202 • Stato Della Biodiversità in Italia

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202 • Stato Della Biodiversità in Italia 202 • STATO DELLA BIODIVERSITÀ IN ITALIA VEGETAZIONE E HABITAT PRIORITARI In base alla seconda concezione, la floristico-ecologica, [Edoardo Biondi] detta fitosociologica o sociologico vegetale, vengono in- dagati gli aspetti associativi delle piante, con l’individua- La vegetazione è la copertura vegetale della terra, il ri- zione di comunità vegetali, le associazioni appunto, che sultato della distribuzione e della combinazione delle pian- sono alla base di un sistema gerarchico di classificazione. te nei diversi luoghi determinata dai fattori ecologici, bio- Secondo il fondatore della fitosociologia, BRAUN-BLAN- tici e abiotici e dall’azione antropica. La vegetazione co- QUET (1915), «l’associazione è un aggruppamento vege- stituisce l’aspetto più rilevante della fitocenosi, in quan- tale più o meno stabile e in equilibrio con l’ambiente, ca- to definita dall’insieme delle piante che popolano il bio- ratterizzato da una composizione floristica determinata, topo, nel quale le singole specie trovano il necessario “spa- nel quale alcuni elementi esclusivi o quasi (specie carat- zio” vitale, la propria nicchia ecologica. La competizione teristiche) rivelano con la loro presenza un’ecologia par- tra specie è quindi alla base della costituzione della vege- ticolare e autonoma». tazione come la qualità e la quantità delle risorse dispo- Nella fitosociologia attuale vengono riconosciuti tre nibili presenti nel sito. principali livelli di analisi: La scienza della vegetazione studia le comunità vege- - quello della Fitosociologia classica, floristica ed ecolo- tali analizzandole principalmente per quanto concerne: gica, detta anche sigmatista o meglio braun-blanquet- - la composizione floristica e la struttura, tista, mediante il quale si definiscono le associazioni, i - le condizioni ecologiche che ne consentono la soprav- livelli gerarchici ad esse collegati (sintaxa) e la loro eco- vivenza e lo sviluppo, logia (sinecologia); - le modalità con le quali partecipano alla costruzione - quello della Sinfitosociologia o Fitosociologia seriale, del paesaggio vegetale. rivolto allo studio dei rapporti dinamici che legano le Il cammino percorso dalla scienza della vegetazione per associazioni tra loro permettendo di definire le serie di- la sua definitiva affermazione è stato lungo e fortemente namiche di vegetazione o sigmeta; contrastato. Nel XVIII secolo la Botanica sistematica si - quello della Geosinfitosociologia o Fitosociologia ca- sviluppa notevolmente grazie all’attività di illustri natu- tenale, che, interpretando i rapporti catenali o geogra- ralisti che realizzano i sistemi classificatori (tra questi ba- fici intercorrenti tra più serie di vegetazione, consente sta ricordare lo svedese Carlo Linneo) nei quali inserisco- l’individuazione di unità fitogeografiche di paesaggio no le enormi varietà di piante che rinvengono nei grandi o geosigmeta. viaggi di esplorazione del pianeta. A questo aspetto pre- Tra le associazioni si possono instaurare rapporti diver- valentemente sistematico dello studio delle piante nel XIX si, che sono di tipo dinamico o catenale. Il primo caso si secolo fa seguito la ricerca sulle condizioni ambientali che ha quando rappresentano tappe successive di uno stesso si correlano con la distribuzione delle specie vegetali, e in processo evolutivo o regressivo, definito dalla serie di ve- particolare con il clima. A HUMBOLDT si deve il Saggio getazione o sigmetum. Ad esempio un’associazione di ve- sulla geografia delle piante nel quale viene fondata la scien- getazione pascoliva che per abbandono si trasforma in una za che considera i vegetali in rapporto con le loro capaci- di arbusti, che a sua volta evolverà in una forestale. La se- tà associative locali che risultano essere fortemente con- rie di vegetazione è costituita dall’insieme di tutte le as- dizionate dai diversi climi. Viene così espresso per la pri- sociazioni (comunità) legate da rapporti dinamici, le qua- ma volta il concetto di vegetazione, anche se con una vi- li si rinvengono in un territorio con le stesse potenzialità sione piuttosto riduttiva rispetto ai fattori che agiscono vegetazionali. Questa porzione di territorio, detta tessera, sulle comunità, visto che il clima viene considerato come rappresenta quindi l’unità biogeografico-ambientale di determinante nella distribuzione dei vegetali. base del mosaico che costituisce il paesaggio vegetale. Se- Lo studio della vegetazione seguirà quindi due princi- condo questa concezione il paesaggio, inteso come siste- pali linee di pensiero di cui una fisionomico-strutturale e ma di ecosistemi, è dato dall’integrazione delle serie di ve- l’altra floristico-ecologica. Secondo la prima, della quale getazione che definiscono le unità di paesaggio