<<

ALLE PENDICI DEI COLLI ALBANI DINAMICHE INSEDIATIVE E CULTURA MATERIALE AI CONFINI CON ROMA

A.L. FISCHETTI, P.A.J. ATTEMA (EDS.) GRONINGEN ARCHAEOLOGICAL STUDIES

VOLUME 35

Editorial board Prof.dr. P.A.J. Attema, Dr. C. Çakirlar Prof.dr. R.T.J. Cappers Prof.dr. P.D. Jordan Prof.dr. D.C.M. Raemaekers Prof.dr. S. Voutsaki

Groningen Institute of Archaeology Poststraat 6 NL-9712 ER Groningen the Netherlands [email protected]

Website www.barkhuis.nl/gas

Address of the publisher Barkhuis Publishing Kooiweg 38 9761 GL Eelde Tel. 050 3080936 fax 050 3080934 [email protected] www.barkhuis.nl ALLE PENDICI DEI COLLI ALBANI DINAMICHE INSEDIATIVE E CULTURA MATERIALE AI CONFINI CON ROMA

ON THE SLOPES OF THE SETTLEMENT DYNAMICS AND MATERIAL CULTURE ON THE CONFINES OF

Agnese Livia Fischetti & Peter Attema (eds.)

University of Groningen / Groningen Institute of Archaeology & Barkhuis Publishing Groningen, 2019 Copertina e composizione: Siebe Boersma (RUG/GIA)

Modifica del testo: Agnese Livia Fischetti& Peter Attema (RUG/GIA)

In copertina: Carta IGM con annotazioni di R. Lanciani, dagli archivi della BiASA (Biblioteca di Archeologia e Storia dell’Arte) e vaso in peperino con protomi di grifo, dal sito Marcandreola a Ciampino (Roma). Photo Agnese Livia Fischetti.

rijksuniversiteit groningen institute groningen of archaeology

ISBN 9789492444837

Diritto d’autore © 2019 Groningen Institute of Archaeology, Groningen, Olanda

Tutti i diritti riservati. Nessuna parte di questa pubblicazione o delle informazioni contenute nel presen- te documento può essere riprodotta, memorizzata in un sistema di recupero o trasmessa con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, mediante fotocopiatura, registrazione o altro, senza previa autorizza- zione scritta da parte del Groningen Institute of Archaeology. INDICE

1. MAIS SUPPOSONS UN ÂGE PLUS HEREUX… ARCHEOLOGIA DEL PAESAGGIO SU SCALA REGIONALE: QUALE PUNTO D’INCONTRO TRA L’ARCHEOLOGIA DI RICOGNIZIONE E LA GRANDE NARRAZIONE STORICA MEDITERRANEA

Peter Attema ...... 1

2. I PAESAGGI RURALI TRA IL SUBURBIO DI ROMA E IL VETUS

Maria Cristina Capanna & Paolo Carafa ...... 15

3. IL RUOLO DEI CENTRI MINORI NELL’ECONOMIA ROMANA: UNA PANORAMICA DEI RISULTATI DELLE INDAGINI ARCHEOLOGICHE NEI SITI DI APPII ED AD MEDIAS

Gijs Tol, Tymon De Haas & Carmela Anastasia ...... 29

4. AB ORIGINE: HUMAN PRESENCES IN THE ALBAN HILLS DURING THE PLEISTOCENE ERA

Flavio Altamura & Mario Federico Rolfo ...... 43

5. LE VIGNE MARINESI CITATE DA ALESSANDRO VISCONTI NEL 1817: PUNTUALIZZAZIONE TOPOGRAFICA DEI RINVENIMENTI PROTOSTORICI

Andrea Pancotti ...... 51

6. LA VIA CASTRIMENIENSE: LO STATO DELLA RICERCA

Agnese Livia Fischetti ...... 57

7. CASTRIMOENIUM RITROVATA

Andrea Pancotti ...... 77

8. QUALE SUBURBIO? IL TERRITORIO TRA ROMA E I COLLI ALBANI ALLA LUCE DELLE FONTI

Paolo Garofalo ...... 91

9. L’ AGER DI ARICIA ED I SUOI CONFINI. CONTESTI LIMINALI DA MONTE SAVELLO (ALBANO LAZIALE) E SANTA PALOMBA (ROMA) Paolo Dalmiglio, Giuseppina Ghini, Maria Grazia Granino Cecere &

Alessia Palladino ...... 105

10. CONTESTUALIZZARE IL PASSATO NEI COLLI ALBANI. VILLE, TOMBE E SPAZI SACRI TRA IL XII E IL XVIII MIGLIO DELL’ANTICA VIA APPIA

Francesca Diosono, Consuelo Manetta & Birte Poulsen ...... 133

11. RIPERCORRERE LA ATTRAVERSO I COLLI ALBANI. LA RICERCA ANTIQUARIA E LE MEMORIE ANTICHE DI CASAL MOLARA

Lucio Benedetti & Alessia Palladino ...... 151

V 12. STUDIO PRELIMINARE SUL PERCORSO DEGLI ACQUEDOTTI TRA L’AREA DI GREGNA DI SANT’ANDREA E LE CAPANNELLE

Diego Blanco & Piero Sebastiani Del Grande ...... 157

13. IL CULTO DI ERCOLE PRESSO I COLLI ALBANI: UNA RILETTURA DEI DATI ALLA LUCE DELLE DINAMICHE ECONOMICO-TERRITORIALI

Chiara Baranello, Laura Mazzoni & Sara Polvere...... 171

14. UN ABITATO DELL’ETÀ DEL BRONZO SUI COLLI ALBANI. NUOVI DATI DAL SITO SU IMPALCATO LIGNEO DEL “VILLAGGIO DELLE MACINE”, CASTEL GANDOLFO (ROMA) Micaela Angle, Pamela Cerino, Andrea Cesaretti, Giuseppe Granata &

Noemi Tomei ...... 179

15. ALBANO: DOCUMENTI D’ARCHIVIO PRESSO L’ISTITUTO DI TOPOGRAFIA ANTICA

Alessandro M. Jaia ...... 185

16. L’ AGER ALBANUS: TRASFORMAZIONI DEL TERRITORIO E IMPATTO SOCIALE DALL’ETÀ TARDO REPUBBLICANA ALL’ALTO MEDIOEVO

Silvia Aglietti & Alexandra W. Busch ...... 197

17. NUOVE EVIDENZE ARCHEOLOGICHE RINVENUTE IN LOCALITA’ SAN LORENZO A LANUVIO

Luca Attenni ...... 207

18. I SOTTERRANEI DEL SANTUARIO DI GIUNONE SOSPITA A LANUVIO

Luca Attenni, Angelo Mele & Giuseppe Granata ...... 217

19. OCCUPAZIONE DEL TERRITORIO E ASSETTI PROPRIETARI TRA LA PRIMA E LA MEDIA ETA’ IMPERIALE: LE PROPRIETA’ INTORNO ALLA VILLA IMPERIALE DI TOR MESSER PAOLI

Alessandro Betori ...... 223

20. DUE CASI DI STUDIO TRA APPIA E LATINA: I FONDI MARUFFI ALLE PENDICI DEI COLLI ALBANI

Giuliana Calcani ...... 231

21. I RAPPORTI DI TUSCULUM CON TRE CITTÀ CAMPIONE DEL LATIUM VETUS: IL CONTRIBUTO DELL’EPIGRAFIA

Diana Gorostidi Pi ...... 239

22. ARCHITETTONICI IN PEPERINO DAL SITO MARCANDREOLA A CIAMPINO

Giulia Coccagna ...... 251

23. RINVENIMENTI PITTORICI DA COLLE OLIVA: ESEMPI DI DECORAZIONE PARIETALE DA UNA VILLA CIAMPINESE

Federica Pollari ...... 261

VI INTRODUZIONE

Agnese Livia Fischetti & Peter Attema

Il presente volume nasce dalla giornata di studi organizzata al KNIR (Royal Netherlands Institute in Rome) nel febbraio 2017, occasione di confronto con quanti hanno, negli ultimi anni, intrapreso indagini archeologiche e affrontato lo studio dell’am- pia fascia di territorio che, con voluta approssimazione, abbiamo genericamente definito come “le pendici dei Colli Albani”. L’area presa in esame, circoscritta tra le direttrici segnate dalla via Appia e dalla via Latina, si concentra in modo parti- colare su quella fascia di territorio ai confini con l’attuale periferia di Roma. Un’area da sempre in secondo piano rispetto ai ben più noti centri antichi dei Colli Albani, dove ancora sono visibili le vestigia di un ricco passato e dove, sia pure con mille difficoltà, la valorizzazione è stata possibile con la creazione di musei e di circuiti archeologici. Da sempre meta turistica, questi luoghi vengono scelti sia per il loro patrimonio archeologico sia per la ricchezza dei centri storici, dei grandi palazzi rinascimentali, del paesaggio naturale - basti pensare ai laghi e ai sen- tieri ancora non distrutti dall’edilizia selvaggia - e, non ultimo, per la tradizione enogastronomica che ha reso famosi alcuni prodotti locali. Ecco che alcuni Municipi della periferia romana, come il VII e l’VIII, il Comune di Ciampino e i suoi dintorni, parte del comune di Marino, e in generale la parte meno elevata, soffre di una mancanza di attenzione e viene più spesso considerata una pianeggiante area di passaggio prima di intraprendere la salita verso il promontorio albano o, in direzione opposta, prima di giungere a Roma. Se da una parte bisogna ammettere che in quest’area la ricezione turistica è meno consolidata a causa della mancanza di strutture che ne giustifichino la scelta come meta, non bisogna sottovalutarne il ricchissimo patrimonio archeologico ancora in buona parte interrato o, per motivi di preservazione, rinterrato dopo la sua scoperta e documentazione, e che capillarmente emerge ogni qual volta si ha l’opportunità di indagare in profondità o in superficie. Questa sproporzione presente nel volume a favore dei centri a torto considerati minori per incidenza della presenza del bene archeologico, ha il fine di focalizzare l’attenzione su un’ampia fascia di territorio che ha restituito, negli ultimi anni, un’incredibile mole di dati. Le scoperte sono state il motore di nuove ricerche, che si auspica possano essere un altro passo nella ricostruzione del tessuto insediativo, in senso diacronico, di questa porzione della Campagna Romana meno nota, per la quale ancora non si è giunti ad una integrale ricostruzione del quadro economico, politico, amministrativo, soprattutto per i periodi che prece- dono l’età tardo repubblicana. Non ce ne vogliano dunque i “grandi assenti”, basti citare Nemi ad esempio, che non avrebbero trovato la loro giusta collocazione in un’iniziativa circoscritta come la nostra. Senza volersi confrontare con lavori di ben più ampio respiro, si mettono in questa sede a disposizione dati che, messi in relazione con quanto già noto, concorrono alla ricostruzione del paesaggio antico e alla comprensione delle varie fasi di frequentazione e sfruttamento di questa fascia di territorio in passato spesso riduttivamente considerata solo di passaggio. I contributi abbracciano quindi vari ambiti: scavi recenti, cultura materiale e manufatti artistici, metodologia della ricer- ca, elaborazione del dato archeologico, e aprono il confronto tra i diversi enti coinvolti nella ricerca e nella tutela. La scelta di coniugare università, soprintendenze, istituti di cultura stranieri, giovani ricercatori affiliati o indipendenti è stata fatta con la speranza di avere un ampio quadro dei dati emersi in questi ultimi anni, e in buona parte ancora inediti, e di promuovere uno scambio tra i diversi metodi di indagine. Lungi dal considerare già esaurito il lavoro intrapreso, auspichiamo che questa iniziativa porti ad aprire nuovi orizzonti di studio.

