Libro Dei Sentieri

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Libro Dei Sentieri Unione Europea Presidente Prof. Geol. Sabino Aquino Libro dei Sentieri CAI - Sezioni di Avellino e Salerno Realizzato nell’ambito del progetto “Natura e Sviluppo” cofinanziato dall’Unione Europea - POR Campania 2000-2006, Mis. 1.9 Ringraziamenti Nel dare alle stampe la Carta dei Sentieri del Parco Regionale dei Monti Picentini si ringraziano per il prezioso contributo offerto le Sezioni del Club Alpino Italiano di Avellino e Salerno, con una menzione particolare per Valerio Bozza e Antonio Maffei. Si ringra - ziano, inoltre, il Presidente della Commissione Regionale Escursio - nismo del Club Alpino Italiano Umberto Marletta, Sossio Del Prete e Umberto Del Vecchio, rispettivamente Presidente e curatore del Catasto Grotte della Federazione Speleologica Campana. I testi delle schede dei sentieri sono di Antonio Maffei (CAI - Avellino) e di Valerio Bozza, Francesco Paolo Ferrara, Sandro Giannattasio, Myriam Caputo, Luigi Monetti, Enzo Apicella (CAI - Salerno) . Nel caso si riscontrino problemi o manomissioni sulla segnale - tica dei sentieri, situazioni di dissesto ambientale o per qualsiasi altro problema, gli escursionisti sono invitati a inoltrare segnala - zione ai seguenti indirizzi e-mail: [email protected] (Parco Regionale dei Monti Picentini) [email protected] (CAI - Avellino) [email protected] (CAI - Salerno) www.parcoregionalemontipicentini.it Indice Presentazione e nota geologica ............................................................... 3 Note introduttive ...................................................................................... 6 Cenni storici ....................................................................................... 6 Utilizzo della Carta Escursionistica .................................................. 7 Segnaletica dei sentieri ...................................................................... 9 Classificazione delle difficoltà escursionistiche ............................... 9 Grotte dei Monti Picentini ............................................................... 10 I Sentieri dei Monti Picentini ................................................................ 12 2 Presentazione e nota geologica Nel cuore dell’Appennino Campano, nell’ambito di un comprensorio che interessa le provincie di Avellino e Salerno, è situata un’area geogra - fica di elevata importanza strategica sotto il profilo ambientale, idrogeo - logico, territoriale oltre che per le citate provincie, per l’intera Regione Campania e per le Regioni confinanti. Quest’area, dall’estensione di circa 63.000 ettari nelle carte geogra - fiche nazionali è denominata del “Parco Regionale dei Monti Picentini”. Questo sistema orografico occupa un ampio territorio che si estende tra le tratte superiori dei fiumi Calore, Sabato e Sele. In particolare, la complessa ed articolata catena montuosa dei Picen - tini può essere delimitata a Nord dal fiume Ofanto e dalla direttrice Lioni - Nusco - Castelvetere sul Calore - Chiusano San Domenico; ad Ovest dalla Valle del Sabato fino a Serino, dal Torrente Solofrana e dalla Valle dell’Irno; a Sud dal fiume Picentino e ad Est dalla Valle del Sele. L’attuale assetto morfologico dei Monti Picentini è il risultato sia della dinamica tettogenetica sia dell’azione erosiva operata dagli agenti atmo - sferici. A grandi linee, è possibile dividere il comprensorio in due distinte zone caratterizzate da un diverso processo morfoevolutivo. La zona pedemontana e le valli adiacenti presentano una morfologia dolce e pendii gradualmente degradanti verso il fondovalle. La seconda zona è caratterizzata da una morfologia estremamente aspra ed accidentata con la presenza di numerose creste e cuspidi roc - ciose. L’elemento fisiografico è determinato dalle notevoli incisioni che hanno interessato la dorsale montuosa. Infatti, in questi rilievi che conservano una prevalente orientazione ap - penninica, si rilevano strette ed incise vallecole occupate da torrenti di piccole lunghezze. In definitiva il massiccio dei Monti Picentini rappresenta un grande horst di estensione pari a circa 900 km 2. Lo stesso costituisce un unico blocco carbonatico di forma rettango - lare, con il lato maggiore, lungo 35 km, orientato a NW-SE ed il lato mi - nore, di estensione pari a 25 km, orientato NE-SW. Tale sistema è delimitato da una serie di lineamenti tettonici, di esten - sione regionale, che ne hanno determinato il sollevamento rispetto alle zone circostanti. 