Cacciaguida. - Antenato Di D

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Cacciaguida. - Antenato Di D La persona storica. - L'esistenza storica di un C. padre di Cacciaguida. - Antenato di D. (Pd XV 28, 88-89), padre di Alighiero è accertata da due documenti conservati nell'Archivio Alighiero bisavo del poeta (vv. 91-97), appare nel cielo di Marte di Stato di Firenze: il primo, del 9 dicembre 1189, in cui i fratelli (vv. 19-21). Battezzato in S. Giovanni, nella Firenze della Preitenitto e Alaghieri, " filii olim Cacciaguidae ", promettono a cerchia antica, tanto diversa, nella sua semplicità, dalla corrotta Tolomeo, prete della chiesa di S. Martino, di tagliare un fico città del Trecento, ebbe due fratelli, Moronto ed Eliseo, e presso il muro di proprietà della chiesa stessa; il secondo, del 14 consorte una donna di Val di Pado, da cui derivò il cognome agosto 1201, in cui Alighiero di Cacciaguida e un suo figliolo Alighieri. Fu seguace dell'imperatore Corrado III che lo rimeritò son testimoni a una quietanza rilasciata da Iacopo di Rosa, del ben ovrar facendolo cavaliere; seguì l'imperatore anche protomaestro di Venezia, per tutto ciò che egli poteva richiedere contro gl'infedeli e subì il martirio in Terrasanta (vv. 97-148). D. al podestà di Firenze. Il Davidsohn, inoltre, segnalò fra le carte gli rivolge quattro domande: chi furono i maggiori suoi; qual strozziane dell'Archivio di Stato di Firenze uno strumento del 28 anno del Signore si segnava alla sua nascita; quanti erano allora aprile 1131 dove interviene come testimone un C. " filius Adami gli abitanti di Firenze; e quali le famiglie degne dei più alti uffici " (cfr. Geschichte 1449) e M. Barbi, che ristudiò la carta, si nella città (XVI 22-27). C. risponde anzitutto alla seconda: mostrò favorevole all'identificazione, anche perché il nome di C. quando egli nacque il pianeta Marte, dal giorno non risulta comune. Tuttavia il Piattoli non affianca questo dell'Annunciazione, era tornato 580 volte sotto la costellazione documento ai due precedenti nel Codice perché non è certo che del Leone; dei suoi maggiori si limita a dire che abitavano nel il figlio di Adamo e il padre di Alighiero siano la stessa persona. centro di Firenze, nel punto in cui i corridori del palio entravano Bastano, però, le date dei due primi strumenti per collocare la nel sestiere di Porta S. Piero, dove egli stesso vide la luce. vita di C. nel secolo XII, ai tempi di Lotario II e Corrado III, a escludere, cioè, che l'imperador Currado seguito dal trisavolo di Dichiara poi che il numero dei cittadini atti alle armi era allora D. alla crociata possa essere Corrado II di Franconia (1024- un quinto di quello del 1300; soggiunge però che la popolazione 1039) anche se questi, come dice il Villani (IV 9), " si dilettò cittadina non aveva subito infiltrazioni dal contado e lamenta assai della città di Firenze quando era in Toscana, e molto l'ingresso in Firenze, favorito dalle insidie ecclesiastiche l'avanzò e più cittadini si feciono cavalieri di sua mano e furono all'autorità imperiale, del villan d'Aguglion, di quel da Signa, al suo servizio ", allorché andò a combattere i Saraceni in pronti alla baratteria, di faccendieri il cui avo ‛ andava alla cerca Calabria. Eppure tali notizie e la possibile confusione dei ' a Simifonti, e degli stessi nobili inurbati da Montemurlo, da numerali - Corrado III di Hohenstaufen (1138-1152), terzo come Acone, da Val di Greve, perché le mescolanze infirmano la re di Germania, fu secondo come imperatore - fecero sorgere compattezza delle città, e il numero di per sé non è forza (vv. 34- qualche incertezza fra gli antichi commentatori, a cominciare da 72). All'ultima risposta premette che, come decadono le città, Pietro, il quale confuse la crociata di Corrado III con la così le schiatte; anche se la brevità della vita umana non consente spedizione in Calabria del Salico, asserendo che C. seguì " di avvedersene, la Fortuna muta le sorti come il volgere della Corrado de Soapia, cum in Calabria contra Saracinos ivit et luna alterna le maree. Né Firenze può sottrarsi a questa legge: bellavit ". Nell'ultima redazione del suo commento Pietro si l'avo evoca infatti i nomi di tante illustri casate già in declino corresse (cfr. " Bull. " XI [1904] 9), ma l'incertezza sopravvisse durante la sua vita, di altre in fiore e poi perdute dalla loro nel Buti: " questo Currado per quello che io posso comprendere superbia, come gli Uberti e i Lamberti, di famiglie allora appena per le croniche fu Currado primo ", nel Landino: " questo... fu sul crescere, come gli Adimari, e di altre grandi, come i Della Currado I negli anni del Signore millequindici ", e in altri. Pera, che dettero il nome a una porta cittadina, ora già spente; Alcuni moderni attribuirono la confusione a D. stesso, ritenendo adesso fra le antiche famiglie che Ugo di Toscana privilegiò con che Corrado m non fosse mai sceso in Italia (Casini, Steiner, la sua