CICLO XXVIII Direttore Della Scuola Di Dottorato Tesi Di Dottorato Di Tutor
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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI SASSARI DIPARTIMENTO DI STORIA, SCIENZE DELL’UOMO E DELLA FORMAZIONE SCUOLA DI DOTTORATO DI RICERCA “STORIA, LETTERATURE E CULTURE DEL MEDITERRANEO” INDIRIZZO CLASSICO CICLO XXVIII IL CULTO DEL DEUS ELAGABALUS DAL I AL III SECOLO D.C. ATTRAVERSO LE TESTIMONIANZE EPIGRAFICHE, LETTERARIE E NUMISMATICHE Direttore della Scuola di Dottorato Tesi di Dottorato di PROF. ATTILIO MASTINO EDGARDO BADARACCO Tutor PROF. PAOLA RUGGERI ANNO ACCADEMICO 2014-2015 La presente tesi è stata prodotta nell’ambito della Scuola di Dottorato in “Storia, Letterature e Culture del Mediterraneo” – XXVIII ciclo, finanziato con le risorse del P.O.R. SARDEGNA F.S.E. 2007-2013 - Obiettivo competitività regionale e occupazione, Asse IV Capitale umano, Linea di Attività l.3.1. 2 Je suis Khaled al-Asaad EDGARDO BADARACCO, Il culto del Deus Elagabalus dal I al III secolo d.C. attraverso le testimonianze epigrafiche, letterarie e numismatiche, Tesi di Dottorato in “Storia, Letterature e Culture del Mediterraneo”, XXVIII ciclo, Università degli Studi di Sassari. 3 INDICE PAGINA INTRODUZIONE 5 I. LE ORIGINI DEL CULTO 8 I,1 EMESA 8 I,2 LA DINASTIA DEI RE-SACERDOTI ARABI 16 I,3 IL PANTHEON DI EMESA 35 I,4 IL CULTO DI ELAGABALUS 51 II. Ex Oriente lux: PRIME TESTIMONIANZE DEL CULTO IN OCCIDENTE 84 II,1 DEVOZIONE PRIVATA SOTTO GLI ANTONINI: I CASI DI LAURUM (GERMANIA INFERIOR) E CORDUBA (BAETICA) 84 III. `H filÒsofoj : POLITICA RELIGIOSA DI UN’IMPERATRICE SIRIANA 89 III,1 NASCITA DI UN’IMPERATRICE: IL RUOLO ISTITUZIONALE DI GIULIA DOMNA DAL MATRIMONIO CON SETTIMIO SEVERO ALL’ASCESA DI PLAUZIANO 89 III,2 IL RITIRO DALLA SCENA POLITICA E LA FORMAZIONE DEL CIRCOLO LETTERARIO 98 III,3 LA DIFFUSIONE DEL CULTO DI ELAGABALUS IN OCCIDENTE: UN INTERVENTO NELLA POLITICA RELIGIOSA DELLA DINASTIA SEVERIANA 108 DELL’IMPERATRICE GIULIA DOMNA III,3,1 T. IULIUS BALBILLUS E IL SANTUARIO DI ELAGABALUS NELLA REGIO XIV TRANSTIBERIM 110 III,3,2 IL CULTO DEL DEUS SOL ELAGABALUS PRESSO IL CASTELLUM DI INTERCISA: LA DEVOZIONE DEGLI AUSILIARI DELLA COHORS HEMESENORUM 127 III,3,3 IL CULTO DEL DEUS SOL A CALCEUS HERCULIS IN 139 NUMIDIA EDGARDO BADARACCO, Il culto del Deus Elagabalus dal I al III secolo d.C. attraverso le testimonianze epigrafiche, letterarie e numismatiche, Tesi di Dottorato in “Storia, Letterature e Culture del Mediterraneo”, XXVIII ciclo, Università degli Studi di Sassari. 4 III,4 «UNA LUNA CHE NON SI ECLISSA»: L’IDEOLOGIA SOLARE SOTTO IL PRINCIPATO DI CARACALLA. UNO SGUARDO ALL’OPERA FILOSTRATEA, VITA DI 148 APOLLONIO DI TIANA IV. ELIOGABALO O L’ANARCHICO 159 INCORONATO IV,1 DA GIULIA MESA A GIULIA SOEMIADE: L’ASCESA AL POTERE DI VARIO AVITO BASSIANO 159 IV,2 IL VIAGGIO DELLA FAMIGLIA IMPERIALE: DA ANTIOCHIA SULL’ORONTE A ROMA 163 IV,3 LA RELIGIONSPOLITIK DEL SACERDOS SOLIS ELAGABALI 169 IV,4 LA CATABASI DI ANTONINO E IL RITORNO DEL BETILO A EMESA 197 V. L’ULTIMO RE-SACERDOTE DI EMESA: 204 URANIO ANTONINO RIFLESSIONI CONCLUSIVE 219 ELENCO DELLE ABBREVIAZIONI 226 230 BIBLIOGRAFIA EDGARDO BADARACCO, Il culto del Deus Elagabalus dal I al III secolo d.C. attraverso le testimonianze epigrafiche, letterarie e numismatiche, Tesi di Dottorato in “Storia, Letterature e Culture del Mediterraneo”, XXVIII ciclo, Università degli Studi di Sassari. 