COMUNE DI VALFURVA

Provincia di

PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO PIANO DELLE REGOLE

PIETRO MASPES

STUDIO ASSOCIATOSTUDIO MASPES

arch. GIAN ANDREA MASPES &Ing.

Elaborato: NORME TECNICHE RN.01

Adottato con Delibera Consiglio Comunale n. 42 del 20 dicembre 2013

Luglio 2015 Approvato con Decreto n. 1 del Commissario ad Acta del 23 luglio 2015

COMUNE DI VALFURVA - PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO - NtA del Piano delle Regole PAGINA 2 DI 134

I SOGGETTI DELL'AMMINISTRAZIONE:

Sindaco

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Responsabile del Settore Servizi Territoriali:

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Autorità Procedente:

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Autorità Competente per la VAS:

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Segretario Generale:

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SOMMARIO PARTE PRIMA ...... 7 TITOLO 1. - GENERALITA’ ...... 8 Articolo 1.1. - (Riferimenti al Piano di Governo del Territorio) ...... 8 Articolo 1.2. - (Contenuto e finalità del Piano delle Regole) ...... 8 Articolo 1.3. - (Elaborati del Piano delle Regole) ...... 9 1.3.1. - Tavole del Piano delle Regole: ...... 9 1.3.2. - Tavole di riferimento al Documento di Piano: ...... 9 Articolo 1.4. - (Valore ed efficacia degli elaborati) ...... 10 TITOLO 2. - Modalità di attuazione del Piano delle Regole ...... 11 Articolo 2.1. - (Intervento edilizio diretto) ...... 11 Articolo 2.2. - (Permesso di costruire convenzionato) ...... 11 Articolo 2.3. - (Piani Attuativi) ...... 11 Articolo 2.4. - (Piani attuativi: disposizioni specifiche) ...... 12 Articolo 2.5. - (Piani Attuativi vigenti)...... 12 Articolo 2.6. - (Programmi integrati di intervento) ...... 13 Articolo 2.7. - (Progetto urbano) ...... 13 Articolo 2.8. - (Modifica delle destinazioni d’uso) ...... 14 Articolo 2.9. - (Utilizzo degli indici urbanistici e verifiche ambientali) ...... 14 Articolo 2.10. - Premialità nel tessuto urbano consolidato...... 15 Articolo 2.11. - (Edificabilità e saturazione) ...... 17 Articolo 2.12. - (Parcheggi e autorimesse private) ...... 17 2.12.1. - Parcheggi ...... 17 2.12.2. - Autorimesse private ...... 18 Articolo 2.13. - (Costruzioni accessorie) ...... 18 2.13.1. - Decoro urbano ...... 19 Articolo 2.14. - (Costruzioni provvisorie) ...... 19 TITOLO 3. - Equità del Piano ...... 20 Articolo 3.1. - (perequazione, compensazione, incentivazione urbanistica) ...... 20 3.1.1. - Criteri di equità ...... 20 3.1.2. - La perequazione ...... 20 3.1.3. - La compensazione ...... 20 3.1.4. - L’incentivazione ...... 21 3.1.4.1. -PTRA - obiettivo 1.F - Promuovere azioni ecocompatibili in ambito energetico ...... 21 3.1.5. - Perequazione nei Piani Attuativi ...... 21 3.1.6. - Compensazioni per l’incentivazione del recupero dEi nuclei di antica formazione ...... 21 3.1.7. - Compensazioni per incentivare l’acquisizione di aree pubbliche ...... 21 TITOLO 4. - Disposizioni di tutela paesaggistica e ambientale ...... 23 Articolo 4.1. - (Disposizioni di tutela del paesaggio) ...... 23 4.1.1. - Codice dei Beni culturali e del Paesaggio ...... 23 4.1.2. - Il Piano Territoriale Regionale ...... 24 4.1.3. - Il Piano Territoriale d’Area PTRA MAV ...... 24 Articolo 4.2. - (Gli “elementi” che concorrono a costituire gli ambiti di elevata naturalità e le indicazioni del PTCP) ...... 25 Articolo 4.3. - Il PGT e la Carta del Paesaggio ...... 26 4.3.1. - Le Viste di importanza paesistica ...... 26 4.3.2. - Varchi Inedificabili ...... 27 4.3.3. - I solchi vallivi, i fondi delle convalli, forre e cascate...... 27 4.3.4. - Geositi ...... 28

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Articolo 4.4.- (Le Classi di sensibilità paesaggistica)...... 28 Articolo 4.5. - (Unità Tipologiche di paesaggio) ...... 28 4.5.1. - Macro Unità dei Paesaggi delle energie di rilievo ...... 28 4.5.2. - Macrounità dei Paesaggi di versante ...... 29 4.5.3. - Le classi di sensibilità paesaggistica ...... 29 4.5.4. - Esame paesistico dei progetti ...... 30 4.5.5. - Disposizioni specifiche di tutela del paesaggio...... 30 4.5.5.1. - Interventi in presenza di componenti paesaggistiche...... 30 4.5.5.2. - Cartellonistica ...... 31 Articolo 4.6. - (Disposizioni di salvaguardia ambientale ed ecologica) ...... 37 4.6.1. - Il Parco Nazionale dello Stelvio) ...... 37 4.6.2. - Zona di Protezione Speciale ZPS ...... 37 4.6.3. - Riserva naturale statale denominata Tresero-Dosso del Vallon ...... 37 4.6.4. - Sistema a rete dei collegamenti funzionali -rete ecologica ...... 38 4.6.4.1. - Il significato della Rete Ecologica ...... 38 4.6.4.2. - PTRA - obiettivo 1.B - Sviluppare una Green way dell’Adda ...... 39 4.6.4.3. - PTRA - obiettivo 1.E - Promuovere la Rete Ecologica ...... 39 4.6.5. - Precauzioni ecologiche ...... 39 4.6.5.1. - Tutela dei Chirotteri ...... 39 4.6.5.2. - Inquinamento luminoso e Chirotteri ...... 39 4.6.5.3. - Tutela dell’avifauna ...... 39 4.6.5.4. - Tipologie arboree ed arbustive ...... 40 4.6.5.5. - Inquinamento acustico, atmosferico e luminoso ...... 40 TITOLO 5. - Disciplina d’uso del territorio comunale ...... 41 Articolo 5.1. - (disposizioni sovraordinate) ...... 41 5.1.1. - PTRA - obiettivo 3.B - Valorizzare l’identità del paesaggio storico ...... 41 5.1.1.1. - La Testata dell’Alta Valle ...... 41 5.1.2. - Disposizioni geologiche ...... 41 5.1.3. - Il Tessuto urbanizzato e il Piano delle Regole ...... 41 Articolo 5.2. - (Criteri generali per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio ed urbanistico esistente) ...... 41 5.2.1. - Categorie omogenee di edifici e criteri di intervento ...... 42 5.2.1.1. - Gruppo A - Edifici di valore monumentale o di particolare rilevanza architettonica)...... 42 5.2.1.2. - Gruppo B - Edifici di rilevanza architettonico – ambientale...... 43 5.2.1.3. - Gruppo C – Architetture di rilevanza tipologica ...... 43 5.2.1.4. - Gruppo D – Edilizia a matrice rurale di interesse ambientale ...... 43 5.2.1.5. - Gruppo E– Edilizia attuale o di recente ristrutturazione...... 44 5.2.1.6. - Gruppo F – Edilizia da riqualificare ...... 44 5.2.1.7. - Gruppo G – Manufatti di rilevante contrasto ambientale ...... 44 5.2.1.8. - Gruppo H – Ruderi ...... 44 Prescrizioni integrative in adeguamento all’obiettivo 3.B del PTRA – tessuto insediativo e spazi aperti 44 5.2.2. - Mantenimento della struttura morfologica degli abitati ...... 45 Articolo 5.3. - (Gradi d’intervento edilizio e presentazione dei progetti) ...... 46 5.3.1. - (Modalità d’intervento sugli edifici di interesse paesaggistico ambientale o storico culturale) 46 5.3.2. - Interventi di restauro e di risanamento conservativo ...... 46 5.3.2.1. - TA – Tipo di Intervento conservativo...... 47 5.3.2.2. - TB – Tipo di Intervento conservativo con aumento max 10% della SLP...... 47 5.3.2.3. - TC – Ristrutturazione “leggera” ...... 47 5.3.3. - Interventi di demolizione e/o sostituzione...... 48 5.3.3.1. - TD- Ristrutturazione “pesante” (anche con demolizione e ricostruzione) ...... 48 5.3.3.2. - TE – Tipo di intervento di Demolizione senza ricostruzione...... 48 5.3.3.3. - TF – Conferma demolizione...... 48 Articolo 5.4. - (Ambiti territoriali individuati dal Piano delle Regole) ...... 48 CAPO I - Il Tessuto urbano consolidato ...... 50 Articolo 5.5. - Il territorio urbanizzato...... 50 5.5.1. - Catasto storico e prima levata IGM) ...... 50 5.5.2. - Ambiti del Tessuto Urbano consolidato (tuc) ...... 50 ______

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5.5.3. - Nuclei di antica formazione ...... 50 Articolo 5.6. - (Il tessuto urbano di recente formazione) ...... 52 5.6.1. - Criteri generali di incremento per scaglioni della SLP esistente ...... 53 5.6.2. - RES_1 – “Tessuti Residenziali di media densità”) ...... 54 5.6.3. - RES_2 - Tessuti in fase di consolidamento ...... 56 5.6.4. - RES_3 - Tessuti in fase di completamento ...... 58 5.6.5. - RES_E – Aree Residenziali integrate nel verde privato ...... 59 5.6.6. - V_CONS – Pause di verde nel consolidato ...... 61 Articolo 5.7. - RES_PA – Ambiti Conformati a Piano Attuativo nel tuc ...... 61 5.7.1. - Mod.Att. 1 - Località Plazzola a Madonna dei Monti ...... 62 5.7.2. - Mod.Att. 3 - Via Frodolfo Santa Caterina ...... 64 5.7.3. - Mod.Att. 9 - Località Ronchetti a Uzza ...... 66 5.7.4. - Mod.Att. 10 - PII San Nicolò ...... 67 Articolo 5.8. - (Aree a destinazione Turistico Ricettiva) ...... 69 5.8.1. - Disposizioni specifiche per le Aziende alberghiere ...... 69 5.8.1.1. - PTRA – obiettivo 1.C - Garantire un’offerta di servizi adatta al territorio montano ...... 69 5.8.1.2. - Incentivi per le strutture ricettive nel tessuto residenziale consolidato...... 70 5.8.1.3. - Incentivi per le strutture ricettive all'esterno del tessuto urbano consolidato...... 70 5.8.2. - Tur_1 - Aree a prevalente destinazione alberghiera ...... 71 Articolo 5.9. - (Edifici ed aree con utilizzazione produttiva artigianale nel Tessuto Urbano Consolidato) ...... 73 CAPO II - Il Territorio extra Urbano riservato alla agricoltura ...... 74 Articolo 5.10. - (Ambiti destinati alla produzione agricola) ...... 74 5.10.1. - Disposizioni di carattere generale ...... 74 5.10.1.1. - In particolare sono ammesse: ...... 74 5.10.1.2. - Le strutture zootecniche ...... 75 5.10.1.3. - Strutture zootecniche esistenti ...... 76 5.10.2. - - Edifici non più adibiti alla conduzione del fondo ...... 76 5.10.2.1. - Strutture ricettive ex LR 36/1997 ...... 76 5.10.2.2. - Struttura artigianale esistente in area agricola ...... 76 5.10.2.3. - edifici prossimi al TUC, ma in area agricola ...... 76 5.10.2.4. - edifici e baite sparse nel territorio extra urbano ...... 76 5.10.2.5. - rifugi, bivacchi, strutture varie connesse ad impianti tecnologici o sportivi...... 77 5.10.3. - Destinazioni, indici e parametri di carattere generale per gli ambiti riservati alla produzione agricola...... 77 5.10.4. - AGR_1 – Aree agricole di particolare tutela ...... 79 5.10.5. - AGR_2 – Aree agricole ordinarie ...... 79 5.10.6. - AGR_Z – Aree agricole per l’insediamento di strutture zootecniche ...... 79 5.10.7. - ESP – Ambiti Riservati alla pratica dello sci ...... 80 5.10.7.1. - PTRA: obiettivo 1.A - Riqualificazione dei domini sciabili ...... 80 Prescrizioni integrative in adeguamento all’obiettivo 1.A del PTRA - Riqualificazione dei domini sciabili 80 5.10.7.2. - Modalità d’intervento ...... 81 5.10.7.3. - Caratteristiche delle Piste (Cfr. art. 66 del PTCP) ...... 82 5.10.8. - AGR_V – Aree agricole non edificabili o di potenziale trasformazione ...... 83 CAPO III - Infrastrutture e Servizi ...... 84 Articolo 5.11. - (Ambiti delle infrastrutture per la mobilità) ...... 84 5.11.1.1. - PTRA - Obiettivo specifico 2.B - Valorizzazione dei tracciati storici intervallivi ...... 84 Articolo 5.12. - (Aree per servizi pubblici o di interesse pubblico) ...... 84 Capo IV Ambiti non soggetti a trasformazione urbanistica ...... 85 Articolo 5.13. - (Aree non soggette a trasformazione urbanistica) ...... 85 5.13.1. - Aree non funzionali alla produzione agricola ...... 85 5.13.2. - Aree sciabili in ambiti di non trasformazione...... 85 5.13.3. - Aree idriche...... 85 5.13.4. - Alvei ed aree ripariali...... 85 5.13.5. - Ex-ATR di potenziale ridefinizione...... 85 TITOLO 6. - Disposizioni per il commercio ...... 87 Articolo 6.1. - (Richiamo al Programma Triennale della Regione) ...... 87 ______

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Articolo 6.2. - (Rapporti con gli ambiti del territorio comunale) ...... 87 Articolo 6.3. - (Nuovi esercizi) ...... 87 Articolo 6.4. - (Parcheggi pertinenziali relativi agli usi commerciali) ...... 87 Articolo 6.5. - (Rapporti con il sistema della viabilità) ...... 88 Articolo 6.6. - (Tutela ambientale) ...... 88 Articolo 6.7. - (Ambiti di rilevanza storica e ambientale) ...... 88 TITOLO 7. - La carta dei vincoli ...... 89 Articolo 7.1. - (Disposizioni generali per gli ambiti sottoposti a vincoli di livello sovraccomunale) ...... 89 7.1.1. - (Vincoli legati alla presenza di impianti o infrastrutture) ...... 89 7.1.1.1. - Fasce di rispetto stradale ...... 89 7.1.1.2. - Opere connesse con la funzionalità della rete viaria e sotto-servizi tecnologici ...... 90 7.1.1.3. - Dominio sciabile ...... 90 Ampliamento delle piste da sci ...... 90 7.1.1.4. - Ambiti di degrado paesistico ...... 90 7.1.1.5. - Fascia di rispetto cimiteriale ...... 91 7.1.1.6. - Fasce di rispetto delle linee elettriche ...... 91 7.1.1.7. - Impianti fissi per le telecomunicazioni e per la radiotelevisione ...... 91 7.1.1.8. - Fasce di rispetto delle strutture zootecniche ...... 92 Articolo 7.2. - (Vincoli di carattere ambientale paesaggistico) ...... 92 7.2.1. - Vincoli relativi agli immobili assoggettati a tutela...... 92 7.2.1.1. - Beni storico-artistico-monumentali ...... 92 7.2.1.2. - Fasce di rispetto delle aree di potenziale interesse archeologico...... 93 7.2.1.3. - Tutela del verde ...... 93 Progettazione del verde ...... 94 Articolo 7.3. - (Vincoli ambientali connessi con la struttura geomorfologica del territorio comunale) ...... 95 7.3.1. Tutela del suolo, del sottosuolo, dell’aria e dell’acqua ...... 95 7.3.1.1. - Fasce di rispetto delle aree soggette a dissesto idrogeologico ...... 95 7.3.1.2. - Fascia di rispetto dei corsi d’acqua ...... 95 7.3.1.3. - Fasce di rispetto delle acque pubbliche ...... 95 7.3.1.4. - Aree di salvaguardia delle risorse idriche ...... 95 7.3.1.5. - Presenza di radon nel sottosuolo ...... 96 TITOLO 8. - Norme transitorie e finali ...... 97 Articolo 8.1. - (Deroghe) ...... 97 Articolo 8.2. - (Ufficio di Piano e Commissione paesaggio) ...... 97 Articolo 8.3. - (Norme generali per stato di fatto in contrasto con le previsioni del Piano delle Regole)...... 97 Articolo 8.4. - (Disciplina del recupero dei sottotetti a fini abitativi) ...... 97 Articolo 8.5. - (Regolamenti attuativi - Norma di chiusura) ...... 98 Articolo 8.6. - (Abrogazioni) ...... 98 PARTE SECONDA: ...... 99 TITOLO 9. - Norme tecniche di fattibilità geologica ...... 100

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PARTE PRIMA

NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE DEL PIANO DELLE REGOLE

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TITOLO 1. - GENERALITA’

ARTICOLO 1.1. - (RIFERIMENTI AL PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO) Il Governo del territorio del comune di Valfurva è concepito nel rispetto sia degli ordinamenti statali, regionali e comunitari, sia delle peculiarità paesaggistiche, ambientali, naturalistiche, storiche e culturali e si attiene ai se- guenti principi che costituiscono le fondamenta del PGT: 1. salvaguardia del patrimonio storico e sostenibilità ambientale 2. minimizzazione del consumo di suolo 3. equità nella distribuzione degli oneri e dei diritti edificatori Il Piano di Governo del Territorio, pertanto, definisce e disciplina l’assetto dell’intero territorio comunale e viene articolato nel Documento di Piano, Piano del Servizi e Piano delle Regole, al fine di indirizzare tutte le attività di trasformazione fisica di rilevanza urbanistica nel territorio comunale. Il PGT persegue quindi obiettivi di riqualificazione e valorizzazione del territorio, secondo i principi della sostenibi- lità ambientale e della compensazione urbanistica (Cfr. 3.1.3. - La compensazione) nel rispetto dei criteri di eco- nomicità, efficacia, pubblicità e semplificazione dell’azione amministrativa; definisce le regole finalizzate alla tute- la delle risorse ambientali non riproducibili anche mediante il ricorso a premialità per i cosiddetti “comportamen- ti virtuosi” (Cfr. 3.1.4. - L’incentivazione). Tutti gli interventi edilizi e tutte le trasformazioni urbanistiche che, in relazione alla normativa vigente necessita- no di titolo abilitativo, devono risultare sottoposti al Piano di Governo del Territorio, oltre che agli strumenti so- vraordinati; gli interventi su edifici o manufatti esistenti sono consentiti solo in adeguamento alle disposizioni del PGT.

ARTICOLO 1.2. - (CONTENUTO E FINALITÀ DEL PIANO DELLE REGOLE) Il Piano delle Regole non ha termini di validità, è sempre modificabile, produce effetti diretti sul regime dei suoli e, in accordo con gli indirizzi di controllo della qualità urbana e territoriale individuati nel Documento di Piano: a) definisce, all’interno dell’intero territorio comunale, gli ambiti del tessuto urbano consolidato, inteso come insieme delle parti di territorio su cui è già avvenuta l’edificazione o la trasformazione dei suoli, comprenden- do anche le aree libere intercluse o di completamento; b) indica gli immobili assoggettati a tutela in base alla normativa statale e regionale; c) individua le aree e gli edifici a rischio di compromissione o degrado e possibile causa di incidente rilevante; d) contiene, in ordine alla componente geologica, idrogeologica e sismica, quanto previsto dall’art. 5, comma 1 lettera b) e) individua: 1. le aree di rilevanza ambientale e/o paesaggistica  i nuclei di antica formazione  gli ambiti urbani consolidati  le aree e gli immobili assoggettati a tutela  le aree che risultano, in base a specifico studio del geologo, soggette a vulnerabilità geologica, idro- geologica e sismica  le aree non soggette a trasformazione urbanistica  le aree destinate all’agricoltura  tutte le aree soggette a trasformazione urbanistica fino alla stipula delle convenzioni attuative. 2. Il Piano delle regole non disciplina invece (se non in via transitoria):  gli ambiti di trasformazione (Cfr. il Documento di Piano) da realizzare tramite piani attuativi secondo i criteri dettati dalle Norme che accompagnano il Documento di Piano  la “Città pubblica” che viene attuata sulla base dei progetti di opere pubbliche e delle indicazioni sta- bilite nel Piano dei Servizi.

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ARTICOLO 1.3. - (ELABORATI DEL PIANO DELLE REGOLE) All’interno dell’intero territorio comunale, l’individuazione delle aree disciplinate dal Piano delle Regole è conte- nuta nei seguenti elaborati:

1.3.1. - TAVOLE DEL PIANO DELLE REGOLE: R.01 "Carta dei vincoli" R.02 "Carta della disciplina delle aree" R.03 "Carta condivisa del paesaggio" R.04 "Elementi significativi del paesaggio antropico e luoghi della memoria" RNS.01 “Abaco dei valori dell’abitato ed elementi della memoria” RNS.02 "Criteri d’intervento all’interno dei nuclei di antica formazione" RNS.03 “Schede analitiche edifici nei nuclei di antica formazione” Normativa: RN.01 "Norme Tecniche Piano delle Regole" RN.02 "Normativa di base con indici, parametri, destinazioni d'uso, definizioni ricorrenti nei tre Atti del PGT" (Allegato A comune ai 3 atti di PGT)

1.3.2. - TAVOLE DI RIFERIMENTO AL DOCUMENTO DI PIANO: DN.01 "Prescrizioni, criteri e indirizzi del Documento di Piano" Inoltre, al fine di consentire la ricostruzione del percorso che ha condotto alla definizione della Tavola R.03 "Car- ta condivisa del paesaggio" opportuno fare riferimento anche al Documento di Piano ed in particolare ai seguenti elaborati :Tavola 4.4.3. – “Componenti costitutivi del paesaggio e sensibilità paesaggistica” che raccoglie, con intersezioni e sovrapposizioni, i risultati delle indagini ambientali e paesaggistiche condotte sul territorio comunale con il Documento di Piano, a cui fare riferimento prima degli interventi di trasformazione sul territorio comunale, tra cui: Tavola 4.4.4. – “Carta del Rischio Archeologico” Tavola 4.4.1. – "Proposta di Rete Ecologica comunale” Tavola 5.1.2c - "Classi di sensibilità paesaggistica” Il percorso è estremamente utile per definire punti di riferimento e criteri di valutazione a cui la Commissione per il Paesaggio ed i Tecnici che operano sul territorio si possono riferire nella valutazione e nella predisposizione dei progetti. Sono ammesse deroghe a tutte le prescrizioni del presente Piano soltanto ai fini della realizzazione di attrezzatu- re pubbliche e di interesse pubblico, in coerenza a quanto disposto all'art. 40 della L.R. 12/2005. Verificate le condizioni degli insediamenti sotto il profilo:  della situazione igienico sanitaria  dello stato di conservazione edilizia  della coerenza architettonica e ambientale rispetto al contesto urbano  della omogeneità con le destinazioni d’uso Il Piano delle Regole stabilisce anche l’organizzazione urbanistica del territorio comunale consolidato, quale in- sieme delle parti dello stesso su cui è già avvenuta l’edificazione o la trasformazione dei suoli, comprendendo in essi le aree libere intercluse, in base alla vigente legislazione urbanistica statale e regionale, per cui: a) individua beni storici, artistici, monumentali, ambientali e gli ambiti territoriali meritevoli di valorizzazione, salvaguardia, tutela e conservazione; b) individua e delimita le zone da sottoporre a piano attuativo nell’ambito del territorio già consolidato e ne in- dica le tipologie di intervento ed i criteri di recupero. c) recepisce la congruità urbanistica e ambientale con i Piani Territoriali, secondo le indicazioni del Documento di Piano; d) promuove la realizzazione di una razionale dotazione di attrezzature urbane nelle diverse parti del territorio consolidato in conformità alle indicazioni specificate nel Piano dei Servizi; e) si raccorda con il Piano dei Servizi per quanto attiene alla organizzazione del sistema della mobilità e dei par- cheggi; f) recepisce le indicazioni dello studio geologico e della valutazione d’incidenza. ______

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ARTICOLO 1.4. - (VALORE ED EFFICACIA DEGLI ELABORATI) In caso di discordanza fra diversi elaborati del Piano delle Regole prevalgono: • tra tavole in scala diversa, quelle di maggior dettaglio; • tra tavole di Piano e Norme, queste ultime In caso di discordanza tra le definizioni contenute nel Piano delle Regole con quelle del Regolamento Edilizio, prevalgono quelle contenute nel Piano delle Regole. Nel caso in cui le tavole del Documento di Piano non consentano di individuare esattamente, in relazione al livello di dettaglio legato alla scala delle tavole medesime, gli allineamenti e le sezioni stradali da assumere per l’esecuzione delle opere edilizie, il Responsabile del Servizio può determinare punti fissi di riferimento. Nel computo delle superfici SF e/o ST, nel caso in cui le superfici catastali dovessero non coincidere con quelle reali, si devono assumere ad ogni effetto le superfici reali, documentate da rilievi e da calcoli analitici dettagliati; essi costituiscono parte integrante del progetto.

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TITOLO 2. - MODALITÀ DI ATTUAZIONE DEL PIANO DELLE REGOLE

Il Piano delle Regole, fatti salvi i casi previsti per le opere pubbliche ove prevalgono specifiche norme nazionali e regionali, si attua mediante modalità attuative indirette e modalità attuative dirette; più precisamente: a) Modalità attuative indirette:  Piani attuativi di iniziativa pubblica o privata, prescritti dal Piano o proposti dai privati, comprensivi dei Programmi integrati di intervento e di tutti gli strumenti urbanistici esecutivi previsti dalla legislazione vi- gente. b) Modalità attuative dirette:  Permesso di costruire e denuncia di inizio attività, secondo quanto stabilito dalla legislazione nazionale e regionale.  Permesso di costruire convenzionato, nei casi previsti dalle norme del presente Piano.  Permesso di costruire ex art. 60 della L.R. 12/2005, nelle aree destinate all’agricoltura. L’attuazione degli interventi è subordinata alla preventiva cessione delle aree per opere di urbanizzazione prima- ria e per gli altri servizi di base. Opere di urbanizzazione primaria, secondaria o attrezzature per servizi di base dovranno essere realizzati conte- stualmente agli interventi edilizi ed ultimati nei tempi stabiliti di fine lavori. Per tutte le aree edificabili, qualunque sia la destinazione d'uso, l’attuazione degli interventi di ampliamento, nuova edificazione e ristrutturazione urbanistica sono subordinati all'esistenza delle opere di urbanizzazione pri- maria, ovvero all’impegno degli interessati di procedere all’attuazione delle stesse nei termini di tempo previsti.

ARTICOLO 2.1. - (INTERVENTO EDILIZIO DIRETTO) L'intervento edilizio diretto si applica in conformità ai titoli abilitativi previsti dalla Legge Regionale 11 marzo 2005, nº 12 e comprende, in particolare, il permesso di costruire (Cfr. art. 38) e la denuncia di inizio attività (DIA, Cfr. art. 41) da attivare secondo le disposizioni di legge vigenti. L'intervento edilizio diretto si applica in tutte le aree dove non è previsto l'intervento urbanistico preventivo; nel- le aree dov'è previsto l'intervento urbanistico preventivo si applica successivamente ad esso. Il titolo abilitativo alla costruzione, quale sua condizione di efficacia, è accompagnato da una impegnativa unilate- rale per la cessione al comune delle aree di urbanizzazione primaria previste dal Piano delle Regole o dal Piano dei Servizi, secondo le modalità previste dall’art. 47 della LR12/2005. Qualora sull’area interessata dalla richiesta di titolo abilitativo siano previste dotazioni di servizi pubblici o di inte- resse pubblico e generale dal Piano dei Servizi, il rilascio del titolo abilitativo è pure subordinato alla stipula di una convenzione atta a garantire al Comune la disponibilità dell’area richiesta per tali servizi.

ARTICOLO 2.2. - (PERMESSO DI COSTRUIRE CONVENZIONATO) Secondo quanto previsto dal Piano delle Regole in conformità ai disposti dell’art. 10, comma 2 della LR 12/2005, le norme d’ambito assoggettano al permesso di costruire convenzionato tutti gli interventi edilizi che riguardano immobili ricadenti in zone con caratteristiche fisico, tipologico e morfologiche tali da connotare l’esistente, al fine di garantire il massimo rispetto nell’evenienza di interventi integrativi o sostitutivi. Anche nei casi in cui il concessionario assume l’impegno di cessione e/o asservimento di aree con contestuale realizzazione di attrezzature per servizi di base e/o di esecuzione di opere di urbanizzazione primaria e seconda- ria, il titolo abilitativo viene subordinato alla stipula di una convenzione o alla sottoscrizione di impegnativa unila- terale d’obbligo da registrare e trascrivere con atto notarile. Casi specifici in cui è richiesto il ricorso al convenzionamento del permesso di costruire sono comunque specificati puntualmente nelle presenti NtA, tuttavia l’Amministrazione comunale può valutare di volta in volta, in relazione a situazioni particolari, l’opportunità di richiedere anche la convenzione a perfezionamento del permesso di co- struire.

ARTICOLO 2.3. - (PIANI ATTUATIVI) Anche alcuni ambiti del territorio consolidato sono assoggettati obbligatoriamente alla redazione di un Piano Attuativo, nel rispetto sia della loro specifica disciplina attuativa, sia delle norme dettate dal Piano dei Servizi.

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Negli ambiti per i quali è obbligatorio il ricorso al Piano Particolareggiato, potranno essere previste suddivisioni in comparti, purché di dimensioni tali da garantire l’organica attuazione delle previsioni in esso contenute e salvo i casi in cui non sia espressamente esclusa tale possibilità. Anche i Piani di Recupero dovranno prevedere unità minime di intervento sottoponibili, in caso di necessità, alla stipula di convenzione in grado di assicurare l’attuazione organica delle previsioni contenute nei piani stessi. Il Comune si riserva la facoltà di promuovere piani particolareggiati anche per ambiti territoriali per i quali la formazione di un piano attuativo non risulta prescritta dal Piano delle Regole. Nei piani attuativi vengono fissati in via definitiva, in coerenza con le indicazioni contenute nel documento di pia- no, gli indici urbanistico-edilizi necessari alla attuazione delle previsioni dello stesso. Per la presentazione del piano attuativo è sufficiente il concorso dei proprietari degli immobili interessati rappre- sentanti la maggioranza assoluta del valore di detti immobili in base all’imponibile catastale risultante al momen- to della presentazione del piano, costituiti in Consorzio ai sensi dell’Articolo articolo 27, comma 5, della legge 1 agosto 2002, n. 166 (Disposizioni in materia di infrastrutture e trasporti) e del comma 4 dell’Art. 12 della LR 12/2005. Le previsioni contenute nei piani attuativi e loro varianti hanno carattere vincolante e producono effetti diretti sul regime giuridico dei suoli, per cui l’esecuzione dei piani attuativi comporta la cessione delle aree per le opere di urbanizzazione primaria e secondaria nella misura indicata dal Piano dei Servizi. 1. Piani Particolareggiati (PP) previsti dall’Art. 13 della legge urbanistica n. 1150 del 17.8.1942 con gli eventuali comparti edificatori di cui all’Art. 23. 2. Piani di Zona (PZ) previsti dalla legge 18 aprile 1962 n. 167, modificata con legge 22 ottobre 1971 n. 865 e dal- la legge 28 gennaio 1977 n. 10; 3. Piani per Insediamenti Produttivi (PIP) previsti dall’Art. 27 della legge 22 ottobre 1971 n. 865; 4. Piani di Recupero edilizio ed urbanistico (PREU) previsti dalla legge 5 agosto 1978 n. 457; 5. Piani di Lottizzazione previsti dalla legge n.765 del 6 agosto 1967.

ARTICOLO 2.4. - (PIANI ATTUATIVI: DISPOSIZIONI SPECIFICHE) Nei piani attuativi relativi agli ambiti residenziali non si applica l’indice Uf, ma solo l’indice Ut esteso alla superfi- cie territoriale interessata dal Piano stesso e solo con la redazione del Piano Attuativo verrà assegnata a ciascun lotto edificabile la Superficie Lorda di Pavimento (SL) massima di pertinenza. Nei piani attuativi relativi agli ambiti produttivi, commerciali o per strutture annonarie, una volta definite le ces- sioni per infrastrutture, servizi pubblici e di uso pubblico, si applicano invece rapporti di copertura (riferiti quindi esclusivamente alla superfici fondiaria), salvo restando le quantità minime di parcheggio (pubblico, privato o con- venzionato) indotte dalle destinazioni d’uso specifiche di ciascun lotto. Con la redazione del Piano Attuativo stesso verrà assegnato, pertanto, a ciascun lotto edificabile la Superficie Lorda di Pavimento (SLP) o la Superficie Coperta (SC) massima di pertinenza. L’ubicazione delle aree pubbliche o per servizi pubblici e di uso pubblico oppure delle eventuali infrastrutture indicate sulle tavole del PGT all’interno del Piani Attuativi, ha valore di massima fino allo studio di maggior detta- glio, purché tale studio sia in grado di dimostrare un effettivo miglior assetto urbanistico e quindi una più accen- tuata fruibilità dei servizi da parte della collettività. I Piani attuativi devono sempre essere corredati dalla convenzione in conformità a quanto previsto dall’art. 46 del LR 12/2005. L’esecuzione dei piani attuativi comporta sempre la cessione delle aree per le opere di urbanizzazione primaria e secondaria nella misura minima indicata dal Piano dei Servizi per ciascuno di essi.

ARTICOLO 2.5. - (PIANI ATTUATIVI VIGENTI) Per ambiti assoggettati a pianificazione attuativa o per i programmi integrati definitivamente approvati (conven- zione sottoscritta da proprietari e comune), prevalgono le previsioni regolate dagli elaborati del PA e dalle rispet- tive convenzioni sottoscritte. Negli ambiti nei quali lo strumento attuativo è stato solo adottato, si prevede l’adeguamento alla disciplina del PGT. Fino alla data di scadenza convenzionale si applicano le disposizioni previste negli impegni assunti anche se non coincidenti con le prescrizioni del presente Piano delle Regole. I Piani attuativi in atto si intendono completamente realizzati solo a condizione che:

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• siano state cedute le aree per i servizi pubblici e di interesse pubblico previsti in convenzione; • siano state realizzate, ultimate e collaudate tutte le opere di urbanizzazione e le eventuali opere per attrezza- ture pubbliche o di uso pubblico definite in convenzione. Eventuali varianti che dovessero intervenire nel periodo di cui sopra o di validità della convenzione potranno es- sere redatte in conformità alle regole, ai criteri ed ai parametri del PRG in attuazione del quale sono stati appro- vati detti piani attuativi. Ad ultimazione di tutti i lavori e di tutti gli interventi convenzionati, ovvero alla scadenza naturale della conven- zione, si renderanno applicabili le prescrizioni del Piano delle Regole.

ARTICOLO 2.6. - (PROGRAMMI INTEGRATI DI INTERVENTO) In conformità a quanto previsto dal Capo I, Titolo VI della LR 12/2005 ed alle indicazioni del Documento di Piano, il Programma integrato di intervento ha la finalità di riqualificare il tessuto urbanistico, edilizio ed ambientale di specifiche porzioni del territorio comunale (Cfr. Art. 87 della LR 12/2005) e deve essere caratterizzato dalla pre- senza di almeno due dei seguenti elementi: a) previsione di una pluralità di destinazioni e di funzioni, comprese quelle inerenti alle infrastrutture pubbliche e d'interesse pubblico, alla riqualificazione ambientale naturalistica e paesaggistica; b) compresenza di tipologie e modalità d'intervento integrate, anche con riferimento alla realizzazione ed al po- tenziamento delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria; c) rilevanza territoriale tale da incidere sulla riorganizzazione dell'ambito urbano. Il programma integrato di intervento può prevedere il concorso di più soggetti operatori pubblici e privati e risor- se finanziarie comuni. I programmi integrati di intervento sono sottoposti a valutazione d'impatto ambientale nei casi previsti dalla vi- gente legislazione statale e regionale. Qualora sia decorso un anno dalla definitiva approvazione del Programma Integrato di Intervento senza che sia stata sottoscritta dagli operatori privati la convenzione, il Sindaco - ai sensi dell’art 93, comma 4, LR.12/05 - avvia il procedimento di diffida e messa in mora preordinato alla declaratoria di decadenza del piano ad ogni effetto. L’esecuzione dei Programmi Integrati d’Intervento comporta sempre la cessione delle aree per le opere di urba- nizzazione primaria e secondaria nella misura minima indicata dal Piano dei Servizi per ciascuno di essi.

ARTICOLO 2.7. - (PROGETTO URBANO) Il progetto urbano è una procedura integrata con quella di rilascio dei titoli abilitativi e di esame delle proposte di piano attuativo finalizzata alla definizione progettuale delle previsioni del PGT, relative a segmenti urbani interes- sati direttamente o indirettamente da interventi di particolare rilievo urbano e paesaggistico, non definibili nel dettaglio dal PGT. La procedura di progetto urbano è comunque obbligatoria in ogni caso in cui le presenti disposizioni o l’amministrazione comunale ne dichiari la necessità. Tale procedura consente, mediante il confronto tra soluzioni progettuali alternative, la valutazione della sosteni- bilità urbanistica, paesaggistica, ambientale delle soluzioni proposte, che dovranno assicurare elevati livelli di qualità e coerenza con il contesto, nonché l’idoneità alla costruzione di luoghi urbani. La procedura del Progetto urbano, è avviata mediante la predisposizione di una proposta di assetto di iniziativa pubblica o privata; nel secondo caso i proponenti dovranno rappresentare la maggioranza assoluta del valore catastale degli immobili compresi nell’ambito d’intervento. La proposta di assetto dovrà essere costituita da ela- borati che dovranno indicare: • gli obiettivi specifici da perseguire e la loro relazione con gli obiettivi generali del PGT • i caratteri del contesto insediativo, paesaggistico ed ambientale e socio – economico • l’individuazione dei vincoli presenti e dei soggetti preposti alla relativa tutela • il sistema della mobilità, compresa quella pedonale e ciclabile, nonché l’eventuale servizio del trasporto pub- blico • le analisi sui temi ambientali, paesistici, svolte anche ricollegandosi agli esiti della VAS sul PGT ed ai contenuti del PTCP • l’assetto urbanistico-edilizio-paesaggistico proposto, sviluppato morfologicamente e funzionalmente, tramite la previsione di almeno due scenari progettuali e con schede relative ai materiali, in correlazione con i valori presenti nella isopercettiva in cui ricade l’ambito di intervento

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• le schede dei materiali • lo schema di convenzione relativo alle contribuzioni ed apporti in funzione del rafforzamento dell’assetto in- frastrutturativo comunale. Sulla proposta di assetto preliminare, la Commissione per il Paesaggio si esprime – con possibilità di prescrivere emendamenti progettuali relativi ai profili di impostazione progettuale, ai materiali, colori e ad ogni ulteriore profilo qualificante – entro venti giorni dalla presentazione. La proposta e gli emendamenti della Commissione paesaggio vengono depositati e pubblicati per un periodo di dieci giorni; entro la successiva decade chiunque può presentare contributi partecipativi. Con la pubblicazione, il Comune invita gli eventuali proprietari non proponenti a presentare formale adesione all’iniziativa. Sulla base della proposta di assetto preliminare, degli emendamenti della Commissione paesaggio e dei successi- vi contributi partecipativi, è redatto il Progetto urbano nel suo assetto definitivo, su cui viene assunto – nei suc- cessivi dieci giorni - un ulteriore parere della Commissione paesaggio a verifica dell’effettivo recepimento degli emendamenti da essa precedentemente prescritti. Nel procedimento di rilascio dei titoli edilizi e di valutazione delle proposte di piano attuativo non possono essere ulteriormente riconsiderati, salve le procedure di legge, i temi dell’inquadramento paesaggistico-percettivo dell’intervento sottoposto a progetto urbano.

ARTICOLO 2.8. - (MODIFICA DELLE DESTINAZIONI D’USO) Di norma il cambio della destinazione d’uso, ancorché ammissibile dalle norme del PGT, è oneroso. In assenza di documentazione in grado di attestare in termini di legge (autocertificazioni, permessi di costruire, DIA ecc.) la destinazione d’uso di un immobile o di parte di un immobile, essa viene desunta dalla classificazione catastale attribuita in fase di primo accatastamento. Il cambio delle destinazione d’uso di un edificio o di una parte dell’immobile che viene realizzato con opere che non comportano variazione delle dotazioni minime di servizi di interesse pubblico o generale, comportano la semplice richiesta del permesso di costruire o della denuncia di inizio attività. Quando invece il cambio di destinazione d’uso implica variazioni alla dotazione dei servizi di cui sopra o l’insediamento di attività commerciali, si deve ricorrere al permesso di costruire convenzionato. Quando un titolo abilitativo è stato conseguito usufruendo di premialità particolari connesse con una specifica destinazione d’uso (esempio prima casa, azienda alberghiera, struttura agricola ecc.) il rientro in destinazioni che non usufruiscono di tali agevolazioni, sono soggette ad una convenzione con il comune che comporti l’indennizzo delle premialità conseguite, ma non più utilizzabili per il mutamento d’uso degli immobili utilizzati. “Mantengono la propria efficacia tutti gli atti di impegno al mantenimento della destinazione d’uso quandanche stipulati prima dell’entrata in vigore del PGT.” Si precisa che anche la realizzazione di solette intermedie in un edificio, o qualsiasi altro incremento della SLP, pur realizzata senza modifiche di sagoma o sedime, potrebbero comportare aumento della capacità insediativa (per esempio SLP con destinazioni RES, DIR, COMM eccedenti a quelle già presenti).

ARTICOLO 2.9. - (UTILIZZO DEGLI INDICI URBANISTICI E VERIFICHE AMBIENTALI) Gli indici di utilizzazione territoriale sono soppressi negli interventi diretti1.

