PREMIO PER IL PAESAGGIO DEL CONSIGLIO DI EUROPA 2018

PREMIO NAZIONALE PER IL PAESAGGIO 2018

Al Formulario per la candidatura al Premio per il Paesaggio del Consiglio di Europa 2018-Premio Nazionale per il Paesaggio 2018, si allegano alcune pubblicazioni che dimostrano il lavoro svolto per la realizzazione del Percorso formativo ‘Materia Paesaggio’, e che rappresentano sia le modalità di organizzazione e realizzazione del corso sia i temi e le aree trattate. Le pubblicazioni di cui si tratta sono relative alle attività svolte nel 2015.

Si allegano anche le schede di presentazione e i programmi delle edizioni 2014-2015 e 2015.

Tutta la documentazione relativa alla attività svolta dal 2006 per la Formazione in materia di paesaggio dalla Regione Emilia-Romagna è scaricabile all’indirizzo: http://territorio.regione.emilia-romagna.it/osservatorio-qualita-paesaggio/formazione-paesaggio

La competenza di tale attività ora è assegnata all’Osservatorio regionale per la qualità del Paesaggio ER di cui all’indirizzo: http://territorio.regione.emilia-romagna.it/osservatorio-qualita-paesaggio.

Si resta a disposizione per ogni eventuale chiarimento o integrazione.

In fede

Anna Maria Mele

Responsabile dell’Osservatorio regionale

per la qualità del Paesaggio

e del Progetto Materia Paesaggio

Materia Paesaggio: saperi ed esperienze a confronto. Sguardi e progetti per il paesaggio rurale

PRESENTAZIONE

L’esperienza pratico-formativa della Regione Emilia-Romagna in ambito paesaggistico comincia nel 2006 con il duplice intento di creare un linguaggio fra gli attori territoriali e offrire strumenti tecnici e amministrativi utili al miglioramento della gestione del territorio. La gestione multilivello del paesaggio e la crescita della complessità territoriale impongono infatti la costante integrazione e lo scambio di competenze per aumentare l’efficacia delle scelte. La Regione Emilia-Romagna ha quindi sviluppato un metodo formativo ibrido fondato sulla compresenza nello stesso gruppo di lavoro di professionalità differenti (funzionari pubblici e liberi professionisti) e sulla combinazione di laboratori pratico-applicativi, seminari, tavole rotonde, finalizzati a stimolare il confronto tra gli attori. Questa edizione del progetto, in continuità con quella conclusasi nell’aprile del 2014 svolta nei territori di Parma e Ravenna, propone un approfondimento tematico sulla progettazione e gestione del paesaggio rurale. Tale contesto si dimostra sempre maggiormente interessato da incisivi e rapidi mutamenti che necessitano un confronto strutturato sulle modalità di gestione e di valorizzazione dei paesaggi rurali affinché, pur nella loro dinamicità, possano essere al contempo salvaguardati nei loro caratteri specifici e valorizzati facendo leva sulle risorse presenti, in particolare le economie agricole.

OBIETTIVI E AREE/PAESAGGI DI STUDIO

Obiettivo specifico è quello di offrire un’occasione di scambio tra soggetti, professionalità e approcci disciplinari direttamente coinvolti nei processi di trasformazione del paesaggio rurale con il proposito di far convergere competenze e saperi verso un progetto di sviluppo fondato sulla peculiarità delle risorse presenti e sulla specificità dei contesti e dei prodotti locali. Questa edizione, che interessa i territori delle province di Forlì-Cesena e , si focalizzerà su alcuni ambiti di paesaggio (due per Provincia), scelti in funzione della possibilità di sollecitare progettualità o suggerire strumenti utili che possano favorire l’accesso ai finanziamenti del nuovo PSR. Gli ambiti di paesaggio, scelti attraverso il confronto con le Amministrazioni provinciali proprio in funzione di un potenziale legame con il PSR, interessano il territorio collinare della porzione occidentale (Piacenza) e orientale (Forlì-Cesena) della Regione, riconosciuto in gran parte all’interno delle aree Leader. Le aree individuate nel territorio della Provincia di Piacenza sono: - Colline della Val d'Arda; - Colline della Val Tidone e Val Luretta. Le aree individuate nel territorio della Provincia di Forlì-Cesena sono: - Media-Alta collina cesenate;

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- Bassa collina e pedecollinare forlivese. Gli ambiti individuati, per le loro caratteristiche e per le loro potenzialità, costituiscono un campione rappresentativo delle realtà collinari regionali occidentali e orientali della regione. Gli esiti di quest’esperienza potranno quindi far emergere elementi di interesse anche per altri contesti paesaggistici.

METODOLOGIA E STRUMENTI

Le attività vengono realizzate da due gruppi di lavoro, uno a Piacenza e l’altro a Forlì-Cesena, che opereranno in contemporanea. Il programma è articolato in 2 incontri plenari svolti a Bologna, rispettivamente per introdurre e riportare a sintesi il percorso, una giornata dedicata al sopralluogo delle aree interessate, e 5 giornate realizzate localmente nei territori provinciali. L’attività viene svolta attraverso l’alternanza di laboratori pratico-applicativi, seminari e tavole rotonde. Ogni gruppo, è coordinato da un esperto, con il supporto di funzionari regionali sulle aree di studio. Coordinamento del laboratorio: Barbara Marangoni, Formez PA Coordinamento tecnico-specialistico per la Val d’Arda: Barbara Marangoni, Formez PA Coordinamento tecnico-specialistico per la Val Tidone e Val Luretta: Daniela Cardinali, Servizio Pianificazione Urbanistica, Paesaggio e Uso Sostenibile del Territorio, RER

DESTINATARI

Le due classi provinciali sono formate da 20-25 partecipanti, tra cui funzionari pubblici di Comuni, Provincia, Regione, MiBACT e liberi professionisti (architetti, agronomi, agrotecnici, geologi, geometri, ingegneri) che operano nel territorio rurale provinciale.

DURATA

Gli 8 appuntamenti così come sopra descritti hanno durata di 6 ore ciascuno, per un totale di 48 ore.

PERIODO DI SVOLGIMENTO

30 ottobre 2014 – 26 febbraio 2015.

SEDI

I 2 incontri plenari si tengono a Bologna, mentre le 6 giornate di laboratorio pratico-applicativo si svolgono localmente.

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ESITI ATTESI

Nei laboratori pratico-operativi si propone di riflettere sul concetto di capacità di adattamento e di risposta al mutamento di un determinato paesaggio, in altri termini di comprensione del livello di trasformazione oltre il quale sono da ritenere compromessi i caratteri connotanti, quelli che ne qualificano i valori unanimemente riconosciuti, portando alla generazione di un altro contesto.

A partire da un’interpretazione strutturale del paesaggio e dal confronto con gli attori e i soggetti locali, i laboratori si propongono di sperimentare la definizione di diversi strumenti (linee guida, progetti di valorizzazione) orientati alla “caratterizzazione” dei paesaggi legati alle produzioni agroalimentari tipiche della regione, anche mettendo in valore le forme di cooperazione e le reti di soggetti presenti e attivi nel territorio, siano essi istituzionali o informali.

CONTATTI

Segreteria organizzativa

Paola Capriotti

Indirizzo e-mail: [email protected]

Tel.: 3406483093

Pagina web http://territorio.regione.emilia-romagna.it/paesaggio/mat-pae-lab-app-1/materia-paesaggio-saperi-ed- esperienze-a-confronto-sguardi-e-progetti-per-il-paesaggio-rurale-ed-2014-2015

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Temi degli incontri Provincia di Piacenza

Giornata 1– plenaria | 30 ottobre 2014 | Bologna, viale Aldo Moro 30, Aula Magna

Obiettivi Introdurre al corso e fornire primi elementi di riflessione sul rapporto tra paesaggio ed economie agricole.

Giornata 2 - 4 novembre 2014 (1° gruppo Val d’Arda) | Alseno, Strada Visconti n. 868, presso Agriturismo Sopralluogo La Quercia Verde

13 novembre 2014 (2° gruppo Val Tidone) | Borgonovo Val Tidone, piazza Garibaldi

Obiettivi Esplorare le aree di studio

Giornata 3 -laboratorio | 20 novembre 2014 | Piacenza, via Garibaldi 50, Sala Garibaldi

Obiettivi Individuare i principali attori che operano sul territorio

Giornata 4 - laboratorio | 4 dicembre 2014 | Piacenza, via Garibaldi 50, Sala Garibaldi

Obiettivi Fissare gli indirizzi sulle strutture di connessione: reti di collegamento in particolare per la mobilità dolce, infrastrutture verdi, corsi d’acqua

Giornata 5 - laboratorio | 18 dicembre 2014 | Piacenza, via Garibaldi 50, Sala Garibaldi

Obiettivi Fissare gli indirizzi per la gestione dei suoli: manutenzione, sicurezza, articolazione delle coltivazioni ….

Giornata 6 – laboratorio | 21 gennaio 2015 | Piacenza, via Garibaldi 50, Sala Garibaldi

Obiettivi Fissare gli indirizzi sugli insediamenti: nuclei rurali, complessi edificati, edifici a varie destinazioni d’uso, …

Giornata 7 – laboratorio | 4 febbraio 2015 | Piacenza, via Garibaldi 50, Sala Garibaldi

Obiettivi Verificare e modificare le modalità di valutazione dei progetti.

Giornata 8 – plenaria | 26 febbraio 2015 | Bologna, viale della Fiera 8, Sala Poggioli

Obiettivi Illustrare alcuni degli strumenti più efficaci per la gestione delle trasformazioni in territorio rurale e per la valorizzazione del paesaggio.

Tutti gli incontri si terranno dalle 9,30 alle 16,30.

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Materia Paesaggio: saperi ed esperienze a confronto. Sguardi e progetti per il paesaggio rurale

PRESENTAZIONE

L’esperienza pratico-formativa della Regione Emilia-Romagna in ambito paesaggistico comincia nel 2006 con il duplice intento di creare un linguaggio comune fra gli attori territoriali e offrire strumenti tecnici e amministrativi utili al miglioramento della gestione del paesaggio e del territorio. La gestione multilivello del paesaggio e la crescita della complessità territoriale impongono infatti la costante integrazione e lo scambio di competenze per aumentare l’efficacia delle scelte. La Regione Emilia-Romagna ha quindi sviluppato un metodo formativo ibrido fondato compresenza nello stesso gruppo di lavoro di professionalità differenti (funzionari pubblici e liberi professionisti) e sulla combinazione di laboratori pratico-applicativi, seminari, tavole rotonde, finalizzati a stimolare il confronto tra gli attori. Questa edizione del progetto, in continuità con l’edizione conclusasi nell’aprile del 2014 svolta nei territori di Parma e Ravenna, propone un approfondimento tematico sulla progettazione e gestione del paesaggio rurale. Tale contesto si dimostra sempre maggiormente interessato da incisivi e rapidi mutamenti che necessitano un confronto strutturato sulle modalità di gestione e di valorizzazione dei paesaggi rurali affinché, pur nella loro dinamicità, possano essere al contempo salvaguardati nei loro caratteri specifici e valorizzati facendo leva sulle risorse presenti, in particolare le economie agricole.

OBIETTIVI E AREE/PAESAGGI DI STUDIO

Obiettivo specifico è quello di offrire un’occasione di scambio tra soggetti, professionalità e approcci disciplinari direttamente coinvolti nei processi di trasformazione del paesaggio rurale, sempre più interessato da rapidi mutamenti, con il proposito di far convergere, attraverso esperienze condivise di analisi del paesaggio e di riconoscimento delle sue vocazioni e delle sue potenzialità, competenze e saperi verso un progetto di sviluppo fondato sulla peculiarità delle risorse presenti, sulla percezione dell’unicità di alcuni contesti e sulla specificità dei suoi prodotti. Questa edizione, che interessa i territori delle province di Forlì-Cesena e Piacenza e verrà realizzata con le modalità di seguito illustrate, si focalizzerà su alcuni ambiti di paesaggio (due per Provincia), scelti in funzione della possibilità di sollecitare progettualità o suggerire strumenti utili che possano

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favorire l’accesso ai finanziamenti del nuovo PSR. Gli ambiti di paesaggio, scelti attraverso il confronto con le Amministrazioni provinciali proprio in funzione di un potenziale legame con il PSR, interessano il territorio collinare della porzione occidentale (Piacenza) e orientale (Forlì-Cesena) della Regione, riconosciuto in gran parte all’interno delle aree Leader. Le aree individuate nel territorio della Provincia di Piacenza sono: - Colline della val d'Arda; - Colline della Val Tidone e Val Luretta; Le aree individuate nel territorio della Provincia di Forlì-Cesena sono: - Media-Alta collina cesenate; - Bassa collina e pedecollinare forlivese. Gli ambiti individuati, per le loro caratteristiche e per le loro potenzialità, costituiscono un campione rappresentativo delle realtà collinari regionali occidentali e orientali della regione. Gli esiti di quest’esperienza potranno quindi far emergere elementi di interesse anche per altri contesti paesaggistici.

METODOLOGIA E STRUMENTI

Le attività vengono realizzate da due gruppi di lavoro, uno a Piacenza e l’altro a Forlì-Cesena, che opereranno in contemporanea. Il programma è articolato in 2 incontri plenari svolti a Bologna, rispettivamente all’inizio del percorso per introdurre e alla fine dello stesso per riportare a sintesi i temi affrontati, una giornata dedicata al sopralluogo delle aree interessate, e 5 giornate realizzate localmente nei territori provinciali. L’attività viene svolta attraverso l’alternanza di laboratori pratico-applicativi, seminari e tavole rotonde. Ogni gruppo è coordinato da un esperto, con il supporto di funzionari regionali.

DESTINATARI

Le due classi provinciali sono formate da 20-25 partecipanti, tra cui funzionari pubblici di Comuni e Unioni di Comuni, Provincia, Regione, MiBACT e liberi professionisti (architetti, agronomi, agrotecnici, geologi, geometri, ingegneri) che operano nel territorio rurale provinciale.

DURATA

Gli 8 appuntamenti così come sopra descritti hanno durata di 6 ore ciascuno, per un totale di 48 ore.

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PERIODO DI SVOLGIMENTO

30 ottobre 2014 – 26 febbraio 2015.

SEDI

I 2 incontri plenari si tengono a Bologna, mentre le 6 giornate di laboratorio pratico-applicativi si svolgono localmente.

ESITI ATTESI

Nei laboratori pratico-operativi si propone di riflettere sul concetto di capacità di adattamento e di risposta al mutamento di un determinato paesaggio, in altri termini di comprensione del livello di trasformazione oltre il quale sono da ritenere compromessi i caratteri connotanti, quelli che ne qualificano i valori unanimemente riconosciuti, portando alla generazione di un altro contesto.

A partire da un’interpretazione strutturale del paesaggio e dal confronto con gli attori e i soggetti locali, i laboratori si propongono di sperimentare la definizione di diversi strumenti (linee guida, progetti di valorizzazione) orientati alla “caratterizzazione” dei paesaggi legati alle produzioni agroalimentari tipiche della regione, anche mettendo in valore le forme di cooperazione e le reti di soggetti presenti e attivi nel territorio, siano essi istituzionali o informali.

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Temi degli incontri Provincia di Forlì-Cesena

Giornata 1– plenaria | 30 ottobre 2014 | Bologna, viale Aldo Moro 30, Aula Magna

Obiettivi Introdurre al corso e fornire primi elementi di riflessione sul rapporto tra paesaggio ed economie agricole.

Giornata 2 – Sopralluoghi1 | 6 novembre 2014 (1° gruppo collina cesenate), 11 novembre 2014 (2° gruppo bassa collina forlivese) | Punti di incontro da definire

Obiettivi Esplorare le aree di studio

Giornata 3 - Laboratorio | 27 novembre 2014| Cesena, viale Bovio n. 424, Sala Conferenze

Obiettivi Individuare i principali attori che operano sul territorio (marketing territoriale)

Giornata 4 - Laboratorio | 11 dicembre 2014| Cesena, viale Bovio n. 424, Sala Conferenze

Obiettivi Fissare gli indirizzi sulle strutture di connessione: reti di collegamento in particolare per la mobilità dolce, infrastrutture verdi, corsi d’acqua …..

Giornata 5 - Laboratorio | 15 gennaio 2015| Cesena, viale Bovio n. 424, Sala Conferenze

Obiettivi Fissare gli indirizzi per la gestione dei suoli: manutenzione, sicurezza, articolazione delle coltivazioni ….

Giornata 6 - Laboratorio | 29 gennaio 2015| Forlì, piazza G.B. Morgagni 2, Sala Agricoltura n. 2

Obiettivi Fissare gli indirizzi sugli insediamenti: nuclei rurali, complessi edificati, edifici a varie destinazioni d’uso, …

Giornata 7 - Laboratorio | 12 febbraio 2015| Forlì, piazza G.B. Morgagni 2, Sala Agricoltura n. 2

Obiettivi Verificare e modificare le modalità di valutazione dei progetti.

Giornata 8 - plenaria | 26 febbraio 2015 | Bologna, viale della Fiera 8, Sala Poggioli

Obiettivi Illustrare alcuni degli strumenti più efficaci per la gestione delle trasformazioni in territorio rurale e per la valorizzazione del paesaggio.

1 I sopralluoghi sono organizzati in due giornate in quanto si prevede di ripartire la classe in due gruppi, ciascuno impegnato in un’area studio. Dal momento che la suddivisione avverrà, anche in funzione delle preferenze espresse dai partecipanti in occasione della giornata del 30 ottobre 2014, si chiede cortesemente la disponibilità a tenere impegnate entrambe le date fino al 31 ottobre 2014.

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Percorso formativo

Esplorare i paesaggi agro-urbani Forme, usi e attori nelle aree di margine

Programma sintetico

Assessorato ai trasporti, reti infrastrutture materiali e immateriali, programmazione territoriale e agenda digitale Obiettivi Modalità Contesti

Materia Paesaggio è un’attività formativa In risposta alle domande e alle aspettative I partecipanti si eserciteranno su aree periur- organizzata a partire dal 2006 dalla Regione degli attori locali (ovvero di coloro che inter- bane, territori nei quali la contiguità sica tra Emilia-Romagna, in collaborazione con il vengono con le proprie attività sul paesaggio città e campagna e la molteplicità di attori che Segretariato Regionale del MiBACT e ANCI agro-urbano), i partecipanti sono chiamati a li abitano e li modi cano generano un nuovo ER, nalizzata a indagare contesti e temi simulare, in forma sempli cata, scenari di paesaggio, dinamico e spesso conittuale. connotanti i paesaggi regionali e a promuo- trasformazione del paesaggio. vere lo scambio tra operatori e discipline I territori scelti si trovano nelle città di Bolo- attraverso laboratori pratico-operativi. Le simulazioni delle diverse ipotesi di svilup- gna e Rimini, i contesti di riferimento sono: po serviranno a valutare gli eetti sul paesag- Nelle ultime due edizioni Materia Paesaggio gio e a comprendere i conitti e le alleanze il RETROCOSTA A NORD DI si è concentrata sulla valorizzazione e gestio- che possono nascere dalla diversi cazione di RIMINI, ovvero la fascia di territorio com- ne dei paesaggi rurali aprendo i laboratori al obiettivi e nalità. presa tra la Strada Statale 16 e la linea di confronto con gli attori locali chiamati a costa; discutere e a proporre i loro punti di vista. Sono le divergenze e i punti di contatto tra le simulazioni che rendono gli scenari interes- la COLLINA URBANA BOLOGNE- In continuità con queste esperienze la nuova santi e utili per individuare i limiti dell’azione, SE, ovvero la porzione di territorio a sud di edizione del percorso formativo intende le potenzialità e l’ecacia delle regole dettate Bologna tra i umi Reno e Savena. esplorare i paesaggi agro-urbani delle realtà dagli apparati normativi vigenti. metropolitane immaginando forme e usi per Per ogni contesto è stata selezionata un’area le aree di relazione tra i contesti urbanizzati e campione, individuata in relazione alla com- i territori rurali. plessità delle situazioni e degli attori e alla capacità di rappresentare le dinamiche in corso. Programma

Il percorso formativo è organizzato in 5 moduli, di cui 3 aperti al pubblico (1°, 4° e 5°, in verde anche nel testo), che vedranno l’alternanza di diversi metodi di apprendimento (lezioni frontali, sopralluo- ghi guidati, workshop progettuali) per una durata complessiva di 40 ore.

Apertura|Bologna Laboratori locali|Rimini e Bologna Chiusura|Bologna

Approfondimenti Cassetta degli attrezzi Avvicinamento ai contesti interdisciplinari Modulo|Seminario Modulo|Visita guidata 1° 2° 4° Modulo|Seminario Casi ed esperienze, alle diverse scale, Sopralluoghi guidati nelle aree di Evoluzione del rapporto orientate alla costruzione di un rapporto studio città/campagna nella prospettiva delle disci- virtuoso tra città e campagna, negli ambiti pline geogra che metropolitani come nei contesti locali Fondamenti per la costruzione della Gestione del rapporto domanda di trasformazione con gli attori città/campagna negli strumenti di piani ca- Ruolo dello scenario nell’esplorazione locali zione dei territori: metodologie e strumenti Esplorazioni e simulazioni Suggestioni per il futuro I contesti di studio: dinamiche e siste- Modulo|Workshop progettuale Modulo|Evento partecipato mi di regole 3° 5° Il laboratorio svilupperà progetti nei I partecipanti saranno chiamati a territori agro-urbani che verranno utilizzati sviluppare riessioni sull’ecacia del sistema come strumento per esplorare le conseguenze delle regole a partire dalla costruzione di spaziali e funzionali delle dinamiche di scenari condivisi trasformazione in corso o prevedibili Partecipanti Crediti formativi professionali

I partecipanti al percorso formativo sono É stato richiesto il riconoscimento dei crediti formativi presso gli ordini professionali degli agrono- funzionari pubblici (Comuni, Provincia o mi, architetti e geologi delle Province di Bologna e Rimini. Città Metropolitana, Regione e Soprinten- Agli ingegneri sarà rilasciato un attestato di partecipazione utilizzabile ai ni dell'autocerti cazione denze) e liberi professionisti (architetti, inge- annuale di 15 crediti. gneri, agronomi e geologi). L’accesso al percorso formativo è gratuito ed i posti Gruppo di lavoro disponibili sono al massimo 30 per classe. Coordinamento delle attività: Anna Mele Servizio Piani cazione Urbanistica, Paesaggio e Uso Soste- Per candidarsi occorre inviare un’ e-mail con nibile del Territorio, RER i propri dati anagra ci e professionali entro e non oltre le ore 12.00 del 15 ottobre 2015 Coordinamento del laboratorio: Barbara Marangoni Formez PA all’indirizzo [email protected] Coordinamento tecnico-specialistico: Laura Punzo, Daniela Cardinali Servizio Piani cazione Urba- romagna.it. nistica, Paesaggio e Uso Sostenibile del Territorio, RER, Marcella Isola Servizio Qualità Urbana e Politiche Abitative, RER, Manuela Capelli Servizio programmazione territoriale e sviluppo della Il gruppo di lavoro della Regione Emilia montagna, RER, Mauro Fini Servizio Territorio Rurale e Attività Faunistico-Venatorie, RER Romagna provvederà alla formazione di classi interdisciplinari composte da operatori Segreteria organizzativa e comunicazione: Paola Capriotti, Agostino Maiurano Formez PA pubblici e liberi professionisti.

Informazioni e contatti

Email: [email protected] Telefono: Paola Capriotti 3406483093, Barbara Marangoni 3402877436 Sito web: http://territorio.regione.emilia-romagna.it/paesaggio/mat-pae-lab-app-1/pae-agro-urbani Pagina Facebook: https://it-it.facebook.com/PaesaggioER.ProgettiEuropei Esplorare i paesaggi agro-urbani Forme, usi e attori nelle aree di margine Calendario di Rimini

Apertura|Bologna Laboratori locali|Rimini Chiusura|Bologna

30 Ottobre 9 Novembre 10 Dicembre Cassetta degli attrezzi Avvicinamento ai contesti Approfondimenti interdisciplinari 1° Modulo|Seminario 2° Modulo|Visita guidata 4° Modulo|Seminario

Casi ed esperienze, alle diverse scale, Sopralluogo guidato nelle aree di Evoluzione del rapporto orientate alla costruzione di un rapporto studio città/campagna nella prospettiva delle disci- virtuoso tra città e campagna, negli ambiti pline geogra che metropolitani come nei contesti locali Fondamenti per la costruzione della Gestione del rapporto domanda di trasformazione con gli attori città/campagna negli strumenti di piani ca- Ruolo dello scenario nell’esplorazione locali zione dei territori: metodologie e strumenti 18, 25 Novembre I contesti di studio: dinamiche e siste- 18 Dicembre mi di regole 2 Dicembre Suggestioni per il futuro Esplorazioni e simulazioni 5° Modulo|Evento partecipato 3° Modulo|Workshop progettuale I partecipanti saranno chiamati a Il laboratorio svilupperà progetti nei sviluppare riessioni sull’ecacia del sistema territori agro-urbani che verranno utilizzati delle regole a partire dalla costruzione di come strumento per esplorare le conseguenze scenari condivisi spaziali e funzionali delle dinamiche di trasformazione in corso o prevedibili Esplorare i paesaggi agro-urbani Forme, usi e attori nelle aree di margine Calendario di Bologna

Apertura|Bologna Laboratori locali|Bologna Chiusura|Bologna

30 Ottobre 5 Novembre 10 Dicembre Cassetta degli attrezzi Avvicinamento ai contesti Approfondimenti interdisciplinari 1° Modulo|Seminario 2° Modulo|Visita guidata 4° Modulo|Seminario

Casi ed esperienze, alle diverse scale, Sopralluogo guidato nelle aree di Evoluzione del rapporto orientate alla costruzione di un rapporto studio città/campagna nella prospettiva delle disci- virtuoso tra città e campagna, negli ambiti pline geogra che metropolitani come nei contesti locali Fondamenti per la costruzione della Gestione del rapporto domanda di trasformazione con gli attori città/campagna negli strumenti di piani ca- Ruolo dello scenario nell’esplorazione locali zione dei territori: metodologie e strumenti 19, 26 Novembre I contesti di studio: dinamiche e siste- 18 Dicembre mi di regole 3 Dicembre Suggestioni per il futuro Esplorazioni e simulazioni 5° Modulo|Evento partecipato 3° Modulo|Workshop progettuale I partecipanti saranno chiamati a Il laboratorio svilupperà progetti nei sviluppare riessioni sull’ecacia del sistema territori agro-urbani che verranno utilizzati delle regole a partire dalla costruzione di come strumento per esplorare le conseguenze scenari condivisi spaziali e funzionali delle dinamiche di trasformazione in corso o prevedibili sguardi e progetti per il paesaggio rurale Note e riflessioni dai laboratori per la valorizzazione dei paesaggi rurali collinari piacentini

QUADERNI DI LABORATORIO sguardi e progetti per il paesaggio rurale Note e riflessioni dai laboratori per la valorizzazione dei paesaggi rurali collinari piacentini

a cura di Barbara Marangoni © 2015 REGIONE EMILIA-ROMAGNA

Servizio Pianificazione Urbanistica, Paesaggio e Uso Sostenibile del Territorio Roberto Gabrielli responsabile

Anna Mele coordinamento attività

Formez PA Barbara Marangoni coordinamento dei laboratori Enti coinvolti Gruppo di lavoro per la progettazione Anna Mele, Daniela Cardinali, Mauro Fini, Marcella Isola, Laura Punzo per Paola Capriotti Regione Emilia-Romagna la Regione Emilia-Romagna segreteria organizzativa Servizio Pianificazione Urbanistica, Paesaggio e Uso Sostenibile del Paola Capriotti, Barbara Marangoni per il Formez PA Territorio Antonio Gioiellieri per ANCI Emilia-Romagna ente promotore Testi a cura di Formez PA - Centro Servizi, assistenza, studi e formazione per Cap 1 - Paola Capriotti, Daniela Cardinali, Barbara Marangoni l’ammodernamento delle P.A. Cap 2.1 - Daniela Cardinali Laboratorio di Piacenza ente attuatore Cap 2.2 - Barbara Marangoni Barbara Marangoni - caso I capitoli sui casi sono stati elaborati grazie al contributo dei partecipanti studio Colline della Val d’Arda Daniela Cardinali - caso studio Ringraziamenti Colline della Val Tidone Relatori plenarie: Marialuisa Bargossi, Marialuisa Cipriani, Elena Farné, Viviana in collaborazione con: Ferrario, Mauro Fini, Ilaria Di Cocco, Roberto Gabrielli, Fabio Gavelli, Eugenio Segretariato Regionale del Ministero dei Beni e delle Attivita’ Culturali e Gazzola, Antonio Gioiellieri, Marco Giubilini, Federica Larcher, Gloria Minarelli, del Turismo per L’emilia-Romagna Francesco Puma, Adalgisa Rubino, Laura Schiff, Biancamaria Torquati, Davide Viaggi, Catia Zumpano Associazione nazionale dei Comuni Italiani Emilia-Romagna Relatori laboratorio Piacenza: Giovanni Luca Bisogni, Celeste Boselli, Fausto Borghi, Anita Calegari, Giuseppe Castelnuovo, Antonio Colnaghi, Ermes Frazzi, Regione Emilia-Romagna Elena Gherardi, Albino Libé, Michele Maffini, Giovanni Morini, Giuseppe Servizio Territorio Rurale e Attività Faunistico-Venatorie Orlandazzi, Marisa Pattacini, Gianluca Raineri, Willer Simonati, Paolo Tomasi, Servizio Qualità urbana e politiche abitative Gianbattista Volpe Le aziende agricole Azienda Vinicola Tenuta La Ratta, Agriturismo La Quercia Ordini professionali degli architetti, pianificatori, paesaggistici e Verde, il Comune di Vernasca e Assoagriturismi. conservatori, degli ingegneri, Collegi dei geometri e degli Agrotecnici della Si ringrazia, inoltre, Agostino Maiurano per l’elaborazione del logo dell’iniziativa EF design Provincia di Piacenza e degli Ordini dei geologi e degli agronomi della e Laura Biolchini. progetto grafico collana Regione Emilia-Romagna La Provincia di Piacenza per la disponibilità dei locali e della strumentazione tecnica 5 Premessa indice 7 1. temi di riflessione 8 Rappresentazioni e letture di luogo: Val d’Arda e Val Tidone 12 Strategie e visioni per la valorizzazione dell’agricoltura collinare 15 Infrastrutture fisiche ed ecologiche di connessione 17 Potenzialità e criticità delle politiche agricole e di tutela 19 Proposte per innalzare la qualità dei prodotti e dei paesaggi 22 La valutazione nelle aree assoggettate a vincolo paesaggistico

2. casi studio 25 2.1. Punto, linea e superficie. Mosaico di borghi, allineamenti, natura e agricoltura della Val Tidone 26 Le scoperte dell’attraversamento 33 Il paesaggio svelato: lettura e interpretazione della Val Tidone 36 I tre tipi di paesaggi 44 Idee per valorizzare i paesaggi: punto, linea, superficie 46 1. Punto. Strategie e azioni per valorizzare la veduta dell’alta collina di Rocca d’Olgisio 48 2. Linea. Un percorso lungo il Tidone e la manutenzione delle sponde anche con i fruitori… 52 3. Superficie. Indicazioni per le trasformazioni e la gestione delle aree coltivate a vigneto 53 Conclusioni: la ricchezza della Val Tidone e delle sue comunità

55 2.2. Progetto di valorizzazione per i paesaggi rurali delle colline della Val D’Arda 56 Tra borghi e vigneti 59 Interpretazioni dei paesaggi locali 65 Strategie di progetto ed obiettivi di qualità paesaggistica 66 Definire reti di fruizione: rete strutturale, rete diffusa 70 Valorizzare/riqualificare il paesaggio del fondovalle dell’Arda 75 Valorizzare la rete delle strade vicinali nei paesaggi dei vigneti 80 Definire un’identità per l’area intermedia tra collina e montagna

86 Bibliografia 90 Protagonisti 4 Premessa

La condivisione e il confronto sono gli ingredienti più stimolanti di sviluppo di un nuovo approccio alla gestione del paesaggio rurale un’esperienza che si fonda sul lavoro di gruppo e sulla dimensione collinare. operativa del fare. Il percorso laboratoriale, conclusosi il 26 febbraio 2015, si pone Il primo capitolo sintetizza i contributi tematici e le questioni in continuità con l’esperienza formativa regionale in ambito principali emerse durante gli incontri preliminari al laboratorio. paesaggistico, consolidando e valorizzando il patrimonio di Le due parti successive analizzano le aree studio, le colline della Val conoscenze e metodologie maturate nel tempo con le precedenti d’Arda e le colline della Val Tidone, illustrando metodo e strategie edizioni del Progetto. Le passate esperienze, infatti, hanno consentito proposte per la loro valorizzazione. di sperimentare tecniche e modalità formative innovative in grado di contribuire, attraverso l’accrescimento culturale degli operatori del paesaggio, al miglioramento della governance territoriale. E’ emerso, infatti, che le occasioni di confronto tra gli operatori sono fondamentali in un contesto normativo che vede la suddivisione delle competenze in materia di governo del territorio, perché permettono di dare ai tecnici strumenti per l’applicazione e la condivisione delle scelte. Inoltre, risultano importanti strumenti di approfondimento per le attività regionali di adeguamento del PTPR previste dal Codice dei beni culturali e del paesaggio (D.lgs. 42/2004) in quanto possono fornire materiale utile per le analisi da svolgere.

Come nella precedente edizione il tema del laboratorio è stato il paesaggio rurale. Le aree di studio sono state le colline forlivesi e cesenati e quelle piacentine, ambiti connotati da un elevato livello di specificità generata dai legami tra qualità dei prodotti agro- alimentari, le economie che vi gravitano, e qualità dei paesaggi agrari che li producono.

Il presente quaderno tenta di ricostruire il percorso effettuato durante l’esperienza, illustrando gli argomenti e le questioni discusse nelle singole giornate svoltesi a Piacenza, compresi gli esiti raggiunti nel breve tempo a nostra disposizione e vuole essere di stimolo allo

5 6 TEMI DI RIFLESSIONE

1 7 Rappresentazioni e letture di luogo: Val d’Arda e Val Tidone

Il paesaggio è la nostra anima esterna. Il paesaggio è la proiezione quelle ufficiali, dalle opere d’arte nate in loco. del nostro desiderio di bellezza: è un brano del nostro film personale. Elementi per CONOSCERE Il dato di partenza è che il paesaggio, in realtà, non sa di essere un 1. È stato detto: il paesaggio deve essere interrogato. paesaggio: noi sappiamo che cos’è un paesaggio, ma lui non lo sa. Tale espressione vuole dire evitare l’utilizzo della classica guida Per noi, paesaggio è quella scena di teatro che si affaccia al turistica, vale a dire l’insieme di cose conosciute e luoghi comuni nostro sguardo in determinate circostanze: una prospettiva le cui che tendono a fare d’ordine generale le cose particolari: esempi caratteristiche estetiche sono per noi eterne. delle figure italiche. E al posto della guida mettere a frutto un Tali caratteristiche sono date dalla convergenza di: regesto parco e calcolato di singolarità, di eccezioni, di oggetti ben - ragioni geologiche o territoriali - la natura e la conformazione approfonditi e disegnati. di un terreno; la composizione minerale che provoca un certo Dunque evitare la tipologia ma mostrare un mondo che si muove in assetto; l’incidenza della luce e dell’ombra; ragioni che uno quanto composto da attività grandi e minute; di popolazioni, luoghi scienziato potrebbe spiegarci meglio, ma che in ogni caso di storia e di lavoro; sfondi in movimento. Vi sono elementi del sono, per noi, eterne; per sempre belle, sublimi, paurose, paesaggio la cui storia sfugge a uno sguardo superficiale. terribili, emozionanti ... Noi percepiamo, vediamo un luogo ma tendiamo a ignorarlo se non - da lì ragioni di conservazione del nostro sguardo: la tutela rientra nella tipologia, nella generalizzazione della guida turistica o paesaggistica è una conservazione della nostra possibilità di del canone di tutela. ammirazione, di compiacimento nel bello. Alcuni esempi prossimi di tutela del paesaggio rappresentato Un esempio: il Centro Torri di Parma progettato da Aldo Rossi nel possono essere il paesaggio del mezzogiorno francese descritto da 1988, con la messa in azione di unità architettoniche storiche che Honoré de Balzac e la montagna Saint Victoire nei pressi di Aix en comprendono esempi dell’antichità italiana e della dispersione Provence dipinta più volte da Paul Cézanne. postmoderna americana. “In realtà il progetto di Parma è un progetto ‘felice’. Non Il paesaggio dell’arte, della letteratura, della musica, della potrei spiegare razionalmente perché e come un progetto storia civile e politica. possa essere felice o triste [...]. Indubbiamente sono Diciamo, con Friedrich Ratzel, che il paesaggio è uno spazio nel costruzioni ‘felici’ le torri e l’avere scritto in alto, contro il quale possiamo leggere il tempo, cioè la storia, la nostra esistenza cielo, ‘Centro Torri’, mi sembra accentuare questo effetto di uomini, trascorsa e possibile. Vuol dire fare la storia a partire da delle torri. Come negli edifici pubblici che portavano scritto puri dati visivi: dalle carte geografiche e dalle mappe antiche, dai in facciata il proprio nome: ‘Teatro’, ‘Municipio’, ecc. cabrei catastali che furono espressione del dominio, dalle fotografie Queste definizioni indicano molto di più della funzione, private e ufficiali degli enti pubblici, dalle pubblicazioni popolari e da sono quasi punti urbani di una città che può trasformarsi.

8 [...] La progettazione di un supermercato è un compito nel luogo per il quale sono state pensate e realizzate. ingrato per un architetto solo se si attiene a un astratto Le pitture delle chiese, gli affreschi o le pale, tele e tavole di contenitore: ma se il mercato diventa un centro di vita, cappella, se nate per la chiesa in cui si trovano, rappresentano il un pezzo di città (come è sempre stato) allora si scopre paesaggio circostante e con esso dialogano intensamente anche il suo significato. Il luogo dove si trovano le cose legate quando quel paesaggio non ha emergenze particolari: torri, templi, all’uomo (il cibo, gli utensili, i vestiti) è un luogo di festa cascate, dirupi... e di incontri. Io amo molto i vecchi mercati d’Europa ma Allo stesso modo si comportano le pitture realizzate per i signori di anche i grandi centri di vendita in America intorno a cui ville e castelli così numerosi nelle nostre valli. si dispongono nuove attività, e sono aperti di notte con le loro luci e la loro musica” (Rossi Aldo, “Le Torri di Parma”, 4. Geografia culturale: abitazioni dei poeti o degli artisti; luoghi in in M. Baracco, P. Digiuni (a cura di), Aldo Rossi Gianni cui sono trascorsi eventi importanti per la storia culturale del paese. Braghieri. Centro Torri, Clup, Milano, 1988, pg. 26). Le torri richiamano le torri delle città emiliane, dei castelli, dei 5. Storia delle strade piccole e grandi, collegamenti con altre presidi militari presenti nelle opere di Verdi. Il Centro Torri è un province e altri stati esempio di rappresentazione del paesaggio. C’è una domanda: è lecito promuovere l’osservazione di un centro 6. Le memorie dei viaggiatori. I nostri territori, tutti i territori commerciale? italiani, sono percorsi da strade di pellegrinaggio. La prima forma di tour italiano era la visita a Roma capitale della cristianità. Forse 2. Il paesaggio e la sua definizione mutano come muta la nostra fu il viaggio a Roma di Martin Lutero nel 1510 il discrimine tra lingua: noi non dobbiamo impedire la mutazione, quanto controllarne pellegrinaggio e viaggio di piacere o conoscenza: infatti esso iniziò il corso e gli esiti. In tal senso mi pare interessante quest’altra idea come pellegrinaggio e terminò come apprendimento con la celebre di paesaggio: il Terzo Paesaggio. Descrivendo per sommi capi invettiva del monaco agostiniano contro la corte romana corrotta e l’intuizione del suo inventore, l’agronomo e paesaggista francese culla di corruzione. Gilles Clément, il terzo paesaggio è quella landa a prima vista Leggere le memorie dei viaggiatori attraverso i secoli è desolata costituita da terreni incolti o abbandonati, tralasciati ai particolarmente istruttivo per chi debba conoscere un territorio margini delle città, rive stradali, aree industriali dismesse, paesaggi nelle sue manifestazioni. Ma attenzione. Per lo più vi si parla di dell’addio in cui tornano a crescere le specie vegetali scacciate luoghi celebri. Raramente il viaggiatore illustre ha tempo e modo di dalla cura dei giardini attraverso il diserbo e le selezione. approfondire gli aspetti più nascosti e curiosi del paesaggio e della Come nei parchi naturali, il terzo paesaggio è un luogo di sua storia. Perché ricordiamo: la storia di un paesaggio, una volta conservazione della biodiversità. appresa, può mutarne l’aspetto. 3. L’arte visiva lì per lì. Lì per lì, significa osservare le opere d’arte

9 Elementi di LUOGO • Castell’Arquato. Luogo di cultura. Le bellezze medioevali sono Un po’ di notizie specifiche che vi illustro per esempi. note e riportate su tutte le guide. Così anche la casa di Luigi Delle due valli piacentine oggetto del corso, la Val Tidone e la Val Illica, scrittore e librettista di Puccini e Giordano. Meno nota è d’Arda, la prima è la più occidentale, ultima della regione verso la possibilità di stabilire un ponte ideale, un collegamento, tra ovest, la seconda, protesa verso Parma, la più estesa e larga delle la musica di Verdi e Puccini e quella di Sylvano Bussotti! uno quattro valli piacentine. Piacenza ha quattro valli (Tidone, Trebbia, dei grandi compositori contemporanei. Nure, Arda) e tre semivalli (Luretta, Chero, Chiavenna) queste Nel Torrione Farnese, nei primissimi anni Sessanta, un gruppo ultime sono come i diesis e i bemolle del pianoforte, i tasti neri. di persone si raccoglieva intorno al poeta Aldo Braibanti: Bussotti, Carmelo Bene, Marco Bellocchio (di Bobbio, ma il cui Di seguito vi presento alcuni suggerimenti alternativi alle indicazioni padre era pretore qui) e artisti e ceramisti. Esperienza che durò di una guida turistica, ovvero l’anima dei luoghi. fino alla metà del decennio per poi dissolversi.

• La Val D’Arda - testimonianze della cultura ebraica. La presenza • Verso la bassa - la civiltà del petrolio (Enrico Mattei a di comunità ebraiche, com’è noto, è ampiamente documentata Cortemaggiore). Il discorso sul petrolio si lega a un tratto nella pianura tra Fiorenzuola d’Arda e Cortemaggiore, centri comune del territorio piacentino: la produzione di energia. dello stato Pallavicino così come altri centri maggiori: Soragna Siamo nella storia del passato prossimo, non di quello remoto. e Busseto. In tutti questi luoghi la comunità ebraica era La provincia è ricca di centrali di produzione energetica. Una protetta e fiorente, cosicché sono rimaste ottime e visibili diga per valle: a Mignano in Val d’Arda, a Trebecco in Val Tidone; testimonianze fino alla seconda guerra mondiale, o meglio e più a valle le centrali a Piacenza e a Castel San Giovanni, fino al 1938, anno delle leggi antiebraiche di Mussolini. Ora porta della Val Tidone verso Milano. sono ancora rintracciabili il cimitero di Cortemaggiore e l’ex- sinagoga, il cimitero di Fiorenzuola e poi, salendo lungo la valle, Un altro elemento di identificazione comune a queste due valli è la i luoghi dell’Appennino in cui le comunità si rifugiarono dopo densa presenza di vigneti e di produttori di vino. essere state espulse dallo Stato Farnesiano. In particolare nel Comune di Morfasso le comunità di Rabbi, Monastero, Monte Per conoscere il territorio è importante la presenza dell’arte antica, Morìa. contemporanea o recente. E allora cerchiamo riferimenti nei dipinti Questa è una delle anime del luogo, non conta quanto sia di Paolo Novara, a Pianello Val Tidone, oppure di William Xerra a realmente visibile, materialmente calpestabile, conta quel che Ziano piacentino, capitale del comprensorio vitivinicolo. immaterialmente sopravvive in termini di cultura: il cibo, i nomi, i frammenti, la storia. Per conoscere è importante ripercorrere itinerari di viaggi. Guidare un visitatore in Val Tidone sul percorso seguito dalla arciduchessa

10 Maria Amalia d’Austria dal 29 agosto al 4 settembre del 1773, da Si vorrebbe che il paesaggio manifestasse un’aura comunitaria, Castel San Giovanni a Nibbiano e oltre. fosse un elemento comune del pensiero e in tal modo, in virtù Conoscere è anche comprendere cos’è oltre, come nel caso della propria riconoscibilità in ciascuna persona, produca affetto, del parco naturale e del giardino botanico di Pietra di Corvo a consuetudine. Romagnese, in alta Val Tidone. Eugenio Gazzola La Madonna di Corano, misteriosa apparizione ai primi del Novecento in una minuscola località tra i vigneti, apre una riflessione sulla pietà popolare e sulle sue manifestazioni anche stabili, come edicole, mistadelli, ecc.

Un aiuto può essere dato dalla presenza di illustri villeggianti o domenicali in virtù della facilità di comunicazione con Milano per la Val Tidone, e con Cremona, Parma, Mantova per la Val d’Arda.

Montechino, Gratera, 1911 Montechino, 1915 (Fonte: http://www.gracpiacenza.com/valli-del-chero-vezzeno-e-riglio.html) (Fonte: http://www.gracpiacenza.com/valli-del-chero-vezzeno-e-riglio.html)

11 Strategie e visioni per la valorizzazione dell’agricoltura collinare

Invitati gistra una tenuta parziale dell’economia agricola. Al calo della su- Antonio Colnaghi, Provincia di Piacenza perficie agricola utile (SAU) e del reddito che ne deriva, fanno da Elena Gherardi, Confagricoltura contrasto una tenuta dell’export e del settore della ristorazione, del- Giovanni Morini, Coldiretti la gastronomia. Si osserva poi una crescita dell’allevamento equino Giuseppe Orlandazzi, GAL - SOPRIP (anche legato agli agriturismi e al trekking). Per l’occupazione, nel complesso, si registra una riduzione generale del numero di addetti. Contributi e dibattito I temi suggeriti sono esito del confronto con alcuni degli attori che Cambiamento di percezione dell’agricoltura: la valorizzazione trasformano, promuovono, valorizzano i paesaggi rurali con partico- del territorio agricolo e collinare è divenuto un tema a cui la popola- lare riferimento ai contesti collinari oggetto del laboratorio. zione, le imprese, e il turismo sono diventati più sensibili nell’ultimo Gli invitati sono stati chiamati ad illustrare le dinamiche socio-eco- decennio, dopo un periodo di scarsa affidabilità percepita dai cit- nomiche in corso e le domande di trasformazione emergenti al fine tadini (es. per mucca pazza, per vino al metanolo). La fiducia del- di comprendere l’evoluzione territoriale e prefigurare le tendenze del la popolazione è divenuta fondamentale per attivare circoli virtuosi prossimo futuro. nella valorizzazione dell’agricoltura, con un’attenzione per la trac- La compresenza di operatori pubblici e privati attivi nel territorio, ha ciabilità delle filiere, per la tutela del territorio, per l’identificazione contribuito ad approfondire la conoscenza sulla progettualità locale, dei prodotti con il territorio di provenienza e per la valorizzazione del le forme di organizzazione esistente e i possibili strumenti per la paesaggio come elemento integrante del prodotto. promozione/valorizzazione del contesto locale. La riflessione si è focalizzata sulle opportunità e criticità dei paesag- Strutture di gestione dei terreni agricoli tra bassa collina e gi collinari e delle economie che su di essi gravitano e/o potranno montagna: la gestione dei terreni in bassa collina ha una struttu- gravitare, oltre a sollecitare la prefigurazione di scenari possibili. ra più specializzata (vedi i vigneti in primis), basata su economie di scala e colture intensive, mentre salendo verso la montagna, Questioni emerse l’agricoltura assume più i caratteri di secondo lavoro per i proprie- Demografia: i mutamenti sono in linea con le dinamiche collinari- tari, spesso gli eredi di famiglie che sfruttavano precedentemente a rurali generali dell’Appennino. Sotto il profilo demografico, accanto tempo pieno i terreni. Pertanto, le stesse politiche di valorizzazione a una crescita della popolazione nei centri maggiori della bassa devono tenere conto di questa diversa organizzazione al fine di ga- collina (Borgonovo Val Tidone e Agazzano) e della media collina rantire la sostenibilità economica dei progetti. (Pianello Val Tidone), anche dovuti alla crescita dell’immigrazione, si osserva, parallelamente, lo spopolamento dei centri minori e del- Buone pratiche differenziate e da promuovere in territori diversi: le zone collinari più alte. - Multifunzionalità in agricoltura nelle zone collinari più alte per as- Economia locale: accanto ad una sicura incisività della crisi si re- sicurare un reddito secondario che accompagni quello principale:

12 Vigneti e centri urbani su crinale nella Val Tidone 1) incentivi per permettere agli agricoltori di provvede- patate nella Val D’Arda o la carne di qualità in ambito re alla manutenzione non solo della proprietà fondiaria pedemontano e montano. ma anche delle aree di proprietà demaniale (si veda il - Reti di promozione e di produzione: in vista dell’Expo 2015, progetto promosso dalla Provincia di Piacenza ”Adotta la 18 imprese si sono unite in un’Associazione Temporanea di Terra”). Scopo (ATS) per promuovere il territorio piacentino e i suoi pro- 2) bandi promossi dal Piano di Sviluppo Rurale 2007- dotti. È importante rafforzare la promozione di “pacchetti” per 2014, Asse 4, per lo sviluppo agrituristico che hanno avu- mostrare il territorio all’esterno, sia in termini di prodotti, che to un buon impatto in termini di domande presentate e come luoghi di straordinario interesse (vedi i castelli del Du- finanziamenti ottenuti in collina. cato di Parma e Piacenza), allontanandoci dalle ortodossie di 3) bandi promossi dal PSR 2007-2014 per la valorizza- pensiero, sia relativamente alle tutele che non possono essere zione di villaggi rurali (realizzati da enti pubblici): hanno integrali in tutti i contesti, sia nei confronti dello sviluppo da permesso di realizzare opere di rilevanza comune, anche parte delle aziende agricole che può armonizzarsi, anzi trarre volti alla valorizzazione del paesaggio urbano e non (es. dal contesto, la sua forza. interramento fili elettrici, recupero di lavatoi). Altrettanto interessante è l’esperienza del Club di prodotto 4) valorizzazione di prodotti locali, come avviene per le “Terre Francigene Piacentine e dell’Emilia”, una rete d’impre-

13 se della filiera turistica ed enogastronomica piacentina, nata Scenari futuri in collaborazione con la Regione Emilia-Romagna e iscritta Quale forma di contrasto alla frammentazione delle aziende agri- all’Unione di Prodotto regionale “Città d’Arte” con il compito cole, è possibile osservare, già nelle buone pratiche odierne così di valorizzare i percorsi legati alla Via Francigena (http://www. come nelle potenzialità future, la messa in rete delle risorse attra- ilikepiacenza.it). verso la valorizzazione del turismo in Val d’Arda insieme alla tutela - Filiere: è necessario attivare un’operazione culturale per sti- dei borghi storici, e il potenziamento di un turismo più spinto verso molare gli agricoltori locali a collaborare, al fine di realizzare l’enogastronomia in Val Tidone, legato alle percorribilità alternativa alcune attività e lavorazioni agricole in comune, in un’ottica di (es. a cavallo, o sentieristica), nonché un accrescimento della com- specializzazione di filiera, per aggregarsi e usare insieme alcuni petitività vitivinicola. impianti (ad es. cantine e impianti di lavorazione del legno), al Questa potenzialità può essere però sostenuta solo con la colla- fine di evitare la polverizzazione delle imprese. borazione degli agricoltori, (compresi gli allevatori), dei proprietari - Il legname in montagna: il mercato di legname per i mo- delle risorse storiche ed in particolare dei beni culturali, e anche bili vede una crescita esponenziale delle importazioni dovuta di soggetti come le associazioni sportive (per il turismo a piedi, ad al basso costo del legname estero. È possibile attivare reti di esempio). Allo stesso modo, deve essere stimolata e valorizzata la produttori per la creazione di marchi, finalizzata a fidelizzare curiosità del turista che ha desiderio di scoprire luoghi rari, e storie gli acquirenti, in crescita, interessati ad avere un prodotto di uniche. Tanto occorre fare in tema di promozione del territorio. qualità di provenienza locale. Inoltre, si osserva una domanda di legno locale per impianti a biomassa. La Val Tidone è una zona agricola e di valenza paesaggistica a di- - Manutenzione del paesaggio montano: negli ambiti montani stanza di un’ora dal polo di Milano e quindi può sviluppare maggior- alcuni coltivatori si prendono carico anche di terre abbando- mente la ricettività per un turismo rurale, facilmente raggiungibile e nate pur non essendone i proprietari, visto che gli eredi degli che offre territori poco battuti dal turismo enogastronomico, che si originari proprietari emigrati all’estero risultano pressoché irrin- dirige verso l’Oltrepò Pavese. tracciabili. Occorrerebbe favorirli e non ostacolarli. - Cosa valorizzare e gestire: le strutture legate alla gestione Rispetto alla manutenzione del territorio, è utile programmare in- dell’acqua (i mulini, le strutture idriche, i canali di irrigazione, terventi di gestione lungo fiumi e torrenti, bilanciando le esigenze la vecchia ferrata di trasporto lungo il Tidone), gli stradoni e gli di tutela ecosistemica e riduzione del rischio idraulico (attraverso elementi a rete a essi connessi, la gestione delle aree naturali interventi manutentivi). (il bosco si riprende i territori abbandonati, ed è importante dare una direzione alla sua gestione – che sia di governo del La gestione in stile quasi monocolturale di grandi imprese in pianura bosco, o di sviluppo naturale). o nella prima collina deve essere accompagnata da misure di tutela del paesaggio.

14 Infrastrutture fisiche ed ecologiche di connessione

Invitati Giovanni Luca Bisogni, libero professionista Gianbattista Volpe, Provincia di Piacenza

Contributi I temi di riflessione sono relativi alle strutture di connessione, a quegli elementi o quelle reti che nel loro complesso possono con- tribuire a orientare l’evoluzione, le trasformazioni e la qualificazione del paesaggio rurale. In particolare, assumono una grande rilevanza le strutture della mobilità, esistenti e di progetto, e le reti di con- nessione ecologica. Cicloturisti in Val d’Arda (Fonte: GAL SOPRIP) Reti di connessione ecologica Strutture per la mobilità L’attuazione delle reti ecologiche è legata quasi esclusivamente Piacenza, come del resto tutto il territorio piacentino, è sempre sta- all’intervento pubblico. Per garantire la sostenibilità oggi risulta in- ta considerata terra di passo; è uno snodo dal punto di vista strut- vece indispensabile sviluppare le potenzialità della cooperazione turale, elemento di interconnessione rispetto ad altri territori. A nord pubblico-privato. il reticolo della mobilità incontra la barriera del sistema fluviale del Il veicolo per attivare tale cooperazione potrebbe essere la valorizza- Po, e fa convergere i flussi di traffico negli attraversamenti del corso zione economica dei cosiddetti servizi ecosistemici, vale a dire quei d’acqua. A sud il reticolo si dirama verso l’esterno come le dita di servizi che permettono il mantenimento delle funzioni ecologiche di una mano, dove la città è localizzata nel polso. Questa struttura un territorio e ne garantiscono insieme anche altri tra cui quelli per comporta un sistema di collegamento radiale che converge verso la sicurezza. Le progettualità delle connessioni e dei nodi della rete la città e favorisce una distribuzione concentrica dei tessuti urbani. dovrebbero riflettere sul ruolo dei servizi ecosistemici come un’op- Anche in questo sistema, come del resto in tutti contesti emiliano- portunità per la sua attuazione. Non esiste un modello di interven- romagnoli ad intensa urbanizzazione, c’è un aumento delle richieste to ottimale per tutti i territori. Ogni ambito territoriale deve essere di spostamento, determinato da modelli insediativi più dispersi e pensato localmente e il coinvolgimento della popolazione residente frammentati rispetto al passato. La pianificazione territoriale può in- diventa essenziale per la condivisione degli obiettivi e l’identificazio- cidere nella regolarizzazione delle istanze di mobilità nel segno della ne delle possibilità di ottenere vantaggi collettivi. sostenibilità economica e ambientale, valorizzando le infrastrutture La rete ecologica dovrebbe essere polivalente, dovrebbe prefigurare già esistenti e l’intermodalità tra mezzi di trasporto, ispirandosi a cioè al suo interno la realizzazione di elementi che hanno una rile- una gerarchia degli elementi di connessione (“non si va dappertutto vanza ecologica importante ma che contemporaneamente possono con tutto”). Nella pagina seguente una sintesi di temi e informazioni. svolgere funzioni non esclusivamente finalizzate alla conservazione

15 della biodiversità. Tale ruolo si avvicina al concetto di infrastruttura Piacenza (PTCP di Piacenza) vengono individuate norme specifiche verde. È un insieme di interventi che privilegia l’utilizzo di tecniche finalizzate alla gestione della rete ecologica (Art. 67), e ne viene naturali per rispondere a criticità territoriali. Il nuovo paradigma che fissata la strategia generale attraverso uno schema direttore. Per le si sta diffondendo è di integrare sempre più il sistema antropico a aree collinari sono previsti interventi attivi di riqualificazione. quello naturale creando sistemi interconnessi eco-sociologici. Que- Le colline piacentine presentano numerose aree di rilevante valore sta è la strada da percorrere nel futuro. ambientale, tra cui anche la ex-polveriera di rio Gandore, che risul- Nel Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale della Provincia di tano isolate e a rischio di progressiva antropizzazione. Sintesi dello stato di fatto e delle progettualità relative alla mobilità nel territorio provinciale Preesistenze Progettualità Sistema Presente in tutto il territorio piacentino fino agli anni ‘50. Ogni vallata era Il Patto per Piacenza (http://www.pianostrategico.pc.it/) ha rilanciato il riu- ferroviario dotata di infrastrutture su ferro (fino a Castel San Giovanni, Borgonovo tilizzo della rete ferroviaria preesistente per la costruzione di una metropo- Val Tidone, Pianello Val Tidone, Nibbiano Val Tidone, Agazzano) e una litana leggera. percorreva il torrente Tidone. Ve ne sono ancora tracce; in qualche caso Il servizio ferroviario metropolitano è riproposto nella terza edizione del il tracciato e gli edifici connessi sono stati recuperati e riconvertiti. PTCP come elemento di connessione veloce anche in vista dell’EXPO per Tale modello è stato abbandonato per fare spazio al trasporto su gomma. incentivare i flussi da Milano verso l’entroterra piacentino. Si tratta di un progetto di operatività più che di infrastrutture dal momento che queste ultime sono già presenti. Trasporto Estremamente capillare su tutto il territorio con alcune sovrapposizioni Il meccanismo del percorso di linea in alcune aree di collina-montagna non pubblico locale tra linee urbane e extraurbane verso e da la città di Piacenza. è più sostenibile e si va verso un meccanismo di percorsi a chiamata sul modello del Pronto Bus già attivo a http://www.tempiagenzia. com/index.php/trasporti-aree-montane/chi-ama-il-bus-gropparello Ci sono indagini sui flussi di pendoralismo sull’intera rete viabilistica pro- vinciale e regionale mediante l’utilizzo dei chip per la rendicontazione dei flussi. I dati saranno fondamentali per ottimizzare il sistema di trasporti. Si intende inoltre introdurre un meccanismo di intercambio tra le linee ur- bane e extraurbane per non duplicare i mezzi di arrivo e partenza dalla città. Mobilità dolce Esclusa la città di Piacenza le piste ciclabili sono estremamente fram- Il PTCP prevede l’incremento dei collegamenti ciclabili intercomunali. mentate, chiuse. Si prevede un sistema di intermodalità treno-bici. Un utile supporto al mi- Hanno un grande valore locale, ma non hanno rango territoriale. glioramento della mobilità potrebbe essere un parco di ciclabili consistenti nelle stazioni ferroviarie principali. A Piacenza i passeggeri sono poco più di 5000 all’anno ma non sono suffi- cienti per sostenere un sistema di bike-sharing. Mobilità Il Po costituiva un vero e proprio sistema di arrivo e di partenza strategico. Si intende valorizzare le potenzialità della navigazione e di alcune infrastrut- in ambito fluviale Quello che ora è visto come un elemento di cesura era la porta di ingres- ture portuali anche per la loro valenza turistico-ricreativa. so del sistema piacentino.

