Universita Degli Studi Di Udine

Total Page:16

File Type:pdf, Size:1020Kb

Universita Degli Studi Di Udine UNIVERSITA DEGLI STUDI DI UDINE CORSO DI DOTTORATO DI RICERCA IN STORIA DELL’ARTE CONTEMPORANEA CICLO XXII TESI DI DOTTORATO DI RICERCA BOURDELLE, BERNARD, MAILLOL: INFLUENZE FRANCESI NELLA SCULTURA ITALIANA DEGLI ANNI VENTI DOTTORANDA FABIANA SALVADOR RELATORE FLAVIO FERGONZI INDICE Introduzione I. Bourdelle e l’Italia p. 7 I bronzi di Bourdelle nella collezione Ojetti p. 26 Il rilievo p. 34 L’Héraklès archer p. 43 Il Monument de Montauban p. 51 Il Centaure mourant p. 60 Il Monument du général Alvéar p. 66 II. Bernard e l’Italia p. 72 A Parigi i primi influssi nell’opera di Andreotti: ritmi bilanciati e arcaismo orientale p. 78 La recezione in ambito romano e la fortuna nelle arti decorative p. 83 Grazia e arcaismo p. 90 III. Maillol e l’Italia p. 99 Suggestioni a Parigi prima del 1914: Andreotti e Romanelli p. 110 Attilio Selva: un Maillol mediato da Mestrovic e dalla stampa tedesca p. 117 Martini e Maillol: il mondo visto plasticamente p. 127 Maillol: l’affermazione di un linguaggio scultoreo attraverso le esposizioni p. 139 I. Bourdelle e l’Italia. Illustrazioni p. 153 II. Bernard e l’Italia. Illustrazioni p. 191 III. Maillol e l’Italia. Illustrazioni p. 209 APPENDICE A. Opere di Bourdelle esposte in Italia p. 231 APPENDICE B. Opere di Bernard esposte in Italia p. 253 APPENDICE C. Opere di Maillol esposte in Italia p. 267 Corrispondenza Emile Antoine Bourdelle e Ugo Ojetti p. 271 Bibliografia p. 295 Tesi di dottorato di Fabiana Salvador, discussa presso l’Università degli Studi di Udine Introduzione Il catalogo della mostra La sculpture française au XIX siècle, curata da Anne Pingeot nel 1986, segna un cambiamento fondamentale nell’approccio agli studi della scultura. Vengono affrontate sezioni tematiche che mettono in rilievo la formazione degli scultori, l’evoluzione delle tecniche, le commissioni e il rapporto con gli architetti, le esposizioni e i generi scultorei. Se fino a quel momento la storia della scultura italiana è stata scritta perlopiù da critici militanti che si soffermano sul lavoro di artisti prediletti o sulle correnti artistiche ritenute più significative, da allora in avanti anche in Italia si capisce che studiare gli scultori attraverso il semplice punto di vista formalistico, quello della sequenza delle opere nel loro catalogo ragionato, ammesso sia disponibile e attendibile, è limitativo; per comprendere di più è necessario ampliare il campo della visione e le tecniche dell’indagine. Risulta dunque fondamentale considerare la storia sociale dell’arte, per capire a esempio lo status di mestiere di scultore nell’ambiente in cui l’artista si forma; la ricerca d’archivio, per trovare i documenti relativi alle committenze e ai concorsi pubblici e capirne sviluppi ed eventuali condizionamenti; la storia delle istituzioni e in modo particolare quelle espositive per ricostruire in modo capillare la diffusione di modelli internazionali; la storia dell’editoria artistica per rilevare l’informazione visiva della scultura coeva. Vengono così pubblicati studi monografici che offrono prospettive originali (Giovanni Lista e Paola Mola su Medardo Rosso e su Adolfo Wildt, Nico Stringa su Arturo Martini, la mostra della scuola di Udine su Marcello Mascherini a Trieste nel 2007); mentre altri lavori affrontano questioni che si allontanano dagli artisti stessi e pongono l’accento sulle fonti visive antiche e su quelle coeve internazionali, sui contatti e scambi stilistici con i pittori e sui rapporti epistolari con uomini di potere nel sistema delle arti del tempo (a esempio le ricerche di Sandra Berresford su Leonardo Bistolfi, di Franco Sborgi e Caterina Olcese Spingarda