Fronte Sannita per la Difesa della Montagna

Bozza 1.0 Sannio beneventano

Individuazione dei Siti non idonei Art. 15 Legge Regionale n°6 del 5 aprile 2016

Elaborazione Giuseppe Fappiano [email protected] [email protected] INDIVIDUAZIONE DELLE AREE E DEI SITI NON IDONEI ALLA ISTALLAZIONE DI IMPIANTI ALIMENTATI DA FONTI RINNOVABILI Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico 10 settembre 2010 Linee guida per l’autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili. (pubblicato nella G.U. n. 219 del 18/09/2010)

Premessa

Sulla Gazzetta Ufficiale n. 219 del 18/9/2010 sono state pubblicate le “Linee guida per l’autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili” emanate con D.M. 10 settembre 2010 di concerto tra il

Ministero dello Sviluppo Economico, il Ministero dell’Ambiente e della

Tutela del Territorio e del Mare e il Ministero per i Beni e le Attività

Culturali, in attuazione a quanto previsto dall’art. 12 del D.Lgs 29 dicembre 2003 n. 387.

Tale decreto demanda alle Regioni il compito di avviare “un’apposita istruttoria avente ad oggetto la ricognizione delle disposizioni volte alla tutela dell’ambiente del paesaggio del patrimonio storico e artistico, delle tradizioni agroalimentari locali, della biodiversità e del paesaggio rurale che identificano obiettivi di protezione non compatibili con l’insediamento in determinate aree di specifiche tipologie e/o dimensioni di impianti…”. Preliminarmente sono da considerarsi Siti NON Idonei all’installazione di impianti di produzione di energia eolica le aree del sistema dei crinali e del sistema collinare ad altezze superiori ai 1200 metri (comprensiva dell'altezza dell'aerogeneratore);

Le aree che hanno una ventosità media annua inferiore a 7 metri al secondo, calcolata a 25 metri dal suolo (come dall'Atlante Eolico Italiano);

Le aree che hanno una produttività specifica, definita come numero di ore annue di funzionamento alla piena potenza nominale, comunque non inferiori a 2.000 ore annue verificata direttamente dall'ARPAC .

Distanze da rispettare per la sicurezza: In presenza di macchine eoliche, sia singole che facenti parte di un sistema industriale di produzione ed al fine di garantire la sicurezza di di persone, animali e cose si determina che la distanza minima per garantire la sicurezza per persone, animali e cose ed indipendentemente dalla potenza della macchina eolica, la distanza da rispettare dovrà essere pari a una volta e mezza l'altezza della macchina eolica . L'area suddetta risultante deve essere opportunamente recintata al fine di impedire che si possa accidentalmente entrare nell'area di pericolosità. In caso di impianto eolico industriale, l'area impegnata dovrà essere quella individuata come l'area di produzione e non quella relativa all'impegno della singola pala cosi come avviene adesso. La distanza di una volta e mezza l'altezza della macchina eolica dovrà essere rispettata in presenza di case sparse, cavidotti aerei ed interrati, autostrade, strade a scorrimento veloce, strade provinciali, strade comunali e strade interpoderali Nel rispetto dei confini comunali, provinciali, regionali e nel rispetto del diritto di ogni singola amministrazione nel vedere il proprio paesaggio disturbato dalla vista del delle singole amministrazioni comunali e nel rispetto del diritto di ogni singola amministrazione comunale a non veder deteriorato la vista ed il paesaggio comunale si determinano le seguenti distanze: Distanza dal confine comunale: Cinque volte l'altezza della macchina eolica Dal Confine Regionale: dieci volte l'altezza della macchina eolica Nel caso il confine sia un'area contermini tutelato dalla Legge 42/2004 la distanza è determinata secondo quando già previsto dal DM 10/06/2010 e cioè 50 volte l'altezza della macchina eolica. Mappa della producibilità eolica della provincia di Benevento.

Come si evince dalla mappa, la provincia di Benevento non ha bacini di produzione eolica adeguata poiché i venti vanno da 3 ms a 6 ms inadeguato per una produzione industriale. Pianificazione territoriale La coerenza esterna del Piano di Sviluppo rispetto alla pianificazione territoriale è attuata attraverso l’applicazione della metodologia dei criteri ERPA, che considera e integra al proprio interno i vincoli pianificatori. Tale approccio costituisce uno strumento appropriato per la ricerca di ipotesi localizzative coerenti con la pianificazione territoriale e di settore di livello regionale o locale. La coerenza esterna del piano non significa assenza di interferenze dell’area di studio, a livello attuativo, a maggiore ragione a livello strutturale e strategico, con aree soggette a vincoli e tutele. Si demanda al livello progettuale la funzione di risolvere e minimizzare le interferenze residue tra il tracciato e le aree soggette a tutela nell’ambito del quadro programmatico dello Studio di Impatto Ambientale ed attraverso gli strumenti previsti dai piani stessi per la gestione delle interferenze. In Campania sono attualmente presenti diversi strumenti attorno a cui ruota la pianificazione del territorio; nella Tabella 1 seguente sono elencati e descritti tali strumenti, raccolti da uno studio condotto dal Centro Elettrotecnico Sperimentale Italiano (CESI). Nella Tabella 2 sono invece elencati gli strumenti di pianificazione a livello provinciale.

Tabella 1

Strumento di Pianificazione Atto di Approvazione Ruolo

Il Piano fornisce criteri ed indirizzi di tutela, valorizzazione, salvaguardia e gestione del paesaggio per la pianificazione provinciale e L.R. n. 13 del 13 Regionale Piano Territoriale comunale, finalizzati alla tutela dell’integrità fisica e dell’identità (PTR) ottobre 2008 culturale del territorio.

Il Piano individua le misure da attuare nelle zone di risanamento e di osservazione per conseguire un miglioramento della qualità dell’aria. Le misure hanno lo scopo di: conseguire, entro il 2010 nelle zone definite di risanamento, il rispetto degli obiettivi di qualità dell’aria, stabiliti dalle più recenti normative europee; evitare, entro il 2010 nelle zone definite di mantenimento, il peggioramento della qualità dell’aria; contribuire al rispetto dei limiti Piano Regionale di con emendamenti, dal nazionali di emissione degli ossidi di zolfo, ossidi di azoto, composti Risanamento e Mantenimento Consiglio Regionale della organici volatili ed ammoniaca; conseguire entro il 2008 il rispetto dei della Qualità dell’Aria Campania nella seduta del 27 limiti di emissione; conseguire una riduzione delle emissioni dei (PRMQA) giugno 2007. precursori dell’ozono e porre le basi per il rispetto degli standard di qualità dell’aria per tale inquinante; contribuire con le iniziative di risparmio energetico, di sviluppo di produzione di energia elettrica con fonti rinnovabili e tramite la produzione di energia elettrica da impianti con maggiore efficienza energetica a conseguire, entro il 2010, la percentuale di riduzione delle emissioni prevista per l’Italia in applicazione del protocollo di Kyoto.

Piano stralcio per l’Assetto Ha valore di piano territoriale di settore ed è lo strumento conoscitivo, Idrogeologico – Rischio di D.P.C.M. del 12 dicembre normativo, tecnico operativo mediante il quale sono pianificate e Frana per il bacino dei Fiumi 2006 programmate le azioni e le norme d’uso del territorio relative Liri, Garigliano e all’assetto idrogeologico del bacino idrografico. (PSAI-Rf)

Costituisce stralcio del più generale piano di bacino, relativo ad un determinato settore funzionale che è quello della tutela dal rischio e Piano Stralcio per l’Assetto Attestato del Consiglio dell’assetto idrogeologico del territorio del bacino Destra Sele. Idrogeologico (PAI) – Regionale n. 53/2 del 19 Fornisce una serie di disposizioni generali e di disposizioni specifiche Autorità di Bacino Regionale maggio 2006 relativamente connesse alle aree a rischio idraulico e alle aree a rischio Destra Sele frane. Esso fornisce in oltre alcune disposizioni per la tutela dal pericolo idrogeologico.

Adottato con Delibera del Il Piano è finalizzato a: preservare il capitale naturale delle risorse Comitato Istituzionale idriche per le generazioni future (sostenibilità ecologica); Piano di gestione delle acque - dell’Autorità di Bacino Liri allocare in termini efficienti una risorsa scarsa come l’acqua Distretto appennino Garigliano e Volturno n. 1 del (sostenibilità economica); garantire l’equa condivisione e accessibilità meridionale 24 febbraio 2010, vigente in per tutti ad una risorsa fondamentale per la vita e la qualità dello misura di salvaguardia. sviluppo economico (sostenibilità etico-sociale).

Assume come riferimento strategico la strada indicata dall’Unione Europea con l’approvazione del pacchetto clima, che impone una Proposta di Piano Energetico D.G.R. n. 475 del 18 marzo declinazione a livello nazionale degli obiettivi di sviluppo delle fonti Ambientale Regionale (PEAR) 2009 rinnovabili e riduzione delle emissioni climalteranti, da ripartire successivamente, in modo equo e condiviso, tra le Regioni. Tabella 2

Strumento di Pianificazione Atto di Approvazione Ruolo

Il Piano persegue gli obiettivi di diffondere la valorizzazione del paesaggio su tutto il territorio provinciale, intrecciare all’insediamento umano una rete di naturalità diffusa, adeguare l’offerta abitativa ad un progressivo riequilibrio dell’assetto insediativo, ridurre il degrado Piano Territoriale di insediativo, potenziare e rendere più efficiente il sistema di D.G.P. n.1091 del 17 Coordinamento (PTCP) di comunicazione interno e le relazioni esterne sia di merci che di dicembre 2007 Napoli passeggeri, elevare l’istruzione e la formazione, distribuire equamente sul territorio le opportunità di utilizzo dei servizi e delle attività di interesse sovralocale, favorire la crescita duratura dell’occupazione agevolando le attività produttive che valorizzano le risorse locali.

