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DIPARTIMENTO DI

ANALISI DEI DATI AMBIENTALI E MODALITÀ D’INTERVENTO ARPACAL NELL’AMBITO DEL P.E.E. DELLA DITTA AUTOGAS MERIDIONALE SPA SITA NEL AREA “ASI” DEL DI (CZ)

Settembre 2011

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INQUADRAMENTO GENERALE DELL’AREA DI STUDIO La piana di S. Eufemia Lamezia è estesa per circa 120 kmq ed è ubicata all’estremità occidentale della stretta di Catanzaro. Quest’ultima costituisce la separazione naturale tra la Calabria settentrionale e meridionale. La forma della piana di Sant’ Eufemia Lamezia, che insiste quasi completamente sul territorio del comune di Lamezia Terme, è simile ad un triangolo isoscele. Idealmente si può associare la base del triangolo alla linea di costa, compresa tra Lido, a Nord, e la foce del Fiume Angitola a Sud (Pizzo Calabro) con una lunghezza di 15 km. Mentre l’altezza del triangolo è coincidente con l’asta del fiume , che è pari a circa 10 km. In particolare, a sud della foce del fiume Amato, sorge l’area ex SIR le cui coordinate metriche medie sono: X: 607152,97 - Y: 4302745,47 Il sistema di riferimento è WGS 84 (World Geodetic System 1984) All’intero della piana di Sant’ Eufemia Lamezia sorge l’area ex SIR. Attualmente quest’area, in cui si trova lo stabilimento della AUTOGAS MERIDIONALE SPA, unitamente all’area contermini, a monte della strada statale (SS.18), costituisce la Zona Industriale di Lamezia Terme gestita dall’

ASI - CAT (Area dello Sviluppo Industriale della Provincia di Catanzaro).

SIR

Perimetrazione schematica area ex SIR Perimetrazione schematica area ASI

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Figura 1 – Inquadramento generale della piana di S. Eufemia Lamezia con alcuni riferimenti toponomastici MORFOLOGIA La pianura di S. Eufemia. di età Olocenica, è delimitata verso l’interno dai versanti collinari terrazzati di e Sambiase a Nord, di ad Est, dagli altipiani delle Serre (Maida ecc.) a Sud-Est. Verso l’esterno è invece bordata dal Mar Tirreno. Lungo tutto il litorale è presente una fascia continua di dune eoliche in parte stabilizzate e in parte attive. Morfologicamente l’area è caratterizzata dalla presenza di un alto strutturale (Horst) che si identifica orograficamente con le propaggini meridionali del Massiccio della Sila (Monte Mancuso, 1290 m s.l.m., Monte Reventino, 1416 m s.l.m, Monte Castelluzzo 1202 m s.l.m.) ed un basso strutturale (Graben) che corrisponde geograficamente alla Piana di S. Eufemia. L’intera piana è formata da una potente serie di depositi alluvionali generata dall’intersezione delle “conoidi di deiezione” formatesi dalle alluvioni dei torrenti che la attraversano partendo dai rilievi collinari bordieri. La Piana di S’Eufemia è infatti solcata da numerosi corsi d’acqua che sfociano a mare ovvero il fiume Amato, che scorre al centro della piana, il Torrente Bagni e Cantagalli a Nord, il Torrente Turrina a Sud.

IDROGRAFIA La rete idrografica è nel complesso alquanto elementare ed i corsi d’acqua hanno generalmente carattere torrentizio. I loro alvei rimangono asciutti, o quasi, in estate, mentre in autunno e soprattutto in inverno, con il verificarsi delle precipitazioni più intense, danno luogo a piene improvvise. Le condizioni geologiche, la situazione morfologica ed il regime pluviometrico condizionano i deflussi delle linee di drenaggio superficiali che risentono con immediatezza delle precipitazioni atmosferiche per cui possono raggiungere valori notevoli di portata in tempi ridotti (bassi tempi di corrivazione). Il regime di molti corsi d’acqua, quindi, è di tipo torrentizio con notevoli portate durante la stagione piovosa ed in occasione di precipitazioni intense e prolungate, mentre si riducono notevolmente fino a condizioni di completa assenza d’acqua nella stagione estiva. Questo regime, rappresentato, nella piana dai torrenti Bagni, Cantagalli e Turrina, è tipico delle fiumare calabresi, che presentano bacini d’ alimentazione piccoli e in forte pendenza. Il corso d’acqua principale, che governa l’assetto idrografico della piana, è il fiume Amato che trae origine dal monte Reventino (m 1416 s.l.m.) e si sviluppa per una lunghezza complessiva di 56 km, con un bacino di circa 400 km2. Detto corso d’acqua presenta un regime di magra assai modesto, ma diventa dannoso nel periodo di piena per la sua azione sulla pianura alluvionale. L’alveo del

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Fiume Amato può essere schematicamente diviso in un tratto di monte stretto e in forte pendenza e un tratto di valle, che si sviluppa nella piana, caratterizzato da un ampio alveo ghiaioso caratterizzato da un reticolo a rami anastomizzati tipo “braided”.con estese barre ed isole fluviali dalla caratteristica forma a losanga. L’Amato è alimentato da un fitto reticolo idrografico, che si origina dalle alture circostanti, e rappresenta il livello di base locale per tutte acque che drenate dai corsi d’acqua minori della zona. Gli affluenti più importanti dell’Amato sono il torrente Piazza, S. Ippolito, il Torrente Pesipe e il Torrente Cottola.

