo tipo di gestione è prevista per i terremoti con un grado della MCS dal 1 grado al V grado, POS non previste nei piani d’emergenza comunale Grado MCS Tipologia di scossa Descrizione

I Impercettibile Avvertita solo dagli strumenti sismici.

II Molto leggera Avvertita solo da qualche persona in opportune condizioni.

Avvertita da poche persone. Oscillano oggetti appesi con vibrazioni III Leggera simili a quelle del passaggio di un'automobile.

Avvertita da molte persone; tremito di infissi e cristalli, e leggere IV Moderata oscillazioni di oggetti appesi.

V Piuttosto forte Avvertita anche da persone addormentate; caduta di oggetti.

Nel caso di scosse che siano leggermente avvertibili dalla Popolazione gradi II°,III° MCS, il Sindaco può immediatamente provvedere all’Apertura del COC, in ALLARME 3.

Deve provvedere all’Apertura del COC, in ALLARME 3 per i gradi superiori.

Quindi il Sindaco provvede con i dipendenti a disposizione alla convocazione di tutte le funzioni o dei referenti di funzione F1, F2, F3, F6, F7,F9. Il Sindaco effettuate le prima operazioni di attivazione della catena di Co.Co. e si reca nella Sala situazioni del COI. Priorità: La F6 deve provvedere nell’elaborare tramite le squadre tecniche specializzate o i suoi sottoposti comunali, un controllo rapido del costruito e dei punti di vulnerabilità, comunicando poi l’esito alla F1 ed al Coordinatore del COC.

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La F2 predispone in collaborazione con la F9 le squadre di supporto sanitario e psicologico nelle principali via di fuga e nelle aree d’attesa, presidiate da una squadra di volontari della F3 mandata sul posto se ordinato dalla F9, qualora non necessario la F3 provvederà, in coordinamento con la F2 e la F9, al presidio delle principali vie di fuga. Qualora siano aperte le scuole, la F7 provvede nel mandare una pattuglia presso le aree di attesa del complesso scolastico per coadiuvare nelle operazioni il dirigente scolastico. La F2 deve provvedere nel monitorare la situazione delle persone non autosufficienti, qualora necessario ne coordina l’arrivo nelle aree d’attesa tramite operazioni idonee di assistenza sanitaria e\o psicologica. Il Sindaco sospende e scioglie manifestazioni e\o mercati presenti tramite ordinanza, la F7 provvede nel far rispettare in scurezza l’ordinanza. La F7 altresì se ordinato dal Coordinatore del COC, sentito il referente della F1, effettua la cancellazione nei limiti dell’Amm. Comunale. Il Sindaco emana non appena avuto notizie dalle funzioni di supporto una conferenza stampa o comunicato stampa alla Popolazione. La F9 si assicura che la comunicazione alla popolazione venga effettuata solo da personale autorizzato e competente e che sul sito sia effettuato aggiornamento della situazione tramite avvisi. Il Sindaco effettua le comunicazioni, anche lungo la catena di comando e controllo con il supporto della F8. Se necessario, ritenuto dalla F1 e F9, il Coordinatore fa scattare le procedure alla F4 per l’attivazione dei mezzi e materiali utili all’assistenza alla popolazione, cancellazione e segnalazioni danni. Se necessario, ritenuto dalla F1 e F9, il Coordinatore fa scattare le procedure alla F5 per l’attivazione delle comunicazioni per l’erogazione e\o supporto all’erogazione dei servizi essenziali. La F8 Informa e mantiene poi i contatti con Prefettura - UTG, Regione, Provincia dell’avvenuta attivazione del COC comunicando le Funzioni attivate. Le Funzioni COC comunicano con le F COI come previsto nel capitolo 3 e 4.

OBBIETTIVO: - controllo del costruito e dei punti vulnerabili; - gestire la popolazione che presa dalla pura si riversa nelle strade; - gestire la popolazione nelle aree d’attesa – gestire l’interfaccia tra le scuole ed i genitori ed il personale docente; - aprire comunicazione con il COI – effettuare isolamento o parziale isolamento tramite cancellazione; - effettuare controllo con monitoraggio delle persone non autosufficienti.

11.1.2) L’assistenza alla popolazione in maniera generalizzata con gestione dei residenti nelle aree d’attesa comunali, predisposizione delle aree d’attesa ed ammassamento, controllo delle lesioni avvenute, coordinamento delle squadre tecniche di soccorso, gestione dei cancelli, controllo dei punti vulnerabili, POS non previste nei piani d’emergenza comunale IL Sindaco provvedere all’Apertura del COC, in ALLARME 3

VI Forte Qualche leggera lesione negli edifici e finestre in frantumi.

VII Molto forte Caduta di fumaioli, lesioni negli edifici.

104 il Sindaco provvede con i dipendenti a disposizione alla convocazione dei referenti di funzione tutti. Il Sindaco effettuate le prima operazioni di attivazione della catena di Co.Co. e si reca nella Sala situazioni del COI.

