Comune di Brendola

P.A.T. Piano di Assetto del Territorio

RAPPORTO AMBIENTALE PRELIMINARE art. 3, 5 e 15 L.r. 11/2004 DGRV 791 DEL 31.3.09

settembre 2010

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Versioni: V1 – adozione giunta comunale (settembre 2010)

Cod. comm. Nome file Rev Data Estensori Ver App BRN_01_DP_RApreliminar BRN_01_DP O0 settembre 2010 Ldc - Em FL e_V1.doc

Progetto Doc. preliminare al PAT, Comune di Brendola – Rapporto Ambientale Preliminare

Rapporto Ambientale Preliminare

PREMESSA: LA VALUTAZIONE STRATEGICA

I. Il processo di Valutazione Ambientale dei piani e programmi urbanistici

Inoltre, la Regione ha adottato con La Direttiva 2001/42/CE del 27 giugno 2001 (“la Deliberazione di Giunta Regionale n. CR 16 del valutazione degli effetti di determinati piani e 11.02.2005, in corso di esame da parte della programmi sull’ambiente”) costituisce il principale competente commissione regionale, ma a non riferimento normativo per la l'applicazione della ancora approvato, l’atto di indirizzo ai sensi procedura di Valutazione Ambientale Strategica dell’art. 41), comma 1, lett. A) della Legge ed evidenzia la necessità di incorporare il Regionale 23 aprile 2004, n. 11, per: “le verifiche processo di valutazione ambientale in piani e di sostenibilità e di compatibilità necessarie per programmi urbanistici, territoriali e di settore. la redazione degli strumenti territoriali ed Questa direttiva ha introdotto l’obbligo della urbanistici con particolare riferimento alla valutazione preventiva con l’intento di garantire Direttiva Comunitaria n. 2001/42/CE in materia di che le azioni di trasformazione territoriale che si Valutazione Ambientale Strategica (VAS)”. Il intendono realizzare siano correlate al richiamo alla Direttiva europea è esplicito e raggiungimento di un livello accettabile di costituisce esclusivo riferimento per la redazione sostenibilità e di prevedere che le problematiche dell’Atto di indirizzo. ambientali siano considerate sin dalle prime fasi Il 24 ottobre 2006 è stata adottata la delibera di discussione ed elaborazione degli strumenti della Giunta Regionale n. 3262, relativa all’iter di urbanistici. redazione della VAS, “Attuazione Direttiva 2001/42/CE della Comunità Europea. Guida La Regione Veneto ha dato attuazione alla metodologica per la Valutazione Ambientale Direttiva europea con la Legge Urbanistica Strategica. Procedure e modalità operative. Regionale del Veneto 23 aprile 2004 n. 11, Revoca Dgr n.2961 del 26 settembre 2006 e “Norme per il governo del territorio”, che riadozione” (BUR n. 101 del 21/11/2006). introduce l’obbligo della Valutazione Ambientale Successivamente sono state adottate del Strategica nell’ambito dei procedimenti di Deliberazioni n. 2649 del 07.08.09 e n. 791 del formazione degli strumenti di pianificazione 31.3.09 per l’adeguamento delle procedure di territoriale. Valutazione a seguito della modifica della Parte Nel quadro di riferimento regionale va richiama Seconda del Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. anche la Deliberazione della Giunte Regionale 152 cd. ”Codice Ambientale”, approvata dal del 1 ottobre 2004, n. 2988 ad oggetto “Direttiva D.Lgs 16 gennaio 2008, n.4. 2001/42/CE del 27 giugno 2001 concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e La Valutazione Ambientale Strategica (VAS) programmi sull’ambiente. Primi indirizzi operativi rappresenta un processo che ha la funzione di per la Valutazione Ambientale Strategica (VAS) valutare gli effetti derivanti dall’attuazione del di piani e programmi della Regione del Veneto”, PAT, di evidenziare la congruità delle scelte dello intervenuta in attesa del recepimento della VAS strumento rispetto agli obiettivi di sostenibilità, da parte dello Stato Italiano. alle possibili sinergie con gli altri strumenti di pianificazione di individuare, altresì, le alternative assunte nella elaborazione del piano, gli impatti potenziali, le misure di mitigazione e/o di compensazione da inserire nello strumento urbanistico.

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Rapporto Ambientale Preliminare

a. Il processo di Valutazione Ambientale Strategica Tra gli obiettivi emerge quello di assicurare una Nel processo di realizzazione del Piano di effettiva considerazione degli effetti delle scelte Assetto del Territorio di Brendola, la Valutazione di programmazione e di pianificazione, prima che Ambientale Strategica dovrà essere intesa come queste vengano tradotte in interventi e un procedimento integrato e continuo; la trasformazioni concrete. valutazione, infatti, viene realizzata simultaneamente all'iter pianificatorio, inizia con Lo schema semplificato del percorso di valutazione l'elaborazione del Documento Preliminare e della è illustrato nel diagramma seguente, assieme alle bozza di piano e costituisce un processo a principali fasi del PAT, essendo due processi supporto della pianificazione, non uno strumento strettamente legati. di verifica a posteriori.

Documenti - azioni Comune+RegioneSoggetto Azioni complementari +Provincia

Documento Preliminare Definizione obiettivi generali + Comune Rapporto Ambientale Preliminare Analisi preliminare contesto + proposta Accordo di pianificazione

Consultazione Commissione Regionale VAS Parere sul Rapporto Ambientale Preliminare

Comune+Regione Sottoscrizione accordo di pianificazine +Provincia Redazione del PAT: norme, relazione, Concertazione elaborati grafici

Approfondimento analisi Redazione del Rapporto ambientali Ambientale: Valutazione Ambientale Strategica Definizione obiettivi e azioni

Comune Pubblicazione e osservazioni

Commissione Parere su Piano, Rapporto Ambientale Regionale VAS e Osservazioni

Approvazione del Piano e Rapporto Ambientale in conferenza di Servizi

Ente competente Rattifica della conferenza dei Servizi e pubblicazione sul BUR

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Rapporto Ambientale Preliminare

b. La Valutazione Ambientale Strategica del PAT di Brendola Il processo di Valutazione Ambientale strategica che si applica al PAT di Brendola si compone nelle seguenti fasi ed elaborazioni:

RAPPORTO AMBIENTALE PRELIMINARE Identificazione dei temi strategici per lo sviluppo del Il Rapporto Ambientale Preliminare (presente territorio di Brendola e conseguente valutazione documento) costituisce una prima relazione sullo critica delle possibili alternative per raggiungere gli stato dell’ambiente e viene allegata al Documento obiettivi prefissati: si tratta di una valutazione ex- Preliminare. ante, che ha lo scopo di comparare scenari alternativi al fine di definire un quadro entro il quale il RAPPORTO AMBIENTALE Piano può definire puntualmente le azioni Il Rapporto Ambientale, così come definito e strategiche. In questa fase si possono identificare articolato dalla direttiva 2001/42/CEE, art. 5 e dalla prescrizioni ed eventuali misure di mitigazione e/o delibere della Regione Veneto prima indicate; compensazione da definire durante la costruzione questo documento sintetizza l’attività di valutazione del piano. che si svolgerà in parallelo alla costruzione del PAT Descrizione delle azioni proposte dal piano. e che può essere sintetizzata come di seguito: La verifica della coerenza esterna e “Rapporto sullo stato dell’ambiente”: la interna, finalizzata a garantire che gli obiettivi e le ricostruzione del contesto attraverso la raccolta delle priorità ambientali siano integrate a pieno titolo nel informazioni disponibili per delineare un quadro progetto di piano e che le azioni del piano siano dello stato dell’ambiente e delle risorse naturali e, coerenti con gli obiettivi che lo stesso strumento ha dove possibile, delle tendenze evolutive dei sistemi definito, si articola in: naturali e antropici. ƒ matrice di coerenza interna: l'analisi delle azioni Identificazione delle criticità e delle attraverso la predisposizione di specifiche matrici valenze territoriali: i risultati delle analisi del atte a verificare quanto le azioni siano coerenti rapporto sullo stato dell’ambiente, degli studi con gli obiettivi prestabiliti. L’obiettivo è verificare agronomici, urbanistici e ambientali, dei sopraluoghi sia che le azioni siano coerenti con gli obiettivi, sia e rilievi sul campo e della fase di concertazione che tutti gli obiettivi trovino una “risposta” nelle preliminare permettono l’individuazione di alcuni politiche del piano; aspetti rilevanti e criticità che interessano il territorio ƒ matrice di coerenza esterna: gli obiettivi del di Brendola. Rispetto a tali aspetti la VAS valuterà piano vengono incrociati con gli obiettivi di le azioni di piano: sostenibilità al fine di far emergere eventuali ƒ se criticità: il sussistere di idonee misure e azioni incongruenze (ad esempio, obiettivi del piano correttive e/o finalizzate a mitigare e compensare inadeguati o obiettivi di sostenibilità che non gli impatti; trovano riscontro nel piano) e correggerli in fase di ƒ se valenze: la previsione di idonee azioni di redazione dello strumento di pianificazione. La valorizzazione e tutela. coerenza esterna è valutata anche come Individuazione dei criteri generali di conformità delle scelte di piano rispetto gli indirizzi sostenibilità: finalità e priorità in materia della pianificazione sovraordinata e delle strategie ambientale e di sviluppo sostenibile. La adottate dai comuni limitrofi. determinazione di tali obiettivi avviene sulla base degli obiettivi definiti a livello comunitario, nazionale, regionale proiettati nella realtà locale rispetto alle criticità e alle valenze emerse. Individuazione degli obiettivi di piano: la proposta di piano è analizzata e disarticolata al fine di individuare ed esplicitare la logica delle azioni e delle strategie a partire dal documento preliminare al PAT.

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Rapporto Ambientale Preliminare

CONSULTAZIONI Valutazione dei possibili impatti che le azioni previste dal piano possono generare Le consultazioni sulla proposta di Rapporto sull'ambiente (inteso sempre come ambiente Ambientale: il PAT adottato e la proposta di naturale, fisico - antropico, sociale ed economico). rapporto ambientale sono messi a disposizione delle La valutazione viene supportata dall’utilizzo di autorità competenti e dei settori interessati all’iter specifici indicatori di impatto che costituiscono un decisionale. elemento chiave anche per la successiva fase di DICHIARAZIONE DI SINTESI monitoraggio. Definizione di eventuali misure di La Dichiarazione di Sintesi viene presentata in sede mitigazione e/o compensazione finalizzate ad di approvazione del piano e riassume il processo di eliminare, ridurre o compensare gli inevitabili effetti Valutazione sviluppato negativi che le azioni generano nei confronti dell’ambiente. Definizione degli indicatori di monitoraggio MONITORAGGIO (specifici e generici) da attuare nella fase di attuazione/realizzazione del piano La fase conclusiva del processo di VAS del PAT consiste nel definire una serie di indicatori di impatto degli effetti derivanti dall’attuazione del piano. La VAS prosegue così con il piano degli interventi al fine di verificarne l’effettiva attuazione ed eventualmente intervenire (attraverso misure correttive o di mitigazione o compensazione) in caso di impatti negativi imprevisti.

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I. RELAZIONE PRELIMINARE SULLO STATO DELL’AMBIENTE

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La ricostruzione del contesto territoriale interessato dal PAT avviene grazie alla raccolta delle informazioni disponibili che permettono di delineare un quadro dello stato dell’ambiente e delle risorse naturali e, dove possibile, delle tendenze evolutive dei sistemi naturali e antropici. Per questa fase i principali riferimenti sono le indagini realizzate dall’ARPAV; i dati forniti dal Comune di Brendola; i dati forniti nel Quadro Conoscitivo Regionale, ecc. La descrizione è articolata per “matrici” secondo la classificazione dell’atto di indirizzo regionale per la realizzazione del quadro conoscitivo.

1.1 Inquadramento territoriale

Il territorio comunale di Brendola è localizzato nella parte nord-occidentale dei Monti Berici e si caratterizza per la presenza di differenti forme morfologiche: zone di pianura, aree collinari, zone edificate, importanti fasci infrastrutturali. Il Comune si estende per una superficie di 25,2 kmq e con una popolazione (al 31 dicembre 2009) di 6.649 abitanti.

Sistema infrastrutturale Brendola è localizzata lungo il corridoio multimodale -Verona ed è interessata dalla seguente viabilità sovracomunale: ƒ Autostrada A4 Milano-Venezia nella parte settentrionale del comune (con casello “Montecchio”); ƒ S.P. 500 che costituisce collegamento tra il nodo delle Alte di (SP 246, SR 11l, casello autostradale) con Lonigo e le aree sud dei berici; ƒ S.P. 12 “Strada Provinciale d’Ascesa” ƒ ratta ferroviaria Milano-Venezia che interessa solo marginalmente il territorio di Brendola con stazione ferroviaria a e .

Il territorio comunale è interessato anche dai progetti infrastrutturali del sistema delle Tangenziali Venete, la Pedemontana e l’Alta Velocità/Alta Capacità.

Sistema insediativo Il principale nucleo residenziale di Brendola, dove sono localizzati i principali servizi di scala comunale (scuole, impianti sportivi, biblioteca, piazza del mercato…) è il Revese, localizzato sulla SP 12 che lo “taglia a metà”. Altri nuclei residenziali sono Vo di Brendola (secondo per dimensione); S. Vito, S. Valentino, Goia, Pedocchino. Nella zona collinare l’edificazione è sporadica e si concentra, oltre che nei nuclei prima citati, lungo le vie Palladio e Canova. Nella zona collinare, nell’intorno della Chiesa di S. Michele, è presente anche l’edificazione di maggior pregio storico/culturale.

I principali servizi pubblici sia sportivi che culturali sono localizzati tra via Revese, Vo’, Rossini e la strada delle Asse.

La zona produttiva si attesta sul fascio infrastrutturale a nord- ovest con attestazione sulla SP 500.

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Sistema ambientale Sistema delle aree agricole: nel territorio sono riconoscibili tre aree agricole di rilevante interesse: ƒ “Palù” area avvolta dalle colline e localizzata tra San Valentino e San Vito; ƒ “Pila-Arcomagna”; ƒ “Vo’-Cascavalle”

L’ambito collinare rientra interamente nel SIC dei Colli Berici: si tratta di una zona estesa che racchiude diversi elementi caratterizzati il lugo, dalla pineta, ai campi da golf, il castello, ecc. Nella zona collinare l’edificazione è contenuta in piccoli agglomerati.

Il sistema idrografico di Brendola è composto dai seguenti principali corsi d’Acqua: ƒ Fiumicello Brendola che attraversa da nord a sud il territorio comunale; ƒ Roggia Risarola che nasce dalle risorgive a nord di Ca’ Nova e si immette nel fiumicello Brendola; ƒ Rio Rondola (o roggia S. Gomeo), che nasce a sud- ovest di Ca’ Nova e segna per un lungo tratto il confine con il comune di ; ƒ Rio Anguissolo che nasce dalle risorgive della pianura a sud di contrà Casetta; ƒ Scolo/Roggia Degora che attraversa tutta la pianura di Brendola fino al fiumicello Brendola.

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1.2 Il quadro della pianificazione superiore

All’interno del Rapporto sullo stato dell’ambiente, ai fini della Valutazione Ambientale Strategica, il tema delle “pianificazione e vincoli” è rivolto alla rassegna ed analisi degli strumenti di pianificazione e programmazione sovraordinati che hanno riflessi sul territorio del Comune di Brendola, al fine di evidenziare, in fase di valutazione, la congruità delle scelte del PAT e le possibili sinergie fra i vari piani.

1.2.a Piano Territoriale Regionale di Coordinamento In applicazione della LR 11/04 la Regione Veneto ha adottato il Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (DGRV n. 372 del 17.02.2009). Di seguito sono riportati (fonte: tavola 10 “sistema degli obiettivi di progetto”) i temi e gli obiettivi strategici definiti dal Piano regionale. Per ogni tema sono inoltre definiti degli obiettivi operativi.

