Comune di

Relazione illustrativa della Variante - Piazza Amedeo Pesce -

Relazione Illustrativa

Marzo 2009

Ing. Claudio Della Rocca

1. Introduzione

La presente richiesta di Variante al piano regolatore generale del comune di Battipaglia promossa dalla Fondazione Amedeo Pesce, è costituita dai seguenti elaborati:

ELENCO ELABORATI R01 Relazione Illustrativa R02 Relazione di compatibilità idrologica-idraulica R03 Norme tecniche di attuazione

TAVOLE DI ANALISI A01 Inquadramento territoriale 1/25.000 A02 Rilievo planoaltimetrico 1/2.000 A03 Stralcio di PRG 1/2.000 A04 Stralcio d’Ortofoto 1/2.000 A05 Stralcio Catastale 1/2.000 A06 Documentazione fotografica 1/4.000

TAVOLE DI PROGETTO P01 Zonizzazione di progetto 1/1.000 P02 Planovolumetrico 1/1.000

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1.1. Significato e ruolo della Variante

In data 9 maggio 2005 è stata costituita con atto pubblico la “Fondazione Amedeo Pesce” con lo scopo di promuovere la cultura e lo spirito imprenditoriale in Italia e nel mondo, principalmente attraverso i canali dell'istruzione e della ricerca, e di promulgare la figura e l'opera di Amedeo Pesce sia come uomo che come imprenditore. Detta Fondazione ha in corso il procedimento di riconoscimento della personalità giuridica di Amedeo Pesce. La fondazione è proprietaria di un terreno nella subarea agricola di Battipaglia, in via Guglielmo Noschese, insistente in gran parte sulla particella n. 90, foglio 4, per un totale di mq. 32.000 circa, in località “San Mattia”.

Figura 1. Il logo della Fondazione Amedeo Pesce

La presente relazione analizza dal punto di vista urbanistico-economico-ambientale, la possibilità di realizzare una variante di destinazione d’uso dell’area definita precedentemente. La “Fondazione Amedeo Pesce” che ha sede in Battipaglia alla Via G. Noschese n. 15, ha incaricato i tecnici:Dott. Ing. Claudio Della Rocca, iscritto all’ordine degli Ingegneri della provincia di Salerno al n 3933, e Dott. Arch. Daniele Izzo, iscritto all’ordine degli architetti della Provincia di Salerno al n. 1931, per la redazione della presente variante del vigente PRG dell’area in oggetto.

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La proposta si propone di realizzare: − Una piazza da intitolare al compianto Amedeo Pesce; − Una struttura scolastica (scuola elementare); − Le strutture per servizi in cui insediare la sede operativa della Fondazione; − Un edificio piscina-spogliatoi, anche al servizio dei campi da gioco previsti; − Una chiesa; Il tutto immerso in un parco attrezzato integrato con il contesto territoriale.

O N IA C S U T FIUME

C

Figura 2. Perimetrazione della variante.

L’utilità di questa variante è da cogliere nella possibilità di dare, alle località di S. Lucia, S. Mattia, Fasanara, Porta di ferro e località limitrofe un luogo pubblico che consenta lo svolgimento di una vita sociale e di relazione. Il numero e la natura degli insediamenti spontanei sorti nella piana non consentono la definizione di standard specifici per ogni singolo insediamento, ma obbligano ad un accorpamento, per dotare il territorio di una struttura effettivamente fruibile. Inoltre i servizi che meglio possono essere accorpati ottimizzando fruizione e impatto ambientale, fanno riferimento alle strutture scolastiche e al verde attrezzato e a parco, appunto gli elementi di base della proposta di variante. 3 Ed è proprio per i motivi sopra elencati ed a seguito della proposta definita dalla Fondazione Amedeo Pesce che il Consiglio Comunale di Battipaglia con Delibera n. 147 del 31/05/2005 ha deciso di avallare l’idea di un’area di servizi pubblici realizzata al servizio degli insediamenti sparsi della piana. L’intervento proposto consentirebbe di garantire un punto, intorno ad una chiesa e ad una scuola elementare, di aggregazione di tutte le fasce sociali residenti ed in particolare di giovani, bambini ed anziani che troverebbero uno spazio attrezzato e sicuro molto simile a quelli generalmente presenti nelle aree urbanizzate. Si sottolinea inoltre che è auspicabile in futuro un’unione di detta area con il complesso di San Mattia, in modo da creare un vero polo ludico-culturale che dia slancio alle attività sia di aggregazione che turistiche. Questo aspetto viene evidenziato in quanto è facile pensare che tale polo possa essere messo in diretto contatto sia con il litorale che con il centro cittadino tramite collegamenti pubblici, in modo da consentire la fruizione dell’area da parte di tutti gli utenti.