5 INTRODUZIONE La ricerca affronta il tema concernente il culto siriano di Elagabalus, dio poliade di Emesa che, durante la c.d. seconda età severiana, segnata dal principato degli imperatori Eliogabalo e Severo Alessandro, aveva conteso a Iuppiter il primo posto nel pantheon romano. Fino ad oggi, la critica ha concentrato la propria attenzione, più che sul culto del dio siriano, sull’imperatore che sarebbe stato artefice dell’ufficializzazione di tale culto nella città di Roma, il giovane Vario Avito Bassiano, sommo sacerdote del dio emeseno, divenuto imperatore col nome di Marco Aurelio Antonino nel 218 d.C. e denominato comunemente Eliogabalo. Pochi risultano infatti i lavori di tipo storico-religioso sul culto siriano di Elagabalus e soprattutto sulla sua diffusione in ambito occidentale; dopo le prime ricerche condotte da Franz Altheim alla fine degli anni cinquanta del Novecento, venne pubblicato nel 1969 uno studio di Theodor Optendreck sulla Religionspolitick dell’imperatore Eliogabalo, sino ad arrivare nel primo decennio degli anni settanta al lavoro di Gaston Halsberghe il quale unificò erroneamente il culto di Elagabalus con quello del Sol Invictus, arrivando ad affermare che la teologia solare, promossa dall’imperatore Aureliano nel 274, aveva come punto di riferimento il dio di Emesa. Maggiori approfondimenti si ebbero a partire dalla metà degli anni ottanta, grazie ai lavori di Robert Turcan, Michael Pietrzykowski e Martin Frey, che tuttavia concentrarono la loro attenzione su un arco di tempo assai limitato, compreso fra il 218 e il 222 d.C. In questa sede sono state affrontate e approfondite tematiche inedite o trattate in precedenza in modo marginale, soffermandoci principalmente sulle origini del culto e sulla sua diffusione nelle province occidentali dell’Impero, EDGARDO BADARACCO, Il culto del Deus Elagabalus dal I al III secolo d.C. attraverso le testimonianze epigrafiche, letterarie e numismatiche, Tesi di Dottorato in “Storia, Letterature e Culture del Mediterraneo”, XXVIII ciclo, Università degli Studi di Sassari. 6 tutto ciò anche dopo il termine del principato di Eliogabalo che è risultato essere solo una tappa nell’affermazione del dio di Emesa al di fuori dell’originario ambito orientale. Nel ricostruire l’origine, i contenuti e i “percorsi occidentali” del culto, per una corretta impostazione metodologica sono state utilizzate fonti di diversa tipologia: da quelle tradizionali di carattere storico-letterario per poi accedere alla documentazione epigrafica, numismatica e archeologica. Il lavoro è stato strutturato secondo un piano coerente che copre un arco temporale che va dal I al III secolo d.C., dalla prima attestazione epigrafica siriana, in lingua aramaica, del culto del dio Elagabalus (da Nazala, a circa 80 km da Emesa), sino ad arrivare alle rappresentazioni del betilo aniconico, effigiato nelle emissioni monetali, battute dalla zecca di Emesa, sotto l’usurpatore Uranio Antonino (253/254), ultimo esponente della dinastia sacerdotale emesena, sotto il cui regno il culto del dio siriano vivrà