Archivi Capitolari Di
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ARCHIVIO CAPITOLARE DELLA CATTEDRALE DI ACIREALE Località: Acireale Denominazione: Archivio Storico del Capitolo della Cattedrale di Acireale Indirizzo: p.zza Duomo, 1 - 95024 Acireale (Catania) Telefono: 095/601797 (Parrocchia Cattedrale) Archivista Capitolare: can. don Roberto Strano (parroco della Cattedrale) Accessibilità: su richiesta motivata Orario: previo appuntamento Servizio riproduzione dei documenti: riproduzione fotomeccanica a giudizio degli incaricati Compilatore della scheda: don Giovanni Mammino La chiesa madre di Acireale, istituita chiesa sacramentale nel 1558 dal ve- scovo di Catania Nicola Maria Caracciolo, era officiata da un gruppo di cappellani curati che esercitano la cura pastorale della città. Nel 1571 il vescovo Antonio Faraone costituì per i cappellani che man mano au- mentavano una comunia, mantenuta grazie ai proventi di alcune imposte stabilite dalle autorità municipali. Sul finire del XVII secolo insistenti si fecero le richieste al vescovo di Catania di istituire la chiesa madre di Aci- reale in collegiata. Dopo alterne vicende, il 5 dicembre 1691, il vecovo di Catania, mons. Francesco Antonio Carafa, eresse canonicamente la col- legiata con un Capitolo composto da tre dignità, dodici canonici, e sei mansionari. Il capitolo collegiale gestiva alcune opere pie con le annesse rendite; fra le più importanti quella della Luminaria. Ad essa incom- beva il compito di garantire il mantenimento delle lampade a olio e del- le candele per la chiesa e l’esercizio del culto. Intanto, nei primi anni del XIX secolo, i canonici della collegiata e i padri dell’Oratorio di s. Filip- po Neri coltivavano una nuova aspirazione; quella di avere la diocesi. Fa- cevano infatti ben sperare gli orientamenti di politica ecclesiastica dei Borboni, particolarmente benevoli verso Acireale, volti ad aumentare il numero delle diocesi in Sicilia. Si ottenne l’erezione della diocesi di Aci- reale il 27 giugno 1844 con le lettere apostoliche di Gregorio XVI Quo- documque ad Catholicae Religionis incrementum. Le lettere apostoliche, di conseguenza, stabilivano che al posto della chiesa matrice collegiata parrocchiale e del suo Capitolo doveva essere eretta una chiesa cattedra- le con un capitolo cattedrale. Passarono però molti anni per l’attuazione delle predette lettere che avvenne il 3 giugno 1872 con la pubblicazione 15 Guida degli Archivi capitolari d’Italia, II del decreto esecutoriale da parte dell’esecutore apostolico mons. Gio- vanni Guttadauro, vescovo di Caltanissetta. In forza di tale decreto il Ca- pitolo collegiale diventa cattedrale ottenendo piene facoltà di eleggere il vicario capitolare. Fra i numerosi privilegi liturgici concessi ricordiamo i più importanti: quello del rocchetto e della mozzetta violacea foderata di ermesino, con- cesso da Innocenzo XII nel 1700 su istanza del vescovo di Catania mons. Andrea Reggio; l’uso della cappa magna con ermellino, concesso nel 1818 da mons. Salvatore Ferro; ed infine l’uso della mitria, ottenuto dalla s. Sede, nel 1875, dal primo vescovo di Acireale mons. Gerlando Maria Ge- nuardi. Con un indulto di Pio IX del 5 giugno del 1875 venne attribui- ta al Capitolo cattedrale la cura abituale delle anime nell’ambito della parrocchia della cattedrale, ma l’esercizio di essa veniva affidato a un vi- cario curato o vicario parrocchiale presentato dal Capitolo