Priorità: La F6 provvede nell’elaborare tramite le squadre tecniche specializzate e\o i suoi sottoposti comunali, un controllo rapido del costruito e dei punti di vulnerabilità, comunicando poi l’esito alla F1 ed al Coordinatore del COC. La F1, qualora vi siano necessità, elabora la viabilità alternativa e comunica alla F3 e F7 il sistema di cancellazione (respingimento parziale controllo traffico solo locale, respingimento totale con perforazione delle solo squadre di soccorso, respingimento totale per chiusura strada e invito verso la viabilità alternativa dei soli soccorsi). La F3 e F7 provvedono nell’eseguire le cancellazioni di grado stabilito dalla F1 e dal Coordinatore del COC. La F2 predispone in collaborazione con la F9 le squadre di supporto sanitario e psicologico nelle principali via di fuga e nelle aree d’attesa. La F9 fa eseguire alla F2 e F3, da una squadra di volontari, presidio delle aree d’attesa. La F3 in coordinamento con la F9, effettua presidio delle principali vie di fuga. Qualora siano aperte le scuole, La F5 lo comunica alla F9, la quale fa alla F7 mandare una pattuglia presso le aree di attesa del complesso scolastico per coadiuvare nelle operazioni il dirigente scolastico. La F9 effettua ricongiungimento famigliare presso l’area di attesa del complesso scolastico o delle aree d’attesa comunali fino a che la F6 comunichi il risultato del censimento dei danni. La F2 provvede nel monitorare la situazione delle persone non autosufficienti, qualora necessario ne coordina l’arrivo nelle aree d’attesa e\o ospedali (quest’ultimi avvertiti dalla F2 dell’evento), tramite operazioni idonee d’assistenza sanitaria e\o psicologica. Il Sindaco sospende e scioglie manifestazioni e\o mercati presenti tramite ordinanza, la F7 provvede nel far rispettare in scurezza l’ordinanza. Il Sindaco emana non appena avuto notizie dalle funzioni di supporto una conferenza stampa e\o comunicato stampa alla Popolazione. La F9 si assicura che la comunicazione alla popolazione venga effettuata solo da personale autorizzato e competente e che sul sito sia effettuato aggiornamento della situazione tramite avvisi. Il Sindaco effettua le comunicazioni, anche lungo la catena di comando e controllo con il supporto della F8. Il Coordinatore fa scattare le procedure alla F4 per l’attivazione dei mezzi e materiali utili all’assistenza alla popolazione, cancellazione e segnalazioni danni. Il Coordinatore fa scattare le procedure alla F5 per l’attivazione delle comunicazioni per l’erogazione e\o supporto all’erogazione dei servizi essenziali. Tutte le squadre, materiali e mezzi devono effettuare il passaggio di presa delle consegne presso la sede del COC. La F8 Informa e mantiene poi i contatti con Prefettura - UTG, Regione, Provincia dell’avvenuta attivazione del COC comunicando le Funzioni attivate.

Le Funzioni COC comunicano con le F COI con le modalità previste nel capitolo 3 e 4.

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11.2) Gestione popolazione e Aree d’Accoglienza

Superficie Popolazione Persone minima COMUNI residente Intensità Crolli Inagibilità\ Coinvolti Senzatetto aree danneggiate in crolli ricovero mq Alanno 3742 8.2 (Periodo di ritorno: 475 anni) 21 206\544 42 424 8480 Brittoli* 298 * * * * * § Carpineto della 2080 Nora 710 8.2 (Periodo di ritorno: 475 anni) 6 63\153 10 104 Civitaquana 1371 8.2 (Periodo di ritorno: 475 anni) 10 105\274 15 162 3240 Corvara 292 8.3 (Periodo di ritorno: 475 anni) 4 37\87 3 37 740 Cugnoli 1.544 8.2 (Periodo di ritorno: 475 anni) 9 94\244 19 197 3940 Nocciano 1676 8.2 (Periodo di ritorno: 475 anni) 3 47\186 8 109 2180 Pietranico 585 8.2 (Periodo di ritorno: 475 anni) 7 64\151 9 84 1680 Rosciano 3.889 8.1 (Periodo di ritorno: 475 anni) 8 100\343 17 224 4480 Vicoli 392 * * * * * § Totali 10 13.914

*Amministrazione comunale di cui il C.O.I. non possiede, per mancato invio, i dati riferiti allo scenario sismico; § Calcolato su una dimensione di 20 mq per senzatetto. Tale metratura è infatti quella da dedicare per ogni persona, comprende in tale dimensione la grandezza dei tendoni mensa-sociali-PMA-servizi igienici-magazzini, etc.; #Il totale è calcolato al netto delle informazioni sui Comuni di Brittoli e Vicoli;

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11.3) Aree d’Accoglienza: Le Aree d’Accoglienza che saranno utilizzate dovranno essere quelle di livello Intercomunale, cosi da facilitare la gestione dei campi d’accoglienza;

Senza Tetto Superfice minima COMUNI Popolazione residente Area Ricovero mq Alanno 3742 424 8480 Brittoli 298 * § Carpineto della Nora 710 104 2080 Civitaquana 1371 162 3240 Corvara 292 37 740 Cugnoli 1.544 197 3940 Nocciano 1676 109 2180 Pietranico 585 84 1680 Rosciano 3.889 224 4480 Vicoli 392 * § Totali 10 13.914

Le POS di gestione dell’evento in termini di gestione d’aree d’attesa, vie di fuga e persone sconvolte e\o ferite sono descritte nel paragrafo 11.6 L’area d’Accoglienza dove sarà inviata la popolazione dei Comuni coinvolti, è da individuare in prossimità dell’uscita autostradale e limitrofa ad una viabilità principale, e comunque nei territori comunali delle Amministrazioni Pubbliche afferenti al COI. Il Centro Operativo Intercomunale denominato COI SIGETER II° provvederà, entro i 6 mesi dalla data di attivazione dell’Ufficio intercomunale, nell’analizzare e raccogliere i dati necessarie all’individuazione di una o più aree di Accoglienza ed Ammassamento, con caratteristiche intercomunali e di utilizzazione per più Amministrazioni comunali.

