domenica 16 novembre 2003 in scena 23

FRANCESCO GUCCINI STASERA A «RADIOSCRIGNO» ADDIO A LUCA PISCISCELLI COMPAGNO DI VIAGGIO DEI PRIMI STORMY SIX Francesco Guccini in collegamento Giancarlo Susanna con Radioscrigno, in onda stasera su Radiouno alle 23.30, parlerà La scomparsa di Luca Piscicelli, che nel 1967 era bianco» (Arcana) - di ciascuno di questi cantanti (1974), che il gruppo acquista una fisionomia case discografiche tradizionali, e nel 1975 gli Stor- della sua ultima fatica letteraria: entrato a far parte degli Stormy Six, getta un'om- e gruppi si dirà: "I Rolling Stones la/lo/li chiama- più matura e definita. my Six pubblicano «Un biglietto del tram», in Cittanova blues (Mondadori), bra di cordoglio e tristezza fra tutti coloro che no come spalla per la loro prima tournée italia- La discografia è più lenta a prendere atto della cui spicca «Stalingrado», considerata un classico compimento della trilogia hanno amato la vicenda di questo gruppo così na". In verità, i Rolling Stones non hanno chia- capacità degli Stormy Six di riprendere e raccon- della canzone politica italiana. Piscicelli parteci- cominciata nel 1989 con Croniche particolare. Meno noto di Umberto Fiori, Clau- mato proprio nessuno. (...) cosa vuoi che gliene tare la storia del nostro paese, ma quelli sono gli pa anche a «Cliché» (1976), un disco solo stru- epifaniche,eVacca d'un cane dio Rocchi, Massimo Villa e Franco Fabbri, Pisci- importi ai Rolling Stones, nell'aprile del 1967, di anni dei festival e dei raduni, di un fermento mentale realizzato con Guido Mazzon, e a «L'ap- (1993). celli (chitarra, voce, tamburello, basso) ha avuto Fiammetta, di Al Bano e degli Stormy Six? Va musicale e culturale che trova in brani come «La prendista», che segna un ulteriore passaggio nella Dopo Pavana e Modena, Guccini comunque un ruolo importante nella prima fase già bene se riusciamo a strappargli un autogra- manifestazione» e «Pontelandolfo» un punto di crescita costante della formazione milanese, per ricorda la sua Bologna, quella dell'evoluzione degli Stormy Six, quella che va fo». riferimento originale. Alla canzone politica, che poi decidere di lasciare gli Stormy Six e dedicarsi dell'Osteria dei Poeti, dalla fine dalla partecipazione con altri gruppi italiani al Per pubblicare il loro primo gli Stormy Six pure talora riprendono e rileggono (è il caso di ad altre attività. Gli amici e i compagni degli degli anni Cinquanta all'inizio dei tour dei Rolling Stones nel '67 alla realizzazione devono aspettare il 1969, quando la Ariston fa «Per i morti di Reggio Emilia»), gli Stormy Six Stormy Six lo ricordano oggi, oltre che come musi- Settanta, gli anni del servizio de «L'apprendista» nel 1977. uscire «Le idee di oggi per la musica di domani», aggiungono una musicalità che diventa via via cista, anche come «pilota di rally, autista di pul- militare, delle Cadillac, dei sussulti «Molti anni dopo, sulle storie ed enciclopedie del fortemente influenzato dalla psichedelia inglese e più ricca e personale. mino, grafico, bon vivant, seduttore (invidiato), rock-blues e dei «dreams» rock e della canzone italiana - scrive Franco Fab- americana, ma è con i due dischi successivi, «L' Nel 1974 nasce a Milano L'Orchestra, una coope- polemista, ottimo conversatore, amico, compa- lutti

note e letteratura adolescenziali. bri dell'esperienza con gli Stones nel suo «Album unità» (1972) e «Guarda giù dalla pianura» rativa musicale che si pone come alternativa alle gno. E poi bioarchitetto, umanista, studioso». : «Come ho seppellito gli anni ’60» L’ex Velvet Underground presenta «Hobosapiens» e sarà in concerto a Milano e Torino

