Università degli Studi di Palermo Dipartimento di Progetto e Costruzione Edilizia AAGAGATHÓNTHÓN

Recupero e Fruizione dei Contesti Antichi Notiziario del Dottorato di Ricerca

2006 Agathón è il notiziario del Dottorato di Ricerca in Recupero e Fruizione dei Contesti A GAT H Ó N Antichi, che documenta la propria attività istituzionale e, con selezione, la presenta alla Notiziario del Dottorato di Ricerca in comunità scientifica. Recupero e Fruizione dei Contesti Antichi Perché Agathón? Agathón è cosa buona, eccellente in tutta l’estensione del significato italiano, qui anche con un lieve senso di ironia, ma soprattutto nel senso di cosa utile, propizia, favorevole, conveniente, efficace. Senz’altro il termine tò agathón vuole indicare che la rivista è un bene, come prodotto, ed è senz’altro utile agli stessi Dottorandi. Il notiziario è strutturato in tre sezioni. Nella prima, denominata Agorá come lo spazio centrale e collettivo della polis greca, sono pubblicati i contributi offerti da illustri studiosi nazionali ed internazionali, esterni all’Università o di altri Atenei, su tematiche umanistiche e scientifiche, che si riferiscono alla letteratura, all’arte, alla storia e all’architettura. Nella seconda sezione, denominata Stoá, l’edificio principe della cultura ellenica, il portico dove il filosofo Zenone insegnava ai suoi discepoli, sono riportati i temi presentati dai Docenti del Collegio di Dottorato, su tematiche che si Dipartimento di Progetto e Costruzione Edilizia, riferiscono all’ambito disciplinare di loro pertinenza. Università degli Studi di Palermo Infine nella terza sezione, denominata Gymnásion, come palestra, luogo del cimento Fondi di Ricerca Scientifica ex 60% che fu della città greca, in cui i giovani si esercitavano nella ginnastica e venivano educati alle arti e alla filosofia, sono riportati alcuni dei contributi presentati dai Dottorandi, come estratti delle loro ricerche in itinere. A cura di Alberto Sposito Questa iniziativa e l’attività editoriale sono state possibili grazie all’impegno del Collegio dei Docenti, in particolare a quello profuso da Maria Clara Ruggieri Tricoli, al Comitato Scientifico lavoro straordinario dei Dottorandi e al supporto indispensabile di tutto il personale Maria Clara Ruggieri Tricoli tecnico ed amministrativo del nostro Dipartimento. Giuseppe De Giovanni Alberto Sposito Maria Luisa Germanà AGORÀ Progetto grafico Giuseppe La Monica Giovanni Battista Prestileo IL RESTAURO NELL’ANTICHITÀ ...... 5 Massimo Ricci Redazione LA CUPOLA DI SANTA MARIA DEL FIORE: IL SISTEMA COSTRUTTIVO ...... 7 Giovanni Prestileo Rocco Caruso Giuliana Russo STOÀ Alberto Sposito Coordinamento e Segreteria L’ATLANTE ARCHEOLOGICO ...... 9 Rocco Caruso Giuseppe De Giovanni Giuliana Russo PERCORSI EXTRAMOENIA: TECNOLOGIE INNOVATIVE PER LA CITTA’ RITROVATA ...... 11

Collegio dei Docenti Fausto Provenzano Prof. arch. Alberto Sposito (Coordinatore) ARCHITETTURA MODERNA NEI CONTESTI ANTICHI ...... 14 Prof. ing. Maria Clara Ruggieri Tricoli Maria Clara Ruggieri Tricoli e RosaMaria Zito (Segretario) CONSERVARE E VALORIZZARE I SITI ARCHEOLOGICI: UNA GRIGLIA TIPOLOGICA ...... 17 Prof. arch. Antonino Alagna Prof. arch. Giuseppe De Giovanni GYMNÁSION Prof. arch. Ernesto Di Natale Rocco Caruso Prof. ing. Francesco Gambino VIRTUAL ARCHAEOLOGY PER LA VALORIZZAZIONE DEI SITI ARCHEOLOGICI...... 23 Prof. arch. Liliana Gargagliano Prof. arch. Maria Luisa Germanà Maria Daniela Tantillo Prof. arch. Alessandra Maniaci BENI CULTURALI E NUOVE TECNOLOGIE: IL CASO SVEDESE ...... 25 Prof. ing. Angelo Milone Giovanni Battista Prestileo Prof. Amedeo Tullio L’OPUS TECTORIUM - PRINCIPALI TECNICHE DI ESECUZIONE ...... 27 Prof. arch. Francesco Asta Giuliana Russo Prof. arch. Giuseppe Guerrera IL CINQUECENTO E L’ARTE DELLO STUCCO: LA RISCOPERTA DELLA TECNICA ROMANA ...... 29 Prof. arch. Marianna Zito Aldo Renato Daniele Accardi I BENI ARCHEOLOGICI ED ETNOANTROPOLOGICI: STRUMENTI PER IL RECUPERO DELL’IDENTITÀ TERRITORIALE E DI RISCATTO SOCIO-ECONOMICO ...... 33 Stampato da OFFSET STUDIO di Angelo Serraino e C. Vanna Lisa Ruggirello Via Principe di Villafranca, 48 A - Palermo LA CARTA DI SIRACUSA, UN DOCUMENTO DI BUON SENSO...... 36 Federica Fernandez Finito di stampare nel mese di Febbraio 2007 I MATERIALI NANOSTRUTTURATI: TECNOLOGIE A CONFRONTO AL CONVEGNO MONDIALE DI SAN FRANCISCO ...... 38 2 DOTTORATO RECUPERO E FRUIZIONE DEI CONTESTI ANTICHI

ATTO ISTITUTIVO

Il Dottorato, supportato dalle Facoltà di Archi- cessarie alla tutela ed alla fruizione; comunque po di indagine prefissato, il programma formati- tettura e di Ingegneria dell’Università di Paler- aree di ambito extra-urbano ed urbano. vo del Corso di Dottorato prevede di dedicare il mo, ha iniziato l’attività nell’Anno Accademico primo anno del triennio alla conoscenza dei me- 1999-2000 in concomitanza con il XIV ciclo dei OBIETTIVI todi di ricerca e degli strumenti di indagine e, Dottorati, continuando poi con i cicli XV, XVI, Il proposto “recupero” dei Contesti Antichi si parallelamente, ad un orientamento di carattere XVII e XVIII. traduce nella rivitalizzazione, nella fruizione, generale sulle tematiche.In particolare, per que- Esso si caratterizza per la sua pluridisciplina- nella musealizzazione, nella gestione e nell’e- ste ultime, il Dottorando dovrà maturare una rietà. Il nucleo scientifico più consistente è co- sercizio, con effetti o ricadute di carattere sia sufficiente consapevolezza delle diverse que- stituito dalle discipline tecnologiche, che tradi- culturale che sociale ed economico. Così, coe- stioni che riguardano il recupero, sia come cam- zionalmente hanno sostenuto la tematica del re- rentemente alle effettive esigenze della comu- po di attività alternativa alla nuova edificazione, cupero come ricerca di strategie, condizioni e nità scientifica mediterranea ed alle richieste sia come atteggiamento sostanzialmente più modalità per il riacquisto di beni che versano in produttive del nostro Paese, questo Corso di conscio di tutte le valenze insite nell’esistente stato di abbandono o di forte precarietà, tutta- Dottorato mira ad una elevata formazione dei costruito. via, intorno a tale nucleo, si articolano altre aree neo-laureati in Architettura e in Ingegneria con i Nel corso del secondo anno il Dottorando, sem- disciplinari, quali la compositiva, l’economica, seguenti obiettivi: pre con la guida del Collegio dei Docenti, dovrà l’urbanistica, la strutturale e l’impiantistica. - contribuire, con analisi tecnologiche legate ai focalizzare un campo di indagine più ristretto ed processi formativi, alla conoscenza, complessa e iniziare ad individuare i possibili ambiti della MOTIVAZIONI pluridisciplinare, che i contesti antichi richiedono propria ricerca, tenendo conto anche delle con- Dalla crisi degli anni Settanta ad oggi, è possibile per il recupero, la conservazione e la fruizione; crete esigenze riscontrabili nella gestione degli notare sia una più ampia ricerca scientifica sui - integrare la cultura umanistica, già consolida- innumerevoli siti storici presenti attorno al Me- beni culturali e ambientali, sia un maggiore inte- ta, con la cultura scientifica, tecnologica e am- diterraneo e –in particolare– nel territorio sici- resse del pubblico verso i contesti antichi; signi- bientale; liano, il quale ultimo costituisce il baricentro, ficativo, anche dal punto di vista finanziario, è il - determinare, con opportune analisi, criteri, pa- non solo geografico, dell’intera area. flusso recentemente registrato di oltre due milio- rametri e stime per una conservazione duratura Il terzo anno prevede il completamento dell’iter ni di visitatori per il sito di Pompei nel 1995. ed adeguata, sia al degrado, sia al contesto spe- formativo, con la definizione del tema e lo svi- Con il termine contesti antichi ci riferiamo a cifico; luppo della tesi di Dottorato, seguita da uno o da quegli insiemi architettonici ed ambientali a for- - mirare alla valorizzazione e alla fruizione dei due tutors, con alcuni momenti programmati di te connotazione storica, che risultano stratificati contesti antichi, ricercandone le implicazioni confronto collegiale. Un momento importante da antica data, spesso sovrapposti, e che occu- museografiche ed economiche. per la formazione dei Dottorandi sarà costituito pano ambiti extra-urbani ed urbani. da un seminario sull’argomento di ciascuna tesi, Tali siti, soprattutto quelli denominati archeolo- RIFERIMENTO TERRITORIALE che ogni Dottorando dovrà organizzare e gestire gici, secondo le più recenti acquisizioni cultura- E LEGISLATIVO (senza escludere gli aspetti logistici) entro il li, sono luoghi in cui è necessario il confronto Per i luoghi di riferimento territoriale, si assu- primo quadrimestre dell’ultimo anno, per appro- disciplinare fra l’archeologia, l’architettura, la mono quelli di ambito mediterraneo, di cui fittare del contributo di esperti e studiosi esterni museologia, l’urbanistica, la geografia, l’econo- all’Objective 1 Regions in the TMR Programme al Collegio dei Docenti, afferenti auspicabil- mia e la tecnologia; ciò non solo per la cono- 1994-1998 of European Commission. mente a diverse aree disciplinari. In tal modo scenza, ma anche per la conservazione, la valo- Dal punto di vista legislativo, la proposta con- verranno favorite le incursioni delle ricerche in rizzazione e la fruizione di questi beni culturali verge con il programma-piano di formazione, ambiti interdisciplinari, con una sinergia di e ambientali. Per avviare un “approccio con- volto alla preparazione di personale tecnico, apporti culturali spesso assente dalle abituali giunto” nella Regione Sicilia, tanto ricca di que- scientifico e gestionale, coerentemente con le fi- occasioni di incontro in ambito accademico. ste risorse, si è proposto di attivare questo Dot- nalità del D.P.C.M. 11/12/1995 sulla “valorizza- torato di Ricerca, che si riferisce ai contesti an- zione dei beni culturali e ambientali”. PROGRAMMI DI RICERCA ATTUATI tichi, comprendenti sia i siti come aree, vincola- Dopo decenni di ricerche sul recupero edilizio, te o vincolabili, di forte e stratificata connota- PROGRAMMA FORMATIVO l’originalità del Corso di Dottorato, qui somma- zione storica, sia quelle adiacenze che sono ne- Considerata la molteplicità e la varietà del cam- riamente descritto, consiste nella possibilità di 3 affrontare i problemi e le strategie del recupero Arch. Giuliana Russo: Prof. ing. Maria Clara Ruggieri Tricoli, Allesti- all’interno di un’ottica maggiormente attenta al- L’arte dello stucco. Dal manoscritto di Pirro Li- mento e Museografia (Segretario);. le realtà mediterranee, alla caratteristica sedi- gorio alla Casina di Pio IVin Vaticano, dall Prof. arch. Antonino Alagna, Riqualificazione mentazione storica di quest’area, ai suoi valori trattato alla pratica; tecnologica e manutenzione edilizia; ambientali e culturali, attuando un approccio in- Arch. Maria Daniela Tantillo: Prof. arch. Giuseppe De Giovanni, Laboratorio terdisciplinare. Ruolo e validità delle tecnologie dell’informa- di Progettazione dell’Architettura; Senza trascurare una piattaforma generale, zione nella gestione dei beni culturali; Prof. arch. Ernesto Di Natale, Laboratorio di importante soprattutto nella prima fase del pro- Arch. Aldo R.D. Accardi: costruzione dell’Architettura; gramma formativo dei Dottorandi, le ricerche La Gestione museale dei siti archeologici sullo Prof. ing. Francesco Gambino, Tecnologia del- guidate dal Collegio dei Docenti vertono soprat- sfondo delle esperienze francesi. l’architettura; tutto sui seguenti argomenti: il contributo dell’a- Prof. arch. Liliana Gargagliano, Estimo ed Eco- nalisi tecnologica, finalizzata alla conserva- PROGRAMMA DIDATTICO nomia dell’Ambiente; zione, al recupero ed alla fruizione, nei processi Le attività didattiche consistono in sequenze Prof. arch. Maria Luisa Germanà, Laboratorio di conoscenza dei contesti antichi; la necessità programmate di seminari, con interventi attinti di Costruzione dell’Architettura; dell’integrazione tra la cultura umanistica e ad ogni tipo di ambito, da quello più strettamen- Prof. arch. Alessandra Maniaci, Restauro am- quella tecnica, il cui conflitto genera non poche te regionale a quello internazionale. Viene ricer- bientale; difficoltà specialmente nella gestione dei siti cato costantemente il contributo di studiosi pro- Prof. ing Angelo Milone, Tecnica del controllo archeologici; l’individuazione di criteri e para- venienti da diverse discipline: topografi, ar- Ambientale; metri di valutazione adeguati alle specificità di cheologi, paleontologi, chimico-fisici, naturali- Prof. Amedeo Tullio, Metodologia della Ricer- particolari contesti e relative forme di degrado; sti, geologi, strutturisti, tecnologi, economisti, ca Archeologica; le potenzialità della fruizione dei contesti anti- direttori di musei, etc. Inoltre I Docenti del Dot- Prof. arch. Francesco Asta, Restauro Urbano; chi, comprese le implicazioni museografiche ed torato, oltre che seguire nella qualità di tutors il Prof. arch. Giuseppe Guerrera, Progettazione economiche ed il sistema di vincoli derivanti lavoro di ricerca dei Dottorandi, provvedono architettonica; dalla particolarità dei beni considerati. abitualmente alla gestione di giornate di studio, Prof. arch. Marianna Zito, Scienza delle costru- A ciascun dottorando sarà assegnato un tutor, secondo i loro diversi interessi e le necessità di zioni. con la integrazione di altri tutors specialisti, an- approfondimento che scaturiscono dalle ricer- che esterni al Collegio dei Docenti. che. STRUTTURE ED ATTREZZATURE I Dottorandi del XV ciclo hanno prodotto le se- Valenza didattica, oltre che formativa, hanno Il Dottorato ha sede presso il Dipartimento di guenti tesi di Dottorato: pure i seminari organizzati dai Dottorandi sugli Progetto e Costruzione Edilizia, Viale delle Arch. Federica Fernandez: argomenti delle singole tesi, previsti per l’ulti- Scienze, 90128, Palermo, tel. 091423800, fax Materiali per un atlante dei siti archeologici: mo anno di Corso ed abitualmente condotti alla 091488562. conoscenza e conservazione delle murature; presenza di tutto il Collegio. Fra le attrezzature a disposizione del Dottorato, Arch. Giovanni Battista Prestileo: Assieme ai seminari, la programmazione del- oltre alla Biblioteca, tra le più antiche, ricche ed Materiali per un atlante dei siti archeologici: l’attività didattica prevede la gestione di labora- ordinate dell’Ateneo, e particolarmente cono- conoscenza e conservazione degli intonaci; tori, intesi come occasione di verifica, proget- sciuta per il cospicuo numero di testi antichi di Arch. Rosa Maria Zito: tuale e sperimentale, dei diversi filoni di ricerca architettura in suo possesso, rammentiamo: il La museografia dei contesti antichi. Il patrimo- che verranno percorsi dai Dottorandi. Laboratorio fotografico, costituito da attrezza- nio archeologico e la sua comunicazione; ture per la ripresa, riproduzione, sviluppo e Arch. Fulvio Lanzarone: COLLEGIO DEI DOCENTI stampa, riprese, proiezioni video; il Laboratorio Livelli di progettazione per i contesti antichi e Il Dottorato è stato fondato dai seguenti Docenti: informatico, costituito da 6 stazioni di lavoro, vigente legislazione. Prof. dott. Angelo Argento, Tecnologia dell’ar- stampanti, plotter, digitizer, scanner, software I Dottorandi del XVI ciclo hanno prodotto le se- chitettura; dedicato, rete locale di circa 30 elaboratori col- guenti tesi di Dottorato: Prof. arch. Francesco Saverio Brancato, Tecno- legati ad Internet attraverso il Centro Universi- Arch. Givanni Lucentini: logia del Recupero Edilizio; tario di Calcolo; il Laboratorio tecnologico co- Le cave di epoca greca e romana in Sicilia: tec- Prof. ing. Pasquale Mancuso, Consolidamento e stituito da: strumenti per le prove di resistenza niche di estrazione, di lavorazione e di trasporto; Adattamento degli Edifici; sui materiali e valutazioni sulle caratteristiche Arch. Vanna Lisa Ruggirello: Prof. ing. Angelo Milone, Fisica Tecnica Am- dei materiali; strumenti per le prove all’esterno Teatri greci e romani: tipologia, morfologia e bientale; (anemometro, termoigrometro, termografo, tecniche costruttive; Prof. ing. Giovanni Palazzo, Tecnica della Pro- sclerometro, flessimetri); apparecchiatura AGE- Arch. Francesca Scalisi: gettazione Urbanistica; MA 730 per la termovisione; camera di invec- Ipotesi di conoscenza, recupero e fruizione delle Prof. arch. Fausto Provenzano, Architettura e chiamento per prove in nebbia salina; proiettore fortificazioni greche in Sicilia; Composizione Architettonica; digitale- strumenti per le prove all’interno (mi- Arch. Roberto Verga: Prof. dott. Francesco Rizzo, Economia ed Esti- croscopio binoculare ed elaboratore digitale; La tecnologia dell’acqua nelle città greche e ro- mo Ambientale; calcimetro per malte ed intonaci; termoigrome- mane: sorgenti, pozzi, acquedotti, cisterne, ba- Prof. ing. Maria Clara Ruggieri Tricoli, Allesti- tro per misurazioni superficiali; bilancia tecni- gni e fontane. mento e Museografia; ca; camera digitale con adattatore ottico per mi- I Dottorandi del XVII ciclo hanno prodotto le Prof. arch. Alberto Sposito, Storia della Tecno- croscopio. seguenti tesi di Dottorato: logia e Restauro Archeologico. Arch. Rocco Caruso: L’attuale Collegio è formato da: “Virtual and augmented reality” per la valoriz- Prof. arch. Alberto Sposito, Tecnologia dell’ar- zazione dell’Acropoli di Gela; chitettura (Coordinatore); 4 AGORÀ IL RESTAURO NELL’ANTICHITÀ agorà

Giuseppe La Monica

l tema riguardante il restauro nell’antichità venti basati sull’innesto al preesistente; tipico Icomprende un ambito considerevolmente esempio è la Chiesa della Martorana a Palermo, ampio, per cui sembra opportuno in questa sede che presenta un impianto originario arabo-nor- restringere il campo all’analisi di tale concetto manno ed una facciata tipicamente barocca. Il inquadrandolo in un preciso periodo storico, più Barocco sarà poi denigrato dai teorici classicisti, precisamente nell’antichità di Roma, nel considerato negazione dell’arte, al contrario del periodo dell’età imperiale. Mi occuperò soprat- Rinascimento, e si riterrà in età classica oppor- tutto dell’antichità romana, perché il restauro tuna l’eliminazione, nei monumenti del passato, architettonico, scultoreo e pittorico che si prati- delle superfetazioni barocche; questa fu la poe- cava a Roma, ed in particolare nell’età impe- tica del già citato Patricolo, il quale auspicò riale, è significativo per diverse ragioni, soprat- anche la demolizione della facciata barocca tutto in quanto nella Roma antica si attuano della Chiesa della Martorana, progetto che for- molte tipologie del restauro, che si sono poi tra- tunatamente non riscontrò approvazione alcuna mandate in epoche successive. e quindi non fu realizzato. Le tipologie fondamentali del restauro che Molte opere, ritenute arabo-normanne, sono oggi individuiamo sono tre, tralasciando in que- in realtà architetture ottocentesche ripristinate sta sede le tipologie intermedie degli altri tipi di analogicamente; il restauro di ripristino avviene restauro ad esse collegate: il restauro conserva- infatti per “analogia”, ricostruendo alla maniera tivo; il restauro innovativo; il restauro ripristina- antica ciò che non è più configurato, nell’intento tivi. Il restauro conservativo è quello più filolo- di ricostituire l’identità originaria del monu- gico e storicistico: è quello che tende a mante- mento, abbattendo le stratificazioni posteriori e nere e conservare l’identità storica del monu- riconfigurando questa identità appunto per “ana- mento così come ci è pervenuta; naturalmente logia” ad altri stili simili. Il risultato era una ciò significa conservare l’identità figurativa e copia di ciò che non esisteva più: la Chiesa della spaziale, e ciò non esclude un intervento struttu- Martorana è l’esempio emblematico di un rale o di pulitura del manufatto, che ne assicuri restauro che non è mai conservativo, ma innova- un arresto dei processi di degrado eventual- tivo in età barocca o ripristinativo in periodo mente in atto. L’identità del monumento può ottocentesco. essere sia univoca sia complessa; ed in molti Le tre tipologie restaurative fin qui succinta- casi essa è proprio complessa, ossia è composta, mente esposte, erano già presenti a Roma in età oltre che dalla parte originaria, anche dalle stra- imperiale. Ci si riferisce a questo preciso ambito tificazioni successive ad essa sovrapposte. Il storico, in quanto nella Roma di Augusto tro- restauro conservativo attribuisce e riconosce viamo una ricchissima produzione artistica ed valore sia alla parte originaria che a quella stra- architettonica, oltre che una volontà di accumu- tificata. lare opere d’arte allo scopo di collezionarle; la Il restauro ripristinativo, invece, ritiene che Roma conquistatrice si imponeva come città l’identità storica dell’opera sia solo nella parte d’arte, avente allo stesso tempo grande potenza originaria e tende quindi a ricomporre le parti militare ed elevato prestigio culturale. La dif- stilistiche primitive, qualora esse fossero man- fusa pratica del collezionismo poneva i pro- chevoli di compiutezza, oppure ad eliminare blemi della conservazione, del restauro e della tutte le stratificazioni successive, in quanto tutela. diverse stilisticamente dalle originarie e dunque Tutte le tipologie del restauro, come già causa di una loro alterazione; personalità emble- detto, vengono sperimentate in questo periodo e matica di questa corrente restaurativa è stato si passa dal restauro strettamente conservativo, soprattutto Viollèt-Le-Duc, ed in Sicilia, nella al ripristino, all’innovazione. Prevale comunque seconda metà del 1800, il Patricolo. nella Roma antica l’ideologia imperialistica, per Il restauro innovativo, infine, non si limita a cui da un lato si conservavano le testimonianze conservare, ma aggiunge del nuovo e cambia antiche degli altri popoli (le opere d’arte trafu- configurazione all’impianto di base, secondo il gate a seguito delle conquiste, oggetti da conser- gusto del periodo storico durante il quale viene vare e salvaguardare), dall’altro lato vi è invece effettuato il restauro. Ne viene fuori un’opera la trasformazione di alcune di tali opere: una complessa e stratificata. Questo tipo di restauro statua di Venere, trafugata e portata a Roma è praticato soprattutto in età barocca, durante la dalla Grecia, venne ad esempio restaurata e tra- quale non si impone un forte principio di con- sformata in statua della Vittoria, mediante servazione, ma troviamo molti esempi di inter- aggiunzione di attributi identificativi, ad 5 Rilievo del Pantheon (© A. Del Greco 2004).

emblema della prevalenza di una ideologia del mezzo di reintegrazione della propria identità potere, di una volontà di “romanizzare” l’iden- che si va perdendo; emerge così il desiderio di tità artistica degli altri popoli. Roma si fa’ così rendere immortale ciò che è caduco. Ed ecco caput mundi, sia in senso ideologico che teolo- quindi come numerosi prodotti artistici della gico. romanità divengono feticci a cui attribuire un La Roma conquistatrice non vuole soppri- culto. mere le culture e le religioni degli altri popoli, Per concludere, da quanto fin qui esposto, ma semmai assorbirle (il Pantheon era un tem- emerge una breve riflessione finale: il restauro è pio che voleva accogliere “tutti gli dèi”) e farle sempre stato sottomesso a motivazioni non solo proprie; emerge così da un lato la volontà di estetiche ma anche e soprattutto ideologiche. Le imprimere nell’identità altrui, l’identità della metodologie di restauro nell’antica Roma sono romanità, dall’altro lato il sincretismo e l’eclet- in fondo le stesse applicate ai giorni nostri; la tismo di Roma, che vuole assimilare anche da moderna concezione del restauro sorge tra la altri patrimoni culturali. La capitale diviene così fine del 1700 e gli inizi del 1800 con il boom un grande contenitore di opere pittoriche, scul- delle scoperte archeologiche (che pongono il toree ed architettoniche, senza pregiudizi di problema del “valore”) e la rivisitazione della alcuna sorta nei confronti delle diverse manife- romanità e della grecità; ma il concetto di stazioni d’arte, e con l’unico limite di volerle restauro è in realtà ben molto più antico, lo tro- porre come segno rappresentativo della potenza viamo già in Leon Battista Alberti, che ne par- imperiale. E si nota come il restauro, dunque, lava nel X libro del suo famoso Trattato. non sia stato per secoli soltanto un problema La lezione che se ne deduce è in primo luogo tecnologico o estetico, ma anche e soprattutto che il restauro, fino alla fine del 1800, non ha un problema di ideologia. Così con Augusto, nel obbedito solamente a regole tecnologiche o passaggio dalla Roma repubblicana alla Roma estetiche, ma soprattutto, come già detto, socio- imperiale, si assiste al ripristino di ben ottanta- logiche ed ideologiche (di natura politica e reli- due templi: la motivazione di questi interventi è giosa). Oggi, rispetto al passato, dovrebbe pre- di natura non estetica, ma ideologica e religiosa: valere la politica della conservazione, anche con regnava la logica della politica contrattualistica un “riuso” del bene architettonico. del do ut des, per cui il restauro era finalizzato Giuseppe Bellafiore, storico dell’arte, ha lun- Palermo, Chiesa della Martorana alla volontà di ingraziarsi gli dèi, omaggiandoli gamente criticato l’intervento progettuale, di grandi opere per condizionarne la volontà e discusso e dibattuto, dell’architetto Giorgio guadagnarne la benevolenza. Grassi nel Teatro di Sagunto, in Spagna, in Giorgio Grassi, restauro del teatro romano di Sagunto, Valencia Altro aspetto del restauro in età romana è l’a- quanto sostenitore di una politica per la “pura 1985-93 (da Casabella n. 636, 1996) spetto magico-feticistico. Assistiamo in questa contemplazione” del monumento storico- epoca all’indoratura di molte statue al fine di archeologico; qui sottolineamo invece che pro- impreziosire il manufatto: l’oggetto artistico prio questa “ruderizzazione” portata agli estremi diviene emblema di idolatria. La pratica dell’in- conduce alla morte dei monumenti, i quali al doratura veniva effettuata su ogni sorta di contrario vanno tenuti in condizione di poter oggetto, indipendentemente dal suo valore arti- essere fruiti per essere mantenuti in vita. Ovvio stico, alienandone così l’identità e trasforman- che la fruizione dovrà naturalmente essere com- dolo in oggetto di culto. Si attribuisce infatti patibile con la natura del bene che si vuole con- all’oro una sorta di virtù magica (l’oro, in servare. quanto colore del sole, elemento perenne, era simbolo di immortalità, attribuiva valore magico e durevole all’oggetto), per cui dare l’indoratura non stava solo a significare l’impre- ziosimento del manufatto, ma intendeva anche attribuire simbolicamente una sorta di durevo- lezza all’opera d’arte; ciò era emblema della Il Prof. Giuseppe La Monica è Ordinario di Storia volontà di esorcizzare la crisi del mondo antico, dell’Arte alla Facoltà di Architettura dell’Università l’avvento della fine del periodo imperiale (il tar- degli Studi di Palermo. doantico), circondandosi di oggetti da collezio- nare e far durare (l’oggetto diviene proiezione Il seminario qui esposto è stato tenuto nell’anno 2003, feticistica del soggetto). La volontà di accumu- presso l’Aula Basile del Dipartimento di Progetto e lare e conservare gli oggetti d’ arte si pone come Costruzione Edilizia dell’Università di Palermo. 6