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11.3.1) Predisposizione Area d’Accoglienza: L’area d’accoglienza deve ospitare il n° massimo atteso di popolazione senza tetto Le POS, l’area d’accoglienza e il modello di intervento sono descritte per lo scenario descritto in tabella. • La F1 COI determina l’area d’Accoglienza di livello intercomunale per ospitare ….. persone e …. soccorritori, in coordinamento con i Sindaci in Sala Situazioni e con il Presidente e\o Coordinatore del COI • La F1 COI trasmette il dato ottenuto alla F9 COI • La F6 COI riceve i dati dei danni e delle persone coinvolti in crolli e gira tali info alla F1 COI • La F9 COI riceve le info dalle F9 COC per ottenere in real time il n° di persone da accogliere reale • La F9 COI predispone l’area d’accoglienza, per lo scenario peggiore, per il tramite del gruppo intercomunale di Protezione civile • Il Coordinatore del gruppo intercomunale di Protezione civile si serve dei gruppi comunali afferenti al COI e le Associazioni di Protezione civile e non convenzionate con esso • La F1 COI determina la cancellazione di respingimento parziale, passaggio solo soccorsi, e la F7 fa rispettare tali determinazioni • La cancellazione deve fare in modo che la viabilità principale sia fruibile esclusivamente al transito dei mezzi di trasporto persone e mezzi di soccorso • La F7 COI coordina le squadre delle forze dell’ordine e dei volontari a supporto per le cancellazioni • La F7 COI si assicura che le F7 COC abbiano stabilito un sistema di controllo anti sciacallaggio • La F1 COI si assicura che le F1 COC abbiano determinato le cancellazioni, la creazione della zona rossa • La F6 COI si assicura che le F6 COC abbiano rispettato le POS di controllo danni • La F9 COI da alla F2,F3,F4,F7,F9 del COI i dati sulle zone da evacuare; si assicura che le vie di collegamento da e per le aree di attesa e le abitazioni a rischio non abbiano subito danni tramite la F6 la quale coordina il proprio P.T. • La F9 COI coordina la F4 COI con richiesta di materiali e mezzi disponibili per la predisposizione dell’Area d’accoglienza, per ospitare 160 civili 30 soccorritori. • La F6 COI deve assicurarsi che i ponti delle autostrade non siano danneggiati in maniera che possa pregiudicare il passaggio di soccorsi o il parziale crollo possa mettere in rischio la viabilità della SS5, la quale in più punti passa sotto stante all’autostrada.

11.3.2) Procedure per l’evacuazione stabile – Arrivo al mezzo – Consegna in Area d’Accoglienza: • La F1 COC dà alla F2,F3,F4,F7,F9 del COC i dati sulle zone da evacuare; si assicura che le vie di collegamento da e per le aree di attesa e le abitazioni a rischio siano in sicurezza tramite la F6 la quale coordina il proprio P.T. • La F6 COI deve assicurarsi che i ponti delle autostrade non siano danneggiati in maniera che possa pregiudicare il passaggio di soccorsi o il parziale crollo possa mettere in rischio la viabilità della SS5, la quale in più punti passa sotto stante all’autostrada. • Quando la F6 COC ha certificato l’agibilità dei punti critici la F9 inizia il coordinamento del trasporto con la F2-F4-F3-F7, con partenza dal territorio comunale tramite mezzo di trasporto persone. La F9 COC prese le informazioni dalle Funzioni COC sopra citate, (le informazioni saranno necessarie per definire precisamente tempi d’arrivo dall’area d’attesa comunale all’area d’accoglienza intercomunale - strada da 108