CARATTERISTICHE GEOLOGICHE La pianura alluvionale di S. Eufemia Lamezia corrisponde alla parte tirrenica della stretta di Catanzaro che, come già accennato in precedenza, è bordata dai rilievi collinari terrazzati di Nicastro e Sambiase a Nord, di Caraffa di Catanzaro ad Est, dagli altopiani delle Serre (Maida ,San Pietro a Maida, ecc.) a Sud-Est. In generale La Stretta di Catanzaro segna il limite tra la Calabria Settentrionale e la Calabria Meridionale e rappresenta, da un punto di vista orografico, una depressione morfologica allungata in direzione E-W, corrispondente ai bacini dei Fiumi Amato e del F. Corace, ed è delimitata a Nord dal Massiccio della Sila e a Sud da quello delle Serre. La Stretta di Catanzaro è strutturata da faglie normal-trascorrenti sinistre caratterizzate da una direzione media WNW-ESE che nell’insieme hanno generato la fossa tettonica meglio conosciuta come “graben di Catanzaro”. In particolare nella sua porzione settentrionale, il “graben” è caratterizzato dalla faglia d’importanza regionale “Sambiase – - Catanzaro”, che delimita le propaggini meridionali dei sistemi montuosi Catena Costiera - Sila. Nel settore meridionale del graben le strutture WNW-ESE risultano molto meno frequenti ed evidenti rispetto al bordo settentrionale e sono rappresentate dall’ importante direttrice “Maida – - ”. Da un punto di vista geologico (figura 2), ai fini del presente lavoro, si è ritenuto opportuno raggruppare le unità geologiche affioranti in due domini principali rappresentati da:

 Substrato roccioso pre-pliocenico: affiorante in corrispondenza dell’alto strutturale, costituito da rocce metamorfiche di basso grado paleozoico-mesozoiche (filladi, gneiss ed in subordine, rocce verdi) e da rocce carbonatiche giurassiche (dolomie e calcari), ricoperte localmente in discordanza da sedimenti terrigeni alto-miocenici rappresentati da argille marnose ed, in subordine, da gessi e

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calcari evaporitici alto miocenici. Le rocce sono intensamente pieghettate e fittamente attraversate da superfici di faglia che ne aumentano gli indici di fratturazione e le predispongono all’alterazione.

 Depositi sedimentari plio-pleistocenici: affiora in corrispondenza del basso strutturale della Piana di Sant’Eufemia ovvero una depressione tettonica riempita da potenti successioni sedimentarie d’origine marina d’età Pliocene superiore-Pleistocene medio, ricoperte da depositi di conoide d’origine continentale d’età Pleistocene superiore-Olocene. I depositi plio-pleistocenici sono rappresentati da una successione prevalentemente argillosa ed in subordine sabbioso-conglomeratica. In particolare tali depositi sono qui rappresentati da due generazioni di conoidi che si allineano lungo il bordo settentrionale della Piana di Sant’Eufemia, e dai sedimenti fluviali del Fiume Amato. Dal punto di vista litologico-tecnico la piana è limitata a Nord (da Gizzeria a ) dal margine sud-occidentale della Sila dove affiorano scisti filladici, caratterizzati da resistenza all’erosione da moderata ad elevata ed una basso grado di permeabilità. A sud (da Maida a Borgia) è bordata dalle pendici settentrionali delle Serre, dove, in affioramento, si hanno gneiss e scisti, notevolmente resistenti all’erosione, caratterizzati da una bassa permeabilità che tende però ad aumentare nelle zone di fratturazione. Queste formazioni possono risultare ricoperte da sporadici lembi di formazioni sabbioso-conglomeratiche quaternarie. Infine ad est la zona è caratterizzata dall’affioramento di rocce argillose uniformi e compatte (marne, argille marnose e siltose), caratterizzate da una bassa resistenza all’erosione e da una bassa permeabilità. In particolare nella zona nord della piana i terreni médio pliocenici risultano interamente coperti da alluvioni antiche distribuite in grandi conoidi, con apice rivolto verso Nicastro e Sambiase, e da sovrapposte alluvioni e conoidi recenti generate dalle piene dei torrenti che solcano la piana (T. Piazza, T. Cantagalli, T. Bagni ecc.). I depositi pleistocenici, invece, risultano generalmente terrazzati a causa delle ingenti vicissitudini tettoniche subite dall’area nelle ere geologiche che hanno indotto alla formazione delle importanti strutture tettoniche (faglie) prima descritte e riportate nella figura seguente.

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SIR

2-A

2-B

SIR

Figura 2: 2-A : Carta litologico – strutturale e dei movimenti di massa della stretta di Catanzaro (CNR – IRPI)

2-B : Principali caratteristiche geologiche dell’area in esame

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CARATTERISTICHE IDROGEOLOGICHE La Piana di S. Eufemia appartiene ad un’ampia unità idrogeologica (circa 620 km2). Le litologie affioranti riflettono direttamente le caratteristiche di permeabilità dell’area, come si evince dallo stralcio della “Carta della Permeabilità” realizzata dal Centro Cartografico della Regione Calabria (figura 3). Infatti, la piana, è caratterizzata da valori elevati in corrispondenza dell’alto strutturale, in cui affiorano le rocce cristallino-metamorfiche, e da valori elevati e molto elevati nel settore di pianura in cui affiorano le litologie sedimentarie. In base alla natura delle formazioni geologiche è possibile distinguere, all’interno della unità idrogeologica, cui appartiene la piana di S. Eufemia, quattro diversi acquiferi [CASMEZ -1976]: Acquifero cristallino: interessa la zona sud-occidentale della Sila, è formato da graniti, gneiss e scisti paleozoici, che pre- sentano una permeabilità secondaria dovuta all’intensa fratturazione e alterazione ed è, nel complesso, di modesta estensione, con spessore variabile fino a circa 50 m. Acquifero sabbioso Calabriano: si sviluppa nella zona Compresa tra Pianopoli, Caraffa di Catanzaro e Girifalco su circa 150 km2. Le sabbie presenti sono sede di una falda acquifera, la loro granulometria è variabile, ma il loro spessore arriva ad alcune decine di metri nelle zone dove queste formazioni affiorano. Acquifero arenaceo e conglomeratico: interessa la parte del bacino del fiume Amato e dei suoi affluenti che si estende tra Maida e Filadelfia per un’area complessiva di circa 120 km2. La geometria dell’acquifero non è nota, ma il suo spessore supera certamente i 100 m. Acquifero alluvionale: è il più importante di tutto il bacino e si estende su una superficie di circa 200 km2, Si sviluppa nella zona dei terrazzi alluvionali a nord del fiume Amato e nelle vallate dell’Amato stesso e dei Torrenti Bagni e Turrina ed interessa inoltre tutta l’estesa fascia costiera compresa l’area ex SIR. I materiali alluvionali recenti che hanno riempito le depressioni formatesi durante il sollevamento della regione sono granulometricamente più o meno grossolani. La stratificazione si presenta con un’alternanza di materiali sabbiosi e ciottolosi intercalati da livelli,