TEMA OBIETTIVI STRATEGICI Razionalizzare l'utilizzo della risorsa suolo Uso del Adattare l'uso del suolo in funzione dei cambiamenti climatici in corso suolo Gestione del rapporto urbano/rurale valorizzando l’uso dello spazio rurale in un’ottica di multifunzionalità Preservare la qualità e quantità della risorsa idrica Assicurare un equilibrio tra ecosistemi ambientali e attività antropiche Salvaguardare la continuità ecosistemica Biodiversità Favorire la multifunzionalità dell'agricoltura Perseguire una maggior sostenibilità degli insediamento Promuovere l’efficienza n’approvvigionamento e negli usi finali dell’energia e incrementare la produzione di Energia e energia da fonti rinnovabili Ambiente Migliorare le prestazioni energetiche degli edifici Prevenire e ridurre i livelli di inquinamento di aria,acqua, suolo e la produzione di rifiuti Stabilire sistemi coerenti tra la distribuzione delle funzioni e organizzazione della mobilità Razionalizzare e potenziare la rete delle infrastrutture e migliorare la mobilità nelle diverse tipologie di trasporto Mobilità Migliorare l'accessibilità alla città e al territorio Sviluppare il sistema logistico regionale Valorizzare la mobilità slow Sviluppo Migliorare la competitività produttiva favorendo la diffusione di luoghi del sapere e della innovazione Promuovere l'offerta integrata di funzioni turistico-ricettive mettendo a sistema le risorse ambientali, culturali, economico paesaggistiche e agroalimentare Promuovere l'inclusività sociale valorizzando le identità venete Crescita Favorire azioni di supporto alle politiche sociali sociale e Promuovere l'applicazione della convenzione europea sul paesaggio culturale Rendere efficiente lo sviluppo policentrico rappresentando l'identità territoriale regionale Migliorare l'abitare della città

Estratto PTRC Tavola 01a “Uso del suolo – suolo”

il territorio di Brendola rientra quasi interamente nell’ambito di paesaggio n. 17 Gruppo Collinare dei Berici

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Estratto PTRC Tavola 01b “Uso del suolo – acque”

Estratto PTRC Tavola 02 “Biodiversità”

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Estratto PTRC Tavola 03 “Energia e ambiente”

Estratto PTRC Tavola 4 “mobilità”

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Estratto PTRC Tavola 5a “Sviluppo economico produttivo”

Vicenza

11 – CIS Montebello

Estratto PTRC Tavola 5b “Sviluppo economico turistico”

Parco agro alimentare dei sapori – Colli Euganei e Berici

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1.2.b Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale di Vicenza Per quanto riguarda il livello di pianificazione provinciale va evidenziato che la Provincia di Vicenza ha avviato la fase di revisione del P.T.C.P. adottato nel 2006 e controdedotto nel 2007 al fine di renderlo coerente con il nuovo Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (P.T.R.C.). Il Consiglio Provinciale, con DCP n. 40 del 20/5/2010 ha adottato la nuova versione del P.T.C.P.

estratto PTCP adottato (maggio 2010) - Tavola 1 - Carta dei vincoli e della pianificazione

Nella tavola 1 sono evidenziati: il vincolo paesaggistico dei corsi d’acqua

vincolo idrogeologico (in corrispondenza dell’area collinare);

vincolo zone boscate centri storici di primaria importanza e di grande interesse vincoli monumentali il SIC dei Colli Berici; Perimetro del Piano d’Area Monti Berici (PAMOB)

estratto PTCP adottato (maggio 2010) - Tavola 2: Carta delle fragilità Nella tavola 2 sono evidenziate le aree a rischio idraulico indicate dal Piano di Provinciale di emergenza: R1 R2 sono inoltre segnalati: un pozzo di attingimento acqua potabile alcune risorgive

Acquiferi inquinati cava estinta

conoide alluvionale non attivo

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estratto PTCP adottato (maggio 2010) - Tavola 3 - Sistema ambientale Nella tavola del sistema ambientale, oltre al SIC, le aree boscate e l’idrografia primaria segnate anche nelle tavole precedenti, sono individuati gli elementi della rete ecologica:

stepping stone

buffer zone restoration area

area nucleo sono inoltre indicati:

area carsica

aree di agricoltura mista aree ad elevata utilizzazione agricola

estratto PTCP adottato (maggio 2010) - Tavola 4 - Sistema insediativo - infrastrutturale Nella tavola 4 sono indicate le principali politiche di trasformazione del sistema insediativo e infrastrutturale; le azioni indicate dal PTCP sono concentrate nella porzione nord del territorio di Brendola

Per il sistema insediativo produttivo sono indicati:

territori geograficamente strutturati le aree produttive non ampliabili

le aree produttive ampliabili le strade mercato

Ambito di pianificazione coordinata tra più comuni

Vi.ver

Per il sistema della mobilità, oltre alla viabilità esistente, sono indicati: viabilità di progetto – primo livello

maglia principale del trasporto pubblico linea e stazioni SFMR linea ad alta velocità/alta capacità

nodi di interscambio II° livello

15 estratto PTCP adottato (maggio 2010) - Tavola 5 - Sistema del paesaggio La tavola 5 evidenzia gli elementi di particolare pregio e interesse paesaggistico: distingue le aree agricole e le aree boscate (come nella tavola del sistema ambientale) ed individua i prati stabili. Sono inoltre indicati: ville di interesse provinciale

siti con schema direttore – Porta di ponente dei Berici rete della mobilità lenta

1.2.c Piano d’Area Monti Berici (PAMOB) Il Piano d’Area Monti Berici è stato approvato con DCR n. 31 del 9 settembre 2008 (BUR n. 66 del 12.08.08) e interessa quasi tutto il territorio del Comune di Brendola.

Estratto tavola 1 – “Sistema floro faunistico”

Nella tavola 1 sono individuati sei ambir idi valore vegetazionale: 3 Monte Comunale di Brendola 4 Pianura di Brendola 5 Boscon di Brendola 17 Fonti della Risarola 18 Fonte S, Gomeo 19 Fonti del Rio Anguissolo e delle Boje 20 Scaranto di S. Valentino

Per tali ambiti le direttive sono quelle di garantire la salvaguardia delle specie floristiche e vegetazionali presenti in sito (regolamentazione della raccolta delle specie utilizzate a fini officinali; individuazione e segnalazione dei sentieri di attraversamento tramite i quali permettere la fruizione del contesto)

Le NTA dettano “prescrizioni e vincoli” sono per i seguenti ambiti vegetazionali e specie di particolare pregio floristico: - Monte comunale di Brendola, gli elementi floristici dei prati aridi (Xerobrometi); - Pianura di Brendola, elementi di flora igrofila ed acquatica (Hottonia palustris, Utricularia australis); - Boscon di Brendola, i prati aridi (Xerobrometi), gli ambienti rupestri con “covoli”, il bosco di forra nel quale cresce la Saxifraga berica;

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Estratto tavola 2 – “Sistema delle fragilità” Nella tavola 2 “Sistema delle fragilità”, sono individuate le aree assoggettate a vincolo. Nel comune di Brendola sono rappresentati: vincolo archeologico vincolo monumentale - Rocca dei Vescovi (n. 12) - Villa Piovene (n. 13) - Oratorio Revese (n. 15) - Villa Anguissola Pigatti Briganti - Villa Cantarella

Sono inoltre indicati: una zona soggetta a frana; le doline zone a carsismo elevato; le sorgenti miniera/cava a cielo aperto; scaranti perenni e saltuari fascia di inquinamento acustico; corridoi di energia

Estratto tavola 3 –“Carta delle valenze storico –ambientali” Nella tavola 3 sono individuate due aree di rilevante interesse paesistico-ambientale, “caratterizzate da particolari valenze ambientali o naturalistiche, da visuali panoramiche e da contesti agricoli di valore testimoniale” (art. 21 NTA del PAMOB)

6 Quadro di Brendola - 22 Quadro di Madonna dei prati costituiscono ambiti preferenziali per la realizzazione di parchi ai sensi della normativa vigente; esse sono da considerarsi prioritarie nell’applicazione delle Direttive CEE relative ad interventi di piantumazione finalizzati al miglioramento ambientale, con particolare richiamo, al Piano di Sviluppo Rurale del Veneto di cui al Reg. CE n. 1257/99

boschi cedui prati stabili tagliapoggio

Individua, nel comune di Brendola, tre ambiti definiti dal PAMOB icone di paesaggio e giardini tematici, zone o ambiti di elevato valore paesaggistico o architettonico-monumentale (art. 22 NTA del PAMOB):

16 Madonna dei prati 24 Casa Zaccaria di S. Valentino 25 Corte Piccola e Grande di S. Benedettino

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Per questi ambiti l’obiettivo è quello di salvaguardare l’integrità e i caratteri insediativi valorizzandone gli elementi peculiari che costituiscono fattori identificativi del luogo

Gli “elementi matrice del sistema territoriale” individuati sono 5 Rocca dei Vescovi di Brendola 20 Villa Valle Porto Barbaran Veronese

Nella tavola 3 sono inoltre indicati i siti archeologici, i centri storici, i borghi e le corti naturali e gli elementi di valore storico testimoniale (Ville; parchi o giardini di non comune bellezza; fortificazioni; manufatti di interesse storico; fontane; edifici rurali di interesse storico; covoli e abituri).

Estratto tavola 4 – Sistema relazionale della cultura e dell’ospitalità

Polo dell’accoglienza di Brendola

La tavola 4 del PAMOB individua il “Polo dell’accoglienza di Brendola”; individua inoltre la localizzazione di strutture ricettivo-turistiche (alberghi, ristoranti, …); i poli della “rete del sapere” (centro mussale delle prigioni austriache di lonigo, Teatro di Vo’ di Brendola; Centro culturale Polivalente); i percorsi natura (dei monti comunali di Brendola; di Brendola), i percorsi storico-testimoniali (della Rocca, di San Vito e della fontana dell’Orco), percorsi ambientali,

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1.2.d Rete Natura 2000 - SIC e ZPS SCHEDA SIC IT3 220037 “Colli Berici” NOME DEL SITO Colli Berici CODICE DEL SITO IT3220037

REGIONE AMMINISTRATIVA Veneto PROVINCIA DI APPARTENENZA Vicenza REGIONE BIOGEOGRAFICA Continentale COORDINATE GEOGRAFICHE Longitudine: E 11 30 1’ CENTRO SITO Latitudine: 45 26 8’ ESTENSIONE 12.768 ha QUOTA PIU’ ALTA 400 m s.l.m. QUOTA PIU’ BASSA 20 m s.l.m.

I colli Berici sono costituiti da un complesso di rilevi collinari il cui paesaggio è il prodotto storico, in costante evoluzione, dei processi sociali, economici produttivi dell’area vicentina. I contorni sono fRastagliati, con alternanza di rientranze e sinuosità o con semplici scaranti. I versanti sono dolci (eccetto per il lato sud-+est) e l’altopiano sommatale è di natura prevalentemente calcarea e presenta vallette dolciformi alternate a modeste elevazioni, La natura calcarea è responsabile del diffuso carsismo superficiale e ipogeo con doline e cavità a sviluppo verticale. Il paesaggio è fortemente antropizzato nella pianura che circonda i Colli, mentre salendo in quota la presenza umana diviene più rada e la copertura boschiva prende il sopravvento.

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II. RAPPORTO PRELIMINARE SULLO STATO DELL’AMBIENTE

21 ARIA

2. Aria L’inquinamento atmosferico può essere definito carbonio (CO), gli ossidi di azoto (NOX), gli ossidi come la presenza nell'atmosfera di sostanze che di zolfo (SOX), il protossido di azoto (N2O). causano un effetto misurabile sull’essere umano, L’inquinamento atmosferico comporta spesso sugli animali, sulla vegetazione o sui diversi numerose conseguenze a carico della salute materiali; queste sostanze di solito non sono dell’uomo, soprattutto nei casi in cui si verifichi un presenti nella normale composizione dell’aria, brusco innalzamento delle concentrazioni dei oppure lo sono ad un livello di concentrazione comuni contaminanti dell’aria (inquinamento inferiore. acuto). Anche l’esposizione all’inquinamento a Gli inquinanti vengono solitamente distinti in due bassi livelli e per lungo tempo risulta invece gruppi principali: quelli di origine antropica, cioè dannoso per la salute. prodotti dall’uomo, e quelli naturali. I contaminanti L'aria inquinata delle grandi aree urbane ed atmosferici, possono anche essere classificati in industriali è ricca di contaminanti che possono primari cioè liberati nell'ambiente come tali (come esplicare la loro azione sia singolarmente che ad esempio il biossido di zolfo ed il monossido di sinergicamente. azoto) e secondari (come l’ozono) che si formano La concentrazione degli inquinanti dell’aria agisce successivamente in atmosfera attraverso reazioni negativamente anche nei confronti dell’ambiente: chimico-fisiche. degradazione degli ecosistemi, danni provocati Le principali cause dell’inquinamento atmosferico alle strutture metalliche, alle opere d’arte, alle sono comunque da individuare nelle attività di pitture, ai fabbricati, ai materiali tessili ed in produzione e utilizzo di combustibili fossili e genere ai diversi materiali usati dall’uomo, la carburanti, nelle attività di produzione industriale, riduzione della visibilità, ecc sono tutti aspetti del di estrazione dei minerali, di incenerimento dei complesso problema generato dall’inquinamento rifiuti e nell’attività agricola. I principali inquinanti operato dall’uomo. atmosferici considerati sono il monossido di

Riferimenti legislativi valori limite per la protezione della salute umana e della vegetazione Parametro Riferimento Inquinante Nome limite Valore Note statistico legislativo Limite per la Media annuale e 3 protezione degli 20 µg/m media invernale ecosistemi Superamento per Soglia di allarme 3h consecutive il 500 µg/m3 valore soglia SO2 Limite per la 3 350 µg/m da non superare più di protezione della salute Media 1 h D.M. 60/02 (al 1 gennaio 2005) 24 volte per anno civile umana Limite di 24 ore per la 3 da non superare più di protezione della salute Media 24 h 125 µg/m 3 volte per anno civile umana Limite per la 3 NOx protezione della Media annuale 30 µg/m vegetazione Superamento per Soglia di allarme 3h consecutive il 400 µg/m3 valore soglia limite orario per la 3 da non superare più di protezione della salute Media 1 h 200 µg/m (dal 2010) 18 volte per anno civile NO2 umana D.M. 60/02 Limite annuale per la protezione della salute Media annuale 40 µg/m3 (dal 2010) umana Limite di 24 ore per la 3 da non superare più di protezione della salute Media 24 h 50 µg/m 35 volte per anno civile umana PM D.M. 60/02 10 Limite annuale per la protezione della salute Media annuale 40 µg/m3 umana

22 ARIA

Limite per la Max giornaliero di CO protezione della salute 24 medie mobili su 10 µg/m3 umana 8 h

Limite annuale per la Pb protezione della salute Media annuale 0,5 µg/m3 umana

Limite per la Benzene protezione della salute Media annuale 5 µg/m3 (dal 2010) D.M. 60/02 umana

Obiettivo a lungo Max giornaliero di termine per la 3 24 medie mobili su 120 µg/m protezione della salute 8 h umana Obiettivo a lungo AOT40, calcolato termine per la sulla base dei valori 3 D.Lgs. 183/04 in 6.000 µg/m O3 protezione della orari da maggio a vigore dal 2010 vegetazione luglio Superamento del 3 Soglia di informazione 180 µg/m valore orario Superamento del 3 Soglia di allarme 240 µg/m valore orario

Inquinante Nome limite Tipologia Valore Riferimento Legislativo Ni Valore obiettivo Madia annuale 20 ng/m3 D.Lgs 152/2007 Hg Valore obiettivo Madia annuale non ancora definito D.Lgs 152/2007 As Valore obiettivo Madia annuale 6 ng/m3 D.Lgs 152/2007 Cd Valore obiettivo Madia annuale 5 ng/m3 D.Lgs 152/2007 Benzo(a) Valore obiettivo Madia annuale 10 ng/m3 D.Lgs 152/2007 pirene

23 ARIA

2.1 Emissioni in atmosfera Il Comune ha attivato una campagna di monitoraggio puntuale, con centralina mobile in via Gen. Dalla Chiesa. I risultati di questo monitoraggio, concluso a giugno 2010, non sono ancora disponibili ma saranno valutati durante la costruzione del Piano e i riportati nel Rapporto Ambientale. In questa relazione preliminare si riportano le stime di emissioni comunali per fonte, stimate da ARPAV e relative all’anno 2000.

2.1.a Monossido di carbonio (CO) L’ossido di carbonio è un gas inodore, insapore e di riscaldamento alimentati con combustibili solidi incolore, derivato prevalentemente dalla o liquidi e i processi industriali come la produzione combustione incompleta dei composti del dell’acciaio, della ghisa e la raffinazione del carbonio. La principale sorgente di emissione è petrolio. rappresentata dai gas si scarico dei veicoli a La pericolosità per l’uomo deriva dal fatto che il benzina soprattutto funzionali a bassi regimi, monossido di carbonio si lega facilmente con la come nelle situazioni di traffico urbano intenso e molecola emoglobinica, sostituendo l’ossigeno, da rallentato. Altre fonti di emissione dono gli impianti cui la pericolosità per l’uomo.

L’Osservatorio Regionale Aria ha prodotto una stima preliminare delle emissioni comunali (anno 2000) per gli il monossidi di carbonio (CO). Stima emissioni CO – anno 2000 Macrosettori t/a Combustione: Energia e Industria di Trasformazione 0,00

Impianti di combustione non industriale 61,77 Combustione nell’industria manifatturiera 19,15

Processi produttivi (combustione senza contatto) 40,24 Estrazione e distribuzione di combustibili fossili ed 0,00 energia geotermica Uso di solventi ed altri prodotti contenenti solventi 0,00 Trasporto su strada 325,99

Altre sorgenti e macchinari mobili (off-road) 46,18

Trattamento e smaltimento rifiuti 11,57 Agricoltura 0,49

Altre emissioni ed assorbimenti 0,06

totale 505

24 ARIA

2.1.b Anidride carbonica (CO2) L'anidride carbonica è formata da un atomo di parte degli oceani. Nell’ultimo secolo tuttavia il carbonio legato a due atomi di ossigeno ed è una fenomeno dell’effetto serra si è intensificato ed ha sostanza fondamentale nei processi vitali delle provocato un aumento della temperatura media piante e degli animali. E’ un gas incolore e del Pianeta. L’incremento dei gas serra riguarda in inodore; non è tossica in sé, ma non è respirabile modo particolare l’anidride carbonica che viene e quindi può provocare la morte per asfissia. Oltre prodotta in tutti i fenomeni di combustione legati ad intervenire in numerosi processi biologici, alle attività umane (attività industriali, emissioni contribuisce a regolare il naturale effetto serra del degli autoveicoli, produzione di energia elettrica). pianeta. La quantità di CO2 ottimale è garantita L’incremento di anidride carbonica dipende inoltre, dalla presenza di piante verdi, in particolare dalle anche se indirettamente, dalla deforestazione . grandi foreste, e attraverso l’assorbimento da

Stima emissioni CO2 – anno 2000 Macrosettori t/a Combustione: Energia e Industria di Trasformazione 0,00 Impianti di combustione non industriale 11.430

Combustione nell’industria manifatturiera 19.496

Processi produttivi (combustione senza contatto) 1.703 Estrazione e distribuzione di combustibili fossili ed 0 energia geotermica Uso di solventi ed altri prodotti contenenti solventi 320

Trasporto su strada 12.464

Altre sorgenti e macchinari mobili (off-road) 3.455 Trattamento e smaltimento rifiuti 0

Agricoltura 0

Altre emissioni ed assorbimenti 0

totale 48.868

25 ARIA

2.1.c Polveri sottili (PM10) Si tratta di una subfrazione del particolato (2,5 - 10 micron) e particolato fine (< 2,5 micron). sospeso , il D.M. 60/2002 lo definisce: “ fazione Questo tipo di inquinante raggiunge notoriamente del articolato sospeso in aria ambiente che passa valori più elevati di concentrazione nella stagione attraverso un sistema di separazione in grado di più fredda. Le polveri sottili sono emesse selezionale il materiale articolato di diametro di 10 principalmente dai mezzi di trasporto , soprattutto µm, con un’efficienza di cambiamento pari al disel, e dagli impianti di riscaldamento. La loro 50%”. Il PM10 è dunque principalmente costituito pericolosità per la salute deriva dal fatto che da materiale solido inorgano e organico con spesso alle polveri sono associati altri inquinanti dimensioni fino a 10 micron di diametro ed è con effetti tossici. ulteriormente suddiviso in articolato grossolano

Stima emissioni PM10 – anno 2000 Macrosettori t/a Combustione: Energia e Industria di Trasformazione 0,00

Impianti di combustione non industriale 2,60

Combustione nell’industria manifatturiera 14,03 Processi produttivi (combustione senza contatto) 6,21 Estrazione e distribuzione di combustibili fossili ed 0,00 energia geotermica Uso di solventi ed altri prodotti contenenti solventi 0,00 Trasporto su strada 6,99

Altre sorgenti e macchinari mobili (off-road) 6,50

Trattamento e smaltimento rifiuti 0,65 Agricoltura 0,09

Altre emissioni ed assorbimenti 0,01

totale 37

26 ARIA

2.1.d Ossidi di azoto (NOx) e Biossidi di azoto (NO2) Pur essendo presenti in atmosfera diverse specie E’ stato stimato che gli ossidi di azoto di ossidi di azoto, per quanto riguarda contribuiscano per il 30% alla formazione delle l’inquinamento dell’aria si fa quasi esclusivamente piogge acide (il restante è imputabile al biossido di riferimento al termine NOx che sta ad indicare la zolfo e ad altri inquinanti); gli NOx vengono per lo somma pesata del monossido di azoto, NO, e del più emessi da sorgenti al suolo e sono solo biossido di azoto, NO2. L’ossido di azoto è un gas parzialmente solubili in acqua, questo influenza incolore, insapore ed inodore, è prodotto notevolmente il trasporto e gli effetti a distanza. soprattutto nel corso dei processi di combustione Alle normali temperature dell'aria le precedenti ad alta temperatura assieme al biossido di azoto reazioni non sono spontanee, mentre diventano (che costituisce meno del 5% degli NOx totali significative a temperature al di sopra dei 1100°C. emessi).

