Storie Di Miniere E Sorgenti
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Silvano Pucci Storie di miniere e sorgenti nei Comuni di Montaione, Gambassi Terme e dintorni a cura di Rino Salvestrini 1 2 Silvano Pucci Storie di miniere e sorgenti nei Comuni di Montaione, Gambassi Terme e dintorni a cura di Rino Salvestrini 1 3 Abbreviazioni ASCM = Archivio Storico Comune di Montaione. S.M.F. = Società Mineraria Fiorentina. S.M.M. = Società Mineraria Montaionese. DOC = Raccolta di Documenti su Miniere e Sorgenti. I documenti citati nel presente lavoro, si trovano in copia presso le Biblioteche Comunali di Montaione e Gambassi Terme, con il numero di ogni capitolo e il relativo numero progressivo. Per tutti è possibile riprodurre sia il testo del libro che la raccolta dei documenti. 4 1. Presentazione Qualche anno fa, ho conosciuto Silvano Pucci e come esponenti della “pensione attiva”, siamo diventati subito “colleghi” e amici. Così abbiamo iniziato a percorrere le colline del Centro Toscana alla ricerca di miniere, sorgenti e pure ruderi di chiese e castelli e anche degli ambienti silvestri ancora intatti. Da molti anni, Capostazione prima e Ispettore delle Ferrovie dello Stato dopo, e sebbene diplomato in agraria, Silvano Pucci si è appassionato allo studio delle ricchezze del sottosuolo, della Toscana in particolare. Per oltre 30 anni ha frugato in tutti gli anfratti alla ricerca puntigliosa e precisa delle vecchie miniere, si è dedicato alla collezione di minerali e di conchiglie, riempiendo varie vetrine di casa. Inoltre è un appassionato ricercatore di documenti in molti archivi ed enti riguardanti le miniere e le sorgenti, consultando in quantità incredibile, materiale che ha riprodotto e inventariato con un sistema tutto suo. Silvano, sebbene ancora “giovane pensionato”, non si è convertito al computer e ha scritto a mano questo libro su pagine sparse, corrette e modificate, con rimandi, aggiunte e cancellazioni, cosa che è normale, ma che ora non si verifica più col computer che permette…., ma lasciamo andare perché non sono riuscito a farlo spippolare sulla tastiera. Io ho semplicemente curato questi fogli, dando un ordine, un criterio storico e logistico e soprattutto li ho copiati sul computer e poi passati a Silvano che, con la sua meticolosa precisione, con i ripensamenti, con le limature ecc, me li ha fatti correggere più volte. In conclusione posso affermare che, date le conoscenze e la passione di questo studioso, che supera alla grande il concetto di dilettante, ne è venuta fuori una trattazione esaustiva e originale delle ricchezze minerarie della zona del “Parco Benestare” di recente istituzione. Certo che molti di questi siti analizzati erano stati studiati singolarmente, ma Pucci ha visto la zona nel suo insieme, globalmente, con uno studio che nessuno aveva mai tentato e che oggi, sebbene le miniere siano, tutte o quasi, inattive, l’argomento torna all’attenzione dal punto di vista storico, naturalistico, paesaggistico, escursionistico e, perché no, anche turistico. 5 Come dice il titolo del libro, la zona presa in esame da Pucci, non è che una parte limitata rispetto alle sue conoscenze in materia, che spaziano in gran parte della Toscana ed oltre; le miniere e le sorgenti analizzate quasi tutte si trovano nei Comuni di Gambassi Terme e Montaione, cioè in quello che si chiama Parco Benestare, ma parlando delle miniere nei Casciani non poteva ignorare quelle che sono oltre il confine in Comune di S. Gimignano, come doveva superare i limiti dei confini per le Cetine che stanno a cavallo fra Gambassi Terme e Volterra, oppure per Cedri che ora è nel Comune di Peccioli, ma un tempo era di Montaione. Per me è stata una bellissima esperienza, prima di tutto col seguire a malapena Silvano che, come un cinghiale, penetra nei boschi folti, poi per avere imparato tante cose di geologia e di mineralogia con i suoi documenti e con le sue spiegazioni orali nelle lunghe escursioni su quelle colline che credevo di conoscere, ma ben poco sapevo della storia delle ricerche di quei tesori sotto terra. Con queste pagine Silvano Pucci ha fermato sulla carta tutte quelle conoscenze personali che diverranno patrimonio collettivo: e questo è molto. (Rino Salvestrini) 6 2. La geologia della zona La serie dei modesti rilievi di Iano, Montaione, Gambassi Terme, il Cornocchio e il Poggio del Comune, che fa da spartiacque fra Era ed Elsa e che si prolunga a Nord verso il Monte Pisano e a Sud verso la Montagnola Senese e oltre, costituisce un tratto della Dorsale Medio Toscana, perché interposta fra le alture che bordano la costa tirrenica ad Ovest e l’Appennino ad Est. Si tratta prevalentemente di un alto strutturale separato da altre emergenze con faglie ad andamento appenninico (Nord - Sud) e circondato da bassi strutturali e vallate laterali che ben lo caratterizzano e lo delimitano. Non mancano fratture ad andamento antiappenninico che contribuiscono a movimentarne e frastagliarne l'orografia e la morfologia. La principale frattura, appenninica, è lato Ovest e parte da Iano verso Torri e il Palagio. Qui si scinde in due rami: il più alto