Termopili Alpine Termopilis Alpinis Alpske Termopile Alpenthermopylen

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Termopili Alpine Termopilis Alpinis Alpske Termopile Alpenthermopylen BATTAGLIA DI COCCAU BATAIE DI COCAU BITKA PRI KOKOVEM SCHLACHT BEI GOGGAU 1478 TERMOPILI ALPINE TERMOPILIS ALPINIS ALPSKE TERMOPILE ALPENTHERMOPYLEN COCCAU (TARVISIO - ITALIA - EUROPA) COCAU (TARVIS - ITALIE - EUROPE) KOKOVO (TRBIŽ - ITALIJA - EVROPA) GOGGAU (TARVIS - ITALIEN - EUROPA) DOMENICA 26 LUGLIO 2015 DOMENIE ai 26 di LUI 2015 NEDELJA, 26. JULIJ 2015 SONNTAG, 26. JULI 2015 CHIESA DI S. NICOLÒ GLESIE DI S.T NICOLAU CERKEV SV. NIKOLAJA KIRCHE ST. NIKOLAUS ORE 11.30 AES 11.30 OB 11.30 11.30 UHR Santa Messa Sante Messe Sveta Maša Gedenkmesse “per i nostri caduti” “pai nestris muarts” “za naše padle” “für unsere Gefallenen” ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- MOVIMENTO CIVICO CULTURALE ALPINO-ADRIATICO “FOGOLÂR CIVIC” in collaborazione con: con la partecipazione di quanti, tra amministratori, associazioni e cittadini , CIRCOLO UNIVERSITARIO FRIULANO “ACADEMIE DAL FRIÛL” ISTITUTO DEL NASTRO AZZURRO hanno condiviso il valore morale dell'evento proposto... FRA COMBATTENTI DECORATI AL VALOR MILITARE Federazione Provinciale di Udine in memoriam pro patria mortuorum in accordo con: Progetto STELLA ALPINA CLUB UNESCO DI UDINE Progjet STELE ALPINE Projekt PLANIKA grazie all'ospitalità di: Projekt EDELWEISS PARROCCHIA DI FUSINE IN VALROMANA inter Hadriaticum mare Alpesque Alle radici del senso civico al crocevia del Vecchio Continente OMAGGIO AI TRECENTO DI COCCAU, EROI DELLE TERMOPILI ALPINE Grande partecipazione all'evento commemorativo promosso da Fogolâr Civic e Academie dal Friûl nel VI centenario delle prime incursioni turchesche nella Mitteleuropa aquileiese Da Udine un ramo di tiglio per affratellare i popoli contermini nel ricordo delle comuni battaglie civiche del Rinascimento ---------------------------------------------------------------- L'EVENTO Dopo tanto oblio, domenica 26 luglio 2015 è stato “un civico, internazionale, affettuoso, splendido, abbraccio di popolo” per la memoria di quegli “Spartani” di casa nostra, eroi montanari, contadini e minatori, che alle “Termopili alpine” di Coccau, nel 1478, si fecero massacrare per non cedere il passo ai Turchi, lanciati all'assalto delle valli di Carinzia e Friuli. Seicento anni or sono, infatti, nel 1415, anche nell'Europa aquileiese ovvero nelle regioni mitteleuropee dell'antico Patriarcato di Aquileia, erano iniziate quelle terribili scorrerie turchesche che avrebbero costituito per secoli in dette plaghe un'esperienza particolarmente tragica, di morte e distruzione, ma anche di autonoma, disperata, solidale, resistenza di popolo. Per ricordare, quindi, tutto questo, libere espressioni della società civile, il Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic”, il Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl”, già attivi sul tema dal 2011, unitamente alla Federazione provinciale udinese dell'Istituto del Nastro Azzurro fra Combattenti Decorati al Valor Militare e al Club UNESCO di Udine, hanno voluto dare appuntamento, nell'anniversario di quel fatto d'armi, al più vario mondo dell'impegno civile e culturale locale e transfrontaliero, presso quello stesso campo di battaglia, alla confluenza dell'Europa latina, slava e germanica, in quella chiesetta di San Nicolò di Coccau – la più antica della Valcanale – sotto il cui campanile riposano i probabili resti dei trecento umili eroi caduti nella difesa di quello snodo delle Alpi orientali: trecento, proprio come gli Spartani alle Termopili duemila anni prima! Un appuntamento, dunque, con la memoria, con le radici del senso civico al crocevia del Vecchio Continente. Perciò si sono ritrovati in tanti, curiosi ed entusiasti, alla celebrazione eucaristica commemorativa che, attorno al parroco del luogo, don Giuseppe Morandini, ha visto anche il concorso dell'arciprete di Cividale del Friuli, mons. Livio Carlino, e del cappellano sociale del Fogolâr Civic, don Tarcisio Bordignon, oltreché la presenza del parroco e vicario foraneo di Tarvisio, don Claudio Bevilacqua. Ampia e significativa è risultata, pertanto, la partecipazione di cittadinanza, istituzioni e associazioni: dal sodalizio della Polizia di Stato (ANPS) ai donatori di sangue di Tarvisio e Weissenfels (AFDS), con i rispettivi labari sociali; dai pompieri volontari di Camporosso (Freiwillige Feuerwehr Saifnitz) ai minatori di Cave del Predil (Associazione Minatori Raibl), con le loro eleganti uniformi; dal Museo Etnografico di Malborghetto e dal Kanaltaler Kulturverein, circolo di cultura tedesca della Valcanale, alla Zveza Slovenskih OrganizaciJ, lega delle organizzazioni slovene di Carinzia. Tra l'altro, anche la Presidenza del Land carinziano e la Vicepresidenza regionale del Friuli Venezia