John G. A. Pocock

il momento machiavelliano Il pensiero politico fiorentino e la tradizione repubblicana anglosassone

I. Il pensiero politico fiorentino

Socieà editrice il Mulino Bologna 176 LA PARTIcoLARITÀ DEGLI EVENTI E IL TEMPo LA <( VITA ACTM > E IL <( VMRE CTVILE >> 177

me monarchico, il cosmo. Si comprende, dunque, come mai o quasi, ma (pur talasciando il fatto che certe formulazioni per movimento il umanistico diventasse cruciile dispome di di importanza capitale dei suoi principi erano stare dettate da una teoria sulla polis e sulla sua srruttura cosrituti;a. L'u- Platone prima di Aristotele) furonó poi tanti gli autori e manista civile doveva _possedere un suo corpus di principi pensatori successivi che ne ricntrnciarono in altra-fotma oafti circa la costituzione della società politica e tale corpis dovè- del testo ed esercitarono poi a loro volta la propria influenza va essere anche una filosofia. Ebbene, ventura fu cÉe un tale su altri che, soprattutto con lc círcostanze^ché invalsero al corpus fosse a sua disposizione. tempo del Rinascimento, riesce difficilc stabilire con ceîtezza quale sia quell'autore particolare chc ha fatto sentire la sua influenza in questo o quel frangentc. pcr farla breve II diremo che siamo alle prese _con i tipici problcmi che insorgono quando ci si accinge ad interpretore i,nr frarlizionc di pe"nsie- Ci sono molti modi di leggere 7a Politica Aristotele e di ro.. Ma tradizione (che un po' rr1-rprossimativamente questo complica le cose a chi vuole definire con precisione -questa può anche chiamarsi 7a tradizione del govórno misto) è cer- quale parte essa abbia avuro e abbia nella madizioni cultura- tamente aristotelica e la Politica, posro chc

  • E IL << vrvERE crvILE > 179 ttrttc Ic associazioni o forme di vita associate particolari, ne dei cittadini alla vita politica, Aristotele non ritenne che il oltrc clrc' il conseguimento di tutti i fini o beni iarticolari, singolo ciais, in quaoro impegnato nell'attività di portata cra înch'cssa un bene di altissimo pregio, perché universale. universale quale era il perseguirnento del bene comuie e la E fintanto che non si arriva u porsf il probiema di una scelta úpartita sua fruizione, si potesse considerare disgiunto dal trì azione e contemplazione,la piú alta forma immaginabile ciuis, in quanto impegnato nell'attività di portata particolare di vita umana era.per Aristotelè quella del ciuis che"gover- volta al perseguimento e alla fruizione di qìei beni particola- nava quale capo della sua casa o famiglia (oikos) gouónuu" ri_che piú 1o atriravano. E poiché per definizione 1I ciuis en ed era governaro in quanto membio una " di coÀunità di ad un tempo detentore del poterè e soggetro al potere di eguali, che prendevano decisioni vincolanri per Egli, tutti. governo, ecco che I'attività di governo óisia I'eseicizio del aveva p_arte nella funqu.e, determinazione del^ bene g"n..à-l., potere doveva andare, pari passo fruendo di con quel suo agire che lo -personalmente dei valori che la società gli"rendeva Íaceva subordinato al potere-di governó rr. accessibili, contribuendo, intanto, a Íar sí che la iua attività Vale a dire: I'universale e il pàrticolare erano per Aristo- politica rendesse accessibili tali valori anche ad E altrirl. tele compresenti nello stesso indiìiduo e se il ciuii venjva ad poiché tale sua attiv'ità politica era connessa persegui- con il assumeJe una sua peculiare personalità sociale, proprio in mento del bene universale (del bene per -parìicolari tutti), ìru ó.a virtú del perseguimento e della fruízione di beni stessa un bene di un livello piú alto che-non quello dei beni da lui preferiti o anche perché aveva avuro modo dì eccellere o fini particolari di cui un ciuis, nella sua nat;îa di animale nel conseguimento di valori particolari, ecco allora che pote- politico,. era in_ grado di fruire; e fruendo poi della sua va trovarsi fornito di maggiori qualità per impegnarsi ciaitas (ossia del suo contributo nell'at- al bene altrui, dei suoi tività di pomata_universale, quale quella del-prendere parre rapporti con_ altri impegnati come lui a dare tale -alla contributo) alla formazione di decisioni miranti úpatnione equà del egli fruiva di un bene universale e diventava essere un in bene comune._A questo punro il problema che si poneva alla rapporto con I'universale. Dunque, la partecipazione politica, polis eru quello di ripartire l'esercizio punruale della funzio- ossia I'esercizio della ciuitas, erà un'atiività di valore'univer- ne universale suddetta tenendo conto delle tante e tante sale e la pol.is en una comunità di valore parimenti universa- personalità sociali che i ciues si erano acquisiti le. o venivano acqurstando- pro-prio come effetto del loio perseguimenro Ma non tuti i ciues sono identici; essi sono simili in prioritario d-i valori particolari. E Aristotele si nrcttàva poi a . quanto e in quanto sono esseri che partecipano -ciues dell'u- considerare le categorie in cui i ciues potevano essere inieriti nivemalità, ma sono diversi quanto in sonó esseri particolari. tenendo conto della loro diversa personalità sociale. Ogni ciuis, secondo Aristotele, si trovava ad avère le sue Ebbene, le categ_orie potevano essere stabilirc segtrendo preferenze rispetto a ceti beni particolari . che poteva prefig- due criteri: quellg di una classificazione stabilita pei-via di gersi voler conseguire ed ogni ciuis 4i veniira a tiovarii lagione e quello di una classificazione che tenesse cònto della incasellato in categorie particolarì insieme a coloro che con- tradizione ossia delle situazioni storiche. Infatti, in linea di dividevano con lui una piú o delle sue preferenze. Il proble- principio, ci potevano essere categorie in numero indefinito ma della_ polis allora veniva ad essere quello della sistema- ossla esse potevano essefe tanto numerose quanti erano i zione ordinata delle preferenze pafticolaii ossia essa doveva valoli al cui conseguimento mirava I'agire .r-àro. E poiché stabilire quali beni particolari dovevano esseîe fruiti in un ogni vaiore- era perseguito da uomini che agivano associati gli particolare momento da coloro che avevano li messi innanzi uni agli alri, riusciva possibile pensare che ci fosse ún ad ogni altro. E sebbene la soluzione di tale problema spet- gruppo associaro di persone che mirava al conseguimento di tasse chiaramente alla ciuitas ossia alla com.rnè partecipàio-

    21 Ibiclem,III, 9, 1280a-l28la, pp. I4f,-71;0. ___rt-Ibi4g?_, II1,.-10, L28la, p. 149; III, 12, t282b-l213a, pp. t52-156; III, 13, l2$a-7284b, pp. 155-159. 180 r.A l'ARl t(x)r,Arìr1'À DEGLI EVENTI E rL TEMpo I.A <( VITA ACTIVA )> E IL << VIVERE CIVILE > 181

    uno spccifico valore e, quindi, per un'ovvia estensione del be portarci a cadere (e anche Aristotele talvolta vi cadde) in concctto, si poteva pensare che ci fosse un gruppo di persone un errore e cioè potremmo finire per padare di quanti sono chc davano priorità a quel tale valore, che*uvèiano dedicato membri di una polis (e cioè delle singole << cittadinanze >>) maggiori energie al suo con_seguimento, che si erano mag- come se fossero di norma da ripartire, da un lato, in una gi> e dei << molti )>, pcr quanto utile del comune. Nel linguaggio abituale di quell,Atene, dove a chi vuole tîattaîe di quelle realtà in cui tale distinzione è Aristotele aveva srudiato frequentando I'Aciademia di'plato- fatta tradizionalmente valere, fornisce una base teoretica in- ne, esistevano dei termini collaudati che indicavano tutta una sufficiente, quando si vogliano cogliere le diversificazioni serie di cate.gorie costiruite, appunto, da élites del tipo ac- esistenti tra i cittadini 30. cennato-: i buoni, i saggi, i coraggiosi, i ricchi, q"èlh di lv{a per cogliere e precisare tali diversificazioni bisogna buona -famiglia e cosí ila. Tuttavn, è irnportanie che tali ricotrere ad una molteplicità di criteri. In primo luogo, élites fossero, in linea teorica, tante quanti erano gli obbiet- c'erano, per Aristotele, tanti criteri qualitativi quanti erano i tivi (ossia i valori) perseguiti e poiché per definiàione ogni valori, identificabili per via di ragione o per via di maclizio- clzls possedeva dei suoi valori ossia degli obbiettivi priorila- ne, che gli uomini potevano pre{erire e in vista dei qurali ri, non 6'912 sempre in linea teorica cittadino ihe non potevano associarsi; senza dire poi che il singolo poteva appartenesse -a turte quelle élites corrispondenti- a quei valori rispondere in modo diverso all'applicazione di criteri diversi. od obbiettivi a cui dava la srra perùnale preÍeienza2t. fn secondo luogo, c'era un criterio da usare in quei casi in Ma Aristotele faceva poi notare I'esistenza di una diffusa cui era conveniente considerare tutti i cittadini comc sullo consuetudine: quella di distinguere i cittadini in due gruppi stesso piano e cioè, per esempio, quando si voleva far risalta- principali o_ssia nel gruppo dei << pochi >> e nel gruppo àèi re il fatto che tutti erano impegnati al conseguimento del << molti >>. Questa distinzione comportava grandi bene senza fare le tante distinzioni fondate sulle oriorità di c-arattere prarico, poiché forniva la base-per distinguére"ó.rr"gn"nr" tra degli obbiettivi o sul loro effettivo conseguimento, clrè diffe- quelle città che tendevano a resuingere lì ripartizione del rcnziavano un cittadino dall'altro. Questo critcrio di tipo potere politico tra i cittadini e quelle che tendèvano, invece, non-qualitativo era il criterio fondato sul nurmero clci cittadi 3t a rendere quel potere diffuso. Vale a dire, si aveva La distin- ni e la sua applicazione poteva comportare parccchie con- zione tra quelle che nel linguaggio del tempo venivano ri- seguenze; e di fatto serviva per distinguere lc varic ciìtcgorie spettivamente chiamate << oligarchie )> e <( democrazie >>. Era e il suo uso poteva mascherare tutta una serie cli confusioni. poi, inoltre, possibile osservare che, sebbene le categorie dei Tre erano le categorie invalse per traclizior-re il cui uso si << pochi >> e dei << molti >> fossero determinate in viriú di un poteva pensare poggiasse sulla basc dclla clistinzione di ordi- criterio di natura quantitativa, nel linguaggio comune esse ne quantitativo (<< uno >>, << pochi >>, << rnolti >>) e in ogni caso lrssunlevano connotazioni che andavano olffe il mero dato la confusione del criterio quantitrrtivo con cluello qualitativo spesso erano qualificati poteva benissímo essere messlì rr nrrclo: I'uno e i pochi si c()nìc << i migliori >> e le << oligarchie >> venivano chiamate poteva pensare che avessero lc carrrttcristiche elitarie che li << irlistocfazie >>. E se non ci chiedessimo con ostinazione e qualificavano all'esercizio del potcfc

  • >, questa tendenza a con- gírrngclc clitcrio quantitativo con criterio qualitativo potreb- 30 lbidem, IV, 3, pp. 176-178; IV, 4, 22, I290a-l29lb, pp. 178-181; IIÍ,7 e 8, I279a-L280a, pp. 1.$,148 3t 2') lbidem, III,9, L-4, 1280a, p. t46; III,12,67,1283a, p.155; IlI, I/,iltm, lV, ), 1-6, 1289b-1290a, pp. 175-178. 13, l293a, p. 156. pARlrcoLARrrÀ 182 r.A DEGLI EVENTT E rL TEMpo LA << VITA AcrIvA > E IL << vIvERE cIvILE )> 181

    poteva pensare che i << molti >> rnancassero di taii caratteristi- essere allungato all'infinito e, quindi, restava possibile, in che; e cosí la difesa del loro vantato diritto ad avere parte nel linea teorica, associare un numero indefinito di gruppi alla govcrno finí per essere (e tale rimase) una difesa del princi- formazione di decisioni interessanti tutto il corpo politico. pio che vuole disgiunto il potere politico da qualsiasi cat^tte- Aristotele mise poi preventivamente in chiaro che si ristica elitaria. Sebbene Aristotele sapesse bene che la ricor- potevano distinguere tipi diversi di decisione o, piuttosto, si data confusione di criteri erc fallace, corse il rischio di usare potevano distinguere diverse fr-rnzioni lungo tutto il processo la terminologia dell'uno, dei pochi e dei molti piú o meno che portava ad una decisione e disse che talune di tali cosí come era usata nel parlare comune. Ma aveva le sue funzioni esigevano questa o quella qualificazione, che talune, buone ragioni; in primo luogo, gli stati allora esistenti si invece, dovevano essere affidate a quanti erano interessati dividevano in monarchie, aristocrazie e democrazie; in se- alle conseguenze di questa o quella decisione o di una prece- condo luogo, per la sua teoria politica doveva risultare im- dente e che talune dovevano essere svolte da gruppi di poche portante che i gruppi detentori del potere decisionale si persone e altre da gruppi numericamente piú cospicui, e che configurassero di diversa consistenza numerica. talune delle funzioni esigevano per essere compiute una ri- E infatti, quando Aristotele si accinse a rapportare la flessione argomentativa complessa quale era possibile solo a tipartizione del potere politico con la diversità delle qualifi- menti addestrate, mentre altre potevano essere attribuite a cazioni personali, fece ricorso ad un nurnero, in linea teorica chi aveva esperienza della vita comune e cioè in genere tutti infinito, di criteri che si -distinguerepresentavano idonei all'uso. Ogmrno potevano essere idonei a compierle ". Cosí la politeia di- di essi venne usato per un gruppo elitarió e si venne il paradigma di una società organizzata in guisa che trattò sempre di criteri che erano ad un tempo, quantitativi e ogni gruppo teoricamente concepibile vi aveva la possibilità qualitativi. Il problema di costruire una politeia (il termine, di conttibuire alle decisioni comuni e di farlo nei modi che se lo si può tradure con quello di << costituzione >>, significa gli erano piú congeniali, mentre ogni singolo cittadino poteva in realtà la ripartizione formale dell'autorità ossia del potere dare il suo conffibuto in tante altre occasioni sia in quanto politico decisiònale entro un processo decisionale geneiale di membro di un qualche gruppo peculiare (a far parte del cui sono partecipi tutti i cittadini di una polis) divenne quale lo qualificavano certi risultati da lui raggiunti) sia in quello di stabilire come ogni gruppo elitario (compreso quel- quanto membro del demos non-elitario, cioè della cittadinan- la élite unica di chi era fuori dei gruppi elitari e cioè << i za nel suo insieme, a cui egli apparteneva. Qualsiasi valore o -ruolomolti >> ossia << tutti i cittadini >>) avrebbe potuto avere tale obbiettivo a cui uno poteva dare la preferenza o in base al nel processo decisionale da farlo conmibuire, nella quale uno poteva essere giudicato ed estimato (incluso il piena espressione delle sue caratteristiche peculiari, al conse- valore egualitario corispondente al non volere dare prefe- guimento del bene comune e dei beni (obbiettivi) particola- renza prioritaria a valori particolari o al rifiuto di usare tali 3'. ri Ebbene, la cosa era possibile perché il processo decisio- valori particolari per fare distinzioni tra uomo e uomo) pote- nale era tanto complesso da potere essere scomposto in tante va diventare un modo della sua partecipazione alla determi- c tante funzioni, ognuna delle quali era assegnata ad un nazione e ripartizione dei valori o beni generali. E cosí gruppo particolare. Erano operazioni tra loro diverse quelle veniva a trovare un saldo fondamento il rapporto tra il cli stcndcre un elenco di prowedimenti politici alternativi, di perseguirnento di valori (ossia di obbiettivi) particolari e clcciclcre quale adottare, di scegliere le persone adatte per quello di valori universali. cornpicrc questa o quella delle funzioni previste, di procedere Aristotele era ben conscio che decidere significava avere alla confcrma di risoluzioni prese da altri. E I'elenco poteva il potere e che il potere era esercitato (da chi lo deteneva)

    11 lhidcn, III, 8, l-8, 1279b-1280a, pp. 144-146;lY,8, 129)b-1294a, 33 lbidem, IY, 9, L294a-b, pp. 188-191; IV, 13-15, L297a-1300b, pp. pp. ltì7-ltì'.). 197-200. LA <(VITA ACTIVA)> E IL <{VIVERE CIVILE.> 18' 184 LA pARTtcoLARITÀ DEGLr EVENTI E rL TEMpo proprio. La classificazione tripatita si trovò cosí raddoppia- sugli ahi. Ogni gruppo nella politeia e ogni cittadino in ta: c'erano la monarchia e la tirannia; I'aristocrazia e l'oli- quanto membro di un gruppo (ed egli pùò anche essere garchia; la comunità politica di cittadini (politeia) e la de- membro di parecchi gruppi;-dou"u, auér.,^secondo Aristote- mocrazia. Ebbene, è l'ultimo binomio che presenta un som- le, il potere di perseguiie il suo particolare obbiettivo in mo interesse teoretico. La politeia, infatti, in quanto forma modo che fosse armonicamente .onrierso al perseguimento di di regime politico in cui il potere resta condiviso da tutti í altri obbiettivi o valori da parte di altri gr"ppì; e poiché "^ gruppi ossia da categorie possono essere ogni bene od obbiettivo veniva perseguito tutte le in cui di deci ripartiti i cittadini, è, dunque, quel regime in cui è ridotta al sioni che incidevano sulle preferenze plioritarie^è"ro di altri grup- minimo la possibilità che il potere sia esercitato nell'interesse pi, ecco che ogni gruppo e ogni citiadino dovevano di un solo gruppo o di una limitata coalizione di gruppi. potere (superioie) e, quindi, a chi lo gestiva."ir"i. ffSsetti ?d "î Invece, con il termine << democrazia >>, Aristotele volle indi Il male da evitare era che si verificasse una situazionà in cui care non tanto un sistema di partecipazione diffusa al potere un gruppo singolo fosse in grado di esercirare un suo proprio (anche la politeia era tale e presentava molte delle caratteri- potere su turto il corpo politico to. Ogni forma di govèrnò in stiche che noi siamo soliti indicare con la parola << democra- cui il bene di un gruppo particolare véniva ad ideniificarsi (o zia >>) bensí un sistema in cui il potere era largamente diffuso ad essere considerato identico) con bene generale , il era un e, tuttavia, esercitato in maniera dispotica. fn generale si può governo dispotico, anche se quel tale bene paiticolare poteva dire che il termine mirasse a significare un sistema politico essere, almeno da principio, un bene in- sé autentico. Il volto a favorire i piú poveri e i meno privilegiati, un sistema regime_ distorto consisteva, per lo Stagirita, essenzialmente che non comportava gruppi elitari 36. Tuttavia un'altra accezio- nella.dittatura del particolaré sull'univeisale- (della pare sul ne, piú {ormale e piú precisa, del termine sarebbe quella di tutto) e portava poi alla corruzione del bene in nime del indicare un regime proprio di uomini non differenziati tra di q_uale si era giustificatal'assunzione di un potere dittatoriale. loto, un sistema cioè in cui tutto il potere veniva esercitato Un dispotismo del genere poteva etsere, linea teorica, in da rnaggioranze meccaniche ossia meramente numeriche e in esercitato da qualsiasi gruppo sociale e ci poteva, anzi, essere cui venivano presi in considerazione solo quegli obbiettivi anche un dispotismo dei buoni e dei saggi, se il tene da loro ossia quei beni o valori che si imponevano all'attenzione solo perseguito veniva ad essere un bene inJériore a quello della se si partiva dalla presunzione che tutti gli uomini fossero collettività (e se proprio si vuole esplicare quesro óoncetto, lo uguali o simili. Cosí si sarebbe avuta una titannia del nume- vede compoîtare che pure i-meno buoni e meno saggi ,sj i neTla quale devono partecipare al potere) 3s. ro ovveîo una tirannia egualitaria, lo sviluppo della personalità individuale veniva disgiunto dall'esercizio Nella classificazione delle forme buone e delle forme del potere e cioè non si stabiliva piú alcun rapporto tra cattive di governo politico Aristotele fece, tuttavia, uso di quello che un uomo era e quello che avrebbe potuto fare sul una terminologia compendiosa in cui entrarono termini con terreno politico. Aristotele anticipò cosí le linee della conce- accezione che era ad un tempo quantitativa e ttadizionale. zione moderna dell'alienazione e certi tratti della critica che Infatti, egli accolse la classifièazione comune delle forme di egli rnosse all'egualitarismo indiscriminato si riscontrano nel- govcrno basata sulla preminenza nell'esercizio del potere o I la critica attuale quando mette in luce sli effetti di spersona- clcll'rrno (cioè di una singola persona) o dei pochi o àei molti lizzazione prodottì dalla società di missa c > cgli ci propose l'immagine tipi rli govcrno che chi detenèva il potere sou"mu;r" miran- della politeia ossia ci prcsentò il sistema in cui erano la do rrl bcnc

    I_li.d.cn, 11; :: _lL', É, III, 7, 5; IIÍ, 8,' 2, 1.27ea-b, pp. 143-145. 36 lbiden, III, 8. zs lbidtn, IlI, t0, 4,1280a, pp. 146147. .t.tlMt,o lll(r | f'^fi'r.t(.()t.AIt1.À t)l(;l.t l.:vt.:Nt,t ti il. l.A < Vtl'A ,. l' ll n VtVl llt. ( lVll l ll{/ ^ ^(:llV^ ' ('sscr'('.v:rlÌrtirtc clrranclo si trattava di ripartire potere e rlroli csst:re iutcsa come csercizio di qrrcllc qrrrrlitì clrc sokr iprt'lri lxrlit.ici.- I,l ltrtravia, sia sul terreno deilà scienà pr." ,i, ,., possiedr:no, ossia come adempimento di qucllc frrtrzioni slrc qrrcllo-dclla scienza applicata, risultava per molti versi diffici- cialistiche per le quali occorrono qualità che sono solo cli lc elaborare la teoria di una società in cui oeni sinsoio pochi oppure come adempimento di funzioni che si giudica membro possibile e. ogni possibile tipo di grufrpo ,;.:;; sia meglio iasciare ad un piccolo numero di persone, scnza avesse ,un suo .preclso ruolo nel processo decisionale. In guardare se siano o non siano dotate. L'imptecisione del prrmo luogo, sebbene si potesse analizzarc ra società distin- linguaggio usato da Aristotele ne costituí anche la sua copio- guendovi tanti gruppi speìifici e si poresse analizzarc il oro- sa virtú significativa. E infatti con quel linguaggio era possi- cesso decisionale distinguendovi tànte funzioni parimànti bile svolgere un'indagine analitica in molte direzioni, senza specifiche, riusciva arduó trovare una corrispondeii^-tiÀr" dire che con esso si riusciva anche a congiungere insieme perfetta tra gruppi e funzioni da far inferire .'h. diversi significati. miranre al conseguimento di quer particorare b.n".";;i;ú;; o"uuior" Qualora si fosse discesi al livello della scienza politica ap- possedeva un suo modo peculiare e specifico di esercitare plicata, la clifficoltà stava nel fatto che una società in cui ogni l'attività politica. È questo un punto' in cui la teoria di tipo e ogni categoria immaginabile avevano una loro funzione Aristotele palesa- un'ambiguità prófonda, anche se p;; ;.lri politica non si poteva pensare che si conctetasse istituzio- aspetti è ..n'ambiguità feconda di sviluppi intereisanti. II nalmente in una forma unica. E per ragioni pratiche, quindi, concerro di politeia, da un-lato, si trovò iosí rnaggiormente veniva dal filosofo rappresentata di norma con i tratti som- esposto a coagularsi secondo un modulo tradizioiíle e cioè mari di cui si è fatto cenno e cioè come quella in cui vigeva ad essele coarrato e p9i ridotto a significare un tipo di Lrn cornposto o una sorta di equilibtio dell'uno, dei pochi e qegime dualistico in cui erano cornprèsenti aristocrazia e dei molti oppure (dato che il regime monarchico non era democrazia, la. partecipazione elitaria e quella .r"_"iilrlìr, ì qualcosa che toccasse da vicino le città-stato della Grecia) un pochi saggi e i molti insipienti (o, se si vuole, dotati solo di composto di aristocrazia e di democrazia. Ognuno degli e- senso comune). D'altro canto, scorqiamo un risultato impor- lementi del composto aveva il suo pregio particolare, il suo tante: quell'amalgama complesso èhe costituiva la potiteia ruolo specifico e il suo particolare conmibuto in rapporto alla poteva essere reputato come un composto di varie claisi e di attività decisionale comune, ma poi, posta questa immagine vari gtuppi sociali; oppure come un composro delle qualità drasticamente semplificata, ecco che venivano chiamati in morali e intellettuali di cui si presumevunó in po*.*o'i urrì azione quei tanti e tanti concettí, risultanti dall'analisi di gruppi; -oppure come un cornposto o -"ucólurrza di vari Aristotele e in virtú dei qr,rali il ciais poteva configurare il gruppi di diversa consistenza numerica nei quali ,i urtilolrui suo ruoio politico in tante rnaniere diverse. La politeia veni- "Ia polis; oppure, ancora, come un cornposto ài dirr.rr" i"n*o_ va cosí ui .s.r. una struttura istituzionale e morale allo ni,politiche nelle.quali si poteva analiizarc il processo decisio- stesso tempo e proprio la sua continua ricerca di una forma n€re;-oppure, rnflne, come un composto di tutti i composti istituzionale adeguata si traduceva sempre in un tentativo di ricordati . Un'arjstocrazia, ad.r"-pìo, si poteva configúrare risoluzione del problema estremamente complesso quale quel- come un gruppo sociale forrnato da una- nobiltà ereaitaria lo di conciliare le attività di uomini che operavano moral- oppure come una minoranza di persone in sornrno grado mente solo nei loro rapporti reciptoci. sapienti, dotate o ambiziose opp,rrè come un gruppo diquei Inoltre si verificavano anche difficoltà quando si voleva pochi che ogni sistema politicó deve avere pé. i qu^li deve definire con precisione concettuale il posto del singolo come preclisporre un ruolo speciale. " ciais e corne rnembro della suddetta struttlrfa istituzionale e E. tutti questi diverii tipi di aristocrazia (o accezioni del rnorale. Da un lato, era proprio il fatto che egli come indivi- termine << aristocrazia >>) potrebbero essere tra loro consiunti duo perseguisse dei suoi beni o obbiettivi particolari a ren- o disgiunti. Cosí, la funzione politica dei pochi p;;;bù; derlo un ciuis: dall'altro il sllo essere un ciuis poteva durare pARTtcoLARrrì\, 188 LA DEGLI EVENTT E tL TEMpo LA << vITA AcrIvA > E IL << vIvERE cIvrLE )> 189

