Scritti Sulla Storia Astronomia Antica

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Scritti Sulla Storia Astronomia Antica Giovanni Virginio Schiaparelli Scritti sulla storia della astronomia antica Tomo I www.liberliber.it Questo e-book è stato realizzato anche grazie al sostegno di: E-text Web design, Editoria, Multimedia http://www.e-text.it/ QUESTO E-BOOK: TITOLO: Schiaparelli, Giovanni Virginio AUTORE: Scritti sulla storia della astronomia anti­ ca. Tomo I TRADUTTORE: CURATORE: NOTE: DIRITTI D'AUTORE: no LICENZA: questo testo è distribuito con la licenza specificata al seguente indirizzo Internet: http://www.liberliber.it/biblioteca/licenze/ TRATTO DA: Tomo I di Scritti sulla storia della astronomia antica / Giovanni Schiaparelli. - Milano : Mimesis, [1997] - VIII, 462 p. ; 21 cm. - Ripr. facs. dell'ed. di Bologna del 1925. Fa parte di: Scritti sulla storia della astronomia antica / Giovanni Schiaparelli. - Milano : Associa­ zione culturale Mimesis ; \Roma! : IsIAO. - v. ; 21 cm. CODICE ISBN: 88-87231-01-X 1a EDIZIONE ELETTRONICA DEL: 12 aprile 2010 INDICE DI AFFIDABILITA': 1 2 0: affidabilità bassa 1: affidabilità media 2: affidabilità buona 3: affidabilità ottima ALLA EDIZIONE ELETTRONICA HANNO CONTRIBUITO: Giampiero Barbieri, [email protected] Gianluigi Trivia, [email protected] REVISIONE: Carlo Romolo, [email protected] PUBBLICAZIONE: Catia Righi, [email protected] Informazioni sul "progetto Manuzio" Il "progetto Manuzio" è una iniziativa dell'associa­ zione culturale Liber Liber. Aperto a chiunque vo­ glia collaborare, si pone come scopo la pubblicazio­ ne e la diffusione gratuita di opere letterarie in formato elettronico. Ulteriori informazioni sono di­ sponibili sul sito Internet: http://www.liberliber.it/ Aiuta anche tu il "progetto Manuzio" Se questo "libro elettronico" è stato di tuo gradi­ mento, o se condividi le finalità del "progetto Ma­ nuzio", invia una donazione a Liber Liber. Il tuo sostegno ci aiuterà a far crescere ulteriormente la nostra biblioteca. Qui le istruzioni: http://www.liberliber.it/sostieni/ 3 GIOVANNI SCHIAPARELLI SCRITTI SULLA STORIA DELLA ASTRONOMIA ANTICA PARTE PRIMA - SCRITTI EDITI TOMO I COLLANA MIMESIS Saggi e narrazioni di estetica e filosofia IsIAO 4 GIOVANNI SCHIAPARELLI SCRITTI SULLA STORIA DELLA ASTRONOMIA ANTICA PARTE PRIMA - SCRITTI EDITI TOMO I 5 I. ASTRONOMIA DELL’ANTICO ORIENTE 6 I. OSSERVAZIONI E CALCOLI DEI BABILONESI SUI FENOMENI DEL PIANETA VENERE 7 Questo scritto uscì nel 1906, tradotto in tedesco, nel periodico berlinese di Astronomia popolare Das Weltall (6 Iahrg. Heft 23, 7 Iahrg. Heft 2) col titolo Venusbeobachtungen und Berechnungen der Babylonier. Essendo mia intenzione di pubblicare il testo originale italiano, ma non avendo potuto ottenerne copia dalla direzione del Weltall presso la quale dovrebbe pur trovarsi, mi risolvo a riprodurre la minuta del testo stesso, che ho rintracciato fra le carte dell’Autore e che in genere concorda perfettamente colla versione tedesca. Dove la minuta offre qualche lacuna o variante rispetto alla versione (che rappresenta la redazione definitiva licenziata alle stampe) mi sono attenuto a quest’ultima traducendo il passo corretto o mancante. Per altre notizie su questo scritto vedi nella 2ª Parte l’Avvertenza premessa alla Memoria Osservazioni ed Effemeridi babilonesi sui fenomeni del pianeta Venere, dalla quale esso deriva. A. S. 8 In ogni suo periodo sinodico Venere diventa due volte visibile all’occhio nudo, una volta a levante come stella del mattino, un’altra volta a ponente come stella della sera. Il principio e la fine di questi due intervalli di visibilità danno luogo dunque a quattro fenomeni che si ripetono periodicamente, sebbene con periodi non interamente uniformi. La determinazione di queste quattro epoche nelle quali Venere appare o scompare in Oriente od in Occidente è stata oggetto di lunghe serie di osservazioni fatte dagli astronomi babilonesi già in tempi relativamente antichi; e una parte di tali osservazioni è venuta fuori negli scavi di Ninive. Quegli astronomi hanno inoltre tentato di stabilire delle regole per la predizione dei suddetti fenomeni, e un saggio di queste regole si è pure conservato. Io mi permetto di pubblicare qui un riassunto di alcuni studi da me fatti sull’argomento, riservando ad altro luogo una più ampia esposizione dei particolari1. Tre sono i documenti che qui vengono in considerazione e sui quali desidero di fissare l’attenzione del lettore; per chiarezza li designerò colle lettere A, B, C. Il documento A contiene una serie di calcoli istituiti nell’intento di rendere più facile la predizione dei quattro fenomeni di Venere. Il documento B contiene una se­ 1 Con queste sigle le tavolette o frammenti di tavolette stanno registrate nel Catalogo della collezione di Kujunjik nel British Museum. Nei due palazzi di Sanherib e di Assurbanipal a Kujunjik, furono, come è noto, trovati da Layard e da Rassam i resti del grande archivio letterario conosciuto sotto il nome di biblioteca di Assurbanipal. Il prof. Bezold ha catalogato e descritto in una grande opera in cinque volumi tutti i pezzi di questa raccolta. Una descrizione generale di essa egli ha dato nel suo libro Ninive und Babylon con special ri­ guardo a documenti astrologici. 