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più o meno spessi, di materiali limosi e argillosi.

SIR

Figura 3 Stralcio della Carta della Permeabilità (Centro Cartografico Regionale)

Si può affermare quindi che la pianura alluvionale è sede di falde acquifere consistenti poste all’interno di litologie a permeabilità media. Da dati di letteratura si ricava che la permeabilità -4 -6 media è all’ incirca: 10 >Kmed > 10 cm/s in funzione della granulometria dei singoli acquiferi. Sempre mediante dati di letteratura è stata ricostruita la carta idrogeologica - tecnica della piana di Sant’Eufemia da cui si evince l’esistenza di una falda acquifera molto produttiva all’interno di -4 -6 litotipi a granulometria variabile con permeabilità media (10 >Kmed > 10 cm/s) ed una soggiacenza compresa tra 1.0 m dal piano campagna nella zona distale e 30 m dal p.c. nella zona più interna. Dall’andamento delle isopieze è stato inoltre possibili ricostruire le direzioni Via Lungomare, loc. Mosca – 88100 Catanzaro – Tel.: 0961/732540 – Fax:0961/738689, e-mail: [email protected]

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preferenziali di flusso che evidenziano una migrazione delle acque di falda verso la costa. Le linee di flusso sono orientate principalmente verso i corso d’acqua più importanti (F. Amato, T. Cantagalli, T. Turrina).

Figura 4 –Carta Idrogeologico - Tecnica della piana di S. Eufemia Lamezia Via Lungomare, loc. Mosca – 88100 Catanzaro – Tel.: 0961/732540 – Fax:0961/738689, e-mail: [email protected]

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SINTESI DELLE CARATTERISTICHE METEOCLIMATICHE

Pluviometria All’interno del bacino idrogeologico a cui la piana di S. Eufemia appartiene sono numerose stazioni di misura delle precipitazioni e della temperatura. gestite dal CFS – Multirischi di ARPACal (ex servizio Idrografico e Mareografico di Stato). Fra queste ne sono state selezionate 4. Nel dettaglio le stazioni pluviometriche analizzate sono: S. Eufemia Lamezia, Lamezia Terme Licciardi-Maida, Scalo, Lamezia Terme-Palazzo. Tra tutte sono state selezionate queste 4 poiché, unendo idealmente i punti di ubicazione delle 4 stazioni, è possibile tracciare un poligono ed isolare così un’area omogenea all’interno del quale ricade il comprensorio dell’ex SIR ed in cui insiste lo stabilimento AUTOGAS MERIDIONALE SPA oggetto del piano. Inoltre le stazioni selezionate hanno fornito con continuità, le misure delle precipitazioni. In particolare poi La stazione di S. Eufemia-Palazzo è dotata di anemometro (dispositivo per la misura del vento) permettendo così di assumere informazioni anche sulla direzione, velocità e frequenza dei venti dominanti.

Figura 5: Ubicazione delle stazioni

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Nel dettaglio i dati pluviometrici disponibili sono: Stazione di S. Eufemia Lamezia periodo: 1929 – 2001, Stazione di Curinga Scalo periodo: 1951 – 2001, Lamezia Terme-Palazzo periodo: 2002 – 2009, Lamezia Terme-Licciardi-Maida periodo: 2002 – 2009. Di seguito si riportano i grafici dei valori medi annui di pioggia misurati nelle stazioni di Curinga Scalo, S. Eufemia Lamezia. I grafici delle altre due stazioni (Lamezia T.- Palazzo e Licciardi) non sono disponibili poiché la serie è inferiore ai 10 anni (periodo 2002 – 2009). Tuttavia i dati di queste due stazioni sono stati incrociati con i precedenti per individuare l’ area omogenea, riportata in figura 5 per ciò che concerne i mm di pioggia annui caduti sull’area ex SIR.

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Figura 6– grafici dei valori medi annui di pioggia misurati nelle stazioni di Curinga Scalo e S. Eufemia Lamezia

Dall’elaborazione dei dati raccolti è emerso che il regime pluviometrico è caratterizzato da una forte concentrazione delle precipitazioni nei mesi autunnali - invernali con il picco massimo di concentrazione nel mese di, Dicembre, e poi a seguire Novembre Gennaio, Ottobre e Febbraio. Le precipitazioni medie mensili variano da un massimo di 144.2 mm nel mese di Gennaio, ad un minimo di 18.1 mm nel mese di Luglio.

