Dopo La Morte Dell'io
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Anna Dolfi Dopo la morte dell’io Percorsi bassaniani «di là dal cuore» FIRENZE PRESSUNIVERSITY MODERNA/COMPARATA — 19 — MODERNA/COMPARATA COLLANA DIRETTA DA Anna Dolfi – Università di Firenze COMITATO SCIENTIFICO Marco Ariani – Università di Roma III Enza Biagini – Università di Firenze Giuditta Rosowsky – Université de Paris VIII Evanghelia Stead – Université de Versailles Saint-Quentin Gianni Venturi – Università di Firenze Anna Dolfi Dopo la morte dell’io Percorsi bassaniani «di là dal cuore» Firenze University Press 2017 Dopo la morte dell’io : percorsi bassaniani «di là dal cuore» / Anna Dolfi. – Firenze : Firenze University Press, 2017. (Moderna/Comparata ; 19) http://digital.casalini.it/9788864535326 ISBN 978-88-6453-531-9 (print) ISBN 978-88-6453-532-6 (online PDF) ISBN 978-88-6453-533-3 (online EPUB) Progetto grafico di Alberto Pizarro Fernández, Pagina Maestra snc Certificazione scientifica delle Opere Tutti i volumi pubblicati sono soggetti ad un processo di referaggio esterno di cui sono responsabili il Consiglio editoriale della FUP e i Consigli scientifici delle singole collane. Le opere pubblicate nel catalogo della FUP sono valutate e approvate dal Consiglio editoriale della casa editrice. Per una descrizione più analitica del processo di referaggio si rimanda ai documenti ufficiali pubblicati sul catalogo on-line della casa editrice (www.fupress.com). Consiglio editoriale Firenze University Press A. Dolfi (Presidente), M. Boddi, A. Bucelli, R. Casalbuoni, M. Garzaniti, M.C. Grisolia, P. Guarnieri, R. Lanfredini, A. Lenzi, P. Lo Nostro, G. Mari, A. Mariani, P.M. Mariano, S. Marinai, R. Minuti, P. Nanni, G. Nigro, A. Perulli, M.C. Torricelli. La presente opera è rilasciata nei termini della licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0: https://creativecommons.org/licenses/by/4.0/legalcode) This book is printed on acid-free paper CC 2017 Firenze University Press Università degli Studi di Firenze Firenze University Press via Cittadella 7, 50144 Firenze, Italy www.fupress.com Printed in Italy INDICE Double jeu 11 IN MARGINE APRÈS LA MORT DU MOI: DA LEOPARDI A BASSANI 1. Perdita dell’oggetto e morte dell’io 15 2. Qualche occorrenza novecentesca dalla prima alla terza generazione 18 3. L’epitaffio bassaniano: forma unica della forma 20 STRUTTURA, FORMA E PROIEZIONI DELLO SGUARDO SULLA GEOMETRIA COSTRUTTIVA 1. Due libri liminari 29 2. Laggiù, in fondo al corridoio 33 3. L’occhio accentratore 34 4. Vedere qualcosa che non si vede 37 5. Oltre le «Storie» 39 RINCHIUSI NELLA LUCE. UN LUOGO DELLA DISTANZA SULLE TRACCE DELLA PITTURA 1. Sulle orme di Caravaggio 41 2. «L’airone» e la natura morta sulla linea ombra-luce 46 «UT PICTURA». BASSANI E L’IMMAGINE DIPINTA 1. Verso un’altra figuralità 51 2. Dietro la cornice 51 3. Per una fenomenologia dell’oggetto 53 4. L’«image rayonnante» 55 5. Una luce matissiana 57 6. Un percorso nella poesia 59 8 INDICE «UPON THE WINDOW PANE» O DELLA RIFRAZIONE DELL’IMMAGINE FEMMINILE 1. Un soggetto per un breve racconto 65 2. Oltre i generi 69 3. «Les moments me sont chers» 70 INCIPIT ED EXPLICIT, OVVERO DELL’AGGETTIVAZIONE AFFETTIVA 1. Un gioco di convergenze 77 2. Per restare ai margini 79 3. Da un cerchio