Stima emissioni NOx – anno 2000 Macrosettori t/a Combustione: Energia e Industria di Trasformazione 0,00 Impianti di combustione non industriale 12,30

Combustione nell’industria manifatturiera 15,62

Processi produttivi (combustione senza contatto) 4,02 Estrazione e distribuzione di combustibili fossili ed 0,00 energia geotermica Uso di solventi ed altri prodotti contenenti solventi 0,00

Trasporto su strada 80,74

Altre sorgenti e macchinari mobili (off-road) 45,28 Trattamento e smaltimento rifiuti 0,51

Agricoltura 0,02

Altre emissioni ed assorbimenti 0,00

totale 159

27 ARIA

2.1.e Ossidi di zolfo (SOx) e Biossidi di zolfo (SO2) E' un gas incolore, dall'odore pungente e irritante, L’esposizione a SO2 provoca nell’uomo irritazione solubile in acqua. Il biossido di zolfo si forma nei e lesione al tratto superiore dell’apparato processi di combustione per ossidazione dello respiratorio e aumenta la predisposizione a zolfo presente nei combustibili solidi e liquidi. In episodi infettivi acuti e cronici (tracheiti, bronchiti, natura l’anidride solforosa viene immessa in ecc.). I danni alla vegetazione (maculatura fogliare atmosfera al seguito delle eruzioni vulcaniche, e arresto della crescita) e ai materiali (corrosione) mentre le principali sorgenti antropiche sono sono dovuti essenzialmente alla partecipazione di costituite dagli impianti per il riscaldamento e la questo inquinante nella formazione delle produzione di energia alimentati a gasolio, cosiddette “piogge acide”. carbone e oli combustibili. Il traffico contribuisce alle emissioni complessive di biossido di zolfo solo in minima parte. Le concentrazioni medie annuali 3 sono di circa 20-40 µg/m e le medie giornaliere non superano i 125 µg/m3. Stima emissioni SOx– anno 2000 Macrosettori t/a Combustione: Energia e Industria di Trasformazione 0,00

Impianti di combustione non industriale 3,57 Combustione nell’industria manifatturiera 20,50

Processi produttivi (combustione senza contatto) 0,00 Estrazione e distribuzione di combustibili fossili ed 0,00 energia geotermica Uso di solventi ed altri prodotti contenenti solventi 0,00 Trasporto su strada 1,41

Altre sorgenti e macchinari mobili (off-road) 0,56

Trattamento e smaltimento rifiuti 0,00 Agricoltura 0,00

Altre emissioni ed assorbimenti 0,00

totale 26

28 ARIA

2.1.f Benzene (C6H6) Il benzene, la cui molecola è costituita da 6 atomi Nell’aria dei centri urbani la sua presenza è di carbonio e 6 atomi di idrogeno, è una sostanza dovuta quasi esclusivamente alle attività di origine chimica liquida ed incolore dal caratteristico odore umana, con oltre il 90% delle emissioni attribuibili aromatico pungente. A temperatura ambiente alle produzioni legate al ciclo della benzina. volatilizza assai facilmente.Il benzene in aria è Questo inquinante viene rilasciato dagli presente praticamente ovunque, derivando da autoveicoli in misura prevalente attraverso i gas di processi di combustione sia naturali (incendi scarico e più limitatamente tramite l’evaporazione boschivi, emissioni vulcaniche) che artificiali della benzina dalle vetture nelle fasi di trasporto, (emissioni industriali, gas di scarico di veicoli a stoccaggio e rifornimento nonché nei momenti di motore, ecc.). marcia e arresto, compresa la sosta prolungata in un parcheggio.

Stima emissioni Benzene – anno 2000 Macrosettori t/a Combustione: Energia e Industria di Trasformazione 0,00

Impianti di combustione non industriale 0,00

Combustione nell’industria manifatturiera 0,00

Processi produttivi (combustione senza contatto) 0,04 Estrazione e distribuzione di combustibili fossili ed 0,00 energia geotermica Uso di solventi ed altri prodotti contenenti solventi 0,13 Trasporto su strada 1,19

Altre sorgenti e macchinari mobili (off-road) 0,24

Trattamento e smaltimento rifiuti 0,00 Agricoltura 0,00

Altre emissioni ed assorbimenti 0,00

totale 2

29 ARIA

2.1.g Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA)

Gli Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA) sono una inceneritori) e del legname. Usualmente gli IPA famiglia numerosissima di idrocarburi, costituiti da vengono emessi in atmosfera in forma gassosa due o più anelli benzenici, gli anelli vicini vengono per poi condensare velocemente, soprattutto uniti tramite una coppia di atomi di carbonio quelli con peso molecolare maggiore (4 o più condivisi. Il più semplice è il naftaline (C10H8). anelli benzenici), da cui la facilità ad essere Quello più rappresentativo per l’inquinamento adsorbiti sulla superficie del particolato atmosferico è il Benzo[a]Pirene (Bap) ottenuto atmosferico e quindi di essere da questo dalla unione di una molecola di Pirene con un veicolato. Rientrano quindi nella categoria degli ulteriore anello benzenico sul lato [a]. Si tratta di inquinanti classificati come “ubiquitari”. un comune sottoprodotto della combustione incompleta dei combustibili fossili, di materiale organico (compresa quindi l’immondizia negli

Stima emissioni IPA – anno 2000 Macrosettori t/a Combustione: Energia e Industria di Trasformazione 0,00

Impianti di combustione non industriale 5,57 Combustione nell’industria manifatturiera 0,02

Processi produttivi (combustione senza contatto) 3,84 Estrazione e distribuzione di combustibili fossili ed 0,00 energia geotermica Uso di solventi ed altri prodotti contenenti solventi 0,00 Trasporto su strada 0,25

Altre sorgenti e macchinari mobili (off-road) 0,08

Trattamento e smaltimento rifiuti 1,70 Agricoltura 0,00

Altre emissioni ed assorbimenti 0,00 totale 11

2.2 Piano Regionale di Tutela e Risanamento dell’Atmosfera Il Comune di Brendola è classificato dal Piano Regionale di Tutela e Risanamento dell’Atmosfera (proposta di zonizzazione approvata con DGR n. 3195 del 17.10.06 e dal Tavolo Tecnico Zonale di tutti i comuni della provincia) nella classe “A1 Provincia” (con densità emissiva tra 7 e 20 t/a kmq), classe che indica i comuni che rappresentano una fonte media di inquinamento per se stessi e per il Comuni limitrofi. Per i comuni rientranti in questa classe la norma prevede la predisposizione di Piano d’Azione per contrastare i fenomeni di inquinamento.

Il capitolo relativo alla qualità dell’aria sarà integrato con la redazione del Rapporto Ambientale con i risultati della campagna di monitoraggio del primo semestre 2010 e con eventuali altri dati forniti dal Comune o da altri Enti.

30 CLIMA

3 Clima Nel presente capito il clima è descritto sulla base Stazione meteorologica di riferimento: di elementi costanti che tendono a ripetersi Nome: Brendola (cod. n. 148) stagionalmente e dipende da determinati elementi Localizzazione: comune di Brendola (1693183 e fattori climatici quali: Gauss X – 5038765 Gauss Y) ▪ precipitazioni; Quota s.l.m. = 147 ▪ temperatura; Distanza indicativa della stazione dal centroide del ▪ umidità; Comune di Brendola: 1.809 ▪ anemologia Attiva: dal 01.12.1991

3.1 Precipitazione Parametro: Precipitazione (mm) somma. Valori mensili1 pluriennali Somma Anno Gen Feb. Mar. Apr. Mag. Giu. Lug. Ago. Set. Ott. Nov. Dic. 2 annuale 1996 125.6 37.4 9.6 122.8 141.6 50.2 45.8 123 68.4 179.8 139.4 176 1219.6 1997 111.2 7 15.2 71.6 31.4 78.6 64.2 88.8 21 14.6 100 177.4 781 1998 54.2 32 13 161.8 79.6 103.8 34 9.6 173.4 126.8 13.8 13.8 815.8 1999 63.6 13.6 82.8 137.6 82 101.4 77.6 48.8 115.2 155.6 202.8 75 1156 2000 0.4 4.6 99.8 68 55 63.8 45.8 73.4 121.2 183 223 63.4 1001.4 2001 116.2 21 214.4 91.4 88 42.6 81 97.2 117.8 72.8 55.6 1 999 2002 33.2 159.2 11.2 184.4 222.2 79 136 185.4 60 134.2 97.6 80.6 1383 2003 54.4 5.6 4.8 144.4 12.2 58.6 71.8 19.6 38.6 112.2 167.4 143.6 833.2 2004 55.6 231 167 115.2 111 92.6 62.4 52.8 99 130.8 157.4 84.2 1359 2005 2.6 3.4 17 172.6 111.2 30.4 162.2 173.4 68.8 192 163 72.4 1169 2006 19.8 78.8 41.2 65.8 78.6 29.8 62.8 239.6 211.4 19 41.8 59.6 948.2 2007 25.4 47 98.6 10.6 117.6 39.4 38.8 66.4 128.2 56.4 63.2 8.8 700.4 Medio mensile 55.2 53.4 64.6 112.2 94.2 64.2 73.5 98.2 101.9 114.8 118.8 79.6 1030.5

PRECIPITAZIONI - SOMMA ANNUALE PRECIPITAZIONI - MEDIA MENSILE 1600 140 1400 120 1200 100 1000 80 800 60 600 40 400 20 200 0 0 GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

1 Il valore mensile è la somma dei valori giornalieri. 2 Il valore medio mensile è il valore medio dei valori mensili degli anni.

31 CLIMA

Parametro: giorni piovosi3

Anno Gen. Feb. Mar. Apr. Mag. Giu. Lug. Ago. Set. Ott. Nov. Dic. Somma annuale

1996 12 3 3 10 13 8 5 11 8 12 13 12 110

1997 10 2 2 5 4 10 8 6 3 3 9 10 72

1998 7 2 2 16 12 9 6 1 9 8 3 2 77

1999 6 3 8 11 8 10 7 5 8 9 9 9 93

2000 0 1 8 8 6 7 9 6 8 14 16 10 93

2001 18 4 13 11 7 7 6 5 10 6 6 0 93

2002 1 7 2 15 16 8 10 10 9 7 11 11 107

2003 7 1 2 8 4 7 5 1 6 9 7 8 65

2004 4 7 6 15 13 7 7 4 4 12 7 11 97

2005 0 2 3 11 8 5 8 12 5 9 5 9 77

2006 3 9 5 7 6 4 2 14 6 2 4 6 68

2007 2 7 9 2 6 6 3 7 7 5 3 5 62

Medio mensile 6 4 5 10 9 7 6 7 7 8 8 8 84

GIORNI PIOVOSI - SOMMA ANNUALE GRIONI PIOVOSI - MEDIA MENSILE 120 12

100 10

80 8

60 6

40 4

20 2 0 0 GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

3.2 Temperature e umidità Parametro: Temperatura aria a 2m (°C) media delle minime, delle medie e delle massime Umidità relativa a 2m (%) media delle minime, delle medie e delle massime

TEMPERATURE MINIME - MEDIE - MASSIME UMIDITA' 25 120

20 100 80 15 60 10 40 5 20

0 0 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 95 92 93 95 96 94 96 89 96 92 91 86 Media delle minime Media delle medie Media delle massime Minima Media Massima

3 Si considera giorno piovoso quando il valore di pioggia giornaliero è >= 1 mm

32 ACQUA

4. Acqua Classificazione delle acque: l’acqua può essere così classificata: Gli obiettivi previsti dal D.Lgs. 152/1999 erano i acque interne a loro volta suddivise in: seguenti: acque superficiali: le acque interne, ad eccezione per i corpi idrici significativi superficiali e delle acque sotterranee; le acque di transizione e sotterranei deve essere mantenuto o raggiunto le acque costiere in relazione alle quali sono entro il 31/12/2016 l’obiettivo di qualità ambientale incluse anche le acque territoriali (Dir. 60/2000); corrispondente allo stato “Buono”; come obiettivo acque sotterranee: tutte le acque che si trovano intermedio è previsto che entro il 31/12/2008 ogni sotto la superficie del suolo nella zone di corpo idrico superficiale classificato o tratto di saturazione a contatto diretto con il suolo e il esso consegua almeno i requisiti di stato sottosuolo (Dir. 60/2000); “Sufficiente”; acque potabili: tutte le acque trattate o non deve essere mantenuto, ove già esistente, lo stato trattate, destinate ad uso potabile per la di qualità ambientale “Elevato”; preparazione di cibi e bevande o per altri usi per i corpi idrici a specifica destinazione devono domestici, a prescindere dalla loro origine, siano essere mantenuti o raggiunti gli obiettivi di cui essere fornite tramite una rete di distribuzione, all’allegato 2 del decreto. mediante cisterna in bottiglie o in contenitore” Questi obiettivi sono stati ripresi dal D.Lgs. n. (D.Lgs. 31/2001); 152/2006, con la principale differenza che bacino scolante: il territorio in cui la rete idrica l’obiettivo di “Buono” va raggiunto entro il superficiale scarica in Laguna di Venezia (Piano 22/12/2015; viene data facoltà alle regioni di Direttore DCR 24/2000); stabilire obiettivi meno rigorosi qualora, acque di transizione: “i corpi idrici superficiale in motivatamente, non possano essere raggiunti prossimità della foce di un fiume, che sono quelli di Legge. I criteri di elaborazione dei dati nel parzialmente di natura salina a causa della loro caso della classificazione per la qualità vicinanza alle acque costiere, ma sostanzialmente ambientale e nel caso della qualità per specifica influenzati dai flussi di acqua dolce” (Dir. destinazione sono diversi, quindi, anche nel caso 60/2000); di parametri comuni, le valutazioni devono essere acque marino costiere: “le acque superficiali considerate in modo complementare. situate all’interno del rispetto di una retta Il D.Lgs. 152/2006 privilegia l’analisi delle immaginaria distante, in ogni suo punto, un miglio comunità biologiche del corso d’acqua, tuttavia nautico sul lato esterno dal punto più vicino della non vengono ancora forniti dei criteri oggettivi per linea di base che serve da riferimento per definire la classificazione. Pertanto nel seguito viene il limite delle acque territoriali e che si estendono riportata la classificazione dei corsi d’acqua ai eventualmente fino al limite esterno delle acque di sensi del D.Lgs. n. 152/1999, di fatto l’unica con transizione” (Dir. 60/2000); un prestabilito criterio. acque di balneazione: le acque dolci, correnti o di lago e le acque marine nelle quali la balneazione Stato di qualità ecologico. Il decreto classifica i è espressamente autorizzata ovvero non vietata” corpi idrici in cinque classi di merito che (DPR 470/1982) definiscono lo stato di qualità ecologico. Stato elevato: nessuna alterazione antropica, o

alterazioni antropiche poco rilevanti dei calori degli Gestione delle risorse idriche in Italia. La elementi di qualità fisico-chimica e idromorfologici vigente normativa per la gestione delle risorse del tipo di corpo idrico superficiale rispetto a quelli idriche (in particolare, L. 183/89 , L. 36/94, D.lgs. di norma associati a tale tipo inalterato. I valori 152/99 abrogato dal D.Lgs 152/06) individua tra degli elementi di qualità del corpo idrico gli obiettivi da perseguire la tutela della qualità e superficiale rispecchiano quelli di norma associati dell'equilibrio quantitativo del ciclo idrico nonché la a tale tipo inalterato e non evidenziano nessuna protezione dell'ambiente e degli ecosistemi distorsione, o distorsioni poco rilevanti. Si tratti di connessi ai corpi idrici. A tale scopo, sono state condizioni e comunità tipiche specifiche. istituite le Autorità di bacino, con i compiti di Stato buono: i valori di qualità biologica del tipo di redigere il Piano di bacino e di definire e corpo idrico superficiale presentano livelli poco aggiornare il bilancio idrico e gli Ambiti Territoriali elevati di distorsione dovuti all’attività umana, ma Ottimali (ATO), per la gestione del Servizio idrico si discostano solo lievemente da quelli di norma integrato, costituito dall'insieme dei servizi pubblici associati al tipo di corpo idrico superficiale di captazione, distribuzione, nonché inalterato. collettamento, depurazione e smaltimento delle Stato sufficiente: i valori di qualità biologica del acque reflue. tipo di corpo idrico superficiale si discostano

moderatamente da quelli di norma associati al tipo Riferimenti legislativi. Il settore è disciplinato dal di corpo idrico superficiale inalterato. I valori decreto legislativo 152/2006 che ha abrogato il presentano segni moderati di distorsione dovuti D.Lgs. 152/1999 che fissava gli obiettivi ed i criteri per la classificazione delle acque.

33 ACQUA all’attività umana e alterazioni significativamente Classificazione delle acque sotterranee maggiori rispetto alle condizioni dello stato buono. Per le acque sotterranee sono definiti 5 stati Stato scarso: le acque che presentano alterazioni di qualità ambientale. considerevoli degli elementi di qualità biologica Elevato: impatto antropico nullo o trascurabile del tipo di corpo idrico superficiale e nelle quali le sulla qualità della risorsa, con l'eccezione di comunità biologiche interessate di discostano quanto previsto nello stato naturale particolare. sostanzialmente da quelle di norma associate al tipo di corpo idrico superficiale inalterato. Buono : impatto antropico ridotto sulla qualità e/o Stato cattivo: le acque che presentano gravi quantità della risorsa. alterazioni dei valori degli elementi di qualità Sufficiente: impatto antropico ridotto sulla biologica del tipo di corpo idrico superficiale e quantità, con effetti significativi sulla qualità tali da nelle quali mancano ampie porzioni di comunità richiedere azioni mirate ad evitarne il biologiche interessate di norma associate al tipo di peggioramento. corpo idrico superficiale inalterato. Scadente: impatto antropico rilevante sulla qualità e/o quantità della risorsa con necessità di specifiche azioni di risanamento. Naturale particolare: caratteristiche qualitative e/o quantitative che pur non presentando un significativo impatto antropico, presentano limitazioni d'uso della risorsa per la presenza naturale di particolari specie chimiche o per il basso potenziale quantitativo.