Il Piano diviene strumento di disciplina per la tutela, la riqualificazione e la valorizzazione del territorio, ed è costituito da un insieme di atti, Piano Territoriale di D.G.P. n. 407 del 16 documenti, cartografie e norme che riguardano i diversi aspetti del Coordinamento Provinciale luglio 2010 (adottato) territorio. In esso sono contenuti i criteri per l'elaborazione sia dei (PTCP) di Benevento piani comunali sia degli strumenti per la programmazione concertata dello sviluppo locale.

Il Piano articola i propri contenuti a partire dall’indicazione degli obiettivi di sviluppo economico e sociale a scala provinciale; esso assume come obiettivo generale l’innovazione della struttura Preliminare del Piano economica, la sostenibilità dell’assetto del territorio e l’attuazione Territoriale di Coordinamento (adottato)gennaio della convenzione europea del paesaggio, da perseguire attraverso (PTCP) della Provincia di 2009D.G.P. n.16 del 26 azioni che, valorizzano le risorse e le identità locali, garantiscano la Salerno compatibilità tra lo sviluppo delle competitività e la sostenibilità, salvaguardando gli equilibri ambientali e le risorse naturali, storico- culturali e paesaggistiche e preservando gli insediamenti dai rischi naturali.

Il Piano segue i seguenti obiettivi: recuperare e riutilizzare in maniera compatibile i beni storico-architettonici; promuovere l’integrazione tra Preliminare del Piano settore agricolo, tutela e valorizzazione delle risorse ambientali; D.C.P. n. 51 del 22 aprile Territoriale di Coordinamento tutelare, riqualificare e valorizzare le risorse 2004 (adottato) Provinciale (PTCP) di Avellino paesistico-ambientali; riqualificare i centri storici; garantire elevati livelli di sicurezza al rischio sismico e idrogeologico e ai rischi antropici.

Il Piano persegue finalità di sviluppo culturale, sociale, ed economico Piano Territoriale di attraverso il contenimento del consumo del suolo assicurando la tutela D.G.R. n. 834 del 11 Coordinamento (PTCP) della del territorio rurale e riqualificazione delle aree urbane; tutela del maggio 2007 Provincia di Caserta paesaggio naturale; potenziamento del sistema dei servizi; risparmio energetico e promozione delle energie alternative.

Con Legge Regionale n° 6 del 5 aprile 2015 , Art. 15 (Misure in materia di impianti eolici e di produzione energetica con utilizzo di biomasse) è disposto che la reone, entro 180 giorni, deve individuare i siti non idonei per le installazioni di impianti per la produzione di energia rinnovabile di potenza superiore a 20kw.

In attuazione di dette disposizioni è stata avviata l’istruttoria per l’individuazione delle aree e dei siti non idonei a cura di un apposito Gruppo di Lavoro interistituzionale e interdipartimentale (attraverso tavoli di concertazione con: Comuni del territorio campano, Province, Enti Parco, Associazioni di categoria e Associazioni ambientaliste) In tale operazione si è tenuto conto delle peculiarità del territorio conciliando le politiche di tutela dell’ambiente e del paesaggio, del territorio rurale e delle tradizioni agro-alimentari locali con quelle di sviluppo e valorizzazione delle energie rinnovabili. La metodologia utilizzata, con riferimento all’Allegato 3 del D.M. 10 settembre 2010, ha portato all’individuazione di 4 macro aree tematiche: 1. aree sottoposte a tutela del paesaggio, del patrimonio storico, artistico e archeologico; 2. aree comprese nel Sistema Ecologico Funzionale Territoriale; 3. aree agricole; 4. aree in dissesto idraulico ed idrogeologico;

Per ciascuna macro area tematica sono state identificate diverse tipologie di beni ed aree ritenute “non idonee“ procedendo alla mappatura delle aree non idonee

La sovrapposizione delle informazioni, ha consentito la produzione di una cartografia di sintesi che individua siti e aree non idonee all’istallazione di impianti alimentati da fonti rinnovabili; tali cartografie sono da considerarsi non esaustive per l’indisponibilità in formato vettoriale di alcuni dati. Pertanto in tutti gli ambiti di riferimento risulta necessario porre un particolare livello di attenzione nella redazione dei progetti per l’installazione degli impianti, anche integrando gli elaborati progettuali con appositi studi a scale adeguate riferiti all’insieme delle aree e siti non idonei di seguito considerati. Risulta altresì necessario porre un particolare livello di attenzione nella valutazione dei progetti che, al fine di garantire il corretto inserimento degli impianti sul territorio, dovrà tener conto della situazione di base – impianti già realizzati – in cui il nuovo intervento dovrà inserirsi e dei potenziali effetti cumulativi del medesimo (anche in termini di co- visibilità) in rapporto ad altri progetti già autorizzati o presentati. La valutazione cui l’Amministrazione competente è chiamata non può esaurirsi nell’esame del progetto proposto quale fatto a se stante, avulso dal contesto edilizio, ambientale e territoriale di fondo, né da proposte di progetti in territori attigui.

Aree e Siti non idonei Sono considerati “non idonei” all’installazione di impianti alimentati da fonti rinnovabili, così come specificate le aree e i siti riconducibili alle seguenti macro aree tematiche:

1. AREE SOTTOPOSTE A TUTELA DEL PAESAGGIO, DEL PATRIMONIO STORICO, ARTISTICO E ARCHEOLOGICO

Sono compresi in questa macro area i beni ed ambiti territoriali sottoposti a tutela del paesaggio e del patrimonio storico artistico e archeologico ai sensi del D. Lgs n.42/2004 e s.m.ii.( Codice dei beni culturali e paesaggio).

1. Aree di interesse archeologico, intese come contesti di giacenza storicamente rilevante Dal punto di vista metodologico, occorre avanzare alcune precisazioni che attengono alla peculiarità della tutela del patrimonio archeologico rispetto a quella degli altri beni culturali. Il potenziale archeologico di un’area, infatti, il più delle volte non è immediatamente percepibile e, conseguentemente, delimitabile entro precisi confini territoriali, specie nel caso di siti non indagati integralmente. Il lavoro di individuazione delle aree non idonee è stato quindi inteso inizialmente come attività conoscitiva, attraverso una ricognizione a tappeto sul territorio regionale, delle evidenze archeologiche conosciute e di quanto, anche se non più evidente, noto da conoscenze del passato. Cartografando dati di archivio, notizie di scavo e informazioni desunte dall’esperienza diretta sul territorio del personale tecnico- scientifico della Soprintendenza per i Beni Archeologici, sono emerse concentrazioni di depositi archeologici, convenzionalmente rappresentate attraverso la costruzione di poligoni realizzati congiungendo tra loro i centri di aree che presentano un diffuso interesse archeologico. Per questo motivo e considerata l’oggettiva impossibilità di posizionare e delimitare in modo puntuale aree che per aspetti peculiari legati alla natura del paesaggio antico e alle dinamiche del popolamento, i poligoni non costituiscono una delimitazione topografica con valore esclusivo, ma intendono svolgere la funzione, prevista dal citato allegato 3 del D.M. 10/09/2010, di “offrire agli operatori un quadro certo e chiaro di riferimento ed orientamento per la localizzazione dei progetti, […] non configurandosi come divieto preliminare”. I beni archeologici hanno una specifica normativa di riferimento per quanto attiene agli strumenti di tutela, tuttavia, tra le finalità di un Piano Paesaggistico è anche la tutela del contesto territoriale di giacenza di quanto non ancora oggetto di specifici provvedimenti di tutela. Pertanto, la perimetrazione delle aree non idonee ha inteso salvaguardare territori rispetto ai quali il livello di attenzione non è sostenuto da dispositivi giuridici codificati, nella consapevolezza, peraltro, della natura non vincolante del documento redatto dal Tavolo Tecnico. Su queste basi metodologiche, sono stati individuati come aree non idonee i seguenti comparti territoriali, identificabili in base alla cartografia allegata(da fare), parte integrante del presente lavoro, a cui sono stati dati nomi convenzionali:

1.0. Beni Archeologici tutelati dalla legge • Beni dichiarati di interesse archeologico ai sensi degli artt. 10, 12, 45 del D.Lgs. 42/2004 e beni assimilabili per i quali è in corso un procedimento di dichiarazione di interesse culturale ai sensi degli artt. 14 e 46, con divieto di costruzione impianti con buffer calcolato dai limiti del vincolo di m. 1.000 nel caso degli eolici e m. 300 nel ◦caso dei fotovoltaici.

• Regio Tratturo e rete dei tratturelli vincolati ai sensi del D.M. 22 dicembre 1983 , (o la cui procedura di vincolo sia già in itinere) con divieto di costruzione impianti con buffer calcolato dai limiti del vincolo di m. 1.000 nel caso degli eolici e m. 300 nel caso dei fotovoltaici.

• Zone individuate ai sensi dell’art. 142, lett. m del D.Lgs. 42/2004. Divieto di costruzione impianti con buffer calcolato dai limiti del vincolo pari a m. 8.000 nel caso degli eolici e m. 1.000 nel caso dei fotovoltaici.

1.1. Siti inseriti nel patrimonio mondiale dell’ UNESCO E’ compreso in questa tipologia il territorio della Campania che risulta iscritto nell’elenco dei siti del patrimonio mondiale. E' previsto un buffer di 8.000 metri. Il buffer è pari alla distanza massima dal confine comunale.

