Actas Vol. 3.Indb
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Las fábricas de albañilería en Abruzzo Citeriore: características tipológicas técnico-constructivas Clara Verazzo A fronte di un patrimonio monumentale fortemente La difficoltà di conoscere l’edilizia storica seriale manipolato e di fatto alterato nella sua autenticità, attraverso la documentazione d’archivio ha orientato frutto delle prassi adottate fin dai primi anni dello verso una metodologia di studio mirante alla ricogni- Stato post-unitario, lo studio dell’edilizia storica in zione diretta della casistica esistente, nella notevole Abruzzo è apparso un terreno privilegiato di ricerca, varietà delle sue soluzioni, riconducibili tuttavia a grazie ad un patrimonio architettonico seriale abba- categorie confrontabili nell’arco di tempocompreso stanza intatto, fatto di continuità, di livelli medi, di tra il XIII e il XVIII secolo. tradizioni sviluppate su tempi lunghi. L’impiego dei materiali lapidei utilizzati nella co- Questa continuità, che non conosce soste dal Me- struzione degli apparecchi murari in Abruzzo rispec- dioevo, vede una fase di rinnovamento, lento ma gra- chia una prassi consueta nel campo dell’edilizia tradi- duale, soltanto con il Settecento, conseguentemente zionale, sempre condizionata dalla natura geologica al progetto di Carlo III di fondare un regno indipen- del suolo e segnata, soprattutto nelle zone interne, dente. Ma anche in questo caso la presenza di regi ta- dall’egemonia del calcare compatto.1 Questa rappre- volarii o le influenze vanvitelliane, peraltro limitate, senta, infatti, in ragione della sua diffusione prevalente non riusciranno ad innescare un decisivo cambia- e capillare, uno degli elementi naturali maggiormente mento della situazione. distintivi della regione in esame. Si ricorda, tuttavia, In considerazione di quanto detto, si cercherà di che pur essendo dominato dal calcare compatto, il pa- mettere a fuoco una civiltà costruttiva nel suo com- norama geologicodell’Abruzzo vede anche la presen- plesso relativa all’area della Maiella, con il massic- za, più puntuale e circoscritta, di altri litoidi, tutti di cio montuoso e le valli circostanti comprese nelle at- minore durezza, che caratterizzano il volto dell’edili- tuali province di Pescara e di Chieti. La presenza di zia storica diffusa nelle diverse sub-aree: in qualche materiale lapideo resistente differenzia tale fascia in- caso dando vita, con il calcare compatto, a strutture terna dall’Abruzzo marittimo, dove domina invece murarie costituite da materiale lapideo misto; in altri l’uso del mattone, confezionato sfruttando i grandi sostituendosi completamente ad esso, specialmente lì giacimenti argillosi della zona. dove il calcare compatto risulta assente o difficilmente Le circostanze legate all’orografia e al disagio reperibile. Il quadro geologicodell’area di studio ha economico dell’areale di studio sono tra le ragioni di evidenziato anche la presenza di arenaria e travertino, una produzione edilizia piuttosto povera, realizzata specie nella sua variante ben stratificata estratta dai utilizzando esclusivamente i mezzi immediatamente banchi superficiali, più raro il caso di tufo.2 disponibili, soprattutto nelle zone lontane dai centri Le ricadute sull’edilizia storica sono evidenti in più importanti. tutti i siti indagati. Il calcare compatto o pietra della AActasctas VVol.ol. 33.indb.indb 11717717 220/09/170/09/17 88:56:56 1718 Cl. Verazzo Maiella,3 nota in ambito locale, anche, come «pietra I materiali lapidei utilizzati negli apparecchi mura- gentile», è presente infatti, da solo o misto ad altre ri individuati risultano, nella maggior parte dei casi, pietre, in più della metà (circa il 60%) del totale dei estratti da affioramenti superficiali, mentre amplia- casi esaminati. Minore risulta la presenza di arenaria4 menti e ricostruzioni sembrano essere determinati, nelle strutture; ancora inferiore quella del travertino. almeno in alcuni casi, da materiale di reimpiego, ma- L’impiego omogeneo di calcare compatto si riscon- gari recuperato da crolli o dallo spoglio di manufatti tra con particolare evidenza nella valle dell’Orta, come architettonici preesistenti. Quest’ultima pratica risul- nelle chiese di San Tommaso e di Santa Maria delle ta testimoniata dal riuso di pezzi «speciali», quali Grazie, a Caramanico Terme (figura 1), e di Sant’Eu- grossi conci accuratamente squadrati, architravi, sti- femia a Fara Filiorum Petri, nel castello di San Valenti- piti e cornici. Fra i casi riscontrati, si segnalano la no in Abruzzo Citeriore, nei borghi di Roccamontepia- porta urbica di San Giuseppe ad Atessa e il palazzo no, Musellaro, Salle Vecchia e Serramonacesca. Tabassi a Musellaro. Meno riconoscibile risulta il L’uso esclusivo della stessa pietra contraddistin- reimpiego di