e nominato dal vescovo. Tale prerogativa del capitolo fu esercitata fino al 1967, quan- do, con un decreto di mons. Pasquale Bacile, la parrocchia della catte- drale fu scorporata dal Capitolo. Oltre agli statuti originari, modifiche di rilievo vennero apportate dal primo vescovo mons. Gerlando Maria Ge- nuardi nel 1901, da mons. Evasio Colli nel 1931 e da mons. Giuseppe Malandrino nel 1995. In origine il Capitolo cattedrale era composto da tre dignità (prevosto, cantore e tesoriere), dodici canonici, di cui uno con l’ufficio di teologo e un altro con l’ufficio di penitenziere e di dodici man- sionari. Nel 1923, con decreto di mons. Fernando Cento, il numero com- plessivo dei canonici venne ridotto a tredici. Non esistono veri e propri studi sulla storia del Capitolo e del suo archi- vio, tuttavia basterebbe la consultazione delle opere del can. Vincenzo Ra- citi Romeo (1849-1937) per poter ricostruire tale storia. Il Raciti Romeo è stato infatti l’archivista del Capitolo, ne ha riordinato le carte e le ha stu- diate attentamente divenendo così lo storico della città di Acireale e del- la diocesi. Egli è stato il primo a valorizzare i documenti più antichi come le cronache dei canonici Cherubino Alleotta († 1696) e Giovanni Battista Maccarani o Maccaronio († 1730), alcune delle quali custodite in archivio. Il timbro riproduce lo stemma del Capitolo con l’immagine dell’Annun- ziata, titolare della cattedrale. Dati complessivi: faldoni 90 (1570-1975); regg. 78 (1570-1975). Fondi o serie proprie dell’archivio Titoli giuridici delle rendite e delle opere pie, faldd. 11 1691-1932 Contratti, introiti ed esiti, mandati di pagamento, faldd. 22 1691-1885 Deliberazioni capitolari, fald. 1, regg. 6 1691-1932 16 Acireale Capitolo della Collegiata e chiese filiali della città, fald. 1 1571-1826 Controversie capitolari, fald. 1 1763-1825 Registri Curia spirituale, faldd. 21 1609-1872 Istituzione della Diocesi di Acireale, faldd. 2 1830-1873 Opera dei Lumi o della Luminaria, faldd. 4, regg. 17 1656-1932 Opere pie ed eredità amministrate dal Capitolo, faldd. 26 1656-1932 Giuliane, regg. 11 1689-1880 Confraternite, faldd. 3 1650-1887 Puntature corali, faldd. 6 1863-1950 Canonici defunti, regg. 5 1875-1903 INVENTARI E ALTRI STRUMENTI DI CORREDO L’archivio capitolare non possiede inventari, tuttavia, in alcuni faldoni è possibile trovare degli elenchi riepilogativi dei documenti in essi conte- nuti, compilati dai canonici incaricati della cura dell’archivio. BIBLIOGRAFIA Hier. Cath., VII 218, VIII 313; Enc. Catt., I 226-227; DHGE, I 341-342; GADI, I 47-48. V. R ACITI ROMEO, Il Duomo di Acireale, Acireale, 1886; IDEM, Aci nel se- colo XVI. Notizie storiche e documenti, in «Atti e Rendiconti dell’Acca- demia di Scienze, Lettere e Arti degli Zelanti e Padri dello studio di Acireale, Memorie della classe di Lettere», n.s., VIII (1896-1897), pp. 144; vol. IX (1897-1898), pp. 23-247 [rist. an., Acireale, 1985]; IDEM, Cro- naca del Sac. Dott. Tommaso Lo Bruno, in «Memorie della R. Accademia di Scienze, Lettere ed Arti - Acireale», s. IV, II (1927-1929), pp. 87-266 [rist. an., Acireale, 1987]; IDEM, Cronistoria della istituzione del Vescova- do di Acireale, in «Atti e Rendiconti dell’Accademia di Scienze, Lettere e Arti degli Zelanti di Acireale», s. IV, III (1930-1932), pp. 112; G. CON- TARINO, Le origini della Diocesi di Acireale e il primo vescovo, Acireale, 1973; F. AMICO, Acireale Diocesi, pagine memorative, Acireale, 1992. 