Il «Copialettere» Di Gino Nogara

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Il «Copialettere» Di Gino Nogara Il «copialettere» di Gino Nogara L’Archivio dell’Accademia Olimpica custodisce cinque grossi quaderni di scuola a quadretti dalla copertina in cartoncino nero; sul primo di essi, a mo’ di etichetta, è incollato un rettangolo di carta bianca, con la scritta di mano di Gino Nogara, in stampatello: “Epistolario”; sotto le date; “25/4/51 > 27/12/1962”e, fra parentesi, ”5 quaderni”. In frontespizio, in alto, l’impressione a timbro: “Gino Nogara, Piazza dei Signori, 23 — Vicenza—” 1, sotto la stampa “Quaderno”, in corsivo autografo: “Corrispondenza 25/4/51 -28/12/52”. Un parametro distintivo della fonte è l’alternanza di ‘veline’ dattiloscritte di lettere, incollate sulle pagine dei quaderni, con brutte copie manoscritte di altre; testi integrali che, a loro volta, si alternano con la fitta registrazione di lettere (e telegrammi, cartoline postali, cartoline), di cui non è riportato il testo: questi ‘estremi’ di altre lettere inviate, col loro numero d’ordine (relativo al quaderno), la data topica e cronica, il nome del destinatario, sono accompagnati, a volte, da un’ asciutta indicazione dell’argomento, o da un appunto riguardante un allegato. Ho segnalato queste ‘lettere-fantasma’ con un asterisco. Se ci fu un criterio, che indusse a discriminare le lettere stese in brutta copia o riportate in copia datt. dalle altre solo registrate, a me sfugge. Quel che è certo è che queste ‘tracce di lettere’ (e cartoline) costituiscono la maggioranza: nei primi tre quaderni, su 779 lettere registrate, 487— se non ho contato male —, cioè ben più della metà, hanno questa natura di appunto pro-memoria; ma nell’ultimo quaderno, il più grosso, la proporzione delle lettere-fantasma si impenna, in ragione dei quattro quinti delle registrazioni totali. La maggior parte dei corrispondenti e dei personaggi citati sono stati identificati in nota, di solito nella prima occorrenza — talora, a beneficio del lettore, con qualche nota di richiamo nelle loro comparse successive. Anche di giornali e periodici è stata data sommaria notizia, e così dei libri citati e dei premi letterari citati. Queste annotazioni, diciamo così, di servizio, quasi sempre sguarnite di fonti, postulano, ovviamente, ricerche ulteriori, e competenze a me estranee. Corrispondenza antecedente al primo quaderno [Quaderno I] Avvertenza. Fra frontespizio e prima pagina si trovava un mannello di cinque fogli sciolti e piegati in due o in quattro, — tre fogli contenenti ciascuno una lettera in prima stesura, — di cui due dattiloscritte e una ms. —, ed una lettera dattiloscritta, firmata “Gino Nogara”, indirizzata al poeta Vincenzo Cardarelli, recanti date anteriori (probabilmente inserita fra le pagine in seguito, forse alla consegna dei cinque quaderni a F. Bandini): Nogara non ne ha tenuto conto, quando ha stabilito come limite “ante quem” la data 25/4/51; oltre le lettere cit., v’è un foglio datt. con la recensione di Angelo Dambruoso a Dammi la mano, Laura, romanzo di G. Nogara, usciti per i tipi di Gastaldi (Milano) nel 1951. I cinque ‘pezzi’ ora sono raccolti in una busta, dal titolo “Corrispondenza anteriore al primo Quaderno”. Altre lettere sciolte già inserite fra foglio e foglio, sono ora raccolte in una seconda busta, col titolo “Altre lettere sciolte”. I loro regesti si trovano inseriti alla data con l’indicazione ‘bis’ dopo il numero progressivo. Lo stesso uso del ‘bis’, fu adottato per le poche lettere di corrispondenti cucite dallo stesso Nogara, in filza a questo o quel foglio. Ora tutte le lettere sciolte d’un singolo quaderno sono inserite in una busta, con la dicitura di mia mano “altre lettere”seguita dalla mia sigla (GP). 