Figura 3. Complesso medievale di San Mattia.

4 1.2. Fondamenti metodologici generali

Questa Variante è uno strumento che vuole divenire disciplina di uno sviluppo coordinato e pianificato dell’area in oggetto. La “Fondazione Amedeo Pesce”, vuole concretizzare la realizzazione di un Parco di di pubblica utilità. Le funzioni che verranno insediate nell’area in oggetto, sono tese a rispondere ad esigenze che presenta il territorio e la cittadinanza. Il complesso ludico-ricreativo sarà attrezzato a verde con percorsi pedonali, pista ciclabile, campetti sportivi, piscina coperta e annessi spogliatoi, parcheggio auto, panchine e fontane di ristoro. A queste funzioni si aggiungono altre di tipo religioso e culturale, creando così un polo di aggregazione per tutte le componenti della cittadinanza. Gli strumenti fondamentali per perseguire gli obiettivi previsti dal piano sono gli elaborati grafici e le norme tecniche.

1.3. Analisi e scelte preliminari

Lo studio di questa variante è basato sull’esame di alcuni temi ed aspetti preliminari. Innanzitutto si è analizzato il P.R.G. vigente, per valutarlo rispetto alle odierne esigenze del territorio, cercando inoltre di adattare le nuove indicazioni contenute nella variante a quelle di livello gerarchico superiore. Si sono analizzate le caratteristiche generali del territorio comunale, con particolare riferimento alla subarea agricola di Battipaglia ed ai suoi rapporti con il resto della provincia. Si è passati alla analisi storica, culturale e alle tradizioni che hanno o che possono incidere sulla forma del territorio urbanizzato e non urbanizzato. Si sono definiti i margini intesi come limiti percettibili rispetto al concetto più tecnico di perimetrazione. Si sono, in fine, analizzati i valori ambientali e del patrimonio storico-monumentale dell’area in oggetto.

5 2. Cenni storici

Battipaglia sorge a sud del fiume Tusciano, ai piedi delle colline dei monti Picentini. Quest’ultimi fanno da sfondo alla pianura che và dal fiume Sele ai monti stessi. Il limite meridionale di questa area, come abbiamo detto, è dato dal Sele, che per la sua navigabilità è stato una facile via di penetrazione verso l’interno. Nel I sec. A.C. l’istituzione del municipium di Eborum e la colonia di diritto Romano di Salernum (194 a.C.) sono gli organi di controllo della piana del Tusciano e della zona a nord del Sele. In questo periodo si assiste ad un riassetto insediativo e alla riorganizzazione dello spazio agrario secondo il modello di divisione del territorio in lotti quadrati. Tra l’età repubblicana e imperiale la campagna si popola di nuovi insediamenti che corrispondono a ville di produzione, le quali si dispongono lungo il litorale presso le foci dei corsi d’acqua. Lungo il litorale si susseguono le ville presso il fiume Picentino, il torrente Asa, in località Spineta e a Campolongo. La pianura dopo il fiorente periodo romano, conosce un lento declino nella tarda antichità, risultato di un fenomeno più ampio, che conduce al crollo del sistema insediativo e allo spopolamento delle campagne. Le testimonianze successive della piana risalgono all’età longobarda, a partire dal ‘849, data alla quale risalgono le prime fonti scritte che definiscono il Locus Tuscianus come un vasto territorio “in finibus salernitanis”, dipendente amministrativamente da Salerno. I confini di questa area erano dati dal torrente Asa a Nord-ovest a Sud-est dal mare, a nord dai rilievi Arpignano e monte Raione (oggi nel comune di ), a est i confini erano dati dalle colline del casale “licinianum” (oggi cinghiali), i monti di Eboli e il fiume Laneum, un corso d’acqua tra il Tusciano e il Sele, che sfociava nei pressi di Campolongo, scomparso dopo le bonifiche borboniche, postunitarie e fasciste. Varie vicende, che videro come protagonisti Salerno e la chiesa Salernitana, portarono alla divisione del territorio in due parti: una continuò a chiamarsi Locus Tuscianis, l’altra, nella zona centro settentrionale del vecchio distretto, fu detta Castrum Olibani. Nel territorio del Tusciano si possono individuare una fitta trama di percorsi viari, non sempre collegabili correttamente.