percorrere - n° persone –quantità di viaggi per il completamento del trasporto – presenza persone disabili), comunica il tutto alla F9 COI, la quale predispone l’area di accoglienza, • La F1 COC, se necessario e comunicatogli dalla F6 COC, predispone la chiusura di ponti e sottopassaggi e la viabilità alternativa tramite cancellazione; • Qualora il Sindaco con la F9 COC decidano di evacuare i cittadini in strutture diverse dalle aree di accoglienza, La F8 COC contatta le strutture alberghiere in cui mandare gli evacuati; 11.3.3) Modalità e procedura evacuazione: • IL Coordinatore del COC con la F9 predispone con la F2,F3 e F7 COC una serie di squadre miste di volontari di protezione civile (F3), sanitari (F2) e Forze dell’Ordine (F7), per coadiuvare i cittadini nell’evacuazione; ogni squadra avrà un caposquadra nelle figure di Carabinieri o Corpo Forestale dello Stato o Guardia di finanza o Polizia di Stato o Polizia Municipale o Vigili del Fuoco (in caso di compresenza il caposquadra sarà il più alto in grado delle forze dell’Ordine presente). • La F4 COC coordina i mezzi di trasporto necessari nell’area indicatagli dalla F1 per il prelevamento dei cittadini. La F9 COC garantisce che il n° di persone determinate da evacuare, corrisponda ai cittadini evacuati. Esegue tale azione di controllo tramite le squadre miste. Tale controllo deve avvenire grazie ad un’azione di continuo scambio d’INFORMAZIONI con le squadre addette all’evacuazione “casa-mezzo”. 11.3.4) Evacuazione Stabile – Arrivo al mezzo: Il caposquadra comunica l’inizio dell’evacuazione d’ogni singolo nucleo famigliare individuato da evacuare, nel momento in cui un componente della famiglia apre la porta di casa e si identifica. Trasmette l’informazione al proprio referente di funzione, quindi certifica l’evacuazione dell’abitato, nel momento in cui il nucleo famigliare sia sopra il mezzo preposto per l’evacuazione; Ogni aggregato strutturale deve essere trattato come un’entità separata dagli altri. Quindi si provvede ad individuare il primo aggregato strutturale (La F1 con la F9), con il maggior numero di bambini-disabili-anziani fino ad arrivare all’aggregato strutturale con minor numero di tali soggetti. Le squadre di evacuazione “casa-mezzo” iniziano con il primo aggregato strutturale, dall’ultimo piano al primo piano o piani interrati. Quindi avvertono i cittadini e un componente della squadra segue il nucleo famigliare dell’appartamento fino al mezzo. Da qui l’operatore comunica l’esito dell’evacuazione alla F9 con specifica del n° di persone e cognome del nucleo assistito. Successivamente possono eseguire l’evacuazione degli ulteriori appartamenti con le stesse modalità fino ad aver evacuato tutto lo stabile; successivamente le squadre possono passare al secondo stabile, segnalato dalla F1, con le modalità sopra descritte • La F9 in collaborazione con la F2 determinano il metodo d’allontanamento di persone non autosufficienti con squadre che effettueranno esclusivamente quest’azione o con L’ASL e ne coordinano l’allontanamento con le modalità sopra descritte; • La F8 garantisce la funzionalità delle TLC tra referenti e P.T. ed il flusso di comunicazioni lungo la catena di comando e controllo in particolare delle evacuazioni, chiusura ponti-sottopassi anche ad autostrade e ferrovie; • La F7 garantisce il controllo delle zone evacuate da parte delle Forze dell’Ordine e la viabilità tramite i cancelli, supporta inoltre l’arrivo dei mezzi (se necessario) e l’allontanamento, degli stessi con i cittadini prelevati, tramite scorta

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• La F5 garantisce in real time l’erogazione dei servizi essenziali o tramite la F5 del CCS la loro sospensione; qualora le vie di fuga siano limitrofe a linee elettriche a rischio crollo per scalzamento del pilone la F5 COC comunica alla F5 CCS la necessità di interrompere immediatamente l’erogazione del servizio per il tempo necessario al passaggio dei mezzi per l’evacuazione; 11.3.5) Evacuazione Mezzo – Consegna in Area d’Accoglienza: La F9 COC certificata la presa in consegna, su i mezzi, dei cittadini, esegue l’operazione di consegna all’area d’accoglienza. La F9 COC può avvalersi dei P.T. della F3 COC o F7 COC per scorta tecnica La F9 COC deve far seguire all’autista del mezzo il percorso viario indicatogli dalla F1 La F1 COC deve accertarsi tramite la F6 COC dei danni che la rete viaria ha subito ed effettuare controllo tramite i P.T. propri o delle F3,F7 L’area d’accoglienza nelle fasi precedenti è stata attivata La F9 determina con i P.T. della F3,F2,F7 la sistemazione dei cittadini in tenda, prestando attenzione al ricongiungimento famigliare Il Sindaco nomina il capo campo per la gestione dell’area. IL capo campo coordina le Funzioni F9, F2,F3 e F7 per la gestione dell’area stessa 11.4) Predisposizione Area d’Accoglienza: L’area d’accoglienza deve ospitare il n° massimo atteso di popolazione senza tetto Le POS, l’area d’accoglienza e il modello di intervento sono descritte per lo scenario descritto in tabella. • La F1 COI determina l’area d’Accoglienza di livello intercomunale per ospitare 200 persone e 40 soccorritori, in coordinamento con i Sindaci in Sala Situazioni e con il Presidente e\o Coordinatore del COI

11.5) POS previste nei piani d’emergenza comunale, VIII° MCS. Per il Grado VIII°

VIII° Rovinosa Rovina parziale di qualche edificio; qualche vittima isolata.