16 Potenzialità e criticità delle politiche agricole e di tutela

Invitati fasi della coltivazione, dalla raccolta, fino alla post-produzione del Albino Libé, Provincia di Piacenza. Settore Agricoltura. Edilizia e Via- prodotto, con modalità che rispettano l’ambiente, volte a far rice- bilità. Turismo e Cultura vere al prodotto meno inquinanti possibili. I disciplinari in Regione Willer Simonati, Regione Emilia-Romagna. Servizio Parchi e Risorse Emilia-Romagna sono stabiliti dalla stessa Regione con le associa- Forestali zioni di prodotto. È utile ricordare che, a grandi linee, la differenza tra coltivazione Contributi e dibattito integrata e biologica è che nella prima sono comunque ammesse I temi suggeriti sono esito del confronto con alcuni tecnici regionali alcune concimazioni chimiche, mentre nella coltivazione biologica e provinciali chiamati a riflettere sui valori e sulle criticità del suolo non sono ammesse. In quest’ultima, i controlli vengono svolti an- in relazione alle due aree di indagine. nualmente da parte di organi nominati a livello ministeriale, mentre Durante la discussione si è passati dalle problematiche relative alle nelle produzioni integrate vengono fatti controlli a campione, a regia coltivazioni agricole, dalla fragilità connessa al dissesto, e dalla ne- regionale. cessità di manutenzione del paesaggio rurale, alle opportunità of- PRODOTTO AGRICOLO E TUTELA DEL PAESAGGIO: rispetto al possi- ferte dai valori naturali e paesaggistici del territorio, nonché all’esa- bile legame che può instaurarsi tra prodotto e tutela del paesaggio, me di esperienze in ambito locale relative alla produzione di qualità si può dire che i marchi di riconoscimento legati alla produzione e alla produzione integrata. integrata (QC in Emilia-Romagna) sono in grado di offrire al con- sumatore delle garanzie supplementari sulla qualità del prodotto, Questioni emerse e questo processo incide indirettamente sulla qualità del territorio. COLTIVAZIONI AGRICOLE: i principali fattori che sostengono le pro- Nel territorio non esistono segni di riconoscimento evidenti delle duzioni agricole di qualità sono: il suolo, il sistema vegetale (anche produzioni integrate. La valorizzazione agricola di qualità in questi genetico) e il clima. Nel territorio piacentino queste condizioni sono contesti potrebbe invece essere raggiunta attraverso: favorevoli e hanno agevolato lo sviluppo agricolo della zona, anche - l’inerbimento tra le file dei vigneti, attualmente non è obbli- in forma intensiva. Sono presenti 6500 ha di vigneto, di cui circa gatorio, potrebbe essere incentivato e imposto, perché oltre a 4000 ha in Val Tidone e 6-700 ha in Val d’Arda, con una produzione favorire la qualità dei terreni, evita gli smottamenti del terreno, integrata praticamente totale nel territorio. Nell’area pedecollinare e rende visibile la produzione di qualità; della Val Tidone poi, dai 100 ai 350 metri di altezza, la produzione - il mantenimento dell’attuale produzione dei vigneti per et- principale è quella della viticoltura (raggiunge quasi il 90%). taro, senza aumentarla, e valorizzare anche le forme di com- PRODUZIONE INTEGRATA, BIOLOGICA E DI QUALITÀ: accanto a mercio immediato, a filiera corta; questa specializzazione agricola, si trovano anche produzioni ce- - la valorizzazione dei piccoli frutti che hanno produzioni su realicole, che sono di qualità quando integrate, cioè produzioni re- superfici minori (circa 1000 mq ognuno, al massimo), seppure golamentate da un disciplinare di produzione che norma tutte le la loro coltivazione richieda molte ore di lavoro e il prodotto sia

17 soggetto a rapido degrado, quindi richiede mano d’opera con- di agricoltura non altamente impattanti, con l’attività antropica. La centrata. È comunque sempre opportuno realizzare un’attenta decisione della Regione Emilia-Romagna di accettare la candidatu- riflessione sull’opportunità di dare spazio invece ai prati, che ra proposta per il Paesaggio naturale e semi-naturale protetto per la richiedono meno manutenzione; Val Tidone (in applicazione della legge dell’Emilia-Romagna n. 6 del - nelle zone più alte: (a) la Val d’Arda ha una vocazione or- 2005 artt. 50, 51, 52) va proprio in questa direzione. ticola che si può valorizzare, tra pianura e vigneti; (b) in Val ACCORDI PER LA MANUTENZIONE E LA TUTELA DEL TERRITORIO: Tidone, al fine di evitare le frane e il dilavamento di boschi non la Provincia di Piacenza ha attivato il progetto “Adotta la terra”, con mantenuti, è utile favorire le coltivazioni permanenti, sia attra- fondi propri, al fine di valorizzare le attività di manutenzione del verso arboricoltura sia con prati permanenti. territorio svolte dagli imprenditori agricoli (ad es. la pulizia di fossi È inoltre importante sottolineare che tutti gli elementi di valoriz- e scoline, la manutenzione della viabilità minore e sentieristica, il zazione dell’agricoltura dipendono dal rapporto e dalla presenza ripristino delle piccole frane) al fine di ripristinare, nelle parti più dell’uomo. La meccanizzazione agricola, per esempio nel vigneto, alte della collina, un territorio accogliente per chi ci vive e lavora. Si serve agli agricoltori a sostenere la loro attività e a stare nel terri- ricorda poi un altro esempio realizzato in territorio reggiano, di recu- torio e, allo stesso tempo, essa incide, attraverso altri fattori, sul pero di un terrazzamento del ‘700, attraverso accordi tra il Comune paesaggio. Così, per esempio, il vigneto lavorato a ritocchino (in cui e i proprietari. l’orientamento dei filari è perpendicolare alle curve di livello) non è In sostanza, risulta quindi fondamentale puntare: visivamente piacevole, e allo stesso tempo non incentiva la stabilità - sulle persone che presidiano il territorio, o che sono disposte a dei versanti sopra a certe pendenze. investire le proprie risorse (tempo, competenze, denaro) a svol- NUOVE GENERAZIONI DI AGRICOLTORI: è inoltre utile sostenere le gere attività di manutenzione, quando ne vedono un vantaggio; potenzialità date dalla nuova attenzione dei giovani verso le attività - verso progetti che abbiano idee e obiettivi chiari, e che assi- legate all’agricoltura e alla riscoperta dei luoghi della terra collinare curino un’adeguata fruizione, e che non siano rivolti, come ac- e montana, anche marginali. Se opportunamente accompagnati, cadeva in passato, a recuperare contenitori destinati a rimanere essi possono contribuire alla cura e alla manutenzione delle aree vuoti; più marginali, quando messi in grado di ricavarne qualche forma di - investire in modo adeguato sulle tecnologie che possono con- vantaggio. È quindi importante, riuscire a trovare un equilibrio tra tribuire a rendere più accoglienti le aree marginali, come la ban- l’attività antropica, la lavorazione e la cura dei terreni, soprattutto da larga, o come sistemi di trasporto adeguati e sostenibili; nelle parti più alte della collina e nelle montagne, soggette a spo- - sulle concrete opportunità di sviluppo locale, anche attraverso polamento. i finanziamenti del nuovo Programma di Sviluppo Rurale 2014- LA TUTELA ISTITUZIONALE: in questi territori andrebbe sperimentata 2020, considerando l’effettivo contributo che possono dare i una nuova forma di tutela, che amplia la concezione di valorizza- giovani, gli adulti e gli anziani, in modo diversificato e con pro- zione del territorio e che coniuga e sostiene la naturalità, le forme poste realistiche.

18 Proposte per innalzare la qualità dei prodotti e dei paesaggi

Invitati traducibile in principi oggettivi. Quello che è certo però è che le Ermes Frazzi, Università Cattolica del Sacro Cuore trasformazioni sul territorio hanno un effetto sul paesaggio e anche sul modo in cui può essere percepito. In ambito rurale, ad esempio, Contributi non si può praticare un’agricoltura particolarmente invasiva e poi I temi di riflessione sono relativi al legame tra paesaggi e agricoltura pretendere di avere un “bel paesaggio”. di qualità, tra capacità della popolazione di gestire i propri ambienti Esiste, infatti, una forte relazione tra qualità delle produzioni e qua- di vita, senza attivare processi di degrado irreversibili, e possibilità lità del paesaggio. di raggiungere obiettivi di sostenibilità economica. Già Senofonte, nel suo Economico, che qualcuno definisce il “ma- nuale per il gentiluomo di campagna”, afferma che il bel paesaggio Paesaggi e prodotti di qualità è un esempio di armonia tra uomo e natura capace di suscitare Nell’uso comune il paesaggio rimanda spesso ad un’idea di grade- meraviglia e generare piacevoli sensazioni. volezza estetica e di percezione di un contesto osservato da parte Se l’agricoltura venisse condotta nel rispetto delle leggi di natu- di un soggetto. La difficoltà di rendere scientifiche le indagini sul ra - quelle che oggi chiamiamo le buone pratiche agronomiche, paesaggio e le considerazioni che su di esso si possono sostenere, come l’avvicendamento colturale - potrebbe produrre un territorio rendono la disciplina apparentemente più incerta e più difficilmente armonioso. Paesaggi agricoli della Val D’Arda EFFETTI DI UN’ECONOMIA AGRICOLA INTENSIVA La direzione verso la quale si sta andando è molto diversa da quella descritta da Senofonte. In molti casi infatti la rotazione delle colture è stata abbandonata: ci sono territori nella pianura padana in cui si coltiva solo mais. Questo determina una serie di problematiche non solo paesaggi- stiche, come nel caso della diffusione di aflatossine, micotossine che rendono inutilizzabile il mais per gli usi alimentari, diminuendo- ne così la redditività. Eppure basterebbe interrompere per qualche anno la monosuccessione per ricondurre il problema entro limiti accettabili. Gli effetti ambientali e paesaggistici della monocoltura di mais sono estremamente negativi perché si ha l’annullamento quasi totale della biodiversità. Sono infatti eliminate le cortine arboree e le sco- line, sostituite da drenaggi sotterranei. Accorgimenti questi che dal

19 punto di vista della lavorazione meccanizzata sono senza dubbio Le conseguenze non sono solo ambientali ma anche economiche e vantaggiosi ma risultano estremamente dannosi per la varietà am- sociali. Determinate scelte produttive precludono infatti la possibili- bientale e paesaggistica. Inoltre, dal momento che il mais ha un tà di insediare agriturismi e rendono le campagne invivibili, simili a ciclo colturale relativamente breve, per otto mesi l’anno il terreno cantieri. Il vantaggio economico prodotto non giustifica minimamen- rimane privo di vegetazione. Se si considera che nel piacentino il te gli effetti prodotti considerato che il PIL agricolo è solo l’1,5% del mais ha soppiantato quasi completamente il prato perché la resa PIL nazionale. Né tantomeno simili pratiche possono essere giusti- dal punto di vista produttivo è 3 volte superiore, si comprende con ficate dall’aumento della forza lavoro. Con l’attuale sistema di mec- chiarezza quale può essere l’effetto complessivo sul paesaggio di canizzazione, la quantità di lavoro per ettaro di superficie è molto pianura. Il prato sopravvive solo perché è necessario assicurare una bassa (gli addetti in agricoltura sono attualmente circa 900.000). percentuale di foraggio di origini prative alle bovine da latte. Nelle realtà attuali dominano la situazione le grandi aziende agro- Altrettanto evidenti sono gli effetti sul suolo che tale economia pro- meccaniche che prendono in affitto i terreni ed effettuano il lavori duce. La pianura padana è una delle zone più inquinate da nitrati per conto proprio (non non sono più i proprietari terrieri). d’Europa, perché è qui che l’agricoltura ha subito le maggiori tra- sformazioni. La colpa non è della tecnologia ma della cattiva volon- LE PRODUZIONI DI QUALITÀ tà di chi privilegia il reddito a breve termine. Quello che può cambiare la tendenza è l’incremento delle produzio- Riserva di Ortrugo Negrèr ni di qualità. Ne è una dimostrazione il parmigiano reggiano che im- pone, attraverso il disciplinare di produzione, un’alimentazione per le bovine a base di prato, in estate, e fieno, nel periodo invernale, favorendo così la permanenza dei prati. È facilmente dimostrabile che tanto più è elevata la qualità dei pro- dotti agricoli tanto più è interessante il paesaggio che ne consegue. Se il grana padano venisse prodotto con lo stesso disciplinare del parmigiano si avrebbe un paesaggio migliore anche nel piacentino. Tuttavia anche nel settore del parmigiano reggiano si tende a inse- guire il costo di produzione. Ma si tratta di una guerra persa in par- tenza perché ci sarà sempre qualcuno capace di produrre a prezzi più bassi. Puntare sul prodotto significa mettere in valore l’unicità del prodotto e delle competenze. Non tutti possono raggiungerli. L’industria del pomodoro, che risale alla fine dell’800, vedeva ini- zialmente Parma e Piacenza come territori particolarmente vocati grazie alla tipologia dei terreni. Oggi si producono più pomodori in

20 provincia di Cremona e a Lodi perché con le tecnologie e i macchi- nari non c’è nessuna differenza nel risultato che si ottiene. Ma se tornassimo alle antiche varietà e praticassimo una raccolta scaglio- nata si potrebbe tornare a distinguersi per un prodotto di qualità superiore rispetto agli altri. Per quanto riguarda la pasta, l’80% delle farine per i grandi produt- tori di pasta vengono dall’estero. Anche la bresaola si produce con la carne argentina. Quello che mettiamo a disposizione è dunque la tecnologia ma se utilizzassimo anche il prodotto locale come ma- teria prima, tutto ciò potrebbe portare un grande valore aggiunto.

Quali direzioni possono prendere le aziende agricole per consegui- re benessere economico e assicurare una trasformazione armoni- ca del paesaggio?

La biodiversità, vale a dire il contrario della monocultura (quella di mais come quella di vite), è la chiave. Nella zona del Chianti, una delle aree viticole più importanti d’Italia, il 60% della superficie è a bosco. Anche il bosco può offrire dei pro- dotti: è ad esempio idoneo all’allevamento della cinta senese. La biodiversità è strategica sia per le coltivazioni che per gli allevamen- ti. È possibile ad esempio immaginare la reintroduzione di animali di bassa corte all’interno delle aziende agricole (galline, oche) uti- lizzando i sottoprodotti dei cereali per la loro alimentazione. Questi Attrezzi custoditi nell’antico Mulino Lentino a Nibbiano Val Tidone aspetti che sembrano lontani nel tempo possono dare risultati eco- Allo stesso modo, si è celebrato il divorzio tra caseificio e alleva- nomici interessanti attraverso l’integrazione dei processi produttivi. menti suinicoli perché i caseifici sono troppo grandi. Però se ci fos- Si dovrebbe infatti tornare a processi integrati nella produzione agri- se un’integrazione tra produzione casearia e di salumi utilizzando cola, ovvero il sottoprodotto di un processo può diventare materia magari i vecchi edifici rurali per la stagionatura si metterebbero così prima per un altro (ad es. siero del latte utilizzabile per i suini). sul mercato prodotti di grande qualità e i consumatori sarebbero Le aree viticole sono oggi povere di sostanza organica perché la disposti a pagare molto di più. monocultura ha soppiantato tutti gli allevamenti.

21 La valutazione nelle aree assoggettate a vincolo paesaggistico

Invitati Marisa Pattacini, Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio per le Pro- vince di Parma e Piacenza

La valutazione di compatibilità paesaggistica La valutazione di compatibilità paesaggistica che le Soprintendenze sono chiamate a compiere ai fini del rilascio del parere sull’autoriz- zazione paesaggistica è volta a verificare se l’intervento presentato riduca o, al contrario, migliori la qualità dell’ambiente nel quale si sta operando. La prima domanda che il funzionario deve porsi è: cos’è il paesaggio? È l’insieme di tutte quelle stratificazioni che nel corso dei secoli si sono avvicendate su un determinato contesto. Il punto di riferimento per la sua tutela è l’art. 9 della Costituzione che colloca la salvaguar- dia del paesaggio tra i principi fondamentali. Sulla definizione, non facile, del termine si sono interrogati anche i paesi dell’Unione Eu- ropea in occasione della stesura della Convenzione Europea del Pa- esaggio del 2000. La Convenzione qualifica il paesaggio come “una determinata parte di territorio, cosi come è percepita dalle popola- zioni, il cui carattere deriva dall’azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni”. Tale definizione ha influenzato quella assun- ta dall’art. 131 del Codice dei beni culturali e del paesaggio vale a dire: il paesaggio è “il territorio espressivo di identità, il cui carattere Degrado di un borgo rurale abbandonato deriva dall’azione di fattori naturali, umani e dalle loro interrelazioni”. Ai fini della determinazione del paesaggio sono dunque fondamentali Tutti gli interventi che interessano queste aree devono essere ac- gli elementi naturali e antropici e le loro interrelazioni. compagnati dalla richiesta di autorizzazione paesaggistica al Comune La parte terza del Codice disciplina le forme di tutela e valorizzazione competente, delegato dalla Regione, accompagnata dalla Relazione del paesaggio. In particolare, gli artt. 136 e 142 contengono due paesaggistica di cui al DPCM 12 dicembre 2005. diverse categorie di beni paesaggistici: provvedimentali, immobili ed La relazione paesaggistica stabilisce le analisi che è necessario aree individuate mediante un’apposita dichiarazione del notevole in- compiere per accompagnare la progettazione delle trasformazioni e teresse pubblico, e ope legis, porzioni di territorio tutelate per legge. quindi le relative valutazioni di compatibilità. In particolare in essa

22 Relazioni tra borgo storico e contesto paesaggistico devono essere contenute: la lettura del territorio e dello stato di to, permettendo spesso di trovare soluzioni che ne migliorano fatto, l’analisi storica e l’evoluzione tipologica, l’interpretazione degli l’impatto; effetti che sul contesto determinerebbe l’intervento proposto. La - le disposizioni contenute nel piano paesaggistico regionale relazione deve contenere anche fotografie e fotorendering. e nei piani territoriali chiamati a declinarle; A supporto delle decisioni possono essere utilizzati strumenti quali: - il lavoro delle Commissioni per la Qualità architettonica e il - la conferenza dei servizi che consente di riunire intorno a paesaggio (CQAP) che costituiscono una sede di analisi inter- un tavolo tutti i possibili punti di vista sugli effetti dell’interven- disciplinare dei progetti.

23 24 Punto, linea e superficie Mosaico di borghi, allineamenti, natura e agricoltura della Val Tidone

Coordinamento del gruppo: Daniela Cardinali Partecipanti: Marcello Bianchi, Saverio Bertuzzi, Ferdinando Calegari, Fau- sta Casadei, Anna Còccioli Mastroviti, Maria Elena Massarini, Nicola Oddi, Lodovica Parmigiani, Emanuela Schiaffonati 2.1 25 Le scoperte dell’attraversamento

tecnici invitati in qualità di accompagnatori Celeste Boselli, agronomo, Provincia di Piacenza Anita Calegari, architetto

Rapporto di viaggio A SINISTRA E DESTRA DEL TORRENTE TIDONE La zona esplorata è la valle pedecollinare del torrente Tidone, la parte più occidentale del territorio emiliano che confina con la Lom- La valle coltivata a ovest del Tidone bardia. In particolare, si distinguono: rali diversi dalle coltivazioni, e che spiccano rispetto ai vigneti, - la valle a ovest del Torrente Tidone, a ridosso del confine, che sono dati quasi esclusivamente da filari di alberi lungo le strade condivide economia e caratteri paesaggistici con l’Oltrepò Pa- e dalla vegetazione ripariale arbustiva, lungo il reticolo idrogra- vese. I suoli argillosi della zona intorno a Ziano Piacentino e Vi- fico maggiore e minore. comarino, centri agricolo dell’area, determinano un paesaggio Il sistema insediativo principale si sviluppa lungo la principale dalla morfologia dolce e ondulata, dominata dalla presenza, struttura viaria, la Strada Provinciale 412, che da Borgono- quasi monocolturale, della vite (foto in alto). Elementi natu- vo Val Tidone (e a nord fino a Milano) conduce al fondovalle, La valle a carattere più naturalistico a est, verso Rocca d’Olgisio collegando i centri sulle due sponde del torrente Tidone, fino alla diga del Molato. Gli altri centri insediativi sono costituiti da un mosaico di borghi e castelli storici, che per ragioni stra- tegiche e difensive antiche, sono disposti longitudinalmente lungo i crinali e le principali strade storiche, oppure sono nuclei concentrici. - la zona pedecollinare tra il Torrente Tidone e il Luretta (foto in basso), che fa perno intorno alla Rocca d’Olgisio e presenta caratteri naturalistici più spiccati e una conformazione geologi- ca peculiare. Qui la struttura fossile dei terreni (mista arenacea e marnosa del piacenziano), con declivi ripidi, vede prevalere il carattere boschivo, misto a seminativi con qualche vigneto sparso nell’area, e un paesaggio più diversificato rispetto alla parte più a valle del Tidone. Il territorio è poco antropizzato, a tratti abbandonato a causa della natura dei terreni meno adatta all’agricoltura, con roc-

26 ce nel substrato e maggiori pendenze. Qui si trovano grotte LA PERCEZIONE DEL PAESAGGIO DURANTE IL PERCORSO scavate nell’arenaria lungo il torrente Chiarone, residui arche- Il percorso nella Val Tidone (grafico a sx) viene di seguito esposto ologici dell’età del bronzo e etruschi e una cresta di arenaria alla luce delle riflessioni fatte dai partecipanti, degli appunti realizza- che accoglie specie rare di fichi nani. Ma accanto ai tratti na- ti e dei dialoghi con i tecnici. Nel corso del laboratorio tali riflessioni turalistici dominanti, il territorio mantiene segni storici forti: la sono state reinterpretate in relazione alle componenti attraversate. Rocca d’Olgisio, sopra a Monte Martino, struttura difensiva di L’itinerario effettuato si sviluppa da Borgo Val Tidone, percorre il origine medievale poi ereditata dalla famiglia Dal Verme, feu- tratto più occidentale, a valenza vitivinicola, scende e attraversa il datari e condottieri che gestivano buona parte delle terre locali, Tidone, infine risale verso la parte più naturalistica con tratti storici con ricadute nel territorio che, ancora oggi, disegnano il pae- della Rocca d’Olgisio, fino a Pianello Val Tidone, disegnando anche saggio circostante. La rocca è anch’essa una componente del un tracciato concettuale della natura dei diversi luoghi. I differenti sistema di possedimenti gentilizi, castelli e borghi, della zona usi del suolo sono evidenti, con una macchia diffusa a vigneto a di Parma e di Piacenza, che hanno accolto eventi significativi nord-ovest del Tidone, che si tramanda da molto tempo per poi nella storia (viaggi di studiosi, rifugio e avamposto di partigiani, andare verso l’alta Valle del Tidone con un misto di seminativo, dimora di intellettuali). prati e boschi, e con le emergenze naturalistiche intorno alla Rocca In queste zone, di recente, si è sviluppato un turismo enoga- d’Olgisio (grafico a dx). stronomico, di natura giornaliera, prevalentemente legato alle risorse vinicole, gastronomiche nonché a quelle culturali locali.

Mappa del sopralluogo Mappa degli usi del suolo della Val Tidone con l’area di progetto

27 L’uso dei suoli in Val Tidone nella storia: una lettura documentale di Anita Calegari

In Val Tidone, le fonti documentali storiche ci evidenziano elementi di continuità negli usi del suolo. Di ciò ne sono testimonianza i dati degli Estimi Rurali Farnesiani del XVI secolo riportati, per Pianello Val Tidone, nel testo di Guido Bolzoni. Dalla rielaborazione dei dati contenuti nel volume (a sx) risulta che il terreno definito come coltivo avvicendato (culta, culta affilagnata) corrispondeva a circa il 65% dell’estensione rilevata e in altra fon- te della fine del XIX secolo, il Vocabolario corografico – geologico storico della provincia di Piacenza di Guglielmo Della Cella, il coltivo risultava il 70%.

Distribuzione dei terreni per tipo di conduzione e destinazione colturale a Pianello Le elaborazioni dei dati desunti dal Vocabolario corografico–geologi- 1575 e Fravica 1575 (esclusi i terreni dichiarati da residenti a Casotta, Casa del co storico della provincia di Piacenza, per i Comuni della Val Tidone, Fracasso e Scaporgno)– Dati rurali residenti e non residenti, Dati desunti dalla tab. oggetto di approfondimento, evidenziano le singole specificità vi- 8.1 (pg.111). Si precisa che l’area studio è di pertiche piacentine 4955 e tavole 3, sualizzate nei grafici sotto riportati. Rispetto agli Estimi Rurali Farne- corrispondenti a 328 ettari. La superficie censita nel 1575 rappresenta solo una par- siani, le descrizioni degli usi del suolo erano meno dettagliate (colti- te dell’attuale territorio del Comune di Pianello (3629 ettari) [1]. Le superfici attuali dei Comuni da fonte ISTAT sono: Pecorara 5377 ha; Pianello 3629 ha; Nibbiano vi, boschi gerbidi, pascolivi, prativi). Non viene riportata l’estensione 4392 ha; Ziano Piacentino 3278 ha. dei terreni destinati alla coltivazione della vite.

PECORARA PIANELLO VAL TIDONE NIBBIANO VICOMARINO (ZIANO P.)

Bibliografia: [1] - Guido Bolzoni, Pianello Val “… Ha una superficie di ter- “… Il territorio del comune ha “… Il territorio del comune si La sede comunale di Ziano era Tidone fra cinque e seicento, Banca ritorio di ettari 5372, tutti in una superficie totale di circa et- estende per una superficie di posta a Vicomarino e dalla stessa di Piacenza, Tipografia Cassola, montagna, dei quali 1980 cir- tari 3520, e meno 30 ettari di ettari 3550, dè quali sono 80 località aveva preso la denomina- giugno 1997. ca coltivi, i rimanenti boschivi e pianura, tutto il resto in collina, in pianura, il rimanente in colli- zione. Qui “… Il territorio di que- [2] - Atlante storico geografico, gerbidi pascolivi”, [2] pg. 82. dè quali ettari 2500 sono col- na. I coltivi si valutano ad ettari sto Comune si estende per una Cassa di Risparmio di Piacenza e tivi, 60 prativi e 700 boschivi”, 2138, i prativi a 260, i boschivi superficie di ettari 3192, dei quali Vigevano, 1992, da Vocabolario [2] pg. 129. a 1120”, [2] pg. 82. ettari 102 in piano, il resto in col- corografico – geologico storico della lina. I terreni coltivi si calcolano provincia di Piacenza, cav. Gugliel- ad ettari 2922”, [2] pg. 176. mo Della Cella, Piacenza, 1890.

28 I VIGNETI COME MATRICE PAESAGGISTICA CHE DIALOGA zacosta di origine romana che si sviluppa longitudinalmente al Rio CON LA ROCCA D’OLGISIO Lora, ed è sede di una cantina sociale importante (Vicobarone). Il La zona nord-occidentale (tra Ziano Piacentino e Tassara) ha con- territorio di Ziano è articolato in diversi colli sui quali si sono svi- notazioni paesaggistiche segnate fortemente dai vigneti ed è co- luppati piccoli aggregati urbani cresciuti attorno a nuclei antichi ed stellata di borghi storici. La viticoltura, qui rappresenta circa la metà edifici fortificati (Fornello, Seminò, Montalbo, Vicomarino). Tale mo- della produzione provinciale, che comunque è calata dal 1950 al dello di sviluppo è caratteristico nei vicini aggregati urbani di Cora- 2010, da un quarto a un decimo del prodotto regionale, per la con- no, Tassara, Creta e Sala Mandelli. correnza con aree più competitive. La popolazione locale, in questa Attraversando l’area, sono stati osservati: zona, è maggiore che nel resto della valle. - l’abbandono di alcuni terreni coltivati e la grande dimensio- Osservando le colture, l’orientamento dei filari dei vigneti è disposto ne di alcuni appezzamenti di vigneti; prevalentemente secondo la massima pendenza dei terreni (dispo- - la sproporzione tra “… l’ampia volumetria di edifici moderni sizione a ritocchino) e il terreno che accoglie i vigneti è argilloso, in contesti di architettura tradizionale ben conservata” (dagli il suolo è profondo e a tessitura fine, con buona disponibilità di appunti di un partecipante) e l’inserimento di elementi incon- ossigeno. grui nell’edificato intorno ai borghi storici rispetto al paesaggio Tra i vigneti spicca l’abitato di Ziano Piacentino, un centro a mez- circostante. Vigneti verso Val Tidone e Monte Aldone: la ricchezza del paesaggio Vigneti verso l’Oltrepo Pavese: monocoltura con paesaggio più uniforme

29 30 La sosta panoramica a Case Morganti segna un punto importante: si nota fortemente la differenza del paesaggio tra il versante verso l’Oltrepò Pavese e quello della Val Tidone verso la Rocca d’Olgisio. E questi elementi sono più riconoscibili attraversando i luoghi. Verso la parte lombarda dell’Oltrepò Pavese, la trama del territorio collina- re è segnata dalla coltura vitivinicola che si perde a vista d’occhio, quasi illimitata, senza elementi di orizzonte, mentre sul versante opposto, verso la Rocca d’Olgisio, nella Val Tidone, il paesaggio assume tutt’altro aspetto. Da qui “…si osservano, oltre i vigneti, i prati stabili, i coltivi a seminativo, macchie boschive e elementi vegetazionali minori” (dagli appunti di un partecipante). L’orizzonte è segnato dalla sinuosità del Monte Aldone e della Rocca d’Olgisio, visibili oltre il Torrente Tidone. Essi incorniciano il morbido paesag- gio, rendendolo armonico, e ricco di una mutevolezza di colori rara. È qui che il punto di osservazione ha restituito la ricchezza del pae- saggio della Val Tidone, e ha catturato la dimensione e il valore pa- esaggistico dell’area nel suo complesso: il vigneto, il torrente Tidone con la linea della vegetazione e, infine, le emergenze montuose, storiche e geologiche della Rocca d’Olgisio oltre il Torrente. Ed è proprio qui che vengono riconosciuti, quindi, vari elementi con- notanti il paesaggio della Val Tidone utilizzati in seguito.

LA VALLE DEL TIDONE E DEL TIDONCELLO TRA DIVERSITÀ COLTURALI E ACQUA Alberi che segnano le strade Scendendo verso il TIdone, la coltivazione della vite lascia spazio con funzioni produttive separate (depositi, abitazioni, stalle, …), so- a “…appezzamenti di piccole e medie dimensioni, di forma irrego- prattutto lungo la strada. Alberi singoli o filari segnano le strade e i lare, con coltivazioni seminative a grano e prati stabili, intervallati confini tra gli appezzamenti. da bosco ceduo. Il paesaggio è suggestivo con declivi dei versanti La presenza dell’acqua in questa zona si fa più sentita, e spicca la moderati e ben coltivati” (dagli appunti di un partecipante). vegetazione ripariale verso il torrente Gualdora, il Rio Tolentino e il Aumenta leggermente l’altitudine e le strade sono a mezzacosta, Tidone. A circa 20 km di distanza, a ovest, si sviluppa la diga del con pochi insediamenti, sviluppati a corte e con edifici indipendenti Molato sul Lago di Trebecco.

31 NATURA E CULTURA NEGLI SPAZI AMPI INTORNO A ROC- CA D’OLGISIO Attraversando il torrente Tidone, a occidente, il respiro panoramico diventa più ampio. Si entra in quella finestra che fa da cornice dei vigneti intorno a Ziano Piacentino. Emergono, da Case Comaschi (punto di sosta) sulla sinistra, la parte scoscesa arenacea e le gran- di fasce boscate di Monte Aldone. Sulla destra spicca il costolone arenaceo e, ricco di vegetazione, il Monte San Martino con la Roc- ca d’Olgisio. Colline arrotondate si alternano a ondulazioni brulle e frastagliate, dove si osserva che “…i campi coltivati sono tenden- zialmente esposti verso sud-ovest, mentre i boschi si localizzano prevalentemente verso nord-est. Oltre il torrente Tidone, a ovest, si vede in lontananza Genepreto. I terreni meno acclivi sono coltivati, mentre gli altri sono boscati, con pochi edifici sparsi” (dagli appunti di un partecipante). Dall’interno del Mulino Lentino La zona è franosa, con suoli rocciosi e pietrosi, terreni argillosi in- Il borgo storico rurale di Tassara, visitato, è ben ristrutturato, “con tercalati a rocce arenacee o calcaree, e a volte spiccano ofioliti. Le tratti architettonici originali, escludendo alcune abitazioni tinteggia- pendenze sono qui più ripide. Queste caratteristiche non permet- te con colori forti” (dagli appunti di un partecipante). tono una facile coltivazione e la natura diventa quindi dominante. Il Tidone è costeggiato da numerosi mulini antichi, il Molinazzo, Mo- L’antico possedimento della Rocca, appartenuto alla famiglia Dal lino Reguzzi, Mulino del Rizzo, Vallerenzo, il Mulino Lentino (visitato, Verme, sovrastava le proprietà dei terreni, che ancora mostrano se- con le sua attrezzature ancora utilizzate e esposte e facente parte di gni antichi nella trama dei terreni. Accanto alla rocca, vi sono resti una rete di mulini antichi valorizzati) e facenti parte di un percorso archeologici etruschi e dell’età del bronzo, e antiche grotte. tematico denominato “strada dei mulini”. I terreni in questa zone Lungo il Torrente Chiarone il paesaggio è armonico, ricco di vege- sono misti, marnosi-calcarei e arenacei, esito del flisch ligure (dato tazione, con un’alternanza di campi coltivati, prati, radure e piccole dallo scontro tra la placca iberica e africana). macchie di bosco. Parallelamente alla Strada Provinciale 34, lungo il Torrente Tidon- L’esposizione a sud crea condizioni di aridità favorendo l’insedia- cello, si sviluppa una vegetazione ricca arbustiva, l’edificato è rado, mento di una vegetazione dalle caratteristiche termofile, come gi- e il paesaggio meno antropizzato. Gli insediamenti sono piuttosto nestre, fico l’india nano e orchidee. Dalla cima di Rocca d’Olgisio, radi e nelle zone della frangia dei piccoli centri, l’edificato tende a la vista sulla Val Padana è ampia e maestosa. contrastare con la dolcezza del paesaggio. Sotto il profilo delle tutele, la zona intorno a Rocca d’Olgisio, a

32 Il paesaggio svelato: lettura e interpretazione della Val Tidone sinistra del Chiarone, è un Sito a Interesse Comunitario (SIC I partecipanti con le loro peculiarità (geologi, architetti, agronomi, IT4020019 - Rupi di Rocca d’Olgisio) e per gli affioramenti rocciosi storici dell’architettura, tecnici e forestali,…), hanno restituito un a substrato arenaceo erosi e permeabili è inserita nei geositi del- quadro del paesaggio della Val Tidone che è frutto di un’interpreta- la Regione Emilia-Romagna. La zona di Monte Aldone e di Rocca zione collettiva, discussa, ripresa e rielaborata in vari momenti del d’Olgisio è tutelata come bene paesaggistico di notevole interesse laboratorio. pubblico (secondo l’art. 136 del Codice dei Beni Culturali del 2004) L’obiettivo era preciso: puntava a rivelare (non solo a rilevare, come per la valenza storica e naturalistica. direbbe un gioco di parole) le emergenze paesaggistiche, composte Verso Pianello Val Tidone, infine, il territorio è chiaramente più urba- da un mosaico di elementi che dialogano tra loro e che rendono nizzato. Da alcune strade del centro storico si osservano comunque unico questo territorio. scorci del paesaggio collinare. Le riflessioni congiunte dei partecipanti hanno condotto a una serie di svelamenti successivi della ricchezza e delle peculiarità della val- le, a scoperte, riferimenti e relazioni che hanno prodotto quasi un racconto della Val Tidone. L’interpretazione raccoglie e sedimenta le conoscenze e le compe- tenze personali, i riferimenti alla pianificazione territoriale, alle inda- Paesaggio semi-naturale a Case Comaschi gini paesistiche e geologiche, agronomiche, storiche, e restituisce un risultato più ampio e unitario della somma delle parti. Il tema del dialogo tra elementi è fondamentale nella sperimen- tazione ed è utile fare qui alcuni esempi trattati: i borghi antichi fortificati nella parte settentrionale dell’area che si mettono in rela- zione, come avvistamenti incrociati che diventano segni lineari nel paesaggio, e ancora, il rapporto tra il vigneto ondulato e lo sfondo montuoso della Rocca d’Olgisio.

I confini territoriali di lavoro sono stati: il confine occidentale con la Lombardia, Pecorara sul Torrente Tidoncello a sud, la linea tra Piozzano e Tavernago a est e Pianello Val Tidone a nord.

Nella mappa del paesaggio (schema nella pagina seguente) emer- gono: - la trama delle acque, con il Torrente Tidone che segna la

33 valle, il Tidoncello a sud che giunge dalle sorgenti più alte, nelle parti meno urbanizzate e una serie di rii confluenti che tratteggiano altre piccole valli: la Val Gualdora e il rio Rolentino a ovest tra i vigneti, il rio Lora che disegna la longitudinalità dell’abitato di Ziano Piacentino, che è parallelo al crinale (an- cora una volta i rimandi…), il rio Chiarone che taglia in modo forte la valle della Rocca d’Olgisio: infine la costellazione di mulini lungo il Tidone e il Tidoncello e la diga del Molato che, seppure fuori area, è un riferimento locale storico; - gli allineamenti, con una serie quasi lineare di borghi storici (a loro volta longitudinali e puntuali), che per motivi difensivi e di controllo si guardano, da nord-ovest a sud-est, e che taglia- no il Tidone, con Vicomarino e Albareto, Montalbo, Sala Man- delli, Corano, Arcello e Montacanino e, lungo la stessa diret- trice, e più sotto, una seconda direttrice parallela con Tassara,

34 Santa Maria del Monte Corticelli, Rocca d’Olgisio e l’Aldara; centino fino al Tidone e al rio Gualdora, con il sistema di can- - alcuni crinali come elementi ordinatori e punti di riferimen- tine (le cantine sociali di Vicobarone e Borgonovo Val Tidone, to delle visuali, sui quali spesso si sviluppano centri abitati an- Cantina Lusenti, Torre Fornello, Castello di Luzzano, Tenuta tichi (e che seguono l’andamento del crinale, come Seminò, Pernice, Savini, Monferrina, Mossi, e altre). Vicomarino, o il citato Ziano), ivi localizzati per il riparo, il clima, il controllo del territorio; - i punti panoramici (tutti associati a crinali), che inquadrano valli ampie o strette, come Ca’ Morganti, Case Comaschi, Se- minò, Ronchi di Sopra; - gli elementi strutturanti e geomorfologici come i luoghi del- le frane, che sono stati segnalati dal gruppo sia per il rischio geologico che come elemento visibile e come caratteristica del paesaggio brusco, con le sue fratture e i riferimenti a eventi che segnano il terreno e le strade (la frana in zona Tassara, quella vicina a Rocca d’Olgisio evidente negli effetti sull’abita- INTERPRETAZIONE DEI PAESAGGI to, quelle vicine a Case Gazzoli); DELLA VAL TIDONE - i caratteri naturali dei boschi in altura e le relative emer- Rappresentazione elaborata dai par- tecipanti (nella pg. a fianco a dx) genze paesaggistiche, che si sviluppano nella parte più meri- Rielaborazione della stessa da parte dionale dell’area, a Santa Maria del Monte con il santuario, di Agostino Maiurano (nella pg. a Monte Aldone, Monte Martino con la Rocca d’Olgisio e i resti fianco a dx) archeologici, a est il bosco della Bastardina e la zona del Can- Momenti del sopralluogo e del labo- tone (con la polveriera dismessa) e i latifondi nobiliari; ratorio (in questa pg.) - infine l’area del vigneto denso, che fa perno a Ziano Pia-

35 I tre tipi di paesaggio

I paesaggi caratterizzanti la valle, sulla base degli elementi sopra rando un sistema di traguardi storici reciproci di natura difensiva e individuati (crinali, boschi, emergenze storico-architettoniche) sono per il controllo del territorio con Montalbo, Sala Mandelli, Corano, stati identificati secondo il seguente metodo, definito dal gruppo di Arcello, e poi Vicobarone, Vicomarino, Tassara, Corticelli,…(citati lavoro, ovvero di; per intero nel paragrafo precedente). - non scorporare i tipi di paesaggio secondo unità elementari I borghi più lontani, quando non si vedono reciprocamente, si per- troppo omogenee al loro interno e identificare già all’interno di cepiscono nelle carte, nella memoria geografica, e nei richiami ogni tipo di paesaggio elementi di dialogo; storici, che diventano, appunto, riferimenti (o segreti) da svelare - trovare complementarietà, in un discorso unico dell’intero durante il percorso concreto e ideale. territorio. Il lavoro di gruppo ha condotto alla costruzione, condivisa e uni- I tipi di paesaggio identificati dal gruppo sono i seguenti: taria, di una raccolta dei tre tipi di paesaggio, con un’immagine - la zona dell’alta collina, naturale e semi-naturale, sotto il rio identificativa, un inquadramento con i caratteri distintivi, i valori e le Gualdora, a destra e sinistra del Torrente Tidone, con paesag- potenziali criticità e le soluzioni. gio misto di seminativo, boschi e prati stabili e l’emergenza della Rocca d’Olgisio. Questo tipo di paesaggio è frutto di ri- Di seguito si riporta la raccolta elaborata dei tre tipi di paesaggio flessioni congiunte che emergono dall’unione del primigenio della Val Tidone. paesaggi, individuato dal gruppo, e denominato “della frana” nelle vicinanze del Tidone con quello semi-naturale della Rocca a est del Tidone: essi sono stati unificati proprio per evitare la frammentazione e l’eccesso di omogeneità dei paesaggi; - il paesaggio fluviale e dei pianalti lungo il Torrente Tidone e Tidoncello, come segno geomorfologico che struttura l’intera valle; - il vigneto, a sinistra del Tidone fino al rio Gualdora, per i ca- ratteri produttivi e paesaggistici unitari. L’elemento connotante il paesaggio è l’allineamento di insediamen- ti castellani e di edifici rurali che, disponendosi su direttrici quasi parallele, da occidente a oriente, unisce il territorio. Esso assume carattere culturale perché deriva dal governo nobiliare che in quelle zone aveva estesi possedimenti e insediamenti per il controllo, la gestione e l’organizzazione del territorio. I borghi si guardano perchè storicamente costruiti sui crinali, gene-

36 37 38 39 40 41 42 43 Idee per valorizzare i paesaggi: punto, linea, superficie

Ognuno dei tre tipi di paesaggio individuati e inquadrati (1. alta collina, 2. fascia fluviale e 3. vigneti) è diventato oggetto di inter- pretazione e valorizzazione specifica, con metodi di lavoro diversi. Ognuno dei metodi utilizzati ha voluto tenere conto della natura stessa, o dell’essenza, dei luoghi stessi.

Così, il tema della valorizzazione dell’alta collina è stato elabora- to considerando il grande carattere panoramico intorno alla Rocca d’Olgisio, che permette di osservare l’ampia valle. Quindi, la valo- rizzazione si è concentrata sull’idea di guardare e dare priorità al punto panoramico di Case Comaschi, come punto di osservazione e elemento principe del progetto. Quindi, un’idea progettuale per il PUNTO panoramico di Case Co- maschi.

La natura dei luoghi dell’acqua, in questo caso i torrenti Tidone e Tidoncello, viene messa in rilievo adottando un metodo progettuale che affronti il tema dei percorsi, come flussi, lungo i corsi d’acqua e i dintorni. In questo caso, quindi, sviluppo della LINEA e dei percorsi fluviali del Tidone e Tidoncello.

Infine, i vigneti contraddistinguono il territorio intorno a Ziano Pia- centino quasi come un’unica trama. Pertanto, valorizzazione della SUPERFICIE dei vigneti dell’alta val Tidone.

I tre tipi di paesaggio e gli allineamenti definiti dai partecipanti: PUNTO (alta collina con la Rocca d’Olgisio - in Quindi, “punto, linea, superficie” (grafico a sx) come metodi di in- basso), LINEA (paesaggio fluviale del Tidone - al centro), SUPERFICIE (i vigneti - in alto a sx) e gli AVVISTAMENTI terpretazione dei luoghi e come struttura progettuale (rifacendosi al (in alto a dx) libro del pittore Wassily Kandinsky). Restituzione e grafica a cura di Agostino Maiurano

44 45 1. PUNTO _ STRATEGIE E AZIONI PER VALORIZZARE LA VEDUTA DELL’ALTA COLLINA DI ROCCA D’OLGISIO

Il punto panoramico di Case Comaschi, alle pendici di Rocca d’Ol- ... e relativi STRUMENTI ... attraverso IDEE PROGETTUALI gisio (foto sopra), è il luogo di osservazione e di progetto della zona Lo strumento con il quale raggiun- A_COSTRUZIONE DI PERCORSI dell’alta collina della Val Tidone. Da questo, infatti, è facilmente gere lo scopo è quello di un “turi- TEMATICI E ACCESSIBILI (geolo- smo che non faccia rumore” e che gici, naturalistici, sportivi, ricrea- visibile la Rocca, l’emergenza geologica di Monte Martino, la valle crei impatti sostenibili nel territorio. tivi, devozionali e gastronomici) del Chiarone e il paesaggio oltre il Tidone. Si tratta di un turismo: attraverso associazioni culturali e Gli elementi utilizzati per la riflessione sono: una foto panoramica • naturalistico, di persone di volontariato (anche per disabi- a 360° dal punto di Case Comaschi e piccole icone cartacee rap- attratte dall’osservazione li), con il coordinamento dell’en- presentanti simboli naturalistici (alberi, punti sosta), infrastrutturali dell’ambiente, con mezzi alter- te pubblico; (strade, fermate autobus) e antropici (borghi storici, musei). In que- nativi all’automobile, come il B_SEGNALETICA GENERALE (in trekking, la mountain bike e i punti attrezzati) e SPECIFICA sto caso l’esito è prettamente grafico. percorsi a cavallo (in parte esi- (negli svincoli, in punti strategi- La strategia (foto in basso nella pg. a fianco) è stata organizzata secondo: stenti, da valorizzare); ci), DIFFERENZIATA TRA CENTRI • gastronomico e anche attivo ABITATI (con nuove tecnologia, nella raccolta diretta di pro- totem, luci) e RUSTICA IN ZONE Obiettivo dotti; RURALI (con indicazioni specifi- BUON GOVERNO DEL TERRITORIO • culturale (la Rocca d’Olgisio che in legno, percorsi tematici, DELL’ALTA COLLINA e la sua geologia, gli antichi tempi di percorrenza dei sentieri, castelli e le chiese, i reperti racconti e arte) con AREE DI SO- archeologici, …). STA SPECIFICHE. Dintorni della Rocca d’Olgisio Il complesso della Rocca d’Olgisio Prati e campi

46 Veduta a 360° del punto panoramico di Case Comaschi, nella parte meridionale di Rocca d’Olgisio

... e AZIONI SPECIFICHE Cosa fare e come fare: • sviluppare nuove filiere legate • mantenere i prati perma- a: CASI CONCRETI E BUONE PRATICHE DI MANUTENZIONE nenti (anche attraverso - la coltivazione di cereali an- Intorno a Rocca d’Olgisio, ove il territorio è meno attraversato dal traffico più denso, si trovano alcuni casi di rapporto misure agroalimentari del tichi e tradizioni e allevamenti tra vegetazione, strada e paesaggio, da porre all’attenzione, da mantenere e valorizzare come: PSR-Piano di Sviluppo Rura- bradi e semibradi di suini e bo- CASO 1 – esemplari unici di alberi ad alto fusto (anche da frutto) a lato della strada o come confine tra appezzamenti. le 2014-2020); vini di razze antiche (attraverso CASO 2 – scarpata della strada con arbusti spontanei ma governati. • promuovere attività agritu- i GAL - Gruppi di Azione Locale CASO 3 – scarpata della strada con filari di alberi governati a ceduo. ristiche (esistenti o da or- del PSR); Questi rapporti tra vegetazione e strade, storicamente erano adatti a garantire un ottimo inerbito per il transito stra- ganizzare con ricettività) e - la coltivazione di frutti antichi dale (non asfaltato), diretto alle costruzioni fortificate. Così, si tratta di: nuove fruizioni del territorio; (come attività che deve essere CASO 4 – mantenere siepi e filari naturali. • valorizzare le filiere agricole integrata in modo adeguato ad CASO 5 – guidare e governare la vegetazione spontanea nata su vecchi seminativi, evitando che l’incolto avanzi. legate ai prodotti tipici e al altre perché richiede tempi e cibo biologico; modi concentrati di raccolta). Progetto del PUNTO strategico e di manutenzione per l’alta collina realizzata dal gruppo di lavoro

47 2. LINEA _ UN PERCORSO LUNGO IL TIDONE E LA MANUTENZIONE DELLE SPONDE ANCHE CON I FRUITORI…

Il torrente Tidone, nell’attraversare longitudinalmente la valle, dise- zona settentrionale della pedecollina. In realtà il percorso segue, gna il paesaggio circostante, con le diversità lungo il suo corso, da ovviamente, le sinuosità del torrente, dalla valle più incisa e stretta monte a valle, e con il sistema insediativo fortemente connotato, (verso Pecorara) del Tidone e del Tidoncello, con vegetazione più anche storicamente, dal legame col torrente. boschiva, alla parte settentrionale, dove la valle si apre e il territorio L’idea di valorizzare il percorso del fiume permette quindi di scoprire, urbanizzato, in vari punti, si avvicina alle sponde. dare risalto e rendere visibili la struttura morfologica della valle, la storia e quindi la natura stessa dei luoghi. Il percorso individuato ripercorre e approfondisce il tracciato di una Il progetto di valorizzazione, in questo caso, nasce dell’idea di uti- parte della prima e una parte della seconda tratta dell’ippovia della lizzare il percorso naturale del fiume come guida progettuale. Si Val Tidone (individuata dal GAL Leader Plus realizzata da Soprip, tratta di valorizzare e promuovere l’esistente percorso denominato vedi Cartografia Circuito Val Tidone, Provincia di Piacenza e parte “Sentiero del Tidone” promosso da un’associazione locale di volon- della Grande Ippovia dell’Appennino dell’Emilia-Romagna), al fine di tari e che si sviluppa lungo tutto il corso del fiume (per 43 km circa individuare un anello percorribile agevolmente in una giornata, con dalla foce nel Po fino quasi alla sorgente) come percorso naturali- un percorso di circa 40 km. stico ciclopedonale – ippovia, che sviluppa il Circuito Val Tidone e la “Strada dei Mulini” (vedi cartografie in bibliografia). La scelta di valorizzare tale percorso è proprio basata sulla logica Mulino Lentino lungo il Tidone che l’uso stesso degli itinerari richiede una manutenzione, minima ma continua, dei tratti attraversati e, pertanto, mantiene la vitalità dei luoghi e diviene quindi una pratica riconosciuta da una comuni- tà, come già in parte avviene. Le scelte di sostenere un’ippovia sono, in sintesi, determinate da: - il tracciato come orientamento alla scoperta dalla valle ef- fettuabile in un giorno; - un mezzo utile per leggere agevolmente i mutevoli paesaggi della valle; - un sistema per la cura del lungo-torrente, e delle aree cir- costanti attraverso i fruitori stessi, anche con interventi di auto- manutenzione.

Quella che si traccia nel progetto di valorizzazione del torrente è una linea immaginaria, dalla valle meridionale montana fino alla

48 IL PERCORSO PROGETTUALE DELLA LINEA FLUVIALE E DEI SUOI DINTORNI

Restituzione grafica a cura di Agostino Maiurano.

Prima del Tidone La chiusa vicino al Mulino Lentino Il Tidoncello

49 IL TRACCIATO, I RITMI E I SUOI ELEMENTI Gli esiti sono stati (vedi schema progettuale): - la definizione a ampia scala del tracciato ad anello, da Pianel- Una sintetica lettura geomorfologica (da valle a monte) lo Val Tidone, percorre il Tidone, risale la valle verso Rocca d’Olgi- appunti di Lodovica Parmigiani sio, attraversa il torrente Chiarone e tornare a Pianello Val Tidone; - lungo il percorso sono stati individuati, in modo condiviso, nu- Area della conoide a valle del torrente Tidone (sezione A). merosi punti panoramici, che spesso si trovano nei punti di svolta Sopra a Pianello Val Tidone, si osserva l’allargarsi a ventaglio dei depositi dell’alveo. Que- dell’ippovia e permettono di vedere in modo esteso tratti di torren- sti sono formati dal corso d’acqua a regime torrentizio che sbocca nella valle più piana e te e i paesaggi sulle due sponde del torrente. ampia. Si sedimentano così i materiali trasportati dal corso d’acqua per il rallentamento della corrente dato dalla diminuzione della pendenza e dalla mancanza del confinamento PUNTI SIGNIFICATIVI E IDEE PER LA LORO MANUTENZIONE laterale. Sono stati individuati alcuni tratti del Tidone e del Tidoncello ritenuti si- Area dell’alveo terrazzato nella media valle del Tidone (sezioni B e C del grafico E e relativi gnificativi per i caratteri connotanti la diversità della valle. Gli strumenti disegni) sono stati: Presenta depositi alluvionali ben sviluppati sia in profondità che trasversalmente al corso - una lettura geomorfologica della valle; d’acqua. I ripiani più antichi sono fortemente antropizzati, come Pianello Val Tidone. - il disegno di alcune sezioni fluviali nell’alta, media e bassa valle, Area dell’alveo inciso nell’alta valle del Tidone (sezione D del grafico E e relativi disegni) che rappresentano una lettura dei luoghi e offrono alcune indica- I depositi alluvionali sono ridotti al solo alveo attivo e le sponde sono in genere impostate zioni operative per la manutenzione dell’alveo e delle sponde. sul substrato roccioso.

Sezione A all’altezza della conoide in località Maiolo (val- Sezione C all’altezza di Casa Pobiella (media valle) Sezione D del Tidoncello verso Vallerenzo (alta valle) le bassa) e Sezione B all’altezza di Pianello Val Tidone L’alveo attivo si fa più profondo. Nella fascia dell’alveo di piena L’alveo si fa inciso, con un dislivello superiore a 30 m. Gli interventi possibili di valorizzazione sono, in sponda si- con valenza naturalistica (in questo caso a sinistra), la vegeta- La vegetazione copre le sponde. nistra, di prevedere la creazione di siepi fitte e miste per zione, da mantenere, è arborea, arbustiva e igrofila, con salici Gli interventi utili per valorizzare il percorso sono: realizzare un filtro tra torrente, aree coltivate o abitato, e pioppi. Nell’alveo di piena di destra, la vegetazione tipica e • prevedere cartellonistica e punti di avvistamento con mantenimento da parte del privato concessionario. da proteggere è mesofila, di ambienti più asciutti, con associa- e staccionate in legno; zione, per esempio, al carpino. • utilizzare le strade interpoderali per il guado; • nelle frane fare opere di ingegneria naturalistica; • pulire i sentieri e mantenere il loro sedime coin- volgendo gli agriturismi che accolgono i fruitori.

50 Un’idea progettuale tra più attori per la valorizzazione e la gestione delle sponde del torrente Tidone da Pianello fino a Nibbiano, e tra il rio Rolentino e il Tidone di Fausta Casadei

Il Torrente Tidone è classificato della vegetazione di un nuovo im- re legata ad interventi previsti dal come corridoio fluviale di secon- pianto, è utile verificare se: PSR 2014-2020. Ad esempio, la do livello nell’ambito della rete • sia necessario schermare la misura 16 del PSR prevede un ap- ecologica provinciale (PTCP, tav. vista di manufatti antropici dal proccio “cooperativo” tra aziende A6 schema direttore di rete eco- fiume (ad esempio in prossimi- agricole e altri gestori del territorio logica provinciale). A differenza tà di centri abitati o produtti- inclusi ONLUS ambientaliste, Enti delle situazioni di pianura, uno vi), e in questo caso occorrerà pubblici, Proprietà collettive per la dei vincoli allo sviluppo della ve- predisporre un progetto con realizzazione di interventi a favore getazione naturale boschiva idro- essenze sia arboree di arbu- della biodiversità, con un progetto le, presentano i margini dell’alveo Quali aree sono interessanti per re- fila in queste zone, è la situazione stive; unitario. In alternativa i medesimi inciso vegetati, ma tale continuità alizzare gli interventi? orografica, cosicché la vegetazio- • nella zone dove invece la fun- beneficiari hanno la possibilità di è talvolta interrotta dalla presen- Un caso interessante nel quale in- ne si trova circoscritta alle fasce, zione della cortina vegetale è aderire ai bandi legati alle misure za di aree coltivate. In alcuni casi tervenire è l’area alla confluenza che si suppone siano demaniali, solo di tampone rispetto all’in- 4 o 10; nel caso della realizzazio- si tratta di aree demaniali date in tra rio Rolentino e il torrente Tidone corrispondenti alla fascia di de- quinamento diffuso provenien- ne e del mantenimento di fasce concessione a privati, per le quali (in località Lentino - punto E dello flusso delle piene. In alcuni casi te dalle aree agricole, è allora tampone è prevista la modalità di gli enti pubblici, allo scadere dei schema di progetto). Essa è una le coltivazioni si spingono fino alla sufficiente prevedere una fa- adesione singola oppure quella as- termini di concessione, possono sorta di penisola lambita dai corsi sponda. scia arbustiva. sociativa con particolare riferimen- esercitare il diritto di prelazione. Gli d’acqua dove è presente un discre- Cosa è possibile fare per valo- In pratica, chi realizza tali interven- to ad associazioni di agricoltori o enti possono svolgere direttamente to mosaico agrovegetazionale, con rizzare l’ambiente e il paesaggio ti? ad associazioni miste di agricoltori gli interventi attingendo ai finanzia- appezzamenti agricoli inframmez- delle sponde? Per realizzare interventi di miglio- e altri gestori del territorio (consorzi menti del PSR, oppure si possono zati da strutture vegetazionali linea- È possibile realizzare alcuni inter- ramento dell’ecosistema periflu- di bonifica). avvalere di privati che possono de- ri, una ben strutturata fascia riparia venti di miglioramento dell’eco- viale con finalità ecologiche (es. La nuova politica agricola comuni- localizzare in tali aree demaniali gli in sponda destra del torrente Tido- sistema perifluviale (nelle fasce contenimento dell’inquinamento taria prevede inoltre, in taluni casi, interventi compensativi di eventuali ne e un’estesa macchia boschiva di confine con le aree agricole). diffuso), naturalistiche (favorire il pagamenti per pratiche agricole interventi edificatori. in sponda destra, a monte della In particolare, nei tratti del cor- miglioramento della biodiversità benefiche per il clima e l’ambiente, Così, è possibile, secondo le stesse diga vicina al mulino Lentino. Per so d’acqua dove non è presente animale e vegetale) e anche este- il cosiddetto “greening”. Tra queste modalità, realizzare un intervento potenziare la valenza naturalistica vegetazione arborea sul confine tico paesaggistiche, occorre verifi- pratiche sono ricomprese anche le di potenziamento della vegetazione e paesaggistica dell’area, andreb- con le aree agricole, è opportuno care se le proprietà prospicienti i aree di interesse ecologico che po- esistente ampliandola anche nei bero realizzate fasce riparie ove as- ripristinarne una fascia di almeno corsi d’acqua sono pubbliche (de- trebbero interessare superfici agri- tratti di corso d’acqua in cui una senti e trasformata in prato stabile 5-6 metri di ampiezza con funzio- manio idrico regionale) o private cole a seminativo presenti lungo i fascia vegetale sia già presente, la punta della penisola, creando ne di filtro, schermatura e conte- per determinare il tipo di intervento margini fluviali. ma di ridotta ampiezza. anche un sistema macchia radura. nimento dell’erosione. da effettuare. La possibilità di in- La maggior parte dei corsi d’acqua Al fine di individuare la struttura tervenire su tali superfici può esse- appenninici nei tratti di fondo val-

51 3. SUPERFICIE _ INDICAZIONI PER LE TRASFORMAZIONI E LA GESTIONE DELLE AREE COLTIVATE A VIGNETO

La viticultura è un’attività più redditizia delle altre e con un alto inve- stimento per impianto, che quindi va mantenuto come coltivazione e valorizzato nella forma di impianto.

Politiche e gestione del paesag- Linee guida per le aree coltivate gio dei vigneti della Val Tidone a vigneto • Sostenere l’educazione Vigneti: ambientale e alimentare • Utilizzare tutori di legno in tegrati tra ente pubblico e legata ai processi produttivi castagno (durata 10-15 privati. che costruiscono i paesag- anni), secondo le tradizioni gi, trasmettere i saperi e le locali, oppure, in subordi- Strade: esperienze di coltivazione; ne, in acciaio corten; • Asfaltare quando possibile • Incentivare accordi tra am- • Inerbire gli spazi tra i filari; le strade per mezzo di bi- ministrazioni locali e privati • Evitare di impiantare vigne- tume con pigmenti di colori con la promozione di azio- ti in appezzamenti eccessi- naturali. Vigneti vicino a Ziano Piacentino Un vigneto con tutori in legno ni pilota verso aziende che vamente scoscesi (per non facciano da stimolo a altre favorire l’erosione dovuta Insediamenti produttivi e ri- economici, un tempo av- di essenze diverse,...), iniziative private (sperimen- alle operazioni meccanizza- strutturazioni: veniva l’opposto. Quindi è eventualmente preveden- tazione che, se si appoggia te di lavorazione); • Localizzazione: sfruttare i necessario mantenere un do tratti di piste ciclabili a esperienze locali, può • Valorizzare il paesaggio del- versanti, inserendo i nuovi equilibrio tra le due compo- nelle strade interpoderali, avere maggiore successo); le aree agricole di piccoli volumi in zone strategiche nenti (assicurando una ma- attraverso accordi con i • Innovare l’organizzazione appoderamenti (dimensio- che non alterino la perce- nutenzione adeguata); privati, che si connettano tradizionale dei consorzi per ne media di 7 ettari) con zione paesaggistica e/o i • Recinzioni: usare siepi di a agriturismi e a percorsi una maggiore tutela della gli elementi vegetazionali e coni visuali, ricorrendo an- essenze autoctone (ligu- più ampi. qualità, via obbligata per delle strade. che, quando possibile, a strum, corniolo,…) e mu- aumentare la redditività dei volumi interrati (realizzazio- retti bassi, evitando struttu- prodotti. Rete idrica: ni discusse nel laboratorio re permanenti, e costruite • Distinguere tra (A) Scoli- - pg. a fianco); con materiali lapidei e/o ne/rete secondaria; (B) Rii • Materiali: evitare il calce- laterizi; demaniali; (C) Canali/rete struzzo in faccia a vista e • Mitigazioni: creare corridoi primaria. Gli argini e l’alveo altri rivestimenti di materia- alberati costituiti da ve- dovrebbero essere governa- le non locale. Oggi la mano getazione non omogenea ti, e si possono prevedere d’opera tende a costare (siepi, alberi di basso e alto sistemi di manutenzione in- molto e i materiali sono più fusto, specie autoctone e

52 Conclusioni: la ricchezza della Val Tidone e delle sue comunità

Il percorso di valorizzazione della Val Tidone che qui è stato resti- tuito, è frutto di un lavoro collettivo dei partecipanti al laboratorio, le numerose idee, le diverse conoscenze e competenze, così come l’interesse a realizzare un progetto condiviso, hanno dato degli esiti, ricchi, che non si potevano prevedere a priori. Esso disegna una mappa interpretativa e progettuale del paesaggio, che ha accolto idee, ha prodotto riflessioni e ha ridisegnato i vari contributi, creando una composizione progettuale per l’area che in qualche modo, si potrebbe definire inedita. L’idea di base, partendo dalla differenziazione dei tipi di paesaggio (vigneto, fascia fluviale, panorama della Rocca d’Olgisio), è stata quella di interpretare il territorio valorizzando le sue diversità: - la trama della superficie dei vigneti, - il torrente come una linea astratta ma concreta nelle sue curve - l’intorno della Rocca come punto di sintesi dell’ampia vallata. Per ognuno dei differenti territori, è stato utilizzato un metodo di- verso: - le linee guida per il vigneto; - un percorso di ippovia e la sua manutenzione per la fascia fluviale; - una piccola strategia di valorizzazione che dal punto panora- mico di Case Comaschi si propaga nel paesaggio circostante. Infine, i traguardi tra borghi storici fortificati, in cui ognuno fa eco all’altro e che visivamente, simbolicamente e culturalmen- te, congiungono le sponde. Nell’insieme, lo sviluppo progettuale che è stato seguito è parago- nabile a quello dello svelamento di un segreto, quello delle ricchez- ze dell’area, che sono conosciute e già riconosciute, ma che, con le comunità del territorio, sono in grado di attivare idee e percorsi di valorizzazione praticabili.

