Amato, L'ultimo Feudo
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Amato, l'ultimo feudo Amato è uno tra i tanti centri urbani poco conosciuti della Calabria, situato in una parte alla montagna, caratterizzata da denominazione di Amato, quan- centrale della regione, lungo il un ricco patrimonio boschivo, in do gli ultimi abitanti, sopravvis- tratto del raccordo autostradale, prevalenza querce, cirri, casta- suti al continuo dilagare delle più conosciuto come SS 280 dei gni; molte sono le sorgenti pre- tempeste alluvionali ed all'as- Due Mari che collega il Tirreno senti nella zona, ricche di acque salto di feroci predatori, si ritira- e lo Jonio, nel punto più stretto minerali, alcune con poteri natu- rono sulle alture dell'attuale della Calabria, l’Istmo di S. rali, dagli effetti particolarmente città. Eufemia, inserito, geografica- diuretici. La popolazione è Amato cominciò ad espandersi mente, tra il Comune di attualmente di circa 1000 abi- nel IX e nell'XI sec d.C. con l'ar- Serrastretta e quello di Miglierina tanti e come gli altri paesi del rivo dei Normanni che fortifica- ed occupa una superficie di oltre circondario ha subito la piaga rono il territorio con la costruzio- 2.000 ettari. dell'emigrazione. Attualmente è ne di castelli tra Nicastro, E' facilmente raggiungibile ed è abitato prevalentemente da per- Feroleto, Maida e naturalmente equidistante da Catanzaro e sone anziane, in compenso è il anche ad Amato. Lamezia Terme. Gode di un otti- classico paese a "misura d'uo- Amato appare ufficialmente sui mo clima ed è un territorio piut- mo". documenti storici nell’anno tosto vario, che va dalla collina La storia di Amato vanta origini 1060, quale feudo disabitato, di antichissime, la cui fondazione proprietà di Costanza d’Altavilla. risale alla razza Ario Pelasga Le prime notizie certe si hanno www.ilbelpaesecalabria.itdegli Itali che si insediarono nel nel 1362, quando i Ruffo di Golfo di Sant'Eufemia, dando Calabria cedettero la baronia di vita alla primitiva città di Lamezia Amato ai Rodio che poi, a loro Terme, il cui nome le deriva dal volta, così avveniva allora, la fiume Lamatus. vendettero ai Marchesi Susanna A causa di sconvolgenti feno- di Catanzaro, dai quali passò meni naturali, gli abitanti furono poi ai Rocca ed in seguito nel costretti a rifugiarsi sui promon- 1550 al Barone Donato Antonio tori che dominavano la vallata Mottola, fino al 1811, quando del Lamato, nella città che chia- con il proclama di Napoleone marono Lameto, successiva- furono abolìti i feudi. mento Lamato e nella definitiva Un altro aspetto importante www.ilbelpaesecalabria.it quote, facendo scomparire il latifondo, ponendo fine ad un lungo periodo di miseria, con- sentendo agli abitanti di ripren- dersi economicamente e dai tanti disagi vissuti. Da visitare sono alcune case che rispecchiano l’età tardo- medioevale, dalle tipiche arcate. Purtroppo negli anni Sessanta, con rifacimenti indiscriminati, sono andate in gran parte distrutte, una delle poche super- stiti che rispecchia l’antica strut- tura è una vecchia casa nella piazza principale. nella storia di Amato si ebbe nel delle case che erano basse, for- 1432 con l’arrivo degli Albanesi, mate da materiale deperibile, guidati da Reres che vi fondaro- quale paglia e fango, come veni- no le colonie di Amato, Caraffa vano costruite in Albania, il loro e Zangarona, stabilendosi nella paese d’origine. Resta a testi- parte alta del paese, dove non monianza una fontana, chiama- Esisteva un bellissimo castello ebbero però vita facile con le ta "dei Greci” a ricordo in quel di impianto Aragonese, del popolazioni indigene del luogo rione della loro permanenza. quale, un’ala dei due bastioni, e dovettero quindi fuggire, negli anni Cinquanta, è stata lasciando poche tracce del loro adibita ad oleificio mentre una passaggio, infatti i cittadini di torre miracolosamente soprav- Amato non conservano usi e vissuta è stata inghiottita ed costumi della tradizione albane- occultata nel complessivo edifi- se. Gli Albanesi giunsero