Studi Letterari E Culturali
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Alma Mater Studiorum – Università di Bologna DOTTORATO DI RICERCA IN Studi Letterari e Culturali Ciclo XXXII Settore Concorsuale: 10/F4 CRITICA LETTERARIA E LETTERATURE COMPARATE Settore Scientifico Disciplinare: L-FIL-LET/14 - CRITICA LETTERARIA E LETTERATURE COMPARATE SCRITTURE DAI MARGINI TESTI MIGRANTI E MERCATO CULTURALE IN ITALIA Presentata da: Giulia Molinarolo Coordinatore Dottorato Supervisore Prof. Francesco Benozzo Prof. Fulvio Pezzarossa Esame finale anno 2020 Indice Introduzione.......................................................................................................................1 Parte 1. Tratto da una storia vera I. L’autobiografia oggi.....................................................................................24 II. Processi di soggettivazione e pratiche di assoggettamento............................30 1. Il valore politico................................................................................30 2. Il valore performativo.......................................................................32 3. Omologazione e resistenza................................................................34 III. Le retoriche del multiculturalismo................................................................40 IV. Autenticità e contagio...................................................................................51 Parte 2. Le copertine migranti I. Strategie del paratesto...................................................................................66 II. Le funzioni della copertina............................................................................71 1. La funzione rappresentativa..............................................................72 2. La funzione suasiva...........................................................................73 III. Le copertine come sistemi semiologici maggiorati.......................................76 IV. L’autore in copertina Il volto migrante nei testi degli anni Novanta................................................82 V. L’autore in copertina Il volto migrante nei testi degli anni Duemila................................................89 VI. Il corpo esotico in copertina..........................................................................99 1. L’etnicizzazione..............................................................................100 2. L’islamizzazione.............................................................................103 VII. La standardizzazione esotica: due esempi peculiari....................................113 Parte 3. Le strategie di commercializzazione I. Il marketing dell’alterità..............................................................................125 II. Le pratiche di legittimazione.......................................................................127 1. La scrittura a quattro mani: un’analisi costi-benefici.....................127 2. Le altre pratiche legittimanti editing, antologie, concorsi, prefazioni...........................................136 III. La strategia pedagogica...............................................................................143 1. L’innatismo interculturale..............................................................143 2. L’intervento editoriale....................................................................146 3. Il valore formativo della testimonianza...........................................149 4. Gli apparati paratestuali................................................................151 IV. La strategia esotica......................................................................................161 1. Il caso Hu Lanbo.............................................................................161 2. Le geografie sensoriali....................................................................166 3. La fiaba...........................................................................................174 4. Esotismo-erotismo..........................................................................178 V. Strategie comuni.........................................................................................184 1. La femminilizzazione.......................................................................184 2. La serializzazione...........................................................................189 3. L’intermedialità..............................................................................194 Conclusioni.....................................................................................................................199 Appendice........................................................................................................................202 Bibliografia.....................................................................................................................212 Mando sempre avanti l’amico coraggioso. Lui parla, lui mostra la merce, io ascolto e mi infiltro, allungando le mie belle mani cariche di elefanti e di maschere, elefanti e maschere dell’India, del Kenia, della Costa d’Avorio, del Senegal e del Mali. La mia Africa in vendita. P. Khouma, Io venditore di elefanti Il termine postcoloniale ha senso solo in un contesto emergente o utopistico. Non ci sono culture o luoghi postcoloniali: solo mutamenti, tattiche, discorsi. “Post” è sempre oscurato da “neo”. J. Clifford, Strade Introduzione In un volume del 1995, Ashcroft, Griffiths e Tiffin dedicano l’ultima parte della trattazione alla produzione e al consumo della letteratura postcoloniale. Nell’introduzione a questa sezione gli autori manifestano una certa preoccupazione rispetto all’assenza di studi specifici sulle forme di produzione e consumo nelle società postcoloniali, dichiarandone improrogabilmente lo stato di emergenza: «No area of study seems to us to be more urgently in need of address at the present time […] For this reason it seems to us to be one of the most important and so-far largely neglected areas of concern and a fitting topic with which to conclude this Reader» (1995, 463-464). Alla sollecitazione degli studiosi risponderà, qualche anno più tardi, Graham Huggan, proponendo uno studio incisivo e sistematico sulle complesse relazioni tra scrittori postcoloniali e mercato letterario. Con il suo The Postcolonial Exotic. Marketing the margins (2001) Huggan offre una mordace analisi sulle condizioni materiali di produzione e consumo delle scritture postcoloniali, e sull’influenza delle case editrici e delle istituzioni accademiche sulla selezione, distribuzione e valutazione di queste opere. Prendendo le mosse dalla critica materialistica di Aijaz Ahmad e Arif Dirlik, ma dissociandosi dal loro tono accusatorio1, Huggan opera una distinzione tra postcolonialismo (postcolonialism), potere locale di agency e resistenza, e postcolonialità (postcoloniality), condizione globale di scambio interculturale, ma dichiarandone la loro intrinseca connessione. Postcoloniality’s regime of value is implicitly assimilative and market-driven: it regulates the value-equivalence of putatively marginal products in the global marketplace. Postcolonialism, by contrast, implies a politics of value that stands in obvious opposition to global processes of commodification. […] these two apparently conflicting regimes of value are mutually entangled. It is not just that postcolonialism 1 Nella loro formulazione marxista, Ahmad (1992) e Dirlik (1994) hanno puntato il dito contro gli stessi intellettuali postcoloniali, accusandone la complicità con il capitalismo globale. Secondo gli studiosi, infatti, la critica accademica esiterebbe di fronte all’indagine sulle relazioni tra le opere postcoloniali e il mercato metropolitano all’interno del quale esse circolano. In aggiunta, lo stesso discorso critico promulgato da intellettuali del “Terzo Mondo” in realtà nascerebbe all’interno delle formulazioni teoriche del “Primo Mondo”, e si diffonderebbe servendosi delle medesime rotte neocoloniali del capitalismo globale, beneficiandone. L’egemonia ideologico-culturale del paradigma postcoloniale occulterebbe dunque gli interessi di classe mascherando la sua complicità con un mondo marcato dal trionfo del capitalismo neoliberale. 1 and postcoloniality are at odds with one another, or that the former’s emancipatory agenda clashes with the latter’s; the point that needs to be stressed here is that postcolonialism is bound up with postcoloniality – that in the overwhelmingly commercial context of late twentieth-century commodity culture, postcolonialism and its rhetoric of resistance have themselves become consumer products (Huggan 2001, 6). L’apparato postcoloniale è considerato da Huggan un prodotto del mercato culturale ed è studiato nelle sue relazioni, di complicità e resistenza, con l’industria dell’alterità, negli ultimi anni sempre più in espansione: ogni discorso locale, infatti, è sempre prodotto all’interno del sistema capitalistico globale, in esso circola ed è consumato. L’esotico postcoloniale, per Huggan, è dunque un sito di conflitti discorsivi all’intersezione tra pratiche oppositive e anticoloniali e un sistema globale di codici commerciali e istituzionali assimilativi. Agenti di questi fenomeni di mercificazione globale della differenza culturale, non sono certamente solo gli scrittori ma anche gli stessi critici: Postcolonial studies, it could be argued, has capitalised on its perceived marginality while helping turn marginality itself into a valuable intellectual commodity. Meanwhile, postcolonial writers, and a handful of critics, have accumulated forms of cultural capital that