Gli interventi diretti sono pertanto regolati esclusivamente dagli indici di utilizzazione fondiaria Ufp (di pertinenza) e UFmax (massimo) commisurati sia alle indicazioni del previgente PRG (travaso), sia alle caratteristiche paesaggi- stico ambientali dei luoghi, secondo le normative della LR 12/2005 s.m.i. Tutte gli incrementi ammissibili sia dovuti alla compensazione (es. cessione aree pubbliche) sia alle premialità di legge (spessore murature per l’isolamento) o alle presenti disposizioni (es. prima casa, destinazione azienda al- berghiera ecc. di cui alla Tabella 1 – “Premialità PL ed interventi diretti nel TUC”), devono essere contenuti nel GAP tra UTp e UTmax, quest’ultimo in nessun caso mai comunque superabile o derogabile in quanto rappresenta il limite massimo sopportabile sia nel contesto paesaggistico dei luoghi, sia nei confronti della pressione ammissibi- le sull’ambiente (Cfr. Rapporto Ambientale), per cui i valori massimi, puntualmente definiti per ciascun ambito in

1 Valgono solo per la perequazione di endocomparto (ATR e PL nel consolidato); in quanto i meccanismi di pere- quazione diffusa (inizialmente previsti) non sono stati più confermati. in fase conclusiva. ______

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relazione alle caratteristiche paesaggistiche dei luoghi ed alle valutazioni di sostenibilità ambientale, non sono comunque mai derogabili, L’applicazione degli indici e dei parametri urbanistico edilizi deve inoltre risultare sempre conforme anche alle eventuali disposizioni più restrittive attinenti alla presenza puntuale di vincoli specifici (es idrogeologici) o di ele- menti sensibili nel paesaggio (es. testata di valle) o ambientali (es. corridoi ecologici) che potrebbero limitarne ulteriormente l’edificabilità come meglio specificato nell’articolato delle presenti norme e nelle leggi vigenti di- sposizioni di legge (ARPA, ASL, Soprintendenze, ecc.). "Viene fatta salva la possibilità di calcolo delle superfici SLP anche in riferimento alla Uf max ad esclusione degli immobili specificatamente vincolati ai sensi delle norme vigenti"

ARTICOLO 2.10. - PREMIALITÀ NEL TESSUTO URBANO CONSOLIDATO.

PREMIALITA’ %

Organicità e unitarietà dell’intervento – (esclusi PA per i quali è esplicitamente negata la possibilità di frazionamento) Comparto sopra i 7.000 mq che non viene frazionato in più piani attuativi (unica 5,00% 1.1 convenzione) 1 PL da 4.001 a 7.000 mq che non viene frazionato in più piani attuativi (unica conven- 2,00% 1.2 zione)

1.3 L'ambito viene frazionato oppure ha una St < 4.000 mq 0,00%

Realizzazione diretta di servizi 2 Servizi per la collettività o di infrastrutture individuati dal Piano dei Servizi o dal programma triennale

SOLO PERSOLO I PIANI ATTUATIVI 2.1 delle opere pubbliche nell'ambito della facoltà di trattativa tra pubblico e privato. Relativo incre- mento di SLP fino 15 % max.

Cessioni al comune di porzioni di fabbricato nell’ambito del nucleo di antica formazione

3 Per ogni mq di SLP in edifici nei nuclei di antica formazione, si acquisisce pari diritto in SLP in ambito residenziale o ricettivo, secondo un programma di interventi che ver-

3.1 rà stabilito annualmente con delibera della Giunta Comunale, sulla scorta delle ri- chieste dei cittadini.

Classe energetica dei fabbricati

Classe A+ per l’edificazione ex-novo 5,00% 4.1 Classe A per interventi su edifici esistenti alla data di entrata in vigore del PGT 4 Classe A per l’edificazione ex-novo 2,00% 4.2 Classe B per interventi su edifici esistenti alla data di entrata in vigore del PGT

4.3 Classe edificio inferiore a quelle menzionate 0,00%

Utilizzo di fonti rinnovabili - solare termico integrato architettonicamente (nella misura di almeno 10kcal/giorno ogni mq di SLP prevista) - fotovoltaico integrato architettonicamente (nella misura di almeno 1 Kw ogni 150 mq di SLP) 5,00% 5.1 - geotermico (nella misura di almeno 10kcal/giorno ogni mq di SLP prevista) 5 - centrali termiche a biomassa (del tipo incentivato per legge) o teleriscaldamento purché fonti di riscaldamento esclusive Ricorso a due delle fonti rinnovabili sopra citate

5.2 Ricorso a una sola delle fonti sopra citate 2,00%

5.3 Nessun utilizzo di fonti rinnovabili 0,00%

Realizzazione di strutture ricettive (con vincolo di mantenimento della destinazione d’uso alberghiera venti- cinquennale) 6 6.1 Di tipo alberghiero (DALB) 15,00%

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PREMIALITA’ %

Di tipo ricettivo non alberghiero (garnie, residence, ecc.) - applicabile solo ove tali 4,00% 6.2 destinazioni siano consentite

Alloggi da destinarsi ad abitazione principale del nucleo familiare.

7 Premialità attribuibile al singolo alloggio definito come prima casa, secondo la defi- 7.1 nizione e la norma di garanzia di cui all’elaborato DN.03 (all B) del Documento di 10,00% Piano.

Alloggi di taglio medio grande Per gli appartamenti con SLP > 70 mq la quota parte eccedente i 70 mq di SLP, riferita al singolo 8 alloggio, viene calcolata al 50%. Resta inteso che al fine del computo della capacità insediativa 8.1 complessiva dell'ATR, tale SLP viene conteggiata per intero al fine di non eccedere i massimi previ- sti. A garanzia del non frazionamento dell'alloggio dovrà essere trascritto atto di vincolo unilaterale di durata non inferiore a 15 anni.

Comportamento “virtuoso” nella attuazione dei progetti. Eventuali altre scelte progettuali virtuose (accessibilità ai disabili, architettura bio- 9 climatica, installazione di opere d'arte, adesione a progetti di coordinamento 9.1 delle scelte per l'incremento della qualità percettiva (coordinate con il Parco 3,00% Nazionale dello Stelvio per gli ambiti di competenza). La determinazione di pun- teggi e premialità è affidata alla concertazione con gli uffici comunali. Tabella 1 – “Premialità PL ed interventi diretti nel TUC”

In alcuni ambiti del tessuto urbano consolidato sono inoltre possibili, qualora compatibili con gli aspetti paesaggi- stico ambientali, interventi in ampliamento con i criteri di cui al punto 5.6.1. - Criteri generali di incremento per scaglioni della SLP esistente. Il Capofamiglia, per poter godere delle agevolazioni previste dal PGT per la “prima casa” de- ve: - impegnarsi a destinare obbligatoriamente l’immobile ad abitazione primaria per la propria; - sottoscrivere atto unilaterale d'obbligo a non vendere l’immobile per almeno quindici anni; - asseverare di non disporre nel comprensorio della Media e Alta Valtellina (cfr. PTRA MAV) di altre abitazioni o proprietà immobiliari potenzialmente convertibili in un appartamento sufficiente per il proprio nucleo familia- re; - asseverare di non avere già usufruito di analoghe agevolazioni urbanistiche nel territorio della MAV. Norma di garanzia A garanzia del rispetto delle modalità operative che danno accesso ai meccanismi premiali di cui ai punti da 2 a 9, il soggetto attuatore, all'atto della firma della convenzione, stipula polizza fideiussoria per un valore pari a quello della porzione di manufatto realizzata grazie al ricorso alle premialità. In assenza di stime di maggior dettaglio, la quantificazione potrà essere basata sui valori di mercato dell'Osservatorio Immobiliare. Il rinnovo della polizza è dovuto sino alla dimostrazione dell'avvenuto rispetto degli impegni sottoscritti, previa verifica di controllo da parte degli Uffici Comunali, ossia: Punto Verifica specifica: 2 Trascrizione atto di cessione immobili; collaudo positivo opere realizzate. 3 Trascrizione atto di cessione immobili. 4 Attestato di Certificazione energetica del fabbricato 5 Attestato di Certificazione energetica del fabbricato e certificazione del tecnico installatore 6 Rilascio del certificato di agibilità della struttura alberghiera 7 Trasferimento della residenza nell'alloggio realizzato e asseverazione specifica 8 Accatastamento delle unità immobiliari 9 Asseverazione specifica del proprietario

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ARTICOLO 2.11. - (EDIFICABILITÀ E SATURAZIONE) Saturazione delle aree: la realizzazione di edifici che hanno esaurito l’edificabilità massima consentita dagli ine- renti indici e parametri sull’area di pertinenza, rendono quest’ultima “satura”; “parzialmente satura” è invece l’area sulla quale è ancora possibile un incremento della SLP, rispetto all’esistente, da calcolare in conformità a quanto previsto dalle presenti NtA. Tutti i frazionamenti, avvenuti prima e dopo la data di adozione del PGT, producono aree di risulta il cui utilizzo rimane subordinato alla dimostrazione della non saturazione delle stesse. Edifici e manufatti esistenti: gli indici ed i parametri urbanistici utilizzati, in quanto vigenti, al momento del rila- scio del titolo abilitativo di un edificio o di un manufatto edilizio, definiscono anche l’area di pertinenza dell’edificio stesso, a prescindere dai frazionamenti avvenuti in epoca successiva. La superficie di pertinenza del fabbricato esistente alla data di adozione del PGT è costituita pertanto dall’area del sedime dell’edificio e dall’area circostante calcolata al momento del rilascio del titolo abilitativo. Per gli edifici realizzati in epoche in cui non era ancora previsto il rilascio della “licenza edilizia” da parte del co- mune, si considerano aree di pertinenza quelle del lotto su cui insistono l’edificio ed i relativi accessori. Le domande di sanatoria e di condono edilizio costituiscono conferma dell’esistenza di un edificio (o di una parte abusiva di edificio) alla data in cui venne perpetrato l’abuso per il quale sia poi stato rilasciato il condono edilizio. Nella verifica degli indici di edificazione di un lotto, si deve tenere sempre conto anche degli edifici esistenti; il Piano delle Regole infatti considera sempre salva la Slp regolarmente esistente.

ARTICOLO 2.12. - (PARCHEGGI E AUTORIMESSE PRIVATE)

2.12.1. - PARCHEGGI I parcheggi pubblici sono individuati puntualmente sulle tavole del PGT e schedati dal Piano dei Servizi, in quanto fanno parte delle aree pubbliche e di interesse pubblico. Parcheggi pertinenziali: ai sensi della legge 24 marzo 1989 nº 122 e degli articoli 66 e successivi della LR. 12/2005, in tutti gli interventi di demolizione e ricostruzione, nuova edificazione e ristrutturazione urbanistica devono es- sere previsti spazi a parcheggio privato (pertinenziale), nella quantità minima prescritta dalla legge e riportata nella tabella che segue: 1 mq ogni 3,33 mq di SLP (pari ad 1 mq ogni 10 mc di vo- edifici residenziali lume virtuale)(minimo 1 posto macchina ogni appartamen- to)

attività ricettive (alberghiere ed extra alberghiere) 1 posto macchina ogni 2 posti letto

Esercizi di vicinato ed esercizi per la somministrazione di 100 mq ogni 100 mq di SLP alimenti e bevande

edifici ad uso terziario 1 mq ogni 5 mq di SLP

attività produttive 10 mq ogni addetto

edifici destinati a servizi sportivi, culturali, sanitari 100% della SLP

parcheggi al servizio degli impianti di risalita per gli sport 60 posti macchina ogni 100 persone trasportate "in linea" invernali (Cfr. 5.10.7. - ESP – Ambiti Riservati alla pratica dello sci)

Tabella 2 - Parcheggi pertinenziali o al servizio delle attività

Per gli edifici a destinazione commerciale si rinvia all’Articolo 6.4. - (Parcheggi pertinenziali relativi agli usi com- merciali). Il calcolo del parcheggio deve tener conto delle diverse destinazioni d'uso dei singoli ambienti: un edificio a pre- valente destinazione artigianale, ad esempio, può avere una parte produttiva, una commerciale, una riservata ad uffici e l'appartamento del titolare o del custode. Per le strutture ricettive nel nucleo di antica formazione, nell'impossibilità dimostrata di recuperare i posti mac- china previsti, è facoltà del Comune, previa specifica convenzione, riservarli nelle vicine strutture a parcheggio pubblico. ______

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Per gli esercizi autorizzati alla somministrazione di alimenti e bevande che si trovano nelle aree pedonali, non sono richiesti posti macchina. I parcheggi devono essere ricavati di norma nelle aree di pertinenza degli interventi, ma in caso di dimostrata impossibilità per ragioni di accessibilità, sicurezza, igiene o tutela ambientale, potranno essere localizzati all’esterno dell’area delimitata dalla recinzione ed anche al di sotto delle aree destinate ad attrezzature pubbliche e di interesse pubblico o generale, secondo i disposti della citata Legge 122/89 e degli artt. 66 e successivi della LR 12/2005. La localizzazione delle aree a parcheggio deve essere sempre tale da non creare problemi alla viabilità ed agli accessi da e per le strade pubbliche; le rampe in pendenza che si immettono su strade pubbliche devono avere una parte pianeggiante di almeno 4 metri fuori dalla sede stradale per lo stazionamento del veicolo. Le superfici destinate a parcheggio possono essere sia interrate sia fuori terra e multipiano, purché conformi alle specifiche norme di sicurezza previste dalle leggi vigenti. Come previsto dall’art. 69 della LR 12/2005, i parcheggi realizzati anche in eccedenza rispetto alla quota minima richiesta dalla legge costituiscono opere di urbanizzazione e il relativo titolo abilitativo è gratuito. In casi particolari, e alla luce di motivate ragioni giustificatrici, l’Amministrazione comunale potrà variare tali pa- rametri, purché siano in ogni caso salvaguardate le effettive esigenze della viabilità e fatti salvi i limiti minimi pre- scritti dalla legge.

2.12.2. - AUTORIMESSE PRIVATE In ogni nuova costruzione a destinazione residenziale o ricettiva è fatto obbligo, all’interno della dotazione di parcheggi di cui sopra, la realizzazione di almeno un numero di autorimesse chiuse (o coperte) nella proporzione di:  per la residenza: un posto macchina per ogni unità immobiliare o appartamento;  per gli esercizi alberghieri propriamente detti: un posto macchina ogni due posti letto;  per le altre strutture ricettive (garni, pensioni, multiproprietà ecc., ad esclusione di colonie e collegi): non me- no di un posto macchina ogni tre posti letto;

ARTICOLO 2.13. - (COSTRUZIONI ACCESSORIE) Sono considerate costruzioni accessorie i manufatti posti al servizio della costruzione principale sia essa con de- stinazione residenziale o di altro tipo (artigianale, industriale, terziario, commerciale). Le costruzioni accessorie non possono essere adibite ad uso diverso da quello per il quale sono state autorizzate; un uso diverso comporta l’immediata demolizione d’ufficio a spese del proprietario. Le costruzioni accessorie ammesse nelle zone residenziali non sono computate nella Superficie Lorda di pavimen- to e devono rispondere ai requisiti di seguito elencati: • essere pertinenziali, con espresso atto di asservimento da trascriversi nei Registri Immobiliari, ad un edificio principale esistente. Qualora l'edificio principale sia costituito da più unità immobiliari il fabbricato accessorio deve essere unico;  avere superficie coperta massima 30 mq o minore se eccedente 1/10 del minore valore tra lo spazio scoperto esistente e quello derivante dall’applicazione del rapporto di copertura di zona.  altezza massima fuori terra non superiore a m. 3,00;  superficie finestrata non superiore a 1/30 di quella del piano di calpestio;  distanza di almeno m.5,00 dai confini di proprietà e di 10 metri da pareti finestrate di edifici esistenti (ammes- sa la costruzione in aderenza in presenza di pareti cieche o in caso di accordo tra proprietari confinanti). (Cfr. anche le disposizioni specifiche per le costruzioni accessorie nel Nucleo di antica formazione). Non sono ammesse deroghe sulle distanze tra edifici, tuttavia le costruzioni accessorie possono essere erette su confine di proprietà in caso di accordo scritto tra i proprietari confinanti; in tal caso l’altezza massima fuori terra si misura a partire dalla quota del terreno confinante. In presenza di terreni in pendio l’altezza di m. 2,50 va veri- ficata sulla mezzeria della pareti. In nessun punto potrà superare la misura di m. 3,00 e il progetto dovrà essere tipologicamente conforme alla costruzione della quale costituisce pertinenza ed essere sottoposto all’esame paesistico dei progetti di cui all’art. 35 e successivi delle NtA del Piano Paesaggistico Regionale (PPR). Nelle costruzioni accessorie non è consentita la posa di impianti a fiamma libera che comportino la realizzazione di canne fumarie. Le norme del presente articolo si applicano anche alla realizzazione di autorimesse private.

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2.13.1. - DECORO URBANO Tettoie in lamiera, legnaie, depositi fatiscenti, cumuli di materiale abbandonato ecc., sia per il decoro urbano, sia anche per il negativo effetto che determinano sul turismo, devono essere eliminati oppure occultati alla vista da spazi pubblici. Il titolo abilitativo per la realizzazione di una costruzione accessoria deve essere pertanto accompagnato anche dal progetto relativo alle sistemazioni esterne dell'area di pertinenza dell'edificio principale e corredato della documentazione necessaria per conseguire il parere della Commissione per il Paesaggio. Inoltre, al fine di porre rimedio ad alcune situazioni di disordine urbano che si sono consolidate nel tempo anche all'interno del "Centro Storico", qualunque intervento, anche di semplice manutenzione sugli edifici esistenti, è assentito solo dopo dimostrazione che nelle pertinenze non permangano situazioni analoghe a quelle sopra cita- te.

ARTICOLO 2.14. - (COSTRUZIONI PROVVISORIE) Costruzioni provvisorie o manufatti da realizzare a titolo precario, oltre ad assolvere alle funzioni per cui sono state programmate, devono concorrere alla valorizzazione del contesto urbano attraverso l’uso di materiali di qualità, leggeri o comunque con requisiti di agevole asportabilità. Devono essere realizzate inoltre con particolare attenzione alla fruibilità degli spazi circostanti da parte di tutti i cittadini e non risultare lesive per gli alberi da conservare e per i loro apparati radicali. Le relative tavole di progetto devono descrivere il manufatto in tutte le sue parti nonché l’intorno nel quale esso si inserisce con particolare attenzione ai percorsi, alla vegetazione da mantenere e agli eventuali accorgimenti volti a mitigarne l’impatto sull’ambiente circostante. Devono essere rispettate le seguenti prescrizioni: anche se infissi al suolo, i manufatti devono risultare agevolmente rimovibili; devono rispettare le stesse distanze dalle strade, dagli incroci, dai confini, dalle pareti finestrate come tutte le altre costruzioni; non devono avere superficie superiore a 20 mq; i manufatti devono essere rimossi alla scadenza del dodicesimo mese dalla presentazione della denuncia di ini- zio attività o dal rilascio dell’autorizzazione edilizia, salvo rinnovo. Tutto ciò non vieta che per un anno, con facoltà di rinnovo, e per cause motivate, possano stare anche su suolo pubblico oppure a distanze inferiori dai confini di proprietà, fatti salvi, ovviamente, i diritti di terzi. La realizzazione di costruzioni in precario comporta un impegno fideiussorio nei confronti del comune pari all’importo necessario per il ripristino dello stato dei luoghi con una maggiorazione del 50%.

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TITOLO 3. - EQUITÀ DEL PIANO

ARTICOLO 3.1. - (PEREQUAZIONE, COMPENSAZIONE, INCENTIVAZIONE URBANISTICA)

3.1.1. - CRITERI DI EQUITÀ Il PGT riconosce da una parte il ruolo centrale alle aree destinate ad attrezzature pubbliche e di interesse pubbli- co o generale in quanto elementi fondamentali per la costruzione della “città pubblica”; contemporaneamente persegue l’obiettivo della “equità”. Gli obiettivi di qualità urbana caldeggiati dalla nuova legislazione urbanistica e che hanno ispirato la formulazione del presente PGT non possono rischiare una riduzione di valore dei servizi, d’altro canto perché sussista una vera equità di Piano, è necessario che tutti gli interventi edilizi che comportano consumo di suolo e nuovi insediamenti residenziali o produttivi debbano anche contribuire efficacemente alla realizzazione dei servizi stessi in modo commisurato all’entità degli interventi di trasformazione richiesti, visto e considerato che l’attribuzione ad un’area da parte del comune della destinazione urbanistica, determina l’incremento automatico del valore di mercato. L’art. 44 della LR 12/2005 d’altra parte prevede che “Gli oneri di urbanizzazione primaria e secondaria sono de- terminati dai comuni, con obbligo di aggiornamento ogni tre anni, in relazione alle previsioni del piano dei servizi e a quelle del programma triennale delle opere pubbliche, tenuto conto dei prevedibili costi delle opere di urbaniz- zazione primaria e secondaria, incrementati da quelli riguardanti le spese generali.” L’estensione del tradizionale “elenco” delle urbanizzazioni secondarie (standard) al nuovo concetto qualitativo dei servizi di base individuati nel Piano dei Servizi, implica il reperimento di aree e/o risorse per mettere in atto le azioni del Documento di Piano, con equità, possibilmente senza espropri, e tenendo conto però anche dei valori di posizione delle aree da acquisire nel contesto territoriale.

3.1.2. - LA PEREQUAZIONE La perequazione, secondo le previsioni dell’art. 11, commi I e II, della l.r. Lombardia 11 marzo 2005, n. 12 costi- tuisce strumento ordinario di produzione degli effetti allocativi della capacità edificatoria. La perequazione, nel rispetto del principio di giustizia distributiva, è preordinata ad una equa distribuzione della capacità edificatoria tra tutti proprietari di aree astrattamente trasformabili, indipendentemente dalle scelte in- sediative, paesaggistiche ed ambientali che determinano i limiti alla concreta trasformabilità del territorio. Nel PGT la perequazione si esplica secondo due distinti schemi: • la perequazione endocomparto, che trova applicazione entro il perimetro dei piani attuativi, nel cui ambito i proprietari coinvolti operano le necessarie redistribuzioni fondiarie; • la perequazione diffusa (non prevista dal PGT per espressa decisione dell’A.C.)

3.1.3. - LA COMPENSAZIONE La compensazione, secondo le previsioni dell’art. 11, III comma, della l.r. 12/2005 cit. e l’art. 20 del Piano delle Regole, costituisce strumento ordinario preordinato all’assegnazione di titoli edificatori ai proprietari coinvolti in vicende ablatorie, di implementazione della maglia infrastrutturativa pubblica e/o di innalzamento della qualità paesaggistica mediante eliminazione di detrattori percettivi. La compensazione persegue un obiettivo di efficienza ed effettività delle politiche infrastrutturative e paesaggi- stiche pubbliche e garantisce, mediante l’attribuzione di titoli edificatori, pieno ristoro ai proprietari a cui sia im- posta o richiesta una compressione del diritto di proprietà, su specifici beni, mediante l’apposizione di un vincolo pre-espropriativo o l’identificazione di un bene in guisa di detrattore percettivo. "Sono ascrivibili nel registro dei crediti edificatori ed utilizzabili con le modalità previste dal presente articolo anche i crediti edilizi relativi a cessioni di aree già formalizzate e mai indennizzate a condizione che l'entità sia puntualmente documentabile".

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3.1.4. - L’INCENTIVAZIONE L’incentivazione, secondo le previsioni dell’art. 11, IV comma, della l.r. 12/2005 cit. e dell’art. 21 del Piano delle Regole, costituisce lo strumento di cui l’amministrazione si serve per stimolare l’adesione volontaria dei proprie- tari alle politiche pubbliche ambientali, di efficientamento energetico, di sostenibilità edilizia e di innalzamento della qualità paesaggistica diffusa. L’incentivazione persegue un obiettivo di effettività di tali politiche pubbliche mediante l’attribuzione ai soggetti coinvolti di titoli edificatori atti ad eliminare o ridurre gli oneri spontaneamente assunti dalle parti private, onde rendere più ampia l’adesione ai programmi ambientali e paesaggistici promossi dall’amministrazione.

3.1.4.1. -PTRA - obiettivo 1.F - Promuovere azioni ecocompatibili in ambito energetico Non è consentita la realizzazione di impianti eolici o fotovoltaici a terra, mentre è ammessa la posa di pannelli in randa del tetto sugli edifici esistenti o di micro impianti eolici quando ritenuti rispettosi delle caratteristiche stori- che dell’architettura e del paesaggio dal parere vincolante della Commissione per il Paesaggio oltre che da quella del Parco per gli ambiti di competenza.

3.1.5. - PEREQUAZIONE NEI PIANI ATTUATIVI Nell’ambito dei Piani Attuativi è previsto il meccanismo della cessione minima al comune di una quota della Su- perficie territoriale; La scheda di ciascun ambito assoggettato a Piano Attuativo specifica la quantità minima in percentuale di cessione, che il comune potrà utilizzare con gli stessi criteri in relazione alle previsioni del Piano dei Servizi2. Le cessioni per i servizi di base si intendono al netto delle aree per opere di urbanizzazione primaria del Piano Attuativo che devono essere comunque sempre cedute, con le opere relative (Cfr. art. 46 “Convenzione per i Pia- ni Attuativi” della LR 12/05).

3.1.6. - COMPENSAZIONI PER L’INCENTIVAZIONE DEL RECUPERO DEI NUCLEI DI ANTICA FORMAZIONE Come stabilito nel Documento di Piano, ai fini del risanamento urbanistico e ambientale di tali ambiti e di alcuni edifici ivi collocati, soprattutto in presenza di elevato numero di proprietari, il comune corrisponde ad ogni pro- prietario che cede la rispettiva quota di proprietà, un corrispondente “bonus volumetrico” commerciabile oppure utilizzabile anche in ambiti diversi del comune, secondo programmi di intervento che verranno stabiliti annual- mente con apposita deliberazione della Giunta Comunale in relazione alle disponibilità.

3.1.7. - COMPENSAZIONI PER INCENTIVARE L’ACQUISIZIONE DI AREE PUBBLICHE A prescindere dalle cessioni virtuali o meno abbinate agli interventi di edificabilità, salvo specificazioni più pun- tuali contenute nel Piano dei Servizi, nelle aree del territorio consolidato sono previsti criteri per l'incentivazione della acquisizione delle aree pubbliche anche all’esterno del territorio urbano consolidato. La cessione gratuita al comune di aree finalizzate al soddisfacimento di servizi di interesse pubblico o alla realizza- zione di opere di interesse generale previste dal Piano dei Servizi, consente al proprietario di disporre di un “bo- nus” compensativo in capacità edificatoria (Uf per le zone residenziali, RC per quelle produttive) secondo la tabel- la ed i criteri definiti dal Piano dei Servizi. L’edificabilità di cui sopra è trasferibile nelle zone residenziali che non siano già assoggettate a Piano Attuativo. Alle aree già cedute, già utilizzate o già asservite alla data di adozione del PGT, non è ovviamente attribuito alcun indice di edificabilità ai sensi del presente articolo. In caso di cessione di aree, la dimensione minima da cedere è di m2 300 riducibile solo nei casi di ridotta origina- ria dimensione del mappale interessato. Con il trasferimento della edificabilità, dalle aree pubbliche cedute ai lotti edificabili è possibile raggiungere l’indice UF massimo del lotto (o RC massimo per le aree artigianali) che, in ogni caso, non possono mai essere superati.

2 La scheda di ciascun ambito assoggettato a Piano Attuativo specifica la quantità minima in percen- tuale. Orientativamente si sono mantenute quelle previste dal Piano Regolatore previgente. ______

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I disposti del presente articolo non precludono all’Amministrazione Comunale, nei limiti e con le procedure di legge vigenti, di procedere all’esproprio per pubblica utilità nelle situazioni di necessità ed urgenza.

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TITOLO 4. - DISPOSIZIONI DI TUTELA PAESAGGISTICA E AMBIENTALE

Le disposizioni normative che interessano il territorio regionale sono molto articolate, non esiste peraltro netta separazione tra paesaggio e ambiente, ma nel corso della valutazione delle trasformazioni del territorio, si è rite- nuto opportuno azzardare qualche suddivisione, tenendo sempre presente i cardini di riferimento dei piani so- vraordinati.

ARTICOLO 4.1. - (DISPOSIZIONI DI TUTELA DEL PAESAGGIO) E’ necessario tenere presente sempre le seguenti disposizioni sovraordinate che valgono indipendentemente dal Piano di Governo del Territorio. Il Codice dei Beni culturali e del Paesaggio di cui al D.lgs 42/04; Le disposizioni di vincolo con specifico dispositivo, che si riferiscono a diverse tipologie di beni: Aree naturali protette, Parchi, Riserve, Monumenti naturali; Le Disposizioni normative del Piano Paesaggistico Regionale, parte integrante del Piano Territoriale Regionale; Le disposizioni prescrittive cogenti per la Valfurva del Piano d’Area dell’Alta e Media Valtellina Le disposizioni normative del Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Sondrio.

4.1.1. - CODICE DEI BENI CULTURALI E DEL PAESAGGIO Il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio ha inteso comprendere in un testo unico(D.lgs 22/01/2004, nº 42 e s.m.i.) l’intero patrimonio paesaggistico nazionale derivante anche da precedenti normative. Le disposizioni del Codice che regolamentano i vincoli paesaggistici sono l’art. 136, che individua, con specifico provvedimento amministrativo, gli immobili e le aree da assoggettare a vincolo paesaggistico e l’art. 142 che di- spone “ope legis” perimetrazioni atte a tutelare areali di particolare interesse paesaggistico.

DESCRIZIONE

lettera a) le cose immobili che hanno cospicui caratteri di bellezza naturale, singolarità geolo- Bellezze indivi- gica o memoria storica, ivi compresi gli alberi monumentali; due (art. 136): lettere b) le ville, i giardini e i parchi, non tutelati dalle disposizioni della Parte seconda del pre- (Art. 136 “cose immobili”) sente codice, che si distinguono per la loro non comune bellezza; Bellezze lettera c) i complessi di cose immobili che compongono un caratteristico aspetto avente valo- d’insieme (art. re estetico e tradizionale, inclusi i centri ed i nuclei storici; 136): lettera d) le bellezze panoramiche e così pure quei punti di vista o di belvedere, accessibili al Art. 136 “complessi di cose pubblico, dai quali si goda lo spettacolo di quelle bellezze immobili”) a) i territori costieri compresi in una fascia della profondità di 300 metri dalla linea di battigia, anche per i terreni elevati sul mare;

b) i territori contermini ai laghi compresi in una fascia della profondità di 300 metri dalla linea di

battigia, anche per i territori elevati sui laghi; c) i fiumi, i torrenti, i corsi d'acqua iscritti negli elenchi previsti dal testo unico delle disposizioni di legge sulle acque ed impianti elettrici, approvato con regio decreto 11 dicembre 1933, n. 1775, e le relative sponde o piedi degli argini per una fascia di 150 metri ciascuna; d) le montagne per la parte eccedente 1.600 metri sul livello del mare per la catena alpina e

1.200 metri sul livello del mare per la catena appenninica e per le isole; e) i ghiacciai e i circhi glaciali; f) i parchi e le riserve nazionali o regionali, nonché i territori di protezione esterna dei parchi;

(art. 142): g) i territori coperti da foreste e da boschi, ancorché percorsi o danneggiati dal fuoco, e quelli sottoposti a vincolo di rimboschimento, come definiti dall'articolo 2, commi 2 e 6, del decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 227; h) le aree assegnate alle università agrarie e le zone gravate da usi civici; i) le zone umide incluse nell'elenco previsto dal d.P.R. 13 marzo 1976, n. 448; Ambiti paesaggistico di interesse l) i vulcani; m) le zone di interesse archeologico.

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4.1.2. - IL PIANO TERRITORIALE REGIONALE Il Piano del Paesaggio Lombardo è costituito dall’insieme degli atti a specifica valenza paesaggistica di cui all’art. 3 delle Norme del Piano Paesaggistico, parte integrante del Piano Territoriale Regionale. Infatti la Regione Lombardia persegue la tutela, la valorizzazione e il miglioramento del paesaggio.“... una deter- minata parte del territorio, così come è percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall’azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni”3 La tutela del paesaggio è delineata da un quadro di interessi prioritari e strategici che, per la nostra zona, attiene prevalentemente agli ambiti di elevata naturalità, quelli in cui la pressione antropica, intesa come insediamento stabile, prelievo di risorse o semplice presenza di edificazione, è storicamente limitata. Negli ambiti di elevata naturalità la disciplina paesaggistica persegue i seguenti obiettivi: • recuperare e preservare l'alto grado di naturalità, tutelando le caratteristiche morfologiche e vegetazionali dei luoghi; • recuperare e conservare il sistema dei segni delle trasformazioni storicamente operate dall'uomo; • favorire e comunque non impedire né ostacolare tutte le azioni che attengono alla manutenzione del territo- rio, alla sicurezza e alle condizioni della vita quotidiana di coloro che vi risiedono e vi lavorano, ed anche in- centivare la produttività delle tradizionali attività agrosilvopastorali; • promuovere forme di turismo sostenibile attraverso la fruizione rispettosa dell’ambiente; • recuperare e valorizzare quegli elementi del paesaggio o quelle zone che in seguito a trasformazione provoca- te da esigenze economiche e sociali hanno subito un processo di degrado e abbandono. Le tavole del Documento di Piano, in coerenza con quanto previsto dall’art. 6 (Livello degli atti a valenza paesisti- ca) del PTR, consentono una maggiore definizione degli ambiti e delle aree assoggettate alla disciplina di tutela ambientale, per cui l’applicazione dei disposti del Piano delle Regole in materia di paesaggio costituisce pieno assolvimento delle prescrizioni del Piano Territoriale Regionale.

4.1.3. - IL PIANO TERRITORIALE D’AREA PTRA MAV Il Piano territoriale d’Area Media e Alta Valtellina è uno strumento richiesto dalla Provincia di Sondrio a norma del comma 6 dell’art. 20 della LR n. 12/2005 della Regione Lombardia. La DGR n° VIII/8759 del 2008 di avvio del processo di piano indica gli obiettivi strategici e tematici delineati dal PTR per il sistema montagna sintetizzati nella seguente tabella.

Obiettivi PTR - Sistema territoriale della Obiettivi PTR – Tematici montagna TM 1.2 Tutelare e promuovere l’uso razionale delle risorse idriche, ST2.1 Tutelare gli aspetti naturalistici e am- bientali propri dell'ambiente montano con priorità per quelle potabili, per assicurare l’utilizzo della “risorsa acqua” di qualità, in condizioni ottimali (in termini di quantità e di costi sostenibili per l’utenza) e durevoli TM 1.6 garantire la sicurezza degli sbarramenti e dei bacini di ac- ST2.3 Garantire una pianificazione territoriale cumulo di competenza regionale, assicurare la pubblica incolumi- attenta alla difesa del suolo, all'assetto idrogeologico e alla gestione integrata dei tà delle popolazioni e la protezione dei territori postia valle delle rischi; opere TM 1.7 Difendere il suolo e la tutela dal rischio idrogeologico e sismi- ST2.4 Promuovere uno sviluppo rurale e pro- duttivo rispettoso dell’ambiente; co ST2.5 Valorizzare i caratteri del territorio a fini TM 1.11 Coordinare le politiche ambientali e di sviluppo rurale turistici, in una prospettiva di lungo periodo, senza pregiudicarne la qualità; TM 2.5 Garantire l’accesso alle reti tecnologiche e delle nuove tele- ST2.6 Programmare gli interventi infrastruttura- comunicazioni da parte di tutto il territorio, in particolare alle aree li edell’offerta di trasporto pubblico con ri- guardo all’impattosul paesaggio e meno accessibili sull’ambiente naturale e all’eventuale ef- fetto insediativi; TM 2.12 Garantire un'equilibrata dotazione di servizi nel territorio e ST2.7 Sostenere i comuni nell'individuazione delle diverse opportunità di finanziamento; negli abitati al fine di permetterne la fruibilità da parte di tutta la popolazione, garantendo ai comuni marginali un adeguato ac- cesso ai servizi per arrestarne e ridurne l'emarginazione ST2.8 Contenere il fenomeno dello spopola- TM 2.13 Contenere il consumo di suolo

3 Per “paesaggio” si condivide infatti la definizione dalla convenzione Europea del Paesaggio (Firenze 20 ottobre 2000), ______

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mento dei piccoli centri montani, attraver- so misure volte alla permanenza della po- polazione in questi territori; TM 3.5 Valorizzare la produzione agricola ad elevato valore aggiun- ST2.9 Promuovere modalità innovative di fornitura dei servizi per i piccoli centri (ITC, to ecc.); TM 3.11 Incentivare uno sviluppo imprenditoriale nelle aree a voca- ST2.10 Promuovere un equilibrio nelle relazioni tra le diverse aree del Sistema Montano, zione turistica, che valorizzi le risorse nell’ottica del turismo sosteni- che porti ad una crescita rispettosa delle bile, favorendo la convergenza negli obiettivi e nell’attuazione caratteristiche specifiche delle aree degli interventi TM 4.1 Valorizzare, anche attraverso la conoscenza e il riconosci- mento del valore, il patrimonio culturale e paesaggistico, in quan- to identità del territorio lombardo, e ricchezza e valore prioritario in sé, ponendo attenzione non solo ai beni considerati isolatamente, ma anche al contesto storico e territoriale di riferimento TM 5.5 Garantire parità d’accesso a servizi di qualità a tutti i cittadini

Il PTRA inoltre riveste una forte impronta ambientale e paesaggistica, le molteplici azioni sono indirizzate al contenimento delle aree sciabili, al riconoscimento di elementi di alto valore paesistico, alla costruzione di una green way, alla valorizzazione degli anelli escursionistici, all’incentivazione della multifunzionalità degli al- peggi e la promozione della qualità del bosco risultando un sistema sinergico e permeato all’attenzione ai sistemi dei boschi e degli spazi verdi. Il PTRA riconosce il PPR nelle sue forme attuative sia per la progettazione paesaggistica DGR 10974/2009 sia la DGR 8837/2008 relativa ai Piani di sistema del Piano Paesaggistico. Per quanto attiene, in particolare, al territorio comunale della Valfurva, le disposizioni prescrittive immediata- mente prevalenti sono riassunte nella tabella seguente:

Disposizioni prescrittive cogenti per la Valfurva

obiettivo 1.A Riqualificazione dei domini sciabili) obiettivo 1.B Sviluppare una Green way dell’Adda (in connessione con il torrente Frodolfo) obiettivo 1.C Garantire un’offerta di servizi adatta al territorio montano obiettivo 1.E Promuovere la Rete Ecologica obiettivo 1.F Promuovere azioni ecocompatibili in ambito energetico obiettivo 2.A Promuovere l’accessibilità ferroviaria come scelta strategica di sviluppo obiettivo 3.B Valorizzare l’identità del paesaggio storico: Testata dell’alta valle Ambiti di degrado paesistico

Non cogente ma significativo per le potenziali ricadute a livello turistico è L’

obiettivo 2.B Valorizzazione dei tracciati storici intervallivi Valorizzazione degli anelli dei passi Valorizzazione degli anelli escursionistici della Valfurva Nei successivi articoli della presente normativa si fa riferimento alle disposizioni dei citati obiettivi. La Tabella 3 – “Elementi costitutivi del paesaggio” organizza una sintesi sistematica dei riferimenti intercorrenti tra le disposizioni del PGT e quelle dei piani sovraordinati.

ARTICOLO 4.2. - (GLI “ELEMENTI” CHE CONCORRONO A COSTITUIRE GLI AMBITI DI ELEVATA NATURALITÀ E LE INDICAZIONI DEL PTCP) Il PGT, anche sulla base delle analisi di questi elementi (Cfr. Tavola 4.4.3. – “Componenti costitutivi del paesaggio e sensibilità paesaggistica” del Documento di Piano), ha costruito la Tavola R.03 "Carta condivisa del paesaggio" , a cui si dovrà fare riferimento nell’esame dei progetti. La presente normativa si attiene pertanto ad un triplice ordine di considerazioni: 1. La contestualizzazione alla scala comunale degli Ambiti ad elevata valenza ambientale, delle Eccellenze terri- toriali, degli Elementi costituenti l’assetto geologico, idrogeologico e sismico, degli Elementi e dei fattori di compromissione del paesaggio, come indicato dal PTCP, al fine di provvedere alla tutela e valorizzazione degli elementi peculiari che partecipano alla costituzione del paesaggio.

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2. La normativa finalizzata a disciplinare, anche in modo prevalente su quella strettamente connessa con le de- stinazioni urbanistiche, nelle Unità di Paesaggio, come definite dal PTPR, dal PTCP e come precisate dalle pre- senti norme del Documento di Piano: Infatti, dopo una accurata serie di analisi affrontate nella fase conoscitiva e ricognitiva del Documento di Piano, si è reso opportuno, oltre che necessario, il raffronto con le indicazioni del PTCP, che nel contempo si è concretizzato nei contenuti probabilmente definitivi. Infatti, se il PTCP introduce una suddivisione del paesaggio provinciale in unità paesaggistiche con caratteristiche di omogeneità tematica e territoriale (ma- cro-unità) conformemente a quanto richiesto dal PTR in termini di articolazione e definizione dei paesaggi lombardi, anche il PGT deve a sua volta specificare l’articolazione degli ambiti di interesse comunale, nella scala di competenza, al fine di puntualizzare gli orientamenti normativi a cui attenersi nella predisposizione degli interventi di trasformazione. 3. Le indicazioni di sintesi desumibili dagli elaborati che nel loro insieme costituiscono la “Carta condivisa del Paesaggio” che, documentando la presenza concomitante di più vincoli e fattori, delineano la specifica norma- tiva di tipo Paesaggistico Ambientale a cui si devono attenere gli interventi nelle diverse porzioni del territorio comunale. La Tavola 5.1.2c - "Classi di sensibilità paesaggistica” del Documento di Piano è stata redatta al fine di ottenere un valore globale di sensibilità previsto dal punto 2 b) dell’art. 34 della Normativa del Piano Paesaggistico del Piano Territoriale Regionale e in applicazione delle “Linee guida per l’esame paesistico dei progetti”, per cui tutto il territorio comunale è suddiviso in ambiti di paesaggio a cui viene riconosciuta una valenza ecologica, paesistica e ambientale più o meno elevata, fino a costruire il quadro a cui fare riferimento preliminarmente nella progetta- zione degli interventi.