Ringraziamenti Ringraziamo Harald Hendrix, direttore del KNIR (Royal Netherlands Institute in Rome), per aver ospitato la conferenza e il Groningen Institute of Archeology per aver supportato la presente pubblicazione. La prima curatrice ringrazia per la sua posizione di fellow del Knir dal 2016 ed esprime la sua gratitudine all’Istituto per tutte le opportunità ricevute. Ringrazia sinceramente per il loro aiuto Janet Mente e Angelo Coccarelli, bibliotecari infatica- bili ai quali ricorre spesso per aiuto. La loro professionalità e generosità è un bene prezioso. Inoltre ringrazia le amiche della segreteria, Agnieszka Konkol, Martine Nieuwenhuis, Kathleen van Dijk, Mirjam Hinrichs, Ivana Bolognese, per la loro disponibilità nell’organizzazione della conferenza insieme a Fernando Maggi e Mohammed Boukasse per l’efficiente aiuto. Infine, ma non per ultimo, i curatori vogliono sentitamente ringraziare Jeremia elgrom,P direttore degli studi di archeologia al Knir fino al 2018 e sotto la cui guida la prima curatrice ha organizzato la conferenza da cui sono tratti questi atti. Grazie per il suo supporto, i suoi preziosi consigli e la sua impagabile amicizia. Un doveroso ringraziamento va anche a Siebe Boersma del Groningen Institute of Archaeology, per aver realizzato la pubblicazione del volume. Infine vogliamo ringraziare tutti gli autori per i loro preziosi contributi.

VII INTRODUCTION

Agnese Livia Fischetti & Peter Attema

The present volume results from a conference organized at the Royal Netherlands Institute in Rome (KNIR) held in February 2017 on the archaeology of a landscape zone northeast of Rome that we have circumscribed as the `slopes of the Alban Hills’. It brings together a broad range of papers by archaeologists who in recent years have dedicated studies to the area in between the via Appia and the via Latina with a particular focus on the part that borders on the present-day periphery of Rome. This area has always been second to the more famous area of the historical towns fo the Alban Hills (the Castelli Romani) featuring conspicuous remains of a rich past. In the latter area it has proven possible, albeit with much difficulty, to create museums and to make archaeological excavations accessible to the public. Tourist destinations of old, visitors still choose these localities for their archaeological heritage and the beauty of their historical centres. One only has to think of the grand Renaissance palaces. Tourists will also visit the area for the natural landscape – lakes and tracks not yet spoiled by illegal building – and, not in the last place, for the ‘enogastronomic’ tradition featuring a number of famous local products. It is these outstanding qualities of the Castelli Romani that have made the less elevated landscapes of the Alban Hills suffer from a lack of attention. We think in particular of the administrative units of the municipia VII and VIII of Rome, the municipality of Ciampino and its surroundings, and part of the municipality of Marino. In other words, the slightly elevated transitional area one has to pass through before really ascending the slopes of the Alban Hills or, when coming from the opposite direction, one has to pass through when heading for Rome. While facilities justifying a visit to this area admittedly are lacking, the rich cultural heritage of the lower slopes of the Alban Hills should not be underestimated, even if discovered and documented archaeological objects remain for the larger part unexcavated and even may be backfilled for reasons of conservation. In fact we deal with a heritage that is only gradually coming to light each time that archaeologists have the possibility to carry out stratigraphic investigations. The aim of this volume is therefore to redress the balance between the ample archaeological attention that exists for the well-known historical centres of the Alban Hills and the limited attention that exists for the vast area of the lower slopes of the Alban Hills. In fact, it is an attempt to structure the diffuse character of its archaeology consisting of many important but scattered observations that have fuelled new studies. We sincerely hope that the papers in this volume will lead to a next step in the diachronic reconstruction of the settlement tissue of this lesser known portion of the . An integral reconstruction of its economic, political and administrative context has not been arrived at yet, especially where it concerns the periods preceding the late Republican period. Therefore we have deliberately sought not to incorporate in this volume what some readers may feel as the ‘big absentees’, such as the important discoveries at Nemi, as these would not have fitted the initiative as we circumscribed it. Without wanting to compare this volume with more extensive works that have appeared over the last years, the merit of this volume is, according to us, that it makes new data available to scholarship, data that add to known contexts as well as represent new contexts. As such we hope this volume will contribute to the reconstruction of the ancient lived landscape in this portion of the Campagna Romana that is too often considered as a landscape ‘di passaggio’. The articles in this volume also concern the methodology of topographical research, data from new excavations, inter- pretations of material culture and artefacts, and represent the work of a choice of institutions and individual researchers involved in the archaeological research of the study area dealt with. The result is a multifaceted collection of new and often astonishing data and an overview of current methodologies employed to uncover the past of the lower slopes of the Alban Hills on the border of Rome. While there is still a lot of work to do on existing projects, we hope this volume will stimulate new projects in the field, the store rooms, the archives and the libraries. Acknowledgments The editors thank Harald Hendrix, director of the Royal Netherlands Institute in Rome (KNIR) for hosting the conference and the Groningen Institute of Archaeology for supporting this publication. The first editor is thankful for her position as fellow of the KNIR since 2016, which has greatly facilitated her studies and provided her with the opportunity to organise the conference. She likes to thank Janet Mente e Angelo Coccarelli wholeheartedly, untiring librarians to which one can turn any time when in need of help. Their professionalism and generosity are a great good. Thanks are also due to Agnieszka Konkol, Martine Nieuwenhuis, Kathleen van Dijk, Mirjam Hinrichs and Ivana Bolognese for secretarial help, as well as to Fernando Maggi and Mohammed Boukasse, always there to help efficiently with logistics. Last but not least, the editors want to thank Jeremia Pelgrom, director of archaeological studies till 2018, who has guided the first editor in organizing the conference from which these proceedings were born. She is grateful for his personal support, advice, and friendship. The editors are grateful to Siebe Boersma of the Groningen Institute of Archaeology for preparing the papers for publication. Finally the editors like to thank all contributors for their hard work to produce such good and valuable papers.

VIII 21

I RAPPORTI DI TUSCULUM CON TRE CITTÀ CAMPIONE DEL LATIUM VETUS: IL CONTRIBUTO DELL’EPIGRAFIA

Diana Gorostidi Pi1 [email protected]

Sommario Lo scopo di questo contributo è presentare una ricerca sui vincoli famigliari fra Tusculum e tre città vicine (Praeneste, Nemi e Gabii) in base all’evidenza epigrafica. A tal fine sono stati adottati diversi approcci. Per Preneste, si parte dalle famiglie di età medio repubblicana attestate nella necropoli della Colombella, per evidenziare le più antiche gentes documentate in entrambe le città (i Decemii) e dai membri della nobiltà tusculana e prenestina che stabilirono dei rapporti sociali e politici, già in età tardo-repubblicana, grazie ai vincoli matrimoniali (i prenestini Eppulei e Saufeii e i tuscolani Caelii). Connessioni tra Nemi e Tusculum risalgono perfino all’età arcaica. Il santuario federale diDiana Nemorensis e la sua fondazione mitistorica da parte dell’eroe greco Oreste è fondamentale per interpretare la galleria pubblica di viri illustres documentata a Tuscolo. Questa galleria è formata da una serie di piedistalli con i nomi di personaggi storici e mitologici: il greco Telegono insieme al fratello Telemaco a fianco di Oreste, il fondatore di Nemi, e l’amico Pilade; i più eminenti magistrati (consules, imperator) e sacerdoti (flamen Dialis) della Roma repubblicana furono allocati accanto a un dictator latino arcaico. Tutti possono essere collegati con le celebrazioni delle feriae Latinae sul santuario di Iuppiter Latiaris, a simboleggiare la fusione di Roma con il nomen Latinum. Un’iscrizione interpretata come prova dell’esistenza di un accensus velatus a Tuscolo, una funzione sacra vincolata a queste cerimonie, mostra come le antiche città del Latium preservarono la memoria di questo arcanum imperii. Finalmente, un altro accensus velatus, un liberto molto ricco di Gabii, offre la connessione intima fra i gabini e i tuscolani attraverso lagens Plutia, una famiglia benestante stabilita in entrambe le città, e che ebbe cura dei Tusculana sacra per lungo tempo.

