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menti inediti su Biagio Rossetti (una figura il cui chessa Eleonora d’Aragona (1450-1493) nell’am- chiusura del capitolo, il saggio di Raphaël Tassin ruolo è stato recentemente sminuito, ma per la bito degli ampliamenti e delle trasformazioni del analizza la committenza architettonica settecente- quale basta uno sguardo al corpus delle opere, che castello di realizzati all’epoca di Ercole I sca delle canoniche di Remiremont (nella regione fondono una matrice scopertamente brunelle- d’Este. Mercedes Gómez-Ferrer si concentra su dei Vosgi), istituzione prestigiosa che reclutava schiana e codussiana con la tradizione locale, per due figure della corte di Spagna cinquecentesca: nelle famiglie della più alta nobiltà francese. capire come vada rivalutata e riletta secondo ag- Isabella del Portogallo (1503-1539) e Giovanna Il capitolo conclusivo, Migrations et adaptations, de- giornati criteri storiografici); e ancora Girolamo da d’Asburgo (1535-1573). Il testo di Maximilian Har- dicato ai meccanismi di trasmissione culturale e Carpi, Galasso Alghisi, Marcantonio Pasi, Giam- tmuth, invece, sposta lo sguardo verso oriente, alla artistica, è meno concentrato degli altri sulla pro- battista Aleotti, Terzo Terzi, Alessandro Balbi. moschea Zincirli Câmi a Serres, in Grecia, fondata duzione architettonica in senso stretto. Il contri- Delizie d’archivio costituisce dunque un patrimonio da Selçuk Sultan, figlia di Bâyezid II (1447-1512). buto di Gian Mario Anselmi e Loredana Chines su inestimabile di conoscenze, generosamente messo Il secondo capitolo, Fonder pour soi, fonder ensemble, Dona Gracia Mendes (1510-1569) offre un pano- a disposizione degli studiosi, che attende di essere è dedicato al confronto tra committenza femminile rama del ruolo delle donne nella produzione e ne- letto e interpretato. e maschile. Il saggio di apertura, di Flaminia Bar- gli scambi culturali nel mondo rinascimentale, con- dati, analizza i progetti promossi da Anna di Bre- centrandosi sull’Italia settentrionale e, in particolar tagna (1477-1514) e li mette a confronto con quelli modo, su Bologna e Ferrara. Nora S¸eni si dedica Sara Galletti dei suoi successivi mariti, Carlo VIII e Luigi XII di alla filantropia femminile nell’Impero ottomano Bâtir au féminin? Traditions et stratégies en Eu- Francia. Juliette Dumas contrasta la committenza del XIX secolo, in relazione a questioni di patriot- rope et dans l’Empire ottoman, atti di convegni delle élite femminili e maschili nella Istanbul del tismo e nazionalismo, e di quelle che l’autrice (Paris, INHA, dicembre 2008; Istanbul, IFEA, XVI e XVII secolo. Il testo di Christoph Frommel chiama “porosità significative” tra Oriente e Occi- novembre 2010), a cura di Sabine Frommel e analizza gli interventi architettonici e decorativi dente (p. 273). Il saggio di Elmas Erdog˘an e Emine Juliette Dumas, con la collaborazione di Ra- promossi da Isabella d’Este (1474-1539) e France- Atalay Seçen chiude il volume tornando a uno phaël Tassin, Éditions Picard, Paris 2013, 304 sco II Gonzaga nelle loro residenze mantovane. sguardo più diretto sull’architettura ed esplorando pp., 25 ill. col., 165 ill. b/n Kathleen Wilson-Chevalier prende in esame il il tema degli harem e degli spazi aperti nei palazzi ruolo cruciale di Maddalena di Savoia (1510-1586) ottomani di Istanbul, in particolare nei palazzi Dol- Dedicata alla committenza femminile di architettura nell’ambito dell’ambizioso programma mecenate- mabahçe e Topkapi tra XVII e XVIII secolo. civile e religiosa in Europa e nell’Impero ottomano sco del marito, Anne de Montmorency. L’ultimo Senza nulla togliere all’importanza dei temi af- in epoca moderna, la raccolta di saggi a cura di Sa- saggio della