Caratteristiche: L’evento previsto per cui nel 2008 il Centro Funzionale della Regione Abruzzo ha elaborato le Procedure Operative di gestione dell’evento nei piani Comunali, è di 8.3-8.4 con un tempo di ritorno di 475 anni quindi ricadente nella tabella sopra con denominazione della tipologia di scossa “ROVINOSA”. In tale contesto di pianificazione grazie ad un progetto del Dipartimento Nazionale di Protezione civile è stato elaborato uno scenario di danno per ogni singolo Comune che, come descritto nell’allegato documento sopra citato, ha il 10% di probabilità di eccedenza nello scenario descritto. Qui di seguito si elabora la tabella dello scenario di danno complessivo nel territorio del COI Infatti come citato nel testo del documento allegato elaborato dal DPC, lo scenario di danno comunale ha una risoluzione a scala municipale per tutti i comuni ricadenti in un intorno di 50 Km dall’epicentro.

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Qualsiasi sia l’epicentro, quindi qualsiasi sia il Comune colpito dall’evento dell’8.3-8.4 MCS, è giusto ipotizzare una sommatoria di danni per elaborare un tabella di danno a livello intercomunale. I Comuni afferenti al COI infatti non hanno distanze che superino i 50 km.

Scenario di danno intercomunale COI SIGETER II° Evento sismico atteso intensità MCS Periodo di ritorno anni Abitazioni crollate unità Abitazioni inagibili unità Abitazioni danneggiate unità Persone coinvolte in crolli unità Persone senza tetto unità Superficie danneggiata mq Superficie inagibile mq

Elaborato dalla sommatoria degli scenari di danno comunali. Non tiene in considerazioni i possibili danni dei punti vulnerabili come ponti, sottopassi, etc....

11.5.1) Priorità: Sindaco convoca i referenti di funzione Le funzioni si attivano all’arrivo al COC Le comunicazioni devono essere registrate Il Sindaco si reca presso la Sala Situazione COI. Le funzioni COC devono eseguire le comunicazioni tramite le F omologhe COI, le quali determinano il grado di coinvolgimento del singolo Sindaco, quindi per la firma d’ordinanze, avvisi ed altri atti utili alla comunicazione e gestione dell’emergenza. Le procedure per l’evacuazione e per l’attivazione e gestione delle aree d’accoglienza sono descritte nei capitoli 11.3;11.4;11.5;

