CAI

CAI MORBEGNO I SOMMARIO

I Corsi Il corso di scialpinismo di LIANA POZZI Il corso di arrampicata di CESARE DE DONATI

Club Alpino Italiano Gite famigliari A scuola dalle montagne CAISezione di Morbegno di LUIGI PICCHI Via Merizzi 186/b Tel. e fax 0342 613803 e-mail: [email protected] www.caimorbegno.org

Svalbard Scialpinismo al sole Hanno collaborato: di mezzanotte Davide Bonzi, Alessandro Caligari,Gianfranco di FRANCO SCOTTI Cason, Cesare De Donati, Silvana Gusmeroli, Riccardo Marchini, Lodovico Mottarella, Luigi Picchi, Liana Pozzi, Alfredo Praolini, Giovanni Rovedatti, Franco Scotti, Riccardo Scotti 4000 Club 4000 di RICCARDO MARCHINI Fotografie: Fabiano Gusmeroli: 46 Silvana Gusmeroli: 13 Moreno Libera: 3 (basso) Riccardo Marchini: 22(sotto), 36, 37(sopra), 39 a 4 Lodovico Mottarella: copertina e 2 copert, 2, 3, 4-5, 8 ,9, 10, 11, 12, 24, 25, 26, 27, 28(so- Pizzo Olano Scialpinismo al Pizzo Olano pra), 29, 30, 31, 32, 33, 34-35, 38, 38-39, 40, tra luci e penombre 42-43, 47,48 di ALFREDO PRAOLINI Giovanni Rovedatti: 21, 22(destra e sopra), 23 Riccardo Scotti: 6, 7, 14, 15, 16, 17, 18, 19, 28(sotto) 10 Progetto grafico e Predarossa Il Ghiacciaio di Predarossa al Disgrazia: la situazione realizzazione: di RICCARDO SCOTTI Mottarella Studio Grafico www.mottarella.com 14 Stampa: Valmasino Lo sviluppo turistico possibile Tipografia Bettini di RICCARDO MARCHINI 20 Strade Il CAI Morbegno e le strade in montagna II CAI MORBEGNO 24 CAI MORBEGNO 1 28 34 40 SOMMARIO

I Corsi Il corso di scialpinismo di LIANA POZZI Il corso di arrampicata di CESARE DE DONATI

Club Alpino Italiano Gite famigliari A scuola dalle montagne CAISezione di Morbegno di LUIGI PICCHI Via Merizzi 186/b Tel. e fax 0342 613803 e-mail: [email protected] www.caimorbegno.org

Svalbard Scialpinismo al sole Hanno collaborato: di mezzanotte Davide Bonzi, Alessandro Caligari,Gianfranco di FRANCO SCOTTI Cason, Cesare De Donati, Silvana Gusmeroli, Riccardo Marchini, Lodovico Mottarella, Luigi Picchi, Liana Pozzi, Alfredo Praolini, Giovanni Rovedatti, Franco Scotti, Riccardo Scotti 4000 Club 4000 di RICCARDO MARCHINI Fotografie: Fabiano Gusmeroli: 46 Silvana Gusmeroli: 13 Moreno Libera: 3 (basso) Riccardo Marchini: 22(sotto), 36, 37(sopra), 39 a 4 Lodovico Mottarella: copertina e 2 copert, 2, 3, 4-5, 8 ,9, 10, 11, 12, 24, 25, 26, 27, 28(so- Pizzo Olano Scialpinismo al Pizzo Olano pra), 29, 30, 31, 32, 33, 34-35, 38, 38-39, 40, tra luci e penombre 42-43, 47,48 di ALFREDO PRAOLINI Giovanni Rovedatti: 21, 22(destra e sopra), 23 Riccardo Scotti: 6, 7, 14, 15, 16, 17, 18, 19, 28(sotto) 10 Progetto grafico e Predarossa Il Ghiacciaio di Predarossa al Disgrazia: la situazione realizzazione: di RICCARDO SCOTTI Mottarella Studio Grafico www.mottarella.com 14 Stampa: Valmasino Lo sviluppo turistico possibile Tipografia Bettini di RICCARDO MARCHINI 20 Strade Il CAI Morbegno e le strade in montagna II CAI MORBEGNO 24 CAI MORBEGNO 1 28 34 40 di Franco Scotti

Il settantaduesimo anno dello scialpinismo e dello Quest’ambiente naturale, della Sezione CAI Morbegno, svolgimento dei corsi. che ci affascina e ci attrae in fondata nel maggio 1931, Sono convinto che fra gli modo spesso passionale, si

EDITORIALErimarrà per noi una data oltre seicento iscritti al CAI sta visibilmente trasformando importante. Morbegno si celino parecchi a causa di cambiamenti Dopo la creazione del nostro appassionati che potrebbero climatici con forte sospetto di sito internet e l’innovazione contribuire con idee ed responsabilità umana. della posta elettronica per le energie a sviluppare ed Ma spesso il degrado è comunicazioni ai soci, attiva al ampliare la nostra attività. imputabile ad interventi momento per un centinaio di Penso all’alpinismo giovanile, dell’uomo molto più diretti ed indirizzi, ecco che vede la luce al nostro possibile intervento evidenti. il primo numero dell’annuario. nelle scuole, a un “gruppo Anche le montagne di casa Una pubblicazione neonata, anziani”, e ad altre iniziative nostra sono sempre più che dovrà necessariamente che finora non è stato aggredite e deturpate da crescere e svilupparsi negli possibile realizzare se non in una discutibile gestione del anni futuri, al momento senza modo episodico. territorio, nell’apparente grosse pretese se non quella Le nostre finalità sono indifferenza generale. di stimolo per tutti noi ad una molteplici, non solo di Il nostro impegno, più qualificata attività della aggregazione e organizzazione irrinunciabile, nella difesa nostra Sezione. di gite, ma soprattutto di dell’integrità del territorio Questo primo numero, seppur promozione della conoscenza montano deve di conseguenza di volume limitato, riassume dei vari aspetti della montagna adeguarsi, perciò abbiamo le nostre attività dell’anno e dei modi più corretti per deciso di far sentire la nostra e propone alcuni contributi affrontarla. voce, con i toni e i modi culturali e scientifici che Per questo abbiamo adeguati ad un’associazione riteniamo di interesse. investito in questi anni apolitica come la nostra. Si potrà senz’altro fare di più molte delle nostre energie E continueremo a farlo, e meglio con l’auspicabile nell’organizzione dei convinti che sia un dovere coinvolgimento futuro di altri corsi e nella formazione e strettamente connesso autori. qualifica dei relativi istruttori, all’esistenza stessa del Purtroppo la nostra sede in nella convinzione che nostro sodalizio. Ringrazio Via Merizzi può contare sulla l’escursionismo, e ancor più quanti hanno contribuito presenza attiva e costante alpinismo e scialpinismo, alla realizzazione di questo di una decina di sostenitori, debbano essere affrontati primo annuario, sperando sia che aumentano di poco nel da tutti in modo attivo, gradito, e trovi un posto nella periodo di maggiore attività, consapevole dei rischi, e biblioteca di tutti i soci, quale nel caso nostro in inverno curioso verso l’ambiente in cui memoria storica della vita e primavera, le stagioni ci muoviamo. della nostra Sezione.

2 CAI MORBEGNO CAI MORBEGNO 3 di Franco Scotti

Il settantaduesimo anno dello scialpinismo e dello Quest’ambiente naturale, della Sezione CAI Morbegno, svolgimento dei corsi. che ci affascina e ci attrae in fondata nel maggio 1931, Sono convinto che fra gli modo spesso passionale, si

EDITORIALErimarrà per noi una data oltre seicento iscritti al CAI sta visibilmente trasformando importante. Morbegno si celino parecchi a causa di cambiamenti Dopo la creazione del nostro appassionati che potrebbero climatici con forte sospetto di sito internet e l’innovazione contribuire con idee ed responsabilità umana. della posta elettronica per le energie a sviluppare ed Ma spesso il degrado è comunicazioni ai soci, attiva al ampliare la nostra attività. imputabile ad interventi momento per un centinaio di Penso all’alpinismo giovanile, dell’uomo molto più diretti ed indirizzi, ecco che vede la luce al nostro possibile intervento evidenti. il primo numero dell’annuario. nelle scuole, a un “gruppo Anche le montagne di casa Una pubblicazione neonata, anziani”, e ad altre iniziative nostra sono sempre più che dovrà necessariamente che finora non è stato aggredite e deturpate da crescere e svilupparsi negli possibile realizzare se non in una discutibile gestione del anni futuri, al momento senza modo episodico. territorio, nell’apparente grosse pretese se non quella Le nostre finalità sono indifferenza generale. di stimolo per tutti noi ad una molteplici, non solo di Il nostro impegno, più qualificata attività della aggregazione e organizzazione irrinunciabile, nella difesa nostra Sezione. di gite, ma soprattutto di dell’integrità del territorio Questo primo numero, seppur promozione della conoscenza montano deve di conseguenza di volume limitato, riassume dei vari aspetti della montagna adeguarsi, perciò abbiamo le nostre attività dell’anno e dei modi più corretti per deciso di far sentire la nostra e propone alcuni contributi affrontarla. voce, con i toni e i modi culturali e scientifici che Per questo abbiamo adeguati ad un’associazione riteniamo di interesse. investito in questi anni apolitica come la nostra. Si potrà senz’altro fare di più molte delle nostre energie E continueremo a farlo, e meglio con l’auspicabile nell’organizzione dei convinti che sia un dovere coinvolgimento futuro di altri corsi e nella formazione e strettamente connesso autori. qualifica dei relativi istruttori, all’esistenza stessa del Purtroppo la nostra sede in nella convinzione che nostro sodalizio. Ringrazio Via Merizzi può contare sulla l’escursionismo, e ancor più quanti hanno contribuito presenza attiva e costante alpinismo e scialpinismo, alla realizzazione di questo di una decina di sostenitori, debbano essere affrontati primo annuario, sperando sia che aumentano di poco nel da tutti in modo attivo, gradito, e trovi un posto nella periodo di maggiore attività, consapevole dei rischi, e biblioteca di tutti i soci, quale nel caso nostro in inverno curioso verso l’ambiente in cui memoria storica della vita e primavera, le stagioni ci muoviamo. della nostra Sezione.

2 CAI MORBEGNO CAI MORBEGNO 3 CORSO DI SCIALPINISMO Montagne d’inverno

di Liana Pozzi

La neve e la montagna, come i conoscerle? Frequentando il corso di sci-alpinismo organizzato dal Cai- Sezione L’alpinismo non è solo prestanza fisica, agilità di Morbegno- il quale è giunto a quella che gli scaramantici e coraggio, ma anche consapevolezza delle definirebbero un’edizione a proprie possibilità e conoscenza profonda sicuramente da evitare, la 17 . Cosa è stato il corso? Un della montagna. Nozioni di fisiologia incontro, uno scambio e l’interazione fra un gruppo di umana e di meteorologia, geologia e orsi polari (consentiteci così di definire i nostri istruttori) e topografia devono andare di pari passo un altro e ben diverso gruppo, di spensierati neofiti annoiati con l’apprendimento delle tecniche dalla monotonia della discesa su di progressione e di assicurazione. pista (consentiteci di definirci così noi allievi) che quest’anno Situazione meteorologica, stato hanno voluto davvero osare. Ed eccoci tutti, una quindicina, del manto nevoso, esposizione schierati per la prima lezione teorica davanti al bancone dei dei versanti, difficoltà tecniche materiali, dove Vincenzo espone con orgoglio un’attrezzatura per e ambientali sono alcune variabili la pratica dello sci alpinismo vissuta di fatica. da valutare per affrontare con un Dopo una panoramica su sci, sufficiente grado di sicurezza la racchette, scarponi, pelli di foca, zaino ed abbigliamento montagna. I corsi C.A.I. sono ottime (consigliato lo stile “cipolla”), spunta quello strumento di occasioni per apprendere tutto questo, ricerca, l’arva, che in una stagione invernale come quella assieme alle tecniche di autosoccorso, di In arrampicata sul trascorsa, ove la parte di prima granito dell’Albi- donna l’hanno fatta le valanghe, salita con le pelli di foca e di discesa in gna: la cresta sud definire indispensabile sembra del Pizzo Balzetto neve fresca sminuirlo.

4 CAI MORBEGNO CAI MORBEGNO 5 CORSO DI SCIALPINISMO Montagne d’inverno

di Liana Pozzi

La neve e la montagna, come i conoscerle? Frequentando il corso di sci-alpinismo organizzato dal Cai- Sezione L’alpinismo non è solo prestanza fisica, agilità di Morbegno- il quale è giunto a quella che gli scaramantici e coraggio, ma anche consapevolezza delle definirebbero un’edizione a proprie possibilità e conoscenza profonda sicuramente da evitare, la 17 . Cosa è stato il corso? Un della montagna. Nozioni di fisiologia incontro, uno scambio e l’interazione fra un gruppo di umana e di meteorologia, geologia e orsi polari (consentiteci così di definire i nostri istruttori) e topografia devono andare di pari passo un altro e ben diverso gruppo, di spensierati neofiti annoiati con l’apprendimento delle tecniche dalla monotonia della discesa su di progressione e di assicurazione. pista (consentiteci di definirci così noi allievi) che quest’anno Situazione meteorologica, stato hanno voluto davvero osare. Ed eccoci tutti, una quindicina, del manto nevoso, esposizione schierati per la prima lezione teorica davanti al bancone dei dei versanti, difficoltà tecniche materiali, dove Vincenzo espone con orgoglio un’attrezzatura per e ambientali sono alcune variabili la pratica dello sci alpinismo vissuta di fatica. da valutare per affrontare con un Dopo una panoramica su sci, sufficiente grado di sicurezza la racchette, scarponi, pelli di foca, zaino ed abbigliamento montagna. I corsi C.A.I. sono ottime (consigliato lo stile “cipolla”), spunta quello strumento di occasioni per apprendere tutto questo, ricerca, l’arva, che in una stagione invernale come quella assieme alle tecniche di autosoccorso, di In arrampicata sul trascorsa, ove la parte di prima granito dell’Albi- donna l’hanno fatta le valanghe, salita con le pelli di foca e di discesa in gna: la cresta sud definire indispensabile sembra del Pizzo Balzetto neve fresca sminuirlo.

4 CAI MORBEGNO CAI MORBEGNO 5 Nella pagina a fianco sopra: meritato riposo in vetta la Piz Campagnun e un momento della salita

Qui a fianco: vista sull’itinera- rio al Sesvenna

Che di esso si scelga il modello analogico piuttosto che quello digitale, poco importa, ciò che conta invece è non doverne farne uso, se non per qualche esercitazione pratica sul campo, come ne abbiamo fatto noi. Con la preziosa collaborazione di Cristiana siamo passati a conoscere scientificamente la neve e leggere con cognizione di causa il bollettino nivometereologico. Abbiamo così imparato ad affrontare il pendio in condizioni di probabile sicurezza (l’imprevisto è sempre in agguato), in ciò aiutati dai consigli di Gottardo sulla scelta dell’itinerario di salita. vivono e la frequentano, allora i migliori. Alla terza uscita su facili roccette. Grazie al supporto di una serie non ci pensi e gli sci cominciano affrontiamo l’impegnativa salita La discesa stavolta però è meno di splendide diapositive ci siamo a scivolare più velocemente, nella “foresta” di Tartano; chiassosa del solito perché …..è poi addentrati con Richy nelle avanti…avanti….verso la cima. Ci riportiamo in Engadina, l’ultima…purtroppo… nuvole, nelle bufere, abbiamo Ma ecco la prima inversione, questa volta favoriti da Nessun rammarico però: ora incontrato il föhn e subito non a tutti il colpo di tacco condizioni climatiche più sappiamo confrontarci con dopo ci siamo raffreddati con la viene alla “Del Piero”va bè accettabili, per raggiungere la fatica, superare i momenti pioggia gelata. accontentiamoci, l’importante è il Piz Griatschuols, ma siamo di affanno, affrontare con la Per ritrovarci abbiamo usato la che venga. costretti a deviare, onde evitare necessaria prudenza e la dovuta bussola, le carte topografiche Ed infine la cima, tutto a quel di caricare troppo il pendio, cautela il terreno innevato, e l’altimetro e finalmente, punto svanisce, anche la fatica verso “quota 2800”, dal quale abbandonarci in discesa su dolci calcolando il giusto azimut, accumulata nelle gambe poco però si ridiscende “in punta di pendii di neve polverosa… con uno sforzo aerobico allenate, resta solo lo scenario sci”. Cosa rimane del corso: il ricordo non indifferente e con una innevato che di lì a non molto Approdiamo quindi al Sasso di aver condiviso insieme cucchiaiata di aminoacidi, però viene abbandonato per Nero dove armati di rampanti l’indomabile adrenalina che sale eccoci tutti attrezzati, quello che per i meno esperti è ci decimiamo, senza arrenderci dentro quando si arriva in vetta. incappucciati e appesantiti come il mal di denti, la discesa. però, in un ripido canalino. da pingui zaini ai piedi del Stare nelle tracce percorse Ed eccoci alla gita fuori porta Campagnun ad una temperatura, immediatamente prima in Alto Adige. Dopo una notte, ci dicono del tutto normale in dall’istruttore è impossibile, turbata da qualche irrispettoso montagna, di –15 gradi. lambire il manto nevoso coro sonnacchioso al rifugio I primi passi con gli sci ai piedi immacolato quasi peccato. Sesvenna dalla splendida sono faticosi, devi coordinarti… Ma non abbiamo ancora fatto ambientazione, si parte alla ma se cerchi di imitare il il conto con i “maros” che alla volta del Pizzo Sesvenna al leggiadro movimento di quegli Piana dei Cavalli impegnano quale, abbandonati gli sci alla orsi che la neve la conoscono, la in voluttuose acrobazie anche sella, vi si arriva arrampicando

6 CAI MORBEGNO CAI MORBEGNO 7 Nella pagina a fianco sopra: meritato riposo in vetta la Piz Campagnun e un momento della salita

Qui a fianco: vista sull’itinera- rio al Sesvenna

Che di esso si scelga il modello analogico piuttosto che quello digitale, poco importa, ciò che conta invece è non doverne farne uso, se non per qualche esercitazione pratica sul campo, come ne abbiamo fatto noi. Con la preziosa collaborazione di Cristiana siamo passati a conoscere scientificamente la neve e leggere con cognizione di causa il bollettino nivometereologico. Abbiamo così imparato ad affrontare il pendio in condizioni di probabile sicurezza (l’imprevisto è sempre in agguato), in ciò aiutati dai consigli di Gottardo sulla scelta dell’itinerario di salita. vivono e la frequentano, allora i migliori. Alla terza uscita su facili roccette. Grazie al supporto di una serie non ci pensi e gli sci cominciano affrontiamo l’impegnativa salita La discesa stavolta però è meno di splendide diapositive ci siamo a scivolare più velocemente, nella “foresta” di Tartano; chiassosa del solito perché …..è poi addentrati con Richy nelle avanti…avanti….verso la cima. Ci riportiamo in Engadina, l’ultima…purtroppo… nuvole, nelle bufere, abbiamo Ma ecco la prima inversione, questa volta favoriti da Nessun rammarico però: ora incontrato il föhn e subito non a tutti il colpo di tacco condizioni climatiche più sappiamo confrontarci con dopo ci siamo raffreddati con la viene alla “Del Piero”va bè accettabili, per raggiungere la fatica, superare i momenti pioggia gelata. accontentiamoci, l’importante è il Piz Griatschuols, ma siamo di affanno, affrontare con la Per ritrovarci abbiamo usato la che venga. costretti a deviare, onde evitare necessaria prudenza e la dovuta bussola, le carte topografiche Ed infine la cima, tutto a quel di caricare troppo il pendio, cautela il terreno innevato, e l’altimetro e finalmente, punto svanisce, anche la fatica verso “quota 2800”, dal quale abbandonarci in discesa su dolci calcolando il giusto azimut, accumulata nelle gambe poco però si ridiscende “in punta di pendii di neve polverosa… con uno sforzo aerobico allenate, resta solo lo scenario sci”. Cosa rimane del corso: il ricordo non indifferente e con una innevato che di lì a non molto Approdiamo quindi al Sasso di aver condiviso insieme cucchiaiata di aminoacidi, però viene abbandonato per Nero dove armati di rampanti l’indomabile adrenalina che sale eccoci tutti attrezzati, quello che per i meno esperti è ci decimiamo, senza arrenderci dentro quando si arriva in vetta. incappucciati e appesantiti come il mal di denti, la discesa. però, in un ripido canalino. da pingui zaini ai piedi del Stare nelle tracce percorse Ed eccoci alla gita fuori porta Campagnun ad una temperatura, immediatamente prima in Alto Adige. Dopo una notte, ci dicono del tutto normale in dall’istruttore è impossibile, turbata da qualche irrispettoso montagna, di –15 gradi. lambire il manto nevoso coro sonnacchioso al rifugio I primi passi con gli sci ai piedi immacolato quasi peccato. Sesvenna dalla splendida sono faticosi, devi coordinarti… Ma non abbiamo ancora fatto ambientazione, si parte alla ma se cerchi di imitare il il conto con i “maros” che alla volta del Pizzo Sesvenna al leggiadro movimento di quegli Piana dei Cavalli impegnano quale, abbandonati gli sci alla orsi che la neve la conoscono, la in voluttuose acrobazie anche sella, vi si arriva arrampicando