vegetale, GRISEBACH (1838) può essere considerato il precursore, denominate geosigmeta o geoserie, che si ripetono in set- la vegetazione di un territorio è data dall’insieme di for- tori di territorio con le stesse caratteristiche edafiche e cli- mazioni di vegetazione, cioè di comunità che si defini- matiche, quali possono essere una vallata o una monta- scono attraverso la “forma di crescita” delle specie domi- gna o un tratto di costa (BIONDI, 1994). Serie e geoserie nanti e non in relazione alla loro composizione specifica. di vegetazione sono pertanto modelli ambientali con i FLORA E VEGETAZIONE • 203 quali è possibile integrare aspetti diversi, in prima anali- care la fitogeografica, che con le altre concorre a dare una si quelli fisiografici (caratteristiche geomorfologiche, na- visione vasta e articolata della copertura vegetale. Uno tura delle rocce, esposizione, inclinazione e altitudine), le dei criteri tradizionalmente utilizzati per la tipificazione condizioni climatiche e le caratteristiche dei suoli (Figu- delle unità biogeografiche è il riconoscimento e la carto- ra 4.59). Lo studio dinamico e integrato della vegetazio- grafia dei taxa (famiglia, genere, specie, sottospecie) che ne è particolarmente idoneo per analizzare le condizioni hanno una distribuzione territoriale limitata ad un’area attuali dei nostri territori in quanto negli ultimi decenni geografica. Per la delimitazione delle unità biogeografi- la loro ridotta utilizzazione in termini agro-pastorali ha che maggiori (Regno e Regione) si considerano princi- innescato naturali processi di recupero per cui si trovano palmente i fatti storici e genetici che hanno portato alla in aspetti diversi, caratterizzati dalla copertura vegetale. costituzione delle diverse flore e alla presenza dei cosid- Utilizzando queste concezioni, un elevato numero di detti macroendemismi, cioè famiglie e generi endemici. fitosociologi è attualmente impegnato nella realizzazione Per la delimitazione delle altre unità fitogeografiche si di una cartografia di base della vegetazione d’Italia alla considera invece principalmente i taxa endemici a livel- scala 1:250.000, in cui vengono rappresentati, oltre alla lo specifico o subspecifico e i rapporti tra questi e quin- situazione attuale, anche gli ambiti di pertinenza delle di- di le vicarianze geografiche. Recentemente, in virtù del- verse serie di vegetazione (BLASI et al., 2000). le notevoli acquisizioni realizzate nel campo della fitoso- Risulta evidente da quanto presentato, seppure in for- ciologia è stato possibile integrare, nel riconoscimento ma notevolmente semplificata, che lo sviluppo della Fi- dei territori fitogeografici, le tradizionali considerazioni tosociologia è stato particolarmente ampio, in quanto si di tipo corologico con le sincorologiche, riguardanti la è passati dalla individuazione delle comunità alla loro ca- distribuzione dei sintaxa e soprattutto di serie di vegeta- ratterizzazione in chiave ecologica, dinamica e paesaggi- zione (sigmeta) e di geoserie (geosigmeta). In base a que- stica (BIONDI e ZUCCARELLO, 2000). ste concezioni è stata recentemente realizzata la Carta L’associazione possiede più anime, a quelle floristica, biogeografica d’Europa alla scala 1:16.000.000 (RIVAS- ecologica e sindinamica si è già accennato, resta da indi- MARTINEZ et al., 2001). Fig. 4.59 - Il paesaggio vegetale di una vallecola, presente nelle formazioni marnoso-arenacee delle coste prossime al Monte Conero, viene rappresentato dal geosigmeto costituito dalla distribuzione delle serie di vegetazioni (sigmeta) che si distribuiscono sui versanti e sul fondo della stessa. Si evidenzia come a ogni serie di vegetazione corrisponda una precisa tipologia di suolo (BIONDI et al., 2002). 204 • STATO DELLA BIODIVERSITÀ IN ITALIA LA VEGETAZIONE NELLA DIRETTIVA 92/43/EEC la terminologia fitosociologica in una direttiva dell’Unio- ne europea assume un importante significato, poiché per Il concetto della conservazione di habitat, esplicita- la prima volta in un documento di rilevanza internazio- mente evidenziato nella direttiva, assume un elevato si- nale viene riconosciuto il ruolo della fitosociologia qua- gnificato in quanto viene riconosciuto per la prima vol- le scienza di base per la gestione delle biodiversità. Si trat- ta il valore del livello di organizzazione fitocenotica del- ta di vera “sinecologia vegetale”, capace di integrare aspet- la biodiversità, rilevabile mediante analisi fitosociologi- ti diversi della vita associativa vegetale, dal livello di co- che e quindi indicato con la specifica terminologia (al- munità a quello di paesaggio, in relazione con le carat- legato I della Direttiva). Viene così resa realmente ope- teristiche ambientali. rativa la salvaguardia delle specie vegetali e animali rea- Gli habitat indicati nell’allegato
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