Anelli Di Una Vita C'era Già, Ma I Miei Problemi Di Salute Me L'- Un Bisogno Crescente, a Tratti Direi Quasi Semplici Racconti Di Famiglia Hanno Sempre Impedito
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coperta completa_Layout 1 04/11/13 12:28 Pagina 1 "Da qualche tempo ho iniziato, di “Voglio essere sincero. nuovo, a percepire il desiderio ed il bisogno di Avrei voluto farlo prima: l'intenzione dedicarmi un'altra volta alla scrittura. Anelli di una vita c'era già, ma i miei problemi di salute me l'- Un bisogno crescente, a tratti direi quasi Semplici racconti di famiglia hanno sempre impedito. fisico." Grazie a Dio ora sto bene e voglio ap- "Mancava, però, solo un tassello: il sog- profittarne per portare avanti questo sogno. getto." Ti confido: vada come vada ormai la de- "Dopo poche ore, inaspettata, la svolta. cisione è presa. Giovanni, mio caro amico, mi chiama e mi dice Qualche suggerimento te l'ho dato e se che ha urgente bisogno di parlarmi." potrò continuerò a farlo. Altrimenti, ti prego, "Giovanni mi confessa che è da tempo portalo a compimento tu.” che sta meditando di scrivere la storia della pro- pria famiglia. Vari imprevisti, salute ed altro, Giovanni hanno impedito la realizzazione di questo pro- di famiglia Semplici racconti Anelli di una vita getto. Tra l'altro, mi confida, non saprebbe nep- pure da parte iniziare." "Ecco la scintilla che aspettavo, il rac- conto che anelavo. Inaspettato." Fabrizio di Giovanni Anelli e Fabrizio Samuelli libro anelli rifo rifo_Layout 1 05/11/13 16:07 Pagina 2 libro anelli rifo rifo_Layout 1 05/11/13 16:07 Pagina 3 Anelli di una vita Semplici racconti di famiglia di Giovanni Anelli e Fabrizio Samuelli Edizioni Officine Gutenberg cooperativa sociale Via Sforza Pallavicino, 1 29121 Piacenza [email protected] P.I. 00898310339 con il patrocinio del comune di Podenzano ISBN 978-88-98751-00-6 Prima edizione: ottobre 2013 Stampato da Litografia Pignacca Via Boreca, 11/13 29121 Piacenza [email protected] Un particolare ringraziamento al Grafica e impaginazione quotidiano Libertà che ha gentilmente Roberta Bertuzzi concesso immagini del proprio archivio. libro anelli rifo rifo_Layout 1 05/11/13 16:07 Pagina 5 Prefazione Il gentile gradito omaggio che i cari amici Giovanni Anelli e Fabrizio Samuelli, autori del presente saggio letterario, hanno voluto riser- varmi, nell’offrirmi il privilegio di leggerne il testo in “anteprima”, non solo mi ha intimamente commosso per l’attenzione avuta nei miei confronti, ma mi ha anche offerto l’opportunità, dopo un’at- tenta lettura del testo, di formulare agli autori un sincero apprezza- mento per la piacevole narrazione degli avvenimenti vissuti dai vari protagonisti della bella ed ammirevole famiglia Anelli. Il profondo affetto per persone e cose ivi citate, manifestate con un linguaggio scorrevole ed avvincente, nonché la squisita messa in evidenza di un “passato” che sempre ci onora e ci esalta, la devota testimo- nianza di vite intensamente vissute e per avermi ricordato nel testo. A seguito della piacevole lettura, che mi ha intimamente emozionato e coinvolto, non posso che complimentarmi e rallegrarmi con i due autori per il geniale pensiero di aver rievocato le emozionanti pagine di storia della nostra “Sagacia Contadina”, che meritava – senza alcun dubbio – una rievocazione degna del nostro più affettuoso ricordo: e gli autori ci sono perfettamente riusciti. Assai apprezzata anche l’indovinata formulazione del titolo. Sappia il lettore comprendere appieno il profondo significato di questa opera letteraria, meritevole – a mio parere – del più lusin- ghiero successo di pubblico e di critica, nel quale fermamente credo. Grazie, per tutto questo, Cari Amici. Giorgio Pipitone 5 libro anelli rifo rifo_Layout 1 05/11/13 16:07 Pagina 7 Introduzione Nuovamente mi ritrovo a scrivere un racconto. Pensavo che, dopo la precedente ed estemporanea esperienza, il mio impegno “lette- rario” si fosse concluso. Per le motivazioni legate alle mie scarse at- titudini in materia o per il fatto che non ritenevo giusto somministrare un nuovo, pesante, fardello ai lettori, che già, si fos- sero avvicinati ai miei scritti. Non era così. Da qualche tempo ho iniziato, di nuovo, a percepire il desiderio, e il bisogno, di dedicarmi un’altra volta alla scrittura. Un bisogno cre- scente, a tratti direi quasi fisico. Inizialmente desiderio riposto nel mio intimo e poi manifestato a chi mi sta più vicino, i miei familiari. Mancava, però, solo un tassello: il soggetto. Ho pensato a una storia immaginaria. Ho anche valutato di narrare la mia vita, ma l’ho ritenuto poco “significativa”. Volevo altro. Ero in fase di confusa meditazione, quando confessai a una persona a me vicina della mia intenzione, nonostante mi mancasse un sog- getto definitivo. Dopo poche ore, inaspettata, la svolta. Giovanni, mio caro amico, mi chiama e mi dice che ha urgente bisogno di parlarmi. Fissiamo un appuntamento il prima possibile, a metà settimana. Giovanni mi confessa che è da tempo che sta meditando di