Parole chiave: Tusculum, Nemi, Gabii, Praeneste, età medio-repubblicana e imperiale, epigrafia. Abstract The aim of this paper is to investigate family connections between Tusculum and its three neighbouring cities (Praeneste, Nemi and Gabii) on basis of epigraphic evidence. To achieve this, various approaches are taken. For Praeneste, an exami- nation of families mentioned in the mid-republican inscriptions from the Colombella necropolis was the starting point, allowing to highlight the most ancient gentes that it shared with Tusculum (the Decemii), and to connect members of the Tusculan and Praenestinian late Republican nobility, who had become socially and politically linked with each other through marriage (the Praenestini Eppulei e Saufeii e i tusculani Caelii). Connections between Nemi and Tusculum go even back to the Archaic period. At the former settlement, the federal shrine of Diana Nemorensis and its myth-historical foundation by the Greek hero Orestes is key to understand the public gallery of viri illustres attested in Tusculum. The gallery is composed of a series of pedestals with the names of mythic and historic characters: the Greek Telegonus and his brother Telemachus besides the founder of Nemi Orestes and his friend Pylades; the highest Roman Republican magistrates (consules, imperator) and priests (flamen Dialis) are placed beside the archaic Latin dictator. All are associated with the rituals that were carried out at the Feriae Latinae in the shrine of Iuppiter Latiaris, symbolizing the Roman fusion with the nomen Latinum. An inscription, which may be interpreted as proof of the presence of an accensus velatus in Tusculum, a sacred function linked to the ceremony, shows how the ancient cities of Latium preserved the memory of this arcanum imperii. Another accensus velatus, a very rich freedman from Gabii, displays the intimate connection between the Gabini and Tusculani through the gens Plutia, a wealthy fa- mily that had settled in both cities and who managed the Tusculana sacra for a while.

Keywords: Tusculum, Nemi, Gabii, Praeneste, mid-republican and imperial age, epigraphy.

239 Diana Gorostidi Pi

Fig. 1. Planimetria generale di Tusculum (da Ashby 1910).

Introduzione massime magistrature come conferma il L. Il corpus epigrafico di Tusculum è ben noto tra gli spe- Fulvius Curvus, il primo console di origine non di Roma. I cialisti come uno dei più antichi e ricchi di tutto il pa- Fulvi, così come anche i Coruncanii e i Porcii Catones sono norama laziale2. Le ricerche epigrafiche hanno giovato in famiglie consolari di origine tuscolana che si trovano do- questi ultimi anni delle campagne di scavo svolte dalla cumentate dai tempi più antichi nei fasti di Roma (Cic. Escuela Española de Historia y Arqueología (Dupré 2000; Planc. 19-21)5. La città visse da vicino le vicende storiche Dupré et al. 2002; Ribaldi 2008; Tortosa et al. 2014) e dalla degli ultimi secoli della Repubblica, essendosi schierata Soprintendenza per i Beni Archeologici, con proficui rin- dalla parte di Silla prima, da quella di Cesare dopo. A par- venimenti di grande interesse3, la maggior parte dei quali tire dell’età medio e tardorepubblicana, il fresco e ameno realizzati nel complesso del foro-teatro dell’antica città territorio tuscolano viene occupato da numerose ville per e nell’immediata zona extra muraria, nelle vicinanze l’ozio, sontuose residenze suburbane proprietà di facoltosi dell’anfiteatro e del grande santuario extraurbano (fig. 41) . romani (Valenti 2003), come lo stesso Cicerone, forse il Tusculum ebbe un ruolo significativo sul territorio nome più noto legato alla memoria dell’antica città, dal già dall’età arcaica, confermato sia dalle fonti letterarie, momento in cui la sua famosa e amata villa tuscolana sia delle possenti evidenze archeologiche, tra cui le mura fu oggetto e scenario di tante delle sue opere. L’opera di urbiche e i resti di grandi edifici (Martínez-Pinna 2004; Cicerone ci tramanda l’importanza di queste famiglie tu- Tortosa et al. 2014). La posizione strategica della città, scolane a Roma, delle quali poco o nulla avremmo saputo situata sull’altipiano del cratere del vulcano Albano- solo attraverso la documentazione epigrafica. Artemisio, permetteva, da un lato, il controllo visuale Le iscrizioni tuscolane ci permettono tuttavia di in- del territorio, sia verso Roma, sia verso il mare a sud, in traprendere altri approcci, legati soprattutto ai rapporti direzione del monte Circeo e delle pianure Pontine, e, stabiliti con le altre comunità dell’antico Latium vetus. dall’altro, il controllo diretto della Latina, la via di comu- Quindi, lo scopo di questo contributo sarà quello di pas- nicazione naturale verso l’entroterra peninsulare prima sare in rassegna, attraverso nuove e vecchie iscrizioni, le della costruzione dell’Appia, intesa a fiancheggiare i laghi connessioni sociali, religiose e politiche tra Tusculum e di Albano e Nemi. Ancora oggi dall’acropoli tuscola- tre città vicine, Praeneste, Nemi e Gabii, con cui esistono na predomina la vista sul monte Albano, centro religio- legami documentati epigraficamente. Si tratta di accenni so federale delle città latine. Dopo la sconfitta della lega comunque di diverso calibro e significato, che dovranno Latina all’indomani della battaglia del lago Regillo, la essere presi con la dovuta cautela a causa della casua- loro claudicazione nel foedus Cassianum e la conseguen- lità dei singoli reperti. Nonostante ciò, spero possano te annessione della città tramite la cittadinanza romana comunque servire a porre il focus dell’attenzione (primo municipium optimo iure), Tusculum fu inserita permeabilità dei vincoli tra questi antichi municipi del pienamente nell’orbe romano, addirittura con l’ascesa alle Latium vetus.

240 I rapporti di Tusculum con tre città Campione del Latium Vetus

Fig. 2. Urna dei Decemii (foto di CIL-BBAW). Fig. 3. Lacus degli edili Q. Coelius Latiniensis e M. Decumius (Foto della EEHAR-CSIC)

Praeneste donna conserva pure uno dei più antichi esempi di prae- Il cospicuo dossier epigrafico della necropoli prenestina nomina femminile (Kajava 1994: 35)9. Sopra si può rico- medio e tardorepubblicana della Colombella è un fonda- noscere il gentilizio maschile senza prenome Decemio(s) mentale strumento per mettere in evidenza i rapporti con (CIL I2, 2848), il cui testo si trova purtroppo molto svanito la città attraverso la prosopografia e l’onomastica. Sono a causa di una abrasione. noti all’incirca 120 gentilizi, nell’arco cronologico dal La datazione del cinerario tra fine IV e il primo tren- IV al II secolo d. C., un quantitativo al momento unico e tennio del III secolo a. C. (Coarelli 1977; cf. D. Nonnis certamente eccezionale (Coarelli 1992; Franchi de Bellis in Friggeri et al. 2012: 168) permette di fare qualche va- 1997; Gatti & Demma 2012). lutazione sull’antichità della presenza di questa famiglia La base documentale prenestina consente la ricerca di nel territorio tuscolano10. Innanzitutto, dobbiamo consi- confronto con i nomi tuscolani noti anche per questo pe- derare l’equivalenza tra Decimius / Decumius -a seconda riodo. La epigrafia tuscolana permette di conoscere alcune dell’impiego della u nelle testimonianze più antiche del delle più antiche famiglie latine insediate nel territorio. Due numerale dieci latino (cf. W. Schulze in Salomies 1991: ipogei gentilizi di età medio-repubblicana hanno restitui- 159)11- e la variante locale Decemius, di probabile tuscola- to loro gentilizi e in qualche caso anche delle connessioni no, dal momento in cui, tranne che per un’attestazione più parenterali (Gorostidi 2012: 167). Si tratta di due gruppi tarda (CIL X IV, 3507 (Trebula Suffenas): T. Decemius T. l. di urne cinerarie oikomorfe in tufo. Il primo gruppo, oggi Philonicus), questa forma è documentata epigraficamente purtroppo perso, recava i nomi di vari membri delle gentes in Italia esclusivamente su questa urna arcaica, dove si ri- Furia (Fouria), radunati intorno a un sarcofago dei Turpilii pete due volte12. Possiamo, quindi, pensare che la variante (Turpleii); il secondo insieme documentava membri della Decemia potrebbe essere stata propria di un ramo locale, famiglia Rabiria, accompagnati di qualche membro della tuscolano appunto e forse di questa città originario, dei Lucretia e Rullia, anche queste urne trovate in uno stesso Decimii più noti a Roma dall’età annibalica13. sepolcro gentilizio. La ragione della presenza di membri Per quanto riguarda alla forma Decumii, il nome maschili non appartenenti alla stessa famiglia che preva- di M. Decumius compare in un segnacolo a pigna della le nell’ipogeo può essere spiegato per i loro vincoli matri- Colombella (CIL I2 144 cf. p. 870 = CIL XIV, 3116), pur- moniali con donne della famiglia Rabiria, in questo caso, e troppo perso, ma che in genere può essere datato tra il la inclusione nell’ipogeo di questi parenti maschili, mariti IV e il II secolo a. C. (Coarelli 1992: 257; cf. D. Nonnis in o figli, nel nucleo familiare femminile6. A questo insieme Friggeri et al. 2012: 188)14, e nella celebre corona votiva di vengono aggiunte le urne sparse di qualche membro dei travertino, di fine III o inizio secolo II a. C., offerta alla Veii, dei Tuccii e, infine, dei Decemii7 (fig. 2). Proprio la gens Fortuna Primigenia da parte di L. Decumius M. f. (CIL Decemia a Tusculum ha il particolare di permettere l’acco- XIV, 2855 = CIL I, 1445. Cf. D. Nonnis in Friggeri et al. stamento, seppure molto limitato, con lo straordinario dos- 2012: 185). Più tardi si rincontrano dei Decumii magistra- sier epigrafico della vicina città di Praeneste in cui compare ti in entrambe le città: a Praeneste è noto un M. Decumius anche tra le attestazioni più antiche. La gens Decimia è una dopo la deduzione della colonia sillana (CIL XIV, 2968) delle più antiche famiglie romane, già note tra i personaggi mentre a Tusculum si è conservato un lacus con il nome protagonisti durante le guerre contro Annibale8. dell’edile eponimo, anche un M. Decumius, insieme al col- L’urna cineraria dei Decemii fu recuperata nei pressi lega Q. Coelius Latiniensis databile negli anni 70 a. C. (CIL dell’anfiteatro, nell’immediato suburbio della città. Nella XIV, 2626 = CIL I, 1125; Dupré (ed.) 2000: 102-103 (fig. 73) cassa compare il nome di A(ula) Decemia, moglie (piutto- e 344-350 (figs. 255-256))15 (fig. 3). Non potendo avere per sto che figlia) di un Marcus. La formula onomastica della certa la preesistenza del Decumius del segnacolo funerario