ARTICOLO 4.3. - IL PGT E LA CARTA DEL PAESAGGIO Gli elementi elencati nella Tabella 3 – “Elementi costitutivi del paesaggio” si articolano in diverse componenti del sistema paesistico ambientale a cui fanno riferimento, oltre alle specifiche normative sovraordinate, quelle pun- tuali del PGT. La sommatoria dei "sistemi" interagenti che si articolano tra loro e che si compenetrano agli elementi "forti" e "strutturanti" della natura (boschi, emergenze geologiche, energie di rilievo ecc.) o che hanno dato vita a feno- meni di antropizzazione creando centri urbani, insediamenti rurali, alpeggi e maggenghi, costituisce i complessi “paesaggi” percepiti. Agli elementi areali se ne aggiungono altri puntuali (chiese, torri, castelli, alberi monumentali, massi erratici) o lineari (strade, sentieri, filari di alberi, muracche e confini, corsi d’acqua ecc.). La loro unitarietà è solo apparente, in quanto si tratta di un sistema complesso di immagini frantumate in un mo- saico nel quale ciascuna tessera è distinguibile dalle altre per caratteristiche proprie, ma che riunite tutte insie- me, forniscono la percezione di una realtà unitaria. La qualità dell’ambiente e del paesaggio dipende quindi dalla complessità egli elementi che interagiscono e si sovrappongono, dalla diversità ruoli assunti da ciascun elemento nella complessa formazione dell’ambiente e del paesaggio, la cui tutela e valorizzazione possono dipendere solo dall’individuazione e dal riconoscimento delle diverse componenti, spesso anche non omogenee, di seguito esplicitamene considerate. Il PGT, pur attenendosi in linea di massima allo schema proposto dal PTCP, intende sintetizzare i dispositivi della normativa con continui riferimenti, soprattutto in presenza di peculiarità territoriali, normative di carattere gene- rale, dispositivi di livello sovraordinato o tematiche già approfondite, al fine di evitare imprecisioni, ripetizioni e sovrapposizioni normative. Allo scopo è stata predisposta la seguente tabella che riassume i principali riferimenti sia all’articolato delle pre- senti norme, sia a quelle degli strumenti o dei dispositivi di legge sovraordinati, ciò a prescindere dalla R.01 "Car- ta dei vincoli" e del TITOLO 7. - La carta dei vincoli, comprensiva quest’ultima anche delle limitazioni imposta da aspetti non solo paesaggistico ambientali.

4.3.1. - LE VISTE DI IMPORTANZA PAESISTICA Le viste attive statiche sono i punti di belvedere, generalmente accessibili al pubblico, dai quali si godono viste di particolare interesse e/o significatività e ampiezza. IL PGT individua sulla tavola “R.03 "Carta condivisa del paesaggio" ” le viste attive e passive, statiche e dinamiche individuate dal PTCP ed integrate dal quelle segnalate dalle analisi ricognitive effettuate in corso di redazione del PGT.

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Le viste attive dinamiche sono quei tratti di percorsi stradali, ciclabili, pedonali, (ferroviari), funiviari ecc. utiliz- zando i quali si godono viste di particolare interesse e/o significatività e/o ampiezza. La tavola “R.03 "Carta condivisa del paesaggio" ” del Piano delle Regole individua le viste di maggiore importanza o notorietà presenti sul territorio comunale e definisce nel dettaglio le fasce inedificabili di tutela lungo strade panoramiche o che circoscrivono i punti di panoramicità. Sulla Tavola del Piano delle Regole citata, attorno alle viste statiche più significative sono perimetrati degli ambiti di tutela all’interno dei quali non devono essere attuate trasformazioni o modifiche (anche colturali) che diminui- scano il valore della percezione dell’immobile; è inibita inoltre, anche in questi caso, l’interposizione di ogni osta- colo, sia vegetale sia di manufatti, che sottragga la vista del bene considerato. Analogamente per le viste dinamiche, per le infrastrutture per la mobilità più significative e per le strade pano- ramiche in particolare sono previste fasce di tutela visuale nelle quali è inibita l’interposizione di ogni ostacolo, sia vegetale sia di manufatti (cartellonistica stradale4, costruzioni, serre, alte recinzioni ecc.). Particolare attenzione dovrà essere posta alla realizzazione di edifici o manufatti la cui altezza possa precludere le visuali significative individuate, per cui ogni progetto dovrà essere sottoposto al preventivo parere vincolante della Commissione per il Paesaggio. Nell’ambito dei Piani Attuativi, degli ATR, di ciascun Progetto Urbano gli ela- borati di progetto dovranno comprendere lo studio prospettico percettivo da diverse angolazioni atto a garantire la permeabilità alle visuali individuate da tutelare.

4.3.2. - VARCHI INEDIFICABILI IL PGT, in coerenza con le disposizioni dell’art. 12 del PTCP, individua sulla tavola R.03 "Carta condivisa del pae- saggio" tre varchi inedificabili sulla tavola “Bassa Valle” ed altri due su quella di Santa Caterina; si tratta di aree non edificabili che svolgono una funzione di tutela paesaggistica, in quanto costituiscono una pausa importante che interrompa la realizzazione di manufatti e barriere visive, ma al contempo svolgono anche il ruolo si corridoio ecologico (Cfr. 4.6.4.- Sistema a rete dei collegamenti funzionali -rete ecologica). In tali aree è vietata la nuova edificazione, compresi i manufatti che possano costituire una barriera alla percezio- ne del paesaggio come le serre, depositi di materiali vari, cataste di legname, recinzioni di qualsiasi genere. E’ sempre consentito l’uso agricolo in tutte le sue forme, nonché la utilizzazione per parchi pubblici o privati, piste per la pratica dello sci nordico, percorsi pedonali e/o ciclabili.

4.3.3. - I SOLCHI VALLIVI, I FONDI DELLE CONVALLI, FORRE E CASCATE. La tavola “R.03 "Carta condivisa del paesaggio" ” del Piano delle Regole individua torrenti e corsi d’acqua che incidono in modo rilevante sul “disegno” del paesaggio con i profondi solchi caratterizzati dalla presenza di forre, cascate e dalla vegetazione ripariale. Per conservare le condizioni di naturalità attuali è necessario salvaguardare gli alvei da qualsiasi tipo di occlusione e, all’esterno dell’abitato, consentire la visitabilità di forre, cascate e mulini abbandonati, riqualificare i percorsi esistenti. Gli interventi che si propongono sono i seguenti: re prelievi di acqua non in grado di consentire negli alvei i deflussi minimi permanenti; pulizia sistematica dei rifiuti e della vegetazione che ostacola il flusso regolare delle acque; manutenzione e ripristino della continuità della vegetazione di ripa; sistemazioni delle sponde con tecniche di ingegneria naturalistica e ripristino delle sezioni originarie degli alvei ogni volta che lo consentano le verifiche di sicurezza; recupero delle costruzioni esistenti; valorizzare percorsi pedonali esistenti per fini turistici, incontri culturali, visite guidate per la conoscenza e valo- rizzazione anche della rete ecologica. La tavola suddetta individua anche le forre e le cascate in quanto elementi paesaggistici tipici e caratteristici dei solchi vallivi nella zona alpina e ne garantisce la salvaguardia. Infatti negli areali individuati come solchi vallivi non sono consentite costruzioni neanche a titolo provvisorio, se non per le manifestazioni pubbliche; tuttavia si promuove il recupero delle strutture esistenti purché nel ri- spetto delle caratteristiche architettoniche e tipologiche preesistenti. Le forre desunte dal PTCP sono integrate da quelle rilevate dallo studio paesaggistico di dettaglio.

4 salvo ovviamente la segnaletica stradale indispensabile per garantire la funzionalità e la sicurezza della circolazione, con riferimento allo specifico Regolamento comunale. ______

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Le cascate segnalate dal PTCP sono pure integrate da quelle rilevate nel corso del rilievo paesaggistico di mag- gior dettaglio; la presenza della cascata è subordinato a quella dell’acqua che scorre nel relativo corso d’acqua, ragionamento pleonastico, ma che evidenzia l’impossibilità di governo di tali elementi da parte del Comune se a monte organismi di livello superiore possono autonomamente decidere in merito ai prelievi idri- ci in particolare per scopi idroelettrici. I solchi vallivi, i fondi delle convalli, forre e cascate contribuiscono ad elevare la sensibilità paesaggistica dell’ambito in cui si trovano (Cfr. Tavola 5.1.2c - "Classi di sensibilità paesaggistica”) utilizzata come riferimento nella matrice di valutazione paesaggistica dei progetti)

4.3.4. - GEOSITI Il PTCP individua tre geositi areali (Cresta di Reit, Vedretta del Minerva, Ghiacciaio dei Forni ) che vengono ripor- tati sulla R.03 "Carta condivisa del paesaggio" degli elementi geologici riconosciuti come bene dal PTRA e dal PTCP al fine di promuovere azioni di tutela e conservazione, valorizzazione e riqualificazione degli stessi, in con- formità con le azioni che verranno promosse dalla Provincia stessa in accordo con il comune. Si rinvia allo studio geologico per le eventuali specificazioni di maggior dettaglio.

ARTICOLO 4.4.- (LE CLASSI DI SENSIBILITÀ PAESAGGISTICA)

Il Piano Paesistico Regionale (PPR) prevede che il PGT attribuisca a ciascun ambito un valore di riferi- mento della sensibilità paesistica del sito, ai sensi del punto 2 b) dell’art. 34 (Indirizzi per la pianificazione comunale e criteri per l’approvazione del PGT) della Normativa del Piano Paesaggistico del Piano Territo- riale Regionale e in applicazione delle “Linee guida per l’esame paesistico dei progetti” Tutto il territorio comunale è pertanto suddiviso in ambiti di paesaggio a cui viene riconosciuta una va- lenza paesaggistica più o meno elevata, al fine di costruire un quadro a cui fare riferimento prima di qualsiasi tipo di intervento.

La determinazione del grado di sensibilità scaturisce infatti dall’analisi dei siti, come evidenziato dalla “ Tavola 5.1.3.D Classificazione della sensibilità paesaggistico ambientale” che ha portato alla redazione della “Carta del Paesaggio” che attribuisce a ciascun ambito un valore di riferimento (valore di base globale) della sensibilità pae- sistica (compreso tra 1 e 5), tenendo tuttavia presente che, in considerazione della varietà dei siti e delle diverse peculiarità dei luoghi, tali valori possono essere incrementati in modo puntuale come specificato dettagliatamen- te sulla Tavola 4.4.3. – “Componenti costitutivi del paesaggio e sensibilità paesaggistica” ed in particolare sulla Tavola 5.1.2c - "Classi di sensibilità paesaggistica”

ARTICOLO 4.5. - (UNITÀ TIPOLOGICHE DI PAESAGGIO) Il PTCP introduce una suddivisione del paesaggio provinciale in unità paesaggistiche con caratteristiche di omo- geneità tematica e territoriale a loro volta raggruppate in Macro Unità; il Piano delle Regole specifica poi una articolazione più dettagliata per gli ambiti di interesse comunale al fine di puntualizzare gli orientamenti normati- vi a cui attenersi nella predisposizione degli interventi di trasformazione:

4.5.1. - MACRO UNITÀ DEI PAESAGGI DELLE ENERGIE DI RILIEVO Comprende, in relazione alla previsione del PTCP, due unità tipologiche:  Aree glacializzate  Energie di rilievo e paesaggio delle sommità

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4.5.2. - MACROUNITÀ DEI PAESAGGI DI VERSANTE La gran parte del versante è ricompresa nel Parco Nazionale dello Stelvio, alle cui normative di salvaguardia si dovranno attenere tutti gli interventi anche in coordinamento con le disposizioni delle presenti norme. Il paesaggio di versante è caratterizzato dalla presenza di elementi di valore naturalistico ed ambientale tipici del paesaggio montano, intervallati da elementi di natura antropica diversamente caratterizzati sia in relazione alle tradizioni locali sia alla morfologia del vasto territorio di versante. Il PTCP individua le seguenti unità paesaggistiche:  Bosco produttivo e protettivo, alpeggi e paesaggi pastorali.  Paesaggio del sistema insediativo consolidato e dei nuclei sparsi.  Paesaggio delle criticità

4.5.3. - LE CLASSI DI SENSIBILITÀ PAESAGGISTICA Con riferimento alle peculiarità del territorio ed alle analisi effettuate nella fase conoscitiva e ricognitiva del Do- cumento di Piano sono stati attribuiti Valori di Riferimento a cui attenersi nella compilazione della matrice in tema si sensibilità paesaggistica.

Classi di Sensibilità ASPETTI MORFOLOGICI paesaggistica Paesaggio delle energie di rilievo Aree glacializzate 5 Vette e ghiacciai 5 ● Specchi lacustri 5 ● Pietraie moreniche Energie di rilievo e paesaggio delle sommità 5 Rocce e pietraie 4 Prati e pascoli d’alta quota 5 Vegetazione arbustiva sommitale Paesaggio di Versante Bosco produttivo e protettivo, alpeggi e paesaggi pastorali. 4 Incolti 4 Le aree boscate 4 ● Bosco rado (formazioni boscate e arbustive) 4 ● Bosco di conifere 4 ● Lariceto 4 ● Boschi di latifoglie Coltivazioni foraggere (con Malghe e cascine) 3 ● Praterie di versante 4 ● Coltivazioni agro foraggere – paesaggio a balze Paesaggio del sistema insediativo e dei nuclei sparsi 4 Centri e nuclei di antica formazione 2 Ambiti del tessuto urbano consolidato Paesaggio delle criticità 3 Piste da sci alpino 4 Criticità e aree degradate (Cfr. anche Rapporto Ambientale)

In questi vasti ambiti di tutela, salvo precisazioni previste per i singoli elementi areali, valgono le norme di carat- tere generale previste dal PTR a cui si rinvia Alcuni ambiti inoltre sono integralmente ricompresi nel Parco Nazionale dello Stelvio, alle cui disposizioni si do- vranno attenere anche per quanto attiene le disposizioni previste dal Gestore della ZPS.

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4.5.4. - ESAME PAESISTICO DEI PROGETTI Premesso che l’Art. 37 della normativa del PPR individua nel progettista il soggetto preposto all’individuazione preliminare dell’incidenza paesistica del progetto, affinché il processo di valutazione paesistica dei progetti non risulti sminuito, è indispensabile che l’operazione venga eseguita in maniera scrupolosa. In linea generale il PGT prevede che: - Il Grado 1 non possa essere utilizzato se non nei casi in cui sia conclamata l’assenza di inci- denza; - Il Grado 2 non possa, in linea di principio, essere utilizzato per gli interventi di nuova costru- zione ai sensi dell’art. 27 comma 1,e) della LR 12/05 o in quelli in grado di alterare la fisio- nomia di un luogo o di un fabbricato (modifiche significative dei colori, dei materiali, delle tipologie costruttive, ecc.).

Determinazione dell'impatto paesistico dei progetti DGR VII/11045, 8 novembre 2002

Grado di incidenza del progetto Classe di sensibilità del 1 2 3 4 5 sito 5 5 10 15 20 25

4 4 8 12 16 20

3 3 6 9 12 15

2 2 4 6 8 10

1 1 2 3 4 5

Soglia di rilevanza: 5 Soglia di tolleranza: 16

Impatto paesistico = [sensibilità del sito] * [incidenza del progetto]

Per quanto non qui specificato, la procedura di esame paesistico dei progetti, ci si dovrà attenere ai disposti del Titolo IV delle Nta del Piano Paesaggistico Regionale.

4.5.5. - DISPOSIZIONI SPECIFICHE DI TUTELA DEL PAESAGGIO

4.5.5.1.- Interventi in presenza di componenti paesaggistiche. Tutti gli interventi di trasformazione quali: ampliamento o nuova realizzazione di impianti tecnologici e infrastrutture per la mobilità, in superficie o nel sottosuolo; nuova edificazione (art. 27 comma 1, e) LR 12/05); ristrutturazione edilizia con demolizione e ricostruzione; ristrutturazione urbanistica (art. 27 comma 1, f) LR 12/05); quando riguardano in toto o in parte ambiti interessati dalle componenti ambientali e paesaggistiche individuate sulla “R.03 "Carta condivisa del paesaggio" devono essere corredati da opere di compensazione finalizzate alla ricostituzione delle componenti del sistema ambientale e paesistico se degradate e/o alterate dagli interventi trasformativi ed in modo proporzionale all’entità degli interventi stessi.

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In tali interventi è d’obbligo il ricorso alle opere di ingegneria naturalistica con funzioni ecologiche, idrogeologi- che ed estetico – paesaggistiche, come definite dalla “Direttiva sui criteri per l’attuazione degli interventi di inge- gneria naturalistica” della DGR 29 febbraio 2000, n. VI/48740 e dell’allegato “Quaderno opere tipo di ingegneria naturalistica”. L’Amministrazione comunale, accertata anche la compatibilità urbanistica degli interventi di compensazione am- bientale che sono a carico dell’operatore che realizza le trasformazioni urbanistiche ed edilizie, può prevedere un incremento di edificabilità commisurato all’entità, al valore economico e all’interesse degli interventi di carattere ambientale realizzati, come previsto dalle presenti NtA. Tutti gli interventi finalizzati agli usi produttivi o zootecnici devono prevedere sistemi o impianti (anche consortili) di depurazione delle acque di scarico e delle emissioni atmosferiche, secondo quanto previsto dalle normative di legge vigenti. “Demolizioni e rifacimenti di muretti a secco esistenti strettamente necessari per la realizzazione degli allarga- menti stradali dovranno essere realizzati con le stesse tecnologie costruttive oppure con tipologia costruttiva simile (piccole tasche di suolo tra i massi, interstizi di collegamento al suolo retrostante), almeno per la parte sommitale in continuità con il suolo fertile e le vegetazioni circostanti” Anche per la realizzazione di nuovi tratti stradali si prescrive di sottoporre i progetti a specifica Valutazione di Incidenza il progetto. I progetti eventualmente riservati alla realizzazione di capeggi dovranno essere sottoposti anche a valutazione d’incidenza.

4.5.5.2.- Cartellonistica Il comune predispone lo studio di settore finalizzato alla determinazione di tipologia, cromatismi, dimensioni e materiali dei cartelli installabili sulle diverse porzioni del territorio comunale. La commissione per il paesaggio è chiamata a verificare la congruenza delle istanze d’installazione di nuovi cartelli o di sostituzione di quelli esistenti con il citato piano di settore. In ogni caso, la commissione è chiamata ad esprimere parere vincolante nel merito.

Per le ulteriori indicazioni in merito a materie specifiche Cfr. anche il TITOLO 7. - La carta dei vincoli. “La cartellonistica stradale può costituire elemento di interazione negativa con le viste attive delle bellezze natu- rali e paesaggistiche, di edifici e luoghi di interesse storico artistico, di deturpamento del paesaggio, per cui si prevede: 1. il divieto di collocazione di nuovi cartelli stradali ai lati della strada provinciale nelle tratte poste al di fuori del centro abitato, come definito dal Codice della Strada, e comunque al di fuori delle zone urbanizzate del territorio comunale; 2. il divieto di collocazione di nuovi cartelli stradali ai lati delle strade di ogni tipo nelle tratte all’interno del centro abitato e comunque all’interno delle zone urbanizzate quando interferiscano negativamente con vi- ste attive di rilevante interesse; 3. la rimozione dei cartelli stradali esistenti fuori del centro abitato e dalle zone urbanizzate; 4 la rimozione dei cartelli stradali esistenti entro il centro abitato ed entro le zone urbanizzate quando inter- feriscono negativamente con viste attive di rilevante interesse; sono escluse dalle norme del presente articolo i cartelli di segnaletica stradale definiti del Codice della Strada, i cartelli istituzionali di segnalazione turistica, le frecce di segnalazione di deviazioni di percorso per il raggiungi- mento di particolari attività di interesse generale, per i quali è comunque richiesto che vengano collocati in modo da non interferire negativamente con le viste attive. Tutti gli interventi sopra elencati dovranno comunque essere sottoposti al parere vincolante della competente Commissione per il Paesaggio”.

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Cod. UJDU - VLF_PDR_RN01_NtA.docm - TITOLO - Disposizioni di tutela paesaggistica e ambientale La tabella che segue riprende la traccia degli argomenti del PTCP in ordine agli elementi costitutivi del paesaggio e dell’ambiente, individua quindi i principali collegamenti (non sempre scontati) tra il Piano Paesaggistico Regionale (PPR) del Piano Territoriale Lombardo, gli obiettivi cogenti del Piano Territoriale d’Area dell’Alta e Media Valtellina (PTRA), elenca poi sinteticamente le specifiche e, nell’ultima colonna, riporta i principali collegamenti all’articolato del Piano delle Regole, al fine di facilitare la lettura di normative, che spesso, per loro caratteristiche e peculiarità, devono essere riprese in più punti.

TEMA Nta - PPR Obiettivi - PTRA Nta PTCP Specifica NtA PGT Ambiti ad elevata valenza ambientale5 (e paesaggistica) Obiettivo 1. C - Garan- Art. 6 - Aree naturali Parco Nazionale dello Stelvio 4.6.1. - Il Parco Nazionale dello Stelvio) Art. 16 - Efficacia della Aree naturali protet- tire un’offerta di servizi protette, Parchi, Ri- disciplina paesaggistica di te, Parchi, Riserve adatta al territorio mon- serve, Monumenti Ambito di elevato valore naturalisti- livello regionale 4.1.1. - Codice dei Beni culturali e del Paesaggio tano naturali co: La Fonte Tutela dei laghi alpini (Art. 19 PPR) Laghetto dell’Alpe, Lago della Val Pisella, Lago Bianco, La- ghetto dei Forni, laghi di Ce- dec, lago del Confinale, I Bei Laghetti, Lago della Lisa, Lago della Manzina, Lago Prealda Tutela ex d.lgs 42/04 art 142 Codice dei Beni 4.1.1. - Codice dei Beni culturali e del Paesaggio culturali e del Pae- b) territori contermini ai laghi saggio (Cfr. D.lgs obiettivo 3.B - Valoriz- Art. 7 - Aree assog- c) fiumi, i torrenti, i corsi d'acqua 4.6.3. - Riserva naturale statale denominata Art. 19 (Tutela e valorizza- 42/04) zare l’identità del pae- gettate a vincoli pae- d) le montagne per la parte ec- Tresero-Dosso del Vallon zione dei laghi lombardi) Ambiti di interesse saggio storico saggistici cedente 1.600 m paesaggistico Art. e) i ghiacciai e i circhi glaciali 5.1.1. - PTRA - obiettivo 3.B - Valorizzare 142 (Vitelli, Campo, Zebrù, Castelli, l’identità del paesaggio storico Forà, Cime dei Forni, Cedec, Tresero, Sforzellina, Gavia, So- bretta, etc…) f) i parchi e le riserve nazionali o regionali. g) i territori coperti da foreste e da boschi i) le zone umide 4.6.2. - Zona di Protezione Speciale ZPS ZPS Nº IT2040044 Parco Nazionale 4.6.4.- Sistema a rete dei collegamenti funzionali dello Stelvio -rete ecologica Art 24- Rete verde regiona- obiettivo 1.E - Promuo- Art. 9 - Rete Natura Rete Natura 2000 SIC IT2040010 le vere la Rete Ecologica 2000 4.6.4.- Sistema a rete dei collegamenti funzionali Valle del Braulio e Cresta di Reit -rete ecologica SIC IT2040013 Val Zebrù, Gran Zebrù, Monte 4.6.4.3. - PTRA - obiettivo 1.E - Promuovere la

5 (Capo 2 NtA PTCP) COMUNE DI VALFURVA - PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO - NtA del Piano delle Regole PAGINA 33 DI 134

TEMA Nta - PPR Obiettivi - PTRA Nta PTCP Specifica NtA PGT Confinale Rete Ecologica SIC IT2040014 Valle ghiacciaio dei Forni, Val Ce- dec, Gran Zebrù, Cevedale Art. 11 - Sistema a Corridoi ecologici di livello provincia- Aree di particolare Art 24- Rete verde regiona- obiettivo 1.E - Promuo- rete dei collegamenti le e regionale (Varchi di interesse 4.6.4.- Sistema a rete dei collegamenti funzionali interesse eco fauni- le vere la Rete Ecologica funzionali -rete eco- sovraccomunale) -rete ecologica stico logica Connessioni di interesse comunale Obiettivo 1.D Sostene- 5.10.8. - AGR_V – Aree agricole non edificabili Varchi o corridoi Art. 12 - Varchi o Art. 24 - Rete verde regio- re la valenza multi- Varchi inedificabili (Varchi o corridoi o di potenziale trasformazione paesistico ambienta- corridoi paesistico- nale funzionale delle attivi- paesistico-ambientali) li ambientali tà agro-silvo-pastorali 4.3.2. - Varchi Inedificabili Eccellenze territoriali6 Art. 14 - Viste passi- VISTE ATTIVE DINAMICHE Obiettivo 2.B Valoriz- ve e attive, statiche e Strada del Passo Gavia zazione dei tracciati dinamiche, di impor- Strada dei Forni Viste passive e Art.27 - Belvedere, visuali storici intervallivi 5.11.1.1. - PTRA - Obiettivo specifico 2.B - Valo- attive, statiche e sensibili e punti di osserva- tanza paesistica Impianti di risalita rizzazione dei tracciati storici intervallivi dinamiche, di impor- zione del paesaggio lom- Art. 14 - Viste passi- tanza paesistica bardo ve e attive, statiche e VISTE ATTIVE STATICHE 4.3.1. - Le Viste di importanza paesistica

dinamiche, di impor- Rifugio dei Forni tanza paesistica I nuclei di antica formazione 5.5.3. - Nuclei di antica formazione Art. 25 Individuazione e Obiettivo 3.B - Valoriz- 5.2.2. - Mantenimento della struttura morfologica Conservazione della Art. 15 - Centri storici degli abitati tutela dei Centri, Nuclei e zare l’identità del pae- Morfologia urbana S. Antonio, S. morfologia urbana e nuclei antichi Insediamenti Storici saggio storico Niccolò, Madonna dei Monti 5.1.1. - PTRA - obiettivo 3.B - Valorizzare l’identità del paesaggio storico

6 (Capo 3 della NtA del PTCP) ______

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TEMA Nta - PPR Obiettivi - PTRA Nta PTCP Specifica NtA PGT Alberi monumentali Abete Rosso (1) Confinale Pino Cembro (3) Val Zebrù Beni storico artistico monumenta- li Chiesa della madonna della Miseri- cordia 4.1.1. - Codice dei Beni culturali e del Paesaggio Chiesa di San Rocco 4.1.1 5.3.1. - (Modalità d’intervento sugli edifici di Edifici e manufatti di Art. 16 Edifici e ma- Chiesa SS Trinità Art. 31 Contenuti essenziali interesse paesaggistico ambientale o storico valore storico e nufatti di valore stori- Chiesa parrocchiale di San Nicolò del P.T.C.P. culturale) culturale co e culturale Chiesa della Beata vergine del Car- mine 7.2.1. - Vincoli relativi agli immobili assoggettati Chiesa di Sant’Antonio a tutela Chiesa di San Gottardo Chiesa di Santa Caterina Chiesa presso Rifugio Berni Edifici di Enti pubblici e/o religiosi con oltre 70 anni di età (art. 10.5 - D.Lgs. 42/04) Fortificazioni e villaggi militari (locali- tà Forni e Gavia) Tracciati della Grande Guerra (Il Sentiero lombardo della Pace) Trincee militari al Gavia Miniera del ferro abbandonata Art. 16 Edifici e ma- Art. 31 Contenuti essenziali 7.2.1. - Vincoli relativi agli immobili assoggettati nufatti di valore stori- Architettura di rilevanza tipologica del P.T.C.P. a tutela co e culturale Malghe e cascine Malga Gavia, Malga Sobretta, Malga Baita Pastori, Malga Forni, Malga Salettina, Malga Tresero, Malga Valle dell’Alpe, Malga Albes, Maga Cerena, Malga Confinale, Malga Plaghera, Malga Predaccio Rifugi alpini: Forni, Pizzini, Casati, Sunny Valley, obiettivo 1.C - Garanti- Bonetta, Campo, IV Alpini, Bertarelli, re un’offerta di servizi Art. 67 - Rifugi e Plaghera, Branca, Sobretta, Gavia, 5.8.1.1. - PTRA – obiettivo 1.C - Garantire

adatta al territorio mon- bivacchi Stella Alpina un’offerta di servizi adatta al territorio montano tano Bivacchi: Cai Seveso, Meneghetto, Giampaolo Del Piero, Locatelli, Rosole, obiettivo 1.C - Garanti- Articolo 5.8. - (Aree a destinazione Turistico Alberghi e strutture ricettive re un’offerta di servizi Ricettiva)

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TEMA Nta - PPR Obiettivi - PTRA Nta PTCP Specifica NtA PGT adatta al territorio mon- tano 5.8.1.1. - PTRA – obiettivo 1.C - Garantire un’offerta di servizi adatta al territorio montano Sentiero Italia Alta via della Magnifica Terra Itinerari di interesse Art. 26 (Riconoscimento e Obiettivo 2.B - Valoriz- Art. 18 - Itinerari di Sentiero lombardo della Pace 5.11.1.1. - PTRA - Obiettivo specifico 2.B - Valo- paesistico, turistico tutela della viabilità storica e zazione dei tracciati interesse paesistico, rizzazione dei tracciati storici intervallivi e storico d’interesse paesaggistico) storici intervallivi turistico e storico anello del passo Gavia ( – Santa aterina – – Passo del Mortirolo – ) Assetto idrogeologico e sismico7 Assetto idrogeologi- Cfr. Piano di Assetto Idrogeologico co e sismico Art. 20 (Rete idrografica (PAI) Art. 25 - Fasce fluviali Reticolo idrico mino- naturale) Fasce di rispetto di fossi, ruscelli e re canali (Reticolo Idrico Minore) Art. 26 - Aree inte- ressate da dissesto Articolo 7.3. - (Vincoli ambientali connessi con la Classi geologiche 3 e 4 idraulico ed idrogeo- struttura geomorfologica del territorio comunale) Art. 20 (Rete idrografica logico naturale) Art. 27 - Aree a ri- TITOLO 9. - Norme tecniche di fattibilità geologi- Area a rischio idrogeologico. molto schio idrogeologico ca elevato ex lege 267/98 molto elevato Fasce di tutela Art. 76 - Disciplina assoluta e rispetto delle derivazioni Sorgenti captazione idropo- d’acqua da corpi idrici Sorgenti che contengono arsenico tabili sotterranei Art. 28 - Classifica- Classificazione si- TITOLO 9. - Norme tecniche di fattibilità geologi- zione sismica del smica ca Comune Altri elementi significativi del contesto paesaggistico ambientale Cresta di Reit Art. 22 (Geositi) Art. 10 - Geositi Vedretta del Minerva Ghiacciaio dei Forni 4.3.4. - Geositi

obiettivo 3.B - Valoriz- 5.1.1. - PTRA - obiettivo 3.B - Valorizzare zare l’identità del pae- Testata dell’Alta Valle individuata dal l’identità del paesaggio storico saggio storico: testata PTRA dell’alta valle I solchi vallivi, i fondi Art. 20 - Rete idrografica Art. 21 Forre Forre (Solchi vallivi) 4.3.3. - I solchi vallivi, i fondi delle convalli, forre

7 (Capo 4 delle NtA del PTCP) ______

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TEMA Nta - PPR Obiettivi - PTRA Nta PTCP Specifica NtA PGT delle convalli, forre e naturale fondamentale e cascate cascate. Art. 20 - Rete idrografica Art. 22 Cascate Cascate: cascata dei Molinelli naturale fondamentale Art. 44 (Politiche per la Aree agricole strate- Art. 43 - Ambiti agri- Il territorio extraurbano riservato CAPO II - Il Territorio extra Urbano riservato alla tutela del paesaggio agra- giche coli strategici all’agricoltura agricoltura rio) Elementi e fattori di compromissione del paesaggio8 Aree di deposito a cielo aperto Art. 28 (Riqualificazione Impianto biomassa, Frantoio di Uzza Aree di degrado (e paesaggistica di aree ed Art. 29 - Aree di de- parcheggio ingresso Frantoio di Santa Caterina frange urbane de- ambiti degradati o compro- grado e frange urba- Santa Caterina ecc. strutturate) messi e contenimento dei ne destrutturate Aree di deposito del ghiacciaio dei (Progetto Urbano) 7.1.1.4. - Ambiti di degrado paesistico processi di degrado) Forni Progetto Urbano Santa Caterina Linee elettriche alta e media tensio-

ne Demanio dello sci alpino 5.10.7. - ESP – Ambiti Riservati alla pratica obiettivo 1.A Riqualifi- Aree di degrado Art. 32 - Ambiti scia- dello sci cazione dei domini paesistico bili esistenti sciabili) Demanio dello sci nordico 7.1.1.4. - Ambiti di degrado paesistico obiettivo 1.F - Promuo- vere azioni ecocompa- 3.1.4.1. -PTRA - obiettivo 1.F - Promuovere Art. 30 – Elettrodotti Elettrodotti tibili in ambito energeti- azioni ecocompatibili in ambito energetico co Le infrastrutture a rete9 Rete ferroviaria, non individuata on

Art. 50 - Infrastrutture quanto ipotesi di progetto futuro obiettivo 2.A - Promuo- stradali e ferroviarie Nuovo tracciato stradale del “Ruvi- vere l’accessibilità non” CAPO III - Infrastrutture e Servizi ferroviaria come scelta Art. 57 - Rete dei strategica di sviluppo Sentieri di interesse provinciale sentieri e delle piste Piste ciclabili esistenti e in progetto ciclabili Tabella 3 – “Elementi costitutivi del paesaggio”

8 (Capo 5 delle NtA del PTCP) 9 Titolo IV del PTCP ______

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ARTICOLO 4.6. - (DISPOSIZIONI DI SALVAGUARDIA AMBIENTALE ED ECOLOGICA)

4.6.1. - IL PARCO NAZIONALE DELLO STELVIO)

Figura 2 - Stralcio legenda zonizzazione del Parco

Il Parco Nazionale dello Stelvio, predi- sposto ai sensi dell’art. 12 della legge 6 dicembre 1991, n. 394 «Legge quadro sulle aree protette» ha avviato il proprio Piano che tuttavia non ha concluso l’iter d’approvazione; attualmente si fa riferi- mento alla cartografia messa a disposi- zione dall’Ente per il processo di VAS: Figura 1 – Stralcio zonizzazione Piano del Parco

Il Parco Nazionale dello Stelvio, per convenzione con i comuni, esprime parere di congruità paesaggistico ambien- tale su tutti gli interventi edilizi o di trasformazione ad esclusione di quelli che appartengono alle zone D1 (aree di elevata antropizzazione).

4.6.2. - ZONA DI PROTEZIONE SPECIALE ZPS Si rammenta che il perimetro Parco sul territorio comunale è incluso nella Zona di Protezione Speciale di cui alla D.gr 30 luglio 2008 Nº 8/7884 “Misure di conservazione per la tutela delle ZPS lombarde ai sensi del DM 17 otto- bre 2007 Nº 184 –Integrazione alla D.gr 6648/2008” il cui Allegato A, in particolare, elenca divieti, obblighi e pro- pone le attività da incentivare.

4.6.3. - RISERVA NATURALE STATALE DENOMINATA TRESERO-DOSSO DEL VALLON Istituita con decreto del “Ministero dell’ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare” con decreto 2 dicem- bre 2010 (Gazzetta N. 294 del 17/12/2010), è gestita dal Consorzio del Parco Nazionale dello Stelvio, e persegue, in particolare, le seguenti finalità: a) la tutela della biodiversita', la conservazione delle componenti faunistiche, floristiche, vegetazionali, geologi- che, idriche, ecosistemiche e paesaggistiche dell'area; b) la gestione degli ecosistemi con modalità' idonee alla conservazione e miglioramento degli habitat; c) lo sviluppo di iniziative di riqualificazione ambientale con specifiche finalità' faunistiche; d) lo sviluppo di iniziative di riqualificazione faunistica; e) il mantenimento delle attività' agro-silvo-pastorali tradizionali compatibili con la conservazione delle risorse naturali della Riserva, e la promozione e il sostegno di quelle favorevoli alla conservazione e riqualificazione ambientale e faunistica; f) la realizzazione di programmi di studio e ricerca scientifica, con particolare riferimento ai caratteri peculiari del territorio; g) la realizzazione di programmi di educazione ambientale e di fruizione naturalistica del territorio.

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4.6.4.- SISTEMA A RETE DEI COLLEGAMENTI FUNZIONALI -RETE ECOLOGICA “la rete ecologica include i siti di Rete Natura 2000 e le aree di connessione che hanno lo scopo di rendere colle- gabili i siti al fine di evitare l'isolamento delle specie presenti all'interno di essi”. La Rete Natura 2000 a sua volta comprende:” • Zone a Protezione Speciale (ZPS), istituite ai sensi della Direttiva Uccelli (79/409/CEE) al fine di tutelare i siti in cui vivono determinate specie ornitiche: interessa il territorio comunale la ZPS Nº IT2040044 “Parco Na- zionale dello Stelvio” che viene gestita dal parco stesso; • Siti di Importanza Comunitaria (SIC), istituiti ai sensi della Direttiva Habitat al fine di garantire il manteni- mento o il ripristino di un habitat naturale o di una determinata specie. Il territorio della Valfurva è caratterizzato dalla presenza di tre siti di importanza comunitaria, gestiti dal Consor- zio Forestale Alta Valtellina; essi sono: • SIC IT2040010 - Valle del Braulio e Cresta di Reit • SIC IT2040013 - Val Zebrù, Gran Zebrù, Monte Confinale • SIC IT2040014 - Valle ghiacciaio dei Forni, Val Cedec, Gran Zebrù, Cevedale

4.6.4.1. - Il significato della Rete Ecologica La rete ecologica riveste un ruolo specifico nel mantenimento degli equilibri territoriali in quanto struttura idonea a perseguire la conservazione e il miglioramento della biodiversità e della riproduzione della vita animale e vege- tale, a garantire gli scambi tra popolazioni, a favorire la difesa e il riequilibrio idrogeologico, a ottimizzare la pro- duttività e la protezione degli ecosistemi agrari attraverso la ricostituzione dell'ecotessuto e l'incremento della vegetazione non colturale. Le possibilità di intervento, limitatamente alla funzione agricola e circoscritte a manufatti essenziali per la razio- nale conduzione dei fondi, sono condizionate alla dimostrazione del mantenimento di adeguati livelli di connetti- vità, tali da garantire la sussistenza dei servizi ecosistemici della rete nel suo complesso. Gli studi - che integrano (e non sostituiscono) la valutazione di incidenza in quanto estesi all’intero segmento del- la rete di volta in volta assunta come unità ecologica rilevante nell’analizzare i fattori di pressione e nel fare emergere, anche attraverso il confronto tra più scenari, la soluzione insediativa di minore impatto - dovranno considerare le possibilità di trasformazione da garantire a tutti i soggetti potenzialmente interessati. Sono, comunque, precluse recinzioni dei fondi agricoli ad eccezione di quanto strettamente necessario per la protezione da intrusioni nei manufatti con estensione non superiore ad un areale rappresentato dalla proiezione del sedime del manufatto esteso per dieci metri”. La formazione di infrastrutture essenziali, insuscettibili di diversa collocazione, deve essere accompagnata da adeguate misure mitigatorie e compensative, capaci di assicurare il mantenimento delle funzioni ecologiche e, segnatamente, della connettività. Il correlativo progetto definitivo deve essere comunque sottoposto al parere della Commissione per il paesaggio , avvalendosi anche della presenza sul territorio del Parco Nazionale dello Stelvio. Durante le attività di cantiere prodromiche alla formazione delle opere di cui al presente comma devono essere adottate tutte le misure necessarie alla piena ed effettiva salvaguardia della connettività.

Quanto alla sussistenza sul territorio comunale di alcuni “varchi – aree di particolare importanza ecologica da preservare “, si rimarca che il PGT ha provveduto alla loro identificazione sulla base di rigorosi criteri di ordine funzionale, attenti alle dinamiche della connettività ecologica; tuttavia, ove tali varchi assumano carattere areale, il PGT non esprime una previsione di inedificabilità assoluta ma opera piuttosto in guisa di una generalizzata mi- sura di salvaguardia in attesa di una miglior definizione dello statuto ambientale dei singoli elementi costituenti la rete ecologica. Tali approfondimenti potranno venire, da un lato dal perfezionamento degli strumenti di pianificazione territoria- le sovraccomunale o da piani di settore e, dall’altro, da studi anche di iniziativa privata metodologicamente coe- renti con l’impostazione di VAS e PGT, idonei ad esprimere un’analisi a scala adeguata (coincidente con l’intera area di connettività) e atti ad indicare eventuali forme di efficientamento delle funzioni ecologiche. Nelle aree identificate come Varchi si devono di norma evitare nuove trasformazioni dei suoli al fine di garantire e preservare la funzionalità della Rete. Nel caso di interventi di trasformazione definiti nei PGT strategici è co- munque obbligatoria la VIC. Le amministrazioni comunali motiveranno mediante un'attenta valutazione ambien- tale la possibilità della trasformazione stessa;

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(2.11) nelle differenti fasi di progettazione degli interventi dovranno venire identificate, anche in accordo con gli Enti gestori, le specifiche misure di mitigazione idonee al mantenimento di uno stato di conservazione favorevole della specie e degli habitat presenti nei Siti e della funzionalità della Rete Ecologica Regionale

4.6.4.2. - PTRA - obiettivo 1.B - Sviluppare una Green way dell’Adda Il Piano dei Servizi riporta anche sulla Tavola 4.4.1. – "Proposta di Rete Ecologica comunale” i corridoi ecologici ai diversi livelli (regionale, provinciale e comunale), precisandone i perimetri in forza delle puntualizzazioni effettua- te in base agli studi disponibili ed in relazione alla scala di maggior dettaglio. Al fine di garantire la continuità dei percorsi con la Green way dell’Adda, a livello di dettaglio comunale si è prov- veduto a meglio definire i varchi con gli stessi criteri del PTCP e soprattutto il collegamento lungo il torrente Fro- dolfo con la Green way dell’Adda; si precisa che eventuali servizi a supporto della Green way potranno essere individuati solo in edifici esistenti o in aree già edificate.