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Funzioni COC: F1 Elabora i dati dei danni censiti dalla F6; elabora il n° di persone coinvolti in crolli e di queste quali siano le persone disabili con il supporto della F2; In base allo scenario di danno comunale esegue una prima stima dei n° sufficienti di personale, materiale e mezzi utili alla gestione dell’emergenza; elabora la zona rossa e le conseguenti cancellazioni; elabora la cancellazione su tutto il territorio comunale; Il dato di volta in volta viene elaborato e trasmesso lungo la catena di Co.Co. secondo funzioni omologhe; Quindi la F1 trasmette alla F2 i dati elaborati; Elabora la viabilità alternativa in base alle info comunicategli dalla F6; elabora la cancellazione ed il grado della stessa, comunica il tutto alla F7; Organizza l’attività di ripristino della viabilità; Allerta gli operai reperibili e le ditte di fiducia per gli eventuali interventi sulla viabilità e, tramite la funzione F5, sulle reti gas, elettriche, acqua; Le cancellazioni intercomunali elaborate dalla F1 COI vengono effettuate su le viabilità di ingresso nel territorio COI elencate nel capitolo 4, F2 Recepisce i dati elaborati dalla F1 ed esegue la richiesta del n° sufficiente di soccorsi sanitari e psicologici; coordina i soccorsi sanitari in base al livello di priorità nel luogo ove si sono registrati danni, quindi crolli totali o parziali; Raccorda l’attività delle diverse componenti sanitarie locali; Verifica l’attuazione dei piani di emergenza ospedaliera (PEVAC e PEIMAF); esegue le richieste della F9 su vie di fuga, aree d’attesa e accoglienza; esegue assistenza ed evacuazione di persone disabili coordinando le squadre sanitari sul posto e fa richiesta di supporto alla funzione omologa COI per avere il n° sufficienti di soccorsi; Assicura l’assistenza sanitaria e psicologica degli evacuati e Coordina l’assistenza sanitaria presso le aree di attesa e di accoglienza; Esegue il controllo tramite la F3 o F7 dei luoghi ove si ha la conoscenza della presenza di persone diversamente abili che non abbiano possibilità di contattare soccorsi in maniera autonoma. Recepisce i danni avvenuti nelle attività zootecniche ed attiva le squadre per il soccorso e la messa in sicurezza del bestiame, esegue la comunicazione all’ASL di competenza. Comunica alla F2 COI danni al patrimonio zootencico la quale gestisce l’intervento con comunicazioni alla F2 CCS F3 Contatta il Responsabili del Gruppo Comunale di Protezione Civile per assicurare l’assistenza alla popolazione, supporto alla F9, presso le aree d’attesa ed ’accoglienza; assicurare eventuale supporto alla F7 COC; attiva se necessario, quindi vista l’insufficienza nel n° e tipo di volontariato, la F3 COI per l’attivazione del gruppo intercomunale; la F3 COI se il gruppo intercomunale risulti insufficiente Contatta la Sala Operativa della Regione Abruzzo per disporre dell’ausilio dei Gruppi Regionali di Protezione Civile. Allerta le squadre di volontari individuate per la diramazione dei messaggi di allarme alla popolazione con l’indicazione delle misure di evacuazione determinate in supporto alle squadre d’evacuazione coordinate dalla F7, F7 subordine alla F9 nell’azione di evacuazione; Predispone ed effettua il posizionamento degli uomini e dei mezzi da porre IN AFFIANCAMENTO alle strutture operative presso i cancelli individuati per vigilare sul corretto deflusso del traffico; richiede tramite la F8 l’attivazione della rete radio per le comunicazioni dei propri Presidi Territoriali. F4 Se pianificato e presente Verifica la funzionalità dei sistemi predisposti per gli avvisi alla popolazione e ne dà comunicazione al responsabile della Funzione F9, la quale da ordine di attivarli; Attiva materiali e mezzi comunali e d’attività private convenzionate. Convoca a seconda delle necessità il n° sufficiente di mezzi e materiali per eseguire le cancellazioni (richiesta F1), allestimento aree attesa e accoglienza (richiesta F9); Convoca a seconda delle necessità il n° sufficiente di mezzi e materiali richiesti dalla F2, F3 e F7; Esegue il trasporto dei materiali dai magazzini o altro sito al COC 112 tramite gli operai comunali e\o volontari messi a disposizione dalla F3. Qualora le richieste di materiali e mezzi siano in n° superiore a quelli disponibili a livello comunale attiva le richieste all’omologa funzione a livello COI; Coordina la sistemazione presso le aree di accoglienza dei materiali forniti dalla Regione, dalla Prefettura – UTG e dalla Provincia. F5 Contatta le aziende erogatrici dei servizi essenziali per garantire la continuità dei servizi presso edifici strategici e le aree adibite all’accoglienza della popolazione; Attiva le comunicazioni per l’erogazione e\o supporto all’erogazione dei servizi essenziali che la F6 gli comunica essere interrotti e\o interrompe servizi essenziali che la F6 gli comunica per la sicurezza dei soccorsi ed evitare ulteriori rischi; Organizza gli operai specializzati comunali e\o con richiesta alla F5 COI operai di altri comuni e\o degli enti erogatori, per il Ripristino e messa in sicurezza delle reti gas, elettriche, acqua coinvolte nell’evento in corso; Attiva quindi tutti i contatti con le sale operative degli enti erogatori e la funzione COI omologa. F6 Organizza gli operai specializzati comunali e\o con richiesta alla F6 COI operai di altri comuni e\o degli enti preposti e\o di Associazioni specializzate, per eseguire il controllo dei danni avvenuti. La squadra censisce i danni e li comunica di volta in volta al referente della funzione 6, il quale registra i danni; I danni vengono poi trasmessi, tramite un checklist, alla funzione F1; censisce i danni alla viabilità e lo comunica alla F1. La F6 COC esegue con priorità il censimento della viabilità principale, censimento della popolazione presente nelle aree più vulnerabili e dei luoghi di aggregazione, strutture sanitaria, delle abitazioni, e delle restanti strutture antropiche delle territorio Comunale; F7 Si accerta della presenza sul luogo dell’evento delle strutture preposte al soccorso tecnico urgente; Esegue le cancellazioni elaborate dalla F1 tramite il coordinamento delle Forze dell’Ordine, coordina anche i volontari dati dalla F3 per la cancellazione; Attiva la F7 COI per richiesta supplementare di Forze dell’Ordine; coordina l’evacuazione; supporta la F9 per la gestione dalle vie di fuga, delle aree di attesa e scorta fino alle aree di accoglienza; coordina i soccorsi tecnici su i luoghi ove vi sia bisogno di intervento tecnico urgente, quindi ove vi siano stati crolli totali o parziali o danni da varia natura e intensità (VV.F.). Persegue gli obbiettivi in subordine alla F1 e alla F9; Predispone le squadre per la vigilanza degli edifici che possono essere evacuati anche per limitare i fenomeni di sciacallaggio. Coordinamento di tutte le Forze dell’Ordine presenti sul territorio. Per gli obbiettivi di cui sopra. F8 Gestisce le segnalazioni\comunicazioni d’emergenza e di richiesta di soccorso smistando le richieste alla funzioni di competenza; Garantisce il funzionamento delle comunicazioni; Fornisce e verifica gli apparecchi radio in dotazione; Esegue supporto di comunicazione delle funzioni e del coordinatore lungo la catena di comando e controllo. Esegue comunicati alla popolazione in coordinamento della F9; Mantiene i contatti con la Regione, la Prefettura – UTG, la Provincia, il COI, le strutture locali di CC, VVF in supporto alla F7; supporta a F6 nella comunicazione della checklist lungo la catena di Co.Co; supporta le Funzioni COC nel mantenere il contatto con i referenti locali degli Enti gestori dei servizi di telecomunicazione e dei radioamatori, con il P.T. e con le Forze dell’Ordine; effettua alla F8 COI invio di aiutanti di sala operativa per il supporto alla propria e alle altre funzioni; F9 esegue in base al dato elaborato dalla F1 la richiesta del n° sufficiente di Forze dell’Ordine alla F7, e volontari alla F3, utili alla gestione delle aree di attesa e vie di fuga ed alla predisposizione dell’area d’accoglienza e di ammassamento; attiva per le insufficienze la funzione omologa di livello COI; 113