Diego Perugini Le due facce del video: MILANO A vederlo incute un certo timore. Sarà per l'aura di leggenda che lo circonda, sarà per i superstiti di Nassiriya quell'aspetto cupo e arcigno, da incorreggibile burbero. Comunque sia, incontrare John Cale è e i Rambo dell’«isola» un'esperienza. Non capita tutti i giorni, infatti, di trovarsi di fronte uno che la storia del rock l'ha Fulvio Abbate forgiata veramente. E che, dietro di sé, ha lasciato segni importanti e pesanti. Prima coi magici Vel- vet Underground dell'amico/nemico e, Dall’altra sera, dunque, l’avventura è poi, da solo nel corso di una carriera inquieta e cosa fatta, archiviata, storia patria del creativa, dove fra dischi epocali come Paris 1919 reality-show. L’isola dei famosi, poco e Music for a New Society ha trovato persino il prima di raggiungere il foto-finish, ha tempo di produrre il folgorante debutto di Patti comunque ammorbato più di dieci mi- Smith, Horses. Il bello, però, è che John non ha lioni di nostri concittadini, non tutti smesso di cercare. A 61 anni è curioso come un masochisti, c’è da supporre. Che la co- ragazzino e s'appassiona alle nuove tecnologie, sa sia finita, da una parte ci dispiace, come nel suo ultimo e bellissimo cd, Hobosapiens dall’altra ci rallegra. È finita con la vitto- (uscito poche settimane fa), che presenterà live il John Cale ria di Walter Nudo, bravo cristo, e la 17 novembre all'Alcatraz di Milano e il 18 al in Italia sconfitta parziale del sentimentalismo Teatro Tenda Ponte Mosca di Torino. Il passato, con un nuovo nazionale. Ma forse, prima di soffer- invece, sembra non riguardarlo più. E quasi lo disco marsi sul the end generale e la faccia del infastidiscono complimenti, allori e riverenze. e in concerto vero eroe eponimo, sarà bene dire qual- «No, i complimenti fanno piacere - spiega -. a Milano cosa su certi momenti dell’ultima diret- Ma niente esagerazioni, please. Quando le perso- e Torino ta. Sì, quel collegamento dall’aeropor- ne, giornalisti inclusi, mi trattano come un mito, to, in attesa dei due ultimi naufraghi, divento subito nervoso. Chissà, forse è perché gli autori, e la stessa capetta del pro- non sono poi così sicuro di me: sarà la mia parte gramma, Simona Ventura, avrebbero d'immaturità che viene allo scoperto». potuto evitarlo nello stesso giorno in Ok, allora parliamo del presente. Cioè di cui un collegamento analogo mostrava «Hobosapiens». A proposito: perché que- che è milioni di miglia lontano dagli anni '60. me li cita. Cosa vuole che le dica? Se c'è qualcuno pre un buon poeta e ogni cosa che scrive per me è cratico, ma durante la crisi irachena è stato total- i soldati reduci da Nassiriya. Sia detto sto titolo? Perché io sono una persona differente da allora. che è ispirato da quello che ho fatto, ben venga. ottima. Lo apprezzo perché anche lui guarda mente asservito al potere. Si viveva in un clima senza enfasi, ma ne venivano fuori due È solo un gioco, un trucchetto poetico. Ma E ne sono felice. Ma molti non apprezzano, per- Ma non m'interessa. Gruppi come gli Strokes, avanti. assurdo: se uno parlava di risoluzione diplomati- distinti paesi televisivi: il primo, compo- dietro c'è una verità: penso che tutti siamo degli ché non ritrovano più il John Cale che avevano magari, piacciono a chi non ha conosciuto bene i Ma siete ancora amici, vi parlate? ca veniva accusato di essere supporter di Saddam sto di semplici salariati dello stato - sol- hobo, nel senso che talvolta vorremmo essere