Tracce del passato sivamente la torre fu distrutta per ca originaria della Valtellina, e hanno forme ad Tra Lario e Monti innalzare il campanile della chiesa di arco a tutto sesto, a più lobi e con tipi diversi Sant’Ambrogio. di decorazione. Alcuni portali sono marcati con in provincia di Reperti preistorici e romani Il Castello di , di proprietà pri- una sigla che indica le lettere iniziali del nome Nel Triangolo Lariano sono stati rinvenuti diversi reperti archeologi- vata, conserva tre piccole torri a mer- del proprietario. ci attribuiti all’epoca romana e al periodo imperiale. In località li guelfi di epoca medioevale probabil- "Malmöria", nel di , sono state scoperte tombe cine- mente rimaneggiati nel 1800. Fu reso Le vie di comunicazione celebre nel romanzo di Buzzoni “Il Falco della Rupe” che racconta i rarie e suppellettili della prima età del ferro. Nel 1902, in località Agli inizi del 1900 fu costruita l’attuale strada ex-statale 543, fatti storici e leggendari durante la Pian del Tivano, sono emersi cimeli e resti romani del II sec. a.C. che collega i paesi del lago da Como a Bellagio, in sostituzione Zelbio guerra tra Giacomo Medici il Medeghi- Nesso che, in base a una leggenda, furono attribuiti al castello della regina dell’antica Strada Regia, una mulattiera no, signorotto di Musso, e il Ducato di Audelfreda moglie di Teodorico Re dei Goti. lastricata che recentemente è stata ripri- Milano. Nel 1843 fu inaugurato uno dei Torno stinata come sentiero turistico. All’interno primi piroscafi, detto Falco della Rupe, I Massi Avelli dei paesi le strade mantengono ancora il cui passaggio Per lo più sparsi nel fitto bosco sopra l’aspetto del passato: sono strette, ripide, veniva salutato Torno, hanno l’aspetto di vasche sca- con alzate in pietra, dal Castello con vate dall’uomo in grandi massi errati- selciate e con cor- un colpo di cannone: il battello rispondeva con ci, trasportati dai ghiacciai della Val- doli di serizzo per il fischio a vapore. tellina durante l’ultima glaciazione e favorire il passaggio A Veleso è degna di nota la casa-torre situata depositati sul basamento di calcare della slitta, slitt, trainata dagli animali. nel centro dell’abitato: utilizzata come punto durante lo scioglimento delle acque. Lungo queste stradine si incontrano sug- di avvistamento, testimonia che anche il picco- Attualmente si contano 32 Massi Avelli gestivi sottopassaggi coperti, detti ponti; lo borgo aveva una sua importanza militare. distribuiti tra il Triangolo Lariano, la si racconta che alcuni ponti esterni dei

Brianza e il Canton Ticino, di cui 5 si paesi potevano essere chiusi da porte per trovano nel comune di Torno e 2 nel Il Torchio del ‘500 difendersi dai nemici. Numerosi sono gli comune di Faggeto Lario. Gli studiosi Tra le case dell’antico borgo di Palanzo si trova antichi ponti in pietra che scavalcano le TESTIMONIANZE ritengono che questi massi furono un enorme Torchio sulla cui pietra di sostegno valli e le gole profonde incise dall’acqua. utilizzati come sepolture: è scritta la data 1572, quando l’impianto fu Di particolare interesse è, a Nesso, il Pon- attribuiti inizialmente all’e- costruito. È formato da un te della Civera di probabile origine romana: a forma di arco, è STORICHE poca romana, recenti studi grande tronco di castagno stato costruito sul lago alla fine di una gola rocciosa e molto ipotizzano che si tratti di lungo 12 m e con una circon- profonda laddove confluiscono i torrenti Tuf e Nosè. Sempre a tombe per principi e guer- ferenza di 3 m, probabilmen- Nesso si può ammirare il