Vento I dati annuali disponibili sono riferiti alla stazione di Lamezia Terme-Palazzo, l’unica tra le 4 individuate, dotata di Anemometro ovvero uno strumento in grado di misurare la velocità del vento. I dati disponibili presso la citata stazione pluviometrica sono riferiti agli anni 2003 – 2008 ma molti anni sono incompleti. Le serie annuali complete disponibili sono ascrivibili al 2004 – 2006. Pertanto le serie sotto riportate sono quelle annuali complete ciononostante i dati incompleti degli altri anni (disponibili per molti mesi di ogni anno) sono stati utilizzati come verifica dei dati afferenti al triennio 2004 – 2006 sotto riportato. Dall’analisi dei dati disponibili si evince che la direzione dei venti dominanti è Ovest – Nord/Ovest (Ponente e Maestrale) con velocità media di 3 m/s e subordinatamente Est – Nord/Est (Levante e Grecale) con velocità comprese trai 2 ed i 3 m/s. La conoscenza della direzione e velocità del vento è di fondamentale importanza per lo studio della dispersione di eventuali inquinanti, per l’individuazione del “pennacchio d’inquinamento” e di eventuali ricadute sul suolo.

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Figura 7: grafici dei valori medi annui di F (%) e Vmed (m/s) del vento misurato nella stazione di Lamezia T- Palazzo

Figura 7bis: grafici dei valori medi annui di F (%) e Vmed (m/s) del vento misurato nella stazione di Lamezia T- Palazzo

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Uso del suolo Per ciò che concerne l’uso del suolo (latu sensu) nella piana di Sant’Eufemia insistono molteplici realtà produttive sia agricole che industriali. Come si può osservare dalla carta dell’uso del suolo la maggior parte della piana è occupata da aree incolte prevalentemente alberate. Seguono poi le attività agricole (vigneti, uliveti, agrumeti, frutteti e vivai) e le attività industriali/artigianali concentrate nell’ASI (Area dello Sviluppo Industriale) formata dall’area ex SIR, in cui si trova lo stabilimento della AUTOGAS MERIDIONALE SPA, e dell’area contermini a monte della strada statale (SS18). Inoltre sono da segnalare i numerosi centri urbani che si affacciano sulla piana di cui il più importante è l’abitato di Lamezia Terme sede anche dell’aeroporto internazionale. Si segnala infine un’area soggetta a vincolo di tutela paesaggistica l’area SIC (Sito d’Importanza Comunitaria) situata presso il lago dell’Angitola (perimetrata ai sensi della convenzione di “Ramsar” per la salvaguardia delle zone umide).

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Figura 8– Carta dell’Uso del Suolo della Piana di S. Eufemia Lamezia

Rischi Naturali Per ciò che concerne i rischi naturali della piana di Sant’ Eufemia Lamezia, limitatamente ad un intorno significativo dell’area ex SIR, riguardano il Rischio Alluvione, Erosione Costiera e Sismico.

Rischio Idraulico In questa area il PAI (Piano di Assetto Idrogeologico) della Regione Calabria, per ciò che concerne il Rischio Idraulico, ha perimetrato una “zona di attenzione” e relativa “area di attenzione” lungo l’asta del Fiume Amato. Ai sensi dell’ art. 24 comma 4 NTA–PAI (agg. 2007) le aree di attenzione, in mancanza di studi di dettaglio (come in questo caso), sono associate alle aree R4. Quest’ultime sono invece regolamentate dall’art. 21 NTA-PAI che indica i criteri di utilizzo di queste aree ponendo serie limitazioni alle destinazioni d’uso nell’ottica della salvaguardia dell’ambiente e della messa in sicurezza del territorio. Infatti nelle aree a rischio R4, il PAI persegue l’obiettivo di garantire condizioni di sicurezza idraulica, assicurando il libero deflusso della piena con tempo di ritorno 20 – 50 anni, nonché il mantenimento e il recupero delle condizioni di equilibrio dinamico dell’alveo. Sono inoltre segnalati lungo la medesima asta in corrispondenza con il Fiume S. Ippolito due “punti di attenzione” ovvero siti in cui storicamente si sono verificati importanti episodi di tracimazione degli argini. Anche lungo l’asta del S. Ippolito è stata perimetrata un’”area di attenzione” così come lungo il Torrente Turrina; mentre lungo il Torrente la Grazia, affluente di destra del T. Turrina, è segnalata una “zona d’attenzione”.

Rischio Erosione Costiera Altro rischio naturale presente nella zona, indicato dal PAI, è l’erosione costiera È infatti stata perimetrata un’”area di attenzione” in corrispondenza della foce del fiume Amato ed una zona di attenzione nel tratto di litorale antistante l’area ex SIR. Anche per le aree e le zone a rischio erosione costiera sono indicati, all’art. 27 NTA-PAI, i criteri di utilizzo di queste aree poiché il PAI persegue l’obiettivo del mantenimento e del recupero delle condizioni di equilibrio dinamico della Via Lungomare, loc. Mosca – 88100 Catanzaro – Tel.: 0961/732540 – Fax:0961/738689, e-mail: [email protected]

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linea di riva e del ripascimento delle spiagge erose. Di seguito è indicata la perimetrazione delle aree a rischio idraulico ed erosione costiera, della piana di Sant’ Eufemia Lamezia, limitatamente ad un intorno significativo dell’area ex SIR.

