1 Censimento
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Le Rime di Bernardo Cappello Edizione critica a cura Irene Tani 1 Censimento Sommario 1.1 Premessa. – 1.2 Raccolte d’autore – 1.2.1 L’editio princeps. – 1.2.2 Il codice casanatense. – 1.2.3 I postillati. – 1.3 Il resto della tradizione. – 1.3.1 Autografi parziali. – 1.3.2 Manoscritti. – 1.3.3 Manoscritti non utilizzati in apparato. – 1.3.4 Manoscritti irreperibili. – 1.3.5 Manoscritti contenenti solo rime estravaganti. – 1.3.6 Altri manoscritti. – 1.3.7 Stampe. – 1.3.8 Stampe non utilizzate in apparato. – 1.3.9 Stampe contenenti solo rime estravaganti. – 1.3.10 Altre stampe. 1.1 Premessa Diamo l’elenco e le descrizioni dei manoscritti e delle edizioni a stampa di- sposti in vari sottogruppi, sebbene le numerose peculiarità e la natura ibrida di alcuni testimoni abbiano reso arduo il loro inserimento in una singola ca- tegoria, che non deve quindi essere valutata in modo eccessivamente rigido. La prima parte destinata alle raccolte d’autore è organizzata in singole sezioni per ogni testimone, dato il carattere eccezionale di ognuno di essi. Segue una seconda parte destinata genericamente al resto della tradizione, che si divide però in tre sottogruppi dedicati rispettivamente agli «Autogra- fi Parziali», ai «Manoscritti» e alle «Stampe». Queste ultime due categorie accolgono a loro volta altre sezioni destinate ai testimoni non utilizzati in apparato, a quelli irreperibili, a quelli contenenti solo rime estravaganti (che ci è sembrato comunque doveroso includere) e una piccola appendice. Le sigle dei manoscritti sono costituite da lettere seguite eventualmente da un numero progressivo (nel caso di più codici appartenenti allo stesso fondo), che non segue però una numerazione consecutiva in base alla se- gnatura, dato che alcuni codici sono stati rinvenuti a lavoro già avviato. Le stampe sono invece contraddistinte da una sigla alfabetica, che richiama in parte il titolo, seguita, nel caso delle cinquecentine, dalle ultime due cifre dell’anno di edizione oppure, nelle stampe più tarde, dalla data per esteso: ad esempio le Rime diverse di molti eccellentiss. auttori nuovamente rac- colte stampata da Giolito nel 1545 sono siglate R45, mentre la settecente- sca Rime di Jacopo e Tommaso Mocenighi fratelli e gentiluomini veneziani pubblicata a Brescia, nel 1756 è siglata JTM1756. Per le stampe antiche (sec. XVI) si dà il frontespizio mimetico. 69 Tani Le Rime di Bernardo Cappello. Edizione critica 1.2 Raccolte d’autore 1.2.1 L’editio princeps «rime | di m. bernardo | cappello. | con privilegio. | [m.t.] | in venetia, m d lx. | appresso domenico, et gio. battista | gverra fratelli.» [Guerra] Esemplari consultati: Firenze, Biblioteca Nazionale Centrale, Nencini 1.8.1.32, Rinascimento C. 100; Firenze, Biblioteca Umanistica - Lettere e Filosofia, BVEE016827; Milano, Biblioteca Trivulziana, H. 669; Parma, Biblioteca Palatina, B. B. VI. 26400. Descrizione fisica: 4°: *-**4, A-Qq4 (A2 err. B2; G2 err. H2; X2 err. V2); cc. [8], pp. 275, [1], cc. [10]. Errori di numerazione: 86 per 96, 116 per 106. A c. *1r: frontespizio; c. *1v: bianca; c. *2r: «all’ill.MO et rev. MO sig.RE | il sig. cardinal farnese | vice- cancelliere.»; lettera dedicatoria datata Venezia, 20 novembre 1560 e firmata da Dionigi Atanagi (termina a c. *7v). Dopo una carta bianca, a c. *8v leggiamo il sonetto di Dionigi Atanagi a Bernardo Cappello. Da p. 1 (A1r) a p. 263 (Mm4r) si trova il testo delle rime. Da p. 264 (Mm4v) a p. 275 (Oo2r) sono pubblicate le rime di corrispondenza di Fortunio Spira, Pietro Bembo, Giovanni Della Casa, Domenico Veniero, Giacomo Cenci, Annibal Caro, Giacomo Marmitta, Bernardo Tasso, Antonio Gal- lo, Giorgio Gradinico, Giacomo Mocenigo, Giovanni Maria Agazio. La p. [276] (Oo2v) è bianca. Alle cc. Oo3r-Qq4v troviamo la tavola degli incipit, a c. RRv la tavola degli errori. Bibliografia: Zeno 1753, 68-9; Albini 1970, 110-12; Albini 1973, 146; Biblia 1996, nr. 1146; Bembo, Le rime 1: 716; Balsamo 2007, 196-8. È un’edizione curata da Dionigi Atanagi, ma che può considerarsi d’autore per varie conferme sia esterne che interne all’opera.1 Infatti il curatore dichiara nella lettera prefatoria che è stato lo stesso Bernardo Cappello a incaricarlo della cura del lavoro e garantisce che si tratti di un’edizione controllata dall’autore: [...] nondimeno il Cappello veggendone buona parte, per colpa degli avari e ignoranti impressori, comparere imperfetti e deformati agli occhi delle genti; è stato da paterna pietà costretto di raccoglier questi suoi parti, che dispersi e squarciati andavano; e ritornandogli nel vero abito 1 Il curatore, ben noto nell’ambiente letterario sia come poeta, sia in particolare per la sua attività editoriale, dopo gli studi perugini, nel 1532 si trasferì a Roma, soggiornò suc- cessivamente alla corte di Guidobaldo II della Rovere, per poi spostarsi a Venezia nel 1559 dove inaugurò un periodo di fervente lavoro nelle tipografie. Per alcuni approfondimenti sulla vita e sull’attività editoriale di Dionigi Atanagi cf. Meyrat 1978 e Mutini 1962. Una versione in fieri del censimento dei testimoni di Bernardo Cappello è pubblicata in Tani 2017. 