sezione, firmato da Barbara Arciszew- frontati né alla qualità dei singoli saggi, il volume bine Frommel e Juliette Dumas è un contributo ska, si concentra sulla seicentesca residenza di Wi- non è privo di difetti né del tutto scevro della di- ambizioso al ricco panorama di studi di genere che, lanów, vicino a Varsavia, e sui contributi distinti dei sorganicità che spesso caratterizza le pubblicazioni soprattutto dagli anni Ottanta, hanno animato i suoi committenti, il re Giovanni III di Polonia e sua di atti di convegni. campi della storia dell’arte e dell’architettura. moglie, la regina Maria Casimira Luisa de la Problematica è, innanzitutto, la forma interrogativa Preceduto da un breve saggio introduttivo e da Grange d’Arquien (1641-1716). del titolo, che suggerisce un dubbio sull’effettiva una succinta bibliografia generale, il volume rac- Il terzo capitolo, L’architecture: moyen de revendica- pertinenza della nozione stessa del costruire al fem- coglie parte degli atti della conferenza Homme bâ- tion et de pouvoir, esamina le relazioni variate tra minile, o forse della letteratura dedicata a tale no- tisseur, femme bâtisseuse: analogies, ambivalence, anti- committenza d’architettura e forme di potere fem- zione, oppure, chissà, sull’effettiva femminilità del thèse, tenutasi a Parigi nel 2008 (Institut Historique minile. Il saggio di Sabine Frommel apre questa se- costruito di committenza femminile: tutti temi cen- Allemand e Institut national d’histoire de l’art, 2-4 zione con un confronto tra le opere promosse dalla trali della letteratura di genere ma che le curatrici dicembre), parte di quelli della conferenza Quand les duchessa Margherita d’Austria (1547-1586) a scelgono di non discutere qui, lasciando la que- femmes investissent la scène publique… Hommes et fa- Parma e Piacenza e quelle promosse in Francia stione sospesa e il lettore spaesato. milles dans le patronage architectural féminin en Orient dalla regina Caterina de’ Medici (1519-1589). Ju- Lo stesso vale per il silenzio su alcune committenti et en Occident, tenutasi a Istanbul nel 2010 (Institut liette Dumas affronta, di seguito, la questione della di rilievo, sulle ragioni del quale sarebbe stato op- français d’études anatoliennes, 25-26 novembre), e coscienza dinastica e delle sue espressioni nella portuno un commento in introduzione. Tra le as- alcuni testi aggiunti in vista della pubblicazione. committenza delle principesse ottomane, in parti- senti notabili, specialmente data la prevalenza in Organizzato in cinque capitoli – 1. Femmes bâtis- colare nell’architettura religiosa del XVI secolo. Il questa raccolta di studi dedicati all’Italia e alla Fran- seuses; 2. Fonder pour soi, fonder ensemble; 3. L’archi- saggio di Claudia Conforti prende in esame la fi- cia, due committenti del calibro di Eleonora di To- tecture: moyen de revendication et de pouvoir; 4. La place gura di Laura Martinozzi (1639?-1687) e il signifi- ledo e Maria de’ Medici (B. Edelstein, “Acqua viva de la religion dans les fondations féminines; e 5. Mi- cato politico e dinastico della sua committenza di e corrente”: Private Display and Public Distribution of grations et adaptations –, il volume raccoglie in tutto architettura sacra e civile nel contesto del ducato di Fresh Water at the Neapolitan Villa of Poggioreale As ventidue saggi di lunghezza variabile (dalle sei alle nella seconda metà del Seicento. Elisabeth a Hydraulic Model for Sixteenth-Century Medici Gar- diciotto pagine), in tre lingue diverse (quindici in Wünsche-Werdehausen sposta l’attenzione su To- dens, in S.J. Campbell, S.J. Milner [a cura di], Arti- francese, quattro in inglese e tre in italiano), che rino e sugli interventi urbani ed extraurbani, civili stic Exchange and Cultural