all’altro 81 4. La piramide rovesciata 84 TESTIMONIANZA E VERITÀ LA STORIA, IL TESTO E L’«EFFET DE RÉEL» 89 «LE STORIE FERRARESI»: UNA SORTA DI ANTROPOLOGIA 1. Il singolare statuto di un libro 109 2. Testo e contesto 111 3. Caratteri, ‘costumi’, vs. «spoon river» 116 UN FILM QUASI IMPOSSIBILE (QUALCHE APPUNTO IN MARGINE ALL’USO DEL CODICE DI REALTÀ) 1. Il ritmo, la morte (su suggestione pasoliniana) 121 2. I modi alterati della verbalizzazione 124 CASALS, ALBERTI E LA SPAGNA. UN TESTO DISPERSO DI GIUSEPPE DESSÍ E UNA TANGENZA BASSANIANA 1. Silenzio e intermittenze 129 2. Sparse tracce di lettura 131 3. Un articolo disperso 135 4. La paura di dimenticare 137 DI LÀ DAL CUORE SCRIVERE DI LÀ DAL CUORE 1. Ai margini delle soglie 143 2. Andando verso l’oltranza 145 3. Scrivere di là dal cuore 147 PROLOGO E EPILOGO DEL «GIARDINO»: LA NASCITA DI UN ROMANZO 1. Ricostruendo la genesi 151 2. Il presente del passato 158 INDICE 9 ‘PER LETTERA’. UNA FORMA DIALOGICA DELLA SCRITTURA 161 DIRE IN VERSI: MODI E STRATEGIE DELLA MEMORIA 1. «The Fathoms they abide» 169 2. Tra ironia e pietas 173 GLI OGGETTI E LE SINOPIE DEL RICORDO: INTRECCI DI ‘MISE EN ABÎME’ 1. Come/cosa guardare 179 2. Gli oggetti dimenticati 180 3. Lo spazio e le cose 182 4. Quattro esempi tra ‘essere’ e tempo 184 MODELLI, MODI E TRACCE DELLA SCRITTURA DUE SCRITTORI, LA FORMA BREVE E L’AZZURRO 1. Dessí, Bassani e un inizio ferrarese 191 2. Per finire, Ferrara 198 I LIBRI, GLI AUTORI. CITAZIONI PALESI E NASCOSTE NELLE PIEGHE DEL ROMANZO 1. Ai margini della biblioteca 209 2. Con la letteratura, oltre la letteratura 213 3. Ostensione e occultamento 215 4. Sulle tracce della biblioteca virtuale 217 TRA MUSICA E PITTURA, LA STORIA JAMESIANA DI UNA BORGHESIA 221 Nota in margine 231 Indice dei nomi 235 Per le opere di Giorgio Bassani il rimando – salvo indicazioni diverse – è al «Meridiano» delle Opere (G. Bassani, Opere, a cura di Roberto Cotroneo, Milano, Mondadori, «I Meridiani», 1998) al quale si farà sempre riferi- mento con l’abbreviazione O. Con il solo titolo si alluderà, nelle note, al nostro Anna Dolfi, Giorgio Bassani. Una scrittura della malinconia, Roma, Bulzoni, 2003; mentre gli intrecci tra i saggi raccolti in questo nuovo libro (motivati dall’autonoma genesi nel tempo dei singoli pezzi) saranno indicati con il rimando ai ti- toli dei vari capitoli, preceduti o seguiti dall’indicazione: in questo libro. Double jeu Leggera veniva la palla lanciata con forza veniva sul campo di terra potesse così rimbalzare la vita A un colpo lanciata di striscio cadeva sul fondo tornava vibrando alla rete alla corsa del giovane vecchio Era vinta – sia pur già perduta – partita. a.d. IN MARGINE APRÈS LA MORT DU MOI: DA LEOPARDI A BASSANI Le problème – et la poésie – de l’objet – l’oscillation entre l’objet et le sujet […] est le problème du moi et de son fonctionnement. Paul Valéry, Cahiers 1. Perdita dell’oggetto e morte dell’io1 La grande tradizione poetica italiana (a partire dallo Stilnovo e da Petrarca) ci ha abituato al tema/topos della sofferenza d’amore e, correlata a quello, alla perdita dell’oggetto. Ma l’anima che «tremando si riscosse / veggendo morto ’l cor nel lato manco» (Cavalcanti, Poesie, XIII, vv. 13-14), a constatare il singola- re destino del «cuore»2, soltanto con