34 ACQUA

4.1 Corsi d’acqua vincolati Corsi d’acqua non vincolati: Corsi d’acqua vincolati: ƒ Rio Rondola ƒ Fiumicello Brendola ƒ Roggia Risarola

4.2 Gli indicatori di qualità dei corsi d’acqua

CODICE TRATTO OMOGENEO

Fiume Brendola

Tratto BRN 01 dall’immissione nel fiume Guà all’origine del torrente cod. stazione n. 162 a Brendola

4.2.a IBE - indice che rileva lo stato di qualità biologica E’ un indice che rileva lo stato di qualità biologica di un determinato tratto di corso d’acqua. Si basa sull’analisi della struttura delle comunità di macroinvertebrati bentonici che vivono almeno una parte del loro ciclo biologico in acqua. La scala con cui si riportano i dati IBE va da 0 a 12 valori, raggruppati a loro volta in cinque classi di qualità da 1 = stato elevato, a 5 = stato pessimo.

Valore classi di qualità BRN 01 10 … I elevato 2000 7 8-9 II mediamente elevato 2001 7 6-7 III intermedio 2002 7/8 4-5 IV mediamente pessimo 2003 7 1-3 V pessimo 2004 9 2005 8 2006 8 2007 8

35 ACQUA

4.2.b LIM - Livello di Inquinamento da Macrodescrittori il “Livello di Inquinamento da Macrodescrittori” deriva dalla somma dei valori corrispondenti al 75° percentile dei parametri indicati alla tabella 7 del D.Lgs 152/99 e s.m.i. calcolato sulla base dei risultati delle analisi dei campionamenti effettuati nel corso di un anno. Il calcolo di questo valore è eseguito sulla base di quanto indicato nell’allegato 1 del citato decreto, ovvero utilizzando sette parametri.

Valore classi di qualità BRN 01 480-560 I Livello I 2000 180 240-475 II Livello II 2001 190 120-235 III Livello III 2002 250 60-115 IV Livello IV 2003 145 < 60 V Livello V 2004 230 2005 220 2006 250 2007 260

4.2.c SECA - Stato Ecologico dei corsi d'acqua Lo “Stato Ecologico dei corsi d'acqua” è un indice sintetico che definisce lo stato ecologico dei corpi idrici superficiali, integrando i dati ottenuti dalle analisi chimico-fisiche e microbiologiche (LIM) con i risultati dell'applicazione dell'Indice Biotico Esteso (IBE).

Valore classi di qualità BRN 01 1 ottimo 2000 3 2 Mediamente ottimo 2001 3 3 Intermedio 2002 3 4 Mediamente pessimo 2003 3 5 pessimo 2004 3 2005 3 2006 2 2007 2

4.2.d SACA - Stato Ambientale dei corsi d'acqua Lo “Stato ambientale dei corsi d'acqua” è un indice sintetico che definisce lo stato ambientale dei corpi idrici superficiali, integrando i dati ottenuti dal SECA con i dati relativi alla presenza di inquinanti chimici

Valore classi di qualità BRN 01 1 elevato 2000 sufficiente 2 buono 2001 sufficiente 3 sufficiente 2002 sufficiente 4 scadente 2003 sufficiente 5 pessimo 2004 sufficiente 2005 sufficiente 2006 buono 2007 buono

La qualità delle acque del Fiume Brendola mostrano un positivo miglioramento a partire dal 2006 il cui stato passa dalla classe III alla II per tutti gli indicatori. Dal 2000 non si sono mai registrati valori tali da dover classificare la qualità delle acque più bassa dello stato sufficiente (o classe 3).

36 ACQUA

4.3 L’inquinamento delle risorse idriche a Brendola Si riportano due indicatori specifici: a) carico organico potenziale: è la stima (espressa in abitanti equivalenti – AE-) dei carichi organici (biodegradabili) totali presenti nell’area, derivanti da attività di origine civile, zootecnica, industriale, da sottoporre a depurazione.

Popolazione Popolazione Carico Residente ISTAT Fluttuante media Superficie Sau potenziale Carico organico Carico organico 2001 annua da ISTAT organico Industriale (AE) totale (abitanti) (presenze/365) Civile (AE) Comune di 6,216 19,432 25,68 Brendola 6.216 1284,57 Media 6.738 21.353 28.121 provinciale Rispetto alla media provinciale il carico organico potenziale è molto più basso b) carico trofico potenziale: è la stima, calcolata per azoto e fosforo, delle quantità potenzialmente immesse nell’ambiente, derivanti da attività di origine civile, agro-zootecnica e industriale. Per tale calcolo vengono utilizzati particolari coefficienti di conversione.

CARICO TROFICO CIVILE AGROZOOTECNICO INDUSTRIALE AZOTO (t/a) FOSFORO (t/a) AZOTO (t/a) FOSFORO (t/a) AZOTO (t/a) FOSFORO (t/a) 28,0 3,7 199,1 97,1 94,2 9,3 Comune di 31,7 296,2 103,5 Brendola TOTALE = 431,4

30,3 4 196,5 98,4 99,4 10,1 Provincia di 34,4 294,9 109,5 Vicenza TOTALE = 438,7 Il carico trofico potenziale è in linea con la media provinciale per tutti i settori

4.4 Stato chimico delle acque sotterranee L’indicatore dello stato chimico delle acque sotterranee (SCAS) espresso a cl. anno livello Regionale esprime in maniera sintetica la qualità chimica delle acque SCAS di falda. L’indicatore è articolato in cinque classi di qualità (dalla classe 1 alla 2000 2 classe 0), nella stazione di Brendola (staz. Cod. 265) lo stato chimico dal 2001 2 2000 al 2008 è sempre stato “2”. 2002 2 2003 2 “Classe 2”: impatto antropico ridotto o sensibile sul lungo periodo e con 2004 2 buone caratteristiche idrometriche 2005 2 2006 2 2007 2 2008 2

37 ACQUA

4.5 Acqua erogata: quantità/qualità

4.5.a La qualità delle acque potabili erogate L’AATO Valle dichiara che le analisi delle acque delle sorgenti e delle acque superficiali dell'Alta Valle del Chiampo evidenziano caratteristiche chimiche eccellenti, e non denunciano, a parte sporadici e facilmente superabili fenomeni di contaminazione batteria, segni di inquinamento chimico Di seguito sono riportati i valori analitici medi dell'acqua della valle del Chiampo, relativo ai pozzi Madonna dei Prati che serve l’area di Brendola

Brendola - pozzi Madonna dei Prati - Punto di Campionamento: Montecchio Maggiore - uscita serbatoio di rilancio Tufi 1. Analisi riferita al campionamento del 6 aprile 2010 Parametri chimico-fisici Valore di parametro Espressione dei risultati Valori riscontrati e microbiologici fissati dal D.L.n.31/2001 Accettabile per i Torbidità NTU 0,2 consumatori e senza variazioni anomale pH unità pH 7,7 6,5-9,5 Conducibilità elettrica a µS/cm 495 2500 20°C Ossidabilità mg/l O2 < 0,5 5 Alcalinità mg/l HCO3 300 Azoto ammoniacale mg/l NH4 <0,02 0,5 Azoto nitrico mg/l NO3 14 50 Azoto nitroso mg/l NO2 <0,01 0,5 Cloruri mg/l Cl 6 250 Solfati mg/l SO4 55 250 Sodio mg/l Na 9 200 Potassio mg/l K 0,9 Calcio mg/l Ca 71 Magnesio mg/l Mg 24 Durezza totale °F 27 valori consigliati 15 - 50 Residuo fisso a 180°C mg/l 310 valore max consigliato 1500 Cloro residuo libero mg/l 0,11 valore consigliato 0,2 Batteri coliformi a 37° C numero/100 ml 0 0 Escherichia Coli numero/100 ml 0 0 Enterococchi numero/100 ml 0 0

La qualità delle acque potabili sulla base della concentrazione dei nitrati è stata stimata a livello regionale sulla base delle concentrazioni misurate nel 2006 nei punti scelti lungo le reti acquedottistiche dei comuni: in tutta la regione le medie non superano mai il valore di parametro previsto dal D.Lgs 31/01.

4.5.a Consumi idrici – anno 2009 Settore di riferimento mc/anno Agricolo 6.127 Domestico 347.472 Produttivo 99.708 totale 480.307 Utenze servite dall’acquedotto comunale = 90%

La serie storica dei dati relativi alla quantità di acqua erogata, per settore di riferimento, consentiranno alcune considerazioni sull’andamento dei consumi negli anni e l’individuazione dei settori (residenziale, produttivo, agricolo) che maggiormente incidono nel consumo della risorsa idropotabile. Tale verifica sarà fatta in sede di costruzione del rapporto Ambientale con i dati forniti dal Comune di Brendola e degli Enti gestori del servizio. Inoltre, sarà opportuno verificare lo stato della rete fognaria per individuare eventuali criticità: zone non servite, rete inadeguata, ecc.

38 SUOLO

5. Suolo Il suolo è una risorsa limitata, composto da Le principali funzioni del suolo che la particelle minerali, sostanza organica, acqua aria Commissione Europea (COM 179/02) ha ed organismi viventi, occupa lo strato superficiale riconosciuto sono: della crosta terrestre e ricopre 1/16 della - produzione alimentare e di biomasse; superficie del pianeta. - trasformazione e riserva di sostanze organiche E’ un sistema complesso in continua evoluzione, ed inorganiche; risultato dell’interazione di alcuni fattori quali - filtro nei confronti dei corpi idrici sotterranei; clima, temperatura,umidità; organismi viventi; - habitat di organismi viventi; rilievo, pendenza del versante, esposizione; - fonte di biodiversità; roccia madre, materiale di partenza; tempo - supporto fisico e culturale dell’umanità; trascorso dall’inizio della trasformazione del suolo. - fonte di materie prime. Il suolo è un elemento essenziale degli La Commissione ha identificato anche otto ecosistemi, una sua qualsiasi alterazione può minacce principali per il suolo che corrispondono ripercuotersi non solo sulla sua capacità ad altrettanti processi di degradazione: produttiva, ma anche sulla qualità dell’acqua che 1. erosione; beviamo e dei prodotti agricoli di cui ci nutriamo. 2. diminuzione della sostanza organica; 3. contaminazione; Le funzioni del suolo sono innumerevoli, da 4. cementificazione (copertura del suolo per semplice supporto fisico per la costruzione di mezzo di infrastrutture o edifici); infrastrutture, impianti industriali e insediamenti 5. compattamento; umani, a base produttiva della maggior parte 6. diminuzione della biodiversità; dell’alimentazione umana e animale, del legname 7. salinizzazione; e di altri materiali utili all’uomo. 8. rischi idrogeologici (alluvioni e frane). E’ deposito e fonte di materie prime come argilla, ghiaia, sabbia, torba e minerali; ha funzione di mantenimento dell’assetto territoriale, in quanto fattore determinante per la stabilità dei versanti e per la circolazione idrica sotterranea e superficiale. Il suolo ha anche una importante funzione naturalistica quale habitat di una grandissima varietà di specie animali e vegetali e perché in esso si completano i cicli dell’acqua e di altri elementi naturali. Inoltre, è un importante elemento del paesaggio che ci circonda e fa parte del nostro patrimonio storico e culturale.

39 SUOLO

5.1 SAU – Superficie Agricola Utilizzabile Tra gli impatti più evidenti dell’espansione urbanistica c’è il consumo di suolo (ovvero di una risorsa non rinnovabile) e la nuova legge urbanistica, con i relativi atti di indirizzo, propone una prima risposta a questa problematica dimensionando la “Zona Agricola Trasformabile” in base alla “Superficie Agricola Utilizzata” presente sul territorio comunale. Al consumo del suolo, infatti, seguono altri impatti ambientali secondari quali, ad esempio, il consumo di risorse e/o l’inquinamento delle stesse. Per SAU (Superficie Agricola Utilizzata) s’intende la superficie agricola utilizzata comprendente le utilizzazioni definite dall’art. 2 dell’allegato lettera C “SAU”. Il calcolo della Superficie Agricola Utilizzabile sarà effettuato dallo studio agronomico in seguito a specifiche analisi sull’uso del suolo.

5.2 Indicatori specifici Particolari indicatori per la matrice suolo saranno elaborati sulla base dei dati forniti dallo studio agronomico-ambientale. Ad esempio: indicatore di permeabilità del suolo: che verrà calcolata attribuendo un “indice di permeabilità” ad ogni categoria di uso del suolo (dal valore “1” per i suoli permeabili a “0” per i suolo non permeabili); indicatore della qualità ecosistemica: calcolato attribuendo un valore di qualità ecosistemica per ogni categoria di uso del suolo (tale attribuzione sarà eseguita da chi svolgerà le analisi agronomico- ambientali) Altri particolari indici saranno elaborati se emergono aspetti di interesse particolare in sede di progetto del PAT.

5.3 Compatibilità geologica La compatibilità geologica ai fini urbanistici del territorio di Brendola sarà definita dallo studio geologico che per tale classificazione dovrà individuare le aree soggette a dissesto idrogeologico (aree di frana, esondabili o a ristagno idrico, soggette a erosione, soggette a caduta massi, di conoide, soggette a sprofondamento carsico, di cava o discarica ecc). La compatibilità geologica ai fini urbanistici prevede la classificazione dei terreni in tre categorie (ed eventuali sottocategorie) e la definizione di particolari prescrizioni e direttive per ogni zona (o sottozona): 1. area idonea; 2. area idonea a condizione; 3. area non idonea.

40 SUOLO

5.4 Contenuto di carbonio organico nello strato superficiale di suolo Il carbonio organico svolge una funzione positiva su molte proprietà del suolo e si concentra, in genere, nei primi decimetri di suolo: favorisce l’aggregazione e la stabilità delle particelle del terreno con l’effetto di ridurre l’erosione, il compattamento, il crepacciamento e la formazione di croste superficiali. Si lega con numerose sostanze migliorando così la fertilità del suolo, l’attività macrobiotica e la disponibilità di elementi nutritivi per le piante. Nelle zone di pianura le concentrazioni sono minori a causa dell’uso agricolo intensivo. A livello regionale è stata stimata la distribuzione sul territorio dei suoli a diverso contenuto di carbonio organico (indicatore riferito all’anno 2006 – considera i primi 30 cm di suolo)

Rischio erosione attuale

Erosione del suolo L’indicatore, calcolata a livello regionale, stima l’erosione (distacco e trasporto di particelle di suolo per effetto dell’acqua) potenziale e quella reale - erosione potenziale: il rischio di erosione che si avrebbe senza considerare l’azione protettiva della copertura del suolo - erosione attuale: considera l’effetto attenuante dell’uso del suolo

Rischio erosione potenziale

41 BIODIVERSTIA’

6. Biodiversità

Nel capitolo relativo alla biodiversità vengono tratti gli aspetti relativi alla flora e la fauna e ai sistemi ecorelazionali. La principale fonte delle analisi saranno le analisi specialistiche che supportano l’elaborazione del PAT elaborate dai tecnici specialistici

Per quanto riguarda i riferimenti normativi viene sottolineato il fatto che a livello Europeo sono stati adottati provvedimenti e politiche miranti alla conservazione della biodiversità continentale. Fondamentale è stata la creazione della Rete Natura 2000, una rete di siti Pan-europea coerente e uno strumento efficace per la tutela della biodiversità. I siti che vanno a formare la Rete Natura 2000 vengono stabiliti in base alle indicazioni contenute in due Direttive Comunitarie (Dir 79/409/CE “Uccelli” e Direttiva Habitat 92/43/CE). Lo strumento proposto è l’individuazione da parte degli stati membri si Zone Speciali di Conservazione (ZSC), frutto di un complesso iter che, partendo da una lista di Siti di Interesse Comunitario (SIC) proposta dai singoli stati e vagliata dalla Commissione Europea, porta alla designazione dei SIC come ZSC.

6.1 Rete Natura 2000 Il territorio di Brendola è in parte interessato dal SIC IT 3220037 “Colli Berici” Il sito di interesse comunitario Colli Berici ricade all’interno del territorio comunale di , Altavilla Vicentina, , , Brendola, , Grancona, , Lonigo, Montecchio Maggiore, , Nanto, , , Sarego, , Villana e . Copre una superficie di circa 12.768 ha, per una lunghezza di 95 Km, e si sviluppa tra una quota massima di 400 m s.l.m. ed una minima di 20 m s.l.m.. Appartiene alla regione biogeografica Continentale.

Il Formulario Standard descrive il SIC come un comprensorio collinare parzialmente carsico rivestito da boschi (acero-tilieti, ostrieti e boschi di fondovalle) che presenta prati aridi (Festuca-Brometalia) e ambienti umidi tra i quali un lago eutrofico di sbarramento alluvionale con ampio lamineto, canneti e cariceti. Vi è una scogliera olocenica con pareti verticali, grotte, sorgenti e profonde forre, in cui si è sviluppata una vegetazione rupestre termofila. Gli habitat presenti sono:

42 BIODIVERSTIA’

Il SIC Colli Berici rappresenta un ambiente di notevole interesse per la presenza di specie rare e relitte sia di carattere xero che microtermo per la presenza di endemismi e fauna troglobia, nonché per ambienti umidi in cui è presente la tipica fauna stanziale e migrante.

Il capitolo relativo alla biodiverstià, così come il seguente (paesaggio) saranno approfonditi durante la costruzione del Rapporto sullo Stato dell’Ambiente (Rapporto Ambientale), con il contributo delle analisi specialistiche dei tecnici incaricati per il PAT (agronomo, geologo, forestali….) e attraverso le conoscenze ed informazioni che verranno raccolte nella fase di concertazione e partecipazione sia con Enti che con la cittadinanza. Tale analisi supporterà le decisioni di piano perché permette, ad esempio, di individuare le aree di maggior valenza ambientale e paesaggistica, le valenze puntuali, ecc. ed individuare così gli ambiti che necessità di azioni di tutela e/o quelli che richiedono strategie di valorizzazione e riqualificazioni.