17 ARCHIVIO CAPITOLARE DELLA CATTEDRALE DI ACQUAVIVA DELLE FONTI Località: Acquaviva delle Fonti Denominazione: Archivio del Capitolo della concattedrale Indirizzo: p.zza dei Martiri 1799 - 70021 Acquaviva delle Fonti (Bari) Telefono: 080/3117024 (curia di Altamura) Archivista Capitolare: mons. Vincenzo Ciaurri Accessibilità: su domanda motivata Orario: previo accordo Servizio riproduzione dei documenti: a giudizio dell’archivista Compilatore della scheda: dr.ssa Antonella De Lucia Il 26 marzo del 1221 Andrea, arcivescovo di Bari e Canosa, dopo aver promosso un’inchiesta, conferma ad Umfredo, in qualità di arciprete del- la chiesa di s. Eustachio di Acquaviva, ed ai suoi successori il possesso di case, vigne e terreni con la prerogativa di riscuoterne i proventi sine contrariate et requisitione nostra seu nostrorum etiam successorum. L’arcivescovo Andrea, inoltre, elenca e conferma tutte le prerogative spet- tanti all’arcipretura di Acquaviva tra le quali, di ordinare i primiceri, eli- gere sacristas, interdire e sospendere i chierici dal proprio ufficio, prero- gative che conferiscono, come si vede, all’arcipretura di Acquaviva auto- nomia dall’ingerenza vescovile. L’atto dell’arcivescovo Andrea è la prima testimonianza diretta attualmente nota sulla chiesa di Acquaviva e le sue prerogative. La esigua documentazione conservata nell’archivio, a causa di un incen- dio avvenuto nel 1604, non consente di tracciare un profilo esaustivo del- le vicissitudini istituzionali della chiesa. Un punto fermo è costituito dal noto Laudo pronunciato il 6 aprile del 1601 dai cardinali Antonio Saulo ed Ottavio Paravicino nel quale si rimarca l’indipendenza dell’arcipretu- ra di Acquaviva dal potere arcivescovile. Il Laudo, approvato da Paolo V nel 1605, fu munito di regio exequatur e notificato il 14 febbraio 1606 a Domenico Lombardi, vicario generale dell’arcivescovo di Bari Decio Ca- racciolo. Il Laudo, tuttavia, non riuscì a porre fine alle controversie giu- risdizionali che continuarono a dibattersi nel corso dei secoli successivi e videro due momenti di ridefinizione e stabilizzazione nella “Concordia” del 1696, stipulata dinanzi al notaio Giuseppe Morena di Modugno, tra l’arciprete di Acquaviva Antonio Bernal e l’arcivescovo di Bari, e nella 18 Acquaviva delle Fonti sentenza emanata il 16 gennaio del 1789 dalla Curia del Cappellano Mag- giore. Quest’ultima riconosceva alla chiesa di Acquaviva la sua palatinità, vale a dire di chiesa regia, esentandola dalla giurisdizione ordinaria del- l’arcivescovo di Bari. Di conseguenza gli arcipreti ed i canonici furono di nomina regia fino alla firma dei patti lateranensi del 1929. Solo un anno dopo nel 1790 analoga sentenza veniva emanata sempre dalla stessa magistratura a favore delle quattro cappelle esistenti all’in- terno della chiesa di Acquaviva ed intitolate al ss. Sacramento, a s. Ma- ria di Costantinopoli, al Sacro Monte del Purgatorio ed a s. Eustachio sulla cui conduzione è conservata in archivio una ricca e seriale docu- mentazione contabile. Per effetto di quella sentenza il 9 maggio dello stes- so anno re Ferdinando concesse ai canonici l’uso delle insegne proprie delle chiese palatine e cioè ai dodici canonici più anziani l’uso della “moz- zetta” e della “cappa magna” ed agli altri la “mozzetta con cappuccio”. Dal 1818 al 1848 la documentazione archivistica custodita nella chiesa di Acquaviva si interrompe.