    fin tanto che egli operava per il bene comune di tutti e aveva sempio di stabilità, mentre là dove, come ad Atene, si era consapevolezza che tale bene doveva essere perseguito. E avuto tutto un intreccio di poteri ripartiti, c'eta stata instabi- allora c'era sempre la possibilità che fra indíviduo-nel suo lità; senza dire poi che Atene aveva perseguitato i filosofi di particolarismo e ciais nascesse un conflitto. Se I'individuo in cui aveva favorito la comparsa. Sparta non aveva certamente qllestione si fosse talmente concentrato nel perseguimento avuto dei filosofi, ma forse era meglio avere dei ciaes, qualo- dei suoi obbiettivi o beni particolari, al punto da-subordi ra si volesse tendere ad una condizione politica perfetta: narvi il conseguimento del bene universale-o comune, poteva quella in cui I'agire dei singoli si idcntifica con il persegui- vedersi tramutato in agente della tirannia esercitata dn u, mento del bene comune. Ma ecco I'obiczione: che era mai il qualche gruppo_ di piú o meno forte consistenza numerica; e, bene comune se poi comportava Ia rinuncia a tutti i beni d'altr.a parre, íl valore inerenre ai suoi obbiettivi personali particolari? La contraddizione era tale da sfidare la possibili- non bastava a garantire che non si verificasse un èsito del tà di cornporia. Tuttavia un punto da non perdere mai di genere. Cosí come nel caso dell'uomo caduto della teodicea vista fu questo: 7a politeia consisteva in un rapporto tra cristiana, anch'egli non avrebbe potuto essere salvato dalle vaiori e il bene della partecipazione politica (il bene o valote sue personali virtú. Ma là dove Agostino avrebbe fatto in- del potere di governo e quello di essere governati) consisteva tervenire l'azione della gtazia divína-, I'analisi aristotelica del- in un rapporto che si stabiliva tra la virtú di un singolo o, Ia virtú civile fa entraré I'attività politica dei concittadini di degli uni con la virtú di un altro o degli altri. E proprio alla colui che è considerato nella sua inàividualità e tale attività è luce della peculiarità della virtú (e cioè del fatto che la virtú quella che regge implicava rapporto reciprocità) I'animale politico pote- lo _e lo guida cosí come lui, per sua parte, un di îegge.e guida gli altri; oppure (per parlare con maggiore va essere in tutta verità uomo buono e onesto. pr_ecisione) diremo che Aristotele fa iniervenire le leggi mo- La teoria della polis (che, in certo senso, è la teoria rali e politiche da cui tutti i cittadini sono (o devono"eisere) politica nella sua forma piú pura) fu di importanza capitale ggvernati. Ce_rto, anche cosí, restava sempîe I'ambiguità tra per la teoria costituzionale delle città-stato italiane e per obbiettivo o bene particolare e obbiettivo o bene .riiversale quella degli umanisti italiani. Infatti essa offriva un para- ossia comune. Il cittadino poteva essere immaginato secondo digmatico modello, qualora si fosse voluto conoscere come il modello ateniese, nel quàl caso proprio le stie rcalizzazioni una compagine politica potesse essere saldamente atticolata,. di natura particolare erano quelle^ché-di ne esaltavano I'attitu- quando Ia si fosse concepita (ed era proprio il caso dei dine ad agire nell'interesse tutti, oppure poreva essere comuni italiani) come una città-stato formata di tante perso- "immaginato secondo il modello rpurtrrro, nel'qual caso si ne interdipendenti piuttosto che un composto di norme uni- aveva il sacrificio di ogni forma parricolare di iuto-realizza- versali e di istituzioni tradizionali. E il valore di quella teoria zione come condizione per agire da cittadino ossia come non era esaurito là dove delineava la politeia come una membro consapevole dello staìo, e per agire solo subordi- comunità etica, per il fatto che una città-stato come Firenze nandosi all'imperativo della solidarietà politica. Aristotele in (la cui ordinaria struttura istituzionale si presentava come un linea generale finí per dichiararsi coitro I'ideale politico complesso di assemblee, di organi amminismativi, di comitati spartano e non è qui il caso di esporre che cosa ne avesse o consigli tra loro intrecciati ed interdipendenti) poteva ap- pensato Platone. Tuttavia, nell'Europa del Rinascimento, nel- prendere rnolto, al fine di razionalizzaîe teoricamente quella I'arco di t_empo che andò dal Quattìocento al Sertecento, fu sua struttura, dall'analisi aristotelica e dalla storia di Atene. piúr forte la voce di coloro che si dichiararono simoatizzanti Per gli umanisti che ragionarono di umanesimo civile e di qrrei torvi devoti dello stato che furono gli abitànti della per i sostenitori del vivere civile, era proprio la teoria della 37. città posta sulle rive dell'Eurota Sparta era stata un e- polis a presentarsi come quella che esigeva il loro impegno pratico e intellettuale. Era, infatti, la teoria che presentava ,_-3-7 E. Rawson, The Spartan Tradition in Eurcpean Thought, Oxford" 7969. la vita sociale degli uomini come partecipazione attiva di | t'^R I t( ()t.Aril t.^ t)ti(;t_t EVUNTI E IL TEMpo ^ LA { VITA ACTIVA )) E IL < VIVERE CIVILE > 19I rrtti (., (lrrirì(li, elevava_ partecipazione tale al livello di un identificata con la giustizia distributiva della polis, anche la valorc universale; tale universale^ e restava .osí prioritario salvezza (dell'anima) diventava in certo modò sociale ossia lislrr.rro a quello della contemplazione. veniva a dipendere in certo grado dagli altri. singoli uomini -l e. i singoli valori da loro perseguiti La mentalità rinascimenrale non potè che porsi il pro- vcnivano a compaginarsi con Ia pa*ecipazione politica iella blema accennato alffo che come un problema èsistente-nel vf l"a derla crttà-stato tale partecipazione e era finalizzata al tempo. Abbiamo visto che il problema connesso al regime perseguimento e alla fruizione del ialore universale riposto repubblicano era quello relativo a come mantenere in vita nell'agire per il bene comune e nella ricerca di tutti i bàniui una forma particolare di regirne e abbiamo pure visto che bene cornune inferiori e subordinati. Ma fu alto il pr;";; l; I'instabilità era appunro cararteristica dei regimi particolari, pagare per appropriarsi di quella teoria. Essa, infatti,lmphcava mentre il tempo era la dimensione dell'instabilità. Nella teo- necessariamente grandj esigenze e grandi rischi. Il regime di ria della polis e della politeia era possibile ravvisare nella politeia esigeva che ci _fosse una partecipazione totaie ossia repubblica ossia nel regime repubblicano un universale, pe-rfetta di tutti i cittadini e una pàritarià fruizion" Ji t"tti ì proprio perché si scorgeva in tale regime attue;ta una armo- valori. Diversamente, qualora paitecipazione e fruizion. ior- nizzazione comprensiva e, quindi, salda di valori particolari. sefo state diseguali o discontinue, ci sarebbe stata una parte fnoltre, tale armonizzazione avrebbe dovuto in linèa di prin- si elevava a gesrire potere 9h9. il in nome del tuttJ con cipio (anche quando assumeva la forma compendiaria diuna I'effetto di subordinare i vari obbiettivi o beni particolari ai tiuscita combinazione dell'uno, dei pochi e dei molti) rima- suoi obbiettivi particolari o beni e di incamÀinr.ri r,rliu nere stabile e immutata nel corso del tempo. Tuttavia, contro strada del dispotismo .,rulà.i. e dèlla corruzione dei suoi rt.*i questa presupposizione reorica stava il fatto che la repubbli- lI clttadrno doveva essere un cittadino perfetto; diversamen_ ca, essendo opera umana, doveva nel tempo o col ternpo, te, impediva alla politeia di taggiung.r.ìl suo funzionamento giungere a una fine. C'era, insomma, il {atto storico irrefuta- Dertetto e porgeva incentivo all'ingiustizia e ara corruzione bile e inequivocabile che Atene, Sparta e Roma avevano dt quei suoi concirtadini che facevano per lui quello che egli conosciuto la decadenza e poi avevano cessato di esistere. E avrebbe dovuro fare per se stesso. Fàrsi dipÉndente di in c'erano anche nell'analisi àristotelica delle rasioni eccellenti altro era un crimine tanto grande quanto ,id.r.r. ,tt.i ,it" di natura teorica ad indicare che le cose doíevano proprio proprie dipendenze. D_ugque, I'infingìrdaggine di un cittadi- andare cosí. Infatti: poiché la gamma di valori particòlari (e no restringeva la possibilità che gli altri ciìiadini conseguisse- delle attività) e dei gruppi e dei singoli che perseguono è ro,e preservassero li la virtú, posto che nel contesto di ,rn, indefinitamente vasta, sarebL,e stato sempre molto difficile politeia,la virtú era ormai (póliticizzata) un fatto politico. E, compaginare una paliteia che non si traducesse nella dittatu- infatti, implicava la partecipazione paútaria al poier. di eo- ra di taluni pochi sugli alri e sarebLre srato parimenri arduo verno e alla condizione di essere governati, I uno e l,aitra fare in modo che sineolo cittadino non suoi condivisi il óreferisse i con altri, tutti e singolarÀente auronomi quanto il obbiettivi o valori part'ícolari al bene .oÀun". A{a se il cittadino in questione. Dunque, abbracciando I'ideare civile cittadino preferiva il-particolare al bene comlrne, ne restava (della partecipazione politica) I'umanista saldò il suo futuro sacrificata o mortificata la sr:a virtú civile (ossia la sua di rnorale al benessere -persona politico della sua città-stato. perfetta partecipazione politica). Allora, poiché sappiamo che Egli d-overte senza ombra di ciniimo far proprio I'adagio che non si dà virtú civile se quesrî non viene praticata insieme dice dovere Lrno amare il proprio pu"rà pìú d"ilu fr."pìi, agli almi cittadini, la virtú civilc benissimo svanire ranro anima. ;xrò F, d.l resro, somo un certo piofilo il futuro déllu'r.ra per la negligenza altui quanro la propria. anima dipendeva veramente l)cr dal beiessere ossia dal perfetto Leggi e ingiunzioni miranti a far valere le virtú tipiche funzionarnento della sua respublica. Infatti, una ,roltà che la della partecipazione politica ati\/a potevano esseîe irnposte giustizia, farta elemento costitutivo della virtú cristiana, fosse con tutto quel rigore che era stato praticato a Sparta, ma I92 LA PARTIcoLARITÀ DEGLI EVENTI E IL TEMPo LA ( VITA ACTM > E IL <( VMRE CTVTLE >> 793 neppure in questo caso il singolo cittadino avrebbe potuto Per ragioni che si devono far dipendere direttamenre dal sentirsi per sempre sicuro che gli altri suoi pari preservìssero I carattere che del tempo aveva la coscienza ateniese, Aristote- intatta la loro virtú. La conuzione (come-venne chiamata) I le non era gran interessato a considerare il tempo era una possibilità sempre presente. Se la virtú veniva a .si _che come dimensione dell'instabilità. Tuttavia. ci fu alme-no dipendere dalle azioni liberàmente compiute dal -tali di altri, un classico pre-cristiano che aveva applicato questa concezio- mantenimento di leggi volte a regolare azioni e dalla ne del tempo al pensiero politico e costituzionale. Il sesto petsistenza delle circostanze esterne che avevano reso possi- libro delle Storie di Polibio, scbbenc non fosse leggibile in bile adottare le leggi suddetre, la virtú veniva di fatto a alra lingua diversa dal greco origínale fino al r"io-"ndo de- dipendere da una miriade di variabili (e cioè: dalla polis sia cennio del Cinquecento, ebbe cosí grandc infh-renza sulle idee concepita come composta di un numero indefinito di volontà che il Rinascimento elaborò in mcriro agli svolgimenti della particolari sia concepita come un universale a sé) e il nome politica del che si può a qucsro pLrnto'icputare che della forza che reggeva il variare di tante volontà .tempo, e circostan- proprio quel testo ci dia la chiave dci fonclamentali ze panicolari era quello di Fortuna. rrroblemi conc_ettuali di quel periodo. Polibio, un csrrle grccò d"l se- Da Boezio in poi, si era reputato che, pur essendo inscru- _ condo secolo avanti Cristo, che da un ottimo angolo visuale tabile il corso degli eventi mondani, pur-essendo tale corso (e cioè dall'interno della classe dirigcnte di Ròma) aveva imprevedibile e in appaîenza del tutto senza giusrificazione osservato la conquista romana dell'area del Mediterraneo (razionale), il cristiano, tuttavia, poteva credére che fosse 38, centrale si propose di spíegare questo avvenimento, senza diretto dalla prowidenza in modo da riuscire importante per precedenti da parte di una città-sraro, partendo dal presup- Ia sua sllye?za e poteva pure credere che qùanto avèva posto che il successo militare della repubblica romanu potes- I'apparcnza del mero caso veniva di fatto a forniìe il contesto se essetre messo in rapporto con la sua stabilità interna. in cui rcalizzare la sua vita virtuosa ossia veniva a fornire la E cosí, Polibio si vide portato ,a condurre un'analisi alquan- materia idonea alla forma della virtú. -ossia Questo tema venne ro diffusa della stabilità e dell'instabilità nelle città rlPr-eso e tfattato con appassionata attenzione negli scritti negli stati e poi a riformulare la teoúa della politeia. Fu degli umanisti cristiani, proprio perché la loro raffiiata sen- proprio questa sua riformulazione ad esercitare- un fascino sibilità filologica e storica acuiva I'attenzione al variare della sugli spiriti del Rinascimento. Polibio, intanro, ap- fortuna e alle vicissitudini dei contesti sociali e morali in cui portò una variazione alla classificazione aristotelica dei sèi agivano gli uomini. Ma la politicizzazione della virtú portò regimi (monarchia, tirannia, aústocrazia, oligarchia, oclocra- ad un mutamento drammatico. L'operare della fortuni non zia ossia governo della folla o anarchia) e ne fece una se- fu piú re_putato qualcosa di esterno-alla virtú di una singola qygya di_sviluppi ossia di passaggi successivi da un regime persona, bensí un suo componente intrinseco. Vale a direì se all'altro: la sua anakuklosis politàian ossia la teoria Ia virtú del singolo dipendeva dalla collaborazione con gli .i.li., dei regimi politici Vale a dire: Polibio asserí (con scarso altri e poteva andare perdura perché gli alui non davanola 'n. ricorso alla documentazione srorica a sua disposizione) che loro collaborazione, la virtú veniva a dipendere dal manteni- ogni stato (se non veniva ostacolaro il naturale decorso degli mento della potis a quel livello di perfezione che era, invece, eventi) doveva passare attraverso ognuna delle forme còsl soggetio di continuo alle negligenze umane e al variare delle come le elencava una dopo l'a\tra la classificazione sopra circostanze. La virtú del cittadino restava in senso tutto particolare in ostaggio della fortuna e cosí assunse impor- ranza motale I'assillo potis 38 È quanto dice nel libro VI delle Storie. Si veda in merito: F.\f. di un esame della vista còme A,Historical .compagine di tanti parricolari (cittadini, !3lba{<, Commentary on Polybius, Oxford, 1957; K. von fini e circostanze) \:i:"., f A Jbeltry of tbe Mixed Constitution in Antiqa'ity, Néw york, mirante a preservarne nel tempo la stabilità e aggiungia- 1954 e R. D. Cumming, Human Nature and History, Chicàgo, 1969, vo'|.'. mo il suo valore universale. - I,capitoli4e5. - 3e Polibio, Le storie, [bro VI, 3-I0 e 57. ,.i ,r _rl

    194 LA PARTIcoLARITÀ DEGLI EVENTI E IL TEMPo LA <( VITA ACTM r> E IL ( VMRE CMLE > L95 riferita e che poi dall'anarchia doveva tornare alla monarchia nizzava come polis,_cosí come la materia prende la sua forma, e dare nuovo inizia al ciclo evolutivo. L'unico sistema politi- e si manteneva stabile contro l'azione dègenerativa del tem- co stabile sarebbe stato, dunque, quello che fosse riuscito a po;.e anche questo abbiamo visto che si o-tteneva opponendo sfuggire a tale andamento ciclico o, per lo meno, che avesse la virtú alla fortuna . Ma la airtus risuhava cosí poliiiiizzata e speranze di sfuggirvi. Tale stato o regime era per Polibio non si aveva piú l'eroica figura di un solo individuo detento- somigliante alla politeia di Aristotele per il fatto che si re del potere, bensí la paitecipazione paritaria al potere di doveva presentare come una mescolanza o una compagine tanti ciaes organizzati nella polis. equilibrata delle forme di governo qualificate in rapporto al I lettori rinascimenrali di Polibio appuntarono la loro numero di chi detiene o di coloro che detengono il potere: attenzione sul fatto che ogni virtú a sé stante era soggetta a monarchia, atistoctazia e dernocrazia. corrompersi p_roprio perché era a sé stante e, quindi, ónnes- Nella convinzione di Polibio il suo ciclo era vna physis sa ad una realtà--particolare. Il problema della-realtà partico- ossia era un ciclo naturale di nascita. crescita e morte attra- lare era dato dalla sua finitezza, dulla sua mortalità e instabi verso il quale dovevano passare le respublicae. Tuttavia, dato lità nel tempo; e quando una virtú (universale di per sé) si che egli lasciava intendere che c'era modo per sottrarsi al incarnava in una forma particolare di governo ieniva ad ciclo, lo presentò meno come un processo naturale, quanto essere coinvolta nell'instabilità generale propria di tutte le un fato inauspicato e maligno; e, sebbene nei suoi scritti Ia realtà particolari. fnoltre, il fatto che un-sistema o una tyche e la fortuita siano mostrate operare piú sul terreno struttura di giustizia umana fosse destinato a cessare nel degli eventi esterni che su quello dei rapporti interni di uno tempo non efa da ascrivere soltanto alla physis e cioè non stato, è di somma importanza capire in che modo il ciclo doveva essere visto meramente come fatto ìipico degli esseri potesse essere presentato come un caso speciale nell'operare viventi che per loro natura nascono e muoiono. No,lsso era della ruota della fortuna. Ogni forma di governo, considera- un insuccesso di natura morale, una ripetizione del peccato ta in sé stessa presentava un suo pregio ossia una sua virtú otiginale e allo stesso tempo indicava un altro rionfo del ed era proprio tale virtú che era destinata a corrompersi potere proprio della fortuna. Quando gli uomini si erano qualora non ne fosse impedita o frenata dalle virtú proprie messi ad erigere dei sistemi morali avenii un valore finito e di altri elementi virtualmente in grado di prendere il potere. storico, essi avevano posto ia loro virtú in balia della fortu- In questa idea che un soggetto buono o virtuoso potesse na. La ruota che faceva salire e scendere i re era il simbolo corrompersi ptoprio perché la sua peculiare qualità buona era della vanità delle ambizioni umane; la ruota che faceva pro- sperare ^.rtrupresente in eccesso e soverchiava quella di altri, compariva e portava a rovina le repubbliche era un simbolo del .".tu influenza della concezione greca delia hybris e vano_tentativo che gli uomini facevano in cerca della giusti- ancor piú l'influenza della idea di Aristotele che la dittatura zia.E allora il ciuis che si era impegnato nella prarica'attiva sugli altri di un solo buono e onesto era fatale sia nei del aiuere ciuile doveva, dunque, pugar. .,n .uro ptezzo in confronti del bene di chi aveva il potere sia in riguardo a cambio della fede e della contemplaziòne illusrate àa Boezio quello dei governati. Un romano, tuttavia, avrebbe visto ed era_ un prezzo che non risultava meno caro per il fatto che nella t'ortuna. l'avvercaria normale deTla uirtus e ai suoi oc- succedeva spesso di doverlo pagafe. chi la uirtus di ogni singolo membro della respublica, equi- Un mondo ossia una rcaltà storica in cui fosse la giustizia lilrrarrcfo ed integrando le uirtutes degli altri suoi pari, era il a cavalcarc la ruora della f<,rrtuna offriva una proipettiva trrczzn per trionfare della fortuna facendo prevalere I'ordine. terribile; tuttavia una cerra intclligibilità si trovava pàrados- lntirnt I97 Restava implicito nell'idea che mutamento fosse qualcosa il lotza che produceva il mutamento, anch'essa non doveva di affatto irrazionale che proprio mutamento non e tale produme_ nulla di n_uov_o; il numero delle variabili agenti aveva sé alcuna virtualità in di sviluppi nuovi e quindi non nella realtà del mondo doveva esserc finito e quanto *i-rror. poteva produne nulla che già non fosse. E dunque, si non era il loro numero in qualsiasi settore della'realtà. tanto poteva proprio concepire lo sviluppo o mutamento come il paggiolg_ era 7a probabilità chc si riprcsenrassero in ordine costitutivo della storia. Stando cosí le cose, la fortuna rima- fisso. Ebbene, se Ie variabili si riducevano a tre soltanto, neva condannata a ripetere la sue vicende e suoi i colpi. E allora il loro numero era veramcnte piccolissimo. Ma se iÍ quando fosse stata possibile esperita ogni combinazione delle loro numero era cosí esiguo, ecco chc Èolibio poteva p.r-"i- carte, essa non poteva fare altro che ricominciare da capo e tersi di nutrire un consisrenre ottimismo circà re poisibilità cioè doveva produrre dei ricorsi. fatto Di il termine ricorso, di costruire una politeia di forma trniversale tul., dunque. al pari del termine riuoluzione, si prese ad usarlo regolarmen- da non essere coinvolta nella ciclicità dei "mutamenti.'Sé te per indicare che il processo cammino della fortuna o quanto era necessario si risolveva nella costruzione di un riprendeva awio da un punto già toccato precedenza e in ordinamento politico nel quale fossero armonicamente coú.r- tale punto poteva benissimo essere quello da cui eru iniziata presenti o equilibrati I'uno, i pochi e molti e che in tale l'esistenza i di ogni cosa. ordinamento tutti e tre avessero singolarmente una parte (o A lungo andare, dunque, non c'era fatto o evento che un certo aspetto) del porere occorrente per impedire-che uno non fosse già successo in passato e che non dovesse succedere dei tre elementi prevalesse da solo (rrctandósi quindi alla ancora nel futuro. La ruota della fortuna divenne f immagine corruzione) sugli altri due, allora ne sarebbe risultata la simbolica della ripetizione allo stesso rempo che dell'impre- possibilità di creare un organismo politico, armonioso e di vedibilità e da questo si inferí una conseguenza estremamen- valore universale: possibilftà di poìere costruire rale orsa- te importante e, per certi aspetti, consolante: se uno cono- nismo sul piano reorico e anche dî rcalizzarlo forse sul pióo sceva quanto era avvenuto per l'innanzi era anche in grado di pfatico. avanzare previsioni di circostanze e di contestí in cui gli fnoltre, se le cause dei mutamenri sono da individuare eventi del passato si sarebbero ripetuti. E, dunque, enro i nell'instabilità che è propria delle realtà particolari e se limiti in cui questa operazione previsionale riusciva possibile, c'erano solo tre realtà paiticolari da prendeie in considera_ il mondo della fortuna si sarebbe fatto piú intelligibile, meno zione nella cosrruzione di un organismò politico ossia di uno allarmante e si sarebbe anche prestato ad essere" in qualche stato, allora le cause dei mutaminti eran-o poche e potevano modo controllato. essere agevolmente eliminate. Restava, dunque, nell'ambito Altro, tuttavia, era dire che le carte si sarebbero disposte del possibile ottenere che una costituzione (ossia un'or gania:- ancora nello stesso ordine ossia che gli eventi si sarebbero zazione del corpo politico) mista di tipo polibia,.,o onllorr. ripetuti, aluo dire che non solo si sarebbero ripetuti, ma il immune da muramenti e cosí durasse pér té-pr". E allora ci loro ricorso si sarebbe attuato con e identità di successione si sarebbe lasciata alle spalle la ruota, e si sarcbbe entrati di svolgimento ciclico. Polibio pensò che le cose sarebbero nella sfera at. andate proprio cosí e con lui pensarono fami- Io molti nella Polibio, tuttavia, non si permise cli ciunsere a tanto. fn glia degli stoici, di cui egli era membro. E probabilmente egli . farza delle sue convinzioni stoiche, cgli i-rcnsava che nulla al fu portato a questa conclusione dal fatto che aveva ridotto il numcro delle variabili che entravano gioco cosru- in nella premìnentemenle zione politeia: il p.rodotto di causc nrtirrali, volcndo con ciò significare della da un loro nurnero infínito egli, infatti, torse che non fu íl risultato di premt,.lirrrzionc. t0. ar le avcva ridotte a tre soltanto Se la corruzione era I'unica Cfr. R.D. Cumming, Lluùan Nrt!ttrc attd History, cit., pp. 1.43_54, dove si mette in evidenzà la laboriosità dclra cos*uzi-on. poúÉir.r" . ,í yj-da anche,_ per un chiarimento dcl mdo di procedere bofiÈio, ao lbidcn. Si noti, però, il dictun che Ia Costituzione romana è ai f. W. Walbank, A Historical Conmentary on polybiis, cit. 198 LA PARTTCoLARITÀ. DEGLr EVENTI E rL TEMpo ( VMRE CIVILÈ > 199 mondo fosse immortale avanzò previsione che, e, anzi, la identica con il regno della grazia e che quel regno si sarebbe quanto piú uno stato era dovizioso e potente, tanto piú reso visibile e manifesto quando la grazla avetie Íatto inizia- arduo sarebbe stato conservare gli ordini e le virtú che lo re l'escbaton e che tale ciuitas rcalizzava e attualizzava il conìponevano nell'equilibrio dovuto. Anzi, si sarebbe fatta millennio ossia la Tetza Età. tanto accanita la tensione per conseguire obbiettivi particola- Ma tale riduzione della grazia alla sfera politica finiva questo quell'elemento ti di o costitutivo che, ad un certo per as_somigliare moltissimo alia sostiruzione délla grazia con punto, potesse non ci sarebbe stato piú alcun freno che la politica. Ebbene, lo spirito dell'umanesimo clvile potè contenerla. essere sospinto a tali estremi e a tali posizioni eretichè in Non solo, quindi, egli presagiva (cosí almeno parve ai fotza deTla sua decisione di abbandonar"l modi tradizionali e suoi lettori di tanti secoli dopo) la disintegrazione della atemporali di concepire la politica e di tentare la attuazione repubblica romana perché scompaginata dalle tensioni e dalle dei valori universali della polis nella forma di regime politico tentazioni connesse con I'impero nell'area del Mediterraneo. particolare, finito e storico che era la repubblièa. E^poiché Egli disse anche, presenza delle di piú: e soprattutto, in la repubblica non era né una comunità èonsuetudinaiia né perseguimento condizioni storiche piú favorevoli, il di ob- una manifestazione della chiesa militante, essa doveva restare o beni particolari sarebbe biettivi si dimostrato incompatibile la realtà Tegata ad un momento del ternpo (a un momento del con la preservazione repub- dei valori e delle vírtú civili. La tempo sia nel tempo si scorgesse lì linea lungo la quale blica recava sé propria condanna. questo per un _che in la E avveniva il compimento delle profezie oppure vi si vedesse il mondana lettote cristiano doveva significare che la storia volgere irrazionale della ruota della fortuna) oppure doveva ossia << secolare )> non poteva farc meno reiterare la a di trovare il modo per non essere incastrata nello ichema con- vicenda del peccato originale e che neppure la repubblica cettuale di cui abbiarno fin qui parlato. Ma gli spiriti in poteva sostituire la gtazia nel riscattare I'uomo dalle conse- grado di impegnarsi a quesro fine e di cogliere dli póssibilità guenze quel peccato. Era possibile la (o la di dite che fortuna occorreva veramente che lossero spiriti tenaci e presi da un natura) avrebbe finito per recare il corrompimento e il deca- ideale civile e politico rutt'affatto laico e profaio or. dimento, ad un certo momento, di qualsiasi repubblica e cosí si poteva tornare al principio agostiniano secondo il quale non si dà salvezza per l'uomo nella politica o nella storia. In verità, la teoria polibiana che lasciava trasparire la possibilità che la repubblica si dimostrasse immortale obbligò virtual- mente i pensatori cristiani a rifarsi ad Agostino. Infatti, se mai la repubblica durava alf infinito, anche il mondo doveva durare all'infinito. Ma questo era un asserto tipicamente pagano. Il ciais cristiano avrebbe potuto incamminarsi, compatí- bilmente con la sua fede, per due strade. Poteva affermare clre un sistema informato dalla virtú politicizzata, e cioè un olganismo politico perfettamente equilibrato nel senso di Polibio, poteva durare fin tanto che poteva durare una virtú scnza la srazia in un mondo dominato dal peccato e dalla fortr-rna c cioè avere una durata presso che sèmpitetna. Op- purc l)otcva affermare che la ciaitas virtuosa, quella che faccva prcvalcre I'ordine e la stabilità sopra la fortuna, era a2 Polibio, Le storie, Iibro VI. MACHIAVELLI 36'

    alla libertà e rimase poi in tutto il Dialogo ancorato al contesto delle istituzioni fiorentine, Machiavelli, con tipica tispondenza al ruolo di pensatore politico, si collocò ad un livello piú alto e cioè a quello di una teoria generale. Analogamente a Il Principe, anche iniziano con una tipologia ossia presentano una classificazione delle tepubbliche in base ai modi diversí in cui hanno avuto origine. Tutte le << città )> sono state fondate o da << natii del luogo > o da << forestieri >'. I loro fondatori poi, al momen- to in cui le fondano, appaiono o indipendenti o ancora dipendenti da qualche potere esterno. Le città di questa seconda categoria, poiché non hanno origine libera, di rado fanno << progressi grandi >. Poi in un passo che suona come sfida diretta alla tradizione illustrata dal Salutati, Machiavelli aggiunge che Firenze, fondata da Silla o da Augusto, è appunto una città senza origine liberaa: tesi questa che egli riprenderà nelle Istorie fiorentine e che userà per sostenere che Firenze non era mai riuscita a conseguire né un suo territorio stabile né libertà di ordinamento politico s. Nei Discorsi, Machiavelli dichiara (dopo avere indugiato a discu- tere se le città debbano essere fondate in terre deserte o in tetre fertili) ó non essere suo intento di trattare delle città di questa categoria, bensí soltanto di quelle che fin dai loro primissimi inizi hanno goduto di piena autonomia 7. E questa precisazione serve a fare capire che Firenze non costituisce a{fatto nella ttattazione seguente un termine principale di riferimento.

    3 N. Machiavelli, Opere, a cura di Mario Bonfantini, MilanoNapoli, s.d., ma L954, p. 91. (Discorsi, I, I). a Opere, cit., p. 92:. >. Mrrclrirrvclli, discutendo poi le questioni che il fatto solleva, F. Gilbert, s Opere, cit., pp. 620-22 (Istorie Íiorentine, II, 2). Ma vedi anche BL'rnrrtlo Rucellai e gli Orti Oricellari, \n Machiauelli e il suo tempo, Discorsi, I, 49, dove in modo ancora piú preciso si insiste sul fatto che Roltrgna, 1L)-7-7, pp. 1,5-66 e dello stesso Composizione e struttura dei Fitenze non era tiuscita a superare la circostanza ncgativa delle sue orígini << Disutrsi >> tn Machiauelli e iI suo tenxpo, cit., pp. 223-252. Si veda, non libere. Cfr. N. Rubistein, Machiauclli and Floreitine Politics in Studies inoltrc, \X/lritfit:ld, Discourses on Machiaaelli, cit., pp. 181-206; H. Baron, on Machiaoelli a cata di M. P. Gilmor'e, Fitenze, 1972, pp, 21-22. Mucbiuuclli: tl:e Rcpublican Citizen and tbe Author ol <, in o lbidem, pp.93-94 (Discorsi, I, l). < English Ilisroricrrl Review >, 76 (1961), pp. 217-5). 7 lbidem, p. 95 (Discorsi, II, 2: le ftasi iniziali). 366 LA REPUBBLTC^ E L^ suA FoRTUN^ MAcHTAVELLT 367