imparato ad amare. Si sentono come traditi. Me- Velvet. Evidentemente c'è ancora un pubblico No. Non ci vediamo e non ci parliamo. E va Hussein. Ma la cosa che più mi ha fatto arrabbia- dati, carabinieri, volontari - che muoio- qualcun altro o in un altro luogo. Anche solo glio i giovani, che sono più aperti e ricettivi. E ciò che cerca quelle atmosfere. Ma, se devo proprio bene così. re è stata la reazione della gente. Gli americani no di tritolo in una guerra assurda. Su- mentalmente. E di viaggi immaginari in questo mi consola. scegliere, allora preferisco chi dimostra un vero Lei è gallese, però vive a New York. Come non sono stupidi, come forse Bush pensa, eppure bito accanto, un altro paese, premiato disco ne ho fatti parecchi, toccando idealmente Eppure ci sono un sacco di giovani band attaccamento alle radici dei Velvet. Come Iggy le sembra questa America? non hanno fatto nulla, se ne sono fregati di quel- dalla grazia dei media e destinato, sia un sacco di luoghi geografici. Parlo di Zanzibar, che si richiamano proprio a quel periodo Pop. Non ne esce una bella immagine. Io sono lo che stava accadendo. Oggi le conseguenze so- pur temporaneamente, all’adorazione per esempio, però non ci sono mai stato. e a quella musica. Gente come Strokes e Buona scelta. E Lou Reed dove le mettia- molto arrabbiato. Contro la stampa, che ha ab- no sotto gli occhi di tutti. E non hanno ancora civica. Guardatele l’una accanto all’al- Gran bel disco, comunque. Di ricerca, ma White Stripes: mai sentiti nominare? mo? bandonato il suo ruolo di critica: il New York capito che in quattro/cinque anni (o anche pri- tra, queste due immagini, e poi provate senza rinunciare alla comunicazione. E Sin troppo. Ogni giornalista che incontro Uff, mi chiedete sempre di Lou… Ok, è sem- Times, normalmente, è un buon giornale demo- ma) l'Iraq si trasformerà in un nuovo Vietnam. a darci torto. c'è un pezzo, «Things», che potrebbe fini- È finita, insomma. Alla faccia di al- re in classifica... cune comparse in bermuda più o meno Oh, sì. Things sarebbe perfetta per le college Esce «Napoli secondo estratto» il nuovo disco della grande interprete che rivisita i classici della canzone partenopea insignificanti come Davide Silvestri, ri- radio americane (ridacchia, ndr.) A dire il vero marrà soprattutto memoria di Adriano preferisco la seconda versione, Things X che ho Pappalardo, e della sua capacità di farsi messo a fine disco. È più sperimentale. Col mio possedere, di volta in volta, dagli arche- gruppo di lavoro ne abbiamo fatto dei remix tipi: Ulisse, Polifemo, Rambo, De Niro davvero interessanti. Non li pubblicheremo, ma Tra Totò e Tina Pica spunta Mina di Taxi Driver, King-Kong, l’amico di li daremo ai dj. E magari vi capiterà di ballarli in Lucio Battisti, il marito pusillanime, il qualche club. L'elettronica m'intriga, perché ti risarcito. Quanto a Carmen Russo, vili- cambia il punto di vista. Zen, per esempio, all'ini- Silvia Boschero vincente dando un tocco di sofisticatezza che non gua- nata (di E.A. Mario), Era de maggio (Di Giacomo-Co- pesa dalla signora de Blanck, anche lei zio era un pezzo country e l'odiavo. Poi l'abbia- sta. Non sono nomi da poco: un ottimo quartetto jazz sta), oltre all’inedito Cu ‘e mmane, scritto appositamente avrà le sue soddisfazioni: d’ora in poi, mo risistemato con questa intro di batteria elet- composto da Danilo Rea alle tastiere, Alfredo Golino alla dagli Audio 2, già cloni di Battisti, e una rielaborazione qualcuno, fermandola per strada, le di- tronica e ora l'adoro. La tecnologia mi