4.6.4.3. - PTRA - obiettivo 1.E - Promuovere la Rete Ecologica Il PGT Recepisce la rete ecologica regionale e provinciale, la dettaglia alla scala comunale e la integra con uno studio che tiene conto anche delle indicazioni del Parco Nazionale dello Stelvio, soprattutto per quanto attie- ne ai varchi da tutelare negli ambiti di trasformazione, al fine preservare la funzionalità della Rete, anche dove potenzialmente si prevedono nuove trasformazioni dei suoli. Anche la necessità di realizzare eventuali opere di difesa idrogeologica deve garantire la salvaguardia delle ca- ratteristiche ambientali, paesistiche ed ecologiche ricorrendo alle tecniche dell’ingegneria naturalistica, lad- dove applicabili. Il rispetto delle Norme e dei Regolamenti è attualmente già garantito dalla collaborazione sinergica tra Comune e le strutture del Parco Nazionale che gestisce SIC e ZPS presenti sul territorio comunale.

4.6.5.- PRECAUZIONI ECOLOGICHE

4.6.5.1. - Tutela dei Chirotteri Nei sottotetti degli edifici più datati nidificano spesso i chirotteri, specie a tutela rigorosa ai sensi della L. 157/1992, del DPR 357/1997 e DLgs 152/2006, oltre che protetti dalla Zona di Protezione Speciale (ZPS) che inte- ressa larga parte del territorio comunale. Particolare raccomandazione deve essere rivolta all’uso delle vernici e dei trattanti per le parti in legno; sono da preferire quelli a base di “piretrolo di sintesi”, da escludere invece per la loro tossicità i prodotti quali Lindano, Dieldrina e Pentaclorofenolo. Specificazioni di dettaglio sono riportate sulla scheda RE12 – Regolamentazione per la ristrutturazione di edifici ospitanti colonie di Chirotteri del PdG della ZPS. “Nel caso di interventi di ristrutturazione di edifici o parti di essi, è necessario verificare preventivamente la pre- senza di siti di rifugio e/o riproduzione della chirotterofauna e, in caso positivo, predisporre un cronoprogramma degli interventi che ne salvaguardi la conservazione (nel caso di colonie riproduttive) o che ne consenta lo spo- stamento (in caso di rifugi) in altri siti idonei.”

4.6.5.2. - Inquinamento luminoso e Chirotteri Fino alla predisposizione di specifico Piano di Settore, l'illuminazione dei monumenti (di chiese e campanili in particolare) potrà essere installata al massimo su tre lati, lasciando privo di illuminazione almeno un lato al fine di tutelare gli eventuali chirotteri che possono così utilizzarlo come luogo di rifugio o nursery.

4.6.5.3. - Tutela dell’avifauna Al fine della tutela dell'avifauna, tutte le nuove linee elettriche ad alta o media tensione, che non siano interrate, dovranno prevedere apposite misure di mitigazione (es. guaine di protezione dall’elettrocuzione, spirali contro gli impatti lungo i cavi, uso di elicord, ecc.) ”E’ inoltre vietato installare fari o fasci luminosi rivolti verso l'alto; in particolare l'illuminazione delle piste da sci in orario serale e notturno dovrà essere sospesa nei periodi indicativamente compresi tra il 15 febbraio e il 15 maggio e in autunno dal 1 settembre al 15 ottobre.

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4.6.5.4. - Tipologie arboree ed arbustive Nella scelta delle specie arboree e arbustive si dovranno privilegiare le essenze autoctone o le varietà che favori- scano incrementi di biodiversità, mentre devono essere interdette tutte le specie arboree che rientrano nella “lista nera” di cui alla LR 10/2008 e DGR 7736/2008 esplicativa.

4.6.5.5. - Inquinamento acustico, atmosferico e luminoso Le presenti Norme Tecniche del Documento di Piano si coordinano con tutti i piani di settore ad oggi disponibili. Per quanto attiene all’inquinamento atmosferico, i progetti infrastrutturali di livello sovraccomunale prevedono sostanziali riduzioni del traffico urbano e le disposizioni delle presenti norme incentivano il ricorso a tecniche atte a favorire la riduzione dell’utilizzo dei combustibili fossili.

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TITOLO 5. - DISCIPLINA D’USO DEL TERRITORIO COMUNALE

ARTICOLO 5.1. - (DISPOSIZIONI SOVRAORDINATE)

5.1.1. - PTRA - OBIETTIVO 3.B - VALORIZZARE L’IDENTITÀ DEL PAESAGGIO STORICO

5.1.1.1. - La Testata dell’Alta Valle Il PGT individua alla scala comunale l’ambito della “Testata dell’Alta Valle” che interessa la Valfurva e individua le visuali da tutelare dai più significativi percorsi oltre che degli ambiti di valore paesaggistico che di devono preser- vare nella loro integrità. L’eventuale realizzazione di ambiti di trasformazione, selezionati tra quelli ereditati dal previgente PTG, devono pertanto sottostare alle indicazioni riportate su ciascuna scheda in ordine alle necessità di inserimento nel delica- to contesto paesaggistico ambientale, onde valutare i potenziali impatti percettivi prima di poter approvare cia- scun piano attuativo. Analogamente per le nuove costruzioni da realizzare su tale versante, la Commissione per il Paesaggio provvede- rà a richiedere puntuali studi di inserimento paesaggistico (con l’ausilio di rendering e/o fotomontaggi), per veri- ficare l’effettivo livello di percezione del nuovo manufatto dalle principali visuali statiche e dinamiche, prima di esprimere parere vincolante sul progetto.

5.1.2. - DISPOSIZIONI GEOLOGICHE Si rammenta inoltre che alcune aree sono assoggettate a vincoli (Cfr. Articolo 7.1. - (Disposizioni generali per gli ambiti sottoposti a vincoli di livello sovraccomunale) che possono limitare l’edificabilità di singoli lotti ad inter- vento diretto o di ambiti soggetti a pianificazione attuativa, a prescindere dalla destinazione urbanistica, come nel caso di quelli connessi con l’assetto idrogeologico del territorio (Cfr. TITOLO 9. - Norme tecniche di fattibilità geologica).

5.1.3. - IL TESSUTO URBANIZZATO E IL PIANO DELLE REGOLE Il tessuto urbano consolidato è suddiviso dal Piano delle Regole in ambiti intesi come insieme delle parti di terri- torio su cui è già avvenuta l’edificazione o la trasformazione dei suoli ai sensi dell’art. 10 della L.R. n 12/2005, in ordine alle caratteristiche tipologiche, alla morfologia urbana, ai tipi edilizi, alle destinazioni d'uso ed ai parametri di edificabilità. Si rammenta inoltre che Il Piano Paesistico Regionale (PPR) prevede che il PGT attribuisca a ciascun ambito un valore di riferimento della sensibilità paesistica dei siti, ai sensi del punto 2 b) dell’art. 34 (Indirizzi per la pianifica- zione comunale e criteri per l’approvazione del PGT) della Normativa del Piano Paesaggistico del Piano Territoria- le Regionale e in applicazione delle “Linee guida per l’esame paesistico dei progetti”. L’esame degli aspetti paesaggistici e l’attribuzione delle relative Classi di sensibilità vengono trattati nel Titolo III delle presenti norme.

ARTICOLO 5.2. - (CRITERI GENERALI PER GLI INTERVENTI DI RECUPERO DEL PATRIMONIO EDILIZIO ED URBANISTICO ESISTENTE) Fatte salve le prescrizioni specifiche di cui alle presenti norme ed alle Tavole 5.3.1. - (Modalità d’intervento sugli edifici di interesse paesaggistico ambientale o storico culturale) il rilascio del titolo abilitativo per interventi ade- guativi e modificativi può essere subordinato a convenzione ogniqualvolta gli interventi rivestono interesse pub- blico oppure nei casi in cui si rende necessaria l’apertura o il mantenimento di collegamenti pedonali, percorsi turistici, tracciati storici o similari. Al fine di garantire i reciproci impegni tra le parti interessate è prevista la sottoscrizione di una specifica conven- zione.

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5.2.1. - CATEGORIE OMOGENEE DI EDIFICI E CRITERI DI INTERVENTO Il Piano delle Regole classifica gli edifici ed i manufatti (soprattutto se di rilevanza architettonica o tipologico am- bientale) in categorie omogenee al fine, di meglio indirizzare i criteri di conservazione e di valorizzazione. Da ciò derivano poi le principali modalità di intervento, con la precisazione che comunque le eventuali integra- zioni funzionali e le destinazioni d’uso devono risultare sempre coerenti con gli elementi tipologici, formali e strutturali dell’organismo edilizio, oltre che con la sua genesi storica. A prescindere dalla peculiarità di ciascun ambito del territorio comunale, gli edifici vengono quindi preliminar- mente catalogati in base a caratteristiche tipologiche, morfologiche ed architettoniche, nei limiti consentiti dal livello di pianificazione di un PGT che non è strumento di dettaglio. La tavola RNS.02 "Criteri d’intervento all’interno dei nuclei di antica formazione" riporta informazioni sullo stato di conservazione dei manufatti (con graduatoria: 1.Ottimo, 2. Buono, 3. Mediocre, 4. Cattivo, 5. Pessimo , 6. Edifi- cio Demolito), sul valore degli edifici sotto il profilo architettonico (Gruppi), sul tipo d’intervento previsto. Tali elaborati grafici hanno pertanto una valenza prescrittiva oltre che di approfondimento conoscitivo.

EDIFICI PER I QUALI DEVE PREVALERE L’ASPETTO CONSERVATIVO

Sui tratta degli edifici per i quali non sono mai consentite demolizioni, anche parziali, delle faccia o la realizzazio- ne di vetrine per i negozi o sventramenti per realizzare passi carrai, autorimesse o similari. Per queste categorie di edifici è di fondamentale importanza verificare che non sussista vincolo diretto o indiretto da parte delle Soprintendenze per i Beni Architettonici e Paesaggistici o Archeologico.

5.2.1.1. - Gruppo A - Edifici di valore monumentale o di particolare rilevanza architettoni- ca). Si tratta di unità di particolare rilevanza architettonica ed urbana che devono essere mantenute nella loro integri- tà con le relative aree di pertinenza, sia quando si tratta di edifici di natura religiosa, sia quando sono riservati ad un utilizzo civile o amministrativo. Essi costituiscono infatti, anche solo per la documentazione dell’impianto fondativo originario, gli elementi di riferimento all’interno del tessuto storico, caratterizzando i rapporti tra edifici e luoghi, tra i manufatti e le perti- nenze private, tra l’architettura di un tempo e le antiche corti o giardini ancora rintracciabili nella morfologia del tessuto urbano. Questo raggruppamento comprende quindi tutti gli edifici tutelati dal vincolo ex Dlgs 42/04 (Già Legge 1089/36), ma anche quelli che, pur risultando in parte alterati o rimaneggiati, rappresentano un’importante testimonianza storica per l’impianto generale, per la tipicità della architettura visibile, per la connessione con il tessuto urbano di antica formazione. Molti di questi edifici furono oggetto di studi specifici e approfonditi, altri invece, meno noti, richiedono ulteriori approfondimenti sia attraverso ricerche storiche e documentali, sia attraverso rilievi e prospezioni di vario gene- re. Per questi ultimi quindi si richiede una particolare attenzione prima di qualsiasi intervento, ed è pertanto neces- sario seguire le modalità di progettazione normalmente richieste dalle competenti Soprintendenze. Per gli edifici assoggettati agli interventi conservativi (cioè dal Restauro scientifico fino al Risanamento conserva- tivo che prevede la manutenzione delle facciate e delle tecnologie costruttive), il progettista è tenuto a predi- sporre prima ed asseverare poi una “Relazione storica e sullo stato di consistenza” finalizzata a meglio approfon- dire la rilevanza dell’edificio (con relative pertinenze) e per valutare opportunità e modalità d’intervento. Tale relazione dovrà prevedere: 1) - Analisi storica, svolta tramite reperimento, elaborazione, rappresentazione finalizzata e sintesi dei contenuti rilevanti di cartografia (con particolare riguardo alle mappe storiche catastali, in ambiti dovutamente allargati rispetto l’oggetto dell’intervento), notizie storiche, fotografie o immagini d’epoca. 2) - Documentazione fotografica a colori della situazione attuale, di interni ed esterni. 3) - .Rilievo geometrico e materico dello stato di fatto (riguardante, oltre che gli edifici, anche le aree scoperte ed in particolare cortili e giardini ) almeno in scala 1:50; sulle tavole di rilievo saranno evidenziati le volte, i so- lai in legno, gli elementi lapidei, (colonne, portali, scale, ecc.), le pavimentazioni ( in legno, in pietra, in cotto, in cocciopesto, in seminato, ecc. ), i caminetti, gli affreschi, i dipinti murali, i graffiti, i serramenti interni ed esterni, i locali rivestiti in legno (stue), le inferriate ed i manufatti metallici, le serrature d’epoca e tutti gli altri elementi significativi. 4) - Risultati di saggi d’indagine sugli intonaci, sulle stratigrafie delle coloriture e su altri manufatti caratteristici. ______

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5) - Valutazione della situazione statica sia in rapporto alla consistenza ed alla conservazione degli elementi strutturali sia nel rapporto struttura - terreno. 6) - Dimostrazione della coerenza delle linee progettuali tra le soluzioni proposte e gli elementi rilevati di cui ai precedenti punti 1, 2, 3, 4, 5.

5.2.1.2. - Gruppo B - Edifici di rilevanza architettonico – ambientale. Si tratta di quegli organismi che, pur non avendo l’importanza degli edifici monumentali, per caratteristiche pre- cipue sono riconducibili ad una architettura “pensata e disegnata” oppure anche ad uno “stile” (es.: Revival, Li- berty). Questi edifici, avendo una architettura ben definita, richiedono interventi analoghi a quelli della categoria prece- dente, raramente si prestano ad ampliamenti e/o a cambi della destinazione d’uso. Previa eliminazioni delle superfetazioni prive di valore storico e architettonico che possono alterare l’impianto architettonico dell’edificio o del complesso di edifici, sono ammessi gli interventi di Ristrutturazione Conservativa che non comportino aumento di volume e lascino inalterate le sagome (sedime, linee di gronda e di colmo) dei fabbricati. Non è consentita l’alterazione dei rapporti architettonici emersi nelle fasi di rilevo, e in particolare è vietata la chiusura di logge, porticati, passaggi voltati e anche la demolizione dei muri di cinta originari.

5.2.1.3. - Gruppo C – Architetture di rilevanza tipologica Si tratta degli edifici che hanno una matrice comune e caratteristiche che li riconducono ad edifici residenziali compatti, con muratura di pietrame, quasi sempre in raso-pietra, coperture a falde caratterizzate spesso dalla presenza di abbaini che interrompono la falda della facciata principale e che, seppure con varianti diverse, sono riconducibili ad un periodo storico ben definito (spesso fine Ottocento e inizio Novecento) Sono riconducibili a questa fattispecie anche i caratteristici edifici con parti significative a struttura lignea tipici dell’Alta Valle Norma specifica per l’edificio a Madonna dei Monti mappale 207 del F.24: in considerazione delle problematiche strutturali in cui versa l’edificio, si consente un intervento di ristrutturazione interna, anche previo smontaggio delle parti ammalorate da restaurare, purché venga garantito il mantenimento dell'aspetto esteriore e della tipica struttura blok-bau lavorata ad ascia.

5.2.1.4. - Gruppo D – Edilizia a matrice rurale di interesse ambientale Comprende organismi riconducibili alla tradizione tecnologica costruttiva che si manifesta: negli impianti interni al contesto urbano con edifici emergenti a cui si aggregano accessori e spazi di servizio; nelle frazioni con organismi a più evidente matrice rurale disposti a cortina lungo le strade; nel territorio extraurbano con edifici di isolati o aggregati in piccoli gruppi. Sono accomunati da un’architettura improntata alla semplicità funzionale, alla tipologia edilizia tradizionale all’uso di materiali e tecnologie costruttive ricorrenti nel nostro territorio. Si tratta di manufatti eterogenei, spesso caratterizzati da un impianto a matrice agricola, generalmente già rin- tracciabili nel catasto ottocentesco, non sempre di particolare pregio architettonico, ma da conservare per il loro rapporto con il tessuto urbano e con il paesaggio urbano o extra urbano. Caratteristiche comuni sono: 1 - il rispetto della morfologia costruttiva e dimensionale che si replica con i più svariati adattamenti alla morfo- logia del territorio; 2 - l’uso dei materiali e delle tecnologie d’impiego tradizionali (murature con malta di calce, strutture in legno del tetto, coperture in materiale litoide ecc.); 3 - l’impianto architettonico (preminenza delle murature nei rapporti tra vuoti e pieni delle facciate, uso di aper- ture di modeste dimensioni, balconi o baltresche in legno, chiusure inesistenti o ad anta); 4 – quando è più evidente la matrice agricola, la loro disposizione planimetrica appare irregolare soprattutto se, all’interno dei nuclei abitati, contribuiscono a connotare l’articolata maglia di corti, slarghi e percorsi. Oltre alla morfologia del tessuto urbano, non devono andare perduti gli elementi ancora percepibili di questa architettura alpigiana: • le strutture portanti verticali in legno tipiche della Valfurva, presenti sia negli edifici e nuclei sparsi, sia in centri abitati come a Madonna dei Monti.

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• le strutture portanti verticali (muri d’ambito con le diverse “tessiture” dal muro a secco al rasopietra, all’intonaco in malta di calce ecc.) e orizzontali (muri, volte, solai in legno, strutture lignee e anche le gronde e le capriate delle coperture); • gli sporti, i balconi, le baltresche (con i relativi pianali in tavole di larice o castagno), i parapetti in ferro sen- za saldature o in legno con forme e motivi d’intaglio diversi; • gli elementi architettonici e costruttivi più palesi, quali soglie e portali, davanzali, spallette e architravi, le scale in pietra, le inferriate senza saldature a protezione delle finestre; • gli elementi decorativi quali cornici e sguinci all’engadinese, gli affreschi e le pitture murali in genere.

EDIFICI MODIFICABILI NEL RISPETTO DELLA MORFOLOGIA DEL TESSUTO URBANO E DEL PAESAGGIO

Si tratta degli edifici che, a prescindere dalla loro minore valenza storica, quando appartengono ai nuclei di antica formazione, conservano con i loro sedimi, la memoria del tessuto urbano del nucleo storico.

5.2.1.5. - Gruppo E– Edilizia attuale o di recente ristrutturazione Comprende gli edifici di edilizia corrente, inclusi quelli che non si distinguono per attenzione compositiva partico- lare, accuratezza nella realizzazione dei particolari costruttivi, cura nella scelta dei materiali. Sono ammessi tutti i tipi di intervento, compresa la demolizione e la ricostruzione.

5.2.1.6. - Gruppo F – Edilizia da riqualificare Edifici prevalentemente di civile abitazione che hanno caratteristiche edilizie diverse da quelle generalmente ri- correnti negli edifici della tradizione locale, sia nell’uso dei materiali che delle tecnologie costruttive. Sono case indifferenti alla località in cui sorgono nel senso che potrebbero trovare collocazione anche in un altro contesto urbano.

5.2.1.7. - Gruppo G – Manufatti di rilevante contrasto ambientale Si tratta in genere di manufatti che creano piccoli o grandi problemi di impatto ambientale, ma che richiedono comunque interventi di tipo radicale

5.2.1.8. - Gruppo H – Ruderi Quando non sono più leggibili la natura, la tipologia, la consistenza di una costruzione, perché rimangono solo tracce delle fondazioni o parti sbrecciate dei muri, evidentemente non sussistono elementi sufficienti, salvo di- versa dimostrazione, per attribuire una altezza al colmo e in gronda, una destinazione d’uso e quindi la natura dell’edificio.

Prescrizioni integrative in adeguamento all’obiettivo 3.B del PTRA – tessuto insediativo e spazi aperti 2.3 Sono consentiti interventi di ristrutturazione, recupero e riuso dei manufatti storici esistenti di proprietà

privata (esclusi i capannoni), anche rurali, anche con cambio di destinazione d'uso volto agli usi residenziali, nel

rispetto delle caratteristiche architettoniche e dei materiali originari e mantenendo la sagoma esterna degli edifi- ci ( fatte salve le specifiche tutele conservative). Sono inoltre consentiti interventi di ristrutturazione, recupero e riuso

dei manufatti storici esistenti di proprietà pubblica (esclusi i capannoni), anche rurali, anche con cambio di destina-

zione d'uso, nel rispetto delle caratteristiche architettoniche e dei materiali originari e mantenendo la sagoma

esterna degli edifici ( fatte salve le specifiche tutele conservative). 2.4 Gli eventuali interventi di ristrutturazione di edifici esistenti privi di valore storico-architettonico devono pre-

vedere l'uso di materiali locali naturali (es pietra e legno) e rispettare le tipologie esistenti tradizionali, in particolare

devono adottare soluzioni di copertura in pietra locale e non superare l'altezza esistente; sono ammessi recupe-

ri dei sottotetti e miglioramento dei rapporti aeroilluminanti per rendere abitabili i locali purché si utilizzi la coper-

tura a falde, senza superare l'altezza massima esistente in coerenza con l’altezza massima degli edifici con-

termini. Eventuali lucernari devono occupare una percentuale marginale dello sviluppo della falda, essere com-

planari alla falda e non costituire volumi aggettanti dalla falda stessa. 2.5 Gli eventuali interventi di nuova edificazione, se indispensabili, devono usare nella linea esterna degli edifici mate-

riali locali tipici dei luoghi e dell'architettura tradizionale in funzione delle aree in cui sono ubicati e in particolare solu-

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zioni di copertura in pietra locale, non superare l'altezza degli edifici preesistenti circostanti, e possibilmente ri ferirsi a

modelli di bioarchitettura, inoltre devono prevedere sperimentazione impiantistica e tecnologia innovativa volta al

miglioramento delle performance dell'abitare (benessere, climatizzazione, energia); 2.6 Le nuove edificazioni devono essere in classe energetica almeno B in coerenza con la normativa nazionale

(decreto legislativo n. 192 del 10/08/2005, come modi ficato dal decreto legislativo n. 311 del 29/12/2006) e re-

gionale (DGR VIII/8745 del 22/12/2008) e in coerenza con gli obiettivi previsti dalla recente Direttiva Comunitaria

2010/31/CE

2.7 Sono consentiti interventi eolici o fotovoltaici al servizio del singolo edificio ("micro"), purché

rispettosi delle caratteristiche storiche del paesaggio locale; 2.8 Sono vietati i pannelli fotovoltaici e i lucernari sui tetti nelle falde orientate in modo tale da essere viste

dalle visuali sensibili/ belvedere e dalla percorrenza degli anelli dei passi ed escursionistici, con ri ferimento ad

ogni tipologia di intervento edilizio, se non correttamente inseriti rispetto alla linea architettonica dell'edificio, nei ca-

ratteri tradizionali; 2.9 Tutti gli interventi edilizi sono subordinati alla contestuale sistemazione delle aree pertinenziali e dell'in-

terfaccia con gli spazi pubblici e al mantenimento e/o ripristino dei segni morfologici caratterizzanti il sito

5.2.2. - MANTENIMENTO DELLA STRUTTURA MORFOLOGICA DEGLI ABITATI In tutti gli interventi di ristrutturazione nei nuclei di antica formazione, anche quando sono costituiti da tre quat- tro case è importante conservare, oltre alle caratteristiche tipologiche dei singoli edifici, anche quelle morfologi- che del tessuto urbano, evitando l’alterazione del rapporto con gli spazi pubblici urbani presenti nel contesto preesistente, la modifica di scorci prospettici, l’alterazione della continuità visiva anche verso gli spazi aperti, l’interruzione dei percorsi pedonali, degli acciottolati, delle scalinate, delle pavimentazioni originali. Il tessuto urbano dei nuclei di antica formazione ha moto spesso due caratteristiche ricorrenti che devono essere mantenute: - la cortina dei fabbricati che affacciano sulla via principale attorno alla quale si è aggregato il nucleo stesso, che deve essere mantenuta nella sua continuità ed articolazione, senza interruzioni che ne modificherebbero le prospettive; - le corti semiaperte o chiuse attorno alle quali si articolano le costruzioni; anche questi caratteristici elementi del tessuto urbano non devono essere alterati o compromessi da interventi edilizi o di ristrutturazione urbani- stica. Le precauzioni più importanti da seguire sono: conservare la continuità delle diverse fronti che prospettano sui vicoli e sulle strade; non alterare quindi i sedimi degli edifici se non per le parti che appartengono evidentemente a superfetazioni; le altezze delle gronde devono mantenere l’articolazione originaria, al fine di evitare che l’eccessiva continuità annulli la percezione dei singoli fabbricati; le caratteristiche delle facciate originarie, sia per quanto attiene agli elementi costruttivi e decorativi presenti sia per quanto attiene ai colori originari (eventualmente indagato con saggi sugli intonaci), devono essere conservati; in caso di rifacimento è fondamentale coordinarsi con le caratteristiche degli edifici adiacenti; slarghi e piazzole non devono essere recintati o preclusi alla vista con veicoli o parcheggi di sorta, semmai valoriz- zati con la presenza di elementi di arredo urbano che si rifanno alla tradizione locale (sedili in sasso, fontanel- le,ecc.); la percezione delle corti e dei giardini dei palazzi significativi non deve essere alterata ed anche per questi ele- menti ogni tipo di intervento deve essere subordinato ad un progetto di restauro conservativo in grado di valoriz- zare anche il patrimonio dendrologico presente; le corti rurali devono mantenere la loro unitarietà d’uso condominiale e non risultare frazionate da recinzioni o altri elementi d’ingombro che diano il senso del disfacimento e dell’abbandono.

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ARTICOLO 5.3. - (GRADI D’INTERVENTO EDILIZIO E PRESENTAZIONE DEI PROGETTI)

5.3.1. - (MODALITÀ D’INTERVENTO SUGLI EDIFICI DI INTERESSE PAESAGGISTICO AMBIENTALE O STORICO CULTURALE) A prescindere dalla loro ubicazione (nei Centri o Nuclei di antica formazione oppure sparsi10 sul territorio comu- nale) la conservazione e valorizzazione degli edifici di interesse paesaggistico ambientale o storico culturale, è un valore inscindibile del contesto urbano e paesaggistico del Comune: rappresenta, anche culturalmente, il livello di sensibilità e rispetto per la storia e dei valori della memoria che costituiscono l’identità del paese. Non necessariamente tale elementi della tradizione artigianale, delle tecnologie costruttive tradizionali rappre- sentano valori artistici di eccellenza, ma non per questo devono andare perduti o inconsapevolmente distrutti. Nel caso di edifici, la normativa che segue ha, tra l’altro, non ha la funzione di garantire il mantenimento del si- mulacro esterno, inteso come pedissequa sostituzione dei materiali “vecchi” con analoghi di più recente tecnolo- gia, ma di assicurare, con sensibilità e cultura, il recupero dei materiali tradizionali, delle tecnologie costruttive che caratterizzano manufatti ormai irripetibili nella storia attuale per gli elevati costi della manodopera e soprat- tutto per la perdita delle tradizioni di manualità artigiana che consentirono in passato la produzione diffusa di oggetti oggi praticamente non più proponibili, se distrutti. Analogamente per gli interventi di riqualificazione del tessuto urbano di antica formazione, non ci si deve limitare alla trasformazione igienico funzionale degli edifici, ma anche conservare quegli episodi, anche minuti, che nell’insieme definisco l’atmosfera di una via, di un angolo, di una vista: sono il susseguirsi delle facciate, l’andamento delle gronde, la tortuosità delle strade, l’irregolarità di slarghi e piazzette, i passaggi pedonali coperti che uniscono edifici antistanti, le pavimentazioni stradali, ma anche gli elementi di arredo come i dipinti murali, le meridiane, le fontane, le inferriate, i colori, gli stemmi, le mensole i portali che alimentano queste sensazioni.

Il giudizio complessivo “di valore” di un edificio non implica però automaticamente un “tipo di intervento” sullo stesso o su una sua parte: infatti si può verificare che un intervento definito di “ristrutturazione” possa riferirsi ad una costruzione con singoli elementi architettonici significativi (es. volte al piano terreno) che vadano integral- mente mantenuti, al contrario, si può verificare che edifici sui quali è previsto il restauro conservativo, abbiano anche parti consistenti da modificare, superfetazioni da demolire, colori e decorazioni da sostituire. Non si inventano “Tipi di intervento” diversi da quelli canonici validi per tutto il territorio comunale, tuttavia è importante considerare che, soprattutto per gli edifici nei centri storici, il processo progettazione – realizzazione può passare attraverso “fasi interattive” con le competenti commissioni comunali e quindi comportare arricchi- mento di documentazione per giungere alla soluzione ottimale sia d’uso dell’immobile, sia di conservazione mor- fologica del paese. Si rammenta che il “Grado d’intervento” non comporta l’automatico cambio della destinazione d’uso, che è am- messo solo quando risulti compatibile con le caratteristiche originarie dell’edificio e che deve essere conseguito solo con le modalità previste dall’art. 2.7 - (Modifica delle destinazioni d’uso) delle Disposizioni Generali del Piano delle Regole. (Cfr. R.N.01) Nota: si rammenta che gli aumenti della SLP non si configurano automaticamente come aumenti di sagoma o di volume dell’edificio, in quanto eventuali porzioni in sopralzo o in aggiunta, qualora ammissibili, si configurano come nuova costruzione e come tali assoggettate a distanze, altezze massime, rispetto dei diritti di terzi ecc..

5.3.2. - INTERVENTI DI RESTAURO E DI RISANAMENTO CONSERVATIVO Gli interventi di restauro e di risanamento conservativo (Cfr. art. 27 della LR 12/2005) sono quelli rivolti agli edifici per conservarne l’organismo edilizio e ad assicurarne la funzionalità mediante un insieme sistematico di opere che, nel rispetto degli elementi tipologici, formali e strutturali dell’organismo stesso, ne consentano destinazioni d’uso con essi compatibili. Tali interventi comprendono il consolidamento, il ripristino e il rinnovo degli elementi costitutivi dell’edificio, l’inserimento degli elementi accessori e degli impianti richiesti dalle esigenze dell’uso, l’eliminazione degli ele- menti estranei all’organismo edilizio ed il mantenimento di sagoma e sedimi per le parti di pregio, sentito il pare- re della Commissione per il Paesaggio.

10 Il Comune provvederà con apposito regolamento, la catalogazione degli edifico sparsi (già avviata dal Parco Nazionale per il territorio di competenza) e provvederà al riallineamento dei criteri di intervento e restauro delle tipiche baite in sinergia con il parco stesso. ______

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Le disposizioni di cui al comma 1 del DLGS 28/2011 “Obbligo di integrazione delle fonti rinnovabili negli edifici di nuova costruzione e negli edifici esistenti sottoposti a ristrutturazioni rilevanti” non si applicano agli edifici sotto- posti ad interventi di seguito classificati di categoria TA e TB, mentre per quelli di tipo TC si dovrà esprimere, di volta in volta, la Commissione per il Paesaggio.

5.3.2.1. - TA – Tipo di Intervento conservativo. Occorre tuttavia sottolineare che per gli edifici di valore monumentale (Gruppo A) e per alcuni di Rilevanza archi- tettonica (Gruppo B) è indispensabile procedere con le tecniche del restauro scientifico, ovvero “ E’ necessario privilegiare il momento dell’analisi e del progetto rispetto al successivo momento dell’intervento, sostituire la programmazione all’intervento estemporaneo, ai tempi capestro fissati, talora per legge, sulla base di finalità del tutto estranee alle esigenze del riuso.”11 L’intervento conservativo in ogni caso non permette la sostituzione di parti strutturali dell’edificio, modifiche di sagoma e sedime o la sostituzione di elementi tipologici. Murature lesionate devono pertanto essere “ricucite” ed i manufatti in genere recuperati con le tecniche del re- stauro. Si ribadisce che il cambio della destinazione d’uso è ammesso solo quando compatibile con le caratteristiche ori- ginarie dell’edificio e può essere conseguito con le modalità previste dall’art. 2.7 - (Modifica delle destinazioni d’uso) delle Disposizioni Generali del Piano delle Regole. (Cfr. R.N.01)

5.3.2.2. - TB – Tipo di Intervento conservativo con aumento max 10% della SLP. Anche in questo caso si ricade nella fattispecie prevista per gli interventi di restauro e di risanamento conservati- vo (Cfr. art. 27 della LR 12/2005), ovvero quelli rivolti agli edifici per conservarne l’organismo edilizio e ad assicu- rarne la funzionalità mediante un insieme sistematico di opere che, nel rispetto degli elementi tipologici, formali e strutturali dell’organismo stesso, ne consentano destinazioni d’uso con essi compatibili. Nel caso di edifici a matrice rurale o con destinazione mista (abitativa e rurale) in cui le altezze interne degli am- bienti consentono nuovi orizzontamenti senza vistose modifiche delle altezze in gronda, è eccezionalmente am- messo l’aumento della SLP, purché: altezze e SLP non vengano alterati oltre il 10% (salvo quanto espressamente previsto per i sottotetti); le nuove aperture siano di dimensioni modeste in sintonia con le caratteristiche di eventuali altre originarie nel- lo stesso edificio o comunque tipologicamente conformi a quelle di analoghe costruzioni del nucleo storico di appartenenza; architettura e prospetti risultino compositivamente accettabili e conformi alle disposizioni delle “Linee Guida per l’esame paesistico dei progetti” ; le altezze interne dei locali siano, per ciascuna destinazione d’uso, conformi alle norme del regolamento d’igiene e delle leggi vigenti. Nota: l’aumento della SLP consentito si riferisce alla realizzazione di soppalchi o al recupero di ripostigli, locali di sgombero, accessori, ma non deve comportare aumento della SC e/o la modifica di sagoma e sedimi.

5.3.2.3. - TC – Ristrutturazione “leggera” E’ certamente consentito il ripristino o la sostituzione di alcuni elementi costitutivi dell’edificio, l’eliminazione, la modifica e l’inserimento di nuovi elementi ed impianti, ma trattandosi di edifici inseriti in un contesto particolare e che dispongono di alcune caratteristiche legate alle tecnologie costruttive tradizionali oppure a particolari a volte anche di pregio (affresco o santella, portale in pietra, finestra o ringhiera particolare) di cui peraltro si è svolta una indagine accurata, le eventuali demolizioni e ricostruzioni, seppure con la stessa volumetria e sagoma di quello preesistente, devono essere svolte con particolare oculatezza ed attenzione e sempre previo il parere vincolante della Commissione per il Paesaggio. E’ consentito un aumento della SLP del 10% se si riferisce alla realizzazione di soppalchi e sottotetti o al recupero di ripostigli, locali di sgombero, accessori e similari, tuttavia è eccezionalmente consentita l’aggiunta (fatti salvi i diritti di terzi) al sedime originario dell’edificio di un piccolo corpo aggiunto per motivate esigenze di ordine igie- nico (es. bagno non diversamente realizzabile) o funzionale (es. centrale termica, legnaia, autoclave ecc.), possi- bilmente semi interrato, sempre previo parere vincolante della . Commissione per il Paesaggio.

11 (cfr. M. Dezzi Bardeschi, Conclusioni, in “Riuso e riqualificazione…”, cit., p. 448) ______

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5.3.3. - INTERVENTI DI DEMOLIZIONE E/O SOSTITUZIONE. Gli interventi di ristrutturazione edilizia (Cfr. art. 27 della LR 12/2005), sono quelli rivolti a trasformare gli organi- smi edilizi mediante un insieme sistematico di opere che possono portare ad un organismo edilizio in tutto o in parte diverso dal precedente. Tali interventi comprendono il ripristino o la sostituzione di alcuni elementi costitutivi dell’edificio, l’eliminazione, la modifica e l’inserimento di nuovi elementi ed impianti. Nell’ambito degli interventi di ristrutturazione edilizia sono ricompresi anche quelli consistenti nella demolizione e ricostruzione. Per le costruzioni di “edilizia attuale” (nuove o ristrutturate) che per dimensionamento, composizione architetto- nica o uso di materiali non sono correttamente inserite nel contesto edilizio e ambientale (Gruppo F), è di fon- damentale importanza che l’intervento sia teso a sostituire elementi, dettagli costruttivi, materiali e colori pale- semente in contrasto con l’ambiente con altri tendenti ad attenuarne l’impatto complessivo.

5.3.3.1. - TD- Ristrutturazione “pesante” (anche con demolizione e ricostruzione) Per gli edifici del “Gruppo E” e del “Gruppo F” sono ovviamente consentite anche la demolizione e la ricostruzio- ne, previo un attento studio planivolumetrico che dovrà essere avvallato dalla Commissione per il Paesaggio.

5.3.3.2. - TE – Tipo di intervento di Demolizione senza ricostruzione. Nel caso di manufatti in palese contrasto con l’ambiente o connessi con problemi di viabilità, sicurezza, stabilità, oltre che decoro urbano, è prevista obbligatoriamente la demolizione senza sostituzione in loco.

5.3.3.3. - TF – Conferma demolizione. Si riferisce ai ruderi o ai manufatti degradati inagibili (es. senza copertura) ed irrecuperabili.

ARTICOLO 5.4. - (AMBITI TERRITORIALI INDIVIDUATI DAL PIANO DELLE REGOLE) Con riferimento al “Sistema Informativo della Pianificazione Locale” (Regione Lombardia, febbraio 2008) lo sche- ma fisico delle previsioni del PGT è articolato nei seguenti “shape” non sovrapponibili: Territorio Urbano Consolidato Territorio extra Urbano (ad uso prevalentemente agricolo e forestale) Servizi e Infrastrutture Territorio non soggetto a trasformazione urbanistica Vincoli e disposizioni di tipo paesaggistico e/o ambientale invece si sovrappongono in modo molto articolato a tale semplice schema, in relazione ovviamente alle peculiarità del territorio ed alle disposizioni legislative che generalmente stanno a monte di ciascuno di essi. Ai fini della Disciplina d’uso del territorio di cui al presente Titolo, si prospettano le seguenti articolazioni del Pia- no delle Regole: 1. Tessuto urbano consolidato, costituito dalle parti di territorio su cui è già avvenuta l’edificazione o la trasfor- mazione dei suoli ai sensi dell’art. 10 della L.R. n 12/2005, in ordine alle caratteristiche tipologiche, alla morfo- logia urbana, ai tipi edilizi, alle destinazioni d'uso ed ai parametri di edificabilità (Cfr. CAPO I - Il Tessuto urba- no consolidato). Esso comprende pertanto i nuclei di antica formazione, gli ambiti sui quali si sono già realizzate case e tra- sformazioni, le integrazioni con i servizi di base e con il sistema urbano della mobilità; esso comprende inoltre le aree libere e gli ambiti di completamento che ne risultano interclusi. 2. L’insieme delle parti del territorio comunale che risultano invece esterne al tessuto urbano consolidato, (Cfr. CAPO II - Il Territorio extra Urbano riservato alla agricoltura) e che comprendono: • Le aree e gli insediamenti riservati alla produzione agricola, individuati secondo i criteri di cui all’art. 15, comma 4, della legge regionale n. 12/2005, ivi comprese anche le aree boscate; • l'area sciabile e le aree riservate alle infrastrutture per gli sport invernali • le aree di potenziale trasformazione, che, fino alla approvazione dei Piani Attuativi, restano ambiti agricoli di sostanziale salvaguardia; 3. Gli ambiti che non sono soggetti a trasformazione urbanistica, quali le aree glaciali, le energie di rilievo, le pie- traie e le morene;

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4. Appartengono al territorio urbano e al territorio extra urbano le parti del territorio comunale destinate alle infrastrutture, alla viabilità in particolare ed a quelle complementari alla viabilità stessa, alle infrastrutture fer- roviarie in progetto, ecc.; sul Piano delle Regole sono anche segnalate le aree per i servizi generali e di interes- se generale che vengono però disciplinate dal Piano dei Servizi (Cfr. CAPO III - Infrastrutture e Servizi).

CAPO I - Il Tessuto urbano consolidato • 5.5.3. - Nuclei di antica formazione • Articolo 5.6. - (Il tessuto urbano di recente formazione) 5.6.2. - RES_1 – “Tessuti Residenziali di media densità”) 5.6.3. - RES_2 - Tessuti in fase di consolidamento 5.6.4. - RES_3 - Tessuti in fase di completamento 5.6.5. - RES_E – Aree Residenziali integrate nel verde privato 5.6.6. - V_CONS – Pause di verde nel consolidato Articolo 5.7. - RES_PA – Ambiti Conformati a Piano Attuativo nel tuc • Articolo 5.8. - (Aree a destinazione Turistico Ricettiva) 5.8.2. - Tur_1 - Aree a prevalente destinazione alberghiera • Articolo 5.9. - (Edifici ed aree con utilizzazione produttiva artigianale nel Tessuto Urbano Consolidato

CAPO II - Il Territorio extra Urbano riservato alla agricoltura • Articolo 5.10. - (Ambiti destinati alla produzione agricola) 5.10.4. - AGR_1 – Aree agricole di particolare tutela 5.10.5. - AGR_2 – Aree agricole ordinarie 5.10.6. - AGR_Z – Aree agricole per l’insediamento di strutture zootecniche 5.10.7. - ESP – Ambiti Riservati alla pratica dello sci 5.10.8. - AGR_V – Aree agricole non edificabili o di potenziale trasformazione

CAPO III - Infrastrutture e Servizi • Articolo 5.11. - (Ambiti delle infrastrutture per la mobilità) (Cfr. anche Piano dei Servizi) • Articolo 5.12. - (Aree per servizi pubblici o di interesse pubblico) (Cfr. anche Piano dei Servizi)

Capo IV Ambiti non soggetti a trasformazione urbanistica • Articolo 5.13. - (Aree non soggette a trasformazione urbanistica) 5.13.1. - Aree non funzionali alla produzione agricola 5.13.2. - Aree sciabili in ambiti di non trasformazione 5.13.3. - Aree idriche 5.13.4. - Alvei ed aree ripariali

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CAPO I - IL TESSUTO URBANO CONSOLIDATO

ARTICOLO 5.5. - IL TERRITORIO URBANIZZATO

5.5.1. - CATASTO STORICO E PRIMA LEVATA IGM) L’articolo 25 delle Norme del Piano Paesaggistico Regionale (PPR) per l’individuazione dei nuclei di antica forma- zione, ma anche degli edifici isolati che potrebbero avere rilevanza storica, fa riferimento agli elaborati della pri- ma levata dell’Istituto Geografico Militare (IGM) ed alle antiche mappe disponibili, come quelle del vecchio cata- sto. Tale ricognizione conduce alla individuazione sia degli ambiti di antica formazione che appartengono al territorio urbano consolidato, sia delle testimonianze che, generalmente per il loro legame con l’attività primaria, risultano molto diffuse sul territorio comunale. La ricognizione dell’evoluzione storica dell’urbanizzato scaturisce dallo studio oltre che delle cartografie storiche, delle orto-foto-carte IGM del 1954 e 1961 e della documentazione cartografica più recente.