6 CAI MORBEGNO CAI MORBEGNO 7 Nella pagina a fianco: in arrampicata sul Balzetto

Sotto: meridionale, al termine della tra- Alla ricerca del verticale versata dei Ma- gnaghi all’uscita Dopo reiterati inviti da della via Lecco parte dell’organico del C.A.I, finalmente quest’anno Qui a fianco: grazie alla fresca nomina di sul Ferro da Stiro due istruttori di alpinismo regionale Cesare De Donati per il CAI Morbegno e Gianfranco Cason del CAI sez. di Chiavenna,si e’ potuto svolgere il primo corso di roccia base (AR1).Si e’ cosi’ potuto soddisfare la richiesta dei tesserati e non ,di poter seguire un corso interamente di roccia,il quale si presenta come una valida alternativa per coloro che non sono interessati alle uscite di ghiaccio,che invece sono incluse nel corso si e’ rivelata positiva, gli di Alpinismo organizzato dalla allievi hanno dimostrato di sezione Valtellinese. Il corso essere pienamente soddisfatti si e’ articolato in sei lezioni in quanto la preparazione teoriche e altrettante lezioni maturata nel corso delle pratiche,con lo scopo di fornire precedenti lezioni si e’ all’allievo,quelle nozioni di dimostrata sufficiente per tecnica(di arrampicata,di affrontare con cognizione di progressione e di manovre di causa e senza insormontabili corda), e perche’ no di nozioni difficolta’ una salita di roccia.A generali riguardanti topografia corso concluso la speranza e’ e orientamento,meteorologi che l’allievo continui a svolgere a ed alimentazione e pronto questa disciplina ,arricchendo soccorso. Grazie all’aiuto di volta in volta il proprio prezioso prestato da amici che bagaglio personale, fino a la montagna la frequentano raggiungere una completa da anni, e che sanno dare quella che e’ l’arrampicata vera quello che e’ l’ambiente alpino: autonomia…cosi che l’anno un aiuto sicuro a chi e’ alle e propria in falesia al Sasso dai Magnaghi all’Albigna, prossimo potra’ si partecipare prime armi,abbiamo potuto Bianco a Prata Camportaccio per poi approdare alla due al corso,ma non piu’ in organizzare, nei ristretti limiti ove l’allievo ha la possibilita’ giorni di chiusura corso nel qualita’ di allievo ma di aiuto impostici dalla commissione di applicare la tecnica giusta, bellissimo anfiteatro che offre istruttore. regionale,un buon corso con richiesta dalla conformazione la Val Bondasca;Si e’ pensato dieci allievi. Il primissimo della roccia. Quindi per a lungo ad un itinerario non approccio, dedicato a quella prendere dimestichezza con troppo difficile,in un bel che e’ la tecnica di roccia l’ambiente di montagna, si sono ambiente di alta montagna,e e le relative manovre, si e’ percorsi degli itinerari di piu’ ne e’ scaturito una veramente svolto al Sasso Remenno in lunghezze(cercando di variare bella salita classica al ferro Valmasino, luogo deputato per il piu’ possibile il tipo di roccia da stiro sui p.zzi Gemelli,con antonomasia ai primi passi su e di conseguenza la tecnica difficolta’ che non va mai

CORSO DI roccia,ARRAMPICATA si e’ passati quindi a che gli si addice) affrontando oltre il 5° grado.L’iniziativa

8 CAI MORBEGNO CAI MORBEGNO 9 Nella pagina a fianco: in arrampicata sul Balzetto

Sotto: Grigna meridionale, al termine della tra- Alla ricerca del verticale versata dei Ma- gnaghi all’uscita Dopo reiterati inviti da della via Lecco parte dell’organico del C.A.I, finalmente quest’anno Qui a fianco: grazie alla fresca nomina di sul Ferro da Stiro due istruttori di alpinismo regionale Cesare De Donati per il CAI Morbegno e Gianfranco Cason del CAI sez. di Chiavenna,si e’ potuto svolgere il primo corso di roccia base (AR1).Si e’ cosi’ potuto soddisfare la richiesta dei tesserati e non ,di poter seguire un corso interamente di roccia,il quale si presenta come una valida alternativa per coloro che non sono interessati alle uscite di ghiaccio,che invece sono incluse nel corso si e’ rivelata positiva, gli di Alpinismo organizzato dalla allievi hanno dimostrato di sezione Valtellinese. Il corso essere pienamente soddisfatti si e’ articolato in sei lezioni in quanto la preparazione teoriche e altrettante lezioni maturata nel corso delle pratiche,con lo scopo di fornire precedenti lezioni si e’ all’allievo,quelle nozioni di dimostrata sufficiente per tecnica(di arrampicata,di affrontare con cognizione di progressione e di manovre di causa e senza insormontabili corda), e perche’ no di nozioni difficolta’ una salita di roccia.A generali riguardanti topografia corso concluso la speranza e’ e orientamento,meteorologi che l’allievo continui a svolgere a ed alimentazione e pronto questa disciplina ,arricchendo soccorso. Grazie all’aiuto di volta in volta il proprio prezioso prestato da amici che bagaglio personale, fino a la montagna la frequentano raggiungere una completa da anni, e che sanno dare quella che e’ l’arrampicata vera quello che e’ l’ambiente alpino: autonomia…cosi che l’anno un aiuto sicuro a chi e’ alle e propria in falesia al Sasso dai Magnaghi all’Albigna, prossimo potra’ si partecipare prime armi,abbiamo potuto Bianco a Prata Camportaccio per poi approdare alla due al corso,ma non piu’ in organizzare, nei ristretti limiti ove l’allievo ha la possibilita’ giorni di chiusura corso nel qualita’ di allievo ma di aiuto impostici dalla commissione di applicare la tecnica giusta, bellissimo anfiteatro che offre istruttore. regionale,un buon corso con richiesta dalla conformazione la Val Bondasca;Si e’ pensato dieci allievi. Il primissimo della roccia. Quindi per a lungo ad un itinerario non approccio, dedicato a quella prendere dimestichezza con troppo difficile,in un bel che e’ la tecnica di roccia l’ambiente di montagna, si sono ambiente di alta montagna,e e le relative manovre, si e’ percorsi degli itinerari di piu’ ne e’ scaturito una veramente svolto al Sasso Remenno in lunghezze(cercando di variare bella salita classica al ferro Valmasino, luogo deputato per il piu’ possibile il tipo di roccia da stiro sui p.zzi Gemelli,con antonomasia ai primi passi su e di conseguenza la tecnica difficolta’ che non va mai

CORSO DI roccia,ARRAMPICATA si e’ passati quindi a che gli si addice) affrontando oltre il 5° grado.L’iniziativa

8 CAI MORBEGNO CAI MORBEGNO 9 A scuola dalleMontagne Riflessioni in margine alle gite familiari organizzate dal CAI in collaborazione con il GEM

di Luigi Picchi

Che cosa ci spinge a frequentare le montagne, a visitarle? Certamente molte ragioni e ognuno di noi appassionati avrà le proprie. Personalmente sono sempre stato affascinato dalle montagne, dai boschi e in genere dagli scenari naturali. E questo sin dall’infanzia quando venivo portato a fare gite. Per me la Natura (con la maiuscola!) è sempre stato il luogo del mistero e di una bellezza originaria e primordiale. La mia fantasia, sotto la suggestione di letture romanzesche e del cinema, vi ambientava avventure rocambolesche e anche adesso che sono cresciuto, la Natura non smette di stimolare la mia immaginazione, questa volta nutrita da conoscenze storiche e culturali che nel tempo mi sono fatto con lo studio. Una cosa è certa la Natura resta e diventa sempre più una dimensione che finisce a contrapporsi alla vita abituale della città, un luogo cioè che può resistere al progresso e che tende a sfuggirgli, un luogo che può parlare al nostro inconscio e al nostro immaginario di uomini. Le narrazioni e le opere d’arte degli uomini da sempre sono popolate da montagne. Una cattedrale, un tempio, certe monumentali architetture come le piramidi o gli ziqqurat che cosa sono, in fondo, se non montagne Il campanile e in miniatura e stilizzate secondo schemi geometrici? i ballatoi delle La Natura con le sue montagne, i suoi boschi e i suoi laghi mi case di Savo- parla di lontananze leggendarie e ancestrali e di tempi remoti gno apprezzata perduti, di epiche e cosmologiche stagioni ormai irrimediabilmente meta di una perdute. L’uomo moderno, inebriato di novità e faustiani deliri gita prima- tecnocratici, sta dimenticando le proprie origini mitiche e l’oscura verile e viscerale memoria della genesi.

10 CAI MORBEGNO CAI MORBEGNO 11 A scuola dalleMontagne Riflessioni in margine alle gite familiari organizzate dal CAI in collaborazione con il GEM

di Luigi Picchi

Che cosa ci spinge a frequentare le montagne, a visitarle? Certamente molte ragioni e ognuno di noi appassionati avrà le proprie. Personalmente sono sempre stato affascinato dalle montagne, dai boschi e in genere dagli scenari naturali. E questo sin dall’infanzia quando venivo portato a fare gite. Per me la Natura (con la maiuscola!) è sempre stato il luogo del mistero e di una bellezza originaria e primordiale. La mia fantasia, sotto la suggestione di letture romanzesche e del cinema, vi ambientava avventure rocambolesche e anche adesso che sono cresciuto, la Natura non smette di stimolare la mia immaginazione, questa volta nutrita da conoscenze storiche e culturali che nel tempo mi sono fatto con lo studio. Una cosa è certa la Natura resta e diventa sempre più una dimensione che finisce a contrapporsi alla vita abituale della città, un luogo cioè che può resistere al progresso e che tende a sfuggirgli, un luogo che può parlare al nostro inconscio e al nostro immaginario di uomini. Le narrazioni e le opere d’arte degli uomini da sempre sono popolate da montagne. Una cattedrale, un tempio, certe monumentali architetture come le piramidi o gli ziqqurat che cosa sono, in fondo, se non montagne Il campanile e in miniatura e stilizzate secondo schemi geometrici? i ballatoi delle La Natura con le sue montagne, i suoi boschi e i suoi laghi mi case di Savo- parla di lontananze leggendarie e ancestrali e di tempi remoti gno apprezzata perduti, di epiche e cosmologiche stagioni ormai irrimediabilmente meta di una perdute. L’uomo moderno, inebriato di novità e faustiani deliri gita prima- tecnocratici, sta dimenticando le proprie origini mitiche e l’oscura verile e viscerale memoria della genesi.

10 CAI MORBEGNO CAI MORBEGNO 11 Il Monte Disgrazia si specchia nel laghetto dell’Alpe Fora in Valmalenco Gite famigliari .... breve valutazione

Si sono concluse le escursioni famigliari primaverili; tante persone, famiglie con bam- bini, pensionati e anche giovani, si sono dati il cambio nel parteciparvi. Abbiamo avuto la presenza media di cinquanta, sessanta persone a gita, contando circa cen- tocinquanta differenti partecipanti che hanno aderito ad una delle nostre proposte. Questi numeri solo per richiamare l’attenzione verso i bisogni che accomunano tanti La montagna è lì ad aspettarci, di noi che amano trascorrere parte del proprio tempo libero a contatto con la natura a raccontarci un mito, a e che, camminando insieme alla scoperta del territorio che ci circonda, nutrono la suggerirci una leggenda, segreta speranza che anche i propri figli possano condividere con altri, bimbi e non, un’antica storia, a risvegliarci la gioia e la soddisfazione che può dare una giornata trascorsa a camminare lenta- una nostalgia che nessun mente, giocando, chiacchierando o scherzando in tutta libertà, dove leggere fatiche, in ambienti naturali di sorprendente bellezza, lasciano ricordi intensi. Quando abbia- prodotto tecnologico, che mo programmato queste gite, abbiamo pensato di poter incontrare l’adesione di un nessuna proposta commerciale numero di persone di cui conoscevamo gli interessi. Vista la partecipazione di nuovi può saziare o estinguere adepti, chiediamo a chi se la sente di farci pervenire verbalmente o per iscritto, e se voglio evadere dallo consigli su nuove escursioni che possano soddisfare le esigenze del gruppo che si è stress della civiltà non creato. A questo punto non ci resta che sperare, interpretando anche le richieste dei mi aiutano tanto i viaggi partecipanti, che quest’iniziativa possa essere ripresa nell’autunno prossimo e che i organizzati, anche se culturali, due sodalizi che ci hanno sostenuto possano mettere in campo nuove energie per né tanto meno quei lager favorire un miglior proseguimento. del divertimento che sono animali, dopo la congiunzione luogo, pietra e legname, (etimologicamente il termine Silvana, Roberto e Giacomina i villaggi turistici, bensì degli elementi, dopo una costruzioni sobrie, rudi, “civiltà” contiene il concetto proprio le belle passeggiate drammatica e segreta spartane, essenziali, semplici di “città”): chiacchieriamo, in montagna, preferibilmente evoluzione. E le montagne, e a loro modo titaniche, frutto ridiamo, scherziamo: tutte nei giorni feriali, quando anche le più modeste ed di tenaci e sapienti fatiche, cose legittime e simpatiche l’affluenza degli escursionisti è accessibili, si portano addosso espressioni di un gusto che aiutano ad aggregarsi, ma ridotta o pressoché nulla. questo senso di mistero che semplice e schietto. che rischiano di “inquinare” Bellezza primordiale dicevo; proviene da ere lontane. Sono costruzioni che l’occasione che la montagna ci sì le nostre montagne sono Oggi l’uomo moderno, continuano e moltiplicano sta offrendo; l’occasione cioè di state protagoniste di titanici indebolito da innumerevoli nella loro grezza od elegante evadere, staccarci dalla solita sommovimenti geologici, sono comodità, ha perso il senso modestia il lavoro creativo vita meccanica, ripetitiva il risultato di spostamenti di dell’epico e del sublime. Le della Natura, opere umane e rumorosa delle città per enormi ghiacciai, esistono montagne sono lì a ricordarci che non offendono, ma recuperare il gusto della Natura molto prima di noi e dei nostri che il sublime continua ad rispettano ed onorano la nella quale nel passato eravamo insediamenti. Loro hanno esistere, che la Bellezza con Natura, rispecchiandone alcune certamente più immersi e quei conosciuto i vasti silenzi prima la sua innocenza primordiale caratteristiche: la fierezza, la valori cui accennavo sopra. dell’uomo (oggi invece c’è esiste e mi aspetta in cima ad durezza, la severità, la grazia Andare in montagna non è Alcuni momenti sempre il rumore di un aereo una montagna, nel mezzo di rude, l’arcigna generosità, solo fare la fatica fisica della nel corso delle o di un mezzo meccanico in un bosco, in una radura, sulle la misteriosa e ombrosa marcia, ma è anche sforzarci di gite al tempietto lontananza), hanno sentito i sponde di un laghetto alpino, semplicità. ascoltare i rumori, i suoni della di S.Fedelino e a sovrumani silenzi della genesi in un prato, su un crinale. Noi uomini moderni, troppo natura, i suoi silenzi, lo sforzo Savogno e poi i rumori inquietanti e Ma la bellezza della Natura non sofisticati, abbiamo perso di far tacere le nostre voci maestosi della preistoria. è sola: c’è quella dell’uomo ad questi valori e ci è pure per contemplare e percepire Loro ci ricordano che noi non affiancarla. difficile percepirli e riconoscerli un’altra dimensione cui non siamo i primi; ci rammentano Mi riferisco alle costruzioni là dove in parte sono presenti, siamo più abituati, ma che ci che noi siamo venuti dopo, dell’uomo in montagna: baite, anche solo nelle loro secolari appartiene in quanto uomini, dopo le rocce, le piante, gli casere, chiese, cappelle, vestigia. non solo perché figli di chi bivacchi; costruzioni sacre Capita, così, che quando con le montagne ha dovuto e profane, per lo più utili, camminiamo in montagna, fare i conti, ma soprattutto funzionali come un ponticello, specie in gruppo, è facile perché le montagne fanno uno steccato, un abbeveratoio, che portiamo con noi in parte del paesaggio interiore, una fontana, un muretto; montagna i rumori della mentale, spirituale e fantastico realizzate con materiale del nostra “cittadina” civiltà dell’umanità.

12 CAI MORBEGNO CAI MORBEGNO 13 Il Monte Disgrazia si specchia nel laghetto dell’Alpe Fora in Valmalenco Gite famigliari .... breve valutazione

Si sono concluse le escursioni famigliari primaverili; tante persone, famiglie con bam- bini, pensionati e anche giovani, si sono dati il cambio nel parteciparvi. Abbiamo avuto la presenza media di cinquanta, sessanta persone a gita, contando circa cen- tocinquanta differenti partecipanti che hanno aderito ad una delle nostre proposte. Questi numeri solo per richiamare l’attenzione verso i bisogni che accomunano tanti La montagna è lì ad aspettarci, di noi che amano trascorrere parte del proprio tempo libero a contatto con la natura a raccontarci un mito, a e che, camminando insieme alla scoperta del territorio che ci circonda, nutrono la suggerirci una leggenda, segreta speranza che anche i propri figli possano condividere con altri, bimbi e non, un’antica storia, a risvegliarci la gioia e la soddisfazione che può dare una giornata trascorsa a camminare lenta- una nostalgia che nessun mente, giocando, chiacchierando o scherzando in tutta libertà, dove leggere fatiche, in ambienti naturali di sorprendente bellezza, lasciano ricordi intensi. Quando abbia- prodotto tecnologico, che mo programmato queste gite, abbiamo pensato di poter incontrare l’adesione di un nessuna proposta commerciale numero di persone di cui conoscevamo gli interessi. Vista la partecipazione di nuovi può saziare o estinguere adepti, chiediamo a chi se la sente di farci pervenire verbalmente o per iscritto, e se voglio evadere dallo consigli su nuove escursioni che possano soddisfare le esigenze del gruppo che si è stress della civiltà non creato. A questo punto non ci resta che sperare, interpretando anche le richieste dei mi aiutano tanto i viaggi partecipanti, che quest’iniziativa possa essere ripresa nell’autunno prossimo e che i organizzati, anche se culturali, due sodalizi che ci hanno sostenuto possano mettere in campo nuove energie per né tanto meno quei lager favorire un miglior proseguimento. del divertimento che sono animali, dopo la congiunzione luogo, pietra e legname, (etimologicamente il termine Silvana, Roberto e Giacomina i villaggi turistici, bensì degli elementi, dopo una costruzioni sobrie, rudi, “civiltà” contiene il concetto proprio le belle passeggiate drammatica e segreta spartane, essenziali, semplici di “città”): chiacchieriamo, in montagna, preferibilmente evoluzione. E le montagne, e a loro modo titaniche, frutto ridiamo, scherziamo: tutte nei giorni feriali, quando anche le più modeste ed di tenaci e sapienti fatiche, cose legittime e simpatiche l’affluenza degli escursionisti è accessibili, si portano addosso espressioni di un gusto che aiutano ad aggregarsi, ma ridotta o pressoché nulla. questo senso di mistero che semplice e schietto. che rischiano di “inquinare” Bellezza primordiale dicevo; proviene da ere lontane. Sono costruzioni che l’occasione che la montagna ci sì le nostre montagne sono Oggi l’uomo moderno, continuano e moltiplicano sta offrendo; l’occasione cioè di state protagoniste di titanici indebolito da innumerevoli nella loro grezza od elegante evadere, staccarci dalla solita sommovimenti geologici, sono comodità, ha perso il senso modestia il lavoro creativo vita meccanica, ripetitiva il risultato di spostamenti di dell’epico e del sublime. Le della Natura, opere umane e rumorosa delle città per enormi ghiacciai, esistono montagne sono lì a ricordarci che non offendono, ma recuperare il gusto della Natura molto prima di noi e dei nostri che il sublime continua ad rispettano ed onorano la nella quale nel passato eravamo insediamenti. Loro hanno esistere, che la Bellezza con Natura, rispecchiandone alcune certamente più immersi e quei conosciuto i vasti silenzi prima la sua innocenza primordiale caratteristiche: la fierezza, la valori cui accennavo sopra. dell’uomo (oggi invece c’è esiste e mi aspetta in cima ad durezza, la severità, la grazia Andare in montagna non è Alcuni momenti sempre il rumore di un aereo una montagna, nel mezzo di rude, l’arcigna generosità, solo fare la fatica fisica della nel corso delle o di un mezzo meccanico in un bosco, in una radura, sulle la misteriosa e ombrosa marcia, ma è anche sforzarci di gite al tempietto lontananza), hanno sentito i sponde di un laghetto alpino, semplicità. ascoltare i rumori, i suoni della di S.Fedelino e a sovrumani silenzi della genesi in un prato, su un crinale. Noi uomini moderni, troppo natura, i suoi silenzi, lo sforzo Savogno e poi i rumori inquietanti e Ma la bellezza della Natura non sofisticati, abbiamo perso di far tacere le nostre voci maestosi della preistoria. è sola: c’è quella dell’uomo ad questi valori e ci è pure per contemplare e percepire Loro ci ricordano che noi non affiancarla. difficile percepirli e riconoscerli un’altra dimensione cui non siamo i primi; ci rammentano Mi riferisco alle costruzioni là dove in parte sono presenti, siamo più abituati, ma che ci che noi siamo venuti dopo, dell’uomo in montagna: baite, anche solo nelle loro secolari appartiene in quanto uomini, dopo le rocce, le piante, gli casere, chiese, cappelle, vestigia. non solo perché figli di chi bivacchi; costruzioni sacre Capita, così, che quando con le montagne ha dovuto e profane, per lo più utili, camminiamo in montagna, fare i conti, ma soprattutto funzionali come un ponticello, specie in gruppo, è facile perché le montagne fanno uno steccato, un abbeveratoio, che portiamo con noi in parte del paesaggio interiore, una fontana, un muretto; montagna i rumori della mentale, spirituale e fantastico realizzate con materiale del nostra “cittadina” civiltà dell’umanità.