9 rie di osservazioni effettivamente eseguite sulle apparizioni e di­ sparizioni del pianeta: non però secondo l’ordine cronologico na­ turale; ma secondo l’ordine dei mesi in cui ciascuna osservazione ebbe luogo, senza tener conto alcuno dell’anno. Il documento C, che di tutti è il più importante, contiene pure una serie di osserva­ zioni effettivamente eseguite; ma in esso è rigorosamente osser­ vato l’ordine cronologico. In tutti e tre le apparizioni di Venere sono accompagnate dal corrispondente giudizio astrologico, cioè dall’indicazione dell’avvenimento di cui quell’apparizione poteva considerarsi come presagio. Tutti e tre i documenti provengono dalla biblioteca di Assurba­ nipal, e le copie che se ne conservano nel Museo Britannico sono anteriori alla distruzione di Ninive, avvenuta intorno all’anno 606 o 607 prima di Cristo. Nella loro interna disposizione, nel modo di esprimere i fenomeni predetti od osservati, nei termini tecnici e nell’enunciato dei giudizi astrologici, essi presentano una grande somiglianza e molti caratteri comuni. Specialmente è da notare che in tutti e tre per designare il pianeta Venere si fa uso esclusi­ vamente del nome (ideografico) di NIN DAR AN NA, di cui in tut­ to il resto della letteratura cuneiforme non si trovano che rarissimi esempi, il nome più generalmente adoperato anche nei testi astro­ logici essendo Dilbat. Non si può quindi dubitare che tutti e tre i documenti abbiano avuto origine, se non da un medesimo astrolo­ go, almeno da una medesima scuola di astrologi. Perciò, sebbene uno solo dei tre (il documento A) porti l’indicazione di esser stato copiato da un originale babilonese, noi potremo con tutta sicurez­ za attribuire un’eguale origine anche ai documenti B e C. Una re­ lazione fra i tre documenti è pure indicata dal fatto che essi non sono stati scritti su tre tavolette indipendenti fra di loro, ma furo­ no associati due a due in una medesima tavoletta: cioè A e C nella tavoletta K 160, B e C nella tavoletta a cui appartengono i fram­ menti K 2321 e K 30322. 2 Con queste sigle le tavolette o frammenti di tavolette stanno registrate nel 10 La tavoletta K 160 non è completa: in conseguenza del guasto avvenuto in uno dei lati manca il principio della faccia anteriore e la fine della faccia posteriore. Con quest’ultima andò pure perdu­ ta la sottoscrizione solita a trovarsi in simili documenti, dalla qua­ le forse avremmo potuto ottenere qualche notizia interessante cir­ ca la storia della tavoletta. La forma dei caratteri indica che è una copia assira derivata da esemplare babilonese. Essa conteneva in origine intieri i due documenti A e C. Nel suo stato presente la parte conservata comincia con un pezzo del documento C, che di­ stingueremo col nome di C1. Segue poi, senza interruzione o ap­ parente separazione, il documento A tutto intiero. Ad esso si con­ nette, anche senza alcuna separazione apparente, un secondo pez­ zo del documento C, che designeremo con C2 e che occupa tutto il rimanente della tavoletta. I due pezzi C1 e C2 formano continua­ zione l’uno dell’altro e, quando la tavoletta era completa, costitui­ vano insieme riuniti tutto il documento C. Nello stato presente delle cose manca in principio forse un quarto del totale e proba­ bilmente meno di un quarto alla fine. Ma anche nella parte del te­ sto che si è conservata la superficie non si trova in buono stato e presenta qua e là minori lacune. Questa tavoletta fu pubblicata per la prima volta per cura di G. Smith nella grande collezione ingle­ se di iscrizioni cuneiformi pubblicata da Rawlinson3. Quattro anni dopo fu riprodotta dal prof. Sayce sotto forma di appendice alla sua Memoria sull’Astronomia e sull’Astrologia dei Babilonesi, con trascrizione e con traduzione inglese4. Nel 1880 il prof. Sayce Catalogo della collezione di Kujunjik nel British Museum. Nei due palazzi di Sanherib e di Assurbanipal a Kujunjik, furono, come è noto, trovati da Layard e da Rassam i resti del grande archivio letterario conosciuto sotto il nome di biblioteca di Assurbanipal. Il prof. Bezold ha catalogato e descritto in una grande opera in cinque volumi tutti i pezzi di questa raccolta. Una descrizione generale di essa egli ha dato nel suo libro Ninive und Babylon con special ri­ guardo a documenti astrologici. 3 The Cuneiform Inscriptions of Western Asia. Vol. III, tavola 63, London 1870. 4 The Astronomy and Astrology of the Babylonians, with translations of the 11 associato ad H. M. Bosanquet presentò alla Società astronomica di Londra una Memoria5 dove la tavoletta K 160 è studiata sotto il punto di vista astronomico. In questo lavoro fondamentale gli au­ tori hanno riconosciuto in parte la natura del documento C e rela­ tivamente ad esso hanno stabilito alcuni risultati importanti. Essi però non riconobbero la natura del documento A, che consideraro­ no come un’interpolazione capricciosa dell’amanuense.
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