Realizzato dagli alunni del Laboratorio multimediale classe 1A rieri appartenenti al popo- te preso da un albero tagliato ponte di origine romana Scuola Secondaria di 1° grado Prandoni Torno (CO) a.s. 2012-13 lo Longobardo che abitò la sul posto perché è impossibile che sia stato porta- lungo la Strada Regia in zona del Lario dopo la to da un luogo più lontano. Il funzionamento Val Nosè: è formato da caduta dell’impero Roma- dell’impianto è abbastanza semplice: è un’enorme due arcate con il pilone no d’Occidente, tra il V e leva fissata a terra a una estremità e centrale poggiante su un DOVE MANGIARE VI secolo d.C., quando i Bizantini abbandonarono l’ mossa all’altra estremità da una vite grande masso erratico che ed il territorio comasco consegnandolo al re Autari. Il sentiero che infinita in legno di noce alta circa 6 m e blocca in parte il flusso del infissa in un masso di granito pesante torrente. Zelbio da Torno porta ai Massi Avelli è estremamente panoramico e con- Agriturismo Munt De Volt Via Monti Di Là, 3 tel. 031918898 sente di osservarne ben 3 in una zona boscosa della Val Travaina. Il circa 30 q. Sotto il torchio c’è una va- Ad eccezione di alcune Albergo Ristorante Dosso Via Camilla Pesenti, 1 tel. 031917942 più originale è l’Avello di Piazze: scavato in sca quadrata di granito sulla quale, tra frazioni di Faggeto Lario e dei comuni di Zelbio e Veleso, ogni Albergo Ristorante National Piazza Rimembranza, 1 tel. 031917931 due piattaforme di legno, vengono pog- paese ha la sua riva sul lago; per questo motivo, nel passato, gli www.hotelnational.it cima a un grande masso erratico, per osser- Ristorante Sole Via Andrea Stoppani, 2 tel. 031917901 varlo bisogna arrampicarsi su una scala di giati i grappoli d’uva. Il mosto prodotto scambi commerciali per via lacustre erano molto diffusi. I cum- Veleso legno. E’ l’unico dotato di un “cuscino” in dalla spremi- ball erano grandi barconi destinati al trasporto delle merci, men- Pina Giovanni Agriturismo Via Case Sparse, 4 tel. 031917152 tura viene tre la gondola lariana è una barca piuttosto lunga con fianchi www.ilcrignolo.It pietra. Albergo Ristorante Bella Vista Via A. Zerboni, 6 tel. 031918932 raccolto in alti, prua appuntita, vela e remi. Particolarmente famosa è la www.bellavistacomo.com. Castelli, torri e fortificazioni una botte di Lucia, la barca che ancora si può vedere Orizzonte Via Mariani, 14 tel. 031917018 legno attra- navigare sul lago: non troppo grande, di Nesso Nel centro di Torno, tra la Via Castello e il verso un foro inciso nella pietra. L’im- forma slanciata, è adatta all'uso con solo Albergo Ristorante Tre Rose Via Borgonuovo, 4 tel. 031910137 Vicolo Castello, si possono ancora osservare i Alpe di Colmenacco cell. 368232506 tel. 034440284 pianto è talmente grande che l’edificio in due pescatori. Si è trasformata da barca resti di un Castello facente parte delle nume- Trattoria Belvedere Via del Tivano, 43 tel. 031910143 pietra che lo ospita è stato costruito ap- da lavoro in barca da passeggio; lo scafo Trattoria Del Porto Via al Pontile, 26 tel. 031910195 rose fortificazioni medioevali che circondavano il paese. positamente per custodirlo ed è ora di raggiunge lunghezze di 6 metri con una Pognana Lario Sul sentiero che porta in Val Travai- Ristorante La Meridiana Via Aldo Moro 1 tel. 031 78333 proprietà del Comune di Palanzo. Ogni larghezza solitamente maggiore di 2 ed na, poco prima del ponte, si passa www.meridiana-comolake.it anno, nel mese di ottobre, l’Associazione è caratterizzato dal fondo piatto e dai Faggeto Lario attraverso la Porta