ITCGT “CARDUCCI-GALILEI” Corso Turistico LA PROVINCIA DI FERMO

QUADERNI DI VIAGGIO ITINERARI PER SCOPRIRE IL FERMANO Storia, arte, natura, paesaggio, tradizioni enogastronomiche, folklore, artigianato , prodotti tipici, strutture recettive e servizi. QUADERNI DI VIAGGIO INDICE DEGLI ITINERARI

La catena dei Monti Sibillini, così come essa appare dalle colline prossime alla costa

INDICE DELL’OPERA: Pagina 2

INDICE GENERALE DEI PERCORSI E DELLE SCHEDE TEMATICHE PROPOSTE PRESENTAZIONE: Pagina 3

A CURA DELLA PROF.SSA ANNA MARIA VECCHIOLA, PRESIDE DELL’ITCGT “CARDUCCI-GALILEI” FERMO (A.S. 2011-2012) ITINERARIO 1: Pagine 4-13

GOLA DELL’INFERNACCIO ED EREMO DI S. LEONARDO, CON VISITA DELL’ABBAZIA DI S. RUFFINO DI , DEL MUSEO DURANTI DI E ASSAGGIO DI PRODOTTI TIPICI DI AZIENDE LOCALI A ITINERARIO 2: Pagine 13-19

DA A MONTEFALCONE ATTRAVERSO IL BOSCO, CON TAPPA AL MUSEO DEI FOSSILI E DEI MINERALI. VISITA DI UNA FATTORIA BIOLOGICA E DEGUSTAZIONE DI PRODOTTI TIPICI DI NOTE AZIENDE AGRICOLE LOCALI . SCHEDA TEMATICA 1: Pagina 20 TRADIZIONI E BALLI POPOLARI MARCHIGIANI: IL SALTARELLO ITINERARIO 3: Pagine 21-26

ALLA SCOPERTA DI ALCUNI GIOIELLI DELL’ARTE ROMANICA MARCHIGIANA NELL’ALTA VALLE DELL’ASO, FRA I PAE- SAGGI ED I PANORAMI MOZZAFIATO DEI MONTI SIBILLINI, CON SOSTA ENOGASTRONOMICA A CAMPOFILONE . Itinerari successivi in preparazione...

“Quaderni di viaggio” è un’opera pro- dotta e realizzata in tutti i suoi aspet- ti, ideativi, organizzativi, grafici, fo- tografici, informatico-digitali ed edi- toriali, dagli studenti e dagli insegnan- ti del corso Turistico dell’ITCGT “Carducci-Galilei” di Fermo. Responsabile e coordinatore del progetto: prof. Ariano Falzolgher, La movimentata spiaggia di Porto San Gior- collabora: prof. Gianluigi Ruzzetta gio in una bella e calda giornata autunnale

-2- PRESENTAZIONE DELL’OPERA A CURA DELLA PROF.SSA ANNA MARIA VECCHIOLA, PRESIDE DELL’ITCGT “CARDUCCI-GALILEI” FERMO (A.S. 2011-2012) I quaderni di viaggio nascono da una felice ricchezza del nostro patrimonio artistico e intuizione di due docenti di lettere del nostro culturale rappresentano sicuramente un terreno Istituto dell’indirizzo Turistico, i quali decidono fertilissimo dal quale è possibile apprendere e di realizzare in ogni anno di scuola uno o più ricevere moltissimo. La scelta di favorire in questi itinerari rivolti a conoscere e a far conoscere il primi quaderni itinerari dell’entroterra ha una territorio della nuova provincia di Fermo. Pensare duplice funzione: quella di partire dai territori ed elaborare un itinerario coinvolgendo le varie meno conosciuti nei quali sono più presenti e materie di studio e favorendo un lavoro di ricerca radicate le tradizioni e i costumi e dove e di approfondimento da parte degli alunni delle l’intervento dell’uomo è stato in generale meno classi interessate, ha voluto dire un modo nuovo invasivo, lasciando, per spinte economiche più di affrontate la didattica, rendendola più capace graduali, alle colline, alle montagne di sfondo ed di intercettare le curiosità e gli interessi dei alle strette valli, quell’integrità che non sfugge ragazzi, attraverso allo sguardo del modalità laboratoriali, viaggiatore; e la in cui ognuno, anche in seconda ragione sta base alle proprie nella volontà di caratteristiche, raccontare le storie potesse contribuire che, a partire da quei con le sue luoghi, hanno osservazioni, con le caratterizzato la vita e sue conoscenze e lo sviluppo dell’intero rielaborazioni territorio provinciale. personali. Il materiale, Da un punto di vista che costituisce il didattico i “Quaderni contenuto di ogni di viaggio” offrono agli Arcobaleno sul centro storico di Fermo singolo quaderno/ alunni l’opportunità di itinerario, è frutto di un conoscere il territorio lavoro interdisciplinare nel quale convergono la attraverso lo studio e la ricerca ma anche storia, la geografia dei luoghi, l’arte in tutte le attraverso visite mirate a luoghi, persone, sue espressioni, l’economia con le sue risorse aziende. Tale aspetto riveste oggi una particolare enogastronomiche, le tradizioni, gli usi e i importanza per una caratteristica propria delle costumi di una terra varia e plurale. Per rendere giovani generazioni, le quali apprendono meglio tale aspetto caratteristico che accomuna tutti i e si motivano più facilmente se sono messe nelle territori della nostra Regione, il lavoro contiene condizioni di fare esperienza e di vedere informazioni che vanno dal paesaggio naturale concretizzato, come in questo caso, il frutto del ed antropico, all’arte, alle eccellenze negli alimenti loro impegno. Sono certa che questo lavoro, nato e nei vini, ai luoghi di ristoro, ai costi, agli eventi con obiettivi principalmente didattici, stia ed alle curiosità fino alle indicazioni concrete, diventando grazie alla passione di docenti ed come quella relativa alla chiave da richiedere al alunni coinvolti , un prezioso strumento di parroco del paese per poter effettuare la visita di conoscenza per quanti, “ veri viaggiatori”, quella piccola, ma interessante chiesa, intendano avvicinarsi, comprendere e, siamo diversamente non accessibile. La varietà e la sicuri, anche un po’ amare il nostro territorio.

Fermo: l’ampio panorama visibile, in direzione Sud, da viale Vittorio Veneto

-3- ITINERARIO 1 GOLA DELL’INFERNACCIO-EREMO DI S. LEONARDO CON VISITA DELL’ABBAZIA DI S. RUFFINO AD AMANDOLA, DEL MUSEO DURANTI A MONTEFORTINO E ASSAGGIO DI PRODOTTI TIPICI DI AZIENDE LOCALI A BELMONTE PICENO

La Gola dell’Infernaccio

-4- 1 ITINERARIO ITINERARIO 1

PERCORSO NATURALISTICO E STORICO ARTISTICO GOLA DELL’INFERNACCIO ED EREMO DI S. LEONARDO

LA DESTINAZIONE FINALE DELL’ESCURSIONE E’ FRA LE PIU’ BELLE DEL PARCO DEI SIBILLINI, MA L’ITINERARIO SI ARRICCHISCE DI VALENZE STORICO-ARTISTICHE GRAZIE ALLE SOSTE INTERMEDIE, PREVISTE DURANTE IL VIAGGIO DI ANDATA E RITORNO, ALL’ABBAZIA DI S. RUFFINO DI AMANDOLA, AL MUSEO DURANTI A MONTEFORTINO, CON ASSAGGIO DI PRODOTTI TIPICI DELLA GASTRONOMIA LOCALE A BELMONTE PICENO. Partendo dal capoluogo di provincia, telefono 0736 847406, telefono mobile 3497880292. si seguono le indicazioni per la fra- zione Campiglione, quindi si percor- re la s.p. 239 (ex s.s. 210) in direzione -Amandola. Trascurere- mo alla nostra sinistra la deviazione per Belmonte Piceno, dove una so- sta è prevista al ritorno, per giungere alla contrada S. Ruffino di Aman- dola (circa 45 minuti in auto). L’Ab- bazia dei Santi Ruffino e Vitale è vi- sibile a sinistra, adiacente alla stra- da, preannunciata dal forte odore dell’ acqua sulfurea che scorre nelle vicinanze. Questo interessante com- plesso monastico costituisce la pri- ma tappa del nostro itinerario. Si parcheggia nello spazio antistante l’ingresso, dove è visibile una fonta- na particolarmente gradita per risto- rarsi e rinfrescarsi nelle calde giorna- te estive. La chiesa, recentemente re- staurata, è normalmente aperta, ma per una visita più approfondita e più stimolante, che comprenda cioè anche la cripta romanica e l’ipogeo con gli affreschi di epoca paleocristiana, è bene contattare il parroco, e cioè il Monaco padre Be- nedetto Tosolini, particolarmente In viola è indicato il percorso stradale, mentre le frecce se- gentile e disponibile, grazie al qua- gnalano le località di sosta previste in questo itinerario. le è possibile accedere a tutte le strutture del complesso e conoscere i dati storico-artistico-religiosi, o le L’ITINERARIO: NOTIZIE UTILI E CONSIGLI ipotesi interpretative inerenti que- sto stratificato edificio, soggetto ITINERARIO PER TUTTI, ADULTI, ANZIANI, BAMBINI, PURCHÉ IN BUONA nel tempo a rimaneggiamenti e ri- FORMA E DISPOSTI AD UN’ORA E UN QUARTO DI MARCIA IN MONTAGNA, costruzioni. Il turista veramente SU TERRENO CHE NON PRESENTA PARTICOLARI DIFFICOLTÀ, A PARTE LA RE- interessato a conoscere l’Abbazia LATIVA FATICA DELL’ULTIMA SALITA, CHE DALLA GOLA DELL’INFERNACCIO di S. Ruffino e Vitale, farebbe dun- CONDUCE ALL’EREMO DI S. LEONARDO. que bene a prender nota del se- DURATA: DAL MATTINO AL TARDO POMERIGGIO , INDICATIVAMENTE, DAL- guente contatto: padre Benedet- LE ORE 8.00 ALLE ORE 19.00. to Tosolini, Abbazia di San COSA PORTARE: DELLE SCARPE COMODE, CIBO E BEVANDE, SE SI OPTA PER IL Ruffino, C.da San Ruffino PRANZO “AL SACCO”, MA LA ZONA E’ RICCA DI STRUTTURE DI RISTORO. 5, 63021 Amandola (FM);