53 54 Progetto di valorizzazione per i paesaggi rurali delle colline della Val d’Arda

Coordinamento del gruppo: Barbara Marangoni Partecipanti: Alessandro Anselmi, Mila Boeri, Francesca Gozzi, Michele Maffini, Paolo Mancioppi, Donata Merli, Mauro Nicoli, Emanuela Torrigiani 2.2 55 Tra borghi e vigneti

Tecnici invitati in qualità di accompagnatori Il sopralluogo ha scelto di esplorare la porzione dell’area studio più Michele Maffini, agrotecnico - Libero professionista rappresentativa, per complessità e per articolazione delle risorse Gianluca Raineri, geologo - Parco Regionale dello Stirone e del Piacenziano presenti, mettendo in luce le caratteristiche di questi paesaggi, le Paolo Tomasi, forestale - Servizio Tecnico Bacini degli affluenti del Po loro diversità così come le criticità e le opportunità. Il viaggio ha privilegiato i sistemi di percorribilità longitudinali, at- Rapporto di viaggio traversando i paesaggi da nord a sud e costruendo, nel corso della La Valle dell’Arda è una delle principali vallate della collina occi- giornata, la sequenza dei contesti che gradualmente cambiano al dentale piacentina che si struttura sulla presenza di numerosi corsi mutare della geologia e della morfologia del suolo. d’acqua paralleli originando altrettante valli di ampiezza e carat- I sistemi di percorribilità trasversali, grazie ai quali ci si è spostati teristiche variabili. Sull’Arda e su questi torrenti minori si sviluppa sui versanti da una valle all’altra, sono stati invece la premessa per la sequenza di paesaggi scelti tra gli ambiti di studio del territorio aprire una riflessione sulla diversità tra paesaggi e tra valli. collinare piacentino. Costituiscono limiti naturali ad est la vallata 1. Osservando la valle dell’Ongina, percorsa sia sul fondovalle del fiume Stirone, sul confine con il territorio parmense e a ovest il sia sui versanti, è stato possibile leggere gli elementi del mo- fiume Nure, mentre a sud e a nord i limiti risultano piuttosto incerti, saico paesaggistico basso e medio collinare, dove la varietà e da indagare e definire in relazione al progetto. la presenza dei vigneti sono il tratto più riconoscibile. Itinerario del sopralluogo lungo le vallate dell’Ongina, dello Stirone e dell’Arda 2. Lo sguardo sulla valle dello Stirone ha mostrato gli effetti di due diverse economie agricole sul paesaggio. In area parmen- se la dominanza dell’economia lattiero-casearia del parmigia- no-reggiano si evidenzia nella presenza massiccia di prati e pascoli, sostituiti progressivamente verso il piacentino da colti- vazioni a vigneto, che testimoniano la presenza di un’economia agricola essenzialmente vitivinicola. Per questo proprio la valle dello Stirone è apparsa come la valle che segna il confine, un’area di transizione con altri paesaggi. 3. Il viaggio lungo la valle dell’Arda ha sollecitato una riflessio- ne sulla complessità delle realtà maggiormente trasformate, dove il rapporto tra insediamenti e paesaggio da un lato carat- terizza e struttura e dall’altro può generare degrado. 4. Percorrere i due versanti dell’alta collina della valle dell’Arda ha significato prendere coscienza dell’articolazione di situazioni e dell’evoluzione dei paesaggi boschivi: dalle dense masse dei

56 boschi a sud di Vernasca in destra idrografica, all’alternanza tra boschi e coltivi sul versante in sinistra idrografica, ai rimboschi- menti realizzati per contrastare l’erosione, fino ai più recenti arbusteti e boschi misti esito dell’abbandono dei coltivi. Le soste sono state organizzate nei luoghi ritenuti rappresentativi delle risorse o della struttura del paesaggio.

CRINALI SPARTIACQUE TRA VALLATE Vigneti sulle colline contigue a Vigoleno La particolare struttura geologica di questa porzione di collina ha si concentrano le riserve di naturalità costituite in prevalenza dalla determinato la forma del territorio influendo direttamente sulle mo- vegetazione ripariale. Lungo l’Arda e lo Stirone e lungo alcuni rii è dalità della sua antropizzazione. La prima fascia collinare è caratte- stata istituita l’area protetta del Parco regionale dello Stirone e del rizzata verso nord dalla presenza di terrazzi incisi dai corsi d’acqua Piacenziano finalizzata a tutelare, insieme alle risorse naturali, le e verso sud da vallate con versanti brevi su substrati argillosi e sab- emergenze geologiche presenti (le aree protette sono spesso rico- biosi fortemente erodibili. La geomorfologia dei suoli ha determina- nosciute anche come Siti di Interesse Comunitario per la rarità delle to un assetto territoriale dove la viabilità storica si concentra lungo specie floristiche e faunistiche). i crinali, percorsi ritenuti più sicuri. Lungo i collegamenti si sono L’ambito di studio è caratterizzato anche dalla presenza del bacino sviluppati nel corso del tempo nuclei edificati aggregati e sparsi. idrico di Mignano generato dalla realizzazione dell’omonima diga La sosta a Lame di Bacedasco, sul crinale tra le valli dell’Ongina e sull’Arda. L’opera, conclusa nel 1934, è stata realizzata per la pro- dello Stirone, oltre a rendere con maggiore evidenza gli effetti sul duzione di energia elettrica, come del resto la diga del Molato nelle paesaggio di due economie agricole diverse (lattiero-casearia nel colline della Val Tidone e attualmente funziona come riserva idrica parmense e viti-vincola nel piacentino) ha mostrato un esempio per i Comuni della vallata oltre a contribuire alla regolazione del cor- di questo assetto territoriale, presente anche sul versante opposto so dell’Arda. Il bacino idrico di estensione pari a circa 2 kmq rappre- della vallata dell’Arda in località Bacedasco. senta un’unicità sul territorio, con un ritmo dipendente dalla regola- Analogamente, il percorso sulla strada provinciale 47 verso Luga- zione artificiale dell’invaso. L’artificialità delle dinamiche idrauliche gnano costituisce lo spartiacque tra due vallate diverse tra loro per ha contribuito anche all’impoverimento ecologico del tratto fluviale caratteri insediativi e assetto agrario, ed ha originato l’edificazione che va dalla Diga fino a Castell’Arquato, all’altezza del Dighino. di alcuni complessi edificati rurali sparsi. EMERGENZE GEOLOGICHE TORRENTI La peculiarità geologica della collina piacentina occidentale è da at- I corsi d’acqua tra il fiume Nure e il fiume Stirone sono l’altro si- tribuire alla presenza diffusa di fossili marini emersi lungo le sponde stema strutturante dell’area. Sul sistema delle acque superficiali dei torrenti e resi evidenti dall’erosione dei suoli sui versanti più sco-

57 Veduta della Valle dello Stirone dal Mastio di Vigoleno Visita al centro storico di Vigoleno Cantina “La Ratta” lungo la valle dell’Ongina scesi. Il Parco Regionale dello Stirone e del Piacenziano individua AZIENDE VITIVINICOLE, AGRITURISMI E CANTINE tra le aree da tutelare sia il Monte Giogo, testimonianza dello Stra- Le vallate parallele all’Arda, nella porzione basso collinare, sono totipo del Piacenziano (sedimenti marini pliocenici alternati da cre- terre fertili e idonee all’impianto di vigneti. È una delle aree di pro- ste argillose), emergenza riconosciuta anche come Sito di Interesse duzione dei vini DOC dei Colli Piacentini, come del resto la valle Comunitario, sia il Monte “La Ciocca”, più a sud, caratterizzato dalla del Tidone. A differenza della collina orientale piacentina, quella presenza di vasti anfitetri calanchivi dove emergono numerosi fossili occidentale è caratterizzata da un mosaico di coltivazioni più vario, che richiamano gli ambienti del mare profondo. dove i vigneti si alternano anche ad altre coltivazioni e ad alcune I substrati argillosi hanno favorito la formazione di vaste e diffuse formazioni vegetali lineari. aree calanchive lungo tutta la fascia collinare, paesaggi che mutano In questo contesto le realtà aziendali sono in evoluzione, aprendosi con il tempo e con le stagioni. alla ricettività e alla commercializzazione dei loro prodotti insieme al territorio. Il sopralluogo è stata occasione di visita di aziende BORGHI STORICI agricole quali: Un’eccellenza già riconosciuta come parte del patrimonio culturale Tenuta “La Ratta”: azienda agricola con territori nelle colline piacen- collettivo, così come un valore nella percezione degli abitanti e dei tine, vocata principalmente alla viticoltura. In azienda è presente fruitori, è rappresentata dai borghi storici medievali di Castell’Ar- anche una cantina, luogo di produzione e insieme di accoglienza, quato e di Vigoleno che hanno mantenuto consistenza ed integrità dove la ricerca di una maggiore quaità del prodotto si unisce alla dell’edificato e conservato nel contempo il rapporto con il paesaggio volontà di aprire l’attività all’esterno. circostante. Agriturismo “La Quercia verde”: agriturismo e insieme fattoria didat- Gli itinerari ordinari di fruizione esistenti non intercettano gli altri tica. Oltre a promuovere e a produrre i prodotti del territorio l’attività nuclei storici, ad esclusione dei luoghi nei quali esistono alcune si prefigge finalità educative orientate alle famiglie e ai bambini. presenze puntuali di rilievo come nel caso delle Pievi. I nuclei storici rurali sono in prevalenza degradati e abbandonati. L’immagine del territorio è quella di un ambito ricco e articolato per diversità delle risorse e di paesaggi.

58 4 Interpretazioni dei paesaggi locali 1 I TIPI DI PAESAGGIO L’analisi dell’uso del suolo integrata alle riflessioni emerse diret- 2 tamente sul campo, ha permesso di elaborare una prima rappre- sentazione descrittiva dei tipi di paesaggio incontrati durante il sopralluogo, verificata sulla base delle descrizioni testuali e delle proposte progettuali riportate nelle pagine seguenti. Da nord a sud si distinguono: - il Paesaggio della pedecollinare, definito nella porzione di ter- 3 ritorio parallelo alla via Emilia. Lungo la pedecollinare, all’in- gresso delle diverse vallate, sono localizzati centri urbani di una certa consistenza; - il Paesaggio dei vigneti, individuato lungo la fascia di collina dei terrazzi e e nella bassa collina dove è dominante la presen- za dei vigneti; 5 - il Paesaggio a macchia/radura, definito come quella fascia di collina intermedia in evoluzione che va dalla collina dei vigneti ai primi rilievi densamente boscati del paesaggio pedemonta- no; - il Paesaggio pedemontano, che comprende i territori dell’alta collina con caratteristiche simili alla montagna. I corsi d’acqua sono un elemento strutturante il paesaggio ma solo sul Torrente Arda è possibile riconoscere caratteristiche e proble- matiche peculiari tali da doverlo distinguere dal paesaggio vallivo Mappa dell’uso del suolo semplificata e individuazione dei tipi di paesaggi (Fonte: Emilia-Romagna, 2008) contiguo. Per la presenza dei centri urbani più rilevanti, per la mor- Corsi d’acqua e bacini Zone agricole eterogenee Tipi di paesaggio fologia della vallata, per il tipo di attività che vi si svolgono e per le dinamiche ecologiche che lo connotano, il Paesaggio del fondovalle Vigneti Aree calanchive 1 - del fondovalle dell’Arda dell’Arda necessita di una distinzione. 2 - dei vigneti Arbusteti in evoluzione Insediamenti 3 - a macchia/radura L’approfondimento sui tipi di paesaggio delle pagine seguenti si è 4 - della pedecollinare limitato ad esaminare 3 dei 5 tipi individuati, quelli che saranno Boschi permanenti 5 - pedemontano oggetto specifico della proposta progettuale.

59 Opportunità • Turistiche connesse ai valori estetico-percettivi e ai valori storici del paesaggio • Economiche connesse alle attività agricole (impianti di trasformazione di prodotti agri- coli: cantine, caseifici, salumifici, mulini) • Economiche connesse alle attività di fruizione e al tempo libero (agriturismi, castelli, maneggi) • Economiche connesse alle attività urbane (aree produttive a Lugagnano e a Vernasca) Minacce • Dissesto • Vulnerabilità idraulica • Degrado e abbandono

Fondovalle dell’Arda all’altezza di Lugagnano

PAESAGGIO DEL FONDOVALLE DELL’ARDA Geologia e geomorfologia Insediamenti e uso del suolo Economie agricole Dinamiche evolutive La natura dei suoli è di argille Lungo il torrente Arda l’ambiente Nella porzione basso collinare Dalla lettura di alcuni dati so- scagliose e flysh liguri ed epili- è contraddistinto dalla succes- l’occupazione della popolazione cio-economici, emerge come guri. Analizzando la geomorfolo- sione di alveo attivo, greto con- attiva è il doppio rispetto alla nella prima fascia pedecollina- gia si possono distinguere due solidato, vegetazione ripariale media provinciale. La coltura re si assista a: tratti di vallata: con fisionomia strutturale albero- più rappresentata è la vite (20% • Diminuzione della SAU e • Tratto A – da Castell’Ar- arbusto, ma rarefatta, e da arbu- della S.A.U.), contro il 6% della aumento delle dimensioni quato a Lugagnano. Valle steti alveali. media provinciale. Le aziende medie delle aziende. fluviale con ampio alveo. Salendo verso i crinali si alterna- agricole localizzate più a nord e • Occupazione crescente ri- I versanti orientali sono a no i seguenti usi del suolo: se- a quote maggiori hanno una su- spetto all’andamento pro- media acclività (dominan- minativi (frumento e prati stabili), perficie inferiore a 10 ha (Fon- vinciale. za di argille), mentre quelli vigneti, incolti sui versanti insta- te: PSC di Castell’Arquato). • In netta diminuzione l’alle- occidentali sono ad alta ac- bili, arbusteti, boschi di neofor- vamento zootecnico. clività (dominanza di sabbie mazione, dove i versanti consen- Diga di Mignano e omonimo lago (Fonte: PSC di Castell’Arqua- gialle). tono la selvicoltura soprassuoli to). • Tratto B – da Lugagnano boscati condotti a ceduo, affio- A quote maggiori, superiori ai alla Diga di Mignano. Alveo ramenti rocciosi e nuclei boscati 300 m sul livello del mare, il fluviale stretto con versanti con funzione di protezione (non fenomeno del dissesto idro- simili ad acclività general- gestiti) localizzati su terreni in for- geologico ha conseguenze mente elevata. te pendenza. negative sia sul soprassuolo I centri abitati principali hanno coltivato, sia sul reticolo della una media dimensione e sono viabilità. L’abbandono del terri- concentrati lungo l’Arda. Gli al- torio nelle aree più acclivi, con tri insediamenti sono in genere la conseguente dismissione sparsi e costituiti da corpi edilizi delle pratiche agricole e selvi- singoli localizzati lungo i crinali. colturali, aumenta il rischio di Sui versanti dell’alta collina sono dissesto. aggregati in piccoli borghi spesso abbandonati. 60 Vigneti a ritocchino lungo i versanti della valle dell’Ongina Mosaico paesaggistico caratterizzato dalla variazione di ambiti boscati e radure a prati e pascoli

PAESAGGIO DEI VIGNETI PAESAGGIO A MACCHIA/RADURA Geologia e geomorfologia Insediamenti e uso del suolo Geologia e geomorfologia Economie agricole Caratteristiche chiave Geomorfologia caratterizzata L’uso del suolo mostra una domi- La natura dei suoli è di flysh Le aziende agricole hanno un • Dissesti diffusi su vaste dai primi terrazzamenti dei nante agricola con vocazione viti- liguri ed epiliguri con argille indirizzo prevalentemente fo- aree. torrenti e dai versanti di col- vinicola e un mosaico dei coltivi azzurre verso sud. Le forme raggero, spesso senza la stalla, • Insediamenti aggregati in legamento tra i fondovalle ed differenziato debolmente inter- sono a media-bassa acclività e sono sostenute da contributi borghi di piccole dimensioni. i terrazzamenti. Prime colline connesso. Sono presenti fasce caratterizzate da fenomeni fra- agroambientali (es: manteni- • Aziende agricole ad indirizzo con morfologie lievi. ripariali e localizzati nuclei vege- nosi che interessano una vasta mento di prati a regime sodivo). foraggero. tazionali spontaneizzati a fisiono- area occupando parzialmente i • Alternanza di aree agricole Economie agricole mia strutturale colma. versanti. L’acclività è più eleva- Dinamiche evolutive con aree boscate ed in fase Prevalentemente viti-vinicola L’insediamento sparso è sia di ta per le aree caratterizzate da Si assiste all’abbandono del- di imboschimento. con caseifici diffusi. origine storica sia di origine più flysh stabili, presenti anche lun- la zootecnia con conseguente • Abbandono delle attività recente, ed è organizzato pre- go i crinali. abbandono delle aree agricole agricole e aumento delle Dinamiche evolutive valentemente lungo i crinali. La marginali. Gli ex-coltivi sono aree boscate. Le aree non vitate rischia- strada è un elemento di matrice Insediamenti e uso del suolo ricolonizzati da parte di vegeta- • Accessibilità con strade di no l’abbandono. Si assiste morfologica. Nel fondovalle sono Gli insediamenti sono aggregati zione pioniera in evoluzione. piccole dimensioni. all’abbandono delle case abi- localizzati i centri abitati principali in borghi di piccole dimensioni tate sparse. che hanno una forma irregolare con un insediamento sparso Opportunità: La popolazione attiva diminu- con un insediamento a bassa raro e poco diffuso. Gli usi del • Sviluppo agricolo ad indirizzo zootecnico-foraggero isce e la popolazione agricola densità esteso e poco compatto suolo sono caratterizzati dall’al- • Produzione di salumi e formaggi di qualità invecchia progressivamente. ai margini. ternanza di foraggere/cereali e • Gestione delle aree boscate sia a scopo produttivo aree boscate. sia turistico Caratteristiche chiave • Presenza di borghi storici • Presenza diffusa della vite • Itinerari escursionistici facilmente accessibili dalla • Assetto vegetazionale connesso con i corsi d’acqua pianura • Facile accessibilità ai centri principali Minacce: • Presenza di servizi sul territorio • Spopolamento e abbandono delle aree agricole • Bacino di fruizione di Piacenza e della pianura • Dissesto generalizzato • Buona accessibilità stradale e ferroviaria • Aumento del dissesto sulla viabilità • Forte interrelazione con il bacino lombardo • Ricolonizzazione aree agricole abbandonate 61 Momenti di laboratorio VALORI E RISORSE - DISVALORI E CRITICITÀ - le risorse alle quali attribuire un valore sono distribuite in tutta Il riconoscimento della diversità di paesaggi, effettuata individuando l’area studio e potrebbero originare vari itinerari tematici; i tipi, si mette successivamente a confronto con la percezione degli - i valori negativi sono in prevalenza nella Val D’Arda e nella fa- stessi da parte di diversi soggetti. scia pedecollinare dove gli insediamenti e le attività antropiche L’attribuzione di valori positivi o negativi e la loro articolazione è una sono maggiormente concentrate, determinando un impatto ri- prima presa d’atto che sul territorio esistono punti di vista diversifi- levante sull’ambiente e sul paesaggio; cati che possono emergere talvolta in forma di conflitto e risolversi - sul territorio sono già presenti iniziative rivolte alla promozio- solo in un programma condiviso di obiettivi e di intenti che non può ne/valorizzazione del paesaggio e nel passato è stato finanziato prescindere dalla percezione della collettività. un “Programma speciale d’area” che comprendeva anche la I valori possono essere articolati in relazione ai soggetti: da un lato collina termale parmense al fine creare un distretto del benes- i tecnici e le istituzioni e dall’altro la percezione comune, in questo sere e della salute ed insieme di valorizzare le risorse presenti. caso identificata solo indirettamente attraverso l’uso, la memoria Tali interventi sono rimasti però puntuali. dei luoghi e degli abitanti e la riscoperta della cultura immateriale e delle tradizioni. Valori e risorse Alle medesime risorse, anche da parte degli stessi soggetti, posso- L’elaborazione collettiva di una mappa e la costruzione della relativa no essere attribuiti diversi valori da quelli storico-culturali, a quelli legenda hanno condotto la riflessione verso il progetto mettendo in naturali, a quelli economici. Ed in alcuni casi gli stessi elementi luce i punti di forza e di debolezza del contesto: possono venire percepiti come valori da alcuni e disvalori da altri. A - I valori storico-culturali ed in particolare i borghi storici medie- titolo di esempio, un insediamento produttivo lungo un corso d’ac- vali, le aree archeologiche e i luoghi religiosi costituiscono delle qua può essere considerato un valore economico positivo, ma an- eccellenze note non solo a livello locale. Al contrario altre risorse che un valore negativo dal punto di vista paesaggistico-ambientale. storiche e storico-culturali appartenenti all’identità di quest’area Nello specifico del contesto territoriale di studio sono emerse le non sono valorizzate o in alcuni casi non sono conosciute. Il seguenti considerazioni generali: progetto potrebbe mettere in rete le risorse e potrebbe svela-

62 Valori Risorse Valori Risorse Valori storico-culturali Valori naturali Valori riconosciuti dagli esperti Valori riconosciuti dalle istituzioni locali Eccellenze Sistema delle aree protette Parco Regionale dello Stirone e del Piacenziano Centri storici medioevali Borgo di Castell’Arquato Rete natura 2000 (SIC e ZPS) Borgo di Vigoleno Parco provinciale del Monte Morìa Castello di Gusano a Gropparello Corsi d’acqua Chiavenna, Stirone Aree archeologiche Veleia Romana Valori riconosciuti dagli esperti Testimoniali Eccellenze Insediamenti agricoli tradizionali Aree boscate collinari Bosco Verani Paesaggio agrario tradizionale Castagneti di Vezzolacca Bosco di Santa Franca Valori scomparsi Valori riconosciuti dalle comunità locali Percorsi e sistemi storici Via Francigena Parchi Parco di Rocca Gazzola di San Giorgio Piacentino Polo petrolifero di Montechino Sorgenti termali Terme di Bacedasco Valori della cultura materiale e immateriale Valori economici Sagre legate ai prodotti Festa della patata di Vezzolacca Connessi alle attività agricole Festa della Burtleina di Bacedasco Impianti di trasformazione Cantine, caseifici, salumifici, mulini Eventi culturali ricorrenti Premio Illica di Castell’Arquato Connessi alle attività di fruizione Basker days di Vernasca Agriturismi Musei storico-archeologici Museo Orsanti Castelli Castello di Gropparello Museo della perforazione a Gropparello Impianti sportivi e ricreativi Maneggi Valori simbolici Connessi alle attività urbane Luoghi religiosi Mistadelli Aree produttive (distretto meccanica) Aree produttive di Lugagnano Val d’Arda Pievi Valori estetico-percettivi Abbazia di Chiaravalle della Colomba Per la percezione visiva Chiesa di Santa Franca Strade panoramiche Strade di crinale Chiesa di San Giovanni e Battistero Punti di vista panoramici Pieve di Vernasca, Torre di Castell’Arquato Rocca Rocca Viscontesa di Castell’Arquato Mastio di Vigoleno Per la varietà del paesaggio Calanchi Bacini idrici Lago di Mignano Mosaico paesaggistico Tabella di sintesi sui valori e sulle risorse presenti nell’ambito re quelle oggi nascoste anche recuperando i tracciati di antichi progetto si potrebbe valutare l’opportunità di creare attorno al cammini. Parco un’economia che trae vantaggio dalla contiguità con esso. - Le risorse geologiche ricadenti nel Parco dello Stirone e del - Nell’ambito sono presenti attività di valorizzazione della cultura Piacenziano costituiscono una rarità dal punto di vista scienti- materiale e immateriale legate alle tradizioni locali. Nel processo fico e paesaggistico ma risultano scarsamente integrate con il di valorizzazione si potrebbero ampliare le iniziative radicandole resto del contesto, dato che esercitano un livello di tutela e pro- nelle produzioni agricole locali tipiche, non solo il vino, ma an- muovono iniziative nei limiti del confine dell’area protetta. Nel che i frutti antichi. A questo territorio appartengono infatti nu-

63 merose cultivar di meli, peri, noccioli, fichi e castagneti. realtà che esercitano un impatto negativo rilevante sul corso - Nelle colline dei vigneti si stanno diffondendo agriturismi, can- d’acqua e sull’intero paesaggio della vallata. Analogamente, tine, e impianti sportivi legati all’attività all’aria aperta. Il pro- lungo la pedecollinare tra San Giorgio Piacentino, Carpaneto cesso di valorizzazione potrebbe prevedere anche una fase di e Castell’Arquato, sono localizzati complessi edificati che pos- coinvolgimento degli attori finalizzato alla creazione di reti di co- sono influire in modo negativo sugli ambiti di accesso alle val- operazione tra soggetti fondate sul concetto di filiera e applican- late. L’esercizio di prefigurazione di scenari chiesto al progetto dolo anche alla produzione immateriale. dovrebbe affrontare, seppur con interventi e azioni nel tempo - Le strade di crinale e i castelli presentano o sono punti di vista lungo, diverse opzioni del cambiamento, tutte accomunate privilegiati per la fruizione paesaggistica del contesto collinare. dall’obiettivo di riqualificare gli ambiti o di eliminare o ridurre gli La struttura fisica dei percorsi di valorizzazione previsti dal pro- impatti esercitati dagli impianti esistenti. getto potrebbero intercettare questi luoghi e questi assi dai quali - La rete viaria minore è soggetta a fenomeni di dissesto e la percepire e comprendere il paesaggio. scarsa manutenzione della rete vicinale e interpoderale deter- mina problematiche di accessibilità all’area vasta e alle singole Valori negativi e criticità attività. Il progetto non può prescindere dalla formazione di - Lungo il fondovalle dell’Arda sono state identificate alcune linee guida ed indirizzi finalizzati al miglioramento della manu- Tabella di sintesi sui disvalori e sulle criticità riscontrate nell’ambito tenzione del territorio. Disvalori Criticità Disvalori Criticità - I centri abitati minori dell’area intermedia e dell’ambito pe- demontano sono soggetti ad un costante degrado per la di- Disvalori attività antropiche Fragilità vulnerabilità minuzione o, in alcuni casi, la completa assenza di residenti per impatto paesaggistico e ambientale Aeroporto militare Dissesto stabili. Le strategie del progetto potrebbero essere orientate Porcilaie Aree calanchive all’individuazione dei centri che hanno mantenuto una mag- Allevamenti industriali Rete viaria minore giore integrità e nel contempo intercettano potenziali itinerari Impianti industriali su fiume Vulnerabilità idraulica Arda di fruizione. Su questi nuclei si potrebbero prioritariamente in- dividuare interventi di conservazione/rivitalizzazione del patri- per impatto paesaggistico Hotel e terme abbandonate Chiavenna monio edificato in relazione al potenziamento delle attività nel Edificazione abusiva e incongrua Degrado e abbandono paesaggio rurale. per impatto ambientale Ex-area industriale dismessa Nuclei storici in montagna - L’area intermedia presenta diffuse ed evidenti dinamiche evo- Area industriale di Carpaneto Aree agricole marginali lutive del bosco nelle aree prative abbandonate, negli incolti o nei relitti di vigneto. Il progetto di valorizzazione dovrebbe riflet- altro Diga di Mignano Aree forestali in evoluzione tere sull’identità di quest’ambito di transizione e prefigurare per Strade vicinali, interpoderali esso scenari alternativi di senso rispetto a quello tendenziale.

64 Strategie di progetto ed obiettivi di qualità paesaggistica

Le strategie principali di valorizzazione di quest’area, promosse fin presidio del territorio. Occorre pensare, soprattutto al ruolo che dai primi anni ‘90, hanno finalità turistiche e si rivolgono ad un le RETI FISICHE e le RETI tra ATTORI potrebbero avere nel creare bacino di utenza prevalentemente locale. Come dimostra lo studio valore aggiunto alle politiche di valorizzazione già in atto. “Alla scoperta delle Terre e dei tesori piacentini”, nel quale sono La riflessione progettuale connessa alle RETI FISICHE si fonda sulla stati identificati gli elementi di interesse locale e le aziende agricole struttura territoriale e paesaggistica dell’ambito collinare e assume aderenti alla Strada dei Vini e dei Sapori, le realtà esistenti e le come proprie alcune delle suggestioni emerse dai contributi dei opportunità sono varie e gli attori da coinvolgere molteplici. tecnici locali. Particolare rilievo viene attribuito alla descrizione L’ipotesi di progetto dalla quale si è partiti è che tale strategia, se dell’assetto della mobilità, storica e recente, sia provinciale sia isolata da un programma più complesso che coinvolge tutte le attività locale e all’illustrazione del progetto di rete ecologica di area vesta. sul territorio, non abbia la forza di avviare un processo di sviluppo I temi dell’accessibilità all’area e delle modalità di movimento e endogeno che sia in grado di trovare nelle specificità del paesaggio fruizione diventano centrali. e delle economie locali e nelle loro relazioni, le opportunità per il Dai contributi emergono le seguenti considerazioni: futuro. Occorre pensare anche ad altre strategie che coinvolgano le - le aree collinari, almeno fino a Lugagnano, sono ambienti di attività, in primis agricole, coerenti con le esigenze di conservazione vita storicamente connessi al bacino di Piacenza e alla pianura e gestione dei contesti collinari, anche al fine di mantenere un (come testimonia il reticolo storico dei tracciati ferroviari oggi

Stralcio della Carta delle Terre e dei tesori piacentini (Fonte: I.TER, Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, Strada dei vini e dei sapori dei Colli Piacentini, CTS Piacenza)

65 Definire una rete di fruizione: rete strutturale, rete diffusa

scomparso); L’assetto della potenziale rete di fruizione si basa sull’osservazione - il reticolo della viabilità ha un ruolo strutturante la forma dello schema direttore delle piste ciclabili del PTCP di Piacenza, del territorio come i corsi d’acqua. Quello principale si sviluppa all’interno del quale la rete ciclabile si relaziona al resto delle reti di lungo i fondovalle, mentre quello minore è sui crinali; movimento. - il reticolo della viabilità ha un livello di complessità e Lungo la via Emilia si sviluppano tutti i sistemi di percorribilità (mobi- un’estensione maggiore nelle aree basso collinari rispetto lità ferroviaria, carrabile, ciclabile) ed è lungo questo asse che sono all’area intermedia e alla fascia pedemontana; previsti i principali nodi di interscambio tra reti. Dalla via Emilia, lo - i corsi d’acqua (principali e minori) sono le matrici principali schema prevede che si organizzi un reticolo di percorsi ciclabili dif- della rete ecologica nella prima fascia collinare, mentre, nella fuso sia in tutta la pianura, fino al Po, dove è individuato il corridoio media collina, le aree boscate costituiscono le connessioni della rete europea ciclabile, sia nell’intero ambito pedecollinare e principali trasversali. basso collinare. Il limite meridionale è costituito dall’asse della pe- Per il ruolo strutturante, per le relazioni con la morfologia del territorio, demontana, a sud della quale è previsto si sviluppino tracciati con per le potenzialità di fruizione paesaggistica, il reticolo stradale può fruibilità prevalentemente sportiva. essere considerato elemento portante per la definizione di un meta- L’analisi dello schema ha portato a riflettere sulla domanda di frui- progetto di valorizzazione paesaggistica. zione dell’ambito e sull’articolazione dei potenziali utenti (abitanti e utenti per turismo ambientale e sportivo, per turismo rurale ed eno- gastronomico, turismo storico-culturale e dei centri storici). Sono OBIETTIVI GENERALI DI PROGETTO così emerse diverse ipotesi di assetto della rete di fruizione dell’am- • Definire un sistema di relazioni fisiche e bito indagato (sintetizzate nel grafico della pagina successiva) che immateriali tra le risorse presenti; si fondano su alcune considerazioni preliminari: - Definire e differenziare il sistema dell’accessibilità/fruizione territoriale; RETE STRUTTURALE - I punti privilegiati di accesso al sistema sono sulla via Emi- - Valorizzare la viabilità vicinale nei paesaggi lia. Fiorenzuola d’Arda è la principale porta per chi arriva dalla dei vigneti; pianura, dalla via Emilia e con il treno. Altri punti di accesso - Promuovere lo sviluppo di reti informali e le sono rappresentati dai centri urbani lungo la pedecollinare; attività immateriali; - il reticolo della mobilità dolce in sede propria si potrebbe • Valorizzare/riqualificare il fondovalle dell’Arda; relazionare con la viabilità di fondovalle e con i corsi d’acqua e • Assegnare un’identità all’area intermedia tra i potrebbe essere utilizzata per escursioni di media bassa diffi- paesaggi montani e le colline dei vigneti. coltà o per spostamenti tra centri abitati. Ogni vallata presenta un tracciato longitudinale che collega il

66 Rete strutturale di fruzione. Schema direttore delle piste ciclabili del PTCP di Piacenza (Fonte: PTCP di Piacenza) Schema di progetto e relazioni con centro sulla pedecollinare ai centri urbani collinari, intercet- duare un percorso definito, è più opportuno creare le condizio- le aree limitrofe. tando alcune delle risorse storiche principali del contesto. Per ni per la realizzazione graduale di un sistema diffuso di acces- - Reticolo della mobilità dolce in questo motivo tali itinerari potrebbero essere considerati come sibilità alle risorse esistenti che possa aprire nuove opportunità sede propria (in rosso tratteggiato) rappresentativi di ogni singola vallata. per il futuro, riorganizzando ciò che già c’è. - Reticolo carrabile principale (in nero). Il segno più spesso indica - Sul reticolo della viabilità carrabile principale è possibile Nella bassa collina la rete carrabile esistente è articolata e dif- i collegamenti longitudinali e il individuare il circuito di fruizione turistica di rango territoriale fusa, con ampi tratti di viabilità vicinale. In questo contesto la segno più sottile indica i collega- che potrebbe collegare longitudinalmente, ma soprattutto tra- rete di fruizione diffusa potrebbe essere quella carrabile. menti trasversali alle vallate, da sversalmente le vallate. Sarà necessario individuare strategie ed indirizzi che ne favori- potenziare. Quest’ultimo in particolare, mettendo in comunicazione le di- scano la manutenzione e le relazioni con le realtà economiche verse realtà amministrative dell’area indagata, potrebbe rap- e territoriali servite. presentare un motore per la valorizzazione paesaggistica con Più a sud, nella media collina, il reticolo carrabile è più rado la funzione di coordinamento fisico e simbolico delle politiche (più spesso si limita a quello principale). In questo contesto, di valorizzazione promosse dai Comuni (vedi pagine seguenti). al contrario, la rete diffusa può essere creata sulla base della RETE DIFFUSA sentieristica o su itinerari di cammino determinati o scelti dai - Sul reticolo della viabilità carrabile minore piuttosto di indivi- fruitori.

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Lugagnano val d’Arda TORRENTE ARDA Foto 1: Strada a mezza costa. Lungo il versante si sviluppano dissesti con danni sulla sede stradale; sullo sfondo alcuni fabbricati sparsi con coltivi a foraggere TORRENTE CHIAVENNA Rustigazzo Foto 2: Borgo di Rustigazzo circondato in prevalenza da coltivi a foraggere e boschi TORRENTE CHERO Castellana Foto 3: Agriturismo circondato da boschi e vigneti Foto 4: Veduta panoramica dalla Chiesa di Castellana dalla quale si osser- va un mosaico paesaggistico caratteristico delle vallate Gropparello Foto 5: Nucleo urbano di Gusano e Castello Foto 6: Nucleo rurale storico abbandonato nella valle del Riglio TORRENTE RIGLIO Sarmata

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68 RETE STRUTTURALE Indirizzi per la valorizzazione del collegamento trasversale intervallivo Il percorso trasversale individuato nello schema della rete di fruizione attualmente svolge solo la funzione di collegamento viabilistico, mentre potrebbe diventare l’asse di riferimento per la valorizzazione dell’intero ambito compreso tra i paesaggi dei vigneti e la montagna. Su tale asse potrebbero convergere le attività e gli itinerari esi- stenti e di nuova creazione e potrebbe essere l’elemento su cui concentrare le politiche delle varie amministrazioni locali. Piazza della Chiesa di Santa Maria Assunta a Rustigazzo, nel 1936 e oggi Indirizzi di carattere generale Indirizzi per i nuclei rurali attra- Indirizzi per la gestione e per la Indirizzi per la gestione dei per- Indirizzi per il coordinamento tra da applicare su tutto il tratto versati dal percorso creazione di attività attrattive corsi e della sentieristica attori del percorso (Es. Vicanino, Rustigazzo) collegate al percorso • Integrare i circuiti di fruizio- • Sviluppare progetti che • Favorire la multifunziona- • Recuperare le porzioni di • Creare reti di conoscenza ne sportiva cicloturistica. coinvolgano più realtà am- lità delle aziende agricole tessuto storico per le attivi- che favoriscano le relazioni • Integrare e completare la ministrative locali. intercettate dal percorso. tà legate alle aziende agri- tra le attività che si svolgo- rete dell’ippovia. • Coinvolgere la popolazione • Favorire la distribuzione cole. no in pianura e quelle pro- • Integrare le sentieristica e le associazioni nei pro- delle risorse ai conduttori • Evitare la realizzazione di poste per le aree montane. dell’alta collina con quella cessi di progettazione e di dei terreni, oltre a realizza- insediamenti di grandi di- • Creare un Parco minerario della montagna. promozione delle attività re grandi interventi. mensioni. a Montechino. • Conservare i coni visivi e lungo il percorso. • Adottare misure per la re- • Valorizzare le viste sui pae- • Valorizzare i collegamenti tutelare brani di paesaggio • Realizzare un calendario di gimazione delle acque su- saggi. con il Parco Provinciale del integri e connotanti. eventi e di attività per l’in- perficiali. • Riqualificare le aree e gli Monte Morìa e con l’area tero ambito e lungo l’intero • Adottare misure per con- edifici lungo strada. archeologica di Veleia. Indirizzi per valorizzare/riscoprire corso dell’anno. trastare i fenomeni di dis- • Gestire il centro ricettivo di la memoria dei luoghi • Favorire le iniziative che sesto della sede stradale. Indirizzi per la valorizzazione San Michele a Gropparello • Promuovere le attività esi- conducono ad una risco- • Realizzare un piano della delle eccellenze storiche e delle in forma integrata con le stenti sul territorio (es. Mu- perta del territorio e delle segnaletica comune a tut- relazioni con il paesaggio altre attività presenti nel seo della Resistenza). sue potenzialità. ti i territori attraversati dal • Conservare l’assetto del territorio. • Riscoprire luoghi, prodotti e percorso. paesaggio nell’immediato tradizioni di qualità perduti intorno di Vigoleno. anche attraverso il coinvol- • Favorire i collegamenti con gimento degli abitanti. il Castello di Gusano a • Attivare nuovi percorsi di Gropparello. conoscenza locale.

69 Diga di Mignano

ratto B Valorizzare/riqualificare il T paesaggio del fondovalle dell’Arda

TRATTO B - DA LUGAGNANO ALLA DIGA DI MIGNANO 1. Sponda sinistra all’esterno delle fasce di tutela del corso d’acqua Le politiche e gli interventi proposti dal progetto sono: Vista della vallata dalla località Monte • La creazione di un percorso trekking/ippovia lungo il torrente, in diretto collegamento con il percorso ciclopedonale indivi- Vernasca duato nel tratto A. Tale percorso si potrebbe sviluppare parallelamente al corso d’acqua, all’esterno della fascia vegetata ripariale preesisten- te, lungo la carraia e i percorsi già esistenti. Potrebbe seguire la morfologia e la pendenza del tracciato esistente e potrebbe essere utilizzata per una fruizione sportiva, mentre il tratto a Lugagnano valle, che ha una pendenza più dolce, si presterebbe ad esse- Vista della vallata dalla Pieve di Vernasca re utilizzato come percorso ciclopedonale. Il progetto attribui- A Nodo di sce a questo percorso il ruolo di collegamento tra Lugagnano Lugagnano (attraverso il parco urbano lungofiume), Vernasca (oltrepas- sando il fiume all’altezza del cementificio utilizzando il guado

ratto esistente), e il borgo storico di Mignano ai piedi della Diga. La T prosecuzione del percorso nel bosco più a monte permette- rebbe di collegare il percorso lungo fiume alla strada provincia- le 47 lungo il crinale e di fruire del punto di vista panoramico sulla vallata in località Monte. Lo stesso percorso potrebbe, inoltre, connettersi all’ippovia esistente. • La riqualificazione ecologica del Torrente Arda attraverso la creazione di una fascia vegetata collegando nuclei vegetazio- Vista di Castell’Arquato dalla strada dei Pallastrelli nali ripariali preesistenti. La struttura della fitocenesi di collegamento potrà avere una

Castell’Arquato fisionomia lineare (albero-arbusto) nei siti più stretti e potrà allargarsi a formare nuclei boscati negli spazi più aperti e col- legarsi a macchie preesistenti. La composizione floristica è quella della fascia ripariale o comunque xerofita. Tale fascia avrebbe inoltre la funzione di filtro tra la matrice

Progetto strategico 70 Vista della vallata dal borgo di Castell’Arquato di vallata TRATTO B DA LUGAGNANO ALLA DIGA DI MIGNANO

La valorizzazione del versante in sinistra idrografica più vicino a Lugagnano intercetta il nucleo insediato di Vinci- ni, dove è auspicabile possano essere organizzate iniziative di vendita diretta dei prodotti agricoli (essendo più vicino al centro abitato). L’altro percorso intercetta un insediamento di minori dimensioni, per il quale è possibile prevedere una funzione connessa alle attività agricole e al corso d’acqua (ad es. fattoria didattica con punto di osservazione scientifico sul Sezione paesaggistica nel tratto a monte di Lugagnano - prime indicazioni progettuali. Restituzione Mila Boeri torrente). Lo scenario di trasformazione di questa attività non agraria a ovest e l’ambiente torrentizio da tutelare. può prescindere dal destino dell’attuale cementificio. La continuità della vegetazione potrebbe essere interrotta Il progetto prevede inoltre il potenziamento della multifunzio- attraverso la creazione di aperture panoramiche nei nodi di nalità delle aziende agricole che si affacciano sulla viabilità di intersezione dei diversi percorsi. Le discontinuità potrebbero crinale, ovvero sul sistema principale della rete di fruizione. In diventare piattaforme di osservazione scientifica e didattica relazione all’elevata accessibilità dei nuclei abitati localizzati sul corso d’acqua. in forma discontinua lungo la strada è possibile prevedere un • La valorizzazione paesaggistica del versante attraverso il recu- ampliamento della gamma delle attività svolte proprio lungo pero dei collegamenti trasversali esistenti. questi tracciati. I percorsi da valorizzare potrebbero essere individuati a nord, 2. Sponda destra verso Lugagnano, e verso monte, nei pressi del cementifi- • In questo tratto il complesso UNICEM domina la vallata. Qual- cio. Su tali percorsi potrebbe essere potenziata la vegetazio- siasi ipotesi di riqualificazione deve confrontarsi con la trasfor- ne, per poter favorire una migliore connessione ecologica tra mazione del cementificio. Il progetto proposto si interroga su gli ambienti ripariali e le aree boscate localizzate ad altezze diversi scenari di cambiamento che potrebbero trovare una più elevate. Su questi tracciati potrebbero essere valorizzati loro concretizzazione solo se pensati nel tempo lungo. i nuclei e le attività agricole esistenti. Il percorso trasversale Scenario 1: dismissione completa dell’attività e ripristino del

71 Tratto B: insediamenti lungo il crinale e borghi storici lungo i percorsi trasversali al versante bosco con trasferimento del cementificio in quanto elemento pesantemente incongruo nonché introduzione del divieto di interventi eccedenti la manutenzione straordinaria. In questa ipotesi, nell’ambito dei procedimenti di autorizzazione ambien- tale, occorrerebbe prescrivere la messa in atto di tutti gli inter- venti possibili ed efficaci per ridurre l’impatto sul paesaggio. Tale ipotesi presenterebbe problematiche relative al finanzia- mento della trasformazione (demolizione e ripristino dei suoli Nodo di Lugagnano: stralcio della tavola di progetto adatti per il bosco) e alla gestione dell’area boscata. attraversando il torrente sul guado esistente. Come per il ver- Scenario 2: dismissione completa dell’attività e riconversione sante di sinistra anche per il versante di destra il collegamen- di alcune porzioni dell’edificio industriale per funzioni diverse, to trasversale potrebbe essere realizzato su carraie esistenti, legate al tempo libero (es. divertimento, cultura), per creare intercettando così borghi rurali storici da valorizzare. I percorsi un parco post-industriale che potrebbe mettere in relazione il trasversali al versante più facilmente recuperabili sono localiz- torrente a Vernasca. La trasformazione dovrebbe confrontarsi zati a nord e a sud del cementificio. con la capacità del contesto di supportare un polo di grande attrattività. NODO DI LUGAGNANO VAL D’ARDA Scenario 3: trasformazione della produzione che prospetti una Le politiche e gli interventi proposti dal progetto sono: riconversione edilizia oltre che produttiva investendo su azioni • La valorizzazione dello spazio aperto lungo fiume attualmente di start up di prodotti di eccellenza (ad es. sempre nell’ambi- occupato da attività sportive all’aperto. to dei cementi). L’innovazione potrebbe sostenere un investi- • La riqualificazione degli accessi al centro abitato come media- mento nella qualità insediativa. zione del rapporto tra urbano e rurale. • La creazione di collegamenti tra il fondovalle e Vernasca che Accesso sud. Sulla strada provinciale, dove il tessuto urbano proseguano il percorso trekking/ippovia in sinistra idrografica sta progressivamente crescendo lungo l’infrastruttura, si po-

72 NODO DI LUGAGNANO

Nodo di Lugagnano: accesso sud (sopra) e accesso est a Lugagnano (sotto) ri di trasformazione per quest’attività, considerata nella carta delle criticità come fortemente impattante, sia dal punto di vista ambientale, sia paesaggistico. Scenario 1: mantenimento dell’attività produttiva esistente e ripristino graduale dell’ex-cava con il potenziamento della vegetazione nelle parti che potrebbero mitigare i fabbricati a servizio delle attività in esercizio. Sezione paesaggistica nei pressi di Lugagnano - prime indicazioni progettuali. Restituzione Mila Boeri Scenario 2: trasformazione dell’attività produttiva in altre atti- trebbe definire un limite all’edificato usando la vegetazione vità. Il trattamento attuale dei suoli, con ogni probabilità, osta- (ad es. realizzazione di una fascia alberata, di un parco pubbli- colerebbe un ripristino delle condizioni di naturalità e per que- co). La realizzazione di una fascia di vegetazione potrebbe per- sto motivo è plausibile prevedere il mantenimento dell’area mettere la connessione ecologica tra la vegetazione ripariale dello stabilimento per funzioni urbane, quali ad esempio at- e le aree boscate localizzate verso ovest. La presenza di un trezzature sportive all’aperto e al coperto. Questa ipotesi favo- manufatto storico, caratteristico del contesto rurale, potrebbe rirebbe la creazione di un unico parco sportivo con attrezzature essere assunto quale soglia da non oltrepassare. pubbliche e private affacciate lungo il torrente Arda. Per la ex- Accesso est. L’accesso a Lugagnano da Vernasca è caratteriz- cava, invece, si potrebbe prevedere una trasformazione verso zato dalla presenza della ex-cava di argilla con il relativo stabi- la creazione di un parco attrezzato con percorso sportivo per limento per la produzione di laterizi. In questo caso il progetto mountain bike. di ripristino della ex-cava, previsto dalla legge che regolamen- Accesso nord. L’accesso a Lugagnano è caratterizzato dalla ta le attività estrattive, potrebbe prevedere porzioni di vegeta- presenza dell’area produttiva in corso di realizzazione. In que- zione a macchia più fitta sul margine sud-orientale al fine di sta situazione, l’Arda e la nuova tangenziale costituiscono i mitigare i fabbricati già esistenti a servizio dello stabilimento. limiti fisici del futuro urbanizzato. I nuovi insediamenti dovreb- Come per il cementificio, sono stati prospettati diversi scena- bero presentare fasce di vegetazione che possano essere in

73 TRATTO A DA LUGAGNANO A CASTELL’ARQUATO

grado di mediare il rapporto tra l’area produttiva e il contesto. TRATTO A - DA LUGAGNANO A CASTELL’ARQUATO 1. Sponda sinistra Le politiche e gli interventi proposti dal progetto sono relativi alla riqualificazione dell’ambito perifluviale compreso tra la strada pro- vinciale e il torrente Arda fino a Castell’Arquato. 2. Sponda destra Le politiche e gli interventi proposti dal progetto sono: • La creazione di un percorso ciclopedonale in corrispondenza della strada dei Pallastrelli. • La tutela dell’assetto dei coltivi nei versanti e la tutela del per- corso panoramico della strada dei Pallastrelli dal quale si ha ampia vista sul borgo storico di Castell’Arquato. • La valorizzazione paesaggistica delle aree a valle del Dighino e la creazione di un parco sportivo nei pressi dell’urbanizzato. Sezione paesaggistica nel tratto a valle di Lugagnano - prime indicazioni progettuali. Restituzione Mila Boeri Tratto A - Sistemazione dell’ambito fluviale. Restituzione Emanuela Torrigiani Fitoassociazione Querco-Carpinetum con specie a bassa igrofilia

Composizione floristica Schema grafico per modulo di progettazione (200 mq) Specie arboree dominanti Specie arboree di accompagnamento Struttura fisionomica e composizione floristica del sistema a verde di progetto:

fascia lineare a struttura albero-arbusto e fascia arbustata su due file di impianto modulo di progettazione 200 mq (100 m x 2 m) su 2 file sfalsate sesto di impianto alberi: 7, 5 m sulla fila - 2 m tra le file sesto di impianto arbusti: 1, 5 m sulla fila - 2 m tra le file Specie arbustive in consociazione struttura sulla fila: 4 arbusti/1albero – 4 arbusti/1 albero

Sezione trasversale

74 Valorizzare la rete delle strade vicinali nei paesaggi dei vigneti

La rete vicinale: forme di gestione comune di un indispensabili per raggiungere gli appezzamenti coltivati, rivestendo tracciato stradale perciò un forte interesse dal punto di vista produttivo. Le reti vicinali sono l’insieme delle strade private di uso pubblico ge- Hanno un tracciato di larghezza limitata e sono in gran parte in stite in consorzio dagli agricoltori o più genericamente dai frontisti. ghiaia, quando non addirittura sterrate. La loro lunghezza è molto Letture di approfondimento Nel paesaggio dei vigneti di Castell’Arquato il 50% del reticolo stra- variabile coinvolgendo realmente o potenzialmente un gran numero sui paesaggi dei vigneti a ovest del torrente Chiavenna: dale, se si escludono le statali e le provinciali, è gestito in forma di attori nella gestione della strada. da sinistra verso destra consortile dai privati. Nelle altre realtà comunali, quali Alseno, Lu- 1- la morfologia del suolo gagnano Val d’Arda, Vernasca e Gropparello, tali situazioni sono SITUAZIONI TIPO 2 - le aree boscate e le relazioni meno diffuse a causa delle difficoltà degli attori nell’associarsi ed in Osservando le realtà presenti nelle vallate, si distinguono diverse con i corsi d’acqua (in arancio sono qualche realtà sono addirittura del tutto assenti. situazioni: indicate le strade panoramiche) La gestione comune della rete vicinale potrebbe essere una soluzio- - Tratto di strada vicinale che garantisce l’accesso a terreni o 3 - gli appezzamenti di vigneti, il aree cortilive [caso 1]; loro orientamento e le relazioni ne efficace per la valorizzazione del paesaggio nel suo complesso, con la struttura territoriale (strade per la sua fruibilità e per l’accessibilità ai nuclei insediati. Si tratta - Tratto di strada vicinale parte di un tracciato storico solo in di crinale e nuclei rurali) di una forma di cooperazione tra attori che va a beneficio di tutti, parte rintracciabile (laddove garantisce l’accesso agli insedia- 4 - ortofoto ma ancora di più degli agricoltori, visto che tali reti spesso sono menti), in parte inglobato e scomparso nei terreni coltivati con

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75 Strade vicinali la conseguente perdita della memoria storica (come nel caso dei villaggi rurali abbandonati o semi-abbandonati) [caso 2]; - Tratto di strada vicinale che garantisce la continuità del tracciato di una stradale comunale [caso 3].

CRITICITA’ Manutenzione La corretta gestione delle strade vicinali richiede una costante ma- nutenzione del manufatto stradale, spesso non attuata o comunque caso 1 carente, con dirette conseguenze sulla fruibilità dell’intero reticolo comunale che a volte risulta di difficile percorribilità o addirittura interrotto. Anche la manutenzione del verde spesso è trascurata, se non omessa, con la formazione di ramificazioni laterali che sporgono sulla carreggiata, ostacolando un transito agevole o addirittura la percorribilità, tenuto conto anche dell’ingombro sempre maggiore dei mezzi interessati. Dissesto Come per il resto del territorio collinare-montano il dissesto ha con- seguenze rilevanti anche per il reticolo stradale vicinale, in parte acuite sia dalla natura della massicciata, creata in epoche lontane caso 2 per transiti ben differenti, spesso di spessore insufficiente, sia dalla carenza di corretta regimazione delle acque laterali e, nei pendii acclivi posti a monte dei tracciati dalla scarsa manutenzione degli stessi. I fenomeni di instabilità e dissesto originati dalla mancata gestione dei pendii acclivi, ivi compresa la regimazione delle acque, si estendono anche alle strade sottostanti, con diffuse interruzioni, che si protraggono spesso a lungo ed in qualche caso assumono carattere definitivo. Illuminazione e segnaletica Altri aspetti problematici si riscontrano nella scarsa o assente illu- minazione notturna fra le reti viarie pubbliche e quelle vicinali con limitazione della visibilità dei tracciati, e nella scarsità di segnaletica direzionale o turistica (luoghi di interesse, vendita diretta di prodotti caso 3 agricoli, agriturismi). La carenza di queste indicazioni spesso genera

76 Sezione paesaggistica caratterizzante i paesaggi dei vigneti. Restituzione Mauro Nicoli

confusione nei malcapitati fruitori. fusto per favorire una prima linea di siepi, allo scopo di evitare Insediamenti dei frontisti attestati sulla strada l’ingombro di ramificazioni sulla carreggiata, limitando così le L’infrastrutturazione a servizio degli insediamenti ha comportato l’in- necessità di manutenzione; taglio di scarpate con rischio di fenomeni di scivolamento superfi- • Gestire la corretta regimazione idrica delle strade con inter- ciale e di forte alterazione della morfologia dei luoghi. venti che coinvolgano i terreni laterali e a monte, con scoline Gli insediamenti presentano due principali criticità: per i fabbricati adeguate e tagli trasversali realizzati con tecnologie a basso non recenti si pone spesso il problema della irrintracciabilità dei impatto ambientale e ridotta manutenzione. proprietari, per cui gli stessi sono condannati alla condizione di ru- • Nei contesti insediati, allargare la sede stradale occupando dere e successivamente alla scomparsa definitiva; per i fabbricati i canali laterali con idonee tombinature e eventuali tubazioni più recenti si riscontra spesso una non agevole accessibilità, il che per lo scolo delle acque che contestualmente possano essere rende difficoltosi e scoraggia gli interventi manutentivi o di recupero. un tracciato per il passaggio di reti dei servizi di urbanizzazione. • Favorire il ripristino delle reti viarie vicinali in ogni bando del LINEE GUIDA PER LA GESTIONE DELLA RETE VICINALE PSR (insediamento dei giovani, piano miglioramento azienda- Manutenzione e riduzione del dissesto le, progetto di filiera, agriturismo). • Gestire il verde laterale eliminando alberature ad alto e medio

Indirizzi per gli interventi da realiz- zare sulla rete vicinale nei paesag- gi dei vigneti. Disegni Mauro Nicoli

77 Servizi per la fruizione esposizione visiva, hanno comportato la cancellazione dei caratteri • Realizzare piazzole laterali ad opportuna distanza atte a con- originari delle emergenze storico-architettoniche e dei caratteri ar- sentire l’incrocio tra mezzi ingombranti. chitettonici specifici dell’ambito, con effetti rilevanti sul paesaggio Indirizzi per gli interventi sulla • Realizzare aree attrezzate con adeguata pavimentazione, col- percepito. vegetazione lungo strada locazione di alberature, cartellonistica esplicativa e segnaleti- Se la trasformazione non è avvenuta seguendo criteri di armonia ca collocate nei punti di maggiore interesse panoramico. con il contesto, nei casi di mancanza di intervento, il degrado e • In prossimità di attività agricole con spaccio per la vendita l’abbandono hanno determinato una progressiva perdita di valore diretta realizzare punti di sosta con parcheggi adeguatamente del paesaggio sia in termini economici, sia del patrimonio culturale. inseriti nel contesto. Tali aree potrebbero essere messe a di- Insieme ai manufatti si rischierebbe di perdere anche le conoscen- sposizione dei fruitori del turismo cosiddetto “slow” (per pas- ze ad essi connesse, tanto quelle legate all’attività edilizia, quanto seggiate, escursioni in bicicletta, ricerca dei prodotti del bosco quelle inerenti alla cura del paesaggio. e sottobosco), ed anche per visite alle aziende e alle cantine. La qualità degli insediamenti dovrebbe essere perseguita da un lato Indirizzi per migliorare la regimazione delle acque nei contesti insediati In questo caso tra le aree di vendita e gli impianti viticoli oc- con il recupero dei saperi tradizionali, dall’altro con l’introduzione di corre osservare una distanza di 50 m. materiali, tecnologie, processi costruttivi e strategie di progettazio- Materiali ne innovativi. • Realizzare trattamenti di impermeabilizzazione e riduzione della polverosità con tecniche adeguate e compatibili con il LINEE GUIDA PER LA QUALITÀ DEGLI INSEDIAMENTI RURALI paesaggio utilizzando leganti quali resine o bitumi rettificati, Processo di progettazione e rapporto pubblico/privato o addirittura conservando le strade “bianche” di agevole ma- Nei processi di trasformazione, sarebbe necessario operare per la nutenzione in quanto soggette unicamente a periodici livella- crescita culturale degli attori coinvolti al fine di orientare la nuova menti della superficie ed inghiaiatura. edificazione che potrebbe interessare in modo più diffuso le attività vitivinicole (cantine e fabbricati di servizio) e le residenze agricole, Gli insediamenti: indirizzi per la conservazione e lo con particolare riferimento: sviluppo • all’organizzazione spaziale dei complessi edilizi, sia nell’am- A partire dagli anni ’60 si è avviato un processo di trasformazione pliamento degli insediamenti esistenti che nel caso di nuovi dei complessi edificati esistenti contraddistinto spesso da interventi nuclei aziendali, con la definizione di un progetto complessivo dissonanti con il contesto rurale per tipologie, materiali e vegeta- di corretto inserimento paesaggistico; Indirizzi per favorire il controllo delle zione. A tale fenomeno si è associato un significativo sfruttamen- • alla definizione di forme, volumi e proporzioni dei fabbricati; pareti laterali con intersezione di pali di to edilizio di tipo turistico che ha presentato nella stessa misura i • alle pendenze delle coperture, alla forma e alle proporzioni castagno, traversine di legno e semina di graminacee medesimi problemi. L’alterazione dei complessi edificati, avvenuta delle bucature; Disegni Mauro Nicoli, Michele Maffini prevalentemente sui crinali e sui versanti in condizioni di particolare • ai materiali e alle tinte impiegati (è preferibile ispirarsi al colore

78 Varietà e articolazione dei paesaggi dei vigneti. Sullo sfondo è visibile un’ampia formazione calanchiva Vigneti nell’area di produzione del Vin Santo di Vigoleno delle terre, delle rocce e degli edifici antichi); Spazi aperti • al trattamento delle superfici scoperte; • Limitare l’apertura di nuove strade private di accesso agli in- • alla vegetazione di nuovo impianto nei cortili, attorno ai fabbri- sediamenti privilegiando l’adeguamento di tracciati esistenti. cati, lungo la viabilità di accesso. L’eventuale costruzione o ampliamento delle strade sui versanti Recupero e riuso del patrimonio edilizio dovrebbe seguire la morfologia naturale del versante evitando la • Rifunzionalizzare il patrimonio edilizio, promuovendo anche gli realizzazione di muri di sostegno di forte impatto visivo. usi ricreativi e turistici per evitare l’abbandono. • Promuovere la sostituzione delle essenze ornamentali presenti • Nelle zone di maggiore interesse turistico promuovere forme con piante ed arbusti autoctoni, nonché lo sviluppo di siepi e di recupero dei nuclei per lo sviluppo di forme di “albergo dif- cortine arboree per la formazione di cortine vegetali che miti- fuso”. ghino la percezione dell’edilizia incongrua, soprattutto nell’edi- • Incentivare la demolizione completa dei fabbricati irrecupera- ficazione posta ai margini e agli accessi degli abitati. Nel con- bili e promuovere il recupero dei materiali tradizionali derivanti tempo controllare la colonizzazione di essenze infestanti. dalle demolizioni. • Promuovere la ricostituzione dei frutteti per autoconsumo nel- • Promuovere il recupero delle competenze relative alle tecni- le aree circostanti gli edifici ed i nuclei. che di costruzione tradizionali. • Controllare le caratteristiche delle recinzioni evitando soluzioni di • Condizionare l’ammissibilità di interventi “pesanti” sugli edifi- tipo urbano. ci al ripristino delle caratteristiche architettoniche tradizionali, Manutenzione e riduzione del dissesto con eliminazione degli elementi incongrui. • Invertire la tendenza all’impermeabilizzazione delle superfici e • Controllare la collocazione massiva di impianti sulla copertura promuovere il recupero e l’utilizzo del patrimonio edilizio come e sulle facciate degli edifici di edilizia tradizionale, consigliando forma di presidio del territorio. e, ove possibile prescrivendo, la collocazione a terra con op- • Evitare che i nuovi interventi edilizi determinino impedimen- portune misure di mitigazione visiva. to al deflusso delle acque, ed evitare che movimenti di terra alterino in modo sostanziale e definitivo il profilo del terreno.