Travaina, anch’es- Amici del Torchio organizza una sagra nel fianchi diritti sistemati a V. Azienda Agricola Alpe di Lemna cell. 3384138470 sa parte delle fortificazioni medioeva- Ristorante San Giorgio Piazza San Giorgio, 1 tel. 031378666 corso della quale viene messo in funzione l’impianto attirando una li: è un arco in pietra dove, per tradi- www.ristorantesangiorgio.com moltitudine di turisti. La festa è allietata da diverse iniziative cultu- I Tipi Tipici Via Baragiola, 6 tel. 031378641 zione, si deve inserire un sasso rali; inoltre, vengono allestiti banchi-vendita di prodotti artigianali e Antica Hostaria Molina Piazza Sant'Antonio, 2/4 tel. 0313370675 nell’apposita cavità come simbolo di www.anticahosteriamolina.it di spuntini, oltre alle tradizionali caldarroste pedaggio per entrare nel paese. Trattoria Pippi Piazza Sant'Antonio, 16 tel. 031378500 cotte con l’apposito strumento a forma di Il Vapore Via alle Rive, 44 tel. 031309866 Anche Pognana in età Comunale era gabbia. Il Pescatore Ristorante Via per Bellagio, 1 tel. 031378688 circondata da fortificazioni: i resti del www.ristorante-pescatore.com Rifugio Riella località Monte Palanzone tel. 031378600 Castello sono ancora visibili nella Torno frazione Castello e oggi vengono uti- Antichi portali Alpe Crotto Piazzaga Località Piazzaga tel. 031419.925 lizzati come muri di sostegno o convertiti in sottopassaggi a volte Nei paesi del lago si possono ammirare i por- Ristorante G.L.A.V.J.C. Via Poggi, 25/A tel. 031419300 www.hotelglavjc.it tali d’ingresso di alcune case antiche, opera Ristorante Vapore Via Plinio, 20 tel. 031419311 www.hotelvapore.it con barbacani. Blevio Nel paese di Palanzo sono stati trovati i resti di una torre che molto di esperti scalpellini del posto. In genere so- Ristorante Momi Riva cell. 3341202327 www.ristorantemomi.it probabilmente apparteneva a un castello di età comunale. Succes- no costruiti in serizzo, una roccia metamorfi- L’Orangerie Via Caronti, 69 tel. 03132511 www.castadivaresort.com Casa di riposo per musicisti, tuttavia il progetto non andò in porto e Torno BREVE STORIA DEI PAESI Ville storiche negli anni Ottanta la villa divenne un condominio di lusso. Villa Pliniana Villa Calvi Blevio La villa fu costruita nel Blevio Nell’Ottocento nacque come dimora della fa- E’ l’unione di sette antiche frazioni, dette “le sette città” (Capovico, 1577 dal conte Giovanni Cazzanore, Girola, Maggianico, Mezzovico, Sopravilla e Sorto). Le prime miglia Artaria, nota a livello mondiale nell’edi- Villa Troubetzkoy Anguissola, governatore di informazioni scritte sul paese risalgono all’XI secolo, ma i documenti toria musicale. Alla metà dell’Ottocento la villa che confermano l’esistenza autonoma del borgo sotto la giurisdizione Fino all’arrivo del principe Alexander Como, in un’insenatura sul della chiesa di Como sono datati al 1200. Durante le pestilenze che nel Troubetskoy, avvenuto nel 1840, l’edifi- passò alla famiglia Calvi, originaria di Genova, lago a nord del paese di Torno. Nel passato ospitò personaggi fa- Medioevo colpirono la provincia di Como, Blevio fu di grande aiuto agli sotto la quale la proprietà risultava divisa in cio in riva al lago era conosciuto come mosi come Napoleone, Byron, Volta, Rossini e altri ancora. Inoltre, abitanti comaschi: ciò contribuì alla concessione ai bleviani della tanto tre parti una delle quali è Villa Marta, ora pa- Cà de la paja, ossia Casa di paglia, fu teatro di una celebre storia d’amore tra il principe Emi- desiderata cittadinanza comasca che attribuiva loro parità di diritti e di chiamata