-5- SCOPRIAMO L’ABBAZIA DI S. RUFFINO UNA STRUTTURA COMPLESSA E RICCA DI STORIA , UN PICCOLO E INSOSPETTATO GIOIELLO

L’Abbazia dei SS. Rufino e Vitale è di an- portale, un sovrapporsi di vari materiali di co- tica fondazione, su un locus di preesistenze ro- struzione, pietra squadrata in conci regolari e ir- mane: forse già presente ai tempi di S. Benedet- regolari, strati di laterizio e malta. Il campanile to nel VI sec., è stata ricostruita in forme roma- quadrangolare, poggiato sul piccolo abside di si- niche nel XII-XIII secolo. L’alzato e la cripta sono nistra, risale alla fine del XIV secolo La cripta, databili tra l’XI-XII sec.La chiesa ha struttura ripartita in cinque navate da colonne non molto basilicale, con presbiterio rialzato sopra la cripta alte e con capitelli abbelliti da semplici decora- e tre navate suddivise da pilastri e con copertura zioni a foglia, conserva l’altare con le reliquie di in capriate. Le pareti del presbiterio sono arric- San Ruffino. Una scala posta accanto all’ingres- chite da due affreschi del XIV e del XV secolo, so principale conduce all’ipogeo più antico, dove arte votiva marchigiana, rappresentanti una Ma- è possibile ammirare resti di pitture murarie di donna col bambino e una Madonna fra Santi, ivi grande interesse, di epoca tardo-imperiale e di compreso S. Ruffino, santo protettore contro l’er- stile orientale, con figure di santi o di defunti di nia, che sembra stringere in mano un coltello. La arcaica bellezza, rivolti verso il Cristo facciata presenta al posto del rosone centrale una Pantocrator, le cui condizioni sono state purtrop- finestra rettangolare, dei contrafforti ai lati del po compromesse dai piloni in pietra della chiesa

Nella foto a sinistra sono visibili le navate e il presbiterio della chiesa, sotto cui è sita la cripta romanica, mentre nella foto a destra si possono notare gli affreschi del XIV secolo raffiguranti Madonna fra santi: S. Ruffino è quello rappresentato con un coltello in mano.

-6- La cripta romanica: nella foto a sinistra sono evidenti la navate a colonne; al centro l’abside e l’altare in cui si conservano le reliquie di S. Ruffino; a destra è riprodotta una cappella laterale. superiore, inseriti per questioni statiche della so- possibile testimonianza di una presenza eremitica, vrastante Abbazia, e dall’umidità che ne ha sbia- antecedente l’insediamento benedettino. dito i colo- ri. La pre- senza di TRADIZIONI POPOLARI questa S. Ruffino: non ci sono documenti che parla- enigmatica no di questo santo, ma la tradizione popolare cripta, o racconta che era un giovane contadino del luo- ipogeo, go, il quale arò più di cento moggi di terra, in suggerisce una sola notte e con gran fatica, a beneficio l’esistenza dei contadini . Nei pressi delle reliquie del san- di un inse- to, custodite nella cripta a cinque navatelle, è diamento visibile un buco dove venivano fatti passare i eremitico, bambini per invocare la sua protezione: secon- risalente al do la tradizione popolare, infatti, chi attraver- VI secolo, sa carponi tale buco guarisce dall’ernia. sul quale in Feste: la festa di S. Ruffino è probabilmente seguito la più antica del territorio dei Sibillini, ed ogni venne in- anno, il 19 agosto, l’abbazia è meta di migliaia Il vano absidato dell’ipogeo con nalzata di fedeli che invocano la protezione del santo. evidente presenza di affreschi l’Abbazia. L’ipogeo è costituito da una grotta scavata nell’arenaria e diventata un primitivo luogo mistico. Compren- de un vano absidato a levante, con volta a botte, prospiciente alla cripta romanica. Sul suo utiliz- zo sono state formulate varie ipotesi: l’ipogeo po- teva essere in origine un luogo di culto pagano, forse della dea Bona, protettrice dei campi e del- le messi, o una sala termale d’epoca romana, per la cura delle malattie della pelle, che utilizzava le vicine acque sulfuree, mentre in epoca tardo imperiale un’area sepolcrale paleocristiana di un’importante famiglia romana, destinata a due bambini commemorati assieme ai defunti di fa- Particolare degli affreschi paleocristiani miglia. Il luogo merita ulteriori studi, in quanto -7- IL MUSEO “DURANTI” DI MONTEFORTINO NELLE AMPIE STANZE DEL CINQUECENTESCO PALAZZO LEOPARDI, IN UNO DEI PIU’ CARATTERISTICI PAESI DEL PARCO NAZIONALE DEI SIBILLINI, SI SCHIUDE AL VISITATORE UNO SCRIGNO DI ARTE E CULTURA, CHE OSPITA 150 OPERE, FRA DIPINTI, DISEGNI, SCULTURE E OGGETTI D’ARTE APPLICATA, DI INESTIMABILE VALORE, DONATI DAL COLLEZIONISTA FORTUNATO DURANTI AI SUOI CONCITTADINI Il. viaggio continua riprendendo la strada che con- Francesco. Il paese è piccolo e non è difficile in- duce ad Amandola, distante pochi chilimetri dal- dividuare subito il cinquecentesco palazzo Leo- l’abbazia. Si lascia a de- pardi, fatto costruire da stra il Lago di S. Ruffino, un ramo cadetto della fa- un invaso stagionale, vi- miglia del famoso poeta sibile solo dalla tarda pri- recanatese. L’edificio è mavera fino agli inizi del- sede della Pinacoteca Ci- la stagione autunnale, per vica “F. Duranti”, del proseguire lungo la SS. Museo di Arte Sacra Co- 210, ma arrivati ad Aman- munale-Diocesano e, al dola si svolta verso piano terra, della Casa Montefortino, seguendo del Parco, dove è possibi- le indicazioni. In macchi- le trovare operatori a di- na si arriva a destinazio- sposizione del visitatore ne in circa 20 minuti. Il pa- per informazioni inerenti ese si presenta su un’altu- Una veduta del lago di S. Ruffino le vari e attività e percor- ra, con una caratteristica si naturalistici connessi al conformazione conica, quasi fosse un’unica co- parco. Questo palazzo, che con il suo contenuto struzione, se visto da lontano, tanto risulta si configura come il centro culturale più impor- urbanisticamente omogeneo il centro storico: alla tante dei monti Sibillini, costituirà la seconda sua sommità si staglia la mole della chiesa di S. tappa del nostro itinerario.

IL PERSONAGGIO: FORTUNATO DURANTI, PITTORE E COLLEZIONISTA Ma chi è Fortunato Duranti, che dà il nome alla pinacoteca? Nato a Montefortino nel 1787, Fortunato Duranti evidenziò una vocazione alla pittura, che apprese da un monaco del Monastero delle Grotte di Masaccio, non lontano da Jesi. Protetto dalla famiglia jesina degli Honorati, studiò a Cupramontana e poi a Roma. Nella capitale, protetto dal cardinale Bernardino Honorati, venne in contatto con i migliori artisti del tempo. Più noto per i disegni, che per la pittura, le sue opere denotano vivacità espressiva, inventiva, violento gioco dei chiaroscuri, uno stile originale ed anticonvenzionale. Personalità romantica, fu anche un raffinato collezionista di opere d’arte, che provvide a donare al comune di Montefortino e che costituiscono oggi il prezioso corpus della pinacoteca. Tali opere coprono un vasto arco temporale, che va dal gotico al neoclassico.

Montefortino, con la sua caratteristica conformazione urbanistica, visto dalla strada che conduce alla frazione Rubbiano, in prossimità della suggestiva Gola dell’Infernaccio.

-8- LA VISITA DELLA PINACOTECA E DEL MUSEO DI ARTE SACRA Le opere presenti nelle luminose sale del palazzo del ‘4oo che il visitatore può ammirare: una Cro- Leopardi, sede della pinacoteca, donate al Co- ce di scuola veneta, Tavole di Pietro Grill detto mune dall’artista e collezionista Fortunato Du- l’Alamanno (attivo nelle dal 1475), in ra- ranti, coprono un vasto arco temporale, che va gione della sua provenienza da Gotebei in Au- dal gotico al neoclassico, e costituiscono un in- stria, una lunetta di Nicola di Maestro Antonio sieme originale e prezioso, che fanno di ( attivo dal 1472), enigmatico artista anconetano, Montefortino il centro culturale più dotato e im- e una tavola di Petrus Franciscus Fiurentunus, portante dei Sibillini. Arricchisce ulteriormente cioè del botticelliano Francesco Botticini (1444-