• Centro storico di Napoli;

• Aree archeologiche di Pompei, Ercolano e Torre Annunziata;

• Il Palazzo Reale del XVIII sec. di Caserta con il parco, l’Acquedotto vanvitelliano e il Complesso di S. Leucio;

• Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano con i siti archeologici di Paestum e Velia e la Certosa di Padula

• Costiera Amalfitana

• "I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)" sito seriale Per la Campania la serie comprende la Chiesa di Santa Sofia a Benevento 1.2. Beni monumentali Sono comprese in questa tipologia i beni monumentali individuati e normati dagli artt. 10, 12 e 46 del D. Lgs n.42/2004 e s.m.ii. Per i beni monumentali esterni al perimetro dei centri urbani (Ambito Urbano da RU o da Zonizzazione Prg/PdF) si prevede, per gli impianti eolici di grande generazione, un buffer di 3.000 mt dal perimetro del manufatto vincolato e, o qualora esistente, dalla relativa area di tutela indiretta. Il buffer si incrementa fino a 10.000 mt nei casi di beni monumentali isolati posti in altura. Per gli impianti fotovoltaici di grande generazione e per i solari termodinamici si prevede un buffer è di 1.000 mt. L’inserimento dei buffer è motivato dalla volontà di preservare l’immagine consolidata del monumento e del suo intorno che, insieme, costituiscono testimonianza fondamentale per l’identità storico-culturale di un territorio.

1.3. Beni archeologici Si precisa che sono da ritenere aree non idonee all’installazione di impianti da fonti rinnovabili, i siti archeologici con una fascia di rispetto all’eolico di 1.000 metri se l'impianto non è visibile dal sito altrimenti la distanza deve essere tale per cui l'impianto non sia comunque visibile dal bene tutelato). In riferimento al fotovoltaico e al solare termodinamico, 300 metri Il sito come “traccia archeologica di un’attività antropica” costituisce l’unità territoriale minima, riconoscibile nelle distinte categorie, indicate dall’allegato 3 (par. 17) delle Linee guida, di cui al D.M. 10/09/2010, come criteri di individuazione delle aree non idonee, secondo i seguenti raggruppamenti: − “aree e beni di notevole interesse culturale di cui alla Parte II del D.Lgs. 42/2004” (artt. 10, 12 e 45); − “zone situate in prossimità di parchi archeologici e nelle aree contermini ad emergenze di particolare interesse culturale”; − “zone individuate ai sensi dell’art. 142 del D.Lgs. 42/2004” (nello specifico dei siti archeologici, la lett. m.). Il quadro di riferimento relativo ai beni archeologici permette di delineare due macrocategorie internamente differenziate:

1.4. Beni paesaggistici Sono comprese in questa tipologia: • le aree già vincolate ai sensi dell’ artt. 136 e 157 del D. Lgs n.42/2004 (ex L.1497/39), con decreti ministeriali e/o regionali e quelle in iter di istituzione.

Aree interessate a Vincoli Paesaggistici (solo prov BN) Pietraroja Intero territorio Cerreto Sannita Intero territorio San Lorenzello Intero territorio Pontelandolfo Parte del territorio Montesarchio Face laterali Strada Statale n° 7 Appia Montesarchio Località Lato Vetere

Paupisi Intero territorio

Campoli Del Monte Taburno, Intero territorio

Tocco Caudio Intero territorio Solopaca Intero territorio

Vitulano Intero territorio

Cautano Intero territorio

Frasso Telesino Intero territorio

Dugenta Intero territorio

Melizzano Intero territorio

Sant' Agata Dè Goti Intero territorio

Montesarchio Intero territorio

Bonea Intero territorio

Bucciano Intero territorio

Moiano Intero territorio

Torrecuso Intero territorio

Foglianise Intero territorio

Il buffer è pari a 50 volte l'altezza della singola pala eolica mentre per gli impianti fotovoltaici di grande generazione e per gli impianti solari termodinamici il buffer è di 5.000 metri. Tali distanze devono essere rispettate anche per gli impianti ricadenti in aree contermini al confine con altre regioni

• i territori costieri compresi in una fascia della profondità di 5.000 metri dalla linea di battigia, anche per i terreni elevati sul mare, non ricadenti nelle aree vincolate ai sensi dell’ art. artt. 136 e 157 del D. Lgs n.42/2004 (ex L.1497/39); L’inserimento del buffer di 5.000 mt è previsto per gli impianti eolici e fotovoltaici di grande generazione e per gli impianti solari termodinamici, si motiva per la particolare conformazione morfologica del litorale Campano;

• i territori contermini ai laghi ed invasi artificiali compresi in una fascia della profondità di 3.000 metri dalla linea di battigia, anche per i territori elevati sui laghi

L’inserimento del buffer di 3.000 mt è previsto per gli impianti eolici e fotovoltaici di grande generazione e per gli impianti solari termodinamici ed è motivato considerando che quasi tutti i laghi esistenti in Campania sono tutelati ai sensi delle Direttive “Habitat” ed “Uccelli”;

• i fiumi, i torrenti, i corsi d'acqua iscritti negli elenchi previsti dal testo unico delle disposizioni di legge sulle acque ed impianti elettrici, approvato con regio decreto 11 dicembre 1933, n. 1775, e le relative sponde o piedi degli argini per una fascia di 500 metri ciascuna;

L’inserimento del buffer di 500 mt è previsto per gli impianti eolici e fotovoltaici di grande generazione e per gli impianti solari termodinamici, è motivato considerando che i fiumi, i torrenti, i corsi d'acqua rappresentano corridoi ambientali da preservare; • • le montagne per la parte eccedente 1.200 metri (compresa l'altezza della pala eolica) sul livello del mare per la catena appenninica Per gli impianti eolici di grande generazione, si pone la necessità di esplicitare che “se le montagne oltre i 1200 mt costituiscono paesaggio meritevole di tutela ai sensi del art. 142 comma 1 , lettera d del D.Lgs 42/2004, come tali devono essere protette non solo dalle trasformazioni del proprio territorio interno al perimetro dei 1.200 mt, ma anche dalle interferenze visive che ne pregiudichino la bellezza panoramica dai punti di osservazione inferiori ed esterni al perimetro stesso dei 1.200 mt “; pertanto, qualora, anche sulla base dello studio di intervisibilità nell’intera area di impatto potenziale e della valutazione delle reciproche interferenze, l’intervento sia considerato compatibile con la salvaguardia delle visuali protette e dei relativi punti di vista (tutela di prossimità), per limitare la sua intervisibilità all’interno dell’area di impatto potenziale (L’area di impatto potenziale rappresenta lo spazio geografico, all’interno del quale, è prevedibile si manifestino in modo più evidente gli impatti, ed al cui interno si concentrano la maggior parte delle analisi.), ai fini progettuali l’aerogeneratore deve essere impostato ad una quota tale da non eccedere, per tutto il suo profilo e dalle diverse prospettive, i 1.200 mt considerati;

• le zone gravate da usi civici e le aree assegnate alle università agrarie. Sono comprese in questa tipologia le aree gravate dal diritto che spetta a coloro che appartengono ad una determinata collettività – Comune o Frazione - di godere, traendone alcune utilità primarie, di beni immobili presenti nel territorio di riferimento della collettività stessa. Si tratta di terre, di fatto silvo-pastorali o agricole a queste funzionali, conservate alla popolazione proprietaria per il loro preminente interesse ambientale .

L’inserimento di queste tipologie di aree è previsto per gli impianti eolici e fotovoltaici di grande generazione e per gli impianti solari termodinamici,è motivato dalla loro rilevanza quantitativa, dalla struttura giuridica scaturita dalla storia e dal carattere strategico in quanto aree di pregio naturalistico e paesaggistico. Tali aree, a causa della scarsa valorizzazione e attenzione, sono fortemente esposte a rischi di gravi alterazioni e perdita di biodiversità;

• i percorsi tratturali. Si intendono come percorsi tratturali le tracce dell’antica viabilità legata alla transumanza, in parte già tutelate con D.M. del 22 dicembre 1983. L’inserimento di queste tipologie è motivata perchè i tratturi presentano una forte valenza paesaggistica, in quanto testimonianza delle relazioni sviluppatesi, sin da epoca preistorica, in connessione con forme di produzione legate alla pastorizia, protrattesi nel tempo fin ai nostri giorni. Pertanto, onde tutelare, non soltanto l’elemento fisico, ma anche l’intero contesto in cui il tracciato si inserisce, è necessario, sia per gli impianti eolici e fotovoltaici di grande generazione che per i solari termodinamici, prevedere un buffer di 8.000 mt dal limite esterno dell’area di sedime, come individuata dal catastale storico;

• le aree comprese nei Piani Paesistici di Area Vasta soggette a vincolo di conservazione A1 e A2. Le aree soggette a vincolo di conservazione A1 sono le aree a conservazione integrale, ove è possibile esclusivamente la realizzazione di opere di manutenzione, miglioramento e ripristino delle caratteristiche costitutive e degli usi attuali compatibili, nonché interventi volti all’eliminazione di eventuali usi incompatibili, ovvero detrattori ambientali. Le aree soggette a vincolo di conservazione A2 sono le aree a conservazione parziale, ove è possibile, la realizzazione di opere di manutenzione, di miglioramento e ripristino delle caratteristiche costitutive, nonché interventi volti all’introduzione di nuovi usi che non alterino dette caratteristiche, oltreché interventi per l’eliminazione di eventuali usi incompatibili, ovvero detrattori ambientali. Dette aree a vincolo di conservazione integrale o parziale sono cartografate negli elaborati ”Carta della Trasformabilità” dei rispettivi Piani Paesistici di Area Vasta vigenti e disciplinate nel testo “Norme di Attuazione” a corredo dei suddetti Piani. • le aree di crinale come elementi lineari di valore elevato. Si tratta delle zone di rispetto riferite ad elementi puntuali o lineari, a carattere naturalistico e/o storico- monumentale, costituenti punti di vista dominanti e pertanto importanti, sia come elementi strutturanti il quadro paesaggistico, sia per una fruizione attiva del paesaggio. Tali zone devono essere protette non solo dalle trasformazioni del territorio interno al proprio perimetro, ma anche dalle interferenze visive che ne pregiudichino la bellezza panoramica dai punti di osservazione inferiori ed esterni al perimetro; pertanto, la valutazione degli interventi, da effettuarsi sulla base dello studio di intervisibilità e delle reciproche interferenze nell’intera area di impatto potenziale, non può prescindere dalla compatibilità del medesimo con la salvaguardia delle visuali protette e dei relativi punti di vista (tutela di prossimità);

• le aree comprese nei Piani Paesistici di Area Vasta soggette a Verifica di Ammissibilità. Si tratta di zone la cui trasformazione deve essere sottoposta a verifica di ammissibilità, consistente nella verifica , attraverso lo “studio di compatibilità” per vari tematismi - naturalistico, percettivo, storico….. –dell’ammissibilità di una trasformazione antropica, rispetto alla conservazione delle caratteristiche costitutive dell’area.