70 Censimento Le Rime di Bernardo Cappello. Edizione critica Tani loro, e nella loro intera e natural forma; e con gli altri fratelli accom- pagnandoli, di fargli egli stesso donare alle stampe. Ora devendo io, al quale, come a non ultimo di coloro che più osservano e riveriscono, egli ha donato questa cura, ad alcun Signor dedicarli [...].2 Lo stretto rapporto di collaborazione intellettuale tra il poeta e il curatore è attestato sicuramente a partire dagli anni della corte urbinate (1557), al tempo in cui Atanagi venne invitato dal Duca per attendere alla revisione dell’Amadigi di Tasso, ed è molto probabile che il progetto di pubblicazione delle Rime possa essersi concretizzato proprio in tale occasione. Inoltre, fra le molte lettere che testimoniano i contatti fra i due letterati, troviamo una missiva in cui Atanagi chiede il consenso all’autore per ristampare l’opera, confermandoci così la loro collaborazione alla princeps.3 In aggiunta notiamo i testi d’esordio e di chiusura del canzoniere: la raccolta viene aperta dal sonetto di Dionigi Atanagi, Tolgasi il velo homai con che celate, inviato a Cappello, in cui si accenna alla pubblicazione del canzoniere e a cui l’autore risponde con l’ultimo sonetto (lo stesso tra l’altro che chiudeva il manoscritto della casanatense, nr. 353) dedicato al curatore, in ringraziamento del lavoro svolto (Quel che cantando i’ pingo et voi colmate). Ulteriore prova che sia una raccolta autoriale è l’organizzazione stessa del canzoniere, che risponde a un ordine preciso dei testi, su base crono- logica e autobiografica, perfettamente coerente.4 Tuttavia la presenza di varianti d’autore nell’errata corrige (cf. 28, 18; 49, 2; 118, 9), congiunta- mente all’estrema cura formale e alla correttezza generale della stampa, sono indice di una certa sensibilità anche da parte dei tipografi che se ne occuparono. A tal riguardo, la presenza di varianti d’autore in fase di stampa, riscontrabili nell’errata e in alcune discrepanze tra gli incipit della tavola e del corpus, potrebbero derivare da un manoscritto preparatorio poco chiaro, oppure potrebbero dimostrare che l’autore, pur trovandosi a Roma e non potendo dunque presenziare la stampa, abbia comunicato 2 Dalla prefazione di Dionigi Atanagi all’edizione Guerra, cc.*4v-**1r. 3 Alcune lettere, forse autografe, di Dionigi Atanagi sono conservate nella Biblioteca Am- brosiana di Milano, ms. E. 30 Inf. e pubblicate parzialmente da Ceruti; per la lettera con la quale Atanagi propone a Cappello una nuova stampa del canzoniere vedi Ceruti 1867, 73-5 (una parte della stessa è riportata più avanti). Altre lettere copiate dalla mano dell’Atanagi per l’edizione De le lettere facete sono all’Ambrosiana (codice H. 175 Inf.); il codice Vat. lat. 6327 conserva invece circa 150 epistole degli anni 1553-1557 indirizzate al vescovo di Urbino Felice Tiranni (al rigurdo cf. Meyrat 1978, 453 e nota). 4 Secondo Albini l’intensa attività editoriale del curatore probabilmente non gli avrà per- messo di seguire minuziosamente la stampa e quindi l’ottima qualità dell’edizione dovrebbe dipendere soprattutto dalle disposizioni stesse di Cappello, cf. Albini 1970, 112. Censimento 71 Tani Le Rime di Bernardo Cappello. Edizione critica alcuni suoi ripensamenti per via epistolare ad Atanagi.5 Per quanto riguar- da la tavola, fra i numerosi esemplari che si conservano a oggi, è emerso, da una collazione parziale, che non ci furono varianti in corso di stampa non segnalate opportunamente nella tavola degli errori. Per di più questi emendamenti si trovano già inseriti a testo in alcuni esemplari, per tanto deduciamo che la tavola con le correzioni è stata composta in base al primo esemplare e che le correzioni sono state introdotte nel corso della stampa.6 Come già accennato, la raccolta dovette godere di un certo successo tanto che nel 1562 Atanagi chiedeva con insistenza a Cappello l’autoriz- zazione per una ristampa: A Bernardo Cappello a Roma [...] Io ringrazio V.S. infinitamente della sopradetta sua lettera, percio- ché infinitamente mi ha consolato, veggendo espressamente che ella, benché non mi scriva così spesso, pur mi ama come soleva; et tanto è stata questa mia consolazione maggiore, quanto V. S. mi dà intentione che le sue Rime in breve s’habbino a ristampare, il che mi è sì caro, che vorrei che fusse più tosto hoggi che domani, dovendomene specialmente seguire il frutto che ella mi promette, di farmi più spesso parte de le sue gratissime lettere, senza che io sommamente desiderava d’intendere il giudicio, che costì era stato fatto di quella mia dedicatione. Il quale, poiché è tale, quale V. S. m’afferma, a la cui parola credo ogni cosa, me ne rallegro tanto più, quanto più dubitava del contrario, massimamente poiché il magn.