12 CAI MORBEGNO CAI MORBEGNO 13 Svalbard Scialpinismo al sole di mezzanotte

di Franco Scotti

L’arcipelago delle Isole Svalbard si trova all’80° parallelo N, a 800 Km dalla Norvegia e a 1000 Km dal Polo N. Il territorio è coperto per il 60% dai ghiacciai e il benefico effetto della corrente del Golfo, che scioglie d’estate la calotta polare, ha permesso gli insediamenti umani più settentrionali del mondo: circa 3000 abitanti, in prevalenza russi, dediti alla pesca o all’estrazione di carbone da antichi giacimenti ancora produttivi. Da queste isole partirono tutte le storiche esplorazioni polari di Nansen, Amundsen, Nobile. Svalbard significa “coste aguzze e fredde” per l’orografia montagnosa, spesso con profili arditi, che ha inevitabilmente stimolato la nostra curiosità e il desiderio di conoscere Vista dall’aereo della un ambiente selvaggio e regione meridionale insolito, che si presta ad uno dell’isola di sci-alpinismo d’avventura e di esplorazione con le Nella pagina a fianco: caratteristiche di piccola salita notturna al Mcloudfjellet “spedizione”, non essendo disponibili strutture d’appoggio fisse.

14 CAI MORBEGNO CAI MORBEGNO 15 Svalbard Scialpinismo al sole di mezzanotte

di Franco Scotti

L’arcipelago delle Isole Svalbard si trova all’80° parallelo N, a 800 Km dalla Norvegia e a 1000 Km dal Polo N. Il territorio è coperto per il 60% dai ghiacciai e il benefico effetto della corrente del Golfo, che scioglie d’estate la calotta polare, ha permesso gli insediamenti umani più settentrionali del mondo: circa 3000 abitanti, in prevalenza russi, dediti alla pesca o all’estrazione di carbone da antichi giacimenti ancora produttivi. Da queste isole partirono tutte le storiche esplorazioni polari di Nansen, Amundsen, Nobile. Svalbard significa “coste aguzze e fredde” per l’orografia montagnosa, spesso con profili arditi, che ha inevitabilmente stimolato la nostra curiosità e il desiderio di conoscere Vista dall’aereo della un ambiente selvaggio e regione meridionale insolito, che si presta ad uno dell’isola di Spitsbergen sci-alpinismo d’avventura e di esplorazione con le Nella pagina a fianco: caratteristiche di piccola salita notturna al Mcloudfjellet “spedizione”, non essendo disponibili strutture d’appoggio fisse.

14 CAI MORBEGNO CAI MORBEGNO 15 A sinistra: a mezzanotte sull’immenso ghiacciaio Veteranenbreen

A destra: autoscatto dopo la salita notturna del Mcloudfjellet a 30° sottozero

Ha sicuramente favorito la 180 Km all’interno, dove si Il freddo è l’elemento che più nostra scelta la presenza in trovano le più alte e belle caratterizza l’inospitabilità di loco di Stefano Poli, originario montagne delle Svalbard. questi luoghi. della Val Sassina, che da 15 Le motoslitte, da noi Malgrado fossimo attrezzati e anni vive lassù, abilitato alla solitamente osteggiate, sono preparati (Riccardo seguiva da professione di “Guida Polare”, e qui l’unico mezzo di trasporto, tempo in Internet l’andamento organizza su richiesta viaggi ed insieme alla barca d’estate. climatico della capitale) esplorazioni nelle isole. Infatti i pochi minuscoli centri abbiamo trovato condizioni più Ci siamo aggregati io, mio abitati, tutti sulle coste, non dure del previsto. figlio Riccardo e Natalino Bavo, sono collegati da strade e il Spesso il mercurio del a un gruppo della Valsassina terreno, innevato per 8 mesi termometro si rintanava nel composto dall’amico Renato l’anno, si trasforma d’estate, bulbo a fondo scala di - 30° Pizzagalli e dalle guide alpine causa il permafrost (il suolo senza più riemergere per molte Marco Della Santa, Giorgio perennemente gelato sotto i ore, e in tenda è sceso fino a Tessari e Giovanni Poli. 50-60 cm) in un acquitrino. - 23. Sull’isola si aggiungeranno Per lo stesso motivo le linde e Questo significa: infilare i Stefania Tonello di Padova e il colorate casette di legno sono piedi gelati negli scarponi norvegese Torbyon. costruite su palafitte. ghiacciati, non potersi mai Già il viaggio aereo riserva la Ci viene affidata una togliere guanti e berretto, prima emozione. motoslitta con rimorchio non potersi lavare nemmeno Sopra: in vetta al Partiti col buio da Oslo alle che “smanettiamo”, con un Solfjellet nella regione con le salviettine (trasformate 10 di sera del 24\04\03, pò di maldestre acrobazie, di Atomfjella in ghiaccioli), dover scaldare ritroviamo ben presto la luce, lungo un bellissimo percorso sempre sul fornello le pelli di e un sole dorato ci accoglie su fiordi gelati, valloni, Sotto: il foca per riattivare la colla...ma allo sbarco, all’una di notte, colli ghiacciati,e dopo sei Veteranenbreen e le poi ci si adegua a tutto, e ci all’aeroporto di . ore montiamo le tende sul vette dell’Atomfjella si riscalda un pò andando in Non farà più notte per dieci Veteranenbreen, uno dei più viste dal Mcloudfjellet giro con gli sci. giorni, fino al rientro a casa. vasti ghiacciai dell’isola, a 895 alle 2 di notte. Il terreno di gioco è vastissimo Dopo poche ore ci infiliamo, m di quota. e le escursioni hanno tutte con tutti i nostri vestiti Cediamo i mezzi e in comune un avvicinamento addosso, in una enorme l’abbigliamento speciale ad un spesso fastidioso su ghiacciaio tuta polare per effettuare il gruppetto di Norvegesi che pianeggiante, e una salita trasferimento in motoslitta ritornano, e restiamo così in in vetta spesso ripida da nella regione di Atomfjella, completo isolamento. affrontare coi ramponi.

16 CAI MORBEGNO CAI MORBEGNO 17 A sinistra: a mezzanotte sull’immenso ghiacciaio Veteranenbreen

A destra: autoscatto dopo la salita notturna del Mcloudfjellet a 30° sottozero

Ha sicuramente favorito la 180 Km all’interno, dove si Il freddo è l’elemento che più nostra scelta la presenza in trovano le più alte e belle caratterizza l’inospitabilità di loco di Stefano Poli, originario montagne delle Svalbard. questi luoghi. della Val Sassina, che da 15 Le motoslitte, da noi Malgrado fossimo attrezzati e anni vive lassù, abilitato alla solitamente osteggiate, sono preparati (Riccardo seguiva da professione di “Guida Polare”, e qui l’unico mezzo di trasporto, tempo in Internet l’andamento organizza su richiesta viaggi ed insieme alla barca d’estate. climatico della capitale) esplorazioni nelle isole. Infatti i pochi minuscoli centri abbiamo trovato condizioni più Ci siamo aggregati io, mio abitati, tutti sulle coste, non dure del previsto. figlio Riccardo e Natalino Bavo, sono collegati da strade e il Spesso il mercurio del a un gruppo della Valsassina terreno, innevato per 8 mesi termometro si rintanava nel composto dall’amico Renato l’anno, si trasforma d’estate, bulbo a fondo scala di - 30° Pizzagalli e dalle guide alpine causa il permafrost (il suolo senza più riemergere per molte Marco Della Santa, Giorgio perennemente gelato sotto i ore, e in tenda è sceso fino a Tessari e Giovanni Poli. 50-60 cm) in un acquitrino. - 23. Sull’isola si aggiungeranno Per lo stesso motivo le linde e Questo significa: infilare i Stefania Tonello di Padova e il colorate casette di legno sono piedi gelati negli scarponi norvegese Torbyon. costruite su palafitte. ghiacciati, non potersi mai Già il viaggio aereo riserva la Ci viene affidata una togliere guanti e berretto, prima emozione. motoslitta con rimorchio non potersi lavare nemmeno Sopra: in vetta al Partiti col buio da Oslo alle che “smanettiamo”, con un Solfjellet nella regione con le salviettine (trasformate 10 di sera del 24\04\03, pò di maldestre acrobazie, di Atomfjella in ghiaccioli), dover scaldare ritroviamo ben presto la luce, lungo un bellissimo percorso sempre sul fornello le pelli di e un sole dorato ci accoglie su fiordi gelati, valloni, Sotto: il foca per riattivare la colla...ma allo sbarco, all’una di notte, colli ghiacciati,e dopo sei Veteranenbreen e le poi ci si adegua a tutto, e ci all’aeroporto di Longyearbyen. ore montiamo le tende sul vette dell’Atomfjella si riscalda un pò andando in Non farà più notte per dieci Veteranenbreen, uno dei più viste dal Mcloudfjellet giro con gli sci. giorni, fino al rientro a casa. vasti ghiacciai dell’isola, a 895 alle 2 di notte. Il terreno di gioco è vastissimo Dopo poche ore ci infiliamo, m di quota. e le escursioni hanno tutte con tutti i nostri vestiti Cediamo i mezzi e in comune un avvicinamento addosso, in una enorme l’abbigliamento speciale ad un spesso fastidioso su ghiacciaio tuta polare per effettuare il gruppetto di Norvegesi che pianeggiante, e una salita trasferimento in motoslitta ritornano, e restiamo così in in vetta spesso ripida da nella regione di Atomfjella, completo isolamento. affrontare coi ramponi.

16 CAI MORBEGNO CAI MORBEGNO 17 Verso il Perriertoppen 1710m la seconda cima per altezza delle Isole Svalbard.

A spasso sui pendii del Malloryfjellet

Costruzione di un Igloo al campo base.

«Che sciada!!», il magnifico canalone meridionale dell’Irvinfjellet

L’innevamento era piuttosto Heinsteintoppen...... Sotto: salita al Solfjellet ambiente di neve e di luce, vette o canali. Solo gli ultimi scarso, circa 80 cm sul In questi luoghi si perde infonde una sensazione di pace due giorni di permanenza al ghiacciaio, ma le condizioni la cognizione del tempo e da assaporare fino in fondo. campo siamo stati avvolti della neve erano ottime, l’orologio rimane inutilizzato. La possibilità di incontrare dalla nebbia e dal nevischio con 20-30 cm di polvere su A qualsiasi ora si dorme, si l’orso polare, il mammifero più che ha permesso solo qualche fondo duro. La scarsità di mangia, si sale, si scende. pericoloso per l’uomo, è stata esercitazione col G.P.S. precipitazioni e di vento e le Sicuramente le escursioni motivo sia di curiosità che di Fortunatamente il viaggio di temperature costantemente più affascinanti sono quelle preoccupazione, ma siamo stati ritorno in motoslitta è stato basse fan si che questa neve “notturne”, quando il sole, delusi (o fortunati?) in quanto facilitato da una schiarita, leggerissima resti appesa a girando in tondo, si abbassa ci siamo imbattuti soltanto al contrario avremmo pareti e canali,con pericolo sull’orizzonte allungando le nelle gigantesche impronte. probabilmente perso l’aereo. di valanghe pressocchè ombre creando una luce dorata Comunque siamo stati obbligati L’unico rammarico di questo inesistente. La neve è talmente dai toni caldi, in contrasto con a noleggiare e a sciare con viaggio è di non aver avuto il fredda e leggera che gli sci, la temperatura che raggiunge i due fucili e una pistola, e tempo di visitare al meglio il in discesa, la sollevano in una livelli minimi. a circondare le tende con villaggio di Longyearbyen e la nuvola persistente alta decine Allora, nell’aria calma della un recinto anti orso armato sua gente, per capire come si di metri. vetta, il silenzio è incredibile, di razzetti che dovrebbero possa trascorrere una vita in un I dislivelli sono moderati, 800 - la vista spazia per centinaia spaventare la belva. ambiente tanto ostile. 1000 m , in quanto le vette più di km verso il pack del polo Isolati senza alternative Un velo di tristezza ha calato alte superano di poco i 1700 m. incrementando una acuta in questo luogo poco sui ricordi di questo viaggio Qui non esistono toponimi sensazione di isolamento senza confortevole, la nostra attività la tragica scomparsa di Marco locali e le vette portano il alcuna ansia nè angoscia anzi, sci-alpinistica, regolata solo Della Santa, sopravvenuta nome degli esploratori o di la consapevolezza di essere dai ritmi fisiologici, non qualche mese dopo. famosi alpinisti o scienziati: quasi in cima al mondo, in poteva che essere intensa e, Lo ricorderò come un vero Newtontoppen, Irvinfjellet, questo desolato ma splendido per alcuni (Renato e Marco), entusiasta dello sci e della anche frenetica, con salite neve, con una vivacità ed e concatenamenti di più energia inesauribili.

18 CAI MORBEGNO CAI MORBEGNO 19 Verso il Perriertoppen 1710m la seconda cima per altezza delle Isole Svalbard.

A spasso sui pendii del Malloryfjellet

Costruzione di un Igloo al campo base.

«Che sciada!!», il magnifico canalone meridionale dell’Irvinfjellet

L’innevamento era piuttosto Heinsteintoppen...... Sotto: salita al Solfjellet ambiente di neve e di luce, vette o canali. Solo gli ultimi scarso, circa 80 cm sul In questi luoghi si perde infonde una sensazione di pace due giorni di permanenza al ghiacciaio, ma le condizioni la cognizione del tempo e da assaporare fino in fondo. campo siamo stati avvolti della neve erano ottime, l’orologio rimane inutilizzato. La possibilità di incontrare dalla nebbia e dal nevischio con 20-30 cm di polvere su A qualsiasi ora si dorme, si l’orso polare, il mammifero più che ha permesso solo qualche fondo duro. La scarsità di mangia, si sale, si scende. pericoloso per l’uomo, è stata esercitazione col G.P.S. precipitazioni e di vento e le Sicuramente le escursioni motivo sia di curiosità che di Fortunatamente il viaggio di temperature costantemente più affascinanti sono quelle preoccupazione, ma siamo stati ritorno in motoslitta è stato basse fan si che questa neve “notturne”, quando il sole, delusi (o fortunati?) in quanto facilitato da una schiarita, leggerissima resti appesa a girando in tondo, si abbassa ci siamo imbattuti soltanto al contrario avremmo pareti e canali,con pericolo sull’orizzonte allungando le nelle gigantesche impronte. probabilmente perso l’aereo. di valanghe pressocchè ombre creando una luce dorata Comunque siamo stati obbligati L’unico rammarico di questo inesistente. La neve è talmente dai toni caldi, in contrasto con a noleggiare e a sciare con viaggio è di non aver avuto il fredda e leggera che gli sci, la temperatura che raggiunge i due fucili e una pistola, e tempo di visitare al meglio il in discesa, la sollevano in una livelli minimi. a circondare le tende con villaggio di Longyearbyen e la nuvola persistente alta decine Allora, nell’aria calma della un recinto anti orso armato sua gente, per capire come si di metri. vetta, il silenzio è incredibile, di razzetti che dovrebbero possa trascorrere una vita in un I dislivelli sono moderati, 800 - la vista spazia per centinaia spaventare la belva. ambiente tanto ostile. 1000 m , in quanto le vette più di km verso il pack del polo Isolati senza alternative Un velo di tristezza ha calato alte superano di poco i 1700 m. incrementando una acuta in questo luogo poco sui ricordi di questo viaggio Qui non esistono toponimi sensazione di isolamento senza confortevole, la nostra attività la tragica scomparsa di Marco locali e le vette portano il alcuna ansia nè angoscia anzi, sci-alpinistica, regolata solo Della Santa, sopravvenuta nome degli esploratori o di la consapevolezza di essere dai ritmi fisiologici, non qualche mese dopo. famosi alpinisti o scienziati: quasi in cima al mondo, in poteva che essere intensa e, Lo ricorderò come un vero Newtontoppen, Irvinfjellet, questo desolato ma splendido per alcuni (Renato e Marco), entusiasta dello sci e della anche frenetica, con salite neve, con una vivacità ed e concatenamenti di più energia inesauribili.

18 CAI MORBEGNO CAI MORBEGNO 19 il club

4000di Riccardo Marchini Quali sono e come sono stati scelti i 4000 delle Alpi? Nei primi anni ‘90 un gruppo di lavoro composto da esperti in campo Esiste un club molto esclusivo, alpinistico, guidato dal compianto Gino Buscaini, da Francois Laband e da Maurice al quale è estremamente Brandt, responsabili della redazione delle guide difficile accedere. Non servono alpinistiche rispettivamente in Italia, Francia e Svizzera, ha censito 82 cime, scelte in una raccomandazioni di amici influenti rosa più ampia di 129, utilizzando tre criteri fondamentali: e tantomeno cospicui conti in • topografico, in base al quale vengono prese banca o nobili origini; l’unica in considerazione quelle elevazioni che sovrastano di più di 30 metri il più alto colle referenza, strettamente personale, adiacente e che distano almeno 50 metri da un non acquistabile né cedibile, altro 4000 contiguo; • morfologico, che si basa sulla riconoscibilità è l’aver salito almeno 30 cime univoca della cima grazie alla conformazione dei suoi versanti; dell’arco alpino che superano i • alpinistico, che fa riferimento al livello 4000 metri di quota. E’ il CLUB qualitativo delle vie storiche di accesso alla vetta e alla loro frequentazione. 4000 che accoglie gli alpinisti e Il criterio topografico è sufficientemente oggettivo, per cui tutti i 4000 che lo gli sci-alpinisti che si prefiggono soddisfano sono stati inseriti nell’elenco. di collezionare, scalandole, tutte Gli altri due sono più soggettivi; la loro applicazione ha, quindi, richiesto di volta in le vette delle Alpi la cui quota volta un’adeguata giustificazione. Il risultato di questo minuzioso lavoro, riconosciuto comincia con quattro. ufficialmente dall’U.I.A.A., comprende 2 quote al di sopra dei 4000 metri nel Massiccio des Ecrins, 1 nel Gruppo del , 28 nel Gruppo del Monte Bianco, 41 nelle Alpi Giovanni in Vallesane e Pennine, 9 nelle Alpi Bernesi e 1 vetta al Dente del Gigante, nel Gruppo del Bernina, il Pizzo Bernina stesso, alle sue spalle avamposto orientale di questa sequenza di il Monte monti. Cinquanta di queste cime sono anche Bianco con la sci-alpinistiche e sono classificate in base parete della alla loro fruibilità sciistica: quelle percorribili Brenva delimi- tata a sinistra dalla cresta di 20 CAI MORBEGNO CAI MORBEGNO 21Peterey. il club