241 Diana Gorostidi Pi

Fig. 5. Iscrizione dei Cornelii Mamullae (Foto da Granino 2005, 370).

la cronologia del testo prenestino, che forse non dovrebbe essere molto più tardo19. Per quanto riguarda i Cordii, almeno un cippo prene- stino documenta questa famiglia, per altro nota soltan- to nel Latium20. Il segnacolo, purtroppo perso, riguarda un P. Cordi(us) Mater(nus) e viene datato dalla formula utilizzata nella seconda metà del secolo II a. C. 21. Una lettura alternativa porta a considerare che il monumen- Fig. 4. Iscrizione di M’. Cordius Rufus (Foto della to ricordasse invece la mater (sc. P. Cordi mater), con il EEHAR-CSIC). nome femminile omesso, possibilità certo alquanto stra- na rispetto al consueto uso onomastico per questo tipo di prenestino su quella dei Decemii dell’urna tuscolana, c’è epigrafi (cf. Franchi de Bellis 1997: 100). Delle poche atte- sicuramente da intravedere perlomeno una stessa origine stazioni della famiglia, l’unico personaggio prominente è, per i Decumi magistrati prenestini e tuscolani. invece, un tuscolano, M’. Cordius Rufus, triunviro mone- Ma non è l’unico gentilizio tuscolano noto alla tale molto vicino alla cerchia di Cesare (46 a. C. cf. RRC, n. Colombella. Ci sono altre famiglie le quali in età tardore- 463), il quale fu aedilis lustr(alis) e monitor sacrorum, i due pubblicana ebbero un ruolo prominente in ciascuna delle sacerdozi locali e esclusivi della città (CIL XIV, 2603 = CIL città: gli Anicii, i Cordii, gli Eppuleii e i Saufeii, che evi- I2, 782 = AE 2002, 296. Cf. Gorostidi 2010) (fig. 4). Il suo denziano la presenza e dispersione nel territorio delle più rapporto con Tusculum è dimostrato anche dall’elezione antiche famiglie note a Tusculum, mettendo in evidenzia dei coni monetali in cui fece rappresentare le immagini un certo grado di mobilità dei suoi membri, in particolare di Castor e Polluce (Salomies 1996: 101; Farney 2007: 278). di quelli personaggi che hanno potuto essere documentati Questa pubblica manifestazione della origo da parte di M’. fuori della città di origine fungendo cariche magistratuali. Cordius Rufus e la sua nota partecipazione nei sacra muni- Un liberto dell’antica e prestigiosa gens prenestina cipali non lascia dubbio su quale fosse considerata la città degli Anicii16 compare in qualità di magister aedituus dei suoi antenati, pur essendo il documento prenestino il dell’aedes Castoris et Pollucis tuscolana in un’epigra- testimone della gens Cordia più antico al momento con- fe datata in età sillana (CIL I2, 1443: [-] Anicius P. l.). Il servato. A questo punto potrebbe riconsiderarsi la lettura collegio di aeditui tuscolani del tempio delle divinità po- P. Cordi mater del cippo prenestino, pur essendo mancan- liadi è una istituzione prestigiosa ben nota nella città, la te il gentilizio materno (forse aggiunto dipinto), in modo cui documentazione epigrafica si può registrare fin età da intravedere la possibilità di una prenestina sposata con imperiale (cf. CIL XIV, 2620 = AE 2008, 286). Di questo un Cordius tuscolano. prestigio è prova anche la partecipazione di prenestini in Non sarebbe un unicum, dal momento in cui altri rap- questa associazione religiosa tuscolana, da quanto si può porti furono stabiliti tra tuscolani e prenestini grazie ai dedurre dalla lettura di un frammento, anche se di tra- vincoli matrimoniali, in cui le donne ebbero un ruolo si- smissione indiretta, con nomi di prenestini che fungono gnificativo nel consolidamento politico e sociale di queste da magistri aeditui del tempio tuscolano (CIL X IV, 2918)17. élite locali. A Tusculum sono documentate in altri due casi: Gli unici nomi conservati appartengono alla gens Baebia quello della prenestina Eppuleia A. f., del II secolo a. C., e e alla Cispia, famiglie non certamente documentate tra i quello della tuscolana Caelia P. f., dalla fine del I secolo a. cippi della Colombella18. La datazione dei magistri aeditui C. La gens Eppuleia è ben presente nella necropoli della tuscolani a inizi del I secolo a. C. è certo possibile grazie al Colombella, ma poco documentata altrove (soprattutto a confronto onomastico e paleografico, ma resta in dubbio Roma)22. Una Eppuleia sposò M. Cornelius Mamulla (CIL

242 I rapporti di Tusculum con tre città Campione del Latium Vetus

dopo l’acquisizione del municipium optimo iure (380 aC) significò, a più riprese, la sua fine politica come capoluogo latino. In effetti, secondo il racconto liviano, la sua pre- eminenza laziale veniva incardinata intorno alla figura del dictator tuscolano Ottavio Mamilio che fu il primo personaggio non romano ad avere un ruolo protagoni- sta nella storia di Roma. Il suo nome era legato alle stesse origini mitiche della città attraverso Mamilia, la figlia di Telegono, il mitico ero greco, figlio di Ulisse e fondatore di Tusculum, a cui si rimettono i Mamili repubblicani, come Fig. 6. Iscrizione di Caelia P. f. (Foto da Granino 2005, 353A). mostrano i coni monetali29. Com’è ben noto, i popoli della lega latina si erano con- XIV, 2691; CIL I2, 1444 (ager Tusculanus) = Granino 2005, federati nel santuario di Diana a Nemi, fondato da Egerius n. 370), membro di una importante famiglia attiva tra i Baebius, un altro dictator tuscolano (Cato, Orig., II, 21 J = secoli III e II a. C. (Liv., 33, 44, 1-2; 42, 5, 4-6)23. Il perso- Prisc. Gram. Lat., 2, 129 K. 58). Le comunità lì radunate naggio è stato identificato dal Castrén con l’ambasciatore condividevano lingua e divinità, e pur essendo indipen- in Macedonia e in Egitto nell’anno 173 a. C., e l’iscrizione denti tra loro avevano modi istituzionali e abitudini simi- conferma la presenza dei Cornelli Mamullae nel tuscolano li. Quest’unione di interessi religiosi fu istituzionalizzata (Castrén 1980: 11) (fig. 5)24. In qualche caso, la scarsa dif- nella celebrazione delle feriae Latinae in onore del comu- fusione del gentilizio, di origine osco-umbra (Franchi de ne Iuppiter Latiaris, nel santuario del Mons Albanus. Bellis 1997: 110), e il fatto che l’epigrafe sia il documento Il registro epigrafico tuscolano offre testimonianza di di più rilievo fa pensare che gli Eppuleii abbiano raggiunto questo rapporto tra Tusculum e Nemi attraverso l’evoca- una posizione alquanto preminente a Praeneste, essendo zione dei rispettivi ecisti. In effetti, è nota la serie di pie- questo matrimonio con i Cornelii Mamullae stabiliti a distalli in tufo, datati alla fine del secolo I a. C., trovati Tuscolo, il loro traguardo sociale più riuscito25. nelle vicinanze del foro con le didascalie in nominativo dei Da parte loro, i Caelii (Rufi) appartenevano a una fondatori di entrambe città: Telegonus (CIL XIV, 2649 = delle gentes di origine tuscolana più importanti, con dei Granino 2005, n. 312) e il fratello Telemachos (CIL X IV, magistrati documentati dal secolo II a. C. fino a Tiberio 2650 = Granino 2005, n. 313), dalla parte tuscolana, e la (Gorostidi 2003; 2014b). Infatti, in base alle novità epigra- coppia formata da Orestes (CIL XIV, 2647 = Granino 2005, fiche è stato riproposto che M. Caelius Rufus, il pretore del n. 310) e Pylades (CIL XIV, 2648 = Granino 2005, n. 311), 48 a. C. amico di Cicerone e protagonista del suo celebre vincolati anche attraverso le fonti alla fondazione del san- discorso, fosse stato di origine tuscolana (Gorostidi 2003; tuario nemorense (Gorostidi 2011). Questi personaggi 2014b). Degli ultimi anni della repubblica è Caelia, la figlia confluiscono in una galleria disummi viri locali, alla quale di Publius che sposò un Appius Saufeius prenestino26. La bisogna aggiungere ancora un paio di basi simili che ri- donna di conseguenza ottenne un nuovo domicilio nella cordano, rispettivamente, il console M. Fulvius (Nobiliore) vicina città (CIL XIV, 2624 = Granino 2005, n. 353A) (fig. come conquistatore dell’Etolia (CIL XIV, 2601, riproduzio- 6)27. Come promemoria, e con un carattere certamente ri- ne più tarda di un donario del secolo II a. C.) e quella di vendicativo della sua origine, fece dono a Tusculum (muni- un altro console, un Q. Caecilius Metellus non meglio de- cipio suo) di una statua del figlioL. Saufeius, testimone di terminato (CIL XIV, 2600), forse da identificare con quello queste attive connessioni tra i municipali delle due città28. Macedonico, cos. 143 a. C. (Coarelli 1982: 123); finalmen- Non ci sono noti altri contatti tra Praeneste e Tusculum te, un terzo personaggio storico, il commediografo Difilo posteriori, per cui è possibile intravedere un cambiamen- (Diphilos poetes: CIL XIV, 2651 = Granino 2005, n. 314). to nelle dinamiche sociali che portarono ad un progres- Questa rassegna di personaggi avrebbe potuto sempli- sivo e lento declino del ruolo politico e sociale svolto da cemente aver fatto parte di un programma decorativo del Tusculum a partire dei primi compassi dell’impero. foro in collegamento con il vicino teatro -vista la presenza, appunto, di Difilo- se non fosse stato ritrovato di recen- Nemi te un grande dado in peperino, probabilmente equestre, I rapporti di Tusculum con l’antico santuario federale di recante il nome di un preimus flamen Dialis Tuscolei, con Nemi vengono rivendicati da una nuova proposta di let- lo stravagante nome di Brixus Amonius (Gorostidi 2013: tura del dossier epigrafico tuscolano, che mostra come la 183-184). Il modulo e la facies dell’iscrizione si avvicina in rievocazione del passato eroico determina il ruolo della modo particolare a un ulteriore piedistallo equestre con città nell’insieme laziale e nel rapporto con Roma stessa. il nome espresso anche in nominativo di Cn. Domitius Dopo il suo ruolo di capitale svolto in età arcaica a capo Cn. f. / Ahenobarbus / imperator, identificato con il noto della lega Latina, nel frangente dello scontro con Roma console del 122 a. C., rinvenuto in giacitura secondaria nella battaglia del Lago Regillo e la pace segnata dal foe- ma nel foro tuscolano (AE 1997, 260)30 (fig. 7 combi). La dus Cassianum, l’ingresso di Tusculum nell’orbita romana presenza di Ahenobarbus in qualità di imperator nel foro,