“Madonna che adora” “Cristo sul sepolcro” “Santa Caterina” di Jacopo del Sellaio di Pietro Alamanno di Antoniazzo Romano la Pinacoteca il Museo di arte sacra comuna- 1497). Per chi volesse, al primo piano di Palazzo le-diocesano, posto all’ultimo piano del palaz- Leopardi è possibile visitare anche la Raccolta zo, in locali accoglienti, arricchiti da vecchie travi dell’Avifauna delle Marche, costituita da cir- in legno e finiture in travertino e cotto. Inaugu- ca 1300 esemplari di mammiferi caratteristici rato nel dicembre del 2000, il museo contiene dell’Appennino Marchigiano (lupo, faina ecc..), opere e arredi sacri provenienti dalle chiese del uccelli dell’avifauna italiana e pesci d’acqua dol- paese e delle frazioni. Esso ospita creazioni di au- ce. Il piano terra ospita invece la sede della Casa tori importanti come Simone de Magistris, Giu- del Parco di Montefortino. Qui degli operatori seppe Ghezzi e Domenico Malpiedi. Nelle sono a disposizione per informazioni sui percorsi affrescate stanze della Pina- turistici, sull’offerta di attivi- coteca “Duranti” (2° pia- tà e servizi inerenti l’educazio-, no), sono esposte interessan- ne ambientale e le visite pro- tissime opere di Corrado poste dalle guide del Parco. Giaquinto (1703-1756), di Cristoforo Unterberher INFORMAZIONI UTILI (1732-1798), Filippo Roose Da novembre a giugno la visi- (1655-1705), di C. Munari ta del museo è possibile solo (1667-1720), di G.T. Castel- su prenotazione, da luglio ad agosto tutti i giorni, a settem- li, detto “Lo Spadino” (sec.-6- XVII-XVIII), di Francesco bre ed ottobre solo la domeni- Solimena (1657-1747), Carlo ca. Per informazioni, prenota- Maratta (1626-1712), Giulio zioni, servizi di visite guida- Vergari di Amandola (notizie te, telefonare al numero 0736 dal 1502 al 1556).Tra i gioielli 859101 (solo la mattina). -9- GOLA DELL’INFERNACCIO - EREMO DI S. LEONARDO DALL’ORRIDO DELL’INFERNACCIO, SUGGESTIVO CANYON DOVE L’ACQUA CERCA RUMOROSAMEN- TE LA SUA STRADA VERSO IL MARE , ALLO SPERONE DOV’ E’ SITUATO L’EREMO DI S. LEONARDO, L’ESCURSIONE OFFRIRA’ AL VISITATORE SENSAZIONI SICURAMENTE FORTI ED INDIMENTICABILI. La passeggiata non presenta particolari difficoltà ed è alla porta- ta di tutti coloro che sono disposti ad affrontare una camminata di circa 1 ora e 30 minuti e che sono muniti di calzature adatte ad un sentiero di montagna a tratti umido. E’ bene riposarsi un atti- mo, dopo la visita all’abbazia di S. Ruffino e della pinacoteca di Montefortino, prima di affrontare l’escursione, magari cogliendo l’occasione per una pausa pranzo, o al “sacco”, o in uno dei risto- ranti della zona (vedi rubrica “slow tourist”). Trovare l’Infernaccio non è difficile, poiché il luogo è molto conosciuto e segnalato da numerose indicazioni: bisogna raggiungere la frazione Rubbiano di Montefortino, quindi proseguire lungo la strada fino alla sbarra che ne interrompe la percorrenza per motivi di sicurezza, legati al man- to stradale particolarmente dissestato. A questo punto si prosegue a piedi fino all’imboc- co della gola (10 minuti), pres- so le cosiddette “Pisciarelle”, con un riferimento dialettale al fenomeno dell’acqua che scor- Oltre la Gola ,la valle si fa più re dall’alto lungo il lato sinistro ridente e il fiume Tenna meno della montagna fino al sentie- impetuoso: il sentiero prosegue ro. Si supera la gola, estrema- all’ombra di una vasta faggeta. mente suggestiva e selvaggia, dove il fiume Tenna scorre ru- morosamente a causa del disli- vello. Oltre la gola la valle si apre un po’, ed il paesaggio appare più ameno, con il fiume che scorre meno impetuoso al- Nell’immagine in alto è visibi- l’ombra di una vasta faggeta: le l’ingresso della Gola lo spettacolo in autunno è in- dell’Infernaccio, mentre in quel- dimenticabile, ma da evitare la in basso una strettoia nel sen- d’inverno per il rischio valan- tiero che attraversa la gola. ghe. Superato un ponticello di legno si continua per la faggeta fino ad un bivio, sa- lendo a destra per un eviden- te sentiero che, con numerose svolte, giunge all’eremo di S. Leonardo, collocato sopra uno sperone (1 h circa dall’ingresso della gola). L’eremo, abbandonato per secoli, è stato meritoriamente riportato in vita da padre Pie- tro, che vive qui per lunghi periodi, anche se, per amor di verità, bisogna dire che egli non lo ha restaurato, ma ricostruito ex-novo sopra i ruderi dell’antico edificio senza rispettarne le caratteristi- che storico-architettoniche, come si intuisce subito osservando la facciata ad archi neo-gotici di dubbio gusto ed i materiali utilizza- ti per l’edificazione. Il visitatore più motivato potrebbe raggiun- gere anche, con un’altra mezz’ora di cammino, la Cascata del Rio, molto suggestiva con il suo salto verticale di oltre 30 metri, tra- mite un sentiero che rientra nel bosco a poca distanza dall’eremo. -10- LA STORIA E LE VICISSITUDINI DELL’EREMO DI SAN LEONARDO IN SINTESI La chiesa originaria, sui cui ruderi è stata ricostru- sentiero aspro e attualmente caduto in disuso, per ita l’attuale, era in stile romanico, edificata tra X poi riprendere in seguito il fondovalle. Ciò spiega e XI secolo. Il suo ab- l’importanza del luogo, bandono da parte dei strategico per il control- monaci camaldolesi fu lo della valle, e la pre- ufficializzato dal Papa senza dei monaci: non nel 1571 e causato proba- a caso lo sperone su cui bilmente dall’eccessiva sorge l’eremo veniva scomodità e insicurezza chiamato “Castello di del luogo, teatro di fre- Volubrio”. Via di comu- quenti scontri fra i nicazione vitale, già vissani e gli abitanti di agli inizi del IX secolo montefortino per moti- risulta abitato da 24 vi di confini e di pasco- persone e, prima anco- li. Bisogna sapere, in- ra, luogo di culto paga- L’eremo di San Leonardo oggi. fatti, che la Val Tenna è no di espiazione e stata in passato un passaggio obbligato ed impor- purificazione, forse collegato a quello della Sibilla tante per la valle del Nera, Norcia e Roma. Ori- (ipotesi di Pagnani, Crocetti). Dopo il 1571 la chie- ginariamente l’itinerario non passava per le gole sa continuò ad essere solo saltuariamente dell’Infernaccio, allora impraticabili e molto meno officiata. Dal 1909 cadde in totale disuso ed ab- “addomesticate” di oggi, ma più in alto, salendo bandono, fino agli anni ‘70, con l’arrivo di padre appunto fino all’eremo di S. Leonardo tramite un Pietro, ormai noto ai più come l’eremita.

ULTIMA SOSTA: I PRODOTTI TIPICI A BELMONTE PICENO

L’ULTIMA TAPPA DEL NOSTRO ITINERARIO E’ PREVISTA AL RITORNO, A BELMONTE PICENO, ED HA VALENZE ENOGASTRONOMICHE. ESSA PREVEDE L’ASSAGGIO, ED EVENTUALMENTE L’ACQUISTO, DI PRODOTTI TIPICI MARCHIGIANI PROPOSTI DA AZIENDE ED OPERATORI LOCALI DAL RICONOSCIUTO VALORE, MATURATO IN ANNI DI ATTIVITA’ E SANCITO DAL MERCATO E DAL SUCCESSO DI TANTE MANIFESTAZIONI DEL SETTORE . Le aziende che hanno dato la loro disponibilità ma è ovvio che l’organizzazione di una simile e sono 4: la Orma Group Srl, che produce galantina; gustosa manifestazione comporta un accordo pre- l’Azienda biologica di Scibè Doriano, che propo- ventivo con i produttori, molto disponibili e di ne carni e salu- cui mettiamo mi tipici; quin- più avanti a di- di l’Azienda sposizione gli agricola indirizzi ed i “Fontegranne”, numeri di tele- guidata da fono, e la par- Eros Scarafoni, tecipazione di con i suoi for- un ragionevole maggi; ed infi- numero di visi- ne il rinomato tatori, nel con- forno “L’una testo dunque rosa”, di Ste- di viaggi col- fano Marsili. lettivi orga- Lo scenario del nizzati, visite nostro incon- guidate , viag- tro è stato gi di istruzio- quello della ne scolastici, pittoresca e ecc. Per i sin- insolita chiesa A sinistra è visibile la Cascata del Rio, a 30 minuti di marcia goli viaggiato- di S. Maria in dall’Eremo di San Leonardo, mentre a destra la caratteristica chiesa ri, o per piccoli Muris, oggi di S. Maria in Muris, di origini longobarde, a Belmonte Piceno. gruppi, fornia- sconsacrata, mo comunque -11- le indicazioni necessarie per accedere ai punti ven- latte crudo, freschi o stagionati nella crusca, a dita delle aziende, tutte con sede a Belmonte o cagliata acida, a pasta cotta o serrata, spesso da nella limitrofa , offrendo anche una gustare con la crosta. La sua azienda agricola sintetica panoramica della specificità della loro “Fontegranne” è sita in contrada Castellarso Ete produzione. Cominciamo dall’azienda di Scibè 11, 63029 Belmonte Piceno (FM), telefono 0734 Doriano, che sul solco della tradizione agricola 771289, mobile 335458296. L’Orma Group Srl è fa- picena vende e utilizza carni biologiche di vitellone mosa per la sua galantina, un tipico insaccato marchigiano, coniglio, pollo, suino, per proporre marchigiano prodotto con carne di gallina o di tac- salumi tipici, fra cui segnaliamo la coppa di te- chino unita ad ingredienti vari, salumi, uova, ver- sta, speziata con arancia, mandorle e pinoli, il dure, aromi, che si presenta come un polpettone ciauscolo e le salsicce di carne di fegato, la coppa e va consumata generalmente fredda e tagliata a e il capolonza. Lo spaccio dell’azienda di Scibè è fette. L’Orma Group Srl, è in via Stazione 90, sita in Via di Colle n° 15, 63024 Grottazzolina 63024 Grottazzolina (FM), telelefono 0734 633264. (FM), telefono 0734 632619, mobile 337333920. In un simile contesto non può certo mancare il L’azienda agricola di Eros Scarafoni, allevatore e pane, in tutte le sue varietà, prodotto da un for- casaro, produce invece formaggi, in particolare la no rinomato come quello di Marsili Stefano, caciotta stagionata in cassoni di legno con foglie “L’Una Rosa”, sito in contrada Castellarso Ete, di noce, caprini e tutta una varietà di formaggi a 63029 Belmonte Piceno (FM), telefono 0734 771351.