    Tornando poi al modulo delle distinzioni schematiche, modello) inizia con un gruppo di profughi, sciamati alla Machíavelli pone una differcnza specifica tra le città che rinfusa sulle isole della laguna veneta, che successivamente sono state fondate da un legislatore', come era stato un seppero ascendere ai fastigi della virtú civile: cosa che pone 12. Licurgo, la cui opera era risultata presso che perfetta al di per sé un problema a cui occorre dare una spiegazione e, punto da non avere bisogno di ulteriori perfezionarnenti e Poiché in pratica Machiavelli non vede in Venezia un model- le città la cui fondazione originaria era stata imperfetta e lo da imitare, il problema ricordato non lo inquieta gran che. che, quindi, avevano avuto lo sfortunato inconveniente di Tuttavia, è anche vero che i Discorsi concentrano sempre dover procedere a riformarsi. Poi ci sono le città che hanno I'attenzione su quelle situazioni in cui, date le carenze del degenerato dai loro principi e quelle che presentavano Lrna legislatore o, addirittura, la sua assenza, i cittadini sono stati costituzione originaria del tutto << fuori del diritto cammi- costretti a riformare i lorc ordini e loro stessi ossia su quelle to. no r> Questa classificazione (la cui importanza pet capire in cui era stata la materia a doversi dare una forma. quello che si dirà nei tre libri dei Discorsi è cruciale) se la si Si capisce inolte che la distinzione deve essere fatta tra esamina da vicino rivela parecchie implicazioni. In primo 1o stato di relativa libertà e quello di relativa soggezione, luogo, la distinzicne non concerne semplicemente gli ordina- rispetto alle eventualità che si producono nel tempo. Licurgo tori sapientissimi e quelli meno saggi, ma anche se una città aveva dato agli Spartani << ad un tratto, tutte le leggi di cui sia stata Íondata da un solo legislatore oppure se la fonda- avevano bisogno > e in seguito essi non dovettero {ar altro zione sia avvenuta in tali circostanze da non consentirne il che conservarle; e sebbene (come avremo occasione di ap- merito ad uno solo. prendere piú avanti) tale consetvazione possa rivelarsi diffici- Solone, dunque, era stato meno efficace di Licurgo tt e le, essa non è nulla rispetto ai problemi che devono affronta- Romolo, come vedremo, occupa tra i due una posizione re quelle città che hanno ricevuto le loro leggi << per caso )>, mediana. in < piú volte >> e in occasione di << accidenti )>, come efa 13. Machiavelli, tuttavia, guard,a alle repubbliche neoderne stato il caso di Roma Avere avuto un legislatore perfetto come alle antiche; e città come Venezia, Íondate nell'era significa per una città potere fruire di quella stabilità ossia cristiana, non rimandano per la loro Íondazione ad un singo- durabilità che la esenta dagli insulti del tempo. Il non avere 7o ordinatore, bensi a dei santi patroni i quali non possono avtito tale ventura ha per conseguenza che nel contesto do- essere considerati dei veri e propri fondatori. La storia di minato dalla lortuna una città deve fare assegnamento sulla Yenezia (a cui si vorrebbe attribuire il prestigio di un sua airtú. Ma ancora una volta, come abbiamo fatto nel caso de Il Princlpe, discendiamo dal fastigio del legislatoîe come tipo ideale a tutte le gradazioni di insicurezza in cui opera Ia 8 Il termine usato è talvolta quello di ordinatore, ma Machiavelli preferisce ricortere a delle peri{rasi come ilflo solo, il quale ordinò ecc. airtú. Se si è cominciato con istituzioni malposte, ci si ttova Invece latorc delle leggi si trova in Discorsi, II, 1 (vedi Opere, cit., p.205). 't2 pp. (Discorsi, << ... infra loro, sanza e pp. lbidem, 9l-92 I, I): cominciarono Opere, cit., 95,98,99, 107. altro principe particulare che gli ordinasse, a vivere sotto quelle leggi che 10 lbidem, p.95t <. quella ordinatore d'infclicità città che non si sendo abbattuta a uno 13 lbidern, p.95: <...alcune [e hanno avute a caso ed in piú volte e prudcntc, ò necessitata da se medesima riotdinarsi: e di queste ancota è secondo li accidenti. come ebbe Roma >>. Poi in Discorsl II il Machiavelli piú infelicc quella che è piú discosto dall'ordine; e quella ne è piú discosto torna a questo tema e spiega che la lortuna non è la causa o l'artefice della che co' suoi ordini e al tutto fuori del diritto cammino che la possa grandezza fomana. Pottemmo renclere la sua intenzione dicendo che la condurrc al perfctto e vero fine, perchè quelle che sono in questo grado è lortuna costituisce il contesto di cit'costanze in cui si affermò la gtandezza quasi impossibile che per qualunque rassettino >>. accidente si di Roma. tt Ibidcu, pp. 98-99. ]68 LA REPUBBLIcA E LA SUA FoRTUNA MAcHTAVELLT 369 in una condizione disperata. E il dovere procedere alla ri gliorano realmente le strutture in cui si svolgono ed attuano f.9pa delle leggi in tentativi attuari da un corpo politico i etici e politici. E sull,arte ai praticare tale difettoso è una condizjone .loro .rapporti che, rispefto a quella di Sparta, virtú da parte dei cittadini la letteratura esistènte è non può dirsi molto che infelice. Tuttavia,le repuÈbliche chó han- piú copiosa. A questo punto del suo dire, Machiavelli, pur no avuto. in origine istituzioni sane, ma imperfette possono senza fare nome alcuno,.,si accinge ad una lunga esposiziòne farsi perfetf la occorrenzia per degli acciàewi. Sappiamo, della teoria polibiana sulla ciclicità delle costitu-zioni ossia dei infatti, che la fortuna risponde favor-evolmenre solo àilo ,lr- regimi politici ls. tú. E questa constatazione si trova ribadita da Machiavelli Poiché non è possibile, come vedremo, ridurre i Discorsi quando fa notarc che migliorare _ il con le proprie forze riesce ad un ftattato circa il modo di rcalizzare un ordinamento ardu_o per le stesse ragioni che fanno perùolòsa I'inroduzio- politico perfertame_nte equilibrato e quindi tale da sfuggire ne di una novità ta. alla legge della ciclicirà, ossia tale dl andare esenre dJlin- Detto questo, è aperta la strada alla considerazione del fluenza del tempo, v_iene naturale chiedersi che cosa mai caso di Roma. Romolo non Qui era riuscito a rendere Deroe- Machiavelli avesse in menre di dimostrare appoggiandosi, tua la monarchia, ma aveva gettato tali fondamenta dà càn- come fece, a Polibio. Una risposta la si può trorr:arà-rr"rro sentire la trasformazione l, della monarchia in una repubblica fine del ca,pitolo_ secondo, dove riprende ia precedente distin- cui aTise poi un successo singolarissimo. Eppure'bisogna írone tra città che possono vantaie ordinatóri perfetti e città dire che la tipologia che c] è présentata risulta incompleà e che non sono in tale fortunata condizione. Lìcurgo in una tale incompletezza è significativa. Infatti è solo indicaìo, ma sola occasione (Machiavelli non ricorre proprio-a questo senza le opportune specificazioni, caso il di una repubblióa in termine, ma il termine ci è utile se 1o inseriamò nel disèorso) cui i cittadini hanno dovuto fin dall'inizio arrangìarsi senza aveva attuato una distribuzione del potere tra re, nobili e ordinatore alcuno che li potesse guidare. paràcohre In Ma- popolo, durata poi i,ntatta per piú di ottocento anni. Il che chiavelli ci lascia insoddiìfatti nella curiositf di sapere che non era duscito a Solone e, quindi, Atene non aveva mai cosa di preciso egli pensasse di Venezia, dove non c'èra stato conseguito stabilità di ordinamenti. Il caso di Roma, invece, mai un legislatore, ma dove tradizione -s'ùiluppato la lasciava a credere (ed e"i il càso, a partire dal quale Polibio aveva che fin dall'inizio ci fosse stata una stabilità politica quanto tutta Ia s'ra teoria) È quello che presenta le fenomenólbgia mai ferma e coesiva. E quando mai Machiavefli si dispàrrà a piú straordinaria. A Roma non c'era stato un lesislatore c-he palesarci al riguardo tutto quello che pensa? avesse tentato di integrare il potere del singolojdei pochi e Aliorché i cittadini mettono perfertamente a punto i loro dei molti; e Roma la monarchia fondata da Romàlo era reciproci in un certo contesto temporale, lapporti essi non caduta con Tarquinio; a Roma, in regime repubblicano, si fanno altro che praticarela airtú. Essi, infatti vogÍono avere ebbero generazione dopo generazione aspre lotte tra prtrizi e la meglio sulla E di tale uirtú, qrrale póteva fortuna. essere plebei. Eppure da tutto questo sconcerto era venuto iuori un ptaticata da un principe nuovo, non si gran d.tto che sul ordinamento ossia una costituzione ammirata da Polibio; era piano teorico prima de Principe. "ra Il Ma i cittadiii praticano venuto fuori uno stato cosí saldo e durevole da avere la forza la virtú, 1ó. anche quando mettono- in piedi, conservairo e mi- di conquistare il mondo ta Ibidem;.<<.Quglle alue che, se le non hanno I'ordine perfetto, hanno pr'cso principio il buono e atto a diventare migliore, pìssono oer Ia \s lbidem, pp. 96-99 (Discorsi lI, 2). occ'orrcnzia clcgli accidenti diventare perfette. Ma sia bene q.,cstà' 16 vèro che lbidem, pp. 99-100: <<...Roma, Ia qualc non ostante che avesse mai non ordineranno sanza peri-ulo, non si perché gli assai uomjni non si uno Licurgo che la ordinasse moclo nc1 principio potesse accorclano mai in che la vivere ad una legge nuova che riguardi uno nuovo ordine nella lungo tempo libera, nondimcno furo tanti gli'accidenti ihe quella cittrì, sc non ò mostro loro da una neceisità in che bisogni farlo; e non nacqueto, per la disunione che cra intra la Plèbe ed il Senato. che quello potcg5l1l vcnirc qucsra ne_cessità sanza periculo, è facil-cosa ché quella che non aveva fatto uno ordinatore Io fcce il caso. Perché se Roma non rcpubblica rovini avanti che sia perfezione la condotta a una d'ordine >>. sortì la prima fortuna, sortì Ia seconda; perché i primi ordini suoi si 370 LA REPUBBLIcA E LA suA FoRTUNA MACHTAVELLT 37L ha fornito, col suo pensiero, una dirnostra- lylachiavelli virtú nell'uomo, essa doveva essere creazione di una virtú zione tranciante secolarizzazione. Egli ha, infatti, messo in di piú che umana. Tuttavia, emergevano poi certe ironie della aiuere sono grado chiaro che la virtú civile e il ciuile in storia . I'una e l'alffa si mantengano ... )>. 172 LA REPUBBLTcA E LA sua FoRTUNA MAcHTAvELLT 373 rerne )> ''. Ma poi aggiunge che essi sono tenuti in piedi da rio. È per questo che quel profeta è superiore al legislatore. ordini antiquati nella religione (ossia da leggi che hanno -"F.ppure sappiamo che il legislatore (almeno nel caso in antica radice nella religione e, quindi, presentano caratteristi- cui egli fonda una repubblica) tende a creare una struttura chc simili a quelle della consuetudine) << quali sono suti ranro ossia un corpo politico animato dalla virtú e, come tale, potenti e di qualità che tengono e' loro principi in srato, in questo ha, dunque, un v{g19_e una dignità che lo rendono 20. qualunque modo si procedino e vivino >> superiore ad un corpo politico tenuto insieme dalla consue- Se imperscrutabili sono i voleri della provvidenza, non tudine. Machiavelli si incammina cosí a far intendere che per possono essere usati per spiegare la condotta degli uomini. Il lui un sottofondo religioso è necessario a far crescere la virtú ptincipato ecclesiastico può, dunque, essere considerato come civile e che Roma, quindi, non avrebbe avuto durabilità una specie di comunità retta dalla consuerudine, piú stabile senza i'apporto legislativo di Numa Pompilio, il suo secondo però della monarchia ereditaria, dato che in tale principato te, che aveva dedicato la vita a sviluppare una'religione e ad ha ancor meno rilevanza che nella monarchia suddetta quello innestarla nella natura dei romani 22. che il principe fa o chi impersoni il potere. Nfa se la religione è il presupposto necessario della vir- Quando (soprattutto nei Discorsl) ci rimettiamo in una tú civile, perché essa può mutare la nattra degli uomini, essa prospettiva in cui campeggiano i personaggi dell'antichità non si identifica con la virtú, dato che questa può esistere classica alla pari con quelli della sfera canonica giudeo-cri- solo nel contesto della vita civile. Questa convinzione Ma- stiana, ci viene fatto presente che ci sono state altre religioni, chiavelli la userà per dimostrare che la religione deve restare fondate forse per sola iniziativa umana. Allora si profila una subordinata alla politica e per criticare il óristianesimo pro- nuova categoria di innovatori e Machiavelli sctive: prio perché questa religione propone agli uomini qualcosa che va ben oltre i valori della convivenza civile e politica ". lntra tutti gli uomini laudati, sono i laudatissimi quelli che sono II profeta, dunque, sta un gradino sopra legislatore, stati il capi e ordinatori delle religioni. Appresso dipoi quelli che hanno per fatto che fondato o tepubbliche o regni. Dopo a costoro sono celebri quelli il la sua opera risulta, comunque vadano le che, preposti alli eserciti, hanno ampliato o il regno loro o quello cose, Ia piú duratura. Il profeta, tuttavia, dovrebbe mirare della patria. A questi si aggiungono gli uomini litterati...2r. ad essere anche legislatore e a fornile una religione che possa fare da supporto alla partecipazione politica. Ne coniegue L'andamento del periodo palesa che I'autore ha distribui- pure che le pratiche religiose formano solo una parte del to una piú o meno intensa accentuazione sugli elementi che complesso di elementi di cui è costituita la virtú civile e, a lo compongono. Nella misura in cui si pensa che il pro{eta tal proposito, sarà bene notare che, dopo il profeta e il faccia qualcosa di cui si riesce a date spiegazione in termini legislatore, è il gueriero ad essere << laudato >. Romolo era umani, egli risulta fondatore di una struttura dotata di una stato legislatore e gueriero, al quale per << farc ... ordini qualità che la rende piú duratura di un'altra struttura o civili e militari, non gli fu necessario dell'autorità di Dio >. costruzione politica cui vada congiunta la fedeltà per consue- Numa, invece, era stato un legislatore nel senso che era stato tudine ossia conservi coesione attorno ad un potere eredita- inventore della religione romana. E si rovano poi nel libro I dei Discorsl dei passi in apparcnza contraddiitori in cui si discute se debba essere maggiormente t') lodato e considerato Ihitlcm, p.37: <>. le istorie romane, quanto serviva la religione a comandare gli eserciti, ad )t ll,ilr'ut, 1r. I l8 (DLrcorsi, I, L0). animire la Plebe, a mantene.re gli uomini buoni, a fare vergognare i rei. 374 LA REPUBBLTcA E LA suA IoRTUNA MACHIAVELLI ardua a compiersi di quella del suo predecessone, perché trarsi anche alla esigenza di essere quel demiurgo sovrumano riesce piú agevole insegnare alla gente il mestiere delle armi (presentato in quello stesso capitolo) il quale aveva bisogno e il valor rnilitare cf,e mutare la sua natura mediante la solo di ún'occasione per pronunciare il verbo con cui tra- religione; dall'altta parte, i successori di Numa aeirono da sformare I'incondita materia. Il legislatore-profeta è figura saggi scegliendo di seguire le orme di Romolo, dato che che nei Discorsi si incontra ancor piú di rado che nel Princi- I'ostilità dei popoli confinanti avrebbe reso una politica di pe, proprio perché nell'ottica dei Discorsi la uirtú del legisla- pace troppo in balia del << tempo e della fortuna >>. Eccoci tore diviene meno significativa dei processi sociali ed educa- allora rinviati alle antitesi del Principe ossia al profeta arma- tivi da lui avviati. Egli può, quindi, permettersi di vivere to e a quello disarmato, al temporeggiatore cauto e all'audace nella dirirensione temporale ed essete personaggio di minor risoluto e cosí siamo tornati al rnondo in cui si oppongono prestigio di un Licurgo o di un Mosè. Tuttavia, sminuendo il lortuna e uirtú. È chiaro che consuetudine, religione e sp;ri ruolo del legislatore, Machiavelli ha scemato anche il bisogno to guertesco sono altrettanti elementi che vengono a compor- di ricorrere alla dottrina savonaroliana, secondo la quale la si nell'idea, per quanto indefinita, di virtú civile. Ed è pure costituzione della repubblica la prirna forrna non può palese che in questo senso è inseparabile dalla airtú Ia volon- essere che opera della grazia.- Se gli uomini non -hanno biso- tà intesa a padroneggiarc la fortuna e che, infine, vi sono gno di una presenza sovrumana per diventare cittadini, ma, molti altri tipi di legislatore, olte quello idealizzato dal anzi, rcalizzano la ciuitas ossia la partecipazione politica nella Principe. Ebbene, tutte queste costituiscono delle idee capita- realtà condizionata dal tempo e dalla fortuna, ecco che le li nella struttura concettuale deî Discorsi. città terrestri e le città celesti hanno cessato di essere identi- Si direbbe, dunque, che Machiavelli andasse in cerca di che. E la distinzione tra le une e 1e alre può a sua volta strurnenti sociali atti a trasformare la natura degli uomini avefe una Dorrara etica oltre che storica. Stiamo cosí tornan- fino a renderli idonei alla partecipazione alla cosa pubblica. do al puntà jn cui si diceva che gli << stati non si governano La congiunzione rappresentata dal binomio Romolo-Numa con i paternostet >> ossia siamo richiamati alla conclusione veniva a suggeiite dei comportamenti praticando i quali il che le finalità civili della vita politica (ivi compresa la virtú legislatore era in grado di sottrarsi alla necessità di agire solo ,della partecipazione politica) non hanno piú nulla a che fare come il << profeta armato >> di cui parlava II Principe: costui con le finalità della redenzione oltremondana. Questa si rive- doveva esercitare una Íotza di coercizione sulla gente non , la esserer la piú evetsiva delle tesi insinuate dai Discorsi e, appena questa cessava di prestargli fede. Ma, seguendo I'e- anzi, piú' evèrsiva di quante se ne trovino nel testo del sempio di Romolo-Numa, il legislatore era in grado di sot- j Principe. i

    Talché se si avesse a disputare a quale principe Roma fusse piú obligata, o a Romolo o a Numa, credo piú tosto Numa otterrebbe il primo grado: III perché dove è religione facilmente si possono introdurre I'armi, e dove sono I'armi e non religione, con difficultà si può introdurre queila >. Poil. Opere, per pîesenta- cit., p. 144 (Discorsi I, l9)t <<...pensò che a volere mantenere Roma Machiavelli si è otmai apprestato il terreno bisognava volgersi alla go.etta, e somigliare Romolo, e non Numa. Da re le ipotesi ardite e af{ascinanti che stanno a fondamento clucsto piglino esemplo tutti i principi che tengono stato: che chi somi- dei Discorsl e che un Guicciardini doveva poi trovare inac- glicrà Numa lo terrà o non terrà secondo che i tempi o Ia fortuna gli ts. ma e gircrà sotto; ma chi somiglierà Romolo, e sia come esso armato di prudenza cettabili La prima è che il dissidio e la contesa nobili c d'rrrmi, lo terrà in ogni modo, se da una ostinata ed eccessiva forza non plebei avevano prodotto la stabilità, la libertà e la potenza di gli ò tolto >. Si noti come l'espressione che qualifica il principe come arnalo di prudenza e d'armi riecheggia quella che si incontta nel cap. trI cla II Principc, dove si parla di principe naturale e si dice chc questi deve 2s Si veda quanto si dirà più avanti al capitolo VIII e in genere si rcputarsi sicuro da ogni eventualità, a meno che non si ffatti di una vedano del Guicciatdini le sue Consid.erazioni intorno ai Discorsi del Ma' cstruordìnaria ed cccessiaa forza. Si veda il passo cit. alla nota 4 del cap. 6. chiauelli. 376 LA REPUBBLTCA E LA suA FoRTUNA MAcHTAvELLT 377

    28. Roma: asserzione sconcertante e incredibile per la mentalità nale romana Sebbene Romolo e i re venuti dopo di lui che era solita stabilire una identità tra unionè e stabilità con avessero operato bene, non avevano creato qualcosa di per- 26 il relativo vigore e a tavvisare per contro un'alffa identità fetto, e le leggi o ordini da loro stabiliti non erano confaèen- 2e. tra conflittualità e innovazione e èonseguente decadenza. Ma ti ad un uiuere libero Quando i re si mutarono in tiranni l'asserzione ci è sempre piú comprensiÉile, qualora abbiamo (un lettore che ha in mente il ciclo polibiano avvertirebbe presenti le ambiguità della virtú. I romani attuavano innova- che questo trapasso segna una fase normale del processo di zioni in un contesto non ancora suficientemente stabile sí da corruzione a cui va inconro un regime che ha fondamenti consentire un compor_tamento regolato in forme legittime, insicuri e ordini difettosi) molto restava da fate per assicura- mentre proprio con i loro diversi e autonomi sforzi riusciro- re un regime di libertà. Quindi, il potere regio non venne no poi a mettere in piedi una stîuttura istituzionale in cui Ie abolito, quando fu espulso Tarquinio, ma venne mantenuto varie forze sociali avessero la loro legittima collocazione. nell'istituto del consolato, facendo in modo, tuttavia, che -porre Nel caso dei romani dobbiamo, dunque, -tali attenzione ad atti I'autorità fosse condivisa con i nobili del senato. E quando a di -p:t sé non legittimi e tutràvia che cospirarono a loro volta i nobili, ossia i patrizi, avevano ceduto alla corru- stabilire la legittimità. zione e all'attoganza, non fu necessario demolire tutta la Ma se l'unione nasce dalla disunione, vuol dire che essa struttura istituzionale per mettere un freno al loro potere, emerge da un processo irrazionale piú che da uno razionale. E che in certa misura si trovava già limitato dalla presenza dei di questo fatto l'unica spiegazionè accettabile sembra essere consoli. Furono, invece, creati i tribuni della plebe e furono I'inscrutabile operato della-fortuna. E di fatto Machiavelli creati proprio per fare salvi i diritti del popolo. Cosí Roma dice in un luogo che il caso e in un altro che la fortuna divenne una società politica mista e << perfetta >, nella quale avevano prodotto quello che non era riuscito ad ottenere un ognuno dei suoi tre elementi costitutivi era in grado di 2'. legislato"_g Ma dire lortuna non significa escludere la pre- I impedire agli altri di farsi prepotenti 30. senza della uirtú; anzi, ffa l'una e l'altra c'è piuttosto ìna fn questa ricosruzione storica degli eventi costituzionali sorta di corrispondenza. Dobbiamo dunque vedere se non ci romani (e si ffatta di un racconto compendioso tutt'altro che sia una airtú speciale: quella uirtú praticata dai romani nella perspicuo) risulta evidente che il passo decisivo era stato fase formativa della loro storia. Ricordando quanto ci è stato compiuto molto prima (dell'istituzione del tribunato) e, pre- detto nel Principe, siamo già in grado di sapère che la virtú, cisamente, era stato compiuto quando, espulsi i re, si era in circostanze del genere, tende piú probaEilmente ad assu- dato vita al consolato. mere una forma attiva che passiva, il volto dell'ardimento Machiavelli non indugia a specificare quali fossero state piú che quello della prudenza, e cioè essa tenderà a mostrare le ragioni che avevano consigliato I'istituzione del consolato, le caratteristiche qualità del leone e della volpe. Ma tale anche se pare collegarla al timore di un ritorno dei Tarquini. virtú, tuttavia, deve farsi viva e operante nella condotta che i Infatti, egli dice che il timore di un ritorno della dinastia singoli e i vari gruppi di cittadiní praticano gli uni verso gli cacciat"a indusse i nobili a comportarsi con moderazione nei altri e non già esplicarsi nel conròllo che un uomo soloiil confronti del popolo, almeno fin tanto che quel timore aveva principe,- s-a avere sulla realtà che 1o circonda. Dunque, la pratica deTla uirtú da par.te di tanti soggetri dovrà avere di 2E Opere, cit., pp. 99-100. nccessità un piú diffuso rnnervamento etico sociale. e Ossia 2e Ibidem: . 26 Discorsi, l, 2-6. - 30 lbidem: il termine pert'ezione è usato due volte e una volta 27 Si vt:cla sopra la nota L6 e il passo ivi citato. I'aggettivo perfette. 378 rA REPUBBLTcA E LA suA FoRTUNA MAcHTAvELLT 379

    3r. 3a. motivo di esistere Tuttavia, I'energica asserzione che fa desidera E questo presso i popoli liberi ben di rado si Machiavelli circa I'esistenza in Roma di leggi consone alla palesa di danno alla libertà. Infatti un popolo libero ha libertà anche prima che essa diventasse una città libera sta acl timore soltanto dell'oppressione ed ha capacità di capire se i 3s. indicare che Romolo e i suoi successoîi avevano conmibuito a suoi tinìori sono infondati costruire un certo ordinamento politico adeguato. Machiavelli Non ci è, tuttavia, ancora stato precisato che cosa fosse se la prende con coloro (e Guicciardini doveva poi essere del la << libertà >> in un primo tempo istituzionalizzata presso il loro numero) al cui avviso Roma em stata una repubblica popolo dai re, ma abbiamo indizi che ci fanno capire come fondamentalmente < tumultuaria >>, salvata dalla rovìna solo Nfachiavelli la connetta al servizio militare. I buoni ordini dalla buona sorte e da uno sÚaordinario valore militare. producono una buona ntilizia e una buona educazione. Ebbe- L'ettore egli dice è quello di dimenticare che là dove rìe, la libertà della plebs tomana consisteva, almeno in parte, appare una- buona otganizzazione- militare, ci devono essere nella sua capacità di rifiutarsi al servizio militare; e dalla sua per Í.orza delle buone leggi. E dove ci sono buoni ordini e buona educazione Machiavelli pare dedune lo svolgimento buona milizia, ci dovrà essere, quasi per certo, anche buona relativamente incruento delle lotte civili, nonché quei miglio- lortuna 32. ramenti graduali dell'ordinamento costituzionale mediante i Inoltre, le buone leggi (buoni ardini) producono buana quali quelle lotte vennero fatte finire. Dunque, pare che un educazione, di cui a Roma si ebbe prova nel fatto che le lotte nesso strettissimo leghi tra loro libertà, virtú civile e disci tta i diversi ceti si era svolta quasi senza spargimento di plina militare. sangue (almeno fino al tempo dei Gracchi) e che le conces- La seconda grande ipotesi dei Discorsl si ttova esposta sioni di una parte all'altra erano state fatte con relativa nei capitoli quinto e sesto del primo libto. Inizialmente arrendevolezza33. I mezzi adoperati dai plebei per dare Deso I'autore si chiede se quella tal cosa che si suole chiamarc la alle loro richieste furono Ie dimostrazioni pubbfiche, la sèrra- guardia della libertà".sia meglio affidaúa ai nobili_o al popo- ta delle loro botteghe, il rifiuto di prestarè il servizio rnilita- b 3ó, E come ben presto farà notare il Guicciardini, non si re e la secessione dalla città. Nessuno di questi arti era in chiarisce mai bene se con il termine gaardia Machiavelli realtà cosí eversivo dell'ordine come potrebbe sernbrare a voglia indicare una prepgnderunza di poteri o qualche fotma prima vista. Una repubblica che intende valersi del suo popo- paiticolare di autorità r. Tuttavia, se continuiamo la lettura lo (l'espressione è pregnante di un significato che rornerà àel testo ci accorgiamo ben presto che Machiavelli non sta pertinente nella fase successiva della trattazione) dovrebbe parlando della clistribuzione del potere o della formazione di consentiîe al popolo un mezzo per far sentire quello che un ordinamento costituzionale, bensí vuole esaminare il rap-

    31 lbiden, pp. 100-101 (Discorsi I, 3). 32 lbiden, p. 101 (Discorsi I, 4): <(...conro la opinione di rnolti che 3a lbidem, < ... dico come ogni città debbe avere i suoi modi con i quali dicono Roma essere stata una republica tumultuaria, e piene di tanta il popoio possa sfogare I'ambizione sua, e massime qucllc città che nelle confusione che se la buona fortuna e la virtú militare non avesse sopperito cose importanti si vogliono valere del popolo... >. loro posso 35 102-103: desiderii de'popoli libcri rade volte sono a' difetti, sarebbe stata inferiore a ogni aiua republica. Io non lbidenr, ^pp. . orando dimcstri loro come ei s'ingannano: e li popoli, come dice Tullio, t3 lbidem, p. 102: >. cscmpli nascano dalla buona educazione, la buona educazionc cilllc buc-rne 36 Discarsi, i, 5. Il titolo di questo capitolo suona: popolo leggi, c lc buone leggi da quelli tumulti che molti inconsiileratamenre Dove piir sicuramente si pongà la guardia alla libertà, o nel -o dannano; pcrché chi esaminerà bene il fine d'essi, non troverrì ch'egli ne' granoli; e quali hanno maggiore iagione di tumultuate, o chi vuole abbiano prìrrorito alcuno esilio o violenza in disfavoré del comune bene, Àa acouistare-3? o chi vuole mantenete. leggi c orclini in bcneficio della publica libertà >. F. Guicciardini, Considerazioni intorno ai Discorsi, cit. 380 LA RTPUBBLTCa E LA sua FoRTUNA MAcHTAvELLT 181

    porto corrente tra virtú militare e virtú politica. Fin da Il tipo ideale di un regime perfettamente stabile, come principio ggli 4à per sconraro un fatro: Sparta e Venezia abbiamo visto, è già stato individuato in un regime a predo- sono repubbliche che hanno affidato Ia guardia ai nobili, I minio degli aristomatici. Ora però ci viene detto che I'ideale Roma, invece, I'aveva affidata al popolo. futte e ue le cittó della stabilità non è I'unico valore da realizzare, dato che una sono pfesentate come esempi ben funzionanti di un ordina- repubblica può aspirare a darsi un impero sacrificando la mento costituzionale equilibrato. Ma mentre Sparta aveva propria durabilità. È questa una scelta che implica una certa fruito di tale sua-prospera condizione dal tempo ài Li.rrgo preferenza peî una forma di regime piú popolare. Per la mentre Yenezia I'aveva raggiunta mediante l-opera dei iuoi" verità qui Machiavelli lascia trasparire in parte I'assillo tipico cittadini e con I'aiuto della forruna, Roma vi era giunra artra- in uomini della sua generazione, circa la capacità di una 40. verso lotte interne con un graduale e progressivi cammino. repubblica di controllare i territori confinanti Tutte le Certo, Machiavelli viene a stabilire in cérto-modo un'ectuazio- città hanno i loro nemici e vivono entro il dominio della la stabilità pacifica considerare se _n_e jra e il potere aÍ{ridato agli arisrocrarici. fortuna. Quindi si deve una disposizione di Nel capitolo quinro, proprio all'avvio, Machiavelli dice, senza fensiva non venga a rendere piú vulnerabile a subitanei possíbilità di fraintendimenti, che la libertà era durata piú a mutamenti una città e non sia, quindi, meglio che essa si lungo a Sparta e a Venezia che non a Roma, dove I'aipira- proietti arditamente alla conquista o al controllo del territo- zione dei_ plebei ad occupare tutte le magistratur* au.un rio esterno. Ancora una volta viene chiamata in campo I'anti- portato all'ascesa di Mario e alla rovina della repubblica, tesi tra prudenza e audacia. Ma il nodo piú inrportante da Dunque, se dovessimo dare il normale peso dovuto ìl conr"- sciogliere è qui dato dal rapporto tra politica estera e distri- guimento della maggior stabilità possibile e della rnaggior buzione del potere all'interno. Sparta e Venezia, fin tanto durata, dovremmo chiaramente optare per la versione iri- che erano state in grado evimre .rna politica amplia- 38. di di stocratica della libertà mento e di conquista tenitoriale e di attenersi all'atteggia- Machiavelli però 41, - non si ferma qui, né fa I'opzíone ora mento dell'uomo prudente che sta in attesa degli eventi indicata. Dando awio a discutere se sia piú periìolosa per non avevano avuto bisogno di armare il popolo o di concede- una repubblica o la brama dei nobili a renersi quanto hanno re al popolo autorità politica. E cosí erano riuscite a fruire di (un monopolio delle magisrarure) o I'aspirazione del popolo stabilità e di pace interna. Roma, invece, aveva optato per ad avere quello che non possiede (accesio aperto alle magi- una politica di conquista e cioè aveva intrapreso I'ardito strature) (anche egli dice se per inciso) che il probleÀa tentativo di controllare i territori circostanti; e, quindi, ave- cruciale sta nel vedere se la repubblica deve .res""ìe e for- va optato per l'innovazione e per una virtú che la facesse marsi (questo un impero era staro I'obbiettivo di Roma) capace di controllare il disordine che i suoi stessi avi avevano o-ppure deve semplicemente conselvare la propria indipen- contribuito a far sorgere. Roma dovette, quindi, armare il (questo denza era staro l'obbiettivo originario di Spmru . di popolo, subire la lotta causata dalla esigenza di maggior Venezia) 3e.

