ISSN 2384-9312 M SSONICAmente

n.16 Set.-Dic. 2019 Laboratorio di storia del Grande Oriente d'Italia

Saggi Speciale Fra Garibaldi il sardo universale e Goffredo Mameli martire della Repubblica Romana Sardegna massonica Frammenti della vita del Gran Maestro Armando Co- rona Rassegna quadrimestrale ISSN 2384-9312 (online) M SSONICAmente

Laboratorio di storia del Grande Oriente d'Italia

n.16 Set.-Dic. 2019

Sommario n.16 Set.-Dic. 2019 Iscrizione Tribunale Roma n.177/2015 del 20/10/2015

Direttore responsabile Stefano Bisi

Direzione Giovanni Greco

Art Director Gianmichele Galassi Speciale Sardegna Redazione Idimo Corte Noi siamo sardi...... 1 Marco Cuzzi Bernardino Fioravanti di Giovanni Greco Giuseppe Lombardo Marco Novarino

Fra Garibaldi il sardo universale e Goffredo Mameli Editore Grande Oriente d'Italia, ROC n.26027 martire della Repubblica Romana ...... 4 via San Pancrazio 8, 00152 Roma di Gianfranco Murtas Direzione e Redazione MASSONICAmente, Grande Oriente d'Italia, via San Pancrazio 8, 00152 Roma Frammenti della vita del Gran Maestro Stampa Consorzio Grafico e Stampa Srls - Roma Armando Corona ...... 18

di Gianfranco Murtas Rassegna Quadrimestrale edita online su www.grandeoriente.it

Le opinioni degli autori impegnano soltanto questi ul- Il riordino della memoria timi e non configurano, necessariamente, l'orienta- mento di pensiero della rivista MASSONICAmente o del Grande Oriente d’Italia. Corrado Mastrocinque La riproduzione totale o parziale dei testi contenuti nella pubblicazione è vietata sotto qualsiasi forma, Gran Maestro pro tempore senza espressa autorizzazione scritta, secondo le norme vigenti in materia. Tutti i diritti riservati. Manoscritti e illustrazioni, anche dal 29/04/1961 al 16/07/1961 ...... 26 se non pubblicati, non si restituiscono. di Flaviano Scorticati SARDEGNA 1

NOI SIAMO SARDI CON LA SARDEGNA NEL CUORE di Giovanni Greco

Carta geografica dell'Isola di Sardegna di Albrizzi Giovambattista. Venezia, 1740.

a prima volta che mi recai in Sardegna fu ai miei compagni commilitoni, ad un capitano che nel 1973 perché dopo la prima laurea do- mi diede modo ogni giorno di star comodo per Lvevo assolvere il servizio militare e fare il studiare, penso ad un ristoratore che vedendomi Car presso la caserma Monfenera di , evi- pallido ed emaciato e fuori da ogni contesto, ogni tando a stento di andare a Macomer. volta che andavo lì, mi donava un pezzotto di for- Allora sapevo solo ciò che nel 1841 aveva scritto maggio parmigiano, penso ad un giovane tenente Carlo Cattaneo nella sua Geografia e storia della Sar- medico che prese a volermi bene e a “proteg- degna allorquando diceva: “Abbonda il selvag- germi” e che mi invitò sinanco a pranzo una do- giume e il pesce e tutti hanno caro di mettere gran menica nella sua piccola abitazione, omaggiato tavola, e ponno dirsi popolo mangiatore. La danza con cura e con rispetto da tutta la famiglia che si ama assai nelle campagne e amano la caccia, le aveva saputo della mia passione per la storia e così armi, i cavalli, le corse perigliose e le lutte a calci. mi trattarono come uno … storico, non come un Concordi nel seno delle famiglie, si fanno reli- semplice apprendista stregone quale appena ap- gione della vendetta”. pena ero. La mamma del tenente nel congedarmi Accompagnato dalla preoccupazione dei familiari mi diede dei biscotti sardi e il padre stringendomi e di amici che dipingevano i sardi come persone forte le mani, con le parole e con gli occhi, mi difficili, corrusche e scontrose, amanti della soli- disse: ce la farete, prussò! Sa domo est pittica su coru tudine (forse non è un caso che la grande Grazia est mannu: la casa è piccola, ma il cuore è grande. Deledda, autrice anche del romanzo Stella d’Oriente, Non li rividi più perché poi venni mandato a ora riposa a Nuoro nella chiesa della Solitudine), Montorio Veronese, ma quell’incontro ha fatto un sin da subito mi resi conto che, ancorché confinato nido nel mio cuore. in una caserma, ero stato catapultato in un altro mondo. Una casetta a Liscia di Vacca Penso ai colori straordinari della Sardegna, penso al mare più bello che ho mai visto, penso al vento Memore di questa esperienza poi negli anni sono che ti avvolge, a tramonti intramontabili col sole tornato molte volte in Sardegna, ammaliato dalla che plana nel mare, al freddo secco e potente delle bellezza dei paesi ricreati dall’Aga Kan, sino ad montagne (la bellezza a basse temperature è bel- acquisire in multi proprietà una casetta a Liscia di lezza): ha proprio ragione D.H. Lawrence che la Vacca nei pressi dei magnifici giardini di Porto Sardegna è fuori dal tempo e dalla storia. Penso Cervo. In quella zona ho apprezzato particolar- che la splendida città di Cagliari con la sua spiag- mente Cala di Volpe, la spiaggia di Capriccioli, gia del Poetto proprio dalla storia è stata dimenti- l’isola di Mortorio. E così via via ho conosciuto il cata e bistrattata, al punto che persino quando si gestore del complesso residenziale il signor Do- ricordano le capitali del nostro paese, vengono nato, una deliziosa famiglia di pescivendoli, ne- menzionate Torino, Firenze, Roma, , Sa- gozianti, baristi, ristoratori, medici, gente seria, lerno e non Cagliari, la prima irripetibile capitale tendenzialmente silenziosa, capace di relazionarsi del Regno d’Italia. Penso soprattutto alle persone, con assoluta schiettezza, al tempo affidabile più di 2 MassonicaMente n.16 - Set./Dic. 2019

Armando Corona un familiare tant’è che compresi cosa intendeva il presidente Cossiga quando sosteneva che tanti ab- bandonano l’amico in disgrazia, ma non il sardo, neanche se l’amico va in galera perché nutrono af- fetti che non tramontano dinanzi alle avversità. Il mitico Gigi Riva, il più grande calciatore sardo di tutti i tempi, e non solo, racconta che i sardi gli vogliono ancora talmente bene che lo coccolano come se da lì a poco dovesse scendere in campo per aiutare il suo Cagliari a vincere per l’ennesima volta. Ma i sardi che lì ho conosciuto mi parlavano sempre di un’altra Sardegna, di luoghi forti e sel- vaggi non contaminati dal turismo di massa, di una terra che abbisognava di autentici viaggiatori e non di turisti usa e getta. E così ho cominciato a recarmi anche in altre realtà capendo allora che, per esempio, il territorio barbaricino non potrà mai diventare un parco di divertimenti, che gli stazzi galluresi sono l’essenza di un’antica Sarde- gna - domos prò habitare e binza prò mandigare - che i paesi dei pastori sembrano ancora avvolti in un alone magico e lontano, col sapore delle cose giu- ste e con una freschezza quasi virginale, e come avesse ragione Mazzini quando, parlando della Si- cilia e della Sardegna, sosteneva che erano come gemme cadute da un diadema dove “palpito d’anime parlan d’italia”. E perciò ho preso ad amare il faro di Capo Testa, il villaggio nuragico di Barumini e le dune di Baia di Chia, Arbatax, le grotte del bue marino a Cala Gonone, la giara di Gesturi e il paese di Fonni perla della Barbagia. natura seduto sotto il pino piantato per la nascita Non è certo un caso che un uomo straordinario della figlia Clelia e che è ancora forte e rigoglioso. come il poeta Fabrizio De Andrè, sardo ad hono- In effetti un bravo sardo è una persona per bene, rem, sosteneva che la vita in Sardegna fosse la mi- un galantuomo, un buon padre di famiglia, un la- gliore che un uomo si potesse augurare, chilometri voratore ammirevole, un patriota, e quindi sotto a dismisura di campagne, di foreste, “di coste im- questo profilo in che cosa differisce da un appar- merse in un mare miracoloso, dovrebbero coinci- tenente alla massoneria? dere con quello che io consiglierei al buon Dio di Anche di recente ho partecipato ad Olbia alla regalarci come Paradiso”. Conferenza mondiale delle logge Garibaldi, av- vinto, come il G.M. Stefano Bisi, dalla generosa Il sardo e il massone ospitalità del presidente Giancarlo Caddeo e di tutti i fratelli sardi, dai racconti dei sardi tornati a Negli anni novanta, entrato in massoneria, poi ho casa per l’occasione, dalle tempestose e colorate cominciato a capire quante consonanze vi sono fra danze locali che differiscono da paese a paese, mo- il sardo e il massone, in fatto di cura e di tutela strate ai partecipanti al convegno, durante una dell’amico, in fatto di rispetto sincero dell’altrui magnifica cena, unitamente ad una superba statua sensibilità, in fatto della capacità unica di un di Garibaldi che ora campeggia su una mia scri- ascolto paziente e produttivo, ascoltare consizos est de vania. sos sabios, ascoltare i consigli è dei saggi, in fatto di Lavorando poi a Maestri per la città, tre volumi sui lunghi silenzi operosi carichi di senso. Del resto sindaci massoni italiani, grazie ai buoni uffici lo stesso Garibaldi, pur così immerso nel vocio dello stimato G. Oratore Michele Pietrangeli, ho della gente e nelle grida della battaglia, adorava conosciuto il più grande esperto della storia della il silenzio che attorniava la sua famosa casa massoneria sarda, il caro amico Gianfranco Murtas bianca, gustandosi il silenzio mentre ammirava la che ora sta lavorando alla bella figura di Armando SARDEGNA 3

Corona, G.M. del Goi, all’interno del volume in reale ed efficiente che la classe borghese ha avuto preparazione per Mimesis Gran maestri d’Italia per lungo tempo”. Inoltre prese spunto dalla legge 1805-2020. Il diritto e il rovescio della storia del Goi at- contro la massoneria per ribadire che rappresen- traverso i suoi massimi esponenti. Armando Corona di tava uno strumento letale per colpire qualunque Villaputzu (Cagliari), medico, fu G.M. del Goi dal forma di libero pensiero. 1982 al 1990, appartenne prima al partito d’azione Francesco Cossiga nato a il 26 luglio 1928 e poi al partito repubblicano. Era stato iniziato nel (deceduto nel 2010), uno dei politici italiani più 1969 nella loggia “Giovanni Morin” di Carbonia longevi e prestigiosi, dopo tanti incarichi di ri- e poi divenne affiliato alla “Hiram n. 657” di Ca- lievo, fu presidente della repubblica dal 1985 al gliari. Nel 1987 aveva pubblicato un bel libro Dal 1992, cugino di un altro sassarese, Enrico Berlin- bisturi alla squadra, Milano, maturando molti meriti guer, ben nota figura di altissimo spessore morale, nei periodi più bui. segretario comunista, figlio di Mario, avvocato, politico, antifascista, iniziato nel 1924 nella loggia Lo stato e gli intrecci criminali sassarese Giovanni Maria Angioy che nel 1943 di- rigerà cinque numeri del giornale sardista Avanti Proprio Murtas ribadisce “la storica e geografica Sardegna invitando a combattere contro i tedeschi. marginalità della Sardegna e tanto più la sua de- Francesco Cossiga, nei tanti anni di militanza po- bolezza demografica in rapporto al sistema-Italia”. litica nella DC, ha sempre difeso la massoneria ita- Cento e cento volte dimenticata la Sardegna dallo liana, denunciando la caccia alle streghe contro i stato italiano, ma non quando si è trattato di ri- massoni e manifestando molta stima verso tanti chiedere l’intervento alle centrali del crimine e al massoni, militari e non, fra cui il ministro Antonio banditismo, e non solo al fine di raggiungere la li- Martino di piazza del Gesù. Non a caso nella sua berazione di qualche ostaggio, come nel 1992 per biblioteca vi era una intera parete di libri dedicata il piccolo Faruk, quando si incoraggiava la colla- al latomismo anche perché il nonno Antonio Zan- borazione del cosiddetto re del Supramonte, del farini era stato M.V. di una loggia sassarese. In una bandito Mesina, il cui ruolo sarebbe risultato es- intervista a Concita De Gregorio nel 2010, sette senziale. Dopo essersene servito, lo stato era poi mesi prima della morte, ribadì che “la massoneria pronto a minimizzarne o ridicolizzarne gli inter- fiorisce come da tradizione, dopo l’epurazione venti. Del resto risale a quindici anni prima l’in- operata da Armando Corona: fra le forze armate, treccio camorra, stato, terrorismo, nel caso di Ciro soprattutto marina, nella magistratura, al mini- Cirillo a Napoli e quarant’anni prima forse che lo stero dei lavori pubblici e molto altro”. stato non si era servito della mafia siciliana per eli- minare il bandito Salvatore Giuliano e poi il suo Speciale Sardegna braccio destro Gaspare Pisciotta? Per questo complesso di ragioni oggi si è deciso Antonio Gramsci e Francesco Cossiga di dedicare a questa terra, a queste persone, uno Speciale Sardegna con particolare riferimento alla In questa occasione desidero anche ricordare altri massoneria sarda che oltretutto, in rapporto alla due sardi di notevole profilo. popolazione, è una delle realtà più cospicue del Antonio Gramsci che nacque ad Ales in provincia Goi con i suoi 1600 appartenenti. Basti solo rife- di il 22 gennaio 1891 e che nel 1921 fu rire che secondo Murtas, oltre a cinque figure fra i fondatori del Pcd’I, segretario di quel partito sarde a livello apicale nella storia della massone- dal 1924 al 1927, deputato del Regno dal 1924 al ria, già solo i sindaci massoni individuati sono 1926 allorquando venne ristretto nel carcere di stati ben sessantadue, di cinquanta dei quali sono Turi, uno dei più acuti pensatori e uomini politici stati approfonditi i profili e non pochi sono attual- della nostra storia. Era il 16 maggio 1925 quando mente apprezzatissimi sindaci in carica e massoni nel suo celebre discorso pronunziato alla camera, militanti. con numerosi deputati fascisti che per ascoltare Dobbiamo perciò ripartire anche dalla Sardegna meglio, dato il tono di voce molto contenuto, si per proseguire per il nostro perfezionamento in- erano collocati nell’emiciclo, diede vita ad una lu- teriore, per imparare uno stile di vita e “per conti- cida denunzia contro la deriva liberticida. Il Gran nuare a fare l’Italia” (Claudio Bonvecchio). Maestro Onorario il prof. Santi Fedele assai op- Per parafrasare un grande “inquilino involontario portunamente lo ha definito un “gigante del no- del mondo”, Gesualdo Bufalino, migliaia di sardi vecento italiano ed europeo” e in quella vivono una struggente isolitudine, il luttuoso lusso circostanza Gramsci espresse la sua ben nota con- di essere sardi. NOI SIAMO SARDI. vinzione che “la massoneria è stata l’unico partito 4