così per il suo tetto dal forte trimonio del Comune di Blevio. Nel parco un doveri. Nel 1400 il paese fu donato da Ludovico il Moro a Lucrezia Cri- lio Belgiojoso, marito di Cristina, e Marie Anne Berthier, velli; nel secolo successivo fu inserito nel contado delle Tre Pievi. tempo sorgevano un oratorio chiamato San Fedelino, che poi fu colore giallo. Troubetzkoy, condannato principessa di Wagram e moglie del duca di Plaisance. Qui Torno distrutto per fare posto all’attuale darsena, e un’ampia zona desti- a sei anni di lavori forzati in parte condonati per aver partecipa- la coppia di amanti visse per ben otto anni in solitudine e Secondo un’ipotesi, il nome del paese deriva dalla parola “torno”, che nata alla coltivazione della vigna a cui lavoravano diversi abitanti di Blevio. significa “collina tondeggiante”. Il luogo fu già abitato in epoca prero- to a una rivolta contro lo zar di Russia Nicola I, fu profondamen- con pochi ospiti; tuttavia, la principessa si sentì mana e nel periodo imperiale. La presenza nei suoi boschi dei famosi te colpito dalla bellezza del luogo, perciò acquistò la Cà de la Villa Belvedere oppressa da questa sorta di prigionia e, un pome- Massi Avelli conferma l’occupazione da parte delle popolazioni d’oltralpe paja, la trasformò in una villa costruita secondo lo stile tipico Nata nel 1770 in riva al lago, si chiama- riggio del 1851, fuggì mentre Emilio dormiva. Nel alla fine dell’impero romano. Dal XIII al XVI secolo, grazie all’ordine degli chalet svizzeri e le attribuì il proprio nome. Poiché fu ado- va Malpensata perché era collegata al corso dei secoli la villa attraversò periodi di abban- delle Umiliate, si diffuse la manifattura dei pannilani esportati fino allo perata la dinamite per distruggere alcuni scogli che ostacolavano paese attraverso sentieri poco agevoli; stato della Germania, attività che rese ricco il paese attirandogli l’invidia dono ed ebbe diversi proprietari fino al 1983 quan- della città di Como. All’epoca il borgo contava circa 5 000 abitanti. Nel i lavori di ristrutturazione, il principe fu soprannominato dalla inoltre, era posizionata di fianco a un do la famiglia Valperga vendette la proprietà alla XVI secolo, la rivalità tra i due comuni sfociò nella battaglia che Torno popolazione locale “il Turbascogli”. Per l’aspetto fiabesco delle torrente che, nei periodi di piogge ab- famiglia Ottolenghi portando via tutti gli arredi. Nel 2001 iniziarono combatté contro Como: Torno si alleò con i Francesi, mentre i comaschi sue forme, ai tempi la villa era nota anche come la Casa dei bondanti, ne metteva a rischio la stabi- combatterono al fianco degli Sforza e degli Spagnoli. Questi ultimi ebbe- i rifacimenti dell’edificio che ne hanno portato alla luce l’antico ro il sopravvento e il borgo di Torno fu raso al suolo. I pochi sopravvis- sette nani. Attualmente è un condominio di lusso collegato alla lità. Nonostante il nome, la dimora ave- splendore. Sul lago si affaccia suti si rifugiarono in alto lago e nelle province di Lugano e Bergamo. strada lariana da un caratteristico ascensore. va però un aspetto nobile e sontuoso una bellissima loggia dorica a Verso la fine del 1500 decisero di ritornare nel luogo d’origine dove ricostruirono il paese, oramai privato della floridezza di un tempo. Nel Villa Borletti tanto da essere paragonata alla Versailles francese da cui il sopran- tre arcate sostenute da colonne 1800, nei fondali del porto furono ritrovate armi risalenti al XIII-XVI nome “Versaglia”. Nel 1804 la villa passò alla contessa Maddalena A metà dell’Ottocento, il