LA CUPOLA DI SANTA MARIA DEL FIORE IL SISTEMA COSTRUTTIVO agorà Massimo Ricci

ell’ambito degli studi condotti sul Brunel- l’alto Patronato del Presidente della Repubblica, Nleschi in merito alla costruzione della cu- del Ministero dei Beni Culturali e dell’Opera del pola della Chiesa di Santa Maria del Fiore a Fi- Duomo di Firenze. Alla conferenza parteciparo- renze, esporrò in questa sede i risultati delle ri- no i docenti della Harvard University che aveva- cerche che mi hanno condotto ad una elebora- no preso parte al progetto, fra i quali i professori zione in scala del Modello della cupola, a segui- Spiro Pollalis, Dan Shodeck e la dott.sa Luciana to delle intuizioni sui metodi costruttivi adottati Burdi. dall’architetto. La progettazione del Modello Le verifiche rese possibili dalla costruzione cominciò nel 1980, mentre la costruzione co- del Modello sono state importantissime. Fra le minciò nel Marzo 1989. Gli studi da me intra- principali, quella relativa alla utilizzazione di presi avevano portato alla formulazione di un “piccole centine a sviluppo parziale” che mosse procedimento costruttivo complesso che, verifi- lungo lo spigolo delle vele, hanno permesso di cato per via “teorica”, doveva essere sperimen- tracciare nello spazio la geometria della Cupola tato anche dal punto di vista artigianale. Per senza utilizzare quelle “a tutto sesto” che non questo motivo fu ideato l’esperimento di costru- era stato possibile utilizzare, per le dimensioni zione del modello a grande scala (1:5), utiliz- che avrebbero avuto (circa m 92 di altezza) ed zando piccoli mattoni perfettamente in scala un costo assolutamente proibitivo. Come si ve- (1:2,5). Il criterio costruttivo era incentrato nel- de nelle foto nel Modello sono state messe in la utilizzazione di tecnologie antiche tradiziona- opera centine il cui sviluppo dorsale è circa un li, rigorosamente identiche a quelle usate ai quinto della altezza reale del Modello. Siccome tempi della costruzione della cupola reale. Il si adopera circa la metà dello sviluppo del dorso metodo di costruzione che ho ideato faceva uso per “definire” la muratura da eseguire, si calcola di strumenti molto semplici, utilizzati dal Bru- che queste furono spostate circa sette volte lun- nelleschi: la corda,il filo a piombo, le “centine go il corso dei lavori. parziali” mobili, “ganci” e “staffe”. Nella Cupola reale si sono trovate le loro Nel 1995 consigliai ai responsabili della So- staffe di stabilizzazione allo spigolo a circa printendenza per il restauro degli affreschi, una “sette livelli” di quota, a conferma sempre della ricerca su eventuali reperti lasciati in opera dal mia l’ipotesi; essa prevedeva l’uso di cordicelle Brunelleschi per la costruzione della Cupola, per la posa in opera di queste centine e per il basandosi su quelli che erano stati messi in ope- tracciamento dello spigolo in extradosso della ra nella costruzione del Modello. Tutti i dispo- Cupola. Con queste corde laterali di spigolo, sitivi indicati furono realmente trovati nella Cu- fissate a quote uguali, era possibile materializ- pola vera sia nel loro posizionamento che nel zare un centro sull’asse principale della Cupola. loro numero, convalidando al di là di ogni dub- Sull’impalcato (piano) di imposta della Cupola, bio la validità del procedimento costruttivo da Brunelleschi aveva disegnata una particolare me ipotizzato. In seguito a questa conferma, curva che ripetuta otto volte dava il disegno di venni chiamato al Convegno organizzato dalla una corolla di un fiore. In realtà si tratta della Harvard University sulla Cattedrale di Firenze “Concoide di Nicomede” una curva nota fino in qualità di esperto sulla tecnologia della Cu- dall’antichità descritta dal Matematico Nicome- pola. Con l’occasione venne costruito un mo- de intorno al primo secolo a.C.. Ponendo il capo dello in scala 1:25 della stessa che ora si trova della cordicella su questa curva e facendola pas- nella sala dei Modelli della Graduate School of sare per il centro definito dalle prime due prima Design di questa Università. indicate (fissate a uguale quota nei due angoli Il successo dell’esposizione della ricerca in relativi alla vela in costruzione), dal lato oppo- questo Convegno fu veramente importante e fu sto di questa era possibile tracciare in tutti i quindi deciso di realizzare un CD ROM su tutta punti la forma della muratura della Cupola e più la Cattedrale di Firenze, per il quale fui nominato precisamente definire l’assetto dei mattoni gui- Consulente Scientifico Principale per la Tecnolo- da a “spinapesce”. Per realizzare i filari a “corda gia generale del Monumento . Il CD ROM dal ti- blanda” ci si serviva della “concoide” e del cen- tolo “Brunelleschi’s Dome” fu presentato a Fi- tro sulla verticale della Cupola definito dalle due renze, a Palazzo Vecchio, il 19 Ottobre 2001, nel cordicelle “di spigolo” fissate sulla “cresta di in- corso di una conferenza che fu organizzata dal- cremento”. Si murava tutto il corso di mattoni a l’Assessorato ai Lavori Pubblici della Provincia quella quota, completando tutti i piani di posa per di Firenze, e dall’Assessorato alla Cultura ed al- tutte le otto vele e poi si poneva un altro mattone l’Urbanistica del Comune di Firenze, ed ottenne nell’angolo, si definiva quindi un altro centro sul- 7 la verticale del Monumento utile alla definizione la reale, confermando ancora una volta la vali- del corso successivo. In questo modo veniva in- dità dell’ipotesi formulata. Nell’angolo della crementata la muratura della Cupola. è evidente Cupola il gancio del reticolo non serviva, in che le “otto creste di marmo bianco” che si vedo- quanto era sostituito dalla cordicella di spigolo no sulla Cupola reale, non sono altro che il rive- che passava al lato della centina, “disassata” per stimento di quelle in mattoni realizzate per met- questo motivo. Questa cordicella materializzava tere in pratica il procedimento costruttivo: altra la bisettrice d’angolo della Cupola. Nella situa- tangibile conferma della correttezza dell’ipotesi. zione reale non si sono trovati ganci del reticolo a Il sistema di tracciamento utilizzato per la geo- conferma totale della mia ipotesi. è evidente che metria generale dell’Opera, fu utilizzato anche nessuno ha spiegata la genesi costruttiva della per il tracciamento delle strutture verticali della Cupola con una analisi così approfondita dei suoi Cupola e più precisamente per definire le facce aspetti fondamentali! e la rastremazione radiale dei “costoloni di spi- Riguardo all’utilizzazione della Concoide di golo e centrali” di quest’ultima. Sempre utiliz- Nocimede, chiamata “Il Fiore di Santa Maria del zando delle cordicelle si dovevano materializ- Fiore”, le prove sono ancora più schiaccianti, in zare dei “piani verticali radiali” a cui apparten- quanto esiste un disegno coevo alla costruzione gono le facce laterali dei costoloni anzidetti. della Cupola, la famosissima pergamena di Gio- Per questo problema si utilizzò un “reticolo Il modello della cupola in fase di costruzione vanni di Gherardo Gherardi, conservata all’Archi- orizzontale” materializzato da cordicelle in vio di Stato di Firenze, nella quale è rappresentata trefola di ferro, fissate su ganci in ferro posti ad questa curva sul piano di imposta della Cupola, una altezza sufficiente rispetto all’impalcato di chiamata “la superficie”. Questa pergamena, che imposta, perchè non lo “toccassero” nell’ attra- riporta dei disegni a colori del cantiere della Cu- versare lo spazio fra due vele contrapposte ( pola, è un documento (forse l’unico) coevo alla lunghezza media = 43,50 metri). Proprio per costruzione, ove sono riportati argomenti tecnici questo motivo si posero all’altezza di m 1,72 riguardanti l’operato del Brunelleschi. circa rispetto al piano della tribunetta che fun- Il documento è noto da circa due secoli ma geva da “mensola” di appoggio per le travi che non era mai stato nè capito nè “decifrato” sia nei uscivano dalle buche pontaie . Se si esegue un grafici che nei testi. Molti studiosi, non riuscen- piccolo calcolo si capisce perfettamente che done a capire i contenuti, lo avevano addirittura questa fu la vera impostazione del lavoro. La considerato una stravagante interpretazione del- buca pontaia è circa cm.60x60 (1bracciox1brac- l’Autore. Conoscendo la regola di costruzione, cio circa),quindi la struttura secondaria dell’im- ho avuto l’aiuto necessario per interpretare con palcato di imposta appoggiata sulle travi princi- molta sicurezza il manoscritto e capire profonda- pali era posta a circa cm 60 dalla tribunetta in mente quanto il Gherardi affermava. Sia il testo altezza. Su queste travature secondarie normali che i disegni, costituiscono una indiscussa prova rispetto alle travi principali erano poggiato il ta- a favore della mia ipotesi, in quanto se ne dise- volato che serviva da piano di lavoro (e di mi- sura). gna lo schema grafico in pianta sull’impalcato di Quindi,con semplici calcoli e considerando imposta della Cupola, chiamato dal Gherardi “la un carico ripartito di circa 800 kg/mq, ne scatu- superficie”. Nella pergamena (ottagono in rosso) riscono delle dimensioni di circa cm 30X20 (es- si vede la concoide ed un punto su questa chia- senza di castagno) . Se si considera lo spessore mato “centro che non è del quinto acuto il quale del tavolato fatto con assi di spessore pari a ha centro all’angoli”. Dalla pergamena è anche cm.5 circa,otteniamo la quota del piano di lavo- possibile accertare il sistema di tracciamento del- ro rispetto alla tribunetta. In tutto sono circa 95 la geometria della Cupola che coincide perfetta- centimetri; essendo i ganci posti a m 1,72 dalla mente con l’ipotesi anzidetta. Un attento ammiratore dell’Ipotesi formulata Il modello 3D della cupola elaborato dal Prof. Ricci tribunetta, le cordicelle che attraversavano l’e- norme vuoto di circa m 45 avevano a disposi- fu Giovanni Michelucci, il quale, nel corso di zione circa cm 70 per la “freccia”, e quindi non due visite fatte al modello intorno al 1990,pochi toccavano sul piano di lavoro, altrimenti non sa- mesi prima di morire, fu così entusiasta della vi- rebbero state precise ed affidabili per il control- sita da esclamare : “la Cupola è una forma che lo della geometria verticale del monumento (an- esibisce se stessa.....è vicina alla Natura ! Grazie goli e costoloni attraverso la materializzazione a questo modello ...prima di morire ...ho potuto dei piani radiali verticali necessari a definirne conoscere il modo con cui Brunelleschi l’ha tutte le facce in corso d’opera). è evidente che costruita....”. se i ganci non fossero stati a questa altezza,l’i- potesi sarebbe stata messa in crisi, ma essendo Il Prof. Massimo Ricci, architetto, è docente presso la questa la situazione sulla cupola reale, l’ipotesi Facoltà di Architettura dell’Università di Firenze. ne esce definitivamente confermata. Il seminario qui esposto è stato tenuto nell’anno 2004, presso l’Aula Magna della Facoltà di Architettura di Con un semplice filo a piombo, riferendolo Enna. proprio a queste cordicelle, era infatti possibile tracciare in verticale la geometria delle facce dei costoloni per tutta la costruzione. Per questo BIBLIOGRAFIA motivo le misure date dal Brunelleschi nella re- M. Ricci, Il Fiore di Santa Maria del Fiore, Alinea, Fi- lazione del 1420 erano utilizzabili solo se esi- renze 1983); steva effettivamente questo reticolo. M. Ricci, L’accusa di Giovanni di Gherardo Gherardi a In questo modo, data la sola misura esterna Filippo Brunelleschi, Salimbeni,- Firenze 1984; M. Ricci, La Cupola di Santa Maria del Fiore: il proce- della larghezza di un costolone, era possibile ri- dimento costruttivo ed il Modello a grande scala, in “Co- cavare tutte le altre: bastava porla come lar- struire in laterizio”, anno 2, n.° 10/89, Edizioni PEG, ghezza di estradosso sul reticolo definito dalle Milano 1989; cordicelle anzidette. Il ruolo dei ganci di questo M. Ricci, Il segreto della Cupola di Santa Maria del Fio- reticolo è stato da me spiegato e comunicato al- re, in “Le Scienze” Scientific American), n.227, Luglio 1987; la Soprintendenza di Firenze (pubblicato nella M. Ricci La Cupola di Santa Maria del Fiore ed il suo rivista Costruire in laterizio, n.10/89), dopo Modello a grande scala, Bollettino Ingegneri della To- che sono stati effettivamente trovati nella Cupo- scana, anno 2002, n.1-2. 8 STOÀ L’ATLANTE ARCHEOLOGICO stoà

Seminari Alberto Sposito

tlante nella mitologia greca è il Titano, invisibile del tempo e dello spazio. Il carattere Afiglio di Giapeto e di Climene, sposo di particolare e l’interesse eccezionale delle carte e Pleione e padre delle Pleiadi. Fu condannato a degli atlanti per un’indagine sulla memoria col- reggere sulle spalle le colonne che separano la lettiva sono dovuti appunto al fatto che i docu- terra dal cielo, per espiare una colpa verso Zeus, menti di questo tipo mettono in evidenza la di cui non è rimasta memoria. Rappresentata già dimensione spaziale delle cose rappresentate, dal sec. VI a.C., in età ellenistica questa figura dimensione che altri documenti tendono a tra- appare inginocchiata sotto il peso di una sfera scurare o almeno a non rendere così esplicita. celeste che regge con le braccia alzate; e con Questo, sebbene la memoria collettiva e tran- tale figurazione è rappresentato il mito anche sgenerazionale, esattamente come la memoria oggi. individuale, collochi sempre i propri ricordi in Il grande geografo olandese, Gerardo Mura- uno spazio determinato e tale localizzazione sia tore fu il primo a dare il nome di atlante ad una importante tanto quanto la localizzazione tem- raccolta di carte geografiche tra il 1585 e il 1595 porale, soprattutto quando si tratta di procedere (Atlas); ma la figura di Atlante era già stata a una ricostruzione del passato”(3). posta a Roma nel 1572 sul frontespizio della Tra tanti atlanti non poteva non essere utile raccolta di carte intitolata “Tavole moderne di pensare ad un atlante archeologico, dei siti Geografia” e curata dall’incisore e stampatore archeologici o di siti archeologici. Vediamone il francese A. Lafreri. Abramo Ortelio chiamò la perché, il cosa e il come. Innanzitutto un atlante sua collezione di carte, disposte in modo siste- dei siti archeologici potrebbe riferirsi semplice- matico per offrire una visione d’insieme del mente ad una serie di semplici carte generali e mondo, Theatrum orbis terrarum, pubblicato particolari che rappresentano i siti che ricadono nel 1574, adottando un titolo che nella prima in una provincia, in una regione o in una parte del Cinquecento trovava frequente nazione, specificandone cronologie, aspetti cul- impiego con vario valore emblematico: il thea- turali, dimensionali, materiali e quanto altro trum, con le sue immagine sceniche, “dava il utile a specificare ciascuno dei siti che sono rap- senso del mondo nella sua ordinata compiutezza presentati. Ben diversa cosa, invece, è la compi- e faceva del lettore quasi uno spettatore”(2). lazione di carte, mappe, schede e altro che si Dunque Atlante è ricorrente termine della carto- riferiscano ad un sito archeologico, specifico e grafia ed indica una raccolta di carte geografi- particolare, e che costituiscano un insieme orga- che, cioè di proiezioni della superficie terreste e nico e sistematico, come un atlante; così per di sue porzioni, fatte con i criteri della scienza e ogni sito potrebbe essere utilmente compilato un della tecnica cartografica. C’è anche un atlante atlante: l’atlante archeologico di Pompei, l’a- celeste, che raccoglie le carte che rappresentano tlante archeologico di Morgantina o l’atlante le posizioni reciproche degli astri nel cielo; ma archeologico di Solunto; o più semplicemente c’è anche un atlante nautico che è quella spe- l’atlante di Pompei, l’atlante di Morgantina, l’a- ciale raccolta di carte nautiche o carte pilota, tlante di Solunto. che contengono con segni convenzionali i dati Perché un atlante? Perché l’atlante, come necessari alla navigazione, e c’è persino un visto in precedenza, è una raccolta di carte, di atlante linguistico, progettato e realizzato dallo planimetrie e schede, che derivano da studi, ana- svizzero Jules Gilliéron (1854-1926) che lo pub- lisi, misurazioni e riferimenti, disposte in modo blicò tra il 1902 e il 1910. sistematico per offrire una visione del sito. è una Krzysztof Pomian così descrive l’atlante: raccolta che registra e comunica una storia assai “Frutto di numerosi viaggi e di spedizioni esplo- complessa, stratificata e pluridimensionale, spa- rative, di misurazioni, di una quantità di studi al ziale (spesso trascurata) e temporale, tanto per- fine di elaborare dei metodi per proiettare su una ché si tratta di cosa del passato, quanto per il superficie piana un settore della superficie del fatto che quelle carte via via nel tempo e con il globo terrestre con i suoi vari accidenti, l’atlante tempo si modificano come la materia che esse registra e trasmette una storia pluridimensionale rappresentano. L’atlante insomma racconta a e assai complessa. Racconta a modo suo un pas- suo modo il passato e il presente del sito, nel- Incisioni raffiguranti la scultura dell’Atlante Farnese, tratte da sato, il passato che termina con la realizzazione l’insieme e nelle sue parti. Vladimiro Valerio, "Historiographic and numerical notes on the dell’atlante. Descrive anche dei paesi, sovente A chi e a cosa serve l’atlante? Come il Thea- Atlante Farnese and its celestial sphere" in Der Globusfreund 35/37, 1987 molto lontani e di difficile accesso. Tramite l’a- trum di Abramo Ortelio, sopra richiamato, l’a- (© Science Museum/Science & Society Picture Library) tlante quindi viene rappresentato anche il lato tlante archeologico per un determinato sito offre 9 al visitatore, turista o studioso, una visione d’in- gravità dei meccanismi di degrado cui general- mente descrivono, segnalano e programmano le sieme e di dettaglio del bene culturale. Così gli mente tali rocce sono soggette. Viene quindi attività necessarie alla conoscenza, alla conser- utenti diventano spettatori di una scena urbana e proposta una classificazione dei vari fenomeni vazione, alla gestione e all’esercizio del sito architettonica, che si descrive, si rappresenta, si di degrado e di dissesto, più frequentemente archeologico: esplica e si commenta in modo più o meno rilevabili nelle murature archeologiche, alle- 1) la carta topografica del sito; approfondito. E a chi è chiamato istituzional- gando una schedatura dei principali fenomeni di 2) la carta storica del sito; mente o professionalmente ad operare nei siti alterazione e degrado delle superfici lapidee. 3) la carta della ricerca archeologica; archeologici, l’atlante serve per gestire tutte le Nella terza parte sono messe in rassegna le 4) la carta delle cronologie; operazioni del progetto, dell’esecuzione, dell’e- più usuali tecniche di indagine diagnostica per 5) la carta dei tipi murari; sercizio, della manutenzione, della valorizza- la caratterizzazione dei materiali lapidei naturali 6) la carta dei dissesti murari; zione e della fruizione; in altri termini l’atlante e lo studio dei meccanismi di degrado in atto, da 7) la carta delle patologie e dei degradi; serve per governare il processo conservativo. effettuare in situ e in laboratorio, e i più recenti 8) le carte delle riconfigurazioni architettoniche Così l’atlante oltre a raccontare il passato del metodi per il monitoraggio dello stato di conser- ed urbane; sito, documenta il presente ed offre possibili e vazione in cui versano i manufatti. In allegato 9) la carta dei restauri operati; futuri scenari d’intervento nel sito stesso; così viene inoltre fornita una schedatura delle princi- 10) la carta delle campionature effettuate per le l’atlante è documento, strumento spaziale e tem- pali tecniche analitiche applicabili per lo studio indagini diagnostiche; porale. delle rocce usate per la costruzione, con un’am- 11) la carta delle urgenze e degli interventi di La ricerca di Federica Fernandez, dal titolo pia bibliografia per ciascuna analisi; come manutenzione. “Materiali per un Atlante dei siti archeologici: esempio, vengono presentati i risultati della Per concludere, la carta è un documento che conoscenza e conservazione delle murature”, e campagna diagnostica, condotta sui materiali sinteticamente riproduce le analisi effettuate e i quella di Giovanni Prestileo dal titolo “Materiali lapidei naturali nei siti di Morgantina e di risultati raggiunti, rappresenta la soprarichia- per un Atlante dei siti archeologici: conoscenza Solunto. mata quadrimensionalità delle conoscenze plu- e conservazione degli intonaci”contribuiscono Infine la parte quarta è dedicata all’individua- ridisciplinari e può assumere una veste tradizio- alla costruzione dell’atlante, fornendo materiale zione delle tecniche d’intervento conservativo nale di tipo cartaceo o, più opportunamente, la sulle murature archeologiche e sugli intonaci. sulle murature archeologiche. In relazione alle forma di un data-base relazionale, interattivo, Brevemente, per inquadrare il tema, si ricorda modalità operative ai fini conservativi, sono ampliabile ed aggiornabile. che negli ultimi anni il crescente interesse sul messi in luce gli aspetti legati alla specificità tema della conservazione dei beni archeologici delle strutture archeologiche, per le quali spesso ha portato ad una serie di interventi su tali non è possibile applicare le tecniche abitual- Il Prof. Alberto Sposito è Ordinario alla Facoltà Architettura dell’Università degli Studi di Palermo, ed monumenti, che di frequente non sono idonei mente in uso per le murature storiche. A tal pro- insegna nelle sedi della Facoltà di Architettura di alle reali necessità. posito sono identificati alcuni criteri operativi Palermo ed Enna. La presentazione qui esposta si riferi- In generale è da rilevare la complessità delle generali per la conservazione dei materiali e la sce ai risultati dei temi di ricerca svolti dagli Archh. F. questioni e dei problemi legati ai siti archeolo- tutela dell’integrità strutturale a partire dallo Fernandez e G. Prestileo, nell’anno 2004. gici, ai suoi monumenti che, allo stato di rudere, scavo, anche alla luce degli errori commessi devono sopportare non solo le intemperie ma negli interventi conservativi del secolo scorso, anche le presenze antropiche. In particolare, le alla copertura delle creste, fino agli interventi di murature archeologiche, pur presentando speci- consolidamento strutturale, e sono prese in ficità che derivano da obiettive esigenze e con- esame le modalità oggi più in uso per gli inter- dizioni ambientali, non ricevono frequenti ed venti conservativi di preconsolidamento, di idonei interventi di consolidamento o di pulitura, di consolidamento e di protezione. restauro. Da qui la necessità di elaborare una Nell’ottica dell’interdisciplinarietà, le ricer- serie di strumenti affinché l’intervento sul bene che della Fernandez e di Prestileo propongono archeologico sia maggiormente controllabile e un metodo che procede per gradi verso una non rischi di apportare ulteriori danni al manu- conoscenza approfondita del manufatto, oggetto fatto. di studio, al fine di indicare le più corrette Il lavoro, svolto dalla Fernandez e da Presti- modalità operative per l’intervento di conserva- leo nel triennio, è esposto in quattro parti od zione; in particolare, la schedatura dello stato di avanzamenti. Nella prima parte vengono illu- conservazione, se effettuata estensivamente su strate le varie operazioni che sono necessarie tutte le murature di un sito archeologico, risulta all’acquisizione dei dati fisici delle murature; un valido strumento di gestione per la manuten- vengono prese in rassegna le tecniche di rilievo zione programmata dell’intero sito. È da segna- e viene proposto un metodo per la registrazione lare infine quanto spazio nella trattazione è dato della consistenza fisica delle murature archeolo- agli aspetti legati alle patologie delle murature giche, attraverso la redazione di schede che ed alla diagnostica delle stesse, per il fatto che documentano lo stato di conservazione delle una corretta diagnosi, basata sulla conoscenza superfici e delle strutture; successivamente sono delle molteplici fenomenologie di alterazione, presentate le principali tipologie murarie e, siano esse superficiali o strutturali, è fondamen- attraverso uno studio delle fonti storiche, viene tale per la scelta dei metodi di intervento sul proposta una classificazione relativa ai princi- manufatto da conservare. Per garantire la qualità pali ritrovamenti archeologici siciliani; infine di tale intervento e per ridurre al minimo il vengono illustrati i risultati dello studio sulle rischio tecnico che proviene da una lettura errata tipologie murarie che sono state rilevate nei siti o superficiale delle patologie, viene segnalato di Morgantina e di Solunto. che gli operatori posseggano le necessarie cono- Nella seconda parte sono esaminate le princi- scenze tecniche. pali patologie ed i degradi dei materiali lapidei Così le analisi sugli aspetti materiali ma NOTE naturali. A tal proposito, vista la stretta correla- anche culturali dei siti archeologici, riferite alle 1) L’articolo riproduce la Presentazione della Tesi di Dot- zione tra i meccanismi di deterioramento della murature, in particolare a quelle di Morgantina e torato presentata dalla Dott.ssa Federica Fernandez nel- materia e gli aspetti legati alle caratteristiche Solunto, e supportate da un’ampia, inedita ed l’anno 2004, dal titolo Materiali per un Atlante dei siti mineralogiche e chimiche della stessa, viene ottima documentazione sia fotografica che gra- archeologici: conoscenza e conservazione delle mura- opportunamente inserito un capitolo sui mate- fica, contribuiscono alla stesura dell’atlante ture. riali lapidei usati per le costruzioni, con un descritto sopra. In particolare sono proponibili 2) cfr. Ugo Tucci, “Atlante”, in Enciclopedia Einaudi, vol. 15 Sistemica, Milano, 1977, pp. 32-57. approfondimento sulle rocce sedimentarie, per per le murature le seguenti carte, con i relativi 3) Pomian K., “Memoria” in Enciclopedia Einaudi, vol. la larga diffusione delle stesse in Sicilia e per la repertori, schede e fotografie, che sistematica- 15, Milano, 1982, pp. 388-396. 10 PERCORSI EXTRAMOENIA TECNOLOGIE INNOVATIVE PER LA CITTÀ RITROVATA