43 PAESAGGIO

7. Paesaggio

7.1 Analisi del paesaggio Per la matrice del paesaggio la principale fonte di Da un lato, quindi, ne devono essere conservate e riferimento è la relazione agronomica - ambientale tutelate le valenze di pregio, dall’altro si deve realizzato dallo studio incaricato per il PAT. intervenire per apportare le migliorie che ne L’analisi è principalmente rivolta all’individuazione consentono la reale fruibilità e la condivisione da degli elementi di pregio (e agli elementi detrattori), parte della comunità intera. di ambiti di particolare importanza dal punto di vista paesaggistico e ambientale. Dalle analisi e dagli studi che saranno svolti dai La Legge Urbanistica 11/04 richiama infatti professionisti incaricati per il PAT (agronomi, l’attenzione sulla necessità di adottare nuovi criteri forestali, geologi, ecc), da precedenti analisi e dai per programmare e governare lo sviluppo del contributi che emergeranno durante la fase di territorio, in un’ottica di sinergia tra Enti Locali che concertazione sarà possibile individuare di proietti trasversalmente i sistemi ambientali, elementi caratterizzanti il territorio di Brendola economici, produttivi, dei servizi alla persona, in quali, ad esempio: termini di efficacia, razionalizzazione ed efficienza ƒ ambiti integri dal punto di vista paesaggistico; d’insieme. ƒ le visuali; Si tratta di un approccio che evidenzia come il ƒ gli elementi puntuali e lineari di pregio paesaggio non debba esser visto come entità ambientale e paesaggistico (ad esempio, immutabile, da congelare, quanto piuttosto come grandi alberi, filari alberati, crinali, ecc); un sistema che interagisce con le dinamiche della ƒ meglio definire gli elementi che costruiscono vita dell’uomo e che con questo evolve, si la rete ecologica locale; modifica sapendo cogliere le occasioni utili per ƒ ecc. migliorarsi.

44 PAESAGGIO

7.1.a Ambiti di paesaggio – PRTC

Il comune di Brendola rientra quasi interamente Le principali vulnerabilità sono legate ad alcune nell’ambito di paesaggio del Piano Territoriale di pratiche agro-forestali (cambi di assetto colturale, Coordinamento Regionale n. 17 “Gruppo Collinare abbandono delle tradizionali pratiche agricole e dei Berici”, identificato su una superficie di circa gestione forestale), allo spopolamento delle 290 kmq e si caratterizza principalmente per la contrade collinari a favore dei centri presenza del rilievo collinare dei Berici e delle valli maggiormente industrializzati della pianura, ad esso afferenti. Il paesaggio agroforestale di all’espansione disordinata degli insediamenti. tale ambito di presenta articolato in diversificate tipologie che vanno dai versanti ripidi Gli obiettivi e gli indirizzi di qualità paesaggistica dell’altopiano coperti da ceduo o da formazioni per questo ambito di paesaggio sono, in sintesi termofile, ai prati e seminativi alternati a lembi di (fonte PTRC del Veneto, Ambiti di paesaggio – bosco delle zone dorsali e sommatali, ai versanti Atlante ricognitivo): collinari con vigneti specializzati; nelle aree di ƒ integrità delle aree ad elevata naturalità ed pianura ai piedi colli elevata è la presenza di alto valore ecosistemico; seminativi. ƒ integrità dei sistemi geomorfologici di Principale valore naturalistico-ambientale interesse storico-ambientale; dell’ambito è dato dall’elevata presenza di boschi ƒ riattivare e/o conservare la funzionalità di latifoglie di tipologia varia e nell’elevata ambientale delle zone umide; diversità di habitat dovuta alla varietà delle ƒ spessore ecologico e valore sociale dello condizioni morfologiche. Il paesaggio rurale si spazio agrario presenta vario con alternanza di diverse tipologie ƒ salvaguardare/incrementare la diversità del naturalistiche ed ecologiche (boschi, anfranti e paesaggio agrario grotte, prati aridi, zone umide…). Il paesaggio ƒ Conservazione dei paesaggi terrazzati storici rurale tradizionale dell’altipiano presenta una ƒ Qualità del processo di urbanizzazione struttura legata alla stretta relazione tra forme ƒ Qualità urbana degli insediamenti d’uso del suolo e morfologie carsiche dove sono ƒ salvaguardare il valore culturale e presenti alcuni elementi minori di valore quali, ad testimoniale degli insediamenti e dei manufatti esempio, muretti a secco, pozzi, fontane. storici Le variazioni/trasformazioni di assetto colturale di ƒ Qualità urbanistica ed edilizia degli molti appezzamenti agricoli, poste soprattutto ai insediamenti produttivi piedi dei colli, a favore di coltivazioni intensive a ƒ Qualità dei percorsi della “mobilità slow” seminativo e a vigneto hanno causato l’aumento ƒ Inserimento paesaggistico e qualità delle della frammentazione paesaggistica e la infrastrutture banalizzazione delle aree di pianura ƒ Qualità dei “paesaggi di cava” e delle pedecollinare, trasformazioni che possono discariche incidere sulla qualità delle acque e sulla ƒ Integrità delle visuali estese Integrità delle conservazione dello stato del suolo. visuali estese

45 PATRIMONIO

8. Patrimonio Le principali componenti del sistema dei beni di interesse storico culturale e architettonico presenti nel territorio di Brendola sono le Ville Venete e complessi di valore storico-munumentale; i centri storici.

8.1 Patrimonio Storico/architettonico – edifici di pregio

8.1.a Ville Venete Denominazione Tutela Villa Valle, Porto Barbaran, Anselmi, Concato, Veronese, tipo di provvedimento: L.1089/1939 Martin data notifica: 1991/ 04/ 06 Secolo: XVII Via Casavalle, 7 Villa Anguissola, Ziggiotti, Salviati, Pigatti, Briganti, tipo di provvedimento: L.1089/1939 Munari data notifica: 1972/ 12/ 18 Secolo: XV Via Scarantello, 4 - Villa Ziggiotti, Salviati, Pigatti, Ghiotto – Pertile Secolo: XVI Via Revese, 1

- Villa Ziggiotti, Maffei, Matteazzi Secolo: XV Via Carbonara, 17

- Villa Valmarana, Fiorani, Marini Secolo: XVII Via Ca' Vecchie, 49

Villa Gonzati, Langaro, Obrietan, detta "villa Orna" - Secolo: XVIII Via Luigi Einaudi, 24

tipo di provvedimento: Villa Salviati, Rosa, Facchini, Rossi data notifica: Secolo: XVII Via Carbonara, 15

tipo di provvedimento: L.364/1909 data notifica: 1927/ 04/ 06 Villa Piovene Secolo: XV tipo di provvedimento: L.1089/1939 Piazza Guglielmo Marconi, 1 data notifica: 1961/ 06/ 03

Villa Cappellari, Piovene, Sartori, Zanuso, Tassoni, tipo di provvedimento: L.1089/1939 Giacometti, Girotto data notifica: 1960/ 05/ 19 Secolo: Via Roma, 10/ 12 Villa Cita, Valmarana, De Bortoli, Targon, detta "Corte - grande benedettina" o "Corte Targon" Secolo: XVIII Via Ugo Foscolo, 12

46 PATRIMONIO

Villa Groppato, Ferrari, Tassoni, Veronese, detta - "Vescova" Secolo: XVII Via Marzari, 2 - Villa Giustiniani, Monza, Rossi Secolo: XVII Via Giuseppe Verdi, 1/3

- Casa Cavalcabò, Monza, Da , Zaccaria, Vinante Secolo: XV Via Piave, 2/ 4

- Villa Girotto, Bedin Secolo: XVIII Via Ortigara, 2

- Villa Valle, Girotto, Carradore Secolo: XV Via Marzari, 4

- Villa Maluta, Vanzetti Secolo: XIX Piazza del Vicariato, 3

tipo di provvedimento: L.1089/1939 Villa Revese, Porto, Brazzà, Cita, Fogaroli, Pagello data notifica: Secolo: XVII 1989/ 08/ 02 Piazza del Vicariato

- Villa Pilotto, Brendolan, Dalla Rovere Secolo: XVII Via Lampertico, 18

Villa Ferramosca, Da Schio, Zanuso, Cantarella, Dal tipo di provvedimento: L.1089/1939 Monte, Volpato data notifica: 1977/ 07/ 19 Secolo: XVII tipo di provvedimento: DLgs 42/2004 data notifica: 2007/ 04/ 24 Via Cantarella, 70 tipo di provvedimento: Villa Ziggiotti, De Guio, Storti, Pezzellato, Maran, Bisognin data notifica: Secolo: XV Via Dante Alighieri, 4

Resti di villa Revese, Scola, Castagnaro, , De tipo di provvedimento: L.364/1909 Soghe data notifica: 1927/ 03/ 24 Secolo: XVI Via Revese, 21

47 PATRIMONIO

8.2 Cenni storici

8.2.a Centri Storici

L’Atlante dei Centri storici (Regione Veneto, 1984) indica per il Comune di Brendola quattro centri storici identificati con: ▪ 86-735 - Gioia ▪ 86-736 – Valle Scarantello ▪ 87-737 – Brendola ▪ 87-738 – Vo’

48 PATRIMONIO

8.2.b I segni storici

49 PATRIMONIO

tavola sezione IX.15 corsi d’acqua: a parte una buona fonte non c’è acqua potabile sentieri pedonali e strade: tutte le vie che partono da qui e conducono in pianura sono sì carrozzabili, però appena larghe da far passare un carro, quelle invece che conducono alle montagne sono praticabili solo dai carri locali, ma hanno costantemente terreno sassoso. Monti adiacenti: è utilizzabile, come già nel villaggio di Montecchio maggiore, da un posizione vantaggiosa contro un nemico che avanza da Verona Boschi: in questa zona non si trovano boschi, però le montagne sono ricoperte di alcuni tipi di macchia boschiva di medie dimensioni di cui si serve anche come legna da ardere. Annotazioni: (vale l’annotazione di Montecchio Maggiore: qui può essere, se non completamente impedito, comunque conteso con molto vantaggio, l’ulteriore avanzamento al nemico che avanza da Verona verso Vicenza, grazie ad una buona posizione presa dall’altrura, subito verso la chausse e, attraverso questa, fino alle montagne di Brendola)

tavola sezione IX.16 il Fiume Brendola nasce da molte fonti d’acqua non lontano dal villaggio Brendola. Già molto vicino alla sua origine è piuttosto profondo, ha un fondo non sicuro perciò non p facile da guadare. I ponti di pietra che lo attraversano: uno in prossimità della strada maestra presso Madonna di Pra (Madonna dei Prati); a Vo di Brendola; meleto e bagnolo. Ponti di legno che lo attraversano: quello già nominato presso Sarrego, uno a Lonigo, uno presso la chiesa di San Zanne (San Giovanni) e un altro proprio lì, non lontano dalla Casa Soranzan (Soranzon). Nei due luoghi ci sono guadi attraverso il fiume per vetture o persone a cavallo.

50 INQUINANTI FISICI

9. Inquinanti fisici

9.1 Elettromagnetismo Il fenomeno dell’esposizione ai campi elettromagnetici non è una novità degli ultimi anni, Ripetitori radiotelevisivi e stazioni radiobase. I ma il recente sviluppo del settore delle ripetitori radiotelevisivi (RTV) e le stazioni radio telecomunicazioni ha prodotto un consistente base (SRB) sono impianti fissi di aumento delle fonti di inquinamento telecomunicazione, ovvero, sistemi d’antenne la elettromagnetico. In particolare, la massiccia cui funzione principale è quella di consentire la diffusione di impianti per la telefonia mobile ha trasmissione di un segnale elettrico, contenente focalizzato sul problema l’attenzione del pubblico. un’informazione nello spazio aperto sotto forma di Le principali fonti di campi elettromagnetici sono: onda elettromagnetica. le linee elettriche ad alta tensione, I RTV sono situati per lo più in punti elevati del antenne della telefonia mobile territorio (colline o montagne), dato che possono gli impianti radiotelevisivi; coprire bacini di utenza che interessano anche i radar, diverse province. Le frequenze maggiormente gli apparecchi televisivi, utilizzate nella provincia di Vicenza sono i forni a microonde e gli apparecchi comprese tra 87,5 MHz e 108 MHz (FM) per i elettromedicali. ripetitori radio e tra 47 MHz – 230 MHz (TV UHF) e 470 MHz – 862 MHz (TV VHF) per i ripetitori Elettrodotti e distribuzione dell’energia elettrica. televisivi. L’energia elettrica viene portata dei centri di La potenza in antenna è molto variabile, a produzione agli utilizzatori (case, industrie, …) per seconda delle aree di copertura e generalmente è mezzo di elettrodotti, con tensione variabile fino a compresa da alcuni watt (sono chiamati ripetitori 380 kV. Gli elettrodotti, nei quali circola una lampadina, come ad es. i ripetitori televisivi in corrente alternata di 50 Hz, producono campi zone collinari) a decine di kW nel caso in cui il elettrici e magnetici variabili nel tempo. Il campo bacino d’utenza comprenda diverse province e elettrico dipende dalla tensione e ha un’intensità regioni. Con potenze dell’ordine del kW, il campo tanto più alta quanto più aumenta la tensione di elettrico al suolo può raggiungere, a decine di esercizio della linea (dai 220 volts dell’uso metri di distanza dal traliccio, valori dell’ordine di domestico ai 380 kV delle linee di trasmissioni più decine di V/m. potenti). Le SRB sono capillarmente diffuse nei centri Il campo magnetico dipende dalla corrente che abitati ed ognuna di esse interessa una porzione scorre lungo i fili conduttori delle linee ed aumenta limitata di territorio, detta comunemente cella. tanto più alta è l’intensità di corrente sulla linea. Ciascuna SRB è costituita da antenne che In prossimità di una linea ad alta tensione, ad una trasmettono il segnale al telefono cellulare ed distanza di circa 30 metri, i valori di campo antenne che ricevono il segnale trasmesso da elettrico sono inferiori a 1kV/m, i valori di quest’ultimo. induzione magnetica sono circa 1 microtesla. Le frequenze utilizzate in provincia di Vicenza L’intensità dei campi elettrico e magnetico sono le seguenti: diminuisce all’aumentare della distanza dal TACS = 880 MHz – 936,8 MHz conduttore. GSM = 892,1 MHz – 945,3 MHz Mentre il campo elettrico è facilmente schermabile DCS = 1745,1 MHz – 1854,9 MHz da parte di materiali quali legno e metalli, ma UMTS = 1935 MHz – 2135 MHz anche alberi e edifici, il campo magnetico è Al suolo, i livelli di campo elettrico che si difficilmente schermabile; l’interramento delle riscontrano entro un raggio di 100-200 m da una linee permette di diminuire i campi nello spazio stazione radio base sono generalmente compresi circostante ma questa soluzione ha costi molto tra 0,1 e 2 V7m. elevati e può essere effettuata solo per tratti limitati.

51 INQUINANTI FISICI

9.1.a Linee elettriche di alta tensione Nel territorio di Brendola è presente (fonte QC Regione Veneto) una linea elettrica da 132 kV

COD. TENSIONE DI NOME LINEA GESTORE FASCIA DI RISPETTO ID. ESERCIZIO MONTEBELLO - VE13 LERINO - Ferrovie S.p.A 132 kV 50 m

Popolazione esposta a determinati livelli di CEM per tipologia di sorgente (elaborazione sulla base del catasto Arpav delle linee elettriche alta tensione completo all’80% - popolazione Comune di Brendola = 6216 abitanti). popolazione esposta % ELF soglia 0,2 microtesta (distanza di rispetto stabilita dalla LR 27/93) 34 0,54%

ELF soglia 10 microtesta (valore attenzione DPCM 8/7/2003) 15 0,24 %

ELF soglia 3 microtesta (obiettivo di qualità DPCM 8/7/2003) 10 0,16 %

9.1.b Siti emittenti radio e antenne per la telefonia mobile A Brendola non sono presenti emittenti radio TV, ma sono localizzate quattro antenne di SRB (fonte sito ARPAV)

GESTORE TELECOM OMNITEL OMNITEL CODICE SITO VI-94A VI-4418B VI-6278A NOME BRENDOLA 2 Brendola A4-Montecchio Strada delle asse c/o INDIRIZZO C/o Campo Sportivo presso A4 vodafone QUOTA 45,2 m s.l.m. 45,2 m s.l.m. 51 m s.l.m. POSTAZIONE Su palo Su palo altro ANTENNE ATTIVE 3 antenne 6 antenne 2 antenne

MAPPA DEI VALORI DI CAMPO Immagine non disponibile ELETTRICO

52 INQUINANTI FISICI

GESTORE H3G WIND CODICE SITO VI-3956-C VI067B NOME Brendola BRENDOLA

INDIRIZZO Loc. Pedocchio VIA NATTA QUOTA 47,1 m s.l.m. 47 m s.l.m. POSTAZIONE Su palo Al Suolo ANTENNE 3 antenne 9 antenne ATTIVE

MAPPA DEI VALORI DI CAMPO Immagine non disponibile ELETTRICO

Nell’intervallo 21 gennaio – 6 febbraio 2010 è stato effettuato un controllo periodico del campo elelttromagnetico generato dalle strazioni radiobase della telefonia cellulare: ƒ antenna Vodafone VI .4418A ƒ antenna Telecom La misura è stata effettuata con anenna mobile sul tetto della scola di Piazzetta del Donatore, posizione cautelativa perché soggetta a un’eposizione elettromagnetica più elevata rispetto alle aule sottostanti.

La conclusione della Relazione Tecnica del marzo 2010 conferma che non vi sono stati superamenti dei limiti di legge: “Nel punto di misura analizzato, NON adibito a permanenze prolungate, durante tutto il periodo di osservazione il campo elettromagnetico è risultato inferiore sia ai valori di esposizione (20V/m) che ai valori di attenzione (6V/m) previsti dalla legge. Il valore massimo della media trascinata è risultato di 0,65V/m alle ore 11:18 del 31 gennaio 2010. I dati rilevati confermano lo stesso profilo elettromagnetico della campagna precedente svolta in dicembre 2008.”