5.5.2. - AMBITI DEL TESSUTO URBANO CONSOLIDATO (TUC) All’interno del tessuto urbano consolidato il Piano delle Regole individua: I Nuclei di antica formazione il tessuto urbano di recente formazione che si articola in modo variegato per tipi edilizi e ca- ratteristiche morfologiche distinguibili all’interno del tessuto urbano; I singoli lotti liberi; Gli ambiti di completamento Le aree per i servizi di base (la cui disciplina è demandata al Piano dei Servizi).

5.5.3. - NUCLEI DI ANTICA FORMAZIONE • Appartengono al tessuto consolidato • le parti sopra citate del territorio comunale che sono interessate da agglomerati di antica formazione, caratte- rizzati dalla presenza di un tessuto urbano compatto che rimanda alla memoria storica, con presenza spesso di edifici di valore monumentale o di pregio ambientale e tipologico, nonché le aree di pertinenza che ne co- stituiscono parte integrante; • Non appartengono al tessuto consolidato, • ma meritano la stessa considerazione sotto il profilo storico ed ambientale, gli edifici isolati a prevalente ma- trice rurale e le caratteristiche “baite” che si trovano diffuse sul territorio (Cfr. Tavola R.04 "Elementi signifi- cativi del paesaggio antropico e luoghi della memoria" ); per quanto attiene agli edifici negli ambiti riservati all’agricoltura, si fa riferimento al CAPO II - Il Territorio extra Urbano riservato alla agricoltura, articolo “Articolo 5.10. - (Ambiti destinati alla produzione agricola)”, al punto "5.10.2. - - Edifici non più adibiti alla conduzione del fondo.

Obiettivi: la conservazione delle emergenze di valore storico architettonico; la salvaguardia delle caratteristiche morfologiche e tipologiche del nucleo di antica formazione; la conservazione e riqualificazione degli spazi non interessati da edificazione, evitando nuovo consumo di suolo in questi ambiti; il recupero a fini abitativi del patrimonio edilizio non utilizzato. il mantenimento della quantità complessiva di spazi di verde privato e salvaguardia del patrimonio dendrologi- co; il miglioramento delle prestazioni energetiche degli edifici ed il ricorso alle energie rinnovabili è auspicabile solo se, a giudizio della Commissione per il Paesaggio, non ha carattere invasivo sul contesto e neppure altera la peculiarità degli edifici.

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Il recupero degli edifici abbandonati o sotto utilizzati del nucleo di antica formazione, anche mediante acquisi- zione pubblica delle parti più frazionate con gli strumenti della compensazione e/o della premialità è obiettivo prioritario. La disponibilità graduale da parte del Comune di una parte dei comparti sottoutilizzati ha lo scopo di accedere ai finanziamenti pubblici. soprattutto europei, e privati, quindi attivare interventi unitari mediante Piani di Re- cupero. Importante anche il coinvolgimento dei progettisti nella attenta modulazione degli interventi in relazione alle caratteristiche di ogni singolo edificio.

La destinazione principale è la residenza (DRES)

 Destinazione non ammessa  Destinazione ammessa nei limiti di zona

 SIGLA DESTINAZIONE  SIGLA DESTINAZIONE  DRES Residenziale  DRIC.2 Rifugi e bivacchi fissi  DDIR.1 1 Uffici < 150 mq SLP  DCAMP Strutture Ricettive all’aria aperta  DDIR.2 Terziario direzionale  DCOM-SVC Negozio vicinato (150 mq)  DDIR.3 Terziario direzionale  DCOM-SMSA Media distribuzione (500 mq)  DPRO.1 Produttiva  DCOM-SMSB Media distribuzione (800 mq)  DPRO.2 Strutture Annonarie e depositi  DCOM-SGV Grande distribuzione  DPRO.3 Artigianale di servizio  DCOM-SCC Centri Commerciali  DSPE.1 Pubblici esercizi  DING Distribuzione all’ingrosso  DSPE.2 Pubblici esercizi spettacolo  DCAR Distributori carburante  DALB Aziende alberghiere  DAGR.1 Agricola ordinaria  DRIC.1 Strutture Ricettive non alberghiere  DAGR.2 Agricola zootecnica

Per le sigle usate, cfr. articolo J delle Norma Tecniche di Base (Allegato A - R.N.02) L’artigianato di servizio è ammesso subordinatamente all'ottenimento delle autorizzazioni di legge.

All’interno dei tessuti storici non sono ammesse nuove: • medie e grandi strutture di vendita (non previste in nessun ambito del territorio comunale); • officine meccaniche, • attività di lavaggio veicoli, • impianti di distribuzione di carburante; • strutture produttive artigianali, industriali o agricole.

Modalità d’intervento La disciplina di intervento negli ambiti di antica formazione è dettagliata nelle specifiche disposizioni contenute nelle “Modalità d’intervento negli ambiti di antica formazione e negli edifici e nuclei rurali sparsi”, parte inte- grante del Paino delle Regole. Le modalità d’intervento sono le seguenti: Titolo abilitativo semplice Sono ammessi gli interventi di manutenzione ordinaria, straordinaria, restauro e risanamento conservativo che non comportino aumento della SLP o alterazione delle caratteristiche architettoniche e ambientali, modifiche del sedime e della sagoma degli edifici esistenti, anche nel caso di recupero a fini residenziali di edifici adibiti in pre- cedenza ad altro uso.

Permesso di costruire convenzionato. Non sono preventivamente individuati dal Piano delle Regole, lasciando ampia facoltà all’Amministrazione ed ai proprietari di concordare i perimetri in cui si formulano proposte di planivolumetrici perequativi concordate tra proprietari e comune oppure di diretta iniziativa comunale. Gli interventi di ristrutturazione edilizia, che non devono comportare modifiche del sedime o della sagoma del fabbricato, sono consentiti solo se estesi almeno ad un singolo edificio, individuato non in relazione alla proprie- tà, ma anche in base alla unitarietà tipologica ed architetta

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Piani di Recupero Non sono preventivamente individuati dal Piano delle Regole, lasciando ampia facoltà all’Amministrazione ed ai proprietari di concordare i perimetri in cui si formulano proposte di: 1. ristrutturazione edilizia e di ristrutturazione urbanistica comportanti modifiche del sedime, della sagoma del fabbricato o di nuova edificazione. In questo caso il piano attuativo dovrà essere esteso almeno ad un singolo isolato o sua parte oppure essere limitato anche ad un singolo edificio, come tale individuato per tipologia ed architettura a seguito di deliberazione dell’organo comunale competente per l’adozione del piano medesimo. L’ambito minimo d’intervento dovrà comunque evitare interventi frammentati e non raccordati tipologicamente e morfologicamente con il contesto 2. in caso di integrale demolizione, la successiva ricostruzione è subordinata a Piano di Recupero con SLP pari all'esistente al momento della demolizione, individuata sulla base del catasto storico o altro documento probato- rio analogo, con esclusione delle superfetazioni aggiunte ai corpi originari. L’individuazione dell’edificabilità esi- stente dovrà costituire elaborato obbligatorio del piano attuativo; parte della stessa potrà essere utilizzata a fini perequativi o compensativi

Indici Ristrutturazioni e ricostruzioni: Nel caso di ristrutturazione è possibile conservare la SLP preesistente, anche se superiore a quella determinata all'indice UF, purché entro la sagoma preesistente, con limitati adattamenti necessari per la funzionalità dell'edi- ficio o il suo migliore inserimento urbano.

Altezze Ristrutturazioni, demolizioni e ricostruzioni: Per gli immobili per i quali sono consentiti anche interventi di demolizione e ricostruzione, è possibile mantenere le altezze della linea di colmo e della linea di gronda preesistenti anche se superiori a quelle degli edifici adiacenti, salvo nel caso di superfetazioni anomale o di prescrizioni particolari previste nelle tavole N.01 “Criteri di Interven- to nei Nuclei di Antica Formazione”

Distanze Ristrutturazioni e ricostruzioni: In caso di ristrutturazione è consentito, di norma, mantenere le distanze preesistenti, incluso il mantenimento della edificazione in aderenza al fine di mantenere le caratteristiche preesistenti del tessuto urbano e dei fronti degli edifici.

Norme Particolari Il Concessionario dovrà provvedere a: - presentare a propria cura e spese rilievo geometrico e materico dell'edificio regolarmente assentito a firma di un tecnico abilitato comprovante le caratteristiche architettoniche dell'edificio originario; i dati relativi alla consistenza edilizia esistente dovranno essere altresì suffragati da atto autorizzativo originario ovvero docu- mentazione catastale storica ventennale o da altro atto probatorio analogo; - far sì che l'intervento edilizio di ricostruzione sia finalizzato alla realizzazione di un manufatto avente le mede- sime caratteristiche dell'edificio originario per quanto attiene alla consistenza edificata in termini di SLP., su- perficie coperta e tipologia edilizia. (Cfr. anche le tavole RNS.02 "Criteri d’intervento all’interno dei nuclei di antica formazione" del Piano delle Rego- le.

ARTICOLO 5.6. - (IL TESSUTO URBANO DI RECENTE FORMAZIONE) Ai fini della densificazione di alcune aree già consolidate, le Norme del Piano delle Regole prevedono incrementi di edificabilità per scaglioni di SLP commisurati all'entità del fabbricato. Gli aumenti in termini di Superficie Lorda di Pavimento (SLP) vengono acquisiti con le modalità previste dal pre- sente Documento (es.: "comportamenti virtuosi" o l'acquisizione di diritti di edificabilità (es. compensazioni per cessione aree per pubblici servizi).

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A tale scopo viene predisposto, mediante apposita delibera della Giunta Comunale, il registro delle cessioni dei diritti edificatori, aggiornato e reso pubblico (Cfr. art. 11, comma 4 - LR12/200512).

5.6.1. - CRITERI GENERALI DI INCREMENTO PER SCAGLIONI DELLA SLP ESISTENTE Premesso che obiettivo prioritario del Documento di Piano è di ridurre il consumo di suolo e nel contempo di facilitare la sistemazione del patrimonio edilizio esistente, considerata anche l'eterogeneità delle costruzioni pre- senti nel tessuto urbano consolidato, in alcuni ambiti è consentito sugli edifici con destinazione residenziale (o compatibile con la funzione residenziale, es. direzionale, commerciale, ricettiva), sono consentiti interventi in ampliamento per “scaglioni di SLP” a condizione che l'immobile: • “purché già esistente alla data di adozione del PGT, previo accatastamento, non abbia in corso procedure riconducibili ad abusi edilizi"; • si trovi in regolare posizione amministrativa; • non abbia già usufruito di interventi "una Tantum"; • "Gli immobili o le porzioni di immobile autorizzati in passato in forza di condoni edilizi non potranno uusufruire di nuovi ampliamenti." a condizione che dalla superficie totale di incremento sia detratta la superficie ottenuta mediante la sanatoria o il bonus una-tantum” • non sia uno degli edifici di particolare valore monumentale, tipologico (es. Liberty) oppure a caratteristica matrice rurale individuati sulle tavole R.03 "Carta condivisa del paesaggio" . Le parti in ampliamento, che siano in sopralzo o che siano in aumento della superficie coperta, devono essere considerati "nuova costruzione" a tutti gli effetti, per cui devono comunque rispettare parametri e distanze oltre che, ovviamente, eventuali servitù e/o diritti di terzi. L'ampliamento per scaglioni è consentito per una sola volta in base alle percentuali determinate dalla seguente Tabella “Ampliamenti per scaglioni”:

SCAGLIONI DI SLP ( mq) PERCENTUALI D’AUMENTO MAX Fino a 100 m2 40 % Sul di più da 100 a 300 m2 16 % Sul di più da 300 a 600 m2 8 % Sul di più da 600 a 800 m2 4% Sul di più da 800 a 1150 m2 2 % oltre 1150 m2 nessun incremento ammesso Tabella 4 –“Ampliamenti ammissibili per gli edifici a destinazione residenziale o ricettiva nel TUC”

Chiarimenti : il fatto che si possa usufruire per una sola volta dell’incremento “per scaglioni” non significa che non si possa ricorrere ad altre fattispecie, purché si rimanga sempre nell’ambito degli indici massimi ammissibili; questi ultimi non si possano travalicare per ragioni di tutela paesaggistico ambientale, in considerazione delle caratteristiche del territorio, come più volte rimarcato dagli elaborati del di VAS e PGT. I criteri d'ampliamento della SLP per scaglioni di cui sopra non sono applicabili agli edifici che si trovano all'ester- no del tessuto urbano consolidato, ambiti per i quali non è applicabile la "commercializzazione" di SLP e l'utilizzo dell'indice di pertinenza Gli incrementi di cui alla tabella sopra riportata non sono applicabili all'interno dei nuclei di antica formazione, oltre che all'esterno del tessuto urbano consolidato. Non sono computabili inoltre, ai fini del calcolo incrementale, gli ambienti che allo stato di fatto non abbiano requisiti di agibilità o abitabilità, oppure che siano interrati (cantine, autorimesse, tavernette ecc.) o che non ab- biano destinazione residenziale, ricettiva, direzionale o commerciale. Infatti, se l’edificio su cui si prevede di intervenire con ampliamenti non ha già una destinazione che consenta permanenza di persone (es, stalla, fienile, magazzino ecc.) contestualmente all’ampliamento deve essere autoriz- zato anche il cambio della destinazione d’suo, naturalmente se compatibile con le norme di legge vigenti (ASL, ARPA, Soprintendenze, Parco, Regione, Geologo, ecc.) e con le disposizioni del presente PGT.

12 I diritti edificatori attribuiti a titolo di premialità e/o di compensazione sono commerciabili. I comuni istituisco- no il registro delle cessioni dei diritti edificatori, aggiornato e reso pubblico secondo modalità stabilite dagli stessi comuni (cfr. comma 4 dell’art. 11 LR 12/05) ______

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Gli interventi sugli edifici esistenti possono essere effettuati solo per adeguarli alle presenti norme, per cui non possono essere mantenute destinazioni d'uso in contrasto con l'ambito di intervento. Il computo per scaglioni di SLP, ovviamente, non può essere riferito a singole unità immobiliari, ma interessare un intero corpo di fabbrica (caso dell'edificio isolato), o una unità architettonica (caso della cortina stradale), inoltre le opere di ampliamento e/o sopralzo di edifici esistenti si dovranno configurare come interventi unitari ed essere eseguiti con materiali e finiture coordinate con il contesto ambientale. Le norme di tutela degli edifici di valore sono sempre prevalenti sulle eventuali possibilità di alterazione degli stessi con incrementi in Superficie Lorda di Pavimento (SLP) o con aggiunta di superfetazioni non congruenti con le caratteristiche architettoniche e/o tipologiche della costruzione originale. Nel caso in cui il lotto sia già edificato con Uf inferiore a Ufp si ha facoltà di calcolare la SLP finale in due modi: o considerando il lotto inedificato, ossia SLP = Sf x Uf = Sf x (Ufp + incrementi e premialità) o considerando gli incrementi della SLP ammessi per il manufatto esistente. Entrambe le modalità di calcolo devono dimostrare che Uf < Ufmax. Si provvede a specificare la normativa

5.6.2. - RES_1 – “TESSUTI RESIDENZIALI DI MEDIA DENSITÀ”)

Le finalità perseguite per l’ambito in oggetto sono: • il miglioramento dell’effetto città favorendo il compattamento dell’edificato, l’insediamento delle attività commerciali di vicinato e dei pubblici esercizi, • la realizzazione di marciapiedi continui lungo le strade principali, la continuità dei percorsi pedonali e la loro interconnessione con quelli degli ambiti di più antica formazione, e con le aree per i servizi; • la valorizzazione delle strade e degli spazi pubblici; • il miglioramento delle prestazioni energetiche degli edifici anche mediante il ricorso alle energie rinnovabili.

La destinazione principale è la residenza (DRES)

 Destinazione non ammessa  Destinazione ammessa nei limiti di zona

 SIGLA DESTINAZIONE  SIGLA DESTINAZIONE  DRES Residenziale  DRIC.2 Rifugi e bivacchi fissi  DDIR.1 1 Uffici < 150 mq SLP  DCAMP Strutture Ricettive all’aria aperta  DDIR.2 Terziario direzionale  DCOM-SVC Negozio vicinato (150 mq)  DDIR.3 Terziario direzionale  DCOM-SMSA Media distribuzione (500 mq)  DPRO.1 Produttiva  DCOM-SMSB Media distribuzione (800 mq)  DPRO.2 Strutture Annonarie e depositi  DCOM-SGV Grande distribuzione  DPRO.3 Artigianale di servizio  DCOM-SCC Centri Commerciali  DSPE.1 Pubblici esercizi  DING Distribuzione all’ingrosso  DSPE.2 Pubblici esercizi spettacolo  DCAR Distributori carburante  DALB Aziende alberghiere  DAGR.1 Agricola ordinaria  DRIC.1 Strutture Ricettive non alberghiere  DAGR.2 Agricola zootecnica

Per le sigle usate, cfr. articolo J delle Norma Tecniche di Base (Allegato A - R.N.02) L’artigianato di servizio è ammesso subordinatamente all'ottenimento delle autorizzazioni di legge.

Tutti gli interventi con titolo abilitativo semplice. Per gli edifici esistenti: • recupero edilizio, come definitodalla LR 12/2005; • demolizione-ricostruzione, nei limiti della consistenza edilizia già esistente; • ampliamento, purché nei limiti stabiliti dalla Tabella 4 –“Ampliamenti ammissibili per gli MODALITA’ DI edifici a destinazione residenziale o ricettiva nel TUC” INTERVENTO a pag. 53. Inoltre: • in caso di intervento di recupero con demolizione e ricostruzione sullo stesso sedime, ov- viamente le distanze da confini, da strade e tra edifici non possono essere inferiori a quelle preesistenti; • interventi di demolizione e ricostruzione su diverso sedime (limitatamente alla parti su di-

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verso sedime) devesempre essere rispettata le distanze e le altezze di seguito riportate. Indice di pertinenza: UFp ...... 0,50 m2/m2 Indice massimo d’ambito: UF ...... esistente + incremento Tabella 1, se ammissibile INDICI Rapporto minimo drenante: SD ...... 0,30 SF Superficie minima a verde: SV ...... 0,25 SF

In caso di demolizione e ricostruzione su diverso sedime: ALTEZZE. HE ...... 11,00 m HF ...... 9,00 m

In caso di demolizione e ricostruzione su diverso sedime: DS ...... 5,0 m salvo maggiori distanze determinate dalla categoria della strada DISTANZE: DC ...... 5,0 m DE ...... 10,0 m Sono ammesse costruzioni in aderenza tra edifici contigui solo con presentazione di progetti unitari sottoscritti dalle parti.

L’eventuale ricostruzione è, comunque, vincolata alla salvaguardia del patrimonio arboreo esistente qualora di pregio ambientale, oppure quando messo a dimora da più di venti- NORME PARTICOLARI: cinque anni. Le autorimesse interrate non devono alterare l’andamento naturale del terreno ed essere ricoperte con almeno 50 cm di terra.

NUOVE COSTRUZIONI SU LOTTI LIBERI

MODALITA’ DI Anche per le nuove costruzioni l'intervento è sempre e comunque subordinato alla dimo- INTERVENTO strazione che la superficie fondiaria non sia già asservita ad altre costruzioni. Indice di pertinenza: UFp ...... 0,50 m2/m2 Indice massimo d’ambito: UFmax ...... 0,65 m2/m2 Rapporto massimo di copertura: INDICI RC ...... ≤ 0,25 SF Rapporto minimo drenante: SD ......  0,30 SF Superficie minima a verde: SV ......  0,30 SF

Nuove costruzioni: ALTEZZE. HE ...... 11,00 m HF ...... 9,00 m

Nuove costruzioni: DS ...... 5,0 m salvo maggiori distanze determinate dalla categoria della strada DISTANZE: DC ...... 5,0 m DE ...... 10,0 m Sono ammesse costruzioni in aderenza tra edifici contigui solo con presentazione di progetti unitari sottoscritti dalle parti. VINCOLI E FATTIBILITA’ Si rammenta che alcune aree sono assoggettate a vincoli che possono limitare l’edificablità ______

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GEOLOGICA dei lotti a prescindere dalla destinazione urbanistica, come nel caso dei vincoli connessi con l’assetto idrogeologico del territorio. (Cfr. R.01 "Carta dei vincoli" ) PRESCRIZIONI Le autorimesse interrate non devono alterare l’andamento naturale del terreno ed essere SPECIFICHE ricoperte con almeno 50 cm di terra.

5.6.3. - RES_2 - TESSUTI IN FASE DI CONSOLIDAMENTO

Le finalità perseguite per l’ambito in oggetto sono: • la salvaguardia e la valorizzazione delle particolari qualità ambientali rimaste; • la realizzazione di marciapiedi ove ancora mancanti, quindi la continuità dei percorsi pedonali e la loro inter- connessione le aree pedonali del centro di antica formazione e con i servizi del centro; • la valorizzazione delle strade e degli spazi pubblici. • il potenziamento delle attività di servizio alle funzioni residenziali ed economiche. • il mantenimento di un equilibrio di attività e funzioni tra loro compatibili e complementari; • il miglioramento delle prestazioni energetiche degli edifici anche mediante il ricorso alle energie rinnovabili. • l’utilizzo della bioedilizia e di materiali da costruzione a basso impatto ambientale

La destinazione principale è la residenza (DRES)  Destinazione non ammessa  Destinazione ammessa nei limiti di zona

 SIGLA DESTINAZIONE  SIGLA DESTINAZIONE  DRES Residenziale  DRIC.2 Rifugi e bivacchi fissi  DDIR.1 1 Uffici < 150 mq SLP  DCAMP Strutture Ricettive all’aria aperta  DDIR.2 Terziario direzionale  DCOM-SVC Negozio vicinato (150 mq)  DDIR.3 Terziario direzionale  DCOM-SMSA Media distribuzione (500 mq)  DPRO.1 Produttiva  DCOM-SMSB Media distribuzione (800 mq)  DPRO.2 Strutture Annonarie e depositi  DCOM-SGV Grande distribuzione  DPRO.3 Artigianale di servizio  DCOM-SCC Centri Commerciali  DSPE.1 Pubblici esercizi  DING Distribuzione all’ingrosso  DSPE.2 Pubblici esercizi spettacolo  DCAR Distributori carburante  DALB Aziende alberghiere  DAGR.1 Agricola ordinaria  DRIC.1 Strutture Ricettive non alberghiere  DAGR.2 Agricola zootecnica

Per le sigle usate, cfr. articolo J delle Norme Tecniche di Base (Allegato A - R.N.02)

EDIFICI ESISTENTI

Tutti gli interventi con titolo abilitativo semplice.

Per gli edifici esistenti: • recupero edilizio, come definito dalla LR 12/2005; • demolizione-ricostruzione, nei limiti della consistenza edilizia già esistente; MODALITA’ DI • ampliamento, purché nei limiti stabiliti dalla Tabella 4 –“Ampliamenti ammissibili per gli INTERVENTO edifici a destinazione residenziale o ricettiva nel TUC” a pag. 53. Inoltre: • in caso di intervento di recupero con demolizione e ricostruzione sullo stesso sedime, ov- viamente le distanze da confini, da strade e tra edifici non possono essere inferiori a quelle preesistenti; • interventi di demolizione e ricostruzione su diverso sedime (limitatamente alla parti su di- verso sedime) deve sempre essere rispettata le distanze e le altezze di seguito riportate. Indice di pertinenza:

INDICI UFp ...... 0,38 m2/m2

Indice massimo d’ambito:

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UF ...... esistente + incrementi Tabella 1, se ammissibili Superficie minima a verde: SV ......  0,30 SF Rapporto minimo drenante: SD ......  0,30 SF

In caso di demolizione e ricostruzione su diverso sedime: ALTEZZE. HE ...... 10,00 m HF ...... 9,00 m

In caso di demolizione e ricostruzione su diverso sedime: DS ...... 5,0 m salvo maggiori distanze determinate dalla categoria della strada DISTANZE: DC ...... 5,0 m DE ...... 10,0 m Sono ammesse costruzioni in aderenza tra edifici contigui solo con presentazione di progetti unitari sottoscritti dalle parti. L’eventuale ricostruzione è, comunque, vincolata alla salvaguardia del patrimonio arboreo esistente qualora di pregio ambientale, oppure quando messo a dimora da più di venti- PESCRIZIONI cinque anni. PARTICOLARI Le autorimesse interrate non devono alterare l’andamento naturale del terreno ed essere ricoperte con almeno 50 cm di terra.

NUOVE COSTRUZIONI SU LOTTI LIBERI

MODALITA’ DI Anche per le nuove costruzioni l'intervento è sempre e comunque subordinato alla di- INTERVENTO mostrazione che la superficie fondiaria non sia già asservita ad altre costruzioni. Indice di pertinenza: UFp ...... 0,38 m2/m2

Indice massimo d’ambito: UFmax ...... 0,50 m2/m2 INDICI Rapporto minimo drenante: SD ......  0,35 SF Superficie minima a verde: SV ......  0,35 SF

Nuove costruzioni: ALTEZZE. HE ...... 10,00 m HF ...... 9,00 m

Nuove costruzioni: DS ...... 5,0 m salvo maggiori distanze determinate dalla categoria della strada DISTANZE: DC ...... 5,0 m DE ...... 10,0 m Sono ammesse costruzioni in aderenza tra edifici contigui solo con presentazione di progetti unitari sottoscritti dalle parti. Si rammenta che alcune aree sono assoggettate a vincoli che possono limitare l’edificablità VINCOLI E FATTIBILITA’ dei lotti a prescindere dalla destinazione urbanistica, come nel caso dei vincoli connessi GEOLOGICA con l’assetto idrogeologico del territorio. (Cfr. R.01 "Carta dei vincoli" ) PRESCRIZIONI Le autorimesse interrate non devono alterare l’andamento naturale del terreno ed essere SPECIFICHE ricoperte con almeno 50 cm di terra.

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Cod. UJDU - VLF_PDR_RN01_NtA.docm - CAPO I - Il Tessuto urbano consolidato COMUNE DI VALFURVA - PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO - NtA del Piano delle Regole PAGINA 58 DI 134

5.6.4. - RES_3 - TESSUTI IN FASE DI COMPLETAMENTO

Le finalità perseguite per l’ambito in oggetto sono: • la salvaguardia e la valorizzazione delle particolari qualità ambientali; • il mantenimento della quantità complessiva di spazi di verde privato e salvaguardia del patrimonio dendrolo- gico; • la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente, consentendo interventi di recupero e riqualificazione, di adeguamento e ampliamento; • la realizzazione di marciapiedi ove ancora mancanti, quindi la continuità dei percorsi pedonali e la loro inter- connessione le aree pedonali del centro di antica formazione e con i servizi del centro; • la valorizzazione delle strade e degli spazi pubblici. • il miglioramento delle prestazioni energetiche degli edifici anche mediante il ricorso alle energie rinnovabili. • l’utilizzo della bioedilizia e di materiali da costruzione a basso impatto ambientale

La destinazione principale è la residenza (DRES)  Destinazione non ammessa  Destinazione ammessa nei limiti di zona

 SIGLA DESTINAZIONE  SIGLA DESTINAZIONE  DRES Residenziale  DRIC.2 Rifugi e bivacchi fissi  DDIR.1 1 Uffici < 150 mq SLP  DCAMP Strutture Ricettive all’aria aperta  DDIR.2 Terziario direzionale  DCOM-SVC Negozio vicinato (150 mq)  DDIR.3 Terziario direzionale  DCOM-SMSA Media distribuzione (500 mq)  DPRO.1 Produttiva  DCOM-SMSB Media distribuzione (800 mq)  DPRO.2 Strutture Annonarie e depositi  DCOM-SGV Grande distribuzione  DPRO.3 Artigianale di servizio  DCOM-SCC Centri Commerciali  DSPE.1 Pubblici esercizi  DING Distribuzione all’ingrosso  DSPE.2 Pubblici esercizi spettacolo  DCAR Distributori carburante  DALB Aziende alberghiere  DAGR.1 Agricola ordinaria  DRIC.1 Strutture Ricettive non alberghiere  DAGR.2 Agricola zootecnica

Per le sigle usate, cfr. articolo J delle Norme Tecniche di Base (Allegato A - R.N.02)

EDIFICI ESISTENTI

Tutti gli interventi con titolo abilitativo semplice.

Per gli edifici esistenti: • recupero edilizio, come definitodalla LR 12/2005; • demolizione-ricostruzione, nei limiti della consistenza edilizia già esistente; MODALITA’ DI • ampliamento, purché nei limiti stabiliti dalla Tabella 4 –“Ampliamenti ammissibili per gli INTERVENTO edifici a destinazione residenziale o ricettiva nel TUC” a pag. 53. Inoltre: • in caso di intervento di recupero con demolizione e ricostruzione sullo stesso sedime, ov- viamente le distanze da confini, da strade e tra edifici non possono essere inferiori a quelle preesistenti; • interventi di demolizione e ricostruzione su diverso sedime (limitatamente alla parti su di- verso sedime) devesempre essere rispettata le distanze e le altezze di seguito riportate. Indice di pertinenza: UFp ...... = 0,30 m2/m2 INDICI Indice massimo d’ambito: UF ...... esistente + incrementi Tabella 1, se ammissibili Rapporto minimo drenante:

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SD ......  0,30 SF

In caso di demolizione e ricostruzione su diverso sedime: ALTEZZE HE ...... 9,00 m HF ...... 7,00 m

In caso di demolizione e ricostruzione su diverso sedime: DS ...... 5,0 m salvo maggiori distanze determinate dalla categoria della strada DISTANZE DC ...... 5,0 m DE ...... 10,0 m Sono ammesse costruzioni in aderenza tra edifici contigui solo con presentazione di progetti unitari sottoscritti dalle parti. L’eventuale ricostruzione è, comunque, vincolata alla salvaguardia del patrimonio arboreo esistente qualora di pregio ambientale, oppure quando messo a dimora da più di venti- PRESCRIZIONI cinque anni. PARTICOLARI Le autorimesse interrate non devono alterare l’andamento naturale del terreno ed essere ricoperte con almeno 50 cm di terra.

NUOVE COSTRUZIONI SU LOTTI LIBERI

MODALITA’ DI Anche per le nuove costruzioni l'intervento è sempre e comunque subordinato alla dimo- INTERVENTO strazione che la superficie fondiaria non sia già asservita ad altre costruzioni. Indice di pertinenza: UFp ...... 0,28 m2/m2 Indice massimo d’ambito: UFmax ...... 0,37 m2/m2 INDICI Rapporto minimo drenante: SD ......  0,30 SF Superficie minima a verde: SV ......  0,50 SF

Nuove costruzioni: ALTEZZE. HE ...... 10,00 m HF ...... 7,00 m

Nuove costruzioni: DS ...... 5,0 m salvo maggiori distanze determinate dalla categoria della strada DISTANZE: DC ...... 5,0 m DE ...... 10,0 m Sono ammesse costruzioni in aderenza tra edifici contigui solo con presentazione di progetti unitari sottoscritti dalle parti.

Si rammenta che alcune aree sono assoggettate a vincoli che possono limitare l’edificablità VINCOLI E FATTIBILITA’ dei lotti a prescindere dalla destinazione urbanistica, come nel caso dei vincoli connessi GEOLOGICA con l’assetto idrogeologico del territorio. (Cfr. R.01 "Carta dei vincoli" ) PRESCRIZIONI Le autorimesse interrate non devono alterare l’andamento naturale del terreno ed essere SPECIFICHE ricoperte con almeno 50 cm di terra.

5.6.5. - RES_E – AREE RESIDENZIALI INTEGRATE NEL VERDE PRIVATO

Le finalità perseguite per l’ambito in oggetto sono: • conservazione del verde esistente ______

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• valorizzazione delle funzioni residenziali, se esistenti, in tali aree.

La destinazione principale è la residenza (DRES)

 Destinazione non ammessa  Destinazione ammessa nei limiti di zona

 SIGLA DESTINAZIONE  SIGLA DESTINAZIONE  DRES Residenziale  DRIC.2 Rifugi e bivacchi fissi  DDIR.1 1 Uffici < 150 mq SLP  DCAMP Strutture Ricettive all’aria aperta  DDIR.2 Terziario direzionale  DCOM-SVC Negozio vicinato (150 mq)  DDIR.3 Terziario direzionale  DCOM-SMSA Media distribuzione (500 mq)  DPRO.1 Produttiva  DCOM-SMSB Media distribuzione (800 mq)  DPRO.2 Strutture Annonarie e depositi  DCOM-SGV Grande distribuzione  DPRO.3 Artigianale di servizio  DCOM-SCC Centri Commerciali  DSPE.1 Pubblici esercizi  DING Distribuzione all’ingrosso  DSPE.2 Pubblici esercizi spettacolo  DCAR Distributori carburante  DALB Aziende alberghiere  DAGR.1 Agricola ordinaria  DRIC.1 Strutture Ricettive non alberghiere  DAGR.2 Agricola zootecnica

Per le sigle usate, cfr. articolo J delle Norma Tecniche di Base (Allegato A - R.N.02) L’artigianato di servizio è ammesso subordinatamente all'ottenimento delle autorizzazioni di legge.

Gli interventi consentiti sono finalizzati alla salvaguardia del carattere edilizio e ambientale degli insediamenti esistenti, nonché al completamento delle opere di urbanizzazione prima- ria. Per gli edifici già esistenti all’interno di queste aree, nel caso in cui non avessero già usufrui- to di ampliamenti “una tantum” è consentito l’incremento, come premialità gratuita per il mantenimento del verde, del 10% sia della SLP esistente, sia delle altezze esistenti, anche MODALITA’ DI mediante demolizione e ricostruzione (salvo, in quest’ultimo caso, che l’edificio non sia già INTERVENTO sottoposto a disposizioni specifiche per gli immobili di rilevanza particolare). Gli interventi di ampliamento sono comunque subordinati a permesso di costruire conven- zionato: l’Amministrazione comunale è chiamata a valutare l’inserimento paesistico e il soddisfacimento delle dotazioni urbanizzative primarie. Non sono ammesse nuove costruzioni, per cui l’edificabilità in esubero può essere commercializ- zata con le modalità e nelle forme previste dal Documento di Piano. Rapporto massimo di copertura: RC ...... ≤ 0,25 SF INDICI Rapporto minimo drenante: SD ......  0,40 SF Superficie minima a verde: esistente In caso di demolizione e ricostruzione su diverso sedime: DS ...... 5,0 m salvo maggiori distanze determinate dalla categoria della strada DISTANZE: DC ...... 5,0 m DE ...... 10,0 m Non sono ammesse costruzioni in aderenza su lotti contigui

Prescrizioni particolari I cambi di destinazione d’uso e gli eventuali incrementi delle SLP comportano il reperimento della dotazione mi- nima di aree per servizi secondo i criteri definiti dal Piano dei Servizi. Il recupero dei sottotetti, qualora ammissibile, consente un incremento inversamente proporzionale all'altezza dell’edificio dal massimo di metri 1,00 fino a 0 nel caso di eccedenza oltre i tre piani fuori terra (12 metri).

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In queste aree si raccomanda l’impegno di mantenere e rispettare il verde esistente; in particolare il patrimonio dendrologico, quando presente, deve essere accudito e reintegrato in caso di caduta o abbattimento possi- bilmente con essenze analoghe. Costituiscono una parte molto apprezzata di questi ambiti anche l’orto e il brolo o le aree semplicemente man- tenute a tappeto erboso, tutti tasselli di un paesaggio che nell’insieme caratterizzano significativamente l’ambiente urbano e peri urbano. in caso di intervento di recupero con demolizione e ricostruzione sullo stesso sedime, è necessario mantenere anche la sagoma dell’edificio, per cui le distanze da confini, da strade e tra edifici non possono essere inferiori a quelle preesistenti; negli interventi di demolizione e ricostruzione su diverso sedime (limitatamente alla parti su diverso sedime) devono sempre essere rispettata le distanze e le altezze.

5.6.6. - V_CONS – PAUSE DI VERDE NEL CONSOLIDATO

Le finalità perseguite per le aree in oggetto sono: Conservare e tutelare questi spazi verdi, non edificati, spesso di modeste dimensioni, ma che nel loro insieme contribuiscono efficacemente ad elevare il pregio paesaggistico dell’intero contesto urbano.

MODALITA’ DI Sono consentite le opere di manutenzione degli edifici esistenti, ma senza cambi di de- INTERVENTO stinazione d'uso ed incrementi di SLP o di altezza.

Nel rispetto del verde è però possibile realizzare costruzioni provvisorie stagionali (chioschi, gazebo ecc.) e at- trezzature ludiche sulla base di un progetto d'insieme dell'area regolarmente approvato dalla Commissione per il Paesaggio.

ARTICOLO 5.7. - RES_PA – AMBITI CONFORMATI A PIANO ATTUATIVO NEL TUC

Le finalità perseguite per l’ambito in oggetto sono di realizzare: • edifici con elevate prestazioni energetiche e utilizzo della bio edilizia a basso impatto ambientale; • favorire la realizzazione della "prima casa" per residenti • costruzioni nei vuoti urbani per evitare spreco di suolo, assicurando al tempo stesso il soddisfacimento inte- grale dei fabbisogni urbanizzativi e di servizi di base indotti dall’intervento ed un contributo al soddisfacimen- to di quelli pregressi in coerenza con quanto previsto nella normativa del Piano dei Servizi. • spazi piantumati e percorsi per la mobilità lenta possibilmente da integrare nel sistema esistente.

La destinazione principale è la residenza (DRES)

 Destinazione non ammessa  Destinazione ammessa nei limiti di zona

 SIGLA DESTINAZIONE  SIGLA DESTINAZIONE  DRES Residenziale  DRIC.2 Rifugi e bivacchi fissi  DDIR.1 1 Uffici < 150 mq SLP  DCAMP Strutture Ricettive all’aria aperta  DDIR.2 Terziario direzionale  DCOM-SVC Negozio vicinato (150 mq)  DDIR.3 Terziario direzionale  DCOM-SMSA Media distribuzione (500 mq)  DPRO.1 Produttiva  DCOM-SMSB Media distribuzione (800 mq)  DPRO.2 Strutture Annonarie e depositi  DCOM-SGV Grande distribuzione  DPRO.3 Artigianale di servizio  DCOM-SCC Centri Commerciali  DSPE.1 Pubblici esercizi  DING Distribuzione all’ingrosso  DSPE.2 Pubblici esercizi spettacolo  DCAR Distributori carburante  DALB Aziende alberghiere  DAGR.1 Agricola ordinaria  DRIC.1 Strutture Ricettive non alberghiere  DAGR.2 Agricola zootecnica

Per le sigle usate, cfr. articolo J delle Norma Tecniche di Base (Allegato A - R.N.02) L’artigianato di servizio è ammesso subordinatamente all'ottenimento delle autorizzazioni di legge.

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Prescrizioni di carattere generale Tutti gli interventi di seguito specificati sono subordinati alla realizzazione di un Piano attuativo. Le schede che seguono specifica- no per ciascuno di essi caratteristiche degli interventi sia sotto il profilo paesaggistico e ambientale, sia per quanto attiene alle specifiche esigenze di servizi di base in relazione al contesto in cui si colloca il comparto.

Parere obbligatorio della Commissione per il Paesaggio L’aderenza criteri proposti in materia di paesaggio sarà puntualmente verificata dalla Commissione per il Paesaggio chiamata ad esprimersi con parere vincolante. Per quanto attiene ai Piani di Lottizzazione, inoltre, l’Amministrazione comunale può valutare l’opportunità di realizzare gli ambiti per comparti differenti, salvo specifica prescrizione contraria. Resta inteso che, in ogni caso, dovranno essere eseguite tutte le urbanizzazioni primarie e cedute le aree per i servizi di base individuati per l’intero ambito, in proporzione alla SLP realizzata o di competenza per ciascun proprietario. Qualora la proposta d’intervento dovesse modificare sostanzialmente destinazioni d’uso e tipologie proposte dalle indicazioni specifiche, il proponente potrà presentare istanza motivata presso l’Amministrazione Comunale e promuovere varianti mediante un Programma Integrato d’Intervento sottoposto a procedura di VAS di cui all’art. 4 della LR12/05.

Meccanismi premiali La capacità edificatoria potrà essere estesa sino al massimo previsto per ciascun ambito anche con il ricorso ai meccanismi pre- miali di cui TITOLO 3. - Equità del Piano e Tabella 1 – “Premialità PL ed interventi diretti nel TUC”.

Recupero ai fini abitativi dei sottotetti esistenti In ragione degli incrementi edificatori previsti dai meccanismi premiali del PGT, all’interno degli ambiti perimetrali come Modalità Attuativa del Tessuto Urbano Consolidato dagli elaborati del Piano delle Regole, anche se in atto, non è ammesso il recupero ai fini abitativi dei sottotetti esistenti ai sensi del comma 1-quater dell’art. 65 della LR 12/05.