• i centri urbani considerando il perimetro dell’Ambito Urbano dei Regolamenti Urbanistici o, per i comuni sprovvisti di Regolamento Urbanistico, il perimetro riportato nella tavola di Zonizzazione dei PRG/ PdF. Contrade o agglomerati di abitazioni decentrati dal centro abitati. Si prevede un buffer di 3.000 mt a partire dai suddetti perimetri

Il buffer di 3.000 metri previsto per gli impianti eolici e fotovoltaici di grande generazione e per gli impianti solari termodinamici, come meglio specificato nell’allegato quadro sinottico, risponde alla necessità di evitare interferenze visive tra gli impianti e i centri urbani/ambiti urbani;

• i centri storici , intesi come dalla zona A ai sensi del D.M. 1444/68 prevista nello strumento urbanistico comunale vigente. E’ previsto un buffer di 5.000 mt dal perimetro della zona A per gli impianti eolici e fotovoltaici di grande generazione e per gli impianti solari termodinamici. L'inserimento del buffer è motivato sia, dalla necessità di preservare l’immagine storicizzata ed il valore identitario per il territorio di riferimento, sia considerando la posizione decentrata dei centri storici rispetto ai centri urbani. Gli abitati di antica formazione sono fulcri della rete insediativa storica: posti in posizioni preminenti, sulle sommità di colline o rilievi, sorgono in punti strategici con funzione di avamposti per il controllo delle principali arterie di connessioni del territorio. Rappresentano, ognuno con il proprio sky-line sedimentato e costruito in secoli di storia, segni distintivi del paesaggio ed elementi identificativi e di forte riconoscibilità nella percezione di un dato contesto territoriale. Ogni centro storico costituisce un unicum in quanto sintesi della “morfologia naturale” propria del luogo su cui sorge e della “morfologia costruita” propria dell’abitato. Solitamente a corona dell’insediamento storico, sulle pendici dell’altura su cui si adagia, ai margini del costruito, piccoli appezzamenti di terreni, disegnano un micro-mosaico agrario intorno all’edificato: orti urbani, piuttosto che oliveti, vigneti, o pendii in cui sono stati scavati cellari, grotte, cantine, che negli anni hanno collaborato nella definizione dell’immagine di ciascuno di questi contesti storici. Si tratta dunque di riconoscere al centro storico il valore di bene culturale ed in uno di bene paesaggistico promuovendo la tutela della sua immagine nel suo contesto così come tramandata nel tempo evitando interferenze visive che potrebbero alterarne la percezione oramai storicizzata. Tali zone devono essere protette non solo dalle trasformazioni del territorio interno al proprio perimetro, ma anche dalle interferenze visive che ne pregiudichino la bellezza panoramica e l’inserimento nel contesto territoriale dai potenziali punti di osservazione esterni al perimetro; pertanto, la valutazione degli interventi, da effettuarsi sulla base dello studio di intervisibilità e delle reciproche interferenze nell’intera area di impatto potenziale, non può prescindere dallo studio della compatibilità del medesimo con la salvaguardia delle visuali che ne garantiscono la riconoscibilità e percezione della propria immagine storicizzata nel proprio contesto;

2. AREE COMPRESE NEL SISTEMA ECOLOGICO FUNZIONALE TERRITORIALE

Il territorio della Regione Campania ha un altissimo valore ambientale in quanto presenta un ricco patrimonio naturalistico in buono stato di conservazione individuato e riconosciuto a livello internazionale. In coerenza con la Strategia Nazionale per la biodiversità e con la consapevolezza di avere in custodia temporanea questi valori, la Regione Campania ha individuato: − n° 24 siti afferenti alla Rete Natura 2000; − n° 2 Parchi Nazionali; − n° 9 Parchi Regionali; − n° 5 Riserve Naturali Statali; − n° 1 Altre aree Naturali Protette Nazionali (Parco Sommerso di Gaiola); − n° 4 Riserve Naturali regionali; − n° 11 oasi di protezione rappresentano i “nodi” dello schema di Rete Ecologica della Campania: il Sistema Ecologico Funzionale Territoriale. Il collegamento territoriale tra le diverse aree protette, realizza il concetto di “conservazione” basato: sulla connessione tra territori ad elevato valore ambientale e sul superamento della frammentazione, mediante l’attuazione di politiche di tutela e pianificazione condivise e univoche. La rete ecologica diventa una infrastruttura naturale e ambientale che ha il fine di relazionare e di connettere gli ambiti territoriali e le comunità locali dotate di maggiore naturalità.

2.1. Aree Protette Ricadono in questa tipologia le 26 Aree Protette, ai sensi della L. 394/91 inserite nel sesto elenco ufficiale delle aree naturali protette EUAP, pubblicato il 31/05/2016 G.U. N° 125 del 31/05/2010, depositato presso il Ministero dell’Ambiente, compreso un buffer di 1.000 mt a partire dal relativo perimetro. La suddivisione per classificazione è la seguente:

• 2 Parchi Nazionali • 2 Aree Naturali Protette Marine • 5 Aree Marine Protette • 5 Riserve Naturali Statali • 2 Altre Aree Naturali Protette Nazionali • 9 Parchi Naturali Regionali • 4 Riserve Naturali Regionali • 5 Altre aree Protette Regionali Parchi e aree naturali protette nella regione Campania

Tipologia Codice Nome Estensione Parco Nazionale del Cilento e Vallo di EUAP0003 178.172 Parchi Nazionali Diano EUAP0009 Parco Nazionale del Vesuvio 7.259 Area Naturale Marina protetta Punta Aree Naturali Marine EUAP0946 1.539 Campanella Protette EUAP0917 Area Marina Protetta Regno di Nettuno 11.258 EUAP0056 Riserva Naturale Castelvolturno 268 EUAP0551 Riserva Naturale statale Isola di Vivara 36 Riserve Naturali Statali EUAP0058 Riserva Naturale Tirone Alto Vesuvio 1.005 EUAP0057 Riserva Naturale Cratere degli Astroni 250 EUAP0059 Riserva Naturale Valle delle Ferriere 455 Altre Aree Naturali Protette EUAP0849 Parco Sommerso di Baia 177 Nazionali EUAP0850 Parco Sommerso di Gaiola 42 EUAP0662 Parco Naturale Diecimare 220 EUAP0174 Parco Regionale Monti Picentini 62.200 EUAP0954 Parco Regionale del Partenio 16.650 EUAP0955 Parco Regionale del Matese 25.000 Parco Regionale di Roccamonfina – Foce EUAP0956 11.000 Parchi Naturali Regionali Garigliano Parco Regionale del Taburno - EUAP0957 12.370 Camposauro EUAP0527 Parco Regionale dei Monti Lattari 14.324 EUAP0958 Parco Regionale dei Campi Flefrei 2.540 EUAP1210 Parco Regionale Bacino Fiume Sarno 3.436 EUAP0971 Riserva Naturale Foce Sele – Tanagro 6.900 Riserva Naturale Foce Volturno – Costa EUAP0972 1.540 di Licola Riserve Naturali Regionali Riserva Naturale Monti Eremita – EUAP0973 1.500 Marzano EUAP0974 Riserva Naturale Lago Falciano 90 EUAP0436 Oasi Bosco di S.Silvestro 76 EUAP0437 Oasi Naturale del Monte Polveracchio 200 Altre Aree Protette Regionali Parco Metropolitano delle Colline di EUAP1224 2.215 Napoli EUAP00991 Oasi Naturale Baia di Leranto 50

Si precisa che la realizzazione di impianti eolici di grande generazione, solari termodinamici e fotovoltaici di grande generazione riguarda tutte le Aree Protette (compresi i Parchi Nazionali) iscritte nel relativo elenco ufficiale EUAP depositato presso il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare; l’integrazione del buffer di 1.000 mt si motiva in recepimento dell’art. n. 32 della L.394/91 relativamente alle aree contigue ai Parchi ed è prevista per gli impianti eolici e fotovoltaici di grande generazione e per gli impianti solari termodinamici, come meglio specificato nell’allegato quadro sinottico. 2.2. Zone Umide Rientrano in questa tipologia le zone umide, elencate nell’inventario nazionale dell’ISPRA (http://sgi2.isprambiente.it/zoneumide/) di cui fanno parte anche le zone umide designate ai sensi della Convenzione di Ramsar, compreso un buffer di 1.000 mt a partire dal relativo perimetro. In Campania ricadono 104 zone umide:

Aree Ramsar in Campania

Codice Nome Zona Provincia Comune

3IT049 Oasi del Sele-Serre Persano Salerno Campagna e Serre

Oasi di Castelvolturno o Variconi I3IT050 Caserta Castelvolturno

Codice Nome Zona Provincia Comune

ITF33W0400 Fondali marini di ISCHIA, PROCIDA e VIVARA Napoli Barano d'Ischia

ITF33W0900 Costiera amalfitana tra NERANO e POSITANO Napoli Sant'Agnello

ITF33W0508 Rupi costiere dell'Isola di ISCHIA Napoli Serrara Fontana

ITF33W0511 Rupi costiere dell'Isola di ISCHIA Napoli Serrara Fontana

ITF32W0100 Alta Valle del Fiume Benevento Morcone

Montesano sulla ITF35W1500 Lago CESSUTA e dintorni Salerno Marcellana

ITF33W0700 Aree umide del Cratere di AGNANO Napoli Napoli

ITF33W0502 Rupi costiere dell'Isola di ISCHIA Napoli Forio

ITF33W0504 Rupi costiere dell'Isola di ISCHIA Napoli Forio

ITF33W0505 Rupi costiere dell'Isola di ISCHIA Napoli Forio

ITF33W0506 Rupi costiere dell'Isola di ISCHIA Napoli Forio

ITF33W0501 Rupi costiere dell'Isola di ISCHIA Napoli Ischia

ITF31W1300 Pineta di PATRIA Caserta Castel Volturno

ITF31W0400 Foce del Fiume VOLTURNO Caserta Castel Volturno

ITF35W0200 Isolotti LI GALLI Salerno Positano

ITF33W0104 Rupi alte costiere dell'Isola di CAPRI Napoli Capri ITF33W0105 Rupi alte costiere dell'Isola di CAPRI Napoli Capri

ITF33W1200 Fondali marini di Punta CAMPANELLA e CAPRI Napoli Massa Lubrense

ITF33W2000 Punta CAMPANELLA Napoli Massa Lubrense

ITF33W0300 Settore orientale dell'Isola di CAPRI Napoli Anacapri

ITF33W0102 Rupi alte costiere dell'Isola di CAPRI Napoli Capri

ITF33W0200 Settore occidentale dell'Isola di CAPRI Napoli Capri

ITF31W0600 Lago di CARINOLA Caserta Falciano del Massico

ITF31W1200 Pineta di CASTELVOLTURNO Caserta Castel Volturno

PALUDI COSTIERE DI VARICONI - OASI DI ITF31W1000 Caserta Castel Volturno CASTEL VOLTURNO

ITF33W1000 Cratere di ASTRONI Napoli Pozzuoli

ITF33W2100 Scoglio del VERVECE Napoli Massa Lubrense

ITF35W1400 Foce del Fiume SELE Salerno Eboli

MEDIO CORSO DEL FIUME SELE - SERRE ITF35W0300 Salerno Campagna PERSA

ITF35W1300 Fiume TANAGRO tra PERTOSA e CONTURSI Salerno Sicignano degli Alburni

ITF33W0503 Rupi costiere dell'Isola di ISCHIA Napoli Forio

ITF33W0509 Rupi costiere dell'Isola di ISCHIA Napoli Serrara Fontana

ITF33W0510 Rupi costiere dell'Isola di ISCHIA Napoli Serrara Fontana

ITF33W0600 Isola di VIVARA Napoli Procida

ITF35W0400 Alta Valle del Fiume BUSSENTO Salerno Sanza

ITF35W0500 Alta Valle del Fiume Salerno Felitto

ITF35W2100 Pareti rocciose di CALA del CEFALO Salerno Camerota

Scoglio del MINGARDO e SPIAGGIA di CALA ITF35W2300 Salerno Camerota del CEFALO

ITF35W0900 Capo PALINURO Salerno Centola

Rupi costiere della Costa degliI INFRESCHI e ITF35W2200 Salerno Camerota della Masseta

ITF35W1700 Monte LICOSA e dintorni Salerno Castellabate

ITF35W1800 Monte TRESINO e dintorni Salerno Agropoli ITF35W1100 Fiume ALENTO Salerno Orria

ITF35W2000 Parco marino di Punta DEGLI INFRESCHI Salerno Camerota

ITF35W1200 Fiume MINGARDO Salerno Laurito

ITF35W0100 Isola di LICOSA Salerno Castellabate

ITF35W1900 Parco marino di S. MARIA di CASTELLABATE Salerno Castellabate

ITF33W0800 Capo MISENO Napoli Bacoli

ITF33W1100 Foce di LICOLA Napoli Pozzuoli

ITF33W1302 Isolotto di S.MARTINO e dintorni Napoli Monte di Procida

ITF33W1500 Lago del FUSARO Napoli Bacoli

ITF33W1700 Lago di MISENO Napoli Bacoli

ITF33W1400 Lago d'AVERNO Napoli Pozzuoli

ITF33W1900 Porto PAONE di NISIDA Napoli Napoli

Costiera amalfitana tra MAIORI e il Torrente ITF35W1000 Salerno Maiori BONEA

ITF35W0600 Alta Valle del Fiume PICENTINO Salerno Giffoni Valle Piana

ITF35W0700 Alta Valle del Fiume TUSCIANO Salerno Acerno

ITF34W0100 Alta Valle del Fiume SELE Avellino Bagnoli Irpino

ITF34W0100 Alta Valle del Fiume CALORE IRPINO Avellino Bagnoli Irpino

Vallone MATRUNOLO ed Alta Valle del Fiume ITF34W0100 Avellino Bagnoli Irpino SABATO

ITF34W0100 Piano di LACENO Avellino Bagnoli Irpino

ITF34W0100 Alta Valle del Fiume OFANTO Avellino Bagnoli Irpino

ITF34W0100 Alta Valle del Fiume SELE Avellino Serino

ITF34W0100 Alta Valle del Fiume CALORE IRPINO Avellino Serino

Vallone MATRUNOLO ed Alta Valle del Fiume ITF34W0100 Avellino Serino SABATO

ITF34W0100 Piano di LACENO Avellino Serino

ITF34W0100 Alta Valle del Fiume OFANTO Avellino Serino

ITF34W0100 Alta Valle del Fiume SELE Avellino Montella ITF34W0100 Alta Valle del Fiume CALORE IRPINO Avellino Montella

Vallone MATRUNOLO ed Alta Valle del Fiume ITF34W0100 Avellino Montella SABATO

ITF34W0100 Piano di LACENO Avellino Montella

ITF34W0100 Alta Valle del Fiume OFANTO Avellino Montella

ITF34W0100 Alta Valle del Fiume SELE Avellino Nusco

ITF34W0100 Alta Valle del Fiume CALORE IRPINO Avellino Nusco

Vallone MATRUNOLO ed Alta Valle del Fiume ITF34W0100 Avellino Nusco SABATO

ITF34W0100 Piano di LACENO Avellino Nusco

ITF34W0100 Alta Valle del Fiume OFANTO Avellino Nusco

ITF31W0700 Lago di GALLO Caserta Gallo Matese

ITF31W0200 Alta Valle del Fiume LETE Caserta Letino

ITF31W0800 Lago di LETINO Caserta Letino

ITF32W0200 Alta Valle del Fiume TITERNO Benevento Cusano Mutri

ITF31W0500 Lago del MATESE Caserta San Gregorio Matese

ITF31W1100 Pineta della Foce del GARIGLIANO Caserta Sessa Aurunca

ITF31W1500 Foce del Fiume GARIGLIANO Caserta Sessa Aurunca

ITF31W1400 Basso corso del Fiume GARIGLIANO Latina Castelforte

ITF33W1800 Lago di PATRIA Napoli Giugliano in Campania

ITF33W1301 Isolotto di S.MARTINO e dintorni Napoli Pozzuoli

ITF33W1600 Lago di Lucrino Napoli Pozzuoli

ITF33W0101 Rupi alte costiere dell'Isola di CAPRI Napoli Anacapri

ITF33W0103 Rupi alte costiere dell'Isola di CAPRI Napoli Capri

ITF35W0800 Basso corso del Fiume BUSSENTO Salerno Santa Marina

ITF35W1600 Medio corso del Fiume SELE Salerno Serre

ITF32W0500 Valle TELESINA Benevento Solopaca

ITF33W0507 Rupi costiere dell'Isola di ISCHIA Napoli Forio

ITF31W0300 Basso corso del Fiume VOLTURNO Caserta Capua ITF31W0900 Media Valle del Fiume VOLTURNO Caserta Raviscanina

ITF32W0400 Sorgenti e Alta Valle del Fiume FORTORE Benevento Baselice

ITF32W0300 Alta Valle del Torrente TAMMARECCHIA Benevento Castelpagano

ITF34W0100 Alta Valle del Fiume SELE Avellino Calabritto

ITF34W0100 Alta Valle del Fiume CALORE IRPINO Avellino Calabritto

Vallone MATRUNOLO ed Alta Valle del Fiume ITF34W0100 Avellino Calabritto SABATO

ITF34W0100 Piano di LACENO Avellino Calabritto

ITF34W0100 Alta Valle del Fiume OFANTO Avellino Calabritto

L’inserimento del buffer a 1.000 mt è prevista per gli impianti eolici e fotovoltaici di grande generazione e per gli impianti solari termodinamici ed è motivata considerando che quasi tutti i laghi esistenti in Campania sono tutelati ai sensi delle Direttive “Habitat” ed “Uccelli” (cfr. punto 1.4);

2.3. Oasi di protezione Si tratta di undici zone: • Bosco Camerine • Bosco Croce • Bosco di San Silvestro • Grotte del Bussento • Lago di Campolattaro • Lago di Conza • Le Mortine • Monte Polveracchio • Monte Accellica • Salicelle • Torre di Mare