79 Definire un’identità per l’area intermedia tra collina e montagna

Gli approfondimenti sul paesaggio a macchia/radura sono finalizzati sidenti in Italia o non sono più rintraccibili in via diretta (ovvero alla comprensione dei fenomeni legati all’evoluzione di questa por- nel catasto non sono registrate le situazioni proprietarie attuali), zione di territorio. Le dinamiche più rilevanti, sia dal punto di vista impedendo così la creazione di aziende di dimensioni economi- delle economie agricole che degli effetti sul paesaggio, riguardano camente sostenibili e ostacolando la manutenzione e la cura le aree boscate che stanno progressivamente occupando gli ex- del territorio; Letture di approfondimento coltivi. - nei terreni abbandonati dalle coltivazioni agricole per scarsa sui paesaggi a macchia/radura a nord di Vicanino nell’alta val Dalle letture tematiche sono emerse alcune delle cause del diffon- redditività; Chiavenna: dersi di questo fenomeno ed è stato possibile analizzare le diverse - nelle aree che manifestano le condizioni di maggiore disse- da sinistra verso destra situazioni per prefigurare interventi finalizzati ad una concreta valo- sto dove, nel corso del tempo, si sono sviluppati processi erosivi 1- la morfologia del suolo rizzazione. irreversibili; 2 - i luoghi e l’assetto territoriale Le aree in evoluzione, dove il bosco si sta espandendo, sono loca- - nei terreni a maggiore pendenza dove la coltivazione mec- 3 - le aree boscate nelle sue di- lizzate: canica è impraticabile; verse fasi (in verde scuro i boschi primari, in verde chiaro le aree - nei terreni la cui proprietà è incerta o non è più locale. - nelle aree scarsamente accessibili per i mezzi di trasporto e boscate in evoluzione) I terreni collinari e montani sono caratterizzati da un’elevata lavorazione dei campi; 4 - ortofoto frammentazione fondiaria. Spesso i proprietari non sono più re- - nei terreni meno fertili a causa della composizione dei suoli.

1 2 3 4

80 ASSETTO PAESAGGISTICO CARATTERIZZANTE Versanti a media bassa accli- vità caratterizzati da un mo- saico paesaggistico variabile a dominante boschiva o a dominante agricola con scar- sa vegetazione interpoderale. L’insediamento è rado e ag- gregato in borghi su viabilità in prevalenza di crinale.

QUALE IDENTITÀ? L’ambito presenta caratteristiche e dinamiche in parte simili a quelle dell’area montana, quali un’economia agricola prevalentemente zootecnica-foraggera e dinamiche socio-demografiche dominate dallo spopolamento dei centri abitati. A differenza dell’area montana le aree boscate sono meno estese, la rete della viabilità rurale è più diffusa e i collegamenti con la pianura sono più veloci. Per contrastare l’evoluzione di questi ambiti dal rischio di spopolamento e di abbandono, occorre puntare sulle diverse potenzialità che questi offrono. Da un lato va VALORIZZATA LA SUA VOCAZIONE AGRO-SILVO-PASTORALE sviluppando l’economia agricola zootecnica-foraggera già esistente e l’economia forestale nelle aree boscate, gestendo le aree in evoluzione in forma differenziata in relazione alla caratterizzazione delle aree contigue. Lo sviluppo delle attività aziendali va orientata alla conservazione dell’assetto paesaggistico caratterizzante. Dall’altro lato vanno VALORIZZATE LE DIFFERENZE RISPETTO ALL’AMBITO MONTANO, ovvero la sua migliore accessibilità dagli ambiti di pianura, il suo livello di infrastrutturazione, la diversità e l’articolazione delle risorse presenti da organizzare all’interno di una rete di fruizione più ampia.

81

gestita (patate, cereali) vendita aziendali estione del bosco ceduo estione del bosco iqualificazione edifici unti Percorso panoramico Percorso R e spazi aperti P in edifici storici recuperati Conservazione e gestione degli impianti esistenti Mantenimento dei coltivi a foraggere e diversificazione delle colture Gestione dell’ evoluzione naturale del bosco . Creazione di un percorso escursionistico che collega il torrente Chiavenna al borgo Area accessibile dove sviluppare forme di allevamento brado (pascolo) con eventuale accorpamento di proprietà G tramite piani di taglio/assestamento Gestione dell’ evoluzione naturale del bosco Messa in sicurezza della frana e graduale imboschimento naturale G ad alto fusto INDICAZIONI PROGETTUALI attraverso linee guida

CARATTERISTICHE Coltivi Frana attiva Frana lungo strada Coltivazioni a Borgo storico Bosco primario Bosco primario Relitto di vigneti Strada di crinale foreggere e cereali Nuovi insediamenti Torrente Chiavenna Torrente Ex-coltivi imboschiti Ex-coltivi imboschiti Ex-coltivi ricolonizzazione Strada minore di versante Ex-vigneti ora bosco ripariale

Nucleo rurale Aree agricole Aree agricole Coltivi Aree boscate Coltivi di Vicanino in evoluzione in evoluzione SITUAZIONI

Per questi ambiti non è pensabile proporre il ritorno alla coltivazio- SCENARI POSSIBILI ne, in quanto le condizioni attuali non lo consentono. 1. Scenario di trasformazioni dominate dall’abbandono dei centri, Un progetto di valorizzazione economicamente sostenibile non può, delle coltivazioni e dei prati che porterebbero nel tempo lungo ad in questo caso, prevedere il ritorno ad una situazione ex-ante ma un’occupazione graduale delle aree a bosco non gestite e non in- deve necessariamente confrontarsi con le tendenze in atto ed ef- vestite da attività di manutenzione, con il conseguente incremento fettuare una scelta sul valore attribuito al contesto come bene co- delle criticità idrauliche e idrogeologiche anche in pianura. Tale sce- mune. nario non è auspicabile.

82 2. Scenario di interventi diretti alla conservazione dell’assetto ca- ratterizzante che possono prevedere azioni volte a garantire la per- manenza in loco delle poche attività agricole esistenti favorendo non solo l’attività di presidio, ma anche incentivando un’attività di gestione e manutenzione delle aree in evoluzione. Tale scenario è auspicabile, ma richiede politiche e azioni finalizzate alla sua at- tuazione concreta, comprese quelle che garantiscono lo sviluppo delle attività agricole esistenti. Per la sua realizzazione occorrerebbe integrare gli obiettivi di salvaguardia con quelli di sviluppo e adottare forme di tutela attiva in grado di migliorare il paesaggio e garantirsi al contempo possibilità di incremento del reddito.

Interventi per la conservazione dell’assetto caratterizzante Gli interventi proposti sono in particolare connessi con la gestione degli usi del suolo e delle aree boscate. • Per le aree boscate, ovvero i BOSCHI PRIMARI, si propone una gestione forestale per coniugare gli aspetti economici (legna da ardere e paleria) con quelli ambientali (gestione del bosco) e di fruizione turistica. Si propone perciò di governare queste porzioni di territorio attraverso piani di assestamento forestale. Nelle aree vocate più fertili, si propone una conversione in alto fusto e, nelle aree rimanenti, una corretta gestione del ceduo. I sottoprodotti forestali potrebbero essere utilizzati per il riscal- damento dei borghi realizzando piccole centrali a biomassa nei borghi stessi (ad es. gestite in comune dai residenti). • Per le AREE AGRICOLE ABBANDONATE si propone di favorire l’evoluzione del bosco laddove le caratteristiche del suolo e la morfologia rendono molto difficile il pascolo e la coltivazione, provvedendo nel contempo a regimare le acque per prevenire/ gestire il dissesto. Nelle aree più salde e meglio accessibili occorrerebbe favorire

83 di zootecnia), uniche condi- l’accorpamento fondiario (anche attraverso una ricomposizio- zioni di accesso l’età inferiore ne fondiaria che potrebbe limitarsi alla conduzione dei fondi ai 65 anni e la conduzione di quando non è possibile accorpare le proprietà) e il manteni- almeno 5 ha di SAU. Anche in mento di pascolo o pascolo cespugliato dove poter svolgere questo caso il limite dell’aiu- Il contributo del Programma di Sviluppo Rurale to è che troppo spesso non attività di allevamento bovino/suino allo stato brado. • Per le AREE AGRICOLE COLTIVATE si propone di favorire la di Donata Merli è diretto a chi effettivamente coltiva, ma ai proprietari del foraggi-coltura abbinata all’allevamento con produzione di sa- I programmi di sviluppo rurale prietari dei terreni, spesso non terreno. lumi e formaggi di qualità, prodotti e trasformati in azienda (o hanno reso disponibili finanzia- residenti in loco, che delegano nei borghi o in piccoli consorzi locali). Le attività di trasforma- menti a supporto delle attività ai pochi agricoltori presenti lo Misure per gli investimenti zione potrebbero essere realizzate prioritariamente in edifici agricole di contesti come quelli sfalcio del fieno senza cedere sulle aziende - Assi 1 e 3 di interesse storico-testimoniale definendo una normativa che esaminati. la conduzione. Nel PSR hanno sempre avuto La salvaguardia delle caratteri- Altre azioni attivate nella scor- la priorità le misura 112 - pre- favorisca tale riuso, pur garantendo la salvaguardia degli ele- stiche strutturanti degli ambiti sa programmazione sono state mio per il primo insediamen- menti da tutelare. collinari/montani è stata perse- l’azione 2 - agricoltura biologica to degli agricoltori - e misura • Oltre alla foraggi-coltura si propone la coltivazione di cereali guita grazie ad alcune misure di -, attivata da qualche azienda 121 - ammodernamento del- antichi per la produzione di farine rare e di elevata qualità e la seguito riportate. agricola, spesso le poche azien- le aziende agricole. coltivazione di patate di montagna (es. patata di Vezzolacca). de zootecniche rimaste. Nel territorio oggetto di studio • I borghi storici potrebbero svolgere la funzione di riferimento Misure e superficie Asse2 L’azione 6 sulla tutela delle va- sono stati dati numerosi con- Misura 214 - Pagamenti agro- rietà vegetali in via di estinzione tributi. per il resto del territorio dove agevolare forme di vendita ag- ambientali (es. frutti antichi) è attiva da 20 I giovani che rimangono sul gregate. Nella zona interessata è stata anni, ma non ha mai raccolto territorio a fare gli agricoltori La vendita diretta dei prodotti potrebbe essere agevolata an- prevalentemente attivata l’azio- molte adesioni, forse per scar- possono usufruire solo per 5 che nei mercati dei principali centri urbani (Castell’Arquato, ne 8 - regime sodivo e praticol- so spirito imprenditoriale, o for- anni dell’aiuto elargito. Que- Vigoleno, Vernasca, Lugagnano). tura estensiva - che riconosce se per scarsa reddittività. sto periodo è troppo breve per aiuti pari a 240 euro/ha annui, Misura 211-212. Indennità far diventare redditizia l’attivi- per 5 anni. L’impegno richiesto a favore degli agricoltori delle tà. è lo sfalcio del foraggio almeno zone montane (misura 211) una volta all’anno e il non utiliz- o caratterizzate da svantaggi Sull’asse 3 sono state attiva- zo di input chimici quali concimi naturali diverse dalle montane te le misure per l’agriturismo e antiparassitari. Questo tipo di (ovvero collina - misura 212). (misura 311) e per il ripristino aiuto, che non ha un legame Per questa misura erano rico- di stade interpoderali e ac- obbligatorio con l’utilizzo zoo- nosciuti da 100 a 200 euro/ ha quedotti rurali (misura 321). tecnico dei foraggi, ha spesso (variabili in relazione alle colti- creato una rendita per i pro- vazioni o alla presenza o meno

84 85 Bibliografia per approfondire

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89 Protagonisti

Relatori Partecipanti Alessandro Anselmi (Ordine Agronomi), Saverio Bertuzzi (Regione Plenarie Emilia-Romagna), Marcello Bianchi (Collegio Geometri), Mila Boeri Maria Luisa Bargossi (RER), Marialuisa Cipriani (architetto e pa- (Ordine Architetti), Ferdinando Calegari (Ordine Agronomi), Fausta esaggista), Ilaria Di Cocco (Segretariato regionale del MiBACT), Casadei (Provincia di Piacenza), Anna Còccioli Mastroviti (MiBACT), Elena Farné (architetto), Viviana Ferrario (Istituto Universitario di Francesca Gozzi (Comune di Castell’Arquato), Michele Maffini (Col- Architettura di Venezia (IUAV), Mauro Fini (RER), Roberto Gabrielli legio Agrotecnici), Paolo Mancioppi (Ordine Geologi), Maria Elena (RER), Fabio Gavelli (giornalista), Eugenio Gazzola (saggista), An- Massarini (Ordine Agronomi), Donata Merli (Provincia di Piacenza), tonio Gioiellieri (ANCI ER), Marco Giubilini (ANCI ER), Federica Lar- Mauro Nicoli (Comune di Alseno), Nicola Oddi (Ordine Architetti), cher (Università degli studi di Torino), Gloria Minarelli (Federazione Lodovica Parmigiani (Ordine Geologi), Emanuela Schiaffonati (Co- regionale Emilia-Romagna dottori agronomi e forestali), Francesco mune di Ziano Piacentino), Emanuela Torrigiani (Ordine Agronomi) Puma (Autorità di bacino del Po), Adalgisa Rubino (architetto pae- saggista), Laura Schiff (RER), Biancamaria Torquati (Università degli Studi di Perugia), Davide Viaggi (Università degli studi di Bologna), Credits immagini Catia Zumpano (INEA) Capitolo 1 - Foto di Barbara Marangoni ad esclusione di quelle con la fonte espli- Laboratorio citata nel testo Giovanni Luca Bisogni (biologo ambientale), Celeste Boselli (Provin- Capitolo 2.1 cia di Piacenza), Fausto Borghi (Associazione La Strada dei Mulini), - Le foto del laboratorio sono di: Paola Capriotti, Daniela Cardinali. Anita Calegari (architetto), Antonio Colnaghi (Provincia di Piacenza), - I disegni e le altre immagini fotografiche sono di Daniela Cardinali ad Ermes Frazzi (Università Cattolica del Sacro Cuore), Elena Gherardi eccezione delle seguenti foto a pg. 46: in basso al centro fonte http: (Confagricoltura Piacenza), Albino Libé (Provincia PC), Michele Maf- www.casasanteufemia.it; in basso a destra foto di Ferdinando Calegari; fini (agrotecnico), Giovanni Morini (Coldiretti Piacenza), Giuseppe - La foto panoramica nelle pp. 46-47 ha come fonte google maps. Orlandazzi (GAL SOPRIP), Marisa Pattacini (Soprintendenza belle Capitolo 2.2 arti e paesaggio per le Province di Parma e Piacenza), Gianluca - Le foto del laboratorio sono di: Paola Capriotti. Raineri (geologo), Willer Simonati (RER), Paolo Tomasi (RER), Gian- - I disegni e le altre immagini fotografiche, se non diversamente specifi- battista Volpe (Provincia di Piacenza) cato, sono di Barbara Marangoni o sono esito delle esplorazioni virtuali effettuate durante l’esperienza laboratoriale (Fonte: google maps).

La pubblicazione non ha fini commerciali ma di studio.

90 91 copertina / Colline nella Val Tidone (Daniela Cardinali) sguardi e progetti per il paesaggio rurale Note e riflessioni dai laboratori per la valorizzazione dei paesaggi rurali collinari forlivesi e cesenati

QUADERNI DI LABORATORIO

sguardi e progetti per il paesaggio rurale Note e riflessioni dai laboratori per la valorizzazione dei paesaggi rurali collinari forlivesi e cesenati

a cura di Barbara Marangoni © 2015 RegioNE EMILIA-ROMAGNA

Servizio Pianificazione Urbanistica, Paesaggio e Uso Sostenibile del Territorio Roberto Gabrielli responsabile

Anna Mele coordinamento attività Enti coinvolti Gruppo di lavoro per la progettazione Formez PA Anna Mele, Daniela Cardinali, Mauro Fini, Marcella Isola, Laura Punzo per Barbara Marangoni Regione Emilia-Romagna la Regione Emilia-Romagna coordinamento dei laboratori Servizio Pianificazione Urbanistica, Paesaggio e Uso Sostenibile del Paola Capriotti, Barbara Marangoni per il Formez PA Territorio Antonio Gioiellieri per ANCI Emilia-Romagna Paola Capriotti ente promotore segreteria organizzativa Testi a cura di Formez PA - Centro Servizi, assistenza, studi e formazione per Cap 1 - Paola Capriotti, Marcella Isola, Barbara Marangoni, Laura Punzo l’ammodernamento delle P.A. Cap 2.1 - Marcella Isola, Barbara Marangoni ente attuatore Cap 2.2 - Laura Punzo I capitoli sui casi sono stati elaborati grazie al contributo dei partecipanti

Laboratorio di Forlì-Cesena Ringraziamenti Marcella Isola - caso studio Relatori plenarie: Marialuisa Bargossi, Marialuisa Cipriani, Elena Farné, Viviana Bassa collina forlivese Ferrario, Mauro Fini, Ilaria Di Cocco, Roberto Gabrielli, Fabio Gavelli, Eugenio Laura Punzo - caso studio Media Gazzola, Antonio Gioiellieri, Marco Giubilini, Federica Larcher, Gloria Minarelli, collina cesenate Francesco Puma, Adalgisa Rubino, Laura Schiff, Biancamaria Torquati, Davide in collaborazione con: Viaggi, Catia Zumpano Segretariato Regionale del Ministero dei Beni e delle Attivita’ Culturali e Relatori laboratorio Forlì-Cesena: Patrizia Alberti, Roy Berardi, Bruno Biserni, del Turismo per L’emilia-Romagna Roberto Bosi, Valeria Bucchignani, Luca Corelli, Davide Fagioli, Alessandro Giunchi (Confederazione Italiana Agricoltori, Marina Guermandi, Pier Paolo Associazione nazionale dei Comuni Italiani Emilia-Romagna Magalotti, Alberto Magnani, Tecla Mambelli, Barbara Mantellini, Massimo Milandri, Vittoria Montaletti, Anna Natali, Flavio Pierotello, Leonello Rosa, Regione Emilia-Romagna Gianluca Ravaglioli, Giancarlo Tedaldi Servizio Territorio Rurale e Attività Faunistico-Venatorie Le aziende agricole Acero Rosso, Chiarini, Comandini Oriana, Vitivinicola Servizio Qualità urbana e politiche abitative Condé, Tenuta Pennita, Poderi dei Nespoli. Si ringrazia, inoltre, Agostino Maiurano per l’elaborazione del logo dell’iniziativa Ordini professionali degli architetti, pianificatori, paesaggistici e Si ringrazia, inoltre, Agostino Maiurano per l’elaborazione del logo dell’iniziativa conservatori, degli ingegneri, Collegi dei geometri e degli Agrotecnici della e Laura Biolchini. EF design Provincia di Forlì-Cesena e degli Ordini dei geologi e degli agronomi della La Provincia di Forlì-Cesena per la disponibilità dei locali e della strumentazione progetto grafico collana Regione Emilia-Romagna tecnica. 5 Pe r messa indice 7 1. temi di riflessione 8 Percezione dei paesaggi della Romagna 10 Promozione della qualità dei paesaggi romagnoli 12 Valori e potenzialità delle risorse naturali e delle aste fluviali 14 Prospettive di sviluppo per i paesaggi collinari 16 Architetture recenti in contesto rurale: le cantine 20 Metodi e criteri di valutazione

2. CASI STUDIO 25 2.1. Conoscere, promuovere le identità dei paesaggi dei vigneti forlivesi 26 Paesaggi ed aziende agricole 31 Interpretazione dei paesaggi locali 36 Linee guida per la valorizzazione dei paesaggi dei vigneti 39 In collina 46 Nel periurbano 52 Scenari futuri

55 2.2. Il cammino e la memoria. Tutela attiva nella media collina cesenate, percorrendo la SP68 56 Paesaggi collinari a confronto 59 Identificazione dei tipi di paesaggi 60 Riconoscimento dei valori 62 Sintesi interpretativa 64 Aspetti generali del progetto e temi della valorizzazione 68 LA SP 68 : la strada attrezzata come strumento di valorizzazione paesaggistica 72 Dal mare alle colline attraversando storia e memoria dei luoghi 76 L’attività agricola: dalla precarietà a possibili nuove prospettive 80 Il recupero e la rivitalizzazione dei borghi 82 Inoltrarsi nel paesaggio: i sentieri tra boschi e calanchi tra fiabe, storia e memoria

84 Bibliografia 87 Protagonisti 4 Premessa

La condivisione e il confronto sono gli ingredienti più stimolanti di essere di stimolo allo sviluppo di un nuovo approccio alla gestione un’esperienza che si fonda sul lavoro di gruppo e sulla dimensione del paesaggio rurale collinare. operativa del fare. Il percorso laboratoriale, conclusosi il 26 febbraio 2015, si pone Il primo capitolo sintetizza i contributi tematici e le questioni in continuità con l’esperienza formativa regionale in ambito principali emerse durante gli incontri preliminari al laboratorio. paesaggistico, consolidando e valorizzando il patrimonio di Le due parti successive analizzano le aree studio, la bassa collina conoscenze e metodologie maturate nel tempo con le precedenti forlivese insieme all’ambito pedecollinare e la media collina edizioni del Progetto. Le passate esperienze, infatti, hanno consentito cesenate, illustrando metodo e strategie proposte per la loro di sperimentare tecniche e modalità formative innovative in grado di valorizzazione. contribuire, attraverso l’accrescimento culturale degli operatori del paesaggio, al miglioramento della governance territoriale. E’ emerso, infatti, che le occasioni di confronto tra gli operatori sono fondamentali in un contesto normativo che vede la suddivisione delle competenze in materia di governo del territorio, perché permettono di dare ai tecnici strumenti per l’applicazione e la condivisione delle scelte. Inoltre, risultano importanti strumenti di approfondimento per le attività regionali di adeguamento del PTPR previste dal Codice dei beni culturali e del paesaggio (D.lgs. 42/2004) in quanto possono fornire materiale utile per le analisi da svolgere.

Come nella precedente edizione il tema del laboratorio è stato il paesaggio rurale. Le aree di studio sono state le colline forlivesi e cesenati e quelle piacentine, ambiti connotati da un elevato livello di specificità generata dai legami tra qualità dei prodotti agro- alimentari, le economie che vi gravitano, e qualità dei paesaggi agrari che li producono.

Il presente quaderno tenta di ricostruire il percorso effettuato durante l’esperienza, illustrando gli argomenti e le questioni discusse nelle singole giornate svoltesi a Forlì e a Cesena, compresi gli esiti raggiunti nel breve tempo a nostra disposizione e vuole

5 6 TEMI DI RIFLESSIONE

1 7 Percezione del paesaggio rurale romagnolo

I pioppi che sussurrano, i pini sulla spiaggia, il bianco della strada. in successive ondate, l’ultima delle quali, attorno agli anni Cinquanta Ascoltando la Cavalla Storna di Giovanni Pascoli, si ricostruivano gli ele- e Sessanta, ha lasciato ruderi ormai ricoperti dalla vegetazione. Cosa menti del paesaggio rurale romagnolo dell’Ottocento. A quelli della mia si conosce di tutto questo territorio, che rappresenta circa la metà di generazione, da bambini, era ancora possibile identificarsi col giovane quello provinciale, nell’immaginario collettivo? Poco. Tuttavia è proprio che tendeva verso il melograno. Ma erano immagini che già negli anni quella porzione, che sollecita maggiormente il mio interesse. Sessanta risultavano soprattutto letterarie. Ciò che avveniva in quei decenni, nella nostra regione, è riassunto in un articolo di Antonio Ce- E’ percorrendo le strade secondarie, che si può assaporare il gusto del- derna pubblicato sull’Espresso del 10 gennaio 1988. Salutando l’arrivo la scoperta. Lo scrittore americano William Least Heat-Moon un giorno del piano paesistico, il primo di una regione italiana, Cederna ricordava tracciò le diagonali sulla mappa geografica degli Stati Uniti, individuò che “nell’ultimo ventennio la popolazione urbana è aumentata appena il punto d’incontro in una piccola contea del Kansas, si trasferì là per del 13%, mentre la superficie agraria è diminuita del 78% (8.500 ettari qualche tempo e scrisse un libro tradotto in Italia col titolo Prateria. sono andati distrutti): sulla costa lo stock edilizio è quintuplicato e gli Ho provato, per gioco, a fare la stessa cosa sulla piantina della provin- ettari cementificati e impermeabilizzati sono quadruplicati”. cia di Forlì-Cesena: il baricentro è caduto in una zona collinare, distante da centri abitati. Ad appena un paio di chilometri da lì, però, c’è un luo- La provincia di Forlì-Cesena spazia da quota zero ai 1.657 metri del go significativo. Nei pressi di Monte Altaccio, presso Galeata, si costituì Monte Falco e comprende una diversità di paesaggi molto interessante. l’Ottava Brigata Garibaldi “Romagna”: lo ricorda un monumento situato Non sono molte le province italiane che condividono tali peculiarità: lungo il Sentiero degli Alpini. pochissime nell’Italia settentrionale. Il Sentiero degli Alpini: eccola, la nostra Strada Blu, per continuare il Il territorio rurale nel tempo si è ristretto, come fosse finito in lavatrice. parallelo con la geografia americana, che indicava in questo modo le Fino agli anni Sessanta si raggiungeva in bicicletta, in pochi minuti da strade secondarie. Un percorso che inizia alle porte di Forlì, presso la qualunque zona abitata, ora occorre andare a “trovarlo”, fra uno svin- chiesa di Collina, a 100 metri d’altezza sul livello del mare; in sordina, colo e l’altro. È anche cambiato, almeno nei miei ricordi: macchie al- fra filari di viti e campi di grano, poi procede lungo i crinali, fra salite e berate, siepi e capanni ormai sono rari intermezzi alla monotonia delle discese, calanchi e improvvise aree boscose, torri e pievi. Si sviluppa cosiddette “larghe” come viene definita la Bassa, in terra romagnola. per 54 km, fino a raggiungere la vetta di Monte Falco. Si chiama così Proseguendo il cammino verso monte, dopo la via Emilia ci si imbatte perché l’ha aperto e attrezzato il Gruppo Alpini, alla fine degli anni nella seconda faglia culturale: quella dei borghi antichi, ristrutturati e Ottanta. meta di percorsi turistici e di incursioni gastronomiche. Viene spon- Questa “strada blu” romagnola, che procede grossomodo da nord ver- taneo pensarli come anziani alla finestra, che guardano il viavai della so sud, permette di apprezzare i cambiamenti del paesaggio collinare, piazza sottostante. Tutto è costruito per osservare verso il mare, spesso le sue forme, le coltivazioni, l’allevamento e i rimboschimenti: un punto si fatica a individuare una prospettiva , rivolta in direzione monte. L’alta di vista alternativo, a quello che si snoda qualche centinaio di metri più collina e la montagna della provincia di Forlì-Cesena si sono spopolate in basso. Più intenso e più lungimirante. Camminando lungo questo

8 tracciato, si elabora un’immagine della collina romagnola molto più automobilisti, testimoniano la necessità di imbrigliare il materiale che ricca di quella che si può sviluppare rimanendo lungo le vallate. scivola giù, inesorabilmente. La partenza è in corrispondenza dei primi rilievi collinari, dove predomi- na la vite. Ma subito dopo la Rocca delle Caminate, appena sopra Pre- I paesi che si susseguono nelle valli cesenati e forlivesi riflettono una dappio, ci si immerge in macchie di querce e conifere, che interrompo- certa asprezza del territorio, talvolta incuneati alla base di un rilievo, no i campi coltivati. Risalendo ancora, si possono incontrare gli ormai in altri casi appollaiati su una sommità. A chi proviene dalla città del rari pastori con le pecore al pascolo e ci si rende conto che il paesaggio piano, colpiscono per l’andamento lento. Già il ritmo dei passi delle non è affatto omogeneo, come può apparire viaggiando sulle strade persone segnala che la concitazione e la fretta, tratti dominanti delle principali. Dopo campi verdissimi in primavera, si spalancano improvvisi vite urbane, non hanno ancora contagiato del tutto gli abitanti di col- calanchi, dietro alture pietrose si stendono profumate pinete. line e montagne. Nei negozi si compra fra una chiacchiera e l’altra e Un grande capitolo è quello della guerra partigiana, le cui tracce sono sembra quasi che i due etti di prosciutto o di formaggio siano quasi il numerose e spesso affiorano quando e dove meno te l’aspetti: cippi, pretesto per fare salotto col salumaio, che conosce vizi e virtù di tutti i lapidi, steli e croci. Luoghi simbolo come Tavolicci, nei pressi di Verghe- suoi concittadini. reto, o Cà Cornio, vicino a Tredozio. Bisogna andarci apposta, in tali Chi fa gli acquisti col cronometro si riconosce subito: è quello che viene località, appunto imboccando le cosiddette Strade Blu. dalla città. La percezione del territorio dipende dal vissuto di ciascuno di noi. E’ modellata da ricordi, anche lontani, da incontri, letture, film, Il camminare consente uno sguardo profondo, che coglie il dettaglio. documentari. Quando da bambini giocavamo sulle rive del Savio o del Cosa che non permette l’automobile: per quanto si proceda piano, non Bidente, ci sembrava di vivere le avventure di Tom Sawyer e Huckleber- si riesce a distinguere un albero da un altro, apprezzare il portale di una ry Finn: vicende che avevano come sfondo le sponde del Mississippi. casa, notare un ponticello sospeso sul fiume. Impossibile poi scambia- Ci vuole appunto la fantasia di un bambino per trasfigurare un torrente re due parole con le persone. romagnolo nell’Old Man River. Ma la fantasia è l’unico lusso che non Ma è solo parlando con loro, soprattutto gli anziani, che si ridisegna il costa nulla. quadro di una società che è sopravvissuta per secoli e in appena tre decenni è scomparsa: erano carbonai, cestai, maniscalchi, artigiani del Fabio Gavelli legno e del ferro battuto, boscaioli, ciabattini.

Chilometro dopo chilometro, lungo il Sentiero degli Alpini, emerge poi chiaramente la caratteristica principale della collina forlivese e cesena- te: la fragilità. Frane e smottamenti sono all’ordine del giorno e le reti metalliche che ai lati delle strade si stendono per decine di metri sopra il capo degli

9 Promozione della qualità dei paesaggi romagnoli

Invitati come quelli collinari/montani, nei quali l’agricoltura non può svilup- Roy Berardi, giornalista, esperto in marketing territoriale e turismi parsi in maniera intensiva. Alcune aziende hanno già avviato percorsi emergenti di cooperazione condividendo progetti di commercializzazione e co- Bruno Biserni, GAL L’Altra Romagna struendo una progettualità comune. Flavio Pierotello, Coldiretti Forlì-Cesena Giunchi Alessandro, Confederazione Italiana Agricoltori Forlì-Cesena Paesaggio ed economia. Se le attività presenti sul territorio sa- ranno in grado di produrre reddito anche attraverso la qualità del Questioni emerse paesaggio, solo allora potrà maturare una consapevolezza del valore Itinerari di valorizzazione legati ai prodotti. Dalla fine degli anni che questo riveste. ’90 in Emilia-Romagna comincia a emergere una domanda di qua- Alcune associazioni degli agricoltori hanno avviato percorsi di forma- lità legata al vino. È in questi anni che nasce l’idea di realizzare la zione finalizzati a promuovere uno spirito imprenditoriale che incentivi “Strada dei vini e dei sapori” quale potenziale asse di riferimento per ad allargare lo sguardo verso scenari di trasformazione di lungo pe- le aziende agricole del territorio e in particolare per gli agriturismi, riodo. Questo sforzo è necessario e produttivo soprattutto nei periodi veri motori dell’iniziativa. L’obiettivo dell’itinerario legato ai prodotti di crisi come quello che stiamo attraversando. era quello di mettere in relazione le aziende agricole al consumatore Altre hanno promosso, invece, l’imprenditorialità delle aziende che finale. Dopo una prima fase di follow up, dal 2001 al 2006, che ha si presentano con una loro etica produttiva connessa alla qualità del consentito anche un ricambio generazionale, il progetto ha migliorato prodotto e alla salvaguardia dell’ambiente (es: il progetto “Campagna la visibilità delle diverse aziende, diventando uno strumento di pro- amica” di Coldiretti). mozione e commercializzazione collettiva. La “Strada dei vini e dei sapori” in Romagna nasce dalla volontà di Rigidità delle regole. Le regole fissate dalla pianificazione per gli promuovere un territorio alternativo alla costa, dove è storicamente insediamenti agricoli in alcuni casi non sembrano rispondenti al sod- sviluppato il turismo balneare. Nell’entroterra il potenziale della colli- disfacimento delle esigenze aziendali. I limiti quantitativi risultano es- na è rappresentato dai vigneti ed è su questa risorsa che si decide di sere troppo rigidi e poco capaci di adattarsi alle diversità dei contesti. puntare definendo una fascia di percorsi di riferimento per le realtà imprenditoriali locali. Il territorio dell’alta e della media collina è, inve- Identità come motore per la valorizzazione. Nelle strategie pro- ce, sempre stata l’area più selvaggia ma anche la più povera. poste dal Gruppo di Azione Locale (GAL) L’Altra Romagna è forte il richiamo ad un’identità che si differenzia dalla Romagna più nota Potenzialità offerte dal costituirsi in rete. Le nuove politiche co- e conosciuta del turismo connesso al “mare”. Secondo il GAL nel munitarie puntano sulla capacità degli attori locali di fare rete e lavo- corso del tempo è aumentata la consapevolezza del proprio territorio rare in sinergia facendo convergere i rispettivi obiettivi. I vantaggi del da parte dei soggetti che vi operano. Sono sorti più di 40 agriturismi costituire relazioni tra gli operatori sono tanto più evidenti in contesti, che hanno uno specifico interesse a tutelare e valorizzare il contesto,

10 rendendolo più attraente e diversificandolo da altre realtà. Le iniziative sviluppate dalle precedenti programmazioni dei fondi Diversificazione delle attività agricole. Nuove prospettive. Fino europei hanno favorito lo sviluppo delle aziende agricole, ma han- ad oggi la diversificazione delle attività per le aziende agricole aveva no anche promosso la diffusione degli agriturismi e sensibilizzato la a che fare con gli agriturismi, con la realizzazione di fattorie didattiche popolazione e i consumatori sulla qualità di alcuni prodotti legati al e più recentemente con lo sviluppo delle agroenergie. territorio (es: mora romagnola e più recentemente il pollo romagnolo, Ci si chiede se in territori di bassa densità come quelli alto collinari il castagno, ma anche oli e vini). possa essere di un qualche interesse diversificare le attività attraver- so lo sviluppo di servizi: dai pubblici esercizi, all’artigianato locale o Scenari futuri all’artigianato di servizio, alle attività di supporto per il turismo slow. Ruolo della partecipazione per la fase decisionale e per la sen- Le difficoltà risiedono sicuramente in un regime normativo differente sibilizzazione. Nella prossima fase di programmazione occorre dare da quello delle aziende agricole. La sfida dell’innovazione potrebbe più importanza agli attori locali, alle amministrazioni, agli imprenditori essere accolta attraverso l’avvio di esperienze che costruiscano un agricoli, alla popolazione in generale e sviluppare processi, pur all’in- repertorio di buone pratiche. terno di un quadro strategico già definito a livello regionale, di tipo bottom-up. La partecipazione va progettata e mantenuta nel corso di tutto il settennio di programmazione.

Visione strategica e obiettivi prioritari. Nella nuova programma- zione definita dal prossimo PSR 2014-2020 gli obiettivi dovranno essere più stringenti e occorrerà definire una scala di priorità nelle strategie da attuare e nelle azioni da realizzare. Lontani da una di- stribuzione a pioggia delle risorse, le scelte andranno fatte su alcune attività che si ritengono di grande rilevanza per il territorio e la loro efficacia andrà poi misurata anche attraverso un monitoraggio che valuti il raggiungimento degli obiettivi prefissati.

Parole d’ordine della nuova programmazione. Le parole d’ordi- ne della prossima programmazione saranno: crescita, innovazione, qualità agroambientale e contrasto ai cambiamenti climatici. Questi quattro elementi dovranno fondare la visione strategica dei piani di azione locale.

11 Valori e potenzialità delle risorse naturali e delle aste fluviali

Invitati Reti di connessione ecologica Giancarlo Tedaldi, Comune di Meldola, Riserva Regionale del Bosco Le strutture di connessione ecologica sono reti specifiche pensate di Scardavilla per consentire lo spostamento di flora e fauna nel territorio. Tutte le Vittoria Montaletti, Servizio Pianificazione Urbanistica, Paesaggio e specie animali e vegetali manifestano infatti la necessità di disper- Uso Sostenibile del Territorio, Regione Emilia-Romagna dersi almeno in una fase del loro ciclo vitale. L’isolamento geografico di una comunità ne pregiudica l’esistenza salvo organismi che, una Contributi e dibattito volta isolati e in condizioni particolari, diano luogo a speciazioni, ov- I temi affrontati si focalizzano sulle strutture di connessione, su quegli vero a progenie diverse dalle altre. elementi o quelle reti che nel loro complesso possono contribuire a Le reti ecologiche esistono naturalmente. È necessario progettarle orientare l’evoluzione, le trasformazioni e la qualificazione del pae- e realizzarle solo quando vengono completamente compromesse. In saggio rurale. I contributi presentati illustrano alcune esperienze pro- questo la presenza antropica ha giocato un ruolo decisivo attraverso gettuali legate alle reti di connessione ecologica (Giancarlo Tedaldi), la profonda trasformazione del paesaggio naturale via via sempre e alla descrizione di uno degli strumenti utilizzati per il coinvolgimento più incisiva nel corso della storia. A cominciare dal periodo romano e la condivisione delle scelte sugli ambiti paesaggistici che si relazio- con le centuriazioni, le bonifiche e l’introduzione di flora (ad es. pino nano con i corsi d’acqua: il contratto di fiume (Vittoria Montaletti). domestico, cipresso e castagneti), e fauna (ad es. il fagiano che ha Stralcio di una mappa tematica del progetto di Tutela e valorizzazione ambientale sostituito la starna romagnola) alloctone. Nel ‘700 le prime ferrovie dell’asta fluviale del fiume Ronco/Bidente nei Comuni di Bertinoro, Meldola, Forlì e Forlimpopoli hanno determinato un grande cambiamento territoriale. Molto altro ancora è avvenuto nel corso del tempo determinando importanti mu- tazioni territoriali che hanno portato all’estinzione di alcune specie animali (ad es. lontre, orsi, cervi del bosco della Mesola, lince) e alla trasformazione dei paesaggi divenuti così da naturali a seminaturali. Qualsiasi mutamento, se non accompagnato dall’attenzione per la preservazione dei connettori ecologici, può avere ripercussioni irre- versibili sulla biodiversità ovvero sulla ricchezza del patrimonio di spe- cie esistenti in un dato territorio. Indicazioni operative per aumentare il potenziale di connessione eco- logica - Le reti ecologiche devono essere progettate tenendo conto degli ambienti di vita delle diverse specie. In alcuni casi l’areale è ristretto ed è molto più importante evitare l’ingresso di nuove specie rispetto al mantenimento della continuità con altri areali

12 più vasti. che ha l’obiettivo di definire: - Le infrastrutture antropiche, stradali e tecnologiche, rappre- - la costruzione di un quadro di obiettivi condivisi; sentano una delle barriere ecologiche più pericolose. È possi- - la mappatura delle criticità e dei valori ambientali, paesistici e bile mitigare l’effetto-barriera attraverso l’adozione di soluzioni territoriali, delle politiche e dei progetti locali; puntuali da studiare in relazione alle specie (ad es. siepi ai bordi - la definizione condivisa di uno scenario strategico di medio-lungo delle strade per evitare il volo radente dei gufi). periodo; - I corsi dei fiumi si prestano ad essere buoni connettori ma - la proposizione di un programma/piano d’azione d’intervento per devono essere salvaguardate le caratteristiche che favoriscono affrontare le emergenze più significative del bacino; la naturalità e la continuità delle aree seminaturali lungo il loro - la realizzazione di un piano di comunicazione, formazione ed corso. educazione. - Per poter pianificare al meglio il paesaggio futuro è necessa- Le esperienze di contratto di fiume hanno in comune l’intenzione di rio conoscere il paesaggio preesistente. Un importante archivio creare una rete locale di cittadinanza attiva e innescare processi di co- paesaggistico del passato ci viene fornito dal naturalista Pietro operazione e scambio anche all’interno delle stesse comunità. Zangheri il quale ha elaborato documentazione fotografica del I contratti di fiume intendono quindi rispondere alle fragilità territoriali territorio locale già dagli anni ’30 (http://www.pietrozangheri.it). (ad es. dissesto idrogeologico) con una politica integrata e pattizia che coinvolga tutti i soggetti interessati per una prevenzione attiva in grado Contratti di fiume di produrre conseguenze positive anche sul piano economico. Scopo del contratto è quello di riunire attorno a un tavolo i soggetti Quelli italiani nascono sulla scorta dell’esperienza dei “Contrats de Ri- che, a vario titolo, incidono sulle attività di gestione, trasformazione, vière” francesi introdotti fin dal 1981 come strumento di azione locale. uso e sfruttamento del fiume e del suo territorio. Si tratta di una forma Diversamente dalla Francia in Italia non esiste un riconoscimento nor- di Governance Partecipata Territoriale. mativo specifico che definisca in modo univoco e chiaro la loro strut- La dimensione territoriale ottimale di un “Contratto di Fiume” è il baci- tura e applicabilità. Tuttavia grandi passi in avanti si sono fatti anche no idrografico, ma può essere anche individuata diversamente in fun- sul piano istituzionale e del riconoscimento di questo strumento sia zione delle specifiche realtà e situazioni locali. In genere interessa il a livello nazionale che regionale grazie alle esperienze sviluppate nei territorio di più comuni e a volte coinvolge più province e più regioni. diversi contesti. I contratti di fiume mettono insieme partner privati e pubblici accomu- Attualmente nel territorio regionale sono 4 le esperienze riconosciute nati dalla condivisione del principio secondo il quale solo attraverso una istituzionalmente, ovvero con adesione della Regione, in stati differen- sinergica e forte azione di tutti i soggetti insediati si può invertire la ten- ziati di avanzamento: Contratto di Fiume del Medio Panaro, Contratto denza al degrado territoriale/ambientale dei bacini fluviali e perseguire di Fiume Marecchia, Contratto di fiume Terre del Lamone, Contratto di adeguatamente gli obiettivi di un loro sviluppo sostenibile. Fiume Trebbia. Il contratto di fiume si sviluppa attraverso un processo partecipativo

13 Prospettive di sviluppo per i paesaggi collinari

Invitati una ricca varietà di specie vegetali e la presenza dei calanchi, vanno Patrizia Alberti, Servizio Ricerca Innovazione e Promozione del siste- visti al contrario come punti di forza. Nel primo caso, attraverso l’in- ma agroalimentare, Regione Emilia-Romagna troduzione di nuove colture compatibili, quali, ad esempio le piante Monica Guermandi, Servizio Geologico, Sismico e dei Suoli, Regio- officinali (una sperimentazione è già in corso e dà esiti positivi) e, ne Emilia-Romagna nel secondo caso, attraverso la valorizzazione della potenzialità ri- Alberto Magnani, Servizio Agricoltura, Spazio Rurale, Flora e Fauna, creativa di questi paesaggi. Provincia di Forlì-Cesena Oltre al fascino suscitato dai calanchi, il territorio di studio è infatti scarsamente popolato e si caratterizza per la tranquillità e il silen- Contributi e dibattito zio che possono essere estremamente attrattivi per gli amanti del I temi affrontati riguardano le problematiche sul suolo, inteso quale relax e della meditazione. Sarebbe però necessario un sistema di insieme di valori e criticità inerenti le coltivazioni agricole, i fenome- promozione in rete tuttora inesistente. Le aziende più floride sono ni di dissesto e il patrimonio forestale. certamente quelle legate all’allevamento avicolo. Ma l’area si pre- Il dibattito con gli invitati ha messo a fuoco le problematiche, le sta anche all’implementazione di allevamenti ovini e bovini. potenzialità e i trend delle aree collinari, con particolare riferimento Quello vitivinicolo è un altro settore in buona salute, in particolare all’ambito forlivese-cesenate e ha illustrato gli strumenti a disposi- nell’area forlivese, ed è oggetto di un forte processo di trasforma- zione per l’innovazione delle aziende agricole. zione che ha portato ad un progressivo arretramento delle canti- ne sociali (da 5 nella Provincia di Forlì-Cesena si è passati ad 1 Dinamiche, rischi, trend dei paesaggi collinari sola) determinato dalla diffusione della pratica della vinificazione in [scenari sulla base delle tendenze in corso] azienda. I nuovi viticoltori non si limitano infatti a produrre grappoli Le potenzialità legate al suolo in queste aree di studio ed in partico- d’uva ma bottiglie di vino. L’azienda vitivinicola ha così incrementato lare nell’area cesenate risiedono: anche le sue estensioni modificando notevolmente il paesaggio che - nell’idoneità a ricevere materia organica. Questo ne fa un diviene via via più simile a quello tipico di una frutticultura intensiva. territorio attrattivo per le aziende avicole che devono smaltire la Sono scomparsi infatti i filari e le viti maritate. pollina prodotta negli allevamenti. L’apporto di sostanza orga- nica può, d’altro canto, nel lungo periodo migliorare la qualità Potenzialità di sviluppo del terreno attualmente povero; [suggestioni per scenari di progetto] - nella possibilità di sviluppo di colture di qualità, non essendo A livello nazionale ci sono vari settori che intervengono sul suolo. altrimenti realizzabile una produzione intensiva, a causa della Non c’è però una normativa che si preoccupa di tutelarlo diretta- fragilità dei suoli. mente. Il Codice dell’Ambiente D.lgs. n. 152/2006 non si occupa Quelli che potrebbero essere definiti come “punti di debolezza” del nello specifico del suolo inteso come lo strato superficiale di un 1,5 suolo degli ambiti collinari, quali la scarsa capacità di accogliere mt, che produce e filtra. A livello europeo, nel 2002, è stato ema-

14 nato un documento denominato “Verso una strategia tematica per la protezione del suolo”, approvato nel 2006 e al quale avrebbero dovuto seguire successive direttive. Solo una minoranza di Stati membri ha ritenuto opportuno proseguire il percorso, questo ha determinato di fatto un’interruzione nel processo di tutela dei suoli a livello europeo. Ne deriva che tutto quello che si può fare oggi, in mancanza di un quadro normativo di riferimento, è progettare in base alle cono- Fenomeni di dissesto nella collina calanchiva cesenate scenze disponibili. è possibile applicare una tecnica di questo tipo quando l’azienda agricola è di piccole dimensioni e dedita alle colture a seminativo. I principali problemi che attengono al suolo sono: I maggiori vantaggi di questo tipo di coltura sono ambientali. Dal - la regimazione idraulica. In passato un importante contributo punto di vista produttivo, i primi 6 anni fanno solitamente registrare per la regimazione idraulica dei suoli era fornito dagli agricol- un decremento per poi tornare a crescere nuovamente. tori che potrebbero tornare ad avere un ruolo di protagonismo anche attraverso un riconoscimento economico (servizi ecosi- Strumenti per orientare la trasformazione e loro efficacia stemici); L’innovazione è un tema trasversale a tutto il PSR. Nella vecchia - l’erosione. Determina non soltanto una perdita di sostanza programmazione 2007-2013, la misura n. 124, ad esempio, ha organica ma anche di ricchezza biologica; avuto come obiettivo quello di fare incontrare ricerca e imprese - l’inquinamento. A questo proposito l’ARPA della Provincia di agricole sia per introdurre pratiche innovative ma anche per risolve- Forlì-Cesena ha georeferenziato le sue pratiche di spandimento re problemi di organizzazione aziendale. fanghi. I progetti finanziati hanno prodotto importanti risultati legati al mi- Si registrano pratiche che prestano una particolare attenzione alla glioramento del funzionamento e dell’efficienza dell’azienda, inno- salvaguardia del suolo, anche nel territorio oggetto di studio. vazioni capaci di creare un catalogo di buone pratiche ripetibili an- che in altri contesti. Un’azienda di Predappio aderisce infatti al progetto Life Helpsoil e pratica un’agricoltura conservativa, cosiddetta “agricoltura blu”, che prevede una semina su sodo, senza quindi rivoltamento del terreno, per evitare la perdita di carbonio, effetto dell’ossigenazione del suo- lo. Tale tecnica, anche detta “a strisce” o di “non lavorazione”, è dif- fusa prevalentemente in pianura in quanto è necessaria una mac- china molto grande, la seminatrice, che mal si addice alla collina.

15 Architetture recenti in contesto rurale: le cantine

Invitati luce; Roberto Bosi, architetto, ProViaggiArchitettura - il tema dell’accessibilità: i parcheggi e i percorsi pedonali per i visitatori e gli accessi delle macchine agricole e mezzi pesanti de- Contributi vono convivere senza disturbarsi. Molta cura va quindi posta nella Il contributo di Bosi passa in rassegna una casistica alquanto varia di progettazione di queste due viabilità indipendenti. architetture contemporanee nel paesaggio agrario dei vigneti, proget- tate nell’ottica di fornire servizi per la visita e l’accoglienza. L’obiettivo è La produzione vitivinicola ha regole precise e rigide, pertanto l’aspetto capire se, alle diverse scale di intervento, in diversi paesaggi e contesti, dominante che deve guidare il progetto è il rispetto di tali esigenze; è possibile conseguire un dialogo fruttuoso con il paesaggio, la morfo- ci sono professionisti che si sono specializzati nella progettazione di logia e i caratteri del territorio. cantine e che sanno conciliare la composizione architettonica con le Questo tipo di progettualità potrebbe opportunamente essere accolta necessità produttive, ma il gruppo di lavoro ideale è comunque sempre dai produttori della zona del Sangiovese che ormai offrono al mercato composto da un enologo e un agronomo che affiancano il progettista. un prodotto comparabile a quello dei migliori vini toscani; anche se il Alcuni territori hanno anche fatto delle scelte molto precise in merito territorio è particolarmente adatto a simili operazioni di marketing per alla salvaguardia del paesaggio produttivo: in Toscana nella zona della ora non ci sono molti esempi, uno dei pochi è la Cantina Campodelsole produzione DOCG si è stabilito di costruire gli edifici per la lavorazione di Fiorenzo Valbonesi a Bertinoro. solo nel sottosuolo. C’è infatti la convinzione che questo possa deter- Negli esempi illustrati si rintracciano alcuni leitmotiv ricorrenti: minare un mantenimento della qualità paesaggistica che, affiancata - lo studio sulla sezione degli edifici e il loro legame con la morfo- alla qualità del prodotto, definisce un indotto turistico del vino di di- logia del terreno: la scelta di lavorare anche nell’interrato conduce mensioni considerevoli; in tali ambiti la possibilità di offrire accoglienza a vantaggi dal punto di vista del processo di produzione del vino ai turisti può fare la differenza in termini di ritorno economico. (temperature costanti durante tutto l’anno di circa 15-13 gradi) ma ha anche un profondo significato per l’inserimento (o la mi- mesi) dei volumi nel paesaggio. La parte fuori terra assume un ruolo importante per l’accoglienza e le visite legate al turismo eno-gastronomico; - l’uso sapiente della luce naturale che penetra o meno nelle zone interrate, a seconda della funzione a cui sono destinate: alcune zone di produzione è opportuno che siano in ombra (invecchia- Le architetture presentate si localizzano in Spagna (Costa Brava), Por- mento), altre meno (imbottigliamento, visite); la luce svolge poi togallo (Douro) e Italia (Alto Adige e Toscana). Inoltre viene mostrata un’importante funzione per la percezione degli spazi, permettendo anche una tesi di laurea per le cantine Mazzei a Nipozzano in cui il al progettista di esprimere una poetica attraverso il controllo della nuovo progetto si rapporta con il borgo antico e le strutture preesistenti.

16 1_RCR arquitectes – Bodegas seguendo le curve di livello del Il complesso si integra con la Bell-lloc | Girona | Spagna pendio. morfologia del terreno e non 2007 Sui due lati si sviluppano le di- sono necessarie mitigazioni: la Nelle colline vicino a Girona si verse funzioni; da una parte ci sezione segue il dislivello natu- trovano alcune nuove realtà vi- sono le lavorazioni all’aperto rale, emergono solo gli accessi, tivinicole rilevanti, pur non trat- con coperture in acciaio corten l’architettura si inserisce corret- tandosi del territorio spagnolo grecato, dall’altro lato le sale tamente nel contesto. di eccellenza per il vino. per la degustazione e le confe- Per una cantina medio picco- Bodegas Bell-lloc è una cantina renze non interferiscono con il la, il maggiore investimento non molto grande, in cui l’archi- ciclo delle lavorazioni. Sempre per realizzare un’architettura tettura si dipana in un percorso l’acciaio corten, la cui cromia di questa qualità e attenzione che attraversa il declivio man- si armonizza perfettamente per il paesaggio che la acco- tenendosi in gran parte sotto con quella della terra, è utiliz- glie, si giustifica con un pro- terra. zato per accompagnare, come getto imprenditoriale forte che 1 Il percorso pedonale taglia tra- in una staccionata, il percorso presuppone una strategia, una sversalmente lo spazio interra- pedonale in un ritmo di pieni visione per il futuro della propria to, si insinua nel sottosuolo per e vuoti che permettono il pas- azienda in termini di crescita e poi risalire dalla parte opposta, saggio di luce e aria all’interno. attrattività.

