L' Delloscire'

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L' Delloscire' la nostra storIa Il suo nome è assocIato alle la mInuzIosa rIcostruzIone mIrabolantI Imprese deglI delle gesta dI uno deI nostrI uomInI rana che con I famosI pIù eroIcI sottomarInI maIalI vIolarono I portI InglesI della seconda guerra mondIale In medIterraneo, tanto da fatta daI subacqueI dIventare esso stesso una delle Iantd expedItIon leggenda persIno tra I nemIcI, che ad haIfa glI tesero un’Imboscata e lo affondarono con tutto l’equIpaggIo senza nemmeno lascIarglI una L’ possIbIlItà dI resa. I restI EPOPEA dI 16 marInaI sono ancora ImprIgIonatI nella zona dI prua del relItto, che sI trova DELLO a solI 35 metrI dI profondItà e potrebbe facIlmente dIventare una meta dI rIspettoso SCIRE’ pellegrInaggIo per I sub ItalIanI Testo di FABIO RUBERTI Foto di JUREK LEWANDOWSKI Ricerca storica di GIUSEPPE CELESTE e FABIO RUBERTI Chissà per quali oscuri disegni del destino mi trovo qui, nel Golfo di Haifa, diretto su un relitto che avevo già visitato trent’anni prima senza sapere esattamente cosa fosse, con la superficialità e l’inconsapevolezza dei ventenni. Nell’agosto del 1978 mi trovavo con dei su- bacquei israeliani a Cesarea Marittima, l’antico porto di Erode il Grande. Dopo un’immersio- ne, uno di loro mi disse che appena fuori Haifa c’era un sommergibile della Seconda Guerra Mondiale, probabilmente italiano, e che alcuni suoi amici sapevano esattamente dove si tro- vava. Un paio di giorni dopo, eravamo su un picco- lo gommone, in un mare con una fastidiosa onda lunga, proprio sulla verticale di quel relitto; montato il Royal Mistral sul bibombola e indossati la muta Calypso e il Fenzy, iniziai l’immersione. Nei ricordi di quel giorno vedo, in un’acqua intorbidita dalla sospensione, una torretta con i periscopi, un grosso squarcio con rottami tutto intorno e uno scafo adagiato su 30 31 un fianco. Era la prima volta che vedevo batterie di cinquantadue elementi cia- con un congelatore per la produzione Femminile di Pistoia. il relitto di un sommergibile, anzi, forse scuna, sistemate in due locali separati. di ghiaccio in blocchetti necessario per Lo Scirè entrava finalmente in servizio era la prima volta che vedevo un relitto Durante la navigazione in superficie il la conservazione dei viveri; inoltre, i e iniziava la sua storia gloriosa. Il pri- così intero. motore diesel trascinava l’indotto del battelli erano dotati di due cucine, una mo comandante, per un brevissimo Dovetti aspettare ben sei anni per motore elettrico e trasmetteva il moto delle quali elettrica, da usare in immer- periodo di tempo, fu il capitano di capire dove mi ero immerso e che all’elica, per la navigazione in immer- sione, e una a nafta, sistemata nella falsa corvetta Alessandro Michelagnoli, se- esperienza indimenticabile avevo vis- sione il motore termico veniva scolle- torre, da usare solo in superficie. guito dal tenente di vascello Adriano suto. Infatti, nel settembre del 1984 gato e il motore elettrico, alimentato Come accennato, lo Scirè faceva parte Pini, che lo portò in combattimento lessi sui giornali che davanti ad Haifa una dalla batteria, azionava l’asse dell’elica. della serie Adua, detta anche degli Afri- facendogli ottenere il primo successo. spedizione della Marina Militare italiana Durante la carica delle batterie, veniva cani perché tutti i sommergibili pren- Allo scoppio del conflitto fu assegnato aveva recuperato i resti dei marinai di scollegato l’asse dell’elica e il diesel tra- devano il nome da località dell’Africa alla Quindicesima Squadriglia del Primo un sommergibile italiano affondato nel scinava il motore elettrico, che funzio- Orientale dove si erano svolti battaglie Gruppo Sommergibili di base alla Spe- 1942: lo Scirè. nava da dinamo. I sommergibili classe o avvenimenti importanti per la con- zia; un mese esatto dopo l’inizio delle 600 avevano un unico timone verticale quista coloniale e dell’Impero. Infatti, ostilità, il 10 luglio 1940, il comandante LA Classe 600 semicompensato dotato di due stazioni lo Scirè è una regione a ovest di Adua Pini, promosso capitano di corvetta, Dopo la Prima Guerra Mondiale le di manovra elettrica, una in plancia e dove, tra febbraio e marzo del 1936, al largo dell’isola dell’Asinara affondò nazioni ex-belligeranti cercarono di una in camera di manovra. E due erano si svolse una sanguinosa ma vittoriosa il piroscafo armato francese Cheik, di procedere verso accordi di disarmo anche le manovre manuali, una primaria battaglia per gli italiani, nella quale il millecinquantotto tonnellate, riuscendo nel tentativo di evitare una nuova corsa e una di emergenza, entrambe nella ca- Secondo Corpo d’Armata perse ol- a salvare dieci naufraghi dell’equipaggio. agli armamenti. Con la conferenza di idrodinamica poiché era la parte del diviso da una parete stagna capace di mera di lancio posteriore. Le variazioni tre mille uomini, causandone però la Nell’agosto successivo il sommergi- Washington del 1921 si riuscì a limitare battello che affrontava la navigazione e sopportare pressioni fino a ottanta di quota venivano