53 INQUINANTI FISICI

9.2 Rumore Tra le principali fonti d’inquinamento acustico c’è ƒ valori limite differenziali di immissione traffico veicolare seguito dall’industria e dalle (dell’ambiente abitativo), ossia la differenza attività ricreative. tra il livello del rumore ambientale e quello del La prima disciplina del rumore ambientale risale al rumore residuo, prodotto quando si esclude la decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri specifica sorgente disturbante; del 1° marzo 1991 (“Limiti massimi di esposizione ƒ valori di qualità, da conseguire con le al rumore negli ambienti abitativi de esterni”) tecnologie disponibili, per realizzare gli emanato in attesa dell’approvazione di una legge obiettivi di tutela; quadro. Il decreto ha avuto validità fino ƒ valori di attuazione, che segnalano la all’emanazione della legge 447/1995 “Legge presenza di un potenziale rischio per la salute quadro sull’inquinamento acustico” e i relativi umana e per l’ambiente. decreti di attuazione (in particolare il decreto del La normativa stabilisce che i suddetti valori sono Presidente del Consiglio dei Ministri del 14 determinati in funzione del periodo della giornata novembre 1997) con i quali sono stati fissati: (diurno dalle 6.00 alle 22.00, notturno dalle 22.00 ƒ valori limite di emissione (di una sorgente alle 6.00) e della destinazione d’uso della zona da sonora, in prossimità della sorgente sonoro); proteggere. Compete al comune la classificazione ƒ valori limite assoluti di immissione del territorio comunale comprensiva (nell’ambiente esterno, in prossimità dei dell’indicazione delle aree da destinare a ricettori); spettacolo temporaneo, secondo criteri definiti dalla regione.

limiti assoluti valori di qualità attenzione emissione immissione tempi di riferimento

CLASSI DI DESTINAZIONE diurno notturno D'USO DEL TERRITORIO diurno notturno diurno notturno diurno notturno diurno notturno orario orario I aree particolarmente protette 45 35 50 40 47 37 50 40 60 45 II aree prevalentemente residenziali 50 40 55 45 52 42 55 45 65 50 III aree di tipo misto 55 45 60 50 57 47 60 50 70 55 IV aree di intensa attività umana 60 50 65 55 62 52 65 55 75 60 V aree prevalentemente industriali 65 55 70 60 67 57 70 60 80 65 VI aree esclusivamente industriali 65 65 70 70 70 70 70 70 80 75 Fonte: DPCM 14/11/97

La legge quadro no si riferisce a luoghi di lavoro orari e divieti per le emissioni sonore da attività che vengono invece disciplinati dal Decreto temporanee, fermo restando le facoltà del legislativo 15 agosto 1991, n. 277 e s.m.i. comune di derogate con appositi regolamenti, (“Attuazione delle direttive 80/1107/CEE, tenuto conto delle consuetudini locali. 82/605/CEE, 83/447/CEE, 88/642/CEE in materia Di recente emanazione sono la Direttiva di protezione dei lavori contro i rischi derivati da comunitaria 2002/49/CE del 25 giugno 2002 esposizioni ad agenti fisici. Chimici, biologici relativa alla determinazione de alla gestione del durante il lavoro, a norma dell’art. 7 della L. 30 rumore ambientale e il DPR 142/2004 luglio 1990, n. 121”. “Disposizioni per il contenimento e la prevenzione dell'inquinamento acustico derivante dal traffico Il Veneto ha emanato, in attuazione della legge veicolare, a norma dell'articolo 11 della legge 26 447/95, la legge regionale 21/1999. Sono definiti ottobre 1995, n. 447”

54 INQUINANTI FISICI

9.2.a Piano di Classificazione acustica Il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri di Brendola, recependo quanto disposto dal 14/11/1997 sulla determinazione dei valori limite DPCM 14/11/1997 e dalla Deliberazione della delle sorgenti sonore, ha stabilito l’obbligo per i Giunta Regionale del Veneto (DGR n° 4313 del comuni di adottare la classificazione acustica. 21 settembre 1993), ha classificato il territorio di Tale operazione (zonizzazione acustica) consiste competenza nelle sei classi acusticamente nell’assegnare, a ciascuna porzione omogenea di omogenee fissando per ognuna di esse diversi territorio, una delle sei classi individuate dal limiti di ammissibilità di rumore ambientale. Tale decreto, sulla base della prevalenza ed effettiva zonizzazione è ora in corso di revisione per destinazione d’uso del territorio stesso. Il comune adempiere alle nuove disposizioni normative

Periodo diurno Periodo notturno Classi di destinazione d’uso del territorio (dBA) (dBA) I – Aree particolarmente protette 50 40 II – Aree prevalentemente residenziali 55 45 III – Aree di tipo misto 60 50 IV – Aree di intensa attività umana 65 55 IMMISSIONE ASSOLUTI DI V – Aree prevalentemente industriali 70 60 VALORI LIMITE VALORI VI – Aree esclusivamente industriali 70 70

Periodo diurno Periodo notturno Classi di destinazione d’uso del territorio (dBA) (dBA) I – Aree particolarmente protette 45 35 II – Aree prevalentemente residenziali 50 40 III – Aree di tipo misto 55 45 IV – Aree di intensa attività umana 60 50 EMISSIONE

ASSOLUTI DI V – Aree prevalentemente industriali 65 55 VALORI LIMITE VALORI VI – Aree esclusivamente industriali 65 65

riferiti ad un’ora riferiti all’intero periodo Classi di destinazione d’uso del territorio di riferimento Diurno Notturno Diurno Notturno I – Aree particolarmente protette 60 45 50 40 II – Aree prevalentemente residenziali 65 50 55 45 III – Aree di tipo misto 70 55 60 50

VALORI DI VALORI IV – Aree di intensa attività umana 75 60 65 55 ATTENZIONE ATTENZIONE V – Aree prevalentemente industriali 80 65 70 60 VI – Aree esclusivamente industriali 80 75 70 70

Periodo diurno Periodo notturno Classi di destinazione d’uso del territorio (dBA) (dBA) I – Aree particolarmente protette 47 37 II – Aree prevalentemente residenziali 52 42 III – Aree di tipo misto 57 47 IV – Aree di intensa attività umana 62 52 QUALITÀ QUALITÀ VALORI DI VALORI V – Aree prevalentemente industriali 67 57 VI – Aree esclusivamente industriali 70 70

55 INQUINANTI FISICI

9.2.b Livelli di rumorosità delle infrastrutture Autostrada A4 Milano Venezia Livello diurno Livello notturno

RANGE_LAeq,D (dBA) > 73 > 64 Estensione rete stradale con prefissati livelli di 3.017 m rumorosità

SS n. 150 di Lonigo Livello diurno Livello notturno

RANGE_LAeq,D (dBA) 65-67 <58 Estensione rete stradale con prefissati livelli di 4.393 m rumorosità

Ferrovia Milano Venezia Livello diurno Livello notturno

RANGE_LAeq,D (dBA) > 67 > 63 Estensione rete ferroviaria con prefissati livelli di 1.715 m rumorosità

Mappa della criticità acustica comunale in base ai livelli di rumorosità: situazione diurna: medio alta situazione notturna: medio bassa

56 INQUINANTI FISICI

9.3 Radon Descrizione inquinante Il radon è un gas giorno, di porte e finestre per una decina di radioattivo naturale, incolore e inodore, prodotto minuti, con creazioni di correnti d’aria, dal decadimento radioattivo del radio, generato a favorisce la facile eliminazione del Radon, sua volta dal decadimento dell’uranio, elementi che, si ricordi, è un gas. In particolare, sempre che sono presenti, in quantità variabile, nella ventilati dovrebbero essere gli scantinati, crosta terrestre. eventualmente tramite apposite fessure o La principale fonte di immissione di radon anche tramite ventilatore; nell’ambiente è il suolo, insieme ad alcuni ƒ evitare quanto più possibile le materiali di costruzione -tufo vulcanico- e, in depressurizzazioni degli edifici, perché, se la qualche caso, all’acqua. Il radon fuoriesce dal pressione dell’aria interna risulta anche di terreno, dai materiali da costruzione e dall’acqua poco inferiore alla pressione del Radon nel disperdendosi nell’atmosfera, ma accumulandosi terreno, il Radon stesso viene praticamente negli ambienti chiusi. Il radon è pericoloso per aspirato anche attraverso fessure molto inalazione ed è considerato la seconda causa di piccole; tumore polmonare dopo il fumo di sigaretta (più ƒ garantire sempre anche attraverso fonti di propriamente sono i prodotti di decadimento del ventilazioni proprie, un apporto sufficiente di radon che determinano il rischio sanitario). aria esterna agli ambienti in cui siano installati Il rischio di contrarre il tumore aumenta in apparecchi o strutture depressurizzanti, come proporzione con l’esposizione al gas. In Veneto, cappe di aspirazione, camini, asciuga ogni anno, circa 300 persone contraggano cancro biancheria e via dicendo; polmonare provocato dal radon. ƒ far controllare il livello di radioattività dei materiali da costruzione ed usare solo quelli a Interventi precauzionali e di bonifica Data la basso livello; gravità delle possibili conseguenze delle ƒ scegliere soltanto materiali da costruzione radioattività naturale sulla salute e sulla stessa capaci di respirare. vita, interventi precauzionali contro di essa o rimedi protettivi possono rendersi necessari. Allo Riferimenti legislativi Il Decreto Legislativo scopo, si suggerisce di: 241/00 stabilisce i limiti di concentrazione media non costruire in zone ad alto rischio radioattivo annua di radon nei luoghi di lavoro ed, (naturalmente, questo suggerimento si estende espressamente, anche nelle scuole; in particolare, anche alla radioattività artificiale che potrebbe per le scuole dell’infanzia e dell’obbligo, il limite provenire da centri nucleari vicini); (chiamato livello d’azione) è fissato in 500 Bq/m3. procedere alla misura di emanazioni Radon in tutti In caso in cui il valore di concentrazione medio i terreni edificabili prima ancora dell’inizio dei annuo rilevato sia inferiore al livello d’azione, ma lavori di costruzione; superiore a 400 Bq/m3 il decreto prevede inoltre ƒ nelle zone ad alta emanazione di Radon, l’obbligo della ripetizione della misura dotare le fondazioni di una piastra di La delibera regionale n. 79 del 18/01/2002 fissa in fondazione in calcestruzzo che funga da 200 Bq/m3 il livello di riferimento di radon nelle protezione; abitazioni e, recependo i risultati della suddetta ƒ verificare che non esista una qualche indagine, individua preliminarmente i seguenti permeabilità al Radon nelle fondazioni, nel Comuni "ad alto potenziale di radon". pavimento e nelle pareti dello scantinato o, in La Regione Veneto ha avviato all'interno del caso contrario, prendere provvedimenti per proprio territorio attività di prevenzione dal radon e ottenere la tenuta necessaria; ha inoltre previsto iniziative che permetteranno di ƒ cambiare spesso l’aria con una buona aggiornare l'elenco dei comuni interessati dai ventilazione. E’ questo il rimedio più semplice monitoraggi. e rapido, che vale per tutte le sostanze nocive presenti nell’aria. L’apertura, più volte al

57 INQUINANTI FISICI

9.3.a Stima della percentuale abitazioni oltre i livelli

La cartina indica la percentuale di abitazioni in cui è stato rilevato un livello di riferimento di 200 Bq/m3 (Il livello di riferimento considerato è 200 Bq/m3 adottato dalla Regione Veneto con DGRV n. 79 del 18/01/02 come livello raccomandato per le abitazioni, sia per le nuove costruzioni che per le esistenti, oltre il quale si consiglia di intraprendere azioni di bonifica).

Per Brendola la percentuale di abitazioni attese superare il livello di riferimento di 200 Bq/m3 è stimata in 3,8% di abitazioni

L’indicatore “Percentuale di abitazioni attese superare un determinato livello di riferimento di concentrazione media annua di radon” è stato elaborato dall’ARPAV sulla base delle misurazioni annuali rilevate nell’ambito delle indagini nazionale e regionale condotte, rispettivamente, alla fine degli anni ‘80 e nel periodo 1996-2000.

58 INQUINANTI FISICI

9.4 Inquinamento luminoso L’inquinamento luminoso consiste nell’irradiazione ƒ la protezione dall'inquinamento luminoso di luce artificiale, derivante da lampioni stradali, dell'attività di ricerca scientifica e divulgativa torri faro, globi, insegne, rivolta direttamente o svolta dagli osservatori astronomici; indirettamente verso la volta celeste. Dal punto di ƒ la protezione dall'inquinamento luminoso dei vista ambientale comporta tre tipi di impatti: beni paesistici; ƒ la salvaguardia della visione del cielo stellato; sanitario: perché la troppa luce o la sua diffusione ƒ la diffusione al pubblico della tematica e la in ore notturne destinate al riposo provoca vari formazione di tecnici competenti in materia. disturbi; energetico : una grossa percentuale di kWh utilizzati per illuminare strade, monumenti ed altro La figura sotto mostra l’ubicazione degli viene inviata senza ragione direttamente verso il Osservatori Astronomici professionali e non, sul cielo; territorio regionale e le relative zone di tutela. In ecologico: le intense fonti luminose alterano il ogni caso in tutto il territorio regionale valgono i normale oscuramento notturno influenzando principi dettati dalla legge prima citata. negativamente l’integrità del paesaggio, il ciclo della fotosintesi clorofilliana che le piante svolgono nel corso della notte, la salute e il benessere degli animali e dell’uomo. Ridurre l’inquinamento luminoso non significa "spegnere le luci", ma cercare di illuminare le città in maniera più corretta senza danneggiare le persone e l’ambiente.

Riferimenti legislativi Per la Regione Veneto il riferimento è la LR 17 del 7.8.2009 “Nuove norme per il contenimento dell’inquinamento luminoso, il risparmio energetico nell’illuminazione per esterni e per la tutela dell’ambiente e dell’attività svolta dagli osservatori astronomici” (che ha superato la LR 22/1997). Le finalità di tale legge sono: ƒ la riduzione dell'inquinamento luminoso e ottico in tutto il territorio regionale; ƒ la riduzione dei consumi energetici da esso derivanti; ƒ l'uniformità dei criteri di progettazione per il miglioramento della qualità luminosa degli impianti per la sicurezza della circolazione stradale;

9.4.a Brillanza del cielo notturno Rappresenta il rapporto tra la luminosità artificiale del cielo e quella naturale media, come rapporto dei rispettivi valori di brillanza (la brillanza si esprime come flusso luminoso per unità di angolo solido di cielo per unità di area di rivelatore).

Brendola rientra nella fascia: “Aumento della luminanza totale rispetto la naturale tra il 300% e il 900%.

59 ECONOMIA E SOCIETA’

10. Economia e società Nella successiva fase (Rapporto Ambientale), con la consegna da parte degli Enti competenti delle diverse informazioni e dati, saranno approfonditi anche i temi mobilità, attività edilizia, rifiuti, consumi energetici.

10.1 Popolazione Di seguito è riportata una lettura sintetica dell’evoluzione demografica del Comune di Brendola utile per poter analizzare la trasformazione della struttura della popolazione (classi di età, componente straniera, consistenza demografica) e definire correttamente la realtà demografica e gli scenari di sviluppo. L’elaborazione è stata eseguita sui dati forniti dai censimenti Istat, dai dati disponibili presso il Servizio Statistico della provincia di Vicenza e della Regione Veneto e da quelli messi a disposizione dall’Ufficio Anagrafe del Comune.

10.1.a Densità territoriale

1981 1985 1991 1995 2001 2005 2009 popolazione 5.142 5.200 5.424 5.702 6.231 6.455 6.649 Brendola superficie 25,2 25,2 25,2 25,2 25,2 25,2 25,2 densità 204,0 206,3 215,2 226,3 247,3 256,2 263,8

Provincia di densità 266,8 275,0 275,0 280,6 292,3 308,1 318,1 Vicenza

andamento demografico comune di Brendola I dati sulla popolazione totale del Comune di Brendola registrano, nel il periodo 1991 – 2009, un 7.000 aumento del 22,6%. Se si considera l’ultimo 6.000 decennio (2001-2009) si vede che i residenti nel 5.000 comune nel 2001 erano 5.418, mentre nel 2009 sono 6.649, dati che testimoniano un incremento, in 4.000 termini percentuali, del 6,7% e corrisponde a 418 3.000 nuovi abitanti in 9 anni. 2.000 Come si può vedere dai grafici, la crescita della popolazione nel Comune di Brendola ha registrato 1.000 un incremento leggermente maggiore negli ultimi 0 anni rispetto la media provinciale. 1981 1985 1991 1995 2001 2005 2009 densità territoriale

700,0 Comune di Brendola Provincia di Vicenza

600,0

500,0

400,0

300,0

200,0

100,0

0,0 1981 1985 1991 1995 2001 2005 2009

60 ECONOMIA E SOCIETA’

10.1.b Piramidi d’età per classi quinquennali

A fronte della dinamica demografica prima descritta è PIRAMIDE DI ETA' importante verificare quali sono i cambiamenti che nello COMUNME DI BRENDOLA - 1991 MASCHI stesso periodo si sono verificati nella struttura della 85 e 80-84 FEMMINE popolazione, in quanto, le modifiche strutturali pongono 75-79 questioni relative alle esigenze e bisogni che emergono dalla 70-74 65-69 società. Per leggere la struttura della popolazione sono stati 60-64 55-59 utilizzati i dati relativi alle classi d’età quinquennali con la 50-54 rappresentazione delle piramidi d’età e il calcolo degli 45-49 40-44 indicatori demografici. 35-39 30-34 25-29 L’osservazione delle piramidi evidenzia, ancora una volta, 20-24 15-19 l’aumento della popolazione complessiva del Comune; un 10-14 dato importante è però dato dalla forma della piramide. 05-09 0-04

Infatti, alla base sono rappresentate le fasce giovani della -400 -300 -200 -100 0 100 200 300 400 popolazione, mentre al vertice stanno le classi con le persone più anziane e si può notare come la piramide abbia variato forma negli anni. Dal 1991 al 2009 un maggiore PIRAMIDE DI ETA' allargamento delle parte centrale e della parte altra della COMUNME DI BRENDOLA - 2001 MASCHI piramide, rispetto le classi più giovani, indica un 85 e 80-84 FEMMINE “invecchiamento della popolazione”. Nel confronto tra le 75-79 70-74 piramidi è però leggibile un positivo incremento anche delle 65-69 classi più giovani, in contro-tendenza rispetto altri comuni 60-64 55-59 della provincia. 50-54 45-49 40-44 35-39 30-34 25-29 20-24 15-19 10-14 05-09 0-04

-400 -300 -200 -100 0 100 200 300 400

PIRAMIDE DI ETA' COMUNME DI BRENDOLA - 2009 MASCHI 85 e 80-84 FEMMINE 75-79 70-74 65-69 60-64 55-59 50-54 45-49 40-44 35-39 30-34 25-29 20-24 15-19 ott-14 05- 0-4

-400 -300 -200 -100 0 100 200 300 400

61 ECONOMIA E SOCIETA’

10.1.c Movimento anagrafico Nell’ultimo decennio, dal 1999 al 2009, la popolazione è crescita di 611 residenti. Nello stesso periodo si sono aggiunte 443 famiglie ed il numero medio di componenti per famiglia è passato da 3 a 2,7 ab/fam.