PER IL TURISTA CHE VUOLE APPROFONDIRE LA CONOSCENZA DEI LUOGHI E CHE HA UNA MAGGIORE DISPONIBILITA’ DI TEMPO, OFFRIAMO ALCUNI INDIRIZZI E NOTIZIE UTILI INERENTI IL RISTORO, GLI ALLOG- GI, LE ATTIVITA’ DI SVAGO ED I SERVIZI DISPONIBILI A MONTEFORTINO E NEI PRESSI DI SAN RUFFINO.

SAN RUFFINO: nella zona di San Ruffino è contra la Fattoria Biologica Corradini, che presente un centro turistico polivalente, produce carni bovine, ovine, suine, rigorosamente biologi- “Dimensione natura”, dotato di più strutture che (certificazione IMC), regolarmente macellate in pro- sparse nei dintorni del lago ed in grado di offrire un comples- prio e vendute su prenotazione. La fattoria effettua conse- so di servizi, a partire da un’osteria, “L’osteria del gne domiciliari nella provincia di Fermo e in quelle limitrofe, lago”, a circa 200 metri dall’abbazia (tel. 3398456083) e ma periodicamente anche nel Bergamasco e nella zona di da alloggi “bed & breakfast” (tel. 3332163287). A Roma. Per contatti e maggiori informazioni: tel. 0736 2 km dall’abbazia, in direzione Amandola, in contrada S. 848184. Lorenzo 16, il centro vacanze dispone anche di un maneggio, MONTEFORTINO: per alloggiare il “Centro ippico San Lorenzo” (tel. 0736 turista trova due alberghi in località Ambro, 847053, mob. 330964022), e di un “Centro salute Peppinè (tel. 0736 859171) e Ambro (tel. 0736 859170), naturale” (tel. 0736 848099, mob. 3317649472). Degni il camping Montespino, in località Cerretana di nota sono anche i servizi offerti dal suo “Centro (tel. 0736 859238), e l’agriturismo “La terra del educazione ambientale”, che dispone di aule vento” (tel.0736 845062). Chi è interessato al bed& verdi, di percorsi naturalistici breakfast può sceglie- organizzati, di un Mu- re visitando il sito seo della civiltà www.montefortino.com/ contadina e di un ospitalita.html. Diversi sono “Parco dei cervi “, anche i ristoranti: lungo il lago di S. Ruffino, “Da Peppa”, Via dove è possibile osservare Roma 18 (Tel. 0736 859136); questi maestosi animali (tel. “Il Chioschetto 0733 660477, mob. 3332163287). nel Bosco”, Località Chi è interessato può visi- Ambro. (Tel. 0736859250); tare in rete il sito “Il Gambero”, Via www.dimensionenatura.org Circonvallazione 43 (Tel. A 2 km dall’Abbazia, lungo 0736 859171); “Trina- la strada provinciale che Escursione a cavallo lungo il Lago di S. Ruffino cria”, Loc. Colmartese conduce ad Amandola, si in- (Tel. 0736 850000). -12- ITINERARIO 2 LA STRADA DEL BOSCO DA SMERILLO A MONTEFALCONE ATTRAVERSO IL BOSCO, CON VISITA DEL MUSEO DEI FOSSILI E DEI MINERALI. CONCLUSIO- NE DEDICATA AI SENSI, CON CONOSCENZA DI NOTE AZIEN- DE AGRICOLE LOCALI E DEGUSTAZIONE DI PRODOTTI TIPICI .

LaLa “F “Fessa”essa” di di Smerillo Smerillo

-13- 2 ITINERARIO ITINERARIO 2

PERCORSO PREVALENTEMENTE NATURALISTICO LA STRADA DEL BOSCO

L’ITINERARIO CONTEMPLA LA VISITA DEL MUSEO DEI FOSSILI E DEI MINERALI A SMERILLO, GIUSTO VIATICO PER LA PASSEGGIATA CHE CI CONDURRÀ FINO A MONTEFALCONE ATTRAVERSO IL BOSCO, CON SCORCI E PANORAMI MOZZAFIATO, MA NUMEROSE POSSONO ESSERE LE VARIANTI DEL PERCORSO, TUTTE INTERES- SANTI E DIVERTENTI. L’ESPERIENZA TERMINA CON LA VISITA DI UNA FATTORIA BIOLOGICA NEI PRESSI DEL LAGO DI S. RUFFINO E CON L’ASSAGGIO DI PRODOTTI TIPICI DI ALCUNE NOTE AZIENDE LOCALI. Questo secondo itinerario è limitro- fo al primo e parte della strada da per- correre per arrivare a destinazione è identica. Partendo da Fermo, in loca- lità Campiglione si imbocca la S.P. 239 fino al bivio per Smerillo, presso la frazione Val Tenna, un paio di Km prima dell’abbazia di S. Ruffino pre- sa in considerazione nel precedente percorso. Il paese, poco distante dal bivio, si presenta come un accoglien- te borgo medioevale immerso nel ver- de e nel silenzio, posto su un crinale roccioso che nel punto più alto rag- giunge i 900 metri slm e costituisce In viola è indicato il percorso stradale che da Fermo conduce a un balcone naturale di straordinaria Smerillo, punto di partenza di questo secondo itinerario. bellezza: particolarmente suggestiva è la visione della catena dei Sibillini e degli innu- rale”, prima tappa del presente itinerario. Il merevoli paesi appollaiati in cima alle colline, se- museo si trova nel centro dell’antico borgo, che è condo le caratteristiche storiche e urbanistiche sospeso a strapiombo sulla vallata del fiume tipiche del Fermano e delle Marche. Il nome sem- Tenna ed è parte integrante di una rete museale bra derivare da “smeriglio”, un falco molto diffu- composta anche da “Bosco di Smerillo”, Pi- so e comune, ma è dal sottosuolo che provengono nacoteca d’Arte Contemporanea, Museo parte delle bellezze che il borgo può offrire al vi- Pinacoteca dell’Arte dei Bambini. Per pre- sitatore. Il crinale su cui sorge è infatti il frutto notazioni-informazioni, si può contattare il re- di una serie di stratificazioni geologiche che co- sponsabile Alessandro Tossìci, cell. 328 9455977. stituiscono un vero e proprio giacimento di fossi- ORARIO DI APERTURA: li marini, la cui ricchezza trova testimonianza nel mattino 11:00-12:30 locale “Museo dei fossili e di storia natu- pomeriggio 16:00-18:00

CONSIGLI UTILI:

ITINERARIO PER TUTTI, ADULTI, ANZIA-

NI, BAMBINI: AT TENZIONE A QUEST’ULTI- MI DURANTE LA PASSEGGIATA NEL BOSCO, PERCHÉ LA CRESTA PRESENTA DIRUPI NON SEMPRE PROTETTI DA RECINZIONI.

DURATA: DAL MATTINO AL POMERIGGIO,

DALLE ORE 8.00 ALLE ORE 17.00 CIRCA.

COSA PORTARE: DELLE SCARPE COMO-

DE, CIBO E BEVANDE, NEL CASO DI PRAN-

ZO “AL SACCO”, MA PER CHI VOLESSE SER-

VIRSENE, ANCHE QUESTA ZONA E’ RICCA Smerillo: un balcone affacciato sui Monti Sibillini DI STRUTTURE DI RISTORO (VEDI RUBRICA “SLOW TOURIST” NELLE PAGINE SEGUENTI).

-14- SMERILLO: IL MUSEO DEI FOSSILI E DEI MINERALI

IN VERITA’ DIVERSE SONO LE COSE DA VISITARE IN QUESTO PITTORESCO BORGO E LA SCELTA DEL MUSEO, NEL PIU’ AMPIO CON-

TESTO DEL “CENTRO DI EDUCAZIONE AMBIENTALE”, E’ SOLO FUNZIONALE E PROPEDEUTICA ALLA SUCCESSIVA PASSEGGIATA

NEL BOSCO DI SMERILLO, SECONDO LE CARATTERISTICHE EMINENTEMENTE NATURALISTICHE DELL’ ITINERARIO PROPOSTO. Smerillo sorge su una serie di stratificazioni geo- tura si suddivide in due sezioni e quattro sale, la logiche che costituiscono una vera e propria mi- prima delle quali è dedicata ai minerali ed alle niera di fossili. Infatti, 5 milioni di anni rocce presenti sulla terra; le tre sale fa, quello che oggi si configura come rimanenti ospitano invece i fossili, la un crinale roccioso alto fin 900 metri, maggior parte dei quali locali e risa- era in realtà un fondale marino. I fos- lenti al Pliocene medio inferiore, gli al- sili ritrovati a Smerillo sono resti di tri all’era soprattutto Primaria e Se- conchiglie e crostacei e dimostrano che condaria, provenienti da vari luoghi ita- le rocce su cui sorge il paese si sono liani. Nel museo opera il “Centro di formate appunto nel mare, distante attualmen- educazione ambientale Bosco di Smerillo”, che te circa 40 km, prima del lento sollevamento del- svolge attività didattica ed educazione ambien- la Catena Appenninica. tale: è possibile rivolger- Non poteva quindi man- si al sig. Tossìci anche care un museo dei fossili per visite guidate nel e dei minerali in un borgo bosco, o per informazio- con tali caratteristiche ge- ni sui vari percorsi ologico-ambientali. La naturalistici, di cui cono- struttura è dotata di un sce i caratteri ambienta- parcheggio, di un ingres- li e le specificità botani- so per disabili ed è che e geologiche(cell. 328 visitabile su richiesta. 9455977) Per contattare la Sono previsti servizi di struttura l’indirizzo è il guida, chiaramente a pa- seguente: “Museo dei gamento, ma l’ingresso è fossili e dei minerali”, gratuito (gradita è l’offer- Affreschi sulle pareti della chiesa romanica di S. via Nobili 15, 63020, ta libera). Il museo pos- Caterina, situata in via Dante Alighieri. Smerillo (FM), tel.0734 siede anche una sala vi- 79423. Il turista che ha deo, una per proiezioni, una sala convegni ed un un tempo maggiore a disposizione rispetto a quel- laboratorio per la pulizia e la catalogazione dei lo da noi previsto, a Smerillo può visitare anche fossili, nel quale è messo a disposizione un mi- i resti del “Castrum”, con i suoi punti panora- croscopio mici, quin- per l’os- di la roma- servazio- nica Chie- ne dei sa di Santa micro-fos- Caterina, sili e di la Chiesa preparati dei SS. Pie- botanici. tro e Paolo, Il visita- la Pinaco- tore potrà teca d’Ar- contem- te Con- plare una tempora- raccolta di nea, con fossili sia opere di ol- locali, sia tre 70 auto- prove- ri, e il Mu- nienti da seo Pinaco- altre zone teca del- Resti del “Castrum Smerilli” italiane. l’Arte dei Una porta d’ingresso al castello La strut- Bambini.

