Sutri Nel Medioevo Storia, Insediamento Urbano E Territorio (Secoli X-Xiv)

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Sutri Nel Medioevo Storia, Insediamento Urbano E Territorio (Secoli X-Xiv) SUTRI NEL MEDIOEVO STORIA, INSEDIAMENTO URBANO E TERRITORIO (SECOLI X-XIV) a cura di MARCO VENDITTELLI Estratto Roma, Viella, 2008 1 Sutri nel medioevo (secoli X-XIV) MARCO VENDITTELLI 1. Sul percorso della via Francigena Rispetto a molte consimili piccole civitates del territorio romano, Sutri ebbe nell’alto e, soprattutto, nel pieno medioevo il suo tratto peculiare nell’ubicazione lungo il percorso di quello che allora rappresentava il principale asse stradale d’Eu - ropa, la via Francigena 1, che dalle coste settentrionali della Francia giungeva fino a Roma, ricalcando sostanzialmente nel tratto laziale il percorso dell’antica via Cas - sia 2. Strada di mercanti e pellegrini, ma anche via percorsa da papi, sovrani, amba - sciatori ed eserciti, che trovavano in Sutri una tappa importante nei loro viaggi per e da Roma. Per questo, soprattutto tra XI e XII secolo, Sutri fu teatro di alcuni eventi di notevole rilevanza, come il sinodo che vi si tenne nel 1046, ma di questi si tratterà in un successivo capitolo; qui, in una sorta di introduzione, intendo illu - strare una serie di testimonianze relative al passaggio e alla sosta di viaggiatori e pellegrini. Per Sutri tutto questo costituì una risorsa di grandissimo rilievo che ne per - mise una considerevole crescita economica e sociale 3, almeno fino alla grande af - fermazione politico-territoriale di Viterbo, in atto a partire dalla seconda metà del secolo XII e divenuta formidabile nel corso del Duecento, che determinò anche un progressivo spostamento del tracciato della Francigena rispetto al tracciato del - l’antica via Cassia 4. 1 Sulla via Francigena si può contare su una vasta produzione storiografica, recentemente arric - chitasi, soprattutto grazie ai molti contributi di Renato Stopani (in particolare si veda il suo volume La Via Francigena ); per un panorama bibliografico aggiornato v. PREVEDELLO , Il pellegrinaggio me - dievale a Roma , in part. pp. 80-82. Per il percorso e le sue derivazioni presso Sutri, si rinvia ai saggi di Daniela Esposito e di Susanna Passigli in questo stesso volume. 2 Partendo da Roma le prime stazioni coincidevano, infatti, con quelle indicate anche negli iti - nerari di età imperiale come la Tabula Peuntingeriana e l’ Itinerarium Antonini imperatoris (STOPANI , La Via Francigena , p. 17; ESCH , La via Cassia , pp. 8-9). Per un lungo periodo, dopo la fine dell’Impero romano, non si hanno testimonianze relative alla via Cassia ( ESCH , La via Cassia , p. 8). 3 Sergi ( Potere e territorio lungo la strada di Francia , p. 134) ha messo in risalto come il passag - gio della Francigena abbia determinato nell’area da lui studiata (Piemonte settentrionale), anche se montuosa, un’accelerazione dei processi istituzionali e abbia reso tale area tutt’altro che marginale, fa - vorendo e stimolando la crescita dei poteri locali, ma limitandone in seguito lo sviluppo a favore di van - taggiosi allineamenti con i poteri che operavano su più vasta scala in ambito regionale. 4 Cfr. STOPANI , La Via Francigena , p. 51, e ESCH , Le vie di comunicazione di Roma , p. 445. 2MARCO VENDITTELLI Il testo della Traslatio sanctae Margheritae ac Felicitatis (compilato non prima dell’inizio del secolo XI) 5 offre un’importante e remota testimonianza su Sutri come tappa della via Francigena. È il 908, a causa delle violenze e delle devastazioni cau - sate dal duro contrasto tra il patriarca e il principe di Antiochia, Agostino, priore della chiesa antiochena dedicata alle sante Margherita ed Euprepia, fugge da An - tiochia, insieme al prete Ubaldo, con lo scopo di tornare alla sua città d’origine, Pavia, portando con sé le spoglie del corpo di Margherita e il capo di Euprepia. Via mare i due raggiungono Brindisi, poi, a cavallo, arrivano a Roma dove sostano al - cuni giorni. Ripreso il viaggio, fanno tappa a Sutri; qui le reliquie vengono collocate «ad templum Beate Victorie in via publica iuxta veterem aulam». Poiché in quei giorni, e precisamente in quello della festività di san Marco papa e dei santi Sergio e Bacco (7 ottobre), era in programma la consacrazione proprio della chiesa di Santa Vittoria («basilica beate Victorie in ecclesiam fuerat consecranda»), a questo luogo di culto il priore Agostino fece dono della reliquia di una costola di santa Marghe - rita, che fu collocata in un altare appositamente realizzato e a lei dedicato 6. Poco dopo aver ripreso il viaggio, giunti presso Montefiascone, il priore si ammalò gra - vemente e morì. Prima del trapasso, Agostino affidò le sacre reliquie ai monaci del monastero di San Pietro in Val Perlata 7, che gli avevano dato ospitalità. Il corpo di Margherita rimase così a Montefiascone e, in seguito, la santa ne divenne la pa - trona. Sutri – con il nome di Suteria – è ricordata tra le «submansiones de Roma usque ad mare» che l’arcivescovo di Canterbury, Sigeric, alla fine del secolo X indicava quali