PERCORSO STORICO IL CONCLAVE SCOPRI E IMPARA 14-19 anni

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PERCORSO STORICO IL CONCLAVE SCOPRI E IMPARA

IN QUESTO CAPITOLO

ORIGINE DEL 1 TERMINE CONCLAVE

2 STORIA DEL CONCLAVE

SVOLGIMENTO DEL 3 CONCLAVE

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MORTO UN PAPA SE NE FA UN ALTRO Così recita un antico proverbio, che però non parla “ di morte. No, parla invece di vita. La vita della Chiesa. Che continua al di là della durata di una vita mortale, ed aspira all’eternità. Così, ogni volta il Conclave per eleggere il nuovo Pontefice si riunisce nella Cappella Sistina. ”

Dallo show - Video test - Il funerale del Papa | © Luke Halls Studio

È con questa frase che si apre la parte di Giudizio Universale, dedicata al conclave. Una ricostruzione attenta e suggestiva ci porterà a vivere quasi in prima persona un’esperienza “riservata” a pochi.

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1 ORIGINE DEL TERMINE

Conclave deriva dal latino clavis, ovvero “chiave” e significa stanza non accessibile a tutti, chiusa appunto cum clave.

Oggi utilizziamo questo termine per indicare sia il collegio dei Cardinali che alla morte del Papa si riunisce per eleggere il successore, sia il luogo in cui avviene la riunione plenaria (ovvero la La Cappella Sistina vista Cappella Sistina). dall’esterno | © Flickr L’origine dell’attuale significato si fa risalire a quando, dopo la morte di Clemente IV (1268) il Cardinali riuniti presso il Palazzo Papale di Viterbo, non riuscirono a trovare un accordo e diedero così vita al collegio per l’elezione papale più lungo della storia della Chiesa: 1006 giorni, quasi 3 anni. Si concluse dopo che i Viterbesi, stanchi di una situazione che si protraeva ormai da troppo tempo, rinchiusero i Cardinali a chiave (cum clave, appunto) nel Palazzo minacciando di non farli più uscire finché non fossero arrivati all’elezione del nuovo Pontefice. Ma fecero anche di più: per aumentare la pressione e velocizzare i tempi, crearono una situazione di totale disagio per i Cardinali, diminuendo loro la somministrazione di cibo e scoperchiando l’aula in cui erano riuniti. Fu così che venne eletto Gregorio X che nel 1274, facendo tesoro dei fatti viterbesi, promulgò la Costituzione Apostolica , documento che istituisce il conclave per l’elezione dei Papi e che stabilisce norme precise che in alcuni casi sono ancora vigenti (come appunto la Papa Greogorio X By Mattes via clausura, l’essere in un conclave, ovvero in una stanza non accessibile).

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2 STORIA DEL CONCLAVE

Papa è il titolo del Vescovo di Roma, Vicario di Cristo, successore di Pietro, capo di tutta la Chiesa. Pietro, uno dei dodici apostoli, è il primo Papa della storia, colui al quale Gesù ha affidato “le chiavi” della sua Chiesa.

Pietro Perugino, Consegna delle chiavi - Cappella Sistina | © Governatorato S.C.V. – Direzione dei Musei

Nei primi anni del Cristianesimo l’elezione del nuovo Pontefice avveniva nell’assemblea dei cristiani di Roma, a volte su indicazione stessa del predecessore: è proprio il caso di Lino, che nel 67 d.C. venne scelto dallo stesso Pietro come suo successore.

L’elezione del Papa è tuttavia avvenuta nel tempo con regole e modi diversi che via via sono andati definendosi, fino ad arrivare al protocollo con cui oggi si riunisce il conclave.

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L’INFLUENZA DELLE FAMIGLIE ROMANE

Le potenti famiglie romane, per un lungo periodo ebbero la possibilità di influenzare, direttamente o indirettamente, la scelta del Pontefice al punto da poter candidare e favorire esponenti della propria famiglia o ad essa vicini.