-15- DA SMERILLO A MONTEFALCONE : LA VIA DEL BOSCO DALLA “FESSA” DI SMERILLO, UNA SPACCATURA NELLA ROCCIA RICCA DI FOSSILI, FINO A MONTEFALCONE ATTRAVERSO IL BO-

SCO, FRA STRAPIOMBANTI PARETI DI ARENARIA E PANORAMI MOZZAFIATO, MA QUELLO CHE VI PROPONIAMO NON E’ L’UNICO

ITINERARIO POSSIBILE, PERCHE’ TANTI SONO I SENTIERI CHE SOLCANO IL BOSCO, TUTTI INTERESSANTI E DIVERTENTI. L’escursione permette di ammirare panorami tra delimitata da un dirupo sul lato occidentale. Ci i più suggestivi delle Marche. Lo sperone roccio- sono tratti in cui è possibile avvicinarsi allo stra- so su cui sorgono i pa- piombo senza allonta- esi di Smerillo e narsi dal sentiero e go- Montefalcone, costi- dere di un indimenti- tuisce infatti una sor- cabile panorama, ma è ta di balcone naturale consigliata cautela in affacciato sugli Ap- presenza di bambini, pennini, che consente perché mancano di contemplare a Sud il recinzioni di protezio- Massiccio del Gran ne. Nel bosco è possi- Sasso ed i Monti del- bile trovare la la Laga, ad Ovest la roverella, il castagno, il Catena dei Sibillini. cerro, il nocciolo, il Dal Museo dei Fossili carpino, l’acero, il lec- il visitatore deve diri- cio e, più raramente, il gersi verso la vecchia faggio, ovvero il tipo La meta dell’itinerario: il castello di Montefalcone porta Nord del paese, di vegetazione tipico quindi seguire il sen- dell’ambiente collinare. tiero che scende verso il bosco, per arrivare, dopo Nel sottobosco molto comuni sono il ginepro, poche centinaia di metri, alla famosa “Fessa”, una l’erica, il pungitopo ed il caprifoglio, mentre 33 fenditura della roccia molto stretta e ricca di fos- sono le specie di orchidea selvatica censite nel sili del Terziario, in un’area costituita da sabbie, territorio.Non infrequente può essere l’incontro arenarie e conglomerati emersi dal mare in un lon- con il capriolo, ma qui l’animale simbolo è il raro tano passato. Superata la “Fessa” si contiua per falco pellegrino. Il percorso ha una durata di 1 h. il sentiero risalendo verso il paese, uscendo nei circa e termina al castello di Montefalcone. pressi della porta Ovest, per attraversare i rude- L’escursione trova la sua degna conclusione quan- ri dell’antico castello e contemplare il paesaggio do, superato il castello, a pochi passi dal palazzo dal punto più alto del borgo. Si esce poi dall’abi- comunale, ci si può finalmente riposare sul cele- tato seguendo la strada in direzione bre balcone del paese, da cui si gode un incante- Montefalcone vole vista dei per poche centi- sibillini, naia di metri, spaziando con fino al cimitero. lo sguardo per Sulla destra, quasi tutto il proprio di fron- giro dell’oriz- te al cimitero, zonte, dal inizia un sen- mare ai monti. tiero che si Ma per il tu- inoltra nel bo- rista che ha sco, da risalire tempo a di- evitando devia- sposizione, il zioni a sinistra, bosco, che è per arrivare in piuttosto va- prossimità del- sto, e lo stes- la cresta. L’iti- so paese di nerario prose- Montefalcone, gue verso Sud, A sinistra, panorama visibile in prossimità della cresta; offrono altre parallelo alla a destra , un’immagine della “Fessa” ripresa dall’interno. opportunità e cresta, che è sorprese.

-16- DA VISITARE A : Il “Museo dei fossili e di storia naturale”, che è dotato di una sezione dedicata ai fossili locali (1250 esemplari), di una sezione con fossili provenienti da tutto il mondo e di una collezione di minerali davvero notevole (1200 esemplari), con diversi pezzi rari. La sede del museo è Palazzo Felici, che ospita anche una serra con oltre 300 piante grasse ed un polittico di Pietro Alamanno, “Madonna con bambino”, unico del- l’autore rimasto integro. Interessante è anche la visita dei ruderi dell’antico castello, della trecentesca Chiesa di S. Pietro in Penne e della quattrocentesca Chiesa di S. Maria delle Scalette. ALTRI ITINERARI NATURALISTICI: forse non molti sanno che il monte su cui sorgono i paesi di Smerillo e Montefalcone è ricco di sorgenti di acqua sulfurea. Chi è interessato al fenomeno può re- carsi alla frazione di S. Martino al Faggio: dalla S.P. 239, direzione Fermo-Amandola, giunti alla frazione Val Tenna, immediatamente prima della locale farmacia, si svolta a sinistra, quindi si sale fino alla frazione. In prossimità della Polla di acqua sulfurea nel prima casa si svolta a destra, te- bosco vicino a S. Martino al nendo la stessa direzione fino a Faggio, fraz. di Smerillo giungere all’inizio del sentiero. Si scende per circa 1,5 km in mezzo al bosco, arrivando al fondovalle, dove è possibile vedere delle polle sorgive di acqua sulfurea, che tracimando confluiscono nel vicino torrente, affluente del fiume Tenna. Il secondo itinerario inizia in contrada Durano: sempre dal- la S.P. 239 in direzione Amandola, superato l’agriturismo S. Martino (sul lato destro della strada) si imbocca la deviazione a sinistra seguendo le indicazioni per contrada Durano e “Agriturismo Vec- chio Tasso”. E’ proprio dal parcheggio di questo agriturismo che parte il sentiero, grazie al quale, dopo neanche 1 km, è possibile giungere ad un torrente su cui confluiscono acque sulfuree. Il letto è stretto e scavato all’interno di una valle angusta ed a tratti se- gnata da ripidi pendii, in un ambiente umido, ricco di felci e mu- Nell’immagine in alto è visibile schi, con una vegetazione molto intricata. Per il turista più avven- l’ambiente umido tipico turoso potrebbe essere divertente risalire o scendere il torrente fin dell’itineraio che si dipana in dove è possibile, in una atmosfera vagamente “infera”, purché egli contrada Durano; in basso, torren- abbia cura di munirsi di calzature adeguate, visto che il corso d’ac- te di acqua sulfurea poco prima qua, dalla portata invero limitata, da questo punto in poi costitui- della sua confluenza nel fiume sce l’unica forma di sentiero percorribile. Itinerario da evitarsi nei Tenna, in prossimità di S. Ruffino periodi piovosi e da rifuggire in caso di temporale imminente: le strettoie, i tronchi ed i massi che costellano il suo letto non fanno presagire nulla di buono, qualora la portata delle acque aumenti improvvisamente. CURIOSITA’: molte persone si saranno chieste da dove derivi quel pronunciato odore di uova marce che investe il viaggiatore proveniente da Fermo poche centinaia di metri prima dell’Abbazia di S. Ruffino, in prossimità di un ponte tramite il quale la strada supera un piccolo fossato. Per scoprirlo basta im- boccare la deviazione a destra adiacente il ponte, ben visibile per- ché ampia e brecciata, fermare la macchina e salire il pendio albera- to a sinistra: in breve si arriva ad un ruscello dalle acque quasi color petrolio. Seguendone il corso, il viaggiatore potrà appurare come da lì a poco esso precipiti per alcuni metri in una grande poz- za, una specie di piscina naturale, da dove le acque sulfuree conflu- iscono placidamente nel vicinissimo fiume Tenna. Anche queste acque provengono dal bosco di Smerillo e, analizzate, risultano di buona qualità: saranno “pestifere”, ma salubri per il corpo.