la ‘reale’ (o ipotizzata tale) morte dell’ama- ta mette in scena una prima rappresentazione della morte dell’io. Nel XXIII ca- pitolo della Vita nova Dante, con la coscienza della propria finitudine e la con- sapevolezza della propria morte necessaria (legata a un cadere «come corpo mor- to» che più tardi il viaggiatore nell’oltretomba sperimenterà nel V dell’Inferno), avrà intuizione e rivelazione anche di quella della propria donna/domina, e in- vano si dispererà, promettendo la scrittura come pegno e risarcimento. Non di- versamente Petrarca, nel De rerum vulgarium fragmenta, ‘ucciso’ da sempre – sia in vita che in morte di Madonna Laura – dai colpevoli e effimeri colpi d’Amo- re3, potrà trovare sollievo soltanto nel canto e nella fantasia proiettiva nella pro- pria morte, pianta in extremis dalla stessa donna, divenuta ad un tratto pietosa4. 1 Per una riflessione sulla particolare tipologia dell’io oggetto/soggetto in poesia (ovvero per qualche nota sui piani diversi sui quali si gioca la latenza del testo poetico rispetto a quella biogra- fico-esistenziale) sia consentito il rinvio ad Anna Dolfi,Malinconia e poesia. Tombeaux poétiques e rime per la morte, in Arcipelago malinconia. Scenari e parole dell’interiorità, a cura di Biancamaria Frabotta. Introduzione di James Hillman, Roma, Donzelli, 2001, pp. 141-154. 2 D’un tratto fatto «morto, ch’era vivo» (Lapo Gianni, Rime, XVI, v. 12). 3 Cfr. «questo è ’l colpo di che Amor m’à morto» (Francesco Petrarca, Rerum vulgarium fragmenta [d’ora in poi RVF], LXXIII, v. 90). 4 Si pensi per questo a RVF CXXVI. 16 DOPO LA MORTE DELL’IO. PERCORSI BASSANIANI «DI LÀ DAL CUORE» La lontananza dall’oggetto, la sua scomparsa (ove si consideri la donna qua- le oggetto a tutti gli effetti privilegiato), aveva insomma fin dagli esordi inge- nerato la crisi dell’io, ma a dispetto della morte dichiarata e/o raffigurata non si era mai varcata – relativamente all’io – la soglia della finzione, non si era in- somma parlato di una vera morte. Giacché a morire, in ogni caso, non era sta- to l’autore, ma il suo riflesso speculare, ovvero il personaggio-poeta che, viven- do, aveva voluto «morto giacer» nel «nido» «vòto et freddo» (RVF, CCCXX, v. 7). Pronto, come vorrà Poliziano nelle Rime, dopo quella raccontata, dichiarata morte, a rinascere comunque nella poesia5. Dopo secoli, e diverse – ogni volta peculiari – declinazioni del tema, si ha l’impressione che qualcosa cambi con Leopardi; unico antecedente, forse, solo il Tasso delle Rime, che aveva elevato sul cuore un primo tombeau poétique («Ebbe qui vita e regno, seggio e corona Amore, / Or è qui morto, e la sua tomba è il cuore»). ‘Soggetto’ agito del canto (ovvero oggetto avente, relativamente a se stesso, una soggettività propria)6 non sarà più qualcosa di esterno, ma la stessa infelicità del poeta («quasi il canto del poeta avesse per soggetto la di lui stessa infelicità», come Leopardi avrebbe scritto nello Zibaldone nell’agosto del 1823), mentre le cose, da soggetti che erano almeno relativamente a se stesse, dopo la morte dell’io e del suo «cuore» si faranno oggetti, entità distaccate, nature mor- te, al pari di Aspasia, oggettivata nel suo essere stata in un tempo lontano il fine possibile della vita («or quell’Aspasia è morta / che tanto amai.