diplomatico russo binate dalla quale si gode una secolo, ora conservate nel Museo Giovio di Como. Gregor Petrovich fece edificare su una Imbonati, sorella di Carlo Imbonati a cui Manzoni dedicò la celebre splendida vista. Alle sue spalle Faggeto Lario sporgenza rocciosa in riva al lago una villa ode; la nobildonna la fece ristrutturare cambiandole il nome in Villa vi sono un cortile dominato da È costituito da quattro frazioni (Riva di Faggeto, Molina, Lemna e Palan- zo) sparse sul territorio di un’ampia valle. La presenza di Massi Avelli con l’aspetto di uno chalet, secondo la Belvedere e trasformandola in un rinomato salotto letterario. una statua di Nettuno e la fa- nelle frazioni di Lemna e di Palanzo testimonia l’occupazione da parte moda del tempo. La villa prese il nome di Villa Pasta mosa fonte intermittente Plinia- delle popolazioni d’oltralpe alla fine dell’impero romano. I documenti Al Poncett e ospitò Gregor con la moglie Costruita agli inizi dell’Ottocento, na, descritta da Plinio il Vecchio storici confermano che già a partire dal XIII secolo si erano costituiti tre comuni autonomi: gli statuti comunali di Como descrivono questi comu- Sofia Soltikoff e i loro figli fino alla morte la villa venne acquistata nel 1830 e da Plinio il Giovane come ni come un importante fornitore di pesce alla provincia durante il mer- dell’amata sposa. Distrutto dal dolore, Gregor si avvicinò al dalla famosa cantante lirica Giu- “Una fonte copiosa che sempre cresce e cala ogni ora”. A lungo gli coledì e il sabato di Quaresima. Le difficoltà economiche furono la causa mondo religioso facendosi frate dell’Ordine dei Barnabiti con il ditta Pasta, destinandola come esperti, tra cui , hanno cercato di spiegare il fun- della forte emigrazione a partire dal 1600; alcune famiglie locali avvia- rono all’estero floride attività produttive di tessuti in seta, cannocchiali, nome di Padre Agostino Maria Schouvaloff. Da Blevio si trasferì dimora per i suoi numerosi ospiti. zionamento di questa fonte misteriosa. Secondo l’ipotesi più moder- barometri e gioielli. a Milano, poi a Parigi dove, in vecchiaia, scrisse un libro dedicato Nel parco furono edificati lo stu- na, l’intermittenza sarebbe dovuta alla presenza di un sifone natu- Pognana Lario alla sua conversione e alla sua vocazione. Dopo la sua morte, diolo di pittura della figlia Clelia, rale in una cavità carsica: quando l’acqua raggiunge una certa al- Il nome del paese deriva dal latino “apponius” nel quale il suffisso avvenuta nel 1859, la villa passò nelle mani dei religiosi che la che frequentava l’Accademia di tezza all’interno della grotta, si scarica verso l’esterno, dopodiché “anus” indica una proprietà fondiaria. Suppellettili funerarie trovate recentemente in diverse tombe confermano la presenza di una comunità rivendettero alla contessa Cristina Trivulzio Belgiojoso, scrittrice, Brera, il cafè-house, una piccola grotta per rinfrescarsi d’estate e il diminuisce il flusso fino al successivo accumulo interno e alla nuova fiorente in epoca romana. Scarse sono le testimonianze dei periodi sto- giornalista ed editrice di giornali rivoluzionari. Amiche della no- teatrino in legno dove Giuditta si esercitava a cantare. Nella zona a tracimazione. L’interno dell’edificio oggi è tristemente spoglio, tut- rici successivi; nella parte alta del paese sono ancora visibili i resti di bildonna furono la celebre cantante lirica Giuditta Pasta e la pri- lago antistante la villa trovò la morte il capitano Wilhelm Locke, tavia si possono ancora ammirare gli artistici soffitti a cassettoni