-17- AGRICOLTURA DI QUALITA’: SCOPRIAMONE I PRODOTTI LA SFIDA DELLA GLOBALIZZAZIONE E’ STATA RACCOLTA DA DIVERSE PICCOLE AZIENDE AGRICOLE LOCALI, CHE RISPONDONO CON PRODOTTI TIPICI DI QUALITA’ E CON IL BIOLOGICO. RITENIAMO CHE QUESTA REALTA’ PRODUTTIVA DEBBA ESSERE CONO- SCIUTA MEGLIO, SE NON ALTRO PER IL MODO IN CUI ESALTA E DIFENDE L’IDENTITA’ E L’INTEGRITA’ DEL TERRITORIO: ECCO PERCHE’ PROPONIAMO LA VISITA DELLA “FATTORIA BIOLOGICA CORRADINI”, CONCLUDENDO L’ITINERARIO CON UN ASSAG- GIO DI PRODOTTI TIPICI DI AZIENDE COME QUELLE DI MASSIMO DI MULO, DI MASSIMO GRAVUCCI , DI ROBERTO DI MULO E DI GIULIANO TREBBIANI, CREATE DA IMPRENDITORI CHE AMANO MOSTRARE E RACCONTARE CON ORGOGLIO IL LORO LAVORO. Il. nostro itinerario prosegue scendendo da preventive e quel ricorso massiccio ai farmaci che Montefalcone alla solita S.P. 239, per poi prose- caratterizza l’agricoltura tradizionale. Consiste guire in direzione Amandola. Dopo pochi km si proprio nella cura con cui la famiglia svolge que- arriva all’Abbazia di S. sto lavoro, e nell’alimentazio- Ruffino, visitata nel prece- ne sana degli animali, il se- dente itinerario, ed all’omoni- greto della bontà dei salumi mo lago. A breve distanza dal e delle carni prodotte dalla lago e ad un paio di km dal- fattoria, che negli anni si è l’Abbazia, si giunge ad un bi- attrezzata per la vendita di- vio (bivio Marnacchia): pro- retta al pubblico. Oggi, in- prio qui, sul lato destro e adia- fatti, l’impresa dei Corradini cente la strada, si trova l’ul- è dotata di strutture a nor- tima meta del nostro viaggio, ma per la macellazione degli “la Fattoria biologica animali e, su prenotazione, effettua consegna a domici- Corradini”, ben riconoscibile Il logo della fattoria biologica Corradini perché non ci sono altri edifi- lio ad acquirenti che, spesso ci nei pressi dell’incrocio e per solo tramite il passaparola, il cartellone che ne espone il logo. L’azienda è a hanno scoperto la qualità dei suoi prodotti. Le conduzione familiare ed opera dal 1989. Alleva consegne ormai non interessano più solamente mucche, vitelli, pecore, agnelli, maiali, nutriti con la provincia di Fermo, o quelle limitrofe di Ascoli prodotti della terra che i Corradini coltivano e Macerata, ma raggiungono periodicamente la biologicamente (certificazione IMC). Gli ovini zona di Roma e del Bergamasco. Per chi volesse vivono in un ovile quasi interamente all’aperto, contattare la fattoria forniamo il numero di tele- mentre i suini da piccoli sono ospitati con le scro- fono, 0736 848184, ed il sito internet, fe in una stalla aperta, ma in seguito in campi www.lafattoriabiologica.it, posto che tutti i com- recintati dove grufolano e scorrazzano liberamen- ponenti della famiglia sono particolarmente di- te. La stalla, in cui sono presenti circa sessanta sponibili ad illustrare le caratteristiche, gli obiet- bestie, fra mucche e vitelli, è l’orgoglio di tutta tivi e le modalità del loro lavoro ed hanno già la famiglia per i criteri razionali, ecologici e avuto esperienze di laboratori didattici e visite funzionali con cui guidate, anche è stata edificata: scolastiche. E’ costruita preva- grazie al loro im- lentemente in le- pegno che abbia- gno, spaziosa e mo potuto orga- ben areata, evita nizzare un incon- agli animali il tro anche con al- sovraffolamento, tre aziende agri- assicurando cole locali per un quindi condizioni assaggio di vari ambientali più prodotti tipici: ci sane. Tale aspet- riferiamo al- to è fondamenta- l’Azienda di Di le nella produzio- Mulo Massimo, ne biologica, che alleva ovini e spiegano i pro- produce formaggi prietari, perché di pecora, al- consente di evi- Il lavoro quotidiano nella fattoria , che è a conduzione familiare l’azienda “Le tare medicazioni spiazzette”, di

-18- Massimo Gravucci, presidio Slow Food e pro- piccoli produttori che salvano e promuovono col- duttrice di marmellate, all’azienda “Angolo di pa- ture tradizionali di qualità. La sua sede è in in radiso”, di Roberto Di Mulo, che alleva bovini e via Tennacola, 2, 63857 Amandola (FM), ; cell. propone formaggi e yogurt di latte vaccino, e a 339.7031005, oppure, 340.8410982. Non poteva “La madia”, di giuliano Trebbiani, per mancare in una simile circostanza il l’ottimo pane ed i dolci da forno. L’in- pane, quello de “La madia”, di Giulia- contro è stato organizzato nella sede no Trobbiani, fatto come una volta, con dell’azienda agricola “Le spiazzette”, la “pasta madre” e cotto su forno a le- nella vicina Amandola, in un panorami- gna, capace di rimanere buono e morbi- co e bellissimo contesto ambientale: na- do per una decina di giorni, con utilizzo turalmente gli operatori sono disponi- di grano coltivato biologicamente, sen- bili a ripetere l’esperienza in concomitanza di vi- za additivi chimici e pesticidi, macinato a pietra site di gruppo, gite scolastiche o comunque nu- direttamente in azienda. Diverse sono le varietà mericamente consistenti, ma noi forniremo ugual- proposte: fra le tante il pane bianco, il rustico, il mente i loro indirizzi e numeri di telefono, affin- pane di farro, la pizza. “La madia” si trova in ché anche singoli viaggiatori possano contattare località S. Cristoforo di Amandola (FM), tel. individualmente le aziende, per assaggiare, op- 328.3319472. L’azienda agricola “Angolo di Pa- pure acquistare, i loro prodotti e le loro speciali- radiso”, di Roberto Di Mulo, che è anche dota- tà, di cui daremo una sintetica descrizione. Co- ta di un suo spaccio aziendale, propone per l’oc- minciamo con l’azienda che ci ospita in questa casione i formaggi dei suoi allevamenti bovini. Il occasione, e cioè con “Le spiazzette” di Mas- caseificio produce artigianalmente yogurt, simo Gravucci, specializzata nella produzione di caciotta, mozzarella, stracchino, robiola, latte fre- ottime marmellate, realizzate con frutta sana e sco da distribuzione, tutti derivati da un latte coltivata in alta collina con metodi tradizionali. controllato e classificato di alta qualità, sano ed Caratteristica e degna di nota è la marmellata esente da mangimi ogm. Chi volesse contattare di mela rosa dei Sibillini, un frutto antico e au- Roberto Di Mulo può telefonare al n° 3388651026. toctono, che rischiava l’estinzione e che è stato Invece, l’Azienda agricola di Massimo Di rimesso a coltura dal sig. Gravucci. Il tratto di- Mulo, è sita in località Casa di Carlo, 3, 63021 stintivo della mela rosa è la sua lunga Amandola (FM), tel. 0736 847937. Il titolare pro- conservabilità in ambiente naturale, la polpa duce biologicamente avena, mais, orzo, e dispo- acidula e zuccherina e il profumo intenso ed aro- ne di 350 capi ovini condotti in alpeggio dalla pri- matico. Non a caso l’azienda è un presidio Slow mavera all’autunno, grazie ai quali è in grado di Food, e cioè parte di un progetto teso a tutelare i offrire al consumatore ottimi formaggi di pecora.

Per il turista che ha tempo a disposizione e vuole soggiornare più a lungo nei luoghi di questo secondo itinerario, consigliamo un innovativo modello di ospitalità, che è quello costituito dall’albergo diffuso a Smerillo: un’offerta turistico-recettiva che secondo noi è da valorizzare, perché non intacca l’integrità del territorio con nuove costruzioni lesive del tradizionale asset- to urbano. Il soggiorno avviene infatti nelle antiche case del paese, colme di storia e di cultura, permettendo al turista di vivere a contatto con i residenti, di sentirsi parte del vicinato, di condividere costumi e tradizioni. Oggi l’albergo diffuso di Smerillo si avvale di una capacità recettiva di circa 60 posti letto, dislocati in diverse tipologie di alloggi nel borgo e nelle sue frazioni, che fanno capo, però, ad un’unica reception situata nel centro storico del paese. Per informazioni rivolgersi a “Albergo Diffuso Smerillo”, via Parco della Fessa, 2, 63020 Smerillo (FM), Tel: (+39) 335 8052900; sito internet: www.albergodiffusosmerillo.com. Per assaggiare i piatti tipici dell’entroterra marchigiano, merita una sosta il ristorante “Le logge”, situato nel centro storico di Smerillo, in via Parco della Fessa: per prenotazioni, o informazioni, si può telefonare al n° 0734 79129. Tra le altre strutture recettive segnaliamo l’agriturismo “Contrada Durano”, tel. 0734 79359, ed il bed & breakfast “Il vecchio tasso”, tel. 0734 786008, cell. 3391533794.

-19- SCHEDA TEMATICA 1 T 1 T 1 TRADIZIONI MARCHIGIANE BALLI POPOLARI: IL SALTARELLO

DI ORIGINI ANTICHISSIME, IL SALTARELLO E’ UN BALLO POPOLARE DAL RITMO FRENETICO, CON CUI IL CONTADINO MARCHIGIANO ESPRIME-

VA NEL PASSATO LA SUA VITALITA’E LA SUA VOGLIA DI VIVERE, A DISPETTO DI UNA VITA FATTA DI STENTI E DI FATICHE. NEL NUOVO CONTESTO