Translation in the Italian spaziano da Parigi a Istanbul passando per Valen- e religiosi promossi dalle reggenti della Casa sa- City, Cambridge-New York 2004, pp. cia e Mosca, alcuni concentrandosi su casi studio, bauda: Maria Cristina di Francia (1606-1663) e 187-220; Id., The Camera Verde: a Public Center for altri estendendosi nella longue durée. Privo di con- Maria Giovanna Battista (1644-1724). Dimitri the Duchess of Florence in the Palazzo Vecchio, in Mé- clusione, il volume si chiude con un indice di nomi Shvidkovsky chiude la sezione con un saggio dedi- langes de l’École française de Rome, Italie et Méditer- di luoghi e uno di persone. cato all’imperatrice Caterina II di Russia (1729- ranée, CXV, 1, 2003, pp. 51-87; S. Galletti, Le Pa- Il primo capitolo, Femmes bâtisseuses, raccoglie cin- 1796) e al suo modo d’intendere l’architettura e i lais du Luxembourg de Marie de Médicis, 1611-1631, que saggi dedicati a committenti di architettura suoi linguaggi entro un contesto mutevole di stra- Paris 2012) come anche Bess di Hardwick, che considerate singolarmente, attraverso edifici che tegie politiche. avrebbe potuto rappresentare qui l’Inghilterra eli- servono da casi studio, o in contesto dinastico. Il Il quarto capitolo, La place de la religion dans les fon- sabettiana (S. French, A Widow Building in Elizabe- saggio di Friedrich Polleross è dedicato alle donne dations féminines, affronta il tema del mecenatismo than England: Bess of Hardwick at Hardwick Hall, in Asburgo e agli interventi da esse promossi nel XVI di carattere religioso, dominio tradizionale della A. Levy [a cura di], Widowhood and Visual Culture in e XVII secolo, spaziando dal Belvedere della regina committenza femminile di architettura. Nel saggio Early Modern Europe, Aldershot, UK-Burlington, Anna (1503-1547) a Praga alla “Favorita viennese” di apertura, Claude Mignot torna sul Val-de-Grâce Vt. 2003, pp. 161-76; S.M. Levey, P. Thornton, Of (p. 37) dell’imperatrice Eleonora Gonzaga (1598- di Anna d’Austria (1601-1666) a Parigi e sulle sue Houshold Stuff: the 1601 Inventories of Bess of Har- 1655), e dal convento di Innsbruck patrocinato dal- valenze monarchicho-religiose. Il saggio seguente, dwick, London 2001), e Plautilla Bricci, una delle l’arciduchessa Anna Caterina Gonzaga (1566-1621) firmato da Alberto d’Ambrosio, esplora le fonda- rare architette dell’epoca moderna, che Consuelo a quello delle Orsoline viennesi di Eleonora Gon- zioni sufi patrocinate dalle donne della famiglia Lollobrigida studia da anni e la cui monografia è in zaga-Nevers (1628-1686). Eva-Bettina Krems ana- reale e dei circoli gravitanti attorno alla corte di corso di stampa (C. Lollobrigida, Plautilla Bricci ar- lizza, nel contesto dinastico della corte di Wittel- Istanbul tra il XVI e il XVIII secolo. Thierry Ver- chitettrice e pittrice nel Seicento, Foligno 2015). sbach, la figura di Enrichetta Adelaide di Savoia dier analizza la figura complessa di Olimpia Mai- Anche nella bibliografia generale al termine del (1636-1676) e i suoi progetti per la residenza della dalchini (1592-1657), fulcro della società romana saggio introduttivo si fanno notare alcune lacune corte, per il castello di Nymphenburg e per la seicentesca, intima di Giovanni Battista Pamphilj importanti, tra le quali certamente il libro di Ana- chiesa dei Teatini a Monaco di Baviera. Il saggio di (futuro Papa Innocenzo X, 1644-1655) e tra le più bel Thomas sulla committenza religiosa in Italia (A. Marco Folin prende in esame il ruolo della du- attive committenti di architettura del suo tempo. A Thomas, Art and Piety in the Female Religious Com-