Limitazioni alla edificabilità Si sottolinea come tutti gli ambiti ricadano all’interno del perimetro del Parco Nazionale dello Stelvio e siano, pertanto, sottoposti alle specifiche normative sia dell’area protetta (ZPS) sia dei siti “Rete Natura 2000” oltre che del PTR (Testata dell'Alta Valle) e del redigendo Piano Territoriale d’Area (PTRA) che propone ulteriori restrizioni alla edificabilità: La scheda di ciascun ambito specifica nel dettaglio i parametri urbanistici e la capacità edificatoria.

Cessioni I lottizzanti dovranno cedere gratuitamente al Comune, in considerazione delle caratteristiche del terreno, solo il 20% del terreno avente diritto edificatorio, per soddisfare agli obblighi di Legge, per le aree ad uso pubblico.

5.7.1. - MOD.ATT. 1 - LOCALITÀ PLAZZOLA A MADONNA DEI MONTI Ambito all'ingresso della località Plazzola a Madonna dei Monti: oltre agli aspetti di valenza paesaggistica, la principale finalità da perseguire nell'attuazione di questo ambito consiste nella realizzazione del primo tratto di strada d'accesso al plesso scolastico dismesso, al fine di favorirne la riqualificazione.

SUPERFICIE TERRITORIALE 3.338,78 mq Indice di pertinenza: UTp ...... 0,230 m2/m2 Indice Minimo d’intervento: UT min ...... 0,250 m2/m2 INDICI Indice massimo d’ambito: UT max ...... 0,280 m2/m2 Rapporto minimo drenante: SD ......  0,30 SF

In caso di demolizione e ricostruzione su diverso sedime: HE ...... 9,00 m ALTEZZE: HF ...... 7,00 m

DS ...... 5,0 m DISTANZE: ...... salvo maggiori distanze determinate dalla categoria della strada

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DC ...... 5,0 m DE ...... 10,0 m Le deroghe alle distanze sono ammesse solo all’interno del Piano attuativo secondo le di- sposizioni di legge.

Prescrizioni particolari Le autorimesse interrate non devono alterare l’andamento attuale del terreno ed essere ricoperte con almeno 50 cm di terra. Aree per servizi pubblici e di interesse pubblico Cessione dell'area necessaria alla realizzazione della strada d'accesso al plesso scolastico dismesso e di un parcheggio pubblico defilato rispetto allo svincolo. Presenza di ambiti di interesse paesaggistico Testata dell'Alta Valtellina (Piano del Paesaggio Lombardo): plasmare manufatti sull'andamento del terreno e contenere le altezze per renderli poco percepibili da valle. Incidenza sul paesaggio agrario tradizionale e su ambiti boscati Ambito in parte già edificato adiacente ad aree densamente costruite; non aumenta la frammentazione del territorio agricolo e non interferisce con ambiti boscati. Tipologia edilizia preferenziale ed allineamenti Rispettare l'allineamento degli edifici esistenti (cfr. planimetria). Interferenze con il nucleo d’antica formazione, elementi della memoria o ambiti segnalati come a elevato rischio archeologico Non si ravvisa la presenza di elementi della memoria o di interferenze con il nucleo di Madonna dei Monti. Interferenze con la rete ecologica ed il sistema ambientale Nessuna interferenza particolarmente significativa.

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Figura 3: Modalità Attuativa n° 1 - Madonna dei Monti - stralcio scala 1 : 1.000

Problematiche di carattere geologico e idrogeologico: L’area ricade quasi integralmente in classe di geo-rischio 2, per cui non si ravvisano problematiche particolari. Necessità di redigere valutazione previsionale di clima acustico (comma 3 , art. 8 della L. 447/1995): Il lotto non si colloca in prossimità di sorgenti di rumore che possano destare problemi particolari, perciò non è necessario redigere la valutazione previsionale di clima acustico.

5.7.2. - MOD.ATT. 3 - VIA FRODOLFO SANTA CATERINA Ambito in una zona centrale dell'abitato di Santa Caterina in corrispondenza della diramazione tra la strada del Gavia e quella che raggiunge la valle dei Forni. Le principali finalità da perseguire nell'attuazione dell'ambito sono le seguenti:  eliminare il degrado connesso ad edifici fatiscenti, aree pubbliche e private soggette ad incuria e abbandono;  riqualificare l'ambito ripariale del torrente Frodolfo e contestuale realizzazione di un parco urbano che funga da cerniera tra il parcheggio all'ingresso del paese e l'area verde della Fonte.

SUPERFICIE TERRITORIALE 8.860,72 mq

Area di recupero capacità edificatoria esistente (cfr. planim e- tria, mappale 249, 1.082 mq circa): SLP derivante dal recupero dell'edifico sul mappale 249 Area di concentrazione edificatoria (cfr. planimetria, mapp. CAPACITA' 433, 245, 247, 1.058 mq circa): EDIFICATORIA 680 mq SLP di pertinenza 782 mq SLP max raggiungibile con l'applicazione dei meccan i- smi premiali di cui alla tabella 1 dell'art. 2.9 delle presenti norme In caso di demolizione e ricostruzione su diverso sedime: ALTEZZE: HE ...... 12,00 m HF ...... 10,50 m

DS ...... 5,0 m ...... salvo maggiori distanze determinate dalla categoria della strada DISTANZE: DC ...... 5,0 m DE ...... 10,0 m Le deroghe alle distanze sono ammesse solo all’interno del Piano attuativo secondo le disposizioni di legge. Programma Integrato d'Intervento (PII) di cui al Titolo VI, capo I della Lr 12/05". Così facendo, nel rispetto sostanziale delle indicazioni planivolumetriche della scheda d'ambito, sarà possibile far MODALITA’ ATTUATIVA convergere nello strumento attuativo gli accordi in corso di definizione ed il pubblico interesse legato al reperimento di aree per servizi e alla tutela di ambiente e paesaggio.

Prescrizioni particolari E' consentita la realizzazione di posti auto privati in misura non superiore al 50% della St del PL anche al di sotto delle aree ogget- to di cessione. Le autorimesse interrate non devono alterare l’andamento attuale del terreno ed essere ricoperte con almeno 50 cm di terra.

Cessioni: lottizzanti dovranno cedere gratuitamente al Comune la quota parte dei mappali 274, 275, 276 esterna all'area di concentrazione edificatoria. Aree per servizi pubblici e di interesse pubblico Cessione della quota parte in capo ai privati dell'area ove è prevista la realizzazione del Parco Urbano (che avrà superficie com- plessiva di circa 6.720 mq); tale cessione verrà, in parte, compensata dalla permuta dell'attuale sede stradale. Lo studio dell'area verde, ad opera dell'Amministrazione comunale, dovrà contemplare il ripristino della mobilità veicolare in dire- zione della Valle dei Forni, da realizzarsi con le opportune opere di mitigazione del traffico che minimizzino l'impatto di questa necessaria infrastruttura con la fruizione dell'area a verde da parte degli altri utenti (pedoni, ciclisti, fruitori della pista di sci di fondo o del sentiero equestre). Il Parco dovrà essere progettato in modo da valorizzare ed enfatizzare la vista della testata della valle (gruppo Ortles - Cevedale). Presenza di ambiti di interesse paesaggistico

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L’intero territorio di Santa Caterina è ricompreso in ambito vincolato ex-lege 1497/39 (art. 142 del D.Lsg. 42/04). La commissione per il paesaggio sarà, pertanto, chiamata a valutare, anche alla scala urbanistica, la qualità e l’attenzione progettuale al rispetto della salvaguardia delle valenze del delicato contesto alpino. I nuovi fabbricati dovranno dialogare con il parco urbano, a sud, e col versante parzialmente boscato a nord. Incidenza sul paesaggio agrario tradizionale e su ambiti boscati L'ambito non sottrae suolo all'agricoltura di montagna e ad aree boscate; l'intervento dovrà integrarsi con il versante a nord, in parte boscato. Tipologia edilizia preferenziale ed allineamenti I manufatti dovranno disporsi il più aderenti possibile al pendio e nel rispetto degli allineamenti indicati sulla planimetria di corredo alla presente scheda. Privilegiare edifici con notevole sviluppo in altezza (in continuità con quelli limitrofi) ma aventi un fronte limi- tato verso il lungo Frodolfo.

Figura 4: Modalità Attuativa n° 3 - Santa Caterina via Frodolfo - stralcio scala 1 : 2.000

Interferenze con il nucleo d’antica formazione, elementi della memoria o ambiti segnalat i come a elevato rischio archeologico Non si ravvisa la presenza di elementi particolari. Va però evidenziato che alcuni edifici di via Frodolfo, in parte realizzati nella prima metà del XX secolo, contribuiscono alla definizione dell'immagine di Santa Caterina come centro termale; nella progettazio- ne dei manufatti sarà opportuno tenere conto di questa "memoria". Non si segnala nessuna particolare interferenza con ambiti a rischio archeologico. Interferenze con la rete ecologica ed il sistema ambientale

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L’ambito si affaccia sul torrente Frodolfo in un tratto in cui l'alveo necessita di riqualificazione, perché poco consono al contesto di una stazione alpina; prevedere, nella progettazione del parco urbano, il rafforzamento del rapporto con l'alveo del corso d’acqua. L'area ricompresa tra i due lotti di concentrazione edificatoria dovrà essere priva di recinzioni e favorire la mobilità della fauna selvatica verso il versante. Evitare eccessivi movimenti di terra che inneschino fenomeni di instabilità o modifichino il flusso delle acque. Problematiche di carattere geologico e idrogeologico: L’area di concentrazione edificatoria ricade integralmente in classe di geo rischio 3, per cui per la sua attuazione ci si dovrà atte- nere in maniera scrupolosa alle indicazioni della perizia geologica. Necessità di redigere valutazione previsionale di clima acustico: Il lotto non si colloca in prossimità di sorgenti di rumore che possano destare problemi particolare, perciò non è necessario redige- re la valutazione previsionale di clima acustico.

5.7.3. - MOD.ATT. 9 - LOCALITÀ RONCHETTI A UZZA Ambito a monte di Uzza già previsto dal vigente PRG. La principale finalità da perseguire nell'attuazione dell'ambito è quella di reperire le risorse per potenziare la viabilità d'accesso alla località Ronchetti e riqualificare l'area della chiesetta di Uzza.

SUPERFICIE TERRITORIALE 4.175,31 mq Indice di pertinenza: UTp ...... Ufp = 0,230 m2/m2

Indice Minimo d’intervento: UT min ...... Uf = 0,250 m2/m2 INDICI Indice massimo d’ambito: UTmax ...... Uf = 0,280 m2/m2 Rapporto minimo drenante: SD ......  0,30 SF

In caso di demolizione e ricostruzione su diverso sedime: ALTEZZE: HE ...... 9,00 m HF ...... 7,00 m

DS ...... 5,0 m ...... salvo maggiori distanze determinate dalla categoria della strada DISTANZE: DC ...... 5,0 m DE ...... 10,0 m Le deroghe alle distanze sono ammesse solo all’interno del Piano attuativo secondo le disposizioni di legge.

Prescrizioni particolari Le autorimesse interrate non devono alterare l’andamento attuale del terreno ed essere ricoperte con almeno 50 cm di terra. Aree per servizi pubblici e di interesse pubblico Reperimento di risorse per la realizzazione della viabilità d'accesso alla località Ronchetti e per la riqualificazione dell'area della chiesa di Uzza. Realizzazare la strada d'accesso al PL (potenziamento della viabilità esistente) e ricavare due piccoli parcheggi (uno in posizione tale da servire anche il nucleo storico di Uzza. Presenza di ambiti di interesse paesaggistico Testata dell'Alta Valtellina (Piano del Paesaggio Lombardo): i manufatti dovranno essere progettati nel rispetto della architettura tradizionale e del contesto ambientale, con altezza contenuta in modo da non interferire con la percezione della testata di valle dalla Strada Provinciale e dal nucleo storico. Fascia di 150 m dal torrente val d'Uzza (art. 142 C D. Lsg. 42/04): edificare in aderenza con l'andamento del terreno al fine di ridurre l'impatto delle costruzioni rispetto all'ambito ripariale. Possibilità di installazione di impianti solari (termici o fotovoltaici) con l'obbligo di integrazione architettonica nei manufatti. Incidenza sul paesaggio agrario tradizionale e su ambiti boscati Prevedere fascia di connessione al paesaggio agrario sgombra da manufatti, recinzioni, ecc. sul lato nord (cfr. planimetria). Tipologia edilizia preferenziale ed allineamenti ______

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Si raccomanda di inserire i manufatti assecondando l'andamento planialtimetrico del terreno in conformità a quanto previsto per le altezze edifici dall'elaborato DN.02 - Allegato A. Prediligere tipologie di tipo tradizionale. Interferenze con il nucleo d’antica formazione, elementi della memoria o ambiti segnalati come a elevato rischio archeologico Si ribadisce la necessità di ridurre le altezze dei manufatti per renderli poco percepibili dal nucleo storico; la progettazione della strada d'accesso all'ambito andrà eseguita con criteri consoni al contesto.

Figura 5: Modalità Attuativa n° 9 - Località Ronchetti a Uzza - stralcio scala 1 : 1.000

Interferenze con la rete ecologica ed il sistema ambientale Nessuna interferenza particolarmente significativa. Problematiche di carattere geologico e idrogeologico: L’area ricade integralmente quasi integralmente in classe di geo rischio 2, per cui non si ravvisano problematiche particolari. Necessità di redigere valutazione previsionale di clima acustico (comma 3 , art. 8 della L. 447/1995): Il lotto non si colloca in prossimità di sorgenti di rumore che possano destare problemi particolari, perciò non è necessario redigere la valutazione previsionale di clima acustico.

5.7.4. - MOD.ATT. 10 - PII SAN NICOLÒ Ambito a monte di Uzza già previsto dal vigente PRG. La principale finalità da perseguire nell'attuazione dell'ambito è quella di reperire le risorse per potenziare la viabilità d'accesso alla località Ronchetti e riqualificare l'area attorno alla chiesetta di Uzza.

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Cod. UJDU - VLF_PDR_RN01_NtA.docm - CAPO I - Il Tessuto urbano consolidato COMUNE DI VALFURVA - PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO - NtA del Piano delle Regole PAGINA 68 DI 134

SUPERFICIE TERRITORIALE 3.768,86 mq

Figura 6: Modalità Attuativa n° 10 - PII in località San Nicolò - stralcio scala 1 : 1.000

Recupero capacità edificatoria esistente: SLP derivante dal recupero dell'edifico sul mappale 552

CAPACITA' Nuova edificazione ammessa: EDIFICATORIA 432 mq SLP di pertinenza 540 mq SLP max raggiungibile con l'applicazione dei meccan i- smi premiali di cui alla tabella 1 dell'art. 2.9 delle presenti norme HE ...... 10,00 m ALTEZZE: HF ...... 8,50 m

DS ...... 5,0 m

DISTANZE: DC ...... 5,0 m DE ...... 10,0 m

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Prescrizioni particolari Le autorimesse interrate non devono alterare l’andamento attuale del terreno ed essere ricoperte con almeno 50 cm di terra.

Cessioni Cessione dell'area e realizzazione del marciapiede lungo la Strada Provinciale SP29, di un posteggio per almeno 15 posti auto (sup. 480 mq) e di un'area a verde pubblico attrezzato (sup. 425 mq). Aree per servizi pubblici e di interesse pubblico Realizzazione marciapiede lungo la Strada Provinciale SP29, posteggio di almeno 10 posti auto (sup. 235 mq) e area a verde pubblico attrezzato (sup. 425 mq). Presenza di ambiti di interesse paesaggistico Testata dell'Alta Valtellina (Piano del Paesaggio Lombardo): i manufatti dovranno essere progettati in modo da interferire il meno possibile con la percezione della testata di valle dalla Strada Provinciale (ampliare il più possibile area inedificata tra i due blocchi per mantenere scorcio percettivo). Possibilità di installazione di impianti solari (termici o fotovoltaici) con l'obbligo di integrazione architettonica nei manufatti. Incidenza sul paesaggio agrario tradizionale e su ambiti boscati Prevedere fascia di connessione al paesaggio agrario sgombra da manufatti, recinzioni, ecc. sul lato nord (cfr. planimetria). Tipologia edilizia preferenziale ed allineamenti Rispettare gli allineamenti dettati dai manufatti esistenti e privilegiare le tipologie edilizie tradizionali Interferenze con il nucleo d’antica formazione, elementi della memoria o ambiti segnalati come a elevato rischio archeologico Nessuna interferenza particolarmente significativa. Interferenze con la rete ecologica ed il sistema ambientale Nessuna interferenza particolarmente significativa. Problematiche di carattere geologico e idrogeologico: L’area di concentrazione edificatoria ricade integralmente in classe di geo rischio 3, per cui per la sua attuazione ci si dovrà atte- nere in maniera scrupolosa alle indicazioni della perizia geologica. Necessità di redigere valutazione previsionale di clima acustico (comma 3 , art. 8 della L. 447/1995): Il lotto si colloca in prossimità della Strada Provinciale SP29 per il passo del Gavia, perciò è necessario che prima del rilascio del permesso di costruire sia redatta la valutazione previsionale di clima acustico a firma di Tecnico Competente in acustica ambienta- le.

ARTICOLO 5.8. - (AREE A DESTINAZIONE TURISTICO RICETTIVA)

5.8.1. - DISPOSIZIONI SPECIFICHE PER LE AZIENDE ALBERGHIERE Trattandosi di un Comune con antiche tradizioni turistiche, le aziende alberghiere e quelle ricettive in genere sono distribuite in ambiti diversi del territorio comunale in relazione anche alle esigenze del periodo in cui venne- ro realizzate. I profondi mutamenti subiti dal turismo in generale, e da quello alberghiero in particolare, hanno comportato per molte delle strutture esistenti l’esigenza di ristrutturazioni funzionali anche importanti per dotare tutte le camere di servizi, ampliare cucina e ristorante, dotarsi di ambienti per fumatori, piuttosto che di palestre, saune, sale gioco o fitness. Dato che tale tipo di attività non contrasta con le caratteristiche generali degli insediamenti residenziali, costitui- sce, anzi, un importante fattore di integrazione tra locali e turisti, il PGT si propone non solo di salvaguardare le strutture ricettive esistenti nel tessuto urbano, ma anche di incentivare le necessarie trasformazioni. Resta inteso che in caso di eventuale rientro dalla destinazione alberghiera (DALB) o ricettiva che abbia usufruito di premialità connesse con l’esercizio di tale attività, il cambio in residenziale (o altro), comporta che nella con- venzione di cui all’Articolo 2.8. - (Modifica delle destinazioni d’uso) venga restituito al comune (in opere, immobili o monetizzazioni da definire) l’equivalente del valore in premialità o “bonus volumetrici” ottenuti per la realizza- zione della struttura ricettiva che si intende dismettere; tale indennizzo ovviamente non sarà dovuto in caso di subentro di equivalente struttura ricettiva.

5.8.1.1. - PTRA – obiettivo 1.C - Garantire un’offerta di servizi adatta al territorio montano I rifugi e le strutture ricettive, in base all’art. Articolo 5.8. - (Aree a destinazione Turistico Ricettiva) delle presenti Nta del Piano delle Regole ed alle disposizioni del Documento di Piano per gli ATR, godono di premialità ed incen- tivi finalizzati al potenziamento della ricettività sia delle aziende alberghiere, sia di quella diffusa. ______

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I rifugi alpini e le strutture ricettive interessate allo svolgimento di “servizi di interesse pubblico” potranno fruire di ulteriori incentivi da concertare di volta in volta in convenzione in ragione dell’utilità collettiva offerta, specifi- cando il ruolo che di impegnano a svolgere per essere classificare tra i “servizi pubblici e di interesse pubblico o generale” ai sensi della LR 12/2005. Il comune mette inoltre a disposizione nelle frazioni prive di negozi di vicinato di magazzino attrezzato con anche celle frigorifere da mettere a disposizione degli ambulanti per il mercato settimanale.

5.8.1.2. - Incentivi per le strutture ricettive nel tessuto residenziale consolidato. A parte le soluzioni Bed & Breakfast e le attività di "affittacamere", sempre consentite senza cambio di destina- zione d'uso, tutte le strutture delle aziende alberghiere (Cfr. Art. 22 della L.R. 16 luglio 2007 Nº 15) che sono ubi- cate in ambiti "RES" o "TUR" del tessuto urbano consolidato, possono conseguire un ulteriore incremento del 10% della SLP (gratuito) rispetto agli scaglioni di cui alla Tabella 4 –“Ampliamenti ammissibili per gli edifici a de- stinazione residenziale o ricettiva nel TUC” prefissati per ciascun ambito ospitante; per dimostrate esigenze fun- zionali c'è inoltre la possibilità di sopraelevare la struttura di un piano, a condizione che tale sopraelevazione non determini, a parere della Commissione per il Paesaggio, alterazioni importanti dell'aspetto paesaggistico o danni ambientali non compensabili. Tale incremento “una tantum” può essere assegnato, anche a prescindere dalla disponibilità di SF esistente, ma solo nel caso in cui tali strutture non abbiano già usufruito di analoga (o più vantaggiosa) opportunità in prece- denza. Analoghe agevolazioni sono ammesse per tutti gli edifici residenziali che, trovandosi nel tessuto urbano consoli- dato, possono essere autorizzati ad ospitare un'azienda alberghiera. "Incrementi analoghi vengono riconosciuti alle strutture di cui all'art. 33 - Case per ferie e 35 - ostelli per la gioventù della LR 16/07/2007 n. 15, a condizione che venga sottoscritta con il Comune specifica convenzione contenente le condizioni minime di cui ai punti successivi." Per usufruire dei cambi di destinazione d'uso e degli ampliamenti sopra specificati, sia nel caso in cui si tratti di strutture alberghiere già esistenti, sia nel caso di trasformazioni da altra destinazione, è necessario sottoscrivere una convenzione con il comune, nella quale vengano assicurate le seguenti condizioni minime: • garantire la quantità minima di dotazione di parcheggi di pertinenza alla nuova attività ricettiva e la realizza- zione di eventuali servizi pubblici o di interesse pubblico da concordare con l’Amministrazione Comunale; • il titolo abilitativo deve essere obbligatoriamente preceduto da rogito notarile con l'atto di asservimento e mantenimento dell'intero edificio oggetto di intervento (parte originaria più ampliamento) debba mantenere la destinazione alberghiera tradizionale senza che possa essere trasformato in residenza o in analoga struttura (es. residence in multiproprietà o similari) per un periodo minimo di venticinque anni; • qualora la struttura dovesse essere alienata entro il termine di 25 anni, decorrenti dal rilascio dell'agibilità, viene costituito, in favore del Comune di Valfurva, il diritto di prelazione. • una volta ottenuto il titolo abilitativo, l'atto di asservimento dovrà essere trascritto nei Registri Immobiliari a cura del Notaio Rogante ed a spese sempre del richiedente l'intervento; • in conseguenza dell'acceso vincolo di mantenimento della struttura nella sua interezza a destinazione alber- ghiera per gli anni fissati, è fatto espresso assoluto divieto di qualsivoglia frazionamento, trasformazione d'uso e/o di vendita di singole o gruppi di camere della struttura alberghiera, nonché in ogni caso, di un uso delle camere non conforme all'attività alberghiera; • la violazione di una sola delle condizioni, prescrizioni, obbligazioni e divieti come sopra stabiliti della presente delibera determina la perdita di efficacia e/o inesistenza del permesso di costruire, per cui l'edificio resta pri- vo delle prescritte e necessarie autorizzazioni e/o qualsivoglia titolo idoneo al suo mantenimento in essere; • l'Amministrazione Comunale, esclusa tassativamente la possibilità di concedere sanatoria alcuna, potrà di- sporre l'abbattimento della struttura o acquisirne la proprietà al patrimonio disponibile del Comune.

5.8.1.3. - Incentivi per le strutture ricettive all'esterno del tessuto urbano consolidato. Le strutture di pertinenza di aziende alberghiere (DALB) che si trovano all'esterno del tessuto urbano consolidato sono individuate (a norma dell'art. 10 della LR 12/2005) con apposita simbologia e possono usufruire anch'esse di incrementi in termini di SLP, fino ad un massimo del 5% con le modalità di cui alla Tabella 1 – “Premialità PL ed interventi diretti nel TUC” e purché vengano assicurate le "condizioni minime" di cui al punto precedente. Destinazioni d'uso diverse da quella ricettiva non devono comunque superare il 15% della SLP complessiva della struttura alberghiera e soprattutto devono essere collegate ad attività funzionalmente connesse con la destina- zione principale.

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5.8.2. - TUR_1 - AREE A PREVALENTE DESTINAZIONE ALBERGHIERA

Le finalità perseguite per l’ambito in oggetto sono: Contribuire fattivamente ad accrescere il valore della tradizionale ospitalità della valle fornendo servizi di quali- tà e soprattutto incrementando il processo di socializzazione tra residenti e turisti che, assieme, partecipano alle manifestazioni della vita culturale, sociale e sportiva della Valle. la salvaguardia e la valorizzazione delle particolari qualità ambientali; la riqualificazione del patrimonio alberghiero esistente, consentendo interventi di recupero e riqualificazione, di adeguamento e ampliamento; L’incentivazione alla realizzazione di nuove aziende alberghiere (DALB) la realizzazione di marciapiedi ove ancora mancanti, favorendo quindi la continuità dei percorsi pedonali e la lo- ro interconnessione con le aree pedonali del centro di antica formazione e con i servizi ; la valorizzazione delle strade e degli spazi pubblici. il mantenimento di un equilibrio fra attività e funzioni tra loro compatibili e complementari; il miglioramento delle prestazioni energetiche degli edifici anche mediante il ricorso alle energie rinnovabili. l’utilizzo della bioedilizia e di materiali da costruzione a basso impatto ambientale

La destinazione principale è riservata alle aziende alberghiere (DALB)

 Destinazione non ammessa  Destinazione ammessa nei limiti di zona

 SIGLA DESTINAZIONE  SIGLA DESTINAZIONE  DRES (*) Residenziale  DRIC.2 Rifugi e bivacchi fissi  DDIR.1(*) 1 Uffici < 150 mq SLP  DCAMP Strutture Ricettive all’aria aperta  DDIR.2 (*) Terziario direzionale  DCOM-SVC Negozio vicinato (150 mq)  DDIR.3 Terziario direzionale  DCOM-SMSA Media distribuzione (500 mq)  DPRO.1 Produttiva  DCOM-SMSB Media distribuzione (800 mq)  DPRO.2 Strutture Annonarie e depositi  DCOM-SGV Grande distribuzione  DPRO.3 Artigianale di servizio  DCOM-SCC Centri Commerciali  DSPE.1 (*) Pubblici esercizi  DING Distribuzione all’ingrosso  DSPE.2 Pubblici esercizi spettacolo  DCAR Distributori carburante  DALB Aziende alberghiere  DAGR.1 Agricola ordinaria  DRIC.1 Strutture Ricettive non alberghiere  DAGR.2 Agricola zootecnica

Per le sigle usate, cfr. articolo J delle Norma Tecniche di Base (Allegato A - R.N.02) (*) Nota: le destinazioni con il contrassegno sono ammesse esclusivamente per le seguenti fattispecie: - per le NUOVE COSTRUZIONI SU LOTTI LIBERI solo quando indispensabili e funzionali alla conduzione dell’azienda alber- ghiera, come previsto dal piano aziendale; per tali destinazioni è consentito l’utilizzo massimo del 5% della SLP assen- tita per ciascuna destinazione con * (es. abitazione del proprietario dell’azienda alberghiera). - per le strutture ricettive che non abbiano usufruito negli ultimi 25 anni di specifici incrementi della capacità edificatoria, deroghe o agevolazioni di altro genere, allorquando non siano gravati da atto d’impegno al mantenimento della destinazione d’uso; - per gli edifici residenziali già presenti, come specificato al seguente punto “Edifici Esistenti”. Esigenze aziendali che comportassero dimostrate esigenze di destinazioni extra alberghiere maggiori del 5% dovranno essere chiaramente espresse in convenzione e, su richiesta del Comune, eventualmente garantite da fidejussione.

Sono ammessi gli interventi con titolo abilitativo semplice di: • ampliamento con incentivi secondo le modalità previste dal punto 5.8.1. - Disposizioni specifiche per le Aziende alberghiere. MODALITA’ DI Inoltre: INTERVENTO • in caso di intervento di recupero con demolizione e ricostruzione sullo stesso sedime, ov- viamente le distanze da confini, da strade e tra edifici non possono essere inferiori a quelle preesistenti; • negli interventi di demolizione e ricostruzione su diverso sedime (limitatamente alla parti su diverso sedime) deve sempre essere rispettata le distanze e le altezze di seguito riportate: Gli edifici residenziali già presenti in questo ambito possono mantenere tale destinazione, EDIFICI ESISTENTI senza tuttavia usufruire degli incentivi previsti per le strutture a specifica destinazione al- berghiera (DALB).

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Norma specifica per l’"Hotel Residence 3 Signori" della Soc. Prima srl. In conformità al decreto del Commissario ad acta che prevede l’accoglimento parziale della osservazioni sopra elencate, si precisa che: E’ consentito il cambio della destinazione d’uso da albergo a residenza alle seguenti condizioni: 1. La parte di SLP a destinazione residenziale non può superare il 30% di quella riserva- ta alla ricezione alberghiera (il PGT non prevede criteri di calcolo volumetrico, ma si rapporta con la SLP secondo il parametro urbanistico di 3,00 metri come stabilito dalla Regione (150 mc corrispondono a 50 mq di SLP); Hotel residence Tre 2. il cambio d’uso di cui al punto precedente è sottoposto alle disposizioni di cui all’art. Signori 2.8 – (modifica delle destinazioni d’uso) ed in particolare al contributo per la realiz- zazione dei servizi della “città pubblica” oltre che per le compensazioni ambientali previste per legge; 3. la quota residua di finanziamento pubblico eventualmente percepito dalla proprietà per la realizzazione della struttura alberghiera deve essere restituito; 4. il rilascio del titolo abilitativo è subordinato alla sottoscrizione di apposita conven- zione con il comune atta a garantire, mediante fidejussione, gli impegni di cui ai pun- ti precedenti oltre che a definire, sulla scorta dei valori di mercato, il ristoro dovuto al Comune in considerazione vantaggi che vengono a formarsi con l’ammissione del- la destinazione residenziale. In caso di demolizione e ricostruzione su diverso sedime: DS ...... 5,0 m salvo maggiori distanze determinate dalla categoria della strada DISTANZE: DC ...... 5,0 m DE ...... 10,0 m Sono ammesse costruzioni in aderenza tra edifici contigui solo con presentazione di progetti unitari sottoscritti dalle parti. Si rammenta che alcune aree sono assoggettate a vincoli che possono limitare l’edificablità VINCOLI E FATTIBILITA’ dei lotti a prescindere dalla destinazione urbanistica, come nel caso dei vincoli connessi GEOLOGICA: con l’assetto idrogeologico del territorio. (Cfr. R.01 "Carta dei vincoli" ) PESCRIZIONI Le autorimesse interrate non devono alterare l’andamento naturale del terreno ed essere PARTICOLARI: ricoperte con almeno 50 cm di terra. STRUTTURE IN QUOTA Le strutture ricettive in quota usufruiscono della normativa prevista per l’ambito TUR_1

NUOVE COSTRUZIONI SU LOTTI LIBERI (AMMESSI SOLO D.ALB)

Anche per le nuove strutture DALB l'intervento è sempre e comunque subordinato alla di- MODALITA’ DI mostrazione che la superficie fondiaria non sia già stata asservita ad altre costruzioni, co- INTERVENTO me pure le limitazioni di destinazione d’uso riportate nella specifica tabella di cui sopra. Indice di pertinenza: UFp ...... 0,50 m2/m2 Indice massimo d’ambito: UFmax ...... 0,65 m2/m2 Rapporto massimo di copertura: INDICI RC ...... ≤ 0,25 SF Rapporto minimo drenante: SD ......  0,30 SF Superficie minima a verde: SV ......  0,40 SF

Nuove costruzioni: ALTEZZE. HE ...... 11,00 m HF ...... 9,00 m

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Nuove costruzioni: DS ...... 5,0 m salvo maggiori distanze determinate dalla categoria della strada DISTANZE: DC ...... 5,0 m DE ...... 10,0 m Sono ammesse costruzioni in aderenza tra edifici contigui solo con presentazione di progetti unitari sottoscritti dalle parti. Si rammenta che alcune aree sono assoggettate a vincoli che possono limitare VINCOLI E FATTIBILITA’ l’edificabilità dei lotti a prescindere dalla destinazione urbanistica, come nel caso dei vin- GEOLOGICA coli connessi con l’assetto idrogeologico del territorio. (Cfr. R.01 "Carta dei vincoli" ) PRESCRIZIONI Le autorimesse interrate non devono alterare l’andamento naturale del terreno ed essere SPECIFICHE ricoperte con almeno 50 cm di terra.

ARTICOLO 5.9. - (EDIFICI ED AREE CON UTILIZZAZIONE PRODUTTIVA ARTIGIANALE NEL TESSUTO URBANO CONSOLIDATO) Alcune costruzioni ospitano officine e laboratori legati alla realtà artigianale locale, sono di modeste dimensioni e svolgono una attività prevalentemente di servizio alla residenza (elettrauto, officina meccanica, falegname, fab- bro ecc.), tant'è che attualmente non si trovano in situazioni di conflittualità con le attigue destinazioni residen- ziali. Per queste aree, che non sono individuate con specifico areale, vale la normativa degli ambiti del tessuto consoli- dato in cui si trovano. Nota: nel Documento di Piano viene ancora confermato ad Uzza l’ambito di trasformazione per la realizzazione di un Piano per Insediamenti Produttivi, perché già presente nel PRG.

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CAPO II - IL TERRITORIO EXTRA URBANO RISERVATO ALLA AGRICOLTURA

In tutti gli ambiti esterni al territorio consolidato sono consentiti gli interventi in attuazione dei provvedimenti emanati a seguito di pubbliche calamità e la realizzazione di impianti e servizi pubblici e di interesse generale realizzati da Enti all’uopo preposti con le procedure di legge previste per ciascun settore.

ARTICOLO 5.10. - (AMBITI DESTINATI ALLA PRODUZIONE AGRICOLA) Le peculiari caratteristiche di naturalità del territorio, le marcate esigenze di tutela della fauna, della flora, dell’ambiente naturale e del paesaggio, la presenza di vaste aree ricomprese nel parco Nazionale dello Stelvio, ed al contempo le pressioni per un adeguato sviluppo economico hanno determinato l’individuazione di alcune aree di concentrazione volumetrica per le strutture zootecniche. Sono comunque sempre fatte salve le disposizioni che possono limitare o addirittura precludere, anche per le zone agricole, l’edificabilità: • riportate al TITOLO 4. - Disposizioni di tutela paesaggistica e ambientale • ricomprese nel ricomprese nel TITOLO 9. - Norme tecniche di fattibilità geologica e redatte ai sensi dell’art. 57, comma 1 lett. b) della LR 12/2005, ed il relativo corredo di documentazione e analisi, che costituiscono parte integrante della Normativa del PGT ed in particolare del Piano delle Regole; • contenute nelle Tavola 4.4.3. – “Componenti costitutivi del paesaggio e sensibilità paesaggistica” che raccol- gono, con intersezioni e sovrapposizioni, i risultati delle indagini ambientali e paesaggistiche condotte sul ter- ritorio comunale nel Documento di Piano, a cui fare riferimento prima degli interventi di trasformazione sul territorio comunale.

5.10.1. - DISPOSIZIONI DI CARATTERE GENERALE Per la normativa di carattere generale attinente all’edificazione nelle aree destinate all’agricoltura si fa riferimen- to al Titolo Terzo della LR 12/2005. Nelle zone agricole è consentito e favorito l'esercizio delle attività di "produzione agricola" intesa non solo come attività economica avente come fine la produzione di beni economici mediante coltivazione della terra, del bosco e l'allevamento di animali, ma anche per il ruolo che essa può svolgere nella salvaguardia del sistema idrogeologi- co, del paesaggio agrario e forestale, dell'equilibrio ecologico e naturale. Per attività agricole si intendono anche le azioni dirette alla manipolazione, conservazione, trasformazione com- mercializzazione e valorizzazione dei prodotti ottenuti dalla coltivazione del fondo o del bosco o dall’allevamento degli animali, nonché le attività dirette alla fornitura di beni e servizi mediante l’utilizzazione prevalente di attrez- zature o risorse dell’azienda normalmente impiegate nell’esercizio dell’attività agricola, ivi comprese le attività di valorizzazione del patrimonio rurale e forestale, ovvero di ricezione ed ospitalità. La componente agricola costituisce parte del più articolato sistema rurale paesistico ambientale ai sensi della D.G.R. 19/9/2008 n. 8/8059. Nelle aree agricole non sono ammesse nuove strutture che non siano finalizzate alla conduzione del fondo agrico- lo, ad eccezione ovviamente delle opere da realizzare in attuazione di norme o di provvedimenti emanati a segui- to di pubbliche calamità e degli impianti e servizi pubblici e di interesse generale realizzati da Enti all’uopo prepo- sti. Negli ambiti destinati alla produzione agricola sono pertanto ammessi esclusivamente gli usi qualificati come agricoli o con essi compatibili secondo i disposti di cui alla l.r. 12/2005 art. 59 e successive modifiche e integra- zioni.

5.10.1.1. - In particolare sono ammesse: • le attrezzature e le infrastrutture produttive necessarie per lo svolgimento dell’attività di cui all’art. 2135 del codice civile; • i locali per la vendita al dettaglio dei prodotti da parte degli imprenditori agricoli, che potranno raggiungere la dimensione massima di medie strutture solo nel caso di attività svolte prevalentemente in serre, e limita- te alla dimensione del vicinato negli altri casi; • la residenza dell’imprenditore agricolo e dei dipendenti dell’azienda;

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• gli ambienti per la lavorazione dei prodotti aziendali; • i locali per la conservazione dei prodotti agricoli; • tutte le strutture necessarie alla conduzione del fondo; Nelle aree agricole è ammesso solo il titolo abilitativo “Permesso di costruire” che può essere rilasciato esclusi- vamente ai soggetti di cui al punto 1 dell’art. 60 della LR 12/2005 e deve essere subordinato alle condizioni di cui al punto 2 dello stesso articolato di legge. Per determinare l’edificabilità di una azienda agricola è ammessa l'utilizzazione di tutti gli appezzamenti apparte- nenti ad ambiti per la produzione agricola, anche non contigui, componenti l’azienda, compresi quelli esistenti su terreni di comuni contermini. Su tutte le aree computate ai fini edificatori è istituito un vincolo di non edificazione debitamente trascritto pres- so i registri immobiliari, modificabile in relazione alla variazione della normativa urbanistica. La realizzazione di una nuova residenza per l'imprenditore agricolo o per i dipendenti dell'azienda, è consentita solo nel caso in cui le esigenze abitative non possano essere soddisfatte attraverso interventi sul patrimonio edili- zio aziendale già disponibile. L’attività agrituristica è consentita nel rispetto della vigente legislazione statale e regionale in materia. Il PGT disciplina l’uso, la valorizzazione e la salvaguardia, nel rispetto di quanto stabilito dagli artt.59, 60, 61, 62 e 89 della LR 11.3.2005, n.12, e successive modificazioni ed integrazioni, delle zone agricole; il PTCP della provincia di Sondrio prevede inoltre che, di norma13, l’accorpamento dei diritti volumetrici e superficiali ai sensi dell’art. 59 della citata LR12/05, per tutte le costruzioni consentite in zona agricola possa essere effettuato solo in aree di proprietà (o disponibili a norma di legge) con superficie non inferiore a 5.000 mq, e comprese in una fascia aventi un dislivello non superiore a +/-150 metri rispetto a quelle da edificare. "Lotto minimo e dislivello massimo possono eventualmente essere ridotti e ampliati in base alla presentazione ed approvazione da parte del Comune di uno studio che dimostri le effettive esigenze aziendali". (Cfr. comma 2 dell'art. 48 delle NtA del PTCP). In considerazione delle peculiarità del territorio comunale e del frazionamento della proprietà, si ritiene più con- sona la seguente disposizione: L’accorpamento dei diritti volumetrici e superficiali ai sensi dell’art. 59 della l.r.11.3.2005, n. 12, per tutte le co- struzioni consentite in zona agricola può essere effettuato solo in aree di proprietà di superficie non inferiore a 4.000 mq (invece che 5.000 mq), e con origine da aree con dislivello non superiore a +/-150 metri rispetto a quel- le da edificare. Lotto minimo e dislivello massimo possono eventualmente essere ridotti con procedura di variante al Piano delle Regole a fronte di uno studio specifico che dimostri l’effettiva particolarità di improcrastinabili esigenze aziendali.

variante al Piano delle Regole a fronte di uno studio specifico che dimostri l’effettiva particolarità di improcrasti- nabili esigenze aziendali.

5.10.1.2. - Le strutture zootecniche Il PGT individua le aree riservate alle attrezzature zootecniche finalizzate sia alla realizzazione di nuove stalle, sia alla ri-localizzazione di quelle attualmente esistenti all’interno degli abitati. “La realizzazione di edifici residenziali o con permanenza di persone in prossimità di impianti zootecnici esistenti e/o operativi è subordinata alle procedure previste dal Regolamento Locale di Igiene (ASL), ARPA e dalle norme sovraordinate in materia. Nelle aree destinate all’agricoltura sono pertanto ammessi tutti gli interventi previsti delle disposizioni di caratte- re generale di cui ai commi precedenti con la precisazione che: • le stalle con più di 8 capi bovini • gli allevamenti avicoli e suinicoli; • tutte le nuove strutture che prevedano concentrazioni di animali che possano creare disturbo alla residenza o alle altre attività umane si possono realizzare esclusivamente all’interno degli ambiti allo scopo individuati (Cfr. 5.10.6. - AGR_Z – Aree agricole per l’insediamento di strutture zootecniche).

