Relazione Illustrativa Della Variante - Piazza Amedeo Pesce
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Comune di Battipaglia Relazione illustrativa della Variante - Piazza Amedeo Pesce - Relazione Illustrativa Marzo 2009 Ing. Claudio Della Rocca 1. Introduzione La presente richiesta di Variante al piano regolatore generale del comune di Battipaglia promossa dalla Fondazione Amedeo Pesce, è costituita dai seguenti elaborati: ELENCO ELABORATI R01 Relazione Illustrativa R02 Relazione di compatibilità idrologica-idraulica R03 Norme tecniche di attuazione TAVOLE DI ANALISI A01 Inquadramento territoriale 1/25.000 A02 Rilievo planoaltimetrico 1/2.000 A03 Stralcio di PRG 1/2.000 A04 Stralcio d’Ortofoto 1/2.000 A05 Stralcio Catastale 1/2.000 A06 Documentazione fotografica 1/4.000 TAVOLE DI PROGETTO P01 Zonizzazione di progetto 1/1.000 P02 Planovolumetrico 1/1.000 1 1.1. Significato e ruolo della Variante In data 9 maggio 2005 è stata costituita con atto pubblico la “Fondazione Amedeo Pesce” con lo scopo di promuovere la cultura e lo spirito imprenditoriale in Italia e nel mondo, principalmente attraverso i canali dell'istruzione e della ricerca, e di promulgare la figura e l'opera di Amedeo Pesce sia come uomo che come imprenditore. Detta Fondazione ha in corso il procedimento di riconoscimento della personalità giuridica di Amedeo Pesce. La fondazione è proprietaria di un terreno nella subarea agricola di Battipaglia, in via Guglielmo Noschese, insistente in gran parte sulla particella n. 90, foglio 4, per un totale di mq. 32.000 circa, in località “San Mattia”. Figura 1. Il logo della Fondazione Amedeo Pesce La presente relazione analizza dal punto di vista urbanistico-economico-ambientale, la possibilità di realizzare una variante di destinazione d’uso dell’area definita precedentemente. La “Fondazione Amedeo Pesce” che ha sede in Battipaglia alla Via G. Noschese n. 15, ha incaricato i tecnici:Dott. Ing. Claudio Della Rocca, iscritto all’ordine degli Ingegneri della provincia di Salerno al n 3933, e Dott. Arch. Daniele Izzo, iscritto all’ordine degli architetti della Provincia di Salerno al n. 1931, per la redazione della presente variante del vigente PRG dell’area in oggetto. 2 La proposta si propone di realizzare: − Una piazza da intitolare al compianto Amedeo Pesce; − Una struttura scolastica (scuola elementare); − Le strutture per servizi in cui insediare la sede operativa della Fondazione; − Un edificio piscina-spogliatoi, anche al servizio dei campi da gioco previsti; − Una chiesa; Il tutto immerso in un parco attrezzato integrato con il contesto territoriale. O N IA C S U T FIUME C Figura 2. Perimetrazione della variante. L’utilità di questa variante è da cogliere nella possibilità di dare, alle località di S. Lucia, S. Mattia, Fasanara, Porta di ferro e località limitrofe un luogo pubblico che consenta lo svolgimento di una vita sociale e di relazione. Il numero e la natura degli insediamenti spontanei sorti nella piana non consentono la definizione di standard specifici per ogni singolo insediamento, ma obbligano ad un accorpamento, per dotare il territorio di una struttura effettivamente fruibile. Inoltre i servizi che meglio possono essere accorpati ottimizzando fruizione e impatto ambientale, fanno riferimento alle strutture scolastiche e al verde attrezzato e a parco, appunto gli elementi di base della proposta di variante. 3 Ed è proprio per i motivi sopra elencati ed a seguito della proposta definita dalla Fondazione Amedeo Pesce che il Consiglio Comunale di Battipaglia con Delibera n. 147 del 31/05/2005 ha deciso di avallare l’idea di un’area di servizi pubblici realizzata al servizio degli insediamenti sparsi della piana. L’intervento proposto consentirebbe di garantire un punto, intorno ad una chiesa e ad una scuola elementare, di aggregazione di tutte le fasce sociali residenti ed in particolare di giovani, bambini ed anziani che troverebbero uno spazio attrezzato e sicuro molto simile a quelli generalmente presenti nelle aree urbanizzate. Si sottolinea inoltre che è auspicabile in futuro un’unione di detta area con il complesso di San Mattia, in modo da creare un vero polo ludico-culturale che dia slancio alle attività sia di aggregazione che turistiche. Questo aspetto viene evidenziato in quanto è facile pensare che tale polo possa essere messo in diretto contatto sia con il litorale che con il centro cittadino tramite collegamenti pubblici, in modo da consentire la fruizione dell’area da parte di tutti gli utenti. Figura 3. Complesso medievale di San Mattia. 4 1.2. Fondamenti metodologici generali Questa Variante è uno strumento che vuole divenire disciplina di uno sviluppo coordinato e pianificato dell’area in oggetto. La “Fondazione Amedeo Pesce”, vuole concretizzare la realizzazione di un Parco di campagna di pubblica utilità. Le funzioni che verranno insediate nell’area in oggetto, sono tese a rispondere ad esigenze che presenta il territorio e la cittadinanza. Il complesso ludico-ricreativo sarà attrezzato a verde con percorsi pedonali, pista ciclabile, campetti sportivi, piscina coperta e annessi spogliatoi, parcheggio auto, panchine e fontane di ristoro. A queste funzioni si aggiungono altre di tipo religioso e culturale, creando così un polo di aggregazione per tutte le componenti della cittadinanza. Gli strumenti fondamentali per perseguire gli obiettivi previsti dal piano sono gli elaborati grafici e le norme tecniche. 