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Figura 9– Carta del Rischio Idraulico ed Erosione costiera

Rischio Sismico L’intera Regione Calabria è considerata un territorio ad alto rischio sismico poiché ha una storia segnata da terremoti di diversa natura ed intensità. Sia l’assetto geologico strutturale che geomorfologico della regione porta i segni di episodi sismici, più o meno devastanti, avvenuti sia in tempi passati che in tempi più recenti. In particolare il territorio comunale di Lamezia Terme risulta essere tra quelli a maggior rischio sismico della regione con l’intera superficie territoriale dichiarata sismica, con alto grado di sismicità e classificato di prima categoria, dalla recente riclassificazione sismica del territorio italiano (OPCM 3274/03 – Dipartimento della Protezione Civile “Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del

territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zona sismica”). La conoscenza della sismicità di un’area è di fondamentale importanza ai fini della sicurezza e della salvaguardia non solo della salute pubblica, ma anche dell’ambiente in termini di fuoriuscita di sostanze in occasione di un evento naturale, di questo genere, poiché le sollecitazioni subite da uno stesso edificio/serbatoio sono differenti in funzione principalmente delle condizioni locali del territorio (risposta sismica locale) ed in particolar modo sono influenzati dalla litologia, dalla presenza d’acqua, dal grato di addensamento del terreno e dalla forma del paesaggio. In figura la nuova perimetrazione delle zone sismiche in termini di livello di pericolosità. Dalla figura si evince come l’intero territorio di Lamezia Terme e quindi anche l’area ex SIR ricade in zona Sismica di I^ categoria. Figura 10 – Zone sismiche della Calabria Via Lungomare, loc. Mosca – 88100 Catanzaro – Tel.: 0961/732540 – Fax:0961/738689, e-mail: [email protected]

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Rischio Tsunami l’Italia è stata interessata da numerosi maremoti (tsunami) infatti dal 79 d.C. (eruzione del Vesuvio) ad oggi sono avvenuti 72 maremoti, la maggior parte di debole intensità, ma alcuni anche distruttivi. Tutti gli Tsunami abbattutisi sulle coste italine dal 79 D.C. sono riportati nell’”Italian Tsunami Catalogue”

dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). Le coste italiane maggiormente soggette a rischio tsunami sono quelle dello Stretto di Messina, della Sicilia, della Calabria, del Gargano, della Liguria e, in misura minore, quelle delle Marche e della Romagna.

Mappa delle sorgenti di maremoto in Italia dal 79 DC ad oggi

Gruppo di Ricerca

Maremoti Dipartimento di

Fisica - UniBO e INGV

In particolare lungo le coste Calabro/Siciliane si sono verificati la maggior parte dei maremoti più distruttivi. Nel 1783 durante una forte crisi sismica durata oltre un anno, le coste calabresi tirreniche furono interessate da 9 eventi di tsunami seguiti ad alcune delle più forti scosse. il maremoto italiano più distruttivo e conosciuto è avvenuto nell’area Calabro-Siciliana, a seguito del terremoto di Messina nel dicembre 1908 che distrusse quasi totalmente le città di Messina e Reggio Calabria e molti paesi vicini. Un violento tsunami seguì la scossa principale causando ingenti danni e migliaia di vittime, con onde che si propagarono fino a Malta e raggiunsero i 13 m di altezza sulle coste calabre, a Pellaro e 11,70 m a S. Alessio sulle coste siciliane.

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Nel dettaglio, dall’analisi del “Catalogo Italiano degli Tsunami” dell’ Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) si evince che il golfo di S. Eufemia è stato colpito da uno Tsunami, in particolare, generatosi a seguito del terremoto del 1905. Questo è uno degli eventi sismici regionali più significativi. Nell’epicentro del sisma in questione rientrano il Golfo di S. Eufemia, , Briatico, Monteleone (odierna Vibo Valentia), S. Onofrio ecc. vi furono circa 550 vittime e migliaia di senza tetto.

Schermata del Catalogo Italiano Tsunami relativo maremoto del 1905 generatosi a seguito di un evento sismico

Lo stesso catalogo italiano Tsunami riporta anche l’evento del 2002 generato da una frana caduta in mare e staccatasi sul lato nord del cratere di Stromboli. Fu un evento limitato ma che indica il potenziale pericolo delle regioni meridionali italiane. Lo tsunami può essere quindi causato anche da crolli e frane dovuti all’attività vulcanica.

Schermata del Catalogo Italiano Tsunami relativo maremoto del 1905 generatosi a seguito di un evento sismico Via Lungomare, loc. Mosca – 88100 Catanzaro – Tel.: 0961/732540 – Fax:0961/738689, e-mail: [email protected]

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Negli ultimi anni è stata accertata la presenza di un vulcano sottomarino molto pericoloso. Si tratta del vulcano Marsili. Si trova circa 140 km a nord della Sicilia e circa 150 km a ovest della Calabria. E’ il più grande vulcano d’Europa, esteso per 70 km in lunghezza e 30 km in larghezza. Un’eruzione o una frana sottomarina potrebbe provocare una tremenda onda di tsunami che sarebbe capace di spazzare via le coste di , Sicilia e Calabria. L’INGV ne sta studiando meglio l’effettiva pericolosità ed eventuali segnali premonitori. Utilizzo dei dati Ambientali La necessità di una disamina dei dati ambientali riportati nei paragrafi precedenti è fondamentale per l’individuazione dei possibili “Bersagli” (Popolazione Residente – Lavoratori) e “Recettori Ambientali” (elementi vulnerabili del territorio), “Vie di Migrazione”, e “Modalità di Esposizione” nel caso di evento accidentale tutti elementi fondamentali da valutare e prevedere in un piano di sicurezza per uno stabilimento a “Rischio d’Incidente Rilevante”. In questo caso i bersagli sono rappresentati dalla popolazione residente nei centri abitati che gravitano attorno alla piana riportati nella figura sottostante e nelle case sparse che insistono nei me desi mi terri tori.

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Figura 11 – Centri abitati che si affacciano sulla piana di Sant’Eufemia Lamezia

Gli elementi vulnerabili del territorio invece sono rappresentate dalle numerose attività agricole esistenti sulla piana (vigneti, uliveti, agrumeti, frutteti e vivai, aree alberate, zona SIC) desumibili dal paragrafo “Uso del Suolo”. Altro elemento vulnerabile è la falda idrica la cui soggiacenza e distribuzione areale è desumibile dalla carta idrogeologica riportata nel paragrafo “caratteristiche Idrogeologiche” (figura 4). Le vie di migrazione sono invece rappresentate dal mezzo attraverso cui si propaga un potenziale inquinamento ovvero: aria (indoor/outdoor), acqua di falda (superficiale/profonda), suolo (superficiale/profonda). Le modalità di esposizione sono invece: Ingestione di acqua potabile, di suolo, contatto dermico, inalazione di vapori/particolato.