6 Nella parte meridionale passava una via litoranea che proveniva da Salerno e andava verso il Sele, seguendo il percorso dell’attuale Strada Litoranea. Questa strada non era praticabile lungo tutta la costa a causa della presenza di 3 grandi laghi palustri: Piczolu, Maiore e Paulinu. Presso la foce del Tusciano la via Litoranea si incrociava con la “via Publica” (attuale S.P. Battipaglia Mare) che risaliva il fiume verso le colline. Parallelamente alla litoranea, a due chilometri, correva un’altra strada che andava da Salerno al Sele. Nell’849 il primo principe longobardo di Salerno, Siconolfo, acquisisce tramite commutatio (permuta) dall’abate di San Vincenzo la rem eius monasteri cum curte casis seu acclesia in loco Tusciano, tali strutture dell’azienda agricola e della chiesa permettono al principe di divenire padrone di un vasto dominio fondiario nel locus, coincidente quasi con l’intera estensione dell’attuale comune. Nel IX sec. la ricchezza del territorio del Tusciano è riscontrabile dai documenti di donazione, da parte di un certo Griseperto all’importante chiesa salernitane di San Massimo, di una fiorente azienda agricola con vigne, frutteti e pascoli. Inoltre, possiamo riscontrare tale ricchezza dalle strutture materiali superstiti, ricche di decorazioni e affreschi, delle varie chiese che si trovano sul territorio. A questo periodo risale la notizia fornita dall’Anonimo Salernitano che nella sua opera ai Tuscianenses, afferma che intorno all’anno 870 il numero di abitanti ammontava a circa 2000, cifra che se fosse vera definirebbe, relazionata all’estensione del territorio, una densità di 14 abitanti per chilometro quadrato. Ed è proprio questa esplosione demografica a costituire il sintomo di un largo benessere della zona. Altro documento di notevole rilevanza, che meglio descrive la ricchezza della zona, è il giudicato tra i conti Guaimaro e Guaifredo, nipoti di Gisulfo I, e l’ordinario diocesano salernitano per il possesso di alcune terre nei pressi della foce del Tusciano. Nei documenti del contenzioso viene descritto il centro aziendale e il florido fondo sulle sponde del Tusciano. In quel periodo, in tutto il possedimento dei principi, venivano erette molte chiese private questo per non disperdere il patrimonio familiare e per costituire un espediente efficace di amministrazione fondiaria. Questo è il caso della chiesa di San Mattia, che si trova a metà della S.P. Battipaglia-Mare, dove, è riscontrabile ancora oggi, al fianco della chiesa sorgevano le abitazioni degli agricoltori.

7 Come si vede il dominio dei principi è ancora ampio nell’XI sec., anche se si susseguono le donazioni. Anche la chiesa ha grandi possedimenti in tutta la piana, tra il Tusciano e il Sele: terras de Fasanaria, Campum Longum, Lacum Majorem, castelluccia Battipalie, le criptas maris de Tusciano, e le terras cultas et incultas de Tusciano. Il tipo di economia basato sullo sfruttamento agricolo del territorio compreso fra il Sele ed il Tusciano ha saputo nel tempo confrontarsi e tener testa alle attività industriali, che si sono sviluppate in tutta la piana del Sele dall’inizio del Novecento ad oggi.

Riferimenti bibliografici: M.Morcaldi, M. Schiani, S.De Stafano, Codex diplomaticus cavensis, Nespoli, Hoepli, 1873-1839 S.Leone, Diplomata tabulari cavensis, scritto conservato presso l’Archivio dell’Abbazia della S.S. Trinità di Cava dei Tirreni, 1963 L.Rocco Carbone, Battipaglia 70 anni nella sua storia, Massa, 1999