FRA GARIBALDI IL SARDO UNIVERSALE E GOFFREDO MAMELI MARTIRE DELLA REPUBBLICA ROMANA. APPUNTI PER UNA STORIA DELLA LOGGIA SASSARESE INTITOLATA AL POETA DELLA FRATERNITÀ ITALIANA

di Gianfranco Murtas

Caprera. Tomba di Garibaldi. L’ospedale intitolato a un massone, a La Mad- La Maddalena. Credits: Becciu. dalena Il nome di Giuseppe Garibaldi ritornò a La Mad- dalena ancora nel 1946 (prima dello… scippo po- litico social-comunista), con un allestimento materializzatosi attorno all’industriale Giacomo Mordini, carismatico imprenditore di anima libe- rale e generosa filantropia. Nel 1970, proprio a La Maddalena – e seguendo il doppio esempio ca- gliaritano (del Binaghi e del Businco) –, ad un massone di antiche simpatie garibaldine fu inti- tolato anche l’ospedale tuttora in funzione, il Paolo Merlo. Merlo era stato, negli anni ’90 del- l’Ottocento, il medico provinciale di Sassari; morì ancora giovane, nel 1896, lasciando il migliore ri- cordo di sé sotto tutti i punti di vista. Proprio gra- zie alla sua iniziativa ed abilità organizzativa, tre anni prima, nel 1893, aveva innalzato le proprie Colonne, nel capoluogo della provincia (Valle del Bunnari e del Turritano), la loggia Gio.Maria An- gioy. E andrebbe così ricordato – spostando adesso il focus da Garibaldi alla composita onomastica dei Templi fra e Gallura, riviera e mon- tagna del Sassarese – che quella intitolata all’Al- ternos e quella maddalenina intitolata al Generale, esordienti nello stesso anno e destinate a capitolazione soltanto nel 1925 per la violenta prepotenza fascista, costituirono allora, insieme con la Vincenzo Sulis algherese e la Andrea Leoni tempiese, l’asse latomistico che attraversò l’intero spazio del primissimo Novecento, la tempesta della grande guerra – quando anche quelle com- pagini patirono gli stessi lutti sofferti dalle conso- relle del Cagliaritano –, le inquietudini della Leoni, da parte sua, oltre che celebrare un giovane smobilitazione nel “biennio rosso” 1919-20, bersagliere tempiese caduto nella storica breccia, quelle ancora maggiori dettate dalle volgarissime idealmente si rifaceva alla Spartaco, la formazione sfide delle squadre dark e poi dall’affermazione ripetutamente omaggiata dal famoso e dotto (e po- del regime di dittatura. La Vincenzo Sulis recupe- tente) sen. Giuseppe Musio, intimo di Asproni rava una tradizione che, subito dopo la presa di parlamentare d’opposizione. Erano i tempi, quelli Roma, aveva visto associate ad Alghero non sol- della Spartaco e del Musio (e magari del Villama- tanto due logge entrate nell’infuocata polemica rina), in cui la guida della diocesi era stata affidata del vescovo Giovanni Maria Filia – la Antro di ad un certo nobilissimo can. Tommaso Muzzetto Nettuno e la Giuseppe Dolfi – ma anche la Fratel- il quale aveva avuto l’evangelico coraggio di invi- lanza Artigiana (di mutuo soccorso); l’Andrea tare Pio IX alla volontaria rinuncia del regno pon- SARDEGNA 5

tificio… Adesso si preparava, l’Andrea Leoni, a semble sassarese, benché più volte, nel corso so- convocare, insieme con la locale sezione della prattutto degli anni ’50, essa abbia dovuto proce- Giordano Bruno, il primo congresso regionale del dere a radicali riassestamenti passando, secondo… Libero Pensiero (sarebbe avvenuto nel 1908, pre- habitus invalso! per abbattimenti e reinnalza- sente Sebastiano Satta, secondo alcuni anche menti delle Colonne. Sempre nella conferma, Francesco Ciusa). Anche la loggia sassarese però, delle antiche fedeltà). Quasi immediata- avrebbe avuto un suo ampio campo di iniziativa, mente, dai sassaresi venne allora lo spunto per ri- fra l’ideologico ed il sociale, in quell’inizio di se- lanciare, come per un’abbinata necessaria, anche colo, non senza patire – bisogna dire anche questo la Giuseppe Garibaldi maddalenina: appunto – lacerazioni e rappacificazioni. Perché, cionfra o come si volessero ripristinare i contenuti fraternali non cionfra – quella cionfra su cui si è sempre fatta dell’antico privilegiato asse logudoro-gallurese. molta gustosa letteratura e che tende a confinarne i portatori nel limbo quasi giocoso del disincanto Nel 170° compleanno della Repubblica Ro- antiretorico –, i sassaresi sanno coltivare in pro- mana fondità, quando viene il momento, i loro umori e soprattutto malumori, e così non fu caso raro che La celebrazione della ricorrenza molte volte giu- anche nella lunga e complessa stagione fra post- bilare della Repubblica la cui costituzione, che risorgimento e giolittismo, grande guerra e vigilia aveva riconosciuto il suffragio universale ed abo- della dittatura, essi abbiano fiorettato e anche scia- lito la pena capitale e quella di confisca – era il bolato fra di loro perfino all’interno di assemblee 1849 e nello Stato Pontificio la mannaia del boia filtrate da rigorismi e aplomb. Tanto più magari, era pratica ordinaria da secoli (e tale avrebbe ri- o da quando la grande area democratica erede preso presto ad essere, con il ritorno sul trono del della sinistra risorgimentale, aveva conosciuto le papa Pio IX adesso fatto beato!!) –, ha riportato sue prime fratture, dividendosi fra transigenti e alla memoria e anche al rinnovato sentimento, ov- intransigenti, i radicali propensi al ministeriali- viamente, il nome del nostro Goffredo Mameli, ca- smo e alla corona dai repubblicani di più fedele e duto in un’azione di difesa repubblicana, colpito continuativa ortodossia mazziniana… Vennero dal fuoco francese. Aveva 22 anni, era figlio di così nel 1903, come prima gemmazione della Giorgio Mameli, ufficiale regio di nascita e origini Gio.Maria Angioy, la loggia Roma, e nel 1911, la cagliaritane. L’anno prima aveva licenziato il testo loggia Efisio Tola (altro nome simbolo della Sas- dell’“Inno degli italiani”, noto come “Fratelli sari democratica)… Dopo la guerra 1915-18 fiori- d’Italia” (insegna fatta propria oggi – che vergogna rono le formazioni scozzesi obbedienti alla per i senza-vergogna! – dagli eredi del Movimento Comunione di Piazza del Gesù (che a La Madda- Sociale Italiano erede a sua volta dei repubbli- lena, come ho già riferito, avevano intanto enu- chini di Salò alleati del Fuhrer e di quanta ditta- cleato una Leone di Caprera dal più anziano tura fascio-monarchica aveva soppresso, lungo ensemble giustinianeo): sbocciarono l’Aurora, la due interi decenni, ogni libertà e la stessa Libera Humanitas, la Caprera (scivolata, quest’ultima, in Muratoria, portando la patria alla distruzione sgrammaticate simpatie fasciste), fiorirono anche della guerra). Capitoli ed Areopaghi, accolte rituali invero forse anch’esse più sensibili, nella maggioranza degli Della leggenda mameliana in Sardegna e del appartenenti, alla mobile scena politica del tempo “caso Lullin” ingrato che non alle figurazioni esoteriche rimbal- Una curiosità. Il piedilista della prima loggia zate dalla tradizione misteriosofica o alchemica… sarda dell’Ottocento – la Vittoria all’Or. di Cagliari Sarebbe stato nel secondo dopoguerra, nell’aprile – comprendeva una personalità ricollegabile, a 1945 precisamente, il ritorno definitivo e stabile leggere le biografie del poeta, al mondo mame- dei giustinianei sassaresi: allora essi riattivarono liano: era Giuseppe Lullin, ingegnere e uomo d’af- le proprie dinamiche fraternali e rilanciarono il fari pressoché quarantenne, cagliaritano, in nome glorioso dell’Alternos di fine Settecento. In gioventù compagno di studi di Goffredo, a Ge- occasione del censimento svoltosi nel 1947, alla nova. Un compagno-coetaneo, direi, certo amico Gio.Maria Angioy venne assegnato il numero ma anche concorrente o avversario in amore, nel- d’ordine 355 (la conta era partita da Torino e, sci- l’amore adolescenziale, e per questo andato in volando lungo lo stivale e risalendo per la Sicilia contrasto con lui. Piccole cose, ma simpatiche e Cagliari, era arrivata finalmente a Sassari, ap- anche soltanto a richiamarle. Chissà, poi l’episo- punto 355.a tappa e capolinea della rete nazionale. dio della loro disfida non andrebbe neppure clas- E 355 è il numero che distingue ancora oggi l’en- sificato come contenzioso amoroso in senso stretto. 6 MassonicaMente n.16 - Set./Dic. 2019

Gli è che entrambi – al tempo iscritti al primo stabile permanente, Giuseppe Palomba. Fra tanti anno del corso di Filosofia all’università della massoni – i primi incardinati tutti nella Vittoria – Lanterna – si erano scazzottati per una infelice bat- non fu dunque cosa strana che anche Lullin fosse tuta pronunciata da Goffredo su una ragazza, Ma- in partita. Egli fu anche consigliere comunale, e nuela, che Lullin aveva vantato essere la propria compì anche l’esperienza amministrativa civica fidanzata. «Fidanzata di Lullin e di quanti altri?» insieme con diversi altri liberi muratori entrati poi sarebbe stata la spiritosaggine di Goffredo, mosso nel mirino dell’autore dei famosi Goccius del dalla voglia di ridimensionare l’apparente boria 1865… In quella temperie insieme patriottica e del collega. Ne era venuta la reazione violenta di modernista, democratica e scientista, di cui la quest’ultimo, e Goffredo era rimasto a terra. L’in- stessa loggia costituiva spesse volte il luogo di ela- domani però, adocchiato l’avversario in strada, gli borazione, una parte, ancorché modesta o margi- aveva restituito pan per focaccia. Colpi molti e nale, l’ebbe naturalmente anche lui, Lullin, e fu forti, troppi forse per venire da un poeta, pochi a come relatore oltreché come sottoscrittore, insieme pensarli dispensati da un soldato guerriero con altri Fratelli (da Serpieri stesso a Rocca, da (quello del Gianicolo). Un drappello delle Guar- Thermes a Scano ad altri ancora, soprattutto a die nazionali aveva assistito alla scena e separato Emanuele Ravot, magistrato e futuro sindaco della i due. Ne era seguito un rapido interrogatorio e città) della proposta d’istituzione di un “gabinetto una segnalazione al censore dell’università: «Lul- anatomico Marini” – del Fratello Marini il noto lin Giuseppe. Nato a Cagliari il tre luglio milleot- pietrificatore, potrebbe dirsi –, da sostenere con i tocentoventiquattro. Sono studente del primo bilanci di Comune e Provincia. Certo fu altro l’ap- corso di filosofia». «Mameli Goffredo. Nato a Ge- proccio dei sassaresi con Mameli o con il suo mito. nova il cinque settembre milleottocentoventisette. Anche se, andrebbe subito precisato, qui può ten- Sono anch’io studente del primo corso di filoso- tarsi nulla più di un viaggio per ipotesi od atten- fia… E’ stata una lite da ragazzi. Lullin mi aveva dibilità. dato uno schiaffo, e poi è scappato. Io ho voluto vendicarmi. La colpa è mia, perché l’avevo offeso. Da Mameli ad Angioy, la storia nei ripassi Mi dispiace». Giorgio Mameli, colonnello del- sassaresi l’esercito regio, aveva giudicato l’episodio più con la severità dello sguardo che non con il fuoco delle Cosa possa aver legato, nel concreto, la memoria parole. E subito s’era però attivato per evitare che mameliana alla democrazia locale e, più in gene- quella «stupida faccenda» facesse perdere l’anno rale, al sentimento dei sassaresi è difficile da im- al figlio e al collega del figlio. Aveva scritto al mi- maginare anche se taluni elementi – dalla maggior nistro dell’istruzione, a Torino, e ottenuto che la correntezza delle relazioni di Sassari con Genova sospensione comminata ai ragazzi, ridotta a due alla cittadinanza onoraria offerta dal capoluogo al soli mesi, fosse scontata durante le vacanze estive. Generale che era stato il capo delle forze di difesa Era il 1843. I Lullin venivano, come famiglia, della Repubblica del ’49, e alla stessa residenza in dalla Savoia, da Chambery, proprio dalla città che provincia del Generale (residenza familiare a Ca- nel 1833 – giusto dieci anni prima della scazzot- prera e rappresentanza politica in quel d’Ozieri: tata mameliana – aveva visto il sacrificio di Efisio ecco Garibaldi che ritorna!) – potrebbero spiegare. Tola, imputato di adesione alla mazziniana Gio- Chissà. Mameli come orgoglio sardo e simbolo ri- vine Italia. Fatti gli studi, Giuseppe se ne era tor- conosciuto della corrispondenza isolana alla de- nato a Cagliari. Fattosi impresario dalle mille mocrazia risorgimentale. Giusto in quel 1867 che relazioni era stato eletto, nel 1867, forse prima, nel era l’anno di Mentana, con quel che Mentana si- consiglio della Camera di Commercio, fondata di gnificava riguardo a Roma capitale sognata, sep- recente da quell’Enrico Serpieri che con Mameli pure – per causa d’eventi – non più repubblicana ora 22enne aveva condiviso le ansie politiche e le ma predicata Savoia. Se le due logge coeve sorte fatiche militari in difesa della gloriosa Repub- ad Oristano ed a Nuoro facevano richiamo al sen- blica. In quegli anni ’60 e primi ‘70, a Cagliari, il timento nazionalitario svegliato ed alimentato consiglio camerale includeva diversi massoni o dalle pergamene d’Arborea ed onoravano Ma- prossimi tali: oltre a Serpieri ecco infatti Gaetano riano IV d’Arborea e sua figlia Eleonora la giudi- Rossi Doria, Stefano Rocca e Luigi Dedoni Orrù cessa, trovando il giusto terzo a Cagliari nella ed altri ancora se ne sarebbero aggiunti presto, da compagine dettasi Gialeto, Sassari optava per la Giorgio Asproni jr. a Francesco Napoleone e Luigi storia sofferta e celebrava l’autore dell’“Inno degli Cheirasco, da Emanuele Schivo a Luigi Frau italiani” immolatosi per la causa repubblicana, Serra, ecc. per non dire del segretario generale, confermando la linea ancora mezzo secolo dopo, SARDEGNA 7

ed indicando nell’Alternos il suo santo civile. En- di Sassari, che era poi anche padre di un massone rico Costa ignorava la cosa, non gli era giunta attivo, attivissimo anzi, nella cagliaritana loggia esatta la notizia relativa a quella loggia, peraltro Sigismondo Arquer (il professor Guido Costa, do- da collocare precisamente nel 1867 e non, come cente di inglese e notissimo fotografo d’arte): in scrisse, nel 1860. La cosa forse bisognerebbe dirla uno dei libri del suo monumentale Sassari aveva così… prendendola proprio dalla fine. Perché fu- collocato la fondazione della Gio.Maria (o Giom- rono senz’altro le benemerenze civiche della sopra maria, come voglia scriversi) Angioy prima ancora citata Gio.Maria Angioy e il buon ricordo che ne dell’unità nazionale, sostenendo anche che essa era rimasto quando l’autore concluse la sua fatica «morì e rinacque parecchie volte, sempre per (fu nel 1909, anche se la maggior parte del lavoro opera dei continentali». Aggiunse allora il Costa: venne pubblicata postuma, nel 1937, da Gallizzi) «i sassaresi in generale ebbero per essa [la loggia] a testimoniare la sua capacità di resistere, per una qualche ripugnanza, non già per la istituzione quanto possibile, ad ogni difficoltà interna oltre in se stessa, ma perché per indole sdegnavano e che esterna, così come lo sarebbe stato in futuro, sdegnano di vincolarsi a società disciplinate da anche alla crescente pressione del fascismo. Fu una legge segreta e misteriosa».Dunque non si questo ad indurre tutti quanti a ritenere che l’“in- trattò del 1860 né si trattò della Gio.Maria Angioy, tera” Massoneria della Valle del Bunnari e del Tur- ed anche il riferimento ai “continentali” andrebbe ritano si identificasse in quella formazione di tanta preso con qualche cautela, pur se pare indubita- storia: la loggia di Antonio Zanfarino (il nonno del bile la presenza qualificata, fin dagli inizi, di qual- presidente Cossiga) e Pompeo Calvia (il grande che continentale; sul punto anche il professor poeta dialettale, repubblicano anche lui), di Paolo Manlio Brigaglia tenne a precisare, nel suo ot- Camboni e Giovanni Boeddu, ecc. (poi anche di timo Classe dirigente a Sassari, da Giolitti a Michelino Conti ed Annibale Rovasio, e di quegli Mussolini (Cagliari, edizioni della Torre, 1979), che altri trenta, cinquanta e più del loro stesso valore «il predominio dei continentali nella prima fase civile e professionale). Nell’equivoco era caduto, della vita della Loggia [era] legato al semplice appunto, l’antico e diligente archivista comunale fatto della “importazione” della nuova società; in 8 MassonicaMente n.16 - Set./Dic. 2019