Si assicura della reale disponibilità delle aree di attesa tramite il P.T. composto da volontari tramite la F3; Si assicura della reale disponibilità di alloggio delle aree di accoglienza tramite il P.T. composto da volontari tramite la F3; Coordina le attività di evacuazione della popolazione delle area in cui la F6 a censito il danno e quelle aree in cui la F1 determina una maggiore vulnerabilità; Provvede al censimento della popolazione evacuata tramite le squadre di evacuazione, quindi tramite la F3 e\o la F7 e\o la F2, evidenziando altresì l’eventuale presenza di stranieri specificandone la nazionalità; si assicura tramite i P.T. della F2 e\o F3 la prima assistenza alla popolazione favorendo il flusso di informazioni circa l’evoluzione dell’evento e la risposta eseguita dalla P.A.; favorisce altresì tramite la F2 il ricongiungimento famigliare; Garantisce tramite i P.T. della F3 e F7 il trasporto della popolazione verso le aree di accoglienza; Garantisce la diffusione delle norme di comportamento tramite i P.T. che gestiscono le aree di pro.civ.;

Funzioni COI: Priorità COI: il Presidente o in sua assenza il Coordinatore del COI convoca le Funzioni Intercomunali presso la Sala Operativa Intercomunale e attiva i referenti sostituiti delle funzioni COI Coordinatore COI: Si assicura dell’arrivo nella SOI dei referenti di funzioni COI principali; Si assicura dell’attivazioni dei referenti di funzioni COI sostituti; Coordina le Funzioni COI; Si Assicura che le comunicazioni da e verso la SOI siano correttamente registrate su appositi strumenti meccanici ed anche nelle liste di checklist cartacee; Si assicura insieme al Presidente del COI che i Sindaci, se necessario scortati dai Presidi territoriali intercomunali, arrivino presso la Sala Situazioni sita della SOI. F1 Elaborazione viabilità alternativa delle strutture viarie principali a livello intercomunale, - Organizza l’attività di ripristino della viabilità di cui al punto sopra, - Convoca ed organizza gli operai reperibili e le ditte di fiducia convenzionate a livello intercomunale per gli eventuali interventi sulla viabilità; Supporto alle F1 COC, Invio di personale tecnico specializzato, richiesta disponibilità del personale alla F3 COI, se richiesto dalla F1 COC presso le sedi comunali; Elaborazione dati censimenti danni trasferiti dalle F1 dei COC; Elaborazione dati dalle F1 COC sul n° di persone coinvolti in crolli e di queste quali siano le persone disabili, (dato da trasmettere al COM-CCS- SOUP), - Dati sopra descritti da trasmettere alla F2 COI; F2 Attivazione delle Associazioni Sanitarie convenzionate con il COI; Convocazione Associazioni Sanitarie convenzionate con il COI presso la SOI e\o area di ammassamento predisposta; Attivazione della comunicazione con la F2 del COM, se assente del CCS per: 114

- richiesta Volontari sanitari; - richiesta intervento squadre sanitarie - attivazioni strutture ospedaliere - creazione flusso di informazioni Supporto delle richieste inviate dalle F2 COC con ordine: - di priorità, - cronologico; Supporto F2 COC nel censimento delle persone disabili tramite l’elecon fornito dall’ASL; Assicura l’arrivo dell’ Associazioni Sanitarie convenzionate con il COI presso l’Area di ammassamento intercomunale per il successivo smistamento verso i COC richiedenti; Coordina la sistemazione presso le aree d’ammassamento dei volontari sanitari e squadre sanitarie professionali inviati dalla Regione, dalla Prefettura – UTG e dalla Provincia; richiede tramite la F8 COI l’attivazione della rete radio; Attiva e si coordina con le strutture Asl veterinarie per gli interventi su strutture zootecniche, comunicatogli dalle F2 dei COC; Utilizzo dei database intercomunali per il reperimento di volontariato sanitario e squadre sanitarie F3 Attivazione del Gruppo Intercomunale di Volontariato con convocazione presso la SOI e\o area di ammassamento predisposta; Attivazione della comunicazione con la F3 del COM, se assente del CCS per: - richiesta Volontari; - richiesta Volontari chiesti dai COC - creazione flusso di informazioni Supporto delle richieste inviate dalle F3 COC con ordine: - di priorità, - cronologico; Assicura l’arrivo del Gruppo Intercomunale di Volontariato presso l’Area di ammassamento intercomunale per il successivo smistamento verso i COC richiedenti; Assicura se richiesto i volontari per le cancellazioni intercomunali determinate dalla F1 COI; Esegue il trasporto dei materiali e mezzi dai magazzini o altro sito al COI se richiesto dalla F4 COI; Coordina la sistemazione presso le aree d’ammassamento dei volontari inviati dalla Regione, dalla Prefettura – UTG e dalla Provincia; richiede tramite la F8 COI l’attivazione della rete radio; Utilizzo dei database intercomunali per il reperimento di volontariato; F4 Attivazione della comunicazione con la F4 del COM, se assente del CCS per: - richiesta mezzi e materiali; 115