4000di Riccardo Marchini Quali sono e come sono stati scelti i 4000 delle Alpi? Nei primi anni ‘90 un gruppo di lavoro composto da esperti in campo Esiste un club molto esclusivo, alpinistico, guidato dal compianto Gino Buscaini, da Francois Laband e da Maurice al quale è estremamente Brandt, responsabili della redazione delle guide difficile accedere. Non servono alpinistiche rispettivamente in Italia, Francia e Svizzera, ha censito 82 cime, scelte in una raccomandazioni di amici influenti rosa più ampia di 129, utilizzando tre criteri fondamentali: e tantomeno cospicui conti in • topografico, in base al quale vengono prese banca o nobili origini; l’unica in considerazione quelle elevazioni che sovrastano di più di 30 metri il più alto colle referenza, strettamente personale, adiacente e che distano almeno 50 metri da un non acquistabile né cedibile, altro 4000 contiguo; • morfologico, che si basa sulla riconoscibilità è l’aver salito almeno 30 cime univoca della cima grazie alla conformazione dei suoi versanti; dell’arco alpino che superano i • alpinistico, che fa riferimento al livello 4000 metri di quota. E’ il CLUB qualitativo delle vie storiche di accesso alla vetta e alla loro frequentazione. 4000 che accoglie gli alpinisti e Il criterio topografico è sufficientemente oggettivo, per cui tutti i 4000 che lo gli sci-alpinisti che si prefiggono soddisfano sono stati inseriti nell’elenco. di collezionare, scalandole, tutte Gli altri due sono più soggettivi; la loro applicazione ha, quindi, richiesto di volta in le vette delle Alpi la cui quota volta un’adeguata giustificazione. Il risultato di questo minuzioso lavoro, riconosciuto comincia con quattro. ufficialmente dall’U.I.A.A., comprende 2 quote al di sopra dei 4000 metri nel Massiccio des Ecrins, 1 nel Gruppo del Gran Paradiso, 28 nel Gruppo del Monte Bianco, 41 nelle Alpi Giovanni in Vallesane e Pennine, 9 nelle Alpi Bernesi e 1 vetta al Dente del Gigante, nel Gruppo del Bernina, il Pizzo Bernina stesso, alle sue spalle avamposto orientale di questa sequenza di il Monte monti. Cinquanta di queste cime sono anche Bianco con la sci-alpinistiche e sono classificate in base parete della alla loro fruibilità sciistica: quelle percorribili Brenva delimi- tata a sinistra dalla cresta di 20 CAI MORBEGNO CAI MORBEGNO 21Peterey. Luca Moroni durante la salita al totalmente o quasi con gli Tra i soci ci sono anche tre di metri in più di dislivello, da sci, quelle a metà strada fra valtellinesi. Il più anziano, quota 1300, poco distante dallo alpinismo e sci alpinismo classe 1956, è Mario Ragazzi A sinistra il sbocco del tunnel del Bianco, e quelle al limite delle di Chiesa Valmalenco, fra i Cervino da a Les Bossons, fino ai 3050 m Zermatt possibilità, da annoverare fra pochissimi (con altri tre) ad del Rifugio Grands Mulets. Il le discese di sci estremo. aver salito tutte le 82 vette mattino seguente partimmo Il Club è internazionale. I suoi della lista. Gli altri due sono verso le due e, con gli sci attuali 102 soci provengono, morbegnesi: Gianluca Moroni, ai piedi, salimmo al Rifugio infatti, da tutta Europa, ma che in questa gara con le Alpi è Vallot (m 4362) da dove, sci in l’anima, come la maggior parte arrivato a quota 48, e Giovanni spalle, percorrendo la cresta degli aderenti (ben 76), è Rovedatti che di 4000 ne ha des Bosses, raggiungemmo la italiana, perché il CLUB 4000 collezionati 63. cima del Bianco. Erano circa è nato in Italia da un’idea del Giovanni Rovedatti ha il merito le nove. Una doverosa sosta piemontese Luciano Ratto (a di aver inserito, per primo, il per riposarci e per godere tutt’oggi presidente) che nel nome di Morbegno nel Club. Il dello splendido panorama 1993 decise con altri specialisti suo confronto con i 4000 era, sulle vette circostanti, con di dar vita a questa singolare per la verità, iniziato qualche soddisfazione tutte più basse iniziativa. L’adesione avviene anno prima che il sodalizio rispetto a noi, poi giù lungo per via telematica, inviando il fosse inventato, perché già la parete Nord, che a tratti proprio curriculum al sito del nel 1987 aveva affrontato con raggiunge pendenze anche Club. successo il 4000 di casa, il di 40°. Al Grand Plateau ci ricongiungemmo all’itinerario di salita. In tutto 3000 metri di discesa mozzafiato, su neve perfetta, in un ambiente alpino di rara bellezza”. (4184 m). Attualmente, dopo il Giovanni, che si dichiara più A Giovanni rimangono 19 doveroso rallentamento dovuto sci-alpinista che alpinista, salite per completare il suo al matrimonio e ai sopraggiunti predilige le sci-alpinistiche programma. Ovviamente, come impegni famigliari, è a quota e fra queste ricorda con si conviene in questi casi, 63. La sua 62a ascensione, la particolare piacere quella non si sbilancia, ma fa capire penultima, l’ha realizzata il effettuata il 17 maggio 1992 che sta meditando qualcosa 16 agosto 2002 sulla Grande con Manuele Panzeri del Gruppo di impegnativo. Qualunque sia Rocheuse (4102 m), nel Gruppo Gamma di Lecco al Monte l’impresa che ha in progetto, del monte Bianco, con Mario Bianco. L’emozione di salire gli facciamo tanti auguri. Ragazzi che con quest’ultima per la prima volta sul tetto fatica ha concluso il ciclo delle d’Europa e la lunga discesa Giovanni Rovedatti, nato a 82 vette previste dall’elenco. effettuata in condizioni ideali Morbegno nel 1968, è sposato da Giovanni in “Attraverso il Club ho potuto hanno fatto sì che questa sette anni con Marialuisa Piganzoli. vetta al Dom fare molte conoscenze e avventura fosse collocata fra i E’ papà di un bimbo, Marco, di tre de Mischabel, amicizie importanti” afferma ricordi più gradevoli. anni, un altro è in arrivo. alle sue spalle mentre nel Vallese si può Bernina, e nel 1988 la Dent Giovanni che nella sua “Partiti dall’Italia con Dal 1984 è iscritto alla sezione il gruppo del protrarre al massimo fino a d’Hérens nelle Alpi Pennine. avventura, lunga oramai 16 l’intenzione di utilizzare il di Morbegno del C.A.I. di cui è metà settembre. L’agognata consigliere dal 1994. All’interno della Nei tre anni successivi era anni, si è legato in cordata con primo tronco della funivia soglia della 50a salita, quella sezione cura la biblioteca. Nella foto poi riuscito ad infilare una 26 alpinisti diversi. Molti di dell’Aiguille du Midi fino che gli permise di accedere al Oltre alle 63 ascensioni della lista a fianco il sequenza incredibile di una loro sono gli amici del C.A.I. al Plan de l’Aiguille (m “nostro” 4000 Club, arrivò nel 1995 quando, del CLUB 4000, alcune delle quali trentina di ascensioni ed altre di Morbegno, fra cui Gianluca 2310), a Chamonix avemmo con la Bianco- in compagnia dell’ossolano ripetute, ha all’attivo diverse salite 15 nel triennio 1992-94. Un Moroni che con Giovanni ha l’amara sorpresa di trovare con e senza sci sulle principali grat, il modo Marco Borgini, salì e discese bel bottino se si pensa che la condiviso almeno trenta salite, gli impianti chiusi. Viste le montagne della Valtellina, della Val più elegante con gli sci il stagione utile per l’alpinismo ma molte sono state le cordate previsioni del tempo veramente Chiavenna e dell’Engadina. per arrivare de Grafeneire (4314 m), nelle in cima al d’alta quota inizia ad agosto costruite attraverso il sito del ottime, decidemmo di partire Alpi Pennine, in traversata Bernina. e dura una ventina di giorni Club. ugualmente. Il primo giorno dal Gran Combin de Valsorey nel Gruppo del Monte Bianco, Fra tutte le ascensioni, dovemmo sorbirci un migliaio

22 CAI MORBEGNO CAI MORBEGNO 23 Luca Moroni durante la salita al totalmente o quasi con gli Tra i soci ci sono anche tre Finsteraarhorn di metri in più di dislivello, da sci, quelle a metà strada fra valtellinesi. Il più anziano, quota 1300, poco distante dallo alpinismo e sci alpinismo classe 1956, è Mario Ragazzi A sinistra il sbocco del tunnel del Bianco, e quelle al limite delle di Chiesa Valmalenco, fra i Cervino da a Les Bossons, fino ai 3050 m Zermatt possibilità, da annoverare fra pochissimi (con altri tre) ad del Rifugio Grands Mulets. Il le discese di sci estremo. aver salito tutte le 82 vette mattino seguente partimmo Il Club è internazionale. I suoi della lista. Gli altri due sono verso le due e, con gli sci attuali 102 soci provengono, morbegnesi: Gianluca Moroni, ai piedi, salimmo al Rifugio infatti, da tutta Europa, ma che in questa gara con le Alpi è Vallot (m 4362) da dove, sci in l’anima, come la maggior parte arrivato a quota 48, e Giovanni spalle, percorrendo la cresta degli aderenti (ben 76), è Rovedatti che di 4000 ne ha des Bosses, raggiungemmo la italiana, perché il CLUB 4000 collezionati 63. cima del Bianco. Erano circa è nato in Italia da un’idea del Giovanni Rovedatti ha il merito le nove. Una doverosa sosta piemontese Luciano Ratto (a di aver inserito, per primo, il per riposarci e per godere tutt’oggi presidente) che nel nome di Morbegno nel Club. Il dello splendido panorama 1993 decise con altri specialisti suo confronto con i 4000 era, sulle vette circostanti, con di dar vita a questa singolare per la verità, iniziato qualche soddisfazione tutte più basse iniziativa. L’adesione avviene anno prima che il sodalizio rispetto a noi, poi giù lungo per via telematica, inviando il fosse inventato, perché già la parete Nord, che a tratti proprio curriculum al sito del nel 1987 aveva affrontato con raggiunge pendenze anche Club. successo il 4000 di casa, il di 40°. Al Grand Plateau ci ricongiungemmo all’itinerario di salita. In tutto 3000 metri di discesa mozzafiato, su neve perfetta, in un ambiente alpino di rara bellezza”. (4184 m). Attualmente, dopo il Giovanni, che si dichiara più A Giovanni rimangono 19 doveroso rallentamento dovuto sci-alpinista che alpinista, salite per completare il suo al matrimonio e ai sopraggiunti predilige le sci-alpinistiche programma. Ovviamente, come impegni famigliari, è a quota e fra queste ricorda con si conviene in questi casi, 63. La sua 62a ascensione, la particolare piacere quella non si sbilancia, ma fa capire penultima, l’ha realizzata il effettuata il 17 maggio 1992 che sta meditando qualcosa 16 agosto 2002 sulla Grande con Manuele Panzeri del Gruppo di impegnativo. Qualunque sia Rocheuse (4102 m), nel Gruppo Gamma di Lecco al Monte l’impresa che ha in progetto, del monte Bianco, con Mario Bianco. L’emozione di salire gli facciamo tanti auguri. Ragazzi che con quest’ultima per la prima volta sul tetto fatica ha concluso il ciclo delle d’Europa e la lunga discesa Giovanni Rovedatti, nato a 82 vette previste dall’elenco. effettuata in condizioni ideali Morbegno nel 1968, è sposato da Giovanni in “Attraverso il Club ho potuto hanno fatto sì che questa sette anni con Marialuisa Piganzoli. vetta al Dom fare molte conoscenze e avventura fosse collocata fra i E’ papà di un bimbo, Marco, di tre de Mischabel, amicizie importanti” afferma ricordi più gradevoli. anni, un altro è in arrivo. alle sue spalle mentre nel Vallese si può Bernina, e nel 1988 la Dent Giovanni che nella sua “Partiti dall’Italia con Dal 1984 è iscritto alla sezione il gruppo del protrarre al massimo fino a d’Hérens nelle Alpi Pennine. avventura, lunga oramai 16 l’intenzione di utilizzare il di Morbegno del C.A.I. di cui è Monte Rosa metà settembre. L’agognata consigliere dal 1994. All’interno della Nei tre anni successivi era anni, si è legato in cordata con primo tronco della funivia soglia della 50a salita, quella sezione cura la biblioteca. Nella foto poi riuscito ad infilare una 26 alpinisti diversi. Molti di dell’Aiguille du Midi fino che gli permise di accedere al Oltre alle 63 ascensioni della lista a fianco il sequenza incredibile di una loro sono gli amici del C.A.I. al Plan de l’Aiguille (m “nostro” 4000 Club, arrivò nel 1995 quando, del CLUB 4000, alcune delle quali trentina di ascensioni ed altre di Morbegno, fra cui Gianluca 2310), a Chamonix avemmo con la Bianco- in compagnia dell’ossolano ripetute, ha all’attivo diverse salite 15 nel triennio 1992-94. Un Moroni che con Giovanni ha l’amara sorpresa di trovare con e senza sci sulle principali grat, il modo Marco Borgini, salì e discese bel bottino se si pensa che la condiviso almeno trenta salite, gli impianti chiusi. Viste le montagne della Valtellina, della Val più elegante con gli sci il Grand Combin stagione utile per l’alpinismo ma molte sono state le cordate previsioni del tempo veramente Chiavenna e dell’Engadina. per arrivare de Grafeneire (4314 m), nelle in cima al d’alta quota inizia ad agosto costruite attraverso il sito del ottime, decidemmo di partire Alpi Pennine, in traversata Bernina. e dura una ventina di giorni Club. ugualmente. Il primo giorno dal Gran Combin de Valsorey nel Gruppo del Monte Bianco, Fra tutte le ascensioni, dovemmo sorbirci un migliaio

22 CAI MORBEGNO CAI MORBEGNO 23 ScialpinismoPizzo tra luci e penombre di Alfredo Praolini (Previsore c/o il Centro Nivometeorologico di Bormio)

L’attività professionale mi dà ecco Ol’opportunità di salire lano frequentemente l’opportunità sul Pizzo Olano. Non c’era di percorrere gli itinerari di meglio che avvalersi della scialpinistici più conosciuti e conoscenza dell’amico Lodovico rinomati, ma anche di andare per carpire il più possibile i alla ricerca di zone meno segreti racchiusi nell’anfiteatro frequentate ove esaminare che si apre alla visione di chi la stabilità dei versanti in raggiunge il Monte Olano. funzione dell’innevamento, Da questo “dosso” si scorgono: dell’esposizione, della a sinistra, più in ombra, la pendenza, anche in ripida parete nord della Rosetta relazione alle sollecitazioni con pendii e canali estremi determinate dal passaggio in cui è facile intuire che ad del singolo sciatore o di un ogni nevicata gli scaricamenti sovraccarico più elevato. sono pressoché scontati; più Abituato a percorrere le valli al centro la parete, ancora che si addentrano nelle Alpi con pendenze medie intorno Retiche, in particolare del ai 45-50°, che si prolunga settore Ortles-Cevedale e fino a raggiungere la parte Alta Valtellina, per maggior più esposta ad insolazione del conoscenza dei rilievi lombardi Monte Combana; sull’estremità Monte Olano: da più anni rincorro il desiderio di destra il Pizzo Olano che si si esce dagli di raggiungere le vette più allunga verso il Pizzo dei Galli. ultimi larici importanti dei versanti orobici Mentre Lodovico mette in per imbocca- e della Valchiavenna: così, di luce ogni angolo non perdo re il canale che conduce anno in anno, vado a scoprire occasione per scattare alla sella qualcosa di nuovo. fotografie che potranno (Maiona) tra A fine gennaio di questo anno arricchire validamente il Pizzo Olano e il pizzo dei Galli. 24 CAI MORBEGNO CAI MORBEGNO 25 ScialpinismoPizzo tra luci e penombre di Alfredo Praolini (Previsore c/o il Centro Nivometeorologico di Bormio)

L’attività professionale mi dà ecco Ol’opportunità di salire lano frequentemente l’opportunità sul Pizzo Olano. Non c’era di percorrere gli itinerari di meglio che avvalersi della scialpinistici più conosciuti e conoscenza dell’amico Lodovico rinomati, ma anche di andare per carpire il più possibile i alla ricerca di zone meno segreti racchiusi nell’anfiteatro frequentate ove esaminare che si apre alla visione di chi la stabilità dei versanti in raggiunge il Monte Olano. funzione dell’innevamento, Da questo “dosso” si scorgono: dell’esposizione, della a sinistra, più in ombra, la pendenza, anche in ripida parete nord della Rosetta relazione alle sollecitazioni con pendii e canali estremi determinate dal passaggio in cui è facile intuire che ad del singolo sciatore o di un ogni nevicata gli scaricamenti sovraccarico più elevato. sono pressoché scontati; più Abituato a percorrere le valli al centro la parete, ancora che si addentrano nelle Alpi con pendenze medie intorno Retiche, in particolare del ai 45-50°, che si prolunga settore Ortles-Cevedale e fino a raggiungere la parte Alta Valtellina, per maggior più esposta ad insolazione del conoscenza dei rilievi lombardi Monte Combana; sull’estremità Monte Olano: da più anni rincorro il desiderio di destra il Pizzo Olano che si si esce dagli di raggiungere le vette più allunga verso il Pizzo dei Galli. ultimi larici importanti dei versanti orobici Mentre Lodovico mette in per imbocca- e della Valchiavenna: così, di luce ogni angolo non perdo re il canale che conduce anno in anno, vado a scoprire occasione per scattare alla sella qualcosa di nuovo. fotografie che potranno (Maiona) tra A fine gennaio di questo anno arricchire validamente il Pizzo Olano e il pizzo dei Galli. 24 CAI MORBEGNO CAI MORBEGNO 25 l’archivio della rivista “Neve e Valanghe” dell’AINEVA (Associazione Interregionale Neve e Valanghe) di cui il Centro Nivometeorologico di Bormio cura la redazione. Non c’è grossa difficoltà Sopra: dalla “Motta” nell’individuare un itinerario di Olano vista dalla sicuro per portarsi ai piedi Rosetta all’Alpe Piazza delle vette sopra menzionate, tuttavia, la mattina presto, Sotto: ultimo pendio il sole basso sull’orizzonte prima della vetta orientale mette subito in del Pizzo dei Galli, a a lungo inalterata la struttura destra si vede il canale stabilità del manto nevoso, posta sulla vetta diventa poi risalto, quasi invitando lo cristallina della neve e fa della “Maiona” che come in altre stagioni invernali ulteriormente impegnativo: scialpinista più freddoloso, pregustare la discesa in neve sale al Pizzo Olano in tante altre parti dei rilievi le pendenze superano anche i la dorsale che conduce dritta asciutta a debole coesione. lombardi o dell’intero arco 40° ed è preferibile togliere gli al Pizzo dei Galli da cui poi Ormai al limite della alpino: così come al Pizzo sci e procedere sulla linea di proseguire. Altrimenti si vegetazione la traccia richiede Scalino nel lontano ’88 ed in massima pendenza, valutando percorrono, come nel nostro una maggior valutazione: i Val Sambuzza nel ‘94. l’eventuale presenza di lastroni caso, gli ampi pascoli che pendii si fanno più ripidi e, Il “rispetto” nell’ intraprendere da vento che potrebbero superano la casera di Olano e come per gran parte dei pendii il superamento del pendio travolgerci. conducono alla Baita di Cima. orobici, il carico nevoso è finale, che permette di In alto la visuale è completa Purtroppo la situazione spesso abbondante. Alla base raggiungere la sella posta in tutte le direzioni e, come nivologica non è delle migliori dei canali, vecchi accumuli tra il Pizzo Olano ed il Pizzo ogni volta che si raggiunge la né come sciabilità né a livello mascherati da sottili spessori dei Galli, è sottolineato da vetta, trasale quel sapore di di stabilità delle masse di neve trasportata dal vento Lodovico che confessa di “conquista” e di dominio che nevose: croste da vento molto fanno capire al provetto “attaccare” questo pendio pervade tutti gli alpinisti. irregolari si alternano a deboli scialpinista che le masse solo con condizioni di neve Forse nella pratica dell’attività croste da rigelo talora difficili nevose più instabili sono già assolutamente sicura e scialpinistica sarebbe da incidere, solamente nelle precipitate a valle, ma è tutto comunque non più di 4 volte opportuno frenare un po’ zone più concave si evidenzia così tranquillo? su 10. Raggiungere la croce questo desiderio e, di tanto in la presenza di neve fresca Non è un giorno qualsiasi, è tanto, in particolare quando o di soffici lastroni dovuti giudizi sulle persone coinvolte. il 28 gennaio, 2 giorni dopo Allora si ragiona su pendenze, le situazioni nivologiche all’ attività eolica dei giorni l’incidente che ha visto perire ci trasmettono dei segnali, precedenti. distribuzione della neve, in valanga, proprio qui, 3 qualità del manto nevoso, potrebbe essere preferibile Con serie di tornanti si scialpinisti. Come molti altri “accontentarsi”, darsi del percorre il bosco rado di “vie normali” di salita, escursionisti che sicuramente comportamento e dinamica di tempo per ammirare quanto ci larici ove l’esposizione in quei giorni si sono recati circonda e rinunciare alla meta sfavorevole alla radiazione gruppo rispolverando non tanto lassù ci interroghiamo le conoscenze teoriche apprese più alta e più ambita. solare, ma favorevole al sull’accaduto senza “per forza” deposito da vento, mantiene nei corsi di scialpinismo o nelle voler individuare dei colpevoli serate dedicate ai temi della (o come definiti dalla stampa prevenzione, ma collegandoci più avvezza agli scoop: degli ad esperienze che fanno parte assassini). Potranno esserci del bagaglio di ciascuno di noi delle responsabilità ma non frequentatori della montagna spetta a noi, dall’esterno, invernale. E’ capitato qui, frugare nella penombra in questo inverno, spesso dell’evento per “sparare” sfavorevole alle condizioni di Arrivo alla Baita di Cima

26 CAI MORBEGNO CAI MORBEGNO 27 l’archivio della rivista “Neve e Valanghe” dell’AINEVA (Associazione Interregionale Neve e Valanghe) di cui il Centro Nivometeorologico di Bormio cura la redazione. Non c’è grossa difficoltà Sopra: dalla “Motta” nell’individuare un itinerario di Olano vista dalla sicuro per portarsi ai piedi Rosetta all’Alpe Piazza delle vette sopra menzionate, tuttavia, la mattina presto, Sotto: ultimo pendio il sole basso sull’orizzonte prima della vetta orientale mette subito in del Pizzo dei Galli, a a lungo inalterata la struttura destra si vede il canale stabilità del manto nevoso, posta sulla vetta diventa poi risalto, quasi invitando lo cristallina della neve e fa della “Maiona” che come in altre stagioni invernali ulteriormente impegnativo: scialpinista più freddoloso, pregustare la discesa in neve sale al Pizzo Olano in tante altre parti dei rilievi le pendenze superano anche i la dorsale che conduce dritta asciutta a debole coesione. lombardi o dell’intero arco 40° ed è preferibile togliere gli al Pizzo dei Galli da cui poi Ormai al limite della alpino: così come al Pizzo sci e procedere sulla linea di proseguire. Altrimenti si vegetazione la traccia richiede Scalino nel lontano ’88 ed in massima pendenza, valutando percorrono, come nel nostro una maggior valutazione: i Val Sambuzza nel ‘94. l’eventuale presenza di lastroni caso, gli ampi pascoli che pendii si fanno più ripidi e, Il “rispetto” nell’ intraprendere da vento che potrebbero superano la casera di Olano e come per gran parte dei pendii il superamento del pendio travolgerci. conducono alla Baita di Cima. orobici, il carico nevoso è finale, che permette di In alto la visuale è completa Purtroppo la situazione spesso abbondante. Alla base raggiungere la sella posta in tutte le direzioni e, come nivologica non è delle migliori dei canali, vecchi accumuli tra il Pizzo Olano ed il Pizzo ogni volta che si raggiunge la né come sciabilità né a livello mascherati da sottili spessori dei Galli, è sottolineato da vetta, trasale quel sapore di di stabilità delle masse di neve trasportata dal vento Lodovico che confessa di “conquista” e di dominio che nevose: croste da vento molto fanno capire al provetto “attaccare” questo pendio pervade tutti gli alpinisti. irregolari si alternano a deboli scialpinista che le masse solo con condizioni di neve Forse nella pratica dell’attività croste da rigelo talora difficili nevose più instabili sono già assolutamente sicura e scialpinistica sarebbe da incidere, solamente nelle precipitate a valle, ma è tutto comunque non più di 4 volte opportuno frenare un po’ zone più concave si evidenzia così tranquillo? su 10. Raggiungere la croce questo desiderio e, di tanto in la presenza di neve fresca Non è un giorno qualsiasi, è tanto, in particolare quando o di soffici lastroni dovuti giudizi sulle persone coinvolte. il 28 gennaio, 2 giorni dopo Allora si ragiona su pendenze, le situazioni nivologiche all’ attività eolica dei giorni l’incidente che ha visto perire ci trasmettono dei segnali, precedenti. distribuzione della neve, in valanga, proprio qui, 3 qualità del manto nevoso, potrebbe essere preferibile Con serie di tornanti si scialpinisti. Come molti altri “accontentarsi”, darsi del percorre il bosco rado di “vie normali” di salita, escursionisti che sicuramente comportamento e dinamica di tempo per ammirare quanto ci larici ove l’esposizione in quei giorni si sono recati circonda e rinunciare alla meta sfavorevole alla radiazione gruppo rispolverando non tanto lassù ci interroghiamo le conoscenze teoriche apprese più alta e più ambita. solare, ma favorevole al sull’accaduto senza “per forza” deposito da vento, mantiene nei corsi di scialpinismo o nelle voler individuare dei colpevoli serate dedicate ai temi della (o come definiti dalla stampa prevenzione, ma collegandoci più avvezza agli scoop: degli ad esperienze che fanno parte assassini). Potranno esserci del bagaglio di ciascuno di noi delle responsabilità ma non frequentatori della montagna spetta a noi, dall’esterno, invernale. E’ capitato qui, frugare nella penombra in questo inverno, spesso dell’evento per “sparare” sfavorevole alle condizioni di Arrivo alla Baita di Cima