URBANO E POST-INDUSTRIALE, ESSO RISCHIA L’ESTINZIONE, MA NUMEROSE ASSOCIAZIONI NE TUTELANO OGGI LA SOPRAVVIVENZA. Il ballo ha origini antichissime, legate alla terra erotiche, ma quando si sviluppa nella forma ed alla ciclicità dei lavori agricoli, come molte cantata dello stornello, si presta a veicolare con i danze a tondo che suoi versi i contenuti più percuotono il terreno , PER CONOSCERE IL SALTARELLO disparati, come evidenzia quasi a volerne svegliare Diverse sono le associazioni che nella Pro- un distico localmente il potere e l’energia vitale. vincia di Fermo conservano la memoria del molto celebre: “voglia de Naturalmente, il ballo ha Saltarello, diffondendone la conoscenza, fatigà sardame ‘ddosso / subìto nel corso del tempo partecipando ad eventi pubblici, a feste fatiga tu patrò che io non trasformazioni e o a manifeandoustazioni, in collaborazio- posso”. Attualmente adattamenti dovuti ai ne con enti ed istituzioni preposte alla opera nel territorio un cambiamenti storici ed al tutela delle tradizioni popolari. Chi fos- Comitato per lo Studio e succedersi delle civiltà, se interessato può contattare: “Centro la Tutela del Saltarello eppure è presumibile che studi sul folklore piceno”, tel. 0734 778017, Marchigiano, che sta la versione attuale, di (www.folklorepiceno.it); “I mazzamurelli promuovendo una serie di derivazione otto- de li Sibillini”, tel. 3335756408, iniziative pubbliche con lo novecentesca, abbia (www.mazzamurelli.it); “La cucuma”, tel. scopo di capire, conservato il ritmo 3343193551, (www.lacucumafolk.it); “Grup- documentare e studiare in dell’antica danza, e cioè il po folklorico Ortensia”, tel. 0734 777135, maniera approfondita e tempo ternario, ed il (www.ortensiafolk.it); “I ruspanti della sistematica questo ballo, contesto entro cui essa Val D’Aso”, tel. 0734 931067, che oggi, in un ambiente veniva praticata, che è (www.iruspantidellavaldaso.it) urbano e ormai principalmente quello decontestualizzato, della fine dei lavori più rischia la sua totale impegnativi nei campi, estinzione. quando il contadino Recentemente si è marchigiano dimenticava tenuto un convegno a la fatica bestiale e la Servigliano, per definire e miseria cronica che lo vagliare una proposta di attanagliava inserimento del Saltarello quotidianamente ed nella convenzione esprimeva tutta la sua Unesco per la tutela del vitalità e voglia di vivere patrimonio culturale al ritmo travolgente immateriale dell’umanità. dell’organetto, diffusosi Gruppo folklorico “Ortensia” di Per chi fosse interessato nell’Ottocento e all’argomento, o ad attualmente strumento avvicinarsi a questa principale del ballo, tradizione, offriamo una accompagnato spesso dai serie di numeri telefonici tamburelli. Il saltarello è e di siti web, per anche una danza di contattare e conoscere coppia, di corteggiamento varie associazioni che, e di passione, che molte nella Provincia di Fermo, volte si esprime in figure studiano, tutelano e e movimenti di ballo conservano la memoria e carichi di allusioni la pratica del Saltarello.

-20- ITINERARIO 3 CHIESE ROMANICHE DEI SIBILLINI

ALLA SCOPERTA DI ALCUNI GIOIELLI DELL’ARTE ROMANICA MARCHIGIANA NELL’ALTA VALLE DELL’ASO, FRA I PAESAGGI ED I PANORAMI MOZZAFIATO DEI MONTI SIBILLINI, CON SOSTA ENOGASTRONOMICA A CAMPOFILONE.

La Chiesa di San Giorgio all’Isola

-21- 3 ITINERARIO ITINERARIO 3

ITINERARIO STORICO-ARTISTICO-NATURALISTICO CHIESE ROMANICHE DEI SIBILLINI

L’ITINERARIO PREVEDE UNA BELLISSIMA PASSEGGIATA DA COLLE, FRAZIONE DI MONTEGALLO, ALLA CHIESA DI S. MARIA IN PANTANO, FRA PANORAMI INDIMENTICABILI E MOZZAFIATO, E PROSEGUE FINO ALLA CHIESA DI S. LORENZO IN VALLEGRASCIA. SULLA STRADA DEL RITORNO E’ PREVISTA LA VISITA DI S. GIORGIO ALL’ISOLA, UN ALTRO GIOIELLO DELL’ARTE ROMANICA, ED UNA GUSTOSA SOSTA ENOGASTRONOMICA A CAMPOFILONE Questa volta l’itinerario si snoda lungo la Ascoli, da percorrere fino alla deviazione per Valdaso, che fa da confine fra le provincie di Ascoli Comunanza: dopo la svolta si seguono le indica- Piceno e Fermo, ed il percorso pro- zioni per Montegallo, frazione posto prevede la visita di alcune Colle, punto di partenza per la chiese romaniche nei Monti bellissima passeggiata che ci Sibillini, dei piccoli gioielli, pur- condurrà prima alla chiesa di San- troppo non ben conservati, im- ta Maria in Pantano e quindi a mersi nel verde e in un contesto quella di San Lorenzo in panoramico e paesaggistico indi- Vallegrascia. A tal fine è neces- menticabile: stiamo parlando del- sario contattare il comune di le chiese di Santa Maria in Pan- Montegallo, presso cui bisogna tano, San Lorenzo in Vallegrascia comunque prenotare l’apertura e San Giorgio all’Isola. Partendo Il percorso stradale più rapido e della chiesa di Santa Maria, so- da Fermo la strada più bella è comodo per arrivare a Colle, fra- litamente chiusa: l’ente comuna- senz’altro quella che, passando zione di Montegallo, punto di le avrà infatti cura di inviare in per , segue la partenza di questo itinerario. loco un dipendente che consen- Valdaso fino a Comunanza, quin- tirà di visitare l’interno dell’edi- di continua verso il Lago di Gerosa e giunge a ficio. Il numero per concordare e prenotare data Montegallo, frazione Colle, ma noi consigliamo ed orario è il seguente: 0736 806122. il percorso riprodotto nella cartina, più lungo, ma anche più rapido e comodo, obbligato nel caso il CONSIGLI UTILI: gruppo di turisti sia così numeroso da doversi avvalere della corriera, come nei viaggi di istru- ITINERARIO PER TUTTI COLORO CHE SONO DISPOSTI zione scolastici: infatti un mezzo così ingombran- AD AFFRONTARE UNA PASSEGGIATA DI ALMENO 1 h E 30’. te troverebbe serie difficoltà ad affrontare gli DURATA: DAL MATTINO AL POMERIGGIO, DALLE ORE 8.00 18.00 angusti tornanti che s’incontrano nell’ultimo trat- ALLE ORE CIRCA. COSA PORTARE: to stradale provenendo dalla Valdaso. Più tran- DELLE SCARPE COMODE, CIBO E BEVAN- DE, NEL CASO DI PRANZO “AL SACCO”, MA IN ZONA SONO quilla è allora l’autostrada da San Giorgio fino a PRESENTI STRUTTURE DI RISTORO (VEDI RUBRICA “SLOW San Benedetto del Tronto. All’uscita della citta- TOURIST” NELLE PAGINE SEGUENTI). dina rivierasca si imbocca la superstrada per

Il Monte Vettore visto dai prati di Vallegrascia: l’escursione offre panorami di incomparabile bellezza.

-22- LA CHIESA DI SANTA MARIA IN PANTANO

UNA CHIESA DI ARCAICA BELLEZZA, IMMERSA IN UNO SPLENDIDO SCENARIO NATURALISTICO

Da Colle, si seguono le indicazioni per la chiesa: fianco destro. Dietro le ali del presbiterio c’è la il sentiero è infatti ben segnalato e conosciuto sacrestia, che chiude l’edificio nell’area dagli abitanti del retrostante l’al- luogo. In mez- tare maggiore. z’ora si arriva All’interno, nella alla “Fonte San- campata ta”, che è al cen- presbiteriale, tro di un crocevia sono presenti di- e la cui acqua, versi affreschi. secondo, la tradi- L’altare è dipinto zione è miracolo- con motivi geo- sa e salutare: a metrici e floreali, questo punto mentre la volta, basta percorrere le pareti laterali e poche decine di le parete di fondo La piccola chiesa di Santa metri svoltando evidenziano af- Interno: sono visibili l’alta- Maria in Pantano. a sinistra per ar- freschi di re e la parete affrescata. rivare a destina- Martino Bonfini zione. Il colpo da Patrignone, ri- d’occhio è superbo, non solo per l’arcaica ed arca- salenti al secondo decennio del XVII secolo. Sul- na bellezza di questa piccola chiesa, ma per la le pareti laterali sono rappresentate quattro sce- maestosità del panorama: dal suo portico si gode ne della vita di Maria, affiancate in basso da quat- di una vista stupenda del Monte Vettore, il più tro profeti dell’Antico Testamento ed in alto da alto dei Sibillini. Posta a 1159 metri s.l.m, Santa quattro sibille, in una curiosa mescolanza di Maria in Pantano appare oggi isolata e periferi- profetismo cristiano e pagano. Nella parete di ca, ma nel passato era molto più frequentata, fondo è dipinto il Padreterno con una gloria di an- perché situata lungo una geli. L’edicola posta die- via di collegamento fra tro l’altare racchiude una Fermo e la Salaria, in scultura quattrocentesca un’epoca in cui il transi- della Madonna con bam- to di pellegrini e merci fra bino, mentre ai lati sono Marche, Umbria e Lazio visibili altre due edicole si avvaleva necessaria- frontonate contenenti mente di sentieri monta- delle finestre dipinte. La ni. Fondata nell’VIII se- parete di sinistra, nei ri- colo, attualmente la quadri centrali, mostra chiesa non presenta ele- la Natività e menti strutturali L’Annuciazione (vedi databili prima del XVI Sopra: veduta del Monte Vettore dal Portico foto a fondo pagina). secolo. Frontalmente della chiesa. Sotto: un particolare degli affre- Dopo aver sostato in sono visibili un portico a schi che ne impreziosiscono l’interno questa chiesa si ripren- tre campate, che aderisce de il cammino verso la alla facciata, ed una vela “Fonte Santa”, imboc- ove alloggia un’antica cando il sentiero a sini- campana bronzea. Subi- stra: ci aspetta almeno to dopo il portale, la un’ ora di marcia per ar- struttura esterna si al- rivare a San Lorenzo in laccia ad un corpo Vallegrascia, ma i super- murario più antico, che bi panorami di cui potre- forma le ali del presbite- mo godere durante il tra- rio con due monofore gitto compenseranno am- murate, individuabili sul piamente la nostra fatica.