243 Diana Gorostidi Pi

Fig. 7. Piedistalli equestri di Cn. Domitius Cn. f. Ahenobarbus e di Brixus Amonius (Foto di D. Gorostidi). forse patronus dei tuscolani, è da collegarsi al racconto primus flamen Dialis Tusculi non può essere compreso in- della battaglia del lago Regillo in cui i Dioscuri, le divini- vece se non riferito al culto di Iuppiter Latiaris sul Mons tà poliadi, furono senz’altro decisivi nella vittoria romana Albanus, il primo sacerdote tuscolano a rivestire questo (Gorostidi 2015)31. ruolo, come il tuscolano L. Fulvius Curvus fu il primo Il rinvenimento del dado di Brixus Amonius ha per- console non di Roma a ricoprire questa magistratura (322 messo di ristudiare un’ipotesi di lavoro, sulla quale si a. C.). Due istituzioni fondamentali nel configurarsi il viene lavorando da tempo: l’esibizione in un contesto pub- ruolo politico della città con Roma attraverso il consolato, blico di una galleria di summi viri tuscolani, con i consoli e la communio dei latini, con la fondazione del sacerdozio da una parte e i personaggi mitici e fondatori, dall’altra del culto federale. Da questi primatus, per il consolato ri- (Gorostidi 2015; 2016a; c.s.). Ma la questione si è posta maneva il testimonio delle fonti; per il flaminato, adesso la soprattutto al momento di capire l’importanza di questo nuova epigrafe. primus flamen Dialis Tusculi e, in particolare, il perché di Considerando il ruolo svolto dalla figura di Cn. Brixus Amonius, un nome di certo di matrice mitistorica, Domizio come fulcro dell’insieme, dal fatto della maggior se pensiamo come confronto a Fertor Resius, primo feziale antichità del suo piedistallo, ma anche il suo scopo a so- di Roma (CIL VI, 1302 = CIL I, p. 202; cf. Ampolo 1972). stegno di una statua equestre, con la comparsa dell’epi- Innanzitutto, la scoperta di questo Brixus Amonius, dal grafe di Brixus Amonius, chiaramente realizzata avendo nome assolutamente fuori dal registro onomastico latino, di fronte quello di Domizio Enobarbo, e la forte carica ci ha permesso di recuperare un’epigrafe considerata falsa simbolica ed erudita che trasmette il programma, forse dal Dessau a causa della dubbia autorità conferita al suo possiamo anticipare la datazione dell’insieme dall’età au- trasmissore settecentesco (ma rivendicata da Mazzarino gustea, proposta da Mommsen (che conosceva soltanto i per ragioni di diversa natura, cf. Mazzarino 1945: 230 piedistalli degli eroi e dei due consoli), all’ultimo secolo nt. 52). L’incomprensibile brix del testo di questo “Marco della Repubblica, in un momento in cui Tusculum era Bebio / brix / dictatore” (Mattei 1711: 76 = CIL XIV, *212) molto frequentata da antiquari ed intellettuali, tra i quali è da spiegarsi con il fatto che probabilmente l’erudito Cicerone e Varrone, come è stato detto all’inizio. Mattei vide, ma sicuramente non comprese correttamen- In età imperiale, l’unione dei popoli latini con Roma era te, un’iscrizione riguardante il fondatore del santuario concelebrata dai consoli e dai rappresentanti delle picco- Nemorense (Gorostidi 2015a, cf. Nonnis 2014). le comunità laziali attraverso la processione solenne delle Ci troviamo, quindi, di fronte ad una rappresentazione feriae Latine. Tusculum, come le altre città, ebbe il modo dei rapporti di Tusculum con la lega latina nei suoi san- di essere presente, forse con la partecipazione di accensi tuari federali: quello di Nemi, attraverso Orestes e ora il velati oriundi dell’antico Latium. Un’iscrizione inedita, dictator Baebius riscattato, e quello albano, attraverso la recuperata nel foro tuscolano, può dare qualche luce su figura di Brixus Amonius. Certamente, il piedistallo del questo punto. Si tratta di un frammento di marmo bianco,

244 I rapporti di Tusculum con tre città Campione del Latium Vetus

versare una elevatissima summa honoraria. Di certo, l’ot- tima qualità della iscrizione tuscolana risponde a questo profilo sociale. Se confermata, questa sarebbe la prima at- testazione a Tusculum di un accensus velatus, pur non es- sendo l’unico che può essere vincolato alla città. A questo punto, il discorso si sposta all’ultima città caso di studio. Gabii Tra le epigrafi gabine si trova un’enorme lastra di marmo, datata nel 169 d. C., in cui si racconta delle splendide ever- gesie realizzate nel municipio da A. Plutius Epaphroditus, un accensus velatus il quale ebbe, come dichiarato, un Fig. 8. Iscrizione inedita di Tusculum (Foto di D. Gorostidi). stretto rapporto con Tusculum (CIL XIV, 2793 = ILS 5449 = Granino 2005, n. 429)37. Epaphroditus fu un facoltoso commerciante di seta, il quale fece una donazione alla città molto probabilmente Luni-Carrara, rotto in vari pezzi (25 di Gabii per la costruzione e l’abbellimento del tempio di x 30 x 4,5)32. La parte più grande è quella che conserva due Venus Vera Felix, eretto in onore della figlia Plutia Vera38. righe di testo - e lievissime tracce di una terza - bene incise Questo splendido edificio, la cui statua cultuale e tutti gli in lettere capitali quadrate di età imperiale di eccellente altri elementi ornamentali in bronzo sono splendidamente fattura (5,5; 4,3 cm) (fig. 8): descritti nell’epigrafe, ebbe in aggiunta un’importante do- tazione di denaro i cui benefici annui erano destinati alla ------? classe dirigente (decuriones, seviri Augustales e tabernarii [---]++[---] intra murum negotiantes e alla res publica Gabinorum), [---]ẹlatus · sc. [---] in cambio della celebrazione nel municipio di banchet- [---]navit · pro · +[---] ti il giorno dell’anniversario, il dies natalis, della figlia. Il (vac.) municipium Tusculanum fu scelto a garanzia del compi- mento delle disposizioni prescritte da Epaphroditus, in Nella prima riga conservata ci sono i resti di due caratteri modo che si / facere neglexserint(!) tunc ad municipium imprecisi. Per quanto riguarda la seconda, la prima lettera Tusculanor(um) HS (sextertii) X (decem) m(ilia) n(ummum) conserva la fine dei tratti orizzontale centrale e inferiore pertineant / quae confestim exigantur (ll. 9-10). di una E, permettendo le proposte di integrazione [--app]- La scelta del municipium Tusculanorum non fu casuale. elatus, [---d]elatus o [---v]elatus. La sequenza SC[---] che Per capire il perché di questa elezione dev’essere conside- prosegue è leggibile dal resto di un carattere tondeggian- rato il contesto delle relazioni e degli interessi dei Plutii te (C, O), per cui sc[---] o so[---] sembrerebbero essere le in entrambe le città, soprattutto a Tusculum, città in cui opzioni più probabili33. La riga 3 conserva il finale di un i Plutii compaiono in diretta connessione con la gestione verbo, le cui diverse possibili letture da completare con la dei sacra municipali. preposizione pro sembrano essere [---or]navit o [---exor]- In effetti, la documentazione epigrafica mostra il -tu navit34, piuttosto che [---do]navit35. Dal risultato, sebbene scolano L. Plutius Pius come una delle massime autorità esiguo, si può considerare che si tratta di una iscrizione religiose locali (CIL XIV, 2580 = Granino 2005, n. 300), probabilmente a carattere evergetico. di fine I d. C., inizi del secolo II d. C., il quale ricoprì tutti Purtroppo la lacunosità dell’epigrafe non permette di i sacerdozi municipali, tra cui i due epicorici: l’aedilis conoscere il nome di questo personaggio. Ad ogni modo, lustr(alis) e il monitor (sacrorum) su accennati. Il perso- vista la qualità dell’iscrizione e lo scopo monumentale naggio non informa della sua condizione ingenua, per cui della stessa, è possibile ipotizzare che la sequenza [---] sarebbe da sospettarsi una origine libertina. Al II secolo elatus si possa integrare decisamente come [accensus v]e- d. C., si data invece il piedistallo di Plutia A. f. Olympias latus, dal momento in cui la sequenza sc[---] permette di (CIL XIV, 2635 = Granino 2005, n. 316), una donna com- supplire la parola scriba, un ufficio certo non inusuale nel memorata in qualità di membro dell’associazione delle cursus di questi personaggi36. sodales iuvenum, un’istituzione femminile ben presente La proposta di lettura consente perlomeno di identifi- a Tusculum e di certo localmente prestigiosa (Gorostidi care questo ignotus come membro di questo scelto gruppo 2016b)39. L’iscrizione, che non ricorda altro che il nome di apparitores ad res sacras noti a Roma e nelle città ita- della giovane e la sua condizione di sodalis, cioè, senza liane, da collegare con la celebrazione delle ferie Latine, dedicante espresso, fu invece fatta con il consenso dei de- argomento su cui si è proficuamente occupato Di Stefano curiones tuscolani e quindi esposta in un luogo pubblico, Manzella (1994 e 2000). Dalle ricerche prosopografiche a conferma del riconoscimento municipale acquisito dalla eseguite da questo studioso si evince che questi accen- famiglia Plutia, già evidenziato dal cursus sacerdotale di si velati in età imperiale erano di solito ingenui di gran- L. Plutius Pius. de prestigio, ma anche liberti molto abbienti, capaci di