3 Ulteriori lineamenti tettonici al suo interno suddividono l’intero gruppo montuoso dei Monti Picentini in quattro principali domini. Procedendo da Ovest verso Est si ha la struttura dei Monti Accèllica - Licinici - Mai (1616 m s.l.m.), dei Monti Polveracchio - Raione (1790 m s.l.m.), del Monte Cervialto (1809 m s.l.m.) e del Monte Terminio - Tuoro (1806 m s.l.m.). L’impalcatura della intera struttura dei Monti Picentini, costituita da calcari, calcari detritici e dolomitici microcristallini, grigiastri o avana e dolomie (Cretaceo-Giura-Lias-Trias) è circondata oltre che dai prodotti vulcanoclastici ed alluvionali anche e soprattutto da formazioni Flyschoidi prevalentemente Mioceniche (argille ed argille sabbioso-siltose di vario colore con inglobati elementi litici di natura calcarea ed arenacea aventi varie dimensioni). Tutte le strutture montuose, di natura carbonatica, sono ricoperte da coltri di materiale di origine vulcanica (piroclastiti, pomici, lapilli, paleo - suoli, scorie, tufi ecc.) attribuibili alle manifestazioni parossistiche degli apparati vulcanici del Somma-Vesuvio dei Campi Flegrei. Inoltre, dette aree sono anche ricoperte da materiali detritici ed allu - vionali che rappresentano il riempimento di antiche depressioni tettoni - che: in tali aree si rivela anche la presenza di alcune conoidi alluvionali. La rete idrografica si è impostata sulle principali linee tettoniche, con alcuni principali solchi vallivi percorsi dai rami superiori del Sabato, del Calore, del Tusciano e del Picentino. L’alta Valle del fiume Sele limita il massiccio più ad Est separandolo da quello del Marzano, mentre verso Nord i Picentini incombono con i loro contrafforti boscosi sulla alta Valle del fiume Ofanto e sul medio corso flu - viale del Calore. A Sud infine essi scendono rapidamente sul fianco orientale del golfo di Salerno e sulla piana del Sele. Pressoché interamente ricoperti da fitti boschi di castagneti e da faggi, nonché da conifere i rilievi montuosi, spesso sono interrotti da ver - santi acclivi, profonde ed incise valli (Valle della Caccia, Vallone Ma - trunolo) e da piane, altipiani e conche endoreiche più o meno ampie di natura carsica (Piana del Dragone 690 m - Altopiano del Lacero 1053 m - Piano di Verteglia 1180 m - Piano di Campolaspierto 1290 m - Piano del Gaudo 1050 m - Piana di Ischia 1215 m - Piana delle Acquenere 1088 m ecc.). L’elevato grado di fertilità di questi terreni di copertura, unitamente al notevole grado di umidità legato alla presenza di acquiferi, permette la 4 nascita di una folta, verdeggiante e lussureggiante vegetazione costituita da varie e pregiate essenze naturali. Le rocce calcaree presenti in questa area si caratterizzano per un ele - vato grado di fatturazione. I materiali carbonatici che, come innanzi evidenziato, costituiscono l’impalcatura del predetto sistema montuoso, sono caratterizzati da una permeabilità già alta per il grado di tettonizzazione, fessurazione e frattu - razione dei litotipi, dovuta ad eventi tettonici: essa risulta esaltata dalla presenza di un fenomeno carsico molto evoluto che ha facilitato l’attacco chimico delle acque meteoriche e, quindi, ha generato un carsismo che è ancora in fase giovanile e che in superficie si manifesta con le sue carat - teristiche forme tipiche costituite da grotte, inghiottitoi, doline ecc. Le buone caratteristiche di permeabilità delle rocce che formano l’in - tero sistema orografico consentono un’elevata infiltrazione delle acque meteoriche. Inoltre, il particolare assetto della distribuzione dei materiali argillosi che bordano i predetti massicci montuosi, fungendo da soglia di permea - bilità, consente, nelle zone profonde dei massicci, notevoli accumuli idrici. Si tratta di acquiferi di notevole potenzialità idrica e di eccezionali ca - ratteristiche chimiche ed organolettiche. Tali particolari condizioni idrogeologiche, rendono la catena montuosa dei Picentini il più importante dei serbatoi idrici naturali presenti nell’in - tero Appennino Meridionale. Allo stato, sono destinate al consumo umano oltre 10.000 l/sec., le acque delle sorgenti del Serino emergenti nella media Valle del Sabato, quelle del gruppo sorgivo di Cassano Irpino che scaturiscono nella media Valle del Calore, quelle del Sele che emergono in prossimità dell’abitato di Caposele, quelle di Quaglietta, dell’Ausino, di Sorbo Serpico, di Baiardo in agro di Montemarano e tante altre, quotidianamente soddisfano le esigenze idropo - tabili di una popolazione complessiva di oltre quattro milioni di persone re - sidenti in Puglia, nel Napoletano, nel Salerniitato in Irpinia e nel Sannio. A queste risorse naturali devono aggiungersi le bellezze paesaggisti - che, di particolare interesse per gli scenari ambientali, le caratteristiche della flora e della fauna e quelle storiche, architettoniche, artistiche e cul - turali. Prof. Geol. Sabino Aquino Presidente Parco Regionale dei Monti Picentini 5 Note introduttive (a cura di Valerio Bozza) Cenni storici I Monti Picentini occupano una posizione centrale nella Campania, ponendosi alla testata delle valli dei fiumi più importanti,
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