la sua stagione finale, prima di eclissarsi definitivamente. Sono state affrontate, con un approfondimento significativo, le questioni relative alle origini del culto, al carattere e alle funzioni del dio Elagabalus, trasformatosi nella percezione religiosa e culturale da originaria divinità cosmica ad entità divina di carattere solare. In questo senso risulta assai significativa la parte del lavoro dedicata alla componente rituale. Successivamente sono state affrontate problematiche di carattere prettamente archeologico relative all’ubicazione del tempio di Emesa, dedicato ad Elagabalus e del betilo aniconico riferito al dio. Rispetto agli studi precedenti, in particolare assume un rilievo notevole il riesame e l’approfondimento dell’intera tematica sulla diffusione del culto di Elagabalus nelle province occidentali dell’Impero, un fenomeno cominciato a partire dalla metà del II secondo secolo d.C, in epoca antonina, ad opera di immigrati di origine siriana trapiantati come militari o come civili ad es. nella EDGARDO BADARACCO, Il culto del Deus Elagabalus dal I al III secolo d.C. attraverso le testimonianze epigrafiche, letterarie e numismatiche, Tesi di Dottorato in “Storia, Letterature e Culture del Mediterraneo”, XXVIII ciclo, Università degli Studi di Sassari. 7 Germania Inferior e nella Baetica: da qui, rispettivamente da Laurum e da Corduba, provengono infatti le prime testimonianze della venerazione nei confronti del dio, due altari da collocarsi entro un quadro di epigrafia privata, dipendente forse dalla volontà di singoli o di gruppi originari della Syria di onorare la divinità del proprio luogo di provenienza. Le fasi dell’avvicinamento verso Roma del culto e del progressivo successo del dio siriano in Occidente vengono ricostruiti con sicurezza di metodo e con un approccio diverso da quello usuale; in questo senso viene caricata di significato l’azione svolta dall’imperatrice Giulia Domna, figlia di Giulio Bassiano, gran sacerdote emeseno del Deus Sol Elagabalus. Il viaggio della famiglia imperiale nella Pannonia Inferior, con la visita di Domna alla cohors Hemesenorum stanziata ad Intercisa, le testimonianze sul culto di Elagabalus provenienti dall’Urbe, lo sviluppo del culto emeseno a Calceus Herculis in Numidia, hanno permesso di stabilire e approfondire una diversa ottica nell’approccio alla diffusione occidentale del culto che passa indubbiamente attraverso la componente femminile della dinastia Severiana. EDGARDO BADARACCO, Il culto del Deus Elagabalus dal I al III secolo d.C. attraverso le testimonianze epigrafiche, letterarie e numismatiche, Tesi di Dottorato in “Storia, Letterature e Culture del Mediterraneo”, XXVIII ciclo, Università degli Studi di Sassari. 8 I. LE ORIGINI DEL CULTO I,1 EMESA Per poter comprendere la fortuna di cui ha goduto il culto del Deus Sol Elagabalus non solo nelle province orientali dell’Impero Romano, ma anche nella sua pars occidentalis a partire dalla seconda metà del II d.C. e raggiungendo il suo apogeo agli inizi del III d.C. con la dinastia Severiana, bisognerà partire dal suo luogo di origine, la città siriana di Emesa1, piccolo tassello di quel complesso mosaico di tradizioni e credi religiosi rappresentato dal Vicino Oriente. Le vicende