-23- CHIESA DI SAN LORENZO IN VALLEGRASCIA

ANCORA UN PICCOLO GIOIELLO DELL’ARTE ROMANICA IN GRADO DI SORPRENDERE IL VISITATORE

Superati i panora- stra della croce, la mici prati di creazione di Eva Vallegrascia, si dalla costola di scende seguendo Adamo. Sulla la- il sentiero fino stra posizionata a alla frazione omo- destra prevalgono nima del comune immagini dal com- di Montemona- plesso significato co. Altri 15, 20 mi- simbolico ed epi- nuti e si arriva sodi evangelici alla non lontana come la natività e chiesa di San Lo- la crocifissione renzo. Di origine (vedere la foto in farfense, la sua basso a sinistra). La chiesa di San Lorenzo fondazione risale Da notare, in par- Interno: San Lorenzo al XII secolo. Il ticolare, è la croce, posto in cui sor- che presenta sei ge, che appare oggi del tutto periferico, bracci, in evidente relazione con il fiore nel passato era un passaggio obbligato a sei petali dell’altro pluteo, a ricordo per i mietitori, che dalle terre nursine, del famoso monogramma di Cristo. attraverso il passo del Galluccio, Ambedue le opere erano parte della l’altopiano di Santa Maria in Pantano recinzione che in origine racchiudeva il e Vallegrascia, confluivano verso il fiu- presbiterio della piccola chiesa medioe- me Aso e quindi verso i porti della co- vale. Dal presbiterio è possibile acce- sta adriatica. La struttura della chiesa dere alla cripta sottostante, caratteriz- è in pietra arenaria, con un campanile zata da un colonnato impreziosito da ca- addossato sul lato tergale e un’abside pitelli scolpiti a motivi zoomorfi e semicircolare segnata ritmicamente da floreali a foglie d’acanto, di primitiva esili colonne coronate da archivolti pen- ma grande suggestione. Contemplato sili. L’interno, che in verità risulta piut- per l’ultima volta lo scenario naturale tosto degradato, presenta due navate, costituito dai Sibillini, di cui si può go- una medioevale e l’altra aggiunta nel dere dal piazzale antistante la chiesa, XVI secolo. Ben evidente, a sinistra possiamo riprendere il nostro viaggio, dell’altare, appare una statua del san- Motivi decora- che ci condurrà adesso a San Giorgio to a cui è votata la chiesa, ma i pezzi tivi sui capitel- all’Isola, distante alcuni chilometri e più interessanti sono costituiti dalle li della cripta. raggiungibile necessariamente in mac- due lastre dell’XI secolo, di un’arcaica china o in corriera. Si tenga presente e suggestiva bellezza, scolpite ad opera degli ar- che la chiesa di San Lorenzo e quella di San Gior- tisti Guitonio ed Atto: sulla lastra oggi posizio- gio, che ci apprestiamo a visitare, sono collocate nata a sini- nel territorio stra della di Monte- più antica monaco, per navata, ap- cui la loro pare una apertura va rosa a sei prenotata petali inseri- presso gli ta in un cer- uffici di que- chio e sor- sto comune montata da al seguente una croce; A sinistra, datata XI secolo, è riprodotta una delle due lastre scolpite numero te- appena visi- con scene evangeliche; a destra la chiesa come appare dall’altare. lefonico: bile, a sini- 0736 856141. -24- LA CHIESA DI SAN GIORGIO ALL’ISOLA

IN UN LUOGO AMENO, UNA BELLISSIMA CHIESETTA IMPREZIOSITA DA VIVACI AFFRESCHI

Seguendo la strada che fiancheggia il fiume Aso l’abside, che custodisce resti di affreschi in direzione Comunanza, il visitatore incontra la bizantineggianti del XII secolo, raffiguranti la frazione di San Giorgio al- “Deesis”, o “grande Pre- l’Isola: la chiesa appare sulla ghiera”, con al centro la fi- destra, in un contesto am- gura aureolata del Cristo bientale davvero ameno, Pantocratore. Alla sua de- soprattutto in primavera, stra è visibile la Madonna, quando il prato antistante alla sua sinistra San Gio- la facciata è fiorito ed è vi- vanni. Nei pressi della sibile sullo sfondo il Lago monofora centrale, da un di Gerosa. Edificata intor- lato sono riconoscibili i san- no all’XI secolo, il suo im- ti Paolo, Andrea, Filippo, pianto originario prevedeva Giacomo e Bartolomeo, un’unica navata, orientata mentre dall’altro lato emer- lungo l’asse Ovest-Est. ge la figura di San Pietro. Nel XVI secolo vennero L’interno della chiesa di San Giorgio Terminata la visita della aggiunte una seconda nava- chiesa, possiamo riprende- ta, una sacrestia sul lato re il nostro viaggio, con de- opposto e una torre sulla facciata, che presenta stinazione Campofilone, un paese della provin- alla base un criptoportico con volta ogivale e alla cia di Fermo prossimo alla costa, ma questa volta sommità una struttura a vela, dove alloggiano le passando lungo la Valdaso, seguendo le indica- campane. Verso Oriente l’edificio è chiuso da zioni per Comunanza e quindi per . un’abside semicircolare. All’interno dell’edificio la navata originale è divisa in tre campate irrego- lari da pilastri che sorreggono due archi ogivali. AUTO O CORRIERA? ALCUNI CONSIGLI UTILI. Ai lati delle campate, sui pilastri e dietro l’alta- I gruppi numerosi che intraprendono l’itinerario con re, si notano vari affreschi che rappresentano di- la corriera, dovranno dare indicazioni all’autista af- versi santi (San Sebastiano, Sant’Antonio Aba- finché, arrivato a Colle, torni indietro a Montegallo, te, San Bartolomeo, San Giorgio), ma anche una per poi dirigersi alla chiesa di San Lorenzo, nel co- Madonna con Bambino e una Crocefissione, tutti mune di Montemonaco, dove attenderà il gruppo risalenti al XVI secolo ed attribuiti a Giacomo degli escursionisti al termine della sua camminata, e Agnelli di proseguirà il Patrignone, un viaggio verso autore minore San Giorgio al- della pittura l’Isola e , ultima popolare tappa, marchigiana. In- Campofilone. I teressante è il piccoli gruppi baldacchino ad- dotati di macchi- dossato sullo na, è meglio che sfondo, che reca si fermino ai pa- visibile la data noramici prati di della sua costru- Vallegrascia, so- zione, il 1555, ed pra Santa Maria offre allo sguardo in Pantano, per del visitatore poi percorrere a La chiesa di San Giorgio Dietro l’altare è visibile molte immagini ritroso lo stesso all’Isola vista dall’esterno l’immagine di San Giorgio votive, fra cui sentiero e recupe- quella del Santo rare l’auto, rag- che dà il nome alla chiesa, raffigurato secondo la giungendo con tale mezzo la chiesa di San Lorenzo e tradizione, in groppa ad un cavallo mentre con la le località successive, a meno che non siano disposti, lancia trafigge il drago. Altrettanto importante è a raddoppiare la durata della camminata.

-25- ENOGASTRONOMIA A CAMPOFILONE

ANCHE QUESTO PERCORSO PREVEDE UNA SOSTA PER CONOSCERE LE TRADIZIONI ENOGASTRONOMICHE DEL FERMANO, CHE A CAMPOFILONE VANTANO PRODOTTI DI ECCELLENZA L’ultima tappa del nostro itinerario prevede l’or- fra questi non poteva mancare il sig. Luigi mai consueto incontro con la tradizione enogastro- Recchi, a capo di una fattoria biologica con nomica del Fermano. Seguendo la Valdaso arri- sede nel vicino paese di , che produce ali- viamo a Cam- menti, carni e prodotti insaccati di alta qualità, pofilone, ma sen- indispensabili per onorare gli ottimi vini e da que- za svoltare ver- sti onorati ed esaltati a loro volta. Possiamo as- so il paese, che è sicurarvi che l’incontro è stato un vero trionfo dei in cima alla colli- sensi, consigliabile vivamente, coronato con i pro- na: proseguiamo dotti dell’Azienda agribiologica dei F.lli invece per poco Malavolta, con sede a Marina di , verso Pedaso, che ha proposto frutta e confetture di marmella- fino a svoltare a ta. Particolarmente apprezzata è stata la marmel- destra seguendo lata biologica al cocomero, ma vi possiamo assi- l’indicazione per curare che anche quelle alla pesca ed alla ciliegia l’Azienda sono eccellenti. Come abbiamo già spiegato in vitivinicola precedenza, un incontro come quello da noi speri- “Castello mentato e proposto è pensabile solo nel caso di Panorama dall’azienda vi- Fageto”. Il luo- gruppi numerosi, alrtimenti il visitatore dovrà ri- nicola di Castello Fageto go è splendido, volgersi alle sin- con vista mare e gole aziende per delle bellissime cantine, dove ci accoglie il pro- l’assaggio e l’ac- prietario, sig. Claudio di Ruscio, erede di un’espe- quisto dei pro- rienza accumulata ormai da tre generazioni, che dotti. Noi fornia- ha partecipato con successo ed attivamente alla mo qui i recapiti rivoluzione qualitativa che ha coinvolto negli ul- telefonici e gli in- timi anni il mondo del vino. 18 ettari di terreno dirizzi per chi vo- sono impegnati nella viticultura e grazie alle par- lesse concordare ticolari condizioni pedoclimatiche, alla cura nella degli incontri: scelta clonale delle barbatelle ed alla collabora- Azienda Agri- zione dell’enologo Pierluigi Lorenzetti, l’azienda cola Terra è in grado di produrre vini di qualità biologici, Fageto, tel. 0734 sani e dal carattere tipico. Citiamo, fra i vini che 931784, E-mail: Una veduta delle canti- è possibile acquistare ed assaggiare, Il “Fanèsia”, [email protected]; ne di Castello Fageto il “Letizia”, il “Falerio”, il “Bianco di Elisena”, il Malavolta “Novello” ed il “Fiore”, tutti eccellenti e delizio- Agricolcitura si. Naturalmente, essendo il nostro gruppo nu- biologica, tel. 0735 778079, E-mail: meroso, è stato possibile organizzare a Castello [email protected]; Fattoria Biologica Fageto un incontro di più produttori della zona e Recchi Luigi, tel. 0734 658646.

Anche in questo caso, per i turisti che avessero un maggior tempo a disposizione ed il desiderio di soggiornare qualche giorno in più nei luoghi descritti, forniamo qualche indirizzo utile. Montemonaco: Hotel Monti Azzurri, Via Roma 18; La Cittadella dei Monti Sibillini, equidistante da San Lorenzo e San Giorgio all’Isola; Montegallo: Hotel Vettore, località Balzo; Campofilone: Hotel Perla, località Pontenina, Marina di Campofilone. Numerosi sono comunque in tutti e tre i comuni le pensioni, gli agriturismi ed i Bed & breakfast.

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