L’inserimento del buffer a 1.000 mt è prevista per gli impianti eolici e fotovoltaici di grande generazione e per gli impianti solari termodinamici ed è motivata considerando che quasi tutti i laghi esistenti in Campania sono tutelati ai sensi delle Direttive “Habitat” ed “Uccelli” 2.4. Rete Natura 2000 Sono comprese in questa tipologia le aree incluse nella Rete Natura 2000, designate in base alla direttiva 92/43/CEE e 2009/147/CE (ex 79/409/CEE), compreso un buffer di 1.000 mt a partire dal relativo perimetro. In Campania ricadono n.° 124, aggiornato al gennaio 2016 così distinti: • 93 SIC/ZSC • 15 ZPS • 16 SIC-ZSC/ZPS • Tipologia Codice Nome Estensione ha IT8010018 Variconi 194,00 IT8010026 Matese 25.932,00 IT8010030 Le Mortine 275,00 ZPS IT8020006 Bosco di Castelvetere in Val Fortore 1.468,00 IT8020015 Invaso del Fiume Tammaro 253,00 IT8030007 Cratere di Astroni 253,00 IT8030010 Fondali marini di Ischia, Procida e Vivara 6.116,00 SIC IT8030011 Fondali marini di Punta Campanella e Capri 8.491,00 IT8030012 Isola di Vivara 36,00 IT8030014 Lago d'Averno 125,00 IT8030024 Punta Campanella 390,00 IT8030037 Vesuvio e Monte Somma 6.251,00 IT8030038 Corpo centrale e rupi costiere occidentali dell'Isola di Capri 388,00 IT8030039 Settore e rupi costiere orientali dell'Isola di Capri 96,00 IT8040007 Lago di Conza della Campania 1.214,00 IT8040021 Picentini 63.761,00 IT8040022 Boschi e Sorgenti della Baronia 3.478,00 IT8050008 Capo Palinuro 156,00 IT8050009 Costiera amalfitana tra Maiori e il Torrente Bonea 325,00 IT8050020 Massiccio del Monte Eremita 10.570,00 IT8050021 Medio corso del Fiume Sele - Persano 1.515,00 IT8050036 Parco marino di S. Maria di Castellabate 5.019,00 IT8050037 Parco marino di Punta degli Infreschi 4.914,00 IT8050045 Sorgenti del Vallone delle Ferriere di Amalfi 459,00 IT8050046 Monte Cervati e dintorni 36.912,00 IT8050047 Costa tra Marina di Camerota e Policastro Bussentino 3.276,00 IT8050048 Costa tra Punta Tresino e le Ripe Rosse 2.841,00 IT8050053 Monti Soprano, Vesole e Gole del Fiume Calore Salernitano 5.974,00 IT8050055 Alburni 25.368,00 IT8010004 Bosco di S. Silvestro 81,00 IT8010005 Catena di Monte Cesima 3.427,00 IT8010006 Catena di Monte Maggiore 5.184,00 IT8010010 Lago di Carinola 20,00 IT8010013 Matese Casertano 22.216,00 IT8010015 Monte Massico 3.846,00 IT8010016 Monte Tifata 1.420,00 IT8010017 Monti di Mignano Montelungo 2.487,00 IT8010019 Pineta della Foce del Garigliano 185,00 IT8010020 Pineta di Castelvolturno 90,00 IT8010021 Pineta di Patria 313,00 IT8010022 Vulcano di Roccamonfina 3.816,00 IT8010027 Fiumi Volturno e Calore Beneventano 4.924,00 IT8010028 Foce Volturno - Variconi 303,00 IT8010029 Fiume Garigliano 481,00 IT8020001 Alta Valle del Fiume Tammaro 360,00 IT8020004 Bosco di Castelfranco in Miscano 893,00 IT8020006 Bosco di Castelvetere in Val Fortore 1.468,00 IT8020007 Camposauro 5.508,00 IT8020008 Massiccio del Taburno 5.321,00 IT8020009 Pendici meridionali del 14.597,00 IT8020010 Sorgenti e alta Valle del Fiume Fortore 2.423,00 IT8020014 Bosco di Castelpagano e Torrente Tammarecchia 3.061,00 IT8030001 Aree umide del Cratere di Agnano 44,00 IT8030002 Capo Miseno 50,00 IT8030003 Collina dei Camaldoli 261,00 IT8030005 Corpo centrale dell'Isola di Ischia 1.310,00 IT8030006 Costiera amalfitana tra Nerano e Positano 980,00 IT8030007 Cratere di Astroni 253,00 IT8030008 Dorsale dei Monti Lattari 14.564,00 IT8030009 Foce di Licola 147,00 IT8030010 Fondali marini di Ischia, Procida e Vivara 6.116,00 IT8030011 Fondali marini di Punta Campanella e Capri 8.491,00 IT8030012 Isola di Vivara 36,00 IT8030013 Isolotto di S. Martino e dintorni 14,00 IT8030014 Lago d'Averno 125,00 IT8030015 Lago del Fusaro 192,00 IT8030016 Lago di Lucrino 10,00 IT8030017 Lago di Miseno 79,00 IT8030018 Lago di Patria 507,00 IT8030019 Monte Barbaro e Cratere di Campiglione 358,00 IT8030020 Monte Nuovo 30,00 IT8030021 Monte Somma 3.076,00 IT8030022 Pinete dell'Isola di Ischia 66,00 IT8030023 Porto Paone di Nisida 4,07 IT8030024 Punta Campanella 390,00 IT8030026 Rupi costiere dell'Isola di Ischia 685,00 IT8030027 Scoglio del Vervece 3,89 IT8030032 Stazioni di Cyanidium caldarium di Pozzuoli 4,26 IT8030034 Stazione di Cyperus polystachyus di Ischia 14,00 IT8030036 Vesuvio 3.412,00 IT8030038 Corpo centrale e rupi costiere occidentali dell'Isola di Capri 388,00 IT8030039 Settore e rupi costiere orientali dell'Isola di Capri 96,00 IT8040003 Alta Valle del Fiume Ofanto 590,00 IT8040004 Boschi di Guardia dei Lombardi e Andretta 2.919,00 IT8040005 Bosco di Zampaglione (Calitri) 9.514,00 IT8040006 Dorsale dei Monti del Partenio 15.641,00 IT8040007 Lago di Conza della Campania 1.214,00 IT8040008 Lago di S. Pietro - Aquilaverde 604,00 IT8040009 Monte Accelica 4.795,00 IT8040010 Monte Cervialto e Montagnone di Nusco 11.884,00 IT8040011 Monte Terminio 9.359,00 IT8040012 Monte Tuoro 2.188,00 IT8040013 Monti di Lauro 7.040,00 IT8040014 Piana del Dragone 686,00 IT8040017 Pietra Maula (Taurano, Visciano) 3.526,00 IT8040018 Querceta dell'Incoronata (Nusco) 1.362,00 IT8040020 Bosco di Montefusco Irpino 713,00 IT8050001 Alta Valle del Fiume Bussento 625,00 IT8050002 Alta Valle del Fiume Calore Lucano (Salernitano) 4.668,00 IT8050006 Balze di Teggiano 1.201,00 IT8050007 Basso corso del Fiume Bussento 414,00 IT8050008 Capo Palinuro 156,00 IT8050010 Fasce litoranee a destra e a sinistra del Fiume Sele 630,00 IT8050011 Fascia interna di Costa degli Infreschi e della Masseta 701,00 IT8050012 Fiume Alento 3.024,00 IT8050013 Fiume Mingardo 1.638,00 IT8050016 Grotta di Morigerati 2,94 IT8050017 Isola di Licosa 4,82 IT8050018 Isolotti Li Galli 69,00 IT8050019 Lago Cessuta e dintorni 546,00 IT8050020 Massiccio del Monte Eremita 10.570,00 IT8050022 Montagne di Casalbuono 17.123,00 IT8050023 Monte Bulgheria 2.400,00 IT8050024 Monte Cervati, Centaurino e Montagne di Laurino 27.898,00 IT8050025 Monte della Stella 1.179,00 IT8050026 Monte Licosa e dintorni 1.096,00 IT8050027 Monte Mai e Monte Monna 10.116,00 IT8050028 Monte Motola 4.690,00 IT8050030 Monte Sacro e dintorni 9.634,00 IT8050031 Monte Soprano e Monte Vesole 5.674,00 IT8050032 Monte Tresino e dintorni 1.339,00 IT8050033 Monti Alburni 23.622,00 IT8050034 Monti della Maddalena 8.576,00 IT8050036 Parco marino di S. Maria di Castellabate 5.019,00 IT8050037 Parco marino di Punta degli Infreschi 4.914,00 IT8050038 Pareti rocciose di Cala del Cefalo 38,00 IT8050039 Pineta di Sant'Iconio 358,00 IT8050040 Rupi costiere della Costa degli Infreschi e della Masseta 273,00 IT8050041 Scoglio del Mingardo e spiaggia di Cala del Cefalo 71,00 IT8050042 Stazione a Genista cilentana di Ascea 5,39 IT8050049 Fiumi Tanagro e Sele 3.677,00 IT8050050 Monte Sottano 212,00 IT8050051 Valloni della Costiera Amalfitana 227,00 Monti di Eboli, Monte Polveracchio, Monte Boschetiello e Vallone IT8050052 14.307,00 della Caccia di Senerchia IT8050054 Costiera Amalfitana tra Maiori e il Torrente Bonea 413,00

Le aree SIC, pSIC, ZPS e pZPS (Le pZPS di fatto coincidono con le aree IBA) sono aree ove non è consentita la realizzazione di impianti eolici di grande generazione, solari termodinamici e fotovoltaici di grande generazione. Il buffer di 1.000 mt è prevista per gli impianti eolici e fotovoltaici di grande generazione e per gli impianti solari termodinamici in quanto la realizzazione delle aree di Rete Natura 2000 è finalizzata alla conservazione di specie di fauna elencate negli allegati delle due Direttive, la cui tutela comporta una attenzione ad eventuali fonti di minacce nelle aree contigue alle stesse, che rappresentano le nicchie ecologiche di tale fauna. Ciò non esonera dal valutare l’incidenza sul sito Natura 2000 di impianti eolici e fotovoltaici di grande generazione e impianti solari termodinamici anche esterni a tale fascia di rispetto. In particolare per le ZPS nell’analisi di un impianto eolico che si va ad aggiungere ad altri presenti in zona, l’effetto barriera lungo le rotte di migrazione degli uccelli generato dall’insieme degli aerogeneratori non può che incrementare il fattore di interferenza nei confronti dell’avifauna. Risulta conforme al diritto comunitario, nell’ambito delle procedure previste per l’esame delle proposte e dei progetti da approvare, lo svolgimento degli approfondimenti e delle valutazioni tecniche coerenti con la Direttiva in argomento considerata nel suo complesso e, con particolare riferimento a quanto previsto dall’ultimo periodo dell’articolo 4, comma 4, in relazione al valore per l’avifauna che potenzialmente rivestono le aree individuate come ZPS, nonché come IBA. Detti approfondimenti e valutazioni tecniche andranno effettuati mediante analisi caso per caso dei progetti presentati, al fine di poter vagliare se gli interventi proposti ostino alle finalità di cui alla predetta Direttiva 2009/147/CE (ex 79/409/CEE).