su Eugenio Baroni, di Silvia Lucchesi e di Claudio Pizzorusso su Libero Andreotti, di Giuseppe Appella sugli scultori della Scuola Romana). L’interesse rivolto allo studio della scultura italiana si intensifica a partire dagli anni Novanta ed è documentato anche Tesi di dottorato di Fabiana Salvador, discussa presso l’Università degli Studi di Udine 1 dalla pubblicazione di contributi specifici riguardanti singole opere (soprattutto monumenti pubblici), che sono stimolati dalla valorizzazione delle raccolte museali e dal riordino degli archivi di istituzioni pubbliche e private. L’argomento della mia tesi, l’assimilazione delle opere di Emile Antoine Bourdelle, Joseph Bernard e Aristide Maillol nella scultura italiana degli anni Venti, viene proposto come un possibile approccio allo studio del periodo. Bourdelle, Bernard, Maillol sono gli artisti che in Francia, in reazione all’arte di Rodin, esprimono in modo determinante il ritorno alla forma e a uno stile che nell’arte greca ricerca le proprie componenti strutturali. Nel 1905 Aristide Maillol espone al Salon d’Automne una grande Femme, la Méditerranée, emblema della sua statuaria statica, concentrata sulla manifestazione della bellezza attraverso forme piene e tondeggianti; tra il 1907 e il 1911 Joseph Bernard realizza il Monument à Michel Servet, che mostra l’evoluzione dell’artista dalle premesse rodiniane di un’estetica violenta verso concezioni più calme e delicate; e nel 1910 la presentazione dell’Héraklès di Emile Antoine Bourdelle al Salon de la Société Nationale appare come il manifesto della forma esaltata e pensata come un’architettura. Di recente un’importante mostra organizzata dal Musée d’Orsay, Oublier Rodin?, ha trattato la questione legata alla scultura a Parigi fra il 1905 e 1914, puntualizzando la difficoltà e il significato del superamento della lezione dello scultore che alla fine dell’Ottocento in Francia aveva focalizzato in modo esclusivo il panorama scultoreo e all’Esposizione Universale del 1900 aveva raggiunto l’apoteosi, conquistando un posto stabile fra le glorie artistiche mondiali. Se il rapporto di Rodin con gli scultori italiani è stato studiato da Flavio Fergonzi, e un ulteriore approfondimento ha interessato la tesi dottorale di Barbara Musetti, la reazione all’impressionismo e l’assimilazione di una plastica moderna di matrice francese nel classicismo scultoreo italiano risulta essere un argomento poco investigato. La mostra dedicata a Bourdelle nel 1994, tenutasi in Italia e curata da Bruno Mantura, rappresenta il contributo più importante sul tema; in particolare il saggio di Silvia Lucchesi, che spiega la fortuna dello scultore negli scritti di Ugo Ojetti, offre spunti bibliografici che mettono in luce la varietà degli stimoli innovativi forniti dallo scultore. Fra questi di fondamentale rilievo sono il libro di Rossella Campana su Romano 2 Tesi di dottorato di Fabiana Salvador, discussa presso l’Università degli Studi di Udine Romanelli, i saggi di Giovanna De Lorenzi sulla scultura monumentale di Arturo Dazzi e quello di Cristina Frulli sul monumento di Silvio Canevari ai caduti di Pistoia. Lo studio di Claudio Pizzorusso e Silvia Lucchesi sulle lettere di Libero Andreotti restituisce l’esperienza dell’artista nella capitale francese e il determinante rapporto con Ojetti. Per una campionatura delle opere interessanti prodotte nel periodo considerato, il libro di Francesco Sapori, Scultura italiana moderna del 1949 rappresenta ancor oggi la più ricca antologia di statue del primo quarantennio del secolo, anche se priva di ogni storicizzazione. Tuttavia è lo spoglio delle riviste italiane del tempo, in particolare “Emporium” e “L’Illustrazione Italiana”, e dei cataloghi delle maggiori