1.3. Analisi e scelte preliminari Lo studio di questa variante è basato sull’esame di alcuni temi ed aspetti preliminari. Innanzitutto si è analizzato il P.R.G. vigente, per valutarlo rispetto alle odierne esigenze del territorio, cercando inoltre di adattare le nuove indicazioni contenute nella variante a quelle di livello gerarchico superiore. Si sono analizzate le caratteristiche generali del territorio comunale, con particolare riferimento alla subarea agricola di Battipaglia ed ai suoi rapporti con il resto della provincia. Si è passati alla analisi storica, culturale e alle tradizioni che hanno o che possono incidere sulla forma del territorio urbanizzato e non urbanizzato. Si sono definiti i margini intesi come limiti percettibili rispetto al concetto più tecnico di perimetrazione. Si sono, in fine, analizzati i valori ambientali e del patrimonio storico-monumentale dell’area in oggetto. 5 2. Cenni storici Battipaglia sorge a sud del fiume Tusciano, ai piedi delle colline dei monti Picentini. Quest’ultimi fanno da sfondo alla pianura che và dal fiume Sele ai monti stessi. Il limite meridionale di questa area, come abbiamo detto, è dato dal Sele, che per la sua navigabilità è stato una facile via di penetrazione verso l’interno. Nel I sec. A.C. l’istituzione del municipium di Eborum e la colonia di diritto Romano di Salernum (194 a.C.) sono gli organi di controllo della piana del Tusciano e della zona a nord del Sele. In questo periodo si assiste ad un riassetto insediativo e alla riorganizzazione dello spazio agrario secondo il modello di divisione del territorio in lotti quadrati. Tra l’età repubblicana e imperiale la campagna si popola di nuovi insediamenti che corrispondono a ville di produzione, le quali si dispongono lungo il litorale presso le foci dei corsi d’acqua. Lungo il litorale si susseguono le ville presso il fiume Picentino, il torrente Asa, in località Spineta e a Campolongo. La pianura dopo il fiorente periodo romano, conosce un lento declino nella tarda antichità, risultato di un fenomeno più ampio, che conduce al crollo del sistema insediativo e allo spopolamento delle campagne. Le testimonianze successive della piana risalgono all’età longobarda, a partire dal ‘849, data alla quale risalgono le prime fonti scritte che definiscono il Locus Tuscianus come un vasto territorio “in finibus salernitanis”, dipendente amministrativamente da Salerno. I confini di questa area erano dati dal torrente Asa a Nord-ovest a Sud-est dal mare, a nord dai rilievi Arpignano e monte Raione (oggi nel comune di Olevano sul Tusciano), a est i confini erano dati dalle colline del casale “licinianum” (oggi cinghiali), i monti di Eboli e il fiume Laneum, un corso d’acqua tra il Tusciano e il Sele, che sfociava nei pressi di Campolongo, scomparso dopo le bonifiche borboniche, postunitarie e fasciste. Varie vicende, che videro come protagonisti Salerno e la chiesa Salernitana, portarono alla divisione del territorio in due parti: una continuò a chiamarsi Locus Tuscianis, l’altra, nella zona centro settentrionale del vecchio distretto, fu detta Castrum Olibani. Nel territorio del Tusciano si possono individuare una fitta trama di percorsi viari, non sempre collegabili correttamente. 6 Nella parte meridionale passava una via litoranea che proveniva da Salerno e andava verso il Sele, seguendo il percorso dell’attuale Strada Litoranea. Questa strada non era praticabile lungo tutta la costa a causa della presenza di 3 grandi laghi palustri: Piczolu, Maiore e Paulinu. Presso la foce del Tusciano la via Litoranea si incrociava con la “via Publica” (attuale S.P. Battipaglia Mare) che risaliva il fiume verso le colline. Parallelamente alla litoranea, a due chilometri, correva un’altra strada che andava da Salerno al Sele. Nell’849 il primo principe longobardo di Salerno, Siconolfo, acquisisce tramite commutatio (permuta) dall’abate di San Vincenzo la rem eius monasteri cum curte casis seu acclesia in loco Tusciano, tali strutture dell’azienda agricola e della chiesa permettono al principe di divenire padrone di un vasto dominio fondiario nel locus, coincidente quasi con l’intera estensione dell’attuale comune. Nel IX sec. la ricchezza del territorio del Tusciano è riscontrabile dai documenti di donazione, da parte di un certo Griseperto all’importante chiesa salernitane di San Massimo, di una fiorente azienda agricola con vigne, frutteti e pascoli. Inoltre, possiamo riscontrare tale ricchezza dalle strutture materiali superstiti, ricche di decorazioni e affreschi, delle varie chiese che si trovano sul territorio. A questo periodo risale la notizia fornita dall’Anonimo Salernitano che nella sua opera ai Tuscianenses, afferma che intorno all’anno 870 il numero di abitanti ammontava a circa 2000, cifra che se fosse vera definirebbe, relazionata all’estensione del territorio, una densità di 14 abitanti per chilometro quadrato.