2_Guedes e Decampos– le” sulle strutture preesistenti, so terrazzamento della villa pa- zazione degli spazi aperti è ac- i preesistenti e permette agli Quinta do Vallado + Hotel | di fine ‘800. dronale; lo stesso linguaggio si curatamente studiata: definisce spazi per le lavorazioni di esse- Douro | Portogallo 2011 La scelta dei progettisti, rispet- ripropone anche nei nuovi spazi la modalità in cui i nuovi edifi- re sempre separati dai percorsi La valle del Douro, a poche to agli edifici storici intonacati per la lavorazione e l’invecchia- ci si mettono in relazione con pedonali per i visitatori. decine di chilometri da Por- nelle tinte ocra/arancio, è stata mento, in cui solo le rare buca- to è una delle principali aree quella di marcare la differenza ture e il ritmo dei listelli in pietra di produzione del Portogallo tra le due fasi di costruzione locale hanno un valore espres- per le uve utilizzate sia per e dialogare piuttosto con i co- sivo ed estetico. La scarsità di il vino che per il porto. La lori e la tessitura della pietra luce che penetra dalle pareti di morfologia è caratterizzata dei muri a secco, pur evitando questi spazi produttivi è funzio- da dislivelli forti e i ripidi ter- nettamente la mimesi. Di con- nale ad alcune lavorazioni che razzamenti disegnano un pa- seguenza gli edifici storici conti- richiedono temperatura costan- esaggio dalla forte identità. nuano, con i loro colori accesi, te e poca luce; le coperture L’intervento ha previsto l’edi- a emergere nel paesaggio. L’ho- hanno la funzione di percorsi ficazione di nuove cantine e tel si presenta invece come un pedonali, rampe inclinate che di un hotel; queste architet- elemento monolitico particolar- permettono affacci panoramici ture si innestano come “che- mente scarno, posto sullo stes- sulla valle del Douro. L’organiz-

17 2 3_Werner Tscholl– Cantina Tra- tori con parcheggio e wine shop, tettura. min |Termeno (BZ)| Italia 2012 nell’altra si collocano gli uffici e Va sottolineato che questo in- Questo esempio ripropone l’amministrazione. Il progetto è tervento si colloca in un’area il tema dell’ampliamento di caratterizzato dal “segno forte” artigianale, in parte paesag- una cantina storica. Un primo del reticolato verde in acciaio gisticamente compromessa aspetto da evidenziare è che che circonda l’edificio, ispirato dalla presenza di capannoni si tratta di una cantina sociale: alla vigna; questa struttura re- prefabbricati: la zona è quel- efficaci operazioni di marketing ticolare portante permette di la della produzione di mele legate al turismo enogastrono- liberare completamente gli spa- e vino, ma si è ricercata co- mico possono essere realizzate zi interni. La parte sottostante munque una rappresentativi- non solo da grandi e facoltosi è stata invece attrezzata per tà. L’Alto Adige ha vari esempi produttori, ma anche da canti- la produzione: arrivo delle uve, di cantine territoriali dove i ne sociali che sanno di proporre lavorazione e invecchiamento. soci investono e fanno siste- un prodotto di qualità. Anche in Il transito e la sosta di mezzi ma per creare un luogo rap- 3 questo caso l’ampliamento non pesanti, così come dei pullman presentativo del loro lavoro: la cerca la mimesi con la cantina di turisti è completamente oc- cantina sociale diventa meta di inizio ‘900: su un consisten- cultato. I capannoni artigianali di visite, spazio di rappresen- te riporto di terra si realizza, in preesistenti sono stati integrati tanza, luogo di incontro. un’ala, l’accoglienza per i visita- e mascherati nella nuova archi-

4_Alvisi, Kirimoto & Partners “diaframma” che internamente dialogo con il paesaggio, senza – Cantina Podernuovo |San permette i collegamenti; i tre imporsi, seguendo la morfo- Casciano dei Bagni (SI)| Italia setti più ravvicinati contengo- logia del pendio e utilizzando, 2012 no il volume che emerge per per il paramento esterno, i toni La cantina, di proprietà dei gio- un piano fuori terra. I solai del- chiari del terreno. iellieri Bulgari, si trova in pro- le coperture attrezzate a verde vincia di Siena, ai confini tra sono piantate a olivo, scelta Lazio e Umbria; non è aperta opportuna rispetto alla vigna alle visite. L’architettura si ge- che ha radici che si infiltrano nera a partire da quattro setti molto più in profondità. L’arrivo murari che emergono in punti pedonale dalla strada condu- diversi lungo il pendio e crea- ce il visitatore a penetrare nel no differenti coni visuali. Buo- sottosuolo, attraverso un lungo na parte del complesso si trova percorso che si apre sulle parti entro terra, i setti organizzano dedicate alla lavorazione e in- due volumi separati da un per- vecchiamento. Anche in questo corso centrale, con funzione di caso l’architettura instaura un 4

18 5_Studio Archea – Cantina museo, ristorazione e visite gui- profonda manomissione della Antinori |Bargino (SI)|Italia date per gli ospiti. La dimensione morfologia del suolo: la collina 2013 dell’investimento può essere in stessa è stata “smontata” e rico- La collina su cui si estende ha parte motivata con la posizio- stituita attorno alle strutture ar- destinazione urbanistica arti- ne dell’opera che, a pochissimi chitettoniche. Il tema dei percorsi gianale: ipoteticamente sareb- chilometri da Firenze, si affaccia è stato attentamente risolto: la be stato possibile costruirvi dei direttamente sulla superstrada viabilità carrabile è tale che sia capannoni prefabbricati. La fa- Firenze – Siena. i mezzi agricoli che gli altri auto- miglia Antinori ha però ritenuto Il maggior impegno, anche in veicoli entrano da valle e scom- di fare un investimento tra i più termini economici, è stato lo paiono alla vista entro la collina, ingenti in Italia per un’opera di sbancamento quasi completo lasciando visibili solo gli olivi, le architettura, e dotarsi di un della collina, per inserirvi capan- viti e le fenditure che fanno pene- quartier generale con caratte- noni prefabbricati in cemento, trare la luce negli spazi di lavoro ri di eccezionalità e un ritorno con sbalzi in acciaio verso l’ester- e di visita. Per le aree più inter- di immagine certamente rile- no; questi volumi sono stati suc- ne recapitano luce le bucature vante in termini di prestigio. cessivamente ricoperti di terre- sui tetti verdi. Gli interni, il mu- no, lasciando visibile, ad opera seo, il ristorante sono progettati L’intervento, per certi aspetti 5 imponente, permette ora di conclusa, solo due profondi tagli con estrema cura e accrescono il ospitare 120 dipendenti che trasversali, affacci privilegiati sul prestigio e lo sfarzo che la fami- si occupano della parte am- paesaggio collinare circostante. glia Antinori ha voluto infondere a ministrativa e di vendita, spa- In questo caso, l’inserimento di questa realizzazione. zi di lavorazione e soprattutto volumi interrati ha causato una

6 6_Tesi di laurea - Nuova canti- ricercato attraverso un gioco di na vinicola a Nipozzano (FI) dislivelli e la creazione dei tre Il progetto si colloca presso la grandi volumi per la lavorazione proprietà Mazzei vicino Firen- nel sottosuolo. Il percorso pe- ze, in continuità con un picco- donale è il tema portante del lo borgo storico con il quale il progetto: camminando lungo i progetto vorrebbe dialogare, setti si avvicendano, in un’alter- nell’ipotesi di un ampliamen- nanza di pieni e vuoti, attività di to volumetrico importante agli lavorazione e pozzi di luce diret- spazi di lavorazione. ti alle parti interrate; il percorso Anche in questo caso i progetti- infine accompagna gli ospiti, sti decidono di lavorare con dei dopo la cantina, a visitare il bor- setti murari che si mettono in go storico. relazione con un sistema di ter- razzamenti preesistenti coltivati ad olivi. La relazione tra le strut- ture nuove e quelle storiche è

19 Metodi e casi di valutazione

Invitati al bios, principi e motivazioni di natura prevalentemente etica. Nel Valeria Bucchignani, architetto, Soprintendenza per i Beni Archi- concetto di paesaggio, dato che si tratta di un prodotto dell’uomo, tettonici e Paesaggistici per le Province di Ravenna, Ferrara, Forlì- le motivazioni sono in prevalenza connesse all’estetica, alla perce- Cesena e Rimini zione e alla visione dell’osservatore. In realtà quando si parla di pa- esaggio occorre fare riferimento ad entrambe le motivazioni: etica Contributo ed estetica dovrebbero essere fortemente correlate. Il contributo ha esaminato alcuni concetti alla base della valuta- Le più recenti norme in materia ed in particolare la Convenzione zione paesaggistica dei progetti e ha illustrato alcuni dei metodi Europea del paesaggio del 2000 ed il D.Lgs. n. 42/2004 “Codice più utilizzati in ambito europeo per valutare la coerenza delle tra- dei Beni Culturali e del Paesaggio”, introducono due innovazioni sformazioni proposte con il contesto nel quale dovrebbero essere concettuali di rilevante importanza. Affermano che il paesaggio è realizzate. differenziato, che esistono parti del territorio con un diverso valore. Cosa si intende per paesaggio? Ci dicono anche che il concetto di valore è intimamente legato al In molti contesti, anche istituzionali, c’è molta confusione sul signi- modo in cui i paesaggi sono percepiti dalle popolazioni che li abi- ficato di ambiente e di paesaggio. Per ambiente si intende un siste- tano. ma complesso nel quale sono comprese le istanze legate all’ecos e Ma il valore di un paesaggio dipende anche dall’equilibrio esistente Calanchi nella collina cesenate del territorio di Mercato Saraceno

20 tra i gli elementi naturali e quelli culturali (intesi come antropolo- suoi connotati. Esistono territori più flessibili in cui la modificazione gici), ovvero dalla relazione tra gli stessi. È tale relazione che va non comporta grandi conseguenze, e territori molto più rigidi dove, salvaguardata. Nelle situazioni maggiormente degradate occorre al contrario anche la più piccola trasformazione ha ricadute com- partire proprio da questo assunto e considerare l’equilibrio tra gli plessive sul paesaggio. aspetti naturali e culturali come fondativo del nuovo processo di La LCA pone l’accento sul carattere del paesaggio piuttosto che sul- rigenerazione. le due categorie solitamente utilizzate nei processi di valorizzazione, Quando l’equilibrio si rompe, o quando la trasformazione proposta ovvero il valore e la qualità. La metodologia si fonda, infatti, sulla dai progetti potrebbe portare alla rottura, allora il paesaggio è a descrizione delle caratteristiche intrinseche di un determinato pae- rischio. La valutazione va eseguita con questa consapevolezza. saggio senza formularne giudizi, indipendentemente dall’osservato- Su questi concetti si rimanda alle riflessioni di studiosi come Rosa- re. La metodologia utilizzata nel mondo anglosassone è interessan- rio Assunto nel suo Il paesaggio e l’estetica e quelle di Edgard Morin te anche in quanto distingue con chiarezza la fase di descrizione, sui sistemi complessi. Morin afferma che il sistema complesso è un denominata “caratterizzazione”, da quella di valutazione, all’interno insieme in cui le singole parti sono interessate da interazioni locali. di un percorso in cui queste due fasi sono fortemente interrelate. Le singole parti vanno conosciute nei loro diversi aspetti, fisico- Questi principi sono applicati sia alla scala vasta della pianificazio- naturalistici ed antropici, ma vanno indagati anche i fattori di in- ne, sia alla scala più minuta degli interventi edilizi. terazione che sono ad essi associati (Naturalistico-vegetazionali, La metodologia si articola in 6 step successivi. I primi 4 sono relativi Climatici, Geologici, Morfologici, Pedologici, Uso del suolo, Densità alla caratterizzazione, mentre gli ultimi 2 alla valutazione: insediativa, Demo-etno-antropologici, Economici). - step 1. Definizione dello scopo. In questa fase vengono indi- viduate le risorse economiche e le risorse umane da mettere in La Valutazione campo e viene definito l’obiettivo della valutazione; Come per la progettazione, anche per la valutazione è necessario - step 2. Studio a tavolino. Vengono analizzate le cartografie a di- approfondire la conoscenza delle diverse componenti e delle loro sposizione, sintetizzando gli aspetti naturali e quelli socio-culturali; interrelazioni. Nella valutazione intervengono tuttavia anche fattori - step 3. Indagine sul campo. Si prevede un confronto tra le noti- soggettivi, che non possono essere eliminati. zie reperite e gli aspetti estetico-percettivi, la sensibilità soggettiva Nel mondo anglosassone, ed in particolare in Scozia, nella seconda di chi osserva; metà degli anni ‘90 è stata sviluppata una metodologia di analisi - step 4. Classificazione e descrizione. Vengono individuati univo- del paesaggio che guida ed orienta il processo di trasformazione al camente i tipi di paesaggio e le aree omogenee dal punto di vista fine di non alterarne i caratteri peculiari e caratteristici. Tale meto- paesaggistico. dologia, nota con il nome di Lanscape Character Assesment (LCA) Con questa fase si conclude la caratterizzazione. I fattori estetico-per- introduce il concetto di capacity, ovvero di “portata”, di livello di mo- cettivi da considerare si relazionano sia con la scala di osservazione dificazione sopportabile oltre il quale il paesaggio rischia di perdere i (intima, piccola, grande, vasta), che con il grado di diversità del pae-

21 saggio (texture, forma, linea, colore, equilibrio, movimento, configura- coerenza degli interventi che ricadono nelle aree vincolate. zione). Tra gli aspetti più rilevanti si possono elencare l’equilibrio e le Per compatibilità si intende il rispetto dei valori paesaggistici riconosciu- proporzioni. ti nell’area soggetta a vincolo, da ricercare nelle motivazioni dell’appo- Le successive 2 fasi sono quelle di valutazione: sizione del vincolo stesso. - step 5. Scelta dell’approccio di valutazione; La congruità va ricercata rispetto ai criteri di gestione dell’area. Un - step 6. Formulazione dei giudizi. progetto è congruo se risponde alle esigenze di chi interviene e ai fini La scelta dell’approccio va effettuata in relazione all’obiettivo della va- che vuole raggiungere. lutazione. Il primo, connesso alle strategie del paesaggio, è finalizzato La coerenza è la concordanza di quanto si propone con gli obiettivi di alla pianificazione. Lo stesso si può dire delle linee guida che servono qualità paesaggistica fissati per l’intera area soggetta a vincolo finaliz- nel caso di riflessioni di scala più minuta. L’approccio relativo alla defi- zati alla conservazione/valorizzazione del bene comune. nizione dello stato del paesaggio è finalizzato alla tutela e alla valoriz- Se tali concetti venissero applicati non soltanto alle aree vincolate zazione. Infine quello sulla capacità del paesaggio viene utilizzato per le ma anche a tutti i territori con valori paesaggistici sarebbe possibile valutazioni degli interventi. sviluppare un processo di autovalutazione dei progetti che parta dal Sulla base di queste viene formulato il giudizio che conclude il proces- riconoscimento di ciò che è un valore per un dato paesaggio. so. In Italia esiste uno specifico strumento di valutazione definito dal D.P.C.M. del 12/12/2005: la RELAZIONE PAESAGGISTICA. Questo do- cumento deve essere utilizzato sia per la fase di caratterizzazione che per la valutazione, visto che i principi sui quali è fondato possono esse- re utilizzati per entrambi i momenti del processo. La relazione paesag- gistica va prodotta in tutti i casi in cui l’intervento ricade all’interno delle aree tutelate, ma andrebbe applicata ogni qualvolta si intenda realiz- zare un intervento che si relaziona con il contesto nel quale è inserito. Nella Relazione paesaggistica vanno indicati quattro gruppi di informa- zioni: - le condizioni attuali e lo stato di conservazione; - gli elementi di valore che sono presenti in quel bene (indicati nel vincolo e definiti dalla propria capacità d’interpretazione); - gli impatti dell’intervento; - le mitigazioni da realizzare per conservare l’equilibrio del sistema. L’obiettivo della relazione è quello di valutare compatibilità, congruità e Vigneti e coltivazioni caratterizzanti il paesaggio agricolo di Bertinoro

22 23 24 Conoscere, promuovere le identità dei paesaggi dei vigneti forlivesi

Coordinamento del gruppo: Marcella Isola Partecipanti: Antonio Gabriele Esposito, Samuele Fiorello, Massimiliano Flamigni, Stefano Gradassi, Stefano Legrotti, Barbara Mantellini, Patrizia Pollini, Ilaria Zoffoli 2.1 25 Paesaggi ed aziende agricole

Tecnici invitati in qualità di accompagnatori ne, una sorta di “baluardo” trasversale che attraversa l’area studio Tecla Mambelli, architetto, Comune di Bertinoro definendo una cornice di alta qualità ambientale. Massimo Milandri, forestale, Servizio Tecnico di Bacino Romagna A Rocca delle Caminate, uno dei punti più alti e panoramici del Gianluca Ravaglioli, agronomo, Provincia di Forli-Cesena percorso, si è potuto osservare il passaggio dal paesaggio collinare fino a quel momento attraversato a quello della collina calanchiva Rapporto di viaggio che si sviluppa tra Meldola e Predappio verso il versante montano. La bassa collina forlivese è costituita dalla corona di vallate a sud di Nell’ultimo tratto del percorso verso valle, tra Fiumana e Castro- Forlì che va dagli ambiti periurbani fino alle aree calanchive. caro, è stata registrata la presenza di numerosi insediamenti di al- Il sopralluogo ha privilegiato i tracciati al confine dell’area studio, levamenti avicoli che, con la loro presenza e le loro dimensioni, ovvero la strada di crinale di Collinello, i percorsi intervallivi e di dominano sul paesaggio. fondovalle del Montone, offrendo viste di insieme panoramiche ed ampie, tali da permettere il riconoscimento di alcuni dei tratti più Elementi conoscitivi caratteristici e distintivi dei paesaggi attraversati. L’EMERGENZA GEOLOGICA IDENTITARIA: LO SPUNGONE Lo Spungone è una antica scogliera sottomarina, la cui resistenza La prima parte del percorso, quella a sud attorno a Bertinoro, ha all’erosione dà luogo a rilievi accentuati e conformazioni particolari attraversato un ambito connotato dalla varietà del mosaico paesag- nettamente visibili, in quanto emergenti rispetto alle colline circo- gistico dove i filari alberati, i dolci pendii e i terrazzi fluviali si affac- stanti. Lo Spungone inizia a mostrarsi in prossimità della vena del ciano sulla pianura e dove è preponderante la presenza dei vigneti. Gesso nei monti di Pietramora e, sviluppandosi parallelamente alla Scendendo a valle, lungo il Ronco, il percorso si è sviluppato in un via Emilia, attraversa diverse località fino a perdersi a Capocolle, ambito più intensamente artificializzato. Il tessuto urbano, organiz- nelle vicinanze di Cesena. zato lungo le direttrici viarie, genera forme insediative discontinue Zangheri, studioso naturalista, descrive lo Spungone come elemen- tipiche di queste vallate di prima cintura attorno a Forlì. Poche sono to di rottura fra nord e sud della monotona uguaglianza di colline le aree con caratteristiche “naturaliformi”, come nel caso dei me- composte da marne e sabbie più o meno friabili. La sovrapposizione andri del fiume Ronco. Durante la sosta presso il SIC generato dalla di strati di calcarenite (roccia compatta), sabbia e argille è ottima rinaturalizzazione delle cave e che ha la funzione di polmone verde per la coltivazione di vigneti e uliveti e dà luogo a paesaggi diversi per l’area urbana sud-occidentale di Forlì sono state esplicitate al- costituiti da gradinate, contrafforti e rilievi. cune riflessioni sugli effetti delle attività estrattive, come ad esem- Lungo lo Spungone esiste un sistema di sorgenti di acque terma- pio l’abbassamento del livello delle falde, o il beneficio prodotto li, importanti risorse per l’economia del territorio. Le acque, con dalla varietà dell’odierno habitat ricco di biotipi tipici dell’ecosiste- la presenza di diversi fossili e affioramenti gesso-solfiferi, vennero ma fluviale. sfruttate fin dall’antichità, come testimoniano le tracce di ritrova- Verso sud-ovest il percorso ha seguito l’andamento dello Spungo- menti romani a Fratta Terme (il cui stabilimento, recentemente og-

26 Tragitto del sopralluogo getto di restauro, fu inaugurato da Mussolini). Lo stabilimento di DIATIVO: PIEVI E ROCCHE Castrocaro risale invece ai primi dell’Ottocento. I centri urbani storici si trovano sui terrazzi di fondovalle (ad eccezio- Lo Spungone costituisce anche uno dei principali materiali da co- ne di Bertinoro che è sul crinale) e sono caratterizzati dalla presenza struzione per gli edifici storici (palazzi, strade e ponti), favorendo in di rocche e fortificazioni (Meldola, Castrocaro e Terra del Sole). An- tal modo l’integrazione tra le architetture e il paesaggio. cora oggi questi centri sono dei riferimenti per il loro territorio grazie ai servizi che offrono. LE EMERGENZE STORICHE-ARCHITETTONICHE DEL SISTEMA INSE- L’area è caratterizzata inoltre dalla presenza di pievi, come quella

27 di Polenta visitata durante il sopralluogo, a testimonianza dell’or- (parchi delle ville, rimboschimenti, strade alberate in prevalenza con ganizzazione di questi territori a partire dal III-VI secolo d.C. (per sambuco e robinia), sono importanti per la connotazione del pae- l’anagrafe e la raccolta delle decime). Altri elementi storici diffusi e saggio e per il suo disegno. diversi siti archeologici contraddistinguono la collina forlivese ed in LE PRODUZIONI AGRICOLE particolare la collina di Bertinoro e di Castrocaro. L’ambito è caratterizzato dalle produzioni agricole, visto che nei sei LE EMERGENZE VEGETAZIONALI comuni attraversati si concentra un terzo della SAU provinciale. Nei Nell’area sono stati identificati siti di importanza comunitaria e aree versanti collinari e nei paesaggi intravallivi sono presenti diffusa- di ripopolamento (SIC dei meandri del Ronco e SIC di Scardavilla mente i vigneti di Sangiovese (tra Bertinoro, Predappio e Castrocaro e Ladino - con caratteri più forestali) ai quali attribuire il ruolo di sono localizzate alcune delle cantine più importanti della zona) e corridoi ecologici strategici per le connessioni tra l’Appennino e la nelle vallate del Rabbi e del Montone, in particolare nei terrazzi pianura romagnola. Il reticolo idrografico minore (ad es. nei pressi fluviali e nei versanti meno acclivi, sono localizzati numerosi alleva- di Fratta Terme), insieme alle aste principali può costituire un ulte- menti suinicoli e avicoli. Rispetto alle colture autoctone, in alcune riore elemento connettivo per i corridoi ecologici più rilevanti. zone si sta reimpiantando l’ulivo (come nel comune di Castrocaro). Sono presenti altri elementi vegetazionali che, seppure più puntuali Nel territorio si registra inoltre una propensione delle aziende agri- cole verso il biologico, sostenuto dal Programma di sviluppo rurale Nuovi insediamenti agricoli nei pressi di Fiumana e favorito dai corridoi ecologici (SIC e ZPS in particolare) che con- tribuiscono, con la loro biodiversità, alla lotta biologica delle fitopa- tologie.

Visite alle realtà locali A fronte della specifica propensione agricola dell’ambito di studio, nel sopralluogo sono state effettuate visite a tre aziende agricole, diverse per dimensioni e strategie produttive. AZIENDA AGRICOLA COMANDINI ORIANA Localizzata nei pressi di Collinello, l’azienda, di tipo familiare, ha vi- sto uno sviluppo recente a fronte dell’insediamento di nuove gene- razioni in azienda. Nel programma di sviluppo aziendale si è puntato molto alla prima trasformazione della produzione ortofrutticola, dei prodotti provenienti dall’apicoltura, e dal bosco nonché alla vendita diretta. Queste attività hanno richiesto un ampliamento dei fabbri-

28 Diversi momenti della visita alle aziende durante il sopralluogo

Fonte: Elaborazione dati estratti 30/10/2014 - censagri.Stat Fonte: Elaborazione dati estratti 30/10/2014 - censagri.Stat cati per soddisfare le esigenze di crescita dell’azienda. Nella solu- un target di servizio medio alto. zione proposta la posizione dei fabbricati (sul crinale), la pendenza AZIENDA AGRICOLA TENUTA LA PENNITA del terreno si integrano con il soddisfacimento della domanda attra- Localizzata nei pressi di Castrocaro Terme, l’azienda propone pro- verso la progettazione di edifici seminterrati e terrazzati. dotti di qualità quali olio extravergine d’oliva estratto a freddo, vino AZIENDA VITIVINICOLA CONDÉ e grappa. Inizia l’attività come azienda vitivinicola, ma nel tempo si Localizzata nei pressi di Fiumana, l’azienda, di estese dimensioni, specializza nell’olivicoltura, puntando alla specializzazione del pro- intende imporsi sul mercato nazionale ed internazionale con un pro- dotto curando tutto il processo: dalla coltivazione alla lavorazione dotto vitivinicolo qualitativamente riconoscibile. Il progetto di mar- (con un frantoio a freddo) fino alla vendita on-line. L’azienda negli keting aziendale punta alla cura del prodotto (come denota il com- ultimi 15 anni è cresciuta sia in estensione (raggiungendo 160 ha, plesso sistema di drenaggio delle vigne e l’imponente cantina) e al tra terreni in affitto e di proprietà), sia per la qualità dei prodotti, connubio prodotto/contesto paesaggistico cercando di promuovere ricevendo numerosi riconoscimenti in particolare per l’olio, che per questa parte di Romagna come un’alternativa alla Toscana. È stato l’attenzione al territorio come avviene nella contigua Brisighella. inoltre scelto di creare in azienda anche una struttura agrituristica di notevoli dimensioni per accogliere turisti (per lo più stranieri) con

29 Fiumi e bacini d’acqua

Frutteti

Vigneti

Aree in evoluzione

Boschi

Arbusteti

Calanchi

Insediamenti

Uso del suolo semplificato 2008

Schema d’nterpretazione dell’area Aree collinari studio preliminare al sopralluogo

Aree collinari più antropizzate

Sistemi di fondovalle

Collina calanchiva

Aree di pianura

Centri urbani principali

Centri urbani sulla via Emilia

30 Interpretazione dei paesaggi locali

TIPI DI PAESAGGIO acquisite, integrate con le informazioni fornite dagli invitati al labo- Il sopralluogo è servito ad identificare le diversità dei paesaggi la ratorio, ed in particolare per i percorsi e la sentieristica dalla guida cui descrizione è stata oggetto delle prime attività di laboratorio. Lo locale Leonello Rosa. schema interpretativo proposto tra i materiali preparatori alla visita Come si può osservare dalla carta dei valori, la distribuzione delle dell’area collinare, le singole annotazioni e l’osservazione diretta risorse è piuttosto omogenea. Di seguito si riportano le prime rifles- delle realtà locali, hanno permesso di distinguere i seguenti tipi di sioni emerse: paesaggio: • Le tipicità agroalimentari sono diffuse ed identificano il territorio. – il PAESAGGIO COLLINARE fortemente caratterizzato dall’af- I due settori agricoli più rilevanti sono la viticoltura e l’avicoltura. fioramento dello Spungone, che costituisce come una sorta di Se la prima ha origini storiche ed è considerata un’opportunità anfiteatro attorno all’urbano, una quinta paesaggistica verso per la qualificazione del territorio, la seconda è sicuramente un sud; settore di punta per la realtà economica locale, ma dal punto – il PAESAGGIO DI FONDOVALLE caratterizzato dal corso del di vista paesaggistico rappresenta una minaccia, accresciuta fiume principale e dalla strada provinciale; dalla dismissione di alcuni insediamenti sparsi. L’avicoltura può – il PAESAGGIO DI PIANURA ovvero l’area più prettamente rappresentare un disvalore, soprattutto per i fondovalle. periurbana attorno a Forlì. • La ricchezza di elementi di valore naturale e storico-culturale Lo Spungone è stato preso come riferimento per definire il limite svolge un ruolo sicuramente attrattivo per questo territorio che meridionale dell’area studio, sebbene nel paesaggio collinare sia gode di una buona accessibilità e della prossimità con la città. stata ricompresa a tratti anche la collina calanchiva, generalmente Come si evidenzia anche nei diagrammi sui percorsi escursioni- più a sud (tra Meldola - Rocca delle Caminate – Predappio- Castro- stici, che comprendono itinerari a piedi, in bici, a cavallo, le tre caro). Di fatto questa prima semplificazione è servita ad evidenziare vallate hanno sistemi di penetrazione diversi in funzione degli gli aspetti comuni dei paesaggi sopra richiamati, ed in particolar elementi di valore che le caratterizzano. modo a ragionare sulla relazione con il capoluogo. Successivamen- • Le acque termali sono state motivo di lustro per il territorio. Nel te, nello svolgimento del laboratorio, ci si è invece soffermati sulla recente passato il settore ha registrato una forte crisi, ma oggi descrizione delle differenze. questa risorsa potrebbe di nuovo rappresentare un’attrazione. Le schede che seguono riportano la sintesi dei tratti caratterizzanti • L’aeroporto è stato considerato un luogo e un’attività che ge- ciascun paesaggio e sintetizzano le riflessioni di una prima fase nera valore economico per aver favorito l’arrivo di molti turi- di discussione nel laboratorio, concentrata sull’identificazione dei sti, soprattutto stranieri. In seguito alla revisione del sistema valori, delle opportunità e delle minacce dei paesaggi riconosciuti. aeroportuale regionale il polo aeroportuale ha cambiato ruolo, ma rimane sempre un’area “urbanizzata” importante ed estesa VALORI E RISORSE che impatta sul paesaggio. Per questo motivo, oggi può essere La carta dei valori è stata costruita sulla base delle conoscenze già interpretato come una criticità.

31 CARTA DEI VALORI Spungone

Aree di interesse naturale

Bosco planiziale

Parchi urbani

Percorsi ciclo-pedonali

Colline calanchive

Punti panoramici

Acque termali

Centri urbani

Rocche

Beni architettonici sparsi

Testimonianze letterarie

Aeroporto

Ambiti con presenza di capannoni agricoli Ambiti in cui prevale la viticoltura Prodotti enogastronomici

32 PAESAGGIO COLLINARE

Geologia e geomorfologia Caratterizzata da formazioni marnoso-arenacee e dalla presenza di alcuni poggi costituiti da terreni più tenaci. Le morfologie del suolo sono generalmente dolci, interrotte dall’elevarsi di quota nei tratti Opportunità di affioramento dello Spungone (valore) con la presenza di alcuni • Punti di vista con ampia percezione paesaggistica fenomeni calanchivi, più evidenti tra Fiumana e Meldola (minaccia). • Presidi naturalistici • Biodiversità del territorio Insediamenti e uso del suolo • Promozione dei prodotti tipici e della viticoltura L’ambito si presenta come un sistema ambientale complessivamen- • Sviluppo del turismo te equilibrato, seppure si registri una perdita di alcuni aspetti di • Sviluppo di percorsi naturalistici e turistici sulla via- naturalità tipici di questo tipo di paesaggio (valore). bilità minore Si evidenzia come siano presenti forme di utilizzo del suolo a scopo produttivo e insediativo non sempre appropriate alle caratteristiche • In prossimità dell’urbano fenomeni che hanno favo- geomorfologiche proprie del territorio in quanto derivanti dall’appli- rito l’insediamento e non l’abbandono cazione di modelli tipici di un ambito di pianura (minaccia). Per quanto riguarda gli aspetti insediativi gli aggregati storici e le Minacce polarità urbane nel forlivese sono prevalentemente localizzate verso • Fragilità/calanchi/regimazione acque valle, quando spostandosi verso il cesenate (Bertinoro) si arroccano • Ulteriore frazionamento delle aziende agricole lungo il sistema di crinale. Si registra la diffusione di sistemi sparsi, • Diffusione di un’agricoltura di pianura e adozione di non sempre legati agli aspetti produttivi. tecniche e colture intensive • Aumento delle concentrazioni azotate e problemi sa- Elementi di attenzione nitari delle colture • Garantire adeguati processi evolutivi del sistema che manten- Attività agrituristiche che perdono caratteri identitari gano e valorizzino la sua tipicità ed equilibrio; • • Favorire la concentrazione dei nuovi insediamenti nelle polarità • Perdita del patrimonio storico degradato e il riutilizzo dei volumi esistenti contrastando la frammentazio- • Carenza e degrado della rete infrastrutturale ne e l’edificato sparso. • Dominanza delle infrastrutture tecnologiche (antenne) • Conflitto tra attività agricole e fauna locale (cinghiali, Economie agricole caprioli) L’economia agricola è basata principalmente su: • Abbandono attività agricole/insediamenti isolati • Avicoltura, che è la prima voce del PIL provinciale; • Vigneti, con diffuse produzioni di qualità; • Uliveti, recuperando una produzione che si era persa. Vegetazione negli ambiti collinari

33 PAESAGGIO DI FONDOVALLE

Geologia e geomorfologia Caratterizzata da depositi alluvionali di fondovalle dei corsi d’acqua maggiori e dai depositi terrazzati. I terreni sono prevalentemente sabbiosi e ghiaiosi generalmente ad alta permeabilità. Sono pre- senti fenomeni di sovralluvionamenti con erosione spondale che originano spesso movimenti franosi ai fianchi.

Insediamenti e uso del suolo In corrispondenza della fascia collinare i fondovalle si aprono in Opportunità ampie fasce pianeggianti che hanno favorito l’insediamento diffuso • Valorizzazione del potenziale di connettività con una forte compromissione ambientale delle aste fluviali dovute • Sviluppo delle relazioni tra città e campagna alle attività antropiche, tra cui quelle agricole. Le polarità urbane • Insediamento di nuovi usi nei contenitori vuoti si collocano alle intersezioni dei fondovalle e degli assi trasversali • Sfruttamento dell’energia di contro-crinale, legando le emergenze orografiche alle strutture • Valorizzazione di centri di valenza storica e turistica terrazzate adiacenti i corsi d’acqua. A potenziamento delle polarità esistenti si sono consolidate progressivamente forme insediative li- Minacce neari lungo gli assi viari che seguono la strutturazione di fondovalle. • Crescita dell’antropizzazione e dell’urbanizzazione Gli insediamenti sparsi, così come in pianura, spesso non sono cor- Incremento delle criticità idrauliche relati con la produzione agricola. • • Abbandono degli ambiti fluviali Economie agricole • Incremento degli edifici abbandonati ed inutilizzati Economia agricola principalmente basata su: • Seminativi; • Vigneti; • Allevamenti (in prevalenza avicoli che sono 1/3 degli alle- vamenti provinciali).

Strada di fondovalle

34 PAESAGGIO PERIURBANO DI PIANURA

Geologia e geomorfologia Nella porzione a ridosso della fascia collinare si sviluppa un’estesa area di ricarica degli acquiferi di pianura in sovrapposizione, per ampie porzioni, con le fasce alluvionali dei corpi idrici superficiali. Lo sfruttamento idrico genera fenomeni di subsidenza, con conse- guenti fenomeni di ristagno ed esondazione, dovuto anche al fatto che i fiumi sono a una quota più alta rispetto alla pianura. Opportunità Insediamenti e uso del suolo • Agricoltura e connessione città campagna L’ambito è caratterizzato dalla presenza estesa di insediamenti ed è • Interazione tra popolazione e funzioni urbane e soggetto a pressioni immobiliari e a trasformazioni sia in continuità rurali (agriturismo – periurbano) con i centri urbani che a macchia di leopardo. Permangono in parte • Infrastrutture per il territorio agricolo (CER) elementi di impianto quali limiti perimetrali (strade e connettori del • Riutilizzo/riqualificazioni degli insediamenti esi- sistema scolante), ma gli insediamenti sparsi spesso non sono cor- stenti relati con le attività delle aziende agricole. Vi è un utilizzo intenso delle risorse idriche sotterranee e i tratti Minacce fluviali sono in genere caratterizzati dalla perdita di naturalità con Sofferenza dell’agricoltura e del verde urbano conseguenti problemi al reticolo secondario. • • Nuova urbanizzazione Elementi di attenzione • Infrastrutturazione ad elevato impatto ambien- • Individuare polarità e ridefinire le gerarchie tra insediamenti; tale (aeroporto, tangenziali) • Definire il limite tra urbano e agricolo. • Perdita della matrice storica

Economie agricole Economia agricola principalmente basata su: • Seminativi; • Vigneti; • Frutteti. Pianura tra Castrocaro e Forlì

35 Linee guida per la valorizzazione dei paesaggi dei vigneti

Osservando la diffusione della coltura della vite nei tre ambiti in- di fatto essere utili indicazioni applicabili anche a questo ambito. dividuati la scelta del campo di indagine e del focus di progetto è Operativamente, sulla base di una esperienza francese della Lan- ricaduta sui paesaggi dei vigneti. guedoc-Roussillon, che è servita da esempio e da traccia di lavoro Il vigneto è una coltura evocativa che rimanda al valore del lavoro come illustrato nel box a destra, la riflessione è partita dalle lettura agricolo, alla storia, alla capacità di innovare di una popolazione, delle trasformazioni attraverso il confronto dell’uso del suolo (1976 ad un prodotto “nobile” legato ad un mercato e ad un’economia e 2008) e dall’osservazione delle forme del territorio utilizzando fiorente, le cui radici affondano profonde nel luogo. l’ortofoto (2011). L’analisi delle dinamiche e la prefigurazione di Concentrarsi sul ruolo di una delle caratteristiche dominanti delle scenari ha portato in primis alla definizione degli obiettivi di qualità colline forlivesi può contribuire al riconoscimento dell’identità dei paesaggistica e successivamente alla definizione di criteri ed indi- territori di studio e al contempo può orientare le strategie di trasfor- rizzi per orientare le trasformazione e dare attuazione agli obiettivi mazione. delineati. Le linee guida sono sembrate lo strumento più opportuno per at- A sinistra dall’alto verso il basso: tuare strategie, attraverso l’individuazione di indirizzi e criteri che diagrammi relativi alla fruizione della valle del Montone (1), della valle del possano salvaguardare una produzione, ma soprattutto legarla al Bidente (2), dell’ambito territoriale di Bertinoro (3) valore storico, ambientale ed economico del suo territorio, con evi- In basso a destra: denti ricadute positive sul paesaggio e con il superamento di un momenti di laboratorio orientamento vincolistico settoriale e poco flessibile. Nel paesaggio collinare la relazione tra qualità del prodotto vitivini- colo (e agroalimentare più in generale) e la qualità del paesaggio è già un valore piuttosto condiviso. Ci si è chiesti pertanto come poter rafforzare ulteriormente gli elementi espressione di tale valore con interventi riferiti a diversi ambiti di competenza. Nel paesaggio periurbano di pianura, gli elementi di valore sopra richiamati non sempre trovano forma nel paesaggio, per diverse ragioni, ma forse principalmente a causa delle forti pressioni inse- diative e agricole. Per questi due tipi si è cercato di indirizzare le riflessioni del laboratorio verso l’individuazione di elementi volti a ricucire il legame tra paesaggio e prodotto. Non sono stati esaminati indirizzi specifici per il paesaggio di fondo- valle in quanto ci si è convinti che, rispetto al paesaggio dei vigneti, molti dei criteri individuati per gli altri due tipi di paesaggio possano

36 TRACCIA DI LAVORO PER L’INDIVIDUAZIONE DEI CRITERI PER LE LINEE GUIDA

TECNICHE AGRONOMICHE ELEMENTI DEL COSTRUITO • Attraverso quali tecniche usate o da promuovere è possibile • Quali caratteri/elementi costruttivi tradizionali legati alla viti- potenziare la connotazione del paesaggio e contemporanea- cultura possono contribuire alla costruzione di un paesaggio mente offrire risultati economici per gli imprenditori agricoli? di qualità? Fare riferimento a interventi su: • Quali caratteri/elementi costruttivi moderni/innovativi legati • Opere idrauliche alla viticultura possono contribuire alla costruzione di un pa- • Materiali: per i pali, le reti o altri elementi neces- esaggio di qualità? sari per la coltura • Elementi puntuali che confliggono con il paesaggio dei vigneti • Orientamenti dei vigneti e dei crinali • Rapporto con l’urbano: • Elementi che delimitano gli appezzamenti • Come mediare elementi che possono essere gene- • Altro rati da conflitti di prossimità? • Quali elementi si ritrovano o possono ritrovarsi nei discipli- • Come promuovere fattori che possono divenire op- nari di produzione che promuovano i valori del prodotto e la portunità? qualità del paesaggio? Albana Docg, Sangiovese di Romagna Doc, Forlì Igt. ATTORI • Attori da coinvolgere: ELEMENTI VEGETAZIONALI • Si evidenziano conflittualità evidenti tra attori che • Come e quali elementi arborei e vegetazionali in questo pa- agiscono nel territorio? esaggio possono: • Si evidenziano logiche comuni tra attori diversi che • Proteggere da erosione/vento agiscono? • Sottolineare elementi del paesaggio e creare co- lore GESTIONE • Creare biodiversità utile alla produzione • Quali buone pratiche gestionali sono/potrebbero essere effica- • Creare apertura/chiusura nella percezione del pa- ci? esaggio • Quali incentivi sono/potrebbero essere utili? per potenziare quale aspetto di valore? SISTEMA DI ACCESSIBILITA’ • Quali caratteristiche sono da valutare in relazione a: • Strade interpoderali (accessi meccanici, esigenze di passaggio) • Viabilità e percorsi Tratto da AA.VV., Guide Pratique Paysages de Vignobles en Languedoc- Accoglienza • Roussillon, Agence Mediterranèenne de l’Environment, Millènaire II

37 Confronto uso del suolo 1976-2008 Dall’osservazione dell’evoluzione storica dell’uso del suolo si rileva la perdita di su- perfici a frutteto (rosso chiaro), particolar- mente evidente lungo la via Ausa, in favore dell’estensione del vigneto (rosa scuro).

Confronto uso del suolo 1976-2008 Dall’osservazione dell’evoluzione storica dell’uso del suolo emerge come il vigneto sia notevolmente aumentato (rosa scuro). I prati pascoli (verde chiaro) sono stati so- stituiti nel corso del tempo da vegetazione arbustiva, superfici erbacee e boscate più o meno dense (verde scuro)

Ortofoto 2011 COLLINA DI BERTINORO 38 COLLINA DI CASTROCARO In collina

Le aree campione stenibilità. Per la collina, sono state scelte due aree campione, sulle quali Con questo presupposto e sulla base degli elementi di criticità emer- procedere con le analisi di dettaglio e l’individuazione degli indirizzi si si è ritenuto opportuno, prevalentemente per l’area di Castrocaro, e dei criteri per i paesaggi dei vigneti. specificare un obiettivo volto a contenere fenomeni di degrado. Le aree sono state selezionate in quanto rappresentative di due ambiti collinari diversi, sia per caratterizzazione sia per incidenza Gli altri obiettivi sono comuni per entrambe le aree, seppure i criteri della produzione vitivinicola. e gli indirizzi assumano declinazioni diverse a seconda che prevalga - area ad ovest di Bertinoro, nei pressi della via Ausa dove si uno o l’altro paesaggio. rappresentano con più evidenza le caratteristiche della prima quinta collinare; - area a sud-est di Castrocaro (verso Predappio), nei pressi di via Borsano con caratteristiche che già cominciano a manife- stare i caratteri della bassa collina calanchiva.

Gli obiettivi di qualità paesaggistica Le due “anime” delle aree individuate vengono subito espresse Gli obiettivi di qualità paesaggistica individuati sono: dai primi obiettivi delineati. Condiviso è l’obiettivo di conservazione [Ob.1] Conservare l’identità del paesaggio dell’identità. Nel primo dei due ambiti, tuttavia, tale identità si ca- [Ob.1A] Conservare l’identità del paesaggio ovvero la varietà del ratterizza per la varietà del mosaico paesaggistico e per la presenza mosaico paesaggistico preponderante della viticultura; nel secondo ambito predominano i Conservare l’identità del paesaggio ovvero conservarne i caratteri naturali che si sono salvaguardati nel tempo anche in ra- [Ob.1B] gione della fragilità del territorio per la presenza diffusa di calanchi. caratteri naturali Alcuni obiettivi intendono integrare le esigenze di produttività con la [Ob.2] Conservare/creare una rete delle acque efficiente e con- valorizzazione delle caratteristiche paesaggistiche. trastare l’erosione dei suoli Come si è potuto osservare durante la visita all’azienda Condé, con [Ob.3] Sviluppare la fruizione del paesaggio agricolo le tecniche più avanzate è possibile sviluppare la coltivazione vitivi- [Ob.4] Ricercare soluzioni costruttive, tecnologiche e funzionali in nicola anche nella collina calanchiva. Se però si parte da concetti armonia con il paesaggio quali la resilienza del paesaggio, e da obiettivi che puntano sull’at- Conservare e potenziare la biodiversità del territorio rurale trattività delle specificità del contesto occorre orientare le scelte [Ob.5] verso l’integrazione di valori economici e paesaggistico-ambientali, [Ob.6] Riqualificare le situazioni che determinano impatti negativi accompagnando la dinamicità delle trasformazioni con la loro so- sul paesaggio

39 Indirizzi e criteri corten, rose) [ob.4] CRITERI SULLE TECNICHE AGRONOMICHE • Per contrastare la sostituzione della vite con colture meno quali- • Conservare gli elementi vegetazionali lineari o gli elementi che ficanti (quali il seminativo), incentivare l’impianto di vitigni nuovi delimitano gli appezzamenti al fine di conservare l’identità del pa- a carattere sperimentale, per incentivare la ricerca, da sviluppare esaggio [ob.1.A] [ob.1.B] in sinergia tra pubblico (es: università, scuole agrarie) e privati • Se sono dominanti i vigneti valorizzare la presenza di capezza- [ob.1.B] gne e fossi per conservare la varietà del mosaico paesaggistico [ob.1.A] CRITERI SUGLI ELEMENTI VEGETAZIONALI • Se il mosaico delle coltivazioni è variabile ridurre quando è pos- • Conservare e potenziare gli elementi vegetali esistenti interpode- sibile la formazione di grandi estensioni a vigneti o lavorare con rali e stradali [ob.1] [ob.5] [ob.1.A] la vegetazione o con altri elementi che arricchiscono il paesaggio • La creazione di una rete idraulica efficiente dovrebbe essere af- [ob.1.A] fiancata alla realizzazione di una rete verde di collegamento delle • Per rendere la rete delle acque efficiente collettare le acque di macchie boschive più consistenti [ob.2] [ob.5] drenaggio fino ai corpi idrici principali [ob.2] • Per suddividere gli appezzamenti utilizzare specie vegetazionali ti- • Trovare formule per incentivare la manutenzione della rete di sco- piche del contesto, siano esse produttive o naturali (filari di viti, lo esistente [ob.1.B] [ob.2] alberi da frutto o specie vegetazionali autoctone) [ob.1] [ob.1.A] • Per contrastare l’erosione, nei versanti collinari pendenti o di me- • Favorire il mantenimento delle fasce verdi (fasce tampone) lungo dia pendenza, mantenere un franco di coltivazione a ridosso della la rete idrica minore per contrastare l’erosione e l’inquinamento strada che sia adeguato alla pendenza della scarpata stradale. delle acque, così come salvaguardare gli arbusteti nelle scarpate Il franco sarebbe di fatto auspicabile ogni volta che c’è un taglio [ob.2] [ob.5] stradale, ovvero in presenza di strade “a mezza costa” che taglia- • Dove la presenza dei vigneti è prevalente potenziare la presenza no un versante ed hanno quindi scarpate di monte e di valle più delle vegetazione nei pressi delle abitazioni, in corrispondenza di acclivi [ob.2] elementi incongrui per ridurre l’impatto di alcuni elementi, in for- • Per contrastare l’erosione incrementare la regimazione delle ac- ma lineare lungo i fossi, al fine di conservare la varietà del mosai- que con drenaggi e scoli [ob.2] co paesaggistico [ob.1.A] • Favorire l’inerbimento dei vigneti per proteggere dall’erosione an- • Quando gli edifici o le strutture esistenti determinano un forte che solo limitatamente al periodo invernale [ob.2] impatto sulla viabilità principale inserire elementi vegetazionali • Nelle aree coltivate evitare tra una coltura e l’altra di lasciare i lungo strada al fine di mitigarne gli effetti [ob.6] campi incolti nel periodo di riposo [ob.1.B] [ob.2] • Nei casi di interventi su capannoni intensivi avicoli, incentivare la • Scegliere elementi e materiali che si armonizzino con il paesag- mitigazione attraverso uso di macchie verdi con essenze miste gio per le strutture di testata degli impianti a vigneto (es: legno, al fine di evitare l’effetto barriera verde e cercare di creare reti di

40 collegamento con altre macchie arbustive – boscate nelle vici- nanze [ob.6] • Favorire la visibilità dei paesaggi di valore su tratti di viabilità più facilmente percorribili sia attraverso la definizione di coni visivi sia definendo un ritmo di chiusura e apertura con la vegetazione stradale [ob.1] [ob.3] • Favorire la presenza di vegetazione lungo strada per contrastare l’erosione dei suoli scegliendo le specie vegetali in relazione alla loro altezza e alla panoramicità del tratto di strada [ob.2] [ob.3]

CRITERI SUI SISTEMI DI ACCESSIBILITA’ • Per la fruizione del paesaggio definire una rete complessa e ar- ticolata variabile in relazione agli utilizzatori; insieme ai percorsi principali su strada saranno da definire percorsi secondari inter- pedorali [ob.3] • Per la definizione della rete di fruizione del paesaggio valorizzare il sistema della viabilità esistente creando itinerari specifici ricono- scibili sul territorio e attraverso la realizzazione di una mappatura da promuovere e diffondere [ob.1] [ob.1.A] [ob.1.B] [ob.3] • Manutenzione della viabilità minore anche nelle zone meno inse- diate attraverso il coinvolgimento di diversi attori [ob.1.B] • Promuovere il collegamento tra viabilità secondaria e sentieristica per creare una rete escursionistica che permetta di fruire anche dei paesaggi più naturali [ob.1.B] [ob.4] Paesaggio collinare sulla strada per Polenta • Ristabilire l’uso pubblico degli itinerari inseriti nella rete di valo- [ob.3] rizzazione [ob.3] • Per sviluppare una rete di fruizione affiancare alla viabilità stra- • Definire percorsi pedonali e ciclabili finalizzati alla conoscenza in- dale percorsi di mobilità lenta (pedonali e ciclo-pedonali) [ob.1] tegrata delle risorse del contesto (storiche, paesaggistiche, natu- [ob.3] rali) [ob.1] [ob.1.A] [ob.3] • Concepire i percorsi stradali unitamente alla vegetazione limitrofa • Promuovere una fruibilità dei vigneti identificando percorsi sul- in particolare quando questi percorsi sono parti di itinerari di va- le strade interpoderali preferendo strade ad uso pubblico [ob.1] lorizzazione [ob.3]

41 O BIettiVI DI QUALITÀ PAESAGGISTICA PER L A COLLINA

[Ob.1] [Ob.1.A] [Ob.1.B] [Ob.2] Caratteristiche: Paesaggio for- Per la collina di Bertinoro Per la collina di Castrocaro Caratteristiche: Terreni argillosi temente caratterizzato dalla Caratteristiche: Variazione e ar- Caratteristiche: Morfologia e ge- con difficoltà di drenaggio delle morfologia e dalla geologia dei ticolazione di elementi del pa- ologia rendono questo paesag- acque. suoli con un insediamento stori- esaggio; origine storica dell’as- gio scarsamente antropizzato. Evoluzione: Cattiva regimazione co diffuso (mezzadria) e borghi setto a vigneto con una matrice Evoluzione: Eccessivo sfrutta- delle acque e mancato coordi- storici di rilievo. di appezzamenti di piccola me- mento agronomico che potreb- namento della regimazione con Evoluzione: Realizzazione di dia dimensione. be accentuare la fragilità del frequenti dissesti sulle strade. insediamenti, infrastrutture e Evoluzione: Aumento dell’esten- territorio. Scenario: Incremento del disse- variazioni colturali che determi- sione dei vigneti, diminuzione- Scenario: Aumento delle condi- sto con danni sulle coltivazioni, nano trasformazioni irreversibili. dei frutteti, accorpamento delle zioni di dissesto e banalizzazio- sulle strade e sul paesaggio. Scenario: Progressiva banalizza- estensioni a vigneti e scollega- ne del paesaggio. zione del paesaggio rurale e per- mento tra attività produttiva e dita degli elementi connotanti residenza. per l’identità. Scenario: Progressiva scompar- sa degli elementi che diversifi- cano il paesaggio con tendenza all’omogeneizzazione.

Conservare/creare Conservare l’identità Conservare la varietà una rete delle acque Conservare l’identità del paesaggio ovvero del mosaico efficiente e del paesaggio conservarne i paesaggistico contrastare caratteri naturali l’erosione dei suoli

Uliveti di collina Collina calanchiva

42 O BIettiVI DI QUALITÀ PAESAGGISTICA PER L A COLLINA

[Ob.3] [Ob.4] [Ob.5] [Ob.6] Caratteristiche: Presenza diffusa Caratteristiche: Insediamento Caratteristiche: Fondovalle flu- Per la collina di Castrocaro di risorse storiche, naturali, pa- storico realizzato con materiali viale e corsi d’acqua minori Caratteristiche: Ambito a domi- esaggistiche, geologiche. locali (es: arenaria, spungone) e con vegetazione ripariale; aree nante rurale con ampia visibilità Evoluzione: Promozione di per- localizzato in relazione alla mor- boscate trasversali e presenza dei versanti vallivi e intervallivi. corsi panoramici, storici, na- fologia locale (su terreni rocciosi diffusa di calanchi. Presenza di Evoluzione: Realizzazione di edi- turalistici (riconosciuti come a emergenti). vegetazione interpoderale diffu- ficazioni isolate di tipo urbano Bertinoro e informali sul resto Evoluzione: Diffusione in con- sa (nell’area di Bertinoro). in ambito rurale, edificazione del territorio). testo rurale di modelli urbani o Evoluzione: Frammentazione di capannoni intensivi agricoli Scenario: Creazione di una rete di insediamenti altamente spe- della continuità ecologica e ba- sui versanti, persistenza di un di fruizione continua e intercon- cializzati che contrastano con il nalizzazione degli ecosistemi. economia agricola ricca prove- nessa che collega le diverse ri- paesaggio. Presenza di elementi Scenario: Isolamento e impo- niente dalle redditività di alleva- sorse. e situazioni in evidente contra- verimento delle specie animali menti avicoli, colture olivicole e sto con il paesaggio, per colori, e vegetali. viticole. forme, tipologie, consistenza vo- Scenario: Impoverimento della lumetrica. qualità paesaggistica. Scenario: Progressiva omoge- neizzazione del paesaggio rurale con il paesaggio urbano.

Ricercare soluzioni Riqualificare Conservare e Sviluppare la costruttive, le situazioni che potenziare la fruizione del tecnologiche e determinano impatti biodiversità del paesaggio agricolo funzionali in armonia negativi sul territorio rurale con il paesaggio paesaggio

Allevamenti avicoli nei versanti collinari Mosaico paesaggistico delle colline nella Valle del Rabbi

43 • Per le strade interpoderali evitare l’utilizzo di materiali bituminosi do processi decisionali partecipati [ob.3] [ob.1.A] preferendo la ghiaia [ob.4] • Favorire le iniziative che mettono in rete gli attori che promuovono il territorio [ob.3] CRITERI SUGLI ELEMENTI DEL COSTRUITO • Favorire convenzioni tra frontisti per garantire la continuità sui • Per conservare l’identità del paesaggio e un rapporto tra città percorsi privati ad uso pubblico [ob.3] e campagna equilibrato occorre privilegiare interventi al margine • Per la realizzazione di percorsi interpoderali creare delle conver- degli insediamenti urbani che siano volumetricamente strutturati, genze di interesse tra gli attori mantenendo una diversificazione ovvero in grado di mitigare il passaggio dalla densità urbana al dell’offerta in relazione ai progetti di valorizzazione [ob.3] paesaggio rurale [ob.1] [ob.1.A] • Favorire il recupero degli edifici storici, che presentano caratte- CRITERI SULLA GESTIONE ri architettonici, tipologie coerenti con il contesto paesaggistico • Per rendere la rete delle acque efficiente, definire una gestione [ob.1] [ob.1.A] [ob.1.B] per la regimazione delle acque comune a più aziende afferenti ad • Per gli edifici non storici condizionare gli interventi di trasforma- un unico bacino idrografico [ob.2] zione edilizia a contestuali interventi di riordino dei materiali, dei • Per contrastare l’erosione e favorire la biodiversità definire una volumi e delle pertinenze [ob.4] gestione condivisa della rete verde per restituirle continuità • Utilizzare materiali e colori in relazione al contesto privilegiando i [ob.2] [ob.5] colori delle terre [ob.1.B] [ob.4] [ob.6] • Per dare attuazione a progetti di valorizzazione definire forme di • Per le abitazioni ad uso extra-agricolo adottare recinzioni com- incentivi legate alla possibilità di articolare la gamma di usi, alla patibili col paesaggio rurale, ovvero recinzioni che mantengano riqualificazione di contesti degradati, al riuso di insediamenti e un rapporto di intervisibilità con il contesto limitrofo ed evitare aree abbandonate, al recupero di edifici di valore [ob.3] modelli [ob.4] • Per dare attuazione a progetti di valorizzazione, privilegiare in • Per la realizzazione di nuove strutture produttive scegliere soluzio- prim’ordine gli agricoltori e in seconda istanza quegli attori che ni che armonizzino i nuovi interventi con l’orografia e che privile- partecipano con i loro interventi al raggiungimento di obiettivi co- gino quando possibile la costruzione ipogea (ad esempio per le muni [ob.3] strutture vitivinicole dove tale soluzione soddisfa anche necessi- • Favorire la costituzione di reti di attori impegnati nella prima tra- tà legate alla vinificazione e alla conservazione del vino) [ob.1] sformazione e commercializzazione dei prodotti aziendali [ob.3] [ob.4] [ob.4] • Nei disciplinari di prodotto, potenziare la relazione tra qualità del CRITERI SUGLI ATTORI paesaggio e qualità del prodotto collegandoli a valutazione eco- • Coinvolgere gli attori che hanno interesse nelle trasformazioni del nomica finale [ob.1] territorio sia nella fase strategica sia in quella attuativa costruen-

44 45 Nel periurbano

Le aree campione Gli obiettivi di qualità paesaggistica Per il periurbano, sono state scelte due aree campione, sulle quali La scelta delle due aree in questo caso è stata fatta per meglio in- procedere con le analisi di dettaglio e l’individuazione degli indirizzi dagare il rapporto città-campagna trattandosi di aree localizzate sul e dei criteri. limite tra l’ambito urbano e quello rurale. Le due aree selezionate, hanno in comune la presenza significativa Per questo paesaggio occorre ricucire gli elementi che possono rap- della viticultura, ma presentano situazioni diverse in rapporto all’ur- presentarne la qualità. Da questa considerazione è scaturito il primo bano (più o meno sparso e frammentato): degli obiettivi delineati. A differenza della collina, per quest’ambito - quella a sud-ovest di Forlì, nei pressi di via Crocetta, dove si ci si propone di creare una nuova identità, dove l’attributo “nuova” leggono tracce anche se piuttosto frammentate della centu- non è da intendersi come avulsa dal contesto, ma al contrario come riazione; sintesi e ricomposizione dell’esistente alla luce delle trasformazioni - quella a sud-est di Forlì, nei pressi di via Tomba-via Veclezio, avvenute. dove è presente un insediamento di frangia con case sparse o La relazione con l’urbano diventa anche il punto di partenza per aggregati di diverse dimensioni. la definizione dei successivi obiettivi nei quali si declina e rafforza la convinzione che nel rurale possano trovarsi espressi proprio gli elementi potenzialmente qualificanti, non solo in termini funzionali Convivenza tra elementi e attività urbane e rurali contemporanee e storiche produttivi, ma anche ambientali e sociali.

Gli obiettivi di qualità paesaggistica individuati sono: [Ob.1] Definire una nuova identità del paesaggio fondata sulla convivenza tra urbano e rurale [Ob.2] Conservare/creare una rete delle acque efficiente per ga- rantire l’officiosità idraulica e la protezione delle falde [Ob.3] Sviluppare corridoi di cintura come spazi per valorizzare la fruizione del paesaggio agricolo e potenziare la biodiversità [Ob.4] Ricercare soluzioni costruttive, tecnologiche e funzionali in armonia con il paesaggio [Ob.5] Riqualificare le situazioni che determinano impatti negativi sul paesaggio [Ob.6] Controllare il consumo di suolo mantenendo il carattere agricolo del periurbano [Ob.7] Creare attività rurali che funzionino da servizio per l’urbano

46 Confronto uso del suolo 1976-2008 Dall’osservazione dell’evoluzione storica dell’uso del suolo si osserva il passag- gio da appezzamenti più minuti e meno specializzati nel 1976 ad una maggior omogeneità ed estensione delle colture a vigneto (rosa scuro) e frutteto (rosso chiaro) nel 2008, con una prevalenza del secondo sul primo. I raggruppamenti di case sparse diventano più consistenti fino a fondersi e diventare delle aggregazioni continue (Villa Carpe- gna, Casa Palazza, Casa Magnani).

Confronto uso del suolo 1976-2008 Dall’osservazione dell’evoluzione storica dell’uso del suolo si evidenzia l’estensione del sistema insediativo che si è sviluppato con nuove lottizzazioni lungo i principali assi viari fino a fondersi con il capoluogo. Si riducono gli elementi vegetazionali spar- si che separavano i campi (verde chiaro), mentre i vigneti (rosa scuro) e i fruttetti (rosso chiaro) si accorpano, con una pre- valenza dei primi sui secondi

Ortofoto 2011 PERIURBANO A SUD-EST DI FORLì 47 PERIURBANO A SUD-OVEST DI FORLì O BIettiVI DI QUALITÀ PAESAGGISTICA PER IL PERIURBANO

[Ob.1] [Ob.2] [Ob.3] [Ob.4] Caratteristiche: La città entra Caratteristiche: Terreni alluvio- Caratteristiche: Presenza di ri- Caratteristiche: Insediamento nella campagna e viceversa con nali di alta pianura (lime, argille sorse storiche, naturali, paesag- storico realizzato con materiali caratteri poco definiti e difficil- e ghiaie di diverso spessore e a gistiche. locali (es: arenaria, spungone). mente leggibili, con il risultato di diversa profondità), caratterizza- Evoluzione: Promozione di per- Evoluzione: Presenza di elemen- un paesaggio fortemente urba- ti da un reticolo minore di fos- corsi panoramici, storici, natu- ti e situazioni in evidente contra- nizzato. si che per gravità recapitano ai ralistici per contrastare la fram- sto con il paesaggio, per colori, Evoluzione: Accorpamento del- corpi principali. mentazione e la banalizzazione forme, tipologie, consistenza le proprietà e ampliamento delle Evoluzione: Perdita di efficienza degli ecosistemi. volumetrica. aree con coltivazioni omogenee, della rete idrica soprattutto in Scenario: Creare o potenziare Scenario: Progressiva omoge- ma con tratti poco distintivi (la termini di laminazione, ancor- una rete continua e intercon- neizzazione del paesaggio rurale vite, i seminativi e la frutticoltu- ché limitata nel tempo e conse- nessa che colleghi le diverse con il paesaggio urbano. ra si alternano senza una domi- guente riduzione di alimentazio- risorse in territorio rurale colle- nante). ne delle falde. gandole con i centri urbani. Scenario: Perdita di tratti identi- Scenario: Rischio di inquina- tari del paesaggio agricolo. mento delle falde e fenomeni diffusi di allagamento.

Conservare/creare Sviluppare corridoi di Definire una nuova una rete delle acque cintura come spazi Ricercare soluzioni identità del efficiente per per valorizzare la costruttive, paesaggio fondata garantire l’officiosità fruizione del tecnologiche e sulla convivenza tra idraulica e a paesaggio agricolo e funzionali in armonia urbano e rurale protezione delle falde potenziare la con il paesaggio biodiversità Vigneti e coltivazioni a seminativo negli ambiti periurbani

48 O BIettiVI DI QUALITÀ PAESAGGISTICA PER IL PERIURBANO

[Ob.5] [Ob.6] [Ob.7] Caratteristiche: Ambito a domi- Caratteristiche: L’ambito periur- Caratteristiche: Le attività rura- nante rurale con ampia visibilità bano presenta funzioni e attività li limitrofe all’urbano non sono dei versanti vallivi e intervallivi. sia urbane sia rurali. Le prime competitive rispetto alle attività Evoluzione: Realizzazione di edi- esercitano maggiori pressioni e presenti in pianura in quanto ficazioni isolate di tipo urbano determinano maggiori trasfor- limitate in estensione e in atti- in ambito rurale; edificazione di mazioni. vità. capannoni e aree produttive. Evoluzione: Realizzazione di Evoluzione: Diminuzione del Scenario: Impoverimento della nuovi insediamenti urbani in reddito agricolo e progressiva qualità paesaggistica. aree agricole. scomparsa delle attività rurali. Scenario: Incremento dell’im- Scenario: Urbanizzazione conti- permeabilizzazione dovuta agli nua verso la campagna con as- insediamenti urbani sparsi e senza di definizione di un mar- perdita dei caratteri di ruralità. gine e abbandono delle aree agricole.