esposizioni, a fornire le immagini delle sculture più discusse dalla critica del tempo. La consultazione delle schede bibliografiche nel dizionario degli scultori italiani di Alfonso Panzetta risulta poi imprescindibile. L’identificazione delle opere degli artisti francesi transitate in Italia restituisce un repertorio fondamentale di modelli osservati direttamente dagli scultori italiani; altre fonti visive di rilievo vengono offerte dallo spoglio delle riviste d’arte, in particolare quelle francesi, come “L’Art et les artistes”, “Art et décoration”, “L’Amour de l’Art”, la cui diffusione è documentata in Italia. La plastica solida, concisa e architettonica proposta dagli artisti francesi si osserva innanzitutto negli scultori italiani che nel periodo dell’anteguerra dimorano a Parigi o hanno comunque interesse a esporre al Salon d’Automne. Fra questi spiccano i nomi di Andreotti, Romanelli, Cataldi, Biagini, Baroni e Martini che negli anni Venti rielaboreranno la suggestiva esperienza. Nell’Italia del postimpressionismo, un ruolo fondamentale viene riconosciuto al critico Ugo Ojetti che, abbracciando le teorie neotradizionaliste di Maurice Denis e mosso da sentimenti nazionalistici, invoca un rinnovamento dell’arte, basato sulle tradizioni e su un’idea di classicità. Ojetti sostiene il ritorno al mestiere, la chiarezza comunicativa, l’equilibrio fra la sintesi ideale della forma e l’amore per la natura. E’ fondamentalmente un arbitro del gusto che educa grazie a una fervente attività di promozione culturale, realizzando mostre, intervenendo nelle acquisizioni di musei e gallerie e guidando molti concorsi pubblici. La rivista “Dedalo” da lui fondata e diretta dal 1920, la rassegna d’arte di maggior attualità e apertura internazionale uscita negli Tesi di dottorato di Fabiana Salvador, discussa presso l’Università degli Studi di Udine 3 anni tra le due guerre, promuoverà la conoscenza dell’arte contemporanea, con un occhio particolarmente attento a quella francese. L’opera di Bourdelle viene valorizzata e proposta da Ojetti grazie a un’importantissima mostra individuale alla Biennale veneziana del 1914, ricostruita attraverso lo studio della corrispondenza fra l’artista e
Recommended publications
  • André Derain Stoppenbach & Delestre
    ANDR É DERAIN ANDRÉ DERAIN STOPPENBACH & DELESTRE 17 Ryder Street St James’s London SW1Y 6PY www.artfrancais.com t. 020 7930 9304 email. [email protected] ANDRÉ DERAIN 1880 – 1954 FROM FAUVISM TO CLASSICISM January 24 – February 21, 2020 WHEN THE FAUVES... SOME MEMORIES BY ANDRÉ DERAIN At the end of July 1895, carrying a drawing prize and the first prize for natural science, I left Chaptal College with no regrets, leaving behind the reputation of a bad student, lazy and disorderly. Having been a brilliant pupil of the Fathers of the Holy Cross, I had never got used to lay education. The teachers, the caretakers, the students all left me with memories which remained more bitter than the worst moments of my military service. The son of Villiers de l’Isle-Adam was in my class. His mother, a very modest and retiring lady in black, waited for him at the end of the day. I had another friend in that sinister place, Linaret. We were the favourites of M. Milhaud, the drawing master, who considered each of us as good as the other. We used to mark our classmates’s drawings and stayed behind a few minutes in the drawing class to put away the casts and the easels. This brought us together in a stronger friendship than students normally enjoy at that sort of school. I left Chaptal and went into an establishment which, by hasty and rarely effective methods, prepared students for the great technical colleges. It was an odd class there, a lot of colonials and architects.