8 3. Sintesi della situazione attuale

3.1. Inquadramento generale

Il comune di Battipaglia, in provincia di Salerno, confina con i comuni di e Olevano S.T. a Nord, con il comune di Eboli a Est e a Sud-Est, con il comune di Bellizzi a Nord-Ovest, con il comune di Pontecagnano a Ovest e con il litorale del golfo di Salerno a Sud-Ovest. Il comune di Battipaglia si estende per 5642 Ha. Battipaglia si sviluppa su 4 assi principali: la S.S. 18 in direzione di Salerno, la S.S. 18 in direzione di Sapri, la S.S. 19 o “Strada delle Calabrie” in direzione di Eboli e in direzione della S.P. per Olevano S.T. Attualmente si può riscontrare una tendenza espansionistica lungo la S.P. 135 Battipaglia-Mare. L’area lungo la S.S. 18 ad ovest, costituisce un continuum metropolitano con i comuni di Bellizzi , Pontecagnano fino all’area Est di Salerno. Analogamente troviamo lungo la fascia litoranea aggregati di abitazioni che però sino ad oggi non sono stati accompagnati da un piano urbanistico di guida; solo da poco infatti è stato approvato il piano provinciale. Battipaglia ha un forte legame di sviluppo agricolo-industriale con i comuni di Eboli, Bellizzi e Pontecagnano. In particolare Battipaglia ed Eboli rappresentano il bacino di localizzazione del maggior intervento residenziale-industriale della piana del Sele, anche per questo nei due comuni è stata posizionata l’area A.S.I.. Battipaglia si sviluppa e cresce nel periodo post- bellico, oggi è una realtà economica che traina il resto dei comuni della piana del Sele, sia per la presenza di industrie ad alta tecnologia sia per la modernità delle sue aziende agricole e per un terziario in forte sviluppo.

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Figura 4. Inquadramento territoriale del territorio comunale.

Figura 5. Localizzazione area.

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Figura 6. Ortofoto dell’area di intervento, a sinistra il complesso di San Mattia e via Spineta, in basso villa Pesce, in alto a destra via Noschese.

3.2. Analisi del territorio fisico

Il comune di Battipaglia si estende per 5642 Ha ed ha un andamento decisamente pianeggiante, attestandosi ai piedi delle prime colline dei monti Picentini sino ad arrivare al litorale del golfo di Salerno. Morfologicamente il territorio può essere distinto in due zone: una ristretta parte collinare denominata “Castelluccio” per la presenza del castello omonimo, con una pendenza media del 25% ed una quota massima intorno ai 350 mt sul livello del mare; l’altra zona è costituita da una zona pianeggiante con pendenza media del 5%. La situazione geologica è individuata da almeno tre “Facies” dominanti: − Facies Pedemontana (Castelluccio) con depositi di ciottoli e pietrisco; − Facies Fluvio-lacustre con formazioni argillose sabbiose e ghiaiose e alluvioni terrazzate lungo il corso del fiume Tusciano; − Facies Litorale con sabbie marine e cordoni di dune.

11 Le acque superficiali sono rappresentate in gran parte dal fiume Tusciano (fiume del IV ordine a regime perenne) nasce dai monti Picentini e attraversa con un percorso regolare l’intero territorio comunale per sfociare nel golfo di Salerno ed ha una fittissima rete di canalizzazioni realizzate a Sud del territorio per l’irrigazione dei terreni agricoli. I terreni presentano una permeabilità medio alta: le acque vanno ad accumularsi in estesi bacini idrici sotterranei, abbondanti falde idriche si riscontrano a circa 120 mt di profondità. In prospettiva sismica il territorio non è interessato da strutture tettoniche-sismogenetiche pur essendo situato ai margini del principale focolaio sismico della regione (alto Calore, alto Sele, alto Ofanto), per cui risente solo di effetti indiretti dell’azione di eventi sismici. In base al rischio sismico il territorio è stato diviso in tre microzone delle quali solo quella che lambisce per circa 2 Km la fascia costiera presenta risposte dinamiche e geotecniche inferiori alle condizioni di risposta ottimale regionale. Comunque il grado di sismicità dell’intero territorio comunale è S=9, alta sismicità. Il clima è del tipo temperato marittimo, identico a quello napoletano con venti prevalenti da N-E e brezze moderate da S.

3.3. Quadro urbanistico comunale

La città attuale presenta notevoli analogie con altri centri similari. Il quadro urbanistico è schematizzabile nelle seguenti tipologie: 1) Zone edificate anteguerra, con densità non eccessive ma con un tessuto viario assolutamente insufficiente ed un degrado edilizio notevole; 2) Zone edificate dopo la guerra, in parte di sostituzione,con densità elevate; il tessuto viario coincide con quello precedente: quindi è divenuto assolutamente insufficiente. 3) Zone esterne, con densità fondiarie originariamente modeste, ma che si sono incrementate nel tempo a danno del tessuto originario, divenuto insufficiente. 4) Zone esterne, oggetto di recenti piani di zona e di edilizia economica e popolare e di lottizzazioni convenzionate ancora in corso di completamento, con tessuti urbanistici più adeguati alle esigenze. 5) Aree all’interno dello sviluppo della città urbanizzata, in parte sedi delle attività lavorative dimesse, sulle quali si stanno indirizzando le recenti iniziative edilizie, con caratteristiche tali da non garantire adeguate condizioni di inserimento urbanistico nel tessuto circostante. 12