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munities of Renaissance : Iconography, Space, and sicura. Anzi, la pubblicazione del primo, sontuoso Sacco: questo libro, infatti, ha l’ambizione di rac- the Religious Woman’s Perspective, Cambridge 2003), volume del suo trattato, resa possibile dalla recente contare anche un’altra storia, in particolare quella quello di Sally Hickson su Mantova (S. Hickson, scomparsa di Baldassarre Peruzzi, se gli permetteva dei modi in cui le sperimentazioni architettoniche Women, Art and Architectural Patronage in Renais- di dare più compiuta sostanza al titolo di “professor incontrano le inquietudini religiose nutrite di lette- sance Mantua: Matrons, Mystics, and Monasteries, d’architettura” col quale si era presentato alla Sere- ratura riformatrice che negli anni Trenta e Quaranta Farnham, UK 2012), la raccolta di saggi sulle resi- nissima, dall’altro lo esponeva economicamente in del Cinquecento si diffondono e ramificano anche denze femminili curata da Jan Hirschbiegel e Wer- maniera pericolosa. La selezione di un dedicatario il- a Ferrana, specie dopo l’arrivo a corte di Renata di ner Paravicini (J. Hirschbiegel, W. Paravicini [a lustre per il suo volume doveva averlo perciò impe- Francia, dal 1528 moglie del futuro duca Ercole II. cura di], Das Frauenzimmer: die Frau bei Hofe in gnato a lungo, perché da quella carta, se ben giocata, Per Sebastiano Serlio, tra i pochi artisti del XVI se- Spätmittelalter und früher Neuzeit, Sigmaringen poteva davvero dipendere il suo futuro. colo le cui simpatie riformate sono state accertate, 2000), la monografia di Gülru Necipog˘lu su Sinan La scelta cadde, com’è ben noto, su Ercole II d’Este, l’ambiente ferrarese doveva apparire particolar- (G. Necipog˘lu, The Age of Sinan: Architectural Cul- duca di Ferrara, in effetti l’unico signore in area pa- mente interessante anche per questo. ture in the Ottoman Empire, Princeton 2005), che, dana ancora teoricamente disponibile, come “lu- Integrate alle finezze dello stile, iscrizioni mora- sebbene porti un titolo non specificatamente di ge- centissimo sole”, a “porger i suoi raggi” a Seba- leggianti in lingua latina, tratte per lo più dagli nere, affronta molti temi centrali legati all’archi- stiano, cioè a offrigli un impiego stabile e definitivo. Adagia di Erasmo da Rotterdam e disseminate sulla tettura commissionata da o per donne e che è citata Tutta la lettera di dedica, specie se letta assieme al- fronte e nel cortile della residenza di Giuliano Na- ripetutamente nelle note del saggio di Juliette Du- l’epistola dell’amico Pietro Aretino che immediata- selli, chiamano allora prepotentemente in causa mas sulla committenza delle principesse ottomane mente la precede, converge così sulla necessità di di- Celio Calcagnini, noto umanista e letterato di con- (pp. 171-186), i sopracitati lavori di Bruce Edelstein mostrare al duca che una capitale come Ferrara vinzioni religiose eterodosse legato a Naselli da su Eleonora di Toledo e, poiché viene incluso il sag- doveva essere all’altezza degli altri grandi centri ar- uno stretto vincolo di amicizia e del quale solo gio di William O. Goode sugli interventi urbani tistici italiani e del proprio passato – non diversa- oggi possiamo più da vicino apprezzare la sensibi- delle regine nella Parigi d’epoca moderna (W.O. mente dalla vicina Mantova, nella quale la continuità lità in materia artistica. L’analisi dell’inventario Goode, Moving West: Three French Queens and the con i cantieri architettonici del secolo precedente della sua raccolta libraria, recentemente riemerso Urban History of Paris, in “The French Review”, era stata garantita in quei primi decenni nel Cin- presso l’Archivio di Stato di Modena, rivela infatti LXXIII, 6, 2000, pp. 1116-1129), allora andrebbe quecento dalla presenza di Giulio Romano, nella cui – nella molteplicità degl’interessi di Celio – una aggiunto