Le potenti famiglie romane, per un lungo periodo ebbero la possibilità di influenzare, direttamente o indirettamente, la scelta del Pontefice al punto da poter candidare e favorire esponenti della propria famiglia o ad essa vicini. Nel 336 Papa Marco stabilì che spettava al clero di Roma l’individuazione del candidato Pontefice, per consenso generale o acclamazione (quindi non per votazione). Il candidato veniva poi presentato al populus (i capi delle grandi famiglie) per l’approvazione o disapprovazione generale. Nel 769 la Chiesa cercò di riprendere il controllo dell’elezione abolendo il diritto da parte delle famiglie di rifiutare l’eletto. Nonostante questo, negli anni successivi si assistette a un ripristino dell’influenza laica: si pensi che dall’862 il Pontefice eletto doveva prestare giuramento di fedeltà al Sacro Romano Impero (Constitutio Romana) e garantire la sicurezza e la pace pubblica a Roma nella sua veste di “avvocato e procuratore della Chiesa”. L’influenza delle potenti famiglie romane raggiunse il suo apice tra l’888 e il 1046, periodo definito seculum obscurum, durante il quale le elezioni papali furono caratterizzate da pesanti pressioni che portarono al soglio pontificio anche personaggi poco adatti al ruolo di Papa e di discutibile spessore morale.

Nel 1059 Papa Niccolò II, per porre fine a tale situazione, decise di affidare l’elezione Pontificia ai soli Cardinali

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Vescovi, cosa che venne ulteriormente rafforzata nel 1179 da Papa Alessandro III il quale stabilì che fosse l’intero Collegio Cardinalizio a costituire il corpo elettorale. L’UBI PERICULUM DI GREGORIO X Come accennato, le regole che definiscono l’iter di elezione papale risalgono al 1274, anno in cui Gregorio X promulgò l’Ubi periculum con cui si stabilì che:

- i Cardinali, ciascuno con un solo accompagnatore, si riunissero 10 giorni dopo la morte del Papa; - la riunione avvenisse in una grande sala del palazzo a porte chiuse (conclave, appunto); - se entro tre giorni non fossero arrivati a una decisione sarebbe stato ridotto il vitto a una sola portata per pasto; dopo ulteriori 5 giorni sarebbe stato ulteriormente ridotto a pane, vino e acqua; - fino all’elezione del nuovo Pontefice nessun Cardinale poteva ricevere alcuna rendita ecclesiastica.

Durante il periodo che intercorre tra la morte del Papa e l’elezione del suo successore, detto “”, è il Cardinale Camerlengo ad assumere il governo provvisorio della Chiesa.

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DALL’UBI PERICULUM AL CONCLAVE DI OGGI Negli anni a seguire, l’Ubi periculum ebbe varie vicissitudini, venne soppressa per poi essere ripristinata da Papa Bonifacio VIII che nel 1298 la inserì integralmente nel Codice di Diritto Canonico.

Nei secoli successivi, ulteriori riforme hanno perfezionato le regole del conclave: - nel 1629 Gregorio XV rafforza la segretezza del voto e ostacola la nomina per acclamazione a favore del voto segreto; - nel 1904 Pio X abolisce il diritto di veto, strumento utilizzato dalle potenze cattoliche per intromettersi nel voto e influenzarne gli esiti; - nel 1970 con l’ e nel 1975 con il Romano Pontifici eligendo, Papa Paolo VI introduce una serie di importanti riforme ancora oggi in vigore: è Paolo VI infatti ad aver stabilito che i Cardinali elettori non possono essere più di 120 e che non devono aver superato gli ottanta anni di età; - è del 1996 la Universi Dominici Grecis - Circa la vacanza della Sede Apostolica e l’elezione del Romano Pontefice, la costituzione apostolica con cui Papa Giovanni Paolo II modifica alcune regole relative al periodo di sede vacante e ne introduce di nuove. È stata applicata per la prima volta nel 2005.

I principali aspetti normativi introdotti dalla Universi Dominici Grecis

L’elezione per maggioranza Per l’elezione del Pontefice sono necessari i voti di due

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terzi dei Cardinali partecipanti. Viene quindi soppressa la norma che consentiva al conclave di delegare a un gruppo di “grandi elettori” (composto da 9 a 15 Cardinali) l’elezione del Papa.