stoà Giuseppe De Giovanni

l processo conoscitivo di un bene culturale e come capacità che ha quel bene di produrre un Iambientale, la cui natura è materiale e imma- beneficio prima di tutto culturale e in seguito teriale, è operazione preliminare alla formula- anche economico per chi possiede quel bene. «Il zione di qualunque azione di intervento e neces- patrimonio culturale –sostiene il geografo sita dell’apporto pluridisciplinare: da quello sto- Vincenzo Guarrasi– è il complesso degli oggetti rico a quello archeologico, da quello tecnologi- cui ciascuna società ha assegnato un valore co a quello geografico ed economico. In quanto [simbolico] costitutivo della propria identità» patrimonio culturale la collettività deve conside- (1). Il Patrimonio culturale, le architetture ritro- rare gli artefatti del passato non come oggetti di vate, le città ritrovate, le aree archeologiche culto ma come promotori di nuovi artifici e di sono «una trama di memoria individuale e col- nuove attività, come la conservazione, la tutela, lettiva –come afferma l’economista Francesco il riuso, il restauro e la fruizione. Rizzo– che allunga la vita, sia pure all’indietro, Nel titolo di questa comunicazione, Percorsi e ci assicura una promessa di immortalità […] Il Extramoenia, è palese l’obiettivo di volere met- valore d’uso delle aree archeologiche, come tere in relazione la città contemporanea con la quello di qualunque bene culturale, consiste nel- città non più esistente e con il territorio su cui l’essere valore di scambio» (2). entrambe insistono, in quanto luoghi vissuti da Quindi da una parte il diritto al consumo del- conoscere in tutta la loro interezza. Il sottotitolo l’opera d’arte da parte del pubblico e dall’altra il dell’intervento, invece, fa intuire che si affronte- valore di scambio che l’opera d’arte offre sia ranno argomenti e aspetti specifici relativi alla come patrimonio culturale sia come valore eco- all’impiego di tecnologie innovative nella pro- nomico. Una valorizzazione che tende al ricono- gettazione di percorsi e itinerari per la città scimento o all’utilizzo del valore del bene ritro- ritrovata. Il ritrovare è relativo alla ricerca di vato, attraverso attività, azioni, proposte, proget- qualcosa occultato, che necessita di un chiari- ti di promozione che mirano a esaltare del bene mento o di un interesse scientifico o intellettua- culturale i suoi pregi e il suo valore storico e cul- le. Nel caso di un bene materiale, come potreb- turale, anche attraverso un suo nuovo uso. Una be essere un artefatto dell’architettura, il ritro- valorizzazione intesa come godimento del bene vare è riferibile al trovare nuovamente nel luogo che vede da una parte l’utente che trae cono- o nello stato di prima quel bene anche in condi- scenza e piacere dal bene, e dall’altra la trasfor- zioni mutate a causa del tempo che è intercorso mazione del bene in fonte di sviluppo economi- prima del suo ritrovamento. Ritrovare un bene, co per il territorio su cui il bene insiste. una architettura, una città significa non il ritro- Strettamente legata al significato di valorizza- vare la città presente, ma ‘mettere in luce’, valo- zione è la fruizione, dal latino fruitio-onis ‘godi- rizzare, liberare dalla stratificazioni del tempo mento, piacere’ o più specificatamente ‘usare l’architettura, la città del passato, che diviene qualcosa per trarne utile o giovamento’. Se così risorsa culturale e valore per la collettività. estendiamo il termine ai beni culturali e ambien- Per tecnologie innovative si intendono tutte le tali la fruizione rappresenta il «momento della procedure, i sistemi costruttivi avanzati, gli ele- messa a disposizione del bene, perché costruisca menti e i nuovi materiali utili a rispondere con la cultura del pubblico e divenga radice della sua soluzioni idonee alle esigenze fruitive e di valo- identità» (3). rizzazione di un bene senza alterarne la natura e Per una corretta fruizione è necessario che si l’aspetto, in una sorta di tacito accordo fra con- rispettino alcuni obiettivi fondamentali: la pre- temporaneità e passato. Prima di entrare nello senza di un itinerario predefinito con distinzione specificio di questa comunicazione, è bene fare dei percorsi storici da quelli di servizio e museo- il punto su due termini ricorrenti e fondamenta- grafici con informazioni didattiche per la lettura li nel processo conoscitivo e conservativo di un del manufatto antico che tengano conto dell’a- bene culturale: la valorizzazione e la fruizione. spetto culturale, formativo e conoscitivo, for- Per valorizzazione s’intende una disciplina nendo informazioni al visitatore, suggerendo o intelligente delle scienze, una critica dei valori ponendo interrogativi; la presenza di elementi che mira a determinare le possibilità per operare funzionali di arredo atti a soddisfare le esigenze scelte idonee, utili alla conservazione del bene. materiali dei fruitori; la ricerca di punti di vista Valorizzazione non solo intesa come attività per che consentano una lettura più attenta del conte- la salvaguardia del bene (per un suo recupero e sto; il rapporto con lo spazio circostante spesso per la sua conservazione e tutela) ma anche incompatibile e di disturbo; la progettazione 11 degli accessi e dei collegamenti che diviene usati da chiatte e battelli per il trasporto del sale ricerca della soluzione più idonea due ordini di parte integrante del graduale passaggio mentale dalle vicine saline. A completare lo splendido problematiche nel rispetto delle esigenze del verso una realtà differente e lontana nel tempo. paesaggio, connubio fra natura e artificio luogo, del visitatore e delle categorie più svan- È da tenere presente, inoltre, che nel recente umano, fanno da sfondo le Isole Egadi di taggiate: D.P.R. n. 503 del 1996, è stato chiarito che gli Favignana, Levanzo e Marettimo, mentre sull’o- - la mobilità (collegamento-trasporto) del aspetti prestazionali della fruibilità devono esse- rizzonte opposto chiude lo scenario il maestoso fruitore-visitatore, che dalla terraferma e da vari re garantiti nei confronti delle persone disabili Monte San Giuliano su cui si adagia Erice. Forte approdi deve raggiungere Mozia; svantaggiate nella mobilità, anche negli immo- e razionale segno geometrico nel territorio è - la visita dell’isola, quasi un percorso circo- bili con valore storico e nelle aree di interesse sicuramente costituito dalle saline, esili costru- lare dalla difficile razionalizzazione, che inizia e archeologico. L’articolo 9 ribadisce ulteriormen- zioni che mediano il passaggio fra mare e terra, termina nell’agglomerato di edifici che ospitano te che tutti gli elementi di arredo nonché le strut- ma anche fra mare, terra e aria (4). la ‘Fondazione Whitaker’ proprietaria dell’isola, ture anche commerciali da ubicare in spazi pub- Su di esse e su Mozia scrive Cesare Brandi: il Museo (che ospita la bellissima statua del blici devono essere fruibili da chiunque; inoltre, «[ornate] di mulini a vento e di tetti di tegole che Giovanetto di Mozia), le case dei custodi e degli le tabelle e i dispositivi segnaletici devono esse- coprono i mucchi di sale; e quando il sale è archeologi, il deposito e i servizi. re istallati in modo da essere agevolmente visi- abbondante, non ci sono tegole sufficienti, Quindi un ‘progetto forte’ in cui le tecnologie bili e leggibili e non essere fonte di intralcio donde, immacolare pendici di sale, come muc- innovative sono indispensabili per la risoluzione anche a persone su sedie a rotelle. Il D.P.R. ha chi di neve. In questo squisito miscuglio di lagu- dei problemi legati all’imbarco, all’approdo e al quindi reso esplicito che il problema dell’acces- na veneta, di sole africano, di mucchi di neve e mezzo più adeguato di trasporto per mare, sibilità e dell’eliminazione delle barriere archi- di mulini a vento olandesi, Mozia sta come un rispondente a varie esigenze, non ultime quelle tettoniche deve estendersi all’intero spazio urba- monumento velato prima della scoperta» (5). per favorire la visita anche ai visitatori con nizzato e ai relativi sistemi di trasporto. Nell’art. Per la posizione strategica e di facile collega- ridotte capacità motorie: un percorso fuori le 4 dello stesso, che ha integrato la normativa pre- mento con la terraferma, Mozia fu scelta come mura della città ritrovata, ma anche fuori le cedente e ha abrogato il D.P.R. n. 384 del 1978, approdo e base commerciale dai mercanti-navi- mura della città moderna, la vicina Marsala, da vengono precisati alcuni criteri progettuali rela- gatori Fenici, che la fondarono alla fine cui il visitatore-viaggiatore giunge. tivi all’adeguamento per l’accessibilità e la visi- dell’VIII secolo a.C., divenendo luogo di transi- tabilità di aree e spazi pubblici oltre che alle to obbligato per le rotte commerciali dirette opere di urbanizzazione a prevalente fruizione verso la Spagna, la Sardegna e l’Italia Centrale. Il Progetto per Mozia pedonale. La presenza dei Greci, con cui i Fenici avevano Il progetto di fruizione, sviluppato in occa- Un aspetto che va maggiormente attenzionato rapporti anche commerciali, per alterne vicende sione di una tesi di laurea (6), oltre ad avanzare è il potenziamento delle caratteristiche attinenti provocò la distruzione di Mozia da parte di una proposta per la risoluzione delle esigenze il comfort ambientale, la sicurezza dei siti e l’a- Dionisio di Siracusa nel 397 a.C. I superstiti, legate alla mobilità, si è interessato anche alla gevole fruibilità degli stessi e delle relative rifugiatisi sulla vicina terraferma, fondarono la soluzione di una più razionale organizzazione attrezzature da parte di tutti i visitatori. città di Lilibeo, l’odierna Marsala. dell’itinerario di visita all’area archeologica con Potenziando la visitabilità e il comfort ambien- La città di Mozia si presentava con una cinta l’indicazione di una serie di servizi (aree di tale nelle aree archeologiche aumenterebbe con- fortificata, ritmata da torri di vedetta, che segui- sosta ombreggiate, panchine, getta-rifiuti, indi- cretamente la possibilità di utilizzazione di que- va il perimetro dell’isola e si apriva a Nord e a catori didattici, ecc.), qui non illustrati ma che sti importanti beni culturali anche da parte delle Sud con due porte di accesso. Dalla Porta Nord fanno parte integrante del progetto. Il nuovo iti- persone anziane e da quelle che, in modo tem- si può raggiungere la terraferma per mezzo di nerario, oltre a razionalizzare la visita, arricchi- poraneo o permanente, risultano svantaggiate una strada sommersa lunga 7 km, conosciuta sce il suo valore d’uso grazie all’impiego di per una ridotta capacità motoria o sensoriale. come ‘strada romana’, la cui larghezza consenti- sistemi illuminanti a fibre ottiche lineari e pun- Occorre, pur nel rispetto dell’identità dei siti, va il transito a due carri affiancati. Poche sono le tiformi. La luce con la tecnologia innovativa uti- predisporre progetti e individuare strategie ope- aree portate alla luce dagli scavi: il Tofet, un san- lizzata costituisce così un nuovo servizio per il rative finalizzate non solo alla manutenzione e tuario a cielo aperto con campo sacro, interes- fruitore, che si troverà facilitato nell’individua- valorizzazione ma a rendere maggiormente visi- sante per i reperti rinvenuti a testimonianza della zione dei percorsi nelle ore precedenti la chiu- tabili questi beni alla maggior parte delle perso- civiltà fenicia presente sull’isola e per i vasi sura del sito. ne, individuando gli itinerari e i sistemi per una funerari contenenti i resti combusti dei sacrifici Per il progetto di mobilità è da sottolineare più agevole visita. umani offerti al dio Baal Hammon; il Santuario, che attualmente il visitatore raggiunge il sito Varie proposte per l’individuazione di ‘strate- scoperto in località Cappiddazzu, un grande archeologico con mezzi non idonei o di fortuna gie operative’ (come le definisce la norma) indi- tempio a pianta tripartita nel senso della lun- (un motoscafo-taxi riciclato dalla laguna veneta, rizzate alla valorizzazione e alla fruizione, sono ghezza; il Quartiere Industriale, caratterizzato le barche da pescatore suggestive ma poco prati- state avanzate dal gruppo di ricerca del da forni ‘a omega’ per la produzione di terrecot- che, un traghetto in metallo), attendendo l’im- Dipartimento di Progetto e Costruzione Edilizia te simili a quelli orientali di Palestina e Siria; il barco in un’area di sosta inesistente e pagando di Palermo, rivolte ad alcuni siti archeologici Cothon, probabilmente un bacino artificiale di un biglietto per il solo trasferimento, poiché presenti in Sicilia (Morgantina, Solunto, Cave di carenaggio in ottimo stato di conservazione, uti- l’accesso al sito di Mozia è gestito dalla Fonda- Cusa, Mozia, ecc.). In questo intervento verrà lizzato come porticciolo interno; l’Abitato, di zione Whitaker con un secondo botteghino. illustrato e descritto un progetto per una città cui poco è stato portato alla luce, visibile per i Gli stessi problemi si ritrovano sull’isola al ritrovata dalla particolare condizione territoriale resti di due case, di cui una presenta un pavi- momento dello sbarco e dell’imbarco per il rien- e morfologica con esigenze fruitive originali e mento con mosaici raffiguranti lotte di animali tro a terra: la mancanza di un molo adeguato e di differenti da quelle presenti in altri siti: l’Isola di reali e fantastici, mentre la seconda, denominata una sosta d’attesa ombreggiata producono disor- San Pantaleo, meglio conosciuta come Mozia. Casa delle Anfore per la presenza al suo interno dinate e caotiche code nei periodi di maggiore L’Isola di Mozia si distende all’interno di una di un deposito di anfore, probabilmente era affollamento. laguna (la Riserva Orientata dello Stagnone nel un’abitazione del quartiere artigianale. Alle esigenze legate alla mobilità si è data comune di Marsala in provincia di Trapani isti- Agli inizi del Novecento Mozia venne acqui- risposta attraverso il progetto di un battello e dei tuita nel 1984) e la sua bellezza è testimone della stata da Giuseppe Whitaker, uomo di cultura che due relatiivi imbarcaderi a terra e sull'isola. Per natura del luogo e delle presenze monumentali condusse i primi scavi e costruì il Museo quanto riguarda l'imbarco a terra e l'accoglienza che contiene. Lo Stagnone è una sorta di laguna, Archeologico. Da allora varie sono state le cam- dei visitatori la proposta avanzata, oltre a preve- protetta dal mare aperto dall’Isola Grande, che pagne di scavo che si sono succedute, una di dere la sistemazione del parcheggio in prossi- racchiude al suo interno le isolette di Mozia, di queste nel 1979 ha portato alla luce una straor- mità di un edificio esistente adibito a bar-risto- Santa Maria e La Scuola. La laguna si estende dinaria scultura greca del V secolo a.C., raffigu- rante, risolve con una struttura in acciaio e pan- per circa 11 km di lunghezza da Marsala fino a rante un giovane con tunica e oggi esposta nel nelli in sandwich coibentati la mancanza di una Punta San Teodoro, presenta una baia con bassi rinnovato Museo. biglietteria per il trasferimento e la visita, forni- fondali che variano da 0,50 a 0,90 metri, con Il progetto di fruizione, per un sito così parti- ta anche di un piccolo punto informazioni e alcuni tratti navigabili profondi circa 1,50 metri, colare circondato dal mare, ha affrontato nella shopping, che nella forma e nella grande coper- 12 tura ad ombrello rovesciato rievoca i mulini a guerite Yourcenar nel suo libro "Memorie di vento dello Stagnone. Adriano" in alcuni appunti in appendice al testo Due passerelle mobili di tipo diportistico (la relativi alla visita condotta dalla scrittrice alla cui progettazione è stata possibile grazie al sup- Villa di Adriano a Tivoli nel lontano 1958: porto tecnico della Ingemar di Milano) permet- "…Ma la Villa (Adriana) ha subìto un cambia- tono l'accesso al battello, assorbendo le varia- mento insidioso; non completo, certo: non si zioni del livello di marea che oscilla intorno ai altera così rapidamente un complesso che è stato 50 centimetri. Sull'isola un pontile in acciaio dolcemente distrutto e creato dai secoli; ma per protetto da teloni amovibili, con due passerelle un errore raro in Italia, alle ricerche e alle opere dello stesso tipo di quelle a terra, ricalca in pian- di consolidamento necessarie si sono aggiunti ta la forma del precedente in conci di tufo, distri- pericolosi “abbellimenti”; sono stati tagliati buendo ordinatamente l'arrivo e l'imbarco dei alcuni ulivi per far posto a un parcheggio indi- visitatori. screto e a un chiosco-bar tipo parco d'esposi- La progettazione del battello ha seguito una zione: cose che fanno del Pecile, della sua metodologia tecnica e tecnologica specifica per nobile solitudine una piazza della stazione. Una la definizione sul tipo di scafo da progettare e fontana di cemento disseta i passanti attraverso sui principali parametri dimensionali da consi- un inutile mascherone di stucco finto antico; un L’Isola di Mozia (volo A.T.A. 1987) derare, per poi individuarne la tipologia costrut- altro, ancor più inutile, adorna la parete della tiva e lo studio funzionale e formale in funzione grande piscina, arricchita da una flottiglia di MOZIA, visitatori nel 2000 della profondità marina e dell'ambiente naturale anatre; sono state copiate, anch'esse in stucco, - Paganti circa 50.000 protetto. statue da giardino greco-romane piuttosto - Non paganti circa 20.000 La proposta avanzata ha individuato in un banali, scelte tra reperti di scavi recenti: non battello a doppia prua con scafo dalla forma 'a meritavano né questo onore né questo disdoro. Servizi presenti trimarano', la soluzione più idonea alle esigenze Sono copie, rifatte in un materiale volgare, gon- - Biglietteria per trasferimento con del movimento negli stretti canali in cui l'ecces- fio, molle; collocate a caso su piedestalli dànno battello (a terra) sivo moto ondoso risulterebbe nocivo per l'am- al malinconico Canopo l'aspetto d'un angolo di - Area archeologica (sull'Isola) biente. Tale scelta è stata resa possibile grazie Cinecittà, dove si è ricostruita per un film l'esi- - Museo alla collaborazione di due giovani designers - Laboratorio archeologico stenza dei Cesari. Non c'è nulla di più fragile nautici, Attilio Albeggiani e Benedetto Inzerillo - Deposito reperti dell'equilibrio dei bei luoghi. Le nostre interpre- che hanno supportato la progettazione tecnica - Alloggio archeologi tazioni lasciano intatti persino i testi, essi - Alloggio custode del battello. La particolare sezione adottata ha sopravvivono ai nostri commenti; ma il minimo - Servizi igienici permesso di avere un giusto dimensionamento restauro imprudente inflitto alle pietre, una - Area di sosta del volume immerso, degli spazi necessari per strada asfaltata che contamina un campo dove l'alloggio dei propulsori inclinabili (sistema da secoli l'erba spuntava in pace creano l'irrepa- Servizi mancanti power trim) per permettere all'imbarcazione la rabile. La bellezza si allontana; l'autenticità - Recinzione delle aree e dei percorsi bidirezionalità ed evitare qualsiasi manovra pure" (7). - Nuovi percorsi all'interno del canale, dei posti a sedere (circa 30 con due stalli per portatori di handicap) e delle Servizi da migliorare dotazioni di bordo. Il battello, a causa della lar- - Imbarcaderi e biglietteria ghezza del canale, che nel punto più stretto è di - Battello 10 metri (con fondali che variano dal 1,50 a 2 - Cartellonistica informativa Giuseppe De Giovanni è professore straordinario alla metri), è stato dimensionato con una lunghezza Facoltà Architettura dell’Università degli Studi di - Illuminazione di 6 metri e una larghezza di 4, per permettere il Palermo, e componente del Collegio del Dottorato di - Arredi passaggio contemporaneo di due battelli. Ricerca in “Recupero e Fruizione dei Contesti Antichi”.

Le Saline dello Stagnone (volo A.T.A. 1987) Conclusioni NOTE Il trasporto, o meglio il trasferimento del frui- 1) Caldo C., Guarrasi V., Beni Culturali e Geografia, tore-visitatore in un luogo di cultura quale un Pàtron Editore, Bologna 1994. sito archeologico, un parco naturale, una riserva, 2) Rizzo F., Economia e politica archeologica, in Atti del ecc., è sicuramente un problema con cui è diffi- Seminario "Archeologia in Luce", Palermo 1996. 3) Gullini G., Archeologia: dalla conoscenza alla cile confrontarsi, anche per le specifiche che conservazione, in AA.VV. "Sylloge Archeologica. ogni caso presenta. Inoltre, il mancato soddisfa- Cultura e processi della conservazione", Palermo 1999. cimento delle più banali esigenze sono aspetti 4) Forse impiantate dagli stessi Fenici, le saline sono che maggiormente deprezzano il valore di scam- citate per la prima volta da un altro viaggiatore, il bio che può avere un sito archeologico. geografo arabo Abu 'Abn Allah Muhammad al Idrisi o El Il tema del collegamento e dei percorsi fuori Edrisi vissuto dal 1100 al 1166, che ne riporta la testimonianza già nel periodo del regno normanno le mura deve produrre nel progettista interessi (1154). Poco sfruttate dai romani, come si evince dagli nuovi nella ricerca della soluzione più adeguata scritti di Plinio il Vecchio, con gli Svevi ritornano ad al singolo caso preso in esame. Questi i presup- essere rivalorizzate e ampliate, anche grazie all'aumento posti per un progetto che ricerca nuovi criteri di del prezzo del sale. In seguito, dopo alterne vicende valorizzazione, anche con l'impiego di tecnolo- storiche, nel 1818 sotto il Regno di Napoli da private gie innovative per risolvere con mezzi idonei, passano a monopolio di stato. Attualmente ne viene mantenuta la loro esistenza e produzione, sebbene non progettati e non improvvisati le esigenze di tutte siano in attività. godimento della città antica, del suo territorio e 5) Brandi C., Sicilia mia, Sellerio, Palermo 1970. del suo mare. 6) Baglio I., Ciotta M., Valorizzazione e fruizione Fruizione e valorizzazione se vengono pen- dell'isola di San Pantaleo (Mozia), tesi di laurea discussa sate e progettate correttamente non possono che alla Facoltà di Architettura dell'Università degli Studi di Palermo, relatore Prof. Arch. G. De Giovanni e fornire risultati tendenti a migliorare e ad accre- correlatore Dott.ssa M. L. Famà nell'A.A. 2000-2001. scere il valore di scambio del bene culturale. A 7) Yourcenar M., Memorie di Adriano, Einaudi, Torino tale proposito, è interessante quanto scrive Mar- 1988, p. 300-301. 13 ARCHITETTURA MODERNA NEI CONTESTI ANTICHI

stoà Fausto Provenzano

Giovanni Prestileo - In Italia, il dibattito su- re con adeguata complessità o semplicità il con- gli interventi nelle città storiche, superate le vi- tenuto simbolico, la trasmissione del senso che sioni neoavanguardiste e gli storicismi postmo- un manufatto, un opera d’arte, un’intera città derni che hanno caratterizzato rispettivamente antica possiede, ed essere al contrario aperti e gli Anni Settanta e Ottanta, sembra essersi disponibili a reinterpretarli, a rileggerli in ma- esaurito su aspetti manualistici e pratiche con- niera connessa alla nostra sensibilità contempo- servative. In questo clima culturale basato su ranea. “certezze” teoriche e prassi filologico-conser- G.P. - Riferendo il progetto ex novo e/o il vative, dobbiamo ritenere chiusa la questione progetto di restauro alla sensibilità contempo- del nuovo nei Centri Storici? ranea, non si corre il rischio di restituire i cen- Fausto Provenzano - La domanda apre un tri storici a riletture non commisurate, moderni- discorso che è quello in fondo del rapporto fra ste nel significato negativo e antistoricistico che la modernità e la storia. Elsa Morante nel suo li- in passato, erroneamente, è stato dato al termi- bro “La storia” dice: “La storia è un’impostura ne? che dura da secoli..”, questa affermazione, così F.P. - Il rischio esiste solo se al concetto di icastica e pessimistica, consente di renderci modernità facciamo corrispondere quella che io conto che nei fatti di natura materiale, cioè nella definisco l’architettura sparata: la cannonata! traduzione materiale della storia tradizional- Cioè di considerare modernità quella volontà mente intesa come movimento universale degli becera, tanto il suo opposto, di voler a tutti i co- uomini e degli avvenimenti, ci riporta in un cer- sti accostare l’ultramoderno all’ultra antico. Il to senso ad un mondo di sogni, cioè viviamo il ragionamento è più complesso ed è insito nel fantasma della storia ogni volta che ci accostia- concetto di modernità, perché evidentemente mo ad un oggetto storico. nell’espressione architettura moderna la moder- La modernità, questa parola di cui tanto si nità sta più nel sostantivo che nell’aggettivo, co- abusa, è così poco moderna perché è astorica; me diceva Leonardo Benevolo tanti anni fa. Al- consiste non tanto nel dovere accostare, a tutti i lora è il termine architettura che va rivisto, sia costi, ai monumenti antichi forme moderne che ci accostiamo ad un’architettura del passato –perché questa potrebbe essere un’esasperazio- sia che parliamo di un’architettura del presente, ne concettuale– quanto nella capacità moderna, poiché il termine ha mutato il suo senso profon- cioè costantemente rinnovata da parte di chi damente in ragione o a favore del concetto di opera in questi settori, di attraversare il corri- complessità. Questo concetto di complessità uti- doio della storia, che nelle sue rappresentazioni lizza della storia i segni della memoria, come materiali ci consente di cambiare costantemente uno dei materiali progettuali. il senso della nostra percezione. Questa mattina, Questa storia la può suddividere in due aspet- prima di incontrarci, guardavo la cortina baroc- ti paralleli, ma oggettivamente distinti: l’uno ca di Palazzo Riso restituita, attraverso un re- che è l’aspetto tecnico, filologico, costruttivo stauro filologico, al suo ruolo di scena urbana delle scienze positive alle quali attengono anche che conclude Piazza Bologni, e mi chiedevo se discipline che competono gli architetti, essen- in realtà stessi osservando il Palazzo Riso o zialmente il restauro; e un altro di natura simbo- l’ombra del Palazzo Riso. Il problema di Palaz- lica, evocativa, immaginativa, interpretativa es- zo Riso è lo stesso che possono offrire il Parte- senzialmente non scientifica, in quanto dotata di none, l’Acropoli, ed in generale i contesti ar- forte soggettività ma non per questo meno fon- cheologici, perché l’esasperazione del concetto data, che è quella del senso, della sfera sensibi- filologico dovrebbe per conseguenza portare ad le. L’uomo vive simbolicamente, l’uomo attri- una ricostruzione, ad una capacità di leggere i buisce ad ogni sua azione, ad ogni suo senso monumenti per come essi erano intelligibili ai una forte carica di rappresentazione, allora dob- contemporanei che li realizzarono, per come es- biamo fondamentalmente renderci conto che ac- si erano moderni quando furono realizzati. costandoci ai materiali dell’antichità il proble- Quest’operazione è assolutamente impossibi- ma della loro rappresentazione, nei confronti le, perché in un certo qual senso tutto il patri- della nostra contemporaneità, è il problema di monio storico dei fatti materiali, dei manufatti cui ci dobbiamo occupare. L’aspetto di natura vengono costantemente precipitati nel tempo, simbolica riguarda l’architetto o l’ingegnere, cioè la caduta nel tempo è una condizione ineli- come figura professionale, mentre l’aspetto del- minabile della vita umana e cadere nel tempo la realtà materiale e del dato storico - prescin- vuol dire non essere più in condizione di legge- dendo da quell’apporto di sensazione e di senso 14 Progetto di M. Nicoletti per la musealizzazione dell’Acropoli di Atene che è estremamente soggettivo - apre la stura a possiede una personale chiave di fruizione, cioè quali erano rivolte. Riferendomi nuovamente a tutte le discipline della conservazione, della ri- una capacità estremamente personale che dipen- Palazzo Riso mi accorgo che la cortina è l’om- cerca, della valorizzazione, dello studio filologi- de dalla formazione, dal gusto, dalla cultura, bra di Palazzo Riso perché la sequenza storica co. dall’esperienza, dall’età, attraverso le quali en- di Palazzo era un mondo a me sconosciuto, e al- G.P. - Una delle due componenti della com- tra a contatto col mondo dei manufatti storici. lora mi posso anche render conto che molte del- plessità evidenziata concerne la trasformazione Possiamo categorizzare che tutto il turismo di le operazioni di ripristino, di salvaguardia, di re- della materia e quindi della storia di un manu- massa al quale si rivolge buona parte dell’inte- cupero, affinché si riconsegni alle prossime ge- fatto; in tale processo il progettista è figura fon- resse economico e di attenzione, nel senso glo- nerazioni, il più possibile autenticamente, il ma- damentale. Tutto ciò quali implicazioni compor- balizzante di un mondo che si apre, ha per nufatto che ci è stato affidato dal tempo è in un ta nel nuovo rapporto tra il manufatto restaura- esempio nei confronti dei manufatti antichi at- certo senso un’operazione di ombre, cioè siamo to e la storia? teggiamenti che fondamentalmente sono di stu- in presenza di una scena teatrale della quale la F.P. - Anni addietro mi si raccontava di un pore infantile per l’uso delle tecnologie antiche, macchina da presa mi inquadra le miserie im- docente di composizione che come prima do- o di tentativo, naturalmente spesse volte mode- piantistiche del backstage, di ciò che sta dietro, manda agli studenti chiedeva “Cosa ti viene in sto, patetico di riscoprire ambienti, luoghi, og- e il risultato confezionato mi appare come mente se vedi un bell’albero?”, e allora qualche getti del passato, usi che ancora conserviamo, o un’ombra credibile. Questi sono gli estremi as- studente rispondeva “Mi viene in mente la na- altre volte la meraviglia per la qualità del lavoro solutamente inconciliabili del massimo di filo- tura … mi viene in mente la meraviglia del artigianale, per i piccoli dettagli del passato; logia, che per esempio pervade una cultura con- creato… mi viene in mente la complessità bio- cioè vuole costantemente riferire il passato al temporanea -facciamo riferimento ai piani parti- logica, l’ecologia etc…”, e il docente ribatteva suo presente, e nel fare questa operazione attiva colareggiati dei centri storici - la quale è così “No. A te deve venire in mente soltanto un pen- un ponte di conoscenza e di comprensione, ma convinta del ruolo che ci spetta di interpreti siero: Quanto bel parquet si può fare da un al- imprime in realtà al suo presente un senso che neutri del passato e di passamano, soggetti sola- bero”, cioè cercava, con una battuta radicale, di fondamentalmente vince rispetto al passato, mente che passano, verso un futuro da coltivare riportare al concetto di trasformazione la cultura perché la caduta nel tempo, nella storia gli im- più che con la memoria con la nostalgia, e la specifica del tecnico. Il tecnico per sua natura pedisce di estraniarsi da quel principio greco nostalgia è un sentimento deteriore che non por- trasforma e la gravità della sua attività consiste dell’idea di progresso della quale l’occidente è ta a nulla, non costruisce, è un sentimento rea- nel fatto di essere cosciente che questa trasfor- completamente intriso, per cui il paragone av- zionario negativo. mazione l’indomani stesso in cui è stata pensa- viene in funzione della contemporaneità. Ciò che passa nella mente di molti urbanisti ta e, peggio ancora, realizzata precipita anch’es- G.P. - Esiste forse un fattore suggestione, che studiano e progettano i piani particolareg- sa nella storia. Cade nel fruire del tempo che at- quasi neoromantico, che induce il fruitore a ri- giati di recupero dei nostri centri storici, che so- tribuirà domani nuovi sensi, dopodomani nuovi percorrere luoghi, contesti antichi valicando il no dei luoghi di grande complessità nella quasi sensi ancora, dopo vent’anni rinnegherà quei limite temporale che lo divide dal passato? impossibilità di essere trattati, è non solo il desi- significati per recuperarli fra cinquant’anni, per F.P. - Credo che pochissima gente avrebbe derio di ricostruire così com’era, ma quasi il di- raggiungere magari fra mille anni la sacralizza- voglia di frequentare la Pompei del giorno pri- spiacere di non potere rianimare questi luoghi e zione acritica. ma della sua distruzione, perché forse scopri- gli stessi soggetti che li abitavano. G.P. - Il recupero è quindi processo di risi- rebbe una città che noi oggi riterremmo barbari- G.P. - Modernità e antichità, passato e pre- gnificazione del manufatto, ma è anche restitu- ca, umida, insalubre. Sicuramente pochissimi sente sono in antitesi? O meglio l’accettazione zione alla fruizione di beni culturali spesso in dei grandi gruppi organizzati americani avrebbe del passato deve essere subordinata alla nega- disuso. In questo contesto complesso e molte- voglia di visitare una piramide del Messico per zione della modernità? plice, cosa significa, oggi, fruire? assistere al sacrificio umano di una bambina, F.P. - NO! Quando negli Anni Venti Le Cor- F.P. - Se il recupero, il recuperare attiene alle perché l’orrore s’impadronirebbe di costoro. busier compie uno splendido viaggio, in giro discipline positivistiche, il termine fruizione Ma queste macchine simboliche della storia per il Mediterraneo, crede che esista un mondo non ha lo stesso senso; perché se attribuiamo al non corrispondono certamente alla maniera con che è europeo ancora mescolato d’oriente che si termine fruizione un senso di natura materiale le quali noi le intendiamo, le guardiamo, le leg- chiama Mediterraneo. A questa sorta di luogo concreto, fruizione significa rendere accessibile, giamo. Probabilmente nemmeno nell’occhio mentale, che non necessariamente corrisponde fruizione significa rendere economicamente colto, smaliziato e capace di salti cronologici con quello geografico, sovrappone la sensibilità vantaggioso, consentire l’accesso. Ma se entria- particolari qual è lo studioso specialista, il quale di un uomo contemporaneo artista. Le Corbu- mo in una dimensione del termine fruizione più entra in un merito di natura tecnica, tecnologi- sier è un uomo che vuole sentire prima di dire e storicizzato dobbiamo oggettivamente rendere co, storico, artistico, e poi ricuce questi aspetti ridisegna il Partenone scoprendo quanto mi- conto del fatto che la fruizione avviene all’inter- materiali ad aspetti immateriali della religione, gliaia di filologi non avevano mai scoperto: il no della capacità sensoriale, percettiva, simboli- dell’organizzazione sociale, ma anche lui non Partenone è un muro corazzato, perché la se- ca, immaginativa di memoria di distinti soggetti riesce a far transitare il senso profondo della quenza delle scanalature, nelle colonne viste di che sono le persone che vedono, che frequenta- maniera con la quale questi oggetti, sia quelli scorcio, porta il risultato di un muro in cemento no, che fruiscono. terribili sacrificali, sia quelli di uso quotidiano, armato corazzato, come se fosse di grandi lastre Allora ciascuno di questi soggetti, se li vo- entrarono nella percezione del senso dell’epoca di lamiera saldate, di una impenetrabilità che gliamo per esempio organizzare per categorie nella quale furono costruiti, e delle persone alle nessun rilievo filologico frontale potrebbe espri- 15 mere; quindi reinventa lo spazio, riattraversa la casa, inventa quel luogo che attraverso quella l’avversario che può essere combattuto sola- con sensi nuovi mai presenti nella mente di chi costruzione si esprimerà. mente in funzione del successo. Quindi l’archi- costruì il Partenone o di chi lo usò per tanti se- Il problema di come operare nei contesti anti- tettura ha un rapporto forte col potere, è stato coli, e nel fare questo è moderno, cioè riattribui- chi è oggettivamente difficilissimo, tanto diffi- sempre così e in Italia non si faranno architettu- sce nuovi sensi a cose antiche, riattribuisce quei cile da essere assolutamente irrisolvibile in li- re fin quando non si scopriranno dei poteri, ed sensi che consentiranno per i prossimi 2000 an- nea teorica, irrisolvibile perché se entriamo nel- essendo scomparsi i poteri è scomparsa l’archi- ni di continuare a studiare la Divina Commedia, la logica di natura di confronto educato, quindi tettura. Che questi poteri poi consentono lo svi- che è un Partenone della lingua, scoprendo al di compatibilità stilistica, cromatica, materica, luppo dell’architettura e nello stesso tempo dia suo interno nessi, relazioni, rapporti, qualità che certamente viviamo un’operazione nella quale una stura ad aspetti più negativi ancora all’ar- non potevano essere scoperte nell’Ottocento, attribuiamo un peso predominante a questa me- chitettura è questione che lascio discutere ai che si sono scoperte nel Novecento e che non si moria, che è il dato storico: che sia una chiesa pantologi, ma a me compete dire che senza po- potranno non scoprire che nel 2200. barocca, che sia una città pregreca di cui sono tere non si fa l’architettura. Tornando ai nostri Questo concetto della modernità attraversa rimaste solo vestigia non ci appartengono più, problemi all’interno del recupero e fruizione dei tutta la cultura, da quando il principio dell’idea ne siamo completamente distinti e separati. contesti antichi, il potere in questi ambiti dipen- di progresso si è impadronito della cultura occi- Allora o attiviamo una “corda civile”, direb- de esclusivamente dalla capacità che ha un sog- dentale. Quest’idea di progresso è stranamente be Pirandello, che ci consente di non turbare, getto di non apparire, di non lasciare traccia del una cifra della cultura occidentale, e sta nelle tuttavia introducendo quei miglioramenti per suo passaggio in quel contesto, se ciò non faces- architetture dell’occidente. Non bisogna evoca- esempio rispetto alla fruizione che sono tipici, se, non avendo sufficiente successo che corro- re il mito del buon selvaggio per dire che il dalla biglietteria, alla recinzione al percorso, bora questa sua presunzione, non verrebbe ac- buon selvaggio era felice, il buon selvaggio è oppure decidiamo che quel luogo è il luogo do- cettato. Questo ci porta a considerare la moder- tra noi, nel senso che c’è una razza umana costi- tato di una genialità che è la sua storia, di cui mi nità come in Italia di fatto non perseguibile, non tuita da soggetti del terzo mondo o di questo no- impadronisco e in maniera barbarica distruggo esistono in Italia, e dico in Italia perché è la na- stro mondo occidentale che sono privi dell’idea per rinnovarlo, per rifondarne un altro; siamo zione che ha la più alta percentuale al mondo di di futuro, che non introducono in ogni loro atto, però così coscienti della nostra esausta condi- patrimonio storico, e a questo enorme stock di scelta, decisione, speranza e desiderio il futuro e zione culturale, cioè del fatto che questo occi- prodotto, di manufatti, di oggetti non corrispon- quindi vivono pacificati da questa particolare e dente non produce più nulla, che siamo morti, e de un’adeguata capacità di potere, per cui da noi acuita sensibilità, che porta alla disperazione sopravviviamo ai consumi e basta, che abbiamo questi patti non avverranno. Non credo di essere della modernità. Questa gente è certamente più acquisito pure una coscienza tragica del non fa- profeta di sventure, ma credo che i galantuomini tranquilla, più felice, non programma e non pro- re che è il rischio di far male. Ci dibattiamo devono coltivare il pessimismo come ultimo dei grammando vive quella condizione mitica del quindi in un problema che non ha soluzione, fra loro lussi. Non è possibile in Italia fare l’archi- paradiso terrestre che, essendo privo di tempo, l’interpretazione soggettiva e artistica la cui la tettura e meno che mai nei contesti antichi. Io era destinato alla felicità. La caduta nel tempo punta più estrema e massima è il Cretto di Burri ho studiato a Venezia, mi sono trasferito a Vene- vuol dire perdere il paradiso terrestre, la moder- a Gibellina antica, punta massima di artisticità, zia perché avevo una passione sfegatata per nità non può che perderlo, perché nella sua an- cioè intenzione soggettiva di un singolo uomo l’architetto, il maestro Carlo Scarpa, che ha la- sia di relazione, il rapporto fra cose antiche e che si arroga il diritto di trasformare la realtà, di sciato a Palermo dei segni, e sono quasi tutti: il cose nuove, alla ricerca costante di come utiliz- calpestare la storia perché la sua sensibilità gli Palazzo Abatellis, parzialmente lo Steri. Molti zare ciò che in realtà è morto per sempre, attiva impone quest’atto, e poi il suo successo profes- ragionando secondo i principi filologicamente un’angoscia che porta all’esperienza delle avan- sionale gli consente tutta quella serie di atti am- radicali del conservatorismo contemporaneo di- guardie. ministrativi seguenti che non avrebbero attivato ranno che lo Steri è un orribile esempio d’inter- G.P. – Il giudizio di valore molto spesso acriti- mai per soggetti di minor successo; oppure a vento, e lo capisco che lo pensano, perché lì c’è co e sacralizzante su tutto ciò che è antico, dipen- quella delicatezza del “faccio, ma non te ne fac- la forza di un grande artista e questa società sen- de forse da valori che il concetto di modernità cio accorgere, l’ho detto, ma quasi non l’ho det- za poteri è diventata una società senza coraggio non ha traslato dal passato, non ha fatto propri? to, ti prego di non criticarmi, perché se stai at- e senza cervello, allora è chiaro che l’avversio- F.P. - Un altro aspetto essenziale della mo- tento neanche lo vedi, oppure ti accorgerai che ne verso chi ha coraggio, cervello e capacità di- dernità è la morte della bellezza, che noi risco- sono entrato in punta di piedi per non disturbare venta assoluta, e si rifugia in condizioni di sto- priamo come chiave di lettura essenziale del- un mondo chiuso e concluso”, che sarebbe l’at- ria non intesa culturalmente come un fatto anco- l’antichità. Non è possibile non leggere l’ogget- teggiamento diciamo fortemente orientato verso ra da interpretare, ma come una cosa che è suc- to antico, dal manufatto al monumento alla la conservazione e la filologia. cessa per sempre, e guai a chi intende metterci città, come luogo della bellezza. Questa bellez- G.P. - Come ci si pone in questa discrasia mano. Molti dei piani particolareggiati per i za era la maniera di far transitare la divinità nel- così radicale? centri storici e soprattutto il PPE di Palermo, la vita quotidiana, il mondo contemporaneo es- F.P. - In realtà non ci si pone, in realtà il per tornare alla nostra situazione più contempo- senzialmente ateo avendo ucciso Dio ha ucciso mondo di oggi non ci consente di operare scelte ranea, sono gli esempi emblematici di una cul- la bellezza, e non la potremo più recuperare, ci se non in funzione dell’autorità che deriva dal tura che non sa sognare, che non sa leggere, che siamo allontanati dalla nostra condizione di successo. Perché il successo mette in una condi- non sa interpretare, che vuole esclusivamente creature di un mondo superiore che mediano, zione che consente l’espressione, così Gehry mantenere, non con il senso della memoria che avendo riferimento all’unicità dell’0nnipotenza può proporre ad un’amministrazione comunale è cosa alta e complessa, ma con il senso della o della perfezione, e quindi abbiamo abbando- una sorta di follia, diciamo una follia lucida che nostalgia che spesso declina nelle orribili frasi nato la bellezza. Di fatto in nessun corso uni- a me piace moltissimo, splendida ma impropo- dell’invidia storica. versitario di composizione si dirà mai bello non nibile sul piano della razionalità. È improponi- bello, sembra che questo sostantivo sia ascrivi- bile ad un’amministrazione che è fatta di sinda- bile addirittura nell’ambito del kitsch, ma noi ci, assessori, capi ripartizioni, urbanisti, edilizia sappiamo che invece la bellezza è l’aspirazione privata, concessioni, appalti. Cioè il nostro tipicamente umana tradotta nel tempo in forme mondo è un mondo artistico, così fortemente diverse. La distanza che ci separa dalla condi- condizionato, apparentemente dai fatti istituzio- zione quasi astorica, cioè priva dell’idea di pro- nali, ma in realtà è esclusivamente condizionato gresso che c’è nel mondo antico, impedisce in dai fatti non disciplinari; la catena infinita di un certo senso l’esercizio della bellezza. Allora difficoltà che un artista sicuramente non possie- se l’architettura è fondamentalmente un mo- de, e che invece l’architetto subisce. Questa re- Il Prof. Fausto Provenzano è Associato alla Facoltà Ingegneria dell’Università degli Studi di Palermo. Il mento della mente, del pensiero che ristruttura, sponsabilità di filiera produttiva che è tipica seminario qui esposto è stato tenuto nell’anno 2000, rimette in unità le relazioni di materiali concet- della trasformazione del territorio, mestiere che presso l’Aula Basile del Dipartimento di Progetto e tuali, i più vari e disparati, dei quali il progetti- ci compete, e che è sempre più criminalizzata, Costruzione Edilizia dell’Università di Palermo. sta si avvale per rifondare il senso di un luogo, in ragione di vicende chiaramente criminogene per reinventare il luogo, e lo reinventa attraver- legate agli abusivismi legate a tutti i problemi L’arch. Giovanni Battista Prestileo è, dall’anno 2004, so il suo manufatto. Stranamente l’architetto fa che possono nascere in questo settore che movi- Dottore di Ricerca in “Recupero e Fruizione dei Contesti costruzioni, case, ma in realtà non inventa quel- menta certamente capitali cospicui, diventa Antichi”, presso l’Università degli Studi di Palermo. 16 CONSERVARE E VALORIZZARE I SITI ARCHEOLOGICI: UNA GRIGLIA TIPOLOGICA