26 CAI MORBEGNO CAI MORBEGNO 27 Il Ghiacciaiopredadi rossa

di Riccardo Scotti (operatore SGL e CGI-CAI) Nella pagina a fianco: il ghiacciaio di Predarossa Il Ghiacciaio di Predarossa,che ripreso dal sommo della butta le sue acque nel morena frontale Masino,con i suoi 110 ha di nell’ottobre del superficie (dato relativo al 1983 e sotto 1990 e pubblicato su “Ghiacciai nell’agosto del in Lombardia” ed Bolis 1992) 2003 è il ghiacciaio più vasto della In queta pagina, Val Masino e del versante il ghiacciaio meridionale del M.Disgrazia. ripreso dalla Noto al mondo alpinistico vetta del perché via d’accesso alla M.Disgrazia nell’agosto del normale del M.Disgrazia, è 1987. stato uno dei ghiacciai delle Alpi centrali più studiati nel secolo scorso. Classificato come ghiacciaio di tipo vallivo, ha negli ultimi anni scoperto la sua vera “identità”. Il ghiacciaio presenta difatti una struttura molto complessa: un bacino superiore a prevalente alimentazione diretta che va dai 3400m della Sella di Pioda ai 2850m di una evidente barra rocciosa e una lingua valliva alimentata dalle valanghe che si staccano dalla cresta M.Disgrazia-Corni Bruciati, che scende fino ai 2615m della fronte. Attualmente il bacino superiore è ancora collegato alla lingua valliva ma negli ultimi anni questo

28 CAI MORBEGNO CAI MORBEGNO 29 Il Ghiacciaiopredadi rossa

di Riccardo Scotti (operatore SGL e CGI-CAI) Nella pagina a fianco: il ghiacciaio di Predarossa Il Ghiacciaio di Predarossa,che ripreso dal sommo della butta le sue acque nel morena frontale Masino,con i suoi 110 ha di nell’ottobre del superficie (dato relativo al 1983 e sotto 1990 e pubblicato su “Ghiacciai nell’agosto del in Lombardia” ed Bolis 1992) 2003 è il ghiacciaio più vasto della In queta pagina, Val Masino e del versante il ghiacciaio meridionale del M.Disgrazia. ripreso dalla Noto al mondo alpinistico vetta del perché via d’accesso alla M.Disgrazia nell’agosto del normale del M.Disgrazia, è 1987. stato uno dei ghiacciai delle Alpi centrali più studiati nel secolo scorso. Classificato come ghiacciaio di tipo vallivo, ha negli ultimi anni scoperto la sua vera “identità”. Il ghiacciaio presenta difatti una struttura molto complessa: un bacino superiore a prevalente alimentazione diretta che va dai 3400m della Sella di Pioda ai 2850m di una evidente barra rocciosa e una lingua valliva alimentata dalle valanghe che si staccano dalla cresta M.Disgrazia-Corni Bruciati, che scende fino ai 2615m della fronte. Attualmente il bacino superiore è ancora collegato alla lingua valliva ma negli ultimi anni questo

28 CAI MORBEGNO CAI MORBEGNO 29 prima metà del secolo scorso incredibilmente negativa, la un imponente e costante fronte arretra di ben 131,5m. ritiro (circa 500m lineari) con Il 1996 vede un arretramento la conseguente separazione frontale più contenuto:28m dal ghiacciaio di Corna Rossa e un buon residuo nevoso nel avvenuta negli anni quaranta, bacio di accumulo. Il 1997 e la prima comparsa della barra va ancora un poco meglio e rocciosa di quota 2850 durante la fronte arretra di soli 7m, gli anni 50. Durante gli anni l’innevamento residuo risulta 60 la fronte del ghiacciaio abbastanza consistente. La rimane pressoché stazionaria, stagione 1998 ,estremamente è il primo segnale di un breve negativa sulla maggior parte periodo di controtendenza; dei ghiacciai lombardi, non difatti dal 1970 alla prima metà risparmia il Predarossa che degli anni 80 il ghiacciaio, in arretra ancora di ben 30m; linea con gli altri ghiacciai anche il 99 presenta un delle alpi, ha una pulsazione arretramento frontale simile positiva che fa avanzare la ma ,perlomeno, un minimo fronte di quasi 150m. Gli anni residuo nevoso dell’anno. seguenti fanno segnare un L’anno 2000 risulta solo altro drastico ritiro che già nei moderatamente negativo primi anni 90 riporta la fronte con un arretramento frontale ai livelli degli anni 50. Dal minimo (3m) e un innevamento 1990 inizia il monitoraggio da residuo consistente che ricopre parte del Servizio Glaciologico il ghiacciaio fino a 2850m di Lombardo che, grazie alla quota. Interessante notare passione dei suoi operatori come il bilancio di massa annuo volontari, ci fornisce una sia stato influenzato in maniera importantissima mole di dati, rilevante dalle nevicate estive immagini e commenti. Nel 1992 che in due episodi hanno vengono posizionati i primi portato sul ghiacciaio cospicui capisaldi per le misurazioni apporti nevosi (80cm di neve frontali ad opera di M. Urso e il 4 agosto 2000 al rif. Ponti). C. Pistoni. Nel 1993 riemerge Questa annata potrebbe essere la fascia rocciosa a 2850m e vista come l’avanguardia Sopra: il ghiacciaio di Predarossa il ghiacciaio inizia un drastico dell’estremizzazione dei ripreso dai Corni Bruciati nel ritiro che fa arretrare la fronte fenomeni che stiamo vivendo settembre del 1981. di 70m all’anno. Nel 1995 da qualche tempo a questa Sopra a destra: la stessa foto assistiamo ad un’altra annata parte. Il 2001 su tutte le alpi ricostruita al computer mostra come probabilmente poteva presentarsi collegamento sta diventando età glaciale, scendeva quasi a lo stesso ghiacciaio verso la fine sempre meno dinamico e, 2200m all’altezza del secondo della piccola era glaciale. a breve, se le condizioni pianoro che si incontra salendo climatiche non cambieranno, al Rifugio Ponti. Un secondo avverrà, per la prima volta lobo frontale rimaneva sospeso da quando il ghiacciaio viene a 2600m, in sinistra orografica, La foto a fianco monitorato, la sua suddivisione nei pressi di “quota 2618m evidenzia in due apparati, superiore ed IGM”. A quei tempi il bacino l’abbondante copertura nevosa inferiore. Dallo studio delle alto del ghiacciaio andava ad del ghiaciaio morene latero-frontali, ancora alimentare tramite l’effluenza nell’agosto del oggi imponenti e ottimamente del P.so Cecilia il ghiacciaio 1984. conservate, si deduce che di Pioda Sud. Dai primi la fronte, nella sua massima controlli del 1912 di Sangiorgi avanzata durante la piccola il ghiacciaio ha subito nella

30 CAI MORBEGNO CAI MORBEGNO 31 prima metà del secolo scorso incredibilmente negativa, la un imponente e costante fronte arretra di ben 131,5m. ritiro (circa 500m lineari) con Il 1996 vede un arretramento la conseguente separazione frontale più contenuto:28m dal ghiacciaio di Corna Rossa e un buon residuo nevoso nel avvenuta negli anni quaranta, bacio di accumulo. Il 1997 e la prima comparsa della barra va ancora un poco meglio e rocciosa di quota 2850 durante la fronte arretra di soli 7m, gli anni 50. Durante gli anni l’innevamento residuo risulta 60 la fronte del ghiacciaio abbastanza consistente. La rimane pressoché stazionaria, stagione 1998 ,estremamente è il primo segnale di un breve negativa sulla maggior parte periodo di controtendenza; dei ghiacciai lombardi, non difatti dal 1970 alla prima metà risparmia il Predarossa che degli anni 80 il ghiacciaio, in arretra ancora di ben 30m; linea con gli altri ghiacciai anche il 99 presenta un delle alpi, ha una pulsazione arretramento frontale simile positiva che fa avanzare la ma ,perlomeno, un minimo fronte di quasi 150m. Gli anni residuo nevoso dell’anno. seguenti fanno segnare un L’anno 2000 risulta solo altro drastico ritiro che già nei moderatamente negativo primi anni 90 riporta la fronte con un arretramento frontale ai livelli degli anni 50. Dal minimo (3m) e un innevamento 1990 inizia il monitoraggio da residuo consistente che ricopre parte del Servizio Glaciologico il ghiacciaio fino a 2850m di Lombardo che, grazie alla quota. Interessante notare passione dei suoi operatori come il bilancio di massa annuo volontari, ci fornisce una sia stato influenzato in maniera importantissima mole di dati, rilevante dalle nevicate estive immagini e commenti. Nel 1992 che in due episodi hanno vengono posizionati i primi portato sul ghiacciaio cospicui capisaldi per le misurazioni apporti nevosi (80cm di neve frontali ad opera di M. Urso e il 4 agosto 2000 al rif. Ponti). C. Pistoni. Nel 1993 riemerge Questa annata potrebbe essere la fascia rocciosa a 2850m e vista come l’avanguardia Sopra: il ghiacciaio di Predarossa il ghiacciaio inizia un drastico dell’estremizzazione dei ripreso dai Corni Bruciati nel ritiro che fa arretrare la fronte fenomeni che stiamo vivendo settembre del 1981. di 70m all’anno. Nel 1995 da qualche tempo a questa Sopra a destra: la stessa foto assistiamo ad un’altra annata parte. Il 2001 su tutte le alpi ricostruita al computer mostra come probabilmente poteva presentarsi collegamento sta diventando età glaciale, scendeva quasi a lo stesso ghiacciaio verso la fine sempre meno dinamico e, 2200m all’altezza del secondo della piccola era glaciale. a breve, se le condizioni pianoro che si incontra salendo climatiche non cambieranno, al Rifugio Ponti. Un secondo avverrà, per la prima volta lobo frontale rimaneva sospeso da quando il ghiacciaio viene a 2600m, in sinistra orografica, La foto a fianco monitorato, la sua suddivisione nei pressi di “quota 2618m evidenzia in due apparati, superiore ed IGM”. A quei tempi il bacino l’abbondante copertura nevosa inferiore. Dallo studio delle alto del ghiacciaio andava ad del ghiaciaio morene latero-frontali, ancora alimentare tramite l’effluenza nell’agosto del oggi imponenti e ottimamente del P.so Cecilia il ghiacciaio 1984. conservate, si deduce che di Pioda Sud. Dai primi la fronte, nella sua massima controlli del 1912 di Sangiorgi avanzata durante la piccola il ghiacciaio ha subito nella

30 CAI MORBEGNO CAI MORBEGNO 31 lombarde è stato un anno eccezionalmente positivo per le dinamiche glaciali. Non fa eccezione il gruppo del Disgrazia che è stato, tra l’altro , il secondo gruppo montuoso più favorito dopo le Orobie dalla serie infinita di perturbazioni atlantiche che hanno investito le alpi centrali durante la stagione di accumulo. Il ghiacciaio presenta così a fine stagione un innevamento residuo completo su tutta la sua superficie, tutti i crepacci sono chiusi ancora a fine stagione, e i grandi conoidi valaghivi che scendono dalla parete sud- ovest del Disgrazia risultano di dimensioni inusitate. La banda rocciosa che tende a dividere Nella pagina a il ghiacciaio è completamente fianco: il versante coperta da uno spesso strato sud del Disgrazia di neve residua. Il 2002 riporta ripreso da circa il ghiacciaio alla dura realtà di 2900 m di quota un cambiamento climatico che nel punto dove, nel sembra inarrestabile, a causa 1993 sul ghiacciaio, di una stagione di accumulo è riemersa la fascia a dir poco disastrosa e di un rocciosa. In questa pagina: il estate seppur non troppo calda M.Disgrazia ripreso e in parte nevosa, la neve da Scermendone. dell’anno a fine stagione non esiste più e, ancora più grave, ghiaccio vivo già ai primi di il firn dell’anno precedente luglio. Le provvidenziali ma rimane gravemente intaccato. poco consistenti spolverate La fronte dopo due stagioni successive non hanno di semi stazionarietà arretra potuto contrastare un altro BIBLIOGRAFIA • Servizio Glaciologico Lombardo: di altri 13m. Orami siamo ai mese rovente come luglio e Ghiacciai in Lombardia ed. Bolis giorni nostri; Il ghiacciaio men che meno un inizio di 1992 quest’anno, nonostante un • Servizio Glaciologico Lombardo: Agosto ancora all’insegna Terra Glacialis anno I 1998 ottima stagione di accumulo, del caldo torrido. Si va così • Servizio Glaciologico Lombardo: non ha potuto niente contro profilando un’altra stagione Terra Glacialis anno II 1999 • Servizio Glaciologico Lombardo: un estate iniziata a metà eccezionalmente negativa per Terra Glacialis anno III 2000 aprile e proseguita in maniera il più grande ghiacciaio della • Servizio Glaciologico Lombardo: del tutto eccezionale fino Val Masino. La speranza è che Terra Glacialis anno IV 2001 • Servizio Glaciologico Lombardo: alla data in cui sto scrivendo un estate del tutto eccezionale Terra Glacialis anno V 2002 (19 agosto). Il ghiacciaio come questa risulti un evento • Servizio Glaciologico Lombardo: anche a causa dell’esposizione Terra Glacialis anno VI 2003 isolato, in caso contrario • Servizio Glaciologico Lombardo: sfavorevole ha subito in le prospettive per il Preda Ghiacciai,Glacionevati e forme maniera drastica il caldo glaciali minori della Lombardia, Rossa e per gli altri ghiacciai rilievi annuali 1990/2001 eccezionale di giugno e la neve Valtellinesi sono tutt’altro che • CESI: www.cesi.it/greeninfo/ residua ha lasciato il posto al rosee… Ghiacciai/ghiacciai.asp

32 CAI MORBEGNO CAI MORBEGNO 33 lombarde è stato un anno eccezionalmente positivo per le dinamiche glaciali. Non fa eccezione il gruppo del Disgrazia che è stato, tra l’altro , il secondo gruppo montuoso più favorito dopo le Orobie dalla serie infinita di perturbazioni atlantiche che hanno investito le alpi centrali durante la stagione di accumulo. Il ghiacciaio presenta così a fine stagione un innevamento residuo completo su tutta la sua superficie, tutti i crepacci sono chiusi ancora a fine stagione, e i grandi conoidi valaghivi che scendono dalla parete sud- ovest del Disgrazia risultano di dimensioni inusitate. La banda rocciosa che tende a dividere Nella pagina a il ghiacciaio è completamente fianco: il versante coperta da uno spesso strato sud del Disgrazia di neve residua. Il 2002 riporta ripreso da circa il ghiacciaio alla dura realtà di 2900 m di quota un cambiamento climatico che nel punto dove, nel sembra inarrestabile, a causa 1993 sul ghiacciaio, di una stagione di accumulo è riemersa la fascia a dir poco disastrosa e di un rocciosa. In questa pagina: il estate seppur non troppo calda M.Disgrazia ripreso e in parte nevosa, la neve da Scermendone. dell’anno a fine stagione non esiste più e, ancora più grave, ghiaccio vivo già ai primi di il firn dell’anno precedente luglio. Le provvidenziali ma rimane gravemente intaccato. poco consistenti spolverate La fronte dopo due stagioni successive non hanno di semi stazionarietà arretra potuto contrastare un altro BIBLIOGRAFIA • Servizio Glaciologico Lombardo: di altri 13m. Orami siamo ai mese rovente come luglio e Ghiacciai in Lombardia ed. Bolis giorni nostri; Il ghiacciaio men che meno un inizio di 1992 quest’anno, nonostante un • Servizio Glaciologico Lombardo: Agosto ancora all’insegna Terra Glacialis anno I 1998 ottima stagione di accumulo, del caldo torrido. Si va così • Servizio Glaciologico Lombardo: non ha potuto niente contro profilando un’altra stagione Terra Glacialis anno II 1999 • Servizio Glaciologico Lombardo: un estate iniziata a metà eccezionalmente negativa per Terra Glacialis anno III 2000 aprile e proseguita in maniera il più grande ghiacciaio della • Servizio Glaciologico Lombardo: del tutto eccezionale fino Val Masino. La speranza è che Terra Glacialis anno IV 2001 • Servizio Glaciologico Lombardo: alla data in cui sto scrivendo un estate del tutto eccezionale Terra Glacialis anno V 2002 (19 agosto). Il ghiacciaio come questa risulti un evento • Servizio Glaciologico Lombardo: anche a causa dell’esposizione Terra Glacialis anno VI 2003 isolato, in caso contrario • Servizio Glaciologico Lombardo: sfavorevole ha subito in le prospettive per il Preda Ghiacciai,Glacionevati e forme maniera drastica il caldo glaciali minori della Lombardia, Rossa e per gli altri ghiacciai rilievi annuali 1990/2001 eccezionale di giugno e la neve Valtellinesi sono tutt’altro che • CESI: www.cesi.it/greeninfo/ residua ha lasciato il posto al rosee… Ghiacciai/ghiacciai.asp

32 CAI MORBEGNO CAI MORBEGNO 33 Valmasino Considerazioni su un turismo possibile di Riccardo Marchini Pare che il turismo sia diventato il rimedio alle difficoltà socio-economiche dell’intera provincia, tanto che non esiste amministrazione che trascuri di inserire nel proprio programma di governo un capitolo riguardante questo settore. Se ciò è logico e comprensibile per molte località, per Pare che il turismo sia altre lo è molto meno. La realtà è, infatti, diventato il rimedio alle quella che vediamo quotidianamente. difficoltà socio-economiche Eccettuate le stazioni oramai affermate dell’intera provincia, tanto che grazie soprattutto, è bene sottolinearlo, non esiste amministrazione allo sci, da una parte assistiamo al che trascuri di inserire nel proliferare di piccole aziende agrituristiche proprio programma di governo che propongono, spesso solo sulla carta, un capitolo riguardante una ruralità sempre più difficile da trovare questo settore. Se ciò è e sempre più artificiale, dall’altra troviamo logico e comprensibile per località che, attraverso le Pro Loco, offrono molte località, per altre lo pacchetti turistici fotocopia e di qualità è molto meno. La realtà è, medio-bassa: briciole di turismo culturale infatti, quella che vediamo disseminate su un territorio troppo vasto, quotidianamente. Eccettuate alcuni (lodevoli) concerti organistici estivi le stazioni oramai affermate nelle nostre belle chiese e qualche concorso grazie soprattutto, è bene di pittura. sottolinearlo, allo sci, da Il momento collettivo e ricreativo si unaDue mitiparte del assistiamo Museo al concretizza, salvo alcune eccezioni, nelle proliferaredel Masino, ildi Badi piccole- aziende le e il Cengalo varie feste a base di “polenta e …”, uguali agrituristiche che propongono, in Valtellina e in Valchiavenna come in spesso solo sulla carta, una Valsassina e in tutte le località della ruralità sempre più difficile da montagna lombarda. Di veramente tipico trovare e sempre più artificiale, c’è pochissimo. L’aspetto spettacolare è dall’altra troviamo località che, demandato alle manifestazioni sportive attraverso le Pro Loco, offrono del momento: gare di mountain bike, pacchetti turistici fotocopia