245 Diana Gorostidi Pi

Questa Plutia Olympias fu una ingenua, figlia di unAulus , con Epaphroditus, l’ipotesi è plausibile nel quadro delle fatto che consente di collegare questi Plutii tuscolani con particolarità dei rapporti dei Plutii nell’immediato subur- il loro pressoché contemporaneo A. Plutius Epaphroditus bio laziale, dove Gabii e Tusculum emergono per la pree- di Gabii. Ma chi sono questi Plutii? esisteva in realtà una minenza della documentazione. gens Plutia? In realtà sono molte poche le testimonianze epigrafiche, tra cui le più importanti sono senz’altro quelle Conclusioni iscrizioni monumentali appartenenti a Epaphroditus40. Il Dai rapporti con Praeneste si evince come le relazioni isti- numero e la qualità delle epigrafi da lui dedicate a Gabii tuzionali tra le due città fossero salde grazie ad alleanze e a Roma, come quella intitolata al padre Telesphorianus tra le classi dirigenti. Ovviamente i matrimoni facevano (CIL VI, 24356)41, mettono in evidenza il potere econo- parte di questa strategia con cui le élites municipali si raf- mico acquistato dal personaggio, confermato dalla sua forzavano a vicenda, politicamente e socialmente, anche nomina come accensus velatus, a conferma del prestigio e con famiglie ben insediate a Roma, come dimostrano gli della grandissima fortuna. Eppulei con i Corneli Mamullae. Ma non solo: il presti- Il secondo membro dei Plutii più rilevante è il sunno- gio di entrambe le città stava anche alla base di rapporti minato tuscolano Pius, per il ruolo svolto nei sacra muni- nell’ambito sacro, come afferma la partecipazione di pre- cipali. Anni fa, nel contesto di una sua ricerca sull’altare nestini in qualità di magistri del santuario tuscolano. In isiaco di Fabia Stratonice (AE 1988, 368, de Bari), Jean- ogni caso, sono importanti famiglie che si documentano a Claude Grenier arrivò alla conclusione che i Plutii, tra cui Tusculum dalla media fino alla tarda repubblica: i Decumii il marito L. Plutius Hermes, committente dell’altare, po- dal secolo IV a. C., i Caelii e gli Eppuleii dal secolo II a. C. tevano aver fatto parte in origine di un gruppo di liberti e i Saufeii dal secolo I a. C., se non prima. molto ricchi nominati appunto dal latinizzato gentilizio La proposta ricostruttiva della galleria dei summi viri, ploutos di origine greca, ipotesi avallata dal fatto che al- invece, anche se tiene conto della funzione politica dei cuni di loro erano stati commercianti di prodotti di lusso santuari, risponde in realtà a una rappresentazione di (Grenier 1978: 8, nt. 14). In effetti, oltre aEpaphroditus , quello che Tusculum voleva mostrare della sua storia a co- che fu sericarius, tra loro si trova un purpurarius e un spetto del resto delle città laziali. In un momento in cui plumarius: Lavinium e il Mons Albanus diventavano fulcro e genesi del nuovo ordine cultuale romano, Tusculum si autopro- Tavola: I Plutii documentati a Roma e nei dintorni clamava come l’antiquissimum municipium che più volte (cf. Grenier 1978: 9) ricordò Cicerone (Cic. Planc. 19-21): centro assoluto del CIL VI, 1872 Roma Plutius Aquilinus (curator corp. mondo latino sin dal suo inizio, con la supremazia dei dic- piscator. et urinator.) tatores tuscolani, Mamilius e Baebius, a capo del santua- CIL VI, 698 Roma A. Plutius Athenaeus rio federale a Nemi, e infine, con i primatus orgoglio della ciuitas romana optimo iure, primo console e primo flamen CIL VI, 9201 Roma Olus Plutius Successus del culto a Iuppiter Latiaris. Un “costrutto” ideologico e CIL VI, 9814 Roma L. Plutius Agatho (plumarius) programmatico degli arcana laziali, nel frangente della CIL XIV, 2433 Castrimoenium L. Plutius L. l. Eros (purpurarius formazione dell’ideale fondazionale della stessa Roma. de vico Tusco) Per ultimo, ma molto significativamente, Gabii mette Plutia L. l. Auge in luce tutta un’altra questione, quella dei Plutii tuscolani CIL XIV, 2580 Tusculum L. Plutius Pius (aedilis lustr., e la loro sorveglianza su gli antichi sacra locali, caratteriz- augur, monitor sacr.) zati da particolari riti e da un sapore arcaico e un prestigio CIL XIV, 2635 Tusculum Plutia A. f. Olympias (sodalis iuvenum) locale durato nel tempo e oltre la stessa città. Le relazioni tra le due città attraverso questa famiglia illuminano sul CIL XIV, 2793 Gabii A. Plutius Epaphroditus (accensus velatus, sericarius) potere del ceto libertino, il quale, assunta una posizione Plutia Vera (Epaphroditi filia) di livello attraverso le capacità economiche, trova il na- CIL XIV, 2812 Gabii A. Plutius Epaphroditus (accensus turale canale per il prestigio sociale nell’ambito pubblico velatus, sericarius) del sacro. Finalmente, la presenza di accensi velati in en- trambe le città fa riflettere sul fatto che gli eletti sarebbero potuti essere preferibilmente concittadini degli antichi La datazione del dossier proposto dal Grenier per il suo centri laziali, essendoci una figura di così tanto onore e studio si può circoscrivere all’incirca tra la fine del I e la prestigio accanto ai consoli romani nelle ferie Latine sul fine del II secolo d. C. Alla luce di questi studi una ricerca mons Albanus, una celebrazione appunto di rappresen- più approfondita sui Plutii si può effettuare tenendo conto tazione della communio di Roma con il Latium Vetus. A anche delle altre testimonianze al di fuori di Roma e dei Tusculum, secoli dopo il flamen Brixus Amonius, questa suoi dintorni42. Ad ogni modo, pur non potendo confer- ipotesi ancora avrebbe senso. mare vincoli familiari di Plutia Olympias figlia diAulus ,

246 I rapporti di Tusculum con tre città Campione del Latium Vetus

Le note 184 a. C., cf. Münzer in RE, s.v. “Decimius” n. 9) (Liv. 1 Institut Català d’Arqueologia Clàssica-Universitat Rovira XXXIX, 32; 38-39). i Virgili; Pl. Rovellat, s/n, 43003, Tarragona (Spagna). 9 Altri esempi: ILLRP, 21, 24; CIL I2, 89, 128, 233a, 340, 2 Epigrafi latine tuscolane ascrivibili all’età medio-re- 573, 1407 e 3216. Cf. Kajava 1994: 99. pubblicana sono una trentina (Díaz & Gorostidi 2010: 10 La datazione, oltre alle caratteristiche paleografiche, è 162, nt.7). A modo di confronto, Lanuvium, Gabii e basata anche sul corredo ceramico conservato in alcu- Nemi raggiungono all’incirca la dozzina ciascuna (cf. ne delle urne dei Rabirii, tra cui uno skyphos falisco Granino 2005; Garofalo 2014). recante il nome di Cn. Rabirius Cn. f. (CIL I2, 2853; cf. 3 Lo studio sull’epigrafia tuscolana ha come obiettivo la D. Nonnis in Friggeri et al. 2102: 168). pubblicazione del corrispondente corpus e in futuro 11 Anche a Tusculum si documenta la forma in una iscri- il suo inserimento nella collana Supplementa Italica zione con la decuma Hercolei (AE 2000, 283). (ringrazio il prof. Gregori). Voglio esprimere la mia 12 Cf. Solin (1972) 1998: 29-30. Ci sono due altri casi in gratitudine anche alla prof.ssa Granino per la sua più di Decemii, ma sono molto tardi: uno a Mainz (CIL generosa disponibilità alla consultazione del suo ma- XIII, 6687, sec. II-III d. C.) e un altro in Egitto (CIL gnifico schedario per all’attualizzazione del volume III, 21, di età traianea). Sull’equivalenza dei gentilizi CIL XIV. Questa ricerca si inserisce nel progetto I+D Decumii e Decimii derivati dal numerale dieci latino, HAR2015-65379-P (MINECO/FEDER, UE) finanzia- cf. Salomies 2009: 516 e 518, soprattutto a nt.15, dove to dal Ministerio de Economia y Competitividad della “parlando dei nomi con la radice Dec-”, oltre a Decius Spagna. Ringrazio Borja Díaz i commenti e la lettu- e Decitius annovera le varianti Decellius, Decidius, ra attenta di questo manoscritto e la coordinatrice Decilius, Decimius, Decirius, pure Decennius ma non Agnese L. Fischetti il cortese invito a partecipare in certamente la forma Decemius, che sembra essere stata questo incontro. La responsabilità del testo rimane co- dimenticata chiaramente per errore. In ogni caso, en- munque dell’autrice. trerebbe a fare parte del gruppo, a seconda delle parole 4 Nel trascorso delle campagne di scavo effettuate dalla conclusive dello stesso autore: “A mio parere, si tratta di Escuela Española de Historia y Arqueología - CSIC dal articolazioni diverse, con uso di suffissi diversi, di una 1994 al 2009 (Dupré 2000; Dupré et al. 2002; Ribaldi sola radice dec-, e l’esistenza di questa radice comune 2008; Tortosa et al. 2014) sono stati ricuperati una set- mi sembra la sola cosa certa riguardo a questi nomi.” tantina di pezzi (cf. Gorostidi 2014). I più cospicui sono 13 Un caso simili è la forma del gentilizio Turpleio(s) do- una ventina, all’interno di un corpus tuscolano di un cumentato nel sarcofago dell’ipogeo dei Furii, che sem- totale di circa 300 iscrizioni latine in pietra provenienti bra corrispondere con la più regolare Turpilius, anche dell’area urbana, la maggior parte ricuperate durante attestata a Tusculum in età imperiale (CIL X IV, 2708). gli scavi dell’Ottocento (Canina 1841; Castillo 2005). 14 Non conoscendo le caratteristiche formali dello Altri tanti sono i bolli laterizi, qualcuno nuovo e infine semma funerario, è impossibile ascrivere la iscrizione qualche databile in età tardorepubblicana (Gorostidi di M. Decumius al gruppo più antico, quello posto tra 2011: 327-328; un aggiornamento in Gorostidi 2014). il IV e il III secolo a.C., o pure a quello più recente del 5 Sulle famiglie consolari tuscolane in questo periodo, II secolo a. C. (cf. Coarelli 1992: 257). cf. Martínez-Pinna 2004: 191-192; Farney 2007: 46, 15 Q(uintus) Coel[iu]s Q(uinti) f(ilius) Latin(iensis) 256-259 e 264-265, con bibliografia precedente. M(arcus) Dec[u]m[ius ---] / aed(iles) de s(enatus) 6 Infatti, nel corredo ceramico delle urne dei Rabiri è s(ententia). stata trovata una coppa graffita con le lettere TRE -in 16 Sulla prenestina gens Anicia, cf. Franchi de Bellis 1997: terpretate con l’inizio di un gentilizio femminile, ad 62-64 (s.v. Anicius n. [8]), in cui si raccolgono 9 cippi: esempio, Trebatia, Trebia e simili. Cf. D. Nonnis in XIV 3051, 3053, 2855, 3052, 3054, 3055, 3056, 2447 e Friggeri et al. 2012: 169. 3057. 7 Sulla necropoli medio-repubblicana di Tusculum e 17 [---] l(ibertus) Trypho (vac.) L(ucius) Baeb(ius) / gli ipogei dei Furii (CIL I2 50-58) e dei Rabirii (CIL I2 M(arcus?) Cispi(us?) (vac.) tr(ibunus?) pl(ebis) / [ma] 2850-2854 e D. Nonnis in Friggeri et al. 2012: 168-169, g(istri) aedit(uum) aed(is) C(astoris et) P(ollucis) / III. 18-19), cf. Díaz & Gorostidi 2010; Gorostidi 2012 [municip(ii) Tus]cul(ani) m(agister) ad M(artem) e c.s., con la discussione e la bibliografia precedente. Praen(estini) / [---]amans suorum [---]. Altre famiglie: Rulli (CIL I2, 2849), Veii (CIL I2, 2848a), 18 Sono comunque famiglie latine ben stabilite in en- Tucci (CIL I2, 2848b), Lucretii (CIL I2 2854 letta P. Lus. trambe città, sebbene più discretamente a Tusculum; K. f.: cf. nuova lettura in Gorostidi 2009). Baebii a Tusculum (CIL XIV, 2683, iscrizione persa di 8 Sono noti magistrati attivi già dalla seconda guerra dubbia interpretazione); Cispi a Tusculum (CIL X IV, punica: Numerius Decimius (cf. Münzer in RE, s.v. 2663, fistula aquaria). “Decimius” n. 6) (Liv. XXII, 24, 11-14), C. Decimius 19 In ogni caso, questa partecipazione di prenestini nel Flavus (trib. Mil., cf. Münzer in RE, s.v. “Decimius” n. santuario tuscolano forse ebbe una contrapartita con 8) (Liv. XXVII, 14, 8) e C. Decimius Flavus (pr. Urb. il culto della Fortuna Primigenia, se si considera che