3.4. P.R.G. vigente e stato di attuazione

Il P.R.G. vigente risale al 1970 come adozione comunale e al 1972 come approvazione definitiva, allora di competenza ministeriale (decreto n.1623). Questo piano è caratterizzato da limiti normativi e dalla non chiara rappresentazione grafica; ciò ha costituito motivo di difficili ed equivoche interpretazioni in sede attuativa, per quanto riguarda le procedure e gli indici di fabbricabilità, che sono stati sostituiti spesso dai maggiori valori fondiari con perdita di aree riservate ad usi pubblici. Altro motivo di indeterminatezza è stata la cartografia di base, sommaria ed inesatta. Il piano prevede che l’intero aggregato urbano esistente sia destinato a sottozona B1 (residenziale da risanare) nel nucleo più centrale e a sottozona B2 (residenziale da ristrutturare) nelle parti esterne. Gli interventi di rinnovo, ristrutturazione, demolizione e ricostruzione e di completamento sono avvenuti attraverso concessioni edilizie dirette. Gli strumenti attuativi sono consistiti in 15 piani di recupero redatti, ma di cui solo 4 sono giunti all’approvazione. Nelle zone centrali, - questo denota la distorta attuazione del piano- , la densità edilizia negli ultimi 30 anni è aumentata di circa 10000 abitanti rispetto a quella prevista. Nelle zone C previste dal piano vi sono stati dei piani attuativi con lottizzazioni convenzionate, sia nelle aree perimetrali del capoluogo che nella fascia del litorale, in particolare verso sud. Il loro stato di attuazione, in alcuni casi, non ha raggiunto il completamento. La zona D è compresa in larga misura nel perimetro dell’A.S.I. ed è soggetta alla disciplina del piano regolatore territoriale elaborato dal consorzio per lo sviluppo dell’area industriale di Salerno. La superficie complessiva, senza le aree ferroviarie, è di circa 3 Kmq. Una parte di queste aree è destinata a piccola industria, artigianato, nonché attività terziarie e per il commercio. Ma si può calcolare che su 350Ha di superficie fondiaria complessiva , circa la metà sia ancora disponibile per nuove utilizzazioni. La zona D comprende anche una parte destinata a industria esterna al perimetro dell’A.S.I., ovvero nel P.I.P. comunale, ubicato lungo la strada provinciale Battipaglia-Mare. Questa zona ha un indice territoriale di 1,50 mc/mq, ed un indice fondiario doppio che accoppiati ad una normativa generica che ha consentito interventi piuttosto casuali e disorganici. Tuttavia 13 recentemente l’approvazione di una specifica variante ha consentito l’ampliamento e la razionalizzazione dell’intero comparto, con la previsione di nuovi e capillari interventi di urbanizzazione.

14 4. Progetto

4.1. Presupposti e obiettivi della variante

Prima di affrontare temi e soluzioni di tipo urbanistico, è utile riassumere alcune premesse derivanti dagli studi e dalle analisi condotte. Battipaglia, non presenta tendenze di forte sviluppo demografico; questa caratteristica, che assimila il comune a molte altre realtà in Italia, può essere superata solo con interventi infrastrutturali rilevanti tali da poter modificare gli equilibri territoriali. Per Battipaglia si dovrebbe prevedere un riqualificazione di tutto il territorio comunale, puntando quindi alla qualità delle opere sia urbanistiche che architettoniche. Si deve porre l’attenzione in special modo alla salvaguardia dell’ambiente, in modo da creare occasioni di sviluppo compatibile. Ed è proprio quest’ultimo l’obbiettivo di questa variante, che può essere inquadrata come il primo elemento per la costituzione della rete ecologica comunale, finalizzata non solo alla conservazione dell’ambiente ma anche alla valorizzazione ed alla fruizione delle aree, rendendole contenitori verdi delle attrezzature e dei servizi.

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Figura 7. Zonizzazione.