governate da due perdita di circa settemila agli etiopi e bile passò al comando del capitano la crescita delle flotte di superficie, ma il contrasto del mare. atmosfere. coppie di timoni orizzontali, la coppia rimanendo padrone del campo e della di corvetta Junio Valerio Borghese fu un fallimento nel regolamentare gli Lo scafo resistente, che è tutto ciò che Lo scafo esterno era composto da lastre prodiera era abbattibile, mentre quella via per Adua. e assegnato alla Prima Flottiglia MAS armamenti sottomarini. La successiva rimane oggi del relitto dello Scirè, era di sette millimetri, parte dello spazio poppiera era fissa. Entrambe le coppie Il sommergibile fu impostato nei cantie- con il compito di trasportatore; grandi conferenza di Londra del 1930 riuscì nel composto da ordinate perfettamente tra lo scafo interno resistente e quello di timoni potevano essere manovrate ri Oto di Muggiano, nei pressi di La Spe- cose bollivano in pentola e per lo Scirè tentativo di controllarne l’espansione circolari alle quali erano inchiodate esterno era utilizzato per lo stivaggio elettricamente, oppure manualmente zia, il 30 gennaio 1937, dieci mesi dopo si preparava un futuro di gloria. definendo due classi di sommergibili: diverse lastre di acciaio a forma di della nafta e dell’acqua di zavorra. Il pia- in caso di emergenza. il vittorioso scontro africano, perciò, si gli oceanici, con un massimo di duemila mattonella. Le piastre erano d’acciaio no di calpestio era ricoperto da listelli di L’impianto di immersione ed emersione pensò di dargli il nome di quella località IL ritornO tonnellate di stazza, e i costieri, con al nichel e avevano uno spessore di legno di teak bullonati alla struttura. La era composto da due casse di zavorra, così importante per le armi italiane. Po- Qualche giorno dopo quella giovanile un massimo di seicento. Gli accordi di quindici millimetri verso il centro del forma della prua variava a seconda della tre doppi fondi e dalla cassa di emersio- co meno di un anno dopo, il 6 gennaio immersione sul relitto, per me ancora questa convenzione diedero l’oppor- battello e di dodici millimetri verso le classe: gli Argonauta avevano una prua ne; ciascuna cassa era dotata di valvole 1938, nel giorno della Befana, avveniva sconosciuto, dello Scirè, partii da Haifa tunità all’Italia di puntare sulla seconda estremità. Ciascuna piastra era assicu- abbastanza tozza, mentre le serie suc- di allagamento e di sfogo d’aria. Que- il varo, presenziato dal comandante del al mattino e arrivai a tarda sera a Eilat, classe, poiché era idonea all’impiego rata da una doppia fila di rivetti, con una cessive ne avevano una detta a squalo, sto sistema permetteva l’immersione Regio Arsenale di La Spezia, ammiraglio attraverso il Negev, su un traballante nel Mediterraneo e perché le regole contro piastra sistemata internamente di profilo molto più slanciato. imbarcando l’acqua nelle due casse ne concedevano un numero illimitato. ed esternamente alla giuntura. L’impianto di propulsione era composto di zavorra e l’emersione scaricando Prese perciò origine la classe più nume- Durante le prove, lo scafo si dimostrò da motori termici diesel da settecento l’acqua imbarcata per mezzo dell’aria rosa dei sommergibili italiani, definita eccezionalmente forte, andando oltre HP a quattrocentocinquanta giri al compressa, che provvedeva ad alleg- appunto “600”, con ben cinquantanove le specifiche del progetto; nell’impiego minuto e motori elettrici a corrente gerire il battello e renderlo galleggiante. imbarcazioni costruite e divise in cinque operativo, infatti, più di un battello continua, a doppio indotto, in grado L’armamento era costituito da sei tubi serie: Argonauta, Sirena, Perla, Platino, raggiunse quote ben più profonde di di sviluppare una potenza massima lanciasiluri da cinquecentotrentatré mil- detta anche Metalli, e Adua, conosciuta quella massima di collaudo, che era di di quattrocento HP a trecentodieci limetri, quattro prodieri e due poppieri, anche come Africani. Lo Scirè apparte- ottanta metri. giri al minuto. I sommergibili costruiti un cannone da 100/47 a proravia della neva a quest’ultima. Lo scafo resistente era suddiviso in a Muggiano adottarono motori termici torre, in seguito sbarcato sui traspor- Le varie serie differivano solamente in sei compartimenti, più la torretta. Fiat ed elettrici Marelli, quelli costruiti tatori come lo Scirè per fare posto ai pochi particolari, i sommergibili furono Cominciando dalla parte poppiera, il a Monfalcone imbarcarono motori sia cassoni per i siluri a lenta corsa (SLC), costruiti da diversi cantieri: Oto di Mug- primo compartimento era la camera termici che elettrici Crda prodotti nel e due mitragliere da 13,2 millimetri giano (Sp), Crda di Monfalcone (Go) e di lancio posteriore, spazio nel quale cantiere stesso, infine quelli realizzati posizionate in plancia. Tosi di Taranto. erano alloggiati anche i motori elettrici a Taranto impiegarono motori diesel I membri dell’equipaggio erano, in I “600” erano sommergibili costieri o e la garitta.
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