247 Diana Gorostidi Pi

Fortuna è tra le più antiche divinità venerate anche a funeraria (CIL XIII, 3081, Tours) e in una cristiana Tusculum (Díaz & Gorostidi 2010). (CIL V, p. 617, 6, Milano); adornavit (pro voto suo) 20 Franchi de Bellis 1997: 99-100 s.v. Cordius (CIL I2, 3104 (ILCV, 1637 = AE 2002, 172, Roma). e 3105). 36 Cf. CIL VI, 1859 (p. 3225): [Ti(berius) Claudius A]ug(u- 21 Cf. EDR120263 (V. Pettirossi). Un secondo cippo ri- sti) lib(ertus) Secundus / [Philippianus] / [coactor] ar[- guardante i Cordii è segnalato da Franchi de Bellis gentarius(?)] / [--- acce]nsus [velatus] / scriba librar(ius) (1997: 100. Cf. CIL I2, 131, Gem(i)na Cordia), che inve- viat[or ---] / (…). ce deve essere considerata forse sorella gemella di un 37 Veneri Verae felici Gabinae / A(ulus) Plutius Gemenius Cordius documentato in un piatto votivo Epaphroditus accens(us) velat(us) negotiator sericarius procedente di un santuario votivo vicino alla necropo- templum cum / signo aereo effigie Veneris item signis li prenestina. Cf. D. Nonnis in Friggeri et al. 2012: 190. aereis n(umero) IIII dispositis in zothecis et / alis 22 13 attestazioni nella EDCS, soprattutto a Roma, e 5 aereis et aram aeream et omni cultu a solo sua pecunia cippi alla Colombella (Franchi de Bellis 1997: 109-110, fecit cuius ob / dedicationem divisit decurionibus sin- s.v. Eppulei n. [52]: CIL XIV, 3123, 3121, 3122, 3124 e EE g(ulis) | (denarios) V item VIvir(is) Aug(ustalibus) sin- IX 833). g(ulis) | (denarios) III item taber/nari(i)s intra murum 23 [- Co]rneli M(arci) f(ili) [Pup(inia tribu)] / Mamullai negotiantibus | (denarios) I et HS X m(ilia) n(ummum) / M(arci) Corneli M(arci) f(ili) f(ili) / Mamullai / rei publ(ica) Gabinor(um) intulit ita ut ex / usuris eiu- Eppuleiai A(uli) f(iiae) uxoris. sdem summae quodannis IIII K(alendas) Octobr(es) 24 Franchi de Bellis 1997: 109-110 (s.v. Eppulei n. [52]). die natalis Plutiae Verae / filiae suae decur(iones) et 25 Non sarà fino ad avanzata età imperiale che troviamo VIvir(i) Aug(ustales) publice in triclinis suis epulentur a Ravenna un console che annovera nella sua formula quod si / facere neglexserint(!) tunc ad municipium polionomica anche il gentilizio degli Eppuleii (Galeo Tusculanor(um) HS X m(ilia) n(ummum) pertineant Tettienus Severus M. Eppuleius Proculus Ti. Caepio / quae confestim exigantur loc(o) dato decreto de- Hispo CIL XI, 14). cur(ionum) / dedicata Idibus Mai(i)s L(ucio) Venuleio 26 Un Publius Caelius magistrato è probabilmente da ri- Aproniano II L(ucio) Sergio Paullo II co(n)s(ulibus). Cf. conoscere in un architrave monumentale del centro CIL XIV, 2812 = ILS, 7601. Cf. Rüpke 2014. urbano della città (AE 2002, 293. Cf. Gorostidi 2003). 38 Sui sericarii e in particolar modo su Epaphroditus, cf. 27 Caelia P(ubli) f(ilia) municipio suo / donum dedit ima- Hildebrandt 2016. ginem / L(uci) Saufei Ap(ii) f(ilii) ex sé nátei. 39 Infatti c’è un secondo piedistallo in onore di un’altra 28 Questo L. Saufeius figlio diCaelia è stato identifica- sodalis, Flavia C. f. Tarentina (CIL XIV, 2631 = ILS to insieme al fratello Appius Saufeius con gli amici di 6211), questa invece posta dalla madre Cornelia D. f. Attico, membri della scuola epicurea di Atene (Cic. Secunda e senza lo esplicito permesso municipale (cf. Att. 6, 1, 10; cf. Coarelli 1992: 267). Gorostidi 2016b: 176-177). 29 Sulla fondazione di Tusculum da parte del figlio di 40 Una ricerca nelle banca dati Clauss-Slaby in base ai Ulisse e , cf. Ov. Fast. III. 92; 4.71; Sil. Ita. Pun. prenomi maschili, inclusi i patronimici delle donne, ci XII. 535; Sta. Silv. I. 3.83-84). Sui coni monetali di tus- permette di individuare 6 di prenome Aulus e 4 di pre- colani con la figura di Ulisse, cf. Puglisi 2007: 203-204. nome Lucius, quasi tutti liberti e nella maggior parte Cf. Gorostidi 2011, con bibliografia precedente. documentati a Roma. 30 L’omissione del consolato è stata una questione sempre 41 D(is) M(anibus) / A(uli) Pluti Telesphoriani / A(ulus) dibattuta all’ora di datare con precisione questa iscrizio- Plutius Epaphroditus / pater fecit sibi et suis / libert(is) ne. Comunque, l’acclamazione come imperator permet- libertabusque po/sterisque eorum / h(oc) m(onumen- te identificare il vincitore sugli Allogobres (120 a. C.). tum) h(eredem) e(xterum) n(on) s(equetur). 31 Sul relato etiologico del cognome Ahenobarbus a 42 Ad esempio, c’è un interessante A. Plutius Fanester partire della conversione del colore della barba di un proprio a Fano (CIL XI, 6252). Domizio da parte dei Dioscuri nel foro di Roma all’in- domani della battaglia, cf. Suet. Nero 1. Bibliografia: 32 , Museo Comunale (mag.). Inv.: AMPOLO 1972: AMPOLO, C., Fertor Resius rex TUS-C-421-412. Aequicolus, in Parola del Passato 27, 1972, 409-412 33 Sembra da potersi scartare la Q dalla sequenza poco ASHBY 1910: ASHBY, Th.,The Classical Topography of the usuale sq[---] documentata epigraficamente soltan- Roman Campagna, III. Section II (The Via Latina), in to in alcuni pochi antroponimi (Squilla, Squetina e Papers of the British School at Rome 5, 1910, 213-432 Squana) e nella parola squalor (ricerca sulle basi di dati CANINA 1841: CANINA, L., Descrizione dell’antico disponibili online). Tusculo, Roma 1841 34 Pro sua liberalitate (CIL VIII, 1323 = 14855 = AE 1999, CASTILLO 2005: CASTILLO, E., Tusculum I. Humanistas, 1755); pro splendore coloniae (CIL VIII, 10569 = 14394 anticuarios y arqueólogos tras los pasos de Cicerón, = AE 2002, 1679). Roma, «L’Erma» di Bretschneider, 2005 35 Donavit (pro meritis) ricorre almeno in una iscrizione COARELLI 1977: COARELLI, F., Necropoli di Tuscolo.