    [Show full text]
  • Annual Report 2018/2019
    Annual Report 2018/2019 Section name 1 Section name 2 Section name 1 Annual Report 2018/2019 Royal Academy of Arts Burlington House, Piccadilly, London, W1J 0BD Telephone 020 7300 8000 royalacademy.org.uk The Royal Academy of Arts is a registered charity under Registered Charity Number 1125383 Registered as a company limited by a guarantee in England and Wales under Company Number 6298947 Registered Office: Burlington House, Piccadilly, London, W1J 0BD © Royal Academy of Arts, 2020 Covering the period Coordinated by Olivia Harrison Designed by Constanza Gaggero 1 September 2018 – Printed by Geoff Neal Group 31 August 2019 Contents 6 President’s Foreword 8 Secretary and Chief Executive’s Introduction 10 The year in figures 12 Public 28 Academic 42 Spaces 48 People 56 Finance and sustainability 66 Appendices 4 Section name President’s On 10 December 2019 I will step down as President of the Foreword Royal Academy after eight years. By the time you read this foreword there will be a new President elected by secret ballot in the General Assembly room of Burlington House. So, it seems appropriate now to reflect more widely beyond the normal hori- zon of the Annual Report. Our founders in 1768 comprised some of the greatest figures of the British Enlightenment, King George III, Reynolds, West and Chambers, supported and advised by a wider circle of thinkers and intellectuals such as Edmund Burke and Samuel Johnson. It is no exaggeration to suggest that their original inten- tions for what the Academy should be are closer to realisation than ever before. They proposed a school, an exhibition and a membership.
    [Show full text]
  • CABANEL ALEXANDRE (Francia) Nato Montpellier, 28 Settembre 1823
    CABANEL ALEXANDRE (Francia) Nato Montpellier, 28 settembre 1823. Morto a Parigi, 23 gennaio 1889. Allievo di François-Édouard Picot all'École des Beaux-Arts, ottenne il secondo Prix de Rome nel 1845, passando così cinque anni a Villa Medici a Roma. Ottenne grande fama con la Nascita di Venere, acquistata da Napoleone III nel 1863. Lo stesso anno fu nominato professore all'École des Beaux-Arts e membro dell'Académie des Beaux-Arts. Membro di giuria per 17 volte dal 1868 al 1888 del Salon, ne ricevette la medaglia d'onore nel 1865, 1867 e 1878. Fu pittore di storia, di genere e ritrattista: conteso dai collezionisti d'Europa e d'America, richiesto come ritrattista, fu nemico del Naturalismo e dell'Impressionismo, e fu attaccato da Émile Zola e da tutti coloro che difendevano la necessità di un'arte meno soave e più realista. Il collega Edouard Manet lo disprezzava. La tela Nascita di Venere gli valse grande notorietà e numerose committenze. Durante l’Ottocento al tema del nudo sdraiato si dedicarono pittori affermati come Renoir e Courbet, Ingres e Gauguin e Van Gogh. Molto ricercato come ritrattista, ebbe moltissimi allievi, fra cui alcuni raggiunsero la notorietà. FILATELIA BENIN Anno 2003, CENTRO AFRICANA REP. Anno 2014 (BF 752), GUINEA BISSAU Anno 2013 (5216), MALI Anno 2011, SPAGNA Anno 2013 Busta Postale. SAO TOME’ 2000 SPAGNA BUSTE POSTALI CABOT FRANCISCO SANS (Spagna) Nato il 9 aprile 1828 a Girona. Morto il 5 Maggio 1881 a Madrid.- Pittore catalano diresse il Museo del Prado dal 1873 al 1881 Figlio di un navigatore della Royal Navy spagnola, frequentò la Escola de la Llotja (1850-1855), dove, all’inizio, seguì corsi di oreficeria (per volon- tà della sua famiglia), ma li interruppe per dedicarsi alla pittura.