popolazione residenziale famiglie ANDAMENTO DEMOGRAFICO 1999-2009

6700 Anni M F tot famiglie componenti 6600 popolazione 1999 3021 3017 6038 1994 3,0 residente 6500 2000 3085 3080 6165 2058 3,0 6400 3116 3115 6231 2093 3,0 2001 6300 2002 3110 3138 6248 2127 2,9 6200 2003 3156 3186 6342 2232 2,8 6100 2004 3223 3233 6456 2288 2,8 6000 2005 3204 3251 6455 2301 2,8 5900 2006 3248 3255 6503 2317 2,8 5800 5700 2007 3301 3309 6610 2383 2,8 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2008 3314 3327 6641 2420 2,7 2009 3306 3343 6649 2437 2,7

In questi 11 anni il saldo della popolazione mostra un andamento non lineare determinato soprattutto dall’andamenti del saldo migratorio che registra un incremento più elevato fino al 2004 e nel 2007. Il saldo naturale mostra invece un andamento più costate ma, negli ultimi anni, minore rispetto alla media precedente.

saldo saldo Anni nati morti immigrati emigrati saldo totale naturale migratorio 1999 58 60 -2 219 98 121 119 2000 86 58 28 249 150 99 127 2001 66 51 15 171 120 51 66 2002 59 68 -9 227 176 51 42 2003 80 53 27 237 170 67 94 2004 84 66 18 304 208 96 114 2005 68 72 -4 239 236 3 -1 2006 69 58 11 261 224 37 48 2007 77 59 18 301 212 89 107 2008 62 57 5 236 210 26 31 2009 67 63 4 208 204 4 8

MOVIMENTO ANAGRAFICO 1999-2009 300

250 saldo migratorio

200 saldo naturale

150

100

50

0 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 -50

62 ECONOMIA E SOCIETA’

10.1.d Indicatori demografici Gli indicatori statistici analizzati sono i seguenti: anni, coloro che stanno per entrare nel mondo - indice di vecchiaia: (rapporto percentuale tra del lavoro): un valore superiore al 100 indica la popolazione con più di 65 anni e la che è maggiore la componente in uscita dal popolazione con meno di 14 anni) il mondo del lavoro rispetto alla componente superamento della soglia del 100 indica che la che si appresta ad entrare; popolazione “anziana” è numericamente - indice di struttura: (rapporto percentuale tra la superiore a quella “giovane”; popolazione della classi 40-64 anni e la - indice di dipendenza: (rapporto percentuale popolazione delle classi 15-39 anni) esprime tra la popolazione delle classi d’età non sinteticamente il grado di invecchiamento lavorativa (0-14 e oltre 65) e la popolazione della fascia centrale della popolazione e delle classi in età lavorativa (15-65)) indica il permette dunque di capire l’organizzazione rapporto tra i cittadini presunti non autonomi della popolazione attiva rispetto all’età per la loro età (0-14 e oltre 65) e coloro che si anagrafica della stessa. presume debbano sostenerli - Rapporto tra la popolazione anziana e la - indice di ricambio: (rapporto percentuale tra la popolazione in età scolare: variazione popolazione della classe 60-64 anni, ovvero percentuale della popolazione delle classi 5- coloro che stanno per uscire dall’età 14 e 0-4 anni e la popolazione con più di 65 lavorativa, e la popolazione della classe 15-19 anni

Variazione ultimi 8 anni 2001 2009 n. % popolazione in età scolare(5-14 anni) 594 735 141 23,74% popolazione anziana (>65 anni) 957 1243 286 29,89% popolazione (0-4 anni) 348 352 4 1,15%

Dal 2001 al 2009 la popolazione in età scolare è aumentata di quasi il 24%; nel decennio 1991-2001 questa classe d’età era diminuita circa del 14%; negli ultimi otto anni, invece la classe più giovane (0-4 anni) ha visto un incremento di solo l’1,15 % rispetto al 45,61 del decennio precedente. La componente anziana ha registrato un incremento (+29,9 %), maggiore rispetto alla popolazione giovane, in tendenza con le dinamiche di crescita registrate sia a livello provinciale che regionale. Sono tutti elementi, quelli relativi alla dinamica di trasformazione della componente anziana e scolastica, che necessariamente devono essere tenuti in considerazione nella programmazione dei nuovi servizi in funzione delle nuove esigenze che questa nuova struttura della popolazione esprime.

INDICATORI DEMOGRAFICI Comune di Brendola 1991 1995 2001 2005 2009 indice di vecchiaia 67,42 92,27 101,59 107,28 114,35 indice di dipendenza 40,45 38,73 44,09 49,42 53,95 indice di ricambio 51,36 75,68 113,13 129,39 131,25 indice di struttura 78,71 78,93 83,82 95,30 111,20

Provincia di Vicenza4 1991 1995 2001 2005 2008 indice di vecchiaia 89,82 107,51 112,93 114,98 120,05 indice di dipendenza 41,97 42,88 46,35 48,08 50,76 indice di ricambio 70,06 91,98 124,47 121,45 114,38 79,62 82,27 90,39 96,13 109,11

4 Per il 2008 indicatori elaborati dai dati della popolazione al 1.1.2009 fonte http://demo.istat.it

63 ECONOMIA E SOCIETA’

Indice di vecchiaia: è in leggera crescita a indice di vecchiaia Provincia di Vicenza testimonianza del progressivo aumento del 260 peso della componente anziana sulla 240 Comune di Brendola 220 popolazione. Il valore rimane comunque è al 200 di sotto del dato provinciale (che ha già 180 160 superato il valore 100) e rappresenta la 140 dinamicità della popolazione di Brendola che 120 100 ha ancora una buona componente giovane. 80 60 40 20 0 1991 1995 2001 2005 2009

Indice di dipendenza: l’andamento indice di dipendenza testimonia una significativa flessione fino al 110 Provincia di Vicenza 1995 per poi riprendere leggermente. Il fatto 100 Comune di Brendola che rimanga sempre inferiore al 1981 90 dimostra che la capacità della parte attiva 80 delle popolazione di produrre il sostegno alla 70 60 popolazione costituita dalle fasce più deboli, 50 anche se in ripresa, era maggiore 25 anni fa. 40 La tendenza è in linea con quanto accade a 30 livello provinciale, ma con valori più bassi 20 10 0 1991 1995 2001 2005 2009

Indice di ricambio: registra il maggior indice di ricambio aumento, ma con valori più bassi rispetto alla 280 Provincia di Vicenza media provinciale. Il superamento della soglia 260 240 Comune di Brendola 100 è avvenuto più tardi rispetto alla 220 situazione provinciale e si mantiene molto più 200 180 basso. L’attestamento sulla soglia del 100 160 140 indica che si “liberano” tanti posti di lavoro 120 quanta è la popolazione che entra nel mondo 100 80 del lavoro. 60 40 20 0 1991 1995 2001 2005 2009

Indice di struttura: l’incremento del indice di struttura valore dell’indice è la dimostrazione 240 Provincia di Vicenza dell’aumento della componente “più 220 Comune di Brendola 200 anziana” presente nel mercato del lavoro 180 rispetto a quella “più giovane”. 160 140 120 100 80 60 40 20 0 1991 1995 2001 2005 2009

64 ECONOMIA E SOCIETA’

10.1.e La componente straniera al 31.12.2009 PIRAMIDE DI ETA' La lettura dei dati anagrafici relativi alla popolazione COMUNME DI BRENDOLA - 2009 residente nel comune di Brendola nel 2009 permette di MASCHI 85 e analizzare anche la presenza della componente straniera 80-84 FEMMINE e la sua distribuzione nella piramide d’età. Gli stranieri 75-79 70-74 residenti nel comune al 31 dicembre 2009 sono 514 che 65-69 60-64 corrispondono all’8,4% della popolazione residente. Alla 55-59 50-54 stessa data, la media provinciale (fonte 45-49 http://www.demo.istat.itl) era del 10.5 % e quella regionale 40-44 35-39 del 9,3%). 30-34 25-29 La piramide d’età scomposta per cittadini italiani e cittadini 20-24 stranieri mostra come la popolazione straniera sia 15-19 ott-14 concentrata nelle classi d’età sotto i 50 anni. 05- 0-4

-400 -300 -200 -100 0 100 200 300 400 PIRAMIDE DI ETA' - ITALIANI / STRANIERI COMUNME DI BRENDOLA - 31.12.2009 MA SCHI STRANIERI 85 e più FEMMINE 80-84 STRANIERE 75-79 MA SCHI 70-74 ITA LIA NI 65-69 FEMMINE 60-64 ITA LIA NE 55-59 50-54 45-49 40-44 35-39 30-34 25-29 20-24 15-19 ott-14 05-set 0-4 -400 -300 -200 -100 0 100 200 300 400

65 ECONOMIA E SOCIETA’

10.3 Mobilità Nella relazione vengono riportati alcuni dati sui flussi di traffico e i principali aspetti presi in considerazione sono: incidentalità, congestione, accessibilità, incidenza del trasporto pubblico locale (TPL). Il sistema della mobilità costituisce un aspetto della vita quotidiana di crescente problematicità. La crescita economica, lo sviluppo delle attività produttive, i cambiamenti della società e dei modelli di vita hanno comportato una crescita notevole della circolazione dei mezzi di trasporto, di persone e merci. La crescita della rete stradale è stata necessaria per rispondere alle domande di mobilità, ma ha comportato anche ad un peggioramento delle condizioni ambientali (tra i principali l’immissione gas di scarico nell’aria e il rumore provocato dal traffico) e di sicurezza (in modo particolare per i cosiddetti “utenti deboli”). Altri aspetti altrettanto rilevanti sono l’inquinamento atmosferico e acustico provocato dal traffico e il consumo energetico.

10.3.a Parco veicolare per categoria (2004-2006)

Anno Auto Motocicli Mezzi pesanti Altro Toto. veicoli 2004 3.991 471 862 184 5.508 2005 4.019 493 884 201 5.597 2006 4.025 508 874 229 5.636 2007 4.055 527 826 149 5.557

Tra il 2004 e il 2005 il parco veicolare totale è aumentato di circa il 12%, il numero dei soli autoveicoli circa del 10%.

66 Rapporto Ambientale Preliminare

III. LA PROCEDURA DI VAS E IL RAPPORTO AMBIENTALE

a) Mappa delle criticità e delle valenze Operazione necessaria per procedere con la Già da quanto emerso nelle prime analisi, dai Valutazione Ambientale è il completamento e la sopralluoghi e dagli incontri svolti con definizione dello “stato dell’ambiente” relativo al l’Amministrazione Comunale per la definizione del Comune di Brendola che potrà essere integrato Documento Preliminare si possono evidenziare i anche grazie ai contributi che saranno raccolti primi aspetti rilevanti. Si tratta di un elenco non durante la fase di concertazione e partecipazione. esaustivo e, in alcuni casi, da verificare e Il completamento del “quadro ambientale” approfondire durante la costruzione del piano permetterà così di definite le questioni dove le analisi e le scelte saranno supportati dalle significative, le criticità e le valenze del territorio. indagini geologiche e dagli studi agronomico- Saranno questi gli aspetti verso i quali, in fase di ambientali. valutazione, dovrà esse posta maggiore attenzione per individuare gli effetti e gli impatti (positivi e/o negativi) delle singole scelte di piano. Il completamento del Rapporto sullo stato dell’ambiente permetterà inoltre una più corretta valutazione tra gli eventuali scenari e aiuterà nella scentra tra azioni alternative.

VA VALENZE AMBIENTALI e POTENZIALITA’: elementi di particolare valore ambientale, naturalistico e/o paesaggistico; elementi rilevanti in quanto essenziali per la costruzione delle relazioni ecosistemiche verso la quale si dovranno porre obiettivi e strategie di tutela e valorizzazione.

VU VULNERABILITA’: aspetti che presentano un’elevata fragilità o un significativo rischio di compromissione nel momento in cui sono soggetti a fattori di pressione (presenti o potenzialmente presenti nelle aree in cui questi si trovano). Aspetti che possono diventare criticità se non adeguatamente “corretti” o che, con opportuni interventi, possono essere delle opportunità per il territorio di Brendola.

C CRITICITA’: indicano la presenza di attuali situazioni di degrado e/o fonti di pressione per l’ambiente (sempre inteso nell’accezione di ambiente naturale, economico e sociale). Verso questi aspetti il piano dovrà rivolgere azioni e obiettivi di miglioramento, quando non possibile di “risoluzione-eliminazione” delle criticità; in alcuni casa potranno essere necessarie (o sufficienti) azioni di mitigazione e compensazione.

67 Rapporto Ambientale Preliminare

a.1 La mappa delle criticità – prima bozza Criticità „ Traffico di attraversamento nella zona residenziale di Revese; „ centro residenziale (Revese) tagliato dalla presenza della strada provinciale; „ presenza di attività produttive in contesti residenziali o di valore paesaggistico: conflitto tra le residenze e le vicine zone industriali (es. Fermi) „ forte impatto determinato dalla presenza delle infrastrutture esistenti. „ presenza di aree a rischio esondazione (come il Palù e l’Arcomagna); „

Vulnerabilità „ Presenza di un patrimonio edilizio esistente, in particolare nelle aree agricole e collinari, che richiede azioni di riqualificazione e riordino; „ Mancanza o inadeguatezza di alcuni percorsi ciclo-pedonali (sicuri e protetti) per il collegamento tra zone residenziali e con le zone in cui sono presenti servizi e attività di interesse comune; „ Aumento degli impatti che si genereranno con la realizzazione delle infrastrutture di progetto (Corridoio V); „ Area delle Risorgive

Valenze e potenzialità „ Aree agricole di particolare valenza; „ Aree Collinari dei Berici (SIC); „ Presenza di zone vocate alla coltivazione del vino e dell’olio come elemento di caratterizzazione territoriale ma anche sviluppo di un’economia locale legata alla produzione di tali prodotti; „ Sistema dell’ospitalità diffusa legata al contesto collinare dei Berici (agriturismi, Bed and Breackfast, ecc) „ Sistema della fruizione del territorio: rete di sentieri e percorsi per la fruizione delle aree collinari; campi da golf, pesca alle Ca’ Vecchie… „ Consistente patrimonio storico/architettonico (Ville, Castello, Rocca dei Vescovi, Corti Benedettine, edifici di pregio, ecc) „ Complesso a valenza turistico/religiosa “Casa S. Bertilla Boscardin”; „ Rete distribuita al dettaglio soddisfacente;

68 Rapporto Ambientale Preliminare

b) I principi di sostenibilità – coerenza esterna La Valutazione Ambientale Strategica individua, Regionale di Sviluppo) e in funzione di quanto sulla base dei principi e delle priorità fissati a emerso dalla fase di analisi (valenze-vulnerabilità- livello comunitario (per soddisfare le condizioni di criticità) gli i principi di sostenibilità ambientale accesso alle risorse ambientali coerentemente verso il quale il Piano dovrà indirizzare le proprie con i principi definiti dalla Comunità Europea), azioni. nazionale e locale (come ad esempio il Piano

Analisi: 1. rapporto stato dell’ambiente; 2. concertazione e consultazioni; 3. ricognizioni

Indicatori di Criticità e stato/pressione aspetti rilevanti PRINCIPI DI SOSTENIBILITA’

Indirizzi e direttive sovralocali

69 Rapporto Ambientale Preliminare

b.1 Individuazione degli obiettivi del piano Le proposte definite dal Documento Preliminare sono state analizzate e disarticolate al fine di individuare ed esplicitare gli obiettivi che l’Amministrazione intende perseguire con l’attuazione del PAT

OBIETTIVI DEL PIANO

OB. GENERALE STRATEGIE e/o AZIONI SISTEMA RESIDENZIALE E DEI SERVIZI OB. GENERALE

SISTEMA RELAZIONALE OB. GENERALE STRATEGIE e/o AZIONI

OB. GENERALE

OB. GENERALE STRATEGIE e/o AZIONI SISTEMA … …

70 Rapporto Ambientale Preliminare

1. Sistema residenziale e dei servizi Prevalente funzione residenziale e servizi collegati obiettivi generali 1.1 Migliorare la funzionalità degli insediamenti esistenti e la qualità della vita nelle aree urbane (riqualificazione delle aree degradate, mitigazione degli impatti derivanti da conflitti funzionali o da attività in zona impropria, riordino edilizio e paesaggistico dei volumi inutilizzati, adeguamento dei servizi, ecc) 1.2 Favorire il riuso e la riqualificazione dei tessuti già urbanizzati e confermare le previsioni del vigente P.R.G. con eventuali potenziali ampliamenti in aderenza al tessuto edilizio esistente. 1.3 Riqualificazione dei servizi di base presenti nel territorio comunale garantendo l’autonomia dei centri, la qualità dei servizi offerti e l’accessibilità in sicurezza. 1.4 Sviluppo del settore turistico ricettivo: riqualificazione delle strutture ricettivo-turistiche esistenti e riconoscimento delle aree e strutture vocate al turismo di visitazione, all’escursionismo, all’agriturismo, all’attività sportiva, ecc. 1.5 Valorizzare/tutela gli elementi storico/documentali della cultura locale rappresentata non solo da edifici e complessi monumentali ma anche da icone, edicole, capitelli, tradizionali murature in “sasso moro”, ecc

2. Sistema produttivo-commerciale Funzione mista: produttiva - commerciale obiettivi generali 2.1 Definire l’assetto fisico funzionale (dimensionamento e localizzazione delle nuove previsioni) dell’area industriale sulla SP 500 afferente al casello di Montecchio quale ambito specializzato per attività produttive di rilievo sovracomunale. 2.2 Confermare e dare attuazione delle zone previste dal vigente PRG verificando l’opportunità di diversificare le destinazioni ammesse. 2.3 La riconversione e/o il trasferimento delle attività fuori zona o la definizione delle condizioni per il loro mantenimento.

3. Sistema relazionale Rete sovralocale Accessibilità locale obiettivi generali 3.1 Recepimento ed integrazione delle previsioni sovraordinate (nuovo casello autostradale e della Superstrada Pedemontana Veneta; Alta Capacità ferroviaria e Sistema delle Tangenziali Venete) ed individuazione delle opere necessarie per assicurarne la sostenibilità ambientale e paesaggistica e la funzionalità rispetto al sistema insediativo ed al sistema produttivo. Valutare una direttrice stradale (alternativa alla Sp 500) che colleghi la zona industriale di Brendola con la strada Almisanese (Sarego) al fine di consentire la riqualificazione del centri abitati di Pedocchio, Meledo e Sarego. 3.2 Riqualificazione della viabilità interna 3.3 Ridurre il traffico di attraversamento del centro di Revese attraverso il prolungamento della Strada delle Asse fino a via De Gasperi e, conseguentemente, riqualificare l’asse centrale del paese (SP 12). 3.4 Valutare l’effettiva necessità della previsione della circonvallazione sud di Vo’ in quanto tale previsione comporterebbe un aggravio di traffico su via Palladio. 3.5 Definire una rete di percorsi pedonali e ciclabili sicura e capillare rispetto alle aree centrali e di concentrazione dei servizi alla residenza e valutare con i gestori del servizio il potenziamento del trasporto pubblico, in particolare in relazione al Capoluogo Vicenza.