una seconda fase, invece, esso può essere stato il dell’Ordine – il nostro Asproni fu consigliere frutto di una deliberata scelta dei sassaresi, che dell’Ordine! –, con giurisdizione sull’intera Co- probabilmente, pur senza «sdegnare la segre- munione, quota scozzese e quota simbolica. Va da tezza», per dirla col Costa… preferivano tenersi in sé che negli organi generali i due riti confluenti secondo piano lasciando ad altri il compito di fi- funzionavano sì come polmoni d’uno stesso orga- gurare come dirigenti dell’associazione, ma sfrut- nismo, ma anche come vere e proprie correnti, o tandone ugualmente i vantaggi». Neppure questa lobbies, indirizzando o guidando orientamenti e chiave di lettura sembrerebbe a me, per la verità, puntando ad obiettivi sostanziali d’interesse. pienamente rispondente alla realtà cittadina, né a Detto in altre parole e guardando alla storia: il quella della belle époque, del passaggio di secolo Grande Oriente d’Italia nacque a Torino nel 1859 cioè, né a quella antecedente e tanto meno a quella da una iniziativa dei simbolici, connessi alla pra- seguente: ciò nonostante, diversi spunti di pur tica rituale francese (data la prossimità territoriale vaga memoria del Costa, ripuliti dalle sovrappo- e le influenze francofone) dei tre gradi, e con una sizioni forse inevitabili, meriterebbero acco- sensibilità politica liberal-conservatrice e monar- glienza. Una qualche attenzione dovrebbe chica; già dal ’60 ed a Torino stesso (e poi altrove) comunque averla il riferimento alla radice conti- si costituirono comunque anche logge di ritualità nentale non tanto però dei massoni, quanto in ge- scozzese caratterizzate da maggiori propensioni nerale delle famiglie più in vista per attività democratiche e tendenzialmente (o dichiarata- professionali o d’azienda. Brigaglia, riferendosi mente) repubblicane, radicali e federaliste, non- alle conte dell’Angius e di altri, ne enumerò una ché da più marcate aperture alla questione sociale cinquantina, con provenienza soprattutto dalla Li- (da cui la promozione del mutualismo, delle so- guria e dal Piemonte… Nel fenomeno complessivo cietà operaie ecc.). Lo sguardo volto da un lato al ben poteva entrare quello particolare della loggia partito dei cavouriani, dall’altro al partito apripista! L’apripista sassarese fu dunque una for- d’Azione mazziniano e alle sue evoluzioni, lungi mazione di ritualità e giurisdizione fraternale però dal determinare… un improprio strabismo, scozzese cui venne allora assegnato, per scelta dei configurava invece una sorta di circolarità, di com- fondatori, il titolo distintivo di Goffredo Ma- prensività ecumenica sul piano civile e politico, meli.Di data certa ne è la fondazione, il 30 novem- tale da legittimare un protagonismo vero e proprio bre 1867, e, sempre nello stesso torno di anni, al nelle vicende nazionali le quali, dopo l’unità ter- 15 dicembre 1871 è da ascrivere l’esordio del So- ritoriale, imposero grandi sforzi per nuovi ordina- vrano Capitolo Rosa+Croce (destinato ad essere menti amministrativi, giudiziari, scolastici, ecc. successivamente intitolato al Fratello Gavino Sotto una comune legislazione e in parallelo al Soro-Pirino). suo pur problematico o contraddittorio rinforzo interno (in taluni momenti perfino autoritario), Come due polmoni d’uno stesso organismo l’Italia consolidava una propria soggettività inter- nazionale, convergendo con quant’altro sul conti- Andrebbe intanto spiegato, in breve, il contesto nente europeo andava costituendo l’articolata in cui ciò avvenne, così diverso, anche e soprat- realtà socio-politica affacciatasi poi nel secolo del tutto sul piano corporativo, dal quadro statutario modernismo tecnologico e industriale. Fu detta, la ed organizzativo attuale. Nell’Ottocento e in tutto Massoneria, “il partito della borghesia” – così il primo quarto del secolo XX le logge all’obbe- anche Gramsci – o “il partito della nazione”. Entrò, dienza del Grande Oriente d’Italia erano incardi- quel partito sui generis, con le sue sensibilità mo- nate in uno dei due riti che reciprocamente si derate e con quelle avanzate, nella letteratura, riconoscevano come corpi costitutivi della Comu- coinvolgendo Carducci e Pascoli, d’Annunzio e nione nazionale: quello prevalente per dimensioni Quasimodo, Collodi e De Amicis…, entrò nell’arte – lo Scozzese Antico e Accettato, o di perfezione, figurativa e plastica, entrò nel teatro e nella mu- a schema gerarchico fino al 33° grado – e quello sica, nel melodramma, entrò indirettamente nel cosiddetto Simbolico, orizzontale, che in sostanza costume… Entrò nelle minoranze religiose, so- si identificava nei tre gradi iniziali della Masso- prattutto battiste, entrò nell’imprenditoria e ancor neria azzurra (Apprendista, Compagno d’arte, più nella docenza liceale e universitaria, entrò alla Maestro). Quel che distingueva (e distingue) l’un grande nella ufficialità delle forze armate, di eser- rito dall’altro, a parte alcuni aspetti della ritualità cito e marina, nerbo della difesa (allora chiamata, agita nel Tempio, era soprattutto il governo obbe- nella declinazione ministeriale… guerra!) espres- dienziale che, nel concreto, doveva combinarsi con sione della continuità nazionale. Talvolta, biso- quello “terzo” del Gran Maestro e del Consiglio gnerebbe ricordarlo, gli stessi sodalizi nati con SARDEGNA 9

un’impronta conobbero mutazioni profonde e ro- e d’Italia lungo il viaggio temporale da Cavour a vesciamenti ripetuti d’indirizzo, come capitò fra Crispi e Giolitti, fino a Mussolini: che nella con- gli anni ’50 e gli anni ’60 all’affollata Società di vivenza dialettica fra le due anime e/o le due or- mutuo soccorso… Quanti furono i circoli, le asso- ganizzazioni associate nel Grande Oriente un ciazioni, i sodalizi in generale in cui gli stessi sas- passaggio importante avvenne nel 1865 quando – saresi, negli anni un po’ prima dell’unità e un po’ trasferitasi intanto a Firenze la capitale del regno dopo, collocarono o sfogarono la loro volontà di – la maggioranza espressasi (in sede di Costi- partecipazione! il Nazionale, la Gioventù Sarda, e tuente, dell’assemblea nazionale dei Maestri Ve- prima i Buoni Fratelli e i gremi, la Società Costi- nerabili o delegati cioè) nella votazione per la gran tuzionale, la Progressista, il circolo Efisio Tola e maestranza e per il Consiglio dell’Ordine fu ap- l’Aurelio Saffi… Enrico Costa ci impegna alcune pannaggio degli scozzesi, quindi della parte pro- pagine del suo Sassari soltanto ad elencarle, senza gressista della Massoneria italiana. Questa linea neppure diffondersi troppo: e nel mezzo ecco coo- caratterizzerà, con maggiori o minori accentua- perative e leghe, sodalizi militari o patriottici, zioni, molti decenni, fino alla capitolazione al dik- commerciali e ginnici, studenteschi e agricoli, ar- tat fascista e a quanto lo preparò fra perquisizioni tigianali ed operai… Sarebbe venuta poi, inse- di questurini, assalti di facinorosi e incendi appic- diata nella mitica Frumentaria, l’Unione Popolare, cati a sedi e biblioteche, violenze personali e per- che qualche parentela, per alcuni aspetti anche av- fino assassini. Il nostro Melkiorre Melis, allora versativa, avrebbe avuto con la loggia nuova di giovane poco più che ventenne, montò la guardia Sassari, la Gio.Maria Angioy destinata a chiudere armata a Palazzo Giustiniani entrato esso stesso il secolo e balzare al nuovo… La loggia del 1867 nel mirino delle squadracce. Precisato il contesto entrava in questo ribollire, in quest’alternanza di normativo e ambientale e per rimanere in campo alte e basse maree sociali e sentimentali…, così di loggia sassarese, resta chiaro che ogni officina anche quella del 1893 che in Soro Pirino avrebbe liberomuratoria doveva allora, alla sua costitu- avuto il collegamento personale più autorevole. I zione, ricevere il placet sia del Gran Maestro due capoluoghi di provincia della Sardegna – Sas- dell’Ordine che, in precedenza, del capo del Rito sari al pari di Cagliari dunque –, come terminali di appartenenza, del cosiddetto Sovrano Gran periferici delle amministrazioni pubbliche, furono Commendatore per gli scozzesi, il Presidente per stazioni di rete quanto gli omologhi centri del con- i simbolici. Questa fu perciò la trafila burocratico- tinente e della Sicilia, nelle scuole e nelle caserme, amministrativa cui si sottopose anche l’ensemble negli uffici, nelle accademie, nelle procure e lo fu- della Goffredo Mameli nel 1867: il 25 agosto ot- rono, in quanto a spazi di vitalità civica e di cul- tenne il nulla osta preventivo del Supremo Con- tura, e così anche nelle chiese, nei partiti, nelle siglio dei 33 (il summit scozzese) e quattro mesi aziende e negli ambulatori, nei laboratori artigia- dopo la bolla a firma del nuovo Magister Maxi- nali o negli esercizi commerciali, negli studi d’arte mus Lodovico Frapolli (bella e tragica figura di o professionali privati… La loggia intitolata a Gof- democratico che rinunciò al comando del Grande fredo Mameli, al pari della subentrante Gio.Maria Oriente d’Italia quando decise di confluire con i Angioy, e delle altre consorelle cagliaritane od ori- volontari garibaldini in difesa della Francia re- stanesi, iglesienti o maddalenine, nuoresi o tem- pubblicana dopo la sconfitta di Sedan ad opera piesi, ecc., rivelò nel suo organico fondativo e in della Prussia, nel 1870). Operò di buona lena da quello sviluppatosi nel tempo – un decennio circa subito, la loggia, e nel 1871 ricevette l’autorizza- – un arco largo (o relativamente tale) di matrici so- zione all’impianto di un Capitolo R+C, vale a dire ciali e professionali, dall’insegnamento all’avvo- di un corpo sovraordinato riunente i Fratelli insi- catura, dalla clinica all’architettura, dalla gniti dei maggiori gradi (dal XVIII Rosa+Croce burocrazia all’esercito al commercio… fissandosi, agli altri. Soltanto per curiosità si consideri che il per il più, nel ceto di mezzo acculturato e civica- Capitolo R+C cagliaritano, quello in capo alla Vit- mente (o politicamente) impegnato. Il tendenziale toria, venne deliberato dal Supremo Consiglio progressismo della maggioranza dei suoi affiliati nella stessa seduta in cui si votò il nulla osta ai giustificava l’appartenenza al filone scozzese, per sassaresi: la loggia cagliaritana, nata simbolica nel larga parte condiviso con il resto del circuito ob- 1861, era così passata, sei anni dopo, alla ritualità bedienziale isolano (in un cinquantennio furono e alla giurisdizione scozzese, ancor più marcando soltanto quattro o cinque le compagini simboli- la sua impronta sociale e da subito ispirando, nel che, estranee cioè alla Piramide scozzese ed a quei concreto, la fondazione di un Ricovero di Mendi- pregnanti giri internazionali da essa derivati). Si cità). tenga conto anche di questo, per dire di Sardegna 10 MassonicaMente n.16 - Set./Dic. 2019

Il chiaroscuro della Valle del Turritano credito (nel tempo, poi, non sempre al meglio im- piegato fra commerci e agricoltura): giusto tra la Quando vennero innalzate le Colonne della log- fine degli anni ’60 ed i primi anni ’70 – dopo l’im- gia, Sassari assommava 30mila residenti. Dal cen- pianto della Banca Nazionale nel regno (quella simento del 1861 marcava uno sviluppo che sarebbe diventata un giorno la Banca d’Italia, demografico piuttosto sensibile, destinato poi a istituto di emissione), di banche e banchi ne erano rallentare e quindi riprendersi all’inizio del No- zampillati quasi una decina, piccoli sì e forse non vecento. Era sindaco l’avv. Stefano Usai, un libe- tutti eccellenti, ma prova provata di uno spirito ral-moderato cui sarebbe succeduto un altro progressivo degno di menzione. Aveva dato la liberal-moderato, il comm. Nicolò Pasella. Per stura, dopo la Banca del Popolo, quella Agricola qualche mese, nel 1878, l’ufficio sarebbe stato te- Sarda, fondata da Giovanni Antonio Sanna, il pa- nuto, in turno virtuoso, da un Fratello, e un Fra- drone delle miniere di Montevecchio ed editore tello proprio della Goffredo Mameli: il turno di in continente, deputato al Parlamento, sassarese Gavino Soro Pirino, repubblicano sodale e amico di nascita ma… cittadino del mondo, e con un di Giuseppe Mazzini e anima grande di Sassari. senso democratico importante, massone dal 1844, Vacante la sede episcopale, dopo la morte (avve- iniziato a Marsiglia, nella loggia “de St. Jean”. A nuta nel 1864) dell’arcivescovo Alessandro Dome- lui un giorno sarà intitolato il museo archeologico nico Varesini – a suo tempo ostile a Giorgio cittadino. Le banche erano nate copiose, allora: Asproni ancora prete del clero di Nuoro (perché, s’erano presto aggiunti il Credito Agricolo e la per qualche anno, il presule venne incaricato Cassa di Risparmio, e il Banco di Sassari, e la anche dell’amministrazione apostolica della dio- Banca Commerciale Sarda, e quella Commissio- cesi barbaricina) – la città viveva il sentimento cat- naria, s’era aggiunto anche lo sportello del Banco tolico in frequentissima associazione familiare con di Cagliari, l’istituto cioè fondato nel 1869 dal Fra- altre contrarie pulsioni, tanto più scettiche quando tello Enrico Serpieri… Come capoluogo di provin- combinata con un impegno scoperto, ora nel mu- cia, come centro demograficamente rilevante nel tualismo operaio ora nei circoli di democrazia tutti capo settentrionale dell’Isola, come antica sede antipatizzanti del papa-re… (Del 1865 è l’opu- universitaria, teatro di disputa civica e politica per scolo firmato da Gavino Cugia-Pilo Un ministro pro- mille relazioni intrattenute con partiti e movi- testante in Sassari…, tentativo di prima menti o gruppi d’opinione della penisola, Sassari catechizzazione battista da parte della concorrenza ancora e soprattutto dopo l’unità d’Italia cono- anticattolica). Con un’economia d’impianto agri- sceva anche una ricchezza pubblicistica di pri- colo piuttosto (o relativamente) fiorente, quella m’ordine, pressoché pari a quella cagliaritana. A dell’agro, fra grano, vino e olio, capace di dar la- voler limitare il discorso soltanto al decennio circa voro a un numero imponente di braccianti – que- di vita della Goffredo Mameli, a scavalco appunto gli zappatori analfabeti che un giorno avrebbero di anni ’60-’70, saranno stati quindici, venti e trovato soccorso civico nelle sale dell’Unione Po- anche più le testate, ora di serie ora una tantum (i polare, per alfabetizzarsi e conquistare il diritto di famosi numeri unici d’occasione), politiche od voto –, Sassari della seconda metà dell’Ottocento amministrative, religiose od umoristiche, profes- viveva il suo lento progredire verso gli standard sionali od accademiche e letterarie che ne avevano civili del tempo nuovo: con nuove infrastrutture popolato l’ideale edicola. Uscirono allora ovvia- ora di servizio pubblico – dall’acquedotto alle fer- mente gli Atti del Consiglio provinciale (in cui non rovie – ora di accompagno al gusto teatrale o mu- mancavano di certo i massoni) o, dalla tipografia sicale dei ceti non soltanto alti, ma anche Dessì, il Bollettino del Comizio agrario circondariale e popolari… Autorevole, nonostante le scarse dota- quello della Prefettura, così come, dalle macchine zioni finanziarie, l’università, in specie le facoltà della tipografia Azara, Il Popolano, oppure La Di- di medicina e giurisprudenza, cospicuo natural- scussione (d’area liberale, polemico con la pressione mente il ceto professionale, in specie degli avvo- fiscale governativa) o Il Folchetto (d’ambizioni cati – una cinquantina gli avvocati accreditati nel umoristiche) o L’operaio (con intento di promo- foro locale – e quello dei pubblici impiegati, se- zione mutualistica)… Nei giorni della presa di condo i bisogni di un capoluogo di provincia sede Roma uscì La Stegghia («Pulisce cavalli, asini ed di prefettura e questura, intendenza, provvedito- altre bestie tutte le domeniche»), pochi anni rato ecc. Aveva conosciuto, Sassari, o conosceva dopo Il sigaro («Si fuma ogni domenica al prezzo negli anni in cui la loggia Goffredo Mameli av- di centesimi 10. Castigat ridendo mores»)… Assai viava, con successo o meno, le sue attività, qual- più qualificato il profilo di La Cosa Pubblica, rimon- che momento d’ottimismo per lo sviluppo tante agli anni 1874-75, bisettimanale repubbli- economico in generale, con un bello sviluppo del SARDEGNA 11