ad cio, privata delle sue linee origi- Amato su richiesta di aiuto da narie. Anche la casa natale del parte dell’Aragona che si trova- filosofo Michele Torchia è anda- va in difficoltà e il loro capo ta distrutta. Skanderbeg delegò il capo alba- nese Reres, che era stato man- dato per fondare alcune colonie, a portare soccorso ad Alfonso Fontana "dei greci". d’Aragonawww.ilbelpaesecalabria.it nella battaglia contro i Turchi. Gli Albanesi, guidati da Amato è situato nella parte Reres, che si fermarono ad Nord-Est dell’omonimo fiume il Amato, a differenza delle colo- Lametus della classicità. nie fondate dal Matragno, porta- Divenne comune autonomo nel rono con sè, anche le famiglie 1811 quando a seguito della dei soldati, con l’intento di stabi- riforma agraria, il Comune distri- lirsi in questi luoghi e in “contra- buì piccoli appezzamenti di terra da La Valle” c’è un antico stan- ai tanti abitanti del paese. In ziamento albanese e lo si può virtù di quel frazionamento, vedere dai ruderi di ciò che resta ancora oggi i piccoli poderi di Il torrione, unico superstite dell'antico della struttura architettonica montagna vengono chiamati castello. www.ilbelpaesecalabria.it Catanzaro che il terreno dove sorgono questi anfratti fu acqui- stato da un abate Francesco del Lauro per ricavarne una cava di pietra per estrarne il materiale. Infatti, allora, la montagna era ricca di questi giacimenti e il Galante nel 1792 dichiarò che ad Amato vi erano grosse quan- tità di questo minerale scistoso. Il fenomeno del brigantaggio Chiesa Madre detta dell'Immacolata ebbe sicuramente origine dalle Concezione. condizioni di miseria in cui si Nel 1121, con bolla di Papa trovava il popolo, a causa dei Callisto II, la Diocesi di Amato, soprusi e delle prepotenze subi- che prima apparteneva a te dai feudatari che li derubava- Arco della torre del castello feudale Catanzaro, passò alla Diocesi di no dell’intero raccolto. Da que- (sec.XI-XII). Nicastro, dov’è tuttora, riconfer- sto stato di cose che la gente mata con bolla di Papa viveva come una insostenibile Il filosofo del Settecento, fu con- Alessandro III. oppressione, alcuni di loro si sigliere particolare dell’Abate Nel 1810 Amato ha vissuto il diedero alla macchia, rifugian- Genovese, del Filangeri ed in fenomeno del brigantaggio e dosi nei boschi taglieggiando letteratura del Metastasio. sulla montagna sono ancora questi ricchi proprietari contro i Partecipò ai moti rivoluzionari visibili i loro nascondigli, formati quali in definitiva si erano ribel- del 1799, fu collaboratore di da alcune grotte denominate lati. Ad Amato se ne ricorda la Fonseca di Pimitel, l’eroina del “del lauro”. Fino a poco tempo presenza di alcuni tra i più teme- 1799, a causa della quale fu fa si pensava che questa zona rari, il più sanguinario, di nome confinato in esilio a Marsiglia e prendeva il nome dalla pianta, “Faciune” ed a Miglierina un condannato al carcere a vita, appunto, dell’alloro, invece si è certo di nome “Gunnella”. dove vi morì nei primi dell’Otto- scoperto, attraverso documenti (Le notizie storiche di Amato dal 1060 in cento. Fu un personaggio impor- dell’Archivio Storico di poi sono state gentilmente fornite dal Sig. tante e le sue opere, rimaste Pietro Cappellano). inedite sono in gran parte custo- dite nell’Archivio di Stato a Napoli. L’opera che è stata ritro- vata, tratta della descrizione delle Calabrie, sotto l’aspetto economico e sociale. Compose l’elogio funebre di Maria Teresa d’Austria, è fu ambasciatore d’Olanda e d’Austria. A Catanzaro gli è stata dedicata una viawww.ilbelpaesecalabria.it a suo nome. Fu citato da Benedetto Croce che nella Storia d’Italia: “noi autori napo- letani dobbiamo ringraziare Michele Torchia per la sua opera” . E ancora il Croce nell’ “ira funesta” nel descrivere la distruzione del terremoto del 1783 riporta molti passi conte- nuti nell’opera del Torchia, che viene citato dal Valente e da Chiesa Madre detta dell'Immacolata autori come Augusto Placanica. Concezione – Interno. www.ilbelpaesecalabria.it.