Riqualificare le Controllare il Creare attività situazioni che consumo di suolo rurali che funzionino determinano impatti mantenendo un da servizi per negativi sul carattere agricolo al l’urbano paesaggio periurbano

Vigneti e coltivazioni a seminativo al limite degli insediamenti urbani

49 Indirizzi e criteri • Promuovere il rimboschimento nelle aree non più produttive dal CRITERI SULLE TECNICHE AGRONOMICHE punto di vista agricolo a margine delle infrastrutture viarie princi- • Conservare gli elementi vegetazionali lineari o gli elementi che pali e dei territori di frangia [ob.3] [ob.4] delimitano gli appezzamenti al fine di conservarne i tratti storici • Recuperare le permanenze con elementi vegetazionali arborei ed (centuriazione) [ob.1] [ob.3] arbustivi [ob.1] • Favorire la realizzazione di frutteti privilegiando colture che non • Conservare e potenziare gli elementi vegetali esistenti interpode- necessitano di troppi trattamenti e che possano avere buone rese rali e stradali [ob.3] con il biologico (es. noceto) [ob.1] • La creazione di una rete idraulica efficiente dovrebbe essere af- • Creare attività quali quelle vivaistiche che possono contrastare la fiancata alla realizzazione di una rete verde di collegamento delle rendita fondiaria [ob.6] macchie boschive più consistenti [ob.2] [ob.3] • Incentivare l’insediarsi di aziende agricole che promuovono la • Per suddividere gli appezzamenti utilizzare specie vegetazionali vendita diretta, in particolare dei prodotti freschi che possono tipiche del contesto siano esse produttive o naturali (filari di viti, sfruttare la vicinanza degli insediamenti urbani [ob.7] alberi da frutto o specie vegetazionali autoctone) [ob.1] [ob.1.A] • Promuovere attività di trasformazione diretta del prodotto in • Quando gli edifici o le strutture esistenti determinano un forte azienda per produrre incremento di reddito [ob.6] impatto sulla viabilità principale inserire elementi vegetazionali • Nelle aree maggiormente soggette ad allagamento orientare il re- lungo la strada al fine di mitigarne gli effetti [ob.5] ticolo seguendo le orditure esistenti ed incentivando l’incremento • Nei casi di interventi su insediamenti produttivi fuori scala, incen- di fossi per unità di superficie [ob.2] tivare la mitigazione attraverso uso di macchie verdi con essenze • Promuovere una varietà colturale anche con finalità didattiche miste al fine di evitare l’effetto barriera verde [ob.5] [ob.6] • Per rendere la rete delle acque efficiente collettare le acque di CRITERI SUI SISTEMI DI ACCESSIBILITA’ drenaggio fino ai corpi idrici principali [ob.2] • Per la definizione della rete di fruizione del paesaggio valorizzare il • Trovare formule per incentivare la manutenzione della rete di sco- sistema della viabilità esistente creando itinerari di cintura legati lo esistente [ob.2] alle attività sportive e al tempo libero che siano riconoscibili e piuttosto diffusi [ob.1] CRITERI SUGLI ELEMENTI VEGETAZIONALI • Incentivare la fruizione ciclo-pedonale dei percorsi che dall’urba- • Riprogettare il margine urbano con interventi di mitigazione pae- no si sviluppano trasversalmente ai fiumi e longitudinalmente ver- saggistica: costruire permeabilità tra spazio urbano e aperto; mi- so la campagna e la collina [ob.3] [ob.7] gliorare i fronti urbani verso lo spazio agricolo; progettare percorsi • Nella progettazione di nuove infrastrutture per la viabilità, evitare di connessione/attraversamento; inserire fasce alberate [ob.1] l’effetto barriera che si potrebbe creare nell’intersezione con cor- [ob.3] [ob.4] ridoi ecologici [ob.3]

50 • Per le strade interpoderali evitare l’utilizzo di materiali bituminosi del territorio e della sua cultura agricola) [ob.7] preferendo la ghiaia [ob.4] • Introduzione di servizi culturali, laboratori di piccolo artigianato • Valorizzare i corsi d’acqua maggiori e minori per favorire la per- complementari e connessi con l’agricoltura [ob.7] meabilità in termini di fruizione, tra urbano e rurale [ob.3] [ob.7] • Favorire la densificazione dei territori urbanizzati, promuovendo la • Ristabilire l’uso pubblico degli itinerari inseriti nella rete di valo- rigenerazione urbana, la riqualificazione e il riutilizzo dei conteni- rizzazione [ob.3] tori esistenti [ob.6] [ob.7] • Riprogettare i margini urbani creando connessione e continuità CRITERI SUGLI ELEMENTI DEL COSTRUITO con il territorio rurale attraverso l’arredo urbano e spazi pubblici • Per conservare l’identità del paesaggio e un rapporto tra città e [ob.6] [ob.7] campagna equilibrato, privilegiare interventi al margine degli inse- diamenti urbani che siano volumetricamente strutturati, ovvero in CRITERI SUGLI ATTORI grado di mitigare il passaggio dalla densità urbana al rurale [ob.1] • Coinvolgere gli attori che hanno interesse nelle trasformazioni del • Recuperare e valorizzare le permanenze: gli insediamenti storici territorio sia nella fase strategica sia in quella attuativa costruen- rurali sia di tipo civile sia religioso (ville e chiese), la viabilità sto- do processi decisionali partecipati [ob.3] [ob.1.A] rica, la centuriazione, i canali storici [ob.1] [ob.6] • Favorire le iniziative che mettono in rete soggetti che, seppur con • Valorizzare le persistenze e conservare le permanenze storiche interessi diversi, promuovono il territorio e valorizzano gli obiettivi presenti e favorire il recupero degli edifici storici, che presentano comuni [ob.3] caratteri architettonici, tipologie coerenti con il contesto paesag- gistico [ob.1] CRITERI SULLA GESTIONE • Per gli edifici non storici condizionare gli interventi di trasforma- • Per favorire la biodiversità definire una gestione condivisa della zione edilizia a contestuali interventi di riordino dei materiali, dei rete verde per restituirle continuità [ob.2] [ob.3] volumi e delle pertinenze [ob.1] • Per dare attuazione a progetti di valorizzazione, privilegiare in • Incentivare il recupero delle aree dismesse o in via di dismissione prim’ordine gli agricoltori e in second’ordine quegli attori che par- invece di realizzare nuovi insediamenti [ob.6] tecipano con i loro interventi al raggiungimento di obiettivi comuni • Utilizzare materiali e colori in relazione al contesto privilegiando i [ob.3] colori delle terre [ob.1.B] [ob.4] [ob.5] • Nei disciplinari di prodotto, potenziare la relazione tra qualità del • Contrastare nuovi insediamenti di allevamenti in particolare di paesaggio e qualità del prodotto collegandoli ad una valutazione tipo avicolo [ob.4] economica finale [ob.1] • Incentivare le trasformazioni del territorio per destinazioni di servi- • Favorire aziende agricole che legano la qualità del prodotto alla zio alla collettività che promuovano un maggiore dialogo tra urba- qualità del paesaggio e puntano su organizzazioni innovative no e rurale (vendita diretta, agri-asili, strutture per la conoscenza [ob.4] [ob.7]

51 Scenari futuri

A conclusione del laboratorio si è tentano di immaginare quali po- trebbero essere gli scenari futuri esito dell’attuazione delle linee guida. Lo slogan sintetizza gli aspetti più rilevanti della valorizzazione. Il diagramma territorializza gli scenari delineati. I tre scenari individuati sono: • + TURISMO, + CULTURA [nel paesaggio collinare forlivese orientale, attorno al sistema di Bertinoro e in estensione verso la collina centrale] Lo scenario prevede la conservazione e la valorizzazione della va- rietà del mosaico paesaggistico, senza dimenticare la fragilità del In alto: il centro abitato di Bertinoro e i versanti collinari limitrofi; in basso: coltivazioni e calanchi nella valle del Rabbi territorio e quindi attuando nel contempo azioni che favoriscano la stabilità dei versanti. In questo territorio le linee guida potrebbero incentivare la costru- zione di reti di aziende agricole (sia fisiche che relazionali) che raf- forzino l’attrattività e permettano un sistema di fruizione funzionale alla realizzazione di itinerari diversificati che diano giusto riconosci- mento alle risorse storiche, culturali e agroalimentari del territorio. • CONSERVAZIONE È VALORIZZAZIONE [nel paesaggio collinare forlivese occidentale, attorno al sistema di Castrocaro e in estensione verso la collina centrale] Lo scenario prevede la tutela e la valorizzazione del valore naturale del contesto, integrate con azioni per contrastare la fragilità del territorio. Su questi valori si basa il binomio natura e cultura sup- portato dalla creazione di itinerari escursionistici. • + RELAZIONI, + QUALITÀ DEL VIVERE [nel periurbano e verso la collina] Lo scenario si fonda su interventi di riqualificazione dell’insedia- mento e sulla realizzazione di agro-servizi nonché sul ridisegno dei margini dell’urbano attraverso connessioni con la collina e reti di percorsi di cintura attorno al sistema urbanizzato sulla via Emilia.

52 53 54 Il cammino e la memoria Tutela attiva nella media collina cesenate, percorrendo la SP68

Coordinamento del gruppo: Laura Punzo Partecipanti: Aldo Antoniazzi, Alessandro Biondi, Tiziana D’Angeli, Marco Amadei, Elisabetta Fabbri Trovanelli, Mauro Fabbretti, Daniela Ionna Fin- na, Isabella Migliarini, Francesca Milanesi, Denis Parise, Orietta Rocchi, Luigi Scorza 2.2 55 Paesaggi collinari a confronto

Tecnici invitati in qualità di accompagnatori Elementi conoscitivi Massimo Milandri, forestale, Servizio Tecnico di Bacino Romagna GEOLOGIA E GEOMORFOLOGIA Barbara Mantellini, geometra, Provincia di Forlì-Cesena Come già accennato, le diverse caratteristiche geologiche dell’area sono determinanti per la definizione dei paesaggi. La prima fascia collinare, connotata dalle argille azzurre e da affioramenti calcareni- Rapporto di viaggio tici, presenta un sistema di calanchi alternati a seminativi e vigneti. Il sistema collinare a sud ovest di Cesena è stato esplorato a partire Verso sud il paesaggio collinare lascia spazio ad una configurazione da Mercato Saraceno fino al Comune di Civitella di Romagna, pres- del suolo con rilievi più pronunciati e versanti più ripidi coperti da so l’azienda agricola e agriturismo “Acero Rosso”. L’attraversamento estese formazioni boschive di querceti; questa è la zona in cui sono trasversale dell’ambito, dalla valle del Savio a quella del Bidente, ha presenti i paesaggi più integri dal punto di vista ambientale in cui evidenziato una continuità dei paesaggi in direzione est/ovest che, prevalgono formazioni marnoso arenacee, costituite da rocce sedi- al contrario, muta bruscamente nell’avvicendarsi di due diverse for- mentarie, marne e arenarie. mazioni geologiche, quella marnoso arenacea a sud e quella delle SISTEMA INSEDIATIVO argille azzurre verso nord. Fuori dai centri principali e dai piccoli borghi lungo le valli e le vie di comunicazione intervalliva, l’abitato è rado e sparso. Ciò deriva dalla Tipo di paesaggio della collina calanchiva mezzadria, diffusa fino alla metà dello scorso secolo in cui l’esten- sione dei poderi era di circa 80/100 ettari, di cui 50-60 dedicati al pascolo, 30-40 a bosco e 10 a coltivo. Questo assetto insediativo non è mutato nel tempo ma, sia i borghi minori sia l’abitato sparso, sono in stato di progressivo abbandono. L’area è inoltre caratterizzata da un ricco sistema di castelli, rocche, pievi e luoghi sacri. La Pieve di Montesorbo presso Ciola ha costituito un’importante tappa del sopralluogo; si tratta di un pregevole esem- pio di architettura romanica a croce greca, la cui edificazione risale all’VIII secolo d.C.. Nella sua tessitura muraria sono inclusi molti re- perti di epoca romana e paleocristiana; all’interno si trovano elementi scultorei di epoche precedenti l’edificazione, tra cui colonne in pietra di origine turca e capitelli corinzi dal medioriente. In generale, in que- ste aree, le pievi svolgevano un rilevante ruolo sociale ed economico: il pievano battezzava i bambini delle varie parrocchie, teneva l’ana- grafe e riscuoteva le tasse. La pieve della Madonna di Montesorbo è

56 anche tappa del noto Cammino di San Vicinio. ASPETTI VEGETAZIONALI Nella parte in cui prevalgono le argille azzurre, e quindi nelle aree calanchive, la vegetazione è costituita da arbusteti e rari boschetti di olmi o roverelle; le tamerici si incontrano invece nelle parti in cui il terreno non ha completamente perso la salinità; dal punto di vista produttivo è possibile ancora trovare pascoli, anche se in progressivo abbandono, per l’allevamento di ovini e caprini. Sul terreno sovrastante la formazione marnoso arenacea crescono prevalentemente piante pioniere che costituiscono boschi per legna da ardere: carpino nero, cerro e roverella; i terreni sono acidi o su- bacidi e adatti anche al cipresso, all’olmo e all’acero campestre. In queste aree erano inoltre diffuse anche se attualmente in progressivo abbandono, pascoli in particolare per ovicaprini. A nord di Sarsina si trova l’area SIC di Careste; i boschi di questa area protetta sono dominati dal carpino nero, con frequenti rove- Visita alla pieve della Madonna di Montesorbo relle e ornielli. Più interessanti sono le formazioni arbustive, variate mento finanziate. A questo riguardo il sopralluogo è stato occasione e spesso inframmezzate a praterie semiaride: il ginepro comune è per visitare un’area di rimboschimento a Giaggiolo in Comune di Ci- probabilmente la specie più diffusa, insieme alla ginestra odorosa. vitella di Romagna: si tratta di un’area di nuovo impianto di circa 1 L’intero sito rappresenta inoltre la situazione ideale per la famiglia ettaro, realizzata con i finanziamenti della Misura 221, su un terreno delle orchidee, che presentano qui diffusione e ricchezza di specie con elevata pendenza e utilizzata precedentemente a seminativo. davvero non comuni. Adiacente a questo appezzamento si trova un’altra area di rimbo- PRODUZIONI AGRICOLE schimento realizzato con la programmazione del PSR 2000-2006 Nonostante il progressivo abbandono, l’economia agricola è domi- (Misura 2H), su una superficie di circa 1,5 ettari. Per entrambe le nante. Nei fondovalle si trovano realtà vitivinicole ancora vivaci, altret- aree sono stati usati nocciolo, frassino minore, orniello, prugnolo, tanto sono presenti alcune eccellenze per quanto riguarda i ceraseti rovere, roverella, sorbo. (nella zona tra Ranchio e Sarsina e a sud di Pieve di Rivoschio) e la In generale le aziende della zona riescono a trarre profitto dall’attività produzione di castagne DOP e tartufi nell’area di Pieve di Rivoschio. agricola soprattutto se trasformano il prodotto coltivato, contraria- Il territorio, anche attraverso l’azione del GAL “L’Altra Romagna”, ha mente è molto difficile produrre reddito in queste zone: con la diffu- beneficiato di contributi del Programma di Sviluppo Rurale (PSR) sione dei mezzi agricoli meccanici, i coltivi che non potevano essere 2007-2013 sui differenti assi; diverse sono le azioni di rimboschi- arati meccanicamente sono stati convertiti in pascoli; tutto quello

57 che è arabile con mezzi meccanici è mantenuto a seminativo ma è necessario diversificare la produzione (sorgo, farro, prodotti del sotto- bosco) perché non è possibile competere con colture che in pianura vengono prodotte a costo molto inferiore. Dal dopoguerra il bosco è avanzato molto a causa dell’abbandono di queste attività. Nell’ambito si trovano alcuni grandi allevamenti avicoli, di proprietà I primi colli - argille azzurre Amadori; in quest’area ci sono circa 100.000 capi di pollame. Nel La piana dei fiumi Appenninici - canali fluviali mese di agosto le aree calanchive ricevono gli sversamenti dei rifiuti organici di questa produzione. La vena del gesso Permane sul territorio qualche allevamento di bovini da carne (Azien- de Chiarini e Acero Rosso) e di ovini; le capre potrebbero essere Strati su strati - marnoso-arenacea esterna reintrodotte con buoni esiti dopo che, alla fine dell’800, erano state proibite per i noti problemi di dissesto idrogeologico che questi alle- Strati su strati - marnoso-arenacea interna vamenti possono, in qualche misura, favorire. Carta geologica (Fonte: Servizio geologico sismico e dei suoli-Regione Emilia-Romagna) L’azienda Chiarini, che ha sede a Ciola nei pressi della Pieve di Mon- Tipo di paesaggio della media collina boschiva: mosaico paesaggistico con alternanza di pascoli e aree boscate tesorbo, è una tipica azienda della zona: di piccole dimensioni, con circa 45 vacche, possiede i pascoli con foraggio e erba medica per il sostentamento degli animali. Le due famiglie che la conducono hanno ricevuto un contributo, attraverso la Misura 121 del PSR, che fornisce il 35% dell’investimento in favore degli interventi di ammo- dernamento e di aumento di competitività dell’azienda agricola; que- sto li rende soggetti ad alcune regole sul benessere animale e sulla sostenibilità ambientale dell’azienda. L’azienda agricola e agrituristica Acero Rosso di Civitella di Romagna è invece una grande azienda che si estende per più di duecento ettari in un’area collinare particolarmente adatta alla coltivazione di cereali. Nell’azienda agricola, dove si pratica l’agricoltura biologica, vengono allevati 250 bovini da carne e coltivati cereali, ortaggi e foraggio per gli animali. L’azienda ha anche sviluppato un’attività di agriturismo con ristorazione e possibilità di soggiorno che comprende spa e pi- scina all’aperto.

58 Identificazione dei tipi di paesaggi

La matrice caratterizzante i paesaggi è costituita dall’assetto geologico procedendo su crinale - percorre in parte il confine tra le due formazioni dell’area: geologiche principali) fosse stata sin dal principio immaginata come la - la parte boscata - verso sud - corrisponde alla formazione marno- spina dorsale del sistema territoriale oggetto dello studio. L’individua- so arenacea (PAESAGGI DELLA MEDIA COLLINA BOSCATA); zione dei tipi di paesaggio ha permesso di ipotizzare il limite nord sulla - l’area a nord, verso Cesena e la via Emilia, è quella delle argille pedecollinare e il confine a sud laddove i boschi si fanno più fitti. Le azzurre, dove sono presenti vaste aree calanchive (PAESAGGI DEL- due valli principali (Savio e Bidente) hanno scarsissime relazioni tra LA BASSA COLLINA CALANCHIVA); loro, anche a livello identitario; l’area di studio ha quindi due distinti - si sono poi considerati i PAESAGGI DEI FONDOVALLE (Savio, Bi- poli di riferimento, l’uno che fa capo a Forlì l’altro a Cesena: chi lascia dente ma anche Borello) che, pur con caratteristiche comuni, ma- la valle del Savio per raggiungere Ranchio o Ciola non prosegue verso nifestano una propria specificità: per la valle del Savio la presenza Voltre e Cusercoli; viceversa chi risale la valle del Bidente procede poi dell’E45 e per il fondovalle del Borello una più spiccata ruralità. verso Santa Sofia e le foreste Casentinesi. Si ritiene che il tentativo I confini dell’area di studio vengono sanciti in questa fase: mentre i di trattare l’area come un unico ambito sia una buona opportunità da corsi del Savio e del Bidente già inizialmente erano stati proposti come cogliere, con lo scopo di valorizzare questo territorio nella sua interezza, confini orientale ed occidentale dell’area, i limiti nord e sud non erano sfidando così le ‘resistenze’ sia fisiche che ‘culturali’, per rafforzare la ancora esattamente definiti, sebbene la strada provinciale 68 (che - comunicazione tra i due contesti. Tipo di paesaggio della collina calanchiva: rinverdimento delle aree soggette a dissesto

59 Riconoscimento dei valori

Una volta definiti i confini dell’ambito di studio un altro obiettivo dell’analisi è stato quello di raccogliere tutti gli elementi che potessero concorrere a definire una CARTA DEI VALORI, articolata secondo questa legenda: - valori naturalistici; - valori storico culturali; - valori identitari; - valori economici; - valori sociali. La mappa di valori riconosciuti che scaturisce da questa analisi ha evidenziato, almeno in parte, la maggiore conoscenza dei partecipanti delle zone di “pertinenza” della valle del Savio (Comuni di Sarsina e Carta per l’identificazione dei tipi di paesaggio Mercato Saraceno), pur permettendo di evidenziare, anche nell’area più prossima alla valle del Bidente, qualità condivise e riconosciute. All’area, in generale, si riconosce il pregio della “autenticità”, di aver conservato i “valori della antica Romagna”, si condivide inoltre l’impor- tanza di alcuni prodotti agricoli e derivati. Altro punto di forza è rappre- sentato dagli itinerari escursionistici, a piedi, in bici, a cavallo. Alcuni già definiti, come il cammino di San Vicinio, altri da valorizzare come i percorsi legati alla storia dell’ultima guerra e alla Linea Gotica e quelli connessi alla storia economica (le miniere di zolfo). Attorno alla figura di Plauto ruotano molti luoghi e attività riconosciuti come valori econo- mici e identitari. Il borgo di Cusercoli sul torrente Bidente Lavori di gruppo durante la discussione sui tipi di paesaggio

60 CARTA DEI VALORI

Elaborazioni prodotte durante le prime giornate di labo- ratorio relative alle risorse e ai valori presenti sul territorio tra la valle del Bidente e la Valle del Savio. In alto a destra la fase di produzione della carta; in alto a sinistra la carta nella sua veste finale dove i valori individuati si relazionano con l’individuazione dei tipi di paesaggio

in basso lavori di gruppo durante la discussione sulla carta dei valori

61 Sintesi interpretativa

L’identificazione dei tipi di paesaggio e dei valori riconosciuti fa mino), alla memoria storica legata ai luoghi del lavoro come le ex emergere la grande qualità e ricchezza diffusa per quanto riguarda miniere di zolfo di Formignano, così come ad alcuni prodotti della l’aspetto naturalistico-ambientale ma anche storico-culturale, so- terra: le castagne DOP, il tartufo, ma anche alcuni ceraseti e vigneti. ciale e identitario. Risaltano sulla carta una moltitudine di valori Le strade di attraversamento che collegano le tre valli (Bidente, (a volte minuti) che si distribuiscono sul territorio, con alcuni punti Borello, Savio) (tra cui la SP53 e SP68) attualmente rappresentano catalizzatori, che devono essere sostanzialmente messi in rete per percorsi deboli, sia dal punto di vista identitario che da quello della favorire una valorizzazione del paesaggio (in primis con azioni di fruizione reale: sarà una sfida del laboratorio capire come questi presidio e conservazione) che risulti congrua in termini di sviluppo percorsi possano diventare il motore della valorizzazione, la sua spi- economico. na dorsale. ASPETTI PAESAGGISTICI ASPETTI ECONOMICI Il paesaggio della media collina tra la valle del Savio e del Bidente va Lo studio dell’area ha evidenziato l’assenza di un’economia agricola sostanzialmente tutelato e conservato. Presenta caratteri di pregio ‘forte’, che possa trainare la valorizzazione paesaggistica dell’area dove la naturalità e gli insediamenti rurali storici sono elementi allo di studio. La caratterizzazione geologica dei suoli determina in modo stesso tempo fragili (perché spesso in abbandono e quindi destinati abbastanza chiaro le colture e le attività di allevamento possibili, al degrado) e “potenti” (dal punto di vista identitario, della memoria senza mostrare delle eccellenze che possano rilanciare il sistema della comunità, dell’armonia che ancora prevale tra gli insediamen- economico del territorio. Nondimeno appare evidente che la valo- ti, le aree agricole e la naturalità). Come spesso accade - infatti - il rizzazione paesaggistica dovrà passare per una molteplicità di inter- mancato sviluppo del territorio in termini di intensa urbanizzazione e venti in cui le scelte colturali, di allevamento e di gestione dei bo- agricoltura ad alta produttività ha fatto sì che si consolidassero quei schi saranno la base necessaria su cui innestare altre attività/azioni valori identitari e paesaggistici che però - per perpetuarsi - hanno di valorizzazione. Nello scenario immaginato dovrebbero svilupparsi bisogno del presidio e della presenza antropica. La tutela di questo pratiche agricole che, riproponendo quelle tradizionali, introducano paesaggio passa quindi attraverso una sua valorizzazione, affinché la diversificazione e la multifunzionalità nelle aziende. le qualità di cui è portatore possano mantenersi e protrarsi nel tem- La multifunzionalità, in questi ambiti, non può essere però generi- po; se l’abbandono di queste aree dovesse prevalere, il paesaggio camente e banalmente identificata nell’attività agrituristica, lega- sarebbe destinato a perdere alcuni importanti valori riconosciuti, ta alla ristorazione nei fine settimana. Sarà attraverso la carta dei seppur in favore di una spiccata – ma non governata – naturalità. valori, partendo dalle molte qualità riconosciute, che si dovranno Nello specifico, la forte identità di questi luoghi non è legata sola- indirizzare con precisione le proposte di azione. mente ad aspetti panoramici, alle visuali sui calanchi o sulle colline Il processo di valorizzazione dovrà quindi innestarsi sulla trama dove si alternano pascoli ed aree boscate ma è amplificata dalla agricola e boschiva indirizzandosi su obiettivi specifici, in parte già memoria legata alla Seconda Guerra mondiale, al culto di San Vici- sviluppati: il Cammino di San Vicinio (con luoghi di culto, architettu- nio (che ha come fulcro Sarsina da cui si diparte l’omonimo Cam- re…); lo sviluppo di un’ippovia; i percorsi autunnali legati al foliage;

62 la produzione di tartufo e castagne e le sagre autunnali collegate a Savio. Strada carrabile di crinale, di valore paesaggistico. questi prodotti; l’attività annuale del teatro di Sarsina e la rassegna - La SP 29 fondovalle Borello, quale asse alternativo di col- plautina (da dislocare sul territorio); il cicloturismo su strada che legamento dalla costa alla collina già utilizzato dai ciclisti su dalla costa e lungo la valle del Borello arriva a Sarsina; le ex miniere strada in direzione di Sarsina. Strada carrabile da riqualificare di Formignano e il museo; i sentieri che rievocano i percorsi della e rendere più agevole per i ciclisti. memoria della Linea Gotica; gli insediamenti storici da cui queste - Il sistema dei sentieri già presenti in tutto l’ambito che, in par- attività si dipartono o dove le stesse sono svolte. Non vanno inol- te ben noti, andrebbero però approfonditi e tematizzati. Percor- tre dimenticate alcune importanti realtà vitivinicole che hanno sede si di mobilità lenta che permettono di penetrare e immergersi lungo la valle del Bidente nella zona di Cusercoli e lungo la valle del nei paesaggi. Savio all’altezza di Mercato Saraceno. LA VALORIZZAZIONE Un primo tema che emerge fortemente è quello della rete di con- nessione dei valori presenti nell’area. La rete dovrà essere certa- mente legata ad aspetti comunicativi e di marketing territoriale ma dovrà anche, e prima di tutto, avere una riconoscibilità fisica. Un primo obiettivo è quello di identificare una struttura viaria che possa sostenere i valori riconosciuti. Questi percorsi sono già esi- stenti e devono essere sostanzialmente individuati e definiti quali ‘percorsi preferenziali’ per le azioni di valorizzazione del paesaggio. Emergono alcuni tracciati campione, che esprimono i diversi ruoli e gerarchie della viabilità dell’area di studio: - La SP 68, quale asse portante del territorio analizzato e col- legamento trasversale tra le valli del Bidente, del Borello e del Vista lungo la strada provinciale 29 Vista lungo la strada provinciale 68

63 Aspetti generali del progetto e temi della valorizzazione

Il progetto di valorizzazione della media collina tra Savio e Bidente Come in altre aree marginali della collina, la tutela del paesaggio parte dalla constatazione che l’area possiede una notevole qualità e la sua valorizzazione sono legate a doppio filo con l’impegno e la ambientale e paesaggistica dovuta al deciso variare della geomor- sfida quotidiana degli imprenditori agricoli la cui presenza, presidio, fologia e degli usi agricoli e dalle numerose presenze naturali di attività e capacità di innovazione diventano indispensabili per per- pregio. Questi territori hanno infatti subito negli ultimi decenni tra- petuare i valori che questi territori esprimono. scurabili modifiche e compromissioni, e i suoi paesaggi sono forte- Va quindi premesso che le strategie, le azioni, gli obiettivi del pro- mente caratterizzati. Laddove presente, il degrado e l’impoverimen- getto di valorizzazione andrebbero accompagnate da un processo to paesaggistico è stato causato più dall’abbandono, dall’incuria e capillare e robusto di coinvolgimento attivo dei soggetti imprendi- dalla conseguente riduzione della varietà del paesaggio, piuttosto toriali, che ancora qui operano, e di richiamo per i nuovi potenziali che dall’eccessiva urbanizzazione e antropizzazione. La salvaguardia investitori. La pubblica amministrazione dovrebbe promuovere un di queste aree pare messa in pericolo più dal venir meno dell’azione ampio processo di partecipazione con l’obiettivo di pervenire a una umana che dalla sua eccessiva presenza. gestione del territorio completamente diversa, in cui si attivi una Nell’area di studio l’obiettivo generale è quindi la conservazione del sinergia virtuosa tra pubblico e privato. paesaggio, attraverso una tutela attiva che esige strategie, azioni ed Alla scala territoriale, la valorizzazione paesaggistica dell’area di stu- attori per essere conseguita. dio si può sintetizzare nell’obiettivo di mettere in rete e collegare i Lavori di gruppo durante la discussione sul progetto molteplici valori già presenti sul territorio; si tratta di riprogettare e ripensare strategicamente alcune infrastrutture, percorsi, tratti car- rabili così come di valorizzare alcuni sentieri già esistenti, caratteriz- zandoli per temi e rendendoli unici. Lavorare sui percorsi e sui collegamenti quali mezzi per attraversare e fruire il paesaggio, ed anche penetrarvi, pare la chiave di volta per rendere l’area più attrattiva e ridurne la marginalità. Dato atto dell’assenza di un elemento di forte attrattività e unicità (a fini turistici culturali/naturalistici), così come della mancanza di un’economia agricola trainante, si tratta di collegare fisicamente i valori riconosciuti e dare rilievo a quel patrimonio di memorie, aneddoti, tradizioni, ricordi che rammentano il mondo rurale della Romagna “di una volta” come patrimonio da conservare. La pecu- liarità dell’area risulta quindi quella di essere tanto ricca di valori fisici quanto - e forse ancor più - di quelli immateriali.

64 Il progetto di valorizzazione elaborato nel corso del laboratorio pun- ventano, per chi attraversa la zona, dei piccoli centri di servizio [SCHE- ta alla qualificazione dei percorsi pensati come tramite per riscoprire DA 5]: luoghi di ristoro, sosta, informazione, scambio intermodale. In questi paesaggi dimenticati, ricchi di storia e poesia, che rischiano di questa ipotesi anche gli edifici isolati non più utilizzati che si trovano perdere le loro caratteristiche per la difficoltà del mondo agricolo di lungo i percorsi assumono un nuovo ruolo e funzione. auto sostenersi e quindi per l’avanzare del bosco che conduce ad una In questo scenario il ruolo delle AZIENDE e degli IMPRENDITORI AGRI- semplificazione del paesaggio. COLI è particolarmente rilevante [SCHEDA 4]. A loro si chiede, prima A livello territoriale, quindi, il progetto di valorizzazione individua e defi- di tutto, un grande sforzo nel presidio e nella conservazione del paesag- nisce dei TRACCIATI, affidando ad ognuno un ruolo specifico: gio: il mantenimento delle aree agricole è essenziale per salvaguardare - La SP68 che collega San Romano (Valle del Borello) a Cu- quella varietà nel paesaggio che si sta progressivamente perdendo. sercoli (Valle del Bidente), come strada attrezzata, percorso nel D’altra parte però appare indispensabile un cambio di mentalità sulla paesaggio e anche via di accesso per i tratti su sentiero a piedi o conduzione dell’azienda: devono essere non solo accettate ma anzi in bicicletta [SCHEDA 1]. promosse e sostenute le diverse attività ad integrazione del reddito, le- - Il tratto di strada da Formignano a Linaro (SS71 fino a Borello e gate al turismo slow, alla vendita diretta di prodotti della propria azien- poi SP29), come strada da riqualificare quale percorso dal mare da e di quelle vicine, alla manutenzione e promozione dei sentieri. e dalla pianura verso la collina, in particolare nell’ottica dei ciclisti Il binomio PAESAGGIO DI QUALITÀ/PRODOTTO DI QUALITÀ potrà essere su strada, ma non solo [SCHEDA 2]. Momenti del laboratorio durante la discussione sul progetto - La rete di sentieri (da percorrere a piedi, a cavallo o in mountain bike) che, dipanandosi ad anello dalla viabilità principale, per- mettono di inoltrarsi in quei paesaggi che dalle strade carrabili appaiono come panorami e possono condurre il viandante in un viaggio nella memoria, nei ricordi, nelle favole, nella storia dei luoghi [SCHEDA 3]. Scendendo di scala, il progetto - per ogni diverso contesto - potrà pre- vedere tanto indirizzi e indicazioni di tipo generale, quanto azioni pro- gettuali puntuali ma tra loro coordinate, in particolare studiando i nodi dove i vari percorsi si intersecano e tenendo sempre in considerazione non l’infrastruttura in sé ma il paesaggio in cui si inserisce. Si manifesta così il fondamentale ruolo che il recupero e la rigenerazio- ne dei BORGHI STORICI giocano nella valorizzazione dell’area. Il borgo minerario di Formignano (che diventa la porta di accesso dalla pianura all’area di studio), Linaro, Ranchio e poi Pieve di Rivoschio, Voltre, di-

65 Paesaggio calanchivo nei pressi di Voltre racchiuso nell’immagine di ciò che sta nella tradizione, che è sano e e criticità riscontrate; queste analisi hanno suggerito le domande di fatto ‘come una volta’. Uno spirito imprenditoriale nuovo sarà la chiave progetto così come gli obiettivi di qualità paesaggistica a cui tendere. Si del possibile recupero di questa area marginale e della conservazione è infine tentato di dare risposte di tipo progettuale sia a livello di indirizzi del suo paesaggio. per la pianificazione o la programmazione, sia in termini più di dettaglio, Per approfondire i cinque temi di valorizzazione emersi, sono state pre- con proposte di azioni puntuali. disposte delle specifiche schede che hanno puntualizzato, per ogni am- bito progettuale (i collegamenti, i borghi, le aziende ...) le opportunità

66 CARTA DI PROGETTO legenda e dettagli

67 LA STRADA PROVINCIALE 68 DA SAN ROMANO A CUSERCOLI [SCHEDA 1] La strada attrezzata come strumento di valorizzazione paesaggistica

campo fotovoltaico sentiero non segnalato punto panoramico sulla edificio storico a 2,4 km da San Romano che si inoltra nei calanchi formazione marnosa-arenacea lungo strada

SAN Punto 1 Punto 2 Punto 3 Punto 4 ROMANO

L’infrastruttura Il paesaggio Criticità La SP 68 collega la Valle del Bo- to della tradizionale scarsa co- Percorrendo la strada in direzio- • La strada pur essendo un per- l’accesso ad aziende o punti rello (dalla località San Romano) municazione tra la media collina ne est-ovest, da San Romano corso panoramico nel paesag- di partenza di sentieri per la alla Valle del Bidente giungendo forlivese e cesenate. verso Cusercoli, si cammina per gio, è però concepita e trat- mobilità dolce. a Cusercoli. È una strada molto L’asse stradale che costituisce un primo tratto in costa; i pae- tata solo come un ‘nastro’ di • Non c’è l’interrelazione con il poco trafficata, anche per la scar- una sorta di spartiacque tra il saggi si aprono verso i boschi e collegamento intervallivo, ed è paesaggio circostante. sa permeabilità che le valli del paesaggio dominato dalla forma- i sempre più rari pascoli della poco utilizzato. • Il percorso non è dotato di Borello e del Savio (polarizzate su zione marnoso-arenacea e quel- formazione marnoso-arenacea. • Manca la segnaletica per la punti di ristoro e/o ludico- Cesena) hanno con la valle del Bi- lo dei terreni argillosi calanchivi, Dopo il bivio per Ranchio, la fruizione turistica, le segna- ricreativi. dente che ha invece come polo di consente di percepire i paesaggi strada diventa un percorso di lazioni dei punti panoramici, • La natura dei terreni provoca riferimento Forlì. caratterizzati dai due ambienti crinale con panorami notevoli le informazioni di tipo storico/ frequenti danneggiamenti al Nell’area di studio questo percor- geologici. Il percorso è collocato sui calanchi, di grande valore geologico/sulla memoria dei manto stradale e frane per so è stato però - sin dall’inizio – all’incirca al limite della zona di paesaggistico. Queste struttu- luoghi e culturali sono assen- le quali è necessario un ade- considerato come l’asse portante, medio-alta collina, caratterizzata re calanchive presentano un ti. guato e costante controllo e la “spina dorsale” di un sistema prevalentemente dal punto di vi- carattere “selvaggio” e poco o • Non sono presenti punti di manutenzione. territoriale e paesaggistico che si sta vegetazionale dalla presenza nulla antropizzato sia sotto il sosta attrezzati e strutturati. • Le strutture agricole sono a è deciso di tenere unito, a dispet- di boschi e pascoli. profilo insediativo sia agricolo. • Non ci sono indicazioni per volte fatiscenti e/o incongrue.

Punto 10 Punto 11 Punto 12 Punto 12bis

sacrario ai Caduti ingresso borgo di area antistante il cimitero a Pieve di Rivoschio a Pieve di Rivoschio Pieve di Rivoschio di Pieve di Rivoschio

68 LA STRADA PROVINCIALE 68 DA SAN ROMANO A CUSERCOLI La strada attrezzata come strumento di valorizzazione paesaggistica [SCHEDA [11]]

accesso ad bivio con la accesso ad allevamento azienda agricola strada provinciale 78 azienda agricola lungo la strada provinciale 78 Punto 5 Punto 6 Punto 7 Punto 9

Opportunità e occasioni di valorizzazione La SP 68 ha potenzialità di di- giche, la flora-fauna ecc. ventare un percorso attrezzato La presenza di castagneti e la da cui fruire e godere del pa- raccolta dei tartufi potrebbero esaggio che si attraversa. La costituire un interessante vola- scarsa quantità di traffico favo- no per l’offerta enogastronomi- risce la mobilità dolce. ca e ricettiva, da sviluppare an- La strada può diventare un che recuperando gli edifici con percorso a tappe da una valle caratteri storico-testimoniali all’altra dove si incontrano punti presenti nell’area con facile ac- di sosta panoramici e di parten- cesso dall’asse stradale. za per trekking a piedi o in bi- cicletta, sui percorsi è possibile inserire delle informazioni sulla storia, la cultura, la memoria collettiva, le emergenze geolo-

Punto 13 Punto 14 Punto 15 Punto 16

vista su uliveto e insediamento lungo la bivio per punto piccolo insediamento strada provinciale 68 Ranchio/Cusercoli panoramico

69 LA STRADA PROVINCIALE 68 DA SAN ROMANO A CUSERCOLI [SCHEDA 1] La strada attrezzata come strumento di valorizzazione paesaggistica

DOMANDE DI PROGETTO • Allacciare e mettere in re- lazione i due contesti della media collina cesenate e OBIETTIVI DI QUALITÀ PAESAGGISTICA forlivese. • Mitigare gli elementi detrattori del paesaggio. • Trasformare la SP68 in un percorso attrezzato a tappe • Conservare le visuali e i punti panoramici. che colleghi e faccia intera- • Migliorare e recuperare la qualità architettonica dei bor- gire i numerosi valori pa- ghi attraversati e renderli parte attiva del percorso nel esaggistici, naturalistici e paesaggio (luoghi di snodo, ristoro, informazioni ecc.). culturali che vi si affacciano • Aumentare e migliorare la qualità della vita dei residen- e possa essere codificato e promosso con opportune ti incentivando anche l’insediamento di nuovi abitanti e operazioni di marketing. nuove attività. • Individuare e valorizzare i • Permettere una migliore e maggiore fruizione del paesag- punti notevoli del percorso gio attraversato e percepito (dall’auto). anche in relazione alla mo- • Potenziare l’uso dei percorsi a piedi e in bici che permet- dalità di fruizione e all’uten- za. tono di “penetrare” in questi paesaggi e quindi di fruirli in • Coinvolgere e incentivare le modo diverso, così come di scoprirne di nuovi. aziende agricole che si af- facciano su questa strada nel processo di valorizzazio- ne ambientale e turistica.

Punto 17 Punto 18 Punto 18bis Punto 18ter

punto panoramico tratto di crinale punto di sosta punto sui calanchi con punti panoramici panoramico panoramico

70 LA STRADA PROVINCIALE 68 DA SAN ROMANO A CUSERCOLI La strada attrezzata come strumento di valorizzazione paesaggistica [SCHEDA 1]

RISPOSTE DI PROGETTO Azioni progettuali puntuali Indirizzi per la pianificazione stradale con l’obiettivo di mi- • Individuare i punti di par- che, testimonianze storico- • Individuare norme e incen- gliorare l’aspetto paesaggi- tenza per i sentieri con culturali. tivi per eliminare o mitigare stico del percorso attraverso parcheggio (Ciola, Linaro, • Potenziare e/o realizzare gli elementi cosiddetti de- i colori e le forme degli ele- Pieve di Rivoschio, Voltre) reti infrastrutturali tecnolo- trattori del paesaggio (per menti vegetali. e le aree di sosta lungo la giche ed informatiche. es. mitigazione con essenze • Riconoscere, tutelare e in- SP68 con progettazione arboree di capannoni/edifici centivare il recupero degli dell’arredo e del materiale impattanti, eliminazione di edifici di carattere storico te- informativo per la fruizione tralicci, cartelloni, cassonetti stimoniale anche prefiguran- e conoscenza dei luoghi. lungo strada, sostituzione dei do nuovi usi. • Dedicare e progettare pen- materiali e/o colori incongrui • Predisporre linee guida o in- sando a specifiche utenze negli edifici rurali/produttivi). dirizzi per la riqualificazione (famiglie, scolaresche, ci- • Censire e tutelare i punti pa- della segnaletica e dell’arredo cloturisti, anziani, disabili) noramici. stradale per la qualità edilizia i luoghi di sosta e i ‘punti • Predisporre linee guida per lungo il percorso. notevoli’ lungo il percorso. il corretto utilizzo e manteni- • Proporre una progetto co- mento dei suoli e per la con- ordinato di manutenzione duzione dei terreni agricoli intercomunale della strada. anche con lo scopo di preve- • Mitigare gli elementi detrat- nire il dissesto idrogeologico tori visibili lungo il percorso. attraverso il presidio e la ma- • Predisporre segnaletica per nutenzione dei luoghi. l’individuazione di Aziende • Incentivare la piantumazio- agricole con vendita diretta, ne di vegetazione autoctona punti di ristoro, punti pano- nella pertinenza dell’asse ramici, emergenze geologi-

Punto 19 Punto 20 Punto 21 VOLTRE

azienda agricola azienda agricola punto panoramico con allevamento di ovini nei pressi di Voltre nei pressi di Voltre

71 LA STRADA PROVINCIALE 29 DA FORMIGNANO A LINARO [SCHEDA 2] Dal mare alle colline attraversando storia e memoria dei luoghi

strada statale 71: punto di edificazione recente insediamento lineare vegetazione non autoctona accesso ad un’azienda agricola sulla strada statale 71 nel borgo di Gallo nel borgo di Gallo

FORMIGNANO Punto 2 Punto 3 Punto 3bis Punto 3ter

L’infrastruttura Il paesaggio Il percorso si avvia sul tratto della Il tratto della SS71 fino a Borello di Borgo delle Rose dove preval- comunque la natura selvaggia. Si calanchi. L’abitato di Linaro, di SS71 che da Formignano giunge è il tipico tratto di strada che at- gono gli insediamenti residenziali ha l’impressione di un paesaggio origine difensiva, con la sua for- fino al centro di Borello; per chi in traversa un ambito periurbano, sia- degli anni ’70; la strada si attesta precario, in bilico, mutevole, dove ma compatta, appare come una auto proviene dalla E45 la porta mo infatti nella periferia di Cesena. a ridosso del lato acclive, mentre in qualsiasi momento qualcosa può muraglia che chiude la vallata. settentrionale verso l’area di studio L’edificazione è prevalentemente il torrente scorre sul lato opposto, cambiare. Poco prima di Osteria di Da qui in avanti (verso la fon- può essere invece l’uscita a nord di su strada, lineare, disomogenea; dove la morfologia è più dolce, gli Piavola la strada, dopo un breve te) la vallata del Borello diventa Borello. Si prosegue quindi per la laddove l’edificazione si interrom- attraversamenti sul torrente sono tratto in piano, sale per portarsi stretta e fortemente incisa nel SP 29 e si incontrano gli insedia- pe si aprono squarci di campagna frequenti. Nel paesaggio si alterna- subito in posizione sicura di crinale terreno. Da Linaro si può osser- menti Borgo delle Rose, Osteria di variamente coltivata, con visuali no scarpate fluviali coltivate, calan- o mezzacosta, talvolta in equilibrio vare la vallata del Borello che si Piavola, San Romano per giungere, sulle vicine colline. Passando, a chi aspri e selvaggi, un’edificazione tra due crinali. Gli attraversamenti apre verso nord. seguendo il corso del torrente, a Borello, dalla SS 71 alla SP 29 il molto rada; la strada attraversa poi sono ottimi elementi da conside- Linaro. paesaggio cambia radicalmente: un’area calanchiva rimanendo alla rare per la rete dei percorsi. Nei Da qui la SP 29 procede verso si percepisce chiaramente il pas- destra del fiume. Gli insediamenti pressi di San Romano si intravede Ranchio e a Sarsina attraverso la saggio dall’ambito periurbano della rurali sono praticamente assenti. un cambio di paesaggio: sembra SP 128, in un tragitto meno battu- pianura al paesaggio rurale della Le rare case sparse si attestano sul un gradino di colore diverso, più to rispetto alla valle del Savio. collina. Si incontra quindi l’abitato crinale libero da calanchi. Prevale verde che prevale sul territorio dei

Punto 8 Punto 9 Punto 10 Punto 11

Borgo delle Rose vista verso est accesso a via Castellaccio edifici aziendali lungo strada lungo il Borello da Borgo delle Rose presso Borgo delle Rose presso il Borgo delle Rose

72 LA STRADA PROVINCIALE 29 DA FORMIGNANO A LINARO Dal mare alle colline attraversando storia e memoria dei luoghi [SCHEDA 2]

area di sosta insediamento lineare lungo deviazione lungo crocevia tra la strada statale 71 nel borgo di Gallo la strada statale 71 a Borello la via Luzzena e la strada provinciale 29

Punto 4 Punto 5 Punto 6 Punto 7

Criticità Opportunità e occasioni di • L’edificazione lungo strada è percorso non si è tentato di ar- • In generale c’è un senso di valorizzazione disomogenea per caratteri monizzare l’edificazione nuova precarietà, poca cura e manu- • Restauro e valorizzazione del • Aree di sosta e slarghi poco tipologici e qualità architet- con quella tradizionale preesi- tenzione del territorio attraver- Villaggio Minerario di Formi- utilizzati. tonica; vegetazione non au- stente. sato e dei manufatti edilizi. gnano quale caposaldo di • Valorizzazione dei percorsi toctona è spesso presente • La strada non è mai pensata • Le aziende agricole che si af- accesso e fruizione all’area presenti che dal fondovalle nelle aree verdi private, in e progettata in relazione al facciano sul percorso non col- di studio. A questo recupero si sviluppano sui crinali attra- generale gli insediamenti paesaggio attraversato. Non gono l’occasione per farne una si affianca il tema dei per- verso le formazioni calanchi- lineari annullano i caratteri coglie mai l’occasione per cre- vetrina della loro attività. corsi legati alla storia e alla ve. La presenza dei ponti fa- tipici e creano paesaggi ano- are degli spazi di fruizione della • Edifici in abbandono nei centri memoria del lavoro nelle mi- cilita la rete di connessione. nimi, se non stranianti. campagna. abitati che hanno perso la loro niere di zolfo del cesenate. • L’arredo urbano (illumina- • Lungo il percorso non si trova funzione originaria, ad esem- • Mantenimento delle visuali zione stradale, ma anche la cartellonistica informativa, né pio mulini e magazzini/spacci libere sul paesaggio rurale. segnaletica stradale) è poco punti di sosta e servizi per i di prodotti agricoli. Hanno for- • Qualità del paesaggio che si curato e manutenuto; non ciclisti. È del tutto assente la ma caratteristica e testimonia- apre sulle aree calanchive. c’è ricerca di qualità. segnaletica per il turismo e no economie agricole non più • Possibilità di riutilizzo di alcu- • Negli insediamenti lungo il l’escursionismo. al passo con i tempi. ni edifici storici abbandonati su strada.

Punto 12 Punto 13 Punto 14 Punto 15

panorama verso le colline torrente Borello dalla strada provinciale accesso ad insediamento lineare lungo la strada da Borgo delle Rose 29 presso Borgo delle Rose un’azienda agricola provinciale 29 a Osteria di Piavola

73 LA STRADA PROVINCIALE 29 DA FORMIGNANO A LINARO [SCHEDA 2] Dal mare alle colline attraversando storia e memoria dei luoghi

DOMANDE DI PROGETTO • Mitigare il senso di precarietà e degrado che si percepisce nel percorso, sia attraverso manufatti che con la cura del territorio. OBIETTIVI DI QUALITÀ PAESAGGISTICA • Rendere il percorso più gra- • Permettere una migliore e maggiore fruizione del pae- devole e fruibile per i ciclisti con azioni puntuali coordinate, saggio attraversato e percepito (sentieristica per trek- al fine di creare un itinerario king, bicicletta, mountain bike, automobile). preferenziale dal mare verso • Mitigare l’impatto di alcune strutture e insediamenti le colline e Sarsina, in cui sia lungo strada. possibile godere di vari servi- • Conservare il paesaggio attraverso la riproposizione zi legati alla specifica attività delle pratiche agricole tradizionali (prevalentemente sportiva (sosta, ristori, segna- legate al seminativo). lazione di itinerari, ciclo-offici- ne), e di occasioni di visita. • Valorizzare di elementi storico culturali ed architetto- • Coinvolgere le aziende agrico- nici quali chiese, pilastrini, maestà, cellette (elementi le che si affacciano su questa del percorso), i cimiteri come luoghi della memoria strada nel processo di valoriz- (molti dei quali oggi abbandonati e non più utilizzati). zazione. • Accompagnare la valorizzazio- ne del territorio con azioni di coinvolgimento dei residenti.

Punto 16 Punto 17 Punto 19

punto di sosta edificio storico crocevia per Voltre lungo la strada provinciale 29 lungo la strada provinciale 29 non utilizzato nei pressi di San Romano

74 LA STRADA PROVINCIALE 29 DA FORMIGNANO A LINARO Dal mare alle colline attraversando storia e memoria dei luoghi [SCHEDA 2]

RISPOSTE DI PROGETTO Azioni progettuali puntuali nuovo ruolo tra paesaggio e Indirizzi per la pianificazione • Predisporre segnaletica e percorso. • Predisporre una palette di cartellonistica lungo la stra- • Accompagnare la valorizza- materiali e colori da utiliz- da di fondovalle SP 29 con zione del territorio attraver- zare per la segnaletica, le indicazione esplicativa dei so azioni di coinvolgimento informazioni, l’edilizia. luoghi (Borgo delle Rose, S. degli abitanti nella forma • Evitare nuove edificazioni Romano, ecc.); della partecipazione attiva incentivando il recupero. • Mettere a disposizione ter- anche per la ricostruzione Riqualificazione e riordi- reni demaniali per favorire della memoria dei luoghi e no dei manufatti precari l’imprenditoria giovanile del vissuto. nell’ambito della corte. come volano per un pro- • Coinvolgere associazioni e • Prevedere un Piano del co- getto di valorizzazione più comitati locali per attivare lore condiviso. ampio. forme di recupero di strut- • Sostituire le essenze ar- • Coinvolgere le aziende agri- ture dismesse e di spazi boree incongrue con spe- cole nel processo di valoriz- pubblici poco utilizzati (lo cie autoctone (evitando le zazione di prodotti della tra- spazio pubblico è una ri- piante esotiche). dizione, ad esempio grani sorsa che è presente e non antichi (Senatore Cappelli), costa nulla), dando ampio creando un marchio locale. spazio alle associazioni che • Riutilizzare edifici storici si occupano di valorizzazio- lungo strada abbandonati. ne del territorio. • Riprogettare spazi lungo strada (nodi, accessi, in- croci e slarghi) che possa- no prestarsi ad essere tra- sformati per assumere un

Punto 20 Punto 21 Punto 22 Punto 23 LINARO

punto di sosta attività di ristorazione lungo borgo vista di Linaro dalla nei pressi di Linaro la provinciale all’ingresso di Linaro di Linaro strada per Ranchio

75 INOLTRARSI NEL PAESAGGIO [SCHEDA 3] I sentieri tra boschi e calanchi, tra fiabe, storia e memoria

La sentieristica L’area di studio è ricca di sentieri che possono essere percorsi, a seconda delle loro caratteristi- che, a piedi, in mountain bike, a cavallo. L’area a nord, calan- chiva, pur di grande fascino, è meno fruibile sia per problemi legati alle alte temperature esti- ve (per l’assenza di alberi), sia per l’attività venatoria qui molto intensa che rende l’area poten- zialmente pericolosa. Questa Sopra mappa del sentiero tra area può essere adatta a “mini Linaro e Pieve di Rivoschio -trekking” per arrivare a mete ben definite (cascata, punto A destra mappa del sentiero nella zona di panoramico, pieve); non esi- Mercato Saraceno a Ciola stono però strutture o sentieri segnalati. I principali percorsi trovati nell’area d’interesse sono: Le attività escursionistiche sono invece più agevoli nella zona Percorso 1 - pedonale GIAGGIOLO – MONTEVECCHIO - M.te SAM- Percorso 5 - percorso delle miniere abbandonate . CIOLA-M. della formazione marnoso are- BUCHETO percorso storico per la Rocca Malatestiana (Torre) e pa- BELVEDERE-M CANELLA caratterizzato dalla presenza di oggetti nacea, ricca di boschi. I sentieri noramico per il M. Sambucheto dal quale sono visibili i rilievi della e mezzi evocativi della storia e degli ambienti lavorativi delle mi- sono numerosi e segnalati an- Croazia e delle Alpi. niere. che grazie al lavoro reso dispo- Percorso 2 - SP 76 carrabile panoramica CIVITELLA di R.- M.te Percorso 6 - RANCHIO- CAVALEGNO-CAMPO FIORE- RIVOSCHIO nibile su web da volontari http:// SAMBUCHETO-SEGUNO, patrimonio di storie, memorie, aneddoti, VECCHIO-LINARO. www.id3king.it/. Questi percorsi a M.te FAGGIA si trova una quercia monumentale (400 anni), a Percorso 7- Sentiero del tasso ad anello chiuso al sud-est di LI- hanno spesso come punto di Seguno si narrano delle vicende comiche realmente accadute e NARO. partenza (e di arrivo) i borghi tramandate dei cosiddetti Matti di Seguno. Percorso 8 - percorso di Plauto, Sarsina-Borgo Calbano. storici della zona. Percorso 3 - CUSERCOLI-NESPOLI-CASTELLARO-M.te SAMBUCHE- Percorso 9 - percorso delle Marmitte dei Giganti scavate dal corso TO – TREBBIOLI - M.te FAGGIA - CIGNO - SEGUNO con la peculiari- d’acqua nel membro di Fontelice della Formazione Marnoso Are- tà dei ciliegi riconosciuti a livello nazionale i cui frutti, nel periodo di nacea lungo il Fosso della Corcetta, a Sud di Sarsina potrebbero raccolta, si vendono anche sul ciglio della strada. costituire un Geosito). Percorso 4 - pedonale fluviale sul RIO CAVO -PIEVE DI RIVOSCHIO - Percorso 10 – Cammino di San Vicinio. RIVOSCHIO VECCHIO- LINARO.

76 INOLTRARSI NEL PAESAGGIO I sentieri tra boschi e calanchi, tra fiabe, storia e memoria [SCHEDA 3]

Il paesaggio Criticità Opportunità e occasioni di Attraverso i sentieri è possibi- Percorsi alternativi possono es- • Scarsa possibilità di pas- valorizzazione le inoltrarsi nei panorami che sere in area calanchiva, lungo il seggiate panoramiche nella • Ricchissimo patrimonio di prossimità di questi dalle strade carrabili si godo- reticolo idrografico minore, e un zona dei calanchi, a causa storie, memorie, aneddoti percorsi. no, sia verso i calanchi, sia percorso plautino. dell’attività venatoria. che si riferiscono a queste • Presenza di alcuni prodotti nei boschi delle colline della Il percorso Plautino parte dal • Ampia estensione spazio- aree. gastronomici tipici. formazione marnoso arena- centro storico di Sarsina dove si temporale dell’attività ve- • Punti panoramici, cea. L’interesse paesaggistico visita il centro Studi Plautini per natoria. emergenze architettoniche degli itinerari può essere le- acquisire informazioni sulla Storia • Assenza di strutture ricet- e naturalistiche di notevole gato a una meta (una pieve, di Plauto e le sue commedie, si tive e segnaletica nell’area valore. una cascata, punti panorami- attraversa poi Piazza T.M. Plauto dei calanchi. • Attività di volontariato ci come Monte Sambuche- e si percorre Via Guerrin Cappello • Sottoutilizzo e scarsa pro- e accompagnatori to e Monte Petra) oppure al dove si può ammirare la vecchia mozione dei sentieri esi- professionisti che tentano semplice immergersi in ter- residenza di Plauto; tornando stenti. di promuovere i sentieri. ritori poco antropizzati dove in Piazza Plauto si percorre Via • Scarsissime azioni di mar- • Aziende agricole che l’attività agricola è auspicabile Cesio Sabino dove, di fronte al keting territoriale per far esercitano l’attività in per dare varietà e molteplici- museo Archeologico Nazionale, è conoscere questi percorsi. tà al paesaggio attraversato. possibile ammirare il monumen- • Rischio che il trekking inter- L’aspetto più peculiare sem- to a Plauto in parte costituito da ferisca con l’attività pasto- bra però essere quello legato un’antica colonna di origine gre- rale. alla storia e alla memoria dei ca. Percorrendo la strada di Via • Reticolo idrografico minore luoghi: i percorsi della transu- Don Barucci e di Via Mazzini si completamente ignorato manza, quello legato al culto raggiunge nel Borgo di Calbano con la conseguente man- di San Vicinio, un itinerario l’arena Plautina, sede di tradizio- canza di individuazione di lungo i luoghi della Linea go- nali commedie di Plauto nei mesi aspetti geomorfologici, fau- tica, un sentiero che arriva a estivi. nistici e botanici. Seguno, patria degli omonimi ‘matti’ protagonisti di svariate storielle e aneddoti.

A sinistra cascata di Rio Cavo A destra escursionisti lungo i sentieri

77 INOLTRARSI NEL PAESAGGIO [SCHEDA 3] I sentieri tra boschi e calanchi, tra fiabe, storia e memoria

DOMANDE DI PROGETTO • Coinvolgere le aziende RISPOSTE DI PROGETTO • Tematizzare i percorsi, per agricole che lavorano nelle Indirizzi per la pianificazione Azioni progettuali puntuali renderli unici e attraen- aree percorse dai sentieri, • Inserire i sentieri nella rete • Coinvolgere le aziende agri- go i percorsi, foresterie ti rispetto all’offerta che è sia nella manutenzione che escursionistica dell’Emilia- cole che si affacciano lun- per attività didattiche di possibile riscontrare in tutte nella promozione e fruizio- Romagna fornendoli delle go i percorsi in modo che educazione ambientale, le aree collinari e montane ne. caratteristiche necessarie. percepiscano i sentieri e i osservatori astronomici, regionali (e non solo), utiliz- • Organizzare una rete infor- • Promuovere i percorsi ca- visitatori come una oppor- escursioni diurne e not- zando il grande patrimonio mativa e segnaletica ade- ratteristici di tutto il terri- tunità di sviluppo della loro turne per l’osservazione di favole, storia e memoria guata e tematizzata (lungo torio portandoli in rete e attività e non come un di- della fauna. di questi luoghi. le strade carrabili e i sen- proporli nel progetto “Cam- sturbo. • Promuovere e sponso- • Definire e predisporre sen- tieri). mini d’Europa”, attraverso • Dotare i percorsi di un buon rizzare opere di land art tieri “dedicati” per diverse il quale si potrebbero otte- livello di servizi in modo da sulle aree calanchive che utenze (anche deboli) (sen- nere i finanziamenti per sti- facilitare l’individuazione di potranno essere inserite tieri adatti alla mountain molare l’interesse dei gio- aree di sosta, tavolini per con particolare riferimen- bike, ai cavalli, alle pas- vani e/o degli imprenditori pic nic, informazione, punti to al contesto paesaggi- seggiate, alle carrozzine per con la consapevolezza che di osservazione di particola- stico. disabili e per i passeggini). questo tema possa costitu- ri paesaggi e panorami. • Predisporre segnaletica ire un’opportunità di occu- • Tematizzare i sentieri anche didattica sia classica che pazione e sviluppo (il Cam- attraverso opportuna car- interattiva attraverso stru- mino di San Vicinio, Strada tellonistica che “racconti menti informatici del tipo dei vini e sapori, Sentieri una storia” lungo il percor- totem o app per telefoni della memoria). so. cellulari. • Promuovere attività spor- • Promuovere attività di stu- OBIETTIVI DI QUALITÀ PAESAGGISTICA tive organizzando trekking, dio naturalistiche, in am- manifestazioni podistiche, bienti poco antropizzati • Manutenzione, presidio e valorizzazione del paesaggio ciclistiche, ippiche, arram- quali musei botanici, geo- attraverso la promozione dei sentieri. picata su pareti rocciose, logici, paleontologici lun- • Valorizzazione e tutela degli elementi storici, sociali, sci d’erba. culturali che si incontrano lungo i sentieri. • Attenzione alle problematiche idrogeologiche. • Valorizzazione dei geositi della zona.