stoà Maria Clara Ruggieri Tricoli e Rosa Maria Zito

li eccessi contemporanei nel pretendere di Presenteremo dunque qui di seguito una casi- Gpresentare al pubblico tutto, subito e sem- stica delle chanches che possono presentarsi nel pre, hanno generato due diversi fenomeni: il campo del processo di conoscenza, conserva- primo, il più grave, che molti documenti archeo- zione e valorizzazione dei siti archeologici, logici siano stati lasciati allo scoperto, laddove ferma restando la nostra opinione che tutti pos- mancavano le energie per tutelarli e presentarli sano essere praticati, secondo i casi e secondo correttamente, o, anche, laddove non esisteva un necessità, anche se, com’è evidente, taluni reale interesse da parte del pubblico, ingene- hanno ormai esaurito la loro funzione storica, rando per la collettività pesi economici immoti- con il procedere di nuove forme di consapevo- vati e quindi, alla lunga, una possibile disaffe- lezza sul valore dei manufatti archeologici e sul- zione per le tematiche stesse della conserva- l’importanza della loro conservazione, possibil- zione. Il secondo, che nel troppo generalizzato mente in situ. discorso su una “valorizzazione” che spesso non La presentazione di tale casistica può essere è tale, si siano perse di vista perfino le categorie - necessarie e realistiche - di tutti i possibili trat- utile ai Dottorandi per un approccio preliminare tamenti delle vestigia archeologiche, i quali, ai problemi della conservazione e valorizzazio- tutti, hanno le proprie motivazioni e la propria ne dei contesti antichi, fermo restando che molte ragione di esistere, sia per la salvaguardia e la delle citate tipologie d’intervento, specie in pre- conservazione dei beni archeologici stessi, sia senza di siti o parchi archeologici di una certa per la salvaguardia del territorio, sia per la complessità, possono essere utilizzate contem- sostenibilità economica di un passato che deve poraneamente e che, in molti casi, i distinguo costantemente fare i conti con il futuro. non sono del tutto facili.

Il sogno di tutte le musealizzazioni: rendere comprensibile l’inte- ro dal frammento (caricatura di Jean-Jacques Sempé, da Hartwig Schmidt).

17 1. Conoscenza di siti, che restano tuttavia non sito è tuttavia dotato di un piccolo museo scavati. (Piddington Roman Museum), ove sono raccol- Molti siti archeologici sono noti nella loro ti i risultati di una trentina di anni di scavi ama- posizione, senza essere mai stati, tuttavia, real- toriali condotti dalla attivissima Upper Nene mente messi in luce. Un caso classico è costituito Archaeological Society e tutta la documenta- dai siti conosciuti attraverso foto aeree, foto ai zione relativa alla adiacente villa romana. raggi infrarossi ed analisi geognostiche. Alcuni di questi, specie in paesi di comprovata tradizione 6. Siti scavati, risseppelliti e solo periodicamen- conservativa, come la Gran Bretagna, vengono te riscoperti. talvolta fatti oggetto di tutela in superficie e Si tratta di un caso particolarmente raro, ma segnalati al pubblico con strumentazioni grafiche esemplare del fatto che il rinterro costituisce e guidistiche. sempre la migliore strategia conservativa, anche nel caso di manufatti di grande pregio ed inte- 2. Siti storicamente noti, e musealizzati pur in resse. Il caso esemplare di questa pratica è costi- assenza di resti. tuito dal sito del Woodchester Pavement (un Il villaggio celtico (archeologia sperimantale) della Butser grande mosaico romano del sec. IV d.C, scoper- Ancient Farm (Hampshire), con, sullo sfondo, la villa romana di È questo il caso, per esempio, dei luoghi ove si Sparsholt ricostruita (foto gentilmente fornita da Alessandro sono svolte alcune celebri battaglie dell’antichità: to da Samuel Lysons nel 1793-94 all’interno del Tricoli, vedi punto 8). non si tratta tanto di musealizzare o, più sempli- cimitero campestre di St. Mary, presso cemente, di conservare delle preesistenze, ma di Woodchester, Gloucester- shire), ricoperto subi- rendere parlante un contesto. Un esempio sempre to dopo lo scavo, ma poi esposto in situ nel citato è quello del Museum und Park Kalkriese 1822, nel 1834, nel 1842, nel 1852, nel 1880, nel (Osnabrück, Niedersachsen, Germania, progetto 1890, nel 1926, nel 1951, quando, nel giro di di Annette Gigon e Mike Guyer, 2002), che nel appena sei settimane, venne visitato da 42.000 sito della Battaglia di Varo ha sapientemente tra- persone, nel 1963, quando i visitatori furono sformato le poche tracce ancora riconoscibili del- 50.000, ed infine nel 1973, quando i visitatori l’evento in una sorta di living theatre, dove il visi- furono addirittura 141.000 in appena cinquanta tatore è conivolto ad interagire con paesaggio, giorni. I danni subiti dal manufatto a seguito dei memoria e suggestivi apparati museografici. ripetuti scavi e rinterri hanno poi suggerito la necessità di un’esposizione sostitutiva in copia 3. Siti scavati e poi ricoperti. (vedi punto 7). In questo caso l’unica forma di memoria col- lettiva è costituita dalla documentazione deposi- 7. Siti scavati (o noti) ricoperti o comunque non tata dagli scavatori in quegli archivi della memo- esposti al pubblico o esposti in rari casi, per i ria che sono le pubblicazioni scientifiche, le sche- quali viene prevista la realizzazione di interven- Lining out attorno ai resti dell’abbazia di Jarrow (Inghilterra). dature, ecc. Si tratta di una conoscenza il più delle ti sostitutivi nei pressi del sito. Tali repliche sono La diverse epoche sono contrassegnate da diversi tipi di marca- tura (vedi punto 9). volte riservata agli addetti ai lavori, ma sempre intese a restituire un’immagine dei manufatti, il suscettibile di ulteriori forme di valorizzazione, più delle volte aderente all’originale solo for- per esempio attraverso le ricostruzioni grafiche o malmente, ma non nei processi tecnologici di virtuali fornite dai musei. realizzazione. Un caso noto è costituito dal Woodche- ster 4. Cantieri aperti. Pavement di cui al punto 6, con la realizzazione Pratica espositiva diffusasi soprattutto negli di una copia, detta Wottom Pavement dai fratelli ultimi anni ed attuata in ispecie per siti destinati al Bob e John Woodward di Wottom, che l’hanno rinterro, appunto per favorirne la conoscenza in eseguita in dieci anni di lavoro fra il 1978 ed il quel lasso di tempo in cui questa è possibile, ma 1988. Tale copia è oggi esposta nell’abbazia di anche per ingenerare affezione nella popolazione Priknash, presso Cranham. Un caso simile si locale, in vista di future sponsorizzazioni e di pos- registra anche in Lussemburgo, con il noto sibili volontariati. Tale pratica è applicata con una Mosaico di Vichten, il cui originale è esposto al certa sistematicità in Gran Bretagna: vedi per Musée National d’Histoire et d’Art du esempio i casi della villa romana di Groundwell Luxembourg, mentre una copia è esposta, ad Ridge (presso Swindon) e di quella di Bradford- memoriam, sul sito. Copie sostitutive, ma di ben on-Avon, entrambe nel Wiltshire, e della villa maggiori dimensioni, possono anche essere con- Il sito di Woodhenge (Wilthshire). Gli elementi cilindrici individua- romana di Whitehall, nel Northamptonshire, siderate quella della grotta di Lascaux no la posizione dei pali di un villaggio preistorico (vedi punto 9). esempi indicativi della cautela con la quale anche (Dordogne, vicino Montignac, Francia), all’in- siti di straordinario interesse vengono affrontati terno del museo Lascaux II (dove la replica delle dall’English Heritage, e di come il “valore” di un cave originali, in particolare della Grande Il Tempio del Foro, ad Augusta Raurica (Svizzera), suggerito attraverso la riconfigurazione lignea del podio e della facciata sito, il significato che esso assume nella coscien- Stanza e della Galleria, consiste in una struttura (vedi punto 10). za collettiva, vadano co-struiti giorno per giorno semi-ipogea in calcestruzzo, realizzata nel 1983, prima di lasciare delle rovine definitivamente le cui pareti sono state modellate sulle esatte disseppellite e di aprirle al pubblico. curve isometriche ottenute dal rilievo della L’andamento di queste prime fasi di cantiere- cava) e quella delle Cave di Altamira, nei pressi museo costituisce una sorta di front-test per di Santillana-do-Mer, in Spagna (nell’omonimo affrontare tutte le decisioni del caso con cognizio- museo progettato da Juan Navarro Baldeweg). ne di causa e per avviare proficuamente un pro- cesso di valorizzazione lungo e complesso. 8. Siti scavati e poi ricoperti, per i quali viene prevista la realizzazione di interventi sostitutivi, 5. Siti scavati e poi ricoperti, ma dotati di museo con caratteristiche di archeologia sperimentale, del sito o di altre forme di memorizzazione. e cioè di riproduzione sia formale che tecnica. Citiamo, per esempio, il caso della villa Tale è il caso del cosiddetto Lopen Pavement romana di Piddington (Northampton- shire, (Lopen, Somerset, Inghil- terra), rinterrato presso Chapel End) che non è più visibile. Il (2001) ma esposto presso la locale chiesa di All

18 Saints in una copia parziale (il cosiddetto loro livello, sottomesso al terreno. Cantharus di Lopen, dal dettaglio prescelto per Pratica utilizzata soprattutto in contesti urbani, la copia), realizzata con parte delle tessere rin- laddove non intralci la mobilità veicolare e pedo- venute sparse sul sito e con sistemi aderenti alle nale. Seppure costituisca un sistema assai diffuso procedure romano-britanne. Per quanto concer- per conservare le memorie archeologiche in vista, ne interi edifici, un caso classico è costituito le comprime nell’ambito angusto dello scavo, dalla villa romana di Sparsholt (Hampshire, lasciandole esposte alla polluzione. Inghilterra), studiata una prima volta nel 1895 e poi più diffusamente messa in luce da David 12. Siti scavati, conservati nel sottosuolo e poi Johnston nel 1965-72. I suoi splendidi mosaici ricoperti con solai calpestabili, eventualmente sono stati trasportati al Winchester Museum e lo dotati di forme di marcatura o di altri scavo è stato risseppellito. In compenso, la villa “segnali”. di Sparsholt è oggi perfettamente visitabile, non Un recente caso di grande interesse, che ben in situ, ovviamente, ma nell’accurata ricostruzio- evidenzia le chanches comunicative di questo Bruxelles, rue de la Bourse, le vetrata a livello della strada con- ne sperimentale che ne è stata fatta presso la vici- sistema anche in contesti urbani di grande densità, sentono di intravedere le rovine archeologiche sottostanti, orga- nizzate nel museo Bruxella 1238 (foto gentilmente fornita dalla na Butser Ancient Farm (Open Air Laboratory è costituito dalla sistemazione museale dell’anfi- prof. Valeria Minucciani, vedi punto 13). for Archaeology) di Chalton. teatro romano di Londinium, ritrovato al di sotto della piazza antistante la Guildhall (Londra). Lo 9. Siti scavati e poi ricoperti, la cui traccia pla- scavo è stato trasformato in un’enorme museo di nimetrica è conservata in situ mediante proce- presentazione dei resti, coperto con una soletta dure di “marcatura” o lining out. sorretta da giganteschi travoni, che a sua volta Una presentazione archeologica lined out con- funge da pavimentazione per la soprastante piaz- siste di allineamenti di pietra o di lastre di calce- za, sulla cui pavimentazione è evidenziato il peri- struzzo, che vengono creati sul terreno al di sopra metro dell’anfiteatro. Il Musée Romain de Nyon di strutture archeologiche risseppellite o soltanto (progetto di Raymond Marzer e Gabriel Poncet, intuite, riproducendo l’andamento delle strutture 1979), costruito in sotterraneo all’interno della murarie e rendendo quindi visibile la planimetria Basilica Romana, si segnala nella piazza sopra- generale dell’edificio, o degli edifici, sepolti. stante con piccoli plinti, che individuano la posi- Sembra che questa pratica, didatticamente ed este- zione delle colonne, e con un grande murale. ticamente assai efficace, usata per la prima volta in Germania in numerosi siti, tra i quali la Römische 13. Siti scavati, conservati nel sottosuolo, e poi Villa Otrang.(Rheinland-Pfalz) ed i Kaiserbä-der ricoperti con tettoie vetrate, che ne rendono della Marktplatz di Baden-Baden (Baden- visibile la presenza al livello delle percorrenze Bruxelles, Bruxella 1238, le rovine nel sottosuolo (foto gentil- Württemberg), sia stata immediatamente (1985 e urbane. mente fornita dalla prof. Valeria Minucciani, vedi punto 13). ss.) apprezzata dai curatori inglesi, che la intro- Si veda il caso belga del museo Bruxella 1238 dussero in Gran Bretagna a partire dal caso, (Bruxelles), che conserva, nel sottosuolo di Rue notissimo, della villa romana di Rockbourne de la Bourse, i resti di un’importante convento (Hampshire). Da allora tecniche di marking out francescano del XIII secolo, scomparso nel si sono ampiamente diffuse in ogni tipo di sito 1799. Varie coperture vetrate a livello del suolo archeologico, sia romano (per esempio il lining ne rendono evidente la presenza, mostrando ai out della basilica del foro di Viroconium- passanti la complessa stratigrafia storica della ), sia medievale (per esempio l’esterno città. Le percorrenze nel sottosuolo agevolano la dell’abbazia di Jarrow). Talvolta si procede a fruizione delle rovine, consentendo la messa in tale pratica anche nel caso di elementi archeolo- opera di espedienti museografici di ogni tipo. gici molto meno appariscenti dei muri, per esempio le tracce di pali infissi nel terreno, 14. Siti scavati, conservati nel sottosuolo, e poi come si vede nel Country Park di Crickley Hill ricoperti da altri edifici con funzioni di vario Hillfort (Gloucestershire), gestito dal National genere, solo talvolta museali. Trust, o nel campo di Woodhenge (Wiltshire). Si tratta di uno dei casi più comuni, inevitabi- Questa tecnica dà risultati di splendida evidenza le nelle grandi città. Talvolta l’accoppiamento di sui prati verdi dell’Inghilterra, e per questo, nuove funzioni con la presenza di rovine archeo- La “messa in scena” delle rovine dell’Isis und Mater Magna forse, è tanto usata in questa nazione, ma è, logiche può suonare anche paradossale (vedi il Heiligtum, al di sotto del Roemerpassage, Mainz. (vedi. punto ovviamente, poco appropriata per situazioni al caso dell’Isis und Mater Magna Heiligtum di 14). suolo (roccia, terra, sabbia, ecc.) che possono Mainz, Rheinland-Pfalz, Germania 2003, con- confondere o rendere illeggibili i muri lined out. Riproposizione dei volumi della Porta Sud del forte militare di globato, seppur splendidamente, all’interno dei Iza, tramite una esile struttura lignea, ancorata alle fondazioni percorsi del locale centro commerciale), talvolta 10. Siti scavati e poi ricoperti, la cui memoria originarie (vedi punto 19). può invece funzionare piuttosto bene, com’è il simbolica è conservata in situ mediante forme caso dei tre musei sotterranei di Sara- più o meno astratte di riproduzione tridimensio- gozza/Caesaraugusta, Spagna (rovine delle terme nale. e delle banchine del porto, musealizzate al di Il caso sempre citato è costituito dal rifecimen- to della casa di Benjamin Franklin a Philadelphia, sotto di due condomini, rovine del foro, musea- opera di Venturi, Rauch e Scott Brown (1987), lizzate al di sotto di un grande museo archeologi- una riconfigurazione puramente volumetrica oggi co). Resta comunque sempre evidente la proble- imitata in molti siti americani, per esempio in maticità di esibire architetture, per quanto in rovi- quello di Poplar Forest (Virginia, camerata per na, dentro altre architetture, come ben si vede, schiavi), o la falsa facciata in legno del Tempio per esempio, nel caso della domus romana messa del Foro dedicato alla dea Roma, nella città roma- in vetrina all’interno del recentissimo Canterbury na di Augusta Raurica (Basilea, Svizzera). Roman Museum (Canter-bury, Inghilterra,1994), al di sotto degli edifici residenziali della 11. Siti scavati e conservati a cielo aperto, al Butchery Lane.

19 di questo genere è costituito dal cosiddetto 15. Rovine da tempo note, conservate “così come sono”. “tempio del Porto” dell’Archäologischer Park Xanten (Nordrhein-Westfalen, 1973), presso Inutile citare esempi di una tipologia univer- l’antica Colonia Ulpia Traiana, che presenta la salmente diffusa e praticata tanto per rispetto ricostruzione parziale di un angolo del tempio, alla fisionomia ormai acclarata di certi contesti eretta su una copertura totale in calcestruzzo urbani ed extra-urbani, quanto nella convinzione delle rovine del tempio stesso. Casi analoghi che esista la “bella rovina” che si presenta da sé. sono costituiti dall’angolo di granaio in legno 16. Rovine emerse da scavi, e conservate “così costruito sulle rovine di un granaio come lo scavo le ha lasciate”. nell’Archäologischer Park Carnuntum Mentre la tipologia 15 ha una sua dignitosa (Petronell, Niederösterreich, 1988) e dal- lo ragion d’essere, abbandonare uno scavo senza scheletro ligneo della Porta Sud del forte di Iza, ricoprirlo o senza intervenire a tutelarne le emer- in Slovacchia. Questo genere di interventi ha il genze è opera di alta inciviltà, che non mostra pregio di dare un’idea immediata dell’originaria posizione e conformazione di edifici ormai Ingresso dell’Archäologiepark Museum Belginum, con la rico- preoccupazione né per l’ambiente sopra il suolo, struzione di un piccolo Hortus romano (vedi punto 20). né per il passato sotto il suolo. Eppure, si tratta di scomparsi o in rovina, o di loro elementi, senza un fenomeno che è stato anche notevolmente dif- pretendere di ricostruirli o di indicarne una fuso e che, purtroppo, non cessa tuttora di esiste- riconfigurazione troppo precisa, e perciò possi- re. bilmente ingannevole o errata.

17. Rovine da tempo note o emerse da scavi, varia- 20. Rovine variamente trattate, e dotate anche mente consolidate o protette con interventi sulle di un museo del sito. stesse murature, dotate o meno di grafica o altre La duttilità espositiva insita in un museo, ren- forme di comunicazione. de questo genere di attrezzatura il migliore stru- Bauletti, murature di sacrificio, tegole, tettucci mento per la presentazione di un sito archeologi- di vario tipo, sono sistemi largamente usati per co, garantendo nel contempo la conservazione proteggere le rovine qualora si intenda lasciarle ed esposizione dei reperti di minori dimensioni all’aperto, in forme di presentazione più o meno emersi dal sito stesso e consentendo che, proprio comunicative. Interventi strettamente limitati al per la comprensione del sito, siano necessari in- necessario sono ineccepibili dal punto di vista terventi meno invasivi fra le rovine. Tuttavia, da- della conservazione, ma rendono spesso illeggibili to che un museo così concepito deve necessaria- le preesistenze, garantendo il più delle volte una mente trovarsi nei pressi del sito, o, addirittura, fruizione di tipo esclusivamente romantico ed sul sito, anche la costruzione di un siffatto museo non è del tutto indolore: in questa tipologia di in- Le moderne coperture della Bischofskirche di Teurnia. Il presbi- emotivo. terio, visto dal soppalco (vedi punto 22). tervento si segnalano dunque varie possobilità, 18. Rovine da tempo note o emerse da scavi, dal museo mimetizzato sotto riporti di terra (Brú variamente consolidate o protette con interventi na Bóinne, Contea di Meath, Irlanda; Ar- sulle stesse murature, pareggiate per renderle più cheolynk di Oyne, Abeerdenshire, Scozia, pro- leggibili e trattate con pavimentazioni diversifi- getto di Edward Cullinan), a quello vernacolare cate per cromatismi o materiali, dotate o meno di (Fountains Abbey Visitor Centre, Yorkshire, In- grafica o altre forme di comunicazione. ghilterra, progetto di Edward Cullinan, 1992), a Questo caso si differenzia dal precedente in quello vetrato e trasparente (St. Romain-en-Gal, quanto le rovine archeologiche vengono varia- Vienne, Francia, progetto di Philippe Chaix e mente manipolate per renderne più accessibile la Jean-Paul Morel, 1990), a quello “schermato” lettura. I due espedienti più comuni consistono (Archäologiepark Belgi-num, Morbach, Rhein- nella parificazione delle murature, onde rendere land-Pfalz, Germa- nia, progetto di Barbara Häh- la planimetria più immediatamente percebile, e nel-Bökens e Gottfried Schaal, 2002), a quello nel riordino del sito mediante l’uso di pavimen- “allusivo” (Limesmuseum Aalen, Baden-Würt- tazioni diverse (erba, ghiaie di vario colore, veri temberg, progetto di Knut Lohrer e Dieter Herr- e propri pavimenti). Un esempio ben noto di mann, 1981; Aguntum Archäologischer Park entrambe le procedure è la presentazione delle Museum, Dölsach, Tirol, progetto di Thomas Coperture della villa a peristilio del Römermuseum di Kleinen Thermen presso l’Archäolo- gischer Moser e Werner Kleon, 2005), a quello che, fran- Heitersheim. La vetrata con colonne ripropone l’idea di un porti- co esterno, distribuito attorno ad una fontana marmorea, par- Park Cambodunum (Kempten, Bayern, camente, parla un linguaggio tutto proprio ed in zialmente ricostruita (vedi punto 24). Germania 1987/1995), ma si vedano analoghi nessuna relazione con il sito (Musée Romain de interventi nella villa romana di Echternach Lousanne-Vidy, Svizzera, 1993; Musée de l’Ar- (Lussemburgo), nella Villa Rustica di les et de la Provence Antiques, Arles, Francia, La ricostruzione in trasparenza dell’Heidentor, nella superficie di Loeffelbach (Austria), nell’Archäologischer progetto di Henri Ciriani, 1995), ecc. un pannello in vetro, presso l’Archäologischer Park Carnuntum Park Carnuntum ed in molti altri ancora. (vedi punto 29). 21. Rovine coperte con “tettoie”, provvisorie o 19. Rovine da tempo note o emerse da scavi, meno. variamente consolidate o protette con interventi Nel termine “tettoia” comprendiamo tutte le sulle stesse murature, rese meglio comprensibili grandi coperture unitarie, con uno o più fianchi con interventi di riconfigurazione parziale più o non occlusi, sia che siano realizzate in ferro o in meno mimetici o evocativi. calcestruzzo, sia che siano realizzate in vetro, I parchi archeologici europei presentano sia che siano relizzate in tensostruttura o in grande quantità di esempi di questa tipologia enfiable, ecc. Si tratta del caso più praticato per d’intervento, la cui motivazione non è da ricer- protezioni di immediata efficacia. Molto rara- care in una vera e propria necessità conservativa mente, però, le tettoie assurgono ad una qualità (per esempio quella di coprire un mosaico), ma tale da potersi nobilmente confrontare con le in una finalità il più delle volte precipuamente rovine sottostanti, come avviene soltanto in comunicativa. L’esempio più noto di interventi qualche caso apprezzato.