    [Show full text]
  • Cézanne Portraits
    © Copyright, Princeton University Press. No part of this book may be distributed, posted, or reproduced in any form by digital or mechanical means without prior written permission of the publisher. Introduction: The Reading of the Model JOHN ELDERFIELD La lecture du modèle, et sa réalization, est quelquefois très lent à venir pour l’artiste. Cézanne to Charles Camoin, 9 December 19041 Paul Cézanne was born in Aix-en-Provence on 19 January 1839, and died there aged sixty-seven on 23 October 1906. He made almost 1,000 paintings, of which around 160 are portraits.2 This publication accompanies the only exhibition exclusively devoted to these works since 1910, when Ambroise Vollard, who had been the artist’s dealer, showed twenty-four ‘Figures de Cézanne’. The present, much larger selection was chosen with the aims of providing a guide to the range and development of Cézanne’s portraits, the methods of their making, and the choice of their sitters. Also, more broadly, it is intended to raise the question of what the practice of portraiture meant for Cézanne when he was painting – or, as he said, reading and ‘realising’ – the model. Old Rules When Cézanne began painting portraits in the early 1860s, portraiture in France had long been acknowledged as a genre second in importance only to paintings of historical and mythological subjects. It was growing in popularity, and it would continue to do so during the period of Cézanne’s career: in the late 1880s, a National Portrait Gallery would be proposed for Paris, as well as a special gallery for portraits in the Louvre.3 It was during the 1860s and 1870s, however, that many ambitious painters found themselves enquiring what a portrait should aim to do.
    [Show full text]
  • Export / Import: the Promotion of Contemporary Italian Art in the United States, 1935–1969
    City University of New York (CUNY) CUNY Academic Works All Dissertations, Theses, and Capstone Projects Dissertations, Theses, and Capstone Projects 2-2016 Export / Import: The Promotion of Contemporary Italian Art in the United States, 1935–1969 Raffaele Bedarida Graduate Center, City University of New York How does access to this work benefit ou?y Let us know! More information about this work at: https://academicworks.cuny.edu/gc_etds/736 Discover additional works at: https://academicworks.cuny.edu This work is made publicly available by the City University of New York (CUNY). Contact: [email protected] EXPORT / IMPORT: THE PROMOTION OF CONTEMPORARY ITALIAN ART IN THE UNITED STATES, 1935-1969 by RAFFAELE BEDARIDA A dissertation submitted to the Graduate Faculty in Art History in partial fulfillment of the requirements for the degree of Doctor of Philosophy, The City University of New York 2016 © 2016 RAFFAELE BEDARIDA All Rights Reserved ii This manuscript has been read and accepted for the Graduate Faculty in Art History in satisfaction of the Dissertation requirement for the degree of Doctor of Philosophy ___________________________________________________________ Date Professor Emily Braun Chair of Examining Committee ___________________________________________________________ Date Professor Rachel Kousser Executive Officer ________________________________ Professor Romy Golan ________________________________ Professor Antonella Pelizzari ________________________________ Professor Lucia Re THE CITY UNIVERSITY OF NEW YORK iii ABSTRACT EXPORT / IMPORT: THE PROMOTION OF CONTEMPORARY ITALIAN ART IN THE UNITED STATES, 1935-1969 by Raffaele Bedarida Advisor: Professor Emily Braun Export / Import examines the exportation of contemporary Italian art to the United States from 1935 to 1969 and how it refashioned Italian national identity in the process.