anche S. Galletti, Female Agency and Early orbita un “Battista già lodato muratore” (ad ogni spiccata attenzione per i trattati d’architettura (dal Modern Urbanism: the Paris of Maria de’ Medici (in evidenza Battista Covo) era diventato “lodatissimo De architectura di Vitruvio in latino e nell’edizione “Journal of the Society of Architectural Histo- Architetto”, a riprova del beneficio che la chiamata “grande” di Cesariano, al De re aedificatoria di Al- rians”, LXXI, 2, 2012, pp. 186-203), che riprende, di una grande personalità a responsabile delle fab- berti fino ai primi due libri di Serlio appena pub- in chiave revisionista, quegli stessi temi. briche ducali poteva esercitare anche sulla forma- blicati a Venezia, giusto prima della sua morte av- L’aspetto più problematico della raccolta è, però, zione delle successive generazioni d’artefici. venuta nel 1541), che riverbera nel suo monumento certamente il disequilibrio nella distribuzione geo- D’altronde i segni che la Ferrara degli anni Trenta sepolcrale, realizzato su progetto di un giovane grafica dei casi studio analizzati, che impedisce un fosse pronta all’apertura di una nuova stagione er- Terzo Terzi e finalmente ricostruito in maniera at- effettivo riscontro sul tema centrale del volume: il culea c’erano tutti, e Serlio si prodigava infatti a sot- tendibile e completa. Unica commissione architet- confronto tra Europa e Impero ottomano. Più di toporli all’attenzione di Ercole II, in fondo giunto al tonica che si possa direttamente connettere a Cal- due terzi dei saggi sono dedicati all’Europa (e la potere solo da pochi anni: essi si coagulavano in cagnini, il sepolcro era stato concepito a guisa di metà di questi all’Italia) e solamente un terzo al- particolare nel sorprendente palazzo che Giuliano portale nella biblioteca di San Domenico a Ferrara: l’Impero ottomano. Con la sola eccezione del sag- Naselli, canonico della cattedrale e protonotario con le sue colonne doriche e il sarcofago all’antica gio di Hartmuth su Serres, inoltre, i saggi dedicati apostolico, aveva fatto erigere in via Borgo dei Leoni mostrava anch’esso soluzioni formali decisamente all’Impero ottomano sono tutti concentrati sulla a partire dal giugno del 1533: la prima fabbrica mo- estranee alla tradizione locale. Turchia, e su Istanbul in particolare. Di un impero derna – cioè programmaticamente all’antica – rea- Proprio approfondendo la figura di Celio, che cer- complesso, diversificato e poliglotta che, all’apice lizzata in città, nella quale, tramite una selezione tamente partecipò alla definizione del programma della sua estensione, comprendeva i Balcani, l’Asia molto sofisticata di soluzioni stilistiche e distributive, iconografico di palazzo Naselli, tanto letterario Minore e il Caucaso, e abbracciava il Mar Rosso e si riproponeva la magnificenza delle fabbriche car- quanto architettonico, e scandagliando la sua vasta gran parte del Mediterraneo, il volume restituisce, dinalizie romane elaborate durante il pontificato di rete di contatti, Mattei può quindi inserirne il pro- così, un’immagine riduttiva. Leone X che Naselli aveva conosciuto da testimone getto in un contesto culturale più ampio che supera Riduttiva è anche, di conseguenza, l’immagine che si durante lunghi soggiorni nell’Urbe. i confini della dimensione urbana di Ferrara e dialoga offre al lettore delle committenti di ambito otto- Come dimostra ora l’accuratissima analisi che apre il con altre fabbriche “parlanti”, tra il Veneto e l’Emi- mano, che si sarebbero “appoggiate ai mariti per la volume di Francesca Mattei, palazzo Naselli, edifi- lia, in particolare con palazzo Bocchi a Bologna, gestione quotidiana dei lavori [di costruzione]”, per cato in prossimità dei giardini ducali a pochi passi dal