2.5. IBA – Important Bird Area Sono comprese in questa tipologia le IBA (Important Bird Area, aree importanti per gli uccelli), messe a punto da Bird Life International, comprendono habitat per la conservazione dell’avifauna. In Campania sono 9: • 131- “Isola di Capri”; • 132- “Media Valle del Sele”; • 133- “Monti Picentini”; • 134- “Monti Alburni”; • 136- “Monte Cervati”; • 140- “Costa tra Marina di Camerota e Policastro Bussentino” • 124- “Matese” • 126 “Monti della Daunia” • 141- “Lagonegrese e gole del fiume Calore”.

Come per il punto precedente, risulta conforme al diritto comunitario, nell’ambito delle procedure previste per l’esame delle proposte e dei progetti da approvare, lo svolgimento degli approfondimenti e delle valutazioni tecniche coerenti con la Direttiva in argomento considerata nel suo complesso e, con particolare riferimento a quanto previsto dall’ultimo periodo dell’articolo 4, comma 4, in relazione al valore per l’avifauna che potenzialmente rivestono le aree individuate come ZPS, nonché come IBA. Detti approfondimenti e valutazioni tecniche andranno effettuati mediante analisi caso per caso dei progetti presentati, al fine di poter vagliare se gli interventi proposti ostino alle finalità di cui alla predetta Direttiva 2009/147/CE (ex 79/409/CEE). 2.6. Rete Ecologica (Cartina) Sono comprese in questa tipologia le aree determinanti per la conservazione della biodiversità inserite nello schema di Rete Ecologica della Campania (PTR pag 58) approvato con Lege Regionale N. 13 del 13 ottobre 2008 che individua corridoi fluviali, montani e collinari nodi di primo e secondo livello acquatici e terrestri. 2.7. Alberi monumentali ( http://www.molisealberi.com/regione-campania-elenco-degli- alberi-monumentali-censiti-dal-c-f-s/) Sono comprese in questa tipologia gli alberi monumentali, tutelati a livello nazionale ai sensi del D.Lgs. 42/2004 e della L. 10/2013 (art. 7), comprese le relative aree di buffer di 500 mt di raggio intorno all’albero stesso. In Campania ricadono:

Circonf. Altezza Comune Prov Località Genere Specie Nome comune Metri metri Cedrus deodara cedro Atripalda AV Castello 5,1 30 Loud. dell’Himalaya Platanus orientalis Avella AV centro abitato 12,1 22 platano orientale L.* Aesculus Avellino AV parco comunale 4,1 30 ippocastano hippocastanum L. Calitri AV Castiglione Quercus Cerris L. 4,1 20 cerro Quercus pubescens Fontanarosa AV Villaggio Loro 4,2 20 roverella Willd. Lacedonia AV Origlio Quercus Cerris L. 5,5 25 cerro Montoro AV Giardino Pironti Pinus pinea L.* 4,8 25 pino domestico Superiore Montoro AV fraz. Carlino Pinus pinea L. 4,8 30 pino domestico Superiore Quercus pubescens Pietrastornina AV Perugina 3,5 18 roverella Willd. Roccabascerana AV centro abitato Tilia cordata Mill. 4,1 15 tiglio selvatico Tilia platyphyllos Serino AV S. Giuseppe 4,6 22 tiglio nostrale Scop. Tilia platyphyllos Solofra AV Toppola 4,6 25 tiglio nostrale Scop. Misericordia – Abies cephalonica Solofra AV 3,7 25 abete greco Giard.Buonanno Loud. Solofra AV Sorbo sottano Pinus pinea L. 4,5 35 pino domestico Summonte AV Piazza Tiglio Tilia cordata Mill. 4,9 30 tiglio selvatico Volturara Irpina AV Campolaspierto Fagus sylvatica L. 6,2 23 faggio Reggia – giardino Cupressus Caserta CE 5 23 cipresso inglese sempervirens L. Araucaria cookii araucaria della Caserta CE Reggia 4 30 R.Br.* Nuova Caledonia Camellia japonica Caserta CE Reggia 0 5 camelia L.* Magnolia Caserta CE Reggia 3,2 16 magnolia Grandiflora L. Reggia – giardino Caserta CE Cedrus libani Barr. 5,5 25 cedro del Libano inglese Reggia – giardino Taxodium Caserta CE 5,5 26 cipresso calvo inglese distichum Rich.* Tuoro – Vigna Carya olivaeformis Caserta CE 4 20 noce Pecan Brigida – Nutt.* Caserta CE Reggia Taxus baccata L. 2,7 15 tasso San G. Matese CE Tenuta Matese Fagus sylvatica L. 5 30 faggio Quercus pubescens Napoli NA Bosco Capodimonte 4 25 roverella Willd. Napoli * NA Bosco Capodimonte Pinus pinea L. 4,2 30 pino domestico Cinnamomum Napoli * NA Bosco Capodimonte 6,7 17 canforo camphora T.Nees. Bosco di Magnolia Napoli NA 3,3 9 magnolia Capodimonte Grandiflora L. Napoli NA Orto Botanico Pinus brutia Ten. 3,7 20 pino bruzio Pinus canariensis C. pino delle Napoli NA Orto Botanico 3,5 35 Smith Canarie Zelkowa crenata Napoli NA Orto Botanico 4,8 15 olmo del Caucaso Spach. Araucaria excelsa pino delle Napoli NA Villa Pignatelli 5 30 R. Br. Canarie Pozzuoli NA parco Astroni Quercus robur L. 5,5 40 farnia Casuarina Pozzuoli NA Via Domiziana,70 3 20 casuarina equisetifolia Forst. Pozzuoli NA parco Astroni Quercus ilex L. 4,5 40 leccio Baronissi SA Villa Farina Quercus ilex L. 4,6 15 leccio Cedrus atlantica cedro Baronissi SA Villa Farina 5,5 22 Man. dell’Atlante Castiglione dei Castanea sativa SA Cerreto Piano 5,56 18 castagno Genovesi Mill. Postiglione SA centro abitato Populus nigra L.* 5,5 24 pioppo nero Sicignano degli Ulmus campestris SA Fossato 3 15 Alburni L.

L’inserimento di questa categoria è prevista per gli impianti eolici e fotovoltaici di grande generazione e per gli impianti solari termodinamici e si motiva in recepimento dell’art. 136 del D. Lg 42/2004 Tali zone devono essere protette non solo dalle trasformazioni del proprio interno al proprio perimetro, ma anche dalle interferenze visive che ne pregiudichino la percezione e l’inserimento nel contesto territoriale dai potenziali punti di osservazione esterni al perimetro; pertanto, la valutazione dell’intervento, da effettuarsi sulla base dello studio di intervisibilità e delle reciproche interferenze nell’intera area di impatto potenziale, non può prescindere dallo studio della compatibilità del medesimo con la salvaguardia delle visuali che ne garantiscono la riconoscibilità e percezione del bene nel proprio contesto;

2.8. Boschi Sono comprese in questa tipologia le aree boscate ai sensi del D.Lgs. 227/2001. Le aree boscate sono aree ove non è consentita la realizzazione di impianti eolici, solari termodinamici e fotovoltaici Inoltre le aree boscate ed a pascolo percorse da incendio da meno di 10 anni dalla data di presentazione dell’istanza di autorizzazione sono aree ove non è consentita la realizzazione di impianti eolici di grande generazione, solari termodinamici e fotovoltaici di grande generazione; Si prevede, per gli impianti eolici di grande generazione, un buffer di 3.000 mt e di 1.000 metri per impianti fotovoltaici e solai termodinamici. E' inoltre vietato l'attraversamento di tali aree di cavidotti, sia interrati che aerei 3. AREE AGRICOLE

Le aree agricole costituiscono oltre il 90% del territorio regionale; danno carattere distintivo al paesaggio rurale, come componente essenziale dell’ identità culturale della regione. Il paesaggio agrario rappresenta, infatti, “….quella forma che l’uomo, nel corso ed ai fini delle sue attività produttive agricole, coscientemente e sistematicamente imprime al paesaggio naturale…”. E’ il risultato dell’integrazione nello spazio e nel tempo di fattori economici, sociali ed ambientali, e pertanto svolge il ruolo di una risorsa complessa da preservare, a fronte delle radicali trasformazioni che negli ultimi sessanta anni hanno interessato l’agricoltura ed il sistema agro-alimentare. In particolare le aree agricole interessate da produzioni agricolo-alimentari di qualità, tradizionali e/o di particolare pregio rispetto al contesto paesaggistico -culturale collaborano fortemente nella definizione dei segni distintivi del paesaggio agrario.