    [Show full text]
  • Una Misión Fascista En América Latina: La Travesía De La R
    Centro de Investigación y Docencia Económicas A.C. División de Historia. Una misión fascista en América Latina: la travesía de la R. Nave Italia, 1922-1924. Tesis que para obtener el grado de Maestro en Historia Internacional presenta Walter Raúl de Jesús Martínez Hernández. Asesor: Dr. Marco Zuccato. 2014. 1 Índice. Agradecimientos. 3 Introducción. 5 Capítulo I. Punto de partida. 14 Capítulo II. Una nave llamada Italia. 27 Capítulo III. La travesía Latinoamericana. 63 Capítulo IV. México: un estudio de caso. 87 Epílogo. 129 Consideraciones finales. 146 Anexo I. 154 Anexo II. 163 Fuentes. 177 2 Agradecimientos. Dedico este trabajo a mi familia, que me apoyó y reconfortó en los momentos más complicados. Agradezco infinitamente el cariño y el apoyo moral que me ha brindado la mujer con la que he compartido los últimos seis años de mi vida, Daniela Calderón Canseco. Expreso también mi agradecimiento al Ingeniero Roberto Hernández López, sin cuyo respaldo no hubiera podido concretar este y otros proyectos de vida. Mi gratitud inmensa para el profesor Stefano Tedeschi de la Università La Sapienza di Roma, quien tuvo la gentileza de aceptar y asesorar mi estancia de investigación en Italia. Doy gracias, igualmente, al Dr. Paolo Evangelisti por haberme dado orientación y asesoría personalizada durante mi labor en el Archivio Storico della Camera dei Deputati en Roma. Quiero agradecer al Dr. Marco Zuccato, mi asesor de tesis, por el compromiso que asumió con mi trabajo y todos los consejos francos y útiles que me ha dado. No olvidaré tampoco las críticas, opiniones y recomendaciones tan valiosas de la Dra.
    [Show full text]
  • Massimo De Grassi Luciano Mercante Scultore
    MASSIMO DE GRASSI LUCIANO MERCANTE SCULTORE “Per corso di studi e diploma conseguito, provengo dall’architettura, seguendo la tra- dizione umanistica. Dal gioco delle masse e dei volumi, dalla staticità e dal dinamismo, dagli effetti prospettici e decorativi, sono passato al più libero campo della scultura. […] Con tutto ciò, quanto ancora poteva urgere come espressione d’idee e come ricerca di nuove sensibilità non trovava la propria corrispondenza plastica, e solo dopo aver appre- so quelle sottigliezze stilistiche che il piccolo tondo suggerisce nella sua maneggiabilità, […] ho sentito di non aver più vincoli alla possibilità d’espressione”1. Così si esprimeva Luciano Mercante a proposito della propria attività artistica, individuando con chiarezza le direttrici da cui sin dalle origini si era dipanata la propria ricerca. Quello che si cercherà di fare in questa sede è provare a fornire un quadro dei riferi- menti culturali su cui si articola lo sviluppo della produzione plastica di questo artista, non amplissima in termini assoluti, soprattutto dal punto di vista numerico, ma sicuramente significativa per quanto riguarda la qualità e la varietà delle soluzioni messe in campo nell’arco di una quarantina d’anni. Si tratta di una sequenza di opere che corre in parallelo con l’attività nel campo delle medaglie e delle placchette, non senza però significative oscil- lazioni nelle scelte stilistiche tra le due discipline. In termini cronologici il primato nell’esordio ufficiale spetta alla scultura: nella pri- mavera del 1928 Mercante espone infatti una testa di giovane, Lucio2, che testimonia il suo allineamento alle tendenze più aggiornate della scultura romana di quegli anni; ma già l’occasione successiva, la Biennale veneziana del 1930, lo vede conquistare il Premio 1 L.
