Da Stilida a Stilo. Prime Annotazioni

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Da Stilida a Stilo. Prime Annotazioni DA STILIDA A STILO. PRIME ANNOTAZIONI va di ipotizzare la presenza di insediamenti sparsi, secondo SU FORME E SEQUENZE INSEDIATIVE il tipico modello romano delle ville. IN UN’AREA CAMPIONE CALABRESE In effetti l’Orsi aveva fermato la sua attenzione sulla presenza nell’Itinerarium Marittimum 490, della statio di “Stilida” e per primo ne aveva proposto l’ubicazione “nel- l’agro o nell’area stessa di Caulonia” (ORSI 1891, p. 68). FRANCESCO A NTONIO CUTERI, MARIA TERESA IANNELLI L’archeologo sosteneva infatti che il sito di Cocinto del- l’Itinerarium Antonini, quello di Caulon della Tabula Peutingheriana e dell’Anonimo Ravvennate e, infine, quel- I. CARTA ARCHEOLOGICA DELL’ETÀ ROMANA E lo di Stilida dell’Itirerarium Marittimum, fossero una sola TARDO ANTICA cosa e che si dovessero identificare con l’antica città di Caulonia, dall’Orsi stesso scoperta a Punta Stilo. L’area presa in esame è ubicata sul versante ionico del- Recenti studi sulla viabilità in Calabria hanno permes- l’attuale Calabria, nel tratto di territorio compreso tra le fiu- so, tra l’altro, di definire in maniera più puntuale il percor- mare Assi a nord ed Allaro a sud. Si tratta di un’ampia zona so di età romana della via costiera ionica, da sempre ritenu- costiera che a monte raggiunge le prime propaggini del- to problematico sia per le distanze segnate negli Itinerari, l’Appennino calabrese costituito dai massicci del monte che per l’identificazione delle stationes citate (GIVIGLIANO Pecoraro, monte Stella, monte Consolino. 1994, pp. 320-322); a questo proposito sembra ormai un Dal punto di vista storico-archeologico l’area, se si pre- dato acquisito l’identificazione del Promontorio Cocinto con scinde dalle indagini effettuate sul sito dell’antica Caulonia Punta Stilo e quindi con la colonia greca di Caulonia. Tale (attuale Monasterace Marina), non è stata finora oggetto di identificazione diventa “un punto fermo” nella ricostruzio- studio e pertanto è poco nota; infatti, se lo studio sulla polis ne di quell’itinerario stradale. Comunque, prescindendo dai achea è progredito rispetto a quello effettuato a suo tempo dubbi che possono ancora sussistere anche dopo la più re- cente ricostruzione dell’itinerario in questione, la cosa che dall’Orsi (ORSI 1891, 1916), la ricerca sull’età romana e tardo antica si può considerare solo agli inizi; mentre data- a noi qui interessa rimarcare è la possibile presenza, sugge- no ad epoca recente le indagini avviate dalla Soprintenden- rita per altro dalle fonti, lungo il tracciato viario romano za Archeologica sui siti di Stilo e Bivongi, grazie anche che collegava Crotone a Reggio Calabria, di una statio nel alla collaborazione delle locali Amministrazioni comunali sito dell’antica Caulonia, che si sono fatte carico, nella maggior parte dei casi, del In effetti, i più recenti rinvenimenti nella città di finanziamento delle indagini. Caulonia testimoniano, al contrario di quanto conosciuto in Il lavoro che qui si presenta tiene conto sia delle rico- passato e finora sostenuto, una massiccia presenza di mate- gnizioni effettuate nel territorio, nel costante impegno di riali romani, insieme con una serie di tombe, concentrati tutela, sia delle campagne di scavo. È però utile precisare nel tratto della città antica intra moenia, in località S. Mar- che quest’ultime non hanno avuto carattere di continuità e co, e rinvenuti nel corso delle ricerche e delle ricognizioni soprattutto hanno risentito della mancanza di una specifica effettuate tra il 1988 e il 1994. programmazione, adeguandosi spesso alle progettazioni le- Già durante le prime campagne di scavo effettuate nel- gate ad esigenze ben diverse da quelle della ricerca; un pro- la località S. Marco, in corrispondenza dell’attuale rudere gramma organico, invece, si è potuto seguire esclusivamente dell’omonima chiesetta, di cui si dirà in seguito, si erano per il sito dell’antica Caulonia. rinvenuti vasti e consistenti strati superficiali di frequenta- La mancata programmazione della ricerca costituisce zione romana che inglobavano parecchi materiali (Tav. I, un grosso limite alla conoscenza e alla comprensione stori- nn. 3-8); qui di seguito si indicano solo alcune forme cera- co-archeologica di questo territorio e visto che in questa miche importanti per definire i limiti cronologici della vita fase i dati risultano senz’altro frammentari e preliminari, si del complesso: ritiene utile tracciare, seppure a grandi linee, una carta ar- – ceramica campana: sono presenti alcuni piatti riconduci- cheologica che sia comprensiva di tutti i dati finora raccolti bili alla seconda metà del II sec. a.C.; – ceramica africana: in riferimento alle età prese in esame. Il quadro che si pre- questo tipo di ceramica è stata rinvenuta in grande quantità senta, sebbene incompleto relativamente alle reali