fortificazioni e di un castello attribuibili al periodo comunale mentre è certo che nell’età signorile il borgo appartenne al feudo di Nesso. ma grande ballerina romantica Maria Taglioni, proprietarie di nipote del famoso filosofo, il quale annegò davanti agli occhi della con le sottostanti fasce dipinte, su cui spiccano sedici stucchi ovali Nesso eleganti ville vicine a quella di Cristina, le quali parteciparono moglie e di altri ospiti, laddove poi la figlia fece costruire una lapide che rappresentano scene mitologiche, e i Il luogo fu abitato già nel Neolitico come testimonia il ritrovamento di con lei alla fondazione di un frequentato circolo letterario. in sua memoria. Nel piccolo cimitero di Blevio si può visitare la tomba pavimenti in mosaico con stemmi araldici un’ascia di pietra e di un masso coppelliforme, roccia con incisioni a Villa Cademartori di Giuditta Pasta che qui morì nel 1865. delle famiglie proprietarie. Nel primo salone forma di piccole coppe per riti funerari. Il nome del luogo potrebbe deri- vare dal latino “alnus”, che indica l’albero “ontano”; secondo un’altra La villa, immersa nel suo verde parco Villa Roccabruna erano conservati il celebre piccolo stipo che ipotesi, deriverebbe dalla divinità celtica delle acque, “Ness”. L’espan- con alberi secolari, è nota fin dal Nata agli inizi dell’Ottocento come Casino Ribiere, nel 1827 venne Napoleone aveva regalato ai suoi ospiti, per sione del cristianesimo fu di straordinaria importanza per lo sviluppo 1770. Tra i vari proprietari si distinse acquistata da Giuditta Pasta e ristrutturata dallo zio architetto Filip- ringraziarli della loro accoglienza, e il piano- della zona, la quale diventò pieve della giurisdizione di Como a cui ap- partenevano dieci paesi. Nesso partecipò alle continue guerre tra Como una famiglia di banchieri tedeschi po Ferranti. La cantante vi portò celebri figure tra le quali Vincenzo forte su cui Rossini, in tre giorni, compose la e Milano e si alleò con l’isola Comacina contro i comaschi, che ne di- emigrata da Francoforte a Milano, la Bellini, Gioacchino Rossini e Gaetano Donizetti, qui impegnato nella sua opera “”. Vicino al molo dove strussero le mura nel XII secolo. Queste furono ricostruite nel 1500 da quale nel 1850 incaricò l’architetto stesura della partitura di “Anna Bolena”. Passata in eredità alla fi- attraccano i battelli è possibile vedere un Gian Giacomo de’ Medici detto il Medeghino, tiranno del castello di Mus- Giuseppe Balzaretto di apportare glia Clelia, fu poi venduta ai cotonieri torinesi di origine svizzera lungo corridoio: al tempo in cui la villa ap- so, e poi nuovamente distrutte nelle guerre che il signorotto intraprese contro Francesco Sforza. Il borgo passò di proprietà in proprietà fino al cambiamenti che donarono all’edificio un aspetto sobrio, severo Widt, i quali la demolirono e vi fecero costruire l’attuale Villa Rocca- parteneva al conte Anguissola, ospitava i prigionieri che il potente 1787 quando divenne territorio della famiglia Casnedi. ma elegante. Morto il marito, la consorte Sophie, erede della bruna, un edificio a tre piani in stile Liberty. Attualmente è un resort di lusso. uomo voleva accanto a sé per essere sicuro che non fuggissero. La Veleso villa, si fece notare per le opere di beneficenza a favore degli Villa Usuelli villa è circondata da un parco con una fitta vegetazione di alberi Nell’età medioevale faceva parte della pieve di Nesso. Alla fine del 1400 il paese fu donato da Ludovico il Moro a Lucrezia Crivelli. Nel 1500 si abitanti di Blevio e per il salotto letterario alla