La Prospettiva Iniziatica Di René Guénon E Le Vie Dell'oriente
MARCO MARINO La prospettiva iniziatica di René Guénon e le Vie dell’Oriente “Egli [Allāh] è più vicino all’uomo della sua vena giugulare” (Qur’ān, L:16) “L’estrema vicinanza è un velo al pari dell’estrema lontananza”. (Ibn ‘Arabī, Futūhāt al-Makkiyya cap. LXXXV) In una pubblicazione precedente1 abbiamo avuto modo di rilevare come l’iniziazione, volta a realizzare la perfetta Conoscenza del Sé, non sia altro che quel processo mediante il quale il fine ultimo dell’Uomo arriva a coincidere con il fine stesso dell’intera Creazione così come essa è eternamente concepita nell’Intelletto divino (ar. ‘aql al-rabbānī). Recita in proposito un celebre hadīth qudsī2: “Ero un Tesoro Nascosto (kanzan makhfīyyan) che desiderava essere Conosciuto, perciò diedi origine alle creature (fakhalaqtu al-khalq) affinché potessero conoscerMi (fa‘rafūnī”) 3. Il Principio (o il Sé, ar. Huwa), che nella sua 1 M. Marino, «Il problema dell’Wujūd tra Guénon e Ibn ‘Arabī: Essere o Esistenza?», in Perennia Verba, n. 12 (2012), pp. 143-276. Il lettore poco uso alla metafisica e all’ontologia islamica è caldamente invitato a studiare tale saggio prima di procedere oltre, dal momento che, per esigenze di sintesi, molte nozioni saranno date per scontate. 2 Lett. “tradizione santa”, detto nel quale il Principio si esprime in prima persona attraverso la bocca del Profeta Muhammad. 3 Su questo celebre hādīth qudsī, cardine centrale di ogni speculazione metafisica in terra d’Islām, vedere Muhyiddīn Ibn ‘Arabī, Al-Futūhāt al-Makkiyya (d’ora in poi Fut.), Būlāq 1911 (rist. Beirut [s.d.], vol. II p.
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