Cavalieri guidati da Giovanni Maria Angioy. Pietro Antonio Manca, 1970. Collezione d'arte Fondazione di Sardegna.

cano diretto da Giuseppe Giordano Sanna, così Un decennio di grande storia (e di piccola cro- come La Donna e la civiltà, mensile affidato alle cure naca) a Tattari mannu di Caterina Berlinguer, repubblicanissima anche lei come Edoarda, sua sorella mazziniana che fir- Nelle trecento strade e piazze della topografia cit- mava ne La Giovine Sardegna (ed era letta, si disse, tadina, spalmata pressoché equamente fra rione dallo stesso Mazzini)… Apparvero ebdomadari Levante e rione Ponente, s’animava la vita locale d’ogni tipo, apparve Lingua di miele, a sostegno fotografata dai versi dei poeti dialettali, servivano della causa associazionista in campo sia rurale che la popolazione in larghi orari i pubblici uffici e le operaio e sperava nelle colonie agricole da im- scuole, il mercato, le caserme, i ricoveri e gli ospe- piantare nel nord isolano. Uscì, dalla tipografia dali (ancora fresca era la memoria dell’ecatombe Turritana, un periodico di medicina e chirurgia dal del 1855: oltre cinquemila i morti di colera!)… Al- titolo Il Farina, da Dessì La Provincia di Sassari (po- lestita o allestenda la Normale Femminile in via litico-amministrativo e letterario) d’orientamento Arborea, così la Ginnastica Sassarese al Giardino anch’esso progressista; soprattutto apparve, come pubblico, dove anche ricadeva il regio Orfanotro- in un cielo d’attesa, La Stella di Sardegna, un setti- fio ed il Convitto femminile… In via Carra Piccola manale popolare destinato a lunga vita ed a rac- si stringevano la Camera di Commercio e il Comi- cogliere molte e importanti firme isolane e zio agrario (vi sarebbe presto stato anche il regno nazionali. Fu poi la volta di La Riscossa ed anche commerciale del Fratello Margelli!), nella via di La Squilla, giornali d’impostazione e interesse o Mercato l’Agenzia Imposte e il Ricevitore dema- idealità opposte, il primo avversario e il secondo niale, anche l’Ufficio del Registro – per il marchio sostenitore della sinistra e anche dell’Amministra- di Stato! – e l’Ordine degli avvocati ed anche poi zione Soro-Pirino… Ci fu La Gazzetta di Sassari, ci il Circolo Sassarese… La regia Procura era riparata fu La Strenna sassarese e ci fu La Temperanza… il vo- nel nuovo Municipio, a palazzo Ducale cioè, così cabolario offrì nella lunga stagione i migliori sug- come il Provveditorato agli studi nel palazzo della Provincia, al pari della Prefettura e dell’Ufficio te- gerimenti al lancio delle testate… 12 MassonicaMente n.16 - Set./Dic. 2019

legrafico, ecc. in piazza d’Italia… In via Firenze Manno); scomparve anche Giovanni Antonio l’Intendenza di Finanza, in via Manno il Conser- Sanna nel 1875 (e l’anno dopo cadde Giorgio vatore delle ipoteche, in via del Teatro l’Istituto Asproni); s’avviò la demolizione del Castello ara- tecnico, naturalmente in via Canopolo il liceo e il gonese nel cuore di Sassari… Ad Ozieri venne ginnasio, il club di scherma e ginnastica in via eletto e rieletto deputato Giuseppe Garibaldi (era Carlo Alberto… Ponente e Levante si distribui- il 1867), a Nuoro scoppiarono i moti di “su con- vano il carico e gli onori dell’ospitalità. Certo, a nottu” (era il 1868, e la loggia Eleonora ne fu co- Sassari come a Cagliari, fra anni ’60 e ’70 (e poi protagonista per il bene o per il male), a Cagliari ancora nei primi ’80) si andava per sistemazioni iniziò le sue pubblicazioni L’Avvenire di Sardegna, progressive, razionalizzando per il possibile. C’era il quotidiano del Fratello Giovanni De Francesco poi la gran quantità di sodalizi a crescere, imple- che avrebbe voluto collegare gli interessi sardi a mentandosi e spegnendosi e ancora implementan- quelli della colonia italiana in Tunisia (era il dosi come una fisarmonica… La città prendeva la 1871)… Le campagne isolane s’infestarono di ca- sua misura, riscopriva i microquartieri disegnati vallette facendosi teatro di azioni banditesche a ri- anticamente secondo i perimetri parrocchiali (qui petizione… San Sisto là Santa Caterina, o San Nicola, o San Donato, o Sant’Apollinare…). Nel largo Azuni si Nasce una loggia sarebbero concentrati i repubblicani (con la loro consociazione o il circolo Doveri dell’uomo) ed Importa dire qui – ancorché si tratti di una linea anche i radicali, così qualche società o lega operaia interpretativa piuttosto debole, supportata da una come quella dei coltivatori, o dei muratori, o dei documentazione che andrà rinfoltita – che fin dal fabbri, lattai e calderai, dei vermicellai e dei con- settembre 1862 si era ipotizzata la fondazione, a ciatori… i sarti in via Rosello, gli agricoltori in via Sassari, di una loggia massonica all’obbedienza Vittorio Emanuele… l’Operaia femminile in via del Grande Oriente Italiano (questa la denomina- Arborea (presidentessa donna Edoarda Berlin- zione ufficiale iniziale): da un anno quasi funzio- guer!), l’Operaia di mutuo soccorso in via Buiosa, nava quella cagliaritana, intitolata alla assieme agli ex militari di bassa forza… Tutti pro- celebratissima Vittoria, impiantata da Pietro Fran- tagonisti a Sassari. Certo, della città si potrebbe cesco de Lachenal, magistrato di Corte d’appello. raccontare anche ogni minima vicenda inseren- Ne sarebbe stato dato incarico al professor Anto- dola in un contesto magno, fra coordinate spazio- nio Pansa, Oratore della loggia Ausonia, operativa temporali perfino epocali, e cercare i nessi in quel di Torino e forte di molte decine di perso- possibili, gli influssi, le cause e gli effetti… E di nalità di primissimo livello nella società profes- eventi più o meno significativi occorsi nell’Isola e sionale, giornalistica ed amministrativa, magari nel Sassarese e nel suo capoluogo in par- diplomatica ed accademica o militare della capi- ticolare, nel decennio circa di vita della Goffredo tale al tempo dell’unità, un po’ prima e un po’ Mameli, se ne potrebbero elencare, ovviamente, dopo. La cosa, chissà perché (forse per l’improv- numerosi… Restringendo al massimo se ne po- visa scomparsa di Pansa), non andò a buon fine, e trebbero segnalare almeno una decina: morì a Sas- Sassari dovette aspettare che maturassero le con- sari il sacerdote Salvatore Sassu che istituì con dizioni per entrare anch’essa, al pari di Oristano censo testamentario lo storico Orfanotrofio delle e Nuoro – che nel 1867 avevano battezzato le loro Figlie di Maria (poi allargatosi a scuola-convitto logge riferendosi alla casa d’Arborea –, nel novero per sordomute); compì la sua visita la Commis- della Massoneria nazionale. Due nomi tra i fonda- sione parlamentare d’inchiesta sulle condizioni tori della Goffredo Mameli segnano con la loro socio-economiche della Sardegna e Sassari ne fu umanità l’originale esperienza che gradualmente investita in pieno; sorse in città una Società baco- coinvolgerà fino ad una trentina di attori: tale G. logica, speranza anche economica di una filiera Vergara e Bartolomeo Ortolani. Entrambi antici- tessile; s’inaugurarono i tronchi ferroviari Sassari- pano e spiegano, con la propria storia personale, i Porto Torres e Sassari-Ploaghe; prese possesso lineamenti ideali e programmatici della compa- della sua diocesi l’arcivescovo Diego Marongiu gine liberomuratoria di cui deterranno il Ma- Delrio, destinato a lunga vita raggiungendo addi- glietto. Vergara, il primo della serie, è il direttore rittura il 1905!; morì quel Pasquale Tola (fratello delle carceri sassaresi, ed il suo nome (con quello di Efisio martire di Chambery) che fu giurista e di Ortolani) figura, in quanto rappresentante della letterato venerato in vita tanto più per le sue ab- loggia, nell’elenco dei Maestri Venerabili in carica bondanti produzioni storiografiche (nel ’70 era nel lasso temporale 1864-1871 pubblicato da scomparso l’altro grande, il barone Giuseppe Luigi Polo Friz in diversi suoi studi, rifluiti in una SARDEGNA 13

sintesi pubblicata da Massoneria Oggi, n. 4/ 1998. gioventù». Un intento meglio spiegato nella pre- Alcune iniziative sociali, e specificamente quelle fazione («Ragione del dramma e della via seguita che riguardano il reinserimento lavorativo degli nel suo sviluppo»): «Quello di scrivere per attori ex detenuti, rimanda intuitivamente all’ufficio e adolescenti un dramma il quale, illustrando un al sentimento civico del Venerabile. Egli è alla di- fatto glorioso della storia, innamorasse la gioventù rezione dello stabilimento penale proprio negli allo studio delle cose patrie; un dramma che la- anni in cui avanzano i lavori del nuovo carcere – sciasse a parte lo sviluppo dei caratteri meno quello di San Sebastiano, che dovrà sostituire degni e delle passioni che avrebbero potuto essere quell’altro secolare e indegno di Carra manna, in- introdotte, quando si fosse scritto per attori già titolato a San Leonardo –, a ridosso delle mura e a fatti adulti; un dramma che rendesse più facile e un passo dalla nuova piazza d’Italia, che è an- più gradita la scenica produzione, e che doman- ch’essa novità di questi tempi, nel riordino e ri- dando ad altre fonti, fuori delle colpevoli passioni, lancio edilizio che coinvolge tutta Sassari dagli la varietà dei contrasti, e la vivacità del dialogo anni seguiti all’unità nazionale e che arriveranno nulla producesse di basso, d’ignobile, di prodito- all’abbattimento (scriteriato?) del Castello arago- rio; ma tutto ne risultasse rispettivamente buono, nese per ammodernare poi l’intero nucleo urbano, commendevole, eccitando solo la commozione di con palazzi privati e palazzi pubblici. Monumen- quegli affetti che ci studiamo di promuovere nella tale e moderno, certo sempre doloroso e ideolo- gioventù». Muovendo da queste prime militanze gico, progettato dal celeberrimo Polani. Del 1869, – di Vergara e di Ortolani –, colpisce dunque su- quando la loggia è ormai operativa da un biennio bito che la loggia sassarese nasca in un solco che quasi, smantella la sua penosa struttura il patibolo è insieme pubblico, di caratterizzazione ideolo- in funzione da secoli davanti alla chiesa di San gica, e filantropico. La Massoneria italiana di ra- Paolo. Due anni dopo, o press’a poco, San Seba- dicamento post-risorgimentale – tanto nella stiano entra in sistema. Il Fratello Ortolani, ex versione liberale quanto in quella democratica – prete, è un benemerito precursore dell’istruzione punta a modellare il nuovo cittadino, l’italiano che tecnica in Piemonte, venuto nell’Isola come rettore riporta la sua matrice territoriale, provinciale o re- del Convitto Nazionale (prima a Cagliari – nel gionale, alla consapevolezza nazionale, ed a que- biennio 1862-63 –, quindi a Sassari). Professore sto contribuisce essenzialmente la scuola, e in di lettere, egli opera intanto per separare netta- accompagno l’amministrazione pubblica in tutti i mente il collegio dal ginnasio liceo (il che sarà for- suoi segmenti, in testa a tutto l’esercito chiamato, malizzato nel 1865 nello stesso stabile dell’antico come detto, in difesa dei confini tanto faticosa- e prestigioso Canopoleno). Autore di un dramma mente conquistati… Nel mezzo, in attesa che si teatrale ispirato alle epiche e tragiche gesta di Am- creino le condizioni per una larga legislazione so- sicora – capo dei sardi pelliti alleati dei punici ciale, ecco il soccorso volontario, una prossimità contro l’invasione romana dell’Isola – si segnalerà forse ancora ingessata nelle gerarchie di ceto ma anche per una performance d’azzardo positivista comunque ricettiva di input solidaristici… In tale alla Costituente massonica fiorentina del 1869… contesto e sotto la guida di Luci come quelle sopra Circa la sua prova letterario-teatrale – menzionate, la Goffredo Mameli s’impegna da su- l’Amsicora cioè, sottotitolata Supremo sforzo per la bito a soddisfare l’esigenza, da tutti avvertita, di sarda indipendenza – dramma tragico, rappresentato una proiezione pubblica, fuori della Porta d’Occi- al teatro Civico il 27 febbraio 1867 – potrebbe es- dente, sul piano essenzialmente umanitario e so- sere utile acquisire alcune notizie che, spiegan- ciale: essa realizza perciò, s’è detto, un efficace done intenzioni e modalità espressive, rivelino patronato finalizzato al rapido e duraturo reinse- l’autore. L’opera venne dedicata «Ai deputati della rimento lavorativo degli ex detenuti; promuove Sardegna» e specificamente a «il Barone Giuseppe (come a Cagliari) l’istituzione di un ricovero di Manno che diede luce ed autorità di vera storia mendicità; avvia le procedure per l’apertura di una agli incerti racconti delle gloriose gesta di un po- banca a largo azionariato popolare. Lo scrive il Bol- polo armigero insofferente di servitù e sdegnoso lettino del Grande Oriente d’Italia nel suo fascicolo di sempre di essere posseduto» ed a «il Cavaliere marzo-luglio 1869: «Fra le sei Logge di Sardegna Giovanni Siotto-Pintor che con elegante e fina cri- si distinsero per opere particolari la Vittoria, Or. tica dettata da patrio affetto illustrò le sparse opere di Cagliari, la quale non paga di moltiplicare gli dei sardi scrittori bella gloria di questo paese ricco atti di beneficenza, istituì Letture mass., pubbli- di canti e di nobili ingegni». A muovere l’autore, cate dipoi con la stampa a luce universale. La Log- in quanto interprete di «un glorioso fatto della gia Goffredo Mameli, Or. di Sassari, che riuscì a storia sarda», fu uno scopo didattico: «per la sarda costituire una società di patronato per gli infelici 14 MassonicaMente n.16 - Set./Dic. 2019

che escono dalle carceri, provvedendo al loro mi- Girovagando nel piedilista glioramento morale e procurando il più possibile Un prospetto rimontante agli ultimi anni di atti- di fornire loro mezzi di lavoro. Per sua cura venne vità della loggia enumera diciassette nominativi anche istituito un ricovero di mendicità, e iniziata fra i quali non sono compresi più né Vergara né la banca popolare – ed è questa la terza opera emi- Ortolani, né è compreso Gavino Soro Pirino che nentemente benefica cui diede vita in soli undici sarà invece della partita e poi fra gli attivi della mesi». Chi partecipa all’impianto della Goffredo Gio.Maria Angioy e suo Maestro Venerabile. Nep- Mameli e al suo sviluppo per lo meno nei primi pure sono compresi nominativi che per più ra- anni in cui essa dà affidamento di potersi stabiliz- zare nella Valle del Bunnari e del Tur- ritano? E’ piuttosto Goffredo Mameli ritratto dal vivo da Roberto Bompiani, 1849. difficile, per le note Museo Centrale del Risorgimento lacune documenta- rie, ricostruire in pieno il piedilista, ma ciò nonostante può tentarsi un av- vicinamento che possa dare una idea credibile della fa- tica fraternale spie- gata in una fase della vita nazionale assai complessa e problematica: fra Mentana e Porta Pia, fra la primazia rivendicata dal go- verno rispetto al- l’esercito volontario di Gari- baldi, anche nella guida delle azioni militari volte ad ac- quisire Roma e il Lazio – quanto cioè è rimasto dello Stato Pontificio – al regno d’Italia. Vi- gile e avversario sempre e comun- que il ministero francese di Napo- leone III (quello stesso Luigi Napo- leone che, non an- cora imperatore, aveva sconfitto sul campo la Repub- blica del 1849 e portato a morte il giovane Goffredo Mameli…). SARDEGNA 15