Il ballottaggio e la modifica del quorum Nel caso in cui il conclave si protragga al 34° scrutinio, si può procedere con un ballottaggio tra i due Cardinali più votati nell’ultimo scrutinio (che perdono però il diritto di voto). In questo caso viene anche modificato il quorum da due terzi a due terzi più uno, e si passa quindi a un sistema di maggioranza semplice.

Benedetto XVI e il

Gli ultimi interventi relativi alle norme per la scelta del nuovo Papa sono contenuti nella Lettera Apostolica Motu proprio (2013) di Papa Benedetto XVI.

Papa Ratzinger ribadisce che prima di iniziare il conclave si debbano attendere per quindici giorni i Cardinali assenti. Introduce, inoltre, la nuova norma secondo la quale il Collegio Cardinalizio può decidere di dare inizio al conclave anche prima della scadenza dei 15 giorni, a patto che siano presenti tutti i votanti. Allo stesso modo, può decidere di prolungare a un massimo di 20 giorni il periodo di attesa, dopo di che il conclave avrà comunque inizio e tutti i Cardinali presenti saranno tenuti a iniziare le votazioni.

Per quanto riguarda le modalità di voto e i criteri di maggioranza, Benedetto XVI, esplicita la votazione per scrutinium, ovvero per voto segreto (e non “per acclamazione”):

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“Aboliti i modi di elezione detti per acclamationem seu inspirationem e per compromissum, la forma di elezione del Romano Pontefice sarà d’ora in poi unicamente per scrutinium”.

Inoltre stabilisce che per essere eletto il candidato deve ottenere almeno i due terzi delle preferenze senza possibilità di modificare il quorum.

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3 LO SVOLGIMENTO DEL CONCLAVE

La massima segretezza Sinonimo di conclave è segretezza, che deve essere massima e garantita. Nessuno può comunicare con i Cardinali elettori finché il Papa non sarà stato eletto, già a partire dal percorso per arrivare da Santa Marta (la residenza dei Cardinali durante il periodo del conclave) al luogo dell’elezione, che viene schermato in modo da non rendere funzionanti i cellulari. Infatti, anche per il conclave vale la regola del divieto di utilizzo del cellulare e di altre strumentazioni per riprendere o registrare: nell’ultimo conclave due periti, alla presenza del Camerlengo e di tre Cardinali assistenti, sono stati incaricati di effettuare le dovute verifiche su tutto il personale, anche utilizzando i metaldetector.

I riti preparatori La mattina di apertura del conclave i Cardinali provenienti da tutto il mondo si riuniscono nella basilica di San Pietro per la Missa Pro eligendo Romano Pontifice. Nel pomeriggio, dopo essersi raccolti nella Cappella Paolina, invocano l’intervento dello Spirito Santo con l’inno Veni, creator Spiritus quindi sfilano in solenne processione fino alla porta della Cappella Sistina piantonata dalle guardie svizzere e opportunamente allestita per il conclave.

115 sedie di ciliegio, contrassegnate dal nome e cognome di ciascun Cardinale Elettore, e dodici tavoli di legno grezzo coperti da un panno beige e satin bordeaux: sei sul lato destro e sei sul sinistro, disposti su due file di diverso livello. Rivolto verso l’affresco del Giudizio Universale c’è il leggio con il Vangelo sul quale i Porporati

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prestano giuramento. Davanti all’altare, sotto l’affresco è posizionato il tavolo per l’urna di legno grezzo dove saranno raccolte le schede con i voti.

La Cappella Sistina durante il conclave - disegno © Antonio Monteverdi

I Cardinali entrano e dopo essersi inchinati di fronte all’altare, prendono ciascuno il proprio posto. Tutto è pronto e perfettamente allestito per le Interno della Cappella Sistina | © Governatorato votazioni, compresa la S.C.V. – Direzione dei Musei stufa in cui vengono poi bruciate le schede degli elettori.