01. <Vicenza> 2, 8/2/ 1950: a Vincenzo Cardarelli 3: propone al poeta, direttore della « Fiera letteraria», la pubblicazione d’un proprio saggio su Ungaretti 4, allegando 1 Era l’indirizzo della bottega d’oreficeria paterna. 2 Gli apici segnalano una data topica omessa nel testo, e da me reintegrata. 3 Lettera datt., firmata, indirizzata ad un “Chiarissimo Maestro”: che una scritta in alto, a matita rossa, di mano di G.N., identifica in Cardarelli, apponendovi sotto la data cronica: “8/2/50”. Forse la lettera non fu spedita o fu restituita 1 brani d’una lettera d’apprezzamento dello stesso Ungaretti, e facendo il nome di Piero Nardi, nella sottintesa veste di patrono. 02. Tonezza, 18/2/51: “Estratto di lettera a Toni Ferrio” 5 (mezzo foglio datt.): gli chiede di tenerlo informato sulla vita del neonato circolo culturale ‘Il Calibano’ 6: egli vi ha aderito con intima partecipazione, ma avanza la riserva: “la mia sincera adesione resta valida sintanto io non mi veda manifestamente compromesso o leso nella mia personalità di cattolico professante”. 03.Vicenza, 17/4/51: a Carlo Bo 7: cui confessa la propria emozione, sentendosi oggetto della benevolenza di Bo, quando il professore e critico letterario fu a Vicenza, ospite del ‘Calibano’, e commemorò Gide all’Olimpico 8. Si definisce “un bambino”, confessando: “le mie poesie non reggono, i miei racconti sono artifici”. Gli rivela che Elide, personaggio del romanzo Dammi la mano, Laura, è donna reale, “oggi in America”, e la relazione epistolare di lei col protagonista, è trasposta dalla propria realtà vissuta. Ma, nell’atto di inviargli il libro, egli ne sconfessa, almeno, i modi (“ ottocenteschi”) del narrare. E nell’avere adottato la finzione delle pagine d’un diario di X, commentato, talora impietosamente, in tempo successivo, dal Narratore, Bo è invitato ad ravvisarvi una “ larvata polemica” col Fogazzaro dei “misticismi erotici”. 04. Vicenza, 18/4/51: a Piero Nardi 9: la promessa recensione di Nardi al suo romanzo, che doveva essere pubblicata sul «Giornale di Vicenza» tarda ad apparire: deve rivolgersi ad “altra persona”? Carlo Bo, a Vicenza per una commemorazione di Gide, rivelatasi “profondissima”, l’ha invitato a mandargli cose sue per la «Fiera letteraria», lasciandolo “imbarazzatissimo”, consapevole, com’è, di non avere “ nulla di degno”. all’autore dalla redazione de «La Fiera letteraria», se ad essa l’aveva inoltrata Nogara. Della rivista Cardarelli era allora, con Diego Fabbri, direttore. 4 Il saggio apparve poi su «Lettere italiane», col titolo Pena d’un uomo: Ungaretti, anno II (1950), pp.111-126..E’ un tentativo di saggiare la poetica di Ungaretti sotto l’ambiguo profilo del misticismo: ha qualche sprazzo originale, ma è inficiata da una sorta di sovrapposizione- o sopraffazione dell’inquisitore Nogara,, oracolare depositario della verità, nei confronti del povero Ungaretti: influsso di H. Brémond, via Carlo Bo? Benchè — significativamente —, le opere di Brémond, come quelle, poniamo, di Sabatier latitino nella Bibliotreca Civica di Vicenza, la quale, si licet, difetta anche di qualcuno dei peccaminosi testi dello stesso Nogara. 