20 22. Rovine coperte con edifici di chiusura par- del Casale di Piazza Armerina (Enna, Sicilia, Timescope presso le rovine dell’Abbazia ziale, pressocchè totale, o totale, non riconfigu- Italia), recentemente emulato dalle parziali Benedettina di Ename (Belgio, Museo Ename rativa. coperture del peristilio della villa romana nel 794, 1998). L’esigenza di realizzare edifici di chiusura Römermuseum di Heitersheim (Baden- nasce, per solito, dalla presenza di elementi a Württemberg, Ger- mania, progetto di Werner 30. Edifici o insiemi di edifici totalmente rico- rischio, come mosaici, pitture o ipocausti. La Höfler e Richard Stoll, 2001/2002), o ancora il struiti sul sito. chiusura “parziale” si riferisce ad un solo delizioso progetto del gruppo John Stark and La ricostruzione sulle rovine, nonostante il ambiente o ad alcuni ambienti di un complesso Crickmay Partnership per la copertura della parere difforme dell’UNESCO, continua ad di maggiori dimensioni, ed è per questo general- Dorchester Roman Town House (Dorset, essere praticata, specialmente in Germania, mente poco invasiva, anche se rischia di estra- Inghilterra, 2000). come nel recente intervento sulla Römische Villa niare brani parziali di una rovina dal suo conte- Borg (Saarland 1994). In via più o meno speri- sto. Le prime di questo tipo, realizzate con il 25. Rovine chiuse in edifici museali. mentale, essa è stata ed è applicata anche in preciso scopo di consentire una pubblica frui- Qualche volta, come nel caso del Musée alcuni parchi archeologici, tra cui il Römischer zione, sono, com’è noto, le “capanne” in stile Romain de Vallon, realizzato nella valle della Freilichtmuseum di Hechingen-Stein (Baden- georgiano della Bignor , realizzate Broye, a Nord di Avenches, in Svizzera (progetto Württemberg), il Römischer Freilichtmuseum sotto la guida dell’archeologo Samuel Lysons di Antoine Savary e Daniel Chardonnens, 2000), Schwar-zenacker (Homburg, Saarland), ma nel 1812 ed oggi protette esse stesse la necessaria protezione dei ruderi viene elabora- anche presso molti parchi preistorici o protosto- dall’English Heritage come documento storico. ta in progetti architettonici più estesi, complessi e rici, tra i quali in Germania il più noto è il Altri esempi noti sono i quattro piccoli edifici in articolati, magari su più livelli, del tutto corri- Pfahlbaumuseum Unteruhldingen (Baden- stile locale della Roman Villa di Chedworth spondenti all’immagine più tradizionale dell’edi- Württemberg). (Gloucestershire, Inghilterra) e l’edificio protet- ficio museale. In questo caso la funzione di coper- tivo del mosaico della Littlecote Roman Villa tura dei resti viene del tutto adombrata da una più 31. Edifici, o parti di edifici, totalmente rico- (Berkshire, Inghilterra, progetto di Ian Keele, evidente funzione espositivo-didattica per ulterio- struiti fuori del sito. 1999-2000), l’edificio di copertura della ri reperti o anche da altre funzioni. Comprendiamo in questa tipologia edifici rico- Friedhofskirke di Teurnia (Lendorf, Kärnten, struiti fuori del sito non sulla base di una precisa Austria, progetto di Hans Dolenz, 1959), ecc. 26. Rovine incorporate in altre strutture, stori- emergenza archeologica (repliche di archeologia Fra gli edifici di chiusura totale o pressocchè che o moderne. sperimentale, come il caso della villa di totale del sito, rientranti in questa categoria, si Dal Teatro di Marcello e dalle Terme di Sparsholt), ma ricostruiti, con metodi di archeolo- inseriscono il padiglione di copertura delle già Diocleziano, a Roma, alle Terme Romane di gia sperimentale o meno, solo sulla base di docu- citate Kleinen Thermen di Cambodunum, i due Bath in Inghilterra, sono numerosissimi i casi menti iconografici, ricostruzioni tipologiche più o volumi della Schutzbau Areal Ackermann di rispondenti a que-sta tipologia, portata avanti meno generiche, ecc. È questo il caso della villa Chur (Svizzera progetto di Peter Zumthor, nel corso di secoli e secoli durante i quali le città romana del già citato parco di Augusta Raurica e, 1985), le coperture della Bischofskirche di hanno continuato a costruirsi su se stesse. Casi riguardo al periodo medioevale, del villaggio Teurnia (St. Peter in Holz, Lendorf, Kärnten, del genere continuano ad avvenire anche al gior- XII/XIII secolo nel Museumsdorf Düppel Austria, progetto di Reinhold Wetschko,1994). no d’oggi, poiché non è pensabile che, in paesi (Berlino, 1975). In Inghilterra si vedano i casi celeberrimi della profondamente stratificati come quelli del 32. Edifici o parti di edifici smontati e rimonta- (Kent), del nostro Continente, non capiti di costruire qual- ti in altro sito, al chiuso o all’aperto. (Sussex), della cosa ritrovandosi delle vestigia archeologiche Si va dai casi celeberrimi delle dislocazioni dei Brading Roman Villa (Isle of Wight, Rainey, nel bel mezzo del cantiere. templi di Abu Simbel e Philae, in Egitto, motiva- Petrie and Johns, 2004). 27. Edifici restaurati filologicamente. te da stringenti ragioni di pubblico interesse, alle 23. Rovine coperte con edifici di chiusura par- Pratica usuale nei tempi passati, a partire dai dislocazioni da spoglio, come quella del tempio ziale, pressocchè totale, o totale, allusiva o evo- casi classici, e sempre citati, dei restauri “poco delle Nereidi, da Magnesia al British Museum, o cativa. filologici” di Knossos (Grecia) e di quelli “un dell’altare di Pergamo, dall’Asia all’omonimo Si tratta di coperture che non alludono alle po’ più filologici” della Curia e dell’Arco di Tito museo di Berlino, al più recente rimontaggio del forme reali dell’emergenza archeologica né alla a Roma, all’anastilosi più o meno estesa, come tempio di Dendur dentro il Metropolitan sua possibile conformazione originaria, ma piut- quella del complesso delle Terme e del Ginnasio Museum di New York. Mosaici, partiture plasti- tosto ad una più o meno vaga, o più meno con- di Sardi o della città romana imperiale di Efeso che più o meno grandi, colonne, pitture, ipocau- grua, idea che la società contemporanea si fa (entrambi in Turchia). sti, tarsie, sepolcri, epigrafi e quant’altro costi- dell’epoca cui si riferiscono le rovine oggetto tuiscono, d’altronde, il patrimonio di quasi tutti della copertura. Appartengono al genere l’edifi- 28. Edifici ricostruiti con sistemi di archeologia i musei archeologici, che non hanno ancora cio di copertura del Zirkusmosaik di Nennig sperimentale. abbandonato la pratica dell’accaparramento. I (Rheinland-Pfalz, Germania, 1874), interpreta- Un caso classico e molto ben documentato di problemi museografici connessi a tale pratica zione in stile della basilica romana, o ancora la ricostruzione sperimentale in situ è costituito sono generalmente immensi, come si è visto, trasposizione classicheggiante dell’architettura dall’edificio delle Piccole Terme all’interno anche di recente, con il caso del nuovo museo romana degli edifici di copertura dei mosaici dell’Archäologischer Park Xanten. Purtroppo, il costruito da Richard Meyer sulla dislocatissima della villa romana di Zofingen (Kanton Aargau, risultato finale poco si distacca da quello delle Ara Pacis a Roma. Svizzera, 1831). rico-struzioni di cui al punto 30, effettuate con Gli smontaggi e rimontaggi sono molto fre- l’intervento di sistemi costruttivi contempora- quenti anche nel caso di edifici storici, si pensi a 24. Rovine coperte con edifici di chiusura par- nei, ma durante l’esecuzione stessa la valenza istituzioni come Skansen (Stoccolma, Svezia) e ziale, pressocchè totale, o totale, più o meno didattica e di ricerca di questo tipo di interven- come gli altri Folk Museums di matrice scandi- riconfigurativa. ti è molto elevata. nava, ma si pensi anche a creazioni squisitamen- Questi interventi si distinguono dai preceden- te anglo-americane come il Greenfield Village ti per il taglio decisamente interpretativo del lin- 29. Rovine ricostruite mediante sistemi di pan- (Deaborn, Michi- gan), il museo di Beamish guaggio formale del monumento archeologico, nelli trasparenti, di virtual o augmented reality. (Stanley, Contea di Durham, Inghilterra), ecc. di cui viene fornita un’immagine esteriore, volu- Si inseriscono in questa definizione gli inter- metrica e compositiva, con materiali più o meno venti, anche puntuali, volti a restituire l’immagi- 33. Edifici o parti di edifici, smontati e rimonta- simili a quelli originali. Esempio fra i più noti ne integrale del monumento senza intervenire in ti nel proprio sito. del genere è l’intervento realizzato da Franco alcun modo sulla materia, come ad esempio la Quasi sempre per motivazioni squisitamente Minissi, negli anni Sessanta del secolo scorso, riproposizione schematica dell’Heidentor nel conservative si dimostrano necessari interventi per la copertura dei mosaici della Villa Romana già citato parco archeologico di Carnuntum, o il molto impegnativi ed “invisibili” al pubblico,

21 Pfhalbaumuseum Unteruhldingen (Germania, 1922-2002): ricostruzione di un villaggio dell’Età del Bronzo nei pressi del Lago di Costanza (vedi punto 30). com’è avvenuto, onde proteggere le vestigia dal- BIBLIOGRAFIA 1973; l’umidità di risalita, nel caso delle fondazioni STANLEY PRICE, N. P., Conservation on Archelogical AGNEW, N. e BRIDGLAND J. (eds.), Of the Past, for the Excavations, ICCROM, Roma 1995; della villa gallo-romana “des Bruyères” a Future: Integrating Archaeology and Conservation, pro- J. D. STEWART, J. NEGUER e M. DEMAS, Assessing the Treignes (Belgio, 1994), ricomposte sopra una ceedings of the Conservation Theme at the 5th World Protective Function of Shelters over , in “Getty soletta in cemento armato idrofugo. Archaeological Congress (Washington, D.C. 22-26 june Conservation Institute Newsletters”, 21.1 (spring 2006), 2003), The Getty Conservation Institute, Los Angeles online; 34. Edifici o parti di edifici rifunzionalizzati con 2006; “Conservation and Management of Archaeological BOURGUIGNON, E., DEMAS, M. , LOUW , K. (eds.), Lessons Sites”, n. 6 (2004), num. mon, atti del colloquio Reburial interventi contemporanei che nulla o poco Learned: Reflecting on the Theory and Practice of hanno a che fare con la figuratività dell’edificio of Archaeological Sites (Getty Conservation Institute e Conservation - Leçons retenues: Les enseigne- ICCROM, Santa Fe, 17-21 marzo 2003); originale. ments tirés des expériences passées dans le domdomaine STEWART, J., Protective Structures for Archaeological L’idea di rifunzionalizzare un edificio storico de la conservation des mosaïques, 9th ICCM Confe- Mosaics in situ, in “ICCM Newsletter”, 11, 2001, online; rence/9ème Conférence de l’ICCM (29.11.– 3.12.2005, è tanto più problematica quanto più le nuove STRIKE, J., Architecture in Conservation. Managing Hammamet, Tunisie), J. Paul Getty Trust, Los Angeles Development at Historic Sites, Routledge, London 1994; funzioni sono diverse o incompatibili con le 2005; vecchie e quanto più l’edificio storico si presen- STUBBS, J. H., «Protection and Presentation of Excavated GOUDINEAU, C. e LEQUEUX, B. (eds.), L’archéologie et Structures», in N.P. STANLEY PRICE, Conservation on ta, com’è il caso dei resti archeologici, mutilo o son image, Actes du VIIIe rencontres internationales Archaeological Excavations. Whit particular reference to in lacerti. Tale problematicità è ben visibile per- d’Archéologie et d’Histoire d’Antibes (oct. 1987), the Mediterranean area, ICCROM, Roma 1995, pp. 73- fino quando si fa riferimento a funzioni del tutto ADPCA, Juan-les-Pins 1988; 89; JOKILHETO, J., A History of Architectural Conservation. analoghe, mutate tuttavia poiché mutano le esi- TEUTONICO, J. M. e PALUMBO, G. (eds.), Management The Contribution of English, French, German and Italian Planning for Archaeological Sites, International Work- genze dei tempi: facciamo riferimento al com- Thought towards an International Approach to the shop org. by the Getty Conservation instutute and the plesso problema del riutilizzo degli antichi luo- Conservation of Cultural Property, D.Phil Thesis, Uni- Loyola Marymount Un. (Corinth, 19-22 may 2000), The ghi di spettacolo, a partire dal caso notissimo del versity of York, Institute of Advanced Architectural Stu- Getty Conservation Institute, Los Angeles 2000; dies 1986, ric. in PDF 2005; Teatro Romano di Saguntum (Spagna, progetto THOMPSON, M., Ruins Reused: Changing Attitudes to MORGAN EVANS, D., Rebuilding the past. A Roman Villa, di Manuel Portaceli e Giorgio Grassi, 1990/93). Ruins Since the Late Eighteenth Century, Heritage, Methuen, London 2003; King’s Lynn 2006; Concludendo, è possibile notare come la MOUSSEAU, C. (ed.), Vestiges archéologiques. La conser- ZITO, R. M., La museografia dei contesti antichi: il Patri- maggior parte delle tipologie di intervento indi- vation in situ / Archaeological Remains. In Situ Preserva- monio archeologico e la sua comunicazione, Tesi, Dotto- viduate, costituiscano un interessante occasione tion, a cura dell’ICOMOS International Committee on rato di Ricerca, Università degli Studi di Palermo, Dipar- progettuale, sia per interventi propriamente Archaeological Heritage Management, Proceedings of timento di Progetto e Costruzione Edilizia 2003. the Second ICHAM International Conference (Montréal, architettonici, sia per interventi di recupero, sia 11-15 oct. 1994), Ottawa 1996; per interventi di musealizzazione di vario gene- RANELLUCCI, S., Strutture protettive e conservazione dei re. È quindi estremamente importante che esista, siti archeologici, Carsa, Pescara 1996; all’interno della Facoltà di Architettura, un RUGGIERI TRICOLI, M. C. , Problemi di reintegrazione Dottorato che, come il nostro, provveda alla for- culturale e nuove forme di teatralizzazione, in “Dioniso. Annale della Fondazione INDA”, v. 2 (2003), pp. 143- mazione di una specifica competenza in questo 161; vasto e difficile campo di ricerca. RUGGIERI TRICOLI, M. C. e SPOSITO, C., I siti archeolo- gici: dalla defizione del valore alla protezione della materia, Dario Flaccovio, Palermo 2004; RUGGIERI TRICOLI, M. C., I fantasmi e le cose. La messa in scena della storia nella comunicazione museale, Lybra, Milano 2000; RUGGIERI TRICOLI, M. C., Teatri ed anfiteatri romani: gli interventi recenti sullo sfondo dell’esperienza di alcuni paesi europei nella gestione del patrimonio archeolo- gico, in “Dioniso”, 5 (2006), pp. 306-331; EADEM, Musei tra le rovine: l’archeologia urbana alla prova della musealizzazione, in “Arkos”, n. 13 (genn.- marzo 2006), pp. 22-28; SCHMIDT, H., Wiederaufbau, Konrad Theiss, Stuttgart 1993; Maria Clara Ruggieri Tricoli è professore straordinario di SCHMIDT, H., Archäologische Denkmäler in Deutschland, “Allestimento e Museografia” presso la Facoltà di rekonstruiert und wieder aufgebaut, Theiss, Stuttgart Architettura di Palermo e componente del Collegio del 2000; Dottorato di “Recupero e Fruizione dei Contesti Antichi”. SCHMIDT, H., Schutzbauten, Theiss, Stuttgard 1988; SHANKS, M. e TILLEY, C., Re-Costructing Archaeology, Rosa Maria Zito è dottore in “Recupero e fruizione dei Routledge, London e New York, 1992; contesti antichi” e assegnista di ricerca in “Museografia” SMITH, D. J., The Great Pavement and Roman Villa at presso il Dipartimento di Progetto e Costruzione Edilizia. Woodchester, Gloucestershire, Bayley & Son, Dursley

22 GYMNÁSION VIRTUAL ARCHAEOLOGY gymnásion PER LA VALORIZZAZIONE DEI SITI ARCHEOLOGICI

Ricerche Rocco Caruso

a Virtual Archaeology è una disciplina del zioni in situ, che ancora vengono fatte in diver- Lsettore delle applicazioni della realtà virtua- se parti del mondo, quelle virtuali sono comple- le, che lega insieme le conoscenze derivanti tamente reversibili ed offrono agli studiosi spun- dalla ricerca archeologica e quelle inerenti alla ti per ulteriori sviluppi e precisazioni. tecnologia informatica interattiva (1). Lo scopo Riportiamo di seguito due casi di studio è quello di approfondire l’apprendimento dei siti applicati a siti archeologici di straordinario inte- archeologici sia attraverso la formazione di ban- resse, Olimpia e Pompei. che dati multimediali visionabili e consultabili Il progetto Archeoguide, studiato per il sito da tutti, sia attraverso ricostruzioni virtuali 3D archeologico di Olimpia, nasce dall’unione di interattive. Queste ultime godono recentemente varie esperienze e discipline, associando agli di grande attenzione dato l’interesse che genera- strumenti tecnologici le varie conoscenze scien- no sul vasto pubblico; basti pensare alle rico- tifiche, necessarie per capire sia un monumento, struzioni trasmesse in programmi culturali tele- sia il territorio sul quale esso insiste. Il concetto visivi di successo come Superquark o La mac- di fondo che muove il progetto è quello di non china del tempo. Non tutte le ricostruzioni però, limitarsi a ricostruire i monumenti, con immagi- soprattutto quelle visitabili in rete, sono scienti- ni virtuali distaccate dalla realtà, ma quello di ficamente attendibili, in quanto scaturiscono da portare la ricostruzione sopra le rovine, diretta- considerazioni di carattere tecnico ed estetico mente nel loro ambiente naturale. Archeoguide è legate alla cultura del virtual designer. Molto costato ¤ 2.324.056 finanziati dalla Comunità più interessanti sono certamente le ricostruzioni Europea. Aderiscono al progetto quattro paesi di siti archeologici a cui collaborano diverse europei attraverso l’Intracom S.A. (Grecia), il figure professionali ed ambiti disciplinari diffe- Ministero della Cultura Greca (Grecia), la Post renti: dall’archeologo per lo studio dello scavo Reality (Grecia), l’IGD (Germania), la ZGDV archeologico e la successiva interpretazione dei (Germania), la CCG (Portogallo) e l’A&C2000 reperti, all’architetto, per le considerazioni di (Italia). Gli obiettivi fondamentali di questo stu- carattere architettonico –funzionale e per l’inter- dio sono, da un lato offrire ai visitatori una guida pretazione dello spazio; dal geologo, per le ana- virtuale, basata sull’Augmented Reality (realtà lisi sul suolo e sui materiali, all’esperto informa- aumentata) in modo da avere la possibilità di tico per le ricostruzioni virtuali tridimensionali e realizzare tour personalizzati e di osservare le per la stesura di un D-Base informativo (2). ricostruzioni virtuali dei monumenti nei siti La Virtual Reconstruction mette così in rela- archeologici. Non si tratta solo di sostituire le zione tramite internet studiosi di diverse nazio- attuali audio guide ma di sviluppare un database nalità che, anche senza conoscersi, contribuisco- di informazioni scientifiche su tali siti, che siano no al dialogo culturale e alla conoscenza di un prontamente accessibili ad archeologi e studiosi monumento e di un intero sito archeologico. È da locazioni remote attraverso Intranet/Internet. importante sottolineare che rispetto alle ricostru- Un visitatore all’ingresso di un sito archeolo-

23 gico riceve uno strumento mobile, un piccolo stata per molto tempo poco utilizzata e racchiu- computer associato a degli bitmap display, degli de la maggior parte degli studi teorici. fonda- occhialini che visualizzano le immagini ed i mentalmente la ricerca estende lo stato dell'arte video generati dal calcolatore. I visitatori intro- sul camera tracking dalle ambientazioni in ducono le loro preferenze ed ascoltano lungo il tempo reale fantasiose, alle ricostruzioni stori- percorso le informazioni fornite dal sistema; che immersive ed interattive. Esiste al momento interagendo con esso, possono richiedere mag- un solo AR camera tracking software disponibi- giori informazioni o interrompere l’invio dei le nel mercato distribuito dall'industria 2D3TM. dati. Uno studioso può anche confrontare le pro- - Design of successful character based installa- prie ricostruzioni direttamente sul sito, lascian- tions (installazione di base per il disegno di un do il file all’amministratore del sistema. Il per- personaggio di successo). Per avere una installa- corso di fruizione è stato progettato attraverso zione completa soddisfacente è necessario che le l’applicazione dell’Augmented Reality, una tec- persone capiscano quale sia il ruolo del perso- nologia sviluppata nel campo della realtà virtua- naggio virtuale. Nuove strade sono state intra- le, che fondamentalmente associa immagini vir- prese per concepire simili installazioni grazie tuali sovrapposte a quelle reali (3). alle ricerche iniziate da Blumber, e condotte dal- Il progetto Lifeplus sviluppato per il sito l'industria specializzata NoDNa. Una chiara Altri esempi di navigazione interattiva del progetto Archeoguide archeologico di Pompei, parte dalla considera- sfida adesso è quella di generare un paradigma zione che le ricostruzioni virtuali di siti storici stabilito per ciò che concerne l'esperienza vir- realizzati sin ora sono apprezzabili dal punto di tuale di siti storici AR che comprenda gruppi di vista filologico e visivo, ma privi di vegetazione simulazione di vita virtuale. Questo influisce, e della gente che li popolava. Pochi progetti non solo sulla qualità dell'esperienza ma anche affrontano in effetti il problema della ricostru- sulla implementazione tecnologica e sulle tema- zione di personaggi storici interattivi. Gli affre- tiche commerciali come la produttività del visi- schi storici sono importanti documenti di messa tatore. - New AR product markets ( nuovi pro- in scena di elementi che migliorano la percezio- dotti commerciali AR). Lo sviluppo di prodotti ne storica dell’utente sperimentando e creando sempre nuovi e commerciali nel campo della una sequenza di configurazioni narrative, anche realtà virtuale è necessario per sviluppare una se in un modo statico e bidimensionale. La paro- vasta gamma di applicazioni in cui umani, ani- la narrativo si riferisce ad un set di eventi che si mali e piante virtuali saranno inseriti in tempo svolgono durante un certo periodo di tempo e reale in una scena reale. Questo porterà ad una che offrono informazioni estetiche, drammati- nuova varietà di esperienze di grande valore che ed emotive, di oggetti e di atteggiamenti. educativo ed a nuovi metodi di presentazione Mescolando le ambientazioni estetiche con per l'educazione/intrattenimento e per l'industria quelle virtuali ed aggiungendo a queste la ten- del turismo; alla pre-visualizzazione di effetti sione drammatica, è possibile sviluppare questi speciali/animazione umana nell'industria del Progetto Lifeplus: ricostruzione della vita quotidiana a Pompei modelli narrativi all’interno di una nuova espe- cinema; e ad altre applicazioni ad alto potenzia- rienza cognitiva. Lifeplus propone la ricostru- le previsti nei settori della visualizzazione medi- zione delle scene di vita descritte negli affreschi ca, della guida e dell'informazione, dell' e-lear- e nei dipinti della Pompei antica, attraverso la ning, e della prototipazione virtuale, etc. creazione di spazi narrativi sviluppati su scene I primi risultati di lifeplus si estendono dalla realizzate da attori e catturate su video sequenze cornice del tempo non reale, attraverso simula- di realtà aumentata con gruppi autonomi in zioni di mixed reality, alle esperienze interattive tempo reale di fauna e di flora virtuale 3D. Le di realtà virtuale in tempo reale. Più precisa- ricostruzioni e le scene saranno sovrapposte alla mente si è applicata la tecnologia plug-ins, in tre realtà attraverso l’augmented reality, così i per- scene che simulano i comportamenti dei perso- sonaggi degli affreschi inclusi gli uomini, gli naggi virtuali pompeiani. I vestiti virtuali, i animali e le piante, saranno rianimati e simulati capelli, il linguaggio, le animazioni del corpo e in tempo reale 3D, mostrando in maniera inno- della faccia sono stati realizzati usando 3DS max vativa e nuova i loro elementi estetici, dramma- ed il plug-ins di Miralab dedicato agli umani tici, emotivi ed unici. L’attrezzatura fornita al virtuali. A questo è stato affiancato il program- visitatore sarà composta da un head mounted ma 2D3 Boujou per la sovrapposizione dei per- display con auricolare, collegato ad un sistema sonaggi virtuali nelle scene ed i luoghi reali, di computer mobile. Un sistema di posiziona- attraverso sequenze video realizzate con attori mento intercetta la posizione del visitatore, per reali. cui le scene saranno visualizzate in tempo reale nel contesto di riferimento (4). Le tematiche L’arch. Rocco Caruso è, dall’anno 2005, Dottore di fondamentali che Lifeplus affronta sono: Real- Ricerca in “Recupero e Fruizione dei Contesti Antichi”, time realistic virtual life (vita virtuale realistica presso l’Università degli Studi di Palermo. in tempo reale). La ricerca in questo settore è favorita dal crescente utilizzo di attori virtuali NOTE nell'industria cinematografica. Questo favorisce 1) Cfr. Niccolucci Franco, Et Al. Virtual Archeology: lo sviluppo di nuove risorse hardware e l'indivi- Procedings of the VAST Euroconference, Arezzo 24-25 duazione di nuovi algoritmi per la simulazione November 2000, British Archaeological Reports, Oxford, dei capelli, per l'animazione dei vestiti, per gli 2002. effetti delle ombre e delle tessiture, e per la 2) Cfr. Barcelo Juan A., Forte Maurizio, Sanders Donald A., Virtual Reality in Archeology, ArcheoPress, Oxford, simulazione delle espressioni facciali realisti- 2000. che. - Automatic real-time camera tracking 3) Cfr. Carlucci Renzo, Et al. Augmented Reality-based (posizionamento automatico della camera in Cultural Heritage on-site guide, GITC, Netherlands tempo reale). Questo processo assicura che gli 2002. elementi grafici del computer si sovrappongano 4) Cfr. Papagiannakis George, Et Al. LIFEPLUS: revival of life in ancient Pompeii, in “IEEE Computer Graphics al movimento e alla prospettiva degli oggetti and Applications”, 22 (6), November/December 2002, reali. Questa tecnica chiamata camera tracking è pp. 1-11. 24 BENI CULTURALI E NUOVE TECNOLOGIE IL CASO SVEDESE

gymnasion Maria Daniela Tantillo

el giugno del 2000 si riunisce a Feira il delineate a Lund, assurgendo a ruolo esemplare NConsiglio Straordinario Europeo, che in tale ambito. Ciò per quanto concerne sia l'ac- approva il piano d'azione E-Europe 2002, un quisizione di dati relativi ad oggetti di pregio progetto con la finalità di realizzare un sistema storico artistico, attraverso metodologie all'a- di coordinamento dei programmi di digitalizza- vanguardia quale il Remote Sensing (telerileva- zione a livello comunitario. Nell'aprile del 2001 mento), sia l'archiviazione delle informazioni e i rappresentanti e gli esperti di tutti gli Stati il monitoraggio dei beni culturali diffusi nel ter- membri si ritrovano nuovamente, stavolta nella ritorio. Il governo, recependo le direttive dell'U- città svedese di Lund, con l'obiettivo di analiz- nione Europea e accogliendo le richieste sempre zare gli aspetti principali dell'iniziativa sorta a più pressanti di accesso alle informazioni, ha Feira e formulare raccomandazioni e linee guida avviato un programma di digitalizzazione del- sulle attività di digitalizzazione previste dal pro- l'intero patrimonio esistente. Inoltre, attraverso gramma E-Europe. Il documento che viene ela- l'utilizzo di un sistema informatizzato, che rami- borato durante l'incontro svedese è noto come fica il potere centrale fino alle realtà locali, ha "Principi di Lund: Conclusioni del Meeting di deresponsabilizzato il governo a vantaggio delle Esperti". autorità locali, garantendo un'azione più perti- Il patrimonio culturale e scientifico deve nente sul territorio. essere reso disponibile al pubblico e rientrare in Così nel 1998 il Dipartimento Riksantikva- una dinamica di sostenibilità. Questo uno dei rieämbetet della National Heritage Board ha punti chiave su cui si focalizza il documento.?? dato vita al progetto FMIS, come risposta alla I due convegni sono testimonianza dell'esi- domanda di informatizzazione del patrimonio genza, sempre più manifesta, di rinnovamento culturale. nella logica, negli obiettivi e nei mezzi da utiliz- L'acronimo FMIS sta per Informations Syste- zare nella gestione (in termini di conservazione, met Om Fornminnen, ed è traducibile come recupero e fruizione) del nostro patrimonio cul- "Registro informatizzato dei monumenti anti- turale. chi". L'obiettivo auspicato nel progetto è quello L'esperienza condotta in Svezia dall'autrice, di creare un sistema informativo digitalizzato, nell'ambito del Dottorato di Ricerca in Recupero esteso a tutti i siti e monumenti storici presenti e fruizione dei contesti antichi (1), ha prodotto nel territorio svedese, in cui sia possibile inte- uno studio sulla attenzione della Svezia verso grare, attraverso l'utilizzo delle nuove tecnolo- l'applicazione delle nuove tecnologie al patri- gie, informazioni documentali con cartografie monio culturale. Lo studio si incentrato sull'ana- ufficiali. lisi delle attività svolte dall'autorità nazionale Il registro informatizzato raccoglie dati con- responsabile del patrimonio culturale: la Natio- cernenti: siti archeologici, ruderi, reperti e nal Heritage Board (2). monumenti realizzati fra il paleolitico e l'età In particolare si sono esaminati due progetti industriale, attualmente quantificabili con più di chiave nella gestione innovativa del patrimonio un milione di manufatti. Tutti i dati raccolti sono culturale: FMIS e Intrasis. Per entrambi si è integrati con informazioni di tipo geografico, fatto un esame degli obiettivi proposti, dei punti con descrizioni che rispecchiano la terminologia di forza individuati e dell'evoluzione del pro- standard elaborata all'interno della National getto dalla nascita fino ad oggi. Si sono inoltre Heritage Board, e con la descrizione dello status definiti gli attori coinvolti, i beneficiari e i risul- legale dei beni culturali. tati attesi. Il punto di forza del progetto è la struttura del Si è quindi analizzato un altro progetto nazio- database. È stata realizzata da un team compo- nale, denominato StrateGis, finalizzato ad sto da cinque archeologi, dipendenti del Diparti- implementare l'uso dei Sistemi informativi terri- mento Riksantikvarieämbetet della National toriali nel settore pubblico, sopratutto all'interno Heritage Board, in collaborazione con il Data delle municipalità. Parallelamente si è esami- Department e con i primi users del software, le nato il programma formativo dell'Università di municipalità. Gotland, inerente l'approccio ai beni archeolo- Ciò ha reso il database perfettamente rispon- gici e il supporto informatico utilizzato per l'ac- dente alle esigenze degli archeologi. Lo stesso quisizione dei dati relativi agli scavi. team ha impiegato quattro anni per elaborare la Dalla ricerca svolta la nazione svedese dimo- terminologia più idonea alle informazioni che stra di avere recepito pienamente le direttive sarebbero state inserite nei software. Attual-