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Il ruolo di ARPACal nella gestione dell’emergenza ambientale in caso d’Incidente Rilevante Lo stabilimento della AUTOGAS MERIDIONALE SPA, ubicato nell’area ex SIR, oggi ASI di Lamezia Terme, è un impianto di stoccaggio di GAS – GPL (miscela di Propano e Butano) finalizzato alla vendita. Tale stabilimento rientra nella normativa relativa agli Incidenti a Rischio d’Incidente Rilevante (RIR) ai sensi della L. 334/99 e s.m.i. Il contenuto essenziale della normativa è la definizione di “Stabilimento a Rischio di Incidente Rilevante” come uno stabilimento in cui si detengono sostanze o categorie di sostanze potenzialmente pericolose. I GPL (Gas di Petrolio Liquefatti) sono composti chimici costituiti da Idrogeno (H) e Carbonio (C) da cui la denominazione di Idrocarburi. In particolare i GPL in uso sono miscele di Idrocarburi formati essenzialmente da Propano (C3H8) e Butano (C4H10). Il principale rischio d’incidente all’interno dello stabilimento AUTOGAS MERIDIONALE SPA è quello d’ incendio ed esplosione. Il GPL durante la combustione può produrre:  Monossido di Carbonio (CO) che si forma ogni volta che sostanze contenenti Carbonio sono bruciate in difetto d’aria oppure quando le reazioni non procedono fino al loro completamento.

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 Ossidi di Azoto (NOx) ovvero Mmonossido di Azoto (NO) e Biossido di Azoto (NO2) che vengono prodotti dalla reazione di azoto e ossigeno nell'aria durante la combustione, soprattutto ad alte temperature.

 Anidride Carbonica (CO2) si forma quando le sostanze contenenti carbonio avvengono in presenza d’aria oppure quando le reazioni procedono fino al loro completamento

 Vapor d’Acqua (H20) Il GPL è un GAS infiammabile. Questi GAS se miscelati con l'aria in determinate proporzioni (dal 2% al 10% circa di gas in aria), formano una miscela infiammabile che si accende istantaneamente, se innescata, anche con una semplice scintilla (ad esempio, di un interruttore elettrico), o con una fiamma (es.: un fiammifero o un fornello), oppure con la semplice brace di una sigaretta. Inoltre i GPL allo stato naturale non hanno odore, vengono pertanto odorizzati (Legge 6.12.1971 n. 1083 - D.M. 7.6.1973 - Norma UNI-CIG 7133 edizione Dicembre 1994) in modo che eventuali fughe di gas siano prontamente avvertite. Dal punto di vista dell’aggressività chimica invece i GPL non sono corrosivi e di conseguenza non danneggiano i serbatoi, le tubazioni ed i dispositivi d'impianto. L'unica eccezione riguarda l'alterazione della gomma naturale, per cui è indispensabile utilizzare solamente guarnizioni e tubi flessibili di gomma sintetica o altro materiale idoneo come previsto dalle norme UNI - CIG. Ciononostante i GPL, pur non essendo tossici, possiedono proprietà anestetiche per cui è bene evitare di respirarli. Allo stato liquido, a causa della loro rapida evaporazione, se vengono a contatto con la pelle o con gli occhi, possono provocare lesioni, simili ad ustioni, anche di una certa gravità è quindi indispensabile evitarne il contatto. Inoltre nel caso si verifichi un incendio può essere coinvolta nella combustione non solo il gas stoccato ma anche altre sostanze (es.: Plastica, Legno, materiali vari, ecc.) impiegate nello stabilimento o in altri stabilimenti contermini (cd. Effetto Domino) dalla cui combustione possono sprigionarsi sostanze tossiche.

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In quest’ottica il ruolo di ARPACal è quello di intervenire, con i propri tecnici, nel monitoraggio delle matrici ambientali coinvolte mediante il mezzo mobile per le emergenze ambientali, in dotazione al Servizio Tematico Suolo e Rifiuti ed Aria del Dipartimento Provinciale di Catanzaro, e con tutte le risorse strumentali a disposizione.

Figura 12–mezzo mobile per le emergenze ambientali, in dotazione al Servizio Tematico Suolo e Rifiuti ed Aria DAP-CZ

I tecnici ARPACal, in caso di incidente rilevante provvederanno quindi, mediante il monitoraggio delle matrici ambientali, potenzialmente coinvolte, allo studio della dispersione degli inquinanti, finalizzata all’ individuazione del “pennacchio d’inquinamento” ed alla valutazione di eventuali e ricadute sul suolo con campionamenti ambientali di polveri, suolo (top soil), acque (superficiali/sotterranee), obiettivi sensibili (alberi da frutto/colture). Inoltre, mediante l’utilizzo di appositi software può essere effettuata una simulazione della dispersione in atmosfera e della deposizione al suolo, degli inquinanti generati dall’incendio, attraverso la costruzione di un modello che permette di rappresentare la distribuzione spaziale degli inquinanti nell’area di studio restituendo, come prodotto finale, una mappa previsionale dell’inquinamento individuando così i punti di massima ricaduta e di deposizione sul suolo dell’inquinante. Il software in dotazione al Dipartimento Provinciale ARPACal di Catanzaro è “DISPER”. Nel dettaglio Si tratta di un programma di calcolo che permette la simulazione modellistica della dispersione degli inquinanti emessi dall’incendio.

