Numero 15 – Novembre 2007

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Numero 15 – Novembre 2007 Storia e Futuro Rivista di storia e storiografia n. 15, novembre 2007 Sommario Articoli Trasporti Daniela Manente Il lungo treno della privatizzazione: da Ferrovie di Stato a ferrovie di libero mercato. Trent'anni di trasformazioni raccontate dai ferrovieri Media Giulia Stegagno Storia ed evoluzione della stampa quotidiana gratuita in Italia Domenico Amorelli Giornalisti e scrittori al seguito del Giro nell'Italia nei primi anni del dopoguerra (1946-1949) SPECIALE GARIBALDI Andrea Ragusa Cinque domande su Garibaldi Intervista a Maurizio Degl'Innocenti e Angelo Varni direttori della rivista ?Storia e Futuro? Alberto Malfitano La figura di Giuseppe Garibaldi nell'Italia fascista. Mussolini, Ezio Garibaldi e il ?fascismo garibaldino? Dino Mengozzi Un corpo grande come l'Italia La moltiplicazione del corpo di Garibaldi e le reliquie di cenere Dialoghi Valerio Castronovo La rivoluzione elettrica fra realtà e mitologia Ernesto Galli Della Loggia Se Hitler nel 1945 avesse potuto disporre della bomba atomica? L'Europa fra totalitarismi e democrazia Percorsi Saverio Battente Il processo di nation building in Italia Recenti interpretazioni storiografiche (1997-2007). Francesca Somenzari Americani e francesi uniti da un desiderio comune di vendetta? I prigionieri di guerra tedeschi alla fine del secondo conflitto mondiale Laboratorio Tito Menzani Costrizioni istituzionali e vocazioni imprenditoriali. Per uno studio sul movimento cooperativo nel periodo fascista Didattica Roberto Parisini Storiografia e insegnamento della storia Vita e miracoli delle Ssis Giorgio Cavadi Storiografia e insegnamento della storia Vita e miracoli delle Ssis Paolo Bernardi Storiografia e insegnamento della storia Vita e miracoli delle Ssis Gaetano Greco Storiografia e insegnamento della storia Vita e miracoli delle Ssis Archivi Andrea Moroni Francesca Tramma L'Archivio Storico del Corriere della Sera Immagini Fiorenza Tarozzi Parole e immagini dalla Grande guerra Agenda Annarita Lamberti Sei giorni e quarant'anni Il Medio Oriente dopo la guerra del 1967 Alessandro Visani 20 settembre 1870: la Breccia di Porta Pia Anna Scicolone Quale modernità per questo paese. I documentari e le culture dello sviluppo in Italia (1948-1962) Stefano Petrungaro Rivoluzioni e storiografie a confronto: una giornata di studi sui '48 asburgici Stefano Maggi Il San Gottardo dalla galleria ferroviaria del 1882 all'Alp Transit Roberto Peruzzi Memoria e rimozione: i crimini di guerra del Giappone e dell'Italia Scaffale Francesco Grassi La nascita della Camera del Lavoro di Lucca. Aprile 1906 Prodromi e percorso sino al 1922 Fulvia Fabbi Glauco Caresana Pesaro. Crescita urbana tra le due guerre (1914-1944) Andrea Ragusa Luisa Lama Giuseppe Dozza Storia di un Sindaco comunista Francesco Silvestri Fernando J. Devoto Storia degli italiani in Argentina Michele Finelli Mario Isnenghi Garibaldi fu ferito Storia e mito di un rivoluzionario disciplinato Enrica Sensoli Marco Renzi La strage di Fragheto (7 aprile 1944) Nuove verità, reticenze, contraddizioni Stefano Santoro Stefano Bottoni Transilvania rossa Il comunismo romeno e la questione nazionale (1944-1965) Luca Gorgolini Novità editoriali giugno-ottobre 2007 Storia e Futuro Rivista di storia e storiografia n. 15, novembre 2007 L’Archivio Storico del Corriere della Sera Francesca Tramma, Andrea Moroni L’Archivio Storico del Corriere della Sera 2 La Fondazione Corriere della Sera nasce nel 2001 con lo scopo di custodire e valorizzare il patrimonio storico e culturale del quotidiano di via Solferino. In tale ambito, richiamandosi alla tradizionale vocazione del “Corriere della Sera” al libero scambio d’idee, la Fondazione ha promosso dibattiti, incontri, mostre che l’hanno trasformata in uno dei punti di riferimento della vita milanese, proiettandola ora verso iniziative di respiro nazionale. La Fondazione ha inoltre, come sua attività qualificante e caratterizzante, la salvaguardia e la valorizzazione dell’archivio storico del Corriere della Sera. Si tratta di un complesso documentario unico nel panorama italiano, non solo per l’ampiezza dell’arco cronologico coperto (quasi l’intera storia dell’Italia unita, dalla prima uscita del quotidiano, avvenuta il 5 marzo 1876), ma anche e soprattutto per la varietà e la qualità delle tipologie documentarie: dal carteggio con i maggiori personaggi della vita politica e culturale italiana ai materiali grafici e fotografici; dalla documentazione amministrativo-gestionale di una delle maggiori imprese editoriali italiane alle raccolte rilegate in volumi del giornale e delle numerose testate periodiche edite nel corso di oltre un secolo. Le caratteristiche di questo patrimonio documentario, la sua rarità e le potenzialità che offre alla ricerca, meritano alcune considerazioni