34 CAI MORBEGNO CAI MORBEGNO 35 Valmasino Considerazioni su un turismo possibile di Riccardo Marchini Pare che il turismo sia diventato il rimedio alle difficoltà socio-economiche dell’intera provincia, tanto che non esiste amministrazione che trascuri di inserire nel proprio programma di governo un capitolo riguardante questo settore. Se ciò è logico e comprensibile per molte località, per Pare che il turismo sia altre lo è molto meno. La realtà è, infatti, diventato il rimedio alle quella che vediamo quotidianamente. difficoltà socio-economiche Eccettuate le stazioni oramai affermate dell’intera provincia, tanto che grazie soprattutto, è bene sottolinearlo, non esiste amministrazione allo sci, da una parte assistiamo al che trascuri di inserire nel proliferare di piccole aziende agrituristiche proprio programma di governo che propongono, spesso solo sulla carta, un capitolo riguardante una ruralità sempre più difficile da trovare questo settore. Se ciò è e sempre più artificiale, dall’altra troviamo logico e comprensibile per località che, attraverso le Pro Loco, offrono molte località, per altre lo pacchetti turistici fotocopia e di qualità è molto meno. La realtà è, medio-bassa: briciole di turismo culturale infatti, quella che vediamo disseminate su un territorio troppo vasto, quotidianamente. Eccettuate alcuni (lodevoli) concerti organistici estivi le stazioni oramai affermate nelle nostre belle chiese e qualche concorso grazie soprattutto, è bene di pittura. sottolinearlo, allo sci, da Il momento collettivo e ricreativo si unaDue mitiparte del assistiamo Museo al concretizza, salvo alcune eccezioni, nelle proliferaredel Masino, ildi Badi piccole- aziende le e il Cengalo varie feste a base di “polenta e …”, uguali agrituristiche che propongono, in Valtellina e in Valchiavenna come in spesso solo sulla carta, una Valsassina e in tutte le località della ruralità sempre più difficile da montagna lombarda. Di veramente tipico trovare e sempre più artificiale, c’è pochissimo. L’aspetto spettacolare è dall’altra troviamo località che, demandato alle manifestazioni sportive attraverso le Pro Loco, offrono del momento: gare di mountain bike, pacchetti turistici fotocopia

34 CAI MORBEGNO CAI MORBEGNO 35 A monte dell’abitato di risale ad epoche lontane, Buona parte della storia Filorera si impone all’attenzione il perché già nel ‘500 Matteo dell’alpinismo italiano e Sasso Remenno, Bandello aveva ambientato internazionale ha come sfondo frequentata pale- qui una delle sue novelle i monti del Màsino. Tutti stra di roccia. e lo storico Giovanni Guler i rocciatori famosi si sono all’inizio del ‘600, dopo aver cimentati con queste pareti descritto minuziosamente i al limite della verticalità, cronoscalate, maratone in benefici che quest’acqua “con che hanno rappresentato alta quota, che hanno oramai la sua penetrante purezza e col tappe fondamentali raggiunto una frequenza suo temperato calore” arreca, dell’evoluzione alpinistica. pressoché settimanale. concludeva: “Tutto ciò dovevo Assidui frequentatori di queste Ovviamente tutto questo va dire di questi bagni salutari, montagne furono, ad esempio, bene, ma non crea ricadute di che costituiscono per la vallata Riccardo Cassin e Walter rilievo in termini economici, un nobile e degno tesoro”. Bonatti, esponenti simbolo di perché, come le indagini di L’incontro della valle con due epoche. mercato dimostrano, coinvolge l’alpinismo è invece più Alla base della cresta un’utenza locale o poco più. recente, ma importante e frastagliata si snoda poi Manca una politica convinta e tale da lasciare il segno. il Sentiero Roma che, mirata, capace di richiamare ospiti stanziali da fuori. Neppure gli appuntamenti televisivi di Mengacci e del Gabibbo sembrano lasciare traccia: il loro effetto mediatico si esaurisce nell’arco di una settimana. E’ un peccato, di significativamente patrimonio ambientale chiede perché l’eccessiva dispersione caratteristico, per qualità e solo di essere valorizzato in delle energie in tante micro quantità, meglio ancora se modo corretto. Lo conosciamo manifestazioni di campanile unico; bene: a Filorera ci accoglie impedisce di concentrare gli • la fortuna turistica di una un fondovalle pianeggiante sforzi su ciò che vale veramente località dipende dall’utilizzo e gradevole, solcato da la pena di valorizzare in alcune che gli abitanti fanno del loro un tranquillo torrente e località e che può fare da traino ambiente. occupato da una sequenza al comparto turistico dell’intero Se non si tiene conto anche di di coltivi che sfumano nella mandamento, inducendo uno solo dei seguenti asserti vegetazione di latifoglie. Da processi collaterali positivi. il risultato è inevitabilmente qui e dalle valli laterali che da Escluse le stazioni di sport mediocre. Proviamo ad essa si dipartono emergono, invernali, credo che lo sviluppo applicare queste due regole appoggiate su uno zoccolo turistico di un territorio, quello alla Val Màsino che, pur avendo di enormi massi, poderose che crea un sufficiente livello grandi potenzialità, fa fatica bastionate granitiche solcate di economia, possa essere ad emergere. da cenge boscose. Più in alto le ricondotto sinteticamente a due Per quanto riguarda la prima abetaie e le distese dei pascoli Sopra: la passerel- affermazioni: affermazione non ci sono dalle quali spuntano, come le la dello stabili- • si può fare turismo dubbi, la Val Màsino ha le carte mura merlate di un castello, le mento dei Bagni, dove esiste qualcosa in regola: è una conchiglia pareti e le cime che formano immerso nella scavata in un enorme blocco il “regno del granito”, come quiete di un bosco di abeti e faggi. di granito dentro la quale viene definito dalla letteratura è racchiusa la Val di Mello, alpinistica. Ma non è tutto. La Qui a fianco: unica in tutto l’arco alpino Val Màsino possiede altri due distensive passeg- per le sue caratteristiche punti di forza: il termalismo e giate per tutti in morfologiche, paesaggistiche, l’alpinismo. Val di Mello antropiche e sportive. Il suo La fama della fonte termale

36 CAI MORBEGNO CAI MORBEGNO 37 A monte dell’abitato di risale ad epoche lontane, Buona parte della storia Filorera si impone all’attenzione il perché già nel ‘500 Matteo dell’alpinismo italiano e Sasso Remenno, Bandello aveva ambientato internazionale ha come sfondo frequentata pale- qui una delle sue novelle i monti del Màsino. Tutti stra di roccia. e lo storico Giovanni Guler i rocciatori famosi si sono all’inizio del ‘600, dopo aver cimentati con queste pareti descritto minuziosamente i al limite della verticalità, cronoscalate, maratone in benefici che quest’acqua “con che hanno rappresentato alta quota, che hanno oramai la sua penetrante purezza e col tappe fondamentali raggiunto una frequenza suo temperato calore” arreca, dell’evoluzione alpinistica. pressoché settimanale. concludeva: “Tutto ciò dovevo Assidui frequentatori di queste Ovviamente tutto questo va dire di questi bagni salutari, montagne furono, ad esempio, bene, ma non crea ricadute di che costituiscono per la vallata Riccardo Cassin e Walter rilievo in termini economici, un nobile e degno tesoro”. Bonatti, esponenti simbolo di perché, come le indagini di L’incontro della valle con due epoche. mercato dimostrano, coinvolge l’alpinismo è invece più Alla base della cresta un’utenza locale o poco più. recente, ma importante e frastagliata si snoda poi Manca una politica convinta e tale da lasciare il segno. il Sentiero Roma che, mirata, capace di richiamare ospiti stanziali da fuori. Neppure gli appuntamenti televisivi di Mengacci e del Gabibbo sembrano lasciare traccia: il loro effetto mediatico si esaurisce nell’arco di una settimana. E’ un peccato, di significativamente patrimonio ambientale chiede perché l’eccessiva dispersione caratteristico, per qualità e solo di essere valorizzato in delle energie in tante micro quantità, meglio ancora se modo corretto. Lo conosciamo manifestazioni di campanile unico; bene: a Filorera ci accoglie impedisce di concentrare gli • la fortuna turistica di una un fondovalle pianeggiante sforzi su ciò che vale veramente località dipende dall’utilizzo e gradevole, solcato da la pena di valorizzare in alcune che gli abitanti fanno del loro un tranquillo torrente e località e che può fare da traino ambiente. occupato da una sequenza al comparto turistico dell’intero Se non si tiene conto anche di di coltivi che sfumano nella mandamento, inducendo uno solo dei seguenti asserti vegetazione di latifoglie. Da processi collaterali positivi. il risultato è inevitabilmente qui e dalle valli laterali che da Escluse le stazioni di sport mediocre. Proviamo ad essa si dipartono emergono, invernali, credo che lo sviluppo applicare queste due regole appoggiate su uno zoccolo turistico di un territorio, quello alla Val Màsino che, pur avendo di enormi massi, poderose che crea un sufficiente livello grandi potenzialità, fa fatica bastionate granitiche solcate di economia, possa essere ad emergere. da cenge boscose. Più in alto le ricondotto sinteticamente a due Per quanto riguarda la prima abetaie e le distese dei pascoli Sopra: la passerel- affermazioni: affermazione non ci sono dalle quali spuntano, come le la dello stabili- • si può fare turismo dubbi, la Val Màsino ha le carte mura merlate di un castello, le mento dei Bagni, dove esiste qualcosa in regola: è una conchiglia pareti e le cime che formano immerso nella scavata in un enorme blocco il “regno del granito”, come quiete di un bosco di abeti e faggi. di granito dentro la quale viene definito dalla letteratura è racchiusa la Val di Mello, alpinistica. Ma non è tutto. La Qui a fianco: unica in tutto l’arco alpino Val Màsino possiede altri due distensive passeg- per le sue caratteristiche punti di forza: il termalismo e giate per tutti in morfologiche, paesaggistiche, l’alpinismo. Val di Mello antropiche e sportive. Il suo La fama della fonte termale

36 CAI MORBEGNO CAI MORBEGNO 37 collegando, spesso su aerei concentrato in brevi periodi, sintonia con gli operatori supportati da un approfondito passaggi, nove valli, sette eccessivo e incontrollato si privati, albergatori, ristoratori, studio di marketing e di rifugi e quattro bivacchi, hanno solo danni. E’ necessario, guide e gruppi locali. comunicazione mediatica, rappresenta una delle alte vie perciò, trovare adeguate forme Partendo dall’esistente si che questo alone emerga in più celebrate nelle Alpi. Più di regolamentazione, anche deve individuare un percorso ogni angolo della valle. Per le in basso, infine, ha trovato drastiche. I provvedimenti che coinvolga l’agricoltura vie dei paesi, negli alberghi, la sua massima espressione che in questi ultimi anni di montagna, anche se nei ristoranti e nei rifugi si l’alpinismo sportivo, anticipato hanno cercato di eliminare il modesta, l’ambiente, il deve respirare un’atmosfera in Val di Mello da Ivan Guerini, campeggio selvaggio e che termalismo e l’alpinismo di alpinismo vissuto. In un precursore negli anni ‘70 del hanno proibito il traffico come parti inscindibili simile contesto gli operatori, VII grado. Sulla seconda veicolare sulla strada per la dello stesso disegno. Senza in particolare le guide, affermazione, al contrario, le Val di Mello sono stati giusti e programmazione non c’è futuro. potrebbero diventare i ciceroni cose non vanno altrettanto opportuni, ma occorre di più: Cinquant’anni fa, sul Notiziario del museo proponendo ai propri bene. Se la comunità locale, le ordinanze devono essere del C.A.I. Milano, Enzo Gibelli clienti la ripetizione delle vie nelle sue componenti pubblica applicate con decisione e immaginava la Val Màsino storiche e rendendosi custodi e privata, ritiene che il turismo provvedimenti opportuni vanno come “parco nazionale degli e comunicatori di quella ricca sia una parte importante presi per ottenere il rispetto scalatori”. aneddotica alpinistica che le del proprio futuro, deve dell’ambiente e la pulizia dei L’idea, esposta come sogno cronache e la tradizione orale inevitabilmente fare delle luoghi. Perché, inoltre, non letterario, è tutt’altro che ci hanno tramandato. scelte. L’attività estrattiva, ad studiare analoghe forme di da trascurare. Sicuramente Ovviamente non esistono esempio, diffusa e aggressiva protezione per le valli dei dal punto di vista alpinistico ricette preconfezionate, ma soprattutto nelle aree di pregio Bagni e di Predarossa? la Val Màsino è un museo progetti che devono trovare paesaggistico, è incompatibile La Val Màsino è un patrimonio all’aperto dove i pezzi della un riscontro nella realtà. con il turismo. Gli sbancamenti per tutta la Bassa Valtellina, collezione sono i monti stessi. Sicuramente, però, accanto delle cave che costellano perciò le istituzioni pubbliche, Tre modi per interpretare E’ sufficiente allora recuperare alla pianificazione occorrono il i pendii sono un pessimo Comune e Comunità Montana, i monti della Val Masino: la dimensione epica della convincimento, la disponibilità biglietto da visita. devono dare corpo ad un sopra l’arrampicata spor- montagna e fare in modo, di tutti e, soprattutto, tanta, Anche l’attuale flusso dei piano coordinato in completa tiva su Luna Nascente, a senza improvvisazioni, ma tanta qualità. visitatori offre qualche motivo sinistra l’alpinismo classico di riflessione. La valle non sul M.Disgrazia, a destra è in grado di assorbire la l’escursionismo d’alta quo- quantità di persone che in ta lungo il sentiero Roma. luglio e agosto vi si riversa, persone, per di più, che usano il territorio in modo indiscriminato, senza lasciare una contropartita economica. Sembra quasi un controsenso che la quantità delle presenze crei più difficoltà che benefici, ma, come avviene per l’acqua di un fiume, quando il flusso è

L’elegante spigolo Vinci al Cengalo

38 CAI MORBEGNO CAI MORBEGNO 39 collegando, spesso su aerei concentrato in brevi periodi, sintonia con gli operatori supportati da un approfondito passaggi, nove valli, sette eccessivo e incontrollato si privati, albergatori, ristoratori, studio di marketing e di rifugi e quattro bivacchi, hanno solo danni. E’ necessario, guide e gruppi locali. comunicazione mediatica, rappresenta una delle alte vie perciò, trovare adeguate forme Partendo dall’esistente si che questo alone emerga in più celebrate nelle Alpi. Più di regolamentazione, anche deve individuare un percorso ogni angolo della valle. Per le in basso, infine, ha trovato drastiche. I provvedimenti che coinvolga l’agricoltura vie dei paesi, negli alberghi, la sua massima espressione che in questi ultimi anni di montagna, anche se nei ristoranti e nei rifugi si l’alpinismo sportivo, anticipato hanno cercato di eliminare il modesta, l’ambiente, il deve respirare un’atmosfera in Val di Mello da Ivan Guerini, campeggio selvaggio e che termalismo e l’alpinismo di alpinismo vissuto. In un precursore negli anni ‘70 del hanno proibito il traffico come parti inscindibili simile contesto gli operatori, VII grado. Sulla seconda veicolare sulla strada per la dello stesso disegno. Senza in particolare le guide, affermazione, al contrario, le Val di Mello sono stati giusti e programmazione non c’è futuro. potrebbero diventare i ciceroni cose non vanno altrettanto opportuni, ma occorre di più: Cinquant’anni fa, sul Notiziario del museo proponendo ai propri bene. Se la comunità locale, le ordinanze devono essere del C.A.I. Milano, Enzo Gibelli clienti la ripetizione delle vie nelle sue componenti pubblica applicate con decisione e immaginava la Val Màsino storiche e rendendosi custodi e privata, ritiene che il turismo provvedimenti opportuni vanno come “parco nazionale degli e comunicatori di quella ricca sia una parte importante presi per ottenere il rispetto scalatori”. aneddotica alpinistica che le del proprio futuro, deve dell’ambiente e la pulizia dei L’idea, esposta come sogno cronache e la tradizione orale inevitabilmente fare delle luoghi. Perché, inoltre, non letterario, è tutt’altro che ci hanno tramandato. scelte. L’attività estrattiva, ad studiare analoghe forme di da trascurare. Sicuramente Ovviamente non esistono esempio, diffusa e aggressiva protezione per le valli dei dal punto di vista alpinistico ricette preconfezionate, ma soprattutto nelle aree di pregio Bagni e di Predarossa? la Val Màsino è un museo progetti che devono trovare paesaggistico, è incompatibile La Val Màsino è un patrimonio all’aperto dove i pezzi della un riscontro nella realtà. con il turismo. Gli sbancamenti per tutta la Bassa Valtellina, collezione sono i monti stessi. Sicuramente, però, accanto delle cave che costellano perciò le istituzioni pubbliche, Tre modi per interpretare E’ sufficiente allora recuperare alla pianificazione occorrono il i pendii sono un pessimo Comune e Comunità Montana, i monti della Val Masino: la dimensione epica della convincimento, la disponibilità biglietto da visita. devono dare corpo ad un sopra l’arrampicata spor- montagna e fare in modo, di tutti e, soprattutto, tanta, Anche l’attuale flusso dei piano coordinato in completa tiva su Luna Nascente, a senza improvvisazioni, ma tanta qualità. visitatori offre qualche motivo sinistra l’alpinismo classico di riflessione. La valle non sul M.Disgrazia, a destra è in grado di assorbire la l’escursionismo d’alta quo- quantità di persone che in ta lungo il sentiero Roma. luglio e agosto vi si riversa, persone, per di più, che usano il territorio in modo indiscriminato, senza lasciare una contropartita economica. Sembra quasi un controsenso che la quantità delle presenze crei più difficoltà che benefici, ma, come avviene per l’acqua di un fiume, quando il flusso è

L’elegante spigolo Vinci al Cengalo

38 CAI MORBEGNO CAI MORBEGNO 39 Strade! perchè? Il CAI Morbegno e la proliferazione delle strade in montagna.

Normalmente, come gruppo tali ci sentiamo in diritto, montagna (sfalcio di prati, CAI riteniamo non sia nostro ma soprattutto sollecitati, allevamento di bestiame, taglio compito, e spesso neppure a prendere posizione circa di legname ecc.). Questo in corretto, entrare nel merito questo problema. Il fatto che parte è vero, come in parte è delle attività e delle scelte noi si frequenti la montagna anche vero che queste attività delle Amministrazioni per passione non significa che economiche svolgono un ruolo pubbliche locali; in questo noi la si identifichi solamente importante nel mantenere caso però le cose stanno in come “un terreno di gioco”; vitale l’ambiente montano. maniera differente; da qualche prima che alpinisti siamo E’ però utile domandarsi: è tempo ci troviamo a discutere, gente di montagna e come comunque necessario che tutti con toni più o meno allarmati, tale estremamente attenti ed i maggenghi, tutti gli alpeggi sul tema della realizzazione attaccati a tutti i suoi aspetti, o tutti i boschi debbano delle strade in montagna. non ultimo quello economico. essere raggiunti da strade? E Volutamente diciamo strade E’ proprio quest’ultimo aspetto ancora: quante persone, visti in montagna e non strade di che normalmente viene i sacrifici a cui l’economia di montagna per sottolineare scomodato per giustificare montagna costringe, rispetto quella che secondo noi è la scelte o modalità realizzative alle comodità di quella “del principale inadeguatezza di spesso discutibili. piano”, continueranno in queste strutture, che con queste attività fra pochissime sempre maggior frequenza Le scelte generazioni? E’ perciò così vediamo venir realizzate un Non vogliamo qui sostenere che necessario l’apportare alla po’ ovunque; e cioè il fatto tutte le strade in montagna montagna queste modificazioni che spesso questi percorsi, per siano inutili, e il fatto che ci irreversibili, per sostenere delle finalità o per modalità, non possa piacere il camminare, attività comunque destinate sono rispettosi della montagna non vuol dire che pensiamo che a trasformarsi radicalmente? stessa, non si armonizzano tutti debbano fare altrettanto. Non crediamo che la strada con essa. Non siamo né puristi Semplicemente riteniamo giusta per rivitalizzare la né idealisti che da comode che, perché una strada venga montagna (ammesso che vada scrivanie si prendono la briga realizzata in un ambiente rivitalizzata) sia quella di di stilare giudizi su aspetti che montano, debba avere delle portarvi il maggior numero conoscono solo marginalmente forti motivazioni alle spalle. di comodità possibili, di La strada che o di cui vedono solo una faccia. Spesso si dice che una permetter che sia raggiungibile da Pescegallo In realtà siamo tutte persone carrozzabile è vitale per poter in ogni suo angolo da mezzi sale al Pianone che vivono e lavorano sul permettere la prosecuzione o macchinari, di impiantarvi di Salmurano: territorio, ne percepiscono gli di attività economiche legate tipologie costruttive che non ogni commento è umori e i cambiamenti e come allo sfruttamento della le appartengono, di renderla, superfluo.