5 Giornalista de«Il Giornale di Vicenza», fra i soci fondatori del Circolo ‘Il Calibano’. 6 Circolo culturale, i cui soci si riunivano settimanalmente nella due ‘storiche’ trattorie della vecchia Vicenza, da Buffalo Bill, o da Crosara. Organizzava mostre d’arte, conferenze, e un ballo annuale al Gran Caffé Garibaldi. Col tempo divenne stabile galleria d’arte. Fra i membri, oltre Nogara, Luciano Bernardelli, Renato Casarotto, Antonio Ferrio, Angelo Carlo Festa, Achille e Maurizio Girotto, Angiolo Montagna, Luciano Rainaldi. 7 È quasi superfluo qualificare Bo, capoflila teorico dell’Ermetismo fiorentino, critico militante attivissimo, professore di letteratura francese e poi Rettore ad Urbino. 8 All’Olimpico. 9 Il garbato, fine biografo di Fogazzaro e di Laurence, ed eccellente curatore della loro opera omnia mondadoriana, zio dell’on. Mariano Rumor. 2 Nota. Queste lettere ora sono raccolte in una busta, graffata alla copertina del primo quaderno. QUADERNO 10 1 1. Vicenza, 25/4/51: ad Eurialo De Michelis 11: lo ringrazia delle osservazioni sul suo romanzo, che il suo corrispondente aveva trovato affetto da irrisolto autobiografismo. Egli, sconfessando la propria opera, sente di essersene allontanato, verso una maturazione, che forse apparirà nel romanzo su cui sta lavorando da due anni. Nardi intanto ha voluto recensire il libro sul «Giornale di Vicenza » “con molto tatto”. Se De Michelis verrà a Vicenza, gli presenterà gli amici del ‘ Calibano’. 2*. <Vicenza>, 26/4/51: a Palmieri 12. [2bis]. Bologna, 26/4/51: Mario Bonetti 13, direttore de «Il Pomeriggio» di Bologna, scrive a G. Nogara: non poteva trovare migliore presentazione di Palmieri, ma purtroppo non può accettare la proposta collaborazione al suo quotidiano 14. 3*. <Vicenza>, 27/4/51: a Piero Nardi: 4*.<Vicenza> 27/4/51: a Mario Gastaldi 15. 5. Vicenza, 28/4/51. ad Attilio Tommasini, direttore de «L’illustrazione del Popolo»16: mai Nogara si sarebbe aspettato “da un foglio legato da stretta parentela al «Gazzettino»”, che, a corredo d’un ‘rubrica’ di “psicoanalisi” dell’ «Illustrazione», una fotografia riproducesse arbitrariamente, in un fotomontaggio, parte della copertina del suo romanzo, illustrata dalla pittrice vicentina Nerina Noro 17, senza citare la fonte: una “sgradita sorpresa” per quello che definisce un “abuso illegale”. 6. Vicenza, 29/5/51: a Ugo Facco De Lagarda 18: gli ha spedito copia della recensione di P. Nardi al proprio romanzo, e non vuole insistere a sollecitare al 10 Vi comprende la stesura di lettere in fogli sciolti, poi inseritivi, sempre segnalate in nota. 11 Lo scrittore e critico allora viveva Roma, ma aveva passato gli anni dell’adolescenza a Vicenza. 12 Eugenio Ferdinando Palmieri (Vicenza, 1903 – Bologna 1968), giornalista, poeta, drammaturgo, critico cinemtografico e teatrale. Sue carte presso l’Università di Padova e a Bolzano: www E F. Palmieri. Un sito con documenti su E.F. Palmieri. 13 Giornalista e direttore di quotidiani e periodici a Bologna, Milano, Roma. 14 Quotidiano del gruppo C.E.I., che pubblicava «Il Pomeriggio», «La Sera», «Il Corriere di Modena». 15 Mario Gastaldi, editore, a pagamento, del romanzo di Nogara (Dammi la mano, Laura. Milano, 1951).di lui Nogara fu poco contento. La dizione ‘ lettera’ nella registrazione del quaderno pare cassata, forse perché non di lettera si trattava, ma di cartolina postale.
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