    [Show full text]
  • Painting Signage
    Hoyt Sherman Place Art Collection Signage Rev. April 17, 2016 ASHFORD, FRANK CLIFFTON b. 1880 Perry, IA d. 1960 PORTRAIT of Mrs. R.R. PETERS. Oil on canvas. 11th President of the Club, 1896-97. Donated by Mrs. Peters in 1935. The artist studied at the Art Institute of Chicago and with Chase School of Art in New York. He had a studio in Paris and exhibited at the Paris Salon. BALDWIN, CLARENCE EDGAR b. 1862 New York d. 1939 New Jersey "PORTRAIT OF A LADY" Part of the original 1907 gallery collection Oil on canvas. Purchased by the Club in 1895. Adopted by Sharon Chalup Baldwin studied with the Chase School of Art (Parsons School of Design) in New York and in Munich. He was a member of the Society of American Artists and the Salmagundi Club. Director of Art School in Des Moines, 1892-1895. BALDWIN, CLARENCE EDGAR b. 1862 New York d. 1939 New Jersey Part of the original 1907 gallery collection “FANTASY” Oil on canvas. Club purchased in 1895. Adopted by Anna Belle Wonders BALDWIN, CLARENCE EDGAR b. 1862 New York d. 1939 New Jersey “PORTRAIT OF LAWRENCE BYERS” Oil on canvas. Byers Collection (Name found in Byers inventory) Adopted by the Shirley Smith Bequest BALDWIN, CLARENCE EDGAR b. 1862 New York d. 1939 New Jersey Part of the original 1907 gallery collection "READY FOR SHOPPING" Oil on canvas. Purchased by the Club in 1895. Adopted by Carol Pollock BALDWIN, CLARENCE EDGAR b. 1862 New York d. 1939 New Jersey 1 Hoyt Sherman Place Art Collection Signage Rev.
    [Show full text]
  • June 1969 ITALIAN POW in SOUTH AFRICA
    The South African Military History Society Die Suid-Afrikaanse Krygshistoriese Vereniging Military History Journal Vol 1 No 4 - June 1969 ITALIAN P.O.W. IN SOUTH AFRICA (Medical Services) By LT. COL. L. BLUMBERG, ED (With the exception of Russia, all the belligerents in World War II were signatories to the Geneva Convention of 1929 relative to the treatment of Prisoners of War. This elaborate and lengthy code provides for almost every contingency that might face the prisoner, and its dominant note is that in all circumstances treatment shall be humane. It is not generally known, for example, that the Convention lays down that the food ration of prisoners shall be the equivalent in quantity and quality of that of depot troops. Another article states that medical attention of every kind shall be given a prisoner, when necessary. It is now common knowledge that the treatment meted out to Allied prisoners both in Europe and the East bore very little resemblance to that laid down by the Convention. In South Africa, on the other hand, where for some years we held nca4y 100,000 Italian prisoners, the Articles of the Geneva Convention were most strictly observed, both in the letter and the spirit. Well fed, well housed, well clothed and given the best of medical care, these prisoners were maintained in an excellent state of health. In fact, the general sick rate throughout their period of captivity was consistently lower than that among U.D.F. troops in the Union. The writer of this article, a doctor now back in general practice, was intimately associated with the medical care of the prisoners from the outset until his release from the Forces in 1946.
    [Show full text]
  • The Nave Italia and the Politics of Latinità: Art, Commerce, and Cultural Colonization in the Early Days of Fascism
    Italian Studies ISSN: 0075-1634 (Print) 1748-6181 (Online) Journal homepage: http://www.tandfonline.com/loi/yits20 The Nave Italia and the Politics of Latinità: Art, Commerce, and Cultural Colonization in the Early Days Of Fascism Laura Moure Cecchini To cite this article: Laura Moure Cecchini (2016): The Nave Italia and the Politics of Latinità: Art, Commerce, and Cultural Colonization in the Early Days Of Fascism, Italian Studies, DOI: 10.1080/00751634.2016.1222755 To link to this article: http://dx.doi.org/10.1080/00751634.2016.1222755 Published online: 12 Sep 2016. Submit your article to this journal View related articles View Crossmark data Full Terms & Conditions of access and use can be found at http://www.tandfonline.com/action/journalInformation?journalCode=yits20 Download by: [Duke University Medical Center], [Laura Moure Cecchini] Date: 13 September 2016, At: 17:51 ITALIAN STUDIES, 2016, 1–30 The Nave Italia and the Politics of Latinità: Art, Commerce, and Cultural Colonization in the Early Days Of Fascism Laura Moure Cecchini Colgate University During 1924 the Nave Italia visited every Latin American city with a significant Italian community. This ship carried industrial and artisanal products, and numerous artworks by commercially successful but aesthetically conservative Italian artists. The Italia aimed to establish commercial partnerships with the emerging markets of Latin America, and to extend the political influence of Italy across the Atlantic. To do so, the organizers emphasized the concept of latinità, suggesting a common heritage shared by Italy and Latin America. This paper analyzes the artistic content of the Italia and how it manifested the ambiguities of Fascism’s project of cultural colonization of Latin America.