elementi «ordinari», a causa dell’irrego- gue anche l’area della valle del Sangro-Aventino, larità del pezzame che contraddistingue la maggior dove l’elenco dei manufatti rilevati, realizzati in cal- parte degli apparecchi murari abruzzesi. care compatto è piuttosto cospicuo: fra i molti esem- Il reperimento dei materiali da costruzione ha dun- pi si ricordano i borghi di Pietra Antica a Fallo, Pie- que seguitoil principio della massima economia di tra Lucente a Gessopalena, le chiese di San Nicola a costi e di tempi. Nel caso di materiali di nuova estra- Lettopalena e di San Biagio a Taranta Peligna. Anche zione, le fonti storiche documentano le attività ad nella valle del Foro si segnalano alcuni casi rilevanti, essi legati di gran parte dei centri appartenenti al ba- come, ad esempio, il centro storico di Pretoro. cino geo-litologico della Maiella, dove, ancora agli L’arenaria, probabilmente per la sua facile degrada- inizi del XX secolo, è possibile rilevare come da per bilità, è stata utilizzata come materiale esclusivo solo tutto si avessero «lavorazioni di pietre da taglio e, li- dove egemone e facilmente reperibile, mentre in tutti mitatamente, di marmo, nonché stabilimenti del ges- gli altri casi risulta impiegata insieme ad altri materia- so e della pozzolana» (Iezzi 1919, 69). Molti dei cen- li lapidei. Strutture miste in arenaria e calcare sono tri arroccati sulla montagna hanno legato, secondo state rilevate nei borghi di Sant’Antonio a Bomba, di una tradizione secolare, parte della loro economia Montebello sul Sangro e di Montenerodomo. all’estrazione e alla lavorazione della pietra, come Il travertino compare, invece, solo all’interno delle Fara San Martino, Gissi, Gessopalena, Lama dei Pe- fabbriche maggiori, soprattutto ecclesiastiche, con ligni, Palena, Palombaro, Taranta Peligna. l’eccezione del centro abitato di Musellaro: qui viene I leganti usati nelle costruzioni abruzzesi sono in impiegato sia nei cantonali della facciata principale genere a base di calce aerea e sabbia. Quest’ultima è di palazzo Tabassi, che sul muro a scarpa della torre spesso di cava, non escludendosi tuttavia l’utilizzo di difensiva. sabbia marina ben lavorata ed epurata dei sali. Fonti documentarie settecentesche fanno riferimento a ri- cette dove la calce è associata al gesso, «cotto, pisto e passato» e all’arena, specificando che quella «bian- ca» serve per lo stucco, dunque per operazioni di fi- nitura, quella di fiume per il rustico (Battistella 1989, 178). Le proporzioni della calce rispetto all’arena va- riano in genere da 1 a 2, a secondo che la calce sia più o meno grassa. Lo stesso Gavini, nella sua Storia dell’Architettura in Abruzzo conferma come la malta più comune in Abruzzo sia da sempre quella a base di calce e sabbia. E’ anche vero, tuttavia, egli aggiun- ge, che nelle costruzioni più ardite, come ad esempio Figura 1 i campanili, siano state usate «malte durissime e mal- Caramanico Terme (Pe), chiesa di Santa Maria delle Grazie, te idrauliche ancora resistenti; allo stesso modo per prospetto settentrionale (Verazzo 2014). la costruzione delle volte, di tramezzi e di solai si è AActasctas VVol.ol. 33.indb.indb 11718718 220/09/170/09/17 88:56:56 Las fábricas de albañilería en Abruzzo Citeriore 1719 usata la malta di gesso sfruttando i grandi giacimenti Esempi interessanti sono stati rilevati presso il ca- della provincia di Chieti» (Gavini 1927–28, 231– stellodi San Valentino in Abruzzo Citeriore, in pro- 232). Il riferimento al gesso trova il suo riscontro, in vincia di Pescara, databile fra la fine del X secolo e tutta la regione, nella consuetudine di usare su larga l’inizio dell’XI secolo, in concomitanza con l’inca- scala questo legante, per l’apparecchiatura delle volte stellamento di Abbateggio, Musellaro e Salle (De soprattutto, quasi sempre realizzate con mattoni in Laurentis 1981; Chiarizia1990; Rubini 1992). L’ap- foglio e dunque tali da sfruttare il suo aumento di vo- parecchio murario della torre nord del castello, pur lume in corso d’opera, quale prezioso espediente co- essendo caratterizzato da una sensibile diversifica- struttivo. zione dimensionale dei pezzi, presenta una netta pre- L’esame diretto di molte fabbriche mostra che in valenza di elementi medi e grandi con lunghezze Abruzzo gli apparecchi murari sono caratterizzati in massime appena superiori a 40 cm, posti in opera prevalenza dalla presenza di blocchi di calcare appe- con spessi giunti di malta, appena inzeppati con na lavorati, bozze, scapoli e scaglie, ciottoli di fiume, scheggioni lapidei. Lo stesso vale per l’apparecchio materiale erratico, ma anche frammenti di laterizi, murario della torre sud con elemento medio pari a cocci, mattoni e tegole, con una posa in opera irrego- 32×10×16 cm. Invece, il muro interno della corte, lare e la tessitura della cortina