4.2. Zonizzazione

Al fine di regolare le diverse esigenze edilizie, urbanistiche e ambientali il piano suddivide l’area studiata in zone omogenee a diversa destinazione d’uso e con diversi indici urbanistici ed edilizi. La zonizzazione proposta basata sulle classificazioni del vigente Piano Regolatore, e il successivo disegno di parco sono ispirati da semplici principi: Mantenere ben separate le aree a parco e le aree di servizio (piazza, chiesa, campi sportivi, parcheggi viabilità ecc), con particolare riferimento alla protezione della struttura scolastica (scuola elementare). Creare delle aree alberate di protezione e di filtro rispetto ad alcuni elementi poco compatibili con il parco (Villa Pesce a SUD, la torre della FOS a OVEST, la strada provinciale Battipaglia-Mare a NORD), seguendo le indicazioni definite nella relazione dello studio “Agro-Economico-Ambientale”. Tali aree dovranno anche permette la ricucitura paesaggistica dell’intervento, che si innesta tra le alberature di villa Pesce, del relativo viale di accesso e della cortina lungo via Noschese. Assegnare anche ai parcheggi, che incidono significativamente sull’antropizzazione dell’area, un elevato grado di naturalità, attraverso le puntuali indicazioni definite nella relazione dello

16 studio “Agro-Economico-Ambientale”, ovvero utilizzando pavimentazione drenanti inerite in materiale plastico. Per ciò che concerne la zonizzazione urbanistica, in pratica il 25 % dell’area di intervento è destinata a verde pubblico semplice mentre un altro 20 % è destinato a verde pubblico attrezzato. La viabilità comunale incide per il 5,7 % e i parcheggi comunali incidono per il 4,2 %. La zona per attrezzature di uso pubblico protetta dalle due zone precedenti poste rispettivamente lungo il lato nor-ovest e sud-ovest, copre il restante 44 %. La superficie coperta massima complessiva derivante dallo sviluppo degli indici riportati nelle norme tecniche è pari a meno del 18 % dell’area in oggetto.

4.3. Aree a verde

Le aree a verde definite dalla variante si basano essenzialmente su due fasce, costituite dalle zone del verde pubblico semplice e del verde pubblico attrezzato, di protezione e di filtro per la zona delle attrezzature, seguendo le indicazioni definite nella relazione dello studio “Agro- Economico-Ambientale” per la scelta delle essenze da piantumare. Proprio per creare questo filtro, lungo i lati NORD-OVEST e SUD-OVEST dell’intervento, in adiacenza ad alberature esistenti è stato previsto il verde alberato, con funzione di schermature, di fascia tampone e di ricucitura paesaggistica con le alberature esistenti. Le alberature di alto fusto e le specie pregiate esistenti lungo via Noschese, devono essere rigorosamente conservate. All’interno del parco è auspicabile che il terreno non venga reso impermeabile, pertanto tutte le aree di parcheggio saranno realizzate con strutture drenanti rinverdite. Ance nelle aree a parcheggio è previsto che dovranno essere poste a dimora, all’atto della costruzione e in forma definitiva, nuove alberature di alto fusto lungo le zone perimetrali di ciascuna area. Oltre le alberature specifiche appena descritte, si evidenzia che anche all’interno delle aree destinate alle attrezzature o nelle componenti di collegamento tra le varie funzioni sono sempre ricavate isole di verde completamente piantumate, come si evince dalla tavola relativa all’articolazione interna della variante.

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Figura 8. Possibile articolazione del Parco.

4.4. Verde attrezzato

Il verde attrezzato previsto dalla variante è costituito dalla fascia alberata sul lato SUD- OVEST per una superficie complessiva di 6464 mq, dove si inseriscono i campi sportivi, la piscina e l’edificio spogliatoi. Le strutture sono praticamente immerse nel verde e circondate da zone specifiche per il gioco e lo svago. La zona risulta nel complesso esclusa dalle aree parcheggio e dalla viabilità, per creare un luogo protetto e sicure per famiglie e bambini.

4.5. Impianti e servizi generali

In questa zona della variante di circa 14245 mq si insedia il grosso dell’intervento antropico, che comprende: la piazza, le strutture di servizio (sede della fondazione), la scuola elemntare, la chiesa e le aree parcheggio al servizio di queste strutture. Funzionale alla struttura scolastica, viene ricavato all’interno dell’area un ampio giardino attrezzato di circa 900 mq, ben separato dalle attività della piazza e dalla viabilità interna essendo racchiuso tra la parte posteriore delle strutture di servizio, la scuola ed il perimetro della variante.

18 4.6. Rete viaria e i parcheggi

La variante prevede un’arteria, al centro dell’area che lambisce tutte le aree funzionali della variante. Questa strada unisce l’ingresso all’area della piazza per poi terminare nella zona a verde pubblico semplice. La strada è fornita di due aree a parcheggio comunali, la prima vicino all’ingresso limitrofa alle attrezzature sportive ed alla piazza, la seconda posta nelle vicinanze delle dell’area a parco del verde pubblico semplice. La strada suddetta viene prevista con sezioni adatte a un traffico lento (larghezza complessiva escluso i marciapiedi pari a 8 m). L’estensione dell’impianto viario è estremamente contenuta e risulta funzionale alle sole strutture della variante, questo evita il traffico di transito riducendo al minimo le interferenze sulle attività sociali del parco.

