Backstage Curva Minghelli Campionato Terzo Grado
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WWW.AMARANTOMAGAZINE.IT Anno 5 Marzo 2010 N. 39 - Mensile CCAMPIONATOAMPIONATO Arezzo dentro i play-off Ma c’è da battagliare TERZO GRADO Pasquale Sensibile “Col Novara vado in B” BACKSTAGE Ernesto Terra Calcio, famiglia e bagni al mare CURVA MINGHELLI Nostalgia canaglia! Quando allo stadio c’era colore Copia omaggio! ATMOSFERA, PASSIONE, EMOZIONI IL PALLONE DI OGGI NON TIRA PIÞ UNA VOLTA ERA TUTTO DIVERSO EDITORIALE + SOMMARIO uesto che state sfogliando è un In copertina Periodico Sportivo Mensile il pallone, il prato Reg. Trib. di Arezzo N. 3/06 nume ro retrospettivo di Ama- del 8/03/2006 verde e il calcio Qranto magazine. O meglio, Direttore Responsabile un numero introspettivo. Siamo andati che vorrei... Andrea Avato [email protected] a scandagliare lÊanimo dei tifosi, cosa poÊ. In attesa e Editore che non è stata nemmeno difficile, per nella speran- Atlantide Audiovisivi s.r.l. Via Einstein 16/a - Arezzo scoprire che nei confronti del pallone za che il trend Tel 0575.403066 - Fax 0575.298238 non cÊè più la passione e lÊattaccamento venga invertito, www.atlantideadv.it di una volta. Sai che novità, si potrebbe chissà come, Stampa Color Service S.r.l. - Arezzo pensare. Ed è vero. Ma abbiamo volu- chissà quando e chissà da chi, noi un Fotografie to fotografare ciò che è oggi la situa- piccolo sasso nello stagno lÊabbiamo Giulio Cirinei zione intorno al campo verde e, visto lanciato. E poi, siccome la realtà ci ri- (Fotografo Ufficiale AM) che ci occupiamo di Arezzo, intorno al chiamava allÊordine, non abbiamo tra- Hanno collaborato Dory D’Anzeo, Andrea Lorentini, cavallino amaranto. La disaffezione e scurato la stretta attualità, con lÊArezzo Matteo Marzotti, Giorgio Melani, Barbara Perissi, Luca Stanganini, lÊindifferenza si stanno facendo largo di Galderisi impegnato nella dura lotta Simone Trippi a ritmi forsennati non soltanto qua, ma per accedere ai play-off. La squadra Redazione web un poÊ dovunque in Italia. Di spiega- nelle ultime settimane ha inciampato un Marco Botti, Federico Fiorilli, Fabio Panci, Marco Zolin zioni ce ne sono a iosa e nelle prossime paio di volte, ma il bicchiere resta mez- Coordinamento e organizzazione pagine ne troverete qualcuna. Rispetto zo pieno. Nel frattempo il Novara ha Cristiano Stocchi, Maurizio Gambini, a ventÊanni fa, lÊepoca che tutti citano messo un piede e mezzo in serie B. Ce Mario Rebehy, Irene Minicozzi [email protected] a moÊ di esempio perché era colma di ne ha parlato Pasquale Sensibile, un ex Realizzazione grafica sentimenti forti, il mondo è cambiato amaranto che in Piemonte ha costruito Luca Ghiori (Atlantide Audiovisivi) radicalmente. Le partite sono diverse un giocattolo da applausi. Buona lettu- Marketing & pubblicità Atlantide Audiovisivi s.r.l. sia dentro il terreno di gioco che fuori. ra e, al solito, forza Arezzo! Francesco Giani 335 7047376 E la gente non è contenta nemmeno un Andrea Avato Giancarlo Magrini 335 7170534 4 Storia di copertina Il calcio che vorrei 18 La ragazza del mese 12 Lora Curva Minghelli Nostalgia canaglia 16 Backstage Ernesto Terra 20 26 34 Terzo ggradorado Campionato Ma anche no... PasqualePasqPasquaale SensibileSenssibile Playoff da sudare Il blob amaranto MARZO 2010 * PAG. 3 STORIA DI COPERTINA > IL CALCIO CHE VORREI STORIA DI COPERTINA > IL CALCIO CHE VORREI RIDATECI IL CALCIO DI UNA VOLTA Anche ad Arezzo, come a tutte le latitudini, cresce il rimpianto per il clima che c’era intorno al pallone e che oggi non c’è più. Il rito della domenica, i nume- ri sulle spalle dei giocatori, rigorosamente dall’1 all’11, idoli identifi- cabili e apprezzati e quel fortissimo senso d’appartenenza alla cau- sa amaranto. Si dovrebbe, anzi si deve, riaccendere una passione. Perché la partita allo stadio è soprattutto questione d’atmosfera. Testo di Luca Stanganini uando c’è allo stadio la vita quotidiana e una fuga dai pen- partita, l’aretino scorda il sieri. CAPITAN MENCHINO “QSaracino…”. Chi tifa Arez- Era un periodo d’oro per le sorti pal- “Era facile zo, almeno una volta avrà intonato lonare amaranto. Allora San Cornelio identificarsi con i giocatori le parole dell’inno amaranto, mes- ribolliva di entusiasmo per una serie che mettevano so in musica da Pupo a metà degli B ritrovata e dignitosamente man- radici qua” anni ‘80. Il tempo passa, adesso il tenuta, dopo anni di purgatorio, e cantante di Ponticino non si occupa non c’erano scuse per non parteci- più di gelati al cioccolato, frequen- pare al rito domenicale della partita ta il palcoscenico di San Remo in dell’Arezzo. Una sorta di necessità. PELLICANÒ E TRAINI compagnia del Principe di Savoia. “Mamma sbrigati che facciamo tar- “Ognuno aveva E anche noi, nel nostro piccolo, Sa di”, così sollecitavamo il