In questa ottica sono state individuate le arre interessate da produzioni D.O.C. ed i territori caratterizzati da elevata capacità d’uso del suolo; l'identificazione del prodotto con un territorio specifico di produzione è necessario per porre un alto livello di attenzione nella redazione dei progetti alla verifica, in tali aree, della sussistenza di quelle produzioni agricolo- alimentari di qualità, tradizionali e/o di particolare pregio, che ne determinano il succitato carattere distintivo nel contesto paesaggistico-culturale. Sono comprese in questa tipologia le aree cartografate con precisione ad uno specifico Disciplinare di produzione

Si prevede, per gli impianti eolici di grande generazione, un buffer di 3.000 mt e di 1.000 metri per impianti fotovoltaici e solai termodinamici. E' inoltre vietato l'attraversamento di tali aree di cavidotti, sia interrati che aerei

3.1. Vigneti DOC D.O.P. I.G.T. (Fonte: http://www.agricoltura.regione.campania.it/viticoltura/vini.htm )

Denominazioni riconosciute dall’Unione europea. (2010)

VINI DOP/DGC VINI DOP/DOC VINI IGT Taurasi Ischia Colli di Salerno Greco di Tufo Capri Dugenta Fiano di Avellino Vesuvio Epomeo Aglianico del Taburno Cilento Paestum Falerno del Massico Pompeiano Castel San Lorenzo Roccamonfina Aversa Beneventano Penisola Sorrentina Terre del Volturno Campi Flegrei Campania Costa d'Amalfi Catalanesca del Monte Somma Galluccio Sannio Casavecchia di Pontelatone Falanghina del Sannio 3.2. Prodotti a Denominazione di Origine Protetta

DOP RICONOSCIUTE DALL'UNIONE EUROPEA Pomodorino del Piennolo del Vesuvio Orticolo Pomodoro S. Marzano dell'Agro Sarnese‐nocerino Orticolo Cipollotto Nocerino Orticolo Fico bianco del Cilento Frutticolo Olio extravergine di oliva Cilento Orticolo-Oleario Olio extravergine di oliva Colline Salernitane Orticolo-Oleario Olio extravergine di oliva Irpinia ‐ Colline dell' Orticolo-Oleario Olio extravergine di oliva Penisola Sorrentina Orticolo-Oleario Olio extravergine di oliva Terre Aurunche Orticolo-Oleario Mozzarella di Bufala Campana Lattiero-Caseario Caciocavallo Silano Orticolo-Oleario Provolone del Monaco Orticolo-Oleario Ricotta di Bufala Campana Orticolo-Oleario

3.3. Prodotti a Indicazione Geografica Protetta

IGP Registrate dalla Carciofo di Paestum Orticolo Limone Costa d'Amalfi Agrumicolo Limone di Sorrento Agrumicolo Castagna di Montella Frutticolo Marrone di Roccadaspide Frutticolo Melannurca Campana Frutticolo Nocciola di Giffoni Frutticolo Pasta diGragnano Cerealicolo Vitellone Bianco dell'Appennino CentraleZootecnia Zootecnia - Carne 3.2. Territorializzazione dell'uso del suolo in Campania

I terreni destinati a colture intensive e quelle investite da colture di pregio sono aree ove non è consentita la realizzazione di impianti solari termodinamici e fotovoltaici di grande generazione.

4. AREE AD ALTO RISCHIO SISMICO ED IN DISSESTO IDRAULICO ED IDROGEOLOGICO

4.1. Aree a rischio idrogeologico medio - alto ed aree soggette a rischio idraulico Sono comprese in questa tipologia le aree individuate dai Piani Stralcio delle Autorità di Bacino, così come riportate dal Geoportale Nazionale del MATTM.

4.2. Aree ad alto rischio sismico la Regione Campania Campania con Delibera di Giunta Regionale n° 5447 del 7 novembre 2002 “Aggiornamento della classificazione sismica dei Comuni della Regione Campania” ha ha aggiornato i livelli di sismicità secondo il reale rischio sismico. La Regione Campania con delibera di Giunta regionale n° 5447 del 7 Novembre 2002 ha riclassificato il proprio territorio nel rispetto degli indirizzi e criteri stabiliti a livello nazionale. E stato classificato il territorio nelle quattro zone proposte per adattare le norme alle caratteristiche di sismicità.

Elenco dei comuni della Campania classificati Zona 1 Classificazione Anno Province Codice Istat Comune 2015 Avellino 64003 Andretta 1 Avellino 64004 Aquilonia 1 Avellino 64005 Ariano Irpino 1 Avellino 64011 Bisaccia 1 Avellino 64012 Bonito 1 Avellino 64013 Cairano 1 Avellino 64014 Calabritto 1 Avellino 64015 Calitri 1 Avellino 64017 Caposele 1 Avellino 64019 Carife 1 Avellino 64020 Casalbore 1 Avellino 64022 Castel Baronia 1 Avellino 64023 Castelfranci 1 Avellino 64027 Chianche 1 Avellino 64030 Conza della Campania 1 Avellino 64032 Flumeri 1 Avellino 64033 Fontanarosa 1 Avellino 64035 Frigento 1 Avellino 64036 Gesualdo 1 Avellino 64038 Grottaminarda 1 Avellino 64040 1 Avellino 64041 Lacedonia 1 Avellino 64042 Lapio 1 Avellino 64044 Lioni 1 Avellino 64045 Luogosano 1 Avellino 64048 Melito Irpino 1 Avellino 64050 Mirabella Eclano 1 Avellino 64052 Montecalvo Irpino 1 Avellino 64056 Montefusco 1 Avellino 64059 Montemiletto 1 Avellino 64060 Monteverde 1 Avellino 64063 Morra De Sanctis 1 Avellino 64070 Paternopoli 1 Avellino 64071 Petruro Irpino 1 Avellino 64072 Pietradefusi 1 Avellino 64079 Rocca San Felice 1 Avellino 64082 San Mango sul Calore 1 Avellino 64085 San Nicola Baronia 1 Avellino 64087 San Sossio Baronia 1 Avellino 64089 Sant'Andrea di Conza 1 Avellino 64090 Sant'Angelo all'Esca 1 Avellino 64092 Sant'Angelo dei Lombardi 1 Avellino 64093 Santa Paolina 1 Avellino 64097 Scampitella 1 Avellino 64104 Sturno 1 Avellino 64107 Taurasi 1 Avellino 64108 Teora 1 Avellino 64109 Torella dei Lombardi 1 Avellino 64110 Torre Le Nocelle 1 Avellino 64111 Torrioni 1 Avellino 64112 Trevico 1 Avellino 64113 Tufo 1 Avellino 64114 Vallata 1 Avellino 64115 Vallesaccarda 1 Avellino 64116 Venticano 1 Avellino 64117 Villamaina 1 Avellino 64118 Villanova del Battista 1 Avellino 64120 Zungoli 1 Benevento 62003 Apice 1 Benevento 62004 Apollosa 1 Benevento 62008 Benevento 1 Benevento 62011 Buonalbergo 1 Benevento 62012 Calvi 1 Benevento 62013 Campolattaro 1 Benevento 62014 Campoli del Monte Taburno 1 Benevento 62015 Casalduni 1 Benevento 62017 Castelpagano 1 Benevento 62018 Castelpoto 1 Benevento 62019 Castelvenere 1 Benevento 62021 Cautano 1 Benevento 62023 Cerreto Sannita 1 Benevento 62024 Circello 1 Benevento 62025 Colle Sannita 1 Benevento 62026 Cusano Mutri 1 Benevento 62029 Faicchio 1 Benevento 62030 Foglianise 1 Benevento 62033 Fragneto l'Abate 1 Benevento 62034 Fragneto Monforte 1 Benevento 62037 Guardia Sanframondi 1 Benevento 62041 Molinara 1 Benevento 62044 Morcone 1 Benevento 62045 1 Benevento 62046 Pago Veiano 1 Benevento 62049 Paupisi 1 Benevento 62050 Pesco Sannita 1 Benevento 62051 Pietraroja 1 Benevento 62052 Pietrelcina 1 Benevento 62053 Ponte 1 Benevento 62054 Pontelandolfo 1 Benevento 62056 Reino 1 Benevento 62058 San Giorgio del Sannio 1 Benevento 62059 San Giorgio La Molara 1 Benevento 62060 San Leucio del Sannio 1 Benevento 62061 San Lorenzello 1 Benevento 62062 1 Benevento 62063 San Lupo 1 Benevento 62064 San Marco dei Cavoti 1 Benevento 62065 San Martino Sannita 1 Benevento 62066 San Nazzaro 1 Benevento 62067 San Nicola Manfredi 1 Benevento 62071 Sant'Angelo a Cupolo 1 Benevento 62078 Sant'Arcangelo Trimonte 1 Benevento 62069 Santa Croce del Sannio 1 Benevento 62072 Sassinoro 1 Benevento 62076 Torrecuso 1 Benevento 62077 Vitulano 1 Caserta 61025 Castello del Matese 1 Caserta 61041 Gioia Sannitica 1 Caserta 61057 Piedimonte Matese 1 Caserta 61076 San Gregorio Matese 1 Caserta 61080 San Potito Sannitico 1 Salerno 65010 Atena Lucana 1 Salerno 65017 Buccino 1 Salerno 65018 Buonabitacolo 1 Salerno 65019 Caggiano 1 Salerno 65033 Castelnuovo di Conza 1 Salerno 65043 Colliano 1 Salerno 65063 Laviano 1 Salerno 65076 Montesano sulla Marcellana 1 Salerno 65087 Padula 1 Salerno 65093 Pertosa 1 Salerno 65097 Polla 1 Salerno 65105 Ricigliano 1 Salerno 65110 Romagnano al Monte 1 Salerno 65114 Sala Consilina 1 Salerno 65117 Salvitelle 1 Salerno 65120 San Gregorio Magno 1 Salerno 65131 Santomenna 1 Salerno 65155 Valva 1 Come si evince dall'immagine la quasi totalità della dorsale Appenninica campana è classificata sismicamente in Zona 1. E’ la zona più pericolosa. Possono verificarsi fortissimi terremoti. Questa è anche la zona dove si concentrano la maggior parte degli impianti eolici. Data le caratteristiche di pericolosità sismica, nei comuni rientranti nella classificazione sismica in Zona 1 è vietato installare impianti eolici al di sopra del 20 KW.