4.7. Norme tecniche

Per il dimensionamento delle strutture della variante si fa riferimento a quanto riportato nell’elaborato R03 - Norme Tecniche di Attuazione, direttamente derivate dalle norme vigenti di PRG.

19 5. Infrastrutturazioni idrauliche

La presente parte della relazione generale è finalizzata ad individuare in via preliminare gli schemi delle reti di scolo acque bianche e acque nere al servizio delle strutture ricompresse nella variante:

In via preliminare si può evidenziare che nella zonizzazione urbanistica proposta, in pratica la quasi totalità, ovvero il 61,8 % dell’area di intervento (Tabella 1) è destinata a verde. Le strutture edilizie, suddivise tra servizi pubblici e privati costituiscono circa il 18 % dell’area (indice di copertura complessivo 0,18), la restante parte riguarda le superfici pavimentate della strada e della piazza. I parcheggi, realizzati con stalli drenanti, secondo le indicazioni dello studio “Agro- Economico-Ambientale”, sono concentrati all’esterno delle aree verdi, mentre la piazza, che costituisce l’elemento di interconnessione pedonale tra le varie funzioni e pertanto il luogo di incontro e di socializzazione, rappresenta l’11,3 % dell’area.

20 Descrizione Zona Estensione (mq) % del totale

Verde pubblico semplice VPS 8059,76 25,2 Verde pubblico attrezzato VPA 6464,30 20,3 Impianti e servizi generali AUP 14245,33 44,6 Viabilità comunale 1821,35 5,7 Parcheggi comunali 1329,20 4,2

TOTALE 31919,94 100,0 Tabella 1. Zonizzazione della variante.

Con riferimento all’attuale quadro normativo le strutture previste potranno servire un utenza rispettivamente di: Edificio scolastico 75 allievi (5 classi) Chiesa 75 fedeli (considerando 3 mq a fedele) Spogliatoi 60 atleti (considerando sia i campi che la piscina) Uffici e servizi 300 dipendenti (considerando 20 mq a dipendente) Si evidenzia in fine che le aree della variante saranno servite da una rete di drenaggio duale, ovvero dotata di due sistemi distinti e separati uno per le acque bianche (acque di pioggia drenate dalle superfici impermeabili) ed uno per le acque nere (acque provenienti dalle docce, dai servizi igienici, dalle cucine ecc.).

5.1. Rete acque bianche

Le acque bianche saranno convogliate nella rete di scolo artificiale costituita dai canali di bonifica. Considerando l’estensione del lotto, il suo attuale utilizzo agricolo e la modesta impermeabilizzazione indotta dalla variante (circa 10.600 mq ovvero meno del 34% dell’area originaria) si può ritenere lo scarico della rete acque bianche, circa 400 l/s, corrispondente ad un evento di pioggia con periodo di ritorno di 20 anni, pienamente compatibile con la rete di drenaggio artificiale esistente dimensionata per servire l’irrigazione di un area che complessivamente interessa 30.000 mq (per le metodologie di calcolo della portata di punta e per il predimensionamento della rete si veda la relazione R02).

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Figura 9. Andamento della rete fogne bianche (▌tracciato interno; ▌canale esistente).

5.2. Rete acque nere

Considerando la portata idrica istantanea massima scaricata dal complesso delle strutture previste nell’intervento di variante pari a 6,16 l/s e valutata la presenza di un collettore fognario di adeguata sezione posizionato lungo via Noschese, si può procedere al dimensionamento della condotta di avvicinamento al collettore esistente.

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Figura 10. Il posizionamento del recapito finale delle acque nere collocato lungo via Noschese e diretto all’impianto di depurazione in località Tavernola.

I valori ottenuti, riportati nell’apposita relazione di compatibilità idrologica-idraulica possono ritenersi soddisfacenti ed il dimensionamento risulta corretto, pertanto la condotta di avvicinamento al collettore fognario sarà in PEAD DN 300 con pendenza dell’1%.

5.3. Risultati

I calcoli relativi alle acque di pioggia mostrano che per un periodo di ritorno di 20 anni la portata istantanea massima scaricata dalla rete acque bianca nel sistema della rete di scolo dei canali di bonifica è pari a circa 0,40 m3/s (per una durata che teoricamente non supera i 6 minuti), portata che appare relativamente contenuta per un sistema di drenaggio artificiale dimensionato per condizioni ben più gravose. Le analisi effettuate per la valutazione delle portate medie nel giorno di massimo consumo addotte dalla rete di distribuzione dell’acqua potabile evidenziano come il valore risulti estremamente basso 39.075 l/giorno (0,45 l/s), e considerando il livello di urbanizzazione dell’area, può essere soddisfatto senza alcun problema dalla rete esistente.