    [Show full text]
  • Ambroise Vollard, Le Cubisme, Par PC
    Langue Vivante Régionale Activité : 45 minutes, artistique et culturelle Thème : kan i rès la kaz, i gingn pi sortir Objectifs : découvrir une personnalité de la Réunion, Ambroise Vollard découvrir un artiste qu’il a mis en lumière : Pablo Picasso et le mouvement cubiste réaliser un portrait cubiste en suivant des étapes Henri Louis Ambroise Vollard Ambroise Vollard est un marchand d'art, 1galeriste, éditeur et écrivain français né à Saint-Denis de La Réunion le 3 juillet 1866 et mort à Versailles le 22 juillet 1939. Il révéla des peintres comme : Paul Cézanne, Paul Gauguin, Vincent Van Gogh, Henri Matisse, Pablo Picasso. 2Avant-gardiste en matière d'art moderne, il se lia d'amitié avec les plus grands peintres de la fin du XIXe siècle (19ème siècle) et du début du XXe siècle (20ème siècle). Fils de notaire, le jeune Ambroise quitte la Réunion pour poursuivre des études à Montpellier, mais c'est à Paris qu'il fera finalement des études de droit. Il y développe une passion pour la peinture qui l'amène à ouvrir sa galerie d'art dès 1890. Il ouvre sa première galerie parisienne en 1893. Vollard expose par la suite de nombreux artistes majeurs comme Gauguin ou Matisse, ce dernier en 1904. Il en fréquente beaucoup d'autres, notamment Paul Cézanne ou Auguste Renoir, qui peindront son portrait. En 1898, Pierre Bonnard, Ker-Xavier Roussel et Édouard Vuillard exécutent à sa demande des 3lithographies en couleur. Vollard se lance dès 1889 dans l'édition et publie de nombreux poètes dans des recueils illustrés. C'est chez lui qu'a lieu en juin 1901 la première exposition de Pablo Picasso, jeune peintre espagnol alors récemment installé à Paris (et qui peindra également son portrait).
    [Show full text]
  • Brief Report on Technology and Condition
    Brief Report on Technology and Condition Camille Pissarro (1830-1903) L‘Hermitag near Pontoise (L‘Hermitage à Pontoise) 1867 signed and dated bottom right: “C. Pissarro. 1867” Oil on canvas h 91.0 cm x b 150.5 cm WRM 3119 Camille Pissarro – L’Hermitage near Pontoise Brief Report on Technology and Condition Brief Report Pissarro’s large-scale painting L’Hermitage near The reason why Pissarro rejected this first motif is Pontoise is among his early masterpieces and be- unclear, and may be linked to his financial situation longs to a group of pictures intended for the Paris at the time. Without adding a separating layer, he Salon exhibition of 1868. It cannot be ascertained very carefully overpainted the first motif with the with certainty, however, whether this painting was scene we see today. It is impossible to say how much in fact exhibited there [Tinterow/Loyrette 1994, time elapsed between the first painting and the p. 446; Pissarro/Durand-Ruel Snollaerts 2005, Vol. II, present one. It is striking, though, that very few ear- no. 119, p. 111]. In about 1930 the picture was pur- ly shrinkage cracks developed, and these, together chased by Ambroise Vollard from Pissarro’s son, with occasional unpainted areas in the new picture, Georges Manzana-Pissarro, and it is perhaps in provide valuable evidence regarding the coloration connexion with this purchase that the lining of the of the rejected composition: the dominant tones stable, twill-weave canvas is to be understood. Even were a bright pale blue in the sky, green, dull yellow- with the unaided eye, and strikingly so under rak- ish-green and ochre in the foreground and blackish- ing light, it is evident that the robust canvas had grey along the horizon (figs.
    [Show full text]