25 tere amministrativo, i dati relativi al monu- mento, al contesto in cui sorge, al sistema di riferimento scelto, al personale coinvolto nello scavo e agli aspetti tecnici. La necessità di istruire le istituzioni pubbli- che sull'uso dei Sistemi Informativi Territoriali ha spinto il governo svedese a dar vita al pro- getto StrateGis, un programma esteso all'intera nazione svedese finalizzato alla crescita dell'uso dei Geographical Information Systems nel set- tore pubblico, specialmente all'interno delle municipalità. La formazione avviene indipen- dentemente in ogni County, secondo uno schema strutturale definito dal Comitato Cen- trale responsabile del progetto. Al fine di rag- giungere le amministrazioni dall'alto in basso il programma è suddiviso in tre fasi, destinati a target differenti (tabella 1). Con la prima fase si vuole rendere gli artefici delle decisioni pertinenti il territorio consape- voli dei vantaggi provenienti dall'uso dei GIS all'interno delle amministrazioni. L'obiettivo principale della seconda fase è implementare l'uso dei GIS ed istruire i funzionari sulla maniera migliore per gestirli. Con la terza fase si vuole implementare la conoscenza dei GIS fra Delimitazione delle campagne di scavo eseguite nell'area di Posizionamento dei reperti ossei rinvenuti durante lo scavo e gli utenti. Ajvide dal 1983 al 2000 individuazione dell'area di terreno impregnato di grasso di foca Il primato della nazione svedese nell'utilizzo delle nuove tecnologie nel settore dei beni cultu- rali è indiscusso. Il merito non è solo di avere creduto nelle possibilità offerte dalle nuove tecnologie per una migliore gestione del territorio, ma è anche quello di avere investito nella formazione. Il connubio fra nuove tecnologie e forma- zione raggiunge alti livelli, ne è un esempio l'e- sistenza di corsi universitari specialistici nello studio dei GIS nella città di Gävle. A Gävle vi è la sede centrale del Lantmäte- riet, ente nazionale responsabile della gestione del territorio. Compito del Lantmäteriet è con- tribuire ad un uso efficiente e sostenibile del ter- ritorio svedese, con l'ausilio di uno staff compo- sto da specialisti in informazioni geografiche, informazioni territoriali, servizi catastali e sistemi informatizzati geografici. L'esistenza di corsi universitari pertinenti alla gestione infor- Target group Obiettivi Esecuzione matizzata del territorio è garanzia di una crescita FASE 1 Politici e funzionari Benefici attraverso i GIS Pacchetto informativo di continua e di uno scambio produttivo da ambo quanto si è prodotto le parti. Secondo lo stesso principio l'Università di FASE 2 Addetti alla informatizzazione Implementazione nella Gruppi di cooperazione Gotland, alla luce della presenza di innumere- territoriale gestione dei GIS regionale voli reperti archeologici nel territorio dell'isola, ha attivato da tempo corsi di archeologia che FASE 3 Utenti finali Utilizzo dei GIS Formazione locale includono nel percorso formativo un legame imprescindibile con materie inerenti le nuove tecnologie. mente il progetto si sta muovendo in direzione rare e pubblicare i dati raccolti durante le attività L’arch. Maria Daniela Tantillo è, dall’anno 2005, delle web applications. Si è solo all'inizio: l'o- di scavo, con il notevole vantaggio di essere biettivo proposto è sviluppare un'applicazione Dottore di Ricerca in “Recupero e Fruizione dei Contesti flessibile e di poter essere modificato per soddi- Antichi”, presso l’Università degli Studi di Palermo. che consenta l'accesso alle informazioni al mag- sfare le diverse esigenze degli scavi. gior numero di utenti possibile. Il punto di forza del sistema è di non essere Un altro progetto promosso dalla National uno strumento adottato dall'archeologia, ma un Heritage Board è Intrasis, il cui nome deriva da sistema realizzato da archeologi per archeologi "sistema d'informazione dell'Intra-sito"; è un ad hoc per la registrazione e il controllo di tutto sistema d'informazione archeologica per la regi- quanto è acquisito durante le operazioni di NOTE strazione e il controllo dei dati, fondato sull'ap- scavo. Inoltre il sistema consente di controllare i 1) Ciclo XVII, presso il Dipartimento di Progetto e plicazione delle tecnologie GIS. Obiettivo del dati archeologici per tutto il processo di scavo, Costruzione nell'Edilizia dell'Università degli Studi di Palermo. progetto era quello di creare uno strumento che dall'inizio fino alla pubblicazione dei risultati 2) Istituzione svedese corrispondente al Ministero dei consentisse di acquisire, memorizzare, monito- raccolti. Contiene tutte le informazioni di carat- Beni Culturali e Ambientali.

26 L’OPUS TECTORIUM PRINCIPALI TECNICHE DI ESECUZIONE

gymnasion Giovanni Battista Prestileo

a durabilità degli intonaci di epoca romana fase finale le tecniche di finitura. La prima fase Lha sempre determinato intorno alle tecniche consiste nella stesura di uno strato d’intonaco di realizzazione dei tectoria quasi un’aura miti- grossolano, costituito da malta di calce e sabbia ca, che ha finito per conferire agli intonaci (asperrime trullissentur), corrispondente allo romani, nelle varie epoche storiche, un carattere strato di ancoraggio; la seconda fase riguarda storico-tecnologico ed estetico di valore assolu- l’esecuzione di tre strati di livellamento, costi- to. Ciò è confermato dal persistere fino ai nostri tuiti da malta di sabbia (directiones harenati) giorni di un atteggiamento di ricerca, volto a steso a regola d’arte con livella (ad libellam) e comprendere fino in fondo quali erano le mate- filo per l’orizzontalità, a filo a piombo (ad per- rie prime, quali erano le «ricette» degli impasti e pendiculum) per la verticalità e a squadra (ad quali erano le tecniche di esecuzione; ma soprat- normam) per gli angoli; la terza fase riguarda la tutto in quale di queste fasi del processo risiede- realizzazione di tre strati di finitura, costituiti da va il «segreto» di una siffata durabilità. Che la una malta con polvere di marmo a granulometria tecnica romana avesse raggiunto il «culmine di decrescente (marmore directiones). Infine l’ulti- un processo costruttivo» (1) è avvalorato dalla ma fase, ma non meno importante, riguarda l’o- continuità tecnica che si è mantenuta pressochè pera finitura (politio) delle pareti, che consiste identica, se non fino ai nostri giorni, sicuramen- nella lucidatura (marmorisque candore firmo te fino ai primi anni del Novecento. Questa con- livata) o nella coloritura (coloribus cum politio- tinuità tecnica risiede non soltanto nel Sapere nibus) dell’intonaco. tramandato di generazione in generazione, da Dalla descrizione degli strati di Vitruvio cantiere in cantiere, ma anche nell’apporto dato discende il principio secondo cui i tectoria, per dalla Manualistica e dalla Trattatistica alla costi- rispondere alla regola d’arte, dovessero essere tuzione delle fondamenta di un sapere tecnico e eseguiti con almeno sette strati, o con cinque alla sua trasmissione nel tempo, e quindi nella secondo Plinio, ciò per evitare gli inconvenienti Storia. Dalla tecnica ampiamente sperimentata e di una posa a spessore, ma soprattutto per evitare collaudata dei tectoria romani, discendono i che sulla superficie finita si evidenziassero crepe principali modi e criteri di realizzazione di un e crettature determinate dal ritiro non compensa- intonaco; le fasi di realizzazione sono rimaste to, della malta di calce. L'esecuzione di un into- pressochè identiche per secoli e le varianti risie- naco a più strati offriva evidenti vantaggi; infatti, dono soprattutto nei «nuovi» materiali o nella la stesura di più strati successivi di malta permet- sperimentazione di nuove tecniche di posa, ma il teva di regolarizzare paramenti murari grossolani, Sapere, la definizione di regola dell’arte ha nel- non complanari o sconnessi, con un rivestimento l’experientia romana i suoi fondamenti. Non è a spessore, in alcuni casi superiore ai dieci centi- un caso, quindi, che la trattastica si sia sempre metri, minimizzando il ritiro e la crettatura super- riferita alle fonti letterarie dell’antichità, e ficiale a carbonatazione avvenuta. Durante la ste- soprattutto alle descrizioni vitruviane dei princi- sura «per garantire l’aderenza dei vari strati pali modi e tecniche di confezionamento, ai dif- occorreva applicarli quando quello sottostante ferenti principi applicati all’analisi del contesto non era più plastico, ma non era ancora asciutto; topologico nel quale un intonaco deve essere di conseguenza quando avveniva la carbonatazio- realizzato, da cui discende, per tradizione lette- ne, si verificava una cristallizzazione comune dei raria, la nota diversificazione tra "luoghi asciut- diversi strati che così aderivano fra loro in manie- ti ed umidi". Talvolta la trattatistica ha seguito ra perfetta. Ciò richiedeva una procedura veloce, pedissequamente l’impostazione filologica del dato che lo strato superiore doveva essere steso trattato vitruviano; non a caso «i Trattatisti prima che quello sottostante fosse asciutto, cioè Rinascimentali, spinti da desiderio di emulazio- cristallizzato» (3). ne, destinato a perpeturasi fino al XIX secolo, La "regola pratica", che prescriveva la posa di della perfezione tecnica e della longevità delle un intonaco costituito da molteplici strati, era malte di epoca romana, ripetono, infatti, con alla base di una perfetta esecuzione come con- poche variazioni le indicazioni di autori quali fermato da Plinio che, a tal proposito, spiegava: Vitruvio, Plinio e Catone» (2). «l’intonaco, non ha mai sufficiente lucentezza se La tecnica di realizzazione descritta da prima non si sono passati tre strati di malta di Vitruvio è sostanzialmente distinta in quattro sabbia (ter harenato) e due di malta di marmo fasi, di cui le prime tre riguardano la realizza- (bis marmorato)». Ma nella pratica edilizia, sia zione dell’intero corpo dell’intonaco, mentre la la descrizione vitruviana delle sette stratificazio-

27 ni dell’intonaco che i cinque strati consigliati da Plinio non sono facilmente riscontrabili nei monumenti dell’antichità. Pochi e noti sono i casi della Casa di Livia sul Palatino e della già citata Casa del Lago a Delo. Nella prima sono stati effettivamente rinvenuti almeno sei strati, di cui tre di livellamento, costituiti con una malta di calce, pozzolana e sabbia, e tre di fini- tura costituiti da una malta di calce e graniglia di alabastro; mentre a Delo il numero degli strati di intonaco rinvenuti varia da tre a cinque. In gene- rale le stratificazioni osservate sugli intonaci di epoca ellenistico-romana varia tra i due o i tre strati; ciò porta a ritenere che la descrizione vitruviana corrisponda ad una regola ottimale, ad un maximum che non è stato mai messo in pratica. Così alla regola si sovrappone una esemplificazione tecnica e costruttiva che, pur Ercolano, intonaco a tre strati in una casa del Cardo IV inferiore Pompei, intonaco a due strati nella Casa del Fauno nella diversità dei materiali utilizzati per il con- Ercolano, intonaco basamentale dello spessore di circa otto cm. Pompei, intonaci stratificati in paramento di una bottega fezionamento delle malte da intonaco, rispetta la normazione vitruviana nella differente composi- zione degli strati, da tre a due in molti rinveni- menti dell’area vesuviana; pertanto la stratifica- zione degli intonaci risultava costituita da uno strato di ancoraggio o rinzaffo (trullissatio), da uno strato intermedio di livellamento (harena- tum, directiones arenato) ed infine da uno strato di finitura (marmore directiones, marmorato, politio) che poteva essere a sua volta rifinito con la coloritura. Il primo strato di intonaco, denominato trul- lissatio, si componeva di calce e di sabbia non vagliata, in modo da conservare una certa aspe- rità superficiale e favorire l’aderenza dello stra- to successivo, da cui la denominazione di strato di ancoraggio. Il suo spessore variava in funzio- ne del tipo di apparecchiatura muraria da into- nacare e dalle irregolarità della superficie, ed era più spesso rispetto agli strati successivi, con dimensioni variabili da tre a cinque centimetri. Al fine di favorire l’aderenza dello strato suc- cessivo, la superficie ancora fresca del primo strato di intonaco veniva, durante la stesura, incisa o segnata con la cazzuola (scaglia) oppu- re resa scabra con l’introduzione di schegge di laterizio o di marmo come nella Casa del Fauno a Pompei. Le tecniche di preparazione del primo strato sono visibili in alcuni esempi pompeiani. tava di una malta molto grassa, in quanto conte- di mescolarvi gesso (gypsum), che non avrebbe In particolare, nell’intonaco di preparazione nente solo il 50% di aggregato, generalmente di favorito un presa omogenea della malta. delle edicole del Tempio di Vespasiano sono colore bianco costituito da polvere di marmo Soltanto dopo queste operazioni si provvedeva visibili alcuni solchi segnati con la cazzuola, (caementa marmorea) o calcite spatica di vena; ad intonacare le pareti (parietes) dall’alto verso mentre in alcuni intonaci di case pompeiane, tra ne derivava una finitura bianca dall’aspetto mar- il basso, realizzando «uno strato quanto mai cui la Casa della Caccia Antica, è visibile la pre- moreo denominata opus marmorato. Infine, grossolano di intonaco (asperrime trullissentur), chevrons c parazione a aratterizzata da profondi quando lo strato di finitura era ancora umido si e poi, [durante la fase di asciugatura si stende- solchi nella malta fresca che originano un dise- provvedeva all’applicazione dei colori secondo vano] sopra strati allineati di malta di sabbia, gno a V, dritte o rovesce, parallele. Tale prepa- la tecnica del «buon fresco o del mezzo fresco», tracciati con precisione in modo che la lunghez- razione offriva un ancoraggio ottimale degli che favoriva l’interazione tra la pigmentazione e za corrisponda alla riga e alla linea, l’altezza al strati successivi anche su murature particolar- lo strato di finitura, rendondoli tra loro solidali. filo a piombo, gli angoli alla squadra, poiché mente sconnesse, ad esempio su quelle realizza- te in opus incertum. La realizzazione dell’intonaco in un ambiente così la superficie del rivestimento risulterà priva Il secondo strato (harenatum), il cui spessore cominciava con l’intonacatura dei soffitti o delle di imperfezioni durante la pittura. Mentre questo variava da due a quattro centimetri, era costitui- volte. Ancora una volta Vitruvio indica estesa- primo strato comincia ad asciugarsi, se ne sten- to da una malta di calce e di sabbia fine vaglia- mente l’intero processo precisando che dopo che da un secondo e poi un terzo. Così, quanto più ta; con questo strato di livellamento si provve- le volte erano state sistemate e intrecciate di sarà profonda l’applicazione di malta di sabbia, deva, grazie all’ausilio del frattazzo, a regolariz- canne, l’intradosso veniva rivestito di intonaco tanto più resistente al tempo sarà la solidità del zare la superficie in orizzontale e verticale, in (trullissetur); poi vi si stendeva un impasto di rivestimento» (Vitruvio, De arch., VII, 3, 5.). modo da rendere la superficie perfettamente sabbia (harena dirigatur), infine veniva levigato Una simile tecnica è ampiamente documentata complanare e liscia per la successiva posa dello con creta o polvere di marmo (creta aut marmo- in alcuni cantieri incompiuti di Pompei, come strato di finitura. re poliatur). Successsivamente si provvedeva quello della Casa del Criptoportico, che hanno L'ultimo strato di finitura, di spessore alla lisciatura delle volte (camerae politiae) e permesso di capire come «l’applicazione del minimo, circa uno o due millimetri, era general- alla realizzazione delle cornici (opus corona- rivestimento era fatta a fasce orizzontali, parten- mente costituito da una malta di calce pura ed rium) alla linea d’imposta, anche esse eseguite do dall’alto e proseguendo verso il basso, con un aggregato a granulometria finissima. Si trat- con malta di calce e marmo setacciato, evitando l’evidente scopo di evitare di macchiare le zone

28 modo da rendere solidale lo strato di ancoraggio (trullissatio) al paramento murario. Nelle pareti in opus testaceum o sui laterizi di intercapedini murarie l’aderenza con la terracotta era facilita- ta da una scialbatura con latte di calce, «per evi- tare che rigettino lo strato di cocciopesto: a causa infatti dell’aridità provocata dalla cottura nella fornace, non possano prenderlo su di sé né trattenerlo, a meno che la calce spalmata sotto non faccia aderire fra loro, incollando le due sostanze» (Vitr., VII, 3,6). La tecnica della chiodatura del supporto è descritta da Vitruvio nell’intonacatura dei muri a graticcio (Vitruvio, De arch., VII, 3, 11) «nei quali inevitabilmente si producono crepe nei montanti e nelle traverse, in quanto prendono necessariamente umidità quando la malta di Solunto, “scalfittura” del supporto murario Pompei, trullissatio in un’edicola del Tempio di Vespasiano argilla li impiastriccia, e quando poi si asciuga- Pompei, “martellinatura” su una colonna del Tempio di Apollo Pompei,Villa dei Misteri, particolare di trullissatio no si restringono e producono crepe nei rivesti- menti»; la tecnica prevedeva che il muro venis- se rivestito interamente di argilla «allora vi si fisseranno delle canne in fila continua con chio- di a capocchia larga, poi si stenderà un secondo strato di argilla e se le canne precedenti sono state fissate per mezzo di canne più grandi tra- sversali la seconda serie sarà fissata per mezzo di canne verticali e poi, come è stato detto prima, si applicheranno la malta di sabbia (hare- natum) e il marmo (marmor) e tutto il rivesti- mento (omne tectorium). La duplice fila conti- nua di canne fissate ai muri mediante un incan- nucciato ad incrocio impedirà che si producano scheggiature (segmina) e alcuna crepa (rimam)». Esempi di questa tecnica sono visibili a Ercolano e Pompei; lo studio approfondito delle vestigia ar- cheologiche vesuviane, condotto dall'Adam, ha evi- denziato alcune differenze rispetto alla tecnica de- scritta da Vitruvio. In particolare è stato osservato che come materiale di riempimento non veniva im- piegata argilla, bensì si realizzavano, a carpenteria lignea completata, murature in opus incertum, lega- to con malta. Ciò comportava l’evidente vantaggio di aumentare l'aderenza e stabilità dei rivestimenti ad intonaco che erano stesi direttamente sull'opera a

Pompei: tecnica di preparazione dell’intonaco à chevrons, a V dritta e rovescia sottostanti. Il lavoro progrediva a giornate suc- cessive, nelle quali in una determinata fascia di superficie venivano stesi rinzaffo, traversato e tonachino e persino l’affresco» (4). La realizzazione degli intonaci romani con più strati, alcuni di notevole spessore, ne deter- minava un eccessivo peso. È stato stimato che un metro quadrato di intonaco potesse pesare circa un quintale5; ciò poneva ai tectores un pro- blema di aderenza alle superfici orizzontali e verticali sottostanti, che fu risolto in diversi modi in relazione al tipo di supporto murario. Oltre ad un'abbondante idratazione delle super- fici, che evitava la disidratazione delle malte, si provvedeva a creare delle asperità sulle superfi- ci, in particolare, nelle murature in pietra spesso si sfruttavano le scanalature lasciate dagli attrez- zi per la sbozzatura, oppure si ricorreva alla scalpellatura a martellina soprattutto sulle superfici levigate di alcuni paramenti in pietra, sulle superfici ridotte delle colonne che offriva- no una superficie di ancoraggio ridotta o nel caso di rifacimento di intonaci. Un altro metodo consisteva nella chiodatura con chiodi a testa larga (claves muscarii) fissati sulla superficie in

29 graticcio con il solo ausilio della chiodatura. Fin qui a contatto col vapor d’acqua nelle pareti di strut- ve gli accorgimenti di protezione delle murature abbiamo analizzato gli intonaci realizzati su mu- ture termali. Fermi restando i criteri di applica- al piano terreno e i vari modi di realizzare l’into- rature più o meno omogenee o realizzate su strut- zione dell’intonaco secondo strati successivi e naco «perché possano durare senza deteriorar- ture verticali miste, ma i tectoria si differenziano via via di spessore decrescente e della preventiva si»; per le murature al piano terreno, ma anche per tecnica di esecuzione anche in relazione alle preparazione del supporto, l’attenzione dei tecto- per le colonne rivestite ad intonaco, si provvede- condizioni di impiego; da tali condizioni deriva- res si soffermò sul tipo di malta da impiegare; in va «per circa tre piedi (pedibus tribus) dal pavi- no gli intonaci funzionali finalizzati all’imper- particolare perfezionarono tutte quelle malte a mento verso l’alto» all’applicazione di uno strato grossolano di base con cocciopesto (testa trullis- meabilizzazione o al riscaldamento. La realizza- comportamento pozzolanico che, basate su una setur), anziché con una malta di calce e sabbia zione di intonaci impermeabilizzanti da realiz- consolidata tradizione tecnica, offrivano suffi- (harenato), in modo che queste parti dell’intona- zarsi in "luoghi umidi" impose alcuni accorgi- cienti garanzie di protezione e impermeabilizza- co (partes tectorium) non potessero subire i dan- menti sulla natura delle malte da impiegare, che zione. L’impiego delle malte idrauliche, in epoca ni dell’umidità (vitru). In presenza di particolari dovevano resistere al contatto diretto con l’ac- romana, era relazionato al grado di protezione condizioni di umidità, per esempio per le pareti a qua, ad esempio nelle cisterne, o a condizioni di che l’intonaco doveva offrire all’azione diretta ridosso di terrapieni, veniva costruita «ad una umidità di risalita, come nelle murature a diretto dell’acqua, come nel caso delle cisterne, o all’u- breve distanza un secondo muro sottile, lontano contatto con il terreno, nei casi di murature al midità di risalita come nel caso delle pareti terra- dal primo per quanto possibile, e tra le due pareti piano terreno a contatto con terrrapieni, ed infine nee delle edificazioni. Vitruvio (VII.4.1) descri- si traccerà un canale, ad un livello più basso ri- spetto a quello della camera e con aperture all’e- Pompei, Terme Stabiane (tepidarium): Ercolano, intonaco su tramezzo a graticcio intercapedine muraria realizzata con tegule mammatae sterno; anche nel muro quando sarà stato com- pletamente innalzato, si lasceranno degli spiragli (spiramenta), poiché se l’umidità non avrà modo di uscire attraverso aperture, in alto così come in basso, non mancherà di disperdersi anche nella nuova costruzione. Ciò fatto, si darà alla parete un primo rivestimento grossolano con il coccio- pesto (testa trullissetur), la si spianerà (diragu- tur) e poi la si intonacherà fino alla rifinitura (tectorio poliatur)» (VII.4.1). Nella Casa del Fauno a Pompei è visibile una interessante variante di realizzazione dell’inter- capedine, di chiara derivazione dalle applicazio- ni termali. In uno degli ambienti del secondo peristilio è stato rinvenuto un rivestimento rea- lizzato con lastre di terracotta delle dimensioni di centimentri 62x49, costituite da tegole priva- te di alette dette tegulae hamatae. La superficie di lastre veniva preventivamente scialbata con latte di calce per favorire l’aderenza e la coesio- ne dell’intonaco di cocciopesto. Dai riscontri con le fonti, deriva che la tecnica applicata nella Casa del Fauno è una semplificazione del meto- do descritto ancora una volta da Vitruvio (VII, 4.2), che lo consiglia in tutte quelle circostanze in cui non è possibile costruire un secondo muro e lo descrive così «da un lato verranno collocate sull’orlo del canale tegole di due piedi (tegulae bipedales), dall’altro lato verrà costruita una Casa del Fauno a Pompei: rivestimento parietale con funzione isolante realizzato con intercapedine costituita da tegule hamatae base di pilastri fatti con mattoni di otto pollici, sui quali possano poggiare gli angoli di due tegole, e queste siano ad una distanza di non più di un palmo dal muro. Poi al di sopra verranno poste verticalmente tegole uncinate (hamatae tegulae) fissate al muro dal fondo alla cima, le cui parti interne saranno spalmate di pece (inte- riores partes curiosius picentur ut ab se respuant liquorem)». Completata la contropare- te si provvedeva alla sciabaltura con latte di calce, e alla realizzazione dell’intonaco a coc- ciopesto, rimandando il completamento dell’in- tonaco alla consueta pratica dei tectoria.

L’arch. Giovanni Battista Prestileo è, dall’anno 2004, Dottore di Ricerca in “Recupero e Fruizione dei Contesti Antichi”, presso l’Università degli Studi di Palermo.

NOTE 1) Wyrobisz A., "Materiali", in Enciclopedia Einaudi, Milano 1982, p. 933. 2) Arcolao C., Le ricette del restauro, Marsilio, Venezia 1998, p. 3. 3) Cagnana A., Archeologia dei materiali da costruzione, Società archeologica padana, Mantova 2000, p.141. 4) Cagnana A., op. cit., p.141.