248 I rapporti di Tusculum con tre città Campione del Latium Vetus

In: Roma medio-repubbicana. Aspetti culturali di Bollettino di archeologia online, Roma 2010, 50-54 Roma e del nei secoli IV e III a.C, Catalogo della (http://www.bollettinodiarcheologiaonline.benicultu- mostra (Roma 1973), Roma 1977, 305-311. rali.it/bao_es_b_5.php) COARELLI 1982: COARELLI, F., Lazio. Guide archeologi- GOROSTIDI 2011: GOROSTIDI, D., Il mito di fondazione che Laterza, Roma 1982 di Tusculum. In: I. Salvagli & M. Fratarcangeli (eds.), COARELLI 1992: COARELLI, F., Praeneste in età repu- Oltre Roma. Nei Colli Albani e Prenestini al tempo blicana. Società e politica. In: P. Baglione, (ed.), La del Grand Tour. Palestrina, De Luca Editori d’Arte, necropoli de Praeneste. Periodi orientalizzante e medio 138-145 repubblicano. Atti del 2 convegno di studi archeologici GOROSTIDI 2012: GOROSTIDI, D., Tuscolo in epoca arcai- (Palestrina, 1990), Palestrina, 253-267 ca e medio-repubblicana. In: Friggeri et al. 2012, 156-157 DÍAZ & GOROSTIDI 2010: DÍAZ, B. & GOROSTIDI, D., GOROSTIDI 2013: GOROSTIDI, D., Nuovi documenti Tusculum en época medio-republicana: la gens Furia, epigrafici dallo scavo della cosiddetta ‘Villa di Prastina in ArchClass 61, 2010, 161-192 Pacato’ a Tusculum. In: G. Ghini & Z. Mari (eds.), DI STEFANO MANZELLA 1994: DI STEFANO Lazio e Sabina IX, Roma, 183-188 MANZELLA, I., Accensi velati consulibus apparentes GOROSTIDI 2014: GOROSTIDI, D., Tusculum 1994- ad sacra: proposta per la soluzione di un problema di- 2009: balance histórico-arqueológico a partir de la battuto, in Zeitschrift für Papyrologie und Epigraphik epigrafia. In: T. Tortosa et al. (eds.), Actuaciones ar- 101, 1994, 261–279 queológicas en el área de Tusculum (Monte Porzio DI STEFANO MANZELLA 2000: DI STEFANO Catone, Lazio-Italia), Madrid, 187-208 MANZELLA, I., Accensi: profilo di una ricerca in corso GOROSTIDI 2014b: GOROSTIDI, D., Rescatando a Baiter: (a proposito dei ‘poteri collaterali’ nella società roma- A propósito de la origo de Marco Celio Rufo (Cic. Cael. na), in Cahiers Glotz 11, 2000, 223-257 5), in Anuari de Filologia. Antiqua et Mediaeualia 4, DUPRÉ 2000 (ed.): DUPRÉ, X. (ed.), Scavi archeologi- 2014, 45-54 ci di Tusculum. Rapporti preliminari delle campagne GOROSTIDI 2015a: GOROSTIDI, D., La galería de summi 1994-1999, Roma, Escuela Española de Historia y viri en Tusculum y el foro de Augusto: Valoración a Arqueología en Roma 2000 partir de inscripciones antiguas y recientes. In: J.M. DUPRÉ et al. 2002: DUPRÉ, X., GUTIÉRREZ, S., Álvarez, T. Nogales & I. Rodà (eds.), Actas XVIII NÚÑEZ, J., RUIZ, E. & SANTOS, J.A., Excavaciones Congreso Internacional de Arqueología Clásica. Centro arqueológicas en Tusculum. Informe de la campaña y periferia en el mundo clásico, Mérida 2015, 1605-1607 de 2000-2001, Roma, Escuela Española de Historia y GOROSTIDI 2016a: GOROSTIDI, D., Tiberio a Tusculum: Arqueología en Roma, 2002 un riesame. In: F. Slavazzi & Ch. Torre (eds.), Intorno a FARNEY 2007: FARNEY, G., Ethnic Identity and Tiberio. Archeologia, cultura e letteratura del principe Aristocratic Competition in Republican Rome, e della sua epoca, Firenze, 75-81 Cambridge, Cambridge University Press, 2007 GOROSTIDI 2016b: GOROSTIDI, D., Las asociaciones FRIGGERI et al. 2012: FRIGGERI, R., GREGORI, G.L. & juveniles de Tusculum (Lacio, Italia): la evidencia epi- GRANINO, M.G. (eds.), Terme di Diocleziano. La col- gráfica, in Empúries 56 (2009-2011), 2016, 169-182 lezione epigrafica, Roma, Electa 2012 GOROSTIDI 2018: GOROSTIDI, D., Epigrafía e historia GAROFALO 2014: GAROFALO, P., Lanuvio. Storia e isti- local de Tusculum en época arcaica y medio-republi- tuzioni in età romana, Tivoli, Tored 2014 cana. In: B. Díaz & F. Beltrán (eds.), El nacimiento de GATTI & DEMMA 2012: GATTI, S. & DEMMA, F., las culturas epigráficas en el occidente mediterráneo Praeneste: un luogo di culto suburbano in località (ss. II-I a.E.). Modelos romanos y desarrollos locales, Colombella. In: Sacra Nominis Latini. Atti del conv. Madrid, 2018, 55-70 Internaz (Roma 2009), Ostraka, s.n., 2012, 341-369 GRANINO 2005: GRANINO, M.G., Supplementa Italica GOROSTIDI 2003: GOROSTIDI, D., La gens Caelia Imagines. Supplementi fotografici ai volumi italiani del en Tusculum, in Archaeologiae. Research by Foreing CIL. Latium Vetus 1 (CIL, XIV; Eph. Epigr., VII e IX) Missions in 1, 2003, 91-105. Latium Vetus praeter Ostiam, Roma 2005 GOROSTIDI 2009: GOROSTIDI, D., Urne arcaiche tu- GRENIER 1978: GRENIER, J.-CL., L’Autel funéraire scolane: rilettura di CIL I2, 2849 e 2854. In: G. Ghini Isiaque de Fabia Stratonice, Leiden 1978 (ed.), Lazio e Sabina V. Atti del Convegno Quinto HILDEBRANDT 2016: HILDEBRANDT, B., Silk pro- Incontro di Studi sul Lazio e la Sabina (Roma, 3-5 di- duction and trade in the Roman Empire. In: B. cembre 2008), Roma, 257-260 Hildebrandt (ed.), Silk: Trade and Exchange along GOROSTIDI 2010: GOROSTIDI, D., Conservadurismo the Silk Roads between Rome and China in Antiquity, itálico y oficialidad romana: los colegios sacerdotales de Oxford – Philadelphia 2016 la ciudad de Tusculum. Novedades a través del estu- KAJAVA 1994: KAJAVA, M., Roman female praenomina: dio de la documentación epigráfica. In: XVII Congresso studies in the nomenclature of Roman women. Helsinki Internazionale di Archeologia Classica (CIAC 2008), 1994

249 Diana Gorostidi Pi

MARTÍNEZ-PINNA 2004: MARTÍNEZ PINNA, J., SALOMIES 1991 (= SCHULZE 1904): SCHULZE, W., Tusculum latina. Aproximación histórica a una ciudad Zur Geschichte lateinischer Eigennamen (mit einer del antiguo Lacio (siglos VI-IV a.C.), Roma 2004 Berichtigungsliste zur Neuausgabe von Olli Salomies), MATTEI 1711: MATTEI, D.B., Memorie istoriche dell’an- Zürich 1991 tico Tuscolo oggi Frascati, Roma 1711 SALOMIES 1996: SALOMIES, O., Senatori oriundi del MAZZARINO 1945: MAZZARINO, S., Dalla Monarchia Lazio. In: H. Solin (ed.). Studi storico-epigrafici sul allo Stato Repubblicano. Ricerche di Storia romana ar- Lazio antico (Acta Instituti Romani Finlandiae, 15), caica, Catania 1945 [reed: Milano 2001] Roma, 23-127 NONNIS 2012: NONNIS, D., Il panorama epigrafico la- SALOMIES 2009: SALOMIES, O., Nomi persona- ziale. In: Friggeri et al. 2012, 152 li derivati da numerali a Roma. In: P. Poccetti (ed.), NONNIS 2017.: NONNIS, D., Tra continuità e trasforma- L’onomastica dell’Italia antica: aspetti linguistici, sto- zione: appunti su alcune magistrature ‘tradizionali’ rici, culturali, tipologici e classificatori, Roma, 515-531 delle comunità laziali tra Repubblica e Impero. In: S. SOLIN (1972) 1998: SOLIN, H., Analecta Epigraphica Evangelisti & C. Ricci (eds.), Le forme municipali in 1970-1997 (Acta Inst. Rom. Fin. vol. XXI. 1972), Italia e nelle province occidentali tra i secoli I a.C. e III Helsinki 1998 d.C., Bari, 2017, 29-44 TORTOSA et al. 2014: TORTOSA, T., NÚÑEZ, J., RUIZ, PUGLISI 2007: PUGLISI, M., L’immagine moneta- E., REMOLÀ, J.A., RODRÍGUEZ, O., SÁNCHEZ, le di Odisseo. Strutturazione di un lemma per il J., BEOLCHINI, V. & GOROSTIDI, D., Actuaciones LIN. In: I. Colpo, I. Favaretto & F. Ghedini (eds.), arqueológicas en el área de Tusculum (Monte Porzio Iconografia 2006. Gli eroi di Omero, Atti del Convegno Catone, Lazio-Italia): entre investigación y divulgación Internazionale, Roma, 197-206 social, Madrid 2014 RIBALDI 2008: RIBALDI, R., Guida archeologica di VALENTI 2003: VALENTI, M., Ager Tusculanus, Forma Tusculum, Pescara 2008 Italiae, Regio I, vol. 41, Firenze 2003 RÜPKE 2014: RÜPKE, G., ‘Globalization’ as a Model for Individual Religious Creativity in the Roman Imperial Age. In: G. Rüpke, From Jupiter to Christ: On the History of Religion in the Roman Imperial Period, Oxford, 27-33

250