gioni – dall’estrazione sassarese alla tempistica Manca – «alla squilla dell’“universal chiamata”» delle loro maggiori attività pubbliche, all’impe- in aiuto dell’Eroe dei due mondi. Fu aiutante gno ufficiale nella Fratellanza – potrebbero accre- maggiore di Garibaldi a Luino e Morazzone, ditarsi all’organico: il riferimento particolare è ai venne ferito ad un piede e curato da Ugo Bassi, il parlamentari Pasquale Umana (medico e docente, barnabita cappellano della legione e destinato a futuro rettore dell’Università di Cagliari) e Raf- morte per fuoco austriaco nel 1849, dopo la fuga faele Garzia (magistrato e prossimo sindaco di dalle rovine della Repubblica. Assunto per qual- Sassari). All’uno e all’altro capiterà di dover rap- che anno nel genio militare come docente di ma- presentare questa o quella loggia in occasione tematica nel collegio di Cherasco, rientrò nella sua delle Costituenti: così, ad esempio, nel 1872 la ca- casa sassarese, al civico 2 di piazza Tola, per rice- gliaritana Gialeto o l’ozierese Leone di Caprera… vere nel 1855, forse inaspettata e certo onorevole, I Fratelli segnalati con più remoti brevetti di Mae- la visita di Garibaldi. Al Generale rimase sempre stro sono Gaspare Marzola, palermitano di nascita, fedele e non mancò d’essere alla guida dei suoi usciere di prefettura, e Giuseppe Cavanna (di volontari così come dei vari sodalizi patriottici che Luigi), sassarese classe 1840, proprietario. Se- nel giugno 1882 raggiunsero Caprera per i fune- guono, registrati tutti come impiegati, Vittore rali di chi per tutti fu fratello e padre, non soltanto Giunti, modenese classe 1829, Leonardo Carta Pes condottiero. Allievo dell’Antonelli, il grande ar- (di Sebastiano), sassarese classe 1837; Raimondo chitetto al quale si deve la celebre Mole Antonel- Pilo, pure sassarese classe 1836; e inoltre Gio- liana in Torino, svolse l’attività vanni Alasia (di Giuseppe) professore di retorica, liberoprofessionale come architetto fino al 1869 nativo di Racconigi classe 1832; Salvatore Calvia (all’epoca cioè della sua iniziazione fra le Colonne (di Mauro), originario di Mores classe 1822, ar- della Goffredo Mameli), fra l’altro firmando il chitetto; Gaetano Passino (di Gavino), cagliaritano campanile, in stile neoclassico, della secentesca classe 1843, avvocato; Gio.Nicola (o Nicolò) Si- parrocchiale di Mores intitolata a Santa Caterina, mula (di Salvatore), medico chirurgo e docente in cui sarebbe stato sepolto alla morte intervenuta universitario. Di più recente ammissione sareb- nel 1909 ad Alghero. S’impiegò anche come inse- bero Salvatore Delogu, insegnante e funzionario gnante di disegno presso la scuola tecnica gover- ministeriale alla Pubblica Istruzione, e Salvatore nativa di Ozieri, seppure non si trattò di Musina Dore, avvocato: saranno entrambi Vene- un’esperienza lunga, perché l’istituto venne sop- rabili. Senza specifiche di calendario (in quanto presso – si disse – «per mene clericali e per l’igna- all’affiliazione) sono elencati altresì Michele via dei maggioraschi». Nuovamente tornò Amico (forse Amic), siciliano di Caltanisetta, se- all’insegnamento nel 1881, all’istituto tecnico del gretario di Prefettura; Giacomo Pieroni, sassarese capoluogo e ad un parallelo corso professionale. classe 1844, avvocato; Gavino Pintus, pure sassa- Per gran parte degli anni ’70 dunque attese agli rese classe 1841, qualificato ufficiale (forse del- impegni professionali, nel suo studio di architetto. l’esercito); Salvatore Sigurani (di Giuseppe), Lavorò anche alla facciata della chiesa di Ittiri ed toscano di Prato classe 1840, impiegato; Gavino al cimitero di Usini. Diversi altri progetti rimasero Solinas (di Antonio), sassarese classe 1837, capi- sulla carta o tradotti soltanto in parte nei monu- tano dell’esercito. Se di alcuni è al momento piut- menti (così, fra i primi, per la parrocchiale di tosto difficile ricostruire i tratti sociali o Oschiri e anche, a Sassari, per il monumento ai ca- professionali, di altri invece – per generosità delle duti nelle guerre d’indipendenza, come, fra i se- carte a supporto (e ricerca più o meno impegna- condi, per la chiesa di Santa Croce di Ozieri).Il tiva) – la cosa è possibile ed anche gustosa. Di Sal- figlio Pompeo ne ricorderà l’esempio patriottico e vatore Calvia Unali, sposato con Antonia Diana morale in più composizioni, da Pinsendi a Due date: Casabianca (figlia del noto pittore G. Vittorio «E hai lassaddu a to’ figliori / l’ideali d’un gran Diana) e padre del poeta Pompeo – che sarà cele- cori, / ed un pezzu di mitraglia / la to’ più bedda bratissimo autore di Sassari Mannu e numerose midaglia». Di Alasia sappiamo che ebbe cattedra altre pubblicazioni nonché Artiere della futura al ginnasio Azuni, come documenta l’Annuario Gio.Maria Angioy – si dirà che, abbandonati gli della Istruzione Pubblica del Regno d’Italia pel 1867- studi di legge, si iscrisse ventenne all’accademia 1868; di Giuseppe Cavanna Sannia, invece, che nazionale di San Luca e quindi alla Sapienza, qui partecipò, nel 1869, alla fondazione anche della conseguendo i titoli di architetto e geometra. Ar- loggia ozierese intitolata al Leone di Caprera ruolatosi nel 1848 con altri universitari fra le (mentre altri suoi congiunti furono coinvolti nelle truppe garibaldine, partecipò anche alla legione attività delle logge cagliaritane). Di Gaetano Pas- dei volontari romani accorsi – come ricorda Dino sino è nota la partecipazione fra gli abozziani della 16 MassonicaMente n.16 - Set./Dic. 2019

nuova generazione, cioè fra quei liberal-monar- pre prospera maturità, poteva ancora diffondere chici più impegnati nel rimbalzo delle maggio- dalla cattedra, nobilmente e a lungo occupata, te- ranze a Palazzo Ducale nel passaggio di secolo. In sori di dottrina e di pratica attività. Ma se la Fa- Consiglio comunale ebbe una presenza piuttosto coltà perde l’insegnante, la Società conserva il prolungata, comunque sempre nello stesso torno pratico zelane e provetto: a lui l’augurio fervido di temporale, anche Gavino Pintus, solide proprietà ancora lunga vita, rallegrata dalla stima che durerà a suo conforto, esponente pure egli del partito li- immutata di noi a cui fu venerato collega, e dei di- beral-moderato. Qualche incertezza investe Gia- scepoli suoi, che avranno motivo frequente per ri- como Pieroni, che potrebbe essere quell’avv. Sechi cordarne la dottrina, lo zelo indefesso e le virtù Pieroni, a lungo consigliere comunale anch’egli – educative della scuola, nella quale crebbero e si buon terzo nel partito di Passino e Pintus – e poi addestrarono ai cimenti dell’esercizio professio- presidente della Casa di riposo di Sassari. Se così, nale». In politica conquistò posizioni sul fronte li- la sua sassareseria resterebbe certificata dai riferi- berale con qualche successivo avanzamento (e menti antichi di una famiglia di facoltosi commer- messe di preferenze personali) con i garavettiani, cianti orefici. Anche di Gio.Nicolò Simula in età ormai matura, addirittura nel 1905: nel par- possono ricordarsi i successi elettorali in quanto tito moderato fu consigliere comunale ed anche esponente politico e consigliere ora comunale ora assessore (della giunta Pitzorno); fu eletto altresì provinciale, nonché le parallele carriere profes- in Consiglio provinciale (dal 1872 e per oltre un sioni ed accademiche. E a proposito di rappresen- lustro) per il collegio Osilo/Ossi. Personalità cer- tanza politico-amministrativa. Già dal 1860 i tamente centrali, nella compagine, furono Salva- Fratelli (o prossimi tali) presenti nell’aula del tore Delogu e Salvatore Musina-Dore. Il primo, Consiglio provinciale (comprensivo dei circondari già segretario particolare del ministro dell’Istru- anche di Nuoro oltreché di Alghero, Ozieri e Tem- zione Michele Coppino (pure lui massone) e ca- pio) erano piuttosto numerosi, da Gavino Soro-Pi- podivisione alla Minerva, preposto giusto alla rino (all’inizio perfino presidente) a Giorgio scuola primaria (e dal 1877 segretario del Consi- Asproni, da Antonio Giuseppe Satta-Musio a glio superiore di Pubblica Istruzione), fu anche tra Carlo Costa, da Pasquale Umana a Salvatore Maria i fondatori della loggia capitolina Rienzi, unita- Pirisi-Siotto, e ancora da Domenico Cabella e poi mente al Gran Maestro Giuseppe Petroni (che a Francesco Maria Cabella a Gio.Nicolò Simula (ap- Roma, nelle segrete pontificie, aveva trascorso punto), ad Antonio Zanfarino, Francesco Carboni, anni e anni di patimenti!): in quella stessa loggia Gavino Passino, Giacomo Leoni… Si diceva del sarebbe stato iniziato, un giorno, anche un futuro Fratello Simula. La sua produzione scientifica era Magister Maximus dell’Ordine, Publio Cortini già abbondante quando venne iniziato, e ancor (1953-1956) e prima di lui quel Meuccio Ruini più copiosa e felice, apprezzata nell’ambiente cli- che avrebbe presieduto la famosa commissione nico, si sarebbe rivelata successivamente. Al con- dei 75 alla Costituente repubblicana di Monteci- corso per l’aggregazione al collegio medico torio. Nel suo Diario, Asproni lo menziona per chirurgico dell’ateneo sassarese, nel 1864, aveva questioni d’interesse del Fratello Giovanni Anto- discusso una tesi sulla Cheratite e principali esiti; nio Sanna, qualificandolo ispettore scolastico (in aveva fatto seguito con una Risposta al prof. di medi- missione, nel febbraio 1871, a Roma), soggiun- cina Giacobbe Ravà e con altri lavori, tutti ovvia- gendo più oltre che della sua definitiva sistema- mente centrati sulla disciplina chirurgica e zione al ministero di P.I. si stava occupando l’ostetricia, la sua superspecializzazione; il suo re- personalmente trattandone con il ministro… Già pertorio contò così, una dopo l’altra, le… direttore delle conferenze didattiche a Cagliari, storie, Storia di una ferita da punta e taglio penetrante egli concluse la sua carriera come provveditore nell’addome, Storia di una cistovariotomia seguita da agli studi della provincia di Sassari e passò all’Or. guarigione, e via continuando… Usinese di nascita Eterno nel 1895, quando la nuova officina locale, classe 1836, egli fece carriera come assistente di la Gio.Maria Angioy, aveva appena iniziato ad clinica chirurgica, supplente di medicina operato- operare in città. Collaboratore di varie riviste let- ria e clinica operatoria, quindi straordinario sta- terarie – e, nel novero, di Stella di Sardegna – fra le bile di ostetricia e ginecologia ecc. (Quando andò “glorie” di Delogu potrebbe forse ricordarsi una a riposo, il rettore Angelo Roth, Fratello della elegante conferenza da lui tenuta su Dante nel Gio.Maria Angioy e deputato al Parlamento, non- 600esimo anniversario della nascita (il testo venne ché prossimo sottosegretario alla Pubblica Istru- poi pubblicato a Firenze). Ne propose una propria zione, così si espresse: «L’Ateneo perde un recensione Filippo Vivanet – che si ritiene appar- valoroso insegnante che, nella sua perenne e sem- tenente alla loggia Vittoria cagliaritana – espri- SARDEGNA 17

mendosi in questi termini: «Percorrendo le pagine dotto che se ne ritrae è devoluto ai maestri ele- del Delogu scritte con senso di letterato e con mentari del circondario di Nuoro» (cf. Rassegna bi- cuore di patriota si debbe riconoscerlo assai fami- bliografica dell’Isola di Sardegna per 1866, estratta gliare colle opere dell’Alighieri e tenero quant’al- dall’Annuario statistico e calendario generale del cav. Pie- tri mai di togliere alla figura più luminosa delle tro Amat di San Filippo). Il secondo dei personaggi lettere italiane quelle macchie che la miopia dei citati, Salvatore Musina-Dore, anch’egli Venera- neoguelfi vi volle scorgere. Egli pose mente a chia- bile pro tempore, fu anch’esso nome piuttosto rire gl’intendimenti di Dante colla storia de’ suoi noto in città e specialmente nel foro. Originario di tempi alla mano, e principalmente colla scorta Nuoro, fu autore di diverse opere, fra monografie delle sue opere maggiori e minori, né parci si giuridiche e Commenti al codice civile di Carlo possa trovare critica più giusta e razionale di que- Alberto (così fin dal 1849), per arrivare a saggi sta. Forse avremmo voluto qua e là maggiore come La Maledetta ossia la Provincia di Sassari: riflessi eguaglianza nello stile, e meno divagazioni dal- in risposta a tanti scritti anonimi che si dicono inspirati l’altissimo subbietto per trarne argomento di con- dalla Deputazione provinciale (datato 1881). Nel re- sigli ai presenti, o pretesto d’invettive e pertorio ulteriore delle sue opere andate a stampa, declamazioni ormai troppo ripetute ed intese. Gli a parte una Storia della lite vertente nel tribunale di Sas- atti di riverenza verso i nostri grandi debbono sari tra il governo ed i soci Salvatore Musina e Proto compiersi con calma e serenità, vogliono a senso Tola (datato 1870), anche la monografia Ai signori nostro andare immuni a quelli sfoghi puerili che ministri e deputati della Sardegna (datata 1854): una possono trovare il loro posto in meno solenni oc- pubblicazione che rimanda alla esperienza poli- casioni. Ciononostante il lavoro del Delogu è assai tico-amministrativa di Salvatore Musina Dore (in pregevole per una conoscenza approfondita del rapporti con Giorgio Asproni, di cui è traccia proprio tema e per una larga erudizione la quale nel Diario di quest’ultimo). Egli fu consigliere pro- non sa divenire pedante. Egli trovò il modo di vinciale dal 1869 (dunque nei migliori anni di vita unire allo stesso tempo l’utile al dilettevole e co- della Goffredo Mameli) e per un quindicennio ad- loro che acquisteranno il suo opuscolo sapranno dirittura. di concorrere ad una buona azione dacché il pro-