tappe del viaggio di ritorno da Roma verso la sua sede vescovile oltre Manica 8. Stando alla testimonianza di Sigeric, infatti, dopo aver lasciato Roma, chi si diri - geva allora verso settentrione seguendo il percorso della via Francigena incontrava la submansio Iohannis VIIII (identificabile con Isola Farnese), Baccano e, quindi, Sutri, passando poi non lontano da Vetralla ( Furcarium : Santa Maria di Forcassi), nei pressi di Viterbo ( Sanctus Valentinus : San Valentino), di Montefiascone ( San - ctus Flavianus : San Flaviano), di Bolsena ( Sancta Cristina : Santa Cristina) e di Ac - quapendente, per poi iniziare l’attraversamento della Toscana. Sutri nel medioevo per la sua posizione godette di una certa notorietà anche ol - tralpe: ne danno efficacemente conto alcune Chansons de Geste , all’interno delle quali la cittadina è più volte citata. Si vedano in particolare i poemi dedicati alla fi - gura di Uggeri di Danimarca dove i protagonisti traversano più volte l’Italia, utiliz - zando anche il percorso della Francigena, e si accampano per lunghi periodi a Sutri. Su questi temi scrisse anche Adenet le Roi, celebre poeta di lingua francese del XIII secolo, che, con le sue Enfances Ogier in larga parte ambientate a Sutri, rimanda alla 5 Il testo è pubblicato in Acta Sanctorum Iulii , V, pp. 41-44, e in UGHELLI , Italia Sacra , I, coll. 979- 980; cfr. SUSI , Culti e agiografia , p. 176. 6 Secondo Eugenio Susi ( Culti e agiografia , p. 176.) la nuova chiesa «parrebbe localizzabile nel - l’area sottostante il versante meridionale delle mura di Sutri, nei pressi dell’odierna Santa Maria del Parto ( iuxta veterem aulam )». 7 Cfr. Monasticon Italiae , I, pp. 150-151, n. 136. 8 Il testo è pubblicato in Memorials of Saint Dunstan , Archbishop of Canterbury , pp. 391-395. Sul viaggio dell’arcivescovo Sigeric, v. STOPANI , La Via Francigena , pp. 16 ss. e 117-118, ID., Le vie di pel - legrinaggio del Medioevo , pp. 43-56, e ID., Quando e perché l’arcivescovo di Canterbury, Sigeric, si recò a Roma , con ampi riferimenti alla letteratura storica precedente. Sutri nel medioevo (secoli X-XIV) 3 data dell’8 marzo 1271, quando egli stesso dimorò nella cittadina. Infine, rimanendo nell’ambito dell’epica, svariate sono le reminiscenze riguardanti il paladino Or - lando, il quale, secondo la leggenda, avrebbe avuto a Sutri addirittura i suoi natali. 9 Lungo il tracciato dell’antica Cassia-Francigena tra Sutri e Viterbo si incontrano località come la «Grotta di Orlando» (una tomba etrusca a fianco della strada an - tica, proprio presso Sutri), poi le «Torri di Orlando» (monumenti sepolcrali romani di ragguardevoli dimensioni), non lontano le «Querce di Orlando» e la «Ruzzola di Orlando» (ovvero il disco da lancio del paladino, forse i resti di un sepolcro antico a pianta circolare) 10 . La notazione, per così dire, linguistica dell’anonimo monaco bavarese autore degli Annales Altahenses maiores che, narrando alcune vicende occorse a Sutri, si soffermava nel racconto per specificare che il nome della città era Sutria , ma che nel suo ambito geo-linguistico era nota come Sudrun , mi sembra più interessante di quanto possa apparire a prima vista, mostrando anch’essa bene quanto Sutri fosse conosciuta anche al di là delle Alpi soprattutto attraverso la testimonianza di quanti avevano effettuato un viaggio verso Roma 11 . Lasciando i testi letterari torniamo ai resoconti e ai diari di viaggio di vario tipo. Il Casus monasterii Petrishusensis tra le molte altre cose rammenta come l’abate Teodorico e alcuni monaci dell’abbazia di San Gregorio di Petershausen, nella dio - cesi di Costanza, che nell’estate del 1116 si trovavano a Roma, lasciarono la città per sfuggire all’insopportabile calura estiva e, fisicamente provati, si recarono a Sutri nella speranza di trovare condizioni climatiche migliori 12 . La città è ricordata quale tappa del lunghissimo viaggio intrapreso nel 1151 dall’abate del monastero islandese di Thoingor Nikulas de Munkathvera alla volta di Roma e della Terrasanta 13 . Dopo essere giunto a Viterbo ( Boternis borg ) e per - corse ancora dieci miglia, l’abate islandese giungeva a Sùtalin micli (Sutri maggiore) e successivamente a Sùtalin litli (Sutri minore, da identificarsi probabilmente con Monterosi), prima di arrivare a Roma, o, più precisamente, in vista della città, presso Monte Mario ( Feginsbrecka , «Collina della Gioia», ovvero il molto celebrato Mons Gaudi ), dal quale si apriva di colpo la vista sull’Urbe a pellegrini e viaggiatori che provenivano dal Nord. Sutri si ritrova anche nel resoconto delle tappe del viaggio del re di Francia Fi - lippo II l’Augusto di ritorno dalla crociata nel 1191 ( Sutre civitas episcopalis )14 ; in un passo della Cronaca dell’Anonimo di Béthune che narra della morte di Roberto V signore di Béthune avvenuta a Sutri mentre anch’egli faceva ritorno in Francia dopo 9 Per tutti gli aspetti relativi al rapporto fra Sutri e le chansons de geste si rimanda a BISSON , La leggenda dell’infanzia di Rolando a Sutri , in questo volume.
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