Le Pievi Nel Territorio Lunigianese
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LE PIEVI - PARISH CHURCHES - L’ EGLISES PAROISSIALES TESINA EFFETTUATA DA: BRACONI ARIANNA - PUCCI ELEONORA-VATTERONI EVELINA CLASSE QUARTA B T.S.T. – ISTITUTO PROFESSIONALE “A. SALVETTI” SEDE ASSOCIATA I.I.S. “E.BARSANTI “ – MASSA (MS) LE PIEVI NEL TERRITORIO LUNIGIANESE SORANO LA STORICA VIA FRANCIGENA La Via Francigena è stata una dei più importanti itinerari di pellegrinaggio che collegava il nord Europa con Roma. La strada, che è anche conosciuta con il nome di via Romea, è stata utilizzata da moltitudini di pellegrini che si recavano ad una delle 3 destinazioni principali: - Roma, luogo di sepoltura degli. Apostoli San Paolo e San Pietro; - La Terra Santa, luogo di sepoltura di Gesù; - Santiago di Compostela, luogo di sepoltura di San Giacomo. I pellegrinaggi, che iniziarono nel Medioevo in un momento di profonda consapevolezza spirituale, aiutarono a soddisfare un reale bisogno spirituale. Servivano non solo per l'espiazione della colpa di una persona, ma anche per una migliore comprensione della fede di una persona, anche se alcuni credevano in maniera superstiziosa che avrebbero ottenuto la salvezza semplicemente andando in un luogo santo. I pellegrinaggi erano facilmente riconosciuti dal modo di vestire della gente: piccoli mantelli fatti di un panno ruvido chiamato "Sanrocchino", grandi cappelli a tesa, zaini realizzati in pelle per il cibo e bastoni di legno con punte di metallo da usare contro gli attacchi degli animali o altre difficoltà. Durante il tragitto i pellegrini potevano trovare riparo nei numerosi spedali, rifugi e chiese parrocchiali che offrivano bevande, sistemazione e, se necessario, cure per le lesioni subite, soprattutto da predoni. I pellegrini partivano da Canterbury per raggiungere Roma da dove continuavano nel loro cammino verso la Terra Santa o nel nord Italia prendevano una deviazione per raggiungere Santiago di Compostela. Migliaia di pellegrini intraprendevano questo cammino che è stato possibile ricostruire grazie al documento lasciato da Sigerico, arcivescovo di Canterbury, che ha annotato le varie tappe nel suo diario nel 991. Secondo le varie ricostruzioni e documenti la marcia della via Francigena in Italia lasciava la Valle d'Aosta e continuava fino al Piemonte, alla Lombardia e la Pianura Padana. Da qui (l'itinerario che vedremo più in dettaglio), i pellegrini marciavano in Toscana, poi nel Lazio per raggiungere Roma o la Terra Santa. L'ITINERARIO NEL NOSTRO TERRITORIO MASSA - MONTIGNOSO Nel XIV secolo vi era una sola strada principale attraverso Massa chiamata la "Romana" che si estendeva sulle pianure di Massa e Carrara nel territorio di Montignoso. Questa strada è stata poi spostata più all'interno per due motivi: in primo luogo, in modo che i principali centri abitati potessero essere sulla strada principale e in secondo luogo, perché le zone costiere paludose e le incursioni saracene rendevano le strade costiere meno sicure. Così, da quel momento la strada che attraversava la città fu chiamata "Francigena-Romea" o "Romana", mentre la strada costiera è stata chiamata "Stradavecchia". Quindi, si può dedurre che i Romani costruirono due strade: una che attraversava la pianura, parallela alla costa, l'altra che seguiva i piedi delle colline. Analisi delle attuali carte geografiche e mappe di quel periodo, però, dimostrano che c'era anche una rete di strade secondarie: - Via "Silcia" parallela alla costa: dopo l'incrocio con Via Ricortola, questa strada continua con il nome di Via Zara e termina in Via San Leonardo; - Sopra questa strada e parallela ad essa nel territorio di Montignoso c’è Via Croce, che prende il nome Massese di Via Stradella e Via Pandolfino e, infine, al confine con Carrara diventa l'attuale Via del Bozzone; - Ancora nel territorio di Montignoso c’è una strada chiamata "Silcia" che continua con i nomi di Volpina e Ferraretto, attraversa la Poggi e raggiunge borgo di S. Leonardo del quattordicesimo secolo. E 'interessante, tuttavia, a guardare alle origini dei nomi di queste strade. La prima, Via Silcia, la strada vicino al mare, potrebbe essere stata realizzata con selci o pietre tonde bianche dato il nome che si riferisce alla pavimentazione tipica delle grandi vie consolari, la seconda, Via Stradella, potrebbe derivare dal fatto che questo è stato una strada di transito;. terzo, Via Silcia, molto probabilmente deriva come la prima da "silcia" o Selce ", cioè dalla sua costruzione I nomi usati ricordano la tipica o residua vegetazione, i metodi di coltivazione, il raccolto, le condizioni idrografiche, e la natura del terreno, ma un esame più attento ha rivelato che questi nomi ricordano le caratteristiche del territorio e delle aree presenti in quel momento. Ad esempio, i vari insediamenti, soprattutto insediamenti romani (S. Vitale, Montepepe) ma anche Goth (Gotola), oppure i vari usi del terreno, causato dalla bonifica della pianura o perché situate ai piedi delle colline (Cafaggio, Cambonelli), hanno rivelato una zona più frammentata ma fortemente lavorata nelle due pianure