78 79 L’ATTIVITÀ AGRICOLA [SCHEDA 4] Dalla precarietà a possibili nuove prospettive

I suoli e l’attività agricola Il paesaggio in relazione alle produ- Criticità nell’area di studio zioni agricole e agli allevamenti • Età media dei conduttori L’area di studio attiene al pa- intuire la disposizione, nell’are- Il paesaggio della collina da ni di un tempo e tramandate agricoli troppo alta; esaggio agrario della collina. Il ale, del sistema forestale, dei Formignano a Cusercoli si apre, di generazione in generazione, • Assenza di imprenditoria primo elemento caratterizzan- prati e delle aree agricole, che per il visitatore che lo raggiunge il più delle volte per necessi- giovanile; te è rappresentato dai suoli, vede una maggiore frammenta- dalla pianura, con uno scena- tà, piuttosto che per un vera e • Limiti nel management rientranti nell’Unità 5Ac del zione della copertura forestale, rio assolutamente calanchivo propria vocazione agreste. Po- aziendale - scarso impiego Sottogruppo 5A dei suoli della a favore di un utilizzo a semina- e quindi praticamente privo di che sono le realtà veramente degli input produttivi e del Regione. Sono moderatamente tivo e a prato – pascolo, dove è vegetazione, per caraterizzarsi, imprenditoriali, nell’accezione know-how imprenditoriali; ripidi, con pendenza che varia possibile praticare l’agricoltura, nelle aree prossime agli am- moderna del termine, realizzate • Localizzazione incongrue tipicamente dal 10 al 35%; pro- viste le estese aree a calanchi, bienti pedemontani, con una e sviluppate con criteri raziona- degli allevamenti (crinali, fondi o molto profondi; a mo- presenti nella media e bassa vegetazione più definita e lus- li ed aiutate, il più delle volte, percorsi panoramici); derata disponibilità di ossigeno; collina. Non va dimenticato il sureggiante. È proprio in queste dalle politiche agricole comuni- • Limitata possibilità di frui- calcarei; moderatamente alca- ruolo che svolge la zootecnia, aree di transizione che incon- tarie. zione delle aree calanchive lini. Hanno un’elevata variabili- nelle descritte aree a pascolo triamo diverse realtà agricole, per effetti geomorfologici tà in particolare per la tessitu- e, per la parte della bassa col- per lo più rappresentate da con prevalenza di sfrutta- ra (fine o media). Localmente lina, il comparto avicolo, che aziende esistenti da sempre, mento intensivo ovicaprino sono dolcemente ondulati, non rappresenta una delle realtà frutto delle vecchie conduzio- nelle aree calanchive meno Aziende agricole nei pressi di Voltre calcarei e da neutri a debol- nazionali più avanzate. Il terri- accidentate; mente alcalini negli orizzonti su- torio analizzato, nel comparto • Limitati allevamenti di bo- perficiali, calcarei e fortemente agro – zootecnico, rappresenta vini da carne di razza ro- alcalini e/o ghiaiosi nella parte una realtà evoluta praticamente magnola per effetto della inferiore degli orizzonti profon- solo nel settore vitivinicolo. Ol- diminuzione dei consumi di di; il substrato è salino. Si sono tre a questo sistema produttivo, carni di pregio; formati in materiali derivati da non se ne riscontrano altri che • Digital divide, ovvero il diva- rocce prevalentemente argillo- concorrono a delineare un qua- rio esistente tra chi ha ac- se e marnose, ad assetto ca- dro economico soddisfacente, cesso effettivo alle tecnolo- otico, inglobanti rocce calcaree di egual misura. È importante gie, all’informazione e chi ed arenacee. L’uso attuale è in sottolineare che la maggiore invece ne è escluso, in que- prevalenza di tipo agricolo, con concentrazione di aziende è in sto caso dovuto, soprattut- seminativi e subordinati vigneti; pianura e diventa progressiva- to, al livello d’istruzione, l’uso forestale è limitato a suo- mente più rada verso la collina qualità delle infrastrutture li con elevate pendenze o alle e la montagna. ed alla provenienza geogra- quote più elevate. Ogni area fica. di questa unità include estese aree a calanchi. È quindi facile

80 L’ATTIVITÀ AGRICOLA Dalla precarietà a possibili nuove prospettive [SCHEDA 4]

Opportunità e occasioni di DOMANDE DI PROGETTO RISPOSTE DI PROGETTO colture estensive (prati pa- valorizzazione • Evitare l’abbandono dell’at- Indirizzi per la pianificazione scoli e seminativi), e alla In generale il territorio della collinare andrebbe senz’altro tività agricola e rafforzare il • Piano di manutenzione dif- promozione dell’agricoltura bassa e media collina può tro- valorizzato nei siti e nei percor- presidio e la manutenzione fusa del territorio in carico integrata e/o biologica valo- vare una realtà economicamen- si. La sfida è far in modo che dei suoli. alle aziende agricole che rizzando cultivar ancestrali. te vantaggiosa, escludendo l’at- gli agricoltori possano trovare • Sviluppare una relazione tra ricevono incentivi. • Riqualificazione e miglio- tività vitivinicola, solo attraverso un ruolo in questo processo di paesaggio di qualità e pro- • Linee guida per l’inserimen- ramento dei castagneti da la valorizzazione dei prodotti di promozione territoriale. dotto di qualità. to paesaggistico dei ma- frutto esistenti, grazie alle nicchia: si ricordano le coltiva- • Incentivare l’imprenditoria nufatti (contesto, relazioni, cure colturali ed alla recen- zioni di ceraseti, nelle colline • Produzioni tipiche loca- giovanile anche attraverso forme, colori, materiali, te introduzione della lotta di Civitella di R. e di castagne- li quali: ciliegie, castagne nuove opportunità e relazioni skyline). biologica alla vespa cinese. ti, nelle aree prossime a Pieve DOP, tartufi, formaggi e con le Amministrazioni. • Riqualificazione delle aree di Rivoschio. Le aree rupestri marginalmente carni bovine Azioni progettuali puntuali calanchive sottratte agli uti- andrebbero senz’altro favorite ed ovicaprine; • Partenariato tra ammini- lizzi agricoli, attraverso rim- con rimboschimenti, incentivati • Rimboschimenti. strazione pubblica ed as- boschimenti con essenze dalle politiche agricole. L’indi- sociazionismo su progetti autoctone, a potenziamen- scutibile fascino del paesaggio specifici di riqualificazione to dei corridoi ecologici ed di percorsi storici, luoghi arricchimento della qualità della memoria, antiche per- ecosistemica. correnze. • Valorizzazione dei prodotti • Convenzioni e accordi con gastronomici tipici e della OBIETTIVI DI QUALITÀ PAESAGGISTICA i Comuni per la fornitura cucina attraverso manife- • Sostanziale tutela del paesaggio attuale, anche attra- di specifici servizi legati al stazioni eno-gastronomi- verso il rafforzamento dell’azione di presidio e il recu- presidio e manutenzione che. del territorio. • Realizzazione di percorsi pero e la valorizzazione degli insediamenti aziendali • Estensione e potenziamen- formativi specifici rivolti agli esistenti. to rete digitale o comunque imprenditori agricoli favo- • Mantenimento dei rapporti tra le varietà colturali (se- sistemi di comunicazione rendo l’inserimento dei gio- minativi, pascoli, frutteti, bosco) che caratterizza que- immateriali. vani. sto paesaggio. • Valorizzazione delle colture • Conservazione del paesaggio agrario di qualità. tradizionali da frutto (es. ceraseti, castagneti) attra- • Nuova edificazione aziendale coerente con il contesto verso i contributi previsti paesaggistico. dal PSR. • Mantenimento dei contri- buti esistenti finalizzati alle

81 IL RECUPERO E LA RIVITALIZZAZIONE DEGLI INSEDIAMENTI STORICI [SCHEDA 5] I borghi come centro servizi

Gli insediamenti Il paesaggio I Borghi Criticità I principali centri dell’area inda- Nell’analisi sui valori del territorio, Ranchio, circondata da boschi e contiene una piccola arena dove • Progressivo abbandono dei gata si trovano - com’è naturale alcuni centri (in particolare Sarsi- arroccata su un massiccio spero- nel periodo estivo vengono svolte centri più piccoli e cessa- - lungo le valli: Mercato Saraceno na, Mercato Saraceno, ma an- ne di pietra arenaria, è nota per il manifestazioni e rappresentazio- zione delle attività commer- e Sarsina nella Valle del Savio, che Ranchio, Linaro, Ciola, Pieve pane di grano romagnolo e per la ni teatrali. In particolare questo ciali. Cusercoli e Civitella in quella del di Rivoschio) sono riconosciuti sagra della castagna che si svol- centro è noto per il pregiato ar- • Tipologie e finiture degli Bidente. come poli attrattori di numerosi ge ad Ottobre. tufo bianco e le castagne, con le edifici costruiti nel dopo- Nel nostro studio hanno però valori riconosciuti e condivisi. A Pieve di Rivoschio si giunge, sia relative manifestazioni e sagre. guerra non sempre coerenti acquisito rilevanza i piccoli e Le tipologie insediative dei borghi da est che da ovest, attraverso Ciola, da cui si domina il paesag- con le tipologie storiche. piccolissimi insediamenti che si storici, ancor oggi molto compat- un percorso panoramico; il centro gio verso nord, si caratterizza per • Assenza di qualsiasi servizio trovano o lungo la valle del Borel- te, si sono solo debolmente sfi- è ricordato per le vicende legate la vicina fonte e monte di San per il viandante/turista. lo (Linaro e Ranchio), o nei per- lacciate per la presenza di alcuni alla VIII Brigata Partigiana Gari- Vicinio (Musella) e la straordina- • Carenza di reti di telecomu- corsi trasversali, come è il caso edifici più recenti edificati lungo baldi. Il Parco della Resistenza e ria Pieve di Montesorbo, mete di nicazioni/internet. di Ciola sulla SP53 tra Mercato strada. I centri sono generalmen- della Pace, nei pressi del paese interesse rilevante del Cammino • Carenza di servizi e attività e Linaro, o Pieve di Rivoschio e te di consistenza molto ridotta e offre spazi da riqualificare e riuti- di San Vicinio. commerciali che non ren- Voltre lungo la provinciale 68 che questo contribuisce ad integrarli lizzare. Eretto in onore dei caduti L’abitato di Linaro, di origine di- dono autonomi e indipen- unisce San Romano e Cuserco- nel paesaggio rurale. della seconda guerra mondiale, fensiva, è una delle più antiche denti gli abitanti dei piccoli li e il Borgo di Calbano lungo la località della valle del Borello; borghi. strada provinciale 128, Sarsina- l’insediamento, con la sua for- • Criticità della viabilità mi- Ranchio. ma compatta, appare come una nore dovuta alla natura Rilevante è l’insediamento della muraglia che chiude la vallata. In instabile dei terreni (frane, miniera di Formignano. I piccoli questo borgo sono presenti alcu- smottamenti, ecc.) borghi di origine storica, legati ne tipiche attività di ristorazione, alla ruralità, hanno subito negli Borgo di Ciola con attenzione particolare ai pro- ultimi anni un continuo declino dotti locali. della popolazione e – di conse- guenza – deterioramento della funzione di presidio e di servizi Borgo di Linaro per gli abitanti e le aziende agri- cole della zona. Questi abitati sono composti da costruzioni più o meno antiche e corpi di fabbrica risalenti a fine 1800 e prima metà del 1900, ed in parte ampliati dagli anni 1960 in poi.

82 IL RECUPERO E LA RIVITALIZZAZIONE DEGLI INSEDIAMENTI STORICI I borghi come centro servizi [SCHEDA 5]

Opportunità e occasioni di DOMANDE DI PROGETTO RISPOSTE DI PROGETTO Azioni progettuali puntuali valorizzazione • Impedire lo spopolamento Indirizzi per la pianificazione • Progettazione attenta degli • Riutilizzo di edifici in disuso borghi, per la creazione di dei borghi e la perdita sia • Predisporre Linee guida per spazi pubblici e delle strade per varie attività e servizi di attività imprenditoriali con materiale che identitaria di il recupero e la progettazio- con l’obiettivo di qualificarle potenziamento al turismo. funzioni di servizio. questi insediamenti. ne nei borghi, in relazione come aree per l’espletamen- • Rafforzamento della rete • Diffusione del patrimonio • Definire un nuovo ruolo ai al contesto paesaggistico. to di funzioni di servizio per i dei sentieri e della mobilità della memoria legato ai borghi nell’ambito della va- • Mettere a punto misure residenti e per i viandanti. dolce che può essere mo- luoghi (storici e della cultu- lorizzazione dell’area. economiche per incentivare • Riqualificazione degli spazi di tore per un recupero dei ra contadina). • Mantenere e valorizzare i il recupero ed il riuso (es. sosta lungo le vie principali, Cusercoli caratteri propri e distintivi per chi restaura le facciate progettando per questi nuo- di ogni insediamento attra- eliminare la tassa di occu- ve funzioni (parcheggi auto / verso l’apprezzamento del pazione di suolo pubblico moto /bici; a snodo intermo- paesaggio ordinario. per i ponteggi, per chi re- dale; punto informativo costi- cupera un edificio esenta- tuito da pannello e/o presen- re per anni dal pagamento za di operatori…). dell’IMU, ecc.). • Restauro dei borghi. • Progettazione della vegeta- zione negli spazi pubblici e privati (affacci sui tracciati principali, decoro delle corti pertinenziali). OBIETTIVI DI QUALITÀ PAESAGGISTICA • Incremento e miglioramento • Mantenere e migliorare la consistenza fisica e la vitalità dei servizi per chi abita que- dei centri restituendone ruolo e valore nel rapporto con il ste zone, magari attraverso la paesaggio circostante. creazione di un consorzio fra • Mantenere e rafforzare alcuni prodotti tipici e sagre (pane gli abitanti per la gestione di di Ranchio, sagra delle castagne o dei tartufi). servizi di uso comune. • Rifunzionalizzare gli edifici abbandonati e in avanzato sta- • Creazione di un “marchio di to di degrado. qualità” intercomunale per • Rivitalizzare e dare una nuova funzione di servizio ai pic- la valorizzazione dei borghi coli spazi pubblici dei borghi. dell’area di studio, espressio- • Valorizzare i punti panoramici sui borghi e viceversa dai ne di tutte le peculiarità pos- centri verso il paesaggio circostante. sedute del territorio in esame, che coinvolga i cinque sensi, tutti fondamentali per il godi- mento del paesaggio.

83 Bibliografia per approfondire

PAESAGGIO RURALE ED AGRIURBANO del pasaggio agrario dalla mezzadria agli scenari futuri, Università degli - Institut d’Aménagement et d’Urbanisme de la Région d’Île-de-France, Studi di Perugia, Dipartimento di Scienze Economico-Estimative e degli 2005, Les Programmes agriurbains: un partenariat entre agriculteurs Alimenti (DSEEA) et collectivités, un nouveau mode de gouvernance: 10 exemples fran- - A. Magnier M. Morandi, Paesaggi in mutamento. L’approccio paesag- ciliens, IAURIF, Paris gistico alla trasformazione della città europea, Franco Angeli, Milano - Barberis, C., 2009 (a cura di), La rivincita delle campagne, Donzelli 2013 Editore - Tassinari P. (a cura di), 2008, Le trasformazioni dei paesaggi nel - Di Gennaro A., 2012, La misura della terra, Clean Edizioni territorio rurale: le ragioni del cambiamento e possibili scenari futuri, - Donadieu P., 2013, Campagne Urbane, Donzelli Editore Roma, Gangemi Editore - Magnaghi A. (a cura di), 2010, Patto città campagna: un progetto di - Ilaria Di Cocco (Segretariato regionale del MiBACT) bioregione urbana per la Toscana centrale, Alinea, Firenze AGRICOLTURA E PAESAGGIO - Oneto, G. 2001, Manuale di architettura del paesaggio, Firenze, Ali- - Baldeschi P., Poli, D., (a cura di), 2008, “Agricoltura e paesaggio - nea Contesti. Città, territori, progetti”, in Rivista del Dipartimento di urba- - Sereni E., 2003, Storia del paesaggio agrario italiano, Roma, Laterza, nistica e pianificazione del territorio - Università di Firenze, n. 1/2008 (11° edizione) - Larcher F. (a cura di), 2012, Prendere decisioni sul paesaggio. Spe- - Slicher van Bath, B. H., 1972, Storia agraria dell’Europa occidentale rimentazione interdisciplinare per la gestione del paesaggio viticolo, (500-1850), Milano-Bari, Einaudi Franco Angeli, Milano - Waldheim Ch., 2010, “Notes Toward a History of Agrarian Urbanism”, - Chiorino F. Cantine Secolo XXI – architetture e paesaggi del vino, in Bracket1, On Farming, Barcelona, Actar. Scaricabile sul sito: http:// Electa, 2011 isites.harvard.edu/fs/docs/icb.topic881993.files/Broadacre%20City/ - Poli D. (a cura di), 2013, Agricoltura paesaggistica. Visioni, metodi, Waldheim_Notes%20toward%20a%20history%20of%20agrarian%20 esperienze, Firenze University Press, Firenze urbanism.pdf - Torquati B., Giacchè, G., Bodesmo, M., Gioffrè, L., Bruni, A. Ghiglioni, - Zappavigna P. (a cura di), 2014, L’agricoltura nelle aree periurbane. G., Lettura paesaggistica degli interventi strutturali nel settore vitivini- Dinamiche aziendali e processi di urbanizzazione nel territorio parmen- colo: una proposta metodologica, Università di Perugia, XL Incontro di se, Aracne editrice Studio del Ce.S.E.T.: 157-173 - Zerbi M.C., 1993, Paesaggi della geografia. II edizione ampliata, Tori- - Torquati B., Giacchè, G., 2012, Modelli imprenditoriali e valorizzazio- no, Giappichelli, “Temi e discorsi – collana di geografia” ne dei paesaggi viticoli storici italiani : quattro casi studio a confronto, TRASFORMAZIONI NEL PAESAGGIO RURALE Dipartimento di Scienze Economico-Estimative e degli Alimenti dell’Uni- - Ferrario V., 2013, “Paesaggi coltivati (multifunzionali). Lo spazio versità di Perugia, Studi e ricerche, Biennale internazionale dei beni dell’agricoltura nella trasformazione della città contemporanea”, in - culturali ed ambientali, 2012 Giacchè G., Torquati B., La piana di assisi : analisi delle trasformazioni

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86 Protagonisti

Relatori Partecipanti Plenarie Marco Amadei (Collegio Geometri), Aldo Antoniazzi (Ordine dei Ge- Maria Luisa Bargossi (RER), Marialuisa Cipriani (architetto e pae- ologi), Alessandro Biondi (Comune di Cesena), Tiziana D’Angeli (Or- saggista), Ilaria Di Cocco (Segretariato regionale del MiBACT), Elena dine dei Geologi), Antonio Gabriele Esposito (Collegio Geometri), Farné (architetto), Viviana Ferrario (Istituto Universitario di Architet- Mauro Fabbretti (Comune di Sarsina), Elisabetta Fabbri Trovanelli tura di Venezia (IUAV), Mauro Fini (RER), Roberto Gabrielli (RER), (Provincia Forlì-Cesena), Daniela Ionna Finna (Collegio degli Agro- Antonio Gioiellieri (ANCI ER), Marco Giubilini (ANCI ER), Federica tecnici), Samuele Fiorello (Ordine degli Agronomi), Massimiliano Larcher (Università degli studi di Torino), Gloria Minarelli (Federazio- Flamigni (Ordine dei Geologi), Stefano Gradassi (Ordine degli Archi- ne regionale Emilia-Romagna dottori agronomi e forestali), France- tetti), Stefano Legrotti (Collegio degli Agrotecnici), Barbara Mantel- sco Puma (Autorità di bacino del Po), Adalgisa Rubino (architetto lini (Provincia Forlì-Cesena), Isabella Migliarini (Comune di Cesena), paesaggista), Laura Schiff (RER), Biancamaria Torquati (Università Francesca Milanesi (Ordine degli Agronomi), Denis Parise (Ordine degli Studi di Perugia), Davide Viaggi (Università degli studi di Bolo- degli Architetti), Patrizia Pollini (Provincia Forlì-Cesena), Orietta gna), Catia Zumpano (INEA) Rocchi (MiBACT), Luigi Scorza (Comune di Cesena), Ilaria Zoffoli (Comune di Predappio) Laboratorio Patrizia Alberti (RER), Roy Berardi (giornalista), Bruno Biserni (GAL L’Altra Romagna), Roberto Bosi (architetto, ProViaggiArchitettu- ra), Valeria Bucchignani (Soprintendenza del MiBACT), Luca Co- Credits immagini relli (agronomo), Davide Fagioli (Società di ricerca e studio della - Foto inserite nel testo: Massimiliano Flamigni, Stefano Gradassi, Mar- Romagna Mineraria), Alessandro Giunchi (Confederazione Italiana cella Isola, Laura Punzo, Barbara Marangoni. Agricoltori -CIA- Forlì-Cesena), Marina Guermandi (RER), Pier Paolo - Le immagini del laboratorio sono di: Paola Capriotti, Laura Punzo e Magalotti (Società di ricerca e studio della Romagna Mineraria), Denis Parise. Alberto Magnani (Provincia di Forlì-Cesena), Tecla Mambelli (Co- - I disegni e le altre immagini fotografiche allegate alle schede dei labo- mune di Bertinoro), Barbara Mantellini (Provincia di Fordlì-Cesena), ratori sono eseguite dai partecipanti o sono esito delle esplorazioni vir- Massimo Milandri (Servizio Tecnico di Bacino Romagna), Vittoria tuali effettuate durante l’esperienza laboratoriale (Fonte: google maps). Montaletti (RER), Anna Natali (eco&eco), Flavio Pierotello (Coldi- - Le foto a pp. 77, 82 sono state scattate da id3king e sono state retti Forlì-Cesena), Gianluca Ravaglioli (Provincia di Forlì-Cesena), reperite su Panoramio. Leonello Rosa (guida escursionistica), Giancarlo Tedaldi (Comune La pubblicazione non ha fini commerciali ma di studio. di Meldola)

87 copertina / Collina calanchiva nella media collina cesenate (Barbara Marangoni) QUADERNI DI LABORATORIO_GIUGNO 2016

Esplorare i paesaggi agro-urbani Forme, usi e attori nelle aree di margine

Parte II Suggestioni per il futuro

Assessorato ai trasporti, reti infrastrutture materiali e immateriali, programmazione territoriale e agenda digitale © 2016 REGIONE EMILIA-ROMAGNA

Assessorato ai trasporti, reti infrastrutture materiali e immateriali, programmazione territoriale e agenda digitale

Direzione generale cura del territorio e dell’ambiente Indice

Regione Emilia-Romagna Servizio Pianifi cazione Territoriale 5 Premessa e Urbanistica, dei Trasporti e del Paesaggio Roberto Gabrielli 7 Programma dell’evento Responsabile del Servizio

Anna Mele Responsabile del Progetto Immaginare attraverso i Jeux de territoire 8 “Cosa succederebbe se...”. Rifl essioni dagli scenari Formez PA Enti coinvolti Barbara Marangoni Barbara Marangoni Coordinamento del percorso Regione Emilia-Romagna formativo Servizio Pianifi cazione Territoriale e Urbanistica, dei Trasporti e del Paesaggio World Café Paola Capriotti Ente promotore Agostino Maiurano 23 Organizzazione e metodo Segreteria organizzativa e comunicazione Formez PA - Centro Servizi, assistenza, studi e formazione per l’ammodernamento delle P.A. 24 Tema 1_ “Luoghi” delle relazioni Ente attuatore 26 Tema 2_ Paesaggio agro-urbano bene comune 28 Tema 3_ Pubblico/privato in collaborazione con: Segretariato Regionale del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e Manuela Capelli del Turismo per l’Emilia-Romagna Daniela Cardinali Laura Punzo Associazione Nazionale dei Comuni Italiani Emilia-Romagna Visioni e ruolo della politica Marcella Isola Coordinamento tecnico specialistico Regione Emilia-Romagna 30 Patrizia Gabellini e Workshop Servizio Territorio Rurale e Attività Faunistico-Venatorie Servizio Qualità Urbana e Politiche Abitative 32 Roberto Biagini

Ordini professionali degli Architetti, pianifi catori, paesaggisti e conservatori, degli Ingegneri della Provincia di Bologna e di Rimini e degli Ordini dei Geologi e degli Agronomi della Regione Emilia-Romagna Ruolo della formazione

Testi a cura di Progetto grafi co a cura di Barbara Marangoni, Daniela Cardinali, Laura Punzo, Marcella Isola, 34 Antonio Gioiellieri Agostino Maiurano Barbara Nerozzi, Graziella Guaragno, Claudia Dall’Olio, Paola Capriotti 36 Roberto Gabrielli Premessa A conclusione dell’edizione Materia paesaggio dedicata all’esplorazione dei paesaggi agro-urbani dei territori di Bologna e Rimini, il percorso formativo ha proposto ai partecipanti una giornata composita, di discussione degli esiti dei workshop e di approfondimento tematico mediante una azione partecipata. Durante la giornata, infatti, sono stati illustrati gli scenari, le forme e le azioni, esito delle giornate di workshop. Successivamente, è stata chiesta agli amministratori invitati una rifl essione non soltanto sui lavori svolti e sui territori esplorati, ma anche sul ruolo che la politica svolge rispetto alle visioni possibili. Nella seconda parte della mattinata, si è svolta l’iniziativa partecipativa World Café, cui hanno partecipato i corsisti, gli attori che hanno portato la loro testimonianza durante le giornate di workshop e altri rappresentanti del mondo civile, così da avere un signifi cativo confronto nel dialogo collettivo stimolato. Gli esiti di questa azione partecipativa sono stati commentati durante la tavola rotonda che ne è seguita. Il commento fi nale dei rappresentanti istituzionali degli Enti organizzatori, con la sollecitazione a continuare su questa strada di formazione, ha chiuso la giornata di lavoro.

Perché una azione partecipativa Durante i workshop, applicando la metodologia del territory game, i partecipanti hanno esplorato il territorio, e hanno immaginato futuri possibili, provando a estremizzare le domande del territorio. Questo ha fatto emergere alcuni temi, che a ben pensarci non sono legati esclusivamente ai luoghi oggetto di questa edizione di Materia paesaggio, ma che sono emblematici di tutto il territorio, dove si realizzino medesime condizioni. Questi temi, tradotti in domande, sono stati il punto di partenza per la rifl essione proposta con il World Café. La scelta di applicare una modalità partecipativa ha l’obiettivo di favorire la discussione per temi in piccoli gruppi e di stimolare e far circolare le idee, di far dialogare su analoghi temi soggetti che, per motivi e con metodi diff erenti, interagiscono e operano sul paesaggio in maniera diversa, a volte contrastante, non sempre consona alla fi nalizzazione della tutela del paesaggio. L’obiettivo diventa metodo: realizzare una rete di relazioni, trovare il luogo dove queste reti nascano e si espandano, individuare e realizzare dei progetti territoriali creativi, innovativi e coerenti, che richiedono una sinergia tra pubblico e privato, affi dare ai soggetti pubblici e privati il ruolo di creatori di un nuovo rapporto di integrazione, fi nalizzato a nuovi processi per il territorio, sono stimoli che si fondono e si confondono in un rapporto dialettico tra tutte le parti in gioco, e questo è proprio il signifi cato dell’azione partecipativa realizzata.

Perché un corso di formazione Su tutto, la defi nizione di una nuova cultura. Una cultura dell’ascolto dei bisogni, della partecipazione e della responsabilità di tutti, della relazione tra le comunità. Questo l’obiettivo di fondo di tutta l’attività di formazione che stiamo svolgendo ormai da dieci anni. Infatti, le attività svolte hanno, e devono avere, un campo di indagine e di approfondimento che possa ottenere, nel breve, una ricaduta importante sulle politiche e sulle azioni che la Regione ha in atto sul territorio (dall’adeguamento del PTPR, alla redazione della nuova legge urbanistica regionale, alla politica di riduzione del consumo di suolo, alle azioni da attuare sul territorio rurale e su quello periurbano). Ciò non toglie che la circolazione delle idee, il confronto continuo che si è cercato di realizzare, gettano un seme che nel

4 5 nostro intento farà crescere una attenzione nuova e responsabile nei confronti dell’uso del territorio. E in particolare del territorio rurale, bene comune e “risorsa pubblica”, e del territorio periurbano, che in quanto luogo del margine, Suggestioni per il futuro oggi rappresenta un terreno di possibile scontro e confl itto. La formazione ha un ruolo importante, nella sinergia con le azioni, per salvaguardare e valorizzare il paesaggio di questi luoghi, contrastando il consumo di suolo, l’abbandono e il 18 Dicembre 2015 degrado e imparando a leggerne anche la dimensione culturale e simbolica. Sala Poggioli, viale della Fiera 8 - Bologna Il Quaderno quindi ripercorre la giornata fi nale di Materia paesaggio Edizione Chiusura|Evento partecipato 2015, dedicata ai territori di Bologna e Rimini, ma vuole anche essere uno sprone per la futura edizione, nel senso di utilizzare anche la lettura di queste pagine per cogliere le indicazioni che emergono dal lavoro fatto e dalle relazioni che si sono create, così da proseguire e approfondire la formazione sul paesaggio.

Anna Mele

Programma World café

09.00 - 09.30 Registrazione partecipanti 11.30 - 11.50 Regole del World café e temi di discussione 09.30 - 09.50 Raffaele Donini coordinamento: Daniela Cardinali, Manuela Capelli Assessore ai trasporti, reti infrastrutture materiali e immateriali, programmazione territoriale e agenda digitale della Regione Emilia-Romagna 11.50 - 12.20 I turno

Apertura dei lavori e saluti “Luoghi” delle relazioni

Immaginare attraverso i Jeux de territoire 12.20 - 12.50 II turno: Paesaggio agro-urbano bene comune 09.50 - 10.00 Anna Mele Sevizio Pianificazione urbanistica, paesaggio e uso sostenibile del territorio - RER 12.50 - 13.30 III turno: Insegnare il paesaggio. Un metodo partecipato Pubblico/privato

10.00 - 10.30 Barbara Marangoni 13.30 - 14.30 Pausa pranzo Formez PA

“Cosa succederebbe se ...” Riflessioni dagli scenari 14.30 - 16.00 Conversazione collettiva coordinamento: Barbara Marangoni, Laura Punzo Visioni e ruolo della politica Sintesi finale e proiezioni future 10.30 - 10.50 Patrizia Gabellini Assessore Urbanistica, Città storica e Ambiente del Comune di Bologna 16.00 - 16.30 Contributi dei partners del progetto

Antonio Gioiellieri 10.50 - 11.10 Roberto Biagini ANCI Emilia Romagna Assessore alla Tutela e Governo del Territorio, Demanio Marittimo, Lavori Pubblici, Mobilità del Comune di Rimini Roberto Gabrielli Responsabile del Servizio Pianificazione urbanistica, paesaggio e 11.10 - 11.30 Pausa caffè uso sostenibile del territorio - RER

6 7 Immaginare attraverso i Jeux de territoire “Cosa succederebbe se...”. Rifl essioni dagli scenari

Barbara Marangoni

Fig.1 - Paesaggio agro-urbano nel retrocosta nord di Rimini. Fig.2 - Il rapporto di contiguità tra la collina e il capoluogo bo- Le pressioni degli insediamenti costieri verso l’entroterra han- Il punto di partenza. Obiettivi, contesti, scenari lognese. Fin dalla fi ne degli anni ’60 piani e politiche hanno no prodotto contesti nei quali le aree orticole a pieno campo favorito la conservazione di un insediamento storico immerso in convivono con un’edilizia residenziale isolata tipica dell’urbano Le dinamiche insediative dell’ultimo decennio mostrano con evidenza la innovative, favorite dalle politiche delle amministrazioni o direttamente dal ampi spazi aperti solo in parte destinati all’agricoltura crisi del modello di sviluppo delle città basato sulla crescita urbana. Nuovi basso. Al fi ne di avviare una rifl essione a un livello non esclusivamente locale, le fenomeni interessano le città metropolitane e i sistemi urbanizzati complessi: le aree selezionate riproducono anche altre situazioni analoghe presenti in regione, trasformazioni ripiegano nei tessuti interni e si concentrano sulla rigenerazione di e costituiscono, almeno morfologicamente, il territorio “più vicino” sia all’urbano parti di territorio già urbanizzate; gli ambiti sottoutilizzati o dismessi lentamente sia al rurale (ovvero sono etimologicamente peri-urbano e nel contempo peri- vengono reintegrati con altre attività e ritornano a far parte vitale degli organismi rurale). L’esplorazione si è focalizzata su due dei principali contesti metropolitani, urbani; nel periurbano, infi ne, recenti esperienze propongono innovativi modi di quello bolognese e quello riminese, e in particolare su due aree che esprimono, vivere le aree sul confi ne, dove città e campagna convivono. nella loro varietà, le peculiarità del territorio regionale e propongono valutazioni È proprio all’interno delle aree periurbane che è possibile riconoscere un diverse sul ruolo che l’agricoltura può esercitare in tali ambiti. nuovo paesaggio, i cui caratteri strutturali dipendono in larga misura dalle Per il riminese (Fig.1), l’area retrocostiera a nord del capoluogo suggerisce caratteristiche del paesaggio agricolo, mentre le attività che vi si svolgono sono rifl essioni sulla capacità dell’agricoltura di rigenerare la qualità dei contesti state trasformate, nel passato più recente, dalla contiguità con l’urbano. Solo periurbani, attivando alleanze tra coloro che vivono, lavorano, e fruiscono questo attraverso la loro esplorazione e la loro conoscenza, con gli strumenti posseduti territorio. Sulla base delle domande di trasformazione provenienti da questi dalle diverse discipline, è possibile riconoscerne le potenzialità e immaginarne soggetti ci si è proposti di prefi gurare gli scenari futuri possibili, portando a volte le opportunità per la creazione di un “capitale territoriale” integrato alla città all’estremo la soddisfazione delle richieste provenienti dai soggetti locali, per compatta. verifi care sinergie e valutare nel contempo gli eff etti che alcune azioni, ritenute necessarie, hanno sul paesaggio. Il percorso formativo promosso dalla Regione Emilia-Romagna ha inteso Per il bolognese (Fig.2), l’ambito collinare stimola considerazioni sul ruolo indagare tali contesti, analizzando i trend dal recente passato, ma soprattutto e sull’effi cacia della tutela e sulla sua convivenza con le attività agricole che confi gurando le possibilità e le prospettive per il prossimo futuro, defi nito in un potrebbero contribuire a rendere i paesaggi vitali e sicuri. In questo caso, il arco temporale di circa 30 anni. lavoro svolto ha messo in campo anche l’analisi della strumentazione urbanistica, La scelta dei contesti di indagine è ricaduta su territori che presentano dinamiche sottoponendo a valutazione il regolamento urbanistico vigente: verifi cando di trasformazione complesse, contesti maturi dove si sviluppano esperienze le possibilità off erte da questi strumenti di instaurare collaborazioni future 8 9 tra i soggetti attivi sul territorio e analizzando i potenziali confl itti emergenti dall’applicazione degli stessi. Immaginare diventa perciò l’attività prevalente del percorso formativo ed è assunta 1. La città sfuma … a modalità di esplorazione dei futuri probabili o possibili. La prefi gurazione Fig. 4 - Carta del consumo di suolo per la porzione di territorio costiero a nord di Rimini (Fonte: Regione Emilia-Romagna) di scenari, ovvero la traduzione in forma spaziale di visioni riferite ai punti di forza e di debolezza del contesto e alle rappresentazioni dei soggetti locali, ci off re l’opportunità di aprire lo sguardo nello spazio e nel tempo. Il progetto diventa, per i partecipanti, uno strumento attraverso il quale farsi un’idea delle possibilità di cambiamento determinate dall’introduzione di fattori e dinamiche attualmente non presenti, o dalla radicalizzazione di quelle registrate già oggi nel contesto. L’esercizio esaspera le visioni dei soggetti presenti sul territorio, ognuno dei quali ha una percezione e un’immagine diversa del proprio ambiente di vita, ne restituisce le soluzioni formali e le mette a confronto per esaminare posizioni convergenti e divergenti, ma soprattutto per valutare quali possibili eff etti tali visioni potrebbero avere sul paesaggio. La metodologia utilizzata si ispira ai Jeux de territoire ideati da Sylvie Lardon¹ ¹ Sylvie Lardon è Direttrice di ricerca dell’IN- per coinvolgere i soggetti locali nella costruzione di progetti/visioni territoriali. RA, professore presso l’AgroParisTech ed è Tale metodo è organizzato in tre step principali². Il primo step si concentra sulla responsabile del Master in Développement des Territoires et Nouvelles Ruralités di Cler- DIAGNOSI, fornendo interpretazioni sulle caratteristiche del territorio oggi; nel secondo step si defi niscono le PROSPETTIVE, elaborando scenari evolutivi mont-Ferrand. Geografa specializzata in La città contemporanea è una città che sfuma, che si dissolve gradualmente nel metodologie di analisi e di pianifi cazione del territorio esito del progetto dei partecipanti, che si interrogano su “cosa passaggio dalle aree centrali, più antiche, dove prevale un tessuto consolidato, partecipate, sviluppa concetti e strumenti fi - succederebbe se …” intervenissero nuove dinamiche, si desse avvio ad azioni, o nalizzati a facilitare la costruzione di strategie denso e continuo, verso l’esterno, la campagna. Il margine, un tempo netto e prevalesse il ruolo di uno dei soggetti presenti, restituendo così diverse ipotesi e di visioni condivise su territori da assogget- preciso, diventa sempre più indefi nito e incerto, caratterizzandosi come un’ampia per il territorio di domani. Nel terzo step le prospettive vengono tradotte in tare a progetto. zona di passaggio dove urbano e rurale sono accostati. STRATEGIE e azioni, per precisare dove e come è possibile intervenire domani Se si osserva il contesto territoriale a nord di Rimini (Fig.4) l’insediamento costiero per attuare le visioni prefi gurate. ² Per la trattazione degli step e per infor- compreso tra la ferrovia e il mare risulta costituito in prevalenza da un tessuto mazioni sui Juex de territoire si rimanda di- edifi cato denso di alberghi e residenze, con una quasi totale assenza di spazi rettamente ai “Quaderni - Parte I”, rispetti- A conclusione della presente edizione di Materia Paesaggio, l’attività esplorativa aperti. Oltre il tracciato ferroviario, il territorio urbanizzato da compatto diventa vamente di Rimini e di Bologna, prodotti a dei contesti locali vuole essere uno stimolo per una rifl essione più generale sui rarefatto e gli spazi tra l’edifi cato aumentano, con addensamenti discontinui lungo conclusione dell’attività laboratoriale. contesti periurbani regionali, proponendo alcuni temi trasversali con i quali la viabilità di accesso al mare, ma soprattutto lungo la strada statale 16. Su questi confrontarsi e sui quali ragionare coinvolgendo anche i soggetti esterni al percorso assi si localizzano funzioni che hanno a che fare con il ruolo di attraversamento formativo. A partire da alcune suggestioni sui caratteri della città contemporanea, delle infrastrutture e con l’attrazione esercitata dalle attività turistiche. Fig.3 - Il fi lo rosso: dall’ideazione del percorso formativo alla e dei paesaggi agro-urbani in particolare, si vuole qui ricostruire, fornendone In questa porzione di retrocosta le forme della nuova urbanizzazione convivono rifl essione sull’ambito regionale un’interpretazione, gli aspetti salienti delle proposte avanzate, dai quali ripartire con un territorio che conserva ancora forme e funzioni agricole, seppur attualmente per ripensare e progettare questi contesti nel futuro (Fig.3). in corso di trasformazione e/o di regressione. L’edifi cato originariamente agricolo viene progressivamente trasformato e ricostruito, assumendo forma di residenze Suggestioni che urbane. Parallelamente gli abitanti, diversamente dal ventennio precedente, non avviano una rifl essione intrattengono più un rapporto diretto con gli spazi aperti coltivati, anche quando continuano ad esserne proprietari. per i PAESAGGI Il mondo legato ai sistemi urbani e quello agricolo retrostante sembrano essere AGRO-URBANI LOCALI estranei l’uno all’altro. La loro convivenza non determina di fatto lo sviluppo di e per quelli REGIONALI relazioni tra i due contesti e non è detto che produca forme ibride di abitare. Più spesso si sviluppano, invece, confl itti sulle modalità di utilizzazione e occupazione del territorio.

Necessità di esplorare le possibilità di cambiamento nel FUTURO Fig. 5 – Tavola prodotta da uno dei gruppi del laboratorio rimi- nese nella fase interpretativa

10 11 Fig. 6 - Carta del consumo di suolo per la porzione di territorio collinare compresa entro i confi ni di Bologna (Fonte: Regione L’interpretazione sintetica fornita dai partecipanti (Fig. 7) rimanda di frequente Emilia-Romagna) a una “collina impenetrabile”, che si propone manifestando una chiusura nei confronti della città costruita, tanto da richiedere, per essere percepita, una ricerca, un’intenzione, fi nalizzata alla sua riscoperta da parte dell’intera città. Tale processo potrebbe essere attivato attraverso la valorizzazione di una coltura- cultura della collina che sviluppi le potenzialità che la rendono unica anche come spazio agricolo e le renda note, conosciute e riconosciute, come valore, da parte dell’intera cittadinanza. Secondo i partecipanti bisogna partire dall’individuazione del “sistema delle relazioni” esistenti e potenziali.

L’esercizio d’immaginazione svolto durante il laboratorio, apre l’esplorazione a nuove sollecitazioni che, se da un lato radicalizzano le confl ittualità, dall’altro portano a indagare nuove opportunità per lo sviluppo di potenziali sinergie. La comparazione delle proposte spaziali mostra, in primo luogo, la tendenza a concentrare le trasformazioni in specifi che porzioni di suolo, che per questo motivo possono essere considerati TERRITORI CONTESI. Sono aree di contatto Queste sono le conclusioni comuni alle quali i lavori dei partecipanti arrivano tra due realtà, zone di transizione e di fi ltro per le quali le confi gurazioni spaziali nella fase di interpretazione degli ambiti di esplorazione (Fig.5). Chiamati a immaginano una caratterizzazione e una defi nizione morfologica precisa. Sono defi nire con una locuzione sintetica qual’è la loro percezione delle aree oggetto questi gli ambiti nei quali si intravvedono maggiori possibilità di attivare forme di studio, due dei quattro gruppi fanno esplicito riferimento alla confl ittualità o di collaborazione tra gli abitanti, gli utenti e i fruitori. La vicinanza e il confronto Fig. 8 - Spazializzazione degli scenari alternativi proposti per all’assenza delle relazioni tra le diverse componenti (‹le relazioni mancate›, ‹le potrebbe modifi care i presupposti dello scontro, creando soluzioni di convivenza conto degli albergatori, dei turisti e degli abitanti relazioni ‘pericolose’›), mentre gli altri due gruppi evidenziano l’esito formale di virtuosa tra i vari soggetti. questa ambiguità, ovvero un contesto dove sono presenti confi ni e non elementi che facilitano l’orientamento, ambiti che per essere trasformati necessitano di I paesaggi futuri elaborati per Rimini nord individuano la fascia compresa tra la andare “alla ricerca di riferimenti” o richiedono la valorizzazione di un nuovo ferrovia e la paleofalesia come ambito privilegiato dove far convergere usi, attività “soggetto paesaggistico” che sappia fondere la componente “agro” e la componente e progetti di modifi cazione fi sica dello spazio. Le visioni disegnate per conto degli “marina” (Paesaggio agro-marino). attori ripropongono lo sviluppo a fasce parallele degli insediamenti costieri A fronte di una situazione molto diversa, quella del paesaggio collinare localizzato e nella parte del retrocosta storicamente insediata, quella a ovest del tracciato entro i confi ni della città di Bologna (Fig.6), dove la città e la campagna appaiono ferroviario, defi niscono una fascia di territorio fortemente caratterizzata. Nello nettamente distinti per eff etto delle politiche intraprese dall’Amministrazione “scenario degli albergatori, dei turisti o degli abitanti” vi sono localizzate le attività da oltre quarant’anni, le interpretazioni fornite durante il laboratorio bolognese di servizio agli insediamenti fronte mare, recuperando la carenza di spazi aperti puntano ugualmente l’accento sulla diffi coltà di stabilire relazioni di senso prima dei tessuti costieri; nello “scenario degli agricoltori”, invece, le attività agricole ancora di relazioni fi siche possibili grazie alla prossimità tra queste due realtà. destinate alla commercializzazione, all’educazione e alla ricerca dell’innovazione L’immagine della collina rimanda costantemente a un “dentro” e a un “fuori”, delle produzioni (Figg. 8 e 9). lasciando scarso spazio alle contaminazioni: da un lato, i tessuti urbanizzati L’integrazione delle due visioni, solo parzialmente in contrasto, si è formalizzata della fascia pedecollinare, che precede la città compatta compresa entro i viali defi nendo strategie progettuali basate sulle relazioni tra le parti e tra i soggetti. Ci si e formatasi lungo i fondovalle del Reno e del Savena; dall’altro, il paesaggio è spinti persino ad immaginare la trasfi gurazione della ferrovia, tradizionalmente collinare strutturato su un impianto storico con un’alternanza di aree boscate, assunta come una barriera, in elemento generatore di scambi, e a recuperare incolti e versanti coltivati. il valore delle aree marginali lungo il tracciato per defi nire un nuovo spazio pubblico, che assume la forma di un “parco urbano lineare” parallelo alla linea di Fig. 9 - Spazializzazione degli scenari alternativi proposti per conto degli agricoltori costa (Figg. 10 e 11). La simulazione progettuale ha fornito soluzioni sulle quali poter far discutere gli attori che spesso si confrontano sulle loro posizioni come “categoria”, piuttosto che focalizzarsi e confrontarsi su un’idea e sul progetto di uno specifi co territorio.

Negli scenari più estremi i confl itti si manifestano nella tendenza alla progressiva PRIVATIZZAZIONE dello spazio. Il paesaggio diventa inaccessibile dal punto di vista fi sico, visivo, rendendo ancora più diffi cile creare quel sistema di relazioni che sono il presupposto per defi nire strategie comuni tra i soggetti. La simulazione mostra perciò che i confl itti si esplicitano in particolare sull’uso pubblico o privato dello spazio, e in generale sull’incompatibilità tra forme di utilizzo del territorio. È perciò diffi cile pensare che la scelta degli usi possa essere indiff erente, e allo stesso modo non si può credere che sia possibile agire ovunque come se le terre fossero collettive. Le simulazioni progettuali quando non propongono la creazione di un paesaggio come parco pubblico integrale, visione ritenuta spesso utopica, lavorano sull’identifi cazione di alcuni spazi che possono svolgere il ruolo di centralità, zone specifi che nelle quali concentrare attività di riferimento per Fig. 7 – Tavola prodotta da uno dei gruppi del laboratorio bolo- diversi attori, aree alle quali la collettività può riconoscere un signifi cato come gnese nella fase interpretativa LUOGHI, dedicati in questo caso esplicitamente alle RELAZIONI. 12 13 Fig. 10 - Spazializzazione dello scenario di integrazione in- Fig. 12 - Spazializzazione dello scenario per conto degli agri- centrato sulla riconfi gurazione degli spazi limitrofi al tracciato coltori: il versante sinistro del Savena e lo hub nel Parco del ferroviario Paleotto

2. La città è porosa … Gli scenari che esplorano i paesaggi della collina bolognese tra trent’anni, e in Rispetto al modello di città compatta, nella città contemporanea lo spazio aperto particolare quelli che immaginano le trasformazioni auspicabili per gli agricoltori, cresce e aumenta di estensione sia tra l’edifi cato, sia tra gli insediamenti. Nelle frange propongono la creazione di hub, strutture multifunzionali in aree strategiche per e nelle periferie urbane il “vuoto” predomina sul pieno. Nelle aree di frangia un mix la loro vicinanza alla città e alla collina. Questi luoghi sono pensati per ospitare di edilizia a bassa densità, di quartieri residenziali e di contenitori plurifunzionali diverse attività: da quelle funzionali all’agricoltura come magazzini e ricoveri si alternano lungo i tracciati di un paesaggio strutturato sulla maglia agricola, delle macchine agricole, laboratori di trasformazione dei prodotti coltivati, dove le dimensioni spaziali sono connaturate alle attività agricole esercitate e alla mercati per la vendita diretta, a quelle socio-simboliche legate all’incontro e alla natura più che all’abitare. Nelle periferie, i principi insediativi adottati presentano divulgazione di una cultura della collina. La concentrazione di queste attività in una “quantità di verde” minima stabilita per legge e si riferiscono a modelli di un unico luogo, oltre a tutelare il paesaggio dalla polverizzazione di manufatti sviluppo della città che traggono dalle innovazioni del moderno solo alcuni agricoli di servizio, che richiedono accorgimenti per l’inserimento paesaggistico parametri, tra cui lo sviluppo dell’edifi cato in altezza, lasciando libero lo spazio non compatibili con il costo dell’investimento, può creare delle economie di scala al suolo senza che allo stesso sia spesso attribuito un signifi cato e senza che sia e rendere riconoscibili i prodotti di un’area territoriale alla stessa stregua di un riconosciuto come un ‘luogo’. La dilatazione dello spazio aperto non è tuttavia marchio. un fenomeno presente solo nelle aree periferiche e periurbane. Di recente anche Gli ambiti ritenuti più idonei per la localizzazione dei luoghi delle relazioni sono all’interno della città consolidata lo spazio aperto aumenta in rapporto al costruito, occupando estensioni di suolo in precedenza edifi cate. La rinaturalizzazione di Fig. 11 - Simulazioni delle trasformazioni nelle aree attestate in primis i parchi pubblici, che costituiscono l’ossatura portante dell’attuale sistema sull’asse ferroviario fruitivo collinare. Nell’ipotesi proposta da un gruppo di partecipanti, il Parco del aree dismesse, la valorizzazione di spazi interstiziali e la riqualifi cazione di alcune Paleotto è interpretato come spazio privilegiato nel quale realizzare una centralità aree marginali restituiscono nuova linfa ai tessuti urbani, mettendo in atto una che abbia come riferimento tutti i coltivatori del versante in sinistra idrografi ca “strategia della riconquista” per tessere discontinue. del Savena, un ambito che potrebbe essere caratterizzato da un paesaggio rurale La diversità delle forme e del senso che lo spazio aperto ha per la città induce, composito, con specifi che coltivazioni infl uenzate dalle caratteristiche del suolo perciò, ad approfondire le modalità con le quali si presenta, riempiendo di e dall’orientamento del versante stesso (Fig. 12). Altri partecipanti che esplorano signifi cato il termine “vuoto” di frequente utilizzato per descriverlo. gli scenari dei cittadini, dei nuovi fruitori e dei nuovi agricoltori immaginano, invece, che questi luoghi delle relazioni possano essere al contempo pubblici e Fig. 13 - Spazializzazione dello scenario per conto dei cittadini, nuovi fruitori e nuovi agricoltori: Fig. 14 - La fascia pedecollinare e le “Porte” alla collina in città creazione di una rete di micropolarità connesse da percorsi privati, sul confi ne e all’interno della collina urbana, diventando delle polarità la cui esistenza non può prescindere dall’essere nodi di una rete di connessioni tra loro e dal loro funzionamento come un sistema (Fig. 13). Altri ancora, nella fase interpretativa, hanno anticipato la visione progettuale, assegnando alla fascia pedecollinare il ruolo di territorio delle relazioni dove possono essere localizzate “Porte” alla collina nella città (Fig. 14).

Le precedenti rifl essioni, in conclusione, conducono a riconoscere la necessità di una NUOVA SPAZIALIZZAZIONE DEL CONFINE che non guarda solo all’ “esterno”, ma comprende anche porzioni estese della città consolidata, dove è possibile pensare che questi SPECIFICI LUOGHI DESTINATI ALLE RELAZIONI trovino occasione di essere realizzati. Il passaggio di scala concettuale e progettuale può essere fatto se ci si interroga e si defi niscono LE CARATTERISTICHE CHE I “LUOGHI” DEVONO AVERE PER RAFFORZARE LE RELAZIONI [TRA ATTORI, TRA URBANO E RURALE, TRA ATTIVITA’]. 14 15 Lo spazio aperto può assumere il ruolo di SPAZIO PUBBLICO e la forma di parco emiliano-romagnola a nord di Rimini. Osservati dall’interno, alcuni fattori di Il retrocosta a nord di Rimini come avviene nella collina bolognese, dove l’Amministrazione comunale negli diversità tra parti, possono apparire perciò leve per la caratterizzazione delle Fig. 20 (in basso) - Schema di integrazione degli scenari dove anni ’70, in solo un decennio, ha acquisito una quantità di terreni, attualmente varie zone che si succedono da est verso ovest parallelamente alla linea di costa. per la fascia retrocostiera tra la paleofalesia e il mare viene fruibili dalla cittadinanza, che ha incrementato l’estensione del patrimonio Nella collina bolognese, invece, l’indebolimento dell’agricoltura produce eff etti proposta una sequenza di orti e serre fruibili pubblico di circa 200ha di aree per la fruizione, concentrate soprattutto in soprattutto sul fronte del rischio idrogeologico. L’impossibilità delle aziende Fig. 21 - Simulazioni spaziali relative alla trasformazione del corrispondenza dei forti e dei belvedere (Fig. 15). Può essere anche spazio privato collinari di essere competitive rispetto alle stesse coltivazioni prodotte in aziende paesaggio agricolo (a) attraversato da percorsi lungo i quali in forma di orti tra le case, di giardini, la cui cura o il cui degrado diventano di pianura ha determinato, nel corso degli ultimi 30 anni, l’abbandono di possono essere localizzate strutture per la fruizione (b) determinanti per migliorare o peggiorare la qualità della città. Nei tessuti edifi cati sempre maggiori estensioni di territorio coltivato. Sugli incolti l’evoluzione della Fig. 15 - Parco di Forte Bandiera nella collina orientale di retrocostieri a nord di Rimini il principio insediativo della casa-serra, o della vegetazione ha generato un incremento delle superfi ci boscate, che, non essendo Bologna casa-orto è stato, ed è ancora, la regola, soprattutto nella zona compresa tra la governate, non producono benefi cio né in termini di sicurezza né per il paesaggio. paleofalesia e la ferrovia, e conferisce a questo ambito una caratteristica che la La minore manutenzione dei suoli e la carenza di una regolare regimazione delle rende unica nell’immediato entroterra riminese (Fig. 16). acque, hanno incrementato ulteriormente i fenomeni di dissesto delle porzioni di collina già instabili. I trend dell’abbandono possono essere contrastati, a parere Nel periurbano lo spazio aperto appare più spesso in forma di SPAZIO AGRICOLO: dei partecipanti, dalla diff usione di una sensibilità ambientale e paesaggistica già a volte si tratta di terreni coltivati, come le orticole in pieno campo nel riminese, manifestata da parte di alcuni gruppi di agricoltori o dall’interesse dimostrato altre volte esiste un’alternanza di colture a foraggio, cereali, pascolo tra boschi e da cittadini nel promuovere forme di “agricoltura conservativa” o “etica”, che terreni incolti, come nella collina bolognese (Figg. 17 e 18). potrebbero dare avvio ad un’inversione del processo, contrastando le fragilità Fig. 16 - Orti tra le case nel tessuto edifi cato tra la ferrovia e la Le attività agricole entrano perciò a far parte delle attività svolte nella città tipiche degli ambienti collinari. La localizzazione delle aziende agricole nei pressi paleofalesia nel retrocosta a nord di Rimini contemporanea, così come avveniva per la città storica dove i campi coltivati dei parchi pubblici, potenziali motori di nuove attività, è un fattore valutato erano compresi all’interno dei confi ni urbani delle cinta murarie. Ma l’agricoltura positivamente per poter innescare questa diff erente tendenza. di questi contesti assume forme sempre più residuali. Fatica a competere con Le simulazioni delle trasformazioni a lungo termine, elaborate attraverso la forme di coltivazione più intensiva, che richiedono aziende di grande estensione, confi gurazione di scenari, illustrano le alternative realizzabili a partire dai mentre nel periurbano spesso le aziende sono frammentate e di piccole-medie desideri e dalle esigenze di alcune categorie di attori. La loro comparazione e dimensioni. Con diffi coltà riesce a contrastare le pressioni insediative che, l’analisi degli aspetti comuni e delle diff erenze contribuiscono a defi nire il ruolo almeno fi no a un decennio fa, prospettavano agli agricoltori un’alternativa molto che l’agricoltura e lo spazio pubblico potrebbero svolgere nel futuro, quale La collina urbana di Bologna più redditizia di investimento rispetto alla coltivazione del fondo. risposta alla molteplicità di bisogni e domande espresse. Fig. 22 – Il paesaggio orientale presso Monte Donato ricono- Come emerge dagli schizzi prodotti, nei paesaggi agro-urbani l’AGRICOLTURA sciuto come immagine rappresentativa del paesaggio collinare del futuro, con aziende medio-piccole e coltivazioni variegate Fig. 17 - Coltivazioni orticole in pieno campo a nord di Rimini I partecipanti ai laboratori, nella fase interpretativa, mettono in evidenza gli eff etti deve conservare la sua connotazione produttiva, che va valorizzata in relazione negativi dell’indebolimento dell’agricoltura, e indagano nel contempo le possibilità allo stretto contatto che questi ambiti hanno con la città, fornendo ad esempio da sviluppare per renderla di nuovo “attraente” per il contesto e per l’economia di cibo fresco ai suoi abitanti. Non possono tuttavia avere le caratteristiche della chi la esercita. campagna profonda, né per produttività, né per industrializzazione. L’agricoltura Nel retrocosta riminese, il paesaggio rurale perde progressivamente le sue intensiva comporta trattamenti e lavorazioni che diventerebbero incompatibili caratteristiche, ma si può fare affi damento su un sistema di risorse ancora vicino ai tessuti residenziali, sviluppando così confl itti irriducibili. Nei contesti inesplorate e su un’attitudine degli abitanti all’innovazione che produce creatività. agro-urbani le attività agricole devono essere, al contrario, in grado di garantire Da un lato si osserva come i segni del territorio, i corsi d’acqua e i tracciati un’elevata qualità ambientale e paesaggistica alle aree contigue alla città con il Fig. 18 - Paesaggio agricolo collinare a sud di Bologna viari non intrattengano più legami con l’agricoltura, la fi siografi a da struttura duplice obiettivo di raggiungere nuovi equilibri dell’ecosistema urbano e di generativa diventa sfondo, le coltivazioni perdono la loro specifi cità territoriale, ridurre l’omogeneizzazione del paesaggio. Fig. 19 - Tavola prodotta da uno dei gruppi del laboratorio rimi- le orticole in serra e in pieno campo mutano gradualmente in seminativi, se Gli scenari dei partecipanti riminesi propongono un’evoluzione del paesaggio nese nella fase interpretativa dove sono evidenziate le parti di città parallele alla costa, individuati i segni e i confi ni territoriali non in incolti, e l’edifi cato rurale lascia lo spazio a forme e funzioni urbane rurale: nel rispetto dell’originaria vocazione orticola, spinta verso lo sviluppo e viene descritta la percezione del disorientamento producendo un graduale disorientamento (Fig. 19). Dall’altro tutti gli attori locali delle specifi cità territoriali, gli spazi agricoli si trasformano per diventare ambiti riconoscono nelle due componenti di questo paesaggio, quella “agro” e quella di fruizione e luoghi per il tempo libero e lo svago a servizio dei tessuti urbanizzati “marina”, ancora un valore positivo, irrinunciabile e qualifi cante il tratto di costa sul mare e della città in generale. Nella prima fascia retrocostiera, tra la paleofalesia

16 17 e la ferrovia, gruppi di partecipanti pensano ad una convivenza di orti e serre che collinare. L’assetto futuro è defi nito attraverso l’identifi cazione di una serie di ospitano attività non solo produttive ma anche educative e di ricerca, mentre solo insule residenziali, aggregazioni di edifi ci e pertinenze chiuse ai fruitori, mentre oltre la paleofalesia l’agricoltura diventa intensiva (Figg.20 e 21). Nella collina il resto del territorio, coltivato da contoterzisti o direttamente dai residenti è reso bolognese la prospettiva futura delineata si struttura sulla conservazione del taglio fruibile da tutti grazie a collegamenti ciclopedonali (Fig. 25). medio-piccolo delle aziende esistenti (Fig. 22), sull’innalzamento della qualità Altri scenari propongono la struttura dei percorsi di fruizione come presupposto e della redditività dei prodotti agricoli. La produzione si converte da cereali per lo rivitalizzazione di un contesto “separato” dalla città e propongono e foraggio, meno redditizie, a ortofrutta, vigneto, uliveto e bosco, coltivazioni un’articolazione delle possibilità di fruizione e di movimento: si auspica, ad che richiedono una maggiore manutenzione e investimenti più elevati, ma esempio, il potenziamento del trasporto pubblico, creando linee dedicate alla che garantiscono un ritorno economico maggiore, soprattutto se valorizzati in collina (‘collibus’), si analizzano le modalità attuative con le quali poter realizzare relazione al territorio. La scelta va fatta in stretta relazione con le caratteristiche una sentieristica interconnessa e continua, si immaginano attività che possano dei suoli, la morfologia e l’esposizione dei versanti, ovvero con il contesto. aumentare le occasioni di aggregazione, di incontro e di fruizione del paesaggio collinare (Fig. 26). I progetti elaborati nei jeux de territoire assegnano allo SPAZIO PUBBLICO il ruolo di riferimento sul quale convergono e si organizzano le attività presenti e future. Dal confronto tra gli scenari elaborati emergono i potenziali confl itti e le sinergie Nella città lineare a nord di Rimini, i partecipanti propongono, in aderenza al che rispettivamente possono ostacolare o favorire le relazioni tra i soggetti tracciato ferroviario, una sequenza di spazi pubblici - denominato “Raggio verde” presenti. I confl itti emergono soprattutto in relazione all’ACCESSIBILITÀ fi sica - che si succedono senza soluzioni di continuità intercettando e inglobando e percettiva dei beni posseduti dai privati. La limitazione all’accesso frena la preesistenze (frange storicamente edifi cate), destinazioni d’uso originarie (orti e fruizione dei beni e impedisce progressivamente la diff usione di una cultura zone attrezzate per lo sport), nuove funzioni (parchi e parcheggi) e realizzando su un determinato territorio che in questo modo, con diffi coltà, può essere un sistema di dotazioni territoriali che compensano le attuali carenze sulla riconosciuto come un bene la cui valorizzazione è di interesse per la collettività. costa. A questi sistemi di spazi sono richieste prestazioni ecologiche elevate, In alcune situazioni delineate negli scenari, vengono illustrati i rischi della realizzabili adottando tecniche innovative per favorire la permeabilità dei suoli privatizzazione, come la preclusione alla conoscenza di un determinato contesto e per promuovere la rinaturalizzazione degli spazi non utilizzabili. Nello stesso che, in ragione dell’occultamento, non può essere usato e nemmeno percepito. contesto e con la stessa fi nalità, lungo lo Scolo Grande Pedrera, un Parco agro- Questo genere di confl itti nascono soprattutto tra i residenti, i proprietari dei marino organizza il sistema di spazi agricoli, urbani e semi-naturali attestati sul terreni e chi intende fruire del paesaggio quale parte dei beni di una collettività, corso d’acqua, collegando l’entroterra all’arenile (Fig. 23). tanto nella collina urbana di Bologna (residenti/agricoltori vs cittadini/fruitori), Se l’attore principale della trasformazione fosse la natura, come hanno quanto nel retrocosta riminese (agricoltori vs turisti/albergatori). immaginato alcuni partecipanti, l’innalzamento del livello del mare avrebbe la Sinergie si possono, al contrario, intravvedere se si pensa al contributo che tutti forza di plasmare globalmente il paesaggio costiero, creando uno spazio pubblico gli attori potrebbero dare nel migliorare la qualità del paesaggio attraverso la non convenzionale, costituito dalla natura stessa. L’elemento naturale, le acque e il cura e la MANUTENZIONE dello stesso. Il coordinamento delle attività tra i bosco retrocostiero generano e trasformano le diverse forme degli insediamenti diversi soggetti potrebbe portare vantaggi molteplici sia agli agricoltori, che dalle e stabiliscono le regole di una nuova convivenza tra attività turistiche e residenza. relazioni con gli altri attori potrebbero accrescere le opportunità di integrazione Oltre la strada statale 16, prevale la campagna profonda (Fig. 24). del reddito, sia ai cittadini, che dall’articolazione del paesaggio periurbano vedrebbero migliorati i loro ambienti di vita e in generale la qualità dell’abitare. Il ruolo che lo spazio pubblico può esercitare nel futuro, secondo le ipotesi formulate dai partecipanti, è anche quello di rete di connessioni fi siche e La dimensione della fruizione collettiva richiede necessariamente immateriali: rete fi sica di collegamenti fondati sulla morfologia del territorio, rete un’infrastrutturazione del territorio preferibilmente costituita da una rete di di conoscenze che possono diff ondere la cultura dei luoghi nei cittadini. connessioni fi siche ad uso pubblico con il ruolo di integrazione delle attività. La Nella collina bolognese la confi gurazione di uno degli scenari, elaborato defi nizione della rete, che per essere effi cace e vitale deve coinvolgere il pubblico immaginando che siano i residenti ad acquisire i terreni disponibili, si fonda come il privato, è anche una modalità attraverso la quale il paesaggio può sulla creazione di una rete di percorsi ad uso pubblico realizzati su terreni privati. aumentare le qualità ecologiche e paesaggistiche dei contesti agro-urbani oggi in Il processo di privatizzazione non esclude, tuttavia, l’accessibilità al paesaggio prevalenza degradati.