13 Lotto minimo e dislivello massimo possono eventualmente essere ridotti ed ampliati in base alla presentazione ed all’approvazione da parte del comune di uno studio che dimostri le effettive esigenze aziendali. ______

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5.10.1.3. - Strutture zootecniche esistenti Per quanto attiene alle strutture zootecniche esistenti con numero di capi o caratteristiche eccedenti rispetto a quanto specificate nell'elenco di cui sopra, sono consentiti gli interventi di cui al punto 7.1.1.8. - Fasce di rispetto delle strutture zootecniche. La realizzazione di una nuova residenza per l'imprenditore agricolo o per i dipendenti dell'azienda, è consentita solo nel caso in cui le esigenze abitative non possano essere soddisfatte attraverso interventi sul patrimonio edili- zio aziendale già disponibile; infatti nell’azienda agricola, l’abitazione del conduttore è considerata parte inte- grante delle “attrezzature” finalizzate alla conduzione del fondo agricolo. L’attività agrituristica è consentita nel rispetto della vigente legislazione statale e regionale in materia.

5.10.2. - - EDIFICI NON PIÙ ADIBITI ALLA CONDUZIONE DEL FONDO L’art. 10, comma 4 della LR 12/2005 prescrive l’obbligo di dettare normative d’uso degli edifici esistenti che si trovano nelle aree destinate all’agricoltura e/o nelle aree non soggette a trasformazione urbanistica, ma che non siano più adibiti alla conduzione del fondo agricolo. La Tav. R.02 "Carta della disciplina delle aree" del Piano delle Regole in- dividua pertanto, in tali ambiti, gli edi- fici che non sono più adibiti alla attività primaria; le categorie individuate sono

le seguenti: Premesso che l’abitazione del fattore in una azienda agricola è considerata parte funzionale delle “attrezzature” strettamente connesse alla conduzione del fondo, altri manufatti non sono connessi a tale funzione, per cui nel caso di Valfurva si presentano le seguenti fattispecie:  strutture ricettive assentite in deroga alle norme urbanistiche vigenti in base alla LR 36/1997  strutture artigianali esistenti  edifici prossimi al tessuto urbano consolidato  edifici e baite sparse nel territorio extra urbano  rifugi, bivacchi, strutture connesse ad impianti tecnologici o sportivi.

5.10.2.1. - Strutture ricettive ex LR 36/1997 Si tratta di edifici di pubblico interesse in quanto chiamati a svolgere l’attività aziendale ricettiva on deroga a tut- te le normative urbanistiche di zona e pertanto blindate a tale specifica funzione. Non sono ammessi pertanto ulteriori incrementi della SLP esistente, in quanto già in esubero, seppure per pub- blico interesse, né, per lo stesso motivo, può essere consentito il cambio della destinazione d’uso. Sono comunque sempre ammessi gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria.

5.10.2.2. - Struttura artigianale esistente in area agricola Si tratta di una falegnameria da tempo insediata in ambito agricolo per la quale si prevede la possibilità di am- pliamento della SC del 15%, senza che tale incremento comporti incremento di altezza manufatto esistente e previo parere della Commissione per il Paesaggio.

5.10.2.3. - edifici prossimi al TUC, ma in area agricola Numerosi sono le costruzioni che pur non appartenendo al tessuto urbano consolidato hanno subito cambi della destinazione d’uso usufruendo dei servizi disponibili per la prossimità alle aree a più elevata antropizzazione. Per tali edifici è consentito usufruire degli incrementi nelle quantità e con le modalità e condizioni di cui al punto 5.6.1. - Criteri generali di incremento per scaglioni della SLP esistente.

5.10.2.4. - edifici e baite sparse nel territorio extra urbano Si tratta di edifici e baite prevalentemente utilizzate come residenza stagionale, che si trovano sparse sul territo- rio comunale, per lo più prive di urbanizzazioni, ma che comunque costituiscono un patrimonio anche culturale che non deve andare perduto.

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Per tali costruzioni è ammesso un incremento massimo del 10% della SLP di pavimento e dell’altezza, purché in regolare posizione amministrativa sotto il profilo ambientale, urbanistico, edilizio, contributivo, igienico sanitario, energetico e di quant’altro vigente a livello pianificatorio e normativo nel periodo (generalmete triennale) dall’ avvio del cantiere all’agibilità dell’immobile considerato” e sempre che, come nel caso precedente, non abbiano già usufruito in passato di incrementi “una tantum”. Norma specifica per il “baitello” di cui al mappale 18 del Foglio81: “E’ prevista, per ragioni di sicurezza, la demoli- zione del “baitello” esistente sul mappale 18 del Foglio 81. Viene contestualmente consentito ricostruire sul me- desimo lotto di terreno, ma più a monte, l’immobile, purché nel rispetto delle tipologie locali ed usufruendo delle premialità di cui alla tabella 4 del presente articolo”

5.10.2.5. - rifugi, bivacchi, strutture varie connesse ad impianti tecnologici o sportivi. Per quanto attiene agli altri edifici del territorio extraurbano non più adibiti all’agricoltura, quali rifugi, bivacchi, strutture connesse con gli impianti ecc. si fa riferimento sia alle specifiche norme del presente PGT, sia alle dispo- sizioni normative di legge attinenti alle specifiche tipologie d’impianto. N.B.: le residenze stagionali realizzate nel territorio extra urbano non possono in alcun caso pre- tendere urbanizzazioni o servizi in loco da parte del comune.

5.10.3. - DESTINAZIONI, INDICI E PARAMETRI DI CARATTERE GENERALE PER GLI AMBITI RISERVATI ALLA PRODUZIONE AGRICOLA. Salvo puntualizzazioni specifiche previste dalle norma di ogni singolo ambito, si prescrivono le seguenti disposi- zioni di carattere generale:

MODALITA’ Nelle aree agricole gli interventi edilizi, quando compatibili con le caratteristiche ambienta- D’INTERVENTO li e di salvaguardia del territorio, si attuano con titolo abilitativo semplice.

La destinazione principale è quella agricola

 Destinazione non ammessa  Destinazione ammessa nei limiti di zona

 SIGLA DESTINAZIONE  SIGLA DESTINAZIONE  DRES Residenziale (*)  DRIC.2 Rifugi e bivacchi fissi (*)  DDIR.1 1 Uffici < 150 mq SLP  DCAMP Ricettive all’aria aperta (*)  DDIR.2 Terziario direzionale  DCOM-SVC Negozio vicinato (150 mq)  DDIR.3 Terziario direzionale  DCOM-SMSA Media distribuzione (500 mq)  DPRO.1 Produttiva  DCOM-SMSB Media distribuzione (800 mq)  DPRO.2 Strutture Annonarie e depositi  DCOM-SGV Grande distribuzione  DPRO.3 Artigianale di servizio  DCOM-SCC Centri Commerciali  DSPE.1 Pubblici esercizi (*)  DING Distribuzione all’ingrosso  DSPE.2 Pubblici esercizi spettacolo  DCAR Distributori carburante  DALB Aziende alberghiere  DAGR.1 Agricola ordinaria  DRIC.1 Strutture Ricettive non alberghiere (*)  DAGR.2 Agricola zootecnica (*)

Per le sigle usate, cfr. articolo J delle Norma Tecniche di Base (Allegato A - R.N.02) (*) negli ambiti in cui è consentito e con le limitazioni d’ambito e di legge previste per ciascuna destinazione.

INDICI E ALTEZZE IN RELAZIONE ALLE CARATTERISTICHE DEGLI AMBITI PER L’AGRICOLTURA

Gli indici di utilizzazione fondiaria per le nuove abitazioni dell'imprenditore agricolo non posso- no superare i seguenti limiti: INDICI UF ...... 0,02 m2/m2 su terreni a coltura orto–floro- vivaistica specializzata; UF ...... 0,0033 m2/m2 e per un massimo di 165 mq per

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azienda su terreni a bosco, a coltivazione industriale del legno, a pascolo o a prato - pascolo permanente; UF ...... 0,01 m2/m2per gli altri terreni agricoli. AM ...... 4.000,00 m2 RC ...... 20% max Per le aziende esistenti alla data di prima approvazione del PGT, i parametri di cui sopra sono incrementati del 20% a norma dell’art. 59 punto 4 bis della LR 12/2005 e successive modifica- zioni e integrazioni. UF ...... 0,024 m2/m2 su terreni a coltura orto–floro- vivaistica specializzata; INDICI UF ...... 0,004 m2/m2 e per un massimo di 165 mq per azienda su terreni a bosco, a coltivazione industriale del legno, a pascolo o a prato - pascolo permanente; UF ...... 0,012 m2/m2per gli altri terreni agricoli. Non sono previsti indici di utilizzazione fondiaria per le attrezzature e/o per le infrastrutture pro- duttive necessarie alle aziende agricole, tuttavia l'appezzamento direttamente interessato dalla realizzazione delle costruzioni (abitazioni e strutture) non deve mai superare il rapporto INDICI di copertura: RC ...... 20% max per i versanti RC ...... 40% max per il fondovalle. Date le peculiarità del territorio comunale, anche le altezze massime delle costruzioni sono differenziate in relazione alle caratteristiche orografiche e sono stabilite come di seguito specificato, salvo più limitative indicazioni di tipo paesaggistico e ambientale. Costruzioni di versante: HE ...... 6,50 m HF ...... 5,00 m ALTEZZE Costruzioni di fondovalle: HE ...... 9,50 m HF ...... 7,50 m Le altezze di cui sopra potranno essere superate solo per la realizzazione di sili o impianti tecno- logici particolari e funzionali alla conduzione dell’azienda agricola, previo parere ambienta- le vincolante in ordine alle caratteristiche del sito in cui si intendono collocare tali manufatti. DC ...... 5,0 m per nuovi edifici; DE ...... 10,0 m per nuovi edifici DS ...... conforme agli arretramenti previsti in relazione DISTANZE: alla categoria della strada ed al codice rel a- tivo. Quando tuttavia tali distanze sono riferite a stalle di medie o grosse dimensioni, porcilaie, con- cimaie e manufatti che possono influire sulle norme di igiene e salubrità dell’ambiente, tali distanze devono essere minimo di 50 ml, salvo diverso parere di ASL ed ARPA.

Prescrizioni particolari La Tavola “R.03 "Carta condivisa del paesaggio" ” stabilisce per ciascun areale la classe di sensibilità paesistica a cui si devono rigorosamente attenere tutti gli interventi. Al fine di salvaguardare la continuità e la compattezza del territorio agricolo non edificato, le edificazioni destina- te alla residenza dei coltivatori saranno prioritariamente ricavate attraverso il recupero degli edifici esistenti. In caso venga dimostrato che non è possibile ricavare negli edifici esistenti i sufficienti spazi abitativi che servono agli agricoltori per vivere decorosamente, le nuove edificazioni saranno realizzate preferibilmente in prossimità dei complessi rurali esistenti e con le medesime caratteristiche. Scarichi di fognatura o canali senza preventiva depurazione sono vietati, salvo diverso avviso dell’Ufficiale Sanita- rio, che dovrà esprimersi su ogni singolo impianto, tenuto conto del parere dell’ASL e degli uffici provinciali com- petenti.

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Vincoli di fattibilità geologica Si rammenta che alcune aree sono assoggettate a vincoli che possono limitare l’edificabilità dei lotti a prescindere dalla destinazione urbanistica, come nel caso dei vincoli connessi con l’assetto idrogeologico del territorio. (Cfr. R.01 "Carta dei vincoli" ) “Per gli edifici in ambito agricolo ricadenti in classe di georischio 4 - fattibilità con gravi limitazioni, è eccezionalmente ammessa la demolizione e ricostruzione su diverso sedime alle seguenti condizioni: - la ricostruzione avvenga nella medesimo ambito agricolo immediatamente all’esterno dell’area ricadente in classe 4. - siano dimostrate la regolare posizione amministrativa, la destinazione d’uso e la consistenza del manufatto; - la Commissione per il Paesaggio si sia espressa favorevolmente sulla opportunità di eseguire l’intervento e sulla localizzazione proposta”.

5.10.4. - AGR_1 – AREE AGRICOLE DI PARTICOLARE TUTELA Sono aree strategiche riservate all’agricoltura dal Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (Cfr. Art. 43 - Ambiti agricoli strategici del PTCP) Il PGT individua sulla tavola R.03 "Carta condivisa del paesaggio" gli ambiti agricoli strate- gici ai fini dell’applicazione del comma 4 dell’articolo 15 della l.r. 12/05; SI TRATTA DI aree connotate da uno specifico e peculiare rilievo in relazione all’attività agricola, all’estensione e alle caratteristiche agronomiche del territorio, per le quali, fatti salvi gli in- sediamenti preesistenti, viene prescritta la permanenza dell’uso agricolo re la non trasfor- CARATTERI PECULIARI mabilità dei suoli. DELL’AMBITO Tale individuazione si riferisce prevalentemente ad aree agricole di particolare valenza an- che paesaggistica (es. Uzza, Teregua, San Gottardo…), che meritano attenta salvaguar- dia. Per gli edifici a destinazione agricola già esistenti è ammesso un aumento “una tantum” del 10% della SLP fino ad un massimo di 100 mq.

5.10.5. - AGR_2 – AREE AGRICOLE ORDINARIE

Le finalità perseguite per l’ambito in oggetto sono: Consentire lo svolgimento della coltivazione dei fondi nel rispetto del paesaggio e dell’ambiente, sfruttando le strutture preesistenti e limitando allo stretto necessario la realizzazione di nuove costruzioni.

Tutte le aree che non rientrano tra le precedenti (5.10.4. - AGR_1 – Aree agricole di partico- lare tutela) sono riservate alla realizzazione di strutture agricole (con limitazioni per le stal- le), comprendono prati, pascoli, boschi e maggenghi e sottostanno alle disposizioni di cui CARATTERI PECULIARI al punto 5.10.1. - Disposizioni di carattere generale. DELL’AMBITO La frequente presenza in questi vasti ambiti di elevato pregio ambientale e paesaggistico comporta ovviamente anche il rigoroso rispetto delle normative di cui al TITOLO 4. - Di- sposizioni di tutela paesaggistica e ambientale.

5.10.6. - AGR_Z – AREE AGRICOLE PER L’INSEDIAMENTO DI STRUTTURE ZOOTECNICHE

Le finalità perseguite per l’ambito in oggetto sono: Consentire l’attività zootecnica senza creare disagi alle aree turistico residenziali In queste zone non sono ammesse la residenza e le destinazioni ad essa generalmente connesse (commerciali, direzionali, ricettive ecc.), in quanto si prevedono concentrazioni di stalle e di ambienti poco compatibili con tali destinazioni. A giudizio dell'ASL possono tuttavia essere previsti ambienti idonei per la conservazione e vendita diretta dei prodotti caseari dell'azienda. Scarichi di fognatura o canali senza preventiva depurazione sono vietati, salvo diverso avviso dell’Ufficiale Sanita- rio, che dovrà esprimersi su ogni singolo impianto, tenuto conto del parere dell’ASL e degli uffici provinciali com- petenti.

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Fermi restando gli indici di legge per le aree agricole, il piano si attua per semplice intervento edilizio diretto, di- sponendo di un lotto unitario minimo di 2.000 mq, su cui realizzare un rapporto di copertura fino ad un massimo di

RC DEL LOTTO RC ...... 0,10 m2/m2. EDIFICABILE HE ...... adeguato alle attività con un massimo di 8,00 m. HF ...... 6,00 M. ALTEZZE Le altezze di cui sopra potranno essere superate solo per la realizzazione di sili o impianti tecnologici particolari e funzionali alla conduzione dell’azienda agricola, previo parere ambientale vincolante in ordine alle caratteristiche del sito in cui si intendono collocare tali manufatti. Distanze: DC ...... 10,0 m per nuovi edifici; DE ...... 10,0 m per nuovi edifici DS ...... 10,00 metri, salvo valori maggiori stabiliti dalle tavole del PGT e dalle normative di DISTANZE cui al D.I 1404/68. Nuovi edifici destinati al ricovero e all'allevamento degli animali (esclusi gli allevamenti di bassa corte per uso familiare ed esclusi gli ambienti per la mungitura o adibiti a sala me- dicina veterinaria) dovranno comunque distare almeno m 100,0 dalle zone residenziali e dalle aree per servizi di base in cui sia prevista permanenza di persone salvo diverso pare- re di dell’ASL.

5.10.7. - ESP – AMBITI RISERVATI ALLA PRATICA DELLO SCI

Le finalità perseguite per l’ambito in oggetto sono: Consentire la pratica dello sci nel rispetto della naturalità dei luoghi e senza impedire l’utilizzo del pascolo nel periodo estiva.

5.10.7.1. - PTRA: obiettivo 1.A - Riqualificazione dei domini sciabili Il Comune di Valfurva ha individuato sulla tavola R.02 "Carta della disciplina delle aree" il perimetro delle aree atte alla pratica dello sci alpino così come definito dalle tavole del PTRA; Per quanto attiene invece allo sci nordico il PGT, in coerenza con le disposizioni del PTRA, ha previsto un am- pliamento per consentire il collegamento con l’area a parcheggio all’ingresso di Santa Caterina e favorire una valida alternativa di mobilità lenta ai percorsi veicolari nell’abitato. Eventuali nuove strutture al servizio dello sci (parcheggi, arrivo impianti ecc..) saranno contenute e progettate in sinergia con quanto previsto per lo sviluppo della rete ferroviaria, al fine di contenere il consumo di suolo e di favorire una funzionalità multimodale In attesa della realizzazione del collegamento ferroviario le autorizzazioni relative all’apertura di nuovi impianti e/o nuove piste saranno comunque vincolate alla istituzione di un collegamento realizzato mediante una na- vetta dedicata alimentata a combustibili a basso impatto ambientale.

Prescrizioni integrative in adeguamento all’obiettivo 1.A del PTRA - Riqualificazione dei domini sciabili (Cfr. pag. 49 e 50 del Documento PTRA) 2.6 Non sono ammessi ampliamenti della perimetrazione dei domini sciabili. Eventuali variazioni dovranno esse- re proposte all’interno della Cabina di regia inter-istituzionale di cui al capitolo 9.3, supportate da una appro- fondita analisi sociale, economico e paesistico ambientale intesa a garantire il pieno rispetto degli obiettivi generali e delle finalità contenute nel PTRA. La realizzazione e/o la modifica di tracciati di piste e impianti, e di aree di servizio e manutenzione, all’interno del perimetro dei domini sciabili individuati dal Piano è subordina- ta all’acquisizione delle autorizzazioni previste dalla normativa vigente.

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2.7 La localizzazione e configurazione tipologica di impianti e strutture devono comunque attenersi ai criteri di cui all’obiettivo specifico 3B Valorizzare l’identità del paesaggio storico; sono vietati nuovi impianti di risalita che interferiscano con la percezione della linea di crinale. 2.8 La realizzazione e la modifica degli attuali tracciati (piste e impianti) devono prevedere adeguate azioni di compensazione ambientale (come impianto di essenze arboree su altre aree compatibili) ed essere impronta- ta a criteri di minimo impatto ambientale tra cui:

ità di terreno vegetale da asportare nel caso di movimentazione di terra; 2.9 Le piste non utilizzate per un periodo di tre anni consecutivi devono essere ri-naturalizzate mediante il ripri- stino della configurazione vegetazionale originaria; gli impianti di risalita non utilizzati per un periodo di tre anni consecutivi, indipendentemente dalla validità della concessione dell’impianto, devono essere rimossi ri- naturalizzando il relativo tracciato mediante il ripristino della configurazione vegetazionale originaria. Le piste dichiarate dismesse devono essere rimboschite con essenze forestali adatte alla zona fito-climatica e prescel- te fra la flora locale, salvo che la loro originaria configurazione sia a prati. 2.10 E’ sempre ammessa la realizzazione di interventi finalizzati alla messa in sicurezza dei percorsi; laddove possibile deve essere privilegiato l’utilizzo di tecniche e materiali di ingegneria naturalistica e tipici dei luoghi. 2.11 Gli impianti per l’innevamento artificiale potranno essere autorizzati a seguito di approfondimenti motivati a cura dei richiedenti in concertazione con Provincia di Sondrio, nel rispetto della tutela degli ecosistemi e in coerenza con quanto stabilito dal Piano di Bilancio Idrico, 2.12 gli interventi inerenti i domini sciabili realizzabili potranno essere solo ed esclusivamente quelli valutati, nell’ambito delle analisi riportate nell’Allegato 4 al Rapporto Ambientale “Domini sciabili”, come sostenibili dal punto di vista ambientale e indicati, negli allegati iconografici, come “proposta dominio sciabile” o “peri- metrazione con condizioni”; la realizzazione degli interventi nelle aree “condizionate” dovrà avvenire solo con il contestuale avvio degli interventi previsti quali “condizioni” e riportati nelle disposizioni prescrittive; 2.13 relativamente alle azioni previste per la riqualificazione dei domini sciabili potranno essere realizzati solo gli interventi, di cui al punto precedente, non vietati dalla normativa vigente relativa a Rete Natura 2000 (Arti- colo 5, comma 1, lettera l del Decreto del Ministero dell’Ambiente 17 ottobre 2007 “Criteri minimi uniformi per la definizione di misure di conservazione relative a Zone Speciali di conservazione (ZSC) e a Zone di Prote- zione Speciale (ZPS)” e Allegato C “Divieti, obblighi, regolamentazioni e ulteriori disposizioni per ciascuna tipo- logia ambientale” alla D.G.R. 6648 del 20 febbraio 2008 e s.m.i., per le tipologie ambientali “Ambienti aperti alpini” e “Ambienti forestali alpini”), nonché dalle norme e regolamenti dei Piani di Gestione dei Siti o esclusi dalla pianificazione delle Aree Protette; 2.14 tutti gli interventi relativi alla realizzazione di nuovi impianti di risalita e di nuove piste da sci, sia all’interno dei Siti della Rete Natura 2000 sia al di fuori di essi, dovranno essere sottoposti a Valutazione di Incidenza in ragione degli effetti, anche indiretti, che, data la vicinanza, potrebbero provocare all’interno dei Siti stessi; 2.15 tutti gli interventi relativi ad eventuali modifiche delle piste da sci (ad esempio allargamenti, lievi modifi- che di tracciato, realizzazione di collegamenti fra piste) dovranno essere sottoposti a verifica di assoggettabili- tà alla Valutazione di Incidenza; 2.16 è obbligatorio, in ogni caso prima della realizzazione di nuovi impianti da sci in ciascun dominio sciabile, la dismissione di quelli non più utilizzati (come previsto dalle disposizioni prescrittive, rientrano in tale categoria quelli non utilizzati per tre anni consecutivi, indipendentemente dalla durata della concessione) e la relativa riqualificazione delle aree non più utilizzate e la messa in sicurezza dei cavi sospesi degli impianti di risalita e delle linee elettriche a servizio dei rifugi; 2.17 sia previsto che tutte le reti di protezione presenti lungo le piste da sci e nei pressi delle stazioni di arrivo e partenza degli impianti siano smantellate a fine stagione sciistica, e comunque entro il 15 maggio.

5.10.7.2. - Modalità d’intervento Sono ammessi tutti gli interventi con titolo abilitativo semplice di: • nuovi interventi di trasformazione delle aree sciabili sono invece sempre soggetti a Piani Attuativi o a Piani in- tegrati, salvo diverse disposizioni del Piano d'Area. Per e strutture esistenti ci si riferirà agli ampliamenti ammessi dall'art. 5.10.2.4 - edifici e baite sparse nel territorio extra urbano." Il rinnovo delle concessioni relative agli impianti esistenti (in assenza di opere importanti da convenzionare) è comunque sempre subordinato alla idoneità delle infrastrutture di accesso e di parcheggio, anche tempora-

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neo, almeno per tutto il periodo invernale di funzionamento degli impianti e deve avvenire in accordo con i comuni interessati. Fino alla approvazione del Piano d'Area, per la realizzazione di nuovi impianti o di nuove strutture, l'estensione del Piano di dettaglio deve interessare tutta la superficie che comprende l'area sciabile sottesa dall'interven- to, comprese le piste di discesa, di fondo o di snow-boardin essa ricomprese, purché nel rispetto delle se- guenti condizioni: ogni impianto (o serie di impianti di risalita disposti consecutivamente nel senso della salita, ma inclusi nello stesso intervento unitario) deve prevedere: a) uno o più ambienti di pronto soccorso rispondente ai requisiti di Legge b) un servizio igienico ogni 25 persone in linea sugli impianti di risalita, con un minimo di due servizi divisi per sesso c) uno o più ambienti riscaldati da adibire a rifugio, bar, tavola calda ecc., con SL = 100 mq (comprensivi di di- simpegni, cucina ecc.) ogni 60 persone/ora trasportate dall'impianto principale di partenza; presso le stazioni di partenza, anche non in zona ESp, deve essere reperita un'area da destinare a parcheggio privato (anche frazionato in più aree, purché entro un raggio massimo di 200 metri), dimensionato in relazio- ne alla portata di tutti gli impianti previsti dall'intervento. L'obbligo di riservare aree di parcheggio al servizio degli impianti di risalita, deve essere stabilito in convenzione trascritta a favore del Comune prima dell'utiliz- zazione degli impianti di risalita, i posti macchina devono risultare in quantità adeguata al numero delle per- sone ora trasportate (Cfr. Tabella 2 - Parcheggi pertinenziali ed essere mantenuti in modo decoroso. Le aree riservate al parcheggio degli impianti di risalita possono anche essere eccezionalmente reperite solo stagionalmente con tale funzione in aree adiacenti o interne all'ambito ESp, purché in luogo pianeggiante, ac- cessibile dalla viabilità pubblica. Tali aree a parcheggio temporaneo devono essere dotate di adeguato drenaggio per evitare acquitrini nel pe- riodo del disgelo, essere piantumate (non allo Stelvio, ovviamente) ed essere mantenute a verde dalla prima- vera all'autunno, quindi precluse a qualsiasi tipo di veicolo nei periodi di non innevamento, al fine di consen- tire la ripresa vegetativa.

5.10.7.3. - Caratteristiche delle Piste (Cfr. art. 66 del PTCP) I tracciati debbono di norma adattarsi alla configurazione naturale dei suoli; modifiche alla morfologia naturale dei terreni e taglio di alberi sono consentiti solo per eliminare rilevanti pericoli di incidenti. Nel caso di taglio di alberi devono essere previste adeguate forme di compensazione ambientale, con impianto di essenze arboree su altre aree adiacenti. Di norma i bordi delle piste a contatto del bosco seguiranno un andamento sinuoso e irregolare, evitando di configurare la pista come corridoio o canale entro il bosco. Le piste devono avere il piano stabilizzato e rinverdito e profilature idonee allo scolo delle acque superficiali; fossi e tubi di drenaggio vanno opportunamente rinverditi o interrati. Le specie erbacee devono essere scelte fra specie autoctone, robuste e adatte alle condizioni climatiche di montagna. Le piste debbono essere mantenute anche durante il periodo di mancanza di neve, curando lo sfalcio e il pasco- lo e risanando i danni che si fossero creati nella gestione della battitura, e ciò al fine di non determinare zone di degrado paesistico nel periodo non invernale. Di norma le piste da sci sono tracciate e gestite per l'esercizio dello sci turistico. Possono essere previste nuove piste ed opere di adeguamento delle piste esistenti per l'esercizio dello sci agonistico solo per un numero di piste limitato per ogni area sciabile. Le piste dichiarate dismesse devono essere rimboschite con essenze forestali adatte alla zona fitoclimatica e prescelte fra la flora locale, salvo che la loro originaria configurazione sia a prati.

Strutture esistenti mantenimento delle altezze esistenti ALTEZZE Nuove costruzioni: da definire in fase di Piano Attuativo

Strutture esistenti mantenimento delle distanze esistenti DISTANZE Nuove costruzioni: da definire in fase di Piano Attuativo Prescrizioni particolari Si rammenta che le aree agricole ESp ricadono in parte all'interno del Parco Nazionale dello ______

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Stelvio, alle cui norme si rinvia per le autorizzazioni di competenza.

5.10.8. - AGR_V – AREE AGRICOLE NON EDIFICABILI O DI POTENZIALE TRASFORMAZIONE Il Piano delle Regole, in conformità a quanto previsto al comma 4.b) dell'art. 10 della LR 12/2005, disciplina le aree agricole che, per motivi diversi, non sono edificabili. Si tratta delle aree rilevanti sotto il profilo paesaggistico perché molto visibili (versante verso le piste da sci e Piat- ta), oppure quelle prossime alle fasce di elevata naturalità della piana abduana, assieme alle quali costituiscono un ambito da conservare libero da intrusioni. Rientrano nella fattispecie, ovviamente, anche le aree agricole che si trovano all'interno dei varchi inedificabili individuati dal PTCP, come pure le aree indicate dal Documento di Piano come ATR, ovvero quegli ambiti di po- tenziale trasformazione, che mantengono le "status" di area agricola fino alla realizzazione della fase attuativa. In tutte le aree agricole AGR_V inedificabili, non sono ammesse nuove costruzioni; sugli edifici esistenti sono esclusivamente consentiti gli interventi manutentivi, ma senza incrementi di edificabilità (SLP), variazioni di sa- goma e cambio di destinazione d'uso. Inoltre si ribadisce che restano sempre valide le disposizioni che possono limitare o addirittura precludere l’edificabilità (Cfr. TITOLO 4. - Disposizioni di tutela paesaggistica e ambientale TITOLO 9. - Norme tecniche di fattibilità geologica ed i contenuti della Tavola 4.4.3. – “Componenti costitutivi del paesaggio e sensibilità paesag- gistica”. Le aree agricole funzionali aggiuntive, che, sempre nel rispetto delle indicazioni di cui alla R.03 "Carta condivisa del paesaggio" e della normativa di cui al TITOLO 4. - Disposizioni di tutela paesaggistica e ambientale, possono presentare qualche variazione rispetto alle disposizione generali delle aree agricole. • varchi inedificabili - sono individuati dal PTCP (e puntualmente riportati sulla R.03 "Carta condivisa del pae- saggio" ) in questa parti del territorio agricolo non si possono realizzare manufatti di alcun tipo (recinzioni, serre, caselli, legnaie, costruzioni provvisorie in genere), in quanto per evitare qualsiasi intrusione che possa creare interruzioni di visuale lungo le principali infrastrutture viabilistiche. • aree di potenziale trasformazione: non sono edificabili fino a quando non sia stato approvato in via definitiva il Piano Attuativo, quindi sottoscritta la convenzione, registrate le cessioni. Occorre evidenziare che alcuni ambiti ATR contengono aree che, in coerenza con la carta del paesaggio, restano inedificabili, anche se concorrono alla determinazione della edificabilità del Piano Attuativo, come specificato nel Documento di Piano. Le aree incluse negli ATR comunque non possono contribuire all’accorpamento dei diritti volumetrici e superficia- li ai sensi dell’art. 59 della l.r.11.3.2005, n. 12. Ovvero, a differenza delle altre aree agricole, tutte quelle individuate dal Documento di Piano per fini di "poten- ziale trasformazione" fino alla scadenza (cinque anni) del Documento di Piano non sono computabili ai fini della realizzazione di altre strutture agricole; lo diventano successivamente a tale scadenza, ma solo nel caso in cui l'ATR non vada a buon fine.(Cfr. anche 5.13.5. - Ex-ATR di potenziale ridefinizione)

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CAPO III - INFRASTRUTTURE E SERVIZI

ARTICOLO 5.11. - (AMBITI DELLE INFRASTRUTTURE PER LA MOBILITÀ) Le infrastrutture per la mobilità, ovvero tutte le sedi stradali con le relative pertinenze e le sedi ferroviarie, comprensive di scali, stazioni, depositi, binari in esercizio o dismessi, si appoggiano su aree che nel loro insie- me costituiscono l’ambito delle infrastrutture per la mobilità; le aree incluse negli ambiti delle infrastrutture stradali e ferroviarie (quando esistenti e quindi già cedute all’uso pubblico) sono prive di diritti edificatori. La tavola “R.02 "Carta della disciplina delle aree" ” del Piano delle Regole riporta sia le infrastrutture per la mobilità esistenti sia quelle di progetto, queste ultime con valore indicativo fino alla approvazione del proget- to esecutivo delle opere. In fase di progettazione i tracciati stradali e ferroviari potranno subire modificazioni senza dover procedere a Varianti del Piano delle Regole, purché tali cambiamenti di percorso: • non pregiudichino possibilità edificatorie preventivamente definite dal Piano delle Regole; • ricadono in aree già individuate per servizi di base; • siano inclusi nelle fasce di rispetto della distanza di edificazione dai cigli stradali o dai binari nel caso di linee ferroviarie. Per quanto attiene alla classificazione della rete viaria si rinvia ai contenuti del Piano dei Servizi.

5.11.1.1. - PTRA - Obiettivo specifico 2.B - Valorizzazione dei tracciati storici intervallivi I tracciati storici intervallivi da valorizzare in Valfurva sono costituiti da::

Anelli dei Passi Significativo quello del Gavia (Bormio – Santa Caterina – Ponte di Legno – Passo del Mortirolo – Grosio);

Anelli escursionistici - sentiero Italia ( – Val Grosina – Val Viola – Vallaccia – Alpisella – laghi di Cancano – torri di Fraele – Bor- mio – Val Zebrù – Valle dei Forni – Val Cedec – Passo di Gavia – Ponte di Legno – Valcamonica – – Tira- no) - Alta Via della Magnifica Terra ( – Passo del Gatto – Valle di Avedo – Passo Dosdè – Val Cantone di Do- sdè – Valle di Campo – Val Vago – – Laghi di Cancano – Bormio – Val Zebrù – Val Cedec – Valle dei For- ni – Gavia – Valle di Rezzalo); - Sentiero Lombardo della Pace (Livigno – Laghi di Concano – Circuito Umbrail e Stelvio in quota – Fraele – Bor- mio – Val Zebrù – Val Cedec – Valle dei Forni – Gavia – Tonale – Valcamonica – Aprica – ); Le raccomandazioni del PTRA sono le seguenti: Negli anelli escursionistici è vietata l’impermeabilizzazione del fondo viario. I guard rail, ove possibile, devono essere realizzati in materiali tradizionali nel rispetto della qualità ambientale e paesistica dei luoghi, privilegiando l’uso di legno massiccio o sasso o il rivestimento in legno e con attenzione a non interferire con la linea paesaggistica e con la mobilità delle specie ecosistemiche presenti; Spazi di belvedere e punti di sosta lungo i tracciati escursionistici vanno localizzati in modo da non alterare la qua- lità del contesto paesaggistico, evitando strutture impattanti e limitando gli arredi all’essenziale. In ogni caso non è ammessa la realizzazione di interventi che possano alterare la qualità paesaggistico ambientale delle principali viste attive o dei coni visuali relativi ai beni culturali e alle bellezze individue che connotano i per- corsi.

ARTICOLO 5.12. - (AREE PER SERVIZI PUBBLICI O DI INTERESSE PUBBLICO) Le caratteristiche delle aree destinate ai servizi pubblici e di interesse pubblico o generale, siano esse interne o esterne al tessuto urbano consolidato, sono definite nel Piano dei Servizi. Esistenti, programmate o di nuova previsione, tali aree costituiscono il supporto per l’insieme dei servizi di base la cui disciplina edificatoria e d’uso sono stabilite dalle Norme Tecniche di Attuazione del Piano dei Servizi.

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CAPO IV AMBITI NON SOGGETTI A TRASFORMAZIONE URBANISTICA

ARTICOLO 5.13. - (AREE NON SOGGETTE A TRASFORMAZIONE URBANISTICA)

Destinazioni d’uso In questi ambiti sono ammessi solo interventi di sistemazione di sentieri, di mulattiere, percorsi equestri o per mountain-bike, delle vie alpinistiche attrezzate, oltre che la posa di bivacchi e la sistemazione di rifugi alpini e di stalle d’alpeggio in conformità con le indicazione del PTCP. Interventi per servizi pubblici sono ammessi solo dopo attenta valutazione di possibili alternative, prevedendo, in tal caso, eventuali mitigazioni e compensazioni agro-forestali e ambientali. Sono eccezionalmente consentiti gli impianti di risalita per la pratica dello sci all’interno dell’aree sciistiche de- finite dal PTCP e dal PTRA

Obiettivi Mantenere l’elevata qualità ambientale dei siti, provvedendo ad adeguate compensazioni per i modesti inter- venti che si rendessero necessari perché la non trasformabilità urbanistica non deve significare assenza di in- terventi di valorizzazione ambientale e paesaggistica.

5.13.1. - AREE NON FUNZIONALI ALLA PRODUZIONE AGRICOLA Sono in particolare quelle aree all’esterno del tessuto urbano consolidato e delle aree agricole di fatto sottratte ad ogni utilizzazione urbanistica significativa, quali le aree in quota al di sopra degli alpeggi (cime e crinali, deserto nivale, aree moreniche e pietraie) oppure le frane ed i dissesti idrogeologici che si manifestano anche a differenti quote. In queste aree, fatti salvi gli interventi necessari per di valorizzazione ambientale e paesaggistica, non sono am- messe nuove costruzioni, mentre la realizzazione di nuovi bivacchi o rifugi è ammessa con il contestuale recupero di edifici o strutture già esistenti (Cfr. art. 67 del PTCP).

5.13.2. - AREE SCIABILI IN AMBITI DI NON TRASFORMAZIONE. La pratica dello sci non si limita ad interessare le piste ricavate in aree agricole produttive, ma interessa spesso anche ambiti non soggetti a trasformazione urbanistica, sia che riguardino lo sci estivo, sia quello invernale. Fatte salve le disposizioni di carattere generale, in questi ambiti è consentita la manutenzione ed il rinnovo degli impianti esistenti (specialmente di quelli in parte rimovibili quando appoggiano sul ghiacciaio in movimento) oltre alle opere manutentive dei rifugi e degli ambienti esistenti per il ristoro di sciatori e turisti.

5.13.3. - AREE IDRICHE. Comprende le aree in cui fisicamente scorrono le acque di fiumi e torrenti e che sono di “non trasformazione” per evidenti motivi; ciò non significa che non possano essere realizzate briglie ed opere di regimazione idraulica in conformità alle precise disposizioni di legge in materia e con particolare attenzione ai dispositivi di ingegneria naturalistica.

5.13.4. - ALVEI ED AREE RIPARIALI. La Tavola R.03 "Carta condivisa del paesaggio" individua anche tutte le aree golenali o di naturale “appartenen- za” dei corsi d’acqua, anche se non occupate con continuità dagli stessi. Anche in queste aree non sono consentite nuove costruzioni che non siano funzionali alla difesa e/o regimazione idraulica. (Cfr. art. 7.3.1.2. - Fascia di rispetto dei corsi d’acqua).

5.13.5. - EX-ATR DI POTENZIALE RIDEFINIZIONE. Tutte le aree incluse negli ex-ambiti di Trasformazione già identificati con le sigle nn. 6, 14, 20 e 21 (oggetto di stralcio da parte della Provincia di Sondrio con Deliberazione Giunta Provinciale n.63 del 12.05.2014) vengono

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classificate di “non trasformazione” in quanto il citato parere di compatibilità non riporta alcuna indicazione sulla destinazione urbanistica prevalente da attribuire loro. Tali aree, ai fini di una pianificazione organica e sostenibile con il contesto di riferimento e nel rispetto degli obiettivi del comune, potranno essere oggetto di una specifica variante urbanistica per una loro riclassificazio- ne15. Nelle more di questa variante sono ammessi esclusivamente interventi manutentivi dello stato di fatto, nonché l'esercizio dell'attività agricola. Non è altresì ammesso il computo della superficie ai fini di costruzioni agricole.

15 Cfr. Decreto Commissario ad Acta n. 1 del 23 luglio 2015 e chiarimenti dell’8/10/15 prot. 6.3. ______

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TITOLO 6. - DISPOSIZIONI PER IL COMMERCIO

ARTICOLO 6.1. - (RICHIAMO AL PROGRAMMA TRIENNALE DELLA REGIONE) I nuovi insediamenti o gli interventi di modifica relativi alle attività commerciali nel comune di Valfurva dovranno avvenire: • nel rispetto dei criteri e degli obiettivi generali fissati dal vigente Programma Triennale per il Commercio della Regione Lombardia e dalle relative modalità applicative • nel rispetto dei criteri di massima sostenibilità ambientale • con particolare attenzione alla minimizzazione del consumo di suolo • Localizzate nelle aree meglio servite dalla rete viaria e dal trasporto pubblico Per quanto non specificamente riportato nel presente Titolo, si fa riferimento alle normative di legge generali ed ai regolamenti regionali per le attività commerciali, di pubblico esercizio o ad esse equiparate.

ARTICOLO 6.2. - (RAPPORTI CON GLI AMBITI DEL TERRITORIO COMUNALE) Le presenti norme riportano le indicazioni relative alla disponibilità e/o possibilità di realizzazione o di potenzia- mento delle strutture commerciali negli ambiti individuati dal Piano delle Regole, secondo le disposizioni del pre- sente articolo. Nel territorio comunale del Comune di Valfurva non sono ammesse Grandi strutture di vendita e Centri commer- ciali (SGV ed SCC), né Medie strutture di vendita (MSA ed MSB)16; in compenso è prevista la possibilità di amplia- re fino ad un massimo di 300 mq i negozi di vicinato (SVC) che siano già esistenti ed operativi. Gli esercizi SVC (alimentari e non) sono sempre ammessi salvo nei casi in cui è esplicitamente non consentito (NO) dalle norme di ogni singolo ambito. In relazione alla gerarchia tipologica delle attività commerciali, in ciascun ambito si possono realizzare esclusiva- mente le strutture di superficie uguali o inferiori a quelle specificate nelle disposizioni di ciascun ambito Nel comune di Valfurva è consentita solo la realizzazione di: • SVC (= superfici di vendita di vicinato), ovvero gli esercizi commerciali con superficie commerciale di vendita inferiore o uguale a mq 150; • SMSA (= medie superfici di vendita di primo livello), aventi superficie di vendita compresa tra i 151 ed i 500 mq (nuove strutture commerciali di questa categoria sono ammesse solo per il "no food" e mediante conces- sione convenzionata e con puntuale verifica degli incrementi di traffico indotti); Per quanto attiene a disposizioni specifiche e puntuali (o alle definizioni relative agli elementi di programmazione commerciale), si rinvia al Regolamento di attuazione della Legge regionale 23 luglio 1999 nº 14 e successive modi- ficazioni e integrazioni.