scrivere la storia della propria famiglia. Vari imprevisti, salute e altro, avevano impedito la realizzazione di questo progetto. Tra l’altro, mi confida, non sa- prebbe neppure da che parte iniziare. Vorrebbe, quindi, un mio con- siglio. Ecco la scintilla che aspettavo, il racconto che anelavo. Inaspettato. Mi complimento con il mio amico per il valore e l’im- portanza della sua volontà. Lo incentivo nel perseverare, ma poi, con modestia, quasi come fosse un sussurro, gli confido che vorrei essere io, il narratore della sua storia. La bontà di Giovanni, unita alla profonda amicizia e al legame instaurato prima con mio padre Luciano e poi con me, lo spingono ad accettare la mia proposta. Il passo successivo è la condivisione comune di un metodo di lavoro. Dapprima ascolto con interesse la storia della sua famiglia. Conosco la vita del capostipite, il nonno Biggio, quella del papà Peppo, suc- cessivamente quella di Giovanni. Un secolo di vissuto familiare. Lo incentivo a scrivere episodi, momenti, ricordi della vita sua e dei suoi avi. Ci appassioniamo a vicenda della cosa. Facciamo ricerche. Recuperiamo materiale. Infine pianifichiamo il percorso, la trama del libro. Ci soffermiamo sulla descrizione dei particolari. 7 libro anelli rifo rifo_Layout 1 05/11/13 16:07 Pagina 8 libro anelli rifo rifo_Layout 1 05/11/13 16:07 Pagina 9 Ho così tra le mie mani una grandissima opportunità ed un bellis- Come ogni giorno, Giovanni, appena terminato il pranzo, era solito simo racconto. Trascrivere e far rivivere la storia di una famiglia di lasciare la moglie Luciana a ordinare la cucina, per trasferirsi nel umili origini che ha saputo, assumendosi sempre le proprie respon- proprio studio. Da tempo ormai non lavorava più e si godeva la sabilità, ritagliarsi un ruolo sempre più importante e solido all’in- meritata pensione. Però era sempre impegnato in varie piccole com- terno del consesso sociale locale. Come ingredienti i grandi sacrifici, missioni per conto della ditta del figlio, che aveva seguito le orme la dedizione e la passione per il lavoro, l’attaccamento a sani ed alti paterne. A Giovanni piaceva poter trascorrere qualche momento principi, il riconoscimento, la definizione e il rispetto dei ruoli nelle della sua giornata in quell’ambiente a lui così caro e familiare, nel gerarchie familiari. Il tutto mantenendo tanti punti fermi che ne quale erano conservati i ricordi di una vita intera. Qui, spesso nel hanno caratterizzato l’esistenza: onestà, impegno, rispetto del pros- dormiveglia successivo al pranzo, ritornava con la memoria agli epi- simo, lavoro, altruismo, fede. sodi che lo avevano visto testimone e protagonista. E’ un grande onore ed onere che, con profonda gratitudine, mi Così avvenne anche quel pomeriggio, mentre, meditando, srotolava sono assunto. Spero che tutto ciò possa incontrare una bonaria ac- i grossi grani di un antico rosario. coglienza da parte dei lettori. 1. Nonno Biggio, il capostipite di una numerosa famiglia La storia del capostipite Anelli Il nonno Luigi Anelli, da tutti detto il Biggio, era originario del basso lodigiano, dove era nato nel lontano 1868. Di professione berga- mino, poi con il tempo capo stalliero, si era sposato ancora molto giovane, con Domenica Bragalini, da tutti chiamata Miccaìna (pic- colo pezzo di pane, in dialetto). Allora le famiglie erano molto numerose e i figli erano l’unica ric- chezza, proprio perché le loro braccia venivano usate nel lavoro ma- nuale, sin dalla più tenera età. Anche la famiglia di nonno Biggio non fu da meno, con la bellezza di sette figli (cinque maschi e due femmine) sopravvissuti all’infanzia e al parto, i due più gravi pericoli per i giovani nati. Come già detto le origini della famiglia del nonno Biggio sono del basso lodigiano. Lì era nato e già all’età di 9/10 anni era stato av- viato, come consuetudine, al lavoro. A quei tempi, l’epoca dell’Unità d’Italia, l’analfabetismo accomunava gran parte della popolazione. Dopo solo un paio d’anni di scuola, i giovani venivano indirizzati al lavoro, per sostenere l’economia domestica della famiglia. In pra- tica, erano ancora bambini. Il sudore, la fatica e il pesante lavoro, miseramente retribuito, dei genitori non erano sufficienti per il man- tenimento delle famiglie. Negli anni nonno Biggio aveva “scalato” la gerarchia del lavoro nella stalla. Da semplice custode del bestiame, al ruolo ben più presti- 8 9 libro anelli rifo rifo_Layout 1 05/11/13 16:07 Pagina 10 libro anelli rifo rifo_Layout 1 05/11/13 16:07 Pagina 11 gioso di capo stalliero nella maturità. Era responsabile del lavoro di Nonno Biggio non chiedeva nulla ai diversi bergamini, manzolai, stallieri, custodi, che si occupavano di propri pazienti. Ognuno era libero, accudire circa cinquecento capi di allevamento, di cui duecento se voleva, di offrire un compenso mucche da latte, di una grande azienda agricola lodigiana. Questo allungando alcune monete al- era un impiego di prestigio per quei tempi, anche dal punto di vista l’interno di un grosso salvada- economico.