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In caso di RIR ARPACal fornisce, quindi, il supporto tecnico-scientifico nella valutazione dell’entità dell’emergenza e successivamente nella stima del grado d’inquinamento. Queste attività richiedono la conoscenza di alcune variabili ed in particolare: • Determinazione delle caratteristiche di pericolosità delle sostanze coinvolte nell’incidente. In questa fase l’attività di ARPACal fattivamente si traduce in: 1) Espletamento di sopralluoghi conoscitivi; 2) Verifica della documentazione eventualmente disponibile; 3) Valutazione preliminare della pericolosità in funzione della tipologia d’incidente occorso e delle sostanze coinvolte nell’evento; 4) Misurazioni analitiche di campo con strumentazione e mezzi mobili; 5) Eventuali Prelievo di campioni (suolo, aria, acqua) volti all’esecuzione di verifiche analitiche mirate alla determinazione del tipo e grado di pericolo cagionato da un ipotetico incidente finalizzato all’individuazione delle migliori tecniche di intervento per una immediata messa in sicurezza del sito utili anche all’ individuazione del “pennacchio d’inquinamento” ed a fornire delle indicazioni di massima per una successiva ed eventuale bonifica; 6) Stima del rilascio, effettuata attraverso le misurazioni di campo ed eventualmente mediante determinazioni analitiche eseguite su campioni (se prelevati) durante i sopralluoghi richiesti, in occasione di quegli incidenti in cui si configura un’emergenza ambientale (incendi, sversamenti, scarichi, fuoriuscite di gas, liquidi, odori molesti, emissioni diffuse in atmosfera);  Determinazione delle caratteristiche del territorio circostante ed in particolare alla morfologia, alla litologia, ai dissesti, all’ idrografia, alla direzione dei venti dominanti, agli obiettivi sensibili ovvero “Bersagli” (Popolazione Residente – Lavoratori), “Recettori Ambientali” (elementi vulnerabili del territorio).  Individuazione delle “Vie di Migrazione” [aria (indoor/outdoor), acqua di falda (superficiale/profonda), suolo (superficiale/profonda)].e “Modalità di Esposizione” [ Ingestione di acqua potabile, di suolo, contatto dermico, inalazione di vapori/particolato].

La definizione degli ultimi due punti è fondamentale poiché che possono amplificare il grado di rischio in relazione alla tipologia dell’emergenza ambientale occorsa.

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Si riportano di seguito delle schede sintetiche d’intervento in relazione agli incidenti che con maggior probabilità possono verificarsi nello stabilimento AUTOGAS MERIDIONALE SPA.

Incendi (Serbatoi, Liquidi infiammabili, Legno, Plastiche-Gomme,)

ANALISI DA SORGENTE DI STRUMENTO DPI PROCEDURA D’ INTERVENTO EFFETTUARE CONTAMINAZIONE UTILIZZATO (Disp. protezione

Individuale)  Prelievo di aria per almeno 8 h in continuo,  velocità di flusso massima di 20 L/m,  La distanza di campionamento dal centro di  Scarpe antiinfortunistica emissione è valutata di volta in volta dagli Campionatore ambientale  Tuta tyvek operatori anche in funzione delle condizioni IPA  Plastica-Gomme a basso flusso corredato  Guanti monouso Ambientali, (A) di portamenbrana + filtro  Mascherina FFP3  Rilievo fotografico,  Elmetto antinfortunistica  Ubicazione punto indagine con GPS da campo  Al termine della prova il filtro deve essere riposto in idoneo porta filtri, etichettato ed inviato in laboratorio per le analisi,  Scarpe antiinfortunistica  Campionamento aria per 4-6 ore COMPOSTI - MEZZO MOBILE PER LE Serbatoi di:  Tuta tyvek METANICI E NON  EMERGENZE AMBIENTALI (con GC-  La distanza di campionamento dal centro di gas Guanti monouso METANICI FID per la misura di composti metanici  emissione è valutata di volta in volta dagli liquidi infiammabili operatori anche in funzione delle condizioni (A) e non metanici)  Mascherina FFP3  Elmetto antinfortunistica Ambientali, Via Lungomare, loc. Mosca – 88100 Catanzaro – Tel.: 0961/732540 – Fax:0961/738689, e-mail: [email protected]

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 Rilievo fotografico,  Ubicazione punto indagine con GPS da campo  Campionamento aria per 4-6 ore  Scarpe antiinfortunistica  La distanza di campionamento dal centro di Serbatoi di: - MEZZO MOBILE PER LE COMPOSTI   Tuta tyvek emissione è valutata di volta in volta dagli gas - EMERGENZE AMBIENTALI (con SOLFORATI  Guanti monouso operatori anche in funzione delle condizioni liquidi infiammabili GC-ELETTROCHIMICO per la misura (A) Ambientali, di composti dello zolfo)  Mascherina FFP3  Elmetto antinfortunistica  Rilievo fotografico,  Ubicazione punto indagine con GPS da campo  Prelievo di aria per almeno 8 h in continuo,  velocità di flusso massima di 20 L/m,  La distanza di campionamento dal centro di  Scarpe antiinfortunistica emissione è valutata di volta in volta dagli Campionatore ambientale  Tuta tyvek operatori anche in funzione delle condizioni POLVERI  Plastica-Gomme a basso flusso corredato  Guanti monouso Ambientali, (A) di portamenbrana + filtro  Mascherina FFP3  Rilievo fotografico,  Elmetto antinfortunistica  Ubicazione punto indagine con GPS da campo  Al termine della prova il filtro deve essere riposto in idoneo porta filtri, etichettato ed inviato in laboratorio per le analisi,  Individuazione delle sostanze volatili presenti; - Rilevatore di gas per la  Tempo di prelievo 5 min per GC-MS e PID; misura del LEL  Campionamento aria per 4-6 ore con mezzo mobile; (Livello Esplosività)  La distanza di campionamento dal centro di emissione è valutata di volta in volta dagli -GC- MS operatori anche in funzione delle condizioni ambientali  Serbatoi di:  Scarpe antiinfortunistica (Gas Cromatografo di Massa)  Rilievo fotografico, gas  Tuta tyvek FUORIUSCITE GAS liquidi infiammabili  Guanti monouso  Ubicazione punto indagine con GPS da campo (A) -PID  Mascherina FFP3  Al termine della prova potrà essere prelevato (Photo Ionizzation Detection) un campione di liquido/gas che deve essere  Elmetto antinfortunistica riposto in idoneo porta campioni in vetro, - MEZZO MOBILE PER LE etichettato ed inviato in laboratorio per le EMERGENZE AMBIENTALI (con GC- analisi,Rilevazione del livello di gas per la FID per la misura di composti metanici determinazione del: e non metanici) 1. LEL (Livello Esplosività)