71 Rapporto Ambientale Preliminare

4. Sistema ambientale Destinazione agricola Valenza ambientale e paesaggistica obiettivi generali 4.1 Valorizzare le emergenze ambientali e paesaggistiche dei Colli Berici anche con azioni volte allo sviluppo del settore turistico-ricettivo legato alla presenza di agriturismi, trattorie, bed and Breakfast e alberghi e alle emergenze storico-architettoniche. 4.2 Tutelare e valorizzare il territorio rurale: ad esempio, recupero del patrimonio edilizio esistente, disciplina delle strutture precarie, recupero degli ex allevamenti ed edifici non più funzionali; favorire le attività complementari all’agricoltura legate allo sviluppo del territorio, riconoscimento delle sistemazioni agrarie tradizionali (piantate, terrazzamenti, mura di confine, baulature, scoli, alberature interpoderali…), ecc 4.3 Tutelare la risorsa idrica sia dal punto di vista qualitativo (interferenze delle attività industriali e delle attività zootecniche, ambiti delle risorgive, acquifero di Almisano…) sia dal punto di vista della sicurezza idraulica.

72 Rapporto Ambientale Preliminare

b.2 Individuazione delle strategie/azioni del piano

Questa fase, di lettura del Piano viene svolta solo può prescindere dai risultati della valutazione dopo la verifica di coerenza esterna tra obiettivi di esterna, che evidenzia aspetti potenzialmente critici piano e principi di sostenibilità (descritta nel e che richiedono una più attenta valutazione successivo capitolo), fase in cui, gli obiettivi di piano (esempio: viabilità di progetto, pur se inevitabili possono essere aggiustati e approfonditi e dove si nell’obiettivi di uno sviluppo della rete viaria per evidenziano le potenziali incongruenze rispetto ai evitare l’attraversamento dei nuclei urbani, non principi di sostenibilità ambientale. La definizione possono risultar coerenti con gli obiettivi di tutela e delle strategie e delle azioni del piano, infatti, non non consumo di suolo). Per ogni sistema, quindi, vengono individuati tutte le valutazione degli impatti, definizione di mitigazioni e strategie e le azioni di piano. compensazioni), infatti, l’elenco delle strategie e azioni viene continuamente aggiornato (ad esempio, Appare importante sottolineare come, all’interno del le azioni possono esser modificate per risultare processo di VAS, questa procedura di coerenti con le direttive dei piani sovraordinati o individuazione delle azioni di piano richieda spesso possono esser aggiunte altre azioni finalizzate alla di esser aggiornata: nelle fasi descritte mitigazione). successivamente (di valutazione della coerenza,

OBIETTIVI DEL PIANO

OB. GENERALE STRATEGIE e/o AZIONI SISTEMA RESIDENZIALE E DEI SERVIZI OB. GENERALE

SISTEMA RELAZIONALE OB. GENERALE STRATEGIE e/o AZIONI

OB. GENERALE

OB. GENERALE STRATEGIE e/o AZIONI SISTEMA … …

73 Rapporto Ambientale Preliminare

c) Concertazione e partecipazione nel processo di piano

La fase di consultazione con l’Amministrazione comunale ed i tecnici avviata già in sede di I contribuiti che saranno raccolti durante la Documento Preliminare, così come la costruzione del PAT, l’esito degli incontri e delle concertazione che si apre con l’adozione del discussioni saranno analizzati all’interno del Documento Preliminare e della presente processo di Valutazione Ambientale Strategica e Relazione svolgono un ruolo fondamentale, oltre l’esisto sarà implementato all’interno del Piano. che per la definizione dello stato dell’ambiente, nelle fasi di “scelta” del piano: le proposte di Successivamente all’adozione del PAT e della intervento, le valenze e le problematiche proposta di Rapporto Ambientale, nonché alla riscontrate, le azioni da intraprendere per pubblicazione di tutti i documenti che compongo il valorizzare e mitigare questi aspetti vengono piano urbanistico, si apre la fase delle infatti messe a disposizione degli “attori consultazioni che simultaneamente ai termini di privilegiati” (autorità ambientali, settori pubblici e pubblicazione (30 gg) e di presentazione delle privati individuati nella fase di organizzazione, osservazioni (30 gg), permette un ulteriore soggetti singoli direttamente interessati nei confronto sui contenuti della VAS fino processi del piano) per l’espressione di un parere all’approvazione del PAT e del rapporto da emettere prima della fase di adozione del ambientale definitivo. piano da parte dell’Amministrazione.

c.1 La consultazione sul Rapporto Ambientale Preliminare Ai sensi della DGRV 791 del 31.3.09 con ƒ Comuni limitrofi (Altavilla Vicentina; l’adozione del Documento Preliminare e del Arcugnano; Zovencedo; Grancona; Sarego; Rapporto Ambientale Preliminare si avvia la “Fase Montebello Vicentino; Montecchio Maggiore) ; 2: consultazione con i soggetti competenti in ƒ Soprintendenza Beni Archeologi del Veneto; materia ambientale, la Commissione VAS, la ƒ Soprintendenza Beni architettonici e per il Direzione regionale urbanistica” così come paesaggio; definita nell’allegato B1 della citata delibera. ƒ Consorzio di bonifica Alta Pianura Veneta; Attraverso questa procedura i soggetti ƒ A.A.T.O. Valle del Chiampo; competenti in materia ambientale che possono ƒ Agno Chiampo Ambiente; essere interessati agli impatti sull’ambiente dovuti ƒ AIM Vicenza Spa; all’attuazione del piano, posso esprimere dei ƒ SNAM RETE GAS; pareri e fornire informazioni ed integrazioni utili al ƒ E.N.E.L. processo di valutazione ambientale strategica. La ƒ ULSS n 5. Commissione Regionale VAS, tenuto conto di tali ƒ …. pari, entro novanta giorni di esprimerà sulla portata e sul livello di dettaglio delle informazioni Enti, amministrazioni preposte alla cura degli da includere nel Rapporto Ambientale. interessi pubblici coinvolti, associazioni economiche e sociali portatrici di rilevanti interessi Di seguito vengono elencati i soggetti competenti sul territorio e di interessi diffusi, gestori di servizi in materia ambientale (e/o interessati dai pubblici e di uso pubblico, la cittadinanza e altri potenziali impatti generati dal PAT) individuate per soggetti che possono esser interessati la consultazione: dall’attuazione dei PAT saranno coinvolti nella fase di Concertazione (art. 5 LR 11/04) che si ƒ Regione Veneto – Servizio Genio Civile di attiverà a seguito della sottoscrizione dell’accordo Vicenza; di pianificazione. ƒ Regione Veneto - Servizio Forestale di Vicenza; ƒ Provincia di Vicenza; ƒ ARPAV;

74 Rapporto Ambientale Preliminare

d) Valutazione di coerenza d.1 Valutazione di coerenza esterna Durante la costruzione del piano vengono Questa valutazione di coerenza sarà rappresentata individuati gli obiettivi che questo definisce (il piano attraverso una matrice che incrocia i principi generali dovrà riprendere gli obiettivi del Documento di sostenibilità definiti (ovvero gli obiettivi di Preliminare eventualmente approfondendo e/o sostenibilità definiti a livello comunitario rielaborati in specificando meglio alcuni aspetti) e, prima di base alle emergenze territoriali specifiche) con gli stabilire le azioni nel dettaglio si verifica che questi obiettivi di piano. Se ne riporta un esempio: obiettivi siano coerenti con i principi di sostenibilità ambientale (cfr. cap. 3.2)

OBIETTIVI DI SOSTENIBILITA' ARIA … ACQUA … SUOLO … L’obiettivo “OB.3” è BIODIVER- coerente con i principi di SITA’ … sostenibilità relativi alla PAESAGGIO … matrice aria PATRIMO- NIO … INQ. FISICI … L’obiettivo “OB.5” è Popolazione … coerente con i principi di ECONOMIA sostenibilità relativi alla e SOCIETA’ Mobilità … matrice mobilità, ma non …. con i principi per il sistema suolo NON COERENTE

PARZIALMENTE COERENTE

TOTALMENTE COERENTE

… … … … … … 1 2 3 4 5 … OB. OB. OB. OB. OB. OB. OBIETTIVI DEL PAT

La fase precedentemente descritta La coerenza esterna è valutata anche come coerenza con i progetti e le azioni dei comuni limitrofi e con piani e progetti sovraordinati. Per la valutazione di questi fattori potranno essere elaborate sia delle matrici (che incrociano gli obiettivi del PTCP e/o del PTRC con gli obiettivi di piano) sia degli elaborati grafici finalizzati alla valutazione della coerenza tra le azioni stabilite dal PAT rispetto alle destinazioni d’uso ed eventuali progetti dei piani dei comuni limitrofi, rispetto ai progetti sovracomunali e alle indicazioni dei piani sovraordinati.

75 Rapporto Ambientale Preliminare

d.2 Valutazione di coerenza interna

Questo processo viene svolto parallelamente alla previste dallo strumento di piano siano coerenti con valutazione di coerenza esterna ed è rivolto a gli obiettivi che il piano stesso si è proposto di garantire che per ciascun obiettivo definito dal Piano perseguire e che tutti gli obiettivi trovino una risposta di Assetto del Territorio siano individuate all’interno del piano . strategie/azioni atte a conseguirlo. La Valutazione di Anche in questo caso l’esito della valutazione viene coerenza interna si traduce così in una rappresentata attraverso una matrice “controverifica” per accertare che tutte le azioni

OBIETTIVI DEL PAT OB. 1 … OB. 2 … OB. 3 … OB. 4 … OB. 5 … OB. … …

NON COERENTE

COERENTE

… … … … … …

AZ.1 AZ.2 AZ.3 AZ.4 AZ.5 AZ…. AZIONI DEL PIANO

76 Rapporto Ambientale Preliminare

e) Individuazione degli impatti potenziali e.1 Effetti – impatti del PAT sull’ambiente

La predisposizione del Piano di Assetto del Territorio di Brendola comporta, con la Le azioni che risulteranno essere successiva attuazione e realizzazione delle “maggiormente critiche” (per gli impatti azioni, ad una serie di potenziali impatti diretti negativi che generano, per la difficile e indiretti. realizzazione, per l’eccessivo impegno Tali impatti sono tanto più facilmente economico che queste comportano, ecc) misurabili quanto più le strategie del PAT saranno oggetto di un approfondimento dove sono definite con criteri e dimensioni precisi; si confrontano possibili alternative se il piano definisce solo azioni strategiche (mantenendo sempre presente qual’è non misurabili (in termini, ad esempio, di mc l’obiettivo del piano) e si individuano eventuali realizzabili, superfici impermeabilizzabili, ecc), misure di mitigazione e compensazione. anche gli impatti sono difficilmente Questa fase di comparazione tra alternative stimabili(valutazione quantitativa) e ci si deve può essere descritta all’interno del Rapporto limitare a giudizi (valutazione qualitativa) sui Ambientale con delle schede sequenziali, potenziali effetti che si possono generare. anche se nella realtà si tratterà di processi che si avviano durante la fase di redazione Anche in questo caso, come per la redazione del Piano, di volta in volta che se ne del rapporto sullo stato dell’ambiente, al fine esprimerà la necessità. di semplificare la complessità e rendere più Principale sede di discussione sulle possibili semplice la lettura delle questioni emergenti, alternative sarà la concertazione- si cercherà di utilizzati una serie di indicatori. consultazione.

OBIETTIVI DI PIANO VERIFICA DI COERENZA INTERNA INDIVIDUAZIONE DELLE AZIONI DI PIANO

INDICATORI IMPATTO GENERALI

INDICATORI IMPATTO SPECIFICI

INDIVIDUAZIONE DEI INDIVIDUAZIONE AZIONI CHE POTENZIALI IMPATTI COMPORTANO IMPATTI POSITIVI

INDIVIDUAZIONE AZIONI CHE COMPORTANO IMPATTI NEGATIVI

ANALISI APPROFONDITA e INDIVIDUAZIONE ALTERNATIVE

CONFRONTO TRA LE ALTERNATIVE

ESISTE UN’ALTERNATIVA MISURE DI MITIGAZIONE MIGLIORE PER L’AZIONE PREVISTA

77 Rapporto Ambientale Preliminare

f) Il monitoraggio La procedura di VAS non può concludersi con difficile trovare indicatori semplici in grado di l’approvazione dello strumento urbanistico in render conto della loro efficacia. Le caratteristiche quanto l’attuazione di un piano è la fase in cui si degli indicatori di monitoraggio scelti, al pari degli possono concretamente valutare gli affetti e il indicatori di stato e pressione utilizzati nelle fasi reale raggiungimento degli obiettivi. precedenti, dovranno caratterizzarsi per essere Nella fase di attuazione, quindi, la Valutazione rappresentativi, costruibili con dati facilmente Ambientale si concentra nell’implementazione e disponibili, in diretta relazione con l’obiettivo cui si gestione del monitoraggio degli indicatori vuole misurare il raggiungimento. ambientali messi a punto nelle fasi precedenti e nella valutazione periodica del conseguimento Il monitoraggio diviene così uno strumento degli obiettivi di sostenibilità. importante non solo per la valutazione dei risultati Qualora gli effetti fossero sensibilmente diversi da pratici ottenuti, ma anche per l’arricchimento delle quelli previsti, il monitoraggio dovrebbe consentire conoscenze che permettono di evitare eventuali di provvedere azioni correttive e, nel caso, di errori e di migliorare costantemente la qualità procedere ad una revisione del piano. delle previsioni. SI fa comunque presente che molti aspetti relativi alla sostenibilità prevedono tempi lunghi ed è

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PREMESSA: LA VALUTAZIONE STRATEGICA ...... 3 I. Il processo di Valutazione Ambientale dei piani e programmi urbanistici...... 3 a. Il processo di Valutazione Ambientale Strategica ...... 4 b. La Valutazione Ambientale Strategica del PAT di Brendola ...... 5

I. RELAZIONE PRELIMINARE SULLO STATO DELL’AMBIENTE ...... 7 1.2.a Piano Territoriale Regionale di Coordinamento...... 10 1.2.b Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale di Vicenza...... 14 1.2.c Piano d’Area Monti Berici (PAMOB) ...... 16 1.2.d Rete Natura 2000 - SIC e ZPS ...... 19

II. RAPPORTO PRELIMINARE SULLO STATO DELL’AMBIENTE...... 21 2. Aria...... 22 2.1 Emissioni in atmosfera ...... 24 2.1.a Monossido di carbonio (CO) ...... 24 2.1.b Anidride carbonica (CO2) ...... 25 2.1.c Polveri sottili (PM10) ...... 26 2.1.d Ossidi di azoto (NOx) e Biossidi di azoto (NO2)...... 27 2.1.e Ossidi di zolfo (SOx) e Biossidi di zolfo (SO2)...... 28

2.1.f Benzene (C6H6)...... 29 2.1.g Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA) ...... 30 2.2 Piano Regionale di Tutela e Risanamento dell’Atmosfera ...... 30 3 Clima ...... 31 3.1 Precipitazione ...... 31 3.2 Temperature e umidità ...... 32 4. Acqua...... 33 4.1 Corsi d’acqua vincolati...... 35 4.2 Gli indicatori di qualità dei corsi d’acqua ...... 35 4.2.a IBE - indice che rileva lo stato di qualità biologica...... 35 4.2.b LIM - Livello di Inquinamento da Macrodescrittori ...... 36 4.2.c SECA - Stato Ecologico dei corsi d'acqua ...... 36 4.2.d SACA - Stato Ambientale dei corsi d'acqua...... 36 4.3 L’inquinamento delle risorse idriche a Brendola...... 37 4.4 Stato chimico delle acque sotterranee ...... 37 4.5 Acqua erogata: quantità/qualità...... 38 5. Suolo...... 39 5.1 SAU – Superficie Agricola Utilizzabile...... 40 5.2 Indicatori specifici ...... 40 5.3 Compatibilità geologica ...... 40 5.4 Contenuto di carbonio organico nello strato superficiale di suolo...... 41 6. Biodiversità ...... 42 6.1 Rete Natura 2000 ...... 42 7. Paesaggio...... 44 7.1 Analisi del paesaggio...... 44 7.1.a Ambiti di paesaggio – PRTC...... 45 8. Patrimonio ...... 46 8.1 Patrimonio Storico/architettonico – edifici di pregio...... 46 8.1.a Ville Venete ...... 46 8.2 Cenni storici...... 48 8.2.a Centri Storici...... 48

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8.2.b I segni storici ...... 49 9. Inquinanti fisici ...... 51 9.1 Elettromagnetismo...... 51 9.1.a Linee elettriche di alta tensione ...... 52 9.1.b Siti emittenti radio e antenne per la telefonia mobile...... 52 9.2 Rumore...... 54 9.2.a Piano di Classificazione acustica...... 55 9.2.b Livelli di rumorosità delle infrastrutture ...... 56 9.3 Radon ...... 57 9.3.a Stima della percentuale abitazioni oltre i livelli ...... 58 9.4 Inquinamento luminoso ...... 59 9.4.a Brillanza del cielo notturno...... 59 10. Economia e società ...... 60 10.1 Popolazione...... 60 10.1.a Densità territoriale...... 60 10.1.b Piramidi d’età per classi quinquennali...... 61 10.1.c Movimento anagrafico...... 61 10.1.c Movimento anagrafico...... 62 10.1.d Indicatori demografici...... 63 10.1.e La componente straniera al 31.12.2009 ...... 65 10.3 Mobilità ...... 66 10.3.a Parco veicolare per categoria (2004-2006) ...... 66

III. LA PROCEDURA DI VAS E IL RAPPORTO AMBIENTALE...... 67 a) Mappa delle criticità e delle valenze...... 67 a.1 La mappa delle criticità – prima bozza...... 68 b) I principi di sostenibilità – coerenza esterna ...... 69 b.1 Individuazione degli obiettivi del piano...... 70 b.2 Individuazione delle strategie/azioni del piano ...... 73 c) Concertazione e partecipazione nel processo di piano ...... 74 c.1 La consultazione sul Rapporto Ambientale Preliminare ...... 74 d) Valutazione di coerenza ...... 75 d.1 Valutazione di coerenza esterna...... 75 d.2 Valutazione di coerenza interna...... 76 e) Individuazione degli impatti potenziali...... 77 e.1 Effetti – impatti del PAT sull’ambiente ...... 77 f) Il monitoraggio ...... 78

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