affascina. Non male, davvero niente male la copertina del nuovo batteria, Andrea Braido alle chitarre, Massimo Moriconi da Crisantemi di Giacomo Puccini, che qui prende il rà: «Ci creda, signora, per noi lei non è Può essere fredda e brutale, ma se la sai usare può disco di Mina: dal loggione del teatro San Carlo di Napo- ai bassi, più Gabriele Mirabassi al clarinetto. Poi c’è nome di ‘O cuntrario ‘e l’ammore con il testo firmato da una stronza». Quanto a Giada, le sue aprirti nuovi scenari. li si affacciano il Totò vestito da donna di Figaro qua anche l’orchestra, dall’andamento romanticissimo ma Maurizio Morante. Finalmente non la solita riproposi- lacrime di figlia avranno comunque il Cos'altro la affascina? Figaro là (con meravigliosa espressione furbetta), Titina mai lacrimevole sul classico dell’amore profano Te voglio zione melodrammatica del meglio della canzone napole- premio dei sensibili. Certo, per chi era La novità, la creatività, la fantasia. Quando de Filippo e Tina Pica. Tre icone partenopi rigorosamen- bene assaje, e una versione sbancatutto di ‘O sole mio tana, ma un vero e proprio album di standard, che ha il sicuro della vittoria della figlia della si- vedo qualcosa di strano e inusuale mi entusia- te impellicciate per l’occasione. Sul palco difatti, anche (centocinque anni di vita e non sentirli!), una scelta pregio di essere suonato (e cantato) in maniera elegante- gnora De Blanck sarà stata sicuramente smo. Sono curioso di natura. E amo il mio lavo- se non si vede - ma fa capolino dal sipario - si esibisce la scontata che Mina si sarebbe potuta anche risparmiare, mente sobria. una delusione, comunque niente pau- ro. Ma, soprattutto, non voglio finire come un tigre, che miagola «in lingua» il meglio della canzone ma che certamente «farà cassetta» in questa riproposizio- Alla premiata ditta Mina, lassù in Svizzera, sono ra, fra due mesi nessuno avrà più me- accademico, un pezzo da museo. napoletana: da un jazzatissimo ‘O cielo ce manna ‘sti ne jazz essenziale e molto diversa da quella del 1968 che maestri nel confezionare prodotti di qualità perfetti per moria dei prescelti. Per questo non vuol parlare del suo glorio- ccose di Fred Bongusto e Armando Trovajoli, alla classica appariva ne Le più belle canzoni italiane cantate da Mina. far bella mostra di sé sotto l’albero di Natale, e anche Soltanto l’orango Pappalardo sarà so passato? Napul’ è di Pino Daniele arrangiata con grande eleganza Il resto della scaletta è pescato tra l’Ottocento e il Nove- questa volta riescono a fare bingo, ma l’operazione è sopravvissuto al prossimo scaglione, Il passato è morto. Totalmente morto. Non e chiusa da un bel coro di bambini. Napoli secondo cento napoletano: i classici di Libero Bovio Tu ca nun quanto mai gradita. Almeno concorrerà a ridare dignità me lo vedo sempre lì, a intonare Rico- mi interessa. So che ho contribuito, ma non vo- estratto, nuovo disco di Mina, suona qua e là da night, chiagne! e Guapparia (composte nel 1915 e nel 1914), e e compostezza ad una grande tradizione musicale infesta- minciamo, il suo inno-sussidio perso- glio più sentirne parlare. E il modo migliore per ma da night dove si serve champagne, non lo spumanti- poi Carmela (Palomba-Bruni), Maria Marì! e I’ te vurria ta di questi tempi da pseudo neo-melodici per i quali il nale. prenderne le distanze è fare dischi come questo, no, e la scelta dei compagni di viaggio gioca la carta vasà! (entrambe di Russo-Di Capua), Canzona appassiu- talento non è la dote migliore.

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