    40 Tutto il cap. 6 del I Libro dei Discorsi deve essere letto alla luce di cìt., p. (Discorsi I, 5): << E si andasse drieto alle ragioni, questo tema. . .ta .Op7le, .103 a1 ci è che {i1e-{a- o€ni parre; ma se si esaminasse il fine loro, si pigtieieb# Opere, cit., p. 109: < ... se la è difficile a espugnarsi, como io la la parrc de'.j\,lo!!li.per avere la libertà di Sparta e di Vinegia'piú lunga presuppongo, sendo bene ordinata alla difesa, rade volte accadrà o non mai vita chc quclla di Roma >. che uno possa fare disegno-di acq_uis1x1l3. Se la s_i starà intra i termini. suoi, 3e lbidem, p. 104: . sarebbe il vero vivere politico e la vera quiete d'una città >. 182 LA REpUBBLTCA E LA suA FoRTUNA MAcHravELLr 385 potere da parte del popolo, e fare concessioni per soddisfare garantisce non 42. Principe) . La via seguita dai romani non che tale esigenza si vada a finire poi nella degenerazione della tepubblica, ma L'avere dato le armi ai plebei costituí uno dei fattori intanto e per un futuro ptevedibile (ossia nel quadto della responsabili della grandezza militare di Roma. T,!a lotta ffa temporalità accessibile alla valutazione di chi vive) è la via pa&izi e plebei avéva poi portato al consolidamento di un piú saggia e piú gloriosa 44. regime misto. Ma un certo persistente squilibrio ma i poteri Ma sulla uirtú deí romani c'è da dire di piú. Essa non è (non ancora f.atto oggetto di analisi) aveva abbreviato a solo il volere di una repubblica aggressiva protesa ad imporre Roma la durata della libertà. Roma, per cosí dire, figura il suo dominio in un mondo di disordine. Si è già precisato come una sorta di << principe nuovo > tra le repubbliche. che la disciplina militare istituita dai primi re aveva contri- Machiavelli, quindi, pteferisce studiare Roma e non Ve- buito alla libertà e alla stabilità che si erano rcalizzate con la nezia cosí come gli aggrada di piú studiare il principe nuovo repubblica. Ora Machiavelli ci dice che esiste un nesso in- che il sovtano ereditatio; la prospettiva breve è piú interes- trinseco tra espansione a mezza delle armi, immissione dei sante per lui di quella a lungo termine senza dire che, in un plebei nelltsercito e uiuere popolare. Ci resta solo da capire arco breve di tempo, la vita risulta piú gloriosa. Tuttavia, quali rapporti esistessero, secondo Machiavelli, tra vimualità .diversamente dal sovrano ereditario, Sparta e Venezia non rnilitari e civili dell'individuo ossia, per farla breve, tra citta- potevano sottrarsi al dominio della fortuna. Infatti, proprio dino e soldato, Elementi di risposta in proposito ne ttoviamo partendo dalla difesa della propria indipendenza,le due città qua e là nelle pagine dei Discorsl e in quelle dell'Arte della {urono poi indotte ad estendere il proprio potere sui popoli guerra (l'Arte della guerra p^îe sia stata scritta negli anni vicini. Ma il perseguimento di questo nuovo obbiettivo si era 1.5I9-2A, non molto dopo che Machiavelli aveva tetminato i ,dimostrato piú gravido di funeste conseguenze per l'élite Discorsi) . militare spartana che non per Venezia usa ad irnpiegare Or dunque Ie due opere possono essere considerate uni- truppe mercenarie. Infatti ne era risultato distrutto a Sparta tamente senza forzature di interpretazione. I'ordinamento istituzionale e, di certo, a Machiavelli non Machiavelli dando alla sua opera il ritolo L'Arte della sarebbe importato gran che se la stessa cosa fosse capitata a guerca intendeva il termine << arte >> in un duplice significa- Venezia. Una tepubblica che riuscisse ad evitare ogni contat- to: egli voleva parlare di << arte >> della guerra (intendendo la to con i vicini pouebbe limitare le sue Íorze armate e vivere capacità creativa di chi è a capo di forue militari) e, insieme, peî sempre nella stabilità assicurata d,al predominio degli o', di << professione >> delle armi; e ailora il termine <( arte > era aristocratici. Ma poiché questo non può accadere mai il da lui usato nel senso in cui con esso si designavano le rifiuto di ampliamenti significa vulnerabilità ai colpi della principali occupazioni professionali di Firenze, le quali, infat- (e {ortuna senza cercare il rnodo di dominarla cioe qui viene ti, erano otgamzzate".in afii ossia corporuzioni maggiori o ripreso quanto Machiavelli aveva detto nel capitolo XXV del minori. Certo, l'arte della gilerra non è un'arte come le altre. che Machiavelli smiie anche per dimostrare che iI a2 lbidem, p. 108: <<...dare luogo a'tumulti e alle dissensioni universa. È vero li il meglio che si può, perché sanza gran numero di uomini e bene armati mestiere delle armi può riuscite onorevole e profittevole alla non mai una republica potrà crescere, o se la crescerà mantenersi >>. at lbidenz, p. 109: <r. per uno inconveniente necessario a pervenire alla romana grandezza >" 384 LÀ REPUBBLTca E LA suA FoRTUNA MACHTAvELLT )85 repubblica, quanto per esempio 10 era l'arte della lana nide cesariana) è imporrante < al pubblico lasciarla usare per ou. (ossia la corporazione- dei lanaioli fiorentini- da cui dipendeva arte )> Tale arte, piú, di ogni altra, deve essere di sola tanta parte dell'economia e della politica di Firenze), ma pertiúenza dello stato e solo i cittadini devono praticatla; quello-che piú eli pîeme chiarire è che l'arte della gtterua, solo i magisrati ossia le autorità dello stato devonó avere in óssia il -.tii".. d.lle armi non deve essete o diventare una essa funzioni di comando e solo sorto I'autorità pubblica e professione a sé stante in cui debbano essere occupate-tutte per ordine pubblico la si può esercitare. le energie e tutto il tempo di chi vi si dedica. Un militare, Il paradosso che percorre tutta I'argomentazione di Ma- che non è alro che un militare, rappresenta una minaccia per chiavelli è questo: solo chi esercita il mestiere delle armi a tutte le ahe attività sociali e anche sul piano dell'interesse tempo parziale può essere idoneo a prendersi carico della personale il soldato di mestiere non è affatto in posizione gueqa e degli obbiettivi che con essa si vogliono raggiunge- vantaggiosa. È chiaro, qui riecheggia il tema fisso di Machia- re. Un cittadino chiamato alle armi, ma che ha già una sua ve[i, óitile quant'altri mai agli eserciti mercenari e favorevo- famiglia e una sua occupazione (arte), vorrà poire termine le in assolutó per contro alle milizie formate di soli cittadini. alla gu,ema e tornarsene a casa, mentre un mefcenario, piú Tuttavia, è il iapporto che il tema suddetto ha con la teotia lieto che spiacente se la guerra si trascina all'infinito, non aristotelica della partecipazione politica quello che costituisce farà nulla di decisivo per porvi fine o'. E poiché il cittadino il nodo vitale da sciogliere se vogliamo capite veramente il ha una sua collocazione nel corpo politico egli capirà che la pensiero politico di Machiavelli. guema viene fatta proprio per mantenere quel corpo in salu- Uno che dedicasse tutte le sue energie all'arte della lana te. fnvece un mercenario che non ha altra dimora che non sia e non impegnasse un dito nella partecipazione alla cosa pub- il campo di battaglia può diventare srrumenro di tirannide da blica secondo la teoria classica (aristotelica) non si comporte- imporre a quella città che lo ha assoldato a propria difesa: rebbe da vero cittadino e indebolirebbe anche la posizione una tirannide che può essere esercitata da un .Pompeo o da dei suoi comparioti. Ma chi dedicasse tutte le sue energie un Cesare e cioè da uno che da cittadino si è mutato mali- all'arte della guerra (Machiavelli a volte si esprime cosí: {are gnamente a segno. da usare la spada come strumento pef as della guetra 1à ptopria arte) rappres€nta un pericolo molto avere il potere politico. Machiavelli forgia e ribadisce tutti maggiòre. L'artigiano che si dedica solo al suo mestiere mira questi argomenti a favore della milizia cittadina con tale ad .rn bene limltato trascurando il bene comune: il che è vigore da medtare che per tre secoli fossero oggetto della piú male, Egli può potre quel suo bene panicolare al posto dsl attenta considerazione. Eppure essi hanno un difetto: quello bene geierale déllo staio, e questo è peggio, come avverreb- +t be se l'arte della lana dovesse diventare in Firenze I'unica lbidem, p.505: >. Poi a p. 507: < Debbe .onsi.t" adunque una città bene ordinata volere questo (che vanno dal nessun che studio di suerra si usi Dunque, per tutta una serie di ragioni ne'_tempi di p^9q per esercizio e ne' tempi di gu"rra pcr neòessità e per affidamento che danno i condottierl al pericolo di una tiran- gloria, e al publico solo lasciarla usare per aite, come fece Roma.- E qualunque cittadino che ha in tale esercizio altro fine. non è buono: e qualunque città si governa alttimenti, non è bene ordinata >>. 45 a7 Per es. in Opere, cít., p. 503: n...(1") guerra, che è I'atte mia... lbidem: <(...se uno re non si ordina in modo che i suoi fanti a esscndo questa una atte mediante la quale gli uomini d'ogni tempo non tempo di pace stieno contenti tornarsi a casa e vivere delle loro arti, [x)ssono vivere onestamente, non la può usaie per arte se non. una conviene di necessità che rovini: perché non si truova la piú pericolosa icpubblica o uno tegno; e I'uno e I'aluo di questi, quando sia bene ordinato, fanteria che quella che è composta di coloro che fanno la guenJ per loro mài n<,n conscntí ad alcuno suo cittadino o suddito usarla per arte; né mai arte; perché tu sei_ forzato o a fare sempre mai guerra, o a pagargli sempre, alcuno uomo buono I'esercitò per sua particulate atte >' o a poîtare pericolo che non ti tolgano il regno >. 386 LA REPUBBLICA E LA suA FoRTUNA MAcHTAvELLT 387 di illusuare perché soltanto il cittadino possa essere un buon irnima"' piú che il destino della.loro pattiaon. Ma allora se si soldato. Certo. Machiavelli non trascura di dire che solo il cloveva inferire che nessun obbiettivo umano doveva tra- soldato può essete un buon cittadino, ma questo lo dice piú scendere Ia sfera sociale, restava parimenti assodato che il per cenni che con esplicita asserzione. Infatti, la riflessione bene sociale non doveva essere piú qualcosa di trascendente. in cui si inconma anche questa seconda equazione è comples- Della primitiva religione dei romani Machiavelli ha scrit- sa, ma in parte si risolve in alcune affermazioni che ricorrono to che era fondata principalmente sugli oracoli, dato che sj nella prefazione, là dove scrive rep_utava divino quanto offriva un mezzo per predire il futu- to. ro La religione pagana, da lui preferita comè str,rmento di se qualunque altto ordine delle cittadi e de' regni si usava E in coesione sociale al cristianesimo, era al servizio di un obbiet- ogni diligenza per mantenere gli uomini fedeli, pacifichi e pieni del timore d'Iddio, nella milizia si raddoppiava. Perché in quale uomo tivo che faceva tutr'uno con l'obbiettivo della repubblica: il debbe ticercare la patria maggiote fede, che in colui che le ha a controllo della fortuna.Ma la repubblica, in quanto struttura promettere di morire per lei? In quale debbe essere piú amore di operativa, attuava tale controllo meglio dell'oracolistica. Le pace, che in quello che solo dalla guena puote essere offeso? In menzogne e gli enori dell'oracolistica erano giustificati se quale piú timore d'Idóio, chè colui che ogni dí debbe eisere in infondevano fiducia nella gente e se l'aiutavanó a dar prova sottomettendosi. a infiniti pericoli ha piú bisogno degli aiuti suoi a8? di airtú militare (la maggior parte dei fatti relativi alla religione romana riportati da Machiavelli La airtú rnilitare deve necessariamente congiungersi alla riguardano auguri ed auspici compiuti prima una virtú politica perché entrambe possono essere considerate di battagliatr) . u mat,.rtàr., q.lilq!, quella- devozione come cospiranti allo stesso fine. La repubblica è il bene al bene comune che era poi il midollo etico della religione pagana, come lo era anche della, comune. e il cittadino, in quanto orienta tutti i suoi atti a virtú civile ossia del pàtriottLÀo. Era stata, tàle bene, ùoii fa che.dedicare la sua vita alla repubblica. Chi dunque, la lorol religione civile ad avere plebei combatte per la patria dedica parimenti a questa la sua vita fato dei romanf dei buoni soldati. La loro disciplina militare , e allora cittadino e soldato sono essi esaltano Ie e la loro religione della ,simili: gatria li avevano resiìolleciti pubblico virtualità della natura umana col ,'sacrificio dei loro beni del bene Àche quan- do infuriavano le lotte civili. E cosí avevano particolari a pro' di un fine generalb.. F. te ugir" cosí, signifi- potuto contol- lare il loro futuro sfidando anche quando ca esplicare la virtú, allora il soldato dispiega la virtú tantq gli auspici, fosse necessaîio s2. quanto il cittadino e può benissimo avvenire che tramite È ormai evidente che Machiavelli la disciplina militare si apprenda ad essere un cittadino e usa I'idea di virtú Armata, ossia di.una uirtú che a praticare il pauiottismo. Nell'analisi della prisca virtú ro- si esplica anche nell'uso delle mana, che incontriamo nei Discorsi, Machiavelli non fa che presentarci tale virtú fondata sulla, disciplina militare e sulla ae Discorsi, II, 2 (si veda piú avanti la nota 771. religione patria come se disciplina e religione costituissero i s0- Opere, cit., p. 126 (Disiorsi,I, 12) : < La víta della religione gentile e.ra.fondata sopra i responsi degli oracoli sopra la setta processi quali gli uomini appren- e degli indovini e due di socializzazione con i degli aruspici; tutte le altre loro cerimonie, sacrifici e riti, deóendevano da devano ad essere degli animali politici e a comportarsi come queste. Perché Joro facilmenre credevono che quello lddio òhe ti ooteva tali. predire il tuo futuro bene o il ruo futuro male, te lo potessi àncora concedere >>, Machiavelli ebbe a sdegno il cristianesimo (o almeno lo 51 Discorsì, I, 13-L5. 52 vide estraneo al conseguimento del bene pubblico) peréhé Opere, cit., p. 132: < Papirio aveva sfidato le predizioni infauste e insegnava agli uomini ad avere alti obbiettivi che non fosse- aveva vinto, mentre Appio Claudio le aveva egli pure disattese, ma aveva perduto; di che egli a Roma fu condannato, c Papirio sorte della propria " onoraro: non tanto ro -lo qu"lli dello stato e a curare la pet avere l'uno vinto e I'altro perduto, quanto per avere l'uno fatto contro gli auspicii prudentemente, e I'aluo temerariamente. Né ad alno fine tendeva questo modo dello aruspicare, che di fare i soldati confidentemente a8 .196. Ibident. n. ire alla zuîfa, dalla quale confidenza quasi sempre nasce la vittoria >>. 388 LA REPUBBLTcA E LA suA FoRTUNA MAcHTAvELLT 389 per armi, dare una irnpostazione diversa al problema della Il plebeo che è ciuis romanus non è tanto un uomo che partecipazione dei << molti > alla cosa pubblica. Per difendere svolge un certo ruolo entro un sistema di forze cosoiranti un gooelno largo I'atgomento usato di norma era quello che nella gestione della vita pubblica, quanro un uomo ih" lu faceva leva sul fatto che i < molti )> sono gente pacifica, rcligione patria e la disciplina militarè hanno educato a dedi_ gente a cui premeva soprattutto di potere fruire della loro carsi alla patria e a f.ar valere tale dedizione anche neeri libertà privata e che aveva sufficiente buon senso per rifiuta- affari civili. E cosí egli è conforme al modello dell'innovato"re re quanto non afferiva al loro vantaggio e sufficiente giudizio machiavelliang che Aà dimostrazio ne di airtú inri"À.,- ,i morale per eleggere alla direzione della cosa pubblica coloro modello del cittadino aristotelico intenro al conseguin'"nro", che erano i suoi superiori naturali. del pubblico bene. La plebs romana aveva dato próva della Machiavelli fece uso di questo argomento nei Discorsi e sua uirtú quando aveva preteso i suoi diritti e ne^aveva dato lo riprese in uno scritto coevo a7l'Arte della guerra e cioè nel prova_ anche mostrandosi soddisfatta quando Ie erano state Discorso sopra iI rilorruare lo stato di Firenze a instanza t'. di fatte le opportune concessioni. Papa Leone Ma a diÍÍerenza di quello che fa ripeturamen- . ,.8 proprio 7'Arte della guerra a fornirci il quadro preciso te Guicciardini, egli non lo elabora fino a ricavarne una dexle caratteristiche morali èd economiche del cittadino-solda- teoria sulla disribuzione delle funzioni tra i << molti > e i to. Costui, infatti, per nutrire il dovuto interesse Der il << pochi >. Egli mette sempre l'accento sull'innovazione, sulla pubblico bene, deve possedere una famiglia e avere .r, o..tr- lortuna e sulla uirtú; e vedremo che i Discorsi per un certo pazione che non sia queila_ delle armi. Ifmiterio qui applica- aspetto sono un trattato sulle forme diverse che possono to è identico_a quello cui doveva corrispondere il óittadino di essere assunte da una determinata uirtú in un dato tempo e Aristotele, che deve, anche lui, av.re una sua famiglia da sul modo di preservare e orientare tale oirtú. Presso i tomani reggere e guidare per non essere servo di alcuno e p"r-poter. egli aveva creduto di scoprire una forma nuova di uirtú conseguire di persona e_con le proprie Íorze il bène,^impa- attiva, peculiare ai << molti >>, e di cui si ha la presenza solo rando cosí ad avvertire,il rapporio cire il suo bene purticolàre negli stati, dediti alle conquiste belliche, che danno le armi al ha con il bene generale dèl1a polis. popolo e concedono diritti politici a tutti i loro cittadini. fl mercenario è soltanto uno strumento in mano altrui. fnoltre, I'influenza dei teorici politici fiorentini che avevano mentre il cittadino-soldato è di piú che un semplice ,rr.',rn",.,- esaltato Ia funzione delle miliziè cittadine, congiunra all'espe- to nelle mani dello srato, per.hé la sua uirtri è veramente rienza da lui fana a7 rempo del Soderini nell'organizzazione qualrosa di suo e perché egli combatte sapendo per che cosa concreta di forze armate fiorentine, induce Machiavelli a dare combatte. Abbiamo visto che secondo il Bruni c il GLricciar- come supporto della partecipazione politica la virtú militare clini si avevano perdita della libertà e dissolvimento del fino a far apparire la partecipazione un effetto della pratica corpo politico, quando un popolo, o sotto costrizione fornr_ delle armi. nosa o pe-r sua effeminatezza, si attendeva da altri quel!o che avrebbe dovuto operare da solo, in guanto cosciente che ]o stato da difendere s3 Discorso sopra il rilormare Io stato di Firenze a instanza di Papa era cosa soltanto sua. È chiaro che la Leone, in Tutte le Opere di Niccolò Macbiaaelli, a cura di Francesco Floia stes.sa cosa poteva dirsi (e in duplice senso) anche di quelle e Carlo Cordié, Roma, 1949, vol. II, pp. 526-40. Machiavelli asserisce città che tralasciavano di impiegare come soldati i propri cnergicamente che la uniuersalità dei cittadini deve riavere l'autorità che cittadini e Itrro compete quando facciano parte del Consiglio Grande (p. fi4). Ma poi facevano ricorso ad armi mercenarie. Infarti, I,ef- aggiungc che << Ii pochi cittadini non hanno ardire di punire gli uomini fetto scontato non poteva essere che questo: la corruzione grrndi (p. > 5J7) e che se venissero adottati provvedimenti per ripristinare dei cittadini, perché consentivano a chi- era gratlualmcntc la possibilità generale pubbli- loro inferiore di di una eleggibilità alle cariche compiere quanto chc < non veggiamo ancora come la universalità dei cittadini non si avessi a occorreva per il pubblico bene; senza dire contcntarc, vcggcnclosi rendute parte delle distribuzioni, e I'altre vedendo a che i mercenari diventavano agenti di corruzione proprio poco a p()co (p. catlersi di mano > 538). perché chiamati a svolgere una funzione pubblica ,"nri ou.r" MAcHTAvELLT 390 LA REPUBBLTCA E LA suA FoRTUNA 391

    pubblico. un ambizioso qualsiasi c religiosi devono essere conservati riducendoli << inverso i alcun interesse al bene Cosí, tu, principii loro >> non dire che uno stato avrebbe potuto insorgere, scavalcare la repubblica e poi di- .intende tt corrotto struggerlà, inducendo i mercenari a farc per lui quello che debba intraprendere un nuovo cammino e, per cosí dire, dovèva essere fatto solo per lo stato. Ma un'azione del rìcominciare da capo e neppure intende dire che il ciclo genere gli sarebbe stata consentita proprio perché dei citta- polibiano è reversibile, ma che il dilagare della corruzione Aini accècati e imprevidenti avevano trascurato di conrollare può essere prevenuto dall'applicazione esemplarmente rigoro- sa e, quando occorra, penalmente coattiva dei principii, ad le forze afmate. tt. Se ora esaminiamo la teoria (con i relativi esempi) della intervalli di dieci anni o poco piú corruzione quale Machiavelli la espone nei Discorsl, notere- motori i Gracchi, de' quali si debbe laudare piú la intenzione la mo che essa si fonda soprattutto sull'idea dellPautonomia del che prudenzia. Perché a volere levar via uno diJordine cresciuto in una rcalizzata singolo cittadino e che tale sua autonomia si ffova rep,ublica,e -per questo fare una legge che riguardi assai indietro, è partito ropluttutto nella disposizione e nella idoneità del cittadino a male considerato; e come di sopra largamenie si discorse, non si fà altro che ac.celerare qu-el male a che quel disordine ti conduce; ma temporeg- prendere le armi. giandolo, o il _male viene piú tardo, o per sé medesimo, col tempo, àuanìi Sulle prime la corruzione ci viene presentata come un che venga al fine suo, si spegne >. processo genemlizzato di decadenza morale i cui inizi sono .50 Ibidern, p. ,309 (Discorsi, III, 1): < E perché io parlo de' corpi misti, come sono le republiche nel tempo è presso e le sette, dico che quelle alterazioni sono a difficili da prevedere e il cui svolgimento salute che le riducano inverso i principii loro. E pèrò quelle sono meglio che imposJibile fermare. L'ordine istituzionale poggia sul- ordinate, ed hanno piú lunga vita, che mediante gli ordini suoi si possóno I'ordine morale ed è proprio I'ordine morale che è attaccato spesso rinnovare, ovvero che per qualche accidente, fuori di detto ordine, vengono a detta rinnovazione. Ed è cosa piír chiara che Ia luce che non si dunque, non ci possono essere dalla conuzione. Da un lato, rinnovando questi corpi non durano >>. buoni ordint senza buoni costurni, ma dall'altro una volta che < Il modo del rinnovargli è, come è detto, :ridurgli verso e' principi siano andati perduti i buoni costumi vi è un'esilissima pro- suoi;t.perct'é tutti e principii delle sette e delle republiche e dé'regni conviens che abbiano in sé qualche bontà, mediante la quale ripiglino la babilità che bastino i buoni ordirci a ripristinarli. Le istitu- prima riputazione e il primo argumento loro. E perché nel processo del zioni dipen. Sull'applicazione di questo princi- tanto pio alle religioni si veda piír avanti la nota 81, s7 effetti opposti a quelli desiderati quando la corruzione ha Anche se il sacco di Roma perpetrato dai Galli viene quasi ad essere preso il ìoprawento sn. Per questa ragione merita di essere una sorta di ricominciamento: si inizia di nuovo il processo per dare forma ad una materia ridotta in stato caotico. Ibidem, pp. J09-10.- it.rdiuta la ivent,-rra dei Gracchi, i quali con tutte le migliori 58 O1>ere, cit., pp. 110-11: << Le quali cose (l\{achiavelli ha fatto un intenzioni del mondo avevano precipitato la tovina di Rorna elenco. delle punizioni esenrplari riportate da Livio e di cui si parla proprio tentando ài rivitalizzare istituzioni (leggi e costumi) parecchie volte nei Discorsi) perché erano eccessive e notabili, qualunque prisca rorna- volta ne nasceva una, facevano gli uomini ritirare verso il segno (il che confacenti ai tempi in cui aveva rifulso la virtú pare che dei romani possa con piír ragione ss. si dire che di Cesare Borgia, na Quando Machiavelli asserisce che gli organisrni politici quando fece giustiziare Ramiro de Orca); e quando le comincitrrono a essere piú rare cominciarono anche a dare piú spazio agli ucmini cli co_rrompersi e farsi con maggiore pericolo e piú turpirlto. Percl-ré dall'nnrr sa Opere, cit., p. 140 (Discorsi, I, 18): < città all'altta di simil esecuzioni non vorebbe passare il piú diece anni, perché I -P-res-uPPorrò .una passato colrottissima,.^tti"ii-o- donde.l^.di verrò.,enà adar{ acctescereaccrescere oiúpiú tale difficultà:à: perchéoerché non sis1 questo tempo, gli uomini cominciano a variare con i costumi e truovano né leggi né ordini che bastino a frenare una universale corruzione. trapassare Ie leggi: e se non nAsce cosa per la qtrale si riduca loro a mernoria la pena, e rinnuovisi negli animi loro paura, concotrono rosro Perchó cosí cdÀe gli buoni costumi per mantenersi hanno bisogno -delle la lcggi, cosí le leggi ler osservarsi hannó bisogno de'buoni costumi. Olre a tanti delinquenti che non si possono punirc sanza pcricolo >>. Il che testrr cli qucsto, gli otdini e le leggi fatte in una republica nel nascimento suo' vero, anche a parte Ia gitrstizia tlcl principio originario; N{achiavelli qrraÀrl.t craìio gli uomini buóni, non sono dipoi piú a proposito,. divenuti soggiunge poi che i lvledici che avcvano tenuro Firenze tra il I4)4 e il cjrc ci sono rei. E se le lesei secondo gli accidenti in una città variano, non 7494 etano ui ripigliare lo stato, vale a dire essi solevano disfare tutto il v:ltien() nrai, o rade volte,-lli ordini sùoi: il che fa che le nuove leggi non loro apparato di governo per poterlo ripristinare nella severa condizione b?lstano, pcrchó gli ordini che stanno saldi le cotrompono rr. originaria: ed è questa una procedura che {a venire in mente le e le << rivoluzioni culturali >> dei nosui tempi. MAcHTAvELLT 401 rìrachiavelliane. r(' Alludiamo a Hamington, a Montesquieu, a ft'llcrson e a Gibbon.