40 CAI MORBEGNO CAI MORBEGNO 41 Strade! perchè? Il CAI Morbegno e la proliferazione delle strade in montagna.

Normalmente, come gruppo tali ci sentiamo in diritto, montagna (sfalcio di prati, CAI riteniamo non sia nostro ma soprattutto sollecitati, allevamento di bestiame, taglio compito, e spesso neppure a prendere posizione circa di legname ecc.). Questo in corretto, entrare nel merito questo problema. Il fatto che parte è vero, come in parte è delle attività e delle scelte noi si frequenti la montagna anche vero che queste attività delle Amministrazioni per passione non significa che economiche svolgono un ruolo pubbliche locali; in questo noi la si identifichi solamente importante nel mantenere caso però le cose stanno in come “un terreno di gioco”; vitale l’ambiente montano. maniera differente; da qualche prima che alpinisti siamo E’ però utile domandarsi: è tempo ci troviamo a discutere, gente di montagna e come comunque necessario che tutti con toni più o meno allarmati, tale estremamente attenti ed i maggenghi, tutti gli alpeggi sul tema della realizzazione attaccati a tutti i suoi aspetti, o tutti i boschi debbano delle strade in montagna. non ultimo quello economico. essere raggiunti da strade? E Volutamente diciamo strade E’ proprio quest’ultimo aspetto ancora: quante persone, visti in montagna e non strade di che normalmente viene i sacrifici a cui l’economia di montagna per sottolineare scomodato per giustificare montagna costringe, rispetto quella che secondo noi è la scelte o modalità realizzative alle comodità di quella “del principale inadeguatezza di spesso discutibili. piano”, continueranno in queste strutture, che con queste attività fra pochissime sempre maggior frequenza Le scelte generazioni? E’ perciò così vediamo venir realizzate un Non vogliamo qui sostenere che necessario l’apportare alla po’ ovunque; e cioè il fatto tutte le strade in montagna montagna queste modificazioni che spesso questi percorsi, per siano inutili, e il fatto che ci irreversibili, per sostenere delle finalità o per modalità, non possa piacere il camminare, attività comunque destinate sono rispettosi della montagna non vuol dire che pensiamo che a trasformarsi radicalmente? stessa, non si armonizzano tutti debbano fare altrettanto. Non crediamo che la strada con essa. Non siamo né puristi Semplicemente riteniamo giusta per rivitalizzare la né idealisti che da comode che, perché una strada venga montagna (ammesso che vada scrivanie si prendono la briga realizzata in un ambiente rivitalizzata) sia quella di di stilare giudizi su aspetti che montano, debba avere delle portarvi il maggior numero conoscono solo marginalmente forti motivazioni alle spalle. di comodità possibili, di La strada che o di cui vedono solo una faccia. Spesso si dice che una permetter che sia raggiungibile da Pescegallo In realtà siamo tutte persone carrozzabile è vitale per poter in ogni suo angolo da mezzi sale al Pianone che vivono e lavorano sul permettere la prosecuzione o macchinari, di impiantarvi di Salmurano: territorio, ne percepiscono gli di attività economiche legate tipologie costruttive che non ogni commento è umori e i cambiamenti e come allo sfruttamento della le appartengono, di renderla, superfluo.

40 CAI MORBEGNO CAI MORBEGNO 41 in sostanza simile al piano. Al gli ideatori e i realizzatori a inesistente e improponibile, contrario riteniamo che la via trovare soluzioni e modi di ma semplicemente vorremmo giusta sia quella di valorizzare esecuzione che si armonizzino che fossero rispettate alcune gli aspetti più tipici della con il territorio che vanno a garanzie, cioè che opere come montagna, il suo essere luogo trasformare, cercando con esso quelle citate in precedenza, isolato, un po’ difficile ma per un rapporto di mimesi e di sicuramente aggressive nei questo incontaminato e vero. rispetto più alto possibile; non confronti di un ambiente La preservazione di questi è sostenibile che si continui delicato come quello alpino, valori è ciò che permetterà a realizzare strade come se siano pensate, progettate, anzitutto la sopravvivenza fossero situate nel fondovalle, costruite, gestite e mantenute della montagna stessa, e con pavimentazioni, sistemi bene. in secondo luogo ciò che di drenaggio, elementi •Pensate bene, secondo determina il valore aggiunto di protezione mutuati da una politica lungimirante (e di queste zone. Non è bello tipologie urbane. In sostanza, trasparente), in un contesto vedere boschi strappati da se proprio una strada deve che tenga conto dell’utilità, nastri di asfalto, magari essere aperta, occorre almeno dell’opportunità, della semplicemente per rendere più che venga realizzata con razionalità e dell’economicità. comodo l’accesso a seconde accortezza, cercando di In fondo si utilizza denaro di case, oppure intere sponde assecondare le acclività del tutti. incise da piste tagliafuoco (la sito piuttosto che realizzare •Progettate bene, per cui efficacia è per altro tutta grossi sbancamenti e riporti assecondare il più possibile da verificare), o interi prati di terreno, evitare quelle la morfologia del territorio, solcati da improbabili piste da successioni interminabili senza pretendere di inventare fondo, o ancora interi piani, di tornanti, consolidare e tracciati improbabili. a quote alte, completamente rinverdire le sponde, ricorrere •Costruite bene, nel rispetto invasi da automobili. descrizione di questa splendida delle piste che collegano il comunicazione. La prima taglia il meno possibile all’utilizzo di dell’ambiente circostante. Gli realtà ambientale con ricchezza villaggio di Pescegallo con le in quota la montagna unendo cemento e di muri di sostegno, sbancamenti prodotti dalle Alcuni esempi di particolari riguardanti la Foppe e con il Lago omonimi. la Piazza ai Prati Bioggio, non stravolgere i reticoli ruspe nel loro procedere E’ uscito in agosto, come flora, la fauna, la produzione Non solo. Altre due strade passando per i Prati dell’O idrici e curare con la massima grossolano sono inaccettabili, supplemento alla rivista casearia, il patrimonio storico analoghe sono state costruite e i Prati Nestrelli, in attesa attenzione la regimentazione perché distruggono tutto Airone, un allegato monografico ed etnico e la fruibilità ultimamente nell’area di di un futuro collegamento delle acque di scolo. nel raggio di parecchi metri sui parchi lombardi, turistica. Chi conosce la zona parco che interessa la bassa con la seconda, che da Poira Quello che chiediamo, in e, soprattutto nei canali, sponsorizzato dalla Regione. non può, però, fare a meno di valle: quella che, partendo raggiunge la stessa quota sulla sostanza, è che si prenda si trasformano in bombe Il capitolo relativo al Parco notare ciò che, più che una dall’abitato di Laveggiolo, sponda opposta del Vallone. coscienza che le realizzazione idrogeologiche pronte ad delle Orobie valtellinesi si apre dimenticanza, appare come raggiunge (per ora) la Furscèla La terza da Gaggio, a monte di di una strada non è un mero esplodere. a pagina 48 con una grande uno scheletro nell’armadio a cavallo fra la Val Vedrano Ardenno, si inerpica sul ripido fatto costruttivo, ma è un •Gestite bene, perché non fotografia riproducente la di cui, comprensibilmente, e la Valle della Pietra e pendio alla volta di Granda. gesto che va a incidere devono trasformarsi in rotabili Conca di Pescegallo nella Valle non si parla volentieri, visto quella che da Bema-Ronchi si Strade di servizio agli alpeggi profondamente sull’ambiente ad uso e consumo dei furbi, ma del Bitto di Gerola. Non c’è che l’obbiettivo che si vuole inoltra nell’abetaia alla volta o ai boschi, si dice, senza le montano, sul suo ecosistema, devono servire unicamente allo dire! L’immagine scelta, pur ottenere. Accanto alla rete di Garzino per proseguire quali il declino della montagna sulla sua fruizione. E’ quindi scopo per le quali sono state nella relativa accuratezza di di “oltre 500 chilometri apparentemente verso Vesenda sarebbe inesorabile. Sarà, ma una scelta che non va presa costruite. stampa che è normale in queste di sentieri apprestati e (e il Passo San Marco?). Si vorremmo avere spiegazioni più con leggerezza, con ottiche •Mantenute bene, perché le pubblicazioni, è di sicuro segnati dall’Ente” non si fa ha quasi l’impressione che il convincenti. miopi e arroganti che vedono le strade non basta costruirle. impatto visivo e riassume minimamente cenno alle strade parco sia in realtà solo uno montagne solo come luoghi da E questo ci riporta al punto la tipicità del versante che, dall’istituzione del parco, strumento per realizzare opere Le modalità sfruttare nell’immediato, ma al di partenza, in quanto la valtellinese delle Alpi Orobie: sono spuntate come funghi. che non si sarebbe potuto Anche quando una strada può contrario va analizzata nei suoi manutenzione è un parametro circhi glaciali e pascoli alla Né la fotografia d’apertura le realizzare in altro modo e la cui essere effettivamente utile, molteplici aspetti. di cui si deve assolutamente base di una modesta testata evidenzia, perché senza dubbio utilità sfugge ai più. Ma forse occorre comunque essere molto Il nostro non è quindi un tenere conto in fase di rocciosa fanno da sfondo ad è stata scattata in precedenza. non è così, dal momento che attenti alle sue modalità di essere pregiudizialmente programmazione politica. una fitta abetaia che ricopre Oggi la stessa immagine anche il versante retico della realizzazione e di utilizzo. contrari alla realizzazione Non ci pare che queste semplici con un effetto da “grande mostrerebbe i disastri, Bassa Valtellina non sta meglio, Costruire in un ambiente di strade in montagna, norme di buon senso siano nord” entrambi i versanti della difficilmente cancellabili, perché è oggi arricchito da tre da tutelare, come quello nell’illusione di imbalsamare alla base di ciò che vediamo valle. Il testo si addentra nella provocati dalla costruzione nuove ed “essenziali” vie di montano, deve costringere l’ambiente in una wilderness realizzare in questi ultimi anni.

42 CAI MORBEGNO CAI MORBEGNO 43 in sostanza simile al piano. Al gli ideatori e i realizzatori a inesistente e improponibile, contrario riteniamo che la via trovare soluzioni e modi di ma semplicemente vorremmo giusta sia quella di valorizzare esecuzione che si armonizzino che fossero rispettate alcune gli aspetti più tipici della con il territorio che vanno a garanzie, cioè che opere come montagna, il suo essere luogo trasformare, cercando con esso quelle citate in precedenza, isolato, un po’ difficile ma per un rapporto di mimesi e di sicuramente aggressive nei questo incontaminato e vero. rispetto più alto possibile; non confronti di un ambiente La preservazione di questi è sostenibile che si continui delicato come quello alpino, valori è ciò che permetterà a realizzare strade come se siano pensate, progettate, anzitutto la sopravvivenza fossero situate nel fondovalle, costruite, gestite e mantenute della montagna stessa, e con pavimentazioni, sistemi bene. in secondo luogo ciò che di drenaggio, elementi •Pensate bene, secondo determina il valore aggiunto di protezione mutuati da una politica lungimirante (e di queste zone. Non è bello tipologie urbane. In sostanza, trasparente), in un contesto vedere boschi strappati da se proprio una strada deve che tenga conto dell’utilità, nastri di asfalto, magari essere aperta, occorre almeno dell’opportunità, della semplicemente per rendere più che venga realizzata con razionalità e dell’economicità. comodo l’accesso a seconde accortezza, cercando di In fondo si utilizza denaro di case, oppure intere sponde assecondare le acclività del tutti. incise da piste tagliafuoco (la sito piuttosto che realizzare •Progettate bene, per cui efficacia è per altro tutta grossi sbancamenti e riporti assecondare il più possibile da verificare), o interi prati di terreno, evitare quelle la morfologia del territorio, solcati da improbabili piste da successioni interminabili senza pretendere di inventare fondo, o ancora interi piani, di tornanti, consolidare e tracciati improbabili. a quote alte, completamente rinverdire le sponde, ricorrere •Costruite bene, nel rispetto invasi da automobili. descrizione di questa splendida delle piste che collegano il comunicazione. La prima taglia il meno possibile all’utilizzo di dell’ambiente circostante. Gli realtà ambientale con ricchezza villaggio di Pescegallo con le in quota la montagna unendo cemento e di muri di sostegno, sbancamenti prodotti dalle Alcuni esempi di particolari riguardanti la Foppe e con il Lago omonimi. la Piazza ai Prati Bioggio, non stravolgere i reticoli ruspe nel loro procedere E’ uscito in agosto, come flora, la fauna, la produzione Non solo. Altre due strade passando per i Prati dell’O idrici e curare con la massima grossolano sono inaccettabili, supplemento alla rivista casearia, il patrimonio storico analoghe sono state costruite e i Prati Nestrelli, in attesa attenzione la regimentazione perché distruggono tutto Airone, un allegato monografico ed etnico e la fruibilità ultimamente nell’area di di un futuro collegamento delle acque di scolo. nel raggio di parecchi metri sui parchi lombardi, turistica. Chi conosce la zona parco che interessa la bassa con la seconda, che da Poira Quello che chiediamo, in e, soprattutto nei canali, sponsorizzato dalla Regione. non può, però, fare a meno di valle: quella che, partendo raggiunge la stessa quota sulla sostanza, è che si prenda si trasformano in bombe Il capitolo relativo al Parco notare ciò che, più che una dall’abitato di Laveggiolo, sponda opposta del Vallone. coscienza che le realizzazione idrogeologiche pronte ad delle Orobie valtellinesi si apre dimenticanza, appare come raggiunge (per ora) la Furscèla La terza da Gaggio, a monte di di una strada non è un mero esplodere. a pagina 48 con una grande uno scheletro nell’armadio a cavallo fra la Val Vedrano Ardenno, si inerpica sul ripido fatto costruttivo, ma è un •Gestite bene, perché non fotografia riproducente la di cui, comprensibilmente, e la Valle della Pietra e pendio alla volta di Granda. gesto che va a incidere devono trasformarsi in rotabili Conca di Pescegallo nella Valle non si parla volentieri, visto quella che da Bema-Ronchi si Strade di servizio agli alpeggi profondamente sull’ambiente ad uso e consumo dei furbi, ma del Bitto di Gerola. Non c’è che l’obbiettivo che si vuole inoltra nell’abetaia alla volta o ai boschi, si dice, senza le montano, sul suo ecosistema, devono servire unicamente allo dire! L’immagine scelta, pur ottenere. Accanto alla rete di Garzino per proseguire quali il declino della montagna sulla sua fruizione. E’ quindi scopo per le quali sono state nella relativa accuratezza di di “oltre 500 chilometri apparentemente verso Vesenda sarebbe inesorabile. Sarà, ma una scelta che non va presa costruite. stampa che è normale in queste di sentieri apprestati e (e il Passo San Marco?). Si vorremmo avere spiegazioni più con leggerezza, con ottiche •Mantenute bene, perché le pubblicazioni, è di sicuro segnati dall’Ente” non si fa ha quasi l’impressione che il convincenti. miopi e arroganti che vedono le strade non basta costruirle. impatto visivo e riassume minimamente cenno alle strade parco sia in realtà solo uno montagne solo come luoghi da E questo ci riporta al punto la tipicità del versante che, dall’istituzione del parco, strumento per realizzare opere Le modalità sfruttare nell’immediato, ma al di partenza, in quanto la valtellinese delle Alpi Orobie: sono spuntate come funghi. che non si sarebbe potuto Anche quando una strada può contrario va analizzata nei suoi manutenzione è un parametro circhi glaciali e pascoli alla Né la fotografia d’apertura le realizzare in altro modo e la cui essere effettivamente utile, molteplici aspetti. di cui si deve assolutamente base di una modesta testata evidenzia, perché senza dubbio utilità sfugge ai più. Ma forse occorre comunque essere molto Il nostro non è quindi un tenere conto in fase di rocciosa fanno da sfondo ad è stata scattata in precedenza. non è così, dal momento che attenti alle sue modalità di essere pregiudizialmente programmazione politica. una fitta abetaia che ricopre Oggi la stessa immagine anche il versante retico della realizzazione e di utilizzo. contrari alla realizzazione Non ci pare che queste semplici con un effetto da “grande mostrerebbe i disastri, Bassa Valtellina non sta meglio, Costruire in un ambiente di strade in montagna, norme di buon senso siano nord” entrambi i versanti della difficilmente cancellabili, perché è oggi arricchito da tre da tutelare, come quello nell’illusione di imbalsamare alla base di ciò che vediamo valle. Il testo si addentra nella provocati dalla costruzione nuove ed “essenziali” vie di montano, deve costringere l’ambiente in una wilderness realizzare in questi ultimi anni.

42 CAI MORBEGNO CAI MORBEGNO 43 a cura di Riccardo Marchini

I NUMERI BIBLIOTECA/VIDEOTECA ATTIVITA’ IN PILLOLE RICORDIAMO Alla data del 31.08.03 gli La biblioteca sezionale si è Corso base di iscritti sono 574, di cui 319 arricchita quest’anno di 36 sci-alpinismo: 16 allievi In quest’ultimo anno sociale ci hanno lasciato quattro amici. ordinari, 148 famigliari e 29 titoli, portando a 619 il totale hanno partecipato all’annuale Diversi per età e per trascorsi umani, erano accomunati da una giovani. delle opere a disposizione dei corso di sci-alpinismo che ha grande passione per la montagna, sempre frequentata senza soci. impegnato la sezione dal 10 la ricerca di protagonismi. IL CONSIGLIO DIRETTIVO Completano il patrimonio gennaio al 30 marzo con 6 30 videocassette e 150 carte •Edoardo Rapella (1934) - Sci-alpinista della prima ora, presidente lezioni teoriche ed altrettante geografiche. quando i cultori di questa disciplina erano pochissimi. Si è Franco Scotti escursioni domenicali: • 19.01 Piz Campagnun in spento alla fine di luglio del 2002 sull’Alpe Spluga, addor– vice presidente mentandosi nell’ambiente che gli era più caro, quello pastorale Enrico Bertoli Engadina; • 26.01 Pian dei Cavalli in dell’alpeggio. segretario Valle Spluga; Davide Bonzi •Paolo Bono (1961) - Gentile e riservato, prediligeva fre– • 2.02 Passo di Porcile in Val consiglieri quentare la montagna in solitudine. Il 23 febbraio è rimasto Tàrtano; Acquistapace Danilo vittima di un banale incidente sci-alpinistico sulla Cima della • 9.02 Piz Griatschouls in Bertolini Elio Rosetta, da lui salita tantissime volte. Alessandro Caligari Bassa Engadina; •Renzo Paniga (1935) Apparteneva alla generazione dei Cesare De Donati • 9.03 Sasso Nero in Val Lodovico Mottarella Malenco; “camminatori”. Deceduto per un male incurabile alla fine di Mario Rapella • 23.03 Piz Sesvenna. febbraio, ha raggiunto suo figlio Andrea, morto tragicamente Giovanni Rovedatti Contemporaneamente al in montagna nel 1995. Mario Spini corso, sono state organizzate •Franco Cavallini (1923) – Nel mese di luglio, in poco tempo, sugli impianti del Palù, in Val il male l’ha spento. Apparteneva al gruppo dei “ragazzacci GLI ISTRUTTORI Il 6 dicembre 2002, nel corso Malenco, 4 uscite finalizzate al del ‘20” che tanto ha fatto per la diffusione dell’alpinismo a Istruttori di scialpinismo di una simpatica e partecipata consolidamento delle tecniche Morbegno. Sue sono molte delle immagini più belle contenute Enrico Bertoli serata, è stato presentato il volume di ricordi di discesa. Nicola Croce nell’ALBUM, pubblicato dal C.A.I. Morbegno nel 2002. Ivan Fabani edito dalla nostra Sezione: ALBUM, cento anni Corso di arrampicata: a Giulio Gadola di montagne in Bassa Valtellina. Riportiamo partire dal 4 aprile 10 allievi Marco Riva hanno preso parte al corso • 8.06 Spazzacaldera in Gerola, con cena presso il Franco Scotti parte della lusinghiera recensione apparsa di arrampicata che si è svolto Albigna; rifugio e splendida discesa Vincenzo Spreafico su Lo Scarpone del marzo 2003: “E davvero in 6 uscite, di cui una con • 29 e 30.06 Ferro da Stiro in lungo le piste; Val Bondasca. • 19.01 Piz Turba nel Surses Istruttori di alpinismo importante e appassionante dev’essere pernottamento al Rifugio Cesare De Donati Sciora: (Grigioni), con 10 partecipanti; considerato questo volume in grande formato, • 10.04 Sasso di Remenno in Escursioni sci • 2.02 Passo di Porcile in Val Istruttori nazionale di rigorosamente in bianco e nero, da collocare Val Màsino; alpinistiche: parallelamente Tartano, con 8 partecipanti; arrampicata libera alle uscite del corso di • 16.02 Piz Scalotta nel Surses tra le opere letterarie più ragguardevoli • 11.05 Sasso Bianco a Prata Chicco Fanchi Camportaccio; sci alpinismo, sono state (Grigioni), con 10 partecipanti; dell’Anno delle montagne che ci siamo appena Accompagnatori di • 18.05 Placche di Bette a effettuate altre 5 escursioni • 9.04 Piz Calcagn in escursionismo lasciati alle spalle”. Chiavenna; aperte a tutti i soci: Engadina, con 30 partecipanti. Davide Bonzi • 25.05 Zucco dell’Angelone • 16.01 salita al chiaro di luna Alessandro Caligari a Barzio; al Passo di Salmurano in Val