insegna c'è persino chi ‛ col popol si rauna '. Onorati erano Pompeati, Pietrobono, Donadoni, Cosmo, ecc.); ma, se pure non allora gli Amidei dal cui giusto sdegno contro Buondelmonte ancora imperatore, Corrado venne in Italia nel 1128 al tempo derivarono le divisioni di Firenze: certo sarebbe stato meglio per della sua lotta con Lotario II di Suplimburgo, fu anche in i Fiorentini che Dio avesse lasciato affogare il giovane fedifrago Toscana, dove trovò consensi e seguaci, e tornò poi una seconda nell'Ema al suo primo venire in città, ma conveniesi che Firenze volta nella penisola. Secondo un'ipotesi del Porena, con Poi chiudesse la sua pace con una vittima alla mutila statua di Marte seguitai C. potrebbe alludere al suo farsi seguace in Italia di del Ponte Vecchio. Prima di allora l'insegna del giglio non era Corrado " pugnante contro i Papi e il partito avverso, e allora mai stata capovolta per sconfitta o tramutata per divisione (vv. sarà stato in compenso della sua devozione armato cavaliere ", e 73-154). D. chiede poi all'avo di chiarirgli gli oscuri presagi che con Dietro li andai al suo unirsi alla spedizione dell'imperatore gli sono stati fatti durante il viaggio e C., leggendo nel cospetto in Terra Santa, come è accertato che fecero altri italiani (cfr. W. etterno (XVII 39), gli predice senza ambagi che egli dovrà Bernhardi, Konrad III, Lipsia 1883, 601). Non sussistono, staccarsi dalla città natia, innocente, ma calunniato da chi già comunque, ragioni storiche che si oppongano al racconto del trama contro di lui presso la curia di Roma, e solo la giustizia poeta e la morte di C. va posta prima del settembre 1148, quando celeste potrà ristabilire il vero. Gli parla poi dei dolori e delle Corrado III abbandonò la Terra Santa; forse avvenne nell'anno umiliazioni dell'esilio, dell'amara rottura coi compagni precedente, allorché l'esercito imperiale fu quasi completamente fuorusciti, del primo rifugio presso gli Scaligeri, dove D. Vedrà, distrutto dai Mussulmani. fanciullo novenne, Cangrande, destinato a grandi cose (vv. 31- 93). Esorta infine il nipote a non portare odio ai concittadini, Quanto alla nascita del trisavolo, D. fornisce un'indicazione essendo certo l'infuturarsi della sua vita oltre la punizione della astronomica che ha dato molto da fare agl'interpreti: dal giorno loro perfidia. Al dubbio di D. se, con suo nuovo rischio, dovrà dell'Annunciazione a quello della nascita di C. il pianeta Marte ridire tutto ciò che ha visto nell'oltretomba, così amaro per tanti, tornò 580 volte sotto il segno del Leone. Il Lana spiegò: " altro risponde di far manifesta tutta la vision, senza curarsi di chi ne non è a dire che 580 rivoluzioni di Marte che comprende çascuna sarà meritamente ferito: la voce del poeta sarà come vento, che dui anni solari, sì ch'è quel numero 1160 ", e fu seguito le più alte cime più percuote; gli sono stati presentati esempi dall'Ottimo, dal Buti, dal Landino e da molti altri. Ma nel 1595 insigni proprio perché solo da essi l'animo umano può ricevere gli accademici della Crusca fecero notare che in tal modo C. vital nodrimento (vv. 94-142). sarebbe morto prima della nascita: si accordarono perciò a Elisei perché a loro rimase l'antichità ": discendessero questi dal Pietro, che aveva revocato in dubbio la lezione di Pd XVI 37-38 fratello di C. (Zingarelli) oppure no, il trisavolo di D. fu cinquecento cinquanta / e trenta fiate (" scriptum corrupte 30 probabilmente loro consanguineo. Quanto alla moglie, la vaga vicibus, ubi debet dicere tribus vicibus ") e, ridotto il numero indicazione di C., val di Pado, ha stimolato le indagini dei delle rivoluzioni di Marte a 553, aveva fissato la data di nascita dantisti i quali, sulla scorta di Pd XV 138 e quindi il sopranome del suo antenato al 1106. L'edizione critica della vulgata ha tuo si feo, si son dati a ricercare fra le casate di Ferrara, di Parma, ribadito la lezione e trenta; ma su questa stessa lezione già di Bologna, di Verona che si avvicinano per nome agli Alighieri: Benvenuto aveva rettificato il calcolo osservando: " Mars... non si è formata così una tradizione prevalente dal Boccaccio al Del stat per biennium completum ad peragendum cursum suum, Lungo, al Catalano, che vuole ferrarese la consorte venuta a C. immo aliquanto minus, unde facta computatione restat anni 1054 da val di Pado. ". D., infatti, accenna alla rivoluzione di Marte (Cv II XIV 16) fondandosi sui dati di Alfragano (c. XVII), per cui il periodo In parte attinente alla storia è la questione della lingua di C., che siderale di quel pianeta è solo di giorni 686,94. Ma questi, D. dichiara diversa dalla moderna favella (XVI 33): gli antichi moltiplicati per 580 e poi divisi per 365,2466 (durata dell'anno commentatori o sorvolano (Lana, Pietro, Landino) o si mostrano solare secondo Tolomeo), porterebbero al 25 gennaio del 1091 incerti, come l'Ottimo, secondo il quale D.
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