moda. Alla sua secolari tra i quali, in primavera, spiccano i colori accesi dei rodo- La proprietà, nota come Cà dell’Imperatore, venne acquistata gra- staccò dalla pieve di Nesso per diventare una parrocchia a sé con le morte, la villa venne ereditata dal genero Conrad Cramer che vi zie alla mediazione di Giuditta Pasta dalla famosa ballerina Maria dendri in fiore. Nel 1942 il regista Mario Soldati scelse la Villa Pli- frazioni di Erno e Gorla. Dalla metà del 1600, per 140 anni, fu proprietà fece apportare nuove modifiche secondo lo stile neorinascimen- Taglioni che, tornata dalla sua tournée nei teatri internazionali, niana come location per girare alcune scene del film Malombra, della famiglia dei Casnedi. Caratterizzato nel passato da una fiorente attività artigianale soprattutto nella lavorazione della pietra calcarea, tale. Dopo la seconda guerra mondiale, la villa fu acquistata da aveva bisogno di riposarsi in un luogo tranquillo. La donna visse nel dall’omonimo romanzo di Antonio Fogazzaro. nel 1797 a Erno fu aperta un’officina con telai per la produzione di tes- Remo Cademartori, l’industriale noto nel settore dei formaggi. castello feudale, rinominato Villa Taglioni, per circa quarant’anni. Villa Taverna suti metallici. Nell’esposizione del 1809 nelle sale del Palazzo delle Oggi la costruzione è un condominio di lusso. Alla sua morte, avvenuta nel 1884, la proprietà passò in eredità alla La villa, situata a picco sul lago nel borgo di Perlasca a Torno, fu Scienze e delle Arti di Brera a Milano, la Ditta Zerboni e Bolzani venne premiata con la medaglia d’argento per i suoi tessuti di ottone e di ferro. Villa Riva figlia di Maria, moglie del principe Alexander Troubetskoy. Fu poi costruita nel 1600 per la famiglia Parravicini. Nel 1700 fu ampliata Zelbio con l’aggiunta della due ali da cui risulta un edificio a forma di C Costruita agli inizi dell’Ottocento, la villa fu abitata da una fami- venduta al pittore Michele Riccardi, che arricchì il parco di specie Il nome del paese era anticamente Gelbi; secondo alcuni studiosi deriva glia comasca di nome Cattaneo. Dopo numerosi passaggi di pro- vegetali provenienti da tutto il mondo e di animali esotici rinchiusi che si rivolge verso il lago. Cesare Cantù descrive la bellezza del dal sanscrito Ji'vri (vecchio) o Jala (acqua) o ancora da Gerb (Zerb, prietà, divenne luogo di vacanza della famiglia Ricordi, famosa in gabbie ancora visibili; infine, parco: “Principal vanto ne sono i giardini, artisticamente disposti sul acerbo); altri studiosi attribuiscono il nome Zelbio a Gelbio, abbreviazio- ne di Gilberto. Il territorio fu abitato già nella preistoria come testimonia nell’editoria musicale milanese, la quale ospitò celebri musicisti passò alla famiglia di Celestino declivio dall’alta strada fino al lago”. Oltre a Cantù la villa ebbe co- il ritrovamento di suppellettili e di tombe dell’età del ferro. Nel Medioevo e diede rifugio agli incisori milanesi Giudici e Strada perseguitati Usuelli, il celebre alpinista e me ospiti illustri Parini, Verri, Foscolo, Giuditta Pasta, Bellini e Man- apparteneva alla pieve di Nesso. Alla fine del 1400 fu donato da Ludovi- dagli Asburgo. Divenuta proprietà del cotoniere Ettore Da Riva, costruttore di dirigibili amico di zoni. Nel 1835 la dimora passò a Gaetano Taverna e poi alla Fami- co il Moro a Lucrezia Crivelli, poi fu assegnato ai Corio e, infine, alla famiglia Casnedi. alla sua morte la moglie Bianca si attivò per trasformarla in una Gabriele D’Annunzio. glia Borromeo, che ne è stata proprietaria fino alla fine del 1900.