44 CAI MORBEGNO CAI MORBEGNO 45 a cura di Riccardo Marchini

I NUMERI BIBLIOTECA/VIDEOTECA ATTIVITA’ IN PILLOLE RICORDIAMO Alla data del 31.08.03 gli La biblioteca sezionale si è Corso base di iscritti sono 574, di cui 319 arricchita quest’anno di 36 sci-alpinismo: 16 allievi In quest’ultimo anno sociale ci hanno lasciato quattro amici. ordinari, 148 famigliari e 29 titoli, portando a 619 il totale hanno partecipato all’annuale Diversi per età e per trascorsi umani, erano accomunati da una giovani. delle opere a disposizione dei corso di sci-alpinismo che ha grande passione per la montagna, sempre frequentata senza soci. impegnato la sezione dal 10 la ricerca di protagonismi. IL CONSIGLIO DIRETTIVO Completano il patrimonio gennaio al 30 marzo con 6 30 videocassette e 150 carte •Edoardo Rapella (1934) - Sci-alpinista della prima ora, presidente lezioni teoriche ed altrettante geografiche. quando i cultori di questa disciplina erano pochissimi. Si è Franco Scotti escursioni domenicali: • 19.01 Piz Campagnun in spento alla fine di luglio del 2002 sull’Alpe Spluga, addor– vice presidente mentandosi nell’ambiente che gli era più caro, quello pastorale Enrico Bertoli Engadina; • 26.01 Pian dei Cavalli in dell’alpeggio. segretario Valle Spluga; Davide Bonzi •Paolo Bono (1961) - Gentile e riservato, prediligeva fre– • 2.02 Passo di Porcile in Val consiglieri quentare la montagna in solitudine. Il 23 febbraio è rimasto Tàrtano; Acquistapace Danilo vittima di un banale incidente sci-alpinistico sulla Cima della • 9.02 Piz Griatschouls in Bertolini Elio Rosetta, da lui salita tantissime volte. Alessandro Caligari Bassa Engadina; •Renzo Paniga (1935) Apparteneva alla generazione dei Cesare De Donati • 9.03 Sasso Nero in Val Lodovico Mottarella Malenco; “camminatori”. Deceduto per un male incurabile alla fine di Mario Rapella • 23.03 Piz Sesvenna. febbraio, ha raggiunto suo figlio Andrea, morto tragicamente Giovanni Rovedatti Contemporaneamente al in montagna nel 1995. Mario Spini corso, sono state organizzate •Franco Cavallini (1923) – Nel mese di luglio, in poco tempo, sugli impianti del Palù, in Val il male l’ha spento. Apparteneva al gruppo dei “ragazzacci GLI ISTRUTTORI Il 6 dicembre 2002, nel corso Malenco, 4 uscite finalizzate al del ‘20” che tanto ha fatto per la diffusione dell’alpinismo a Istruttori di scialpinismo di una simpatica e partecipata consolidamento delle tecniche Morbegno. Sue sono molte delle immagini più belle contenute Enrico Bertoli serata, è stato presentato il volume di ricordi di discesa. Nicola Croce nell’ALBUM, pubblicato dal C.A.I. Morbegno nel 2002. Ivan Fabani edito dalla nostra Sezione: ALBUM, cento anni Corso di arrampicata: a Giulio Gadola di montagne in Bassa Valtellina. Riportiamo partire dal 4 aprile 10 allievi Marco Riva hanno preso parte al corso • 8.06 Spazzacaldera in Gerola, con cena presso il Franco Scotti parte della lusinghiera recensione apparsa di arrampicata che si è svolto Albigna; rifugio e splendida discesa Vincenzo Spreafico su Lo Scarpone del marzo 2003: “E davvero in 6 uscite, di cui una con • 29 e 30.06 Ferro da Stiro in lungo le piste; Val Bondasca. • 19.01 Piz Turba nel Surses Istruttori di alpinismo importante e appassionante dev’essere pernottamento al Rifugio Cesare De Donati Sciora: (Grigioni), con 10 partecipanti; considerato questo volume in grande formato, • 10.04 Sasso di Remenno in Escursioni sci • 2.02 Passo di Porcile in Val Istruttori nazionale di rigorosamente in bianco e nero, da collocare Val Màsino; alpinistiche: parallelamente Tartano, con 8 partecipanti; arrampicata libera alle uscite del corso di • 16.02 Piz Scalotta nel Surses tra le opere letterarie più ragguardevoli • 11.05 Sasso Bianco a Prata Chicco Fanchi Camportaccio; sci alpinismo, sono state (Grigioni), con 10 partecipanti; dell’Anno delle montagne che ci siamo appena Accompagnatori di • 18.05 Placche di Bette a effettuate altre 5 escursioni • 9.04 Piz Calcagn in escursionismo lasciati alle spalle”. Chiavenna; aperte a tutti i soci: Engadina, con 30 partecipanti. Davide Bonzi • 25.05 Zucco dell’Angelone • 16.01 salita al chiaro di luna Alessandro Caligari a Barzio; al Passo di Salmurano in Val

44 CAI MORBEGNO CAI MORBEGNO 45 a cura di Riccardo Marchini

Escursioni alpinistiche: sciogliere le cordate e • 13.04 Tempietto di San una sola uscita estiva di percorrere gli ultimo 100 Fedelino lungo il Sentiero della carattere alpinistico, quella m di dislivello, dei 1300 Regina, con 47 partecipanti effettuata il 6 luglio alla Cima complessivi, per facili roccette, (17 bambini); Viola in Alta Valtellina, di cui a tratti coperte da neve. • 4.05 Ca’ Redunda in Val riportiamo la relazione di Degli undici partecipanti alla Fabiolo, con 50 partecipanti (5 Davide Bonzi che, con Giulio gita, 9 raggiungono la vetta bambini); Gadola, è stato responsabile alle ore 12,30 circa. Dopo • 18.05 Sentiero del Viandante della gita. la classica foto di gruppo e da Dervio a Colico, con 47 Il giorno 6 luglio 2003 si è qualche minuto di riposo e partecipanti (20 bambini). svolta la tradizionale gita ristoro, iniziamo la discesa sociale della sezione del C.A.I. verso il bivacco Dosdè. Intanto Per finire di Morbegno che, coordinata il tempo che per buona parte Al rientro dalle ferie estive due ed organizzata dai consiglieri della salita ci ha regalato manifestazioni hanno concluso della sezione, ha avuto come un sole splendente, inizia a l’attività della Sezione per il meta la Cima Viola (m 3374) guastarsi, con alcune nuvole 2003: in Alta Valtellina. I partecipanti che oscurano il sole. Giunti • 21.09 Trekking lungo il sono stati 11, compresi i però presso il bivacco il cielo si “Sentiero Andrea Paniga”. responsabili della gita: Giulio riapre nuovamente e questo ci Quest’anno l’appuntamento, Gadola e Davide Bonzi. permette di guardarci ancora da inserire oramai nel novero Ecco un breve resoconto: un po’ attorno per ammirare delle classiche, ha subito una Partiti da Morbegno alle ore il panorama che ci circonda, variante che ha permesso 5,15 in auto, raggiungiamo prima di incamminarci lungo di incontrare gli amici del Arnoga in Valdidentro e da l’interminabile valle fino ad CAI Alta Val Brembana. raggiunto il Rifugio Benigni, qui, lungo una strada sterrata un punto di ristoro, che ci Lungo tre itinerari diversi luogo dell’incontro. Fra loro, la località “baite Altumeira” permette di terminare la (Passo Salmurano canalone, sulle spalle del nonno e del a m 2118. Lasciate le auto ci nostra gita nel più classico Val Tronella canalone, Val papà, la più giovane iscritta al incamminiamo lungo l’alpe e piacevole dei modi: birra Tronella con salita del Pizzo CAI Morbegno, Chiara Gadola Dosdè per un sentiero che, fresca per tutti!!!. Mezzaluna) 34 soci hanno di 11 mesi. costeggiato dapprima un torrente, lo abbandona per Gite famigliari: inoltrarsi nella Val Cantone di in collaborazione con il Dosdè, lungo la quale, dopo la base per le ascensioni di un traccia di sentiero ed alcune G.E.M. sono state effettuate aver lasciato alle spalle il verde ragazzo tedesco, con il quale roccette raggiungiamo la base 5 gite rivolte alle famiglie con ed i rododendri dell’alpeggio, abbiamo fatto conoscenza del ghiacciaio. Formate tre bambini: raggiungiamo, superata durante la breve pausa prima cordate, risaliamo il ghiacciaio • 23.02 Savogno in Val dapprima una pietraia ed dell’ultimo tratto di salita. senza alcuna difficoltà, grazie Bregaglia, con 54 partecipanti un piccolo nevaio, il passo Alla ripresa del cammino, anche alla neve caduta nei (14 bambini); Dosdè (m 2824) alle ore 10,15. diamo un’ultima occhiata giorni precedenti, che ha reso • 23.03 Torre del Signame Qui vi si trova un bivacco, di alla cartina ed alla relazione più agevole la progressione. in Val Chiavenna, con 84 proprietà del CAI di Bormio, della salita; indossate le Per raggiungere finalmente partecipanti (21 bambini); che in quei giorni costituiva imbragature, lungo una breve la cima Viola, dobbiamo

46 CAI MORBEGNO CAI MORBEGNO 47 a cura di Riccardo Marchini

Escursioni alpinistiche: sciogliere le cordate e • 13.04 Tempietto di San una sola uscita estiva di percorrere gli ultimo 100 Fedelino lungo il Sentiero della carattere alpinistico, quella m di dislivello, dei 1300 Regina, con 47 partecipanti effettuata il 6 luglio alla Cima complessivi, per facili roccette, (17 bambini); Viola in Alta Valtellina, di cui a tratti coperte da neve. • 4.05 Ca’ Redunda in Val riportiamo la relazione di Degli undici partecipanti alla Fabiolo, con 50 partecipanti (5 Davide Bonzi che, con Giulio gita, 9 raggiungono la vetta bambini); Gadola, è stato responsabile alle ore 12,30 circa. Dopo • 18.05 Sentiero del Viandante della gita. la classica foto di gruppo e da Dervio a Colico, con 47 Il giorno 6 luglio 2003 si è qualche minuto di riposo e partecipanti (20 bambini). svolta la tradizionale gita ristoro, iniziamo la discesa sociale della sezione del C.A.I. verso il bivacco Dosdè. Intanto Per finire di Morbegno che, coordinata il tempo che per buona parte Al rientro dalle ferie estive due ed organizzata dai consiglieri della salita ci ha regalato manifestazioni hanno concluso della sezione, ha avuto come un sole splendente, inizia a l’attività della Sezione per il meta la Cima Viola (m 3374) guastarsi, con alcune nuvole 2003: in Alta Valtellina. I partecipanti che oscurano il sole. Giunti • 21.09 Trekking lungo il sono stati 11, compresi i però presso il bivacco il cielo si “Sentiero Andrea Paniga”. responsabili della gita: Giulio riapre nuovamente e questo ci Quest’anno l’appuntamento, Gadola e Davide Bonzi. permette di guardarci ancora da inserire oramai nel novero Ecco un breve resoconto: un po’ attorno per ammirare delle classiche, ha subito una Partiti da Morbegno alle ore il panorama che ci circonda, variante che ha permesso 5,15 in auto, raggiungiamo prima di incamminarci lungo di incontrare gli amici del Arnoga in Valdidentro e da l’interminabile valle fino ad CAI Alta Val Brembana. raggiunto il Rifugio Benigni, qui, lungo una strada sterrata un punto di ristoro, che ci Lungo tre itinerari diversi luogo dell’incontro. Fra loro, la località “baite Altumeira” permette di terminare la (Passo Salmurano canalone, sulle spalle del nonno e del a m 2118. Lasciate le auto ci nostra gita nel più classico Val Tronella canalone, Val papà, la più giovane iscritta al incamminiamo lungo l’alpe e piacevole dei modi: birra Tronella con salita del Pizzo CAI Morbegno, Chiara Gadola Dosdè per un sentiero che, fresca per tutti!!!. Mezzaluna) 34 soci hanno di 11 mesi. costeggiato dapprima un torrente, lo abbandona per Gite famigliari: inoltrarsi nella Val Cantone di in collaborazione con il Dosdè, lungo la quale, dopo la base per le ascensioni di un traccia di sentiero ed alcune G.E.M. sono state effettuate aver lasciato alle spalle il verde ragazzo tedesco, con il quale roccette raggiungiamo la base 5 gite rivolte alle famiglie con ed i rododendri dell’alpeggio, abbiamo fatto conoscenza del ghiacciaio. Formate tre bambini: raggiungiamo, superata durante la breve pausa prima cordate, risaliamo il ghiacciaio • 23.02 Savogno in Val dapprima una pietraia ed dell’ultimo tratto di salita. senza alcuna difficoltà, grazie Bregaglia, con 54 partecipanti un piccolo nevaio, il passo Alla ripresa del cammino, anche alla neve caduta nei (14 bambini); Dosdè (m 2824) alle ore 10,15. diamo un’ultima occhiata giorni precedenti, che ha reso • 23.03 Torre del Signame Qui vi si trova un bivacco, di alla cartina ed alla relazione più agevole la progressione. in Val Chiavenna, con 84 proprietà del CAI di Bormio, della salita; indossate le Per raggiungere finalmente partecipanti (21 bambini); che in quei giorni costituiva imbragature, lungo una breve la cima Viola, dobbiamo

46 CAI MORBEGNO CAI MORBEGNO 47 IL SOCCORSO ALPINO A MORBEGNO

Il soccorso in montagna è sempre stato una forma di aiuto solidale agli alpinisti in difficoltà. Negli anni ’50 però, sorge l’esigenza di rendere tale gesto più efficace e ordinato in modo da migliorare le prestazioni di soccorso. Nel 1954 è istituito ufficialmente il C.N.S.A., Corpo Nazionale di Soccorso Alpino dal Club Alpino Italiano, che ne definisce la struttura interna nominando una direzione e creando uno statuto.La provincia di Sondrio, denominata VII delegazione, inizia ad organizzarsi costituendo via via tutte le stazioni operative. Ultima, nel 1980, nasce la Stazione di Morbegno, dopo aver rappresentato,fino a quell’anno, un posto di chiamata che faceva capo alla Stazione di Sondrio. Il capostazione era Giorgio Bertarelli che, con una decina di amici e colleghi della Scuola di Alpinismo del CAI di Sondrio, tra i quali Felice Bottani e Giuseppe Caneva, si è preso a cuore la gestione del servizio. Inizialmente i componenti del C.N.S.A. erano scelti dal Capostazione; successivamente, dal ’89, sono state introdotte forme di valutazione delle capacità tecniche dei nuovi iscritti. Ogni aspirante deve Gli specialisti in... dimostrare di sapersi destreggiare agilmente in tutte le discipline movimento dell’alpinismo. • 12.10 Salita al Monte Attualmente la Stazione di Morbegno un ghiacciaio? Proprio così! Perego express è composta da 28 elementi. Legnone (2610 m) della Sul versante della Lesina, 67 La Stazione opera sul territorio della agenzia viaggi e turismo Sondrio - Corso Vittorio Veneto, 15 Comunità Montana di Morbegno, che quale riportiamo una breve metri quadrati di ghiaccio Tel.0342 515300 comprende i comuni della Bassa Valle relazione. vivo (Riccardo Scotti ne è [email protected] da Buglio in Monte fino al confine con Tirano, Piazza Marinoni, 34 Colico fatta eccezione per il distretto Domenica 12 ottobre si è custode attento e premuroso), Tel.0342 702051 di Valmasino che ha una propria conclusa l’attività estiva. Una resistendo al caldo torrido [email protected] Stazione. Dopo aver superato le prove di trentina di soci, tutti cultori dell’estate appena trascorsa, ingresso il neoiscritto è ulteriormente della “slow mountain”, assicurano dignità alpina a Automobilistica preparato con corsi di formazione si sono trovati sul Monte questa nostra bella montagna. Perego teorici e pratici atti ad insegnare Autoservizi di linea al volontario il corretto utilizzo Legnone in una giornata dalla La cima non ha tradito le degli strumenti e delle tecniche di Granturismo soccorso sia sanitario sia di recupero. doppia lettura: sferzata da attese. Nonostante una Noleggio Autopullman A questo fine sono organizzate una fastidiosa aria gelida sui persistente foschia abbia Tirano - Piazza Stazione, 3 periodicamente esercitazioni di Tel.0342 701200 diverse tipologie (ricerca dispersi, tratti esposti, riscaldata da un impedito di apprezzare la vista www.busperego.com [email protected] intervento su valanga, intervento su gradevole sole ottobrino sulle che da lassù si può godere roccia e recupero su terreni impervi). coste riparate. Un gruppo è Ogni anno le tecniche di soccorso sull’Alto Lario e la Bassa Autotrasporti diventano sempre più sofisticate salito dai Roccoli Lorla in Val Valtellina, il mare di nubi che perciò è indispensabile che i volontari Sondrio-Chiesa Varrone lungo il suggestivo si aggiornino sistematicamente. ricopriva la pianura lombarda Autolinee Valmalenco Mediamente la Stazione di Morbegno crestone quasi costantemente metteva in particolare risalto Noleggio Autopullman effettua una cinquantina di interventi affacciato sull’Alto Lario, la catena delle Alpi imbiancate Sondrio - Piazzale Bertacchi, 70 annui che sono portati a termine Tel.0342 212055 dalle squadre dei volontari anche con un altro ha raggiunto la dalla prima neve, conferendo www.sondriochiesa.com l’ausilio dell’elicottero. La tipologia [email protected] dei soccorsi si differenzia in base cima dalla Valle della Lesina loro un aspetto fiabesco. alle stagioni: durante l’inverno e la percorrendo il mitico sentiero La solita foto con grappolo primavera sci e sci d’alpinismo, in Perego Auto estate escursionismo, in autunno del Colombano. A proposito! umano appeso alla croce Concessionaria cercatori di funghi e castagne. Lo sapevate che anche il della vetta ha concluso una Monte Legnone possiede Sondrio - Via Stelvio, 55/A distensiva giornata. Tel.0342 214141 www,peregoauto.opelnet.it [email protected] 48 CAI MORBEGNO CAI MORBEGNO 49 IL SOCCORSO ALPINO A MORBEGNO

Il soccorso in montagna è sempre stato una forma di aiuto solidale agli alpinisti in difficoltà. Negli anni ’50 però, sorge l’esigenza di rendere tale gesto più efficace e ordinato in modo da migliorare le prestazioni di soccorso. Nel 1954 è istituito ufficialmente il C.N.S.A., Corpo Nazionale di Soccorso Alpino dal Club Alpino Italiano, che ne definisce la struttura interna nominando una direzione e creando uno statuto.La provincia di Sondrio, denominata VII delegazione, inizia ad organizzarsi costituendo via via tutte le stazioni operative. Ultima, nel 1980, nasce la Stazione di Morbegno, dopo aver rappresentato,fino a quell’anno, un posto di chiamata che faceva capo alla Stazione di Sondrio. Il capostazione era Giorgio Bertarelli che, con una decina di amici e colleghi della Scuola di Alpinismo del CAI di Sondrio, tra i quali Felice Bottani e Giuseppe Caneva, si è preso a cuore la gestione del servizio. Inizialmente i componenti del C.N.S.A. erano scelti dal Capostazione; successivamente, dal ’89, sono state introdotte forme di valutazione delle capacità tecniche dei nuovi iscritti. Ogni aspirante deve Gli specialisti in... dimostrare di sapersi destreggiare agilmente in tutte le discipline movimento dell’alpinismo. • 12.10 Salita al Monte Attualmente la Stazione di Morbegno un ghiacciaio? Proprio così! Perego express è composta da 28 elementi. Legnone (2610 m) della Sul versante della Lesina, 67 La Stazione opera sul territorio della agenzia viaggi e turismo Sondrio - Corso Vittorio Veneto, 15 Comunità Montana di Morbegno, che quale riportiamo una breve metri quadrati di ghiaccio Tel.0342 515300 comprende i comuni della Bassa Valle relazione. vivo (Riccardo Scotti ne è [email protected] da Buglio in Monte fino al confine con Tirano, Piazza Marinoni, 34 Colico fatta eccezione per il distretto Domenica 12 ottobre si è custode attento e premuroso), Tel.0342 702051 di Valmasino che ha una propria conclusa l’attività estiva. Una resistendo al caldo torrido [email protected] Stazione. Dopo aver superato le prove di trentina di soci, tutti cultori dell’estate appena trascorsa, ingresso il neoiscritto è ulteriormente della “slow mountain”, assicurano dignità alpina a Automobilistica preparato con corsi di formazione si sono trovati sul Monte questa nostra bella montagna. Perego teorici e pratici atti ad insegnare Autoservizi di linea al volontario il corretto utilizzo Legnone in una giornata dalla La cima non ha tradito le degli strumenti e delle tecniche di Granturismo soccorso sia sanitario sia di recupero. doppia lettura: sferzata da attese. Nonostante una Noleggio Autopullman A questo fine sono organizzate una fastidiosa aria gelida sui persistente foschia abbia Tirano - Piazza Stazione, 3 periodicamente esercitazioni di Tel.0342 701200 diverse tipologie (ricerca dispersi, tratti esposti, riscaldata da un impedito di apprezzare la vista www.busperego.com [email protected] intervento su valanga, intervento su gradevole sole ottobrino sulle che da lassù si può godere roccia e recupero su terreni impervi). coste riparate. Un gruppo è Ogni anno le tecniche di soccorso sull’Alto Lario e la Bassa Autotrasporti diventano sempre più sofisticate salito dai Roccoli Lorla in Val Valtellina, il mare di nubi che perciò è indispensabile che i volontari Sondrio-Chiesa Varrone lungo il suggestivo si aggiornino sistematicamente. ricopriva la pianura lombarda Autolinee Valmalenco Mediamente la Stazione di Morbegno crestone quasi costantemente metteva in particolare risalto Noleggio Autopullman effettua una cinquantina di interventi affacciato sull’Alto Lario, la catena delle Alpi imbiancate Sondrio - Piazzale Bertacchi, 70 annui che sono portati a termine Tel.0342 212055 dalle squadre dei volontari anche con un altro ha raggiunto la dalla prima neve, conferendo www.sondriochiesa.com l’ausilio dell’elicottero. La tipologia [email protected] dei soccorsi si differenzia in base cima dalla Valle della Lesina loro un aspetto fiabesco. alle stagioni: durante l’inverno e la percorrendo il mitico sentiero La solita foto con grappolo primavera sci e sci d’alpinismo, in Perego Auto estate escursionismo, in autunno del Colombano. A proposito! umano appeso alla croce Concessionaria cercatori di funghi e castagne. Lo sapevate che anche il della vetta ha concluso una Monte Legnone possiede Sondrio - Via Stelvio, 55/A distensiva giornata. Tel.0342 214141 www,peregoauto.opelnet.it [email protected] 48 CAI MORBEGNO CAI MORBEGNO 49 il tuo primo di cordata FIORELLI SPORT S.Martino Valmasino 50 CAI MORBEGNO Tel.0342 641070