poten- e copre un arco cronologico compreso tra il I-II ed il VI sec. zialità, rappresenta un primo importante passo verso una d.C.; si segnalano: alcune scodelle databili tra la fine del IV più puntuale conoscenza del territorio. e l’inizio del V sec. d.C.; due di esse risalgono al IV-VI sec. d.C., che è il termine cronologico più tardo, rinvenuto in Caulonia – Area urbana (Fig. 1) questo contesto. Per quanto riguarda l’età romana, l’analisi non può ov- Nel corso delle suddette indagini a S. Marco furono in- viamente prescindere da una messa a punto dei più recenti dividuate due tombe di cui una in anfora, l’altra utilizzava dati relativi alla città di Caulonia. Un elemento importante, alcuni tegoloni piatti con decorazione circolare incisa a stec- acquisito nel corso delle indagini sulla città greca, era che il ca, simili a quelle rinvenuti nelle strutture tombali ad sito dell’antica Caulonia non fosse stato più frequentato in Altavilla Silentina (BISOGNI 1984, tav. LVI, 5); le sepolture, età romana, vista l’assoluta mancanza di materiali relativi a in pessimo stato di conservazione a causa dei lavori agrico- quell’età; le indagini successive a quelle dell’Orsi avevano li che avevano fortemente danneggiato lo strato superficia- confermato l’abbandono della città in quel periodo le, erano tagliate nello strato di frequentazione di età roma- na; in una di esse fu rinvenuto un bronzo di Costante II, (TOMASELLO 1972, p. 632); naturalmente di questo dato si era tenuto conto negli studi successivi, sia in quelli di carat- databile al 347-348 d.C. Le tombe sono, probabilmente, tutte relative ad età tardo romana. tere generale sull’età romana in Calabria (GUZZO 1981, p. Sempre dagli strati più tardi di S. Marco provengono 121), sia in quelli più specifici su questo territorio (SABBIO- alcune monete tutte di età imperiale e tardo imperiale: un NE 1985, p. 54; IANNELLI 1987, p. 133). Si sosteneva, pertanto, che la mancanza di materiali sesterzio di Commodo databile al 188-189 d.C.; un bronzo romani all’interno delle mura di cinta della città indicasse il di Antoniniano Gallieno del 261 d.C.; un follis di Galerio completo abbandono del sito dopo il IV sec. a.C., con una Cesare del 296-305 d.C.; un bronzo di Licinio del 308-313 ridotta frequentazione fino al II sec. a.C.; mentre sul terri- d.C.; un follis di Costantino I del 318-319 d.C.; due bronzi torio, il rinvenimento di strutture di età romana nelle con- di Costante II del 337-361 d.C.; altri due bronzi sempre di trade Mataloni (odierna Maddaloni in comune di Stilo) e Costante II di cui è illeggibile la zecca; una moneta poco Fontanelle (nel comune di Monasterace Marina) permette- leggibile di età imperiale, un bronzo del Divo Claudio. ©2001 Edizioni all’Insegna del Giglio - vietata la riproduzione e qualsiasi utilizzo a scopo commerciale – 1 Fig. 1 – Pianta della città di Caulonia. Immediatamente più a sud dello scavo appena descrit- denza Archeologica della Calabria, nel tratto di costa com- to un’indagine, eseguita nel 1998 sul ciglio della duna che preso tra il tempio dorico e la fiumara Assi; le prospezioni attualmente separa la città antica dalla spiaggia, ha messo subacquee hanno messo in luce un complesso architettoni- in luce un’altra sepoltura in anfora (Tav. I, n. 1). Questa, co relativo ad un tempio ionico non finito o in corso di la- riconosciuta come tomba di bambino e priva di corredo, vorazione databile all’inizio del V sec. a.C. (IANNELLI 1992; risulta, a giudicare dalla tipologia dell’anfora, di età tardo- IANNELLI-LENA-MARIOTTINI 1993, IANNELLI 1997); ma quello antica. che a noi interessa evidenziare in questa sede è la presenza, È necessario precisare che sempre nella stessa località, in quel contesto, di alcuni reperti mobili databili ad età ro- ma a monte della strada ferrata e nei pressi della sopracitata mana e tardo antica (MEDAGLIA c.s.); si tratta di un fram- chiesetta di S. Marco, si infittiscono in superficie i rinveni- mento d’anfora Dressel 2/4, databile al I-metà del II sec. menti di materiali romani costituiti soprattutto da parecchi d.C.; di un frammento di anfora di forma Ostia IV, 147, di frammenti di sigillata africana del tipo chiara D; mentre produzione nord-africana della fine del II-V sec. d.C; di una nella corrispondente area a mare sono state rinvenute, frut- brocca frammentaria databile al V-VII sec. d.C. A seguito to di ricognizioni, altre quattro monete riferibili: ad dei rinvenimenti subacquei, sembra abbastanza probabile Antoniniano Gallieno del 253-26; a Teodosio I del 378-392; la presenza a Caulonia di un porto-canale lungo la fiumara ad Arcadio del 378-383; ad imperatore incerto, ma comun- Assi e di una zona d’approdo nelle vicinanze del tempio que databile al IV sec. d.C.; un’altra moneta, rinvenuta sem- dorico. Lo dimostrano le due bitte da ormeggio, alcuni bloc- pre lungo il mare è databile anch’essa al IV sec.
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