Il retrocosta a nord di Rimini La collina urbana di Bologna

Fig. 23 – Progetto di integrazione degli scenari dove si propongono due sistemi di spazi pubblici: il Fig. 24 – Spazializzazione dello scenario “il mare in città” dove la natura è protagonista delle zone Fig. 25 – Spazializzazione di uno degli scenario elaborati per conto dei residenti dove l’assetto territoriale e paesag- Fig. 26 – Spazializzazione dello scenario elaborato per conto dei fruitori che immagina la creazione “Raggio verde” lungo la ferrovia e il “Parco agro-marino” lungo lo Scolo Grande Pedrera fronte mare e delle isole, uniche porzioni emerse a valle della paleo falesia gistico è strutturato su insule residenziali e percorsi ciclopedonali di collegamento che attraversano il paesaggio rurale di un grande parco urbano destinato in particolare ai cittadini dell’area bolognese 18 19 che ne hanno mutato la percezione. Ma attraverso gli attori è soprattutto possibile ricevere input per immaginare il prossimo futuro e contemporaneamente defi nire il ruolo che gli stessi potrebbero avere nell’attuazione dello scenario prefi gurato. Le azioni proposte per l’attuazione delle prospettive delineate si fondano sullo sviluppo generale di reti di relazioni e di processi di negoziazione rivolti alla defi nizione di strategie e obiettivi non tanto generali, quanto specifi ci per la valorizzazione di un determinato contesto. Tali reti possono coinvolgere più attori nel defi nire una visione del paesaggio o nel costruire una collaborazione fi nalizzata alla manutenzione del territorio o alla produzione e consumo dei prodotti agricoli (reti multi-attoriali), o piuttosto nel promuovere percorsi formativi o culturali per la diff usione della conoscenza delle peculiarità territoriali (reti culturali), o ancora nell’attivare nuove forme negoziali di gestione del rapporto tra pubblico e privato fi ssando i limiti entro i quali l’azione si può muovere (reti negoziali pubblico/privato).

La molteplicità delle visioni sottese nelle pratiche quotidiane e la varietà degli immaginari, presenti nei protagonisti della trasformazione, richiedono con forza modalità di costruzione dei processi democratici ispirate a principi di giustizia “generativa”, dove la visione in prospettiva è esito stesso del dialogo e della concertazione tra coloro che hanno un interesse a “disegnarne” il futuro. Il passaggio dalla visione alla realtà non può prescindere dall’elaborazione di Le azioni per attuarlo devono vedere il coinvolgimento sia del pubblico sia del un PROGETTO di TERRITORIO che integri tra loro gli scenari e sviluppi azioni privato, ma occorre interrogarsi su QUALE RUOLO PUÒ ESSERE ATTRIBUITO condivise tra i protagonisti del cambiamento. La vicinanza alla città apre nuove AL PUBBLICO E QUALE AL PRIVATO PER ATTUARE IN MODO EFFICACE LA possibilità di valorizzazione, ma domanda una più elevata qualità e vivibilità PROSPETTIVA IMMAGINATA. a quegli spazi intermedi che non sono né paesaggio agrario tradizionale, né possono essere intesi spazi pubblici, tout court. Il progetto è uno degli strumenti I tre temi suggeriti dalle rifl essioni laboratoriali sono stati oggetto della discussione con il quale dare forma a questi nuovi paesaggi, interrogandoci su QUALI nell’ambito del World Café, evento conclusivo dell’attività formativa. CARATTERISTICHE DOVREBBERO AVERE TALI PROGETTI [AZIENDALI, TERRITORIALI] PER CREARE UN PAESAGGIO INTESO COME UN BENE COMUNE.

3. La città è molteplice … Nella città contemporanea convivono una molteplicità di soggetti diversi, con interessi e desideri variabili e punti di vista spesso contrastanti. È una città dinamica e instabile nello spazio e nel tempo. Nello stesso spazio coesistono attività eterogenee e si affi ancano usi tradizionalmente separati. La velocità delle trasformazioni nel tempo non fa che aumentarne la provvisorietà e l’incertezza. Negli ambiti periurbani, forse più che altrove, sono presenti le caratteristiche descritte, in gran parte da attribuire all’azione e al mutamento repentino dei soggetti presenti.

Materia paesaggio, nelle edizioni più recenti, ha dedicato sempre più spazio alla conoscenza degli “attori locali” cercando di coinvolgere direttamente tali soggetti all’interno dei laboratori e assegnando loro un ruolo prioritario per approfondire i contesti, le dinamiche in corso ma anche le potenziali trasformazioni future. Sono stati coinvolti in tavole rotonde per indagare i fenomeni e le problematiche in atto e sono stati interrogati in relazione alle domande di cambiamento emergenti. Nelle precedenti edizioni di Materia Paesaggio è stato seguito il principio della rappresentanza, e sono stati chiamati, in qualità di attori locali, i rappresentanti di categoria, mentre nell’ultima edizione le giornate di workshop sono state accompagnate dalla presenza costante di “outsider”, soggetti chiamati a portare la loro esperienza, spesso nata dal basso e trasversale rispetto alle discipline coinvolte nel laboratorio, con ricadute, tuttavia, sensibili sul paesaggio, sul suo signifi cato e sulla sua forma. L’importanza attribuita agli attori è frutto della consapevolezza che tali soggetti sono i protagonisti del cambiamento, in quanto sono coloro che con le loro azioni modifi cano realmente il contesto di indagine. Dialogare con gli attori locali signifi ca per i partecipanti venire a conoscenza di rappresentazioni specifi che dei luoghi, depositatesi nel corso del tempo, dalla stratifi cazione di storie e di signifi cati 20 21 World Café Organizzazione e metodo

L’azione partecipativa chiamata Wor- mente il tavolo a cui partecipare e si do sì che la discussione non andasse ld Cafè si ispira a una modalità collo- sono confrontate sulle domande lan- fuori tema. Dopo 40 minuti, è stato quiale e di confronto tra le persone, ciate dai moderatori dei tavoli. I mo- chiesto ai partecipanti di cambiare come quella che si realizza normal- deratori hanno avuto, come sempre tavolo, scegliendo un altro tema. Nel mente in un luogo informale, come il in questo tipo di azione, la funzione secondo giro il confronto ha preso Caff è, nella quale i partecipanti sono esclusiva di dare la parola a tutti e di le mosse dagli esiti del primo turno portati a discutere insieme sui temi sollecitare i partecipanti a esprimere o muovendosi in consonanza, o se- prescelti, creando un ambiente rilas- i propri punti di vista sul tema, or- guendo altri percorsi. sato e aperto. La specifi cità è quella ganizzando i contenuti, senza inter- Quindi alla fi ne del World Cafè 6 ta- di stimolare discussioni collettive, in ferire sulle opinioni espresse. Queste voli di discussione hanno aff rontato cui ogni partecipante può esprime- sono state restituite dagli stessi par- le caratteristiche dei luoghi di rela- re liberamente la propria opinione, tecipanti su un tabellone disposto sul zione, 7 tavoli hanno dibattuto sui all’interno di un quadro comune. tavolo, sul quale le diverse idee sono progetti che possono creare un pae- state rappresentate con scritti o di- saggio inteso come bene comune, e I temi/quesiti proposti, emersi dal la- segni. infi ne 4 tavoli si sono confrontati sul voro di laboratorio, sono stati: La discussione si è svolta in due turni, ruolo pubblico/privato. 1. Quali caratteristiche devono ognuno di 40 minuti; ogni modera- soddisfare i “luoghi” per raff orzare le tore ha coordinato quindi due tavo- A seguito dell’azione, è stato chiesto relazioni (tra attori, tra urbano e ru- li, sempre sullo stesso tema (solo un ai moderatori di esporre gli esiti dei rale, tra attività)? moderatore è riuscito a fare 3 turni, tavoli, con l’aiuto dei partecipanti, 2. Quali caratteristiche devono per cui la questione 2 ha un contribu- utilizzando i tabelloni prodotti nel avere i progetti (aziendali, territo- to in più). I partecipanti erano liberi corso delle discussioni, e rifl ettendo riali) per creare un paesaggio (come di seguire il tavolo che preferivano, sul ruolo della formazione in ambi- bene comune)? Come poterli attua- sia nel primo che nel secondo turno. to paesaggistico nell’attività profes- re? Ogni tavolo è stato formato da cir- sionale svolta ordinariamente dagli 3. Quale ruolo può essere attri- ca 10 persone. Il moderatore, posto operatori pubblici e privati. buito al pubblico e quale al privato? il quesito ai partecipanti, ha svolto Nelle pagine successive sono sintetiz- Chi fa, che cosa? l’attività di coordinamento, tenendo zate le rifl essioni emerse nelle sessio- Le persone hanno scelto autonoma- sempre il fi lo dell’argomento, e facen- ni del World Café. 22 23 attraverso, ad esempio, l’uso sapien- quello di aumentare la qualità di vita possono convivere nel periubano se Tema 1_ “LUOGHI” DELLE RELAZIONI te dei materiali e della luce, lavoran- di chi li vive. si pone attenzione al loro equilibrato do su odori e suoni, sulla presenza • L’ACCESSIBILITÀ, ovvero valu- inserimento e a non produrre impat- dell’acqua (che è visto come elemen- tando le possibilità di accesso fornite ti negativi; ovvero avendo ben chiaro, La prefi gurazione di scenari futuri ha evidenziato la necessità di attribuire alle relazioni uno spazio dedicato to vivo e unifi cante). dalla rete infrastrutturale, con parti- nella scelta delle funzioni da insedia- che può prendere la forma di un “luogo” o la caratterizzazione di una porzione di territorio, preferibilmente • La FLESSIBILITÀ e la propensione colare attenzione a promuovere e fa- re, il confi ne (nel senso etimologico localizzata lungo l’ambito di confi ne. al CAMBIAMENTO in funzione de- vorire la mobilità dolce. di “limite in comune”) determinato gli attori che orbitano nello spazio e • Il PROGETTO, dove i caratteri so- dalle caratteristiche del luogo e dal- delle modifi cazione che la relazione pra richiamati hanno bisogno di tro- le relazione con la città da una parte Quali caratteristiche devono soddisfare i luoghi per raff orzare le relazioni? crea, nonché la capacità di accogliere vare sintesi ed essere sviluppati sulla e con le zone di produzione agricola le trasformazioni economiche e so- base di un progetto/strategia che li intensive dall’altra. Cosa sono i luoghi delle relazioni? ciali in atto. Attraverso la molteplici- articoli e li tenga in giusta conside- tà e la fl essibilità di funzioni e attività razione. Esempi di riferimento individuati Sono luoghi che vengono riconosciu- che si avvicendano nel tempo (ma sono stati: ti da diversi gruppi (di comunità e anche nello spazio), vanno conside- Quali attività potranno ospitare? di attori) nei quali vengono attivate rati i confl itti e per quanto è possibile MERCATINI DI PROSSIMITÀ: nati pratiche d’uso dello spazio comune vanno trasformati in opportunità. In Per la loro propensione al cambia- dal basso, funzionano come luoghi di e dove si costruiscono le visioni per questa logica, si deve essere disposti a mento, i luoghi di relazione potran- confi ne e allo stesso tempo di incon- il futuro. ribaltare paradigmi, ad esempio rico- no ospitare attività innovative, meno tro tra urbano e rurale e tra più attori; Sono spazi di dialogo e di confron- noscendo i luoghi periferici o periur- strutturate e temporanee che ben si sono luoghi di lavoro e di apprendi- to che nascono da necessità diverse bani non più come “retri di città”, ma adattano alla loro imprevedibilità. mento nei quali si stanno sviluppan- (culturali, di vivibilità, economiche, come spazi di nuove condivisione, di Sono luoghi ideali per sviluppare do modelli di economia alternativa, di riconoscimento) e da attori vari intrattenimento ludico, di benessere, formazione ovvero, dove apprendere di cittadinanza attiva ed in senso più che, anche a partire da interessi di- nei quali sviluppare i diversi sensi di come alimentare la relazione creata o ampio, appunto, di relazione. versi, riescono a individuare obiettivi appartenenza. da creare, dove imparare i valori con- comuni sulla base di equilibri e ac- neo, autonomo e auto-organizzato, o relazione. Fondamentale è identifi ca- • La CREATIVITÀ, ovvero la pro- divisi e diff ondere le conoscenze. ORTI DIDATTICI/SENTIERI: da cordi, anche provvisori. sulla base di una spinta pubblica con re sia il senso dei luoghi, sia i biso- pensione di questi luoghi ad essere promuovere soprattutto per il man- Sono “nodi” che fanno da conden- l’obiettivo di valorizzare il patrimo- gni e i desideri che gli attori coinvolti INCUBATORI di idee, perché nella Possono svilupparsi attività riferite ai tenimento dell’agricoltura nelle aree satori e nei quali c’è commistione nio comune sia in termini materiali esprimono; per fare ciò è necessario relazione, attraverso lo scambio, na- servizi, al tempo libero, al lavoro e al periurbane quali luoghi di presidio di attività diff erenti; possono essere (es. le ex colonie lungo la costa, le fer- il coinvolgimento fi n dall’inizio del scono nuove proposte o si arricchisce sociale, rivolte sia ai residenti (singoli del territorio e di socialità che po- una sorta di HUB, dove si ascolta e si rovie…) che immateriali (es. storia, processo di soggetti diversi: proget- il punto di partenza. In questi luoghi che associati) che ai turisti. trebbero essere connessi anche da raccolgono le istanze di un territorio tradizioni...). Si è sottolineata anche tisti, decisori, attivatori di comuni- è stimolato l’avvio di processi creati- reti di sentieri e percorsi per la mo- (idee e confl itti), cercando di portarle la necessità di sviluppare comunque tà, vari soggetti locali. Innumerevoli vi a cui si deve dare corpo lasciando Al di là della proprietà devono essere bilità lenta, promuovendo così forme a sintesi e attuarle; sono luoghi per- una partnership pubblico/privata, esempi hanno dimostrato che il pro- spazio all’intraprendenza e all’im- attività aperte e fruibili di uso pub- di attraversamento diff erenziate nel- meabili ai cambiamenti. per aumentare l’effi cacia delle pro- getto calato dall’alto non funziona prevedibilità, pensando anche ad usi blico (su modello degli esempi del- le quali sviluppare competenze sulla poste e delle progettualità da attuare, nel generare relazioni e socialità, al residuali o temporanei, a funzioni le cantine aperte, e dei monumenti conoscenza del territorio e l’orienta- Sono luoghi in cui la bellezza può la velocità e la snellezza delle proce- contrario una sequenza di piccole itineranti, e valorizzando al massimo aperti delle giornate del FAI). mento; avere un ruolo positivo, in grado di dure, lasciando lontana la burocra- realtà messa in rete può rappresenta- luoghi e persone in modo più libero allontanare varie forme di degrado, zia. Secondo alcuni, in quest’ottica al re una risorsa di tipo sociale ed eco- possibile. Nello specifi co, negli ambiti agricoli EVENTI E FESTE: nelle quali sem- sia fi sico che sociale, in cui assumono pubblico resta affi data la regia, con il nomico per il territorio. Quello che • La RICONOSCIBILITÀ e l’AT- periurbani si è rilevato che nei luoghi pre più il recupero di beni di valore valore anche le risorse naturali. compito di selezionare le azioni, sul- il pianifi catore/progettista può fare TRATTIVITÀ, ovvero avere la ca- delle relazioni le attività nascono so- storico testimoniale (borghi, castelli, la base di una fase di ascolto ampia è intercettare, studiare e compren- pacità di richiamare l’attenzione, di prattutto dall’incontro tra campagna lavatoi, ville) si lega alla promozione Sono luoghi fi sici, ma possono essere e di strategie condivise, di sostener- dere le realtà esistenti per esaltare e diventare simboli e di invitare a vive- e città, tra agricoltori e cittadini. Un di prodotti agricoli di eccellenza, noti anche virtuali, agevolati dall’utilizzo ne economicamente l’attuazione e di mettere in valore quei caratteri che re un luogo. In questi luoghi è rico- incontro fruttuoso quanto più fonda- o dimenticati, e alle tradizioni, in una delle nuove tecnologie soprattutto individuare anche forme di gestione le rendono “spazi di aggregazione e noscibile il genius loci, lo spirito del to sulla consapevolezza: da una parte logica di promozione territoriale e di da parte dei giovani. Possono ave- pubblico/privato più fl essibili. relazioni”. Alcuni gruppi aff ermano luogo e la narrazione di una “storia” il “cittadino consapevole” impara a marketing che ha eff etti positivi non re un’infl uenza a scala locale, essere che vi debbano essere regole e istru- nella quale identifi carsi. Alcuni riten- conoscere e rispettare lo spazio rura- solo sulla percezione dei turisti, ma reti ampie e globali, oppure essere Quali sono le loro caratteristiche? zioni per “usare” questi luoghi nel gono che i luoghi delle relazioni non le, in quanto luogo della produzione anche e soprattutto dei residenti. luoghi mentali (fatti di memoria, di rispetto di tutti. Queste non devono si possono progettare: sono spazi di agricola, con i suoi limiti e il suo bi- stratifi cazione di storia e storie loca- I caratteri che vengono riconosciuti essere solo scritte ma essere trasmes- aggregazione e incontro spontanei, sogno di restare o tornare salubre e al Per lo sviluppo di tali attività, è ne- li... ). Le reti virtuali, a volte, possono come rilevanti per un luogo di rela- se anche attraverso linguaggi diversi dove le “cose” succedono a prescin- contempo luogo per il tempo libero, cessaria l’attivazione di risorse di confl uire in luoghi reali e precisi del zioni sono: (es. per immagini). dere dal progetto, in quanto luoghi legato al benessere psicofi sico e alle diversa natura: una molteplicità di territorio. Oltre agli strumenti più • l’INCLUSIONE ovvero la capacità • L’ACCOGLIENZA: i luoghi di re- signifi canti per la loro storia; al più, qualità estetiche; dall’altra “l’agricol- canali di fi nanziamento potranno es- tradizionali, i social network sono di rappresentare le diverse identità lazione devono promuovere sinergie laddove questi caratteri si sono per- tore consapevole” che promuove una sere un ulteriore elemento per attiva- individuati come strumenti validi di chi li frequenta determinando un positive tra spazio fi sico e relazioni duti, si potrà tentare di ricostruirli cultura contadina rinnovata attraver- re/potenziare/mantenere dinamiche ed essenziali per allargare la fase di nuovo “senso di appartenenza”. Cia- umane che qui si generano, per cre- guidati dalla metafora di “riaprire so una nuova professionalità, più sen- virtuose di relazione. ascolto ed i gruppi coinvolti. scuna identità deve rimanere identi- are un circolo virtuoso che si autoa- porte che si sono chiuse”. Altri invece sibile ai temi ecologici e ambientali e fi cabile e allo stesso tempo armoniz- limenta. Nella progettazione dei luo- sostengono che i luoghi e le relazioni orientata a nuovi servizi (fornitura Questi luoghi di relazione possono zarsi con le altre. È utile individuare ghi (fi sici) è opportuno considerare possono anche essere progettati ex di servizi ecosistemici, vendita diret- nascere dal basso in modo sponta- temi unifi canti sui quali costruire la il coinvolgimento dei cinque sensi novo purché si abbia come obiettivo ta). Alcuni servizi propri della città 24 25 Tema 2_ PAESAGGIO AGRO-URBANO BENE COMUNE

Le ipotesi di futuro immaginate assegnano agli spazi aperti, ma soprattutto al paesaggio agrario, un ruolo fondamentale per migliorare la qualità delle città. L’agricoltura deve conservare la sua funzione produttiva, ma non può essere assimilabile alla campagna profonda. La vicinanza alla città apre nuove possibilità di valorizzazione, ma domanda una più elevata qualità ecologica e paesaggistica e una maggiore fruibilità. Questi paesaggi intermedi sono diversifi cati dal resto del paesaggio agrario, né sono da intendere esclusivamente spazi pubblici della città. Necessitano di un progetto che sia esito delle sinergie tra gli attori per essere riconosciuti come bene comune e per raff orzare il loro ruolo da protagonisti nel territorio.

Quali caratteristiche devono avere i progetti (aziendali, territoriali) per creare un paesaggio? Come poterli attuare? Nei diversi turni del World Café i tavoli elementi costitutivi. che il frutto di un processo culturale hanno ritenuto opportuno aprire il La locuzione “bene comune” corale (cioè aperto, ampio e che dibattito con un approfondimento rimanda al concetto di VALORE coinvolge tutti i soggetti sociali) sul signifi cato di paesaggio e sul senso implicito nel riconoscimento a che necessita di un certo tempo di che questo termine “denso” assume uno spazio o a un oggetto di un sedimentazione per assumere una chi lo può interpretare …). Gli le “invarianti” e di coinvolgere i tempo. se gli si associa l’attributo di bene signifi cato, di un’importanza per una connotazione collettiva; un processo obiettivi e i risultati potrebbero cittadini nel processo. Tali azioni attuative, oltre ad essere comune. La discussione ha messo in collettività. Tale legame è sintetizzato che conduce al riconoscimento degli essere numerosi: dal riconoscimento Per le comunità locali il coerenti con la visione strategica campo alcune questioni anticipando dall’attributo di COMUNE. elementi signifi cativi e strutturali di di valori del contesto, alla diff usione coinvolgimento potrà comportare proposta nel piano territoriale, rifl essioni trattate successivamente. I valori possono avere una diversa un determinato luogo fi sico. di una cultura del luogo (anche lo sviluppo di un maggiore senso vanno defi nite attraverso un natura, da quella economica, a attraverso la divulgazione di analisi di aff ezione dei luoghi e aumentare programma che fi ssi le priorità Il paesaggio defi nito dal progetto è un quella ambientale o sociale e sono Il progetto territoriale, secondo i fi siografi che), all’espressione dei la conoscenza degli stessi e della e la sequenza di attuazione delle prodotto, per la creazione del quale espressione di diff erenti punti partecipanti, deve essere: bisogni, alla condivisione di principi loro unicità, contribuendo al azioni previste. Al fattore TEMPO occorre chiarire obiettivi e modelli di vista. Rispondono a istanze e etici per orientare le trasformazioni. riconoscimento dell’ IDENTITA’ DI è attribuita un’importanza cruciale di riferimento ai quali ispirarsi o interessi molteplici fatti convergere • PARTECIPATO, APERTO E UN PAESAGGIO o il suo genius loci. per raggiungere un esito positivo ai quali aspirare. È la traduzione in un insieme di valori condivisi. FLESSIBILE • STRATEGICO e ideato per un Dovrà, inoltre, defi nire il “paesaggio quando si passa dall’ideazione alla spaziale di un insieme di principi Il riconoscimento da parte di una La fase di progettazione si sviluppa ORIZZONTE TEMPORALE futuro”, quello voluto, desiderato, realizzazione. etici che esprimono le qualità di un collettività rende lo stesso oggetto all’interno di un processo democratico LUNGO verso il quale tendere. contesto considerato desiderabile da accessibile a tutti e impegna i suoi che vede il coinvolgimento di diversi Il progetto territoriale deve assumere Quanto più la visione comune è • GESTITO RESPONSABILMENTE, parte di una determinata collettività membri in un’attività di tutela che mondi: i tecnici con il loro sapere un ruolo strategico disegnando il risultato dell’integrazione tra le dove i soggetti si assumono degli o di soggetti che lo ritengono il loro può garantirne un “godimento” (uso, e la società tutta. Questi processi visioni di ampio respiro capaci parti, tanto più sarà in grado di impegni ambiente di vita. percezione, fruizione) durevole nel devono essere orientati all’ascolto di guidare e ispirare i processi essere motore di processi virtuosi La fattibilità del progetto si gioca, Se è vero che il paesaggio può essere tempo. delle molteplici esigenze espresse dai attuativi lungo un arco temporale di trasformazione che perseguono inoltre, sulla chiarezza degli impegni espressione dell’immaginario, dei Con queste premesse il “paesaggio” vari portatori di interessi (chi abita di 20-30 anni. Il paesaggio per sua la tutela attiva del paesaggio delle parti (in particolare nel rapporto desideri e delle aspirazioni di chi come “bene comune” non può essere il territorio, chi ne ha conoscenza, natura richiede di confrontarsi con favorendone la valorizzazione. tra pubblico e privato), delle scadenze lo abita, è altrettanto vero che la processi di trasformazione di lungo che si devono assumere e sulla sua conoscenza, in particolare la termine richiedendo uno sguardo • FISICO, CONCRETO E valutazione delle risorse necessarie e sua trasformazione, non possono non limitato solo al presente o al REALIZZABILE di quelle realmente disponibili. prescindere dalle logiche che immediato futuro ma proiettato in L’attività di immaginazione nel Aumentare il senso di responsabilità governano lo sviluppo territoriale avanti, “guardando alle cose non solo tempo lungo non implica assenza di da parte dei soggetti coinvolti e dall’organizzazione del sistema per quello che sono ma per quello concretezza. Al contrario, proprio al incrementa il loro impegno e economico e sociale nel quale si agisce. che saranno”. fi ne di poter raggiungere la visione innesca processi economici positivi, Un “buon paesaggio”, come ribadito prefi gurata, si deve perseguire la produttori di una ricchezza diff usa dai più, è espressione di un equilibrio • CREATIVO, e capace di dare forma concretezza delle azioni proposte. che in questo modo può essere fra uomo, società e ambiente e ne a VISIONI PER IL FUTURO In primio luogo il progetto mantenuta costante nel tempo. rappresenta la loro integrazione. Il progetto strategico deve essere territoriale va tradotto in una Il paesaggio agro-urbano è un coordinato dall’amministrazione proposta di trasformazione fi sica, • COERENTE e RISPONDENTE nuovo soggetto paesaggistico, non pubblica e deve prevedere nel non necessariamente rivolta al L’ effi cacia del progetto territoriale ancora suffi cientemente indagato, processo decisionale un’ampia mutamento, ma piuttosto incentrata si fonda, invece, sulla coerenza tra per il quale occorre ricercare nuovi partecipazione delle comunità sulle azioni che possono portare alla obiettivi e azioni previste e sulla dispositivi di conoscenza e inventare locali che intravedono nelle visioni salvaguardia e alla valorizzazione rispondenza del progetto a esigenze nuove forme di equilibrio tra gli proposte benefi ci comuni. del bene paesaggio e che possano espresse dalla collettività, libere Il pubblico ha l’onere di fornire mantenere vitale il suo valore nel da condizionamenti di natura 26 27 economica e politica. della progettualità e indirizzi comuni di questa valutazione possa anche da perseguire. fornire suggerimenti sulla modifi ca PROCESSI RUOLO PUBBLICO RUOLO PRIVATO • SPERIMENTALE E INNOVATIVO Al privato, invece, il reperimento delle regole date. I progetti territoriali potrebbero delle risorse economiche, tecniche 1. Creazione di una CONOSCENZA • formazione e di comunicazione, • ruolo delle ASSOCIAZIONI di CA- essere concepiti, in alcuni casi, come necessarie alla realizzazione dei • L’insegnamento tratto da pratiche CONDIVISA, sui valori e lo stato del non solo verso l’esterno, ma anche TEGORIA di formazione e comuni- PROGETTI PILOTA fi nalizzati progetti costruiti anche grazie alla nate dal basso e il supporto a nuove territorio rurale all’interno del pubblico stesso cazione che sia più ampio rispetto ai a sperimentare nuovi strumenti rete di relazioni tra soggetti. esperienze tradizionali aspetti economici e azioni capaci di adattarsi alle I progetti attuativi sono frutto di un situazioni e di sviluppare reti di • L’introduzione nel processo di nuove processo di condivisione fra cittadini • ruolo, in particolare dei RESIDEN- relazioni tra soggetti. fi gure con il ruolo di mediatori e di e attori sociali ed economici, ed TI, di presidio e collaborazione/ co- Attraverso i progetti pilota valutatori esprimono la risultante di un municazione con la P.A. potrebbero essere defi niti i principi Come per i progetti territoriali anche “equilibrio” fra le diverse istanze. fondativi di LINEE GUIDA capaci per i progetti attuativi è auspicabile Le esperienze in corso, e in di orientare i progetti aziendali, di avviare processi di partecipazione particolare le pratiche nate dalla 2. Defi nizione di una STRATEGIA • ascolto dei bisogni e maggiore coin- • maggiore partecipazione attiva e maggior dettaglio. sostenuti dall’Amministrazione PROGETTUALITÀ “SPONTANEA”, INTEGRATA di diverse azioni volgimento del privato nella defi ni- responsabilità collettiva nella defi ni- pubblica, ma condotti da SOGGETTI sono espressione di un equilibrio zione delle strategie, valorizzando le zione delle strategie L’ attuazione dei progetti territoriali “TERZI” mediatori culturali, che raggiunto che, se rappresenta visioni istanze con eff etti “positivi” sul pae- può avvenire attraverso: possono svolgere il ruolo di garanti parziali, può tuttavia contribuire, saggio e negoziando quelle con eff etti fra le diverse parti in causa, off rendo in termini di attuazione, a costruire “negativi” • Una sinergia tra pubblico e privato una sorta di terzietà nel governare il quell’“aff ezione” al paesaggio che • indirizzo, coordinamento e capacità per la sostenibilità economica degli processo. potrebbe funzionare da volano per di sintesi e creazione di sinergie tra gli interventi Analogamente, nella gestione altre esperienze di portata più ampia. attori per la defi nizione di una visio- La sinergia tra pubblico e privato generale del rapporto tra pubblico I progetti potrebbero sperimentare ne strategica condivisa di breve, me- è fi nalizzata al raggiungimento e privato, i partecipanti ritengono nuove forme di attuazione e gestione, dio e lungo periodo contestuale di obiettivi di natura indispensabile introdurre una seguendo, ad esempio, modelli di ambientale, sociale ed economica. nuova fi gura, capace di mediare TRUST, di affi do e di cura di un 3. ATTUAZIONE COERENTE • defi nizione di un progetto integra- • manutenzione ordinaria e capillare Al pubblico spetterà, secondo tra gli interessi in gioco. La paesaggio da parte di una comunità. della strategia integrata to (che unisce diverse competenze), del territorio per AGRICOLTORI e i partecipanti, un impegno nel proposta avanzata è di formare una condiviso, fattibile economicamente e RESIDENTI in territorio rurale reperimento di risorse patrimonio COMMISSIONE PUBBLICA che coerente (che fi nanzia solo le azioni della collettività, come il territorio possa fornire una prima valutazione legate alla visione) o le strutture e infrastrutture di di fattibilità del progetto all’interno interesse comune. Dovrebbe fornire del quadro di regole vigenti luoghi e spazi per la comunicazione (“scooping” del progetto), e sulla base • investimenti in grandi interventi e nella manutenzione del territorio (es. per la sistemazione idrogeologica e la Tema 3_ PUBBLICO/PRIVATO regimazione delle acque)

• incentivi economici (Politica Agri- Gli “attori locali”, nel loro agire negli ambiti periurbani, perseguono obiettivi divergenti generando spesso cola Comunitaria e Piano di Svilup- confl itti. La molteplicità delle visioni sottese nelle pratiche quotidiane e la varietà degli immaginari, presenti nei po Rurale) protagonisti della trasformazione, richiedono con forza modalità di costruzione dei processi democratici ispirate a principi di giustizia “generativa”, dove la visione in prospettiva è esito stesso del dialogo e della concertazione 4. Diff usione di una NUOVA • promozione di una nuova agricoltu- • ruolo di AGRICOLTORI e PRO- tra coloro che hanno un interesse a “disegnarne” il futuro. Le azioni per attuarlo devono vedere il coinvolgimento CULTURA che riconosca anche il ra (certifi cazione, DOP …) FESSIONISTI per la promozione di ruolo sociale dell’agricoltura una nuova agricoltura sia del pubblico e del privato.

• esempio e volano nell’applicazione • trasmissione delle conoscenze orale di tecniche tradizionali e nuove tec- e scritta. Quale ruolo può essere attribuito al pubblico e quale al privato? niche di ingegneria naturalistica

Un tema di carattere generale e strategico emerso dalla discussione riguarda il ruolo della politica, come garante del “bene 5. DEFINIZIONE CONDIVISA, • defi nizione delle regole per la soste- • ruolo attivo di PROFESSIONISTI e pubblico” paesaggio. TRASMISSIONE del senso nibilità degli insediamenti (agricoli e IMPRENDITORI (agricoli ed edili) A tal fi ne la politica deve essere forte e saper prendere delle decisioni per il bene comune. Al contempo deve essere in grado e RISPETTO delle REGOLE non) e controllo della qualità archi- per la defi nizione e corretta applica- di condividere la visione strategica con i cittadini coinvolti, in quanto espressione delle identità e appartenenza al luogo. insediative; per la gestione del tettonica e paesaggistica (CQAP) zione delle regole. All’amministrazione pubblica spetta invece un ruolo di costruzione (tecnica) del progetto coerente con la visione della territorio rurale; per la convivenza di gestione del processo di partecipazione, e di garante super partes dell’interesse di tutti (considerando anche chi non ha voce, funzioni potenzialmente confl ittuali compresa la natura). (es. residenza e attività agricole) • controllo periodico sull’attuazio- • ruolo dei RESIDENTI in territorio ne degli interventi privati, sia quelli rurale di rispetto del luogo, del pa- Il messaggio chiave che è emerso dalla discussione consiste nell’esigenza di una maggiore e più profonda integrazione tra oggetto di fi nanziamento che quelli esaggio, della natura e delle attività pubblico e privato che si deve dispiegare nella creazione di alcuni processi fondamentali: edilizi agricole. 28 29 Visioni e ruolo della politica

Patrizia Gabellini Assessore Urbanistica, Città storica e Ambiente del Comune di Bologna possibile’, occorre distinguere tra una interpretazione che assume tout court le 1. Parto da poche considerazioni sul lavoro del laboratorio. condizioni esistenti e vi si adatta oppure confi da sulla possibilità che società, eco- I casi studio sono stati ben selezionati in quanto, in modo diverso, aff rontano una nomia, territorio avanzino puntando a un miglioramento delle condizioni del questione nodale: come costruire una città nella quale stare bene considerando presente con un percorso dinamico? gli esiti dei fenomeni di dispersione urbana degli ultimi decenni. Le aree inte- L’arte del possibile, infatti, può riguardare non solo ciò che è realizzabile qui e ora, ressate colgono, tra l’altro, alcune tipicità regionali: il confl itto, nella pianura più ma anche ciò che apre a un futuro migliore tracciando la strada da percorrere. In fertile d’Europa, tra usi agricoli e urbani; la fragilità, quasi ‘friabilità’, del territorio questo caso non ci sarebbe contrapposizione tra la visione e l’arte del possibile, appenninico. non sarebbero due mondi separati, ma potrebbe invece stabilirsi una relazione Negli esiti del laboratorio riconosco rifl essioni avviate da diversi anni, il che non tra la politica (come arte di un possibile ‘non statico’) e una visione (non visione è strano se si considera che le ‘visioni’ hanno bisogno di tempo per sedimentare, di ‘fuga’) che si interroga su un futuro possibile: questa relazione si concretiz- e ora sembrano essersi in parte assestate. In Italia i tempi sono però troppo lunghi zerebbe in un rapporto ‘discutitivo’. In tal caso, da un lato la visione andrebbe e, nonostante questa gestazione, la visione non è ancora pienamente condivisa declinata sulla possibilità di fare scelte e promuovere azioni - nel presente - per e accolta. Anzi, si ha l’impressione, visti proprio i lavori del laboratorio, che le costruire il futuro; dall’altro il ‘possibile’ andrebbe stressato cercando nelle condi- voci veramente ostili non si siano sentite, quando invece un approccio teso al zioni esistenti le faglie, i punti dove, grazie a piccole fratture, modifi care gli assetti riconoscimento e alla cura dei beni comuni (quello che ispira il laboratorio) è più consolidati e creare le discontinuità in grado di dinamizzare la realtà. ampiamente contraddetto nei fatti. Si tratta di un lavoro di ‘va e vieni’ tra visione e possibilità affi nché possano vicendevolmente aggiustarsi. Ma questo presuppone un confronto allargato che 2. Il titolo proposto per questo incontro, ‘Visioni e ruolo della politica’, è stimo- include le competenze (i tecnici), l’esperienza comune (i cittadini), gli interessi (le lante e provocatorio. Esso suggerisce quanto oggi si presuppone e si rimprovera rappresentanze di forze economiche e sociali). alla politica: che essa manchi di visione. Il laboratorio, in eff etti, ha lavorato as- sumendo degli scenari, ma ogni scenario implica una visione che si proietta nel 4. L’ultima questione: la diff erenza tra politica e amministrazione. futuro e quando il futuro viene invocato, a mio modo di vedere, è opportuno Non è sempre chiaro in che cosa consista questa diff erenza, che pure esiste ed è porsi alcune domande, che provo a riassumere. importante considerare. a. Quale futuro: vicino? lontano? La diff erenza è evidente. Negli studi sui sistemi decisionali alla politica si attribuisce il compito della visio- b. Quale futuro: possibile, auspicato, o utopico? Purtroppo l’utopia è tor- ne e all’amministrazione quello di gestire le decisioni, identifi cando di fatto l’am- nata in voga, segnale preoccupante della fatica e rinuncia a lavorare sulla com- ministrazione con la burocrazia (letteralmente attività d’’uffi cio’), con un’attività plessità del presente. tecnica che non discute presupposti e fi ni ma si limita a dare loro compimento. c. Quale futuro: fi sicamente espresso o strategico? Quelli del laboratorio L’amministrazione, in questa accezione, è sostanzialmente competenza. sono scenari di futuro a base fi sica (esemplifi cazioni progettuali), ma rinviano ad Questa divisione dei compiti, che sancisce la separazione tra competenze e valori, altro. a fronte dell’appannarsi della visione nella politica ha lasciato l’amministrazione d. Quale futuro: connotato ideologicamente o ipotetico? Basato su valori priva di timone, in evidente diffi coltà. che aff ondano in una visione complessiva del mondo o, altrimenti, su ipotesi e su In estrema sintesi, ritengo che di visione non si possa fare a meno, ma che, soprat- scenari che possono essere diversi e messi a confronto, quindi discutibili, passi- tutto in una fase di profondo, globale cambiamento, essa debba/possa costruirsi bili di valutazioni e di scelte? con il concorso di tante intelligenze e volontà, in un faticoso lavoro di confronto Confesso che le conclusioni del workshop appaiono sbilanciate su uno scenario e scambio, quindi non possa essere affi data ai soli politici, ovvero a coloro che ‘unico’ e ideologicamente connotato. hanno come attività preminente la decisione. Alla politica è affi dato il compito di riconoscere e difendere lo spazio di elaborazione della visione, poiché si tratta di 3. Se assumiamo che ci sia del vero nell’aff ermazione che ‘la politica è l’arte del una conquista e non di un dato e in quanto tale richiede spazio e tempo dedicati. 30 31 Roberto Biagini Assessore Tutela e Governo del Territorio del Comune di Rimini 1. Sul tema proposto: ‘Visioni e ruolo della politica’ tostradale di Rimini Nord. Si può suggerire una provocazione: ogni cittadino dovrebbe, per un anno, svolge- La parte settentrionale della città ha eff ettivamente, quindi, delle sue peculiarità, re le attività di amministratore pubblico, perché, in quanto tale, dovrebbe essere che sono emerse durante i lavori svolti. Si tratta di una zona di studio che, in una in grado di cogliere le voci e le domande degli abitanti, dei tecnici, dei proprieta- dimensione abbastanza contenuta, contiene molte e diverse funzioni e attività, e ri, rispetto alle visioni del futuro di una città. che possiede, allo stesso tempo, un’alta valenza produttiva che può essere valo- Nella mia esperienza di Assessore a Rimini ho dovuto gestire una fase delicata di rizzata proprio per la vicinanza alla zona urbanizzata. Le visioni emerse sono, in passaggio tra la redazione dei piani particolareggiati a completamento del Piano eff etti, rappresentative: l’immagine del territorio visto con un carattere “agro-ma- Regolatore vigente e la defi nizione del nuovo Piano Strutturale Comunale, che rino” è presente storicamente, nelle evoluzioni degli abitanti della zona che da identifi ca una nuova visione del futuro della città. contadini sono diventati pescatori, da pescatori in contadini, e, infi ne, almeno L’amministratore pubblico, per essere credibile, deve essere un tecnico, capace coloro di questi che sono riusciti ad accumulare capitale, si sono trasformati in quindi di gestire la disciplina urbanistica rispetto ai numerosi interessi, politici e albergatori. Da qui nascono le dinamiche di dialogo tra la dimensione agricola privati, che si sviluppano intorno alla materia. In sostanza, la visione si concre- e quella marina; allo stesso modo, lo scenario del mare che entra in città è una tizza con i progetti e risulta importante mantenere questo legame. Infatti, alcuni visione interessante e verosimile. portatori di interessi aiutano ‘dal basso’ a individuare le visioni più auspicabili, a renderle praticabili. Riguardo alle scelte urbanistiche, il Piano Strutturale (già in fase di controdedu- zione e in attesa dell’approvazione dell’Intesa con la Provincia¹), in ottemperanza 2. I laboratori e l’area di lavoro nei laboratori di Torre Pedrera alle norme del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, ha confermato Il lavoro svolto nei laboratori off re degli spunti e pone delle domande interessan- tale porzione di territorio quale ambito ad Alta Vocazione Produttiva Agricola . ti. La zona Nord di Rimini, in particolare la località di Torre Pedrera, è rappre- Ci sono però delle contraddizioni intrinseche: il tracciato della nuova Statale 16 sentativa per le dinamiche costiere che qui si sviluppano, e la fotografi a fatta dal va a incidere pesantemente su alcune aree orticole pregiatissime: resta il fatto che laboratorio ne restituisce indicazioni utili. L’area ha, infatti, una morfologia em- questa infrastruttura viaria ha grande rilevanza, avendo l’obiettivo di rendere mi- blematica: una parte di arenile che subisce maggiore erosione rispetto al centro gliori i fl ussi tra la Statale 9 (Vecchia Via Emilia) e l’attuale Statale 16 (Adriatica) di Rimini, una parte di prima fascia di villette storiche poi convertite a locande e di raff orzare le comunicazioni verso Ravenna. a gestione familiare e quindi in alberghi, una fascia ortiva che un tempo era a Detto questo, sicuramente sarà necessaria una attenta rifl essione a monte dell’ap- valle della ferrovia, e ora è a monte di essa. Nell’area a sud la situazione è diversa, provazione dei piani particellari di esproprio per la realizzazione dell’infrastrut- in quanto l’area meridionale è invece quella storicamente più urbanizzata, con tura, in quanto emergerà in maniera pregnante l’esigenza di salvaguardare al me- l’aeroporto che ne ha bloccato l’espansione. La zona a nord è invece quella che ha glio tale porzione del territorio rurale dove permangono coltivazioni di pregio. avuto la maggiore espansione, sia nel vecchio piano di Leonardo Benevolo sia nel Siamo in attesa dell’importante revisione da parte della Regione della legge re- Piano Strutturale Comunale (PSC) di Campos Venuti. Ci troviamo, quindi, in gionale n. 20 del 2000, che sarà improntata alla richiesta del minor consumo del uno spazio di appena 12-13 Km quadrati, davanti a un territorio ricompreso tra il territorio possibile. Tale strumento normativo sarà fondamentale anche per le mare, la Statale 16, l’Autostrada A 14 e la vecchia Via Emilia, dove l’arenile-litora- prospettive future delle realtà che non hanno attualmente una “protezione nor- le-paleofalesia e l’ambito di alta vocazione agricola/zona artigianale, si incontra- mativa” in tal senso. no con la previsione di un’Area Produttiva Ecologicamente Attrezzata (APEA). Senza una legislazione protettiva adeguata, fi nalizzata al consumo di suolo, che Questo lavoro ha sicuramente off erto una “palestra” importante e interessante dia respiro alle attività produttive di pregio in queste zone, anche il più nobile per gli obiettivi e le fi nalità del laboratorio e del gruppo di lavoro, in quanto degli intenti, infatti, verrebbe vanifi cato. sono presenti, con elementi di estrema vitalità imprenditoriale, aziende agricole di discrete dimensioni che dialogano con le aziende turistiche del litorale e con ¹ Il Piano Strutturale di Rimini è stato ad oggi approvato con deliberazione del Consiglio comunale quelle produttive-artigiane-commerciali che gravitano nei pressi del casello au- n. 15 del 15/3/2016. 32 33 Ruolo della formazione Antonio Gioiellieri Dirigente ANCI Emilia-Romagna Sono molto soddisfatto e, confesso, un po’ commosso perché oggi ho constatato, produzione agricola che si può inserire, in modo inedito, anche nei contesti più di altre volte, il valore della semina che continuiamo a fare caparbiamente da urbani. dieci anni. Sono evidenti, al riguardo, anche le eventuali conseguenze che si possono avere In particolare, continua ad avere sempre più effi cacia la scelta delle aule “miste”, sul paesaggio. con la compresenza di tutti gli “attori” pubblici e privati che sono in gioco nella L’esempio radicale israeliano mi serve per contestualizzare il rapporto tra il realtà amministrativa e progettuale, una scelta ancora poco capita, ma che va lavoro di quest’edizione del corso e il lavoro delle due precedenti edizioni sul ancora difesa e ancor più perseguita. rapporto tra paesaggio e “rurale”, con la scelta strategica dell’Emilia-Romagna, Dovremo certamente discutere le forme future, l’evoluzione possibile delle soprattutto dopo il successo della sua partecipazione ad EXPO, di rendere il metodologie, l’entità, la continuità e la modalità di gestione delle risorse fi nanziarie sistema agroalimentare una fi liera produttiva d’eccellenza mondiale incentrata necessarie, ma Regione, Soprintendenza, Enti Locali devono valorizzare, sul trinomio tipicità, sostenibilità, gastronomia. consolidare e fare evolvere ulteriormente questo lavoro. La recentissima nomina di Parma come Città Creativa della gastronomia UNESCO Al riguardo, mi pare di poter interloquire con l’Assessore Gabellini sui tempi di è un tassello importantissimo in questa chiave, come lo è la Fabbrica Contadina a sedimentazione delle visioni, aff ermando che la lentezza si accentua quando la Bologna. Ma questi sono snodi che hanno bisogno di “alimentarsi” anche di una politica attiva processi, anche innovativi, ma si dimentica, o tende a considerare realtà diff usa di mercati agricoli a KM 0 nelle città; di un potenziamento degli residuale l’investimento culturale, la cura e l’attenzione alla produzione di saperi orti urbani; della diff usione della cucina d’autore e di innovazione agroalimentare sociali, amministrativi, professionali. innervata sul territorio. La storia dell’applicazione della legge regionale n. 20 del 2000, sull’uso e il governo Un territorio che deve avere un paesaggio riconoscibile, curato, tutelato, non solo del territorio, off re qualche spunto di rifl essione proprio in tal senso. per i valori culturali e ambientali di cui è storicamente depositario, ma anche La politica e il legislatore regionali approvarono una legge innovativa, dotata di per il nuovo valore identitario ed economico come componente “strutturale”, una nuova visione che richiedeva agli amministratori locali, ai professionisti, qualitativamente rilevante, di questa strategia. tecnici e giuridici e alle imprese, un rinnovamento signifi cativo nella stessa In questo senso, i materiali prodotti dalle ultime tre edizioni di questo corso direzione. devono essere portati all’attenzione della Presidenza della Regione ed entrare, Per impedire, com’è invece accaduto, che la maggior parte di questi soggetti come contributi di idee, nel circuito della concertazione pubblico-privato che continuasse a ragionare e a progettare con la testa rivolta alla precedente legge guida l’attuazione di questa strategia. regionale 47 del 1978, sarebbe occorso un investimento culturale che però non fu Dico questo anche per evidenziare come tutto ciò abbia a che fare anche con la fatto, ritenendo che la legge sarebbe stata, di per sé, suffi ciente a generare nuove discussione che si è aperta sul signifi cato e su quale rango abbia la pianifi cazione tendenze. strategica. Nel momento in cui vengono aperti sentieri nuovi, la cultura è fondamentale, Il Piano Strategico Metropolitano, il Piano Strategico di Rimini, i Piani Strategici e in tali contesti può rilevarsi fi nanco decisivo mettere intorno ad un tavolo che si cominciano ad immaginare per le nuove Aree Vaste non coincidono con i i saperi necessari, i ruoli e le esperienze per far evolvere i linguaggi tecnici e Piani urbanistici e paesaggistici, ma si pongono in un rapporto interdipendente amministrativi e i percorsi materiali e progettuali . E non è scontato che prevalga con questi ultimi. questo punto, anche se questi dieci anni di esperienza formativa-laboratoriale In questa sede mi sembra importante sottolineare quanto il paesaggio sia “attore costituiscono una prova concreta della fecondità di un simile approccio. strutturale”, sia sotto il profi lo metodologico che contenutistico, di queste Il secondo obiettivo importante di questa attività formativa è connettere la strategie. diff usione delle conoscenze e dei saperi con le esperienze progettuali sul campo. Torno alla provocazione. Israele propone il “campo verticale” come soluzione Anche considerando le edizioni precedenti, sotto questo profi lo mi aspettavo che innovativa possibile al problema di “strappare” la produzione agricola al deserto; dal lavoro svolto emergessero dei contenuti e delle indicazioni utili al confronto noi possiamo raccogliere quell’idea declinandola in modo speculare, innervando sulla riforma della legge urbanistica regionale. La scelta del tema periurbano era nei sistemi urbani la qualità di un sistema agroalimentare del quale anche il infatti orientata a tale scopo, proprio perché pone domande forti sul rapporto tra paesaggio diventi componente qualitativa strutturale. la cultura del paesaggio e gli interventi “ordinari”, quelli che trasformano le zone Questo rimanda, in un certo qual modo, anche al tema del coinvolgimento nella meno tutelate e più esposte al degrado. Materiale interessante su cui rifl ettere ne formazione sia dei piccoli Comuni e delle Province sia degli amministratori è sicuramente emerso, ed è utilizzabile anche per le discussioni nelle sedi dovute, pubblici. Il coinvolgimento dei decisori “locali” è infatti un cruccio che ci tormenta con la consapevolezza che la metodologia che la Giunta regionale ha attivato, da alcune edizioni, ma non abbiamo, sinora, trovato soluzioni praticabili. con un approccio che prova a defi nire il disegno e la visione distillando solo Se emergono idee, è il caso di valutarle, e sui piccoli Comuni punterei sul successivamente la norma, a diff erenza di quanto avveniva in passato, si presta coinvolgimento delle Unioni dei Comuni. meglio all’utilizzo di materiali come quelli realizzati dal corso. Questo passaggio È evidente che non possiamo collocare competenze specialistiche ovunque. concettuale e metodologico non è irrilevante per la politica. Un’idea percorribile è quella di dare alle Unioni dei contributi fi nanziari, La terza rifl essione a voce alta che sottopongo alla vostra attenzione riguarda la condizionandoli allo svolgimento di attività formative obbligatorie, soprattutto maturità del tematismo periurbano nell’accezione del rapporto tra agricoltura e se fi nalizzate alla costruzione di Uffi ci di Piano di Unione per rendere possibile città. che si sviluppi in modo diff uso la qualità delle competenze. Un segno provocatorio ed estremo di questa maturità è stato espresso all’EXPO: Un’idea da percorrere potrebbe essere quella di collegare la partecipazione al il “campo verticale”, proposto dal Padiglione Israeliano come evoluzione della corso a questo incentivo/obbligo, al fi ne di recuperare queste presenze in aula. 34 35 In questo momento non c’è più nessun attore che da solo sia in grado di “pren- Roberto Gabrielli dersi il piatto”, né la politica, né l’economia, nelle fi gure retoriche che conoscia- Responsabile del Servizio Pianifi cazione territoriale e urbanistica, dei trasposti e mo, tanto meno quella burocrazia privata che forse è il soggetto più riottoso al del paesaggio, Regione Emilia-Romagna cambiamento. Questa mattina è stato invocato l’intervento delle associazioni di Nel mio intervento all’inizio del corso vi avevo chiesto di identifi care una possi- categoria quali agenti di una possibile evoluzione positiva, ma l’abbiamo visto bile “livrea” dello spazio periurbano che attraverso i suoi aspetti formali consen- durante il corso che è molto più sensibile/disponibile il diretto interessato piut- tisse di ricollocarne le diverse funzioni, riattivando così una dialettica all’interno tosto che la burocrazia a cui fa riferimento. Allora la questione è proprio questa: di quell’indistinto orrido col quale ci confrontiamo oggi. La sfi da era ed è molto individuare il metodo e il processo per arrivare a quel tipo di esito. A mio modo alta, perché presuppone per quelle diverse funzioni un’autoconsapevolezza di sé di vedere non c’è dubbio che la nuova forma, la nuova “livrea” di questo spazio e un esplicito posizionamento in rapporto al contesto, di cui oggi manca ogni e di questo rapporto – perché il periurbano è lo spazio in cui prende forma il traccia. rapporto e l’interazione città-campagna - non potrà che essere il frutto di un per- corso che non affi da più ad un unico decisore ultimo (quale che sia) l’esito fi nale, Mi sarebbe piaciuto, tuttavia, che questo tema fosse emerso un po’ di più dai ma che lo costruisce in un divenire deliberativo e adattativo. Oggi si è parlato vostri lavori, ma è vero che per arrivare anche a questa dimensione sarebbe stato della possibilità che l’attuale crisi della politica possa tradursi in un suo ritrarsi necessario uno sviluppo del corso di altro spessore e durata. Era dunque una dalle responsabilità: è ovvio che questo esito deve essere scongiurato, ma la sua provocazione, ma al di là della provocazione questo resta il tema dirimente. Il responsabilità non è più quella di sciogliere il nodo gordiano nel modo che ci è periurbano è il luogo della massima confl ittualità fra funzioni declinanti, quelle stato storicamente consegnato. È invece quella di trovare, faticosamente, certo, proprie dell’urbano, e altre che stanno riguadagnando il proscenio, quelle di una una soluzione che massimizza gli interessi dei molti attori, anche quelli confl it- ruralità che ha sostanzialmente abbandonato la competizione mercatistica e che tuali. Che sfugga alla tentazione di una negoziazione fra i soli interessi più forti si affi da a una nuova produttività che vi integra il proprio valore aggiunto sociale. e riconosciuti, ma che accetti fi nanche il possibile insuccesso pur di praticare un È il campo di battaglia di confl itti che vengono dal passato, perché larga parte processo più complesso e ampio, che veda la partecipazione eff ettiva dei molti di questo spazio è stato urbanisticamente conformato, ma che ha oggi di fronte attori coinvolti. È ormai diventato chiaro che il processo di valorizzazione non a sé un orizzonte in cui molto diffi cilmente si realizzerà il suo destino preventi- riguarda più il solo, ristretto campo dell’area impattata dalla decisione, ma il suo vato. È questa la principale ragione per cui diventa uno spazio particolarmente valore eff ettivo e il suo successo dipendono sempre di più da un contesto più degradato, disponibile agli usi più disparati, quali che siano, ma che possano far ampio di quello. recuperare gli stimati valori immobiliari. È lo spazio per il quale gli esiti non sono ancora giocati, su cui è importante provare ad avere una visione a lungo termine. Diventa rilevante o torna ad essere rilevante il tema del PAESAGGIO, perché non c’è dubbio che anche nella rigenerazione urbana, periurbana e alla scala territo- È un tema rilevante per la nostra rifl essione, per il nostro agire, ma soprattutto riale, la valorizzazione o rivalorizzazione passa dal fatto che sono gli elementi di per il nostro sperimentare le forme multidisciplinari, multiattoriali che ci con- contesto pubblici – i beni comuni – a fornire il gradiente principale del nuovo sentano di rifocalizzare questo coacervo centrifugo. Ciò nella prospettiva di resti- valore. tuirgli e riconoscergli un valore paesaggistico e un ruolo importante nel presente Quest’anno purtroppo, per nostre ragioni interne, abbiamo dovuto proporre e nell’immediato futuro, collegato a un’idea di urbanistica e di pianifi cazione ter- questo tema in un lasso di tempo molto ristretto e con modalità operative molto ritoriale che deve fare i conti con una fase storica sostanzialmente chiusa. Abbia- ravvicinate; a diff erenza delle passate edizioni avevamo un limite insuperabile mo grandi diffi coltà a defi nire le forme di questa conclusione e il peso che questa nella fi ne dell’anno 2015. Credo che sia stata comunque un’esperienza impor- avrà nel prossimo futuro, ma anche al di là del gioco che si svolge sul terreno del tante, perché ha messo sotto gli occhi di tutti un problema di metodo che si fa piano urbanistico e della sua gestione politico-amministrativa c’è tutto il tema sostanza di un nuovo processo. Spero che potremo completare questo percorso del confronto fra “culture” che avevano accumulato su quelle parti di territorio in una prossima edizione – anche scegliendo altri contesti – ma sarà necessario aspettative confi ggenti e il fatto che la loro riconfi gurazione richiederà probabil- che alla fi ne del percorso si arrivi alla dimensione del progetto. Certo ragionare mente molto tempo. Anche qui, come dentro l’urbano, probabilmente si pone il sui molti piani in cui si pone il tema, ma anche provare a dare forma a quei luoghi tema della temporaneità e/o transitorietà delle “soluzioni intermedie”. di relazione e di interazione che sono stati individuati durante questa esperienza.

Il periurbano è più di ogni altra parte del territorio quella cui si può sovrapporre, metaforicamente, uno scenario altomedievale. Dopo la caduta dell’Impero ro- mano d’Occidente lo scenario è quello di città fondamentalmente distrutte, cui è seguita una contrazione dei sistemi urbani perché gli abitanti hanno in parte cercato sicurezza altrove e in altre forme della propria organizzazione sociale. L’esperienza dell’Italia comunale, dei Comuni, nasce da questa situazione. Le città sono state per molto tempo in un perimetro di rovine e i loro abitanti hanno pri- ma pensato a come riusare quei materiali, quelle rovine, quegli spazi - principal- mente per la difesa; poi si sono chiesti come usare al meglio quegli stessi materiali e quegli stessi spazi per costruire una nuova città. Ci sono voluti tre secoli per tornare ai perimetri dello stato ante caduta. Ora noi siamo, in senso lato, di fronte a questo stesso tipo di situazione. Il dato importante, e lo rilevo dal tipo di esito restituito oggi e durante i lavori, è quello del metodo. Io provocatoriamente vi avevo chiesto la “livrea”, certo non è arriva- ta, però il lavoro svolto è preparatorio al poterla identifi care e costruire almeno in un approccio temporaneo. Avete sperimentato, anche qui in senso lato, quel metodo assolutamente pertinente di cui ci ha parlato la professoressa Danani nella giornata seminariale del 10 dicembre scorso: la processualità deliberativa. 36 37 Questo volume è stato stampato presso il Centro Stampa della Regione Emilia-Romagna nel mese di Maggio 2016 38 39