30 IL CINQUECENTO E L’ARTE DELLO STUCCO

LA RISCOPERTA DELLA TECNICA ROMANA

gymnasion Giuliana Russo

a tradizione secolare dell’arte dello stucco rea. L’impasto per stucco nasce dunque in un Laffonda le sue radici nell’antichità della cul- primo momento come tecnica sostitutiva ad imi- tura romana, ed il ruolo assunto da questo mate- tazione del marmo, come alternativa più econo- riale nell’ambito di momenti storici diversi ha mica e di più facile realizzazione, per poi suc- reso necessaria una trattazione sia in riferimento cessivamente conquistare una valenza autono- al tema generico dei rivestimenti sia nell’ambito ma, dando vita ad un’arte capace essa stessa di dello sviluppo di una più specifica arte decorati- inventare soluzioni formali nuove e creative. Il va. Come sappiamo, al di là dei manufatti e delle minor costo dei materiali e la loro facilità di opere frutto di un’arte che trae dall’esperienza reperimento, uniti ad un alto grado di lavorabi- empirica la sua principale sorgente di ispirazio- lità, hanno consentito nel corso dei secoli lo svi- ne ed attuazione, i primi indizi di una trattazio- luppo di una tradizione artistica che vede, ne scritta su tale argomento giungono da soprattutto a partire dal periodo rinascimentale, Vitruvio, il quale è il principale codificatore, scultori ed architetti intraprendere approfonditi oltre che delle più importanti norme che regola- studi sui modi e le tecniche di tale arte al fine di no l’architettura e il suo rapporto con l’uomo, accrescerne le potenzialità ed aumentarne le anche dei metodi riguardanti i rivestimenti del- possibilità di impiego. l’architettura ed i suoi materiali, tra i quali into- La riscoperta, durante il ‘500, delle regole naci e stucchi. Dopo di lui, i trattatisti che classiche, della loro codificazione e interpreta- affrontano codesti temi, da Plinio, nel secolo zione e del loro impiego come mezzo per la successivo, agli autori che operano nei lontani creazione di un nuovo linguaggio architettonico, secc. XV e XVI, ritrovano nello scritto dell’au- fa sì che l’architettura del Rinascimento attra- tore romano il punto di partenza ed il costante versi un percorso che, partendo dallo studio e riferimento per i loro studi. dall’affermazione dei canoni classici per dare Le numerose traduzioni esistenti del testo ordinamento alle composizioni architettoniche, vitruviano del De Architectura (sec. I a.C.) non giunga alla fine ad un momento in cui ammette individuano in maniera categorica un limite e e ricerca anche le deviazioni dalle sue regole, Decorazione a stucco della facciata di Palazzo Spada in Roma una distinzione netta tra i due materiali suddetti, nell’abbandono ad originali sfoghi compositivi. La Casina di Pio IV nei Giardini Vaticani intonaco e stucco (1); perciò l’autore fornisce, Conseguentemente, anche la “pelle” di tale all’interno della sua accurata trattazione, la for- architettura, ossia i materiali ad essa applicati, mula unica per l’esecuzione di un rivestimento subisce la medesima evoluzione, in quanto l’in- ideale, il quale prevede che si passi, sull’arric- teresse classicista rivolto allo studio dei modelli ciatura, […] la sabbia in fasce parallele, e su dell’antichità greca e romana investe in egual questa, mentre si sta asciugando, si passano la maniera sia le architetture che i loro rivestimen- seconda e la terza mano; di seguito, dopo alme- ti. Lo stucco, primo fra tutti, impiegato in epoca no tre strati di sabbia, allora si applichi il romana per conferire ad un manufatto la sem- marmo a grana grossa in fasce parallele […] bianza estetica del più prezioso marmo, trova in una mano di grana media e poi un’altra di quest’epoca, attraverso una suscitata volontà di grana più fine. Così con tre strati di sabbia e tre studiarlo e riesaminarne le potenzialità applica- di marmo i muri diventano resistenti […] e levi- tive, una rinnovata connotazione accanto ai gata la superficie con lo splendente candore del materiali rispetto ai quali in passato era conside- marmo […] le pareti avranno un aspetto splen- rato “meno nobile”. Il suo ruolo di completa- dido (2). I sei strati che Vitruvio prescrive di mento dell’immagine del monumento architetto- stendere su una prima arricciatura sono dunque nico vede mutare la sua funzione da semplice impasti contenenti sabbia per gli strati sottostan- fodera di rivestimento delle superfici esterne ti e polvere di marmo per quelli di finitura: que- degli edifici, agli inizi del sec. XVI, a materiale sti sono gli aggregati che, insieme alla calce con cui realizzare elementi decorativi come parti come legante, costituiscono gli ingredienti prin- integranti dell’architettura stessa. cipali dei rivestimenti ad intonaco e a stucco. Ed Da Bramante (3) figura chiave nell’evoluzio- è proprio l’impiego di un inerte a ridottissima ne dell’arte stucchiva tra ‘400 e ‘500, agli allie- granulometria, come la polvere finemente maci- vi di Raffaello, primo fra tutti Giovanni da nata dei marmi romani, che distingue l’esecu- Udine, la decorazione a stucco di soffitti e pare- zione di un semplice intonaco da una rifinitura ti sia interne che esterne diventa un importante in stucco, la quale ha l’intento di conferire ad mezzo di qualificazione spaziale delle superfici; una superficie consistenza e sembianza marmo- e le diverse tecniche di realizzazione dello stuc- 31 co hanno lo scopo di ottimizzare qualitativa- chiscano la facciata nel progetto di Palazzo romane e cerca di risalire all’impasto originario mente la resa finale del materiale lavorato. Branconio dell’Aquila. romano ed al modo con cui gli antichi riusciva- L’espressione artistica cinquecentesca, Antonio Forcellino (7), studioso dell’architet- no ad ottenere un materiale privo di imperfezio- soprattutto nelle opere del tardo Cinquecento, si tura del Rinascimento e delle problematiche ni. mostra così in un duplice aspetto: da un lato la relative ai loro rivestimenti, evidenzia come lo Nel manoscritto custodito alla Bodleian compostezza e la semplice ripartizione modula- stesso Peruzzi, attento conoscitore oltre che Library di Oxford, che contiene le notazioni del- ta e proporzionata delle facciate architettoniche, delle tipologie architettoniche anche delle l’autore sui monumenti antichi, troviamo impor- scandite dal ritmo degli ordini e fedeli alle rego- potenzialità intrinseche dei materiali utilizzati, le classiche, da un altro lato un decorativismo nell’impiegare lo stucco di travertino si serva di tanti appunti in cui egli descrive proprio la for- ricco e libero da ogni costrizione, che si pone polveri a differenti granulometrie, più minuzio- mula di un impasto alla romana, che dia uno come emblema di uno sforzo tensionale che sa per i rilievi e più grossolana per i bugnati, stucco bello a vedersi e che non faccia macchie vuole giungere al superamento di quelle regole: rilevando la relazione esistente tra la modalità di e spaccature: [...] si conviene pigliare tre parti di creare il nuovo sulle spoglie dell’ antico (4). È lavorazione di tale materiale e la resa del pro- marmo pario e pisto bene [...] et in le tre parti di l’esploit di questo ornamentalismo, attraverso dotto finale, ovvero fra la tipologia della polve- marmo vi si ha da mettere una parte di calcina cornici, bassorilievi, altorilievi, grottesche e re impiegata e il tono della coloritura da voler [...] et che la calce sia di marmo et non di altra quanto altro da rappresentare a tutto tondo, a attribuire al monumento. pietra [...]; l’autore accenna anche alcune moda- dare un impulso e nuova fioritura all’arte Ed è a partire dalla seconda metà del sec. XVI lità di preparazione, purtroppo incomplete e non dello stucco, ritenuto, proprio per la sua versati- che la decorazione a stucco giunge al termine di del tutto esaurienti ai fini di un’analisi diretta dei lità, il materiale ideale ad essere utilizzato per la quel processo che rende il materiale plastico suoi manufatti, a causa della frammentarietà del realizzazione di forme varie e mutevoli. protagonista di realizzazioni scultoree a forte La letteratura artistica sul tema dei rivesti- rilievo, espressione di un nuovo linguaggio arti- manoscritto. Tale ricetta fornita dall’architetto menti ad intonaco e degli stucchi, che si svilup- stico che, dagli ornati composti e pur racchiusi napoletano è importante sia perchè enuncia la pa dal sec.XV sulle orme del trattato vitruviano, entro definite geometrie, esplode in una fantasia formulazione teorica di una tecnica esecutiva di e che annovera tra le opere di rilievo il De re di figurazioni modellate in forte aggetto, scolpi- difficile codificazione, sia in quanto richiama aedificatoria di Leon Battista Alberti, il Trattati te a tutto tondo e distribuite in modo da invade- nel presente della sua epoca storica la memoria di architettura, ingegneria e arte militare di re i comparti architettonici sia all’esterno che di tale tecnica che già i romani utilizzavano Francesco di Giorgio Martini, Le Vite di Giorgio all’interno degli edifici. La decorazione, in tal come mezzo di espressione artistica, nell’inten- Vasari, I primi quattro libri dell’architettura di modo, riscattandosi da un ruolo secondario zione di ricostituire quell’impasto perfetto che Pietro Cataneo ed il Libro delle Antichità di rispetto all’architettura, diviene essa stessa l’ele- desse uno stucco quanto più possibile puro ed Pirro Ligorio, rappresenta l’intenzione degli mento caratterizzante da cui l’opera architettoni- assimilabile al marmo bianco. Il modo di impie- artisti di fornire primarie indicazioni di riferi- ca trae non soltanto il suo arricchimento ma gare lo stucco sfruttando ogni sua potenzialità mento per lo studio e la ricerca di ricette sempre anche il suo stesso significato: in Palazzo migliori per giungere ad un perfetto stucco. La Spada, ad esempio, gli stucchi scolpiti di Giulio per costruire architetture mirabili fa dell’opera volontà dei maestri rinascimentali di creare una Mazzoni primeggiano sia in facciata che all’in- del Ligorio il culmine di una ricerca che, nel miscela raffinata e quanto più possibile simile a terno, sostenuti da nuclei armati che ne reggono mostrare l’indissolubile legame forma-materia, quella degli impeccabili stucchi romani ha con- l’aggetto, splendenti per il candore del bianco riporta lo stucco ad un ruolo di primo piano che, dotto all’elaborazione di tecniche sempre più derivato dall’impiego dello stucco a calce e pol- nelle epoche passate dei secc. XII-XIV, esso complesse e man mano perfezionate; la fram- vere di marmo. aveva del tutto perduto. mentaria trascrizione da parte degli stessi tratta- È l’evolversi di un linguaggio che trova mas- tisti di alcune di queste metodologie, rappresen- sima espressione, a partire dalla seconda metà L’arch. Giuliana Russo è, dall’anno 2005, Dottore di ta il tentativo di fornire una sorta di definizione del ‘500, nelle “architetture scolpite” di Pirro Ricerca in “Recupero e Fruizione dei Contesti Antichi”, dei componenti e di sistematizzazione delle fasi Ligorio (1510-1583), l’artista che maggiormen- presso l’Università degli Studi di Palermo. operative ad una tecnica che, basata su una spe- te incarna la capacità di utilizzare la conoscenza rimentazione diretta, rimane comunque difficile delle fonti e delle norme classiche per la crea- da normare. zione di un inedito linguaggio architettonico, nel A Giovanni da Udine il Vasari, nelle sue Vite, quale inserire i rimandi archeologici e mitologi- NOTE attribuisce l’enunciazione della possibile formu- ci frutto della sua profonda erudizione. La sua 1) L’autore, infatti, nel suo testo parla dell’album opus, la dello “stucco alla romana”, ottenuto mesco- ricerca coinvolge anche i materiali, nella volontà ossia dello stucco bianco, e del tector, ossia dell’intona- lando alla calce di travertino bianco (5), al posto di riprendere dal passato e rivalorizzare quella co, ma inverte anche i termini, trattando circa de albaris operibus, in relazione agli intonaci, e denominando della pozzolana, la polvere di marmo bianco, in materia duttile e versatile che è il suo strumento graecorum tectores gli stuccatori greci. Cfr. M. Vitruvio modo da ottenere un impasto dal colore puro; di invenzione: le sue architetture sono infatti Pollione, De Architectura, libri X, trad. a cura di Franca per cui egli, finalmente fatto pestare scaglie del caratterizzate da una totale invasione delle deco- Bossalino, Kappa, Roma 2002, Libro VII, Capitoli II e più bianco marmo che si trovasse, ridottolo in razioni in stucco sulle superfici sia esterne che III, p. 258-263. polvere sottile e setacciatolo, lo mescolò con 2) Ibidem, p. 260-263. interne. Proprio lo stucco è infatti il mezzo per 3) Il Bramante è il primo, alla fine del sec.XV, ad utiliz- la calcina di travertino bianco; e trovò che così “simulare” e creare quegli effetti illusionistici zare le capacità simulative dello stucco, nella ideazione veniva fatto, senza dubbio niuno, il vero stucco che lo schema architettonico rinascimentale, del finto coro in Santa Maria presso S. Satiro a Milano, antico con tutte quella parti che in quello aveva composto ed ordinato, non era in grado di pro- ove il materiale è il mezzo per creare una falsa prospetti- desiderato (6). Proprio l’opera di Giovanni da durre. Le sue ricche architetture traboccanti di va, ovvero l’illusione di uno spazio in realtà insistente. 4) S.F. Musso, «Lo stucco in architettura, tra “simulazio- Udine rappresenta una prima svolta nell’impie- stucchi che evocano immagini fantastiche, come ne” e “nascondimento”», in Biscontin G. (a cura di), Lo go dello stucco come strumento decorativo, il Casino di Pio IV in Vaticano, non sono sem- stucco: cultura, tecnologia, conoscenza, Atti del mediante la creazione di ornamenti naturalistici plicemente l’espressione di una “maniera” che Convegno di Studi (10-13 luglio 2001, Bressanone), come elementi irrazionali all’interno del geome- precorre i tempi del Barocco, poichè il suo deco- Arcadia Ricerche, Venezia 2001, p.27. 5) I tipi di calce utilizzati nelle miscele per dar vita agli trismo dei comparti architettonici: sono le deco- rativismo è tutt’altro che un capriccio, in quanto stucchi erano, a Roma, quella ricavata dal travertino della razioni che riecheggiano le grottesche della fondato sulla volontà di recuperare la memoria cava di Tivoli e quella ricavata dal marmo proveniente Domus Aurea neroniana e che invadono la storica e re-interpretarla: la memoria del passa- dalle antiche rovine romane. Loggia di Villa Madama a Roma e le Logge di to che torna è il più struggente sogno dell’uomo 6) G. Vasari, Le Vite- Edizioni Giuntina e Torrentiniana, C.R.I.Be.Cu.-S.N.S., Pisa 1999, Volume V, Giovanni da Raffaello in Vaticano. Già il suo maestro (8). La facciata del Casino e le altre opere scol- Udine pittore, p.448. Raffaello, così come prima di lui il Peruzzi nella pite del Ligorio, sintesi delle sue esperienze e 7) Cfr. A. Forcellino, I rivestimenti a stucco nel XVI seco- Farnesina Chigi, impiega lo stucco per unifor- conoscenze, denotano la sua cultura antiquaria e lo, in “Ricerche di Storia dell’Arte”, 41-42 (1990), o mare le superfici esterne in pietra e laterizi delle la sua abilità nell’utilizzo e nella manipolazione anche A. Forcellino, Intonaci e coloriture nel Stalle Chigi, utilizzandolo in seguito con nuova dei materiali; ed anche nel far propria la tecnica Cinquecento e nel Seicento: vocazioni espressive e tecni- che esecutive, in “Bollettino d’Arte”, 47 (1988). funzione per la creazione di motivi ornamentali dello stucco Ligorio non si limita a riprendere 8)E. Pinci, Pirro Ligorio architetto napoletano. Appunti a rilievo che spezzino la compostezza ed arric- ricette di suoi predecessori, ma studia le rovine critici, Edizioni Kappa, Roma 1992, p. 34. 32 I BENI ARCHEOLOGICI ED ETNO-ANTROPOLOGICI STRUMENTI PER IL RECUPERO DELL’IDENTITÀ TERRITORIALE E DI RISCATTO SOCIO-ECONOMICO gymnasion Aldo R. D. Accardi

ormai noto come, nell’immaginario collet- un effettivo miglioramento della vita sociale. Ètivo, anche i beni culturali e ambientali Dunque sarebbe utile individuare il metodo più siano divenuti beni unici in grado di affiancare adeguato affinché questo senso di appartenenza gli indispensabili ed usuali beni di consumo. possa penetrare nelle coscienze di ognuno. Non a caso la domanda di intervento sui beni Restituire la coscienza delle proprie radici, architettonici ed ambientali - recentemente quindi il senso di appartenenza al proprio patri- orientata verso quelli archeologici - cresce in monio storico, significa ricercare un’identità modo esponenziale. Tale domanda però, spe- culturale che, passando attraverso l’intenso rap- cialmente in Italia, viene ancora formulata in porto tra l’archeologia e l’etno-antropologia, termini confusi e contraddittori e soprattutto punti all’affermazione della continuità, ben rap- finalizzati a raggiungere obiettivi che non hanno presentata dal concetto di longue durée espresso alcun legame con le esigenze di identità territo- da uno dei grandi maestri della museografia dif- riale e di cultura. Bisogna anche affermare che fusa, George-Henry Rivière (1); Maria Clara ogni sforzo in tale direzione soventemente viene Ruggieri Tricoli dice che una buona garanzia a vanificato dall’assoluta mancanza di una seria sostegno di questa ambita continuità è che essa programmazione. «debba necessariamente partire dal territorio e Dallo studio delle esperienze condotte in dall’identità territoriale – partecipando in questo realtà “originali” come quelle del Nord-Europa, modo a creare anche l’auto-identità» (2). Ad prevalentemente qualificate per le efficaci stra- esempio in Francia, proprio negli anni di ripresa tegie gestionali in esse adoperate, sembra pro- successivi agli eventi della Rivoluzione, questa ponibile che il riscatto sociale ed economico “strategia” museologica applicata ai beni cultu- possa realizzarsi attraverso la valorizzazione e rali, ed in particolare a quelli archeologici, fu l’integrazione nel vivere comune del patrimonio accompagnata da una precisa volontà di riscat- culturale. Gli insegnamenti che provengono tare l’identità nazionale in maniera molto diffe- dalle esperienze scandinave, così come da rente da quella dell’Ancien régime, cioè una quelle francesi ed anglo-sassoni, avvalorano l’i- identità nel quale al patrimonio culturale venisse Il museo open-air di "Skansen": grande parco che accoglie riconosciuto «il ruolo di foriero di tutti quei oggetti, architetture, sistemi agricoli, sottratti all'uso e dislocati dea che è possibile incoraggiare una comunità con l'intento di creare un museo inteso come "quadro di comuni- ad accostarsi al patrimonio artistico e culturale significati legati alle origini di un popolo, riferi- cazione" (da sito internet omonimo) in modo nuovo, per far sì che quest’ultimo mento storico certo e attendibile per la riconqui- Il museo open-air di "Den Fynske Landsby": edifici fra il Sette e venga percepito non più come estraneo, in sta della libertà, base di partenza per la ricostru- l'Ottocento "prelevati" e dislocati in modo da rappresentare le tipiche funzioni di un villaggio danese (da sito Internet omoni- quanto ‘pubblico’, ma parte costituente di ogni zione di una nuova era» (3). Esiste una nutrita mo) individuo, inteso come un bene proprio che rap- antologia su come l’identificazione culturale di A fianco, vista prospettica del museo, in un disegno di Aldo R.D. presenti un punto fermo dal quale promuovere un popolo necessiti del recupero del legame con Accardi

33 Il Mont-Beuvray e la città di Bibracte in una rappresentazione di come dovevano apparire nel I sec. a.C., in un acquerello di Jean Claude Museo di Bibracte: esposizione permanente con rievocazione di Golvin (© Éditions Errance). un ambiente domestico gallico. il territorio, ma altrettanto numerose sono le proprio nella seconda modalità di approccio teo- sul significato di una musealizzazione diffe- esperienze condotte nell’ambito della musealiz- rico, cioè quello che vede il coinvolgimento rente, innovativa, più consona all’educazione zazione del territorio inteso come luogo della emozionale del visitatore. popolare. «È dunque chiaro che, per esprimere memoria etnica o ancora come atto di rifonda- Tra i numerosi interventi nei quali questo la verità di una cultura popolare, la sua “lunga zione (4). I reperti archeologici, etno-storici ed equilibrio tra ricerca dell’identità e trasmissione durata” sui ritmi della natura e delle trasforma- anche le opere d’arte, se strettamente legati alla della cultura può considerarsi riuscito, citiamo zioni geografiche, […] un museo al chiuso è il popolazione locale e più precisamente alla Bibracte ed il Mont Beuvray, sito archeologico luogo meno appropriato» (14). cosiddetta sfera etnica (5), posseggono una gallo-romano della Francia, nel quale la straor- Hazelius, con i suoi musei attenti alle tradi- implicita forza “riconciliatrice” ormai ricono- dinaria politica gestionale e le strategie museo- zioni ed agli ambienti locali, costituisce un sciuta dagli antropologi. Ad esempio la crea- logiche hanno reso “esemplare” il suo processo attacco alla cultura del capitalismo industriale zione dei primi musei open-air si deve proprio a di valorizzazione. L’esplorazione del sito offre contrapponendo ad essa il recupero della tradi- questo recupero del senso di appartenenza alla la possibilità di comprendere ogni aspetto del zione etnoantropologica, il recupero del rap- terra, alla volontà di rifondare il rapporto con il territorio e della sua stretta relazione con gli porto fra contesto e identità, oramai soffocato da territorio, legame definitivamente perduto per interventi antropici storicamente stratificati, una globalizzazione incipiente. Il recente museo effetto dell’avvento dell’industrializzazione. Si supportata da una ben congeniata struttura di di “Den Fynske Landsby” è la dimostrazione pensi all’esperienza condotta dallo studioso appoggio, quale mezzo per l’accesso alla cono- che il “criterio” di Hazelius, seppur modificato scandinavo Bernhard Olsen con il suo villaggio scenza del sito: il “Museo della Civilizzazione nel corso degli anni, continua ad essere appli- di Ostenfeld, o ad Immanuel Hazelius con la Celtica”, reale chiave di lettura per la compren- cato mantenendosi fedele ad alcuni presupposti celeberrima realizzazione di Skansen (6). sione del territorio e della sua storia (9). originari. Le esperienze delle istituzioni straniere, Il sito, capace di esercitare un forte richiamo La richiesta di una musealizzazione meno citiamo ad esempio il British Museum, il Natio- di pubblico per tutto l’anno, attraverso la sua ideologizzata, la richiesta di una musealizza- nal Museum of the American Indian, il Nordiska musealizzazione e un efficace processo di mer- zione meno settorializzata, «la richiesta di un Museet di Stoccolma, il Musée des Arts et Tra- chandising, permette l’avanzamento della cam- rapporto con la storia più autentico e complesso, ditions Populaires di Parigi, sottolineano come pagna di scavi, della sperimentazione archeolo- insieme alla richiesta di una risposta ai bisogni il nostro sistema delle politiche culturali si trovi gica e l’organizzazione, insieme agli “attori di auto-identificazione del territorio, non certo agli antipodi rispetto al sistema nel quale le sud- locali”, della ricaduta economica prodotta dal rappresentato dall’astrazione enciclopedica di dette istituzioni straniere sono inserite ed ope- flusso di visitatori. È Giorgio Gullini a sostenere un tempo, hanno condotto infatti ad orientare rano. che la gestione delle risorse culturali, dovendo diversamente molti nuovi (e meno nuovi) La nuova museologia supera quella tradizio- rispondere alle richieste della società, vede musei, rivoluzionando profondamente il rap- nale ed i suoi aspetti ‘sequestranti’ e persegue come sua ultima fase la valorizzazione del patri- porto fra il museo, il passato e la storia» (15). l’obiettivo di valorizzare gli oggetti, le colle- monio culturale intesa come «l’atto di verifica Tale orientamento non poteva non influen- zioni, i reperti archeologici e le stesse rovine, della finalizzazione sociale di tutte le operazioni zare le metodologie applicate ai siti archeolo- come fossero oggetti esemplari ai fini della tra- di gestione» (10). Un altro caso degno di men- gici; questi, in quanto contesti all’aperto, rap- smissione e della comunicazione culturale, zione, riguarda il sito preistorico di Altamira, presentano il supporto ideale per la “attiva- documenti delle relazioni tra essi e gli uomini, nel quale però la musealizzazione si è pratica- zione” del visitatore e del suo “coinvolgimento tra la comunità ed uno specifico contesto, stru- mente sostituita ad un sito di per sé fragile, ma emotivo”. Pensare che lo sviluppo socio-econo- menti di mediazione ed interpretazione a servi- di altissimo valore, la cui comprensione avviene mico e culturale del territorio possa essere pro- zio del pubblico in visita nei musei e nei conte- per mezzo delle attività integrative espletate dal mosso a partire dalla musealizzazione dei siti sti antichi; da queste riflessioni museologiche, “Museo de Altamira”, ed in particolare dal pre- archeologici (ove necessaria), oggi è un’opera- cioè sulla possibilità e sui modi di fare del patri- cipuo intento formativo. zione possibile e già sperimentata. monio archeologico ed etno-antropologico In Italia si è tentato di applicare metodologie I contesti antichi, possedendo un’immensa entità semiofore (7), sono emerse, come sostiene simili, prevalentemente ad una particolare tipo- capacità mediatica, obbligano ad intervenire su Franca di Valerio, due diverse modalità di logia di patrimonio, quella dei beni demoet- di essi in modo tale che la loro valorizzazione approccio teorico che possiamo riassumere noantropologici (11), ma non operando con la non sia ridotta unicamente alla mera fruizione molto sinteticamente, e facendo torto alla com- logica adottata dal fondatore del Nordiska dell’area o alla conservazione della stessa, ma plessità della questione, in una che identifica il Museet, Immanuel Hazelius, il quale raccolse luoghi di educazione attiva. Il progetto museo- museo come il luogo dell’apprendimento razio- oggetti di ogni genere, testimonianze della logico deve avere come strategia la cultura (16), nale e scientifico, ed in un’altra per cui il museo gente, schede, etc. come a volere commemorare intesa naturalmente come qualcosa che nasca diventa uno scenario dove il visitatore viene la capacità della gente comune di utilizzare, dal popolo, dai suoi desideri e dalle sue emo- “attivato” anche attraverso la propria compo- operare e pensare l’ambiente insieme alle sue zioni; una cultura che passi attraverso un inter- nente emozionale (8). Il fine ultimo delle strate- risorse (12). Hazelius, nell’intento di esporre gli vento di musealizzazione, anche triviale, in gie museologiche che attualmente segnano le oggetti nel loro contesto storico funzionale, allo grado di coinvolgere ed attrarre un pubblico ete- più efficaci esperienze di musealizzazione dei scopo di innescare una “esperienza memora- rogeneo. Le aree archeologiche sono una trama contesti antichi, ma non solo di essi, è riassunto bile” (13), comprese che bisognava concentrarsi di memoria individuale e collettiva che allunga 34 la nostra vita, sia pure all’indietro, e ci rassi- verso l’utilizzo di un modello matematico, detto mentali, estendiamo il termine anche all’insieme dei beni cura una promessa di immortalità. La loro fun- matrice delle interdipendenze settoriali (19), etno-antropologici, i quali, indiscutibilmente, posseggo- zione narrativa ci prende perché è basata su sintesi convenzionale della struttura del sistema no una forte carica testimoniale della civiltà che li ha processi semiotici che aiutano a comprendere il economico nazionale, la quale consente di generati. Cfr. Sposito Alberto et Al. (a cura di), Sylloge archeologica. Cultura e processi della conservazione, mondo, dare ordine al nostro passato e al nostro determinare «quali saranno gli effetti comples- DPCE, Palermo 1999, e Pomian Krzysztof, «L’heure des presente e a giocare a prevedere il futuro (17). sivi, diretti e indotti, che la domanda di un qua- “Annales”», in Pierre Nora, Le lieux de mémoire, 3 vv., Riassumendo, possiamo affermare che lo lunque settore induce sulle produzioni dei sin- Gallimard, Parigi 1997. sfruttamento della potenziale capacità mediatica goli settori ad esso collegati» (20). 8) Di Valerio Franca, Contesto e identità. Gli oggetti fuori e didattica di un’area archeologica è uno degli Certi del fatto che non tutto può essere e dentro i musei, nella pagina n° 3 dell’Istituto per i Beni obiettivi fondamentali del processo di musealiz- musealizzato, dobbiamo sottolineare che il suc- Culturali della Regione Emilia Romagna (sito Internet). zazione, al quale si accompagna, inevitabil- cesso delle operazioni simili a quella di 9) I tentativi di realizzare un senso della visita che sia in perfetta sintonia con gli intenti di comunicazione di un mente, una ricaduta economica sul territorio Bibracte, non è direttamente proporzionale al progetto culturale, base di ogni processo di musealizza- individuabile sia nell’affluenza di pubblico che valore del sito (21) nel quale si opera, anzi, la zione, sono diversificati e non sempre ben risolti. In que- nel conseguente incremento dell’economia potenziale capacità attrattiva può essere dispie- sto caso la visita al sito procede senza difficoltà di com- locale. I contesti antichi sono considerati beni gata proprio da realtà archeologiche molto meno prensione perché è immediata la comunicazione trasmes- culturali multidimensionali, ma anche politici maestose che, se ben musealizzate, saranno sa virtualmente dall’esposizione permanente del museo. ed economici, la cui potenziale capacità comu- capaci di comunicare le valenze storiche ed i Così ogni fruitore non dovrà compiere sforzi di interpre- nicativa perde fondamento se si tralascia di con- significati culturali impliciti in quei luoghi. tazione perché sarà l’allestimento ad interpretare per lui, cfr. Ruggieri Tricoli Maria Clara, I fantasmi e le cose, cit., siderarli anche in funzione della carica econo- In presenza di siti meno appariscenti, p. 106 e ss. mica e politica in loro intrinseca; non è suffi- devono entrare in gioco tutti quei fattori che 10) Gullini Giorgio, “Archeologia: dalla conoscenza alla ciente mettere in evidenza la sola natura cultu- abbiamo definito come immateriali, intangibili, conservazione”, in Sposito Alberto et. Al., op. cit., p. 16. rale peraltro indiscussa. Per meglio intuire il astratti, che il tempo in qualche modo ha cancel- È possibile dedurre che il ruolo attuale del museo è ben carattere economico delle aree archeologiche lato. L’opportunità di valorizzare un sito piutto- differente da quello inteso tradizionalmente; oggi diventa bisogna estendere il concetto di risorsa cultu- sto che un altro deve essere cercata altrove, necessario tenere in considerazione i diritti dei visitatori rale, arricchirlo di nuove significazioni, inter- attraverso l’accurata analisi preventiva della che chiedono una esperienza interattiva con la struttura pretando il termine alla luce della convinzione sostenibilità, da parte dei siti stessi, delle masse museale la quale a sua volta ingenera nella coscienza dei fruitori stessi una nuova e più completa consapevolezza che tale risorsa può essere considerata come un di visitatori sottese da qualsiasi operazione di del valore del patrimonio culturale. vero e proprio bene d’uso sociale (18). musealizzazione, specie se molto avanzate, visto 11) Anche se inconsciamente, in Italia, è stata la collezio- Beni unici ed irripetibili, i beni archeologici che l’impegno economico di impianto e di ne demoetnoantropologica di Ettore Guatelli a rivelare sono anche beni economici, i quali, oltre a for- gestione necessaria ad un allestimento davvero molti elementi di contatto con le correnti museografiche nire utilità sociale, richiamano un’ingente quan- efficace sarebbero indispensabili, qualora esso estere; questa collezione, considerata per lungo tempo tità di capitale da investire che, inevitabilmente, non avesse una ricaduta non soltanto econo- come estranea nell’ambito ufficiale dei musei italiani, è interagisce con altri settori produttivi sia a scala mica, ma anche e soprattutto educativa, nei l’esito di un sorprendente progetto museografico, testi- moniale e scritturale; cfr. Di Valerio Franca, Contesto e locale che nazionale. Tale aspetto economico è riguardi di un pubblico vasto (22). identità. Gli oggetti fuori e dentro i musei, cit., p. 3. ancora più evidente se si considera che per la 12) Di Valerio Franca, Contesto e identità. Gli oggetti conservazione e valorizzazione del patrimonio fuori e dentro i musei, cit. archeologico si rende necessario l’investimento 13) Alexander Edward P., Museum in motion. An intro- di grossi capitali, solitamente provenienti da duction to the history and function of museums, stanziamenti pubblici ma, sempre più frequente- Altamira/Sage in coll. con American Association for mente, anche da grosse Holding del panorama State and Local History, Walnut Creek, Londra e New nazionale ed internazionale, le quali, attratte da Deli, 1996, p. 86. 14) Ruggieri Tricoli Maria Clara, I fantasmi e le cose, cit., grossi interessi finanziari, decidono di investire p. 109. su tale patrimonio. È possibile tentare la valuta- L’arch. Aldo R.D. Accardi è, dall’anno 2005, Dottore di 15) Ibidem, p. 77. zione della potenzialità dei contesti antichi di ricerca in “Recupero e Fruizione dei Contesti Antichi”, 16) Cfr. Robin Francis, The People’s Show: a critical contribuire alla ricchezza della nazione, attra- presso l’Università degli Studi di Palermo. analysis, in “Journal of Conservation and Museum Studies”, maggio 1996. 17) Rizzo Francesco, Economia e politica archeologica, Bibracte: ricostruzione in situ della fortificazione Atti del Seminario “Archeologia in Luce”, Palazzo Steri NOTE Gennaio 1996, DPCE, Palermo 1997, p. 73. 1) Rivière Georges-Henry, La muséologie selon Georges- 18) Rizzo Francesco, Economia del patrimonio architet- Henru rivière, Dunond, Parigi 1989. tonico ambientale, Franco Angeli, Milano 1989. 2) Ruggieri Tricoli Maria Clara, Siti archeologici: pro- 19) Cfr. Forte Carlo, “Valore di scambio e valore d’uso so- blemi di reintegrazione culturale e nuove forme di tea- ciale dei beni culturali immobiliari”, in «Restauro» n. 35, tralizzazione, in “Dioniso” n. 2/2003, Annale della 1978; mentre, per il funzionamento della matrice in termi- Fondazione INDA, G.B. Palumbo Editore, Palermo 2003, ni di input ed output - strumento necessario per esprimere p. 308. le relazioni che intercorrono tra tutti i settori di un sistema 3) Badami Angela, Territorio e Patrimonio. Valorizzazione economico - si veda ISTAT, Tavola intersettoriale dell’e- dei beni archeologici e pianificazione urbanistica in conomia italiana, anno 1985, Roma 1991. Francia, Edizioni Medina, Palermo 2001, p. 13. 4) Ruggieri Tricoli Maria Clara, I fantasmi e le cose, La 20) Come sostiene Grazia Napoli, tale valutazione è messa in scena della storia nella comunicazione musea- comunque un’operazione che mostra alcuni limiti; visto le, Lybra, Milano, 2000, p. 26. che le Soprintendenze archeologiche sono presenti in 5) Langer Suzanne K., Sentimento e forma, (1953), trad. gran numero nel settore dei Servizi generali delle it. di Lia Formigari, Feltrinelli, Milano 1975. Amministrazioni Pubbliche, ed in quanto organi periferi- 6) Per meglio comprendere le peculiarità di un museo ci del Ministero per i beni e le attività culturali, non è pos- open-air e per approfondire il tema del recupero del senso sibile ottenere dati disaggregati relativi ai soli bacini del territorio, con particolare attenzione alle esperienze archeologici. Cfr. Napoli Grazia, “Economia e Marketing scandinave e per l’esaustivo supporto bibliografico, cfr. dei bacini archeologici”, in Sposito Alberto et Al. (a cura Ruggieri Tricoli Maria Clara, I fantasmi e le cose, cit., p. di), Sylloge archeologica., cit., pp. 131-34. 26. 21) In questa sede, per “valore” del sito intendiamo quello 7) Secondo Alberto Sposito i beni archeologici posseggo- più direttamente percepibile, legato cioè a contesti monu- no una doppia natura: materiale ed immateriale; materia- le in quanto costituiti da materia degradabile, soggetta a mentali appariscenti, carichi di storia e di valenza estetica. mutamenti e trasformazioni; mentale perché portatori di 22) Ruggieri Tricoli Maria Clara, “La reintegrazione cul- significati, cioè testimoni di una civiltà, di idee e di valo- turale e il processo di musealizzazione nel quadro del ri circolanti in un determinato momento ed in un deter- concetto di “affidabilità”, in Ruggieri Tricoli Maria Clara, minato contesto. Forzando il concetto espresso da Sposito Cesare, I Siti Archeologici. Dalla definizione del Krzysztof Pomian, storico franco-polacco, il quale defi- valore alla protezione della materia, Dario Flaccovio nisce semiofori i beni archeologici intesi come oggetti Editore, Palermo 2004, p. 26. 35 LA CARTA DI SIRACUSA UN DOCUMENTO DI BUON SENSO