2. NH3, PH3, H2S, CH4, NH3, CO, O2

 Campionamento rappresentativo per la  Scarpe antiinfortunistica determinazione di IPA e metalli pesanti Alberi da frutto PRELIEVO SU  Tuta tyvek  Rilievo fotografico,  Per ogni tipologia Colture OBIETTIVI Guanti monouso d’intervento Acque superficiali   Ubicazione punto indagine con GPS da campo SENSIBILI  Mascherina FFP3  Al termine della prova i campioni devono (S) (Aq)  Elmetto antinfortunistica essere riposti in idoneo porta campione, etichettato ed inviato in laboratorio per le analisi, (S) : SUOLO, (Aq) : ACQUA, (A) : ARIA Fuoriuscita di liquidi/gas da serbatoi fissi e mobili (Sversamenti sul suolo ed in acqua)

ANALISI DA STRUMENTO UTILIZZATO DPI PROCEDURA D’ INTERVENTO EFFETTUARE (Disp. protezione Individuale)  Individuazione delle sostanze volatili presenti  Tempo di prelievo 5 min per GC – MS e PID. - GS-MS  Campionamento aria per 4-6 ore con mezzo mobile (Gas Cromatografo di Massa) La distanza di campionamento dal centro di  Scarpe antiinfortunistica  emissione è valutata di volta in volta dagli INDIVIDUAZIONI - PID (Photo Ionizzation Detection)  Tuta tyvek operatori anche in funzione delle DELLE SOSTANZE VOLATILI  Guanti in neoprene condizioni ambientali (A) - MEZZO MOBILE PER LE  Maschera antigas  Rilievo fotografico, EMERGENZE AMBIENTALI (con GC-  Elmetto antinfortunistica FID per la misura di composti metanici e  Ubicazione punto indagine con GPS da campo non metanici)  Al termine della prova potrà essere prelevato un campione di liquido/gas che riposto in idoneo porta campioni in vetro, etichettato è inviato in laboratorio per le analisi, - BADILE/PALA TATTICA  Scarpe antiinfortunistica  Prelievo campioni di top soil  Tuta tyvek  Prelievo di carote da 0,50 m  Guanti monouso  Profondità max 2,00 m PRELIEVO DI TERRENO - TRIVELLA PEDOLOGICA  Mascherina FFP3  Non utilizzabile in terreni a grana grossa

(manuale per il campionamento  Elmetto antinfortunistica  L’ ubicazione ed il numero dei punti di Via Lungomare, loc. Mosca – 88100 Catanzaro – Tel.: 0961/732540 – Fax:0961/738689, e-mail: [email protected]

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1. top soil dei suoli) campionamento è valutata caso per caso dagli operatori in ragione delle 2. Carote nei primi condizioni ambientali e della stima della strati di terreno direzione di migrazione dell’inquinamento, (S)  Rilievo fotografico,  Ubicazione punto indagine con GPS da campo  Al termine della prova il campione, riposto in idoneo porta campione ed etichettato, è inviato in laboratorio per le analisi,  Alberi da frutto/Colture: Campionamento rappresentativo per la PRELIEVO ED ANALISI determinazione di IPA e metalli pesanti SPEDITIVE SU OBIETTIVI  H2O: L’ ubicazione ed il numero dei punti di campionamento è valutata SENSIBILI: caso per caso dagli i operatori in ragione delle condizioni ambientali e della stima della direzione di migrazione dell’inquinante (in ogni caso a  Alberi da frutto - GS-MS monte e a valle del sito). (Gas Cromatografo di Massa);  Acquisizione stratigrafie pozzi se reperibili per la verifica della permeabilità  Colture  Scarpe antiinfortunistica - Contenitori vetro/Plastica del terreno. - SONDA MULTIPARAMETRICA;  Tuta tyvek  H2O  Verifica dei documenti di trasporto per l’identificazione della sostanza/e - FREATIMETRO (con sonda  Guanti monouso sversata/e (formulari, ddt, registri carico scarico). - Superficiali per la verifica presenza e  Mascherina FFP3 Analisi speditiva con sonda multiparametrica di acque superficiali e spessore sostanze non  - Sotterranee  Elmetto antinfortunistica sotterranee, miscibili con l’acqua (S) (Aq) (idrocarburi) in fase libera);  Verifica nei pozzi della eventuale presenza e spessore di sostanze non miscibili con acqua,  Rilievo fotografico,  Ubicazione punto indagine con GPS da campo  Al termine della prova i campioni devono essere riposti in idoneo porta campione, etichettato ed inviato in laboratorio per le analisi, (S) : SUOLO, (Aq) : ACQUA, (A) : ARIA.

Catanzaro

Dr. Geol. Enzo Cuiuli

Dr. Geol. Michele Folino Gallo Il Dirigente Dott. Chim. Clemente Migliorino

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