    IV

    , Viene dunque profilandosi una sociologia della libertà r'trc ha tondamento soprattutto sull'idea del ruolo che hanno lc forze atmate nella società e in un uiaere ciaile. D,altta l)irrte' q-uando enua in considerazione la perdita della libertà, ,rllora al posto della mera_casualità capricciosa della loriuri vic'e inmodotta I'idga della corruzioné. euesto avviene, ov- viamerrte, come effetto della politicizzizione delra vírtú: tluando si ha declino.,nella pràtica della virtú, lo si può spiegare in termini politici e non solo in terminí morali. La comuzione poi, da un lato, si configura come un processo, irreversibile e ad una sola direzione: è un processo inerente :rlla mutevolezza ed entro_pia delle cose terres*i. Inol*e, o ia r)resenza,di forti personalità e Ia comune partecipazioné aila t'osa. pubb[ca sono armonicamente equilibrate oppure il loro squilibrio genera il declino della libeità, non c'É iiu di -.r_ zo. D'altro lato, le idee di autonomia e di dipendsn2a _ shs prop_rio_ la funzione e Ia natura delle forze aîmate in una repubblica aiutano a precisare prefigurano "che una spiegazio- ne del modo in cui essa si sviluppa- ha .urrit".'irti* afÍatto obbiettiva e materialistica. e contrasta perciò con la spiegazione di natura morale che fa riferimento alln i* sponsabilità soggettiva di chi cede alla co*uzione. E infat- ti ci viene detto che gli uomini perdono la loro airtú quando hanno perduto Ià loro indipÉndenza; tale loro indi_ pendenza non poggia però soltanto sulla loro uirtú. La re- lrrrbbhca romana non era andata in malora a causa del potere misterioso della aolubil creatura, ma in forza, di .u.rr. b.n indjviduabili, di cui, fin che c'era tempo, non si erano bloc- cati gli effetti. Tuttavia, sebbene le cause secondarie vengano raoida- Inente a--sovrapporsi alle sembianze della forluna, riÀane rrncora efficace Ia.polarità del binomio uirtú-Íoltuna', qualora si guardi piú a fondo nella vita di una repubblica.'E qui tocchiamo.yn punro_ che è essenziale alla t"oiiu degli ordina- rnenti politici popolari o democrarici svolta nei óiscorsi. MAcHTAvELLT 403 402 LA REPUBBLTCA É LA suA FoRTUNA popolare la lx)tcva essere la condotta di un solo principe tt. Solo quando Ponendo a fondamento di una- r-epubblica MulH'u"lii hà. mutato il problema Ic circostanze mutavano (e cioè probabilmente dobbiamo in- ,nti"ari' rit;i"i-tofJu'i da tt'rrdere quando appariva la corruzione) e imponevano muta- alla alla cosa pu6b1ica. relativo patecffiil;Gt"t partecipa- nrcnti nella loro struttura istituzionale sorgeva pericolo di ,rÎt conoscenze neces-sarie a tale il ;;;il"-à"ii* attuare la parte.cipa- rlna certa lentezza nell'attuare i mutamenti dovuti proprio Lione aproblema ."t^,iuà aila volontà di ur.oltir-o quanto ci dice la teoria politica lrerché esse avevano piú difficoltà nel marurare il consenso ;i#";""JJ;'i" -tittu"'i't*ente che gcnerale ad attuadi 73. di Aristotele abbiaÀo una situazione conosc-enza fondata sull'espe- Per tutto questo, t:uttavia, il successo si poneva in fun- << molti > possedete una vede i i loro supe- zione della uirtú e la airtú era pur sempre in funzione tale da ,rr"r,.túin condizione.di elessere rienza politicì; tale valutazio'- tlell'autonomo consenso di tante persone mobilitate per il rioti e di valutare e atti "iit"i'Àt"'i da quella che"è lrrrbblico bene. Solo nelle repubbliche si poteva avere una ne non sembra p.i d'i;;;;; -;; àiu"" a'llaili consrretudine e dalla rnobilitazione del genere e, va ricordato ogni repubbli susserita dalla ,-ts#'-itlìr:"' cÍì era pur - particolare - M;;hi^"èlu, an'he se mostra di averne una sempre una realtà e finita nella quale il;#;;..-il;; del ge'ere si palesa di rrn numero finito di individui potevano essere educati e estimazione p.riritJi,l"'"iol'ttt all.'a.ristocra- riuniti per dare prova di airtú. E quale che fosse il contenuto dinamicità iutà au lasciare t-roppo Jpazio scarsa " ilii'-;;-p"bblcà^i" una realtà in cui cl-re le si voleva darc, la airtú di ogni individuo dipendeva ;;i;nees.lo clalla uirtú degli alti e, di fatto, era irnpossibile fermarne il po'"u u n "lli :, 1pi-T jii g'::' ift:n, iljj îi'i, cleclino qualora questo avesse avuto inizio, mentre la sua stessa eslstenza: o< Î,Li: il*' t,.'o ttuto popolare armato (cioè con nanifestazione pratica doveva avvenire sia nelle campagne ;"à;;"i{J""r"-ai :tl'"ttl-iiit'po'pulusque in grado sja di rnilitari sia nella partecipazione civile alla cosa pubblica ossia iittadini-solduti) o,liu ona volontà disciplina- tanto nella realtà esterna allo stato dove ora predominava 7a affrontare i ,rroi t"*iti sia di nuirire e migliorare i rapporú interni Íjuerra quanto nella realtà interna che era sotto il segno della ;;A;"t't* -{i-u giustizia. .ru,uit]'"rrí'"';;;; l^ ai É'oma era stata quella di all'orsanismo sia Una volta che si fosse messo in chiaro che il gooerno H"r". ffiii*. il ,r^rir- ai uirtú.a fini sia militari ". ruttavia' in def initi- largo quello che mirava ad attuare la piú ampia partecipa- il:ii ;il;;;i;;;"';-i;;ì; p;r .secoli' - ii,^î"ì,.aì;;;d"";;;:'::lti:^*:t]1.,'^"'í;,,:":Xfi ffi del singolo ossia tutto drpendeva "0";"t; 72 lbidem, pp. 344-45 (Discorsi, III, 9) ; < E se Fabio fusse stato re di tà "otlÎnell'autonomia ::::i: poh-*i' repubblica .tt" uu"ui ii *o foidu-t"to I{oma poteva facilmente perdere quella guerra; perché non arebbe saputo .a dei singoli cittadini-soldati. variare col procedere suo secondo che variavono i tempi (cfr. quanto si dice ii.:"]"À"rri. ".àr"mica questo e'per.di,piú r.rcl cap. XXV de Il Principe e alla nota 39 del cap. VI). Ma essendo nato Se cittadino-soldato aveva tutto in una republica dove erano diversi cittadini e diversi umori, come la ebbe "ùuioiil la uirtú t'o- un ,au,oíi}ii,-g1i agevole palesarc Irabio, che fu ottimo ne' tempi debiti a sostenere la guera, cosí ebbe poi "tu- certo è che Scipione ne' tempi atti a vincerla >. pur non andart oltre' mana, di mobilitare < Quinci nasce che una republica ha maggiore vita ed ha piú lungarîen- ""#i;'pil;É;?ìi"'i"ptiuutitt"t" erano in.grado tc buona fortuna che uno principato, perché la può meglio accomodarsi alla r*'ihíJr"""ili Ia mol- uirtú in misura ;'gfi;t ;til" rno''"thié e -proprio rliversità de' temporali, per la diversità de' cittadini che sono in quella, che prepo'ti alla cosa pubblica le rendeva non può uno principe. Petché un uomo che sia consueto a procedere in teplicità d"gli uo-i?? rrno modo, non si muta mai, come è detto e conviene di necessità che variare della'fortuna di quei che quel oiú flessibili ,d;;;'bili àl .tuando' e' si mutano i temoi disformi a suo modo che rovini >>. " 73 lbidem: <<...in uno uomo la fortuna vària, perché ella varia i tempi .'d egli non varia i modi. Nascene ancora le rovine delle cittadi, per non si vrrriare gli ordini delle republiche co' tempi, come lungamente di sopra rliscorremo. Ma sono piú tarde, perché Ie penono piú a variare; petché bisogna che venghino tempi che commuovino tutta la republica, a che uno ^,Ji?o','i;',;i!.ii*n',"Y,"Í!i'íí!!:r!^ii{:,.w',..l".;J:f,maiavigliosi ne' pronostl :;r.::#'',7 ;;;;;ilI" f^t. effetti solo col variare modo del Drocedere non basta >>. ed suo bene >>' íl occulta virtú .i pttutgga il s]uo male il 4A4 LA REPUBBLICA E LA suA FoRTUNA MACHTAVELLI 4O5 zione possibile compoîtava che i << molti >> avessero le Per questo motivo le virtú cristiane e la virtú civile non armi é che la -repubblica fosse otganizzata pet conquiste lx)tevano mai coincidere. Infatti, I'umiltà e il perdono delle €sterne, era logico ìnferire che la stesia virtú civile dipendeva rilf ese non porevano avere luogo-nei rapporti^t., ,"p.rbÈìì_ alle conquiste ossia essa si con- .hc, essendo p.rimario.imperativó dalla capacità Aeila repubblica di ogni"nemicì. ièp"bblica qr.JL Ji fisurava come una uîrtú che si esplicava in una realtà dove rlifendersi e di sconfiggère i propri A dire'il veÀ (per Nlachiavelli dóminava la fortuna e non già la giustizia. Firenze asserisce uigotoraÀ"nìe che << l" q""E;Jgi;; scendere ad un esempio concreto) non avrebbe potuto essete sc ne'. principi della repubblica cristiana si fusse sccondo -o",É""ì" una repubblica se tiott un"tt. conquistato Pisa, ma a loro che dal datore d'essa ne fu ordinato, sarebú.ro nti stirti e le ,rolta i pisani non avrebbero avuto uirtú se non fossero repubblichett cristiane piú unite, piú felili ;;;i.fl; riusciti à fermare le ambizioni fiorentine; lc non sono )> e ricorda puré che ir cristianesimo non .i << rr, Il fatto di prospettare come inerente alla salute di una vieta la esaTtazione e Ia difesa della.patria o t"truuiu fu repubblica la ciitadiàanza in atmi ossia la militatizzazione del ,rnche presente con tutta chiarezra cl-r.,'qurndo .i ,i;;;;;; tl cópo politico sotto un certo profilo particolarmente rilevan- i .conseguire--una beatitudine oltre-monàanr, ri pàriLoíJ'iÈ r'{:[ese rr t" i.ttà. i Discorsi un testo piú eversivo sul piano morale fatte a]lo stato come quelle Íatte a noi stesii e che i" sullo civile dello stess o Principe. Infatti, il principe - emergeva pa*iottismo) aveva avuto il suo vigore'irtú quando-(il -urri* sfondo di un uiuere disordinato al punto che solo se aveva lon si.era avuta pietà alcuna per i nemici e un obbiettivo elevato come Mosè e Licurgo poteva impe- (lLrando la sconfitta di una città aveva avuto per * gnarsi a pfesefvare negli altri la_virtú civile ossia la dedizione .icluzione a schiavi dei suoi abitanti o ra loro ;..iri";;;."rr.it.-ru .oru-p.tbblica. Le repubbliche-, invece,,possono essere Ie implicazioni del uiuere ciutte vengiió- àll, - .ln SorÍ ilu'"n stesse ioi.t.ro*. sia sotto il profilo morale sia.sotto quello rn senso pagano, laico e internamente allà se (!el'rsolte dimensione civile o politico solo se nei loro rapporti con altri popoli o tempo. Insomma, 1l uiaere ciaile si attua al meglio Ià >>' tlove << lione e golpe >>, <. ""i íllu t"prrbÉUca era pur sempre una giustizia 77 lbìdem,.p. 227: >' Ma solo tergono i-l corso civile della repubblica di cui è cittadino. il c_orpo i";;-;;;i"o dal cielo quelle che << non disordinano Ma estromessa cosí la dimensione della grazia,la reoub- solo in i;;; ;;;;";;;"io i" modo ordinato > oppuîe mutano blica e la sua virtú non avevano piú un valor'e universale e si >>' 11 che è vero sempre ;;. du ,iin.ri << inverso i principii loro lrrecisa'ano di piú come_una realtà finita nello spazio << misti >, to-è < le repubbliche,,e c'. nel.tempo contrasto si farebbe piú ,olìàrrr,to de' corpi 'ono .(il netto ancoia se È";;;;". ch; ;;t; precisamente intenda dire Machiavelli dicessimo << nella storia >). Nel tempo e.nello spazio c,erano fa di una religione ún corpo misto non abbiarno rnolte repubbliche e la virtú di ognuna di loro entrava in ""r"àoÀodo di saperlo direttamente da lui (la risposta.convenzlona- frizione con quella delle altre. Se lr,esta en la realtà data le, che una volta Savonarola aveva espr€sso rrterendosl alla f)er certar allora si poneva questo problema: in che modo e .iji"*, .he essa risultava composta dj elementi terrestri runa repubblica, piú alcola che un principe, avrebbe potuto "ì, ma per non lasciatci àlcun dubbio che Ia nostra nmettere in sesto un'ftaHa che era già in parte forrnata di ."i"r,í-t), Ma' relipionó può essere considerata ta le cose del mondo' repubbliche? Savonarola era riuscito ud irÀuginarsi Firenze chii'u.lli p."nde in esame I'operato. di. s' Francesco e. s' corne riformaffice del mondo adottando un coÀtesto apocalit- óo-.ni.o, che imitando la povertà di Cristo' avevano <( nt1- t ico e solo ricorrendo ad un linguaggio che pareva pró."tt.- Iti'"-t^ i"ligione aerso lt suo principio. Gli ordini fonclati. re alla città ricchezza e potenzi silia rerra. per Màchiavelri predicàto ailta. c,he Lrna strada del gelere ;;i;"; tr"tì pt"d"tti uu"uuto ge5rte .i era chiusa e per lui i rapporti di una governanti malvagi non devono essere disubbtdttt e che e repubblica con alre repubbliche còstituirono ìì problema tipo ir.gft" f"*rri. , ili" il loro castigo' Risultato di questo vefamente spinoso. Le posrsibili soluzioni immaginatili pare- a di insesnamento era stato che i màlvagi avevano continuato vano essere tre: la confederazione, I'egemonia di una iulle un castigo in cui ,iltre, il;'ìi";"a.-rttó, u""ndo pauia di Ia signoria nuda e incondizionutu"di una su tutte. E se "o,, sono i Àn .r"d.rrano punt;. Orbene, i malvagi in questione l'r terza ngssibilità veniva subito da lui scarrata come quella Eppure' ;;.;;; ;".rotti della chiesa piú che i tiranni laici' che non offriva garunzia alcuna di stabilità e durata, la irima )> op-erata soiuzione ài.. úr.hiavelli, è cosí che << questa rinnovazione presentava ai suoi occhi gli stessi difetii di una d;iil ;,ti o'ha mantenuto, e mantiene' questa religio- repubblica aristocrarica: limitare voióntariamenre la propria ordini rifórmatori e del cspansione, era per ne >> Il sarcasmo *itil""iai degli una repubblica cosa roppo pericolbsa. ". li"T1, .in.u..c", questo stato che aveva sapuió afargare ad ,rltri i diritti civili e politici, aveva seguito unu via dlmezzo. ?e Vedi soPra la nota 56' 82 80 nota 38 al caP' IV' E Machiavelli dedica molto spazió all'esame e. all'esal_ Vedi soira quanto sette' si t, í{zii"(6úài';,1II, I): << Ma alle trrzione Taudativa dei provvèdimenri ò'ìiri,"'ri, li. per- esemplo vari con cui i romani ancora queste rlnnovazioni essete necessarie 1o .della vede suo :ìvevano associato alleati ed ex-nemici istituendo rapporti di ì;-q";É;;;;'io"i riti"Sta veiso 911icl1t^1^fi llii,.'i.fió;, -da tuttoit spenta:- strbordinazione Srnto Fraicesco e Santo Domenico""t" satebbe al 'pelcne che tuttavia non comportavano, neilà^convin- della vita di cristo, la tidussono i:ione (lucsri con la povertà .'.""" t. potenti gli degli inreressati, la perdita tor;le di ogni libertà. Ed è deg[ uomini, che già"r.Àplo ui ttu. e furono si nt'lla mente 'ptntal prclati e.de'capi ,rnche in questo contesro che dobbia-o .iul,rtrte .rtlini loro nuovi che .i';à;'.di;".'.hà ln dironestà dc' il detto j:"i::;':l*;i"**,ffif ":'":'?"T#:[:?'1:1,liiiÌ lik'trím"'." e-che si bene loro u i.rt"oa"r.'.1-à'étrì"1 ;t:rtA;Àale del male' r)rrìizione che non e non credono. Ha adunque questa rinnovazione drrnno gastigare a Dio' rr.ilìtenuto, lr'eggono viv('r(' solto la obedienzia loro, e se tanno errorl lasciargli e mantiene, questa religione >. fr'.,"1'q".gìi f"t". it-p.ggio-che possono, perché non temono quella b2 Discorsi, II, 2, 3, 4, 19, D." 408 LA REPUBBLTCA E LA suA FoRTUNA MAcHTAVELLT 409 famoso (anche se un po'... fumoso) che suona: << e di tutte ;','r' la libertà dei moderni sia ben piú debole di quello le servitú dure quella è durissima che ti sottornette a una rrrrtrito dagli antichi. Era stata la conquista romana della 'l repubblica >: soggezione peggiore di quella ad un principe, .scana la causa ultima da cui era veÀuta I'incapacità di petché, almeno in appatenza, un principe ambisce all'affetto liircnze a vivere come una repubblica libera e stabile nei suoi 8s. e alla lealtà dei sudditi e, quindi, ne può rispettare le consue- , rrrlinamenti tudini, mentre la << repubblica >, essendo moralrnente au- E poiché la virtú militare (e quindi anche quella civile) to-sufficiente, non ha altro interesse che ad attuare un assog- spinge all'emulazione e t'. alla competizione, proplio il venire gettamento totale rrrt'no di tale virtú negli altri popoli la fecé déclinare anche I romani avevano cercato di evitare 7a ptatica di una lrlcsso gli stessi romani. Ed è anche in base a queste consta- uu consimile tirannide, ma il Machiavelli non nutre illusione trrzioni che Machiavelli si dimosma convinto óhe al mondo alcuna circa il fatto che essi riuscirono per cosí lungo tempo i'r qu^alsiasi fase storica la quantità di uirtú presente sia ad avere successo. Infatti essi, a suo dire, avevano saputo firritasT-e__qualora tale quantità sia andata tutta lógorandosi a regolare con discrezione i loro rapporti con le repubbliche ,'rrrrsa della corruzione, allora capiterà un qualche sconvolgi- già libere esistenti in Italia, ma non appena avevano esteso il rrrcn-to catasÚofico, dopo quale il dai recessi montani 'oerra=n- loro dominio su popolazioni che non avevano conosciuto Ia rro fuori alcuni barbari soprawissuti, che la comuzione non libertà e che accett^vano di essere sottoposte ad un regime di lril toccato, e tutto ricomincerà da capott. È questa una assoluta sudditanza, anche le popolazioni italiche si erano 8s venute a trovare assimilate alla condizione degli abitanti di lbidem, p. 228 (Discors;, II, 2): << Fanno adunque queste educazioni tn. ,' si false interpretazioni, province exffa-italiche E cosí << lo imperio romano con le che nel mondo non si véde iante reoubliche (luirnte si vedeva anticamente), nè per sue arme e sua grandezza spense tutte le repubbliche e tutti consequerìte si vede ne' popóli tanto ,ilrrore alla Iibertà quanto allora. Ancora éhe io creda piú ioito essere (,rgione e viveri civili >> non lasciando loro piú alcuna forza per di guesto, che lo imperio romano con le sue arme e sua srandena riprendersi. E questo fatto, unitamente alla diffusione di sl)cnse tlr1r€ le republiche e rutti i e viveri civili. E benchè poi talé imperio sia risoluto, non si sono potute perché 'i le città ancora rimettere insiemà nè valori soprannaturali e oltremondani, spiega l'amore riordinare alla.vita giyile,.sg no_n in pochissimi luoghi di quello imperio>. l)cr i luoghi in cui Machiavelli fa iiferimento all-a vittoria riportàta dai llrrmani sul valore toscano ossia sugli Enuschi, si veda, ibidem,ie pp. 22g, 83 Opere, cit., p.229 (Discorsi, II,2): . Cfr. Guicciardini: r'rl è questa un'idea che in certo modo anticipa quello che-Gibbon doveva Ricordi, C 107. 1','i chiamare il < trionfo della barbarie e dellà reiieione >. 8a 87 Opere, at., pp. 232-33 (Discorsi, II, 4): << ... avendosi lei fatti di Optre, cit., pp. 2L8-19 (Discorsi, lI, proemio"): <...giudico iJ mondo molti compagni per tutta ltalia, i quali in di molte cose con equali leggi stmpre essere stato ad uno medesimo modo, ed in quello essere stato tanto rli buono vivevano seco, e dall'alÍo canto, come di sopra è detto, sendosi tiservata -guanto di cattivo; ma variare questo crtiiuo e questo buonà di sempre la sedia dello imperio ed il titolo del comandare, questi suoi I'rovincia.in provincia, co,me si vede per quello si ha notizia di quegli regni compagni venivano, che non se ne awedevano, con Ie fatiche e con il ,rntichi, che variavano dall'uno all'altio pér la variazione de'costìm"i. ma"il sangue loro a soggiogar se stessi. Perché come ei cominciorono a uscire con rrto11616 1ss12yx quel medesimo: solo vi era qucsta differenza, che dove gli esetciti di Italia, e ridurre i regni in provincie, e farsi suggetti coloro (lrrello.aveva.prima allogata la sua virtú in Aìssiria, la collocò in Media, che per essere consueti a vivere sotto i re non si curavano di essere rlipoi in Fersia, tanto che la ne venne in Italia e a Roma. E se dooo lo suggetti, ed avendo governatori romani ed essendo stati vinti da eserciti lrnperio Romano non è seguito Imperio che sia durato nè dove il mondo con il titolo romano, non riconoscevano per superiore altro che Roma. Di ,rhbia rilenuta la sua virtú insieme, si vede nondimento essere sparsa in di modo che quegli compagni di Roma che erano in Italia, si trovarono in un rn,rlte nazioni dove si viveva virtuosamcnte ... >). grossissima p. (Discorsi, tratto cinti da' sudditi romani ed oppressi da una città come . .88 .lbidem, 2J6 II, 5): << Quanto alle cause che vengono era Roma; e quando ei s'awiddono dello inganno sotto il quale erano ,l,rl cielo, sono quelle che spengono la umàna generazione e riducaio a vissuti, non furono a tempo a rimediarvi ... >. lrrthi gìi abiratori del mondo. E questo viene o-per peste o per fame, o 410 LA REPUBBLTcA E rA suA FoRTUNA MAcHTAvELLT 4ll

    teoria ciclica e presuppone che nella realtà umana e morale lrr irrdotto ad indagarc la base militare e sociale dell'azione abbia vigore un sistema chiuso in se stesso, e tale perché non 1','litica e delle grandi personalità storiche. c'è nulla che lo uascenda. Anzi, gli accenri neo-stoici, che lirattanto però altre menti preferivano riflettere sul tema pare di avvertire nelle espressioni di Machiavelli, rirnandano tr,r shakespeariano che << {inisce per divorare se stesso >. Se la repubblica veniva a contrasto con la gtazia, le conseguenze erano universali. Ma il Machiavelli veramente sovversivo non era un consigliere di principi, bensí un cittadino probo e animato di spirito patriottico. Dunque, la visione repubblicana della storia continuò ad essere dominata dalla fortuna e a postulare un anclamento ciclico degli eventi e cioè presentava una serie di quantità finite di energia, che di rado si rivelavano positivìmente attive e piuttosto inclinavano all'auto-distruzione scivolando verso la loro totale entropia fino al momento in cui una forza imprevedibile veniva di nuovo a úvitalizzarle. I contributi dati da Machiavelli alla teoria repubblicana furono di un'originalità sraordinaria e, tuttavia, risultano fondati (e quindi limitati) sulla convinzione che egli si en tat- to circa la preferenza da accordare al dinamismo Jelie conqui- ste belliche, invece che alla ricerca di stabilità. Per questo égli per una inondazione d'acque, e la piú importante è questa ultima: si perchè la è piú universale, si perchè quegli che si salvono sono uomini tutti montanarí e tozzi, i quali non avendo notizia di alcuna antichità, ncn la possono lasciare a' posteii... Ia natura, come ne' corpi semplici quundo .' vi è ragunato assai materia superflua, muove per sè medesima molte volte e fa una purgazione la quale è salute di quel corpo, cosí interviene in questo corpo misto della umana generazione, che quando... la astuzia e la malignità umana e venuta dove la può venire, conviene di necessità che il mondo si purchi ... >. John G. A. Pocock

    il momento machiavelliano il pensiero politico fiorentino e la tradizione repubblicana anglosassone

    II. La < repubblica r> nel pensiero politico anglosassone

    Società edimice il Mulino Bologna Capitolo undicesimo

    La repubblica anglicizzata: la costituzione il santo e il cittadíno

    I

    Il 21 giugno del 1642, circa due mesi prima che avesse formalmente inizio la guerra civile, due consiglieri di Carlo I il visconte Falkland e sir John Colepeper stesero -(persuadendo poi il re a renderlo noto) un documento- in cui era il re non il oarlamenls 6hs si metteva a dichiarare che l'Inghilterra- aveva un governo- << misto )> e non era un regime monarchico che con graziosa condiscendenz^ accettava. che i sudditi avessero parte al potere. Il documento His Maiesn's Ansuter to the Nineteen Propositions of Batb- Houses'of Parlianent ha un'irnpor- tanza capitale, come ha affermato con ragione- ed energia Corinne C. \X/eston', nel pensiero politico inglese e, fra l'altro, esso ci appresta tutta una serie di chiavi con cui ftr la porta ad un'analisi politica di tipo machiavelliano. In^peîta sostanza, vi si affetma che il governo, ossia l'organizza- zione del potere politico, si concreta in Inghilterra presso Úe < stati >>: il re, i lords e i comuni; e che la buona salute, per non dire la possibilità di sopravvivenza, del sistema politico inglese dipende dal mantenimento dell'equilibrio fra di essi. Questa svolta brusca dalla tesi dell'autorità << discenden- te D non era corretta dal punto di vista costituzionale e fu

    I C. C. Weston, English Constitutional Tbeory and lbe House ol Lords, London, 1965. La questione relativa all'attribuzione dello scritto si trova ivi alle pp. 26-27 e si opta per il parere di Clarendon, secondo il quale vi aveva avuto mano Colepeper piú che Falkland. Si può far notate, tuttavia, che Falkland era un intellettuale (olue che essere un amico di Clarendon che ebbe a disapprovare quel documento), mentre Colepeper non lo era. Fl

    (r^).(t v^t.ofit ti s't,oRrA PRIMA DELLA RMLUZIONE REpUBBLIcA ANGLIcIZZATA: LA cosrrruzroNE 627 rx)i rrì(:hc rn crrore disastroso della battaglia polemica ingag- svantaggi; il che accade girrt:r dal re contro parlamento. fin tanto che c'è un equilibrio tra i re il Eppure, ir, .rn lasso" ài << stati >> e fintanto che essi procedono congiuntamente tcrìrpo ognuno lungo brevissimo, la nuova tesi inconiro cosí amDia accetta_ il proprio corso (producendo verzura e fecòndità nei prat'i di entaó_ zi'ne e venne poi usata in forme tanto diverse dà costituire be le rive) e la sovrabbondanza di acque tra riva e riva non causa alcun straripamento e alcuna inondazioÀe. pcr noi un caso tipico di innovazione paradigmatica: ci è Il male di una monarchia assoluta è la tirannide; male governo giocoforza credere che cosl si desse .rnu iorm,rT^zione il di un aristocratico sono la nuova fazione e la divisione; i mali della dúnocrazia del sistema inglese ossia una formulazione sono i tumulti. ta di quel tipo che violenza e la licenza. Il pregio della monarchia sta nel fatto che essa per molte ragioni tanti avevano invano cercato. unisce. un popolo sotto un solo capo per fare opposizione ad un'even- trl dato decisivo da tenere presente è questo: la crisi che tuale invasione dall'esterno e ad un'eìentuale iniunezione intema: il pregio preludeva all'imminente guerrà civile neî giugno del 1642 dell'aristocrazia è. dato dal farto che per il pubblico bene le person€ piú awedute di tutto stato non poteva piú essere dipendere - lo convengano per prendere fara dalla collisione tra consiglio.e deliberarej il pregio della I'autorità e la democazia*è la iibedà . con consuetudine opprrre tra la prerog tiva regia e essa I'ardire e |operosità èhe dalla libertà sono generati 2. il privilegio (del parlamento). Essa nasceva da ina serie"ben piú gravemente lacerante di incrinature prodottesi in ouella Il re come ebbero a rilevare con gioia il suo avversa- che tutti ormai - 3 erano in grado di reput;re la spina dórsale rio .e con sbigottimento i suoi amici in questo testo del.sistema p,olitico inglesè: I'autorità congiunta del re e del veniva fatto dichiarare di essere solo un elemento-del- regno e parlamento. l.a Camera dei comuni, avendó approvato molte cioè uno dei tre << stati > ua i quali doveva esservi equilibrio leggi che andavano contro i desideri del sovrano. era ormai e (implicita conseguenza) eguaglianza di proporzioii nella pro-ssima a rivendicare il diritto di emanare provvedimenti gestione del potere. Turtavia, Ie implicazioni dél discorso ora anche senza il suo consenso. I comuni pr.t"nà"urno citato portano piú inoltre -ci ben lontano. Infatti: il sistema politico, che il controllo della milizia delle .ont.ì fosse soto il loro ossia il governo, non appare piú essere in Inghilterra un'ema- controllo e che fosse loro riconosciuro quanto meno il diritto nazione diretta di un'autorità imposta o per virtú divina o di veto sulle nomine regie dei ministri e dei consiglieri della per naturale forza di ragione. No, esso è il prodotto della corona. Avendo dinanzi queste pretese, gli esterxori della prudenza umana e in esso si mescolano tre tipi di governo Ansuer to Nineteen Propositionr penrrtonó bene di scostarsi (gli unici tre di cui si pensa possibile l'esistenzaj, ognì:no dei dalla tradizione monarchica, di tenèr" un cammino diverso da quali possiede le sue virtrí e i suoi difetti peculiari (dobbia- quello dei loro colleghi e in definitiva diverso anche da mo ricordare, tuttavia, che i termini conaeniences e inconue- quello dello stesso, sovrano, a ciò persuasi da una precisa niences tradotti qui con << vantaggi >> e << svantaggi > convinzione: il problema non era tanto quello di un aècomo- nell'uso -secentesco non avevano q.rel significato blaldo che- damento tra autorità discendente ed àutorità ascendente, hanno nell'inglese attuale) bensí quello di una ripartizione . - _ e condivisione di poteri Tale mescolanza dà luogo ad un equilibrio, ossia ad un'as- specifici. Senza dire che si proposero a tal fine di presèntare sociazione di elementi o mernbri distinti e in tale associazio- il regime inglese come quello ln cui il potere era, appunto, ne ogni componente versa la sua virtú particolare e nello ripartito e condiviso. Avendo in mente tale obbiettivà, essi stesso tempo induce gli altri a bloccare i joro vizi peculiari. scrissero; fnsomma, il _regime inglese, senza escludere la componente della monarchia, r'iene presentato come se attuasse una re- , . Poiché ci sono ma gli uomini tre specie di governo _- la monar- chia assoluta, I'aristocrazia e la democrazia poiché tutte e tre palesano i loro vantaggi --e 2 e i loro svantaggi, I'esperiànza e la saggezza In forma modernizzata il testo si trova in J.p. Kenyon, Tbe Stuart cet nostn avr rrusci a contormare (governo Corlstitution 1.60J 168.8, questo dell'Inghilterra) .Cambridge, .1966, pp. 2i-2j. Ctî. C. C. W.sion, mescolando le tre forme sí da daie a quésto regno (peí quanto Li,tgttsht Lonstttuttonal theory, cit., Appendice I, pp. 2$-65. possibile all'umana prudenza) i vantaggi dì tutte ."t.., J.nru ì loro \, prime_reazioni .a\l'Ansuer sono esaminai. drllr \X/.rton, English Constitutional- Theory, cit., pp. 27-50. 628 vALoRI E sroRrA pRIMA DELLA RrvoLUzIoNE LA REpUBBLICA ANcLIcIzzATA: rA cosrITUzroNE 629 ptrbblica nella sua conhgutazione classica. E a tal proposito compito previsto dalle prime proposizioni e cioè quello di imporre contibuti fiscali (nei quali consiste il nerbo della pace e della guer- si coglie un barlume del linguaggio figurato che Màchiavelli ra...) E i lords, cui è attibuito potere giudiziario, sono eccellente aveva un intessuto attorno alla < fortuna >>. f tre elementi o schermo e divisotio tra sovrano e popolo con il compito di coadiuva- componenti suddetti confluiscono, inf.atti, per formare un re l'uno contro le inframettenze dell'alro (di altri) e di pteservare fiume (il fiume è antica merafora del tempo) e mente intatta, mediante i loro giudizi, quella legge che dovrebbe essere di il a. fiume viene presentato scorrere nel s.ro alieo recando ric- norma ad ognuno dei tre ... chezza e fecondità, vengono evocati ancora i temi dell,ordine Come già abbiamo veduto, nell'ambito della aristo- e..della grazia che discende dall'alto. Ma appena ci si viene a teoria telica insorgeva di continuo questo problema: come congiun- d.ire che I'equilibrio è necessario per pre,r"nire << sffaripamen- ti e inondazioni >>, ecco che il fiume è diventato ii fiume gere funzioni politiche specifiche con elementi ossia membri della fortuna: conrro di esso i monarchi e le repubbliche del corpo politico che avevano nelle loro tipiche << virtú > il erigono dighe con I'ausilio della virtú. tîatto caîatteîizzante. E nel caso del sistema politico inglese, GIi estensoú dell'Ansuer si stavano collocando (come il problema doveva dimosuarsi particolarmente ostico ad una vedremo Úa breve) in una posizione che, nelle loro intenzio- soluzione soddisfacente. Il potere legislativo, essendo colloca- ni, doveva riuscire gradita ai lords determinandoli a mettersi to nell'entità una-e-ffina del re-in-padamento, non si poteva conÍo i comuni. Di fatto, tuttavia e la cosa doveva avere piú chiamare in causa qualora si volessero precisare i poteri una eco molto piú duratura venivano- a rivelare che il specifici ad ognuno dei tre elementi; e ci è agevole notare tegime inglese attuava un equilibrio- dei tre soli elementi di proprio nel passo appena citato come sia piú stabilire cui poteva essere composto un sistema politico; e che, senza in che modo ognuno dei tre possa impedire gli eccessi e le tale equilibrio, avrebbe imperaro il disordine. Abbiamo or- usurpazioni degli almi che non specificare quali siano i poteri mai appresg parecchìo sulla teoria repubblicana del tempo di spettanza dei lords e dei comuni. per capire che I equilibrio in parola doveva essere .rn Affermando che alla Camera dei lords << è attribuito un brio di virtú e di poteri. Le virtú (e i vizi corispettivi)"quili- dei potere giudiziario ,r, gli estensoîi della Answer, put allu- tre componenti abbiamo già visto quali fossero. Che dire dei dendo forse a qualcosa di piú che al ruolo dei lords nelle poteri) Dopo il passo citato, ecco come prosegue l'Ansuer to procedure di irnpeachrflent, nofl hanno fatto che esprimere tbe Nineteen Pro\ositions: una convinzione radicata e cioè che i lords sono particolaî- mente idonei a htnzioni di arbitrato. a mettere a Dunto _. In quesfo regno le leggi sono fatte insieme dal re, da una camera I'equilibrio delle parti, ad agire .oro. itrpr.ma corte cóstitu- di pgrj e da una camera di comuni scelti dal popolo, aventi tutti e zionale oppure come una guardia della libertà machiavelliana ne il loro libero voto e loro privilegi peculiari. i Secondo tali leggi il (quello del signore del Giannotti non è ruolo che essi possa- governo- è affidato al re; il potere di deiidere la guema e la pac"{ di questo poi sembra, considetazione creare dei pari, di scegliere i funzionari e i consìglieri di stàto... e no ricoprire). E in una altre cose- di specie-con consimile spettano al re. E queito tipo di monar- îetrospettiva, un passo avanti verso la teoria politica di chia regolata, il detto po^tere di presewarè l,auto;ità (del re) tempi successivi: quella in cui si venne a stabilire una equa- senza la-qualg non__avrebbe modo di mantenere le leggi nel loro zione tta <( governo misto > e << separazione dei poteri )>, con vigore e_i sudditi nelle loro liberà e nei loro beni, mira àlecargli (al I'attribuzione ai lords di una funzione giudiziaria; e ciò re) quel rispetto e quell'attaccamento da parte dei grandi conlui si p.uò impedir. l'insorgere di divisioni e di-fazioni, J procurargli tale mentre si cercava di tenere separate le tre funzioni legi- tirnore e tale reverenza da pate del popolo sí che ne risultino slativa, giudiziatia ed esecutiva in un modo che palesava- impedíti i tumulti, la violenza è la licenza. Inolme, (le leggi vogliono) con tutta chiarezza quanto la monarchia- padamentare inglese che il sovrano non possa far uso di questo suo alto e peipetuJpotere malmattasse I'analisi aristotelica della politica. per danneggiare coloro per la cui prosperità egli lo àetiene... la Carnera dei comuni (istiiuzione adatiissima per éustodire libertà. la a rìì:r cui non è mai appartenuto aver parte nel governo) ha il solo J.P. Kenyon, Tbe Stuart Constitation, cit., pp. 2L-22. 6]0 v^LoRr E sroRIA PRIMA DELLA RrvoLUzroNE LA REPUDBLICA ANGLICIZZATA: LA COSTITUZIONÉ $L