gymnasion Vanna Lisa Ruggirello

a posizione geografica ha permesso, in ma- salvaguardia del patrimonio architettonico ed Lniera del tutto spontanea, che l’Italia fosse europeo” (Granata, 1985) e della “Convenzione privilegiata nell’assumere un ruolo centrale nel europea per la protezione del patrimonio archeo- particolare confronto culturale e politico, che ne- logico” (Malta, 1992), raccomandava agli stati gli ultimi anni ha visto protagonisti molte nazio- membri: la salvaguardia del patrimonio median- ni che si affacciano sul Mediterraneo. L’Italia è te una legislazione specifica (punto I), la cono- stata uno snodo storico delle culture del bacino e scenza e la valorizzazione del patrimonio (punto svolge oggi un ruolo importante nel dialogo in- II), la valorizzazione degli edifici antichi di spet- ternazionale, fungendo da ponte fra differenti tacolo utilizzandoli come luoghi di produzione realtà politiche e culturali. In quest’ottica la Sici- artistica (punto III)(1). La Carta di Siracusa re- lia si fa promotrice di confronto e cooperazione cepisce queste direttive e propone nuove strate- fra paesi diversi per tradizioni e cultura, soprat- gie per la salvaguardia di tali beni. Così la Carta tutto alla luce dei recenti avvenimenti che sem- di Siracusa rappresenta l’ultima tappa di questo brano inasprire i rapporti che legano i paesi occi- percorso, iniziato da tempo, ma si distingue dalle dentali con quelli arabi. La Carta di Siracusa, altre dichiarazioni per il fatto che essa nasce dal per la conservazione, fruizione e gestione delle contributo sia di professionisti e studiosi, sia di architetture teatrali, presentata alla vigilia del- tecnici e organizzatori di tutte le attività legate ai l’anniversario dell’11 Settembre, nel magnifico teatri, che spesso messi a confronto hanno punti scenario del Teatro di Segesta, è stata occasione di vista ben diversi tanto per cultura quanto per per favorire l’incontro di molteplici culture, ca- formazione. Durante la presentazione a Segesta paci di recuperare il ricordo e la coscienza di una Licia Vlad Borelli, Ispettore Centrale Emerito storia condivisa. Come ha dichiarato il direttore per l’Archeologia presso il Ministero Beni Cul- del Centro Regionale e Provinciale del Restauro, turali, ha sottolineato come questo progetto si sia arch. Guido Meli, la Carta di Siracusa è un do- rivelato «una rete di scambi comune a tutti i par- cumento di Buon Senso, volto a tracciare le linee tecipanti, che li lega in uno stato di pace, neces- guida per gli Enti e gli Istituti che operano nel sario per essere uno strumento finalizzato alla settore della conservazione delle architetture tea- salvaguardia dei beni e dei popoli stessi». Il frut- trali. Questo documento è il frutto di un lavoro di to di questo lavoro comune ha prodotto quattro varie Comunità Scientifiche, Istituzioni naziona- allegati tecnici, da considerare come protocolli li e internazionali, iniziato a Siracusa nell’Otto- di conoscenza, di conservazione, di fruizione e bre del 2004 in occasione del II Convegno Inter- di gestione: nazionale di Studi, La Materia e i Segni della Allegato 1. Organizzazione e gestione delle Storia - Teatri Antichi nell’Area del Mediterra- conoscenze sulla realtà conservativa delle archi- neo, promosso dall’Assessorato dei Beni Cultu- tetture teatrali antiche e del contesto territoriale. rali e Ambientali della Regione Siciliana e orga- Stabilisce che alla base della prassi conservativa nizzato dal Centro Regionale del Restauro. deve esserci una corretta conoscenza e interpre- In questa occasione gli studiosi, gli archeolo- tazione del manufatto, per quel che concerne sia gi, i tecnici e gli scenografi, responsabili della le scelte formali, i materiali e le tecniche costrut- gestione dei teatri, hanno presentato diverse tive adottate, sia gli interventi operati in passato. esperienze di conservazione e di utilizzo delle L’allegato indica quali siano i criteri da adottare: realtà teatrali, dei relativi contesti ambientali, va- il censimento, la schedatura, la creazione di una lutando l’efficacia e l’economia delle tecnologie banca dati, il reperimento delle fonti, la creazio- e delle attività applicate. Alla fine dell’incontro, ne di Carte del Rischio, gli strumenti di condivi- nelle giornate dedicate ai workshops, gli interve- sione della conoscenza, gli strumenti divulgativi nuti si sono impegnati a delineare uno strumento al servizio dell’area archeologica e l’offerta di- conoscitivo capace di tracciare le direttive per dattica. una efficace prassi di conservazione program- Allegato 2. Diagnostica, monitoraggio, con- mata e per adottare modelli di fruizione e di ge- servazione e restauro. I Teatri antichi possiedono stione sostenibile. La redazione di questo docu- una duplice funzione: essere dei musei all’aper- mento si inserisce nel dibattito che negli ultimi to, ma soprattutto, di essere edifici “vivi”, come decenni ha avuto come protagonisti i teatri anti- li ha definiti la Borelli, in quanto hanno il privile- chi. Già nel 1995 il Consiglio d’Europa aveva gio di essere edifici architettonici unici, che adottato la Dichiarazione di Segesta, che in linea mantengono il loro antico uso come monumenti con le prescrizioni della “Convenzione per la per lo spettacolo. La Carta di Siracusa, nel pano- 36 Distribuzione dei principali Teatro nell'area del Meditteraneo (da"Kokalos", 6, 1995) rama internazionale, promuove l’attivazione di documento stabilisce modelli efficaci per le ana- del Teatro era stata costruita allo stesso livello flussi del sapere e l’interscambio, di conoscenze lisi delle vocazioni culturali di un territorio, mo- del fiume e fino quando gli abitanti dell’antica ed esperienze di ricerca, per programmare e at- delli necessari all’organizzazione, alla gestione e Eloro provvedevano a garantire con una manu- tuare protocolli conservativi specifici, indiriz- alla fruizione dei luoghi antichi di spettacolo. tenzione periodica il naturale e corretto deflusso zando le scelte a un corretto utilizzo delle archi- “La presenza delle architetture teatrali antiche è delle acque verso la foce, non si vennero mai a tetture teatrali antiche. In tale allegato si auspica un’insostituibile risorsa culturale ed un’occasio- manifestare fenomeni di vulnerabilità statico- “la gestione programmata basata sulla conserva- ne di sviluppo locale, da valorizzare anche attra- strutturale. Ma col passar del tempo il fiume ha zione programmata, che si sostituisce alla tradi- verso la costruzione e condivisione diffusa di aumentato la sua portata e le frequenti alluvioni, zionale logica del restauro puntuale e della dia- prassi di divulgazione e didattica incentrate sul che si sono avute nel Medio Evo, hanno provo- gnostica condotta in modo episodico, che non ruolo culturale dei teatri antichi”. I punti analiz- cato una continua erosione al piede del pendio possono costituire una prassi conservativa, per- zati sono: sistema integrato di offerta culturale, roccioso. Anche l’estrema vicinanza al mare è ché unicamente riconducibili a interventi con- reti di fruizione teatrale, realizzazione di azioni stata causa di degrado, dovuta alle correnti eoli- dotti in emergenza”. L’allegato stabilisce i cam- informative e formative, destinate alla fruizione, che che trasportano particelle sabbiose e provo- pi da indagare: la diagnostica e il monitoraggio, realizzazione di iniziative formative specialisti- cano fenomeni di aerosol marino, attivando pro- le prassi conservative, i criteri di restauro, la for- che, sviluppo di progettualità comune, assetto cessi di decoesione e di alveolizzazione nei ma- mazione di competenze specialistiche, la condi- istituzionale e fiscale. La presentazione della teriali. A queste problematiche si aggiungono visione di metodiche e di strategie, il finanzia- Carta di Siracusa è stata il pretesto per dare una quelle prodotte all’orchèstra e ai resti del Teatro mento della prassi conservativa. risposta alle polemiche che già da tempo hanno dalla fitta vegetazione circostante. Il Teatro di Allegato 3. Sostenibilità dell’attività teatrale interessato questi luoghi storici, la loro fruizione Eloro, purtroppo, risulta essere in stato di abban- e salvaguardia dell’edificio archeologico e del e il loro uso. “È il momento di individuare il tipo dono a causa della mancanza di un corretto piano suo contesto ambientale. Sono definiti i diversi di attività da fare in questi luoghi. Il conflitto tra di manutenzione, capace di attivare le naturali criteri che si devono adottare per poter avere una chi fa spettacolo e chi è posto alla sua salvaguar- potenzialità di fruizione, che il contesto naturale fruizione adeguata e sostenibile, che tenga conto dia non dovrebbe esistere”. Con questa richiesta richiede e offre (6). In conclusione si auspica, al- sia dei fattori tecnici riguardanti il monumento, di attenzione da parte Gioacchino Lanza Tomasi, la luce di questa esempio di emergenza, che con sia dei fattori culturali ed economici che riguar- Soprintendente del Teatro San Carlo di Napoli, si la Carta di Siracusa si possa avere la giusta at- dano il territorio che lo ospita. Per la formulazio- apre una riflessione sul difficile compito di chi è tenzione verso questi monumenti antichi e pos- ne di questo allegato si è fatto riferimento alla preposto alla gestione del bene. Quali attività so- sano essere affrontati adeguati e corretti pro- Carta internazionale sulla conservazione e il re- no consentite e quali devono essere precluse nel grammi per la conservazione e per la gestione stauro dei monumenti e dei siti (ICOMOS 1964). rispetto del bene? Questo l’interrogativo che ci si dei beni teatrali, adottando criteri sostenibili la Sono date indicazioni sulle scelte tecniche, che pone oggi. Un’altra riflessione che scaturisce loro fruizione, nel rispetto delle reali esigenze dovranno proporre “soluzioni reversibili di fran- della Carta di Siracusa è il rischio legato alla po- del monumento stesso. ca riconoscibilità, e compatibili per materiali e ca manutenzione degli edifici teatrali, problema- L’arch. Vanna Lisa Ruggirello è assegnista di ricerca in tecniche con il Teatro”. Questo allegato si confi- tica che in Sicilia trova larga diffusione (1). “Conservazione dei Contesti Antichi: tecnologie innova- gura come un “manuale d’uso”, che fornisce per La ridotta frequentazione turistica, causata o tive e nanomateriali”, presso l’Università degli Studi di la prima volta delle indicazioni di carattere spe- dal mancato inserimento di tali luoghi nei circui- Palermo. cifico per l’edificio teatrale, facendo riferimento ti turistici o dal rapporto sfavorevole con altri si- alle diverse funzioni e strutture del manufatto ti più visitati (ad esempio Piazza Armerina ri- NOTE antico, “allo scopo di orientare la definizione di spetto a Morgantina) (2), è causa di incuria e di (1)Per approfondimenti sui Teatri della Sicilia si veda: strategie condivise a livello mediterraneo circa la programmi di manutenzione insufficienti, evi- Mitens K., “Teatri Greci e Teatri ispirati all’Architettura greca in Sicilia e nell’Italia Meridionale, c. 350-50 “L’Er- fruizione sostenibile di tali edifici”. Il manuale denti nei Teatri di Eloro, di Monte Iato (3), di ma” di Bretschneider, Copenaghen 1987; Ruggirello V.L., indica come gestire i diversi elementi architetto- Montagna Cavalli (4); per altri Teatri, invece, I Teatri della Sicilia: tipologie, tecniche costruttive e geo- nici che compongono l’edificio teatrale (la ca- l’eccessiva frequentazione è causa di effetti ne- metrie, Tesi di Dottorato in “Recupero e Fruizione dei vea, l’orchestra e l’edificio scenico), come devo- gativi dovuti al rischio antropico. Il caso del Contesti Antichi”-Ciclo XVI, Tutor Prof. Sposito Alberto, DPCE 2004. (2) Sposito A. et Al., Morgantina: Architettu- no essere le attrezzature sceniche di natura tem- Teatro di Eloro (5), nel Comune di Noto, è em- ra e Città Ellenistiche, Alloro, Palermo 1995. Sposito A., poranea e come deve avvenire il loro montaggio. blematico di questa condizione di incuria e di ab- Il Teatro ellenistico di Morgantina, in “Dioniso” 2, Paler- Sono stabilite per ciascun Teatro i valori massimi bandono, ed evidenzia come il lento decadimen- mo 2003, pp. 318-349. (3) Isler H.P., Il Teatro greco di Iai- di carico per una corretta progettazione dell’acu- to dell’edificio sia causato, oltre che dalle evi- tas, in “Sicilia Archeologica”, XXXIII 98, 2000, pp. 201- 220.(4) Vassallo S., Montagna dei Cavalli, in “Di terra in stica, dell’illuminazione dell’impiantistica. Ap- denti emergenze ambientali, anche dall’incuria terra, nuove scoperte archeologiche nella provincia di Pa- pare evidente che questo documento sia rivolto a da parte degli operatori, forse in parte dovuta al- lermo”, Soprintendenza BB.CC., Palermo 1991, p. 115 tecnici, a registi, a scenografi, ad allestitori e a la sua posizione territoriale, che lo rende difficile sgg. (5) Eloro G., in (a cura di Pelagatti P. e Voza G.), Ar- direttori dei teatri, più che agli addetti alla con- da raggiungere. Lo stato di degrado, notevol- cheologia nella Sicilia Sudorientale, Centre Jean Berard, servazione. mente avanzato, è causato dalla ubicazione del Napoli 1973.(6) La Placa A., Teatro di Heloros, in Meli G. et Al. (a cura di) “Il suono delle parole, conservazione ed Allegato 4. Gestione dei teatri antichi e reti Teatro in prossimità delle acque del fiume Tella- uso dei teatri antichi della Sicilia”, Centro Regionale per culturali territoriali per uno sviluppo locale. Il ro e dalla vicinanza alla spiaggia. L’orchèstra la Progettazione ed il Restauro, CIP, Palermo 2004, p.78 37 I MATERIALI NANOSTRUTTURATI TECNOLOGIE A CONFRONTO AL CONVEGNO MONDIALE 1 DI SAN FRANCISCO gymnasion Federica Fernandez

e nanotecnologie sono universalmente rico- rinomati esperti provenienti da diverse aree Lnosciute come le tecnologie emergenti del scientifiche, al fine di dare l'opportunità a tutti di ventunesimo secolo: in particolare stanno acqui- valutare l'applicazione delle nanotecnologie e l'a- stando un interesse crescente nel panorama vanzamento della ricerca in vari settori; ogni pre- scientifico ma anche economico mondiale i sentazione, per agevolare la comprensione anche materiali nanostrutturati, formati cioè da unità ai non afferenti al settore, era preceduta sempre di dimensioni nanometriche e quindi dotate di da un'introduzione generale sul tema e sulle pro- particolari proprietà chimico-fisiche, differenti blematiche ad esso connesse. Le relazioni pome- dai corrispondenti materiali convenzionali. Il ridiane erano, invece, suddivise per aree temati- termine "nanotecnologia" indica la capacità di che: "nanomateriali", "nanobiologia", "nanome- assemblare e manipolare strutture complesse dicina" e "nanoelettronica". I relatori presenta- con dimensioni che vanno da qualche nanome- vano sempre in via preliminare gli Istituti di tro al centinaio di nanometri (1 nanometro cor- Ricerca o le Università di appartenenza, illu- risponde a 10-9 metri; un atomo di oro ha un strando le attività nel settore delle nanotecnologie diametro di circa mezzo nanometro, un virus ha e l'avanzamento delle ricerche in atto condotte. dimensioni dell'ordine di 100 nanometri). Numerose le presentazioni nella sezione dei Un'importante occasione di confronto interdi- nanomateriali, di notevole interesse nell'ottica di sciplinare è stato l'International Congress of una cooperazione internazionale, nel settore del Nanotechnology, organizzato dall'International restauro, anche se in nessun caso è stata propo- Association of Nanotechnology, che si è svolto sta l'applicazione delle nanotecnologie nel set- dal 7 al 12 Novembre 2004 a San Francisco nel tore dei Beni Culturali. A tal proposito, nel con- SF Airport Marriot Hotel, ed ha registrato un'af- fronto con scienziati e ricercatori di diverse fluenza di circa 700 partecipanti provenienti da nazionalità è invero emerso un notevole inte- 20 diverse nazioni. Durante i cinque giorni di resse per le possibilità di sperimentazione nel Congresso hanno relazionato ben 80 studiosi, nuovo settore dell'applicazione delle nanotecno- ricercatori e produttori nel settore delle nanotec- logie per la conservazione dei Beni Culturali e nologie e dei nanomateriali. per lo studio di appositi materiali nanostruttu- L'alto livello culturale del Congresso non ha rati; in particolare, si sono presi contatti con il disatteso le aspettative: erano infatti presenti Prof. Seeram Ramakrishna, Direttore del Dipar- luminari e specialisti di vari settori provenienti timento di Ingegneria della National University da tutto il mondo ed il tipo di organizzazione ha of Singapore, interessato alle coperture delle consentito un reale scambio culturale interdisci- creste ed alla messa a punto di "tessuti intelli- plinare. genti", con la Dott.ssa Tsung-Tsan Su Direttrice Il Congresso è stato preceduto da una gior- del Nanotechnology Research Center dell'Isti- nata propedeutica, di "formazione", durante la tuto ITRI, Industrial Technology Research Insti- quale è stato tenuto un workshop per la divulga- tute, di Taiwan, interessata alla produzione di zione delle nozioni fondamentali sulle nanotec- nanoparticelle di carbonato di calcio con le nologie dal titolo "Fundamentals and applica- eventuali applicazioni. tions of nanotechnology". In questa occasione L'ultimo giorno, nell'ambito della mostra sono state illustrate, con grafici ed immagini, le Nano World Expo, è stata inoltre organizzata tematiche generali relative alla conoscenza ed una sessione straordinaria sulle problematiche all'applicazione delle nanotecnologie in vari etiche e legali inerenti l'applicazione delle campi. Il workshop è stato condotto da un tec- nuove tecnologie e la diffusione delle stesse. La nico dell'Istituto di Ricerca NanoMems e da un mostra Nano World Expo, che ha avuto sede nei chimico del Centro Ricerche Nanotecnologiche locali del Marriot Hotel durante il week-end, è della NASA, i quali hanno fornito ai parteci- stata un'occasione di contatto con aziende pro- panti le dispense di ciascuna comunicazione. duttrici, prevalentemente americane, che si sono Tale Corso ha offerto la possibilità di conoscere, orientate all'applicazione di nanotecnologie per prima del Congresso, la terminologia tecnica la produzione. In particolare erano presenti Visualizzazione 3D di un Fullerene C60F20, costituito da una specifica, nonché di acquisire alcuni dati di numerose ditte nel settore chimico-farmaceu- molecola di C60 alla quale vengono attaccati nuovi gruppi carattere generale, di non facile reperibilità. tico, diverse nell'ambito elettronico, ed alcune funzionali consentendo di modificarne radicalmente le proprietà. (Roger Taylor's research group, Fullerene Science Centre, Tutte le mattine il Congresso prevedeva una aziende che proponevano attrezzature scientifi- Sussex University) General Session, durante la quale relazionavano che e software per la simulazione della produ- 38 zione con l'ausilio delle nanotecnologie. Di riati multidisciplinari di cooperazione tra i set- forma microcristallina abituale; i catalizzatori, notevole interesse, nel settore architettonico, tori pubblico e privato. vastamente utilizzati nelle industrie chimiche, alcuni trattamenti superficiali anti-usura ed Le nanotecnologie offrono un salto innova- petrolchimiche, farmaceutiche e di sistemi di "autopulenti", ed alcune ditte che si occupano tivo radicale, che inciderà trasversalmente sulla abbattimento dell'inquinamento, se costituiti da della produzione di nanofibbre di carbonio, con quasi totalità dei settori tecnologici. Le applica- nanostrutture, hanno una reattività più elevata di le quali possono essere realizzati rivestimenti o zioni delle nanotecnologie si stanno svilup- quella dei normali catalizzatori e le proprietà pannelli con elevate caratteristiche fisico-mec- pando molto rapidamente nei più svariati campi: catalitiche possono essere conferite anche a caniche (resistenza, isolamento termico, legge- dall'agroalimentare all'energia e l'ambiente, dai materiali meno costosi; i nanocompositi polime- rezza). Una giornata è stata inoltre dedicata alla mezzi di trasporto alla farmaceutica, al biomedi- rici oltre ad offrire uno straordinario rapporto visita dei Laboratori Nazionali di Lawrence cale, dalla meccanica ed elettromeccanica al tes- resistenza/peso, senza aumentare proporzional- Berkeley, uno dei più grandi complessi mon- sile e all'abbigliamento, dalla chimica e petrol- mente i costi, possono diventare anche condut- diali, contenenti macchinari e strumentazioni chimica all'elettronica e alle tecnologie del- tori di elettricità. per lo studio a scala nanometrica e la produ- l'informazione. I progressi ottenuti in questi zione di materiali nanostrutturati. La visita, campi, grazie all'introduzione delle nanotecno- L’arch. Federica Fernadez è assegnista di ricerca in limitata ad un ristretto numero di partecipanti, è logie, contribuiranno a loro volta ad accelerare “Conservazione dei Contesti Antichi: tecnologie innova- tive e nanomateriali”, presso l’Università degli Studi di stata preceduta dal saluto del Premio Nobel Ste- il cambiamento tecnologico nei settori produt- Palermo. ven Chu, da un anno Direttore dei Laboratori; in tivi tradizionali, o a dare origine a settori intera- tale occasione sono state visitate alcune delle mente nuovi. Potendo intervenire sulla struttura numerose strutture ed in particolare i laboratori della materia a scala nanometrica è possibile NOTE di fusione nucleare ed il sincrotrone. quindi controllare le proprietà fondamentali dei Dalle relazioni generali e dal confronto cultu- materiali come la temperatura di fusione, le pro- 1) La partecipazione al Congresso, rientra nelle attività dell'Arch. Federica Fernandez inerenti l'Assegno di ricer- rale fra le varie professionalità presenti a San prietà magnetiche, elettriche e perfino il colore, ca dal titolo "Applicazione di prodotti nanostrutturati per Francisco, emerge come le nanotecnologie senza variare la composizione chimica. la conservazione dei materiali lapidei nelle strutture costituiscano un'area di ricerca e di sviluppo I materiali ceramici, ad esempio, caratteriz- archeologiche", il cui Tutor è il Prof. Alberto Sposito. multidisciplinare, che richiede la collaborazione zati normalmente per la loro durezza, rigidità e 2) A coniare il termine "nanotecnologia" fu nel 1975, Eric Drexler, il quale la definì "una tecnologia a livello mole- di scienziati, ricercatori, medici, architetti, inge- fragilità, possono essere prodotti in forme meno colare che potrà permettere di porre ogni atomo dove gneri meccanici ed elettronici con biologi, fisici fragili e relativamente duttili di dimensioni vogliamo che esso stia". e chimici. Tale traguardo si può raggiungere con finali estremamente precise, senza ulteriori 3) Nano: sostantivo, maschile, dal greco nannos: nano, la condivisione di attrezzature e conoscenze nel- lavorazioni di finitura; i metalli nanostrutturati elemento del sistema metrico che divide per 10, elevato alla nona potenza, la cifra che lo precede. 1 nanometro = l'ambito di reti e gruppi di lavoro internazionali, presentano una resistenza meccanica 4-5 volte 1 millesimo di micron = 1 milionesimo di millimetro = 1 nonché mediante la realizzazione di parterna- più elevata di quella degli stessi metalli nella miliardesimo di metro.

Il sincrotone nei Laboratori della Berkley University, San Francisco

39 CALENDARIO DEI SEMINARI SVOLTI NELL’AMBITO DEL DOTTORATO- 2005/2006

26 febbraio 2005 Prof. Zhou Shuanglin Peking University La conservazione dell’architettura in Cina

26 febbraio 2005 Prof. Ulderico Santamaria Direttore del Gabinetto Ricerche Scientifiche dei Musei Vaticani Problematiche conservative nei contesti asiatici

31 marzo 2005 Prof. Giuseppe Pellitteri Università degli Studi di Palermo Dalla facciata all’involucro: nuovi linguaggi e tecnologie

7 aprile 2005 Prof. Giuseppe Alaimo Università degli Studi di Palermo Il controllo della qualità edilizia

21 aprile 2005 Prof. Fausto Provenzano Università degli Studi di Palermo La riparazione architettonica: proposta di una procedura di riqualificazione urbana ed ambientale

20 maggio 2005 Arch. Maurizio Meossi From diagram to concrete

3 giugno 2005 Ing. Hendrik Müller Tum Technische Universitat München Executive planning in micro architecture

27, 28 ottobre 2005 Dott. Andrea Stella Ass. «Lo spirito di Stella» onlus Progettare per tutti

23 novembre 2005 Prof. Maria Luisa Germanà Università degli Studi di Palermo Arch. Diletta De Angelis, Ing. Gaetano Russo Servizio manutenzione – Uff. Aut. Edilizia scolastica - Comune di Palermo La manutenzione per l’edilizia scolastica

9 marzo 2006 Arch. Diego Emanuele Durabilità

10 marzo 2006 Arch. Cesare P. Sposito Università degli Studi di Palermo Il progetto esecutivo e la norma

14 marzo 2006 Prof. Fortunato Siracusa Università degli Studi di Palermo First aid

28 marzo 2006 Arch. Rosalia Guglielmini Qualità e progetto esecutivo

30-31 marzo 2006 Archh. Pietro Artale, Calogero Calamia, Gianpaolo La Paglia, Anna Scriminaci, Maria D. Tantillo, Carmela Taormina Temporaneità, necessità, piacere

22 maggio 2006 Prof. Seeram Ramakrishana National University of Singapore Electrospinning reinventing a century old process to adrresss global issues

9 giugno 2006 Ing. Hendrik Müller Tum Technische Universitat München Micro architecture

14 giugno 2006 Prof. Giuseppe De Giovanni (sede Visby-Svezia) Università degli Studi di Palermo Two examples of stone building systems. Sicily: Pantelleria, the “dammusi” between memory and matter. Sardinia: the hypogeal Sanctuary of Saint Christina’s “sacred well” in Paulilatino (OR) Prof. Cesare Sposito Università degli Studi di Palermo Protection, enhancement and use of ancient sites Arch. Vanna Lisa Ruggirello Building systems and restoration interventions in sicilian ancient theatres Arch. Maria Daniela Tantillo Gis: instruments for knowledge and enhancement of ancient sites Arch. Rosalia Gugliemini OFFSET STUDIO Poggioreale old town in Sicily: memory, knowledge and planning place Febbraio 2007 15 giugno 2006 Prof. Gillo Dorfles Politecnico di Milano ISBN 88-89683-07-04 Arte, architettura, design: questioni di gusto