23 Inoltre, lo scarico istantaneo massimo del complesso, calcolato sulla base della norma UNI EN 12056-2 , risulta di 6,16 l/s, e pertanto appare irrisorio per il collettore locale progettato per ben altri carichi idraulici (si sottolinea che la maggior parte del territorio comunale è servito da una rete mista, dimensionata quindi su valori relativamente significativi della portata idrica – mentre la rete in questione è di tipo duale con il convogliamento in fogna delle sole acque nere). In conclusione si può ritenere l’intervento pienamente compatibile con lo schema idraulico di adduzione e di scarico esistente nell’area oggetto dell’intervento.

24 6. Ulteriori indicazioni di carattere sanitario

6.1. Fasce di rispetto dai siti di captazione

Non esistono nelle vicinanze dell’area in oggetto siti di captazione di alcuna rilevanza, non mancano tuttavia pozzi singoli ad uso agricolo distribuiti nelle aree della piana. Nella figura seguente si evidenziano sulla carta tecnica regionale i pozzi limitrofi all’area in oggetto.

Figura 11. Carta tecnica regionale con evidenziati: █ l’area di intervento, ● i pozzi ad uso agricolo.

Considerando le attività a bassissimo impatto ambientale delle opere previste dalla variante, il sistema di raccolta e canalizzazione delle acque reflue e delle acque bianche e l’utilizzo e la dimensione dei pozzi presenti nelle vicinanze delle aree di variante, si può ritenere assolutamente trascurabile l’impatto indotto sul sistema degli acquiferi sotterranei.

25 6.2. Fasce di rispetto dalle zone a destinazione diversa

Con riferimento all’attuale PRG si evidenzia che la variante in oggetto è immersa al centro della piana di Battipaglia in zona E, ben distante da qualsiasi zona a diversa destinazione (industriale, artigianale, cimiteriale, autostradale, ferroviaria) come si evince dallo stralcio riportato nel seguito.

Figura 12. Il PRG vigente di Battipaglia.

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Figura 13. Il PRG vigente di Battipaglia in località San Mattia.

Si possono evidenziare le aree industriali della FOS-Pirelli ad Ovest e quella di via Spineta a Nord-Est recentemente ampliata da apposita variante, tuttavia entrambe le aree si assestano a distanze rilevanti dalla variante in oggetto.

6.3. Impatto acustico e atmosferico

L’impatto acustico e atmosferico dell’opera in oggetto appare assolutamente trascurabile, infatti non sono previste strutture industriali o attività artigianali, anzi le strutture previste (scuola elementare, chiesa, uffici) sono considerate in genere bersagli sensibili sia dell’impatto acustico sia di quello atmosferico. Inoltre la viabilità di progetto, come si evince dal disegno della variante, è esclusivamente destinata al raggiungimento delle aree adibite a parcheggio e pertanto è previsto che i mezzi la percorrano a passo d’uomo e che il traffico risultante sia connesso solo alla fruizione delle attrezzature previste.

27 6.4. Distanze da altri insediamenti o servizi

L’opera si innesta in un territorio privo di servizi, tanto che la motivazione principale della variante proposta dalla Fondazione Amedeo Pesce, è quella di dotare l’area della piana, ricca di insediamenti e di case sparse, di quei servizi e quelle aree ludiche di cui appare completamente sprovvista. La configurazione baricentrica dell’area rispetto al contesto della piana, rende poi di particolare l’efficacia gli interventi proposti.

28 7. Conclusioni

In conclusione l’intervento appare compatibile con l’attuale quadro territoriale e si propone come elemento di valorizzazione ambientale e sociale delle aree della pianura battipagliese. L’organizzazione delle zone e dei volumi edilizi consentono una ottima integrazione con il paesaggio circostante, costituendo anzi esso stesso elemento paesaggistico di pregio, con la funzione aggiuntiva di catalizzatore di attività sociali e ricreative. Infine, il parco si risulterà uno degli elementi della futura rete ecologica comunale che dovrà estendersi dalle aree collinari fino alla pineta costiera, passando per i parchi del centro urbano e per le oasi della piana agricola.

Marzo 2009, Battipaglia

ing. Claudio Della Rocca

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