ARTICOLO 6.3. - (NUOVI ESERCIZI) Tutti gli interventi relativi alle nuove superfici di vendita o all'ampliamento di quelle esistenti devono essere con- formi, oltre che alle specifiche norme di ciascun ambito in cui si trovano, anche alle prescrizioni del Regolamento di attuazione della legge regionale 23 luglio 1999. Negli ambiti agricoli o di salvaguardia ambientale sono consentite esclusivamente strutture commerciali legate all’agriturismo, purché realizzate esclusivamente con il recupero di strutture esistenti e nel rispetto delle caratte- ristiche tipologiche e architettoniche degli edifici rurali (no a vetrine, grandi aperture, serrande ecc.).

ARTICOLO 6.4. - (PARCHEGGI PERTINENZIALI RELATIVI AGLI USI COMMERCIALI) I parcheggi privati di pertinenza degli insediamenti commerciali possono essere realizzati all’aperto o all’interno di strutture e ciascuno di essi deve essere riservato alla sosta dei veicoli al servizio esclusivo di un determinato insediamento commerciale (di cui costituiscono la pertinenza) ed a disposizione di tutti gli utenti della struttura commerciale nelle ore di funzionamento.

16 Fanno eccezione eventuali MSA che siano comprese nel 20% della SLP delle aziende in ATR nº 16 limitatamen- te alla vendita dei manufatti prodotti in azienda. ______

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E’ in ogni caso opportuno assicurare il reperimento in loco anche di una quota di parcheggio pubblico o di uso pubblico, oltre a quello pertinenziale, in relazione alle specifiche necessità dell’area anche durante i periodi di non funzionamento o chiusura dell’esercizio commerciale. Gli stessi parcheggi pertinenziali al servizio delle strutture di vendita possono del resto essere asserviti, almeno in parte, ad uso pubblico mediante specifica convenzione e quindi concorrere al soddisfacimento delle esigenze anche di altri servizi al fine di integrare carenze in particolari situazioni della giornata. La localizzazione dei parcheggi pertinenziali deve essere assicurata, di norma, all’interno delle aree o degli immo- bili di intervento, tuttavia negli ambiti del tessuto urbano consolidato a prevalente destinazione residenziale, purché in casi di comprovata necessità, essi possono essere recuperati anche in aree o in edifici non contigui allo spazio commerciale, purché le stesse siano raggiungibili mediante un percorso pedonale avente una percorrenza non superiore a 100 metri. Le aree da riservare a servizi per le attività commerciali sono al 100% relative alle categorie SMSA (ed SMSB) di cui almeno il 50% deve essere riservato a parcheggio, naturalmente funzionante e perfettamente accessibile nel- le ore di apertura dell’attività commerciale; analogamente le attività SVC che subissero mutamento di destinazio- ne d’uso e passare a strutture commerciali diverse, dovranno assicurare il reperimento in loco della stessa quota di aree per i servizi. Invece il passaggio dalla destinazione residenziale a quella commerciale di vicinato non comporta incremento del fabbisogno di aree per servizi pubblici. Per le attività commerciali non è mai consentita la monetizzazione delle aree destinate a parcheggio.

ARTICOLO 6.5. - (RAPPORTI CON IL SISTEMA DELLA VIABILITÀ) Gli accessi di entrata ed uscita dalle medie superfici di vendita dovranno essere concepiti in modo da non creare intralcio sulla fluidità del traffico ordinario sulla viabilità esistente; la realizzazione di infrastrutture efficaci, è una delle condizioni indispensabili per conseguire l’ammissibilità del nuovo insediamento commerciale o l’ampliamento di uno esistente. Anche nel caso di edifici destinati ad ospitare strutture di vendita di grado superiore alla unità di Vicinato SCV, si dovrà garantire l’accessibilità fluida e senza pericoli da e per i parcheggi di tali insediamenti in modo che non si verifichino situazioni di pericolosità o di accumulo del traffico veicolare. Anche in questo caso la realizzazione di apposite opere di raccordo alla viabilità ordinaria costituisce premessa per l’ammissibilità degli insediamenti commerciali.

ARTICOLO 6.6. - (TUTELA AMBIENTALE) I nuovi insediamenti commerciali comportano anche l’accurata sistemazione delle aree a margine della viabilità e dei parcheggi da documentare in fase di procedura abilitativa con un progetto che dimostri la messa a dimora di filari di alberi ogni cinque metri lungo le strade e di una pianta almeno ogni quattro posti auto, con distribuzione omogenea sull’intera area destinata a parcheggio.

ARTICOLO 6.7. - (AMBITI DI RILEVANZA STORICA E AMBIENTALE) Le nuove attività commerciali di vicinato potranno essere collocate all’interno degli edifici degli ambiti di rilevan- za storica e ambientale solo a condizione che tali nuovi interventi non alterino i caratteri dell’edificato e le rela- zioni fra i diversi elementi urbani; la conversione ad attività commerciale dei fabbricati esistenti deve risultare coerente coi caratteri tipologici ed architettonici del fabbricato da trasformare.

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TITOLO 7. - LA CARTA DEI VINCOLI

ARTICOLO 7.1. - (DISPOSIZIONI GENERALI PER GLI AMBITI SOTTOPOSTI A VINCOLI DI LIVELLO SOVRACCOMUNALE) Sono aree nelle quali l’edificazione è limitata, o addirittura preclusa, da specifiche normative di legge (diposizioni di livello sovraccomunale) che condizionano gli interventi edificatori per motivi diversi (idrogeologici, ambientali, infrastrutturali ecc.). La tavola “R.01 "Carta dei vincoli" ” riporta le perimetrazioni delle zone di rispetto che a vario titolo comportano limitazioni alla edificabilità. All’interno delle fasce vincolate non è consentita la realizzazione di nuove costruzioni che pertanto si dovranno attestare fino al limite esterno della linea perimetrale del vincolo stesso che costituisce pertanto allineamento di Piano. La potenzialità edificatoria delle zone edificabili che ricadono all’interno di aree di vincolo concorrono comunque alla determinazione della SLP quando la campitura dell’ambito edificabile si estende anche all’interno della fascia sottoposta a vincolo, per cui un lotto appartenente ad un ambito edificabile una parte del quale si trova però all’interno della fascia di vincolo, disporrà di tutta l’edificabilità sottesa dall’intero lotto, ma la costruzione dovrà essere fisicamente realizzata nella parte del lotto all’esterno della fascia di vincolo.

7.1.1. - (VINCOLI LEGATI ALLA PRESENZA DI IMPIANTI O INFRASTRUTTURE)

7.1.1.1. - Fasce di rispetto stradale Le aree di rispetto stradale sono destinate all’ampliamento di spazi per il traffico degli autoveicoli, alla realizza- zione dei relativi servizi nonché di percorsi pedonali, piste ciclabili o percorsi per la mobilità lenta. Nelle fasce di arretramento dell’edificazione lungo le strade non è consentita la realizzazione di edifici o di manu- fatti edilizi, salvo quanto previsto al punto 7 della Circolare Min. LL.PP nº 5980/70 (Cfr. più avanti “7.1.1.2. - Ope- re connesse con la funzionalità della rete viaria e sotto-servizi tecnologici”)e dal “Nuovo Codice della Strada” (Cfr. D.Lgs. 30/04/92 nº 285 e successive modificazioni). Per gli edifici già esistenti all'interno delle fasce di rispetto stradale sono ammessi esclusivamente interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria che non comportino cambi della destinazione d’uso o incremento della capacità insediativa. Non sono ammesse inoltre demolizioni e ricostruzioni, anche parziali, sul sedime in area di vincolo, tuttavia in caso di demolizione viene agevolata la ricostruzione sulla medesima proprietà, purché al di fuori della fascia stes- sa, con un incremento promozionale della SLP del 10% anche a prescindere dalla SF disponibile. Una riduzione della fasce di rispetto stradale all’esterno del centro abitato è prevista in corrispondenza di aree edificabili o trasformabili conformate dal PGT, tra cui vanno annoverate anche le costruzioni in ambito agricolo già a destinazione residenziale o comunque censite dal PGT come edifici rurali non più adibiti all’agricoltura. Per le disposizioni di dettaglio in merito alle distanze dal ciglio strada si rinvia al Piano dei Servizi, “Caratteristiche della viabilità e requisiti minimi di progetto” dell’articolo relativo alla “Classificazione delle strade”. All’interno del tessuto edificabile le fasce di rispetto stradale non sempre sono rappresentate graficamente sulle tavole del Documento di Piano, tuttavia le disposizioni per ciascun ambito specificano la distanza dal ciglio della strada (DS)17 prevista in progetto. Nel caso però di previsione di nuovi assi stradali, l’indicazione grafica della fascia di rispetto stradale, vincola le superfici adiacenti fino all’approvazione del progetto esecutivo della strada e dei relativi snodi; dopo di che il vin- colo, ferme restando le caratteristiche geometriche dello stesso, si ritiene automaticamente rettificato per “spo- sare” il tracciato definitivo dell’intervento viabilistico. La fasce di rispetto rimangono comunque sempre di proprietà dei privati fino alla loro eventuale acquisizione per i necessari ampliamenti stradali o per la realizzazione di marciapiedi ed altri manufatti attinenti alla agibilità e funzionalità della infrastruttura.

17 N.B.: La distanza DS deve essere intesa non come la distanza dal ciglio strada esistente, ma dal ciglio della stra- da con sezione prevista in progetto in relazione alla sua categoria, come previsto dal Piano dei Servizi. ______

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Sono esclusi dalle prescrizioni di cui al presente comma gli impianti di distribuzione di carburante con relativi ser- vizi connessi, i quali devono rispettare i criteri generali delle norme vigenti in materia.

7.1.1.2. - Opere connesse con la funzionalità della rete viaria e sotto-servizi tecnologici carreggiate, marciapiedi, banchine, parcheggi ecc. opere di verde e di arredo stradale; opere di ambientazione dell’infrastruttura e di mitigazione degli impatti da essa generati; percorsi pedonali e piste ciclabili; impianti di distribuzione del carburante e servizi connessi (commercio e somministrazione di ali- menti e di bevande; officine di riparazione); cabine di distribuzione elettrica; sostegni di linee telefoniche e telegrafiche; reti idriche; reti fognanti; canalizzazioni irrigue; pozzi; metanodotti e gasdotti;

7.1.1.3. - Dominio sciabile La tavola R.01 "Carta dei vincoli" , individua distintamente due perimetri del demanio sciabile:

Sci alpino Nell’ambito della messa a sistema delle aree agricole e delle aree naturali protette con lo sfruttamento sciistico sportivo del territorio, il perimetro definito “dominio sciabile”, in coerenza con le prescrizioni dei piani sovraor- dinati, include gli spazi riservati alla realizzazione di attrezzature e impianti per lo sviluppo turistico sportivo con- nesso con la pratica dello sci. Solo all’interno di tale perimetro è consentito realizzare o modificare impianti, sistemi di innevamento e piste, previa verifica di assoggettabilità a valutazione d’incidenza. Impianti e piste non utilizzate dovranno essere smantellate, provvedendo contestualmente alla riqualificazione dell’area, prima della realizzazione di nuovi impianti ed in ogni caso entro tre anni dalla loro dismissione.

Sci nordico. A Santa Caterina i percorsi relativi allo sci nordico si svolgono prevalentemente in ambiti di elevata naturalità e pregio paesaggistico all’interno dei quali è prevista l’inedificabilità. I tracciati delle piste di sci da fondo sono riportati sul Piano dei Servizi, mentre le fasce di rispetto fanno parte dei contenuti della Tavola R.01 "Carta dei vincoli" . Lungo le piste di sci di fondo non è comunque consentita la realizzazione di alcun tipo di recinzione o barriera ad una distanza inferiore a m 8,00 dall'asse del tracciato. Cfr. anche “Prescrizioni integrative dell’obiettivo 1.A del PTRA” riportate al punto 5.10.7.1. - PTRA: obiettivo 1.A - Riqualificazione dei domini sciabili

Ampliamento delle piste da sci Dovrà essere effettuata apposita valutazione di incidenza sui singoli progetti al fine di analizzare dettagliatamen- te tutti gli aspetti vegetazionali e faunistici.

7.1.1.4. - Ambiti di degrado paesistico In coerenza con le disposizioni del Piano d’Area (PTRA MAV), il PGT riprende la perimetrazione del comparto che si estende dall’impianto di biomassa all’ingresso di Santa Caterina e che include il parcheggio in fase di comple- tamento, la stazione di partenza dell’impianto di risalita, il ponte della Pista Compagnoni al fine di sottoporre unitariamente l’intero ambito alle disposizioni del “Progetto Urbano” di cui all’art. delle NtA del Documento di Piano, in coordinamento con la Provincia, la CM e il Parco Nazionale dello Stelvio. Nel caso specifico la finalità del progetto urbano è quello di orientare la mitigazione dell’impatto visivo dei manu- fatti sfruttando la morfologia del terreno, utilizzando materiali locali, tecniche di ingegneria naturalistica in modo

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da offrire al visitatore un nuovo biglietto da visita della stazione turistica e soprattutto mitigare l’impatto percet- tivo dalla ex. SS 300, principale via di accesso al parco e tracciato storico dell’anello del Gavia. Il PGT individua inoltre le seguenti aree di degrado da riqualificare: - le aree interessate dalla presenza dei silos (Cfr. OB 1.B del PTRA) - il dominio sciabile (Cfr. OB 1.A del PTRA) - le aree agricole dismesse (Cfr. OB 1.D del PTRA) - gli edifici tradizionali in abbandono (Cfr. OB 3.B “Tessuto insediativo” del PTRA e l’art. 5.5.3. - Nu- clei di antica formazione del PdR.

7.1.1.5. - Fascia di rispetto cimiteriale Comprende le aree soggette a vincolo “non aedificandi” di cui all’art. 338 del Testo Unico delle Leggi Sanitarie 27 luglio 1934, n. 1265 e della Legge 17 ottobre 1957, n. 938; in essa è consentita la realizzazione delle opere di ur- banizzazione primaria, spazi verdi alberati, parcheggi, strade di accesso, percorsi e spazi di sosta pedonali, attrez- zati con gli elementi minimi di arredo urbano, nonché impianti tecnologici (cabine dei servizi di rete, impianti per telecomunicazioni, ecc.). Sono invece vietate le costruzioni di qualsiasi tipo e destinazione, ad eccezione di chioschi per la vendita di fiori ed oggetti inerenti la funzione cimiteriale e di culto, subordinati a concessione da parte comunale eventualmente rinnovabile, purché temporanee, amovibili e non incorporate nel terreno, ai sensi di quanto disposto dalla nor- mativa vigente in materia.

7.1.1.6. - Fasce di rispetto delle linee elettriche La tavola R.01 "Carta dei vincoli" individua le linee elettriche di alta tensione e ne riporta le fasce di rispetto con valore di massima. Comprende le aree destinate alla protezione delle linee elettriche ad alta tensione, entro le quali interventi di nuova edificazione o ampliamenti di edifici esistenti sono da realizzarsi, quando consentiti, nel rispetto della rela- tiva specifica normativa. In adeguamento al subentrato D.P.C.M dell’8 luglio 2003 “Fissazione dei limiti di esposizione, dei valori di atten- zione e degli obiettivi di qualità per la protezione della popolazione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici generati a frequenze comprese tra 100 kHz e 300 GHz.”, le indicazioni sulle tavole grafiche del Documento di Piano degli elettrodotti ed i relativi rispetti hanno valore di segnalazione e quindi puramente indicativo, in quanto ogni intervento edilizio in prossimità di tali infrastrutture dovrà farsi carico della dimostra- zione del rispetto dei limiti di esposizione, del valori di attenzione e degli obbiettivi di qualità previsti dal succitato DPCM. Indicazioni più puntuali saranno fornite ai comuni dalla Provincia, non appena sarà disponibile la mappa in fase di elaborazione sulla scorta delle indicazioni fornite dagli Enti Gestori.

7.1.1.7. - Impianti fissi per le telecomunicazioni e per la radiotelevisione (Cfr. DGR 11 dicembre 2001 nº 7/7351) Il piano delle regole persegue l’obiettivo di ridurre l’esposizione della popolazione a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici tramite: a) individuazione delle fasce di rispetto e osservanza degli obbiettivi di qualità previste dalla normativa vigente, sia per le nuove edificazioni, sia per i nuovi impianti nei confronti delle costruzioni già esistenti. b) risanamento di aree sensibili; c) delocalizzazione incentivata delle stazioni radio-base; d) minimizzazione percettiva delle nuove installazioni e compensazione del pregiudizio paesaggistico non elimi- nabile, fatta salva la dimostrazione documentata della loro effettiva, attuale e concreta necessità. Gli impianti di telecomunicazione sono vietati: a) nei tessuti consolidati a prevalente funzione residenziale o a servizi collettivi e in una fascia di rispetto di 200 metri dal perimetro dei tessuti consolidati; b) in aree destinate ad attrezzature sanitarie, assistenziali, scolastiche religiose e sportive; c) su edifici scolastici, socio-sanitari, classificati di interesse storico-architettonico e monumentale, o di pregio storico, culturale e testimoniale ed in un perimetro di 75 mt. da tali edifici. Nelle isopercettive sono comun- que vietate verticalità isolate.

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L’installazione deve essere realizzata in conformità alla legge regionale 11 maggio 2001 nº 11 e deve minimizzare l’esposizione delle persone a campi magnetici. Per le disposizioni relative si rinvia all’apposito Piano di Settore. in particolare: entro il limite di 100 metri dal perimetro di proprietà di asili, scuole, ospedali, case di cura e residenze per an- ziani (zone di particolare tutela) non è consentito installare impianti con potenza totale ai connettori d’antenna superiore a 300 watt. all’interno del continuo urbano delimitato, per ciascun nucleo o centro abitato, sulle tavole di Piano (ovvero aree già edificate con continuità; si intendono escluse le case sparse), non è consentito installare impianti con potenza totale ai connettori d’antenna superiore a 1.000 watt. La tavola “E.01 – Individuazione aree per l’installazione di impianti per le telecomunicazioni e la radio televisione“ del Piano delle Regole individua comunque gli ambiti all’interno dei quali l’Amministrazione comunale prevede il trasferimento degli impianti esistenti e l’ubicazione degli eventuali nuovi.

7.1.1.8. - Fasce di rispetto delle strutture zootecniche La tavola R.01 "Carta dei vincoli" , individua il perimetro delle aree a prevalente destinazione turistico residenzia- le all'interno del quale è inibita la realizzazione di nuove strutture zootecniche. Essi, Infatti, dovranno essere realizzati su aree appositamente attrezzate e individuate dal Piano delle Regole (Cfr. 5.10.6. - AGR_Z – Aree agricole per l’insediamento di strutture zootecniche) in coerenza con le disposizioni dell'art. 48 delle NtA del Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Sondrio (PTCP). Per le strutture già esistenti si presentano invece due diverse situazioni:

strutture prossime all'abitato, interne al perimetro: • sono consentiti esclusivamente interventi di manutenzione (ordinaria e straordinaria) con incrementi massimi del 10% della Superficie Coperta (SC) e nessun sopralzo; la dismissione della struttura comporta la demolizio- ne ed il ripristino e risanamento dei luoghi;

strutture che si trovano all'esterno di tale perimetro • ma non già ricomprese nelle aree di cui al punto 5.10.6. - AGR_Z – Aree agricole per l’insediamento di struttu- re zootecniche: gli interventi consentiti sono limitati ad un ampliamento massimo del 20% della Superficie Coperta (SC), senza sopralzo della struttura esistente. Tutti gli interventi di cui sopra devono comunque garantire il miglioramento del decoro dell'area a insindacabile giudizio della Commissione per il Paesaggio e, ovviamente, attenersi alle specifiche normative di legge (ASL e ARPA).

ARTICOLO 7.2. - (VINCOLI DI CARATTERE AMBIENTALE PAESAGGISTICO)

7.2.1. - VINCOLI RELATIVI AGLI IMMOBILI ASSOGGETTATI A TUTELA.

7.2.1.1. - Beni storico-artistico-monumentali Sono soggetti alla disciplina del presente articolo gli edifici storici, religiosi, civili, militari, rurali, ville, parchi e giardini storici, edifici di archeologia industriale (es mulini), luoghi e scenari della memoria storica, i tracciati sto- rici e loro ambiti paesistici e spaziali di pertinenza, testimonianze significative della storia e della cultura, che co- stituiscono emergenze puntuali. Si tratta sia quelli vincolati ai sensi del d.lgs. 22 gennaio 2004 n. 42, sia quelli ritenuti di valore stori- co-architettonico, individuati negli elaborati del presente PGT (Cfr. RNS.01 “Abaco dei valori dell’abitato ed elementi della memoria”, RNS.02 "Criteri d’intervento all’interno dei nuclei di antica formazione" RNS.03 “Schede analitiche edifici nei nuclei di antica formazione”). Le modalità di intervento sui beni storico artistico monumentale seguono innanzitutto le disposizioni di cui al testo unico (D.lgs 22/01/2004, nº 42 e s.m.i.) (Cfr. 4.1.1. - Codice dei Beni culturali e del Paesaggio, quindi i criteri d’intervento previsti per i manufatti di cui al punto 5.3.1. - (Modalità d’intervento sugli edifici di interesse pae- saggistico ambientale o storico culturale).

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7.2.1.2. - Fasce di rispetto delle aree di potenziale interesse archeologico. Nelle more della predisposizione di uno specifico approfondito studio archeologico, la tavola R.01 "Carta dei vin- coli" , individua ampie fasce cautelative nei confronti del potenziale rischio di manomissione degli ambiti di po- tenziale interesse archeologico individuate sulla scorta delle indagini riportate sulla Tavola 4.4.4. – “Carta del Rischio Archeologico”. Esse includono i nuclei di antica formazione, i monumenti, i siti della memoria, i sentieri storici, mentre alcune parti, seppure di elevato interesse archeologico, non sono rappresentabili compiutamente sulla tavola R.01 "Car- ta dei vincoli" per la presenza di trincee, fortificazioni e diffusi reperti bellici risalenti alla Grande Guerra. All'interno delle fasce di potenziale interesse archeologico tutti i lavori che comportino scavi, rimozione ed asportazione di terreno, devono essere preceduti da un rilievo in grado di rappresentare dettagliatamente le su- perfici ed i volumi interessati dall'intervento. Tale elaborato dovrà essere trasmesso, tramite il Comune, alla competente Soprintendenza per i Beni Archeolo- gici della Lombardia al fine di valutare la necessità di eventuali monitoraggi prima e durante l'esecuzione dei lavo- ri.

7.2.1.3. - Tutela del verde Il patrimonio vegetale, pubblico e privato, costituisce un sistema unitario che si estende ben oltre i confini del comune e rappresenta il tessuto connettivo di fondamentale importanza per l'ambiente e la biodiversità Le norme di seguito riportate intendono tuttavia disciplinare sia le aree a verde privato vincolato, sia quella parte del patrimonio verde che si trova nel contesto del tessuto urbano consolidato e nelle aree di prossima trasforma- zione. Particolare cura deve essere riservata alla tutela degli alberi ad alto fusto, singoli, in gruppo o in filare, nonché alle siepi boscate o a quelle solamente arbustive, poste all’interno di proprietà pubbliche, di proprietà private (giardini, broli e parchi) o nel libero paesaggio, ad eccezione delle attività vivaistiche, delle coltivazioni e dei bo- schi, secondo la definizione normativa, che sono già sottoposti a normative specifiche per quanto attiene al taglio o al rimboschimento (PIF e Parco Nazionale). In particolare: è vietato abbattere, distruggere, danneggiare o compromettere in qualsivoglia modo la sopravvi- venza degli alberi e delle siepi boscate. Per danni e compromissioni si intendono in senso lato anche le alterazioni della zona esplorata dalle radici, in particolare le modificazioni dovute a impermeabilizzazione della superficie del terreno; compattazione della su- perficie del terreno dovuta al passaggio di automezzi o al deposito di materiali; esecuzione di scavi che possono determinare la recisione di parte dell’apparato radicale; innalzamento o abbassamento del livello originario del terreno; deposito o versamento di materiali tossici. Gli scavi da eseguire nella zona interessata dalle radici di alberi d’alto fusto devono avvenire nel rispetto delle distanze prescritte dalla seguente tabella:

Diametro del tronco (a un Distanza di rispetto metro dal suolo) < 10 cm. 1,5 m. 11 - 25 cm. 2,5 m. 26 - 40 cm. 4,0 m. 41 -50 cm. 5,0 m. > 50 cm > = a 4 volte la circonferenza

In sede di permesso di costruire l’amministrazione Comunale, in relazione a comprovate esigenze di progetto e in assenza di razionali alternative, può dettare le precauzioni ed i provvedimenti necessari a minimizzare il danno, ovvero può prescrivere adeguati interventi di compensazione. In ogni caso l’amministrazione può consentire, su richiesta del proprietario interessato e per comprovate moti- vazioni formalmente espresse e documentate, l’abbattimento di alberi d’alto fusto in condizione vegetative e/o di stabilità precarie. Alla richiesta deve essere allegata documentazione fotografica dell’area. In questo caso, entro l’inizio della prima stagione vegetativa successiva all’abbattimento il proprietario è tenuto a reimpiantare, in posizione idonea, l’albero o gli alberi di sostituzione.

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Tutti i progetti relativi a nuove edificazioni in aree all’interno delle quali siano preesistenti vegetazioni tutelate devono essere corredati di planimetria dello stato di fatto e di documentazione fotografica relativa all’area così come si presenta prima dell’intervento. Alla documentazione richiesta deve pertanto essere allegata planimetria in scala adeguata (1:200 e/o 1:100) con- tenente precise indicazioni sugli alberi e gli arbusti esistenti, la loro specie di appartenenza, la collocazione, le dimensioni del tronco e della chioma, il loro stato di conservazione. Le piante da rimuovere o trapiantare devono essere campite nel colore giallo tradizionale. In casi particolari l’amministrazione comunale potrà richiedere altre documentazioni, ivi compresa una perizia agronomica. Sul territorio comunale sono censiti quattro alberi monumentali, beni di interesse sovracomunale recepiti dal PGT ai sensi dell'art. 15 comma 1 della LR 12/2005; il taglio di tali alberi può essere effettuato solo per motivi di incolumità pubblica o per esigenze fitosanitarie, previo adeguato accertamento da parte di tecnico forestale circa l'impossibilità di adottare soluzioni alternative, atteso che prima del taglio dovrà essere data comunicazione agli enti competenti Le soluzioni progettuali indicate nel progetto di concessione edilizia non devono prescindere dalla considerazione degli alberi esistenti, privilegiando la loro conservazione, ove possibile e opportuno; dovranno inoltre avere cura di minimizzare le possibili turbative dell’area esplorata dall’apparato radicale per effetto dei lavori. In fase di istruttoria del progetto gli Uffici competenti possono richiedere o stabilire particolari norme di prote- zione e/o salvaguardia di tutte o di singole piante poste all’interno del lotto edificato. I piani attuativi per la urbanizzazione e trasformazione del suolo, qualunque sia la destinazione d’uso prevista, devono contenere uno specifico progetto del verde privato o comunitario, ovvero, nei casi più semplici, devono stabilire, in sede di convenzione, adeguate prescrizioni progettuali ed esecutive. Per consentire l’esame dei progetti e facilitare il controllo della conformità dell’esecuzione la documentazione grafica ed eventualmente fotografica dovrà riguardare sia lo stato di fatto (tipo e consistenza delle alberature e delle siepi campestri esistenti -rappresentate in un adeguato contesto-, piante eventualmente da rimuovere - indicate in giallo-, localizzazione delle piante di nuova messa a dimora -indicate in rosso- e di quelle da conservare -in verde-, pavimentazioni, arredi, eventuali opere in sottosuolo -drenaggi, scoli, impianti di irrigazione e illumina- zione, movimenti di terra, ecc.-. Per i progetti di maggiore rilevanza dimensionale o ambientale potrà essere ri- chiesta una "relazione tecnico-agronomica, contenente indicazioni circa: - interventi di salvaguardia della vegeta- zione da preservare; - genere, specie delle piante utilizzate per i nuovi impianti; modalità di manutenzione dell’impianto a verde, ecc. Nel caso in cui alberi o parte di essi debbano essere eliminati per prevenire un pericolo, l’intervento deve essere per quanto possibile rapidamente eseguito, e comunque preventivamente segnalato in modo documentato alle competenti autorità per mezzo di presentazione di istanza. Il Sindaco può in ogni caso prescrivere, a seguito di segnalazione dell’Ufficio Tecnico comunale, l’abbattimento di alberi che costituiscano pericolo per l’incolumità delle persone e delle cose. In presenza di strade di intenso traffico e nei lotti a confine con aree a destinazione produttiva è prescritto l'ob- bligo di distribuire e infittire il verde in funzione della formazione di una adeguata barriera al rumore e all'inqui- namento atmosferico, anche derogando dalle prescrizioni precedenti. Non è consentita la realizzazione di orti familiari o coltivazioni orticole a distanza inferiore a metri 10 dalle strade provinciali, a meno che essi non siano collocati in posizione retrostante ad edifici fronteggianti tali strade. Nei lotti che stanno all'incrocio di strade o lungo raccordi stradali non è di norma consentito costruire recinzioni in muratura e siepi che impediscano o limitino in modo rilevante la visuale. L’amministrazione comunale potrà prescrivere oltre che adeguati arretramenti, anche le caratteristiche tecniche e costruttive delle recinzioni da adottarsi nei singoli casi.

Progettazione del verde “Tutti i progetti che attengono alla realizzazione di verde di connessione ambientale, verde di compensazione e verde a parco dovranno essere affidati a gruppi di progettazione che si avvalgono della collaborazione di idonea figura professionale che tenga in considerazione le interferenze dirette ed indirette sugli habitat e le specie di Rete Natura 2000 e sulla rete ecologica”

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ARTICOLO 7.3. - (VINCOLI AMBIENTALI CONNESSI CON LA STRUTTURA GEOMORFOLOGICA DEL TERRITORIO COMUNALE) Lo Studio geologico è parte integrante del PGT per cui ad esso si rinvia per le specificazioni di maggior dettaglio. Parte della normativa cogente è comunque riportata anche al successivo TITOLO 9. - Norme tecniche di fattibilità geologica.

7.3.1.TUTELA DEL SUOLO, DEL SOTTOSUOLO, DELL’ARIA E DELL’ACQUA Nei casi specifici previsti dalle normative di legge vigenti in materia, si rammenta che il rilascio del permesso di costruire è subordinato alla presentazione agli organi competenti di organici progetti per la eliminazione delle fonti di inquinamento. Si rinvia pertanto alle seguenti disposizioni legislative e successive modificazioni e integrazioni:

per l’acqua D.L. 152/99 per l’aria D.P.R. 203/88 per il suolo D.L. 22/97 per l’impatto acustico L.13/2001

7.3.1.1. - Fasce di rispetto delle aree soggette a dissesto idrogeologico Le fasce di rispetto delle aree soggette a dissesto di tipo idrogeologico o del PAI sono regolamentate dagli elabo- rati di carattere geologico che costituiscono parte integrante del Piano di Governo del Territorio (Cfr. TITOLO 9 - NORME TECNICHE DI FATTIBILITÀ GEOLOGICA).

7.3.1.2. - Fascia di rispetto dei corsi d’acqua Relativamente ai tratti di corsi d’acqua dell’elenco individuato dalla deliberazione di Giunta Regionale 25 luglio 1986, n. 4/12028, in applicazione dell’art. 1-quater della legge 8 agosto 1985, n. 431, soggetti a vincolo paesistico ai sensi del d.lgs. 42/04, la zona di rispetto dalle sponde o dal piede d’argine è determinata in mt. 150,00. Nell'ambito delle fasce fluviali è necessario promuovere la conservazione assoluta e la manutenzione delle zone umide e relativo ecosistema, con esclusione di qualsiasi intervento di trasformazione e manomissione, tuttavia è consentita: a) la realizzazione di impianti a rete e manufatti tecnologici di modesta entità; b) la costruzione di piste ciclabili, spazi di sosta e aree attrezzate per attività di tempo libero; c) le opere di difesa del suolo e di difesa idraulica secondo la normativa vigente in materia. Sui corsi d’acqua pubblici, sono vietate le attività indicate all’art. 96 del Regio Decreto n. 523 del 1904 integrato dall’art. 168 della Legge 20 marzo 1985 Nº 2248 – allegato F.

7.3.1.3. - Fasce di rispetto delle acque pubbliche Su tutte le acque pubbliche, così come definite dalla legge 5 gennaio 19994, n° 36, e relativo regolamento, valgo- no le disposizioni di cui al regio decreto 25 luglio 1904, n° 523, e in particolare il divieto di edificazione ad una distanza inferiore ai 10 m, fino all'assunzione del provvedimento di cui ai punti 3 e 5.1 della d.g.r. 25 gennaio 2002, n°7/7868, come modificata dalla d.g.r. 1 agosto 2003, n° 13950; gli interventi ammessi all'interno della summenzionata fascia sono pertanto esclusivamente quelli di cui al D.P.R 6 giugno 2001, n 380, art. 3, lettere a), b), c). (Cfr. anche lo Studio del Reticolo minore)

7.3.1.4. - Aree di salvaguardia delle risorse idriche Attorno alle sorgenti che si trovano sul territorio comunale, con aree di estensione variabile, viene individuata l'ipotetica zona di alimentazione della sorgente, ciò al fine di “assicurare, mantenere, e migliorare le caratteristi- che qualitative delle acque da destinare al consumo umano" (Cfr. artt. 4, 5, 6 e 7 del D.P.R. n. 236, 24 maggio 1988); in particolare ci si dovrà attenere a quanto previsto dai punti 5 – 6 e 7 dell’art. 21 del D.L. nº 152/99 di seguito riportati: La zona di tutela assoluta è l'area immediatamente circostante la captazione che deve essere adeguatamente recintata ed adibita esclusivamente alle opere di presa e agli edifici di servizio. In essa sono vietate attività di qualsiasi genere. ______

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L'estensione di questa zona, ove possibile, deve avere un raggio non inferiore a 10 m. Punto 5) La zona di rispetto è costituita dalla porzione di territorio circostante la zona di tutela assoluta da sot- toporre a vincoli e destinazioni d'uso tali da tutelare qualitativamente e quantitativamente la risorsa idrica captata e può essere suddivisa in zona di rispetto ristretta e zona di rispetto allargata in relazione alla tipolo- gia dell'opera di presa o captazione e alla situazione locale di vulnerabilità e rischio della risorsa. In particolare nella zona di rispetto sono vietati l'insediamento dei seguenti centri di pericolo e lo svolgimento delle seguen- ti attività: a) dispersione di fanghi ed acque reflue, anche se depurati; b) accumulo di concimi chimici, fertilizzanti o pesticidi; c) spandimento di concimi chimici, fertilizzanti o pesticidi, salvo che l'impiego di tali sostanze sia effettuato sulla base delle indicazioni di uno specifico piano di utilizzazione che tenga conto della natura dei suoli, del- le colture compatibili, delle tecniche agronomiche impiegate e della vulnerabilità delle risorse idriche; d) dispersione nel sottosuolo di acque meteoriche proveniente da piazzali e strade; e) aree cimiteriali; f) apertura di cave che possono essere in connessione con la falda; g) apertura di pozzi ad eccezione di quelli che estraggono acque destinate al consumo umano e di quelli fina- lizzati alla variazione della estrazione ed alla protezione delle caratteristiche quali-quantitative della risorsa idrica; h) gestione di rifiuti; i) stoccaggio di prodotti ovvero sostanze chimiche pericolose e sostanze radioattive; l) centri di raccolta, demolizione e rottamazione di autoveicoli; m) pozzi perdenti; n) pascolo e stabulazione di bestiame che ecceda i 170 chilogrammi per ettaro di azoto presente negli effluen- ti, al netto delle perdite di stoccaggio e distribuzione. E' comunque vietata la stabulazione di bestiame nella zona di rispetto ristretta. Punto 6) Per gli insediamenti o le attività di cui al comma 5, preesistenti, ove possibile e comunque ad eccezio- ne delle aree cimiteriali, sono adottate le misure per il loro allontanamento; in ogni caso deve essere garantita la loro messa in sicurezza. Le regioni e le provincie autonome disciplinano, all'interno delle zone di rispetto, le seguenti strutture od attività: a) fognature; b) edilizia residenziale e relative opere di urbanizzazione; c) opere viarie, ferroviarie ed in genere infrastrutture di servizio; d) le pratiche agronomiche e i contenuti dei piani di utilizzazione di cui alla “lettera c” del comma 5. Punto 7) In assenza dell'individuazione da parte della regione della zona di rispetto ai sensi del comma 1, la me- desima ha un'estensione di 200 metri di raggio rispetto al punto di captazione o di derivazione.

7.3.1.5. - Presenza di radon nel sottosuolo (Norma da trasferire nel Regolamento Edilizio) Nel progettare le nuove costruzioni occorre tenere conto della possibile presenza di radon nel sottosuolo e, in tal caso, prevedere l'isolamento ermetico dell'edificio dalle sue fondamenta, la posa di tubi di drenaggio e/o di membrane impermeabili al radon ovvero l'adozione di sistemi tecnici per l'espulsione continua dell'aria conte- nente il radon.

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TITOLO 8. - NORME TRANSITORIE E FINALI

ARTICOLO 8.1. - (DEROGHE) Per la realizzazione di opere pubbliche o di interesse pubblico, nei limiti di cui all’art. 40 della LR 12/2005, il diri- gente, previa deliberazione del consiglio comunale, può derogare alle disposizioni del PGT relative ai limiti di den- sità edilizia, di altezza e di distanza tra fabbricati. Con riguardo ad edifici di proprietà privata, tale facoltà di deroga è ammessa solo a seguito di stipula, e successi- va trascrizione, di un atto di vincolo dell’edificio oggetto di intervento alla destinazione pubblica o d'interesse pubblico.

ARTICOLO 8.2. - (UFFICIO DI PIANO E COMMISSIONE PAESAGGIO) L’ufficio di piano è costituito da una unità organizzativa elementare, ritagliata entro la struttura tecnica comuna- le, che si occupa – sulla base dell’apparato conoscitivo acquisito durante la fase di elaborazione del PGT e sulla scorta delle esperienze e valutazioni che verranno sedimentandosi nella fase di attuazione – di effettuare un con- tinuo monitoraggio dell’attività di governo del territorio. L’ufficio di piano attiva, a cadenza biennale, le campagne di monitoraggio della VAS e redige annualmente un rapporto sull’andamento dell’attività di governo del territorio, che viene inviato al Consiglio comunale e pubblica- to sul sito comunale. La Commissione paesaggio, oltre ai compiti di legge, esercita le funzioni di tutela e valorizzazione del paesaggio locale che le sono demandate dalle norme del presente piano delle regole. ______Cfr. anche le pagine di seguito specificate con la citata voce: Commissione per il Paesaggio; 9; 14; 19; 21; 27; 31; 38; 41; 46; 47; 48; 50; 61; 62; 65; 70; 76; 92 ______

ARTICOLO 8.3. - (NORME GENERALI PER STATO DI FATTO IN CONTRASTO CON LE PREVISIONI DEL PIANO DELLE REGOLE). Gli immobili che, alla data di adozione del Piano delle Regole, risultino in contrasto con quanto stabilito dalle di- sposizioni dello stesso, potranno subire trasformazioni soltanto se finalizzate ad adeguare l’edificio esistente alle norme dell’ambito di appartenenza. Gli interventi ammessi sono pertanto esclusivamente quelli a carattere manutentorio senza cambio della destina- zione d’uso, salvo prescrizioni specifiche derivanti dagli interventi imposti da leggi nazionali o regionali.

ARTICOLO 8.4. - (DISCIPLINA DEL RECUPERO DEI SOTTOTETTI A FINI ABITATIVI) A norma dell’art. 65 della LR 12/05, oltre che per ragioni paesaggistico-ambientali, il PGT prevede il recupero dei sottotetti nel rispetto delle seguenti condizioni: • che la destinazione d’uso del manufatto sia abitativa; • l’incremento massimo (altezza, scaglioni SLP ecc.) non superi quello previsto per ciascun ambito territoriale o l’incremento previsto per il manufatto; • la tipologia del manufatto non rientri (Cfr. 5.2.1.1. - Gruppo A - Edifici di valore monumentale o di particola- re rilevanza architettonica)) nelle fattispecie: 5.2.1.1. - Gruppo A - Edifici di valore monumentale o di particolare rilevanza architettonica)a 5.2.1.2. - Gruppo B - Edifici di rilevanza architettonico – ambientale 5.2.1.3. - Gruppo C – Architetture di rilevanza tipologica • il recupero del sottotetto non comporti sopralzi o alterazioni essenziali della copertura, inserimenti di vi- stosi abbaini o diverso orientamento delle falde del tetto.

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ARTICOLO 8.5. - (REGOLAMENTI ATTUATIVI - NORMA DI CHIUSURA) Entro un anno dall’entrata in vigore del PGT, verificato l’andamento dell’attività edilizia e le ricadute applicative del Piano delle Regole, il Consiglio Comunale può adottare una variante normativa di ‘assestamento’, espressa- mente volta introdurre correttivi allo stesso. Per tutto quanto non esplicitamente disciplinato dal presente piano, si applicano le norme di legge ed i regola- menti vigenti.

ARTICOLO 8.6. - (ABROGAZIONI) L’approvazione in via definitiva delle presenti Norme del Piano delle Regole sostituisce integralmente quelle del Piano Regolatore Generale Comunale approvato in data ______(Cfr Delibera della G.R Nº del ______)

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Cod. UJDU - VLF_PDR_RN01_NtA.docm - TITOLO - Norme transitorie e finali PARTE SECONDA:

DISPOSIZIONI GEOLOGICHE

Di dott. geol. T. Tuia, 2002

Con integrazioni a cura di Gentilini, D’Alessio e Colturi per quanto riguarda i riferimenti alla normativa di settore, l’aggiornamento dell’elenco degli elaborati costitutivi della componente geologica (parte 3) e l’inserimento delle indicazioni sismiche (parte 4)

Giugno 2014

COMUNE DI VALFURVA - PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO - NtA del Piano delle Regole PAGINA 100 DI 134

TITOLO 9. - NORME TECNICHE DI FATTIBILITÀ GEOLOGICA

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Allegati RNA - Perequazione: Schema operativo (soppresso)

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