I funerali di Garibaldi a Caprera. The Illustrated London News & Sketch Ltd. 18

FRAMMENTI DELLA VITA DEL GRAN MAESTRO ARMANDO CORONA

di Gianfranco Murtas

L’iniziazione nell’Oriente di Carbonia stro Venerabile, sui lati lunghi del rettangolo sono le file dei Fratelli. Quasi al centro del Tempio Ha sulle spalle, Armando Corona, quasi un un’Ara con la menorah della tradizione ebraica e quarto di secolo di esperienza professionale, una il Vangelo di Giovanni aperto alla pagina del suo buona per non dire ottima situazione economica Prologo… Luce e tenebra, i termini oppositivi e patrimoniale, una larga e gratificante rete di re- della storia della salvezza ma anche della condi- lazioni sociali, un’avviata carriera politica e, nel zione umana. Sul Vangelo il compasso è sovrap- privato, una famiglia che marcia insieme quando posta la squadra. Una volta sbendato, vedrà, il – la sera di giovedì 23 ottobre 1969 – viene ini- candidato divenuto neofita, d’essersi mosso du- ziato fra le Colonne del Tempio massonico intito- rante tutta la cerimonia su un pavimento di pianta lato a Giovanni Mori, leader storico del Rito rettangolare, a caselle alternate bianche e nere, al- Scozzese Antico e Accettato riconosciuto dal lusione anch’essa alla contraddittorietà della con- Grande Oriente d’Italia di Palazzo Giustiniani. La dizioni umana, ai limiti e alle virtù… Ha 48 anni Rispettabile Loggia Giovanni Mori n. 533 al- il recipiendario, un carattere mite ed una bella ca- l’Oriente di Carbonia, nella Valle del Cixerri e del pacità di ascoltare, un approccio sociale compren- Palmas, è una compagine rituale che nel 1969 ha sivo e dialogico, interessato alle altrui ragioni, una da poco superato i tre lustri di vita, passandoseli voce bassa e pacata, un vulcano in testa, obiettivi più male che bene; ora pare in risveglio, in rilan- precisi e anche ambizioni, abilità tattica, mano- cio. Il Venerabile – Tiberio Pintor – è un galan- vriera, ad un tempo inclusiva e selettiva, una in- tuomo di stampo antico, nella vita privata telligenza furba (che è mille volte più e meglio insegnante figlio di insegnante (che era anche lui della furbizia, aggettivo fattosi sostantivo senza massone, e per di più socialista e antifascista). Il meriti), con un senso della gradualità nelle con- Tempio di via Gramsci 8, a Carbonia, in un con- quiste che è spiccatissimo, anche se questo non dominio civile, è piccolo – due stanzette fra le può bastare ad evitare gli errori. Sta lasciando quali è stato abbattuto il tramezzo – e stavolta Ales, seconda tappa rilevante, dopo Senis, della deve accogliere molte persone: 27 ne conta il re- sua carriera medica nelle condotte di territorio; ha gistro delle presenze e ne annota quella sera il Se- puntato su Cagliari, dove i figli ormai adolescenti gretario chiamato a tracciare la tavola già frequentano il liceo e si preparano all’univer- architettonica della tornata, il verbale cioè; pres- sità, chi a Matematica chi a Medicina. Guarda alla soché la metà sono Fratelli ospiti provenienti dalle spedalità privata come a un settore in cui potrà ac- officine cagliaritane, la Nuova Cavour, la Hiram, compagnare il suo sperimentato e indubitabile ta- la Sigismondo Arquer che si è appena regolariz- lento professionale (che è anche una vocazione) zata dallo status di loggia coperta P. Azzurre le pa- ad una importante fonte di reddito capace di com- reti, la volta punteggiata da piccole stelle, un pensare trascorse difficoltà e insieme spingere le cordone rosso con i sette nodi d’amore che gira per sue azioni nella politica in cui è attivo ormai da i quattro lati del parallelepipedo, carezzando la sa- vent’anni, anche se le responsabilità istituzionali goma di dodici Colonne e legandosi infine, sulla sono venute soltanto alla fine del 1964: nelle file parete di Occidente, alle due maggiori Colonne B del Partito Sardo d’Azione. Dopo essere stato e J con i capitelli l’una dorico, e – a rappresentare membro dell’assemblea regionale del Partito l’universalità – il mappamondo sopra, l’altra co- Sardo, rappresentante nonché fiduciario di Senis, rinzio con le tre melegrane semiaperte, a simbo- nel 1951 e successivamente, di Ales nel 1957, can- leggiare la sintesi delle individualità nella unità, didato non eletto alle regionali nel 1953, 1957, o, se si vuole, il valore dell’unità in cui l’anticon- 1961, e alla Camera dei deputati nel 1963, ha con- formismo non smentisce l’intento comunionale. quistato un seggio al Consiglio provinciale di Ca- All’Oriente campeggia il Delta affiancato dai lu- gliari ricevendo poco dopo l’incarico di assessore minari maggiori, in combinazione con il trinomio all’Ospedale psichiatrico (al tempo competenza rivoluzionario; da qui s’alza la cattedra del Mae- SARDEGNA 19

della Provincia). Insieme è diventato segretario riunioni politiche finiranno sempre e comunque provinciale sardista, ed in tale veste ha guidato il in un parlottio fitto fitto con questo e con quello, partito per un anno esatto, per perdere alla conta sulle cose di casa ben conosciute e memorizzate di del congresso del 1966. Ha già mancato per un quella famiglia e di quell’altra, con abbondanza pugno di voti l’elezione al Consiglio regionale nel anche di consulenze mediche estemporanee ma 1965; s’è ritratto per qualche tempo – 1966-67 – evidentemente pertinenti e preziose, su un indi- dalla politica attiva; è tornato sulla scena alla fine rizzo fiduciario. Ha una sponda collaborativa nel del 1967: per staccarsi dal Partito Sardo e costi- patronato Ital della Unione Italiana del Lavoro, il tuire con altri esponenti di rilievo un movimento sindacato d’area socialista-socialdemocratica, ma politico autonomo alleato, in chiave antiseparati- anche sardista-repubblicana, e non v’è mai chi, sta, dei repubblicani. Dopo una prova generale portatore di ragioni e da lui indirizzato, resti di- nella primavera 1968, alle elezioni per il rinnovo menticato. Calca quel pavimento-scacchiera, ri- parlamentare, ha conquistato l’anno successivo – flesso simbolico della sua vita e, in verità, della appena quattro mesi prima dell’iniziazione – il vita di tutti quanti. Perché è il chiaroscuro ad seggio al Consiglio regionale della Sardegna in esprimere meglio la realtà esistenziale dell’uomo una lista concordata fra il Movimento Sardista Au- che è sempre contradditorio, anche quando è teso tonomista, appunto la corrente uscita dal Partito al suo miglioramento. Anzi, proprio allora egli av- Sardo, ed il Partito Repubblicano Italiano a segre- verte meglio, con maggiore nettezza, i suoi limiti, teria nazionale di Ugo La Malfa. Sul piano profes- le sue infedeltà, la sua inadeguatezza. Ne è riscat- sionale, egli conduce da un anno, poco più, la tato dall’ottimismo della volontà, dalle energie gestione amministrativa e sanitaria di una casa di che dentro di sé egli sa scovare anche per lo sti- cura nel viale Merello di Cagliari, di proprietà molo che il rapporto con il suo prossimo gli offre della vedova del professor Mario Aresu, già pre- senza calcolo e senza misura. Ma il risultato non è side di Medicina e rettore dell’università di Ca- mai garantito. Appartiene al patrimonio simbolico gliari. Confesserà lui stesso, parlandone con della Massoneria ma poi è anche colto dalla intel- L’Espresso, di aver iniziato nel 1966, in società con ligenza intuitiva delle cose il chiaroscuro al quale un altro professionista, investendo larga parte del mi riferisco. Noi molte volte indulgiamo sulle fi- suo capitale e il credito accordatogli dalle banche, gure, e tralasciamo le persone. E dunque come per in una nuova clinica specializzata in ostetricia e un copione ci adeguiamo alla rappresentazione ginecologia. Quell’impresa gli era costata mezzo quasi unilaterale delle convenzioni, rinunciando miliardo di lire soprattutto per le opere edilizie; a vedere nella compresenza di limiti e virtù la no- dopo un biennio un medico-imprenditore, il mag- biltà stessa delle persone che cadono, che sba- giore del settore, acquistò immobile e avviamento gliano, e traggono però dalla esperienza occasione per quasi cinque volte tanto, fornendogli la liqui- per nuove messe a fuoco, per rettifiche, per ripar- dità per altri investimenti…Una vita certamente tenze, per nuovi traguardi e magari altre oscilla- mossa da un dinamismo relazionale che è e sarà zioni o cadute. La bellezza della vita è in questa poi la carta vincente di molti avanzamenti. Sono complessità del percorso, non nella rappresenta- numerosi e pesanti i “metalli” che armeggia nella zione oleografica ed incredibile dell’eroe, e meno gestione della casa di cura, e l’agiatezza che ne de- che meno è credibile – come anche s’è stoltamente riva, per sé e la famiglia, porta significati eviden- fatto nel nostro caso una infinità di volte – un pro- temente rilevanti, ma non soffocano mai – quei filo tutto negativo, imprigionato negli stereotipi “metalli” – quegli altri significati dell’umanità do- di una ideologia saccente e ignorante che, pre- lente che affronta, con il ricovero, i suoi problemi sunta progressista, non ha letto il Bertold Brecht di salute tante volte combinati alle difficoltà mo- della “Lode del dubbio”. In questa bipolarità del rali e materiali del vivere quotidiano che cercano “normale” umano, in questa alternanza di pagine rimedio, a loro volta, nello Stato sociale. C’è (e ci nobili e pagine incaute o incoerenti bisognerebbe sarà) anche tanto paese, tanta Marmilla, a Villa rintracciare la persona di Armandino Corona. Verde, nel viale Merello cagliaritano, e può dirsi che la relazione di residenza trascorsa e prolungata Sentire la vita come una conquista vent’anni giusti prosegua in un’altra forma. «Non c’è la malattia, c’è il malato», continuerà a soste- «Moralità e costumi integerrimi», «medico molto nere sempre Corona, secondo la miglior scuola apprezzato», «ottimo padre di famiglia», «la sua alla quale è cresciuto. E anche quando andrà in posizione può considerarsi agiata», hanno riferito paese – nei paesi –, in campagna elettorale, lungo i Fratelli informatori al Maestro Venerabile della tutti gli anni ’70 e un po’ prima e un po’ dopo, le Loggia carboniese alla quale era stato presentato. 20 MassonicaMente n.16 - Set./Dic. 2019

Cerimonia in tutta regola, guidata dal Armando Corona Venerabile Pintor, e con lui dai Sor- veglianti Efisio Maxia e Pietrino De- doni – due valorosi medici entrambi legatissimi alla gente del territorio sulcitano – e dominata dal Potentis- simo Silicani, il fondatore dell’en- semble. «Sono religioso ma non pratico alcuna religione», ha scritto Corona, autopresentandosi, nel mo- dulo di domanda che reca la data del 28 maggio 1969. Di lui si sa che è pronipote di un vescovo – l’oglia- strino monsignor PaderiConcas (un giorno da lui biografato in una con- versazione dai salesiani) –, e che è stato a lungo intimo di un altro pre- sule di eccezionale carisma – monsi- gnor Antonio Tedde –, del quale conserva l’amicizia; si sa che nel suo laicismo, assolutamente morbido, ha assorbito da sempre, facendosene ali- mento, la cordialità del rapporto umano con i suoi pazienti ed elettori per la stragrande maggioranza catto- lici di messa e sentimento. Lui stesso ha avuto una formazione religiosa, mai rinnegata e semmai rielaborata e comunque intimamente goduta, non soltanto nel ginnasio frequentato presso il convento dei minori france- scani di Bonorva (operativo dal 1931, l’anno dell’aggressione fascista ai cir- coli dell’Azione Cattolica e della FUCI) – a rischio perfino di pronun- cia dei voti –, ma anche nell’aposto- lato laicale del convento domenicano di Cagliari negli anni liceali. Nel Ga- binetto di Riflessione ha vergato un Testamento morale che non declama quell’eroismo di cui sono pieni tanti altri fogli divisioni e delle barriere che ostacolino l’instau- consimili, ma esprime un sentire certamente sin- rarsi della fratellanza universale e della libertà. cero. Gli hanno portato via, per l’iniziazione, tutti Contribuire a liberare gli uomini dal bisogno e i “metalli”, preparandolo ad ascoltare gli ammo- dalla schiavitù morale e materiale». Letto dal Ve- nimenti del Venerabile. Quando sarà lui Venera- nerabile Pintor, il Testamento è approvato all’una- bile di loggia marcherà sempre l’importanza di nimità. Il Fratello Silicani, che siede all’Oriente, questo passaggio. I doveri dell’Uomo verso se sembra però insoddisfatto. Per lui ogni iniziazione stesso: «Affinamento di tutte le qualità morali e è un affidamento che la Famiglia liberomuratoria spirituali – ha risposto il profano – che lo rendono concede all’onestà intellettuale ed al dinamismo degno di vivere nel consorzio umano, stimato per spirituale del profano che chiede di praticare la sua saggezza, bontà, giustizia ed onestà». E quella speciale attività che ha preso il nome di verso la Patria: «Contribuire con ogni mezzo al “ars regia”: la ricerca del Vero attraverso l’ascolto, consolidamento della libertà, della democrazia e il dialogo, lo studio, la meditazione, l’interazione della giustizia sociale». Infine, verso l’Umanità: che è ad un tempo dialettica e comunionale. Di «Contribuire in ogni modo al superamento delle formazione socialista – fu segretario della Camera SARDEGNA 21

del lavoro a vent’anni appena, alla vigilia della di casa: sono politicamente schierate a sinistra, dal grande guerra – Alberto Silicani si è collocato poi PCI al Partito Socialista, a quello Socialproletario sul versante liberal-radicale nel secondo dopo- di Lussu ultimo tempo. La personalità dei geni- guerra. Ma è figlio della società postrisorgimen- tori, sposi dal 1907, l’ha ben descritta lo stesso Co- tale e per lui, oltretutto di obbedienza rona: il signor Maurizio, originario di Ierzu, evangelico-battista, alcuni concetti valgono d’un carattere d’acciaio, ha sgobbato per mantenere la valore sacro. Fra essi la patria. Tutta la storia della famiglia, con il suo umile commercio dei vini – su comunità cristiano-evangelica locale, racconta un carro da paese a paese, fra Ogliastra e Gerrei e questo. Quanto i cattolici hanno faticato ad accet- Sarrabus – e dopo con l’esattoria; la signora Chiara tare l’idea di uno stato liberale, tanto i protestanti Paderi, origini in Villaputzu e qualche frazione di hanno incarnato i valori della patria risorgimen- proprietà avita da mettere a frutto, di salda fede tale e della laicità dell’ordinamento. Il Fratello Si- cattolica a compensare l’agnosticismo integrale del licani, neorisorgimentale e protestante, non ritiene marito. C’è l’uno e c’è l’altro, il bianco e il nero in esaustivo quanto annotato circa il secondo punto: giusta miscela, nella educazione familiare. E l’uno «Il neofita si è limitato, nella compilazione del Te- e l’altro apporto entrano nella formazione di Ar- stamento, a considerazioni di ordine politico e so- mando bambino; le elementari in paese, il ginna- ciale, ma non [si è riferito] anche alla difesa della sio – dal 1932 – al collegio serafico di Bonorva. Patria, laddove ve ne fosse necessità». La cosa va Seminarista minore e fratino. Veste il saio france- precisata. La Loggia sembra spiazzata. Interven- scano anche, almeno al servizio delle messe do- gono in diversi, Artieri a piedilista ed ospiti, che menicali, nelle solennità ed alle processioni. conoscono Corona e lo stimano, gli sono amici. In- Studia diligente e si fa apprezzare in convento. fine è il Segretario a proporre con successo una Forse troppo convento, tant’è che quando, un certo nuova e più stringente formulazione della do- venerdì, riceve dal superiore e preside una lettera manda: «Profano, abbiamo bisogno di un ulteriore d’invito a partecipare, la domenica successiva, ad tuo chiarimento: se la Patria trovandosi in pericolo una cerimonia che potrebbe essere – potrebbe – avesse bisogno del tuo aiuto, che cosa faresti?». E della professione semplice del figlio, il signor così interrogato, il profano risponde: «Darei tutto Maurizio, procuratosi il passaggio in vettura da un il mio contributo possibile per la sua difesa» e amico fortunatamente provvisto, sale su fino a conta più, forse, il tono della voce che non quel cuore del Meilogu logudorese, a riprender- l’espressione letterale che non aggiunge nulla a selo il figlio: «Intra in macchina, torrausu a quanto scritto prima. Sovvengono forse memorie domu». Il tempo di riaggiustare l’orientamento. degli anni tragici della guerra, sofferta a Cagliari Qualche mese di scuola ad Armungia, gli esami quand’egli era universitario, e nella dispersione da privatista per la licenza ginnasiale e un corso dello sfollamento, nella perdita delle cose e anche intensivo di latino e greco con il professor Pitzalis nella pena di un lutto giovane in casa. Si può pro- in vista del triennio liceale a Cagliari, al Dettori cedere secondo le linee del rituale: le prove sim- che ha la sua sede nel quartiere della Marina: boliche, il giuramento, la proclamazione «Tu sei Dante è di vigilanza all’ingresso, dal 1913, le aule mio Fratello!», la triplice batteria di gioia, il di- e gli androni e le scale, tutto lì è figlio scomodo e scorso dell’Oratore, il suo caro collega medico gi- austero della lunga stagione gesuitica vissuta necologo Renato Meloni. dall’edificio. Lo accompagnano, in questa fase della sua adolescenza, la madre e le sorelle. Il si- Una famiglia tutta sarda e lo studio piacere- gnor Maurizio va e viene, compatibilmente con i dovere suoi impegni di lavoro lontani dal capoluogo. Ora il suo mestiere è quello di esattore, e il figlio più E’ medico da un anno esatto, Armando Corona, volte l’ha aiutato a compilare le cartelle delle im- quando un ordigno esplode a Quirra ed un bam- poste: «ciò mi dava una certa maturità e la possi- bino rimasto orfano all’improvviso, Antonio, bilità di portare il mio piccolo contributo viene accolto nella vita della sua famiglia, com- all’economia familiare». E intanto sente, proprio pensando la perdita del piccolo Giorgio. Le quat- ad Armungia, i racconti delle gesta sempre miti- tro sorelle maggiori – Iolanda la primogenita che di Lussu, fra la grande guerra, l’avversione (supererà i centodue e anche i centotre), Ginoa, alla dittatura, l’attentato subìto nel 1926, la deten- Claudia e Immacolata (Zella cioè, scrittrice e col- zione a Buoncammino, il confino e la fuga in Fran- laboratrice speciale per vent’anni di padre Mo- cia… Salvato dal francescanesimo militante – ma rittu) –, quattro sorelle tutte e quattro insegnanti, a ciascuno il suo! – e fattosi cagliaritano per la fre- dalle elementari al liceo, vivacizzano l’ambiente quenza dei corsi al Dettori, Armando ragazzo di 22 MassonicaMente n.16 - Set./Dic. 2019