    La dotrina secondo la quale il re, i lords e i comuni da ultimo la gente comune '.. insorta per suo conto, voffà I'ugua- formavano insieme un corpo in cui si trovavano equiribrati liuiru e il priíilegio dell'autonomia, divorerà quello << stato > che ha in modo meraviglioso e in modo felicissimo distiibuiti iirro.uto il iesto, Aistruggerà tutti i diritti e tutte le proprietà, tutte i nascita e di merito e cosí questo regime tanto diversi poteri doveva essere le distinzioni di fatta oggetto di infinite esalta- per la sua eccellenza avrà fine precipitando z,ioni illustre e tanto segnalato lungo tutto i! secolo decimottavó. L'obiettivo, tuttavia, nel caos oscuro e"indistinlo della confusione, mentre la lunga prosa- della Ansuer to the Nineteen Proposition q.réilo di faí pía dei tanti nostri nobili avi andrà a finire in un Jack Cade o in un sentire una minaccia, non già quello di pronùnciare"r" una Wat Tyler ó. congratulazione. Essa non miiava lanto ad offrire una teoria di chi si deve avere paura. Tuttavia nuova e accettabile d_ella costituzione (ossia dell'otganizzazio- E cosí risulta chiaro "gli qui soltanto I'appello dell'Ulisse shakespearia- ne poiitica) dell'Inghilterra quanto di ammonire inglesi non abbiamo vengonò messi sull'awiso ricordando che tra loro e I'anarchia non-si frapponeva altro Jhe I'e'qui no. I sudditi àel re loro che non solo devono tenersi nello stato di subotdina- librio tra i tre << stari >. In un iinguaggio r..pt. -monitorio-Éno proprio, ma che tra il loro stato pr-esente-e coerente, il documento prosegue ancora in tono zione che è loro che una condizione di equili- facendo presenre che quàlsiasi resa alla richiesta di istituire sli orrori evocati no; c'è alto Ério creata dall'esperienza umana. L'andare conffo le distin- un. controllo parlamentare sulla scelta regia dei consiglieri e dei minisui zioni di grado è àndare contro un univetso voluto cosí dal cielo; e in tal caso << i poteri superiori )> posso-no < mette.re (non.farà,9he) opera loro strumenti )> per infliggere qualche terribile generare faziosità e dissensi perpetui (deleteri della in i 7. pu.bbtica felicità quanro la guema), sia ra i preùelti, sia nell'ambito castigo e cosí rimettere le cóse a posto fnvece, l'andate delle Camere che li prescelgono, nonché tra la gente che sceslie cont;o I'equilibrio radizionale può significare la caduta in un (elegge.) tali elettori, dato che un porere cosí insòlito non potrà , caos cieco'e buio dove r.gn, ùlo la-fortuna e il moto della meno di sedume persone che non sono nate per esso; e ne nasceran- no non solo delle divisioni tra di loro nella poiizione sua fuota. loro paritaria, insinuata nel lin' ma-anche sorgerà in loro del disprezzo verso di noi (il re), àiventati La teotia del governo misto eta stata cosí per naturalizzawila dottrina polibia- -pari a loro; _e si faranno insolenti e ingiusti vemo'il nosro er.r"ggio politico inllese popolo, come quello che considereranno tantó inferiore a loro. e i" é"*"ètriavellianà della repubblica, nella quale, come sap- qu€sto sarà per il popolo ancora piú molesro perché se ne vede piamo, le virtú di tutti poJtono neutralizzare i vizi di ctri colpito da parte di coloro che fino a poco tempo fa non erano di è esente, ma che resta pur sempre una costruzione grado gran che piú elevato e perché vàe di dovere ottenere ir"rr.rno soddi- potere- essele rov-esciata appena sfazione solo da chi ha commeìso insolenza e ingiustizia e teme che politica fragile e tale da possano tendere a mantenere quanto hanno fatto, fer grazioso favoriti ,r".g, minióamente a scomporsi I'equilibrio di poteri che la smo e pet calcolo politico, dato che tutti mutamenti sono quanto mai distinsue. spiacevoli e generatori presso che certamente di alri mutaàenti mae- L%lternativa all'equilibrio ovverossia il suo opposto è la gíori, che a loro volta generano guai ancora peggiori s. ' fortuna e può essere ànche la corruzione. Tuttavia vi è una differenza di rili"uo tra la Íunzione di tale antitesi nel con- Le risonanze machiavelliane sono qui abbastanza percepi- testo fiorentino e in quello inglese. I fiorentini avevano bili e ci mettono sull'avviso che nel finguaggio dell;Ansuer optato per la repubblica petché àra nella lóro natura il farlo vj.è qy{9osa di piú che semplice e nella virtú e il rifaisi àf sofito spaurac-^disru- e'videtà cosí nella fortuna il loro avversario chio dell'anarchia vista come esito obbligato della nell'equilibrio le proprie difese. Invece gli inglesi, filomonal- z.ione di ogni subordinazione e di ogni grado gerarchico. chici é consuetudinuii per natura, assunsero il linguaggio in Analogamente, in quel che segue, posi^*Jrentirói dire che cui si parlava di equilibrio e di repubblica solo perché la loro

    o p, \ Ibitlcw, p. lbidem, 2). 22. z Macbeib, atto IV, scena 9, versi 278'79' 612 vALoRr !: sroRra PRIMA DELLA RrvoLUzIoNE

    costitrìzione tradizionale si trovava minacciata dal disordine sotto tale profilo (una disputa chca la divisione dei poted) f tl:r rcndere appropriata, appunto, una risposta formula^ta con t qrrcl linguaggio. Quindi, tutto il precedente apparato espres- I sivo rimase ben in vista. Almeno in superfilie continuò a l dominare il ricorso al discorso politico chè parlava di ordine c di gradi gerarchici, mentre liinsinuazione- che il disordine avesse preso le forme della {ortuna si fece sicuramente stra- da, ma íl suo effetto restò parzialmente celato sotto I'invo- lucro del linguaggio politico tradizionale. Tutto questo, come vedremo tfa poco, contribuí ad oscu- rare ancora il nudo contrasto tra lortuna e uirtú, che, invece, Ia logica__del discorso politico di tipo repubblicano'avrebbé lnesso allo scoperto, Se la repubblica del cittadino veniva a crollare intorno a Iui, egli personalmente si sarebbe trovaro a difendere la propria.integrità, privo ormai del supporto che gli veniva prima dal quadro sociale, in un mond-o di tali riutamenri accidentali che solo un intervento della grazia divina sarebbe occorso per dargli forza. E se tale intérvento non veniva. I'unica risorsa era per lui quella di attenersi alla uirtú ma- ch iavelliana alla o _p-rude nza- guicciardiniana, ma, purtroppo !, ad una virtú o ad una prudenza costrette ad operare^nelle condizioni piú disagevoli. Quando gli inglesi si videro crollare inrorno la loro Anti ca Costituzione, se ne drammatizzò Ia Ítagilità dandone una presentazione in veste che la Íaceva assomigliare ad una costituzione repubblicana. Ma tanto ai calvinisti quanto agli arminiani non venne mai meno la ceftezza che sarebbefo stati sovvenuti dalla grazia. Le loro risposte alla sfida della nuova situazione furono ancora nurite dalf idea di consuetudine, di ordinamento gerarchico e di un universo ad un t.mpo i"o- ccntrico e monarchico, e furono formulate nel corispettivo linguaggio. Una risposta meramente machiavelliana non era ccrto da _loro che poteva venire. Il pensiero politico del tcnrl)o della guerra civile è in larga miiura fatto-di esercira- zioni di casistica. Ci si chiede, infatti, quale sia il dovere del singolo quando le autorità legittime sotfo le quali è vissuto si sono messe a combattersi tra loro. E, in verità, il repubblica- nt'sirlo classico (un modo per porre il problema ora accenna- trr) n

    adesione a questa o a quella parte in conflitto, non intendes- se affermare in modo cosí perentorio la propria << virtú > sí da esporsi immediatamente ai colpi di forruna. La virtú, infatti, dopo tutto, rappresenta un ideale per I'azione e non soltanto per ottenere giustificazione al propri

    II

    Lord Robert Brooke. incitando i suoi soldati nel 1643 a scendere in armi contro il re in nome del re e del parlamen- to, fece riferimento à'<< quel grande repubblicano (common- 2a; wealthman) romano che era stato Cicerone >> e di fatto termini come cornrnonuealtbman e come << patriota > furono sempre piú usati per indicare quanti reputavano che re, parlamento e popolo formasseto un organismo politico in cui ognuno dei membri poteva essere combattuto e frenato in nome dell'organismo suddetto. Tuttavia, un tipo di linguag- gio simile, anche se presentava una visibile coloratura classi- ca, stentò a svilupparsi perché si frapposero quegli altri codici concettuali di cui ci siamo occupati fino a questo punto. Bisogna prendere un po' con le molle I'opinioìe di Hobbes secondo il quale i princípi repubblicani assorbiti negli studi universitari e dalla lettura degli storici greci e latini, contribuirono a rendere la gente propensa alla guema clvlle'". Ora dobbiamo considerare i tipi di linguaggio politico che prevalseîo presso i grandi movimenti radicali venuti allo scoperto tra il 1645 e il 1650. E a tal proposito va dctto

    24 R. E. L. Striver II, Robert Greaille, Lord Brooke, Cambridgc, M:rss., 1958, p. 68. A Th. Hobbes, Behenoth, trad. it., B^tt, 1979. 642 v^r.oRl ri s'roRrA pRrMA DELLA RIvoLUzIoNE LA REPUBBLICA ANGLICIZZATA: 64) 27. chc lc affermazioni cruciali sono ovviamente quelle che in- ripristinate Incontriamo pure I'appello al ptincipio salus contriamo nei << manifesti > degli ufficiali e dei soldati dell'e- populi supreîna lex; ma saremo in grado di vedere piú a scrcito. In tali << manifesti )> un gruppo di uomini di diversa fondo nella struttura specifica del pensiero radicale ciiando origine sociale e aventi in comune il fatto di essere stati resi un documento in cui quell'appello viene fatto con un'inten- membri attivi di una società militare (ossia di un esercito) zione diversissima da quella di Parker. Infatti, qui ci si che aveva da poco vinto una guerra civile, quale rrai si era propone non già di rivolgere un appello, sostanzialmente avuta nella storia, dichiararono di volere afftontare gli affari conservatore, ad un principio irrenunciabile di legittimazione, religiosi e civili in base a proprie ragioni e avendo fiducia bensí di asserire che un popolo è padrone di se stesso e solo in se stessi. A loro dire, I'esercito di cui facevano parte agisce come tatre al cospetto di Dio. non era << solo un esercito mercenario, assoldato per servire il Iddio, infatti, non ha dato ad alcun uomo un talento perché lo potere arbiffario di uno stato >; essi erano stati << chiamati avvolga in un fazzoletto e non 1o faccia fruttare; (vocati) per invece chi è agli ... difendere i giusti diritti e privilegi nosri e del occhi del mondo il piú r.rmile dei vassalli ha uguali obblighi verso f)io nostfo popolo >>. ed è a Lui accetto-allo stesso modo di qualsiasi princiie o generale che sia sotto il sole per quanto riguarda I'uso del talento a lui Quindi abbiamo preso le armi avendo ben valutato e soppesato affidato.... Infatti, signore, se voi (Fairlax), anzi se I'intero parla- tali obbiettivi e cosí poi abbiamo continuato a combattere; e siamo mento del regno ci scioglieste da questo servizio oppure-... ci determinati, in accordo con... quei principi che ci sono stati inculcati ingiungeste.di tacere- o di pazientare, né il parlamento né voi potreste dalle vostre (del parlamento) frequenti istruzioni e suggeriti dal no- scioglierci dai doveri che abbiamo verso Dio o verso la nostra stessa suo comune buon senso, per quel che concerne questi nostti diritti e natura... E qualora vostra Eccellenza fosse subornata da qualcuno, queste nostte libertà fondamentali, ad asserire e rivendicare... i sud- che insinua che noi siamo eversori di ogni ordine e di ogni norma, e detti obbiettivi comuni, contto... qualsiasi fazione e contto gli inte- che vuole che come tali siamo da voi considerati, vogliamo ricordare ressi particolati di chicchessia 2ó. a vostra Eccellenza che la legge di natura e il diritto delle nazioni, affermati nelle nostre dichiarazioni e nei nostri documenti pubblici, possono costituire una risposta che viene a legittimare questo nostro Costoro, affermando essere loro sentimento cornune che modo di agirc. Infatti, tutte le regole altro non sono che ombre e le armi impugnate li avevano vincolati a perseguire un ob- sono sogg€tte a petire. Mentre la sicurezza di un popolo sta sopra biettivo comune, palesavano una coscienza del proprio essere ogni regola, ogni consuetudine ecc.; e la giustizia insita nella ricerca politico di cui in Inghilterra non si era mai veduta I'uguale. della sicurezza del popolo è cosa che giustifica tutte le regole o anche E il palesare tale coscienza era di per sé un atto livoluziona- il mutamento delle regole che sono opportune per conseguirla. E ogni regola è legittima fino a quando serve a preservare quella sicurezzà o rio; quindi non meraviglia che i documenti, in cui quei a conseguirla 28. militari si espressero, facciano uso, per poi superarlo, di ogni linguaggio politico che aTla portata inglesi; allora era degli In questo contesto la << sicurezza del popolo > non suona essi tentavano cosí di mettere in chiaro quale fosse il loro come un principio pre-morale di socializzlzióne (come appare pensiero posizione. esempio, I'ap- e la loro fncontriamo, ad invece nella frase << è opportuno che un sol uomo muoia per pello alle antiche libertà, ma è un appello che assume una radicalizzazione di tono e di contenuto per il fatto che, a loro 27 Trascurare questa distinzione, come occorre ancora da parte di avviso, le libertà rivendicate non erano state ricevute in qualcuno, significa confondere I'Antica Costituzione con il giogo nòrmanno. credità dal passato, come, invece, sostenevano i fautori del- lyl,-Ctogo normanno si veda Ch. Hill, Puritanism and Reuólalior, London, I'Antica Costituzione, ma che, auzi, etano andate perclute in 1958, pp. 50-122; cfr. il mio Tbe Ancient Constitution and tlte Feudit Law:. Exglisb-Histotical Tboaght in tbe Seaenteentb Century, C.ambridge, tcmpi antichi, ma non dimenticate, e dovevano quindi essere 1957 e New York, L967, pp. 125-27. 28 . [,e parole sono prese dalla lettera a Fairfax, firmata da undici t' agitatoú, che accompagnava The Case of tbe Army Truly Stated, Oxford, 26 A Representation ol tbe Army (14 giugno 1647) in rVoodhouse, 1647; si veda in merito A. S. P. lfoodhouse, Puritanisn and' Libertl. I'uritanism and Liberty, London, 1950, pp. 403-404. London, 1950, p. 437, nota. vALoRl E sroRrA pRrM^ DELLA 641 RrvoLUzroNE EpUBBLICA ANGLICIZZATA: LA cosrrruzroNE 645 il popolo >). E con le parole <( tutte le regole non sono che persuadere che lungo la serie di momenti in cui volta a volta ombre >, quello che figura come un appello alla << legge di cogliamo I'intervento della fortuna, della natura e del giudi- natura e al diritto delle nazioni >> si riveste di un linguaggio zio della provvidenza possiamo scoprire quasi fosJe un tipico della rinnouazione apocalittica. Infatti: non si è solo prolungamento, appunto, dell'intervento -dellà provvidenza in dovere di conservare se stessi in quanto creati per un il momento della grazia apocalittica. Dunque, il radicali- certo fine. I'accento viene fatto cadere proprio - Qui sul fine e smo de]l'esercito sarebbe stato la risposta ad un << momen- sul << talento > che per raggiungerlo deve essere usato. Inol- to >> di una situazione quant'altre mai grave e specifica, ma tre, questo molti lettori di testo potrebbero interprerare << ]a una risposta formulata in una delle poche possibilità di e- sicurezza del popolo )> come un'espressione che non solo spressione con cui era dato affrontare quel singolafe momen- significa la preservazione materiale della comunità composta to. Tuttavia sarà subito palese che una spiegaziòne del genere di creature tendenti ad un fine, ma anche la tensione ionti- non potrebbe soddisfarè d.l tutto. La co-nvinzione di tipo nua vetso quel fine storico a cui una nazione particolare è apocalittico esistente presso i membri dell'esercito aveva stata eletta. << Tutte le regole non sono che ombre >> è espres- contribuito (al pari della uirtú del principe nuovo tratteggia- sione che ci rimanda al linguaggio apocalittico. Infatti, ci si to da Machiavelli) a creare lo stato di cose che rendeva piú vuole far intendere che tutto quanto è terrestîe svanirà acuto il bisogno ... di tale convinzione e influiva ormai come prima del {ine stabilito. Ed è espressione virtualmente anti- una variabile indipendente. Cosl ci si presenta il caso non nomiana, poiché può benissimo significare che le forze istitu- solo di gente che tende a tegolaúzzate una situazione caotica zionali sono ormai svuotate di ogni vitalità. Tuttavia, l'e- e priva ormai di ogni struttura di legittimazione, ma di gente spressione è ancora aristotelica al punto che sarebbe riuscita che ha una coscienza civile di nuovo tipo e che celca il modo intelligibile al tomista Savonarola. I1 contesto in cui gli e il mezzo per manifestarla. uomini conseguono loro fine (oppure il ultimo in cui ricupe- Il sentimento di una vocazione peculiare al santo purita- runo la Toto prirna ma questo concetto forse non forrna, no aveva fatto sí che i militari in questione avessero acquisi- sarebbe parso abbastanza antinomiano ai santi radicali dell'e- 2e to la percezione che in ognuno di loro era viva una persona- sercito del nuovo modello) è quello dell'apocalisse. Il << fí- lità singolarissima e iniducibile (il < talento >> o la <( natu- ne >> della teleologia aristotelica si trova aîcora congiunto ra )>). E il senso di possedere tale personalità si poteva con il < fine >> escatologico del tempo profetico. esprimere ricorrendo al rapporto responsabi- Applicando qui il tipo di analisi adòttato nel paragrafo unico, all'unica lità al precedente di questo capitolo, si potrebbe sostenere che il o dovere che ogni uomo ha nei confronti di Dio, ma santo radicale reagiva alla stessa situazione quale I'avevano anche insistendo sulla radicale eguaglianza di diritti e di vista Hunton e Parker. Privato di tutte le smutture tradizio- poteri che ad ognuno era stata data per rendergli possibile nali di legittimazione, Hunton aveva fatto ricorso alla co- il compimento di tale dovere. Qrbene, fino a questo punto rX/alzer scienza e al cielo; Parker, invece, si era mosso in direzione di I'analisi del puritano f.atta da coglie nel segno e un naturalismo pre-hobbesiano. E sarebbe pure stato possibi- continua a cogliere nel segno quando da parte nostra aggiun- le ad un seguace di Machiavelli fare appello al contrasto tra giamo che la vocazione, in quanto atto di gtazia, si deve uirtú e fortuna. E invece il tipico santo radicale ci vuole reputare che agisca sul singolo nel tempo e che il tempo considerato come la dimensione di tale vocazione non può 2e Un antinomiano puro awebbe potuto sostenere che Io stato dell'uo- che essere un tempo quale lo presenta la profezia o I'Apoca- mo redento era piú eleìato di quello in cui si era trovato Adamo prima lisse. dclla caduta e chè esso quindi era qualcosa di piú che il semplíce ricupero Tuttavia se, camminando lungo la direzione tratteggiata , .3u serie, 27, giugno L970, n. 3. ben lungi dall'essere alienato dalle leggi e dalle libertà rice- (t.l(t v^t.(ltil rr STORTA pf,IMA DELLA RIVOLUZIONE

    vrlrc in ercdità dal passato; anzi em legato ad esse al punto chc la sua vocazione non Io portava tui"-i Lb"r;;r#,t#rì . dargli la libertà necessaria p", ,rurior.;ri;-;i;il;;iril.-nort* r'olti punti importantissimi che lu indagine ha sià roccato. Infatti, ora. siamo- in grado ai ."pir. É?.ft;rfl; si sentisse :iî1",t_lgl":e chiamaìo a ripristinare !;;il. liib.r; nerra toro torma originaria, continuando ad affeimare contenuto che il originario di quelre libertà era staro il potere rncondrzronato di un popolo ad-essere, sia dal punto di vista della natura sia da qúelio del destino'apocalittico;;;r;;;;. Noi possiamo ora vedere in che modó la ."r;i'r;i";;;;i singolo di avere in se stesso una disposirion. nrt,r.ài;;"di_ calmenre libera rese piú robusta lu fràpL"rione ad impeqnar_ si in un'azione radiiale fondata rùrtu ..iti.r-*ar.r'ri-?"îr. leggi e delle libertà forma i.;;i Ie aveva ereditate passato. _neila dal Il Patto del rappresentò una posizione anti- nomiana risperto ^popolo all,Antiìa Cosiiiuzione. Da uliim" .i É ;;;; capire che, pur non essendo ancora giunti ad incontla;" ;;l p:nsi:ro,politico inglese un momentó machia*lli;;;;rì;; gtuntr ad una lase analoga al momento savonaroliano e cioè in un momento in cui la coscienza civile, t" ."rriùi*à apocalittica e la seconda nat'ta avura in.rédi,à J"i t;;; si intrecciavano in un complesso nodo di mutui ,rpporti. c'è -i ùn di piú: qu€sta volta profeti ,.-uti; essi non dovevano "rrno --- far altro che continuare a credere in se ,r.rri. Dunque, i radicali del r.647 possono essere raffigurati come gente che viveva-r_,n mo-"nio singolare, qr"il. i;;.;; la libertà aveva Ia meglio sulla necessità-(. .;rr1-p;r;; qui ili stabilire se tale momento era creduto essere queilo'di un vero e proprio millennio _ ormai alle porte oppure, in senso piú spirituale, era il nromento in cui ii pensa;à in uri. una specie di liberazione delle virtualità ,r-rr. con l,effetto cli innalzarle-quasi a livello divino). À{entre i .rrirti à.1 crovere dr lealtà erano giunti in taluni casi ad ipotizzarc una condizione ossia un mom"rrto atemporale, u puriir. drl qrrui; si poreva e doveva ricostituire l,autoritÍ, gii ..rt.rrirrri;; Iutto facevano dipendere dalla libertà errno ,ppoodati ad un rììomento apocalittico,- in cui í loro spiriti . î. loro ;rd; l);r'vcro unirsi nel volere rimodellare le leggi e ricostiirrire un() slitro cli libertà. r.A (ios'il't t,zt()Nt.: 67)

    Inoltre, assecondando I'altra inclinazione della sua personali- giornalista 11 {i non proprio degno di grande amÀirazione, Nedham si faceva porravoce (in iorma sicrrramente demo.ra- tica) della dottrina relativa all'autorità de t'acto, che era giocoforza f4r valere, dato che I'esercito si dimostrava incapace di portare a compimento le sue iniziative rivoluzio- narie. Negli e.ditoriali, che sono in realtà degli stralci da The Case of the Comnzonutealth, si mostra che èsercito e popolo applicano lo jus conquestus che si vuole fond uto s8. tu\li iu, gentium Tumavia proprio le argomentazioni addotte'da Nedl-ram a sosregno del potere de lacto finiscono, a quanto sembra,-per portado a sostenete la sottomissione a quàlsiasi potere eserciti -che un'autorirà effettiva. E quando talé potere fu-quello del protettoraro cromwelliano e alcuni espànenti dell'esercito, a sosregno dei quali egli aveva scrità sulle p3gile del << Mercurius Politicus r>, andarono all'opposizione, Nedham si trovò in una posizione incresciosa; la storia dei rnachiavellismo inglese dovette allora ricominciare con un nuovo avvlo.

    III

    Da quel che sappiamo sulle circosranze in cui nella tarda estate o nello scorcio del 1656 venne pubblicato l'Oceana di James Harrington, si inferisce che la situazione di sfondo dovette essere lo scontento crescente di alcuni ambienti dell'e- sercito per il modo in cui il regime del protettorato si era andato sviluppando a partire dal 1654 'n. Ci sono dei vincoli oscuri ffa Harrington ed ex ufficiali e altre persone ancora,

    s.8 lbid,em, 17 (26 settembre-3 ottobre 16)0), pp. 277-79; 1g (j_10 gltoql._ 1650), pp. 341-43; 22 (31 ottobre-7 novembrè 1650), ^1650).ip. tSi-lg; 8 (7-14 novembre 1650), pp. 3D-74; 24 (j,4-21 novembré pp. JB9-90 (i rj d'Inghilterra);25 (21-28 novembre 16i0), pp. 407-4OB; ié ég novembre-5 dicembre 1650), pp. 421-25 (Nemrod e i ié dìIsraele); Zl ti_t) dicembre 1.650), pp. 439.-40;2t-lO,(Z-g gennaio 16Jt), pp. :Ol-iO+, aùi dice che il corpo polirico prende la sua prima foima nello stato di soggezione.; 35 (30 gennaio6 febbraio 1651),-pp. 567-68, dove si discorre del perlcolo che una nazione.conquistatrice possa perdere la sua libertà; 75 (6J3 novembT,\e-2t1, pp. 1189-91; 93 (11-Í8 mano 1,652), pp. 1457-60;98 (15-22 apúle 1.652), p. 1540. se Per una úartazione piú particolareggiata si veda J. G. A. pocock, James Harrìngton and tbe Good- Old Caall, cit. j

    (ú0 VAI,ORI E S'I'ORÍA PRIMA DELLA RIVOLUZIONE À REPUBBLTCA ANGLICIZZATA: LA cosrITUzroNE 6ól cui non che il potere fosse stato assunto da un capo r'ilitare ^ndavanel quale. questa edizione, attenuò ben poco non si ,i.onor..u*; î; ,rp;;;i à.il; quegli -Ji il furore originario cli d'alrra pane, scritti contro |intrusion! ,on pul.ruua alcuna volontà di stocratici ùtti monarchici o ari_ del di opporirion" a momenro ad essere ;gir". oomwelliano del perseguito dalle *" ligg_dlquelle che poi forma ,"lb-;;il;;; autorità- e in cui l,esàrcit. ,i;;. -presero ili come <( popolo di Dio )> ;;;;;;;; 1'657 . Tali intenzioni, infàtti, upp.oarton uilu'Hi*oli'pii- protagonistadi .rna giusta conquista, tion and Adaice oo, " ma ora sventuraramente divisó. Henry t. ,i pio^r.pu-tare il proposta v^J senso antirivoluzionario fatto G;A;trú";; di. ripristinare I'esercito ,r.ií, ,uu funzione:^iiir;;;'pJ'; dar àecrinante-regime .ro.*.i- dI attuare.in quella liano: il documenro conrenev;i;;;6;t. Inghilterra il governo àei sanri ó3. prote*ore rrrioì. Ji;;; rurtavla Uceana tare la carica di in una rotà ai--*r.Ài, .r.iiir- è una. di quelle opere che trascendono ria e di creare una I'immediato contesto in cui ,onb cosiddett" o Alt., óumera > per assicurare nut..'f ,iÀriii"ì; #;; del libro sta nel fatto che un cerro equilibrio fta.la << singola ;;r; ;;;;imomenro persona o èa I esplosione di una sorra menro >> unicamerale, di se si uuoi., ;î;;; revisione che .rrnò i dle isdtuti ;; ";rhìJ;; pensiero politico.o, capitale nel strurrure di potere previsre dalla inglgl. e íeila ,i*i, a.ff,irgÀffiff;ii; costituzione.-lol"rno Cosí si;";;; Iuce di idee un evidenre ritornb aIIa tratte d;ti;;.;r;;il";;il" e dal repubblicane_ di descritta-q"fiii- dar- simo machiavelliano. I' Ans ut er t t Ít p-forma Ira o e N ine t e e n ro p o s it f oni-quur.rai.i lagioneìmÀiàià," per intraprendere . una revisione siffatta fu ci ,anni avanti; e di fatto l'.rpr.rsion. .i i tr" ,rrii r'iitento ar gi*ti?ii.*;5^;;ffi; n:ll'.Ansaer,- i di un popolo armato ru rirorna e .i"rf. nàf iesto della ",=.ir. tó"btÉ"-;"b;. militare che si era 6t.tale Hamble venuta formando Petition and Aduice . in a.p.'f, lunga rassesla .Inghilte.-ru ;;;;; ;i;i;: ;; Un'avversione aspra sia alla creazione che TJ modi diversi di un,aristocrazia poteva articolarsi "bb;;-f;;r" in cui permanente sia al ritorno deil'ordinamenro p"titi.. la coscienza poritica àúii i;gÈ:i à;ar"-" .i nale i.raìri"l basta a farci caoire divenne il sentimento domin;il qr? .h. ii tì;ó;;;; àèt ,irr* ciuite aveva t"ó"rÈirir".- selie difficoltà da simo,^sopravvissuto agli eventi, a, rrp:r{e per p,otersi imporre fra concorren_ .ri u.nn. f. ifà"*'.r1, atternativi. vecchia buona .aurr ri; può É"n E_ non ?;;;;; atrenderci che 9_ .rr"r.-;il È ;?";;;ì.i rrngton,ll_r]1ryr*ut Har_ patrici del contenuto della Hunrble petition rfÉià." assunto il ruolo di un Machiavelli i"gt"r",-ri_";;;'u cato. quell'esplosione di ;;;;; rappresentare un conflitto dramm atico tîa viítú soitti di opposizione che ,i;bb" ad impersonarc é i"il;; ; nell'estate dél 1"6i6. la prne di ;-;.*;";;re dei affonda frateili, che Aq ogni buon conto non Ia spada nel'fianco i.fi" ."r.i"rrà .orur" , deve essere stato per caso le fa protestarè inglese e ra qeve, rnvece, essere stato p_"I f"ritu^.i..u"*"È;;"sto _un calcolo sbagliato) che Nedham Jq ó4. un onore che nel giugno de1 t6t6. pulblicò ta-rr..8fr" era riservaro a Hobbes GIi obbiettivi ài Hil;r* à"#: apparsi politicus,> idii-;ir;ri"ii nel << Mercuriui tra if r656^e-li'G;; sotto Pocock, Janes Harrington and the Gooil il titolo di The Excellency of n pi'r, Stot". f;^itolr.'il ,r_|í.I.G.A. OId Cause,cir., pp. Palitical rboaght nn*.tn'tf,oYf,ui.'n' ol sir Henry vane tbe Yoanger, testo ó4 L'autore questo si ffova in J.P. Kenyon, Tbe Stuart Constitution,cit., di sta preparando un,edizione ,rol-irlt pp. p-olirici di Harrìngton p.r I",libr.o c"-b-tia;; deeli scritri 6t Ibidcn, ú;;;;,r'press- e il rertore Dotrà p. )51 (pangraÍ.o 7). si veda" anihÉ ll Àí. ',îi,Î',^"?i'ìft.'$;:ff :'l#. r ii Ai ; iii èà'i'iii 662 v,{l.onr E sroRrA pRrMA DELLA RrvoluzroNE