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Il giuramento Il Cardinale Decano o il Cardinale primo per ordine ed anzianità legge il giuramento con cui si impegna a svolgere fedelmente il ministero petrino nel caso venisse eletto e a mantenere il segreto su tutto ciò che riguarda l’elezione. A seguire, uno alla volta, ciascun Cardinale si avvicina al leggio posto al centro della Cappella Sistina rivolto verso l’altare e, posando la mano destra sul Vangelo aperto, pronuncia la formula latina Spondeo, voveo ac iuro, “Prometto, mi obbligo e giuro”.

Noi tutti e singoli Cardinali promettiamo, ci obblighiamo e giuriamo di osservare fedelmente e scrupolosamente tutte le prescrizioni “contenute nella Costituzione Apostolica, soprattutto, promettiamo e giuriamo di osservare il segreto su tutto ciò che in qualsiasi modo riguarda l’elezione del Romano Pontefice; di non prestare mai appoggio o favore a qualsiasi interferenza nell’elezione del Romano Pontefice

Il pre-scrutinio ” È la fase in cui la scheda per votare viene preparata e consegnata a ciascun Cardinale dai Cerimonieri. È sempre in questa circostanza che vengono estratti a sorte i Cardinali che durante il conclave hanno compiti e incarichi precisi: tre Scrutatori, tre Infirmarii (incaricati di raccogliere i suffragi degli infermi presso Santa Marta) e tre Revisori.

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Extra omnes (fuori tutti) Durante le votazioni, i Cardinali elettori devono rimanere gli unici presenti nella Cappella Sistina, quindi, subito dopo Dallo show - studio video Extra omnes | © Luke Halls la distribuzione delle schede, il Maestro delle Celebrazioni Liturgiche pontificie, davanti all’altare, pronuncia l’Extra omnes, “fuori tutti”: gli estranei al conclave dovranno uscire, compresi i Cerimonieri che hanno distribuito le schede ai Cardinali.

Il voto La scheda è di forma rettangolare e fatta in modo da poter essere piegata in due: nella parte superiore, riporta la scritta Eligo in Summum Pontificem, mentre nella metà inferiore si trova lo spazio in cui ciascun Cardinale scriverà il nome del prescelto, in una forma leggibile e inequivocabile.

Lo scrutinio Nella fase dello scrutinio si susseguono questi tre momenti.

La deposizione delle schede nell’apposita urna Un Cardinale alla volta, tenendo in mano la scheda piegata in due e ben visibile, si reca all’altare, sul quale è disposta l’urna sulla quale è appoggiato un piatto. Dinanzi all’affresco del Giudizio Universale pronuncia il giuramento «Chiamo a testimone Cristo Signore, il quale mi giudicherà, che il mio voto è dato a colui che, secondo

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Dio, ritengo debba essere eletto». Quindi appoggia la scheda sul piatto e lo alza lasciando scivolare la scheda all’interno dell’urna. Fa un inchino all’altare e torna al suo posto.

Il mescolamento ed il conteggio delle stesse Uno scrutatore agita le schede nell’urna, un altro le conteggia una ad una ponendole in un’altra urna

Il Giudizio Universale di Michelangelo vuota, più piccola. Se il © Governatorato S.C.V. – Direzione dei Musei numero non corrispondesse al numero dei Cardinali elettori le schede andranno bruciate subito, senza spoglio.

Lo spoglio dei voti I tre scrutatori sono seduti a un tavolo davanti all’altare. Il primo prende la scheda, la apre, osserva il nome senza pronunciarlo e la passa al secondo scrutatore che fa la stessa cosa; è il terzo scrutatore a leggerla a voce alta e chiara in modo che tutti possano sentire e annotare il voto su un apposito foglio. Dopo aver letto la scheda, la perfora con un ago in corrispondenza della parola Eligo e inserisce un filo che poi annoda affinché venga conservata più sicuramente.

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Il post scrutinio È la fase che va dal conteggio dei voti fino all’elezione del Papa, annunciata al mondo attraverso la nota “fumata bianca”.

ll conteggio dei voti Gli scrutatori, su un foglio apposito, fanno la somma di tutti i voti che ciascuno ha riportato per vedere se il quorum è stato raggiunto.

La revisione e il controllo dei voti Indipendentemente dal fatto che la votazione sia andata a buon fine e abbia portato o meno all’elezione del Papa, i Revisori devono procedere al controllo sia delle schede, sia delle annotazioni fatte dagli Scrutatori, per accertare che questi abbiano eseguito il loro compito in maniera corretta.