- richiesta mezzi e materiali chiesti dai COC; - creazione flusso di informazioni Supporto delle richieste inviate dalle F4 COC con ordine: - di priorità, - cronologico; Utilizzo dei database intercomunali per il reperimento di materiali e mezzi Assicura l’arrivo presso l’Area di ammassamento intercomunale di mezzi e materiali per il successivo smistamento verso i COC richiedenti; Assicura materiali e mezzi per le cancellazioni intercomunali determinate dalla F1 COI; Esegue il trasporto dei materiali e mezzi dai magazzini o altro sito al COI tramite gli personale del gruppo intercomunale di volontariato Coordina la sistemazione presso le aree d’ammassamento dei materiali e mezzi forniti dalla Regione, dalla Prefettura – UTG e dalla Provincia. F5 Attivazione della comunicazione con la F5 del COM, se assente del CCS; Supporto delle richieste inviate dalle F5 COC con ordine: - di priorità, - cronologico; Assicura l’erogazione dei servizi essenziali presso la Sala Operativa Intercomunale (SOI); Interfaccia tra i referenti degli enti erogatori dei servizi essenziali e le F5 COC per assicurare il flusso di informazioni F6 Attivazione della comunicazione con la F6 del COM, se assente del CCS per: - richiesta personale tecnico chiesto dai COC; - richiesta personale tecnico utile ai censimenti; - richiesta di associazioni tecniche specializzate a livello Provinciale; - creazione flusso di informazioni; Predisposizione delle Associazioni tecniche specializzate convenzionate con il COI; Predisposizione degli enti utili per la creazione di squadre per il censimento dei danni; Predisposizione dei tecnici esterni convenzionati con il COI; Supporto delle richieste inviate dalle F6 COC con ordine: - di priorità, - cronologico; Censimento dei punti strategici di rilievo intercomunale: Comunica tramite checklist lo stato dei danni alla F1 COI. F7 Attivazione della comunicazione con la F7 del COM, se assente del CCS per: - richiesta personale chiesto dai COC; 116

- richiesta personale per le cancellazioni intercomunali; - richiesta di associazioni tecniche specializzate a livello Provinciale; - creazione flusso di informazioni; Gestisce le comunicazioni con le caserme locali delle forze dell’ordine se non attive le sale COM e CCS Supporto delle richieste inviate dalle F7 COC con ordine: - di priorità, - cronologico; Coordina le squadre sulle cancellazioni intercomunali; F8 Attivazione della comunicazione con la F8 del COM, se assente del CCS; Predispone le conferenze stampa per le comunicazioni dei Sindaci; Supporta il Presidente ed il Coordinatore nelle Comunicazioni; Effettua invii degli aiutanti di Sala Operativa nei COC richiedenti (F8 COC); Predisposizione degli enti utili per la diffusione delle informazioni; Supporto delle richieste inviate dalle F8 COC con ordine: - di priorità, - cronologico; Gestisce gli aiutanti di Sala Oerativa Intercomunal; Supporta le Funzioni COI nel mantenere il contatto con i referenti locali degli Enti gestori dei servizi di telecomunicazione e dei radioamatori; Fornisce e verifica gli apparecchi radio in dotazione anche tramite il supporto di associazioni radio amatoriali Gestisce le segnalazioni\comunicazioni d’emergenza e di richiesta di soccorso smistando le richieste alla funzioni di competenza Garantisce il funzionamento delle comunicazioni; F9 Gestiche le Aree di accoglienza di livello intercomunale Attivazione delle richieste\comunicazione con la F9 del COM, se assente del CCS; Supporoto e gestione richieste inviate dalle F9 COC con ordine: - di priorità, - cronologico; Supproto F9 COC nel censimento delle persone disabili tramite l’elecon fornito dall’ASL; Si interfaccia con le altre Funzioni del COI per la gestione degli obbiettivi di funzione, anche per il supporoto alla F9 COC

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11.6) Per la gestione dei gradi rappresentati in tabella il COC deve

Rovina totale di alcuni edifici e gravi lesioni in molti Distruttiva IX altri; vittime umane sparse ma non numerose. Completamente Rovina di molti edifici; molte vittime umane; crepacci X distruttiva nel suolo. Distruzione di agglomerati urbani; moltissime vittime; XI Catastrofica crepacci e frane nel suolo; maremoto. Distruzione di ogni manufatto; pochi superstiti; XII Apocalittica sconvolgimento del suolo; maremoto distruttivo; fuoriuscita di lava dal terreno.

Le procedure di comunicazione generali sono descritte nei capitoli 3 e 4 e per lo specifico nel capitolo 11.3; 11.4; 11.5; 11.6 L’obbiettivo generale in questo scenario è di garantire le comunicazioni lungo la catena di comando e controllo e quindi il supporto ed il coordinamento ai soccorsi interni e derivanti dalla Catena di Co.Co. I Sindaci provvederanno a recarsi presso la Sala Situazioni presso la sede COI per il coordinamento delle strutture comunali di gestione dell’emergenza. Qualora le strade di accesso siano interrotte il Sindaco è autorizzato nel rimanere, previa comunicazione alla SOI, presso il proprio COC.

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