pranzo, e sempre il pro- prio numero, voja! Sì, abbiamo voglia di tornare a poi di corsa al Comunale. Ma prima fisso, dall’uno respirare quella atmosfera lì, quan- di noi era successa la stessa cosa ai all’undici” do imboccare viale Giotto rappre- nostri babbi e nonni, magari al vec- sentava una sorta di anestesia dalla chio stadio Mancini o, perché no, PAG. 4 * MARZO 2010 MARZO 2010 * PAG. 5 STORIA DI COPERTINA > IL CALCIO CHE VORREI STORIA DI COPERTINA > IL CALCIO CHE VORREI QUALCHE SUGGERIMENTO PER FRANCO CERAVOLO e Franco Ceravolo consente, avremmo da sug- Sgerirgli qualche cosa da fare. Gestire l’area tec- nica non è impegno da poco, coordinare la rete di osservatori assorbe tempo e anche energie, badare alla squadra non è uno scherzo. C’è chi si lamen- ta perché gioca poco, chi vuole rinnovare il con- tratto, chi batte cassa, chi chiede lumi e garanzie per il prossimo anno. Funziona così. E poi ci sono l’allenatore da tutelare, i procuratori, la stampa, il settore giovanile. Per fare il direttore generale ser- vono esperienza, credibilità e competenza. Bisogna capire di calcio. Bisogna avere il pelo sullo stoma- co. Bisogna avere le palle. Ad Arezzo, ma succede a quasi tutte le latitudini, c’è anche da “maneggiare” il presidente che esterna, piccona, censura, critica. Tu costruisci equilibri sottilissimi in mesi di certo- sino lavoro e lui passa come un ciclone che in due balletti butta giù tutto. E allora il mister va in sala stampa e sbotta, Mazzoni prende parola e replica. Il direttore generale, in certi casi, deve saper essere anche un pompiere. Tutto questo Franco Ceravolo, finora, lo ha fatto bene. Ha avuto la forza di prendere decisioni impopolari, come quando ha cacciato Semplici. Ha avuto la coerenza di difendere le sue scelte di mercato. O meglio, i suoi giocatori. Da questo punto di vista, nulla da ridire. C’è lassù in Fortezza, agli esordi del cal- co che era quasi sempre lo stesso, però qualcosa in più che il diggì, dall’alto del suo contratto quinquennale, potrebbe e do- cio in amaranto. senza troppe alchimie tattiche: ter- vrebbe fare. Ricostruire l’Arezzo non solo dentro ma anche fuori. Ricreare un rapporto Rituali domenicali, con le partite che zini, stopper, libero, mediano con le vero con la gente, rinsaldare i rapporti con il tifo, rialimentare un clima positivo intorno iniziavano puntualmente alle 14.30, gambe storte, mezzala, ali, centra- alla squadra e alla società. Da anni non c’è più nulla, solo macerie. Il ritornello lo cono- ora legale permettendo. L’anticipo? vanti e seconda punta. sciamo a memoria: la retrocessione, le tivù, la violenza, il caro biglietti, i tornelli, i difet- RECORDMAN Lo faceva solo lo stopper, se riusci- Così era facile identifi carsi con i pro- ti dell’aretino medio. Tutto vero, ma va fatto un passo. E il primo passo spetta al club. DI PRESENZE Dunque, spetta a Ceravolo. In autunno l’Arezzo aveva ripreso a giocare le amichevoli del “Butti, Neri, va, tranne Doveri che posticipava pri idoli, anche perché, non come Mangoni, Tas- un bel calcio nello stinco dell’attac- adesso, i calciatori mettevano dav- giovedì in provincia. Siamo stati a Bibbiena e ad Alberoro. Poi stop. Perché? Perché dalle sinari, Zanin: stanze della sede non parte un comunicato, un’idea, un’iniziativa, una proposta? Perché più di mille cante che cercava di fargliela sotto vero le radici qua, l’amaranto diven- gare in cinque” il naso. Picchiava, Emilio Doveri, pic- tava una sorta di seconda pelle. But- sempre e solo silenzio? Forse Ceravolo non ha tempo per pensare anche a questo. Dele- chiava eccome, e per questo era ti, Neri, Mangoni, Tassinari e Zanin, in ghi qualcuno allora, metta una figura nel suo staff che si occupi di rapporti, di relazioni, diventato l’idolo dello stadio, così cinque più di mille gare in amaranto, di contatti. E’ un lavoro da fare giorno dopo giorno, telefonata dopo telefonata, incontro come, prima e dopo di lui, i Fara, i sotto gli occhi dei tifosi che riempi- dopo incontro. L’Arezzo non può essere solo una vittoria o una sconfitta la domenica, deve Meroi, i Pilleddu. vano gli spalti. recuperare certi valori. Impresa titanica nel calcio d’oggi, ma non impossibile. L’unico che Ognuno di essi aveva il proprio nu- Certo, ci sono stati anche in passato può mandare l’impulso giusto è Ceravolo. Se ha cominciato a programmare il prossimo mero, fi sso, immutabile, in una esca- dei periodi nei quali sulle gradinate si campionato, lo programmi per bene. Se è riuscito a cancellare la filosofia del vivere alla lation che andava rigorosamente vedeva più di qualche buco vuoto, giornata per la cosa tecnica, ci provi pure per la cosa ambientale. Gliene saremmo grati. dall’uno all’undici. E ad ognuno il dove l’entusiasmo era un po’ atte- proprio ruolo, in uno schema di gio- nuato; pensiamo ad esempio alla PAG.