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STORIA E FUTURO. QUALI POLITICHE REGIONALI PER REALIZZARE UNA SMART REGION Una ricerca sulle trasformazioni dell’economia in Emilia Romagna realizzata da: Vittorio Capecchi, Sergio Caserta, Angiolo Tavanti Incarico dell’Assessorato alle Attività Produttive della Regione Emilia Romagna all’ Associazione Valore Lavoro di Bologna BOLOGNA GENNAIO 2015 INDICE PARTE PRIMA: QUALI POLITICHE REGIONALI PER REALIZZARE UNA SMART REGION Vittorio Capecchi I. COME ANALIZZARE LO SVILUPPO ECONOMICO DI UNA REGIONE 1.1 Dalla Responsabilità sociale delle imprese alla Smart Region 1.2 Per definire le politiche regionali: distretti, filiere, reti , cluster 1.3 La natura della tecnologia e l’interpretazione dei suoi cambiamenti 1.4 Le vie che portano ad una Smart Region II. TRE RISPOSTE ALLA CRISI 2.1 Risposte alla crisi dal basso 2.2 Risposte alla crisi da parte degli attori intermedi 2.3 Risposte alla crisi da parte degli attori regionali 2.4 Come intrecciare le tre risposte PARTE SECONDA: LE DIREZIONI DELLA INNOVAZIONE TECNOLOGICA E DELLE IMPRESE IN UN PERIODO DI GRANDI CAMBIAMENTI Vittorio Capecchi, Sergio Caserta III. LE STATISTICHE DEL CAMBIAMENTO III.1 I dati della crisi e del cambiamento per settore 3.2 Per una diversa metodologia di analisi e previsione IV. IL FUTURO E LA STORIA: DIECI DIREZIONI DELLA INNOVAZIONE TECNOLOGICA E DELLE IMPRESE 4.1 Il distretto bolognese del packaging 4.2 Le industrie della mobilità e la mobilità sostenibile 4.3 Le tante direzioni della creatività meccatronica 4-4 Le filiere dell’agroalimentare 4.5 Le filiere del costruire-abitare 4.6 La green economy 4.7 Le industrie della salute e del benessere 4.8 Le industrie culturali e creative 4.9 Le filiera delle moda 4.10 Smart city, turismo e periferie PARTE TERZA: COME ORGANIZZARE IL CREDITO E LA FINANZA Angiolo Tavanti ELENCO AUDIO INTERVISTE DELLE QUALI E DISPONIBILE UNA SINTESI SCRITTA RIVISTA DALLE PERSONE INTERVISTATE Interviste ad imprenditori e rappresentanti istituzionali e dell’associazionismo 1) Andrea Bandiera, Cremeria Scirocco 2) Paolo Valentini Balestri Spa 3) Cesare Rapparini, ICA spa 4) Claudio Tedeschi, Dismeco srl 5) David Pazzaglia, Cedac srl , 6) Andrea Sartori, Fab Lab 7) Fab Lab, Gabriele Carloni, Fab Lab 8) Federica Frattini,Podere San Giuliano 9) Gianluca Monti, Studio Pedrini srl 10) Gianni Fondriest, Deltatech snc 11) Claudio Giurin e Gianpiero Zama,Biogas italia srl 12) Daniele Vacchi, IMA group spa 13) Roberta Piccinini, Lamipress srl 14) Lorenzina Falchieri, CNA Unione produzione 15) Lorenzo Rimondi, Archidron, 16) Marianna Panebarco, Panebarco snc 17) Maria Pia Conti, Panificio Zanella srl 18) Maurizio Valentini, Consorzio Magnesio 19) Gabriele Gherardi,OASS snc, 20) Paolo Bertuzzi, CAT progetti srl, 21) Patrizio Bianchi, Assessore Regione ER 22) Roberta Bellavia , CNA Innovanet 23) Roberto Morisi, Carpigiani group ALI spa 24) Silvano Bertini, Ass.attività produttive Reg. Emilia Romagna 25) Valentina Marchesini, Marchesini group 26) Vittorio Grandi, Diconet srl 27) Valter Conti, Laco srl 28) M. Aleotti, G. Sabbadini e G.Minciarelli, Yomee technology, 29) Lorenzo Zanotti e Patrizia Poggiali, Gala cosmetici srl, 30) Isabella Seragnoli (intervista scritta), Coesia group 31) Gaetano Bergami BMC Air Filters 32) Vincenzo Colla, segretario CGIL ER 33) Paolo Bonaretti, direttore Aster ER 34) Alessandro Alberani segretario CISL ER 35) Adriano Turrini Presidente Coop Adriatica 36) Mauro Felicori Incredibol 37) Antonio Puglisi Robot Bo PREMESSA Questa ricerca è stata realizzata attraverso un finanziamento dell’Assessorato alle attività produttive della Regione Emilia Romagna alla Associazione Valore Lavoro di Bologna il cui presidente è Angiolo Tavanti. Questa ricerca è stata realizzata attraverso trenta video interviste che sono state trascritte e il cui testo è stato rivisto dalle persone intervistate così da poterlo rendere pubblico. Noemi Pulvirenti ha curato sia la trascrizione delle videointerviste sia la cura dei brani di video che verranno resi pubblici insieme alle interviste trascritte. Le interviste e video saranno resi pubblici nel sito di Valore Lavoro. Alla scelta e alla realizzazione delle interviste ha collaborato attivamente Roberta Bellavia responsabile del progetto Innovanet della CNA di Bologna. PARTE PRIMA: QUALI POLITICHE REGIONALI PER REALIZZARE UNA SMART REGION a cura di Vittorio Capecchi . I. COME ANALIZZARE LO SVILUPPO ECONOMICO REGIONALE Le principali differenze che oggi si possono individuare è tra chi considera solo variabili economiche e presenta i problemi solo con modalità “tecniche” e chi oltre a queste variabili e modalità considera anche i valori e altre variabili (Becattini parlava di variabili sociologiche, storiche, politiche e culturali). Se si segue questo secondo modo di procedere le tendenze di uno sviluppo economico regionale non possono che essere ricondotte a scelte più generali europee e internazionali in cui nel fondo l’alternativa è tra un modello si sviluppo economico neoliberista e un modello di economia solidale con all’interno una impresa che cerca i profitti con il massimo sfruttamento possibile e una impresa responsabile socialmente. In termini “classici” lo scontro è ancora tra Keynes e Milton Friedman e tra il modello di impresa di Adriano Olivetti e il modello Marchionne. L’interrogativo che ci siamo posti in questa analisi dello sviluppo economico regionale in Emilia Romagna non è stato quindi solo sulla identificazione delle imprese che sono più competitive o di quelle più in crisi ma con quali visioni complessive queste imprese si sono mosse. Le imprese intervistate in Emilia Romagna sono più vicine a un modello di impresa socialmente responsabile come lo era stata l’Olivetto nel periodo di Adriano Olivetti o sono più vicine a una impresa che come unico obiettivo il profitto ad ogni costo? E’ all’interno di queste scelte che si muovono i cambiamenti nella rete concettuale che è importante documentare per capire la maggiore minore adeguatezza delle politiche regionali anche in Emilia Romagna 1.1 Dalla responsabilità sociale delle imprese alla Smart Region In questo paragrafo sono considerate le linee che vanno da una idea di impresa responsabile a quella di una Smart Region regione al centro dell’attenzione della Comunità Europea tenendo poi presente nella storia della regione Emilia Romagna le caratteristiche più profonde che portano verso un modello di economia solidale verso cui convergono le più recenti esperienze dei movimenti di Fab lab e Makers che dagli stati Uniti sono arrivati in Italia e in Emilia Romagna. La responsabilità sociale dell’impresa a partire dalla esperienza di Adriano Olivetti Ho avuto possibilità di conoscere direttamente la cultura della Olivetti di Ivrea, la cultura che era stata costruita con intelligenza e passione da Adriano Olivetti, attraverso una borsa da ricercatore junior al Centro di Psicologia dell’Olivetti appena laureato alla Bocconi nel 1961. (quando Cesare Musatti era il responsabile scientifico e Renato Rozzi e Francesco Novara i due psicologi che gestivano il Centro). E’ tenendo conto di quella esperienza che ho scritto il libro Responsabilità sociale dell’impresa pubblicato nel 20051. In quel libro mi proponevo due obiettivi (a) definire il concetto di responsabilità sociale dell’impresa sulla base del libro di Robert Edward Freeman che nel 19842 spostò l’attenzione di chi dirigeva un’impresa dagli shareholder (azionisti) agli stakeholders (portatori di interessi). In altri termini l’impresa può decidere di essere competitiva ma nello stesso tempo responsabile socialmente nei confronti dei dipendenti, l’ambiente, il territorio dove è presente l’impresa, i clienti, i fornitori, il territorio dove vengono consumati i prodotti ecc..; (b) contrastare tutte le strategie ambigue (anche al livello legislativo) che cercano di strumentalizzare un possibile marchio di “responsabilità sociale” solo per pubblicità e favorire una strategia d’impresa realmente “responsabile socialmente” come era stata quella di Adriano Olivetti,. Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva Il Documento della Commissione europea3 “Bilancio della strategia Europa 2020 per una definiscono lo scenario verso cui tutte le regioni europee sono invitate a procedere. Questo scenario è stato preso come punto di riferimento dal neo presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini e verso quello scenario convergono valori presenti nella storia di questa regione. L’etica nelle tradizioni del la famiglia mezzadrile e del lavoro artigianale Sulla famiglia mezzadrile Adele Pesce4 ha fatto l’ipotesi che la cultura di questa famiglia/impresa caratterizzata dall’autonomia femminile e dalla relazione tra donne 1 V. Capecchi, Responsabilità sociale dell’impresa, Carocci, Roma 2005 2 E. Freeman, Strategic Management: a stakeholder approach, Pitman, Boston 1984 3 Commissione Europea, Bilancio della strategia Europa 2020 per una crescita intelligente, soste- nibile e inclusiva. Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al consiglio, al CCo- mitato economico e sociale europeo e al Comitato ndelle Regioni, Bruxelles 5 marzo 2014 4 Il testo di Adele Pesce sulla famiglia mezzadrile è stato ripubblicato in A. Pesce, Fare cose con le parole (a cura di V. Capecchi e D. Meneghelli), Dedalo, bari, 2012, pp. 329-349 abbia influenzato il modello a specializzazione flessibile all’interno della cultura imprenditoriale industriale urbana. I valori della famiglia mezzadrile sono la solidarietà, il prendersi cura e valorizzare tutti i componenti sia femminili che