preliminari. Descrivendo le difficoltà che deve affrontare chi intenda studiare la storia dei media, lo studioso francese Jean-Noël Jeanneney ha notato come uno dei principali problemi sia “dato dallo squilibrio nella documentazione tra l’immensa quantità di carta stampata e conservata, […], e la povertà degli archivi che dovrebbero permettere la ricostruzione della nascita di un giornale, di una stazione radio, di una televisione” (Jeanneney 2003, 24). In altre parole, quello che è un requisito fondamentale per svolgere un’indagine storica (la disponibilità della documentazione archivistica) diventa, nel caso della storia dei mezzi di comunicazione, un problema da aggirare e da risolvere per altre strade. Così, per restare alle vicende della stampa, gli storici del giornalismo sono costretti ad affidarsi a pubblicazioni coeve basate sulle statistiche ufficiali, ai ricordi dei protagonisti, a quanto scrivevano gli stessi giornali in merito alle loro tirature: dati, notizie e aneddoti di cui non sempre è possibile valutare l’attendibilità, opere che raramente dichiarano le fonti utilizzate. Da questa situazione risulta un forte contrasto tra l’importanza dell’oggetto delle ricerche e la povertà delle fonti a disposizione dello storico. Un contrasto che stride col ruolo svolto dai giornali che fu non solo quello di rappresentare uno dei principali strumenti di pressione politica (l’aspetto forse maggiormente analizzato dagli studi sulla storia del giornalismo), ma soprattutto quello – meno indagato ‒ di essere stati, per molti decenni, il solo grande mezzo di comunicazione di massa, contribuendo a formare il carattere del paese. Un ruolo svolto anche informando gli italiani di quel che succedeva in un paese sconosciuto alla maggior parte degli abitanti della penisola, diffondendo notizie, realizzando inchieste, inviando corrispondenti nelle diverse province, trasformando le proprie pagine in un luogo dove riconoscersi e conoscere regioni lontane; un luogo, in altre parole, dove costruire la propria identità di appartenenti alla medesima nazione. Al tempo stesso le aziende impegnate nella pubblicazione di questi giornali si trasformarono, tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, in grandi imprese editoriali, i cui profitti derivavano da una ampia serie di pubblicazioni, pensate e indirizzate a un pubblico sempre più diversificato, basti pensare, ad esempio, alla “Domenica del Corriere” o al “Corriere dei Piccoli”. Di conseguenza, come notava Tranfaglia come lo studio dei giornali non possa limitarsi ad una lettura delle sue posizioni sui temi politici e culturali, ma debba anche considerare la peculiarità del prodotto industriale “quotidiano”, il suo essere cioè frutto di un intreccio tra azienda industriale e strumento di lotta politica, dove la complessità della loro lettura critica nasce proprio dall’essere l’una e l’altra cosa insieme (Tranfaglia 1986). Un ulteriore elemento di complessità deriva dall’essere il giornale strumento di informazione, veicolo e filtro di notizie e che i modi in cui tali notizie venivano raccolte e presentate – il linguaggio non politico per dirla con Jeanneney ‒ aveva un rilievo non inferiore alle posizioni politiche assunte. In questo senso la disponibilità di accedere all’archivio storico di uno dei più importanti quotidiani italiani rappresenta una grande occasione, non solo per migliorare le conoscenze su tanti periodi e aspetti della storia italiana, ma anche per affinare nuovi metodi di ricerca e per rispondere Storia e Futuro, n 15, novembre 2007, www.storiaefuturo.com L’Archivio Storico del Corriere della Sera 3 a nuovi interrogativi. La particolare storia del “Corriere”, le molteplici iniziative editoriali promosse nel corso del tempo, permettono la possibilità di svolgere ricerche in ambiti poco esplorati o tali da offrire una ricca documentazione inedita. Si pensi, solo per citare esempi noti ma non per questo studiati e approfonditi, alla storia dei periodici per l’infanzia, che nelle carte relative al “Corriere dei Piccoli” potrebbe trovare materiale iconografico e documentario di valore; o si considerino ancora le possibilità offerte dal ricco patrimonio iconografico per una storia della comunicazione illustrata; o, infine, si pensi al materiale fotografico e alle ricerche sulla storia del fotogiornalismo. Il “Corriere della Sera”, fondato da Eugenio Torelli Viollier che voleva realizzare un giornale moderno e di respiro internazionale, iniziò le sue pubblicazioni a Milano nel 1876, con 4 pagine di notizie e commenti e un’unica edizione. Diventato in pochi anni uno dei principali quotidiani nazionali, voce ascoltata della realtà settentrionale e autorevole giornale di informazione, sotto la direzione di Luigi Albertini il “Corriere” conobbe un nuovo e formidabile impulso. Albertini
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