16-17-18 anni frequenta la chiesa-convento di San giorno puntualissima nel suo ritardo. L’agricoltura Domenico. Vive a poche decine di metri soltanto è estensiva e di sussistenza, i terreni sono asciutti. dall’antico compendio dei padri predicatori, fra i Quasi l’intera produzione cerealicola viene confe- meglio organizzati nella pedagogia religiosa dei rita all’ammasso al Consorzio Agrario che, a tassi ragazzi e giovani. Nel giro dell’Azione Cattolica di interesse molto alti, anticipa un 50 per cento giovani, a San Domenico, egli ha pure un incarico che basta appena a pagare i debiti contratti l’anno ufficiale, quello di delegato allo sport. E’ il più di- precedente per acquistare beni di prima neces- sciplinato nell’ascolto delle lezioni, e pari rispetto sità… Il giovane medico non si risparmia, si con- e diligenza esige dai suoi, forse meno sensibili di cede a tutti, matura esperienza professionale e lui al fascino della dottrina. Studia moltissimo, è soprattutto umana. All’inizio almeno non ha am- conosciuto anche nelle altre classi e negli altri bulatorio suo, visita nei quattro paesi della con- corsi. La notte studia con Tonino Usala, collega ed dotta utilizzando una stanza messagli a amico di tutta una vita. Con lui frequenterà anche disposizione da qualcuno presso la propria abita- l’università – matricola nell’anno accademico zione. C’è poi il giro delle visite domiciliari che si 1939-1940 –, ancora passando sui libri intere not- conclude spesso, la sera, con una sosta conviviale, tate, cenando in fraternità con uova e uova, nella quel classico spuntino paesano che, magari ac- nuova casa di via XX Settembre. L’uno ripete al- compagnato da una sana partita a carte, favorisce l’altro, e vince sempre la parlata di paese: almeno la confidenza reciproca e raccoglie le prenotazioni la ripetizione è in sardo variante campidanese. di comparaggio. Sempre compensato in natura, il Libri e corsia d’ospedale, tutti i giorni; mai una lavoro di cinque, sei, sette anni, a giornata piena, vacanza, non sono tempi. Dal professor Aresu, dal sovente sabato e domenica compresi, dà risultati professor Setzu, esami, esami… L’ateneo di Ca- anche nello standing personale e familiare del me- gliari conta allora circa milletrecento iscritti, quelli dico: che per le polverose strade marmillesi viag- di medicina centoottanta, le donne si contano gia ora su una Fiat 500 giardinetta. E con quella sulle dita di una mano. Ha la fortuna di perdere vettura arriva ad Ales. Benvoluto da chi è stato da poco tempo con la guerra: la situazione di famiglia lui assistito, sono numerosi i pazienti che conti- – studente, è il solo figlio maschio in casa – gli nueranno a farsi da lui seguire nella nuova con- scampa, se non sono che poche settimane, il ri- dotta alerese. E’ qui che fa famiglia, qui nascono i chiamo; molti suoi coetanei hanno dovuto dare di primi due suoi figli, amatissimi sempre. Nel 1955 più, e nell’Isola e sul continente, alla patria in ca- Corona ha 34 anni. Si è preparato al nuovo con- tene. La laurea arriva nel 1946. Sono anche gli corso con il massimo di impegno, studiando sodo anni degli innamoramenti. Qualcuno più impor- ma anche solo. Ed ha avuto bisogno del confronto, tante che non la semplice cotta giovanile. E il ram- come negli anni dell’università. Ha chiamato marico, le lacrime perfino, per l’amore non l’amico di sempre, già specialista: «Il cuore, do- corrisposto. Fino a che arriverà la donna, liceale a mani, me lo ripeti?». Per dire: riportami alle Cagliari, presto insegnante anche lei come le co- oracce di sgobbo per l’esame, alla teoria, fisiologia gnate, che gli darà, nei primi anni ’50, tre figli. e patologia del cuore… Hanno fatto conclave due Dopo la laurea, quell’esercizio ambulatoriale a giorni interi: il primo è quello della lezione, un ri- Villaputzu per un anno e qualcosa, poi la prima passo generale ma minuzioso, con la casistica; il condotta. secondo, come da accordi, è lui, il dottor Corona, che ha ripetuto all’altro, il quale quasi sessan- Il debutto professionale, la prima condotta, e t’anni dopo confida: «Era bello sentirlo parlare di la seconda medicina», preciso e semplice negli enunciati, esposizione chiara e clinicamente pertinente, forse A Senis è arrivato con una Vespa 125, l’ultima no- perfetta. Nella clientela della sua seconda condotta vità industriale dell’Italia ripartita dopo le deva- alerese, ha per paziente anche il vescovo: monsi- stazioni della guerra. Indossa un vestito nuovo, gnor Antonio Tedde. Il quale gli conserverà piena porta la borsa da medico che affascina di per sé. Il fedeltà anche quando i democristiani del paese, paese conta meno di mille abitanti e con Assolo, per contrastare il medico che ha fama di… laico, Nureci ed Asuni si arriva a 2.600 anime. Povertà promuovono un altro ambulatorio per i coltivatori da tagliare a fette. A parte la mancanza di infra- diretti. Pronipote lui stesso d’un presule – monsi- strutture e servizi pubblici, c’è un diffuso analfa- gnor Giuseppe Paderi Concas, che ha governato a betismo. La parrocchia vende il Quotidiano Sardo, lungo la diocesi di Ogliastra - Corona conserverà dieci copie forse in tutto il circondario, non molto sempre per il vescovo Tedde, affettuosamente ri- maggiori sono le vendite dell’Unione Sarda, ogni cambiato, deferenza e amicizia. SARDEGNA 23

Nella politica provinciale e in quella del PSd’A delle cosiddette “zone omogenee”, proponendo un 25° ed ultimo comprensorio, quello marmillese, L’elezione al Consiglio provinciale, insieme con che non a caso è quello che, elettoralmente, è il un altro sardista – l’avvocato oristanese Emanuele più vantaggioso per le sue presenti e future can- Cau – è del novembre 1964, quella ad assessore didature… Intanto, nel 1975, ancora segretario re- effettivo di una giunta quadripartita di centro-si- gionale del Partito Repubblicano Italiano, Corona nistra del gennaio 1965. Pochi mesi dopo, a giu- è stato chiamato personalmente da Ugo La Malfa gno, un’altra partita elettorale: per il rinnovo del a presiedere il Collegio nazionale dei probiviri del Consiglio regionale. L’obiettivo è mancato per un partito, dopo polemiche che hanno visto al centro pugno di voti. Questa sconfitta è bruciante. Pro- delle dispute uomini della Sicilia non del tutto babilmente contano, nella delusione o nel di- trasparenti, e, si dice, improprie interferenze mas- spetto del dopo, accordi non onorati e anche la soniche. Corona offre all’on. La Malfa la propria batosta al congresso provinciale del partito che disponibilità, ma gli spiega anche che se egli chiude la sua segreteria politica di un anno. Sta di vuole allontanare i massoni da quel collegio, non fatto che per lunghi mesi egli si estranea dalla lo può fare certamente assumendo lui, che mas- stessa militanza, limitandosi alla guida del suo as- sone è, e per di più Venerabile! «Non è un pro- sessorato provinciale, ed alla conduzione degli blema, credo nella tua imparzialità, voi sardi siete altri suoi interessi professionali-imprenditoriali fuori dai giri viziati». Trasferitosi dalla Loggia car- come vanno prendendo corpo in tale contesto tem- boniese nel 1971, incardinato nella Hiram e presto porale. Siamo nella seconda metà degli anni ’60, – giugno 1976– divenutone Venerabile, al Fratello e anche qui si riappalesano in forma evidente i Corona è pervenuto naturaliter anche l’incarico di tratti di chiaroscuro di una personalità determi- presidente circoscrizionale sardo del Grande nata e insieme pragmatica, per taluni aspetti per- Oriente d’Italia: un essere primus inter pares che fino spregiudicata, pur sempre all’interno di lo rimbalza, meno di tre anni dopo, in una com- coordinate etiche riconoscibili. C’è forse, in lui, missione nazionale costituita per presidiare il cor- come un’ansia risarcitoria dei sacrifici paterni – la retto svolgersi delle elezioni del nuovo Gran dura fatica dei viaggi commerciali fra paese e Maestro della Obbedienza, dopo le dimissioni an- paese, in quegli anni ’10 e ’20, quando nella casa ticipate, fra le polemiche, del professor Lino Sal- Corona-Paderi si sono affacciate al mondo ben un- vini. S’incontrano gli esponenti eletti dalle varie dici vite! in parte non lieve tranciate dalla morta- circoscrizioni, e la scelta del presidente cade, na- lità infantile che è un mesto portato dell’epoca. E turaliter un’altra volta, in capo ad Armando Co- sacrifici anche di dopo, perché le ragazze avessero rona. «I sardi sono fuori dai giri viziati», si sarà diploma e laurea, e anche lui fosse dottore, un dot- detto – si è detto – anche in quel contesto; è il tore realizzato, tanto bravo nel mestiere quanto modo pacato di porsi già nei primi momenti, nelle soddisfatto nel compenso dell’impegno profuso, reciproche presentazioni, ad offrire al Venerabile della competenza sudata: l’agiatezza da condivi- sardo la nuova primazia. Glielo aveva anticipato dere e trasmettere ai figli e ai figli dei figli, insieme il Fratello Meloni, in quell’ottobre di nove anni con l’ammonimento dell’esempio: studio e lavoro, prima. sempre studio e lavoro, e relazioni mai passive. Gran Giudice di Palazzo Giustiniani Con i repubblicani, referente di quote di po- tere E’ il generale Ennio Battelli il nuovo Gran Mae- stro. Il quale, formata la sua giunta, ottiene dalla Uomo di minoranza – solo repubblicano nella maggioranza dei nuovi quadri dirigenti di Palazzo prima delle tre legislature, solo anche nella se- Giustiniani che ad Armando Corona, che così ef- conda (seppure s’aggiungerà poi l’on. Bruno ficacemente ha guidato, pur nel trambusto e nelle Fadda, subentrato all’on. Giovanni Battista Melis tensioni, le operazioni elettorali, sia affidata la nel frattempo deceduto) – svilupperà una presenza presidenza della Corte Centrale, strutturata in se- politica di peso certo maggiore rispetto a quella zioni a mo’ della Cassazione. Primo presidente. Il che la forza (o la debolezza) numerica gli consen- primo presidente ha, fra le sue funzioni, quelle di tirebbe. La rappresentanza di un’area politica che costituire i tribunali per lo svolgimento dei pro- non potrebbe comunque essere misconosciuta ed cessi – così avverrà per giudicare Licio Gelli, es- egli gioca con fantasia le carte che ha in mano, per- sendo dunque presidente scelto il sardo Paolo fino mediando fra le forze maggiori bloccate da Carleo – e convalidare con la sua firma le sentenze. veti reciproci in difesa ciascuna di un interesse E’ dunque presidente da alcuni mesi della Corte particolare: come avviene, ad esempio, nel ritaglio Centrale di giustizia del GOI – e conosciuto in 24 MassonicaMente n.16 - Set./Dic. 2019

questo incarico, per glasnost masso- Ennio Batelli nica, anche dalla opinione pubblica – quando diventa, Armando Corona, presidente del Consiglio regionale della Sardegna. E’ il 9 luglio 1979, e siamo ad un mese dal rinnovo eletto- rale che ha triplicato i seggi repubbli- cani, grazie alla legge – ispirata dallo stesso Corona, proporzionalista nato– che consente il recupero dei resti su base regionale. Si tratterà di una pre- sidenza difficile. Le forze del “patto autonomistico” si sono fra loro divise, i radicali ci mettono del proprio, arri- vando a scaraventare sul banco del presidente il regolamento che riten- gono violato. Ne verrà una sorta di impeachment, con molte sessioni di lavoro per la Commissione Diritti Ci- vili e Informazione trasformatasi in tribunale. Senza mai una sentenza. Corona, l’imputato, ne trae motivo per smettere la frequenza ai lavori consiliari. E per intanto è impegnato a Roma, da una parte come vicesegre- tario nazionale dell’Edera repubbli- cana, in costanza di segreteria Spadolini coesistente con l’interve- nuta nomina di questi a capo del go- verno, e dall’altra parte, fino al marzo 1982, ancora come presidente della Corte Centrale di giustizia massonica, e dal marzo 1982 come Gran Maestro. L’equilibrio con cui ha condotto le at- tività della Corte, e forse ancora le sue radici sarde, vissute come un fatto virtuoso in sé, lo hanno segnalato alla attenzione dei più fino a portarlo al pieno successo.

S’affaccia al cantiere della ricostruzione e monsignori finanzieri non teologi del Vaticano… Il nome di Flavio Carboni viene associato troppo Siamo all’indomani della vicenda P2 e lui subito frequentemente al suo, e non soddisfano per nulla promette chiarezza e riforma. Vuole ristabilire giu- le spiegazioni. I riscontri smentiscono sovente le sti rapporti fra la obbedienza massonica e il dichiarazioni che egli rende alla stampa: perfino mondo della politica. Ma inciampa subito. Va a sul possibile acquisto del Cagliari spa, negato e trovare Roberto Calvi, che è indiziato di gravi reati poi dimostrato dalla copia di un assegno. Talune col suo Banco Ambrosiano – giustificando la cosa, intercettazioni telefoniche rese pubbliche in un presto scoperta, come una visita doverosa verso un processo registrano frasi criptiche che chi ha fatto Fratello in difficoltà (Fratello poi della P2 e dun- bandiera della trasparenza non può permettersi. que Fratello chissà se sì o se no); accetta di incon- Non è questa l’immagine che ci si attendeva come trarsi, in semiclandestinità, con esponenti perfino prima istantanea della riforma promessa. La pro- discussi, e peggio che discussi, del business fac- lungata assenza dai banchi consiliari inducono la cendiere, oltreché – e perché mai? – con politici dirigenza regionale del suo partito a chiedergli democristiani sardi e nazionali (fra essi De Mita) una ripresa sollecita della rappresentanza politica, 25

