Marcellinara
Total Page:16
File Type:pdf, Size:1020Kb
1 Marcellinara MARCELLINARA: confina con i seguenti Comuni, Amato, Miglierina, Tiriolo, Settingiano Pianopoli e Maida ha una densità di 108,13 ab/Km2 ha un’altitudine di 337 s.l.m. Le due feste principali sono la festa di San. Francesco di Paola Protettore che si festeggiata la seconda domenica di agosto. E l’Immacolata che come da documento il 03 maggio 1754: la Real Camera di Santa Chiara di Napoli convalidava su conclusione dell’Università di Marcellinara l’elezione della Beata Maria Vergine dell’Immacolata Concezione come Patrona e protettrice della medesima Università e terra di Marcellinara e si festeggia l’8 dicembre. Marcellinara era un casale di Tiriolo, che poi passò alla famiglia Sanseverino dei Conti di Mileto. Come nasce il nome di Marcellinara? Vi sono varie ipotesi: come scrive Giuseppe Maria Alfano nella “Istorica descrizione del Regno di Napoli” (del 1823 a pagina 196) descrive come una delle ipotesi che perduta la Sicilia Carlo I° d’Angiò durante i Vespri Siciliani svolta nel 1282 durante la ritirata scelse un luogo chiamato di San Martino che si trova nell’Istmo tra il mar Jonio e il mar Tirreno, dove alcuni dei soldati mercenari restarono alcuni Italiani, Francesi e Spagnoli dove edificarono la Patria ed essi la chiamarono Mercenaria l’attuale Marcellinara. Mentre un’altra ipotesi sicuramente da qui prendere corpo la tradizione del vecchio manoscritto senza data che vuole Marcellinara sia sorta in quel torno di tempo in cui è stato martirizzato il Vescovo Marcello. “Marcellus in ara “può darsi che a dare il nome del Vescovo Marcello a questa terra sia stato il suo martirio, di cui forse essi stessi erano stati testimoni. Alcune notizie tratte dai “I registri privilegiorum di Alfonso il Magnanimo della serie Neapolis dell’Archivio della Corona D’Aragona” a cura di Carolos Lòpes Rodrìgiuez e Stefano Palmieri dalla Accademia Pontaniana di Napoli. Vi sono notizie molto importanti prima della venuta della Famiglia dei Sanseverino come feudatari. Il 15 marzo 1441 Gaeta. Alfonso I concede in perpetuo al nobiluomo Giovanni Menardo di Montereale, dottore di legge e consigliere, e ai suoi eredi e successori legittimi, le collette annue dovute alla regia Curia dall’Università e dagli uomini del suo casale di Marcellinara, che assommano a un’oncia e 25 tarì di carlini d’argento. Il 20 luglio 1441, nell’accampamento regio presso il bosco di Cervaro (provincia di Frosinone). Alfonso I concede al dottore di leggi Giovanni Menardo di Montereale, ai suoi eredi e successori legittimi, le collette e le contribuzioni fiscali nell’ Università e degli uomini del casale di Marcellinara. Il 3 agosto 1441, Tivoli. Alfonso I conferma e ratifica l’accordo intercorso tra Enrico Marco de Cumis, procuratore del nobiluomo e familiare regio Nicola Sanseverino, e il nobiluomo Giovannello de Rodia, procuratore e mundoaldo della nipote Giacomella de Rodia, con istrumento dato a Catanzaro il 20 giugno 1446, in base al quale, in previsione del matrimonio tra Nicola e Giacomella, Cecca, moglie di Giovannello, rinunciava a favore della nipote ai suoi diritti sul casale e feudo di Marcellinara, sito nel territorio di Tiriolo, costituendolo quale dote, e investe Nicola, una volta consumato il matrimonio, del medesimo feudo. Nel libro dal titolo “Marcellinara Frammenti di Storia” di Don Peppino Mazzotta e Liliano Farnese, si trovano notizie sul nostro paese. Vi si trovano delle notizie che sono davvero interessanti come l’antico nome di Marcellinara oltre a quello di Alfano che si trova scritto sopra, vi sono varie ipotesi che come dice una leggenda di ‹‹Marcellus in ara›› poi tanto leggenda non è. Come dice P. Russo storico avvalora la tradizione delle origini di Marcellinara. Molto probabilmente si stato dato dagli abitanti di questa verde collina, esuli forzati per le varie incursioni, ma grati per la 2 pace ritrovata, che dare il nome del vescovo Marcello a questa terra che li aveva accolti e resa sacra dal suo martirio, di cui forse essi erano stati testimoni. Infine un’altra tradizione vuole che Marcellinara sia sorta sulle rovine di un’antichissima citta Bruzia edificata dai greci. Certo Marcellinara era un piccolo casale parte del complesso feudale dei Ruffo di Calabria conti di Catanzaro. Poi nel 1445 Alfonso I di Aragona la elevò a feudo concedendola a Niccolò Sanseverino. Famiglia Sanseverino I Sanseverino una delle più illustre famiglie del Regno di Napoli, e tra le più nobili d’Italia. Il Ramo dei Sanseverino di Marcellinara attualmente esiste la linea detta di Marcellinara, seconda una profezia di San Francesco di Paola passato da Marcellinara durante uno dei suoi viaggi in Sicilia fu ospitato nel palazzo baronale. Durante il pranzo portarono cacciagione era di venerdì visto che il Santo era di solito non cibarsi di carne, allora trasformò la carne in pesce e da allora i venerdì non mangiarono più carne. I Monumenti Si trovano importanti monumenti storici le due Chiese, la chiesa matrice dedicata alla SS. Assunta dove sulla volta ci sono i dipinti dell’artista Francesco Colelli. Mentre la piccola Chiesa di San Nicola all’ interno vi si trova l’Arciconfraternita dell’Immacolata da tempo immemore. Tra gli oggetti custodi gelosamente si ha oltre all’oro votivo che nel corso dei secoli e stato donato dalle persone per devozione alla Madonna, si ha inoltre la reliquia del “Capello della Madonna della Lettera di Messina” dove è stato portato anche proprio a Messina nell’agosto del 2018, in occasione del gemellaggio svolto con le i vari comuni di Marcellinara, Palmi, Randazzo e Messina dove è stato firmato il gemellaggio delle “Città di Maria” adesso Marcellinara fa parte di questo importante gemellaggio mariano che si concluderà il 24 e 25 agosto 2019 con la Varia di Palmi dove insieme a comuni sopra citati anche sarà presente a questa importantissima manifestazione. Il palazzo Sanseverino che si trova nella piazza principale del paese fa da cornice a tutto questo. .