Giulia hanno voluto inviare per l'occasione indirizzi di saluto e di apprezzamento. In chiesa, inoltre, il medagliere provinciale del Nastro Azzurro e la bandiera d'onore del IV Quintiere del Fogolâr Civic. Tra i notabili del Tarvisiano, presente alla celebrazione il comm. Carlo Faleschini. Un messaggio è anche pervenuto dalla locale storica dell'arte, dott.ssa Francesca Comello, mentre il gruppo alpini (ANA) di Tarvisio si è trovato costretto a declinare l'invito causa altri impegni commemorativi. In tale contesto è stata, dunque, proposta una rimembranza in forma di preghiera, nelle lingue italiana, friulana, tedesca e slovena, a cura del prof. Alberto Travain, presidente di Fogolâr Civic e Academie dal Friûl, coadiuvato dai segretari linguistici prof.ssa Anna Buliani e prof. David BizJak. Lo stesso prof. Travain ha tenuto, poi, l'orazione civile di circostanza in cui ha rimarcato culturalmente, da un lato, il peculiare senso identitario europeo di quella resistenza valligiana contro gli Ottomani, dall'altro, il suo pregnante significato storico-politico, espressione di una sfortunata libera repubblica contadina carinziana del tempo che poté ispirare anche istanze, moti e istituti civici del Friuli del Rinascimento. È seguito, infine, l'omaggio ai caduti, che una tradizione popolare vuole dorminenti nel cuore di una montagna insieme al loro capo, Mattia, pronti a muovere ancora a difesa della comunità ridestati da un profumo intenso di tigli in fiore: mentre medaglieri, bandiere e labari si disponevano per gli onori, presso l'immagine della Beata Vergine con il Bambino venivano deposti, così, una dedica recante un ramo di tiglio udinese, a ricordo delle predette comunanze storiche di sentimenti ed intenti, e una stella alpina appuntata ad un mazzo di fiori di laguna con i colori civici aquileiesi, a rappresentare l'unione morale, tra Alpi e Adriatico, di genti e terre affratellate nel cuore dell'Europa dall'antica metropoli di Aquileia. Sono intervenuti prendendo la parola, quindi, il geom. Sergio Bertini, presidente provinciale dell'Istituto del Nastro Azzurro (“Con gratitudine, io e tutti i presenti non possiamo non decorare moralmente quegli umili eroi al valor militare e civico, assumendo l'impegno a ricordarli accanto a quanti, con pari merito, hanno ricevuto dalle Istituzioni i medesimi riconoscimenti!”), la prof.ssa Renata Capria D'Aronco, alla guida del Club Unesco di Udine (“L'iniziativa interpreta in maniera ideale e concreta la filosofia dell'Unesco, celebrando, nel moto di quei popolani, una ricerca di libertà e giustizia che, fondamento della nostra civiltà, accomuna le vicende dei nostri popoli rispondendo pienamente a quegli auspici di riavvicinamento delle culture che detta agenzia delle Nazioni Unite s'impegna a promuovere per il decennio 2013-2022!”), lo storico locale Raimondo Domenig, in rappresentanza del Museo Etnografico di Malborghetto e del Kanaltaler Kulturverein (“Di fatti lontani e che non coinvolgono nella contingenza la popolazione non si ricorda quasi nessuno. Siamo a rievocare, ad esempio, fino alla nausea la Prima Guerra Mondiale. Benissimo, ma c’è anche altro che va ricordato, come questo! La sollevazione contadina nelle regioni dell’Impero contro le signorie dominanti è il tema collegato a questa storia, che vede come muti testimoni i teschi di Coccau. Teschi di contadini, di cui non resta memoria nelle cronache delle famiglie nobili!”), il prof. David BizJak, a nome della delegazione slovena del Fogolâr Civic (“Siamo commossi nel vedere per la prima volta questa bella chiesetta, luogo sacro della nostra storia, dove sono sepolti i nostri bravi predecessori. La battaglia storica oggi commemorata è purtroppo poco conosciuta nel nostro spazio mitteleuropeo, tanti secoli fa aquileiese. Dobbiamo darle noi un ruolo nuovo, quello che merita!“), il dott. MarJan Sturm, presidente della Zveza Slovenskih OrganizaciJ della Carinzia (“Un incontro interessante che dimostra come Sloveni, Italiani, Austriaci e Friulani combattevano insieme per la 'stara pravda', la 'vecchia giustizia', ossia per la democratizzazione della società, che costituisce una sfida anche per il presente!”), don Tarcisio Bordignon, benemerita e popolare figura del clero udinese, giunto al 60° di sacerdozio, con prime esperienze anche nel Tarvisiano (“Provo davvero viva soddisfazione per la riscoperta di memorie così preziose e la vergogna di averle ignorate per tanti anni!”). Tutti soddisfatti. Si è trattato, dunque, di un “arrivederci”, di un “a riviodisi”, di un “auf wiedersehen”, di un “nasvidenje” all'anno venturo, “affinché – ha concluso Travain ringraziando il parroco, don Morandini, per l'accoglienza – dall'oscurità di una cripta funebre, dalla polvere di antichi archivi, dalle pagine di qualche libro di storia locale
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