prosegue per Linchianino, La Striscia, Mommialla e Treschi. Il ramo basso, più occidentale, va verso i Torricchi e i Vaiani per perdersi a Cozzano e nella vallata del Capriggine. Di una frattura antiappenninica piuttosto evidente parleremo a proposito delle putizze del Fregione. Come in un libro aperto a tutte le pagine, da Iano al Poggio del Comune affiorano i terreni più svariati e delle diverse epoche passate; a tale proposito nulla di più o di meglio si può dire di quanto l'insigne geologo Bernardino Lotti, che a cavallo fra Ottocento e Novecento percorse pesticciando in lungo e in largo ogni angolo della Toscana e altrove, per accertarsi personalmente di ogni particolarità geologica, annotò e descrisse con dovizia di erudite deduzioni alle cui fonti non ci si può esimere dall'attingere costantemente. Poiché però qualcosa bisogna pur dire anche qui, estrapoleremo alcune sue osservazioni cercando di adattarle alla nostra situazione particolare, parziale e locale alla luce anche delle moderne vedute le quali, se da un lato hanno ampliato, chiarito e meglio definito tante problematiche geologiche della zona, allora rimaste irrisolte, hanno anche aperto nuovi scenari di indagine e di ricerca impensabili fino a pochi anni fa. I dintorni di Iano dunque, col loro Poggio dei Cipressini che si eleva a 489 metri sul livello del mare, sono sicuramente la località geologicamente più interessante ed affascinante di tutta la Dorsale; qui affiorano lembi di terreni paleozoici del Carbonifero, i più antichi 7 dell'intera Toscana continentale. Si tratta di straterelli scistosi, argillosi e sabbiosi in varia proporzione, qualche volta carboniosi, bituminosi o cinabriferi di color grigio ferro che hanno fornito, soprattutto nei tempi passati grazie anche a ricerche minerarie, dovizia di interessantissimi fossili di clima caldo umido: vegetali di ambiente lagunare negli strati inferiori, animali di ambiente marino seppur poco profondo, nelle parti superiori, marcatamente più ardesiache. I lembi affioranti del Carbonifero individuati dal Lotti furono tre: alla Cava, al Palagio e nel Fregione. Fra il primo e il secondo si interpongono terreni eocenici e pliocenici, fra il secondo e il terzo eufotide pure eocenica. Alcuni autori moderni non menzionano il terzo affioramento; altri ancora danno continuità fisica, che almeno in profondità certamente esiste, unificando in uno i due affioramenti della Cava e del Palagio, lasciando a sé stante il terzo del Fregione. Sempre a Iano e generalmente attribuibile al Permiano, appare il Verrucano tipico, che affiora anche in altre zone della Dorsale. Come noto, il termine fu introdotto nel 1832 dal grande scienziato pisano Paolo Savi e deriva dagli analoghi conglomerati che costituiscono il Monte Verruca, così chiamati dai cavatori locali che li usavano soprattutto per fare macine. Il passaggio dal Carbonifero al Permiano avviene gradualmente e si riconosce in particolare dal variare della colorazione delle rocce, da nerastre quelle carbonifere molto scistose, a verdi o rossastre quelle permiane che si chiudono in alto con le anageniti del Verrucano tipico. Dopo la generale carenza di terreni mesozoici del Trias inferiore, il Trias superiore appare col Retico che succede con brusco passaggio al Permiano con estesi affioramenti di calcari di varia natura, spesso cavernosi e fessurati, e gessi la cui origine sembra derivare almeno in parte dalla trasformazione tuttora in atto di detti calcari ad opera di agenti solfatizzanti una volta particolarmente numerosi ed attivi nella zona, compreso anche lo zolfo proveniente dall'alterazione delle piriti presenti qua e là, sia in ammassi che più frequentemente diffuse. Altra particolarità interessante, pur da prendersi con la dovuta prudenza, è che a Iano la normale serie di queste formazioni si invertirebbe rovesciandosi. Una trivellazione per il carbone avrebbe evidenziato che il Carbonifero riposerebbe sul più recente Verrucano e questo sul calcare ancor più recente. Come diremo fra poco, Lotti, peraltro molti anni prima della trivellazione non poté evidenziare tale situazione che, se accertata definitivamente, sarebbe di notevole importanza geologica. 8 Bernardino Lotti (1847-1933) fu uno dei più eminenti geologi italiani a cavallo dell’Ottocento e Novecento. Prima matematico e poi ingegnere, sono sue le soluzioni a tanti interrogativi scientifici allora sul tappeto. Non è azzardato dire che laddove non trovò la soluzione fu per mancanza di mezzi di indagine adeguati o perché sarebbe stata necessaria una interdisciplinarietà fra le varie scienze allora difficile a concretizzare. Anche sotto il profilo pratico, le sue conoscenze e deduzioni lo portarono a scoprire, fotografare e valorizzare tanti giacimenti minerari. In Toscana basta ricordare le piriti di Boccheggiano, Gavorrano e Massa Marittima e il cinabro di Pereta e di tutto l’Amiata. Apprezzata fu la sua opera durante la permanenza al Regio Comitato Geologico, soprattutto per l’esattezza delle carte geologiche da lui redatte, alla presidenza della Società Geologica Italiana e come membro ascoltato in tante istituzioni straniere.