ugualmente reso eloquente da iscrizioni plurilin- le quali la documentazione nota ad oggi non per- castello, dunque in una posizione di assoluto presti- gue, in un contesto però di scelte formali più espres- metterebbe di “affermare l’esistenza di relazioni di- gio, guarda a Roma tanto nella scelta dei materiali sioniste e “licenziose” rispetto alla serena eleganza rette tra queste costruttrici e i loro architetti”, e le che delle forme: le cortine laterizie a vista sono, ad della residenza del canonico della città estense. Il cui realizzazioni esprimerebbero “un basso grado esempio, realizzate con mattoni di formato partico- nesso tra novitas formale e confessione religiosa del di creatività” (p. 11). lare, a imitazione delle pianelle antiche e il tradizio- committente produce esiti diversi a palazzo Contu- Tutto sommato, e nonostante le qualità di questo nale apparato ornamentale padano in cotto a stampo ghi, nuovamente a Ferrara, costruito pochi anni volume, resta quindi non poco lavoro da fare sulle viene sostituito dall’impiego della pietra per gli ele- dopo palazzo Naselli e anch’esso popolato da iscri- questioni di genere e architettura e di rapporti tra menti decorativi che definiscono le facciate esterne zioni derivate dalla stessa fonte letteraria erasmiana: Europa e Impero ottomano sollevate qui, e anche su e interne: cantonali, fasce marcapiano, mostre e cor- qui il linguaggio architettonico all’antica si concen- quelle legate alla storia moderna del Mediterraneo. nici di portali e finestre, profili d’archi e imposte, ba- tra esclusivamente sul potente portale lapideo, con- samenti, capitelli e trabeazioni. Coerentemente, l’ar- vincentemente ricondotto a Girolamo da Carpi, che ticolazione spaziale lungo la sequenza di vestibolo, introduce in città l’uso del bugnato rustico. Maria Beltramini loggia e cortile conferisce alla casa di Naselli monu- L’apertura d’orizzonte pone quindi il problema di Francesca Mattei, Eterodossia e vitruvianesimo. mentalità “vitruviana” pur nelle limitate dimensioni: definire con cautela, caso per caso, i limiti delle Palazzo Naselli a Ferrara 1527-1538, Campi- il sistema di archi inquadrati dall’ordine assicura nel competenze e delle aspirazioni di dilettanti d’ar- sano, Roma 2013 (“Saggi di storia dell’arte, peristilium – pur chiuso su tre lati – la continuità de- chitettura coi loro colti consiglieri, da un lato, e 22”), 322 pp., ill. gli alzati, prendendo definitivamente le distanze dai professionisti del linguaggio e/o della prassi archi- modelli tardomedievali con arcate su colonne ancora tettonica, dall’altro. Mattei non si sottrae alla sfida: Quando, nel settembre del 1537, uscirono a Vene- correnti nella Ferrara cinquecentesca. mettendo a frutto gli studi più avvertiti sul rapporto zia le sue Regole Generali di Architettura, Sebastiano Malgrado il suo ruolo seminale, d’altronde larga- tra arte e religione che si sono intensificati dalla Serlio era ormai da un decennio in laguna; mal- mente riconosciuto proprio a partire dall’omaggio metà degli anni Ottanta del Novecento sino ad grado le commissioni e gli incarichi su fronti diversi, tributatogli nel testo serliano, palazzo Naselli ha co- oggi, costruisce un catalogo di fabbriche che in- malgrado la trama di relazioni intessuta con nume- munque dovuto attendere le indagini di Mattei per dubbiamente combinano “una decisiva innovazione rosi aristocratici, intellettuali e artisti, la propria si- diventare qualcosa di più che un ulteriore, isolato formale e un erudito programma letterario, sul cri- tuazione personale e professionale non poteva dirsi esempio del rapporto centro-periferia nell’Italia post nale dell’eterodossia”, riconoscendo a Sebastiano

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