Il bruciamento delle schede Tutti i Cardinali del conclave devono consegnare gli scritti di cui sono in possesso relativi alla votazione (appunti, note) che verranno poi bruciati.

Fumata nera, fumata bianca Il colore della fumata che sarà visibile dall’esterno è il modo con cui viene comunicato al mondo che il nuovo Papa è stato scelto dal conclave. Il fumo altro non è che il risultato della combustione delle schede e degli appunti dei Cardinali relativi all’ultima votazione e, a seconda dell’esito, sarà bianco o nero. Si occupano di questa fase gli Scrutatori, con l’aiuto del Segretario del Collegio e dei Cerimonieri. La stufa è in ghisa, di forma cilindrica, alta circa un metro e con un diametro di circa 45 cm. È dotata di due sportelli: quello inferiore per l’accensione e l’innesco, con la valvola

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manuale per regolare il tiraggio; quello superiore per l’introduzione dei documenti da bruciare. Sulla calotta della stufa sono riportate, mediante punzonatura, le date di elezione e i nomi degli ultimi sei Pontefici. Se il conclave è un posto inaccessibile praticamente a tutti, non lo è per la tecnologia: per migliorare il tiraggio, infatti, la canna è oggi preriscaldata mediante resistenze elettriche ed è dotata di un ventilatore da avviare in caso di necessità. Inoltre, dal conclave del 2005 si è deciso di affiancare alla classica stufa un sistema elettronico per assicurarsi del corretto funzionamento della stessa, rendendo di fatto inutile la fumata gialla, ovvero una fumata di prova che precedeva l’inizio del Conclave per verificare il corretto funzionamento della stufa.

Dallo show - visual Simulazione della fumata bianca | © AWS

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Al termine di ogni scrutinio si può quindi verificare una delle tre situazioni:

1. Nessuna fumata Se non si è raggiunto il quorum e viene prescritta immediatamente una seconda votazione, le schede e gli appunti non vengono bruciati subito ma insieme a quelli della seconda votazione.

2. Fumata nera: se non si è raggiunto il quorum e non segue immediatamente una seconda votazione, si procede alla combustione di schede e appunti relativi alla votazione nell’apposita stufa.

3. Fumata bianca: se viene raggiunto il quorum, non avviene subito la combustione delle schede. Il collegio dei Cardinali chiede prima il consenso del prescelto che deve quindi dichiarare di accettare l’elezione a Sommo Pontefice. La formula è: “Accetti la tua elezione canonica a Sommo Pontefice?” E, appena ricevuto il sì, gli chiede: “Come vuoi essere chiamato?”. Allora il Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie redige il verbale: è a questo punto che nella stufa vengono bruciate le schede. La fumata bianca annuncia al mondo che un nuovo Papa è stato scelto mentre le campane della Basilica di San Pietro suonano a festa.

La fumata bianca o nera che nel passato si otteneva con l’aggiunta di paglia umida, oggi si ottiene anche grazie ad

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alcuni prodotti chimici: perclorato di potassio, antracene e zolfo per la fumata nera e clorato di potassio, antracene e zolfo per la fumata bianca.

Habemus Papam Il nuovo Pontefice si reca a questo punto nella “stanza delle lacrime”, uno dei luoghi più “segreti” del conclave, una piccola stanza sulla Dallo show - studio video Habemus Papam sinistra dell’altare: è qui © Luke Halls che indossa i paramenti bianchi e rossi con i quali si presenterà al mondo. È la stanza delle emozioni chiamata per le lacrime versate dai neoeletti nel corso della storia sopraffatti dall’emozione, e forse anche per la tensione accumulata e per la presa di coscienza del “peso” dell’incarico.

Tutto è pronto: un Cardinale si affaccia alla Loggia della Basilica di San Pietro e “annuncia una grande gioia”.

Annuntio vobis gaudium magnum Habemus Papam

È a questo punto che il nuovo Pontefice si presenta ai “fedeli per la prima benedizione Urbi et orbi (ovvero alla ” città di Roma e al mondo intero).

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