del tempo, cioè S. Vitale, e grandi pezzi di terra e delle aree a coltivazione nella pianura di Massa. Comunque la Via Francigena o Romana era importante non solo come strada di transito e anche se questo è confermato da vari fattori. Ad esempio, il punto di pedaggio a Burgo Frigidi o Salto della Cerva ( il salto del cervo ) il nome della zona tra il castello Aghinolfi e il Lago di Porta, che è dove, come vuole la leggenda, iol luogo dove una femmina di cervo è sfuggita alle frecce di un cacciatore ; i numerosi spedali o ricoveri per gli infermi o per i viaggiatori, il più antico dei quali è il rifugio di San Leonardo nei pressi del fiume Frigido, dove c'erano anche locande gestite da privati (quattro nella seconda metà del XV secolo) che offrivano vitto e alloggio per i visitatori. C'era anche una locanda a Porta nel territorio di Montignoso, l'ospedale a Nara e venditori di pane e vino a San Marino e San Cristoforo. Nel comune di S. Vitale c’era un luogo chiamato "Spidalecto" dal nome di un piccolo spedale conosciuto come lo spedale della Madonna che fu in seguito abbandonato a causa di problemi con la palude. Nei campi c’era lo spedale di San. Jacopo, a Ponte, gli spedali delle Opere di Santa Maia di Massa e Antona e Ortola, quest'ultima sotto la giurisdizione della parrocchia di S. Vitale. CARRARA - LUNIGIANA La Via Francigena attraversava lo spartiacque appenninico nel mondo mediterraneo avattraverso la valle della Cisa (Via Monte Bardone), e scendeva verso il mare seguendo il corso del fiume Magra. La strada per i Longobardi era soprattutto un sistema strategico con punti apparentemente forti per un migliore sistema di difesa. Giù in Lunigiana vi era l'ospitalità del monastero benedettino di Montelungo,così chiamato a causa del Mons Longobardorum, un luogo citato da Sigerico come Sancte Benedicte. La Via Francigena poi portava a Pontremoli. Fuori Pontremoli ci sono ancora i resti della chiesa di San Giorgio, un centro ospitaliero per i pellegrini. Il castello del Piagnaro che ospita il Museo delle Statue Stele della Lunigiana domina la città . Da Pontremoli, la via Francigena correva lungo il Magra fino a Filattiera, dove era situata la chiesa parrocchiale di Santo Stefano di Sorano, un edificio romanico con influenze lombarde. Il luogo prende il nome da PhylaktŠrion, un torrione a forma quadrata. Più avanti si incontra Villafranca, dove si può vedere il castello Malaspina, oggi abbandonato. Proseguendo lungo la valle del Magra si trova uno dei molti villaggi, Fornoli, dove si trova la cosiddetta "Chiesaccia", un edificio romanico. Accanto a questo il letto originale medievale della Via Francigena è ancora visibile. Aulla, Aguilla di Sigerico, era un importante centro di comunicazione già agli inizi del secondo millennio dove fu fondata l'Abbazia di San Caprasio. Da qui la strada si diramava in due strade che portavano a Carrara (già nota per l'estrazione del marmo) e poi Massa. Le due strade erano: - Una strada panoramica che seguiva i piedi delle montagne e poi scendeva verso Fosdinovo; - Una strada che lasciava Aulla e andava verso il mare passando da Santo Stefano Magra e Avenza. LA CHIESA PARROCCHIALE DI CODIPONTE Tornando ala valle Aulella, a Codiponte, si trova la chiesa parrocchiale dei Santi Cornelio e Cipriano, che appare all'improvviso sulla destra del fiume con la sua vecchia facciata divisa da due singolari contrafforti tipo asturiano. Questo è certamente uno dei monumenti più famosi della Lunigiana dal punto di vista di architettura, archeologia e territoriale. La pieve di Codiponte è ancora dibattuta in merito alla sua continuità da precedenti giurisdizioni o insediamenti. Secondo alcuni studiosi, le pievi della diocesi di Luni antica rientrano nel modello tipico del centro-nord Italia, con particolare riferimento a ordini religiosi originariamente dai comuni della valle. L'organo federativo dei Liguri protostorici è stato sottolineato come la "conciliabulum" da Tito Livio. Sembra che il "conciliabulum" fosse l'organo che corrisponde alla romana "pagus" (distretto di paese). Quindi, in Lunigiana non c’erano consigli comunali (commune civitatis) o consigli rurali (commune loci), invece c’erano consigli di valle (commune pagi. Pertanto, questo principio è alla base dell'organizzazione plebana successiva nel Medioevo. La più antica testimonianza della presenza umana a Codiponte è un grande frammento di una statua stele riutilizzato in un edificio nel villaggio del XV secolo. Si tratta di una statuetta in pietra usato come stipite della porta, la scure in una forma molto arcaica può essere attribuita al periodo eneolitico (periodo di transizione tra l'età della pietra e del bronzo). Insediamenti continuarono nel tempo anche nella zona della chiesa parrocchiale. Qui, sotto l’edficio cristiano c’è infatti prova di un insediamento ligure del VII AC, uno tardo romano del primo secolo dell’era “volgare” e, infine, il piano della chiesa primitiva romanica.Durante la ristrutturazione della chiesa negli anni '60 da parte della Commissione Monumenti di Pisa, lavori di scavo sono stati effettuati nella zona della chiesa.