ancorché egli abbia rinunciato, dopo la nomina a Armando Corona perché il subentrante interinale Gran Maestro e nel nome del dovere della impar- formalizzerà un fascicolo inquisitorio nei suoi ri- zialità, alla tessera. In difetto, gli si prospetta la guardi con addebiti vari di gestione, consiglian- necessità delle dimissioni per il subentro del dogli, per opportunità, onde evitare un primo dei non eletti, che è poi il suo antico amico imbarazzante processo, l’ assonnamento, e cioè professor Achille Tarquini, clinico di gran nome e l’uscita dai corsi attivi della appartenenza. A tanto massima autorevolezza. La reazione, in quel pas- poi, in verità, si aggiungerà altro: la richiesta di saggio fra 1982 e 1983, è collerica, contraddittoria rinvio a giudizio per falsa testimonianza nel pro- rispetto alla natura dell’uomo e a tutta la sua storia cesso sul crac del Banco Ambrosiano di Roberto personale, e sembra rivelare quel tanto di ingom- Calvi. Circostanza questa che, per intese interve- bro psicologico – a nessuno pienamente rivelato – nute con il capo della Polizia Parisi (riguardanti che l’esperienza gravosissima di Gran Maestro e ogni iscritto al GOI che fosse colpito da analoga l’irrisolta imputazione consiliare a Cagliari gli azione giudiziaria), comporterebbe un provvedi- hanno gravato sul capo. Da uomo di unità diventa, mento automatico di sospensione che si vorrebbe per una certa stagione almeno, uomo di divisione: però evitare, per sgradevolezza e clamore. Quando mentre ha dichiarato la sua estraneità alla politica, la conclusione del suo mandato granmagistrale al non si perita di mobilitare i suoi fedeli acritici, im- GOI (ora nella nuova sede di Villa Medici, così le- pegnandoli nello scontro e nella conta all’ultimo gata alla storia mazziniana della repubblica ro- voto e all’ultimo nome, così ai congressi di sezione mana del 1849 e dunque anche al sacrificio del come a quelli provinciali e regionale; fiata su un nostro poeta 21enne Goffredo Mameli) s’è mutata discusso giornale cosiddetto di controinforma- addirittura nella sua esclusione dal senato “di con- zione, ed accetta di essere difeso e anzi celebrato siglio” del vertice massonico italiano, egli ha com- da questo, mentre egli lo utilizza contro i pretesi piuto passi che ancor più l’hanno allontanato da avversari; interviene negli andamenti elettorali, sé e dalla sua storia. Ha promosso o sostenuto Ob- lacera molti rapporti personali con chiunque, pur bedienze spurie e concorrenti, ovviamente senza rispettandolo e volendogli bene, non si sia alli- possibilità di accreditamenti nei grandi circuiti in- neato alle sue decisioni più recenti… Veramente ternazionali. Le amarezze degli ultimi anni, fino al sembra che l’esperienza romana, per le ingestibili penoso declino successivo al 2007, sono ricondu- pressioni di vario segno e di ogni provenienza ri- cibili a cause di diversa natura, anche privata o cevute nell’amministrazione di un mandato su- privatissima. Pare un modo giusto di onorarne la scettivo sempre di connotarsi in termini lobbistici, memoria quello di lasciare, oggi, nella riserva profani dunque, l’abbia cambiato. Non ha nep- santa della discrezione tali vicende della sfera più pure settant’anni, e conserva lucidità piena e an- personale o familiare. Certo è che molta parte cora salute sufficiente – nonostante qualche della sofferenza che l’ha inchiodato in un autunno trascorso – per riconoscerlo totalmente presente a fattosi inverno presto è derivata altresì da una con- se stesso e in grado di condurre interventi, e sul dizione di salute fattasi ogni giorno di più preca- piano strettamente associativo e su quello più lato, ria, epilogo ingeneroso di una serie non civile e pubblico, della formazione degli opinion immaginabile di gravi e gravissimi colpi, ed anche leader e dei testimoni dei valori di un moderno di importanti interventi operatori subiti in Italia patriottismo, ma appare ad un certo punto come e all’estero. Ma fino a che ha potuto, egli è stato impedito o limitato nell’applicazione delle sue ancora e sempre, e innanzitutto, medico obbe- consolidate impostazioni di vita. E’ questo un ca- diente al giuramento di Ippocrate. E chiunque, pitolo tutto da scrivere della sua biografia. Tutto pur da lui non conosciuto e che a lui sì sia diretta- si complica dopo la fine del suo incarico di Gran mente rivolto, o il cui caso di salute gli sia stato Maestro, rinnovatogli nel 1985 per un quinquen- proposto, è entrato da subito fra i suoi scrupolosi nio, fino ad arrivare al 1990. Egli ha cercato di in- interessamenti e le sue fatiche, per la ricerca del dirizzare la Fratellanza su un candidato che sente centro clinico giusto, dello specialista meglio at- suo potenziale continuatore, ma perde la gara in trezzato e competente, in Italia e fuori. Per scon- Gran Loggia, il parlamento del Grande Oriente cui figgere il male. Chi l’ha incontrato ed è stato partecipano i Venerabili di tutte le Officine d’Ita- ammesso alla confidenza con lui può dire di que- lia; il suo successore ne trascura il talento e le sta irriducibile umanità dai potenziali enormi, esperienze, e anzi lo emargina; e quando il profes- contraddittoria e perciò autentica. sor Di Bernardo lascerà anche lui, ma per seces- sione, la presidenza del Grande Oriente d’Italia, lo scenario si farà crudo, o crudele, ancor più, per 26 MassonicaMente n.16 - Set./Dic. 2019

CORRADO MASTROCINQUE GRAN MAESTRO PRO TEMPORE DAL 29/04/1961 AL 16/07/1961

di Flaviano Scorticati

orrado Mastrocinque nasce a Napoli il tria descrittiva all’Università di Napoli, un inca- 26 giugno 1892 in una famiglia vicina rico noioso e poco remunerativo e tuttavia pre- alla Massoneria, essendo il padre li- zioso nella prospettiva di una futura carriera bero muratore. Iniziato il 18 ottobre del accademica. La sua passione predominante però è C1916 nella stessa loggia del genitore, la Ora e Sem- la politica: fervente repubblicano come il padre, pre all’Oriente di Napoli, viene elevato tre anni si impegna a fondo per radicare il partito nel ca- dopo al grado di Maestro. La Ora e Sempre era una poluogo campano, impresa certo non semplice per loggia di Rito Simbolico Italiano, uno dei due via delle diatribe interne e della concorrenza so- Corpi rituali (l’altro era lo Scozzese Antico ed Ac- cialista. Lo affratella ad Albani la comune fede cettato) a vantare il maggior numero di iscritti tra mazziniana, di cui si fa interprete attraverso una i massoni del Grande Oriente d’Italia, altresì noto serie di conferenze che riscuotono unanime ap- col nome della propria sede romana, Palazzo Giu- prezzamento. stiniani. Una di queste, dedicata al pensiero religioso di All’epoca le logge giustinianee si dividevano in Giuseppe Mazzini, viene presentata da Mastrocin- simboliche e scozzesi, il che poneva il Grande que in consessi sia universitari che massonici. Oriente al di fuori della regolarità poiché, secondo Dopo aver premesso che il Grande di Staglieno, gli antichi Landmarks, ossia i principi identitari convinto assertore dell’immortalità dell’anima, della Massoneria Universale, i Corpi rituali non concepiva la religione come un fenomeno univer- devono interferire in alcun modo con l’attività sale, l’oratore rintracciava le fonti della religiosità delle logge azzurre, le quali lavorano nei tre gradi mazziniana nel libero pensiero del XVIII secolo e di Apprendista, Compagno d’Arte e Maestro. in alcune suggestioni del primo Romanticismo te- Questo stato di cose fu superato soltanto nel 1922 desco. Passava poi ad illustrare il concetto di Uma- allorchè entrarono in vigore le nuove Costituzioni, nità, intesa come la più vasta e generale con cui si stabiliva che le logge azzurre non erano associazione umana costituita dall’insieme di tutte sottoposte ad altra autorità che non fosse quella le generazioni che si avvicendano nel corso della del Grande Oriente d’Italia; in pari tempo il So- storia e attraverso il cui progresso Dio manifesta vrano Gran Commendatore del Rito Scozzese An- se stesso. Tale progresso è indisgiungibile dalla tico ed Accettato e il Presidente della Serenissima Legge Morale, poiché essa soltanto può ricondurre Gran Loggia del Rito Simbolico Italiano dichiara- l’umanità al suo fine, il quale ha nella Nazione vano, ciascuno in rappresentanza del proprio una delle sue tappe fondamentali. Rilevato come Corpo rituale, di rinunciare a tutti i privilegi e le i principi del mazzinianesimo possono essere sot- prerogative finora riconosciute sulle logge azzurre toposti ad una trattazione così razionale da rien- di Palazzo Giustiniani. trare nel campo dell’Algebra della Logica – una Delle molteplici attività svolte da Corrado Mastro- considerazione rivelativa della forma mentis mate- cinque durante il periodo bellico e nel primo do- matica del Nostro – la conferenza si concludeva poguerra siamo informati grazie al suo epistolario con la rievocazione del periodo in cui Mazzini ela- con Felice Albani, che fu tra i principali esponenti borò la propria concezione religiosa, quello suc- del repubblicanesimo radicale romano tra la fine cessivo al tragico fallimento della spedizione in dell’Ottocento e l’inizio del ventennio fascista. Savoia del febbraio 1834. Giornalista e massone, Albani aveva sposato Ade- Ma l’azione politica di Mastrocinque non si limi- lina detta Alina, figlia del carbonaro e patriota vi- tava alle conferenze. Gli stava particolarmente a terbese Ermenegildo Tondi.1 cuore la creazione a Napoli di una sezione mazzi- Il giovane Mastrocinque è uno studente di Mate- niana, la quale vide la luce nel 1921 e di cui egli matica prossimo alla laurea, assistente di Geome- divenne il corrispondente. Da buon militante si IL RIORDINO DELLA MEMORIA 27

occupava della distribuzione delle tessere di par- ciato all’incarico. In realtà non c’è alcun aggiusta- tito e degli abbonamenti a La Terza Italia, la rivista mento: qualche giorno dopo Mastrocinque scopre di Albani, e spediva a Roma il denaro raccolto. non solo che il Segretario eletto al posto suo si è Cercò di favorire il passaggio di fratelli massoni rimangiato la parola, ma anche che i fratelli di log- tra le fila repubblicane e, per converso, di intro- gia intendono sottoporlo a un processo massonico durre in loggia compagni di partito con l’intento per irregolarità amministrative. Le accuse appa- di contrastare le spinte filomonarchiche e filoso- iono fin da subito pretestuose, dettate da mala- cialiste. nimo; senza dubbio il giudizio della corte ne Nel giugno del 1920, in occasione del rinnovo avrebbe dimostrato l’infondatezza, ma non ve n’è delle cariche della loggia Ora e Sempre, di cui Ma- bisogno, poiché tutto si risolve grazie all’inter- strocinque e il padre sono rispettivamente Segre- vento dei vertici del Grande Oriente e del Rito tario e Maestro Venerabile uscenti, si guastano Simbolico Italiano. Mastrocinque padre e figlio la- irrimediabilmente i rapporti tra il Segretario e i sciano però la Ora e Sempre e si trasferiscono alla fratelli. Corrado Mastrocinque critica la scelta di Giovanni Bovio, altra loggia partenopea di Rito Sim- affidare l’incarico di Oratore ad un fratello che è bolico. Compagno d’Arte e non Maestro, come invece A pochi anni da questi avvenimenti, che meritano prevede il regolamento; dichiara tuttavia di non di essere narrati per la loro rilevanza biografica, si opporsi all’elezione, ma pretende che si informi assiste alla progressiva conquista del potere da della cosa il Presidente regionale del Rito Simbo- parte del partito Fascista. Tutte quelle realtà asso- lico affinché questi invii a Roma il verbale delle ciative che il regime non può assimilare o subor- operazioni di voto insieme alla richiesta di elevare dinare in qualche modo alla sua visione il neo-Oratore al grado di Maestro per la necessa- totalitaria, vengono messe al bando. Tra queste vi ria regolarizzazione. Al rifiuto dei presenti, Ma- sono i sindacati, i partiti di opposizione – tra cui strocinque abbandona la sala per protesta. Al quello Repubblicano – e la Massoneria. Prima ritorno scopre di non essere stato confermato dello scioglimento delle logge del Grande Oriente quale Segretario. Essendosi scusato per l’impulsi- d’Italia nel novembre del 1925, Corrado Mastro- vità della sua reazione, riceve rassicurazioni sul cinque è eletto Consigliere effettivo dell’Ordine, fatto che pace era già stata fatta, tanto più che il carica che conserverà durante la ricostruzione di nuovo Segretario gli promette che avrebbe rinun- quest’ultimo e nella quale sarà confermato fino al

Medaglia massonica napoletana di epoca napoleonica 28 MassonicaMente n.16 - Set./Dic. 2019

1949. tezza, universalità ed evidenza delle verità mate- Ancor prima della Liberazione, nel 1943, egli è matiche. In un intervento del novembre 1961 sot- l’artefice della rinascita del Rito Simbolico nel na- tolineò come tra i più profondi conoscitori di poletano. Grazie a lui riprendono i lavori le tre Mazzini vi fossero gli Indiani, che ne tradussero logge simboliche Ora e Sempre, Caracciolo e Bovio, le opere nei vari dialetti del loro Paese per diffon- della quale diviene Maestro Venerabile dal 1945 derne il pensiero, e quanto vicino esso fosse a al 1949 e dal 1965 al 1969, anno della sua morte. quello di Gandhi, poiché entrambi erano convinti Una delle questioni più delicate è quella del rap- che la politica dovesse sottomettersi alla morale. porto con il Comitato di Gran Maestranza, creato La storia, pur tra le oscillazioni dei suoi corsi e ri- nel 1944 allo scopo di ricostruire il Grande corsi, tende a raggiungere uno stato di equilibrio Oriente d’Italia. I massoni simbolici di Napoli e che coinciderà con la realizzazione dei più elevati Palermo temono che il Grande Oriente prossimo ideali umani. “Ma quando l’Umanità potrà rag- a risorgere possa essere egemonizzato dal Rito giungere il suo stato di equilibrio? Certo in un av- Scozzese Antico ed Accettato, a cui appartengono venire che per quanto non vicino, non è neppur i tre membri del Comitato: il consigliere di Cas- forse tanto lontano: quando cioè si sarà compreso sazione Gaetano Varcasia e due futuri Gran Mae- che a nulla valgono gli isterici conati dell’edoni- stri di Palazzo Giustiniani, l’avvocato Umberto smo contro le richieste di una equa distribuzione Cipollone e il Prosindaco di Roma Guido Laj. Me- dei beni e dei frutti del lavoro, lo spirito di sopraf- more del massonico “riunire ciò che è sparso”, fazione eretto a fondamento d’una falsa, disonesta Mastrocinque si adopera per la ricomposizione norma di vita dell’individuo e d’una nazione; dei Riti sotto la comune fedeltà all’Ordine. In una quando cioè l’Umanità avrà compreso che solo la lettera datata 30 gennaio 1945, firmandosi Presi- «Legge Morale», proclamata da Giuseppe Maz- dente della Loggia Regionale della Campania, an- zini, potrà salvarla dal baratro verso il quale oggi nuncia al Comitato di Gran Maestranza che anche appare incamminata”2. le logge simboliche di Palermo avrebbero aderito al Grande Oriente d’Italia. La netta separazione tra Ordine e Riti, già proclamata nel 1922, viene san- cita definitivamente nel marzo del 1949, quando il Grande Oriente d’Italia approva il testo delle nuove Costituzioni. Note Nel dopoguerra e negli anni successivi Mastrocin- que è figura apicale della Libera Muratoria nazio- 1 Le lettere inviate da Mastrocinque ad Albani sono nale. Dal 1947 al 1949 presiede la Serenissima conservate presso l’Archivio del Museo Centrale del Gran Loggia del Rito Simbolico Italiano, mentre Risorgimento di Roma, Fondo ALBANI/B. 1064. nel 1960 viene eletto Gran Maestro Aggiunto di 2 C. Mastrocinque, La «Legge Morale» base di ogni progresso, Palazzo Giustiniani. Dimessosi per motivi di sa- in S. Laghi (a cura di), Uomini da ricordare: dalla rubrica lute il Gran Maestro Giorgio Tron, ne assume le Uomini e sistemi da ricordare apparsa sul Pensiero Romagnolo funzioni dal 29 aprile al 16 luglio 1961. Gli suc- dal dicembre 1961 all’aprile 1963, Perugia 1964, pp. X-XI. cederà alla guida del Grande Oriente il ravennate Giordano Gamberini, che Mastrocinque affian- cherà in qualità di Gran Maestro Aggiunto in- sieme a Giovanni Bricchi. Ingegnere nella vita profana, è anche docente di Costruzioni presso l’Istituto Tecnico Commerciale e per Geometri “G. B. Della Porta” di Napoli, fon- dato subito dopo la nascita dello Stato unitario; né trascura i prediletti studi matematici: nel 1960 partecipa ad un concorso bandito dall’Accademia Nazionale dei Lincei presentando un lavoro dal ti- tolo Relazioni intrinseche fra la clotoide ed i suoi cerchi osculatori. Sino alla fine dei suoi giorni continuò a profes- sarsi mazziniano e a venerare gli insegnamenti del Maestro, i quali avevano per lui la stessa assolu- Vincitori e vinti (particolare) Giuliano Giuggioli, olio su tela cm 80x120