    tero. essere qu-esti: primo, opporsi. con ragioni logiche ad coscienza -,n,"",,J;ffi :J; :;ff ,"": ogni ritorno all'ordinamento politico ttadiziónale osiia ,, an- clre nella sua diuturn a tilevanza storica Harrington ci appare tico > e << equilibrato >>_, facendo vedere che tale ordinamento anche sotto una luce diversa e di questo dovremo occuparci ;i era sempre retto su basi incerte e che tali basi erano ormai in aitri capitoli di questo libro. state spazzate via; secondo,,dimostrare (dall,angolo visuale di L'opera di Harrington è stata definita << una mediÍ.azione u7. chi ormai viveva un_momento che potrem-o àhiumure post- machiavelliana sul feudalesimo >> Presso gli eruditi inglesi savonaroliano) che la trascend.nza dell. usanze e consue- della generazione ante 1642 si è riscontrata un'attenzione tudinj antiche (e cioè la_loro preminenza assolura sulle leggi sempre piú acuta e sostenuta alla natura del baronaggio, del positive e storiche) era frutto di un processo affatto morrdà- servizio cavalleresco e in genere degli obblighi militari con- no e rion si iscriveva per nulla in un contesto apocalittico nessi, in base ai quali si poteva cosffuire una periodizzazione .(non do_vremmo perdere di vista che era possibile che fosse delia storia inglese, dato che quegli istituti eîano penerari I'una e l'alfta cosa insieme) e, quindi, nbn doveva affatto nel regno o con i sassoni o con i normanni e la loro premi- postular_e un governo dei santi. Per dimostrare il primo nenza giuridica e sociale era poi svanita ad una data successi- qu.î!.o Harrington_cosrruí una storia civile della spada lossia va, che era però arduo indicare con precisione. La compren- dell'intervento della forza,atmata) us, fondata su iuel princi sione storica di quel che era stato il cavaliere o il vassallo in pio machiavelliano che faceva considerare determinante il senso propîiamente feudale aveva preso a confondersi con il possesso delle armi sia per attuare la distribuzione del potere ricordo (che già abbiamo trovato espfesso in un contesto sia per esercitare il patriottismo ossia la virtú civilè. per machiavelliano da Bacone e da Ralegh) del potere militare dimostrare il secondo punto Harrington procedette a formu- che grandi nobili di piú recente memoria avevano posseduto lare e _svolgere una teoria della parÉcipazione politica attiva stante la capacità a mobilitare i loro contadini e dipendenti. la quale, unitamenre alle argomèntazioni Ebbene, proprio questa telescopica sovrapposizione di imma. addoite -ciuisper dimo- strare il primo pLrnto, presentava I'inglese come e la gini del feudatario consentí a Harrington la formulazione di repubblica_inglese come la forma politicà piú gradita a Dio di questa tesi storica: una certa disuibuzione del potere fonda- qualsiasi altro governo oligarchico di santi auto-proclamatisi ta sul leudum aveva cominciato ad essere attuata in Inghil- tali. terra all'awento dei sassoni e aveva poi cominciato a scom- 68. F.bbene, presentando I'inglese come cittadino nel senso parire solo in virtú delle leggi volute da re Enrico VII In classico del termine egli riusci a superare, proprio in base ad verità, non eta cosa nuova pensare che il declino del potere un prirrcipio teorico, il divario che ieparava la^convinzione di militare della nobiltà aveva portato a mutamenti di rilievo freton circa il carattere necessario deila pror,rietà e la certez- nel potere politico oppure che tale declino aveva ponato il re za di Rainborough circa i vantaggi della iibertà, trovando poi ad affrontarsi direttamente con i suoi <( comuni >. Il tratto anche il destro di nf{igware il libero proprietario inglèse decisamente nuovo segnato da Harrington (quello che fa di con le sembianze del ciuis classico che era tórnato cosí iulla lui il vero pioniere in Inghilterra del pensiero politico ispira- terra dal Parnaso boccaliniano ó6. to all'umanesimo civile) fu quello di coordinare tutte queste La concezione laica e mondana della repubblica inglese opinioni e convinzioni per intessere una storia generale del poneva poi Harrington spalla a spalla con Hobbes proprio in potere politico quale si era avuto in Europa e in Inghiltena; un momento singolare e significativo nell'evoluzioné della e tale storia egli la fondò sulla teoria machiavelliana secondo la quale il possesso delle armi è necessario a chi vuole avere 6s Harrington, Oceana, parte seconda preliminari. un ruolo politico attivo. - J. dei 'Works-ofOui ci si riferisce all'ed. a cura di Toland, The Oceana and Other lames Harrington (1771); si vedano iv.i le pp. 57-72. 0t Pocock, Tbe . ..uu !.Boccalinj, Rgry4agli di Pariaio, Venezia, l6l2-lj questa fu una !,G.A. Ancient Constitution, cit., p. 147. delle fonti preferite di Hatrington. 68 Oceana (ed. Toland), cit., pp. 60-65. 661 vALoRr E sroRrA pRrMA DELLA RrvoLUzIoNE LA REpUBBLTcA ANGLrcrzzATA: LA cosrrruzroNp 665 I pensatori fiorentini avevano ribadito che se un uomo parere che quando un regime diventava <( corrotto >>, ciò non portava armi, non per se stesso ma a servizio di alffi. non dipendeva tanto dal fatto che i cittadini avevano cessato dal .l.a il grado di esse_re,un soggetto politico attivo ossia non mettere in opera le doti (le virtú) idonee a mantenerlo in gli si riconosceva il- -illa diritto pan cipazione politica. È salute, quanto dal fatto che la ripartizione del potere e del questo perché I'uso delle (consideraìo armi come i'atto deci- oeso politico non era piú corrispondente alla ripartizione sivo nell'affermazione del potere e della virtú) deve essere della proprietà che di quel potere doveva sempre essere cosa di sua responsabilità il ie egli vuole essere cittadino re- fondamento 79. accadesse questo, si deteiminava una sponsabile della repubblica Qualora e pórsi a sua disposizione. Essi, situazione in cui, invece di rimanere tutti su un piano di rnoltre, avevano interpretato il trapasso dalla repubblica ro- parità, c'erano coloro che cominciavano a comportarsi come mana_ all'impero come un trapassó dal cittadinà armato al lords o come vassalli oppure, viceversa, lords e vassalli co- cittadino che lasciava ad alri le armi. minciavano a compoftarsi come se fossero degli uguali. E in La Í.amiliatità che Hamington aveva con la letteratura enttambi i casi il potere politico, esercitato e tenuto in degli eruditi inglesi che si .r"Ào oc.upati del diritto .onru"- condizioni, che non trovavano piú giustificazione nella libertà tudinario gli consentí a questo punto-di aggiungere un'altra concreta dei singoli soggetti politici, finiva per essere o im- dtmensione; una dimensione- che, nel modo da lui indicato, posto a forza e dispoticamente oppure (ma I'esito era poi lo Machiavelli aveva appena sfiorato6e: l,esercizio delle arÀi, stesso) finiva per essere debole e vacillante e, quindi, desti- qualora lo, si considerasse una funzione connessa al feudo, sí nato ad essere sostituito da una ripartizione di autorità as- palesava fondato sul possesso di una proprietà terrieru-'L" ganciata alla esistente úpattizione d'ella proprietà terriera. discriminante cruciale era quella esistente^tra vassallaggio e La sestuplice tipologia classica delle forme politiche (mo- libera. proprietà e base in a tale discriminant. ,i f8iàuà narchia, atistoctazia e democrazia, attuate ognuna o secondo stabilire se Ia spada che uq uomo portava eta del suo .^igror. giustizia e avendo di mira il bene comune oppure in modo o sua propria e a servizio della comunità. euindi, la funlione iniquo e cioè avendo di mira solo il bene della parte al connessa con la libeT proprietà divenne la disponibilítà delle potere) poteva armi, e ora venire modificata e trasformarsi in una eyjr-rdi di chi le potava, u rortegnd di una libera classificazione costruita in base al criterio della rioartizione gione pubblica_e della virtú civile. Cosí nel linguaggio usato effettiva della proprietà terriera: ognuna delle forme di go- dal pensiero politico inglese politicizzazione"d.fl la persona verno, insomma, era buona o cattiva a seconda della corri- unì-an-a aveva mggiunto il culmine. L'inglese-di-Dio era or_ spondenza con l'effettiva distribuzione della proprietà. Har- mai, in Íotza della sua spada e della sua li-bera proprietà, uno rington, tuttavia, inffodusse un'ulteriore distinzione: quella zoon politikon.Ma se il fondamento del didttó uj.rr.i.,rn tra monarchia alla turca, nella quale la terra era tutta di uno soggetto politicamenre arrivo divenrava ora la proprietà (in- solo e gli altri la avevano in concessione a suo arbirio, e la tesa come- proprietà-di immobili e forse, ma meno probabil_ monarchia di tipo << gotico >> ossia feudale, nella quale << po- mente, di beni mobili), ecco che quel diritto si' rrovava chi > tenevano la terra dal re e i << molti > la tenevano dai ancorato a qualcosa di piú con.retnme-nte palpabile dell,oikos < pochi >>. Ma questa, nell'opinione di Harrington, non era aristotelico. E Harrin_gtgn pef_ parre sua si pàlesò incline poi una vera monarchia, dato che in essa si aveva un equilibrio a non dar cedito a Machiavelli quando queiti insisreva ra;ro sbalesrato e instabile. Le rivolte feudali nel caso della mo- nell'indicare la corruzione (intesa in sensò strertamente mora- narchia << gotica r> e le ribellioni della guatdia di palazz,o le) da lui vista come_ una , vera e propria disintegrazione della (giannizzeri o pretoriani che fossero) nella monarchia alla personalità del cittadino, come èauia principaÉ deila deca- turca (nella cui categoria rientrava anche il tardo impero denza dei regimi (repubblicani). Harringtori, inv"ce, fu del romano) stavano a provare che tale tipo di monarchia, anche

    6s lbidem, p. 39. 70 lbidem, p. 68, 666 vÀloRr E sroRrA pRrMA DELLA RrvoLUzroNE

    nella sua forma piú rigorosa, non era riuscito mai a dare poi stata Orr"rr, Or; ;;,;::::ffiffi" ;l Iuogo ad una forma di governo di sicura stabilità ?r. Iatifundia. E dopo che i Gracchi avevano fallito nel contra- _ Flarringtont' chiamò la proprietà (terriera) i < beni di stare questo sviluppo, i Cesari e gli eserciti alle loro dipen- {ortuna >> e non diede a ìedere di essersi iatta una idea denze avevano dato luogo ad una monarchia instabile, nella particolare circa le leggi sociali che ne regolavano la riparti- quale il possesso della terra e il potere militare erano divisi zione. LIna cosa, tuttavia, è ben certa: ritenne che la próprie- tra I'imperatore e il senato. I goti poi, chiamati come merce- tà-potesse essere ridisribuita oppure che la sua e,Jenfuale nati quando si erano verificati i vacillamenti di quel regime, ridistribuzione potesse essere blòicata; I'una e I'altra cosa si erano presi tutto l'impero e avevano fatto valere lo squi- sempre mediante leggi e ordinamenri fatti dall'uomo 73. f- librato sistema feudale di monarchia e di aristocrazia. Il noltre il contesto concettuale inglese, a cui egli pet f.orza cosiddetto < equilibrio gotico > oppure la cosiddetta <( pru- apparteneva, era ragion sufficiente perché egli non desse denza moderna )>, al dire di Harrington, anche se radizio- troppo peso all'idea di lortuna sí da indurlo a aonsiderare un nalmente lodata come se si rattasse di un capolavoro politi- pÌocesso necessario e ineluttabile quello che portava una co (l'allusione va al tipo di pensiero politico rappresentato forma sana di governo a degenerare nella sua iorrispettiva dall'Ansaer to tbe Nineteen Propositions) non era mai stato corrotta oppure a_pensare che la sua sestuplice gamma di altro che una << gam di lotta > trà il t. e i nobili, vale a dire forme di governo fosse inevitabilmente rogg.ìta alla anakuk- un regirne carattetizzato dall'instabilità; questa poi era stata losis polibiana. resa permanente dalla circostanza che ogmrna delle parti in IJna cosa, tuttavia, tenne ben ferma: solo una democrazia causa non aveva mai potuto adattarsi al potere dell'altra né di proprietari di terra (e cioè solo una società dove ci fosse farsene indipendente 7s. un demos di uomini liberi proprietari che possedevano terra Nel paese di Oceana (l'Inghilterra nella forma ahamente in misura relativamente eguale) aveva le riiorse umane (Ma- idealizzata che egli aveva immaginato) la << prudenza moder- chiavelli avrebbe detto Ia nateria) occorenri per sapere di- na >> era durata dal tempo delle invasioni anslo-sassoni al- stribuire l'autorità politica secondo quei modi d-iversificati ed I'awento della dinastia iudor. Il re Enrico Vtf poi (e il equilibrati con cui una politeia riusciva a darsi la stabilità. E ritratto che Hamington ne fa deve molto a Baconè) aveva un organismo politico del,genere poreva in linea di principio, svolto un ruolo assai simile a quello che il Giannotti aveva secondo la convinzione di Harrington, durare in ìternò to. atribuito ai Medici. Egli aveva emanciparo chi aveva temeni Egli tratteggiò poi anche una storia dell'autorità politica, con annessi obblighi militari (ma Harrington li confonde con quale si era manifestata nell'area della i vassalli) dall'autorità dei loro signori (lords) e, avendo resi civiltà occidentale. 1 seguendo, a dire il vero, uno schema ciclico: Mosè e Licurgo, I i lords incapaci di nuocergli, aveva dato inizio all'innalza- Solone e Romolo, vennero da lui presentati nella veste-di mento degli emancipati alla condizione di proprietari terrieri a_utori di una legislazione agraria, i quali avevano fondato (i mediocri del Giannotti), sui quali la monarchia non aveva tu. degli stati di guerrieri liberi proprietari. Ma la loro opera era piú alcuna presa Era poi toccato a Carlo I fare la scoperta che l'istituto monarchico era diventato antiquato. Contestato 7_! I_!id.en, pp. 17, 50, 65-67, L2g-il1, 249-j2. il potere regio da quello dei comuni, il re aveva fatto |'amara 72 lbidem, pp. 3637. scoperta che la nobiltà non aveva potere per venire in suo .73-Questo tema è svolto (a mio awiso indulgendo a qualche esagerazio soccorso e, quindi, si era governa- R. Pole, visto costretto a tentare di î,.ì 9. J. !9.1;ti9al Representation in Èngland o)d tbu OìUil it the American Republic, London, 1966. re appoggiandosi ad un esercito. Ma non essendoci altra (ed. Toland), pp.178-80. ^.74.O,ceana Si veda pure Z.S. Fink. Tóe Classical Rcpablicans: An Essày in tbe Recooery àt-i pottr- o]'Ti"iin, 75 Oceana (ed. Toland), cit., p. 63 e p. t29. in SeuenteentbCentury Englaid, Evanston, tíqs'e Ch;.hr- íl;{il."Ii 76 lbiden, pp. 64-65, J64-65. Sui rimandi a Bacone (sia alla Storia del lmmortal Commonuealth: Tbe Political Tboaght ol James Hanington, regno di Enrico VII sia ai Saggi) si vedano ibidem le pp. )2 e 64. Sul New Haven, 1960. Giannotti si veda quanto detto al capitolo IX, nota 5. I tl

    668 vALoRr E sroRIA PRIMA DELLA RrvoLUzroNE

    gent-e da arruolare che non fossero i liberi proprietari terrie- rettori .r. ri, che,non erano per nulla tenuti no,.uii. #::#J,;;";,. a combaiterè per lui, f re un Ascham o ad un Nedham) che ogni regime fosse ";in aveva tallrto nel suo intento e la "u,r.uu monarchia era ctollata77 . definitiva originato dalla spada, Harriigto, offeri" Il << popolo )> armato proprie . dei tari aveva riportato vit_ una teoria civile e toria -ripètere una sroria civile dellà spada, da cui era ed ora era in grado di quanto avèvano fatto possibile conclusioni piú ottimisticÉ Mosè e Licurgo. Un ciclo ,trarre e concrete di era àrrivato a compimento e si gue,lle del Leuiatano. 17 suo popolo arrnato non presentava I'opportunità è una sorta di cosuuire un o.gunir.o politico di Nemrod che esercita 7o conquestus, quale clr semplterna durata. ius- se lo era immaginato Nedham, e non è neppuie quella ichiera di santi Hairington oltrepassato freton r, ,av.eva e aveva agganciato misticamente p_r_escelta, quaie l'aveva iÀmaginata sir Henry I'evoluzione politica ad una storia *ne della proprietàjLa tale Vane. Presso Harrington la spada non è la spada storia era vista come una del serie ciclica di ìrasform izioni piú T.eviatano né quella di Gedeonè, bensí fondamenio che un semplice retaggio il su cui di tradizioni. una nazione repubblicana erige la sÍuttura istituzionale Inoltre aveva completato in la sua demolizione teoretica dei cui attuare la sua virtú civile ossia la propria partecipazione supposti pregi dell'Antica Costituzione, nella quale si era politica. voluto vedere un quadro istituzionale fondato r"tt. L'individuo politico, quale figura nella costruzione teori- le consuetudini e conforme al < genio "ru"r"-. > degli inglesi oppure ca di Harringron, è ancora quél detentore di virtú civile il fondamento di un equilibrio eúmplare dÉll,rrnÉ, d.i do.ti presupposto (anche se con una buona dose di scetticismo) in e dei molti. Se, come- già Livellatori, .,ràl,.rto i non avesse tutte le teorizzazioni fiorentine ispirate all'umanesimo civile. mostrare che tale costituzione affondava le sue origini nella Tuttavia abbiamo già risconrato èhe Harrington dà maggior conquista normanna, I'avrebbe qualificata come rina delle peso alle componenri materiali della sua perlonalità che"ion forme periodiche e instabili di un andamento ciclico e cioè guelle meramente morali. In Oceana si parla assai meno di come un sistema che né aveva { mai recato pace e ordine degtadazione morale, quale ingrediente ddlla conuzione delle all'Inghilterru né mai li avrebbe potuti ,..u... Nella misura forme di governo, di quanto ion succedesse negli scritti del in cu1 si può dire che il suo pensGro emerse dalle controver_ Cinquece-nto o di quantg non tornasse a suJcedere negli sie di- tipo casistico relative al potere de facto degli anni scritti del Settecento. Di f.attola cosa peggiore che il < pop?- preced_enti, anche Harrington potèva benissimo sosteíere che lo > di Harrington possa temere è là perdita dell'auiorìtà lo scollamento dell'anticò regîme 7e, aveva lasciato l, .."1t, di politica in cui egli non vede tanto ,ri pot"re sovrano di optare per il re o per parlamento il alla coscienza dei singoli coercizione quqn_to gli < ordini > che guidano gli uomini e che nessuno poteva -per nel- secondo giustizia essere punito I'esplicazione delle loro doti ossia viitú peculliari. avere esercitaro tale diritto di opzioneTs. E a- quei suoi Come già per Machiavelli, l'essere armàto è la condizione strumentale imprescrittibile per cui il singolo riesce ad af- 77 (ed. Oceana Toland)-, cit., p.,65: <<...1a camera dei pari, che sola fermare sia il suo peso soèiale sia la sìra partecipazione aveva riempito que.sto divario, venèndo a scomparire come intèrmedi aîia tr'a rr re e_ politica come essere molale responsabile. Tuttavia p'ossesso 'luttavral comunl, drmostrò che crasso efa morto e che I'istmo era taeliato. il una monarchia spoglia della sua nobiltà non ha armo cui óoos- di terra onninamente libero diviene per lui il fonàamento gjarsi al mondo se non all'esercito. Quindi il rovesciamento di q,r.rtr fi"À'" materiale e concreto per di governo fu causa guerra-e il diritto a iortare le armi. E non della nòn la guerra causa di qra ió""r.ir*.": pare che t9., Quanto all'esito..riportato dal re scero'in armi non è necessatio dire di Harington abbia preso in consider azione che ci prú se non che si dimostrò infruryuoso quanto ( impotente si dimosffò) la potevano esseîe terre cui era connesso qualche vincolo diver- sua nobiltà; tuttavia senza dei nobili o ùnza .rn eseicito t.o.. rì e uìíoi so da quello del vassallaggio. Può ben essere che, volendo non ci può es,sere alcuna monarchia. euindi che .or" *"ì secondo natrrra può soryere da queste ceneri, se un regime popolare insistere sull'importanza delle armi, si sia lasciato trascinare a monatchra nuova -noÀ messa tn atto ad opera di un esercito vittorioso?"p;;r;-;;; >>. 78 Ibidem, p. 69. 7e lbiden, p. 469 (A System of Politics, IV, pp. lg, 19,22). I

    670 vAI,oRI E SToRIA PRIMA DELLA RIvoLUzIoNE LA REPUBBLICA ANGLICIZZATA: LA COSTITUZIONE 671 frrre un solo fascio di tutte le proprietà su cui non gravava il Inoltre., come già per Aristotele, il fine perseguito con dovere di prestare servigi militari. Ma se egli, come avevano il possess_o di terra non è il profitto, bensí l,agìo def vivere: la invece fatto Ireron e Rainborough a Putney, non si diede ad possibilità di agire in campo pubblico o in- un,assemblea esplorare la vasta area intermedia tra I'assoluta libera pro- di cittadini per palesare la propria virtú. Torniamo cosí ad un prietà e le teme gravate di obblighi vassallatici, riuscí, tutta- ethos di eccellenza civile, secondo il quale la politica si confà via, a convogliare nel suo discorso elementi e spunti degli to, in modo singolare al << genio del geniiluo-o'u senza però argomenti svolti dai due personaggi suddetti. che i piccoli liberi proprietari siano liquidati perdanà Infatti, al pari di Ireton considerò requisito pregiudiziale e la _ funzione di essere i I molti > cui spetti di dare di ogni interesse e di ogni partecipazione nella cósa-pubblica zione critica dei < pochi >>, dando o-rifiutando loro""u plauso."ut"tu- la proprietà terriera trasmissibile ed ereditaria (cioè quella di il benissimo che la proprietà p.rò cui uno aveva libera disponibilità). I servi, egli affermò. non . {agingron -sapeva immobile o mobile e non mancò di dichiaiar" uf.rtuo,"rrt.".r"r. sono parte attiva dello stato e, qualora essi avessero rappre- che le norme generali da lui enunciate sui rapporti tra sentato un pericolo, si trattava sempre di un pericolo venuto proprietà e porere politico avrebbero funzionato àitr"ttanto da fuori dello stato to, come il pericolo o la minaccia prove- bene sia che si trartasse di proprietà immobile che di pro_ niente da uno staniero ostile. Tuttavia. al oati di Rainbo- 8s. prietà rnobile Turtavia, sebbene conoscesse bene la siiua- rough lo si vede estendere I'autonomia economica necessaria zione olandese (si dice che fosse staro Olanda alla partecipazione politica attiva anche a coloro che lavora- in come soldato di un reggimento inglese inviato in quel paese), mai vano a mercede, pur che la casa o I'abituro in cui dimorava- egll sr mette a delineare una società la cui struttura militare no fosse loro ed essi non fossero dei servi dimoranti in casa e politica abbia a fondamento i beni mobili e denaro. je d'altri e facenti parte del loro personale domestico 8r. il avesse voluto farlo, gli sarebbe stato difficile trattare degli L'atteggiamento di Hamington verso I'economia è stato olandesi, che non erano certo un classico popolo arríi. oggetto di molte discussioni ed è stato anche fatto il tentati in L'Olanda e Genova (si noti: non Venezia)-sóno, a quanto vo di dimostrare che per lui la teîra era solo una merce di pare, i tipi di_società, in tutto e per tutto m"r."niil., si scambio, da vendere e comprare in vista di un guadagno, e ihe incontrano nel contesto di una discussione relativa al oro- questo avrebbe reso la sua << cittadinanza >> (ossia corpo il blema se < la bilancia commerciale divora quella politico attivo) una classe fluttuante e mobile di affaristi agraria i. Incontri_amo qui una riflessione sul grà,rrme cornmercialí 82. Tuttavia si può addurre una ragione fon- . che I'usura fa pesare sulla proprietà terriera. L'OlanJa e Genova. società data per affermàre che la sua economia úcalcava uno schema intente al solo profitto, non hanno evidentemente greco ed era fondata sul rapporto ta oikos e polis. Dunque, bisosno di che regolino l'usura ossia il prestito del quando un terreno veniva acquistato, lo era per essere lascia- lorme_ denarol Nel- 83, I'antichità Israele e Sparta, dato che fondavano la loro orsa- to in eredità vale a dire per fondare delle famiglie ossia nizzaziane politica sulla ripartizione delle terre degli oikoi sulla gatanzia di un retaggio, che dava ai giovani e urr.urrro ir' territorio agrario di estensione limitata, dovettero la libertà di portare le armi e di sparare nelle operazioni limitare in modo rigoroso. la pr?tlca del prestito denaro militari ingiunte dallo stato. di per impedire che la ripartizione della propiietà terriera finissè tu. irretiìa nei debiti Per la stessa ragione 8 lbidem, p.77 e p. 138; <. ptaticare I'agricoltura Ma lo stato di Òceana ha un'esten- 8r lbiden, p.247, dove si sostiene che un tale uomo non avrebbe interesse ad usare il sqo diritto voto per livellare proprietà. di la 8a lbidem, p. 53. 82 C. B. Macpherson, Tbe Political Tbeory- Possessiae In1iuiduatisn, ol 8s lbidem, pp. 38 228. trad. it. cit., cap. 6. e 86 lbidem, pp. 228-29. 83 Occana (ed. Toland), cit., p. 480 (A System of Politics, 4-5). X, E7 lbidem, pp. 13-14. I

    672 vALoRr E sroRrA PRIMA DELLA RIvoLUzIoNE REpUBBLIcA ANGLIcIzZATA: LA cosrITUzIoNE 673

    sione sufficiente da consentire ai suoi mercanti la pratica del usate..Machiavelli, tutravia, (influenzato, come già il Bruni, prestito (ma ad interesse non 1o è abbastanza, a quanto pare, dal racconto della conquista romana delle libere città etru- per consentire la riammissione degli ebrei). Il sistema della sche) aveva immaginato la repubblic a alla maniera di polibi,o proprietà agraia non può essere disturb.rto dall'usura e può e cioè come uno srato contiguo ad alre repubbliche e ad alui quindi essere s. da tale pratica reso piú vitale e piú prosperò regni,e come uno stato necessariamente ioinvolto in suerre La soddisfazione di studiosi di propensioni filó-boighel nello con altri stati. Non solo: il destino di Roma gli era r".íbruto scoprire che Harrington, neil'fnghiltema del Seicento, si era q-uello di una forza cannibalica, distruttice àeila virtú desli impegnato a giustificare il profitto speculativo non dovrebbe altri_popoìi e da ultimo anche della propria. fnvece pu.lrnEo celare il fatto che Harrington considerò con valutazione piú dell'Inghilterra, Harringron s*isse àsíi u il mare f, q""fìo negativa che positiva la speculazione finanziaria in rappolto che regolò lo sviluppo di Yenezia, menrre lo svil.rpóo di ai possessi fondiari cosrituenti patrimonio p_cea-nq e'. un ereditarió. Fine impone la iua legge sul mare >> Sia V"réil ,i; della proprietà era per lui quello di assicurare stabilità di t'lnghilterra erano degli stati insulari, tenuti dalle acque al condizio_ni e- agiatezza di vita. Essa poneva con saldo aggern- riparo da attacchi di nemici confinanti. Ma menrre vénezia cio I'individuo nella strutrura in cui egli poteva partecìpare aveva ospjt_ato solo mercanti, artigiani e marinai e si era al potere e Cimosmare la sua virtú e lo libèrava da ogni àltra astenuta dall'avere un impero e dall'attuare una democrazia necessità sí che egli potesse, appunro, fare dell'eseròizio del perché non aveva sufficiente numero di cittadini, r'Inshilter- potere e della sua virtú la sua attività. L'obiezione a conside- ra,eta ad un tempo un'isola e un grande terriiorio"adatto rare i profitti commerciali il fondamento per cui riconoscere ail'agricoltura e, quindi, in grado di nutrire un popolo arma_ ad uno la personalità politica ossia per ricónoscergli il diritto to. che poteva essere democratico all'interno e èonquistatore alla partecip azione politica artiva veniva proprio d=alla mobili- all'estero. La mancanza di contatti con la t"rra f.rmi, inoltr", tà di quei profitti: << facilmente amivano diceva Harrin- significava che non c'erano repubbliche finitime 8e. ii .,ri .í gton e facilmente svaniscono >> Certo,- uno poteva per- potesse sovvertire la libertà e la virtú e che Oceana, quindi, dere quello- che poteva aveva e allo stesso istante poteva .etr"rè di espandersi ,senza timore di corrompersi. Harrington essere quello che era stato. L'uomo superiore, aveva fatto pefò non lascia chiaramenre capire che cosa poi signífica notare Confucio, non è un utensile e la personalità civile e nella realtà effettuale una cosa del eenere. politica non era un bene di consumo. Facendo proprio lo stato d'anímo"che aveva fatto dichia- Naturalmente se il volume dei commerci di Oceana si îare a Marvell che Cromwell, in quanto portatore della spada fosse ingrossa-to, si sarebbe palesato necessario alla repubbli pubblica, << sarà causa di_grandi Àutamenti per tutti gli stati ca ampliare la propria estensione tenitoriale. Può-essere che non sono liberi >>, Harrington si figura la rep"rrbblica st-ata ques_ta una ragione che indusse Harrington a fat eco a fglese come uno staro egemonè proteso à [b"trr" ia vicina Machiavelli nel ribadire che una repubblica popolare di cit- Europa dal gios-o gotico (e forse-intendeva anche da quello tadini aîmati doveva essere <( uno stato protÀsd all'espansioi N!a-.c'è poi anche no. Fnp3.l") l', una concezione akernativa,'quel- ne r> E tuttavia bisogna rilevare alcune differenze im- la di un'Inghiltema piú volta verso gli oceani che vérso il portanti tra Harringron e Machiavelli. Entambi hanno in continente, secondo la quale i liberi inglesi vogliosi di con- comune I'idea che una repubblica democratica debba dare le quiste_ e afÍamati di terra si dirigono a cólonizzale un'frlanda armi ai suoi cittadini e che tali armi serviramo non da spopolata dei suoi antichi abitatori, << dove osni cittadino parata ,1. o per cerimonie rituali, ma safanno effettivamente riuscirà ad avere a suo tempo una sua tenuta >> (L,esercito

    tt lbidem, p. 229, ma anche pp. 100-101. er Ibiilem, p. 8e 34. lbidem. p.227. ez Ibidem, pp. 185-88. 'to Ibidcm, pp. 178-35. e3 lbidem, i. tof. F ttt.l V^l (,1{l l. s lot{t^ t,RIMA DtrLLA RMLUZTONE

    cli stanza l)r.itírrro in lrlanda fu un rifugio di quanti profes- dai morti suoi sirvîr'ìo opinioni i ffi":.;.;ffi#ff'; contrarie al regime del protettorato e parec- i: gliato nel supporre che la càusa della pace interna cli cui chi rlcgli amici e degli ammiratori di Hairington .o"roin u' - VeîSzia godeva_ fosse sraro I'avere disaimato la popolazio_ rlLralche rapporro con quell'esercito). E il"passo citato fa ne ". Lo stato di Oceana, emergendo dal nauftagio d.i pr.lu notare ancora che << si facciano altri insediamenti e lo stato ea. rio equilibrio dello stato goticó e dall'esaurime"nto delia no- sarà piú ricco >> Tenendo presente I'importanza che il suo biltà baronale ereditaria, presentava ad un tempo la sit,razio- pensiero doveva avere in rempi successivi^nelle Tredici Colo- ne tipica di uno stato insulare e una popolazione fatta di nie si è tentati di dire che Harrington prefigurò nella colo_ proprietari te'ieri che erano anche dei-ciìtadini armari. se nizzazione di un'Irlanda vuota di a6itanù un;attività coloniz- soltanto avesse adottato la aristocrazia totatotia della sere- zaftice da attuare oltre-Atlantico. Tuttavia incontriamo anche ns, nissima, avrebbe potuto essere ad un tempo Venezia e Roma. un cenno alle << colonie delle Indie >> che possono essere Non c'era proprio motivo paventare benissimo i primi insediamenti di l'àwento di un Cesa_ inglesi sui suoló americano, cri fe mglese. cui si pgt cert-a in tempi non lontani l,indipenden za. Se .dà Gii << ordini > di Oceana sono illusrrari con discorso pro- non è ben chiaro dove di pieciso l'espansione noì corruttrice lisso e descritti con rutti i loro rrarti uropistici. ioro di Oceana debba avere Jùogo, è ceito, invece, che Harrin- La finalità quella di porre in essere un q.radro istituzionale gton, come già il Giannotti, inrende trarre meglio _è in il daltre cui tutti i cittadini possano_atruare la partecipazione politica; alternative enunciare da Machiavelli all'inizio dei'Discorsi. e questa poi si concreta nelle assemblèe o riunioni fiequenti fnsomma, Oceana doveva essef,e una seconda Roma se si delle < tribú > ossia delle comunità locali (il termine'.. iri- guardava alla sua illimitata espansione futura e una seconda bú > ci rirnanda una eco ranro greco-romana quanro Venezia se-si guardava alla continuità perperua - nella stabili- tali assemblee per molti "brrilJ, tà, nella libertà e nella virtú civile. aspetti somigliano uil. assemblee di contea tipiche della tradizionale orgaÀi zzazione politica ingle- A tal fine in un discorso di una Tunghezza inusitata eu esli se; e assornigliano non solo nel fatto che, in ocóasione di fa ripetere al suo,legislatore I'intero paúo dei Discorsi (I,'6\ iali assemblee, si le funzioni di rassegna e di adde_ in cui era stata da Machiavelli formulata l,antitesi tra Roma -compiono stramento della milizia locale, ma anche p"r.ié in esse ven_ e Venezia, per concludere poi che Machiavelli si era sbagliato gono designati coloro che rappres.nterrrino la comunità quando aveva sostenuto che lo scotto pagato p.r in uir'assemblea nazionale. Di fatio si direbbe che, proprio fa- le armi al popolo era stato il conflitto^còntinuo tra"rr.r.'duto nobili e cendo avanzate e conversioni al modo degli squadioni di plebei (i cui effetti erano poi stati fatali per la repubblica ^pro.rrrr- cavalleria e delle compagnie di fanti, i cittidini'lanciano le quando la posta del conflitto divennero le iicchezze loro << auree raffiche > di palle alla veneziana con cui elesso- te dall'impero). Come i critici filo-veneziani di Maciiavelli. no i membri dell'assemblea e del senato di Oceana. anche Harrington sostenne che la lotta intestina era staté Harington dà volutamenre un grande risalto all'identità causata a Roma non tanto dall'irrequietezza dei plebei, quan- e8. 'tenuto tta milizia e polizia Tuttavia gli életti non sono to dal monopolio ereditario delle ìariche pubbliche tanto dei rappresentanti nel senso proprio del termine quanto dei cit_ dai patrizi e quindi non c'era rapporto di-causa ed effetto tadini cui è toccaro il turno di un impegno politi.o attivo e con I'avere dato le armi al popolb. Venezia aveva risolto di un.servizio p"lblico. Ed ecco che n"ì1. .omplesse proce- questo problema facendo della sua aristocrazia al porere un dure (Venezia è 1l modello e a tale modello Hamington si è corpo eletto dai << molti >> e che traeva per via di rotazione consapevolmente ispirato), mediante le quali ,r"ngonó scelti i mernbri delle varie assemblee e dei vari èonsigli e" che presie- ea lbidem, p. 100. ss lbiden, p. 41. e6 e7 lbidem, pp. lbiclem, pp. 132-44. gt l1l9-40. lbidem, pp' 92-94 (si veda il discorso di Hermes de caduceo). F

    676 v^r.oRt ri sroRrA PRIMA DELLA RIvoLUzIoNE REPUBBLICA ANGLICIZZATA: LA COSTITUZIONE 677 dono al loro funzion€mento, compaiono in pari misura I'ele_ membri del senato si catatterizzano non zione e.il,sorteggio. Harrington nòn si nrr.oìd" l'rrp"tto tanto in base agli à.1 aspetti pec r-liari ,4 y" gruppo sociale, quanro mrto di venezia che faceva sembrare che a venezii in base aiia la virtú funzione politica da -loro compiuta. E talè funzione, venisse fatta úsaltare attraverso un processo, per cosí dire, in con_ sonanza con la ttadizione classica rinascimentale. meccanico e che il personale politico non potesie muoversi e viene e rigorosàrnente limitata alla present azione leeei ji prou_ agrre se non attenendosi a procedure che rendevano dí . la sua vedimenti-che poi il_popolo ossia I'assemblea condotta improntara_ad inteiligenza e a disinteresse, f,ópolarei, il ,i; ;h; diritto e il compito di approvare o no. La distinzîone questa fosse o no la sua inienzione (certe sottoiirr.ut.rr" assoru- ta tta i due momenti della << discussione > e << platoniche osselvate presso il Contarini compaiono della risoluzio_ nell'ulti_ ne > (come li chiama Harrington) too mo e piú- sistematico degli nn. costituisce il metodo da sc_ritti politici di'Harrington) divisato Tuttavia I'obbiettivo principale lui pet auromatizzúe la virtú e per distinguere à deil'autore di o..uiu t.rtu tipa-rtire sempre la manifestazione le varie fasi del processo decisiona-ie in tal $risa da della virtú personur" uttuutu roÀ-1i obbligare quanti partecipazione politica attiva. vi avevàno parte ad agire disintEressata- mente. Oc,eana poi doveva esserci una rotazione frequente (Nedham,*,4d Tuttavia, proprio il fatto di immaginare che a scadenze l'aveva chiamata << rivoluzione >>) nelle varié cari- regolari dal corpo dei cittadini (ossia dei < molti >) venissero che, compreso l'ufficio di rappresentante, e quesro non tanto fatti. uscire i pochi r> e che questi tornassero poi a confon- per garantire. il primato delle scelte popoiari quanto per -<< dersi, a mandato compiuto, coÀ i ., molti >, staia garantire che i singoli avessero modo di ìrnp"gnurri , ,"ruirio a dimostra- re che, a suo avviso, per avere un efficiente gruppo di della comunità. Il cittad_ino, dunque, deve, quando viene la << pochi > (e cioè di detentori dei poteri di governo) sua volta, (il che dovrebbe succedère.di frequènte) nór,.ru urr"À.À necessario ricorrere ad un'aristoctazia. una carica o un ufficio e non deve delegare ò alienare ad altri Certo, anche ad Oceana ci dovevano la funzione civica che gli è stata deríandata. ,o,tuioiè essere delle diffe- ru rcnziazioni sociali e, d'altonde, tutta Ia tecnica aristotelica nelle cariche.equivale pù Ha*ington (ed egli p"nrarru;h;l; si fonda sul rapporro tra funzioni politiche e caratteristiche stesso awenisse a Yenezia) al ridurre ai principii machiavel- sociali. Ecco quindi che-, i membrì del senaro, il popolo liano. Si tratta del rinnovamento continuò deila virtú n"rr.r- li deve scegliere tra i membri di un ordine equesne, per appar- zione e tramite l'azione e quelle espressioni di nut.r* astro- nomica (< tenere al quale occorre possedere terre èh. r.nàuno^ i00 galassia >>,, << primum rnobile >>, << orbita >) che egli 101. sterline I'anno Tuttavià ci sembra che si debba si compiaceva di far èntrare nel gergo tecnico della dare mas- sia giore importanza al fatto che Harrington è fermament. .oi- utopia ci dà I'impressione che volesie lntendere il continuo vinto di una cosa: i << molti > sono sempre in grado di rinnovarsi della luce, del calore e della vita. E ro stesso si individuare i < pochi >> provvisti quafità particólari. dica della sua evocazione della scopeîta di Su harveyana d.ilu;i;.;: venti persong, egli dice, lazione del sangue. ce ne saranno sei provviste di capa- cità superiori e le altre quartordici non farànno che seguirie. Ma 7a rotazione costituisce anche Ia soluzione al oroble_ Non c'è bisogno di mettere in opera dei meccanismi ralfinati ma dell'aristocrazia. I membri del senato, che nel ,.ro .irt"rrm se si vuole che siano quei sei ad essere eletti; la precauzione svolge le funzioni dei-< pochi >>, (e sarà bene osservr." .h", piÉ importante è di garantire che la distinzione tra fase di una volta che.il legislatore ha compiuto la sua op".u, ,oí << discussione >> e fase di << risoluzione >> consenta che tanto i c'è piú gran che di spazio per un iuolo da far àprire ad << uno solo >>) sono eletti a icadenze regolari e parirnenti a t00 lbiley,. pp, 41-45,. 50-51, 71, 2L4-ti, 4L6, 4I8-Lg. per quanto scadenze regolari rinnovati un terzo concerne alla"volta.Vàle adire: i Guicciardini si vedano sopra le pp. $q-q6t,474 fto o f , cap.'Viifj c sull'uso fatto da Giannomi di talè distiizìone si vedano-ùp*l. te e (tomo bp.'jtzlU lbiden, pp. 468-70 e 478-79 (A System ol politics, 538 I, cap. IX). IV e IX). tot lbidem, p, 78. (I/,\ vAt,0RI I, S'IORIA PRIMA DELLA nIvoLUzIoNE

    s('i,(rrrÍrr'rro i,quattordici c.orpiano ]e funzioni di loro spe*an- o a; rrrii,o., z.rt'."'. E palese che la differcnza )/ane l;#J'il ;#J:r,, : in doti tra i due sruooi fa ritenere che egli_ avesse modo di considerare la possibilità strddctri corrisponde, secondo Harrington, ad una di[f';";;; di un'aristocrazia di tipo diverso, di un'aristocrazià, ben piú ttr rrcchezza, di natali e di posizione sociare. sei r saranno deí tetribile e ternibile di quella rappresenrata da un ordìne gentiluomini, avranno,-in misura maggiore d"gli b"ri, ereditario. Alludiamo al governo dei santi e cioè al potere agio, esperienza e tradizionero3. "ltri, di una élite caîatteîizzata da una singolare esperienza spirituale, è un fatto rilevante che i quattordici . Fppr:t. abbiano Ia ie cui doti, proprio per la loro nàtura, ndn potevano caderé facoltà di riconoscere per,proprio conro'la p..;;;; ;;i;;ì ;ì rìotto la valurazione dei < molti >. Per capire a pieno la tali qualità e che a règolàre la loro scelta^non abbia gravità del che una tale aristocr azia poneva a lFrar dete-rminante I'appartenenza ad un certo casato "uloi. _problema né conti mol- rington, dobbiamo tenere presente che egli aveva felicemente to il possesso di terre. L'idea di deferenza (usiamo qui un rimesso I'Inghilterra in un contesto stórico di cui non la termine caro. agli studiosi moderni) che q.rì per la prima tradizione nazionale costituiva I'ordito, bensí la scansione del rncontriamo presente nel]a teoria repubblicana 'olta- inslese tempo al modo dei classici antichi. Yale a dire: la storia (anche se di certo non era Ia prima volta che appariva" nel inglese appativa or_a (e appaúva piú concretamente di quel pensiero sociale inglese) ci è familiare, avendolu ìrr.ont.rtu che fosse mai sembrata àd alcunò dopo il primo Bruni la pjTrg Aristotele, Machiavelli e Guicciardini; e, anzi, proprio storia fiorentina) inserita nella vicenda-del sdrgere, del cade- Guicciardini ne aveva fatto per uso distinguere accuratarnen- re e del rinascere della virtú repubblicana; te tra I'aristocrazia propria é il rnomento di.-un gorelno largo e quella aflora in atto era quello in cui I'Inghilterra propria di un goaerno lffetto loa. si vedeva innanzi Ia possibilità di rifondare la comunità, ossia Io stato, di Da Hamington a Adams, John tale idea venne usata dai i uomini liberi e armati in una guisa che non si era mai piú pensatori politici dell'area atlantica t's quando uoll.to ,ort.- veduta dai tempi della Roma dI Tito Livio. È stato un tJma nere che i rapporti tra elementi arisàcratici ed er"."nti ricotrente in questo libro I'affermazione che il momento di democratici, (rapporti di importanza capitale in qualsiasi teo_ rifondazione della repubblica (e cioè di quella società politica rizzazione del governo mistò),- si preciiavano mèglio il ;;" in cui gli uornini erano quello che poteìano società in cui vigessero essere óssia in una relatiia libertà, mobilità . rrr* cui pote_va.no esplicitare chezza.di le loro virtú) non era possibile im- rapporti: allora I'aristocrazia, anche << se funziona_ rnaginarlo se-non si faceva valere I'idea del momento apoca- le >>.alla proprietà e personalità, si .alla. configurava piú come littico ossia del momento in cui si aveva un intervento della un fenomeno naturale chè istituzionale e.roid;; ói;;grt. grazia nella storia. Ebbene, anche Hamington non fa eccezio- la sua funzione, non q-uando era costituita cJme qìol.orà'di ne in merito. \ri è un passo in cui ci si dice che Oceana è p.ermanerte, ma soggetta -quando -era sempre al giudizio e al come (( la rosa di Sharon e come il giglio della valle >. Il riconoscimento dei << molti rr. úi,aristocràzia coiituit, .!r_ legislatore, cioè, si mette ad intonaré sui suoi inizi tutta tantita, secondo Nedham o Hamington, non poteva fur" I'entusiastica seqlrenza del canto di Salomone (Cantico dei no di. generare conflitti o corruzion"e; e non ,o"l"u, "ri._ 16, .;;;; i;;; cantici) le cui immagini ogni cristiano ortodosso avrebbe na di sperimentare una cosa del genere. "scritti a.pplicato alla chiesa, sposa di Ctisto. E ín un altro punto ci Il fatto che fossero coevi gli di Harrington, cli si dice che la repubblica è il regno del Figlio cosí come lo stato nrosaico era stato 10t. to2 il regno del Fadre lbiden, pp. 44-45, 236-38. to3 lbidem, pp. jl, l2r, 127. tM Oceana (ed. Toland), cit,, p. 188. tetto alle pp' 28a'287 (tomo I' cap'Y) e 425' or'l'o?'r"i,1tXi:g;l$tru .to7 Ibidern, p. 187: . Cfr. anche Rcpublic, Chapel Hill, 1969, e quanto dirémo atLp. XV.' ibidem, p. 195: .' (IT{0 vAIORt Ii S,I'0RIA I,RIMA DELLA RIvoLUzIoNE REpUBBLTcA ANGLICIZZATA: LA cosrtruzloNE 691 Ijbbcne. è questo momento il in cui fa Ia sua comparsa il ogni sorta di minacce consimili. Con la sua tipica e sinsola_ dei santi fl()vcrno e tale governo viene a mettefe a suo modo rissima maniera, a_veva usato gli argoÀenti in.discussione.la flgbbes dellro_ eguaglilnza davanti a Dio dei cirtadini-;;; resranresimo radicale per dimostrare I'lmpoiibilità dcr membn che zulla del corpo politico. terra ci fosse una qualche istanza cui spettasse un'autorità La Nazione Eleita -:- qu-esta affermazione tipicamente espressamente derivata da cristo da eseróitare nell'intervallo inglese del sacerdozio univerJale di tutti i *edenti-'- Ail;ì tta la sua ascensione-_e il suo ritorno, o I'impossibilità chei suoi- primi afii aveva fatto valere il primato d.ll,a"ior;tà esístesse un'autorità ilirettamente derivata da bio da eserci- secolare con €spressioni curiosamente e ln modo .;;;;;i"i_ tare nell'intglyalJo tra il tempo della teocrazia mosaica, ter- co conteste di << tratti secorari >> e di tratti apocatit,ìli. S. r, minata con I'elezione a re di Saul, e la teocrazia che aviebbe pr,e,tpsa del papa a ra_ppresentare Dio tl ni" .H.- imposto il Cristo dopo il suo ritorno e dopo la resurrezione" nell eterno presenre ;;r;; del -nunc_stans) nel tempo ,r"r7 i;_ dei morti. quidata come falsa e infondata, la comunità iecolare"r, oot.uu L'autorità civile, naturale e allo stesso tempo artificiale" benissimo configurarsi come la ;;r;;l;t-d.t f*[ii J'"".# del Leviata quella che in quell'intervallo^suddetto oc- r-endevano, nel tempo, il ritorno del Cristo. La supremazia cllpav-a la scena del mondo possedeva essa sola, e senza dell'autorità secolarè o temporale ," q"Jriàri;;A;;; doverlo spartire con alrri, il- dòminio sulla predióazione è testasse il,suo.primato in-nòme di ragioni spirituali ii"""r" sulla interpretazione della parola profetica ra prova.che ùlativa ad un sr npudiava I'Anticristo e, d'altra parte, sli uni ritorno di Dio. Ma questo dominio poteva cueno glr altri, essere attuato. il papa romano e il suo cleio, i óscovi facendo incessantemenie r".p.. quella stessa parola, arminiani -ripeter. e i presbiteri scozzesi avevano agli occhi d"i;;;;: spazzando via in tal modo tutti i rivali pieudo-spirituàli ti > svolto deÍ il ruolo dell,Anticristo. Leviatano e al conrempo inserendolo nella vicendà apocalitti- P;r gli indipendenti degli anni cenrrali del secolo X\rII il ca. Ci sarebbe poi stato un giorno in cui I'autórità del nemrco per antonomasia restava Roma, ma subito dopo veni_ Leviatano sarebbe scomparsa perché con Cristo risorto. va. presbiterianesimo il il che sosteneva ro ius drainum derle avrebbe fafto ritorno 7a teacrizia||l. istituzioni ecclesiastiche; e,quando il legisiatore di Hr;i";: . Hobbes ! Harringt ton (che in parte ha Ie sembianze dí Cr";;;lii ,i;r;il;;';l il teorico della partecipazione politica up".t, ulla o virtJ u-di termine delle sue fatiche, viene ricordaro soprartutto per le tutti i cittadini dovevano ìertamenìe litigare come è di sue vittorie contro un nemico invasore, in cuisono d, ,l.i.r" norma facciano -due ideologi. E di fatto Èarrington non owiamente gli sco_zzesi r0;-" (fautori del presbiterianesiÀo) risparmia g]i attacchi alla teoria hobbesiana del potére, all,o- g?v:r{rg .Yn dei santi, rivendicando essi per sé'un,alr_ stilità che Hobbes mostra per il retaggio greco-ròmano e alla torrtà,. un'elezione o un'illuminazione spiritualè inaccessibire sostituzione da Hobbes operata dell'impegno politico e attivo agli altri. uomini, veniva a costituire unà minacciu ,ll, .om,,- con la soggezione volontaiia e dettata d" int.i"rse privato ilr. nità.storica,o temporale pr-oprio in rapporto quel ,u.;;i; Tuttavia vi è un fatto (ed è qualcosa che li univa in profon- spfrtuale che fondamentalmente " era della steisa natura di diÌà) che accomuna i'due pensatori: essi avevano gfi stessi quello rivendicato dai < santi >. Ecco p"r.fre \ftili;i;ó; avversari. non dubitò di proclamarg^ph_e T egaccireri erano dei g"r,j;;i; Harrington al pari di Hobbes cercò di dimostrare che i d_er.cappuccini travestititon. Nei libri III e IV del l]euiatano primi preti e diaconi istiruiti dagli Apostoli non avevano Hobbes si era dato da fare per erigere dei bal"àJi ;;;; avuto una consacrazione di tipo sacerdotale che avesse poi

    t-!_iaery, p. 799. peù roe!0^l Qui lînticristo non ha un nome pteciso. ll9 J.G.A. Pocock, Politics, Language and Time, cit., pp. I4g-ZOl. !(/. M. Làmont, aàrs;n'at pry;;;-1;òópl"i;j""; (ed. "ls-jl js3g,42-43,4i_46,49-50,5t,. nota._ -. rtej, ì 141 e _.11r-O_cearya Toiand), cit., pp. , 54, 65,71, 241. (II.I.Ì VAI,()RI F, SToRIA PRIMA DELLA RIvoLUzIoNE REputsBLrcA ANGLTcIzZATA: LA cosrrruzroNE 683 inaugurato un ministero ecclesiastico Úasmissibile di mano in crr, e il diretto governo di Dio, quale si sarebbe avuto con il lììano, ma erano stati 1r2. eletti dalle assemblee dei fedeli E ritorno di cristo. Egli aveva quindi messo in risalto |identità alla stregua della maggiotanza degli indipendenti, uu"rr"À .fclle due teocrazie, nonché illoro carattere monarchico. vare essi inciinazioni erastiane o congiegaziorrilirt", Éarrington :r dire: I'autorità che Iddio avrebbe fatto valere mediante la cercò di dirnosuare il fatto prendendó a bersaglio ,.rnitrm""nt" níttura umana del Cristo, I'aveva già esercitata trarnite ]a papisti, episcopaliani e presbiteriani. Esistevi già una folta scrie di vicari che em andata da Mòsè a Samuele. per parte letteratura sul tema da cui egli potè trare ar-gomenti. Ma sua Harrington volle vedere nello stato mosaico ,rna répub_ quello che Io pose accanto a Hobbeu fu l,intenzón., .orrn. lrlíca di tipo classico e affermò che l,autorità da cui eiano ai due, di provare che quel corpo elettorale che aveva desi t'lc.tti.in quello srato i ministri della religione era stara l'auto- gnato diaconi -preti e aveva naiura politica e che (almeno rità del popolo ripartito nei suoi vari < ordini >, vale secondo Harrington) a dire le ecclesiae prìmitive .r"no ,iut. ur_ la stessa autorità da cui venivano eletti i governanti politi- semblee di cittadini, cosl come il termine ekklesia indicava se ci "s. Ebbene, facendo queste affermazioni,'non è che Har- inteso nel senso che ttr. esso aveva ad Atene Si cercava, r ington si scostasse poi tanto da Hobbes. L,obbiettivo essen_ quindi, di provare che la scelta di un clero è scelta .. r.."trj ziale era di togliere ogni fondamenro alla pretesa re >> .quello- e pertinente alla società civile e quindi attuata da un clcricale di attribuire ai ministli della religione un'iutorità sovrano detentore del potere civile. spirituale conferira loro direttamente da Dio; tolta mez- quanto-profondamenre di q"r discordanti fossero Hobbes t,o tale pretesa una repubblica awebbe avuto modo di impor- e -Harrmg_ton-F nelle loro- rispettive teoúzzazioni politiche, fu rc la sovranità civile con la stessa efficacia con cui sapeva proprio.Hobbes a sottolineàre che una polis, osiia,rno siatà ínrporla una monarchia. Il..ricorso alla teoctazia (almo modo autosufficien_te, è tanto sovrano nella gestione dell, propiia l)cr neg_are indipendenza a['clero) poteva essere mantenuto vita quanto. lo può- essere,un regno soggetto al Leviatàno. E, ripetendo (e Harrington lo ripete) ìhe una repubblica si è detto, e 9o-me identici furono i lorJ"nemici. La intermina- r'íoè quel regime in cui tutti i cittadini sono^ eguali - bile polemica sulla è, questione delle ordin azioni nella chiesa irppunto, quella forma di organizzazione politica della societi- primitiva che Harrington ebbe con I'anglicano Henry Ham- quale rurti i cittadini fiuiscono sottó I'autorità divina di mond mirò a confutare, pagina 'clla dopo lagina, punto dopo cguale libertà. Quindi una repubblica è una teocrazia; essa è punto, un luogo_degli scritti-di costùi, nel-q"alÉ Hammond .1uel regno di cui Cristo è ll re ttu. Molto rempo innanzi aveva attaccato Hobbes rra. :rveva detto la stessa cosa if Savonarola e lo stesìo stavano Hobbes aveva derto che il regno del Leviatano sarebbe írncora dicendo sir Vane e i rappresentanti delta q,rirrtu mo- durato p€r tuto I'intervallo di teripo corrente tra il go'erno rrrrrchia. Ma per Harrington, costoro presentavano-rivendica- diretto di Dio, quale si era esercitaìo con la teocrazia'.orri- zioni false ed infondate.-Infatti pr.t".ri"uano per se sressi, in (luanto élite o in quanto fatti segno a speciale elezione Oceana (ed. Toland), cit..(prerogatiry:__of popular tlivina, II),_*.r12 pp Gouernment,LTbro un'autorità che negavano aglialtri citiadini o membri )04-54;..(Ar!-!Í Laugiuing,.àp. úfi, pí. tga.+Oo; Th. fiob'b.;, ,lclla repubblica 1t7. Leuratdno, cit., libro llI, cao. 42. E cosí essi fiÀivano per negare proprio r1.3 O,ceana (ed. Tolàndi, cit., p.48 () e pp. 316-17, oltte'che pip"li/iiiiili*ii,\i', .. Oceana (ed. Toland), cit., pp. 46-48, jj,99, j.47,166-67 (sono passi la^prerogatiae it

  • . cosí dice testo nell'edi"zione il 1684; qli _si cita dal vol. I, dataro UOCiXXIú; d;;il-;d;;;; il Toi"nà, riguarda lìrrigintle (nella correzione dello sresso Harrington) dice: oaove olo e rÉul I'qriin"zione e la risposta contiene un attacco^al cap.'qi- a.,t ttz politics, Le.uiatano. Harrington giunge alia Lqidqn,.p. 469 (A System ol iV, Zl), p. 574 (A Diioane concrurione .h. tt11i.." dr Èíil;i É ungy falliro e fa il norÀe di"HoÈbes. tltis i.)2 pp. i80-84 (A Parattbt oi thé' Spirit oi the peopte úîh rhe Spirit^Sg.inc of Mr. Rogers). ,6[ì4 vALoRI E SToRIA PRIMA DELLA n.IvoLUzIoNE LA REpUBBLIcA ANGLIcTzZATA: LA cosrITUzIoNE 6gj

    I'essenza della repubblica e finivano anche per volere I'op- c'è una bella differenza tra un dio mortale e uno stato posto del regno di Cristo, dato che in pratica volevano un immortale. regno per se stessi. fnsomma, il loro ruolo non era poi tanto Tuttavia solo alcuni dei tipi e dei tratti che servono a dissimile da quello dell'Anticristo. cosruire I'ameno e tranquillo edificio di Oceana hanno natu- Ma anche sul Sinai la repubblica non era stata dettata ra millenaristica. Personalmente siamo piuttosto inclini a soltanto dal verbo della rivelazione divina. Harrington è ben pensare che Harringron, e Hobbes, al pari di prynne e di convinto che gli ordinamenti della società civile gli ordi- Marvell,.finirono per, subordinare I'esperienza spiiituale alla namenti che questa era andata sviluppando e facendo- propri sfera politica e paradossalmente a taf fine feceio uso della nel corso della storia fossero accessibili alla ragione uma- dimensione profetica a cui, del resto, il loro pensiero non na e che Iddio non -agiva mai in modo da andare contro l)oteva sfuggire. Hobbes per pane sua si inibí dèhberatamen- I'ordine naturale intelligibile dalla ragione 1r8. Là dove Ma- te-la possibilità di una diretta esperienza religiosa (l'ammise chiavelli aveva posto Mosè sullo stesso piano dei legislatori solo in casi radssimi) e ridusse la vita rehliosa alla mera pagani parlandone in tono non certo esente da accenti ironi- soggezione al Leviatano e al riconoscimento della potenza .ci, Hanington a piú riprese si valse di un passo biblico in cui clivina e della missione sorerica di Gesú Cristo. Harrìngton, si diceva che Mosè aveva accettato consigli sugli ordinamenti camminando sulle orme dell'umanesimo civile. obliterò il .civili da offrire al suo popolo dal suocero il madianita, santo"^- pur ammettendo che le << congregazioni volonta- ttt. Jetro, t?0 che era un idolaffa e un pagano Era questo un esempio Lie >> avessero una funzione soterica e fini quasi per far (come Harington si compiaceva di indicare) in cui si vede- consistere nella pratica del civismo I'unico- requisito pèr aver tzt, vano operare in piena armonia il profeta e il legislatore, la 1>arte nel legnarn Christi parola divina e la ragione umana. Gli ecclesiastici da lui immaginari sono dei dotti, degli Tuttavia c'è poi un altro aspetto, in virtú del quale la interpreti della parola di Dio sòlo perché sanno le'lingúe repubblica riveste un significato millenaristico, di cui non c'è rrntiche in cui tale parola era stata enunciata ttr. Dal iuo traccia presso Hobbes. Se la teocrazia veniva attuata median- ctrizzonte la Pentecoste è scomparsa quasi del tutto. Tuttavia, te un diretto rappresentante di Dio nella persona di Mosè e prop,rio perché fa uso di un linguuggio implican- doveva poi essere ancora una volta attuata mediante il Cristo tc I'imminenza di un millennio o di un"rcatologico ritorno Harrìngton tisorto, allota il Leviatano, che rappresenta la volontà divina l)er parte sua (per Hobbes le cose possono stare in modo solo in quanto è secondo natura e secondo ragione, non può tliverso) evitò di presentare la sua repubblica come un feno- attuare la teoctazia e può solo attenderne il ritorno. Ma se rneno inserito in un contesto temporale rigorosamente mon- per Israele il fatto di essere una repubblica ne faceva anche rlano. Non adoperò i termini di aiitú e di córruzione, come li una teocrazia, allorz- Oceana e cioè quella repubblica ripristi- nata in cui sono rinati ad un tempo Israele e Roma, può t2o lbiilem, p. 55. t2r benissimo essere vista come il ritomato regno di Cristo. Ecco . lbidem, p.489: <\, 347, )71-72, 40L Sl^.rjgg"tzz un e ebreo>. rre Per es. ibidem, p. 48 e p. 74. lbiden, pp. 82, L66-69, 421, 476. (rll(r vALoRl r.: S'r'ORIA PRIMA DELLA RMLUZIONE

    rrvcvír intesi Machiavelli e cioè per caratterizzarcI'uomo Dori- tico cui rocca vivere in -un mondo che non ,i;;. ;;tiii,i? dalla consuetudine né. dalla $a?! . C:ra, questa prospettiva sarebbe. poi_tornara jn gugJ, Ma allora'ri ,ur.bt.- ,i;;;;;; ormai di acclimatare Ie idee- di Harrington in una ,o.i-.à-.n. aveva perduto ogni orientamento miilenaristico.