La Narrativa E La Città
Napoli da Serao a Saviano: racconto o cronaca ? LA NARRATIVA E LA CITTÀ Antonio Borrelli, Aniello Fratta Napoli è certamente una delle città italiane ed europee alla quale sono stati dedicati più ro- manzi dalla fine dell’Ottocento ai giorni nostri, dal momento che, per la sua storia, per i suoi pro- blemi, per la sua morfologia, per il carattere della sua popolazione, ha sempre suscitato interesse nei viaggiatori, nei cronisti e negli scrittori, napoletani e non. La stessa camorra, male endemico della città e più in generale dell’area campana, è diventata un tema frequente non solo nella letteratura, ma anche nel teatro, nel cinema e nella canzone. Limitandoci in questa sede al genere romanzesco, le opere ambientate nel capoluogo cam- pano sono molte, tanto che abbiamo dovuto necessariamente operare la seguente essenziale selezio- ne: Matilde Serao, Il ventre di Napoli, Milano, Treves, 1884; Carlo Bernari , Tre operai , 1934; Domenico Rea , Spaccanapoli , 1947; Giuseppe Marotta , L’oro di Napoli , 1947; Luigi Incorona- to , Scala a San Potito , 1950; Anna Maria Ortese , Il mare non bagna Napoli , 1953; Raffaele La Capria , L’armonia perduta , 1986; Fabrizia Ramondino , Star di casa , 1991; Ermanno Rea , Mi- stero napoletano , 1995; Giuseppe Montesano , Nel corpo di Napoli , 1997; Peppe Lanzetta , Tropi- co di Napoli , 2000; Valeria Parrella , Mosca più balena ?, 2003; Antonella Cilento , Nero napole- tano , 2004; Erri De Luca , Napolide , 2006; Roberto Saviano , Gomorra , 2006. Una prima scelta ha isolato quei romanzi che più direttamente hanno indagato, con risposte spesso contrastanti, la vita della città nei suoi vari aspetti (culturale, antropologico, sociale): un cri- terio che ha imposto l’esclusione anche di autori importanti, come Mario Pomilio e Michele Prisco, sia perché più attenti agli